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Sped. abb. postale - Pubblicità inferiore al 40% ... · Via A. Costa, 106 A/H - Tel. 051.6540973...

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Sped. abb. postale - Pubblicità inferiore al 40% - Registrazione del Tribunale di Bologna n. 6558 dell’11.4.96 N.3 - Anno XVII - MAGGIO-GIUGNO 2012 FILIALE DI RASTIGNANO Via A. Costa, 106 A/H - Tel. 051.6540973 - Fax 051.6264241 senza lista d’attesa. A Pianoro il costo medio per ogni bimbo ospitato nei nidi ogni anno am- monta a 9.600 euro: le famiglie contribuiscono mediamente con 4.000 euro di retta, dunque per il gruppo Marchesini l’in- vestimento si aggira sui 5.600 euro per posto nido. Una notizia che riguarda Pia- noro che, a mio parere, non ha ottenuto il giusto risalto dalla stampa è quella di un’inizia- tiva pilota a livello regionale, che s’inserisce a pieno titolo tra i progetti a supporto del welfare locale e delle attività imprenditoriali. Sappiamo che gli Enti Pubblici possono atti- vare interventi che agevolino il lavoro dell’imprenditoria locale e tra questi sicuramen- te vi sono i servizi sociali. Una delle difficoltà principali per le lavoratrici madri è la conci- liazione tra i tempi di vita e di lavoro che si fa sentire soprat- tutto quando i bambini sono ancora molto piccoli. Cosa è stato fatto a Pianoro? La Mar- chesini Group ha firmato un accordo con il nostro Comune con il quale garantirà ai pro- pri dipendenti, anche a quelli residenti fuori dal Comune, la possibilità di poter usufruire del servizio di nido, facendosi carico delle spese per ciascun bambino, che normalmen- te vengono coperte dall’ente pubblico. Il Gruppo ricono- scerà al Comune la differen- za di costo per ogni singolo bambino, al netto della retta, che verrà regolarmente pagata dalla famiglia secondo i para- metri ISEE. I nuovi posti nei nidi sono sette e saranno attivi da settembre, senza costi ag- giuntivi per le casse comunali. Questo tipo di collaborazione tra pubblico e privato è impor- tante per superare il gap socia- le per il quale tanti lavoratori non sono sereni nel loro posto di lavoro. E’ giusto permettere ai dipendenti di poter portare i figli nell’asilo comunale vici- no al luogo di lavoro, e ancora meglio sarebbe che il servizio venisse erogato dentro l’azien- da stessa. Auspico che questo possa determinare uno stimolo a siglare accordi, simili a que- sto di Pianoro, anche in altri Comuni a tutela delle nostre lavoratrici madri. Per un’anali- si più precisa va detto che nei nidi di Pianoro e Rastignano sono disponibili ad oggi 108 posti per i figli dei residenti UNA LODEVOLE INIZIATIVA DI MARCHESINI GROUP Daniela Mignogna ERRATA CORRIGE Nel numero precedente del giornale abbiamo pubblica- to in prima pagina una foto di Lucio Dalla testimonial per una partita benefica svoltasi in Pian di Macina. Abbiamo scritto errone- amente per Andrea Rosa invece si trattava di Andrea Fiore. Ce ne scusiamo con Andrea e con i famigliari. LA CENA SOTTO LE STELLE Il Comitato Commercianti Pianoro, visto il successo dello scor- so anno, ripropone la “Cena sotto le stelle” che si terrà in piazza dei Martiri sabato 23/06/2012 a partire dalle ore 19,30. La se- rata sarà accompagnata da musica dal vivo e crescentine fino a tarda ora. È gradita la prenotazione presso i negozi: profumeria Jolie, Caramella Baby ed Idea sport o al numero 051.651.64.19. In caso di maltempo la serata si terrà presso la sala Arcipelago in via della Resistenza. Dopo oltre 13 anni (la prima delibera in Comune è stata votata nel lontano 1999) il Consiglio Comunale ha con- cluso l’iter per la riqualifica- zione del nuovo Centro di Pianoro. Un progetto nato con l’idea di migliorare, da un punto di vista architetto- IL CENTRO DI PIANORO segue a pag. 3 La vecchia via Matteotti La nuova piazza
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Sped. abb. postale - Pubblicità inferiore al 40% - Registrazione del Tribunale di Bologna n. 6558 dell’11.4.96 N.3 - Anno XVII - MAGGIO-GIUGNO 2012

FILIALE DI RASTIGNANOVia A. Costa, 106 A/H - Tel. 051.6540973 - Fax 051.6264241

senza lista d’attesa. A Pianoro il costo medio per ogni bimbo ospitato nei nidi ogni anno am-monta a 9.600 euro: le famiglie contribuiscono mediamente con 4.000 euro di retta, dunque per il gruppo Marchesini l’in-vestimento si aggira sui 5.600 euro per posto nido.

Una notizia che riguarda Pia-noro che, a mio parere, non ha ottenuto il giusto risalto dalla stampa è quella di un’inizia-tiva pilota a livello regionale, che s’inserisce a pieno titolo tra i progetti a supporto del welfare locale e delle attività imprenditoriali. Sappiamo che gli Enti Pubblici possono atti-vare interventi che agevolino il lavoro dell’imprenditoria locale e tra questi sicuramen-te vi sono i servizi sociali. Una delle difficoltà principali per le lavoratrici madri è la conci-liazione tra i tempi di vita e di lavoro che si fa sentire soprat-tutto quando i bambini sono ancora molto piccoli. Cosa è stato fatto a Pianoro? La Mar-chesini Group ha firmato un accordo con il nostro Comune con il quale garantirà ai pro-pri dipendenti, anche a quelli residenti fuori dal Comune, la possibilità di poter usufruire del servizio di nido, facendosi carico delle spese per ciascun bambino, che normalmen-te vengono coperte dall’ente pubblico. Il Gruppo ricono-scerà al Comune la differen-za di costo per ogni singolo bambino, al netto della retta, che verrà regolarmente pagata dalla famiglia secondo i para-metri ISEE. I nuovi posti nei nidi sono sette e saranno attivi da settembre, senza costi ag-giuntivi per le casse comunali. Questo tipo di collaborazione

tra pubblico e privato è impor-tante per superare il gap socia-le per il quale tanti lavoratori non sono sereni nel loro posto di lavoro. E’ giusto permettere ai dipendenti di poter portare i figli nell’asilo comunale vici-no al luogo di lavoro, e ancora meglio sarebbe che il servizio venisse erogato dentro l’azien-da stessa. Auspico che questo possa determinare uno stimolo a siglare accordi, simili a que-sto di Pianoro, anche in altri Comuni a tutela delle nostre lavoratrici madri. Per un’anali-si più precisa va detto che nei nidi di Pianoro e Rastignano sono disponibili ad oggi 108 posti per i figli dei residenti

UNA LODEVOLE INIZIATIVA DI MARCHESINI GROUP

Daniela Mignogna

ERRATA CORRIGE Nel numero precedente del giornale abbiamo pubblica-to in prima pagina una foto di Lucio Dalla testimonial per una partita benefica svoltasi in Pian di Macina. Abbiamo scritto errone-amente per Andrea Rosa invece si trattava di Andrea Fiore. Ce ne scusiamo con Andrea e con i famigliari.

LA CENA SOTTO LE STELLEIl Comitato Commercianti Pianoro, visto il successo dello scor-so anno, ripropone la “Cena sotto le stelle” che si terrà in piazza dei Martiri sabato 23/06/2012 a partire dalle ore 19,30. La se-rata sarà accompagnata da musica dal vivo e crescentine fino a tarda ora. È gradita la prenotazione presso i negozi: profumeria Jolie, Caramella Baby ed Idea sport o al numero 051.651.64.19. In caso di maltempo la serata si terrà presso la sala Arcipelago in via della Resistenza.

Dopo oltre 13 anni (la prima delibera in Comune è stata votata nel lontano 1999) il Consiglio Comunale ha con-cluso l’iter per la riqualifica-zione del nuovo Centro di Pianoro. Un progetto nato con l’idea di migliorare, da un punto di vista architetto-

IL CENTRO DI PIANORO

segue a pag. 3

La vecchia via Matteotti La nuova piazza

“lettere” 2 L’IDEA n.3 anno XVII - maggio - giugno 2012

strutturale” del Comune, (a quel che ho capito) dovrebbe trasfor-marlo, fra non molto, in un coa-cervo di sedi abitative anche sul-la sua bella collina. Per favore no! Chi è nato o vive qui da pa-recchi anni, ricorda un territorio speciale, ricco di verde e di aria pulita. Chi è venuto come me più tardivamente, ne rimpiange già la poetica e morbida quiete di qualche anno fa. Il mio giar-dino, che da su via dello Sport,

è divenuto, sopratutto di sera, la sede della puzza e del rumore provocato da macchine, camion e motorini strombazzanti lungo la strada, coi loro manovratori scatenati, tutti diretti alle nuove costruzioni di cui il Gualando è l’etichetta maggiore. Non dico che non ci si debba moderniz-zare e trovare, anche attraverso la cementificazione, il modo di sanare le casse del Comune che tendono, visti i tempi magri, ad essere sempre più vuote. Ma via, non esageriamo. L’evoluzio-ne umana e la sua modernizza-zione sana non sono legate alla cementificazione selvaggia. Essa non è altro che una componente marginale, spesso dannosa per la salute fisica e mentale di chi ci vive in mezzo. Coloro che han-no optato di vivere a Pianoro,

LA CENA DI CARTERIA DI SESTO

Il gruppo Auser di Carteria di Sesto organizza un paio di volte l’anno una mangiata nel parco di Carteria lungo la meraviglio-sa passeggiata che collega la fra-zione a Rastignano. E’ un even-to semestrale per ringraziare i volontari che si occupano della manutenzione del parco e per passare una giornata insieme).

LA CEMENTIFICAZIONE

Ritengo non sia un surplus ri-badire un concetto, come già fatto attraverso altre lettere a questo giornale, che riguarda il nostro paese e la sua integri-tà naturale. Dobbiamo parlare e riparlare dell’urbanizzazione che sta avanzando a Pianoro, anche fino alla noia, avvertendo i nostri Amministratori comu-nali (votati con ampio respiro in considerazione della loro capa-cità di ascoltare le istanze degli amministrati) che non vogliamo trasformare Pianoro in un ter-ritorio soffocato dal cemento. Questo paese sta già perdendo parte del suo carattere fisiogno-mico più attraente e significati-vo, attraverso la costruzione di case che, un così detto “Piano

dopo aver magari abbandonato la sede abitativa di città, lo han-no fatto perché ritenevano di trovare la tranquillità di paese che nella metropoli non esiste. Se Pianoro dovesse urbanizzarsi fino a somigliare ad una citta-duzza pretenziosa, tanto varreb-be andarsene a vivere a Bologna, che è una città vera e, come tale, in grado di offrire utilità pub-bliche e private che qui non ci sono e non potranno mai esserci. Gentili signori Amministratori, non soffocate questo nostro bel paese! Non demonizzatelo inta-sando anche la sua bella cornice coi soliti casermoni.

Luigia Bimbi

LE BANDIERE DEL PALAZZETTO

Le bandiere del Palazzetto dello Sport fanno mostra di se sopra alla struttura. Però sono alquan-to malridotte, forse sarebbe bene sostituirle.

Roberto Ronchi

Per scrivere al giornale potete mandare e-mail a: [email protected] ricorda che non verranno pubblicate lettere anonime o lettere scritte a mano e firmate con nomi non rintracciabili dalla redazione

>> EDITOREL’IDEA - Associazione per la promozionedella cultura e dell’informazione a Pianoro.

>> DIREZIONEDirettore responsabile:Gianluigi PaganiDirettore editoriale:Marco MalpensiGarante dei lettori:Umberto MazzantiCapo redattore: Stefano Galli

>> REDAZIONEFiorella Bigondi, Paolo Brighenti, Andrea Canu, Romano Colombazzi, Sara Colombazzi, Umberto Fusini, Claudia Mazzanti, Carola Pandolfo Marchegiani, Piergiovanni Pierantozzi,

Marco Pizziolo, Marta Rocca,Giorgio Rocchi, Sergio Savigni, Mirko Sita, Gianna Solmi, Sebastiano Bernardi.

>> IMPAGINAZIONE e STAMPATIPOLITOGRAFIA MUSIANIVia Cherubini 2/a (BO) Tel. 051.480.620 - Fax 051.489.084 www.musiani.it - [email protected]

>> PUBBLICITÀGianluigi Pagani (responsabile) - Tel.333.71.90.458Agenzia PUBBLI - GO di Rocchi Giorgio & C. S.a.s.- Tel. 051.777.027 - 051.776.506- Cell. 335.59.21.077 - Fax 178.2726916- e-mail: [email protected]: www.pubbligo.it

>> FONDATORI DEL GIORNALEFiorella Bigondi, Paolo Brighenti, CelsoCalesini,Tonino Commissari, GiancarloFabbri, Enrico Giusti, Roberto Lippi, MarcoMalpensi, Umberto Mazzanti, AlessandroRusso, Silvano Scandellari.

>> L’IDEA SU INTERNETwww.ideapianoro.orgwww.comunepartecipato.it

Chi desidera pubblicare lettere, foto,articoli, può rivolgersi al capo redattore

Stefano Galli Tel. [email protected]

L’Idea è reperibile gratuitamente pressotutte le edicole del Comune di Pianoro.

Tiratura 8.300 copie

n.3 anno XVII

Sotto, Monica Lelli, affezionata lettrice de L’Idea,

ha inaugurato a Rastignano la sua nuova agenzia viaggi

Gebus.

LA BACHECA COMUNALE

Al Botteghino il Comune ha collocato una bacheca per gli annunci, ma il camion della nettezza urbana continua a par-cheggiarci davanti il bidone dei rifiuti.

Roberto Ronchi

Myrmica e la Bologna-Raticosa Edizione 2012Gara di velocità con auto storiche, ottima musica ed un affermato duo di comici ci

accompagneranno nelle serate del 8 e 9 Giugno a Carteria.

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nico e socio ambientale, un’a-rea vecchia e parzialmente degradata (all’epoca vi erano circa 108 alloggi di edilizia pubblica non più a norma). <<Trascorsi cinquant’anni dalle prime abitazioni, sorte dopo l’ultimo conflitto bel-lico>> ha detto il presiden-te del Consiglio Comunale Remo Rocca nel corso dell’ul-tima seduta <<il Comune ha preso atto che gli alloggi nel tempo erano diventati inade-guati, con interni fatiscenti ed impiantistica non più in grado di garantire i servizi necessari e la sicurezza degli inquilini. Di fronte a ciò, al fine di prevenire il comple-to degrado del territorio e la conseguente marginalizza-zione dei suoi residenti, la nostra amministrazione ha scommesso sulla ricostruzio-ne, sulla riprogettazione di un centro in grado di essere

al passo con il territorio. La collaborazione fra pubblico e privato ha fatto sì che l’intero progetto arrivasse a comple-tamento>>. Infatti fu bandito un concorso di idee a livello nazionale indetto dal Comu-ne di Pianoro, al quale hanno partecipato numerosi studi di architetti con l’obiettivo di dare un nuovo volto al cen-tro del capoluogo. Vincitrice della selezione è stata l’asso-ciazione di imprese Edil Cri di Pianoro ed Ages Strade di Castenaso. Sono stati quindi costruiti alloggi di edilizia residenziale pubblica desti-nati alla locazione, nonché abitazioni private destinate alla vendita ed all’affitto ed attività commerciali e terzia-rie per un totale di 8.360 mq di superficie. Il Comune ha attivato un locale centro diur-no per anziani. Per coordina-re tutti gli interventi è stata

costituita il 19 maggio 2004 (una delle prime esperienze in Italia) una società pub-blico – privata denominata “Pianoro Centro Spa - Società di trasformazione Urbana”, per iniziativa del Comune di Pianoro e dell’Azienda Casa Emilia Romagna della Pro-vincia di Bologna, allargata-si poi ai soci privati. Questa Società aveva per oggetto la promozione della trasforma-zione urbana del centro di Pianoro attraverso la realiz-zazione di tutti gli interventi necessari per dare compiuta attuazione al Programma di Riqualificazione Urbana Pia-noro Centro. La stessa società ha realizzato opere di urba-nizzazione per un totale di circa 5milioni di euro, fra cui preme ricordare il parcheg-gio pubblico a due piani ed il parco pubblico del centro. <<Il Comune ha dato vita ad

un’idea che ha fatto scuola>> conclude il presidente Remo Rocca <<un’iniziativa tratta-ta ed illustrata nelle maggio-ri riviste del settore. E’ stato raggiunto un risultato tra i primi della Provincia di Bo-logna per qualità della vita, nonostante la drammatica situazione economica nata nel corso del progetto lo ab-bia fortemente limitato come tempi ed attuazione. Infine, ma non da ultimo, mi preme ricordare che sono in avan-zato corso le procedure per il trasferimento della posta da-gli attuali locali e, con questo ultimo passaggio, sarà vera-mente concluso il processo di riqualificazione>>.

Gianluigi [email protected]

segue da pag. 1 - articolo “Il centro di Pianoro”

n.3 anno XVII - maggio - giugno 2012 3 L’IDEA “attualità”

Anche quest’anno una delle più affascinanti cronoscalate d’auto d’epoca, la Bologna-Raticosa, sta per arrivare nelle strade del nostro Comune. Giunta ormai alla 25° edizione, rimane una delle competizioni di velocità in salita per macchine d’epoca più impegnative ed amate da molti piloti e non solo. Myrmica è lieta di collaborare, come lo scorso anno, con “Scuderia Bologna” del dottor Francesco Amante, per dare vita a due meravigliose serate che facciano da cornice a questo splendido evento che fa parte ormai delle tradizioni delle nostre strade fin dal 1950 anno in cui si è svolta la prima edizione. Le verifiche pre-gara si svolgeranno, come di consueto, in piazza Dei Martiri, mentre a Carteria di Sesto, nel parcheggio-capolinea del bus 96, in concomitanza con la festa de L’Unità che si tiene lo stesso weekend, Myrmica ha organizzato due serate davvero imperdibili sempre con la collaborazione di Scuderia Bologna che allestirà per l’occasione un proprio stand con tanto di esposizione di auto d’epoca!Venerdì 8 si esibirà il famoso duo di comici Malandrino e Veronica protagonisti dei più famosi programmi televisivi comici come Colorado Caffè, Quelli che il Calcio e di una lunga carriera teatrale, che vi ammalieranno con un ritmo ed un energia esuberante ed una comicità tutta da assaporare!Sabato 9 varcheranno il palco le Braghe Corte, una band di origine bolognese, ormai molto famosa su tutta la penisola. Sono infatti al loro terzo cd ed hanno alle spalle diversi tours. Sono entrati nella scena “ska” italiana con un influenza un po’ “punk” come cover band, per poi crescere musicalmente con sonorità sempre più ricercate, nuove e personali che Vi sapranno trascinare con un’energia contagiosa!Myrmica sarà presente con un banchetto di birra bionda, rossa e cruda a caduta e con le nostre t-shirt, ricordandoVi che tutto il ricavato delle due serate andrà in beneficenza ad associazioni o attività presenti sul nostro Comune.Sarà nostra volontà e premura, attraverso i nostri successivi articoli, renderVi partecipi del progetto da noi supportato e del ricavato.

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Nelle varie escursioni del gruppo Lipu pianorese volte all’osservazione del no-stro territorio spesso ci si è imbattuti in fenomeni strani. È la volta del bas-so corso di rio Conco, un affluente del Reno che parte da Pieve del Pino. Nel meraviglioso anfiteatro naturale dove si innesta l’acquedotto romano che por-ta acqua a Bologna abbiamo da tempo notato varie cavità a diversi livelli che abbiamo sempre ritenuto essere rifugi di guerra. Alcuni di noi erano un po’ perplessi in quanto le aperture verso sud esponevano i rifugi ai cannoni alle-ati, anche se in parte protetti dall’altro versante dell’anfiteatro. La scoperta di ulteriori scavi nelle pareti di arenaria ed il contatto con l’università di Bologna ci hanno fornito il sorprendente risultato: siamo nel pieno di una grossa necropo-li etrusca. Che emozione pensare alla

storia così lontana eppure ancora così presente nelle nostre colline. Anche la piccola grotta sopraelevata che si trova fra Badolo e Brento nel complesso roc-cioso di monte Adone e presenta al suo interno varie nicchie di piccole dimen-sioni, tanto che i nostri vecchi la defini-vano colombaia, sembra essere un luogo sacro etrusco volto alla raccolta di urne cinerarie. Etruschi e Celti che hanno abi-tato le nostre valli in epoche pre-romane hanno lasciato ingenti tracce nella val-le dell’Idice, del Reno e del Setta, ma sembrano aver trascurato la valle del Savena, o meglio, forse non si sono an-cora scoperti insediamenti che attendo-no solo gli archeologi. Chissà. Proprio per parlare di Etruschi incontro Gianni Passini e Luca Pontoni, presidente e se-gretario dell’associazione di rievocatori etruschi Methlum Kainual A.P.S. Gian-ni mi spiega come nel 2005 incontrò a Castenaso Corrado Re, uno dei più noti professionisti italiani della rievocazione storica ed assieme a lui fece un corso di rievocazione. Nel 2007 fu organizzato a Marzabotto per la prima volta un evento chiamato Kainua. Kainua sembra essere il vero nome della locale città etrusca secondo alcuni ritrovamenti avvenuti negli anni novanta e non Misa come si ipotizzava fino a non molto tempo fa. L’associazione Methlum Kainual A.P.S. nasce ufficialmente nel 2011 con il con-tributo di Maria Rosa Gironi, Francesco Guccini e Manuel Martinelli. Attual-mente si contano una decina di iscritti, quasi tutti disposti ad indossare i pan-

ni dei nostri valorosi avi. Luca descrive come il revocatore svolga un’importan-te attività culturale non sempre intuita dal pubblico, basandosi su un intenso sforzo di documentazione con libri, do-cumenti, contatti istituzionali con musei e collaborazione con altre associazioni fra cui in primo luogo Archeostorica. Il periodo affrontato è quello che va dal 1.000 a.C. all’impero romano. Il gruppo provvede a confezionare direttamente l’abbigliamento scegliendo i tessuti ed

GLI ETRUSCHI FRA DI NOI

Gianni Passini, generale etrusco

4 L’IDEA n.3 anno XVII - maggio - giugno 2012“cultura”

Luca Pontoni, guerriero etrusco

appoggiandosi ad una sarta di fiducia, confrontando poi i risultati con una va-sta iconografia. <<Abbiamo un notevole archivio immagini>> commenta Luca Pontoni <<Immagini statuarie recupe-rate da musei o necropoli, affreschi su tombe, dipinti su vasi. Lo scorso autun-no abbiamo ricostruito l’abbigliamento di una donna aristocratica di periodo classico e, secondo sia gli esperti che il pubblico, pare ci sia venuta piutto-sto bene>>. Luca prosegue spiegando che un grosso problema sono le scarpe perché non si trovano artigiani disposti a dedicarsi a questa nicchia. Le armi si comprano tramite circuiti specializzati mentre gli scudi li realizzano diretta-mente loro. Un progetto in cantiere è quello di contattare un ceramista per ricostruire vasi e ceramiche. <<Tutte le civiltà passano attraverso diverse evo-luzioni e sarebbe bello riprodurre le varie fasi>> spiega il presidente Passini <<Per ora ci stiamo focalizzando sull’a-bitato di Marzabotto nel VI – IV secolo a.C. Ma non nascondo che ci piacerebbe tantissimo passare alla precedente cul-tura del periodo Villanoviano>>. Non mancano le soddisfazioni: il gruppo musicale Tarchon Fist ha convocato i ri-evocatori per le immagini del video che accompagna il loro c/d Fighters mitic rock che si trova nei negozi di dischi. I revocatori sono stati contattati da alcu-ni Comuni della provincia dove hanno partecipato a eventi ed hanno fatto par-te di un progetto didattico a Bologna dove hanno portato un generale etrusco in carne ed ossa oltre alle dovute spie-gazioni storiche. <<Vedere e toccare le cose ha tutto un altro sapore>> conti-nua Gianni <<I musei, per belli e curati che siano, sono qualcosa di lontano, di intoccabile di separato da noi da millen-ni, invece un ragazzo che può prendere in mano una spada o toccare il petto-rale di un’armatura da generale prova

un’altra emozione, è la luce che vedo nei suoi occhi che mi fa capire l’impor-tanza di quello che sto facendo>>. Nel prossimo futuro Methlum Kainual pre-vede di perfezionare ed allargare le sue capacità: anche se nati come un gruppo molto legato alla storia militare ci si sta organizzando per ampliare gli orizzon-ti rievocativi, in particolare si cercano membri donne e bambini. Il 10 giugno l’Etruscan trail trekking, sorta di gran-de progetto nel versante toscano legato all’università di Firenze ed organizzato da Gianfranco Bracci, prevede l’arrivo

nel pomeriggio al museo di Marzabotto. Il 23 giugno all’interno del museo si ter-rà la notte in piedi con l’organizzazione di vari eventi di rievocazione. Chi fosse interessato a contattare l’associazione può rivolgersi al 333.36.78.113 Gianni, oppure al 338.411.24.22 Luca. <<La val-lata del Savena non ha reperti archeo-logici? Non bisogna demordere anche perché Savena, in etrusco, è un tipo di anfora>> conclude Gianni Passini.

Stefano [email protected]

n.3 anno XVII - maggio - giugno 2012 5 L’IDEA “cultura”

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LA NUOVA SEDE DEL MOBILIFICIO RAGGIVenendo da Bologna chi non avrà notato la nuova sede espositiva del mobili-ficio Raggi di fronte al pa-lazzetto dello sport su via Nazionale? L’impatto visi-vo è notevole, l’esposizio-ne ed il vasto parcheggio invitano a fermarsi anche solo per dare un’occhiata. Una volta entrati la calda accoglienza ed il sorriso di Maurizio e Massimo Raggi non possono che confer-mare che la sosta, oltre ad essere gradita, sarà sicu-ramente piacevole. Così si passeggia in ambienti ad ampio respiro che eviden-ziano gli arredi esposti, fra giochi di luci ed angoli che aprono varie prospettive al visitatore. Intrattenendosi con Massimo e Maurizio si potrà chiedere loro un pizzico di storia di Pianoro e si potrà apprendere che l’azienda è presente sul no-stro territorio dal primis-simo dopoguerra quando nonno Dante aveva il suo negozio di falegnameria in una baracca di via Matteot-ti. Il padre Carlo ha inizia-to le sue attività proprio in questo luogo. <<Le esigen-ze erano altre, fare mobili voleva dire soprattutto fare tavoli, sedie e credenze di semplicissima struttura>> spiega Maurizio <<i gu-sti delle persone erano molto standardizzati, come esempi avevi davanti agli occhi solo quelli che vedevi nelle case dei tuoi vicini, i soldi erano pochi e le richieste di grande prati-cità. In questa fase storica fare

mobili era relativamente faci-le>>. Ma le cose sono cambia-te, Pianoro è cresciuta e con lei anche l’azienda Raggi che, agli inizi degli anni 60 Dante e Car-lo hanno deciso di spostare in

via Libertà numero 3. Verso la fine degli anni 60 Carlo iniziò ad affiancare alla produzione propria la commercializzazio-ne di alcuni prodotti industria-li, soprattutto di aziende ve-nete, che seguivano le nuove esigenze dei cittadini fornendo prodotti a prezzi minori e se-guendo le ottiche di mercato e le mode. Questo ha fatto si che la visione del falegname artigiano ha sempre seguito l’azienda dando un’impronta pratica al lavoro. Con l’aper-tura del nuovo punto vendi-ta la vecchia sede storica di via Libertà viene mantenuta come esposizione di divani e complementi di arredo. La linea divani vanta un brand

proprio dei fratelli Raggi: un’azienda artigianale con cui hanno avviato una col-laborazione per produrre divani secondo le loro di-rettive che permettono di seguire al 100% le esigenze dei clienti. Consulenza, di-sponibilità, progettazione con montaggio seguito in prima persona, questi da sempre sono i punti di for-za della ditta. <<Il cliente è seguito dalla prima fase alla conclusione del pro-getto>> spiega Massimo <<Spesso si arriva da un cliente che ha solo i muri e gli si danno idee e con-sulenze su come costrui-re la vivibilità della casa andando oltre il mobile. Possiamo fornire soluzioni con cartongessi, abbiamo imbianchini, piastrellisti, muratori ed altri artigia-ni che ci permettono di offrire un prodotto finito chiavi in mano, partendo da un appartamento grez-zo>>. Comincio a capire la complessità e la bellez-za di questo mestiere che non è solamente vendere un mobile. <<A volte i clienti esprimono esigenze che però non sanno come realizzare>> mi spiega Massimo <<Noi diamo varie soluzioni con am-bientazioni visive su com-

puter>>. Tutto ciò ha fatto si che, nonostante il momento di crisi, il fatturato dell’azienda sia in aumento vantando cen-tinaia di realizzazioni all’anno. <<La serietà è fondamentale al giorno d’oggi, ci mettiamo la passione nel nostro lavoro e questo ti porta a dare il mas-simo.>> continua Maurizio <<La soddisfazione del cliente è la nostra forza. Il cliente che ci ringrazia è una gran bel-la cosa>>. Visto il periodo di crisi si poteva essere titubanti, perché i fratelli Raggi hanno deciso di fare questo passo? Massimo sostiene che l’azien-da è storica, ben radicata lo-calmente e con basi solide. La decisione di fare questo passo è stata presa per acquisire quo-

Il nuovo stabilimento

6 L’IDEA n.3 anno XVII - maggio - giugno 2012“attualità”

n.3 anno XVII - maggio - giugno 2012 7 L’IDEA “attualità”te di mercato ed avere mag-giore visibilità essendo su una strada di grande percorrenza che invita molte persone a fer-marsi da loro. In questa nuova avventura i ragazzi sono stati affiancati dalle mogli Barbara e Michela che consentono di ge-stire la nuova sede mantenen-do un assetto famigliare. La nuova sede ha inaugurato sa-bato 21 aprile con uno spazio di 1.000 metri quadrati dove si espongono prodotti di ele-vata qualità a livello nazionale prendendo in considerazione solamente il made in Italy. L’e-vento, che ha visto una grande partecipazione di pubblico, si è svolto alla presenza del sin-daco Gabriele Minghetti e del parroco don Paolo Rubbi. La giornata è stata allietata da un ricco buffet e da un picco-lo omaggio ai partecipanti. Non ci resta che augurare un meraviglioso futuro a questa importante azienda locale.

Stefano [email protected]

Il taglio del nastro, da sinistra Gabriele Minghetti, Massimo, Carlo e Maurizio Raggi ed infine don Paolo Rubbi

La grande partecipazioni alle esequie di Giordano Baietti, tenutesi nella par-rocchia dei santi Pietro e Girolamo di Rastignano, è stata una conferma del-la considerazione che la comunità locale riservava per l’imprenditore piano-rese. Protagonista, assieme ai colleghi costruttori ed agli amministratori pia-noresi, della ricostruzione del comune distrutto dalla guerra, Giordano Baietti ha esteso la sua attività oltre i confini locali. Il costruttore, amministratore di Edil-Cri di Rastignano, dopo essere stato presidente dell’Api di Bologna, ha contribuito alla nascita di Unindustria di cui dal 2007 al 2009 è sta-to vicepresidente vicario. Folta la delegazione gui-data dal presidente Alber-to Vacchi come numerosi i rappresentanti dell’Ance di Bologna che, assieme al presidente Luigi Amedeo Melegari, hanno voluto

essere presenti alle esequie del componente del comitato di presidenza dei costruttori. Con gli amministratori locali era presente anche Simonet-ta Saliera, per tre legislature sindaco di Pianoro, ed ora

vice-presidente della Regio-ne Emilia-Romagna che con Giordano Baietti ha condiviso la realizzazione di molte opere non ultima la ristrutturazione del centro storico. Moltissimi i semplici cittadini che hanno

voluto esprimere alla moglie Mafalda ed ai figli Silvia, Monica e Roberto la ricono-scenza per quanto il “geo-metra” ha fatto per il paese.

Paolo [email protected]

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Secondo da sinistra Giordano Baietti, Duccio Campagnoli, Simonetta Saliera e Giacomo Venturi in occasione dell’inaugurazione della zona industriale denominata Piastrella

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Il padre di Celestino aveva un podere in affitto con diciotto ettari di terreno, dove, con l’aiuto dei suoi nove figli, col-tivava la canapa ed il grano. Un mattino dell’aprile del 1944 in quel podere furono sganciate quarantadue bombe america-ne. Inizialmente esplosero lontano, poi iniziarono ad avanzare pericolosamente verso il rifugio costruito dalla famiglia cadendo a grappoli sulle preziose colti-vazioni. Il padre si affacciò dalla porta di casa per capire cosa stesse succedendo ed una zolla di terra sparata a gran velocità lo colpì ferendolo lievemente. Celestino Rizzoli aveva quattordici anni e lavora-va con la famiglia. Compiuti i vent’anni, nell’animo di Rizzoli iniziarono ad affio-rare sentimenti tipici di un carattere am-bizioso: fortemente desideroso di dare un

maggior contributo economico alla fami-glia, si iscrisse alle scuole serali per poi, dopo soli due anni, superare con succes-so tutti gli esami e prendere il diploma ad indirizzo tecnico commerciale. Più tardi Rizzoli andò a lavorare alla camera di commercio, dove si occupò di statistiche. A ventisei anni venne assunto da monsi-gnor Salmi come gestore della mensa dei lavoratori “Onarmo”, poi come direttore di una casa per ferie per lavoratori nel-le Dolomiti. Quando, nel 1956, Rizzoli ebbe un incontro con Vittorio Albertazzi, non sapeva ancora che la sua vita stava per avere una svolta definitiva. Accet-tare l’offerta del presidente dell’Ente Nazionale Casse Rurali dell’Emilia Ro-magna, voleva dire avere una certa pre-disposizione al coraggio. La sfida che

Albertazzi lanciò a Rizzoli fu quella di tentare di rianimare una banca sull’orlo del fallimento, ovvero la Cassa Rurale ed Artigiana di Castenaso (fondata nel 1902 e rimasta inattiva per diversi anni), che, con depositi di soli 500 mila lire, rischiava lo scioglimento. Rizzoli si mise subito al lavoro, ma la cosa che colpisce maggior-mente in questo punto della sua storia, è che afferrò con sicurezza le redini della situazione pur sapendo che non avrebbe avuto nessuna retribuzione. Sarebbe sta-to pagato se (e solo se) l’attività creditizia fosse ripartita positivamente. Rizzoli si ritrovò così ad essere impiegato in una banca e, in virtù del fatto che era l’unico dipendente dell’unico sportello presen-te, anche direttore di se stesso. L’istituto era così povero da non possedere nean-

CELESTINO RIZZOLIIl giusto presidente per la Banca di Credito Cooperativo di Monterenzio

8 L’IDEA n.3 anno XVII - maggio - giugno 2012“attualità”

che un telefono. Quando c’era bisogno di effettuare le chiamate per chiedere un benestare, bisognava andare al mulino di fronte alla banca. Passavano i mesi, ma la perseveranza di Rizzoli non scemava. Il primo giorno di apertura della banca venne un cliente, il secondo due clienti, il terzo giorno nessuno, ma lentamente e con pazienza, i semi che Rizzoli stava piantando sarebbero germinati. La fidu-cia dei primi clienti veniva carpita imme-diatamente, e così il loro numero crebbe in maniera esponenziale col tempo. Per avere uno stipendio Rizzoli si manteneva con un lavoretto in un bar delle Ferrovie dello Stato di notte, dove insegnava a fare il barista. A volte capitava che un barista non gli desse il cambio, e Rizzoli doveva rimanere al lavoro tutta notte. Il mattino seguente era pronto per montare sulla sua bicicletta ed andare fino a Bologna per effettuare i versamenti presso l’istitu-to corrispondente della Banca Nazionale del Lavoro. <<Andavo in bici a fare i ver-samenti con una cassaforte portatile che appoggiavo sul manubrio. Ma prima mi preoccupavo di chiudere la banca perché ero solo, mettevo un biglietto con su scrit-to: “Torno fra un’ora e mezzo”, e facevo una volata a Bologna>>. In un certo sen-so, la povertà della banca di Castenaso fece la fortuna di Rizzoli, in quanto gli permise di farsi una posizione come di-rettore. Spesso l’audacia non è sufficien-te se si vuole raggiungere un traguardo lontano, ci vuole anche un po’ di fortuna. Rizzoli viveva per il suo lavoro e non si faceva mai distrarre da nulla per evita-re di perdere la concentrazione dal suo obiettivo principale che, come un faro nella notte, lo guidava nella giusta dire-zione: prendersi cura della salute della banca, ricollocare gli ingranaggi mancan-ti, avvertire i sensibili mutamenti esterni per manovrare l’economia interna verso il successo, tutto questo accompagnato da un profondo senso del sacrificio e da una perseveranza incrollabile. Grazie al sudore di Rizzoli, la banca di Castenaso riuscì a risalire piano piano la china: le at-

tività si svilupparono, i clienti dimostra-rono una sempre maggiore fiducia, gli artigiani della zona vennero supportati e la banca diventò il centro nevralgico di svariate iniziative, come quella, ad esem-pio, della Cooperativa Edilizia di Villa-nova che, con fondi pubblici, diede casa a diverse famiglie. Il fiorire della banca permise il fiorire di differenti imprese della zona di Castenaso. Nei primi anni sessanta, quando Rizzoli aveva ormai trent’anni, la banca di Castenaso iniziò con le prime assunzioni ed oggi vanta 6 sportelli e ben 75 dipendenti. Oltre alla filiale di Rastignano inaugurata il 13 Set-tembre 2007, nacquero altre cinque Bcc (il nuovo nome della banca di Castenaso), di cui tre nell’Appennino e due in pianura. Gli anni successivi furono caratterizzati da un intensificarsi delle attività di inter-mediazione. Quando il presidente Rizzo-li giunse alla soglia dei quarant’anni, il giro d’affari della banca iniziò ad essere considerevole. Ma come si arriva a tutto questo? Quali sono le strade da seguire? <<Non esiste alcuna formula magica>> risponde il presidente <<ma spirito di sacrificio, fiducia ferrea negli obiettivi da raggiungere, passione per la crescita del proprio territorio e per il miglioramento delle condizioni di vita di coloro che vi abitano e vi lavorano, la difesa di un’au-tonomia mai disgiunta da una forte ed efficiente politica di gruppo, la centralità dei soci>>. Il 31 dicembre 1996 Celestino Rizzoli, con alle spalle ben quarant’anni di direzione, andò in pensione, lasciando la banca, la sede ed altre unità immobi-liari per un patrimonio complessivo di circa 50 miliardi di lire. Considerati gli accadimenti successivi, si può affermare con certezza che Rizzoli indossa una ta-glia differente da quella standard della pensione. Infatti, senza neanche fare a tempo a tirare un sospiro di sollievo dopo quarant’anni di onorato servizio, Rizzoli venne nominato presidente del collegio sindacale della Bcc di Monterenzio, e ci rimase per cinque anni. In seguito, l’as-semblea dei soci lo elesse presidente per

acclamazione della filiale di Rastignano, carica che resterà attiva per ben dieci anni. Il lavoro quindi non terminò per Rizzoli, che continuò, per volontà propria, a fare quello che aveva iniziato all’età di ven-tisei anni, per trasmettere la sua storica esperienza e le sue profonde competen-ze a tutte le persone ritenute più valide per guidare la “nave” nella giusta dire-zione, così come il presidente aveva fatto quando davanti a lui c’era unicamente la sua speranza. Chissà che la storia di Ce-lestino Rizzoli, emerso vittoriosamente dalle paludi della povertà e dell’atrofia del mercato, non possa educare alla spe-ranza anche noi, che ci siamo ritrovati in un momento storico in cui dobbiamo vedercela con la schizofrenia della borsa. Credo infatti che sia “educare” la parola adatta per esprimere una forte esigenza comune di reimparare, esattamente come facevano i nostri predecessori, a vedere la luce in fondo al tunnel. <<Ringrazio per la fiducia, e faccio gli auguri per anni mi-gliori ai cittadini di Pianoro, ai lettori de L’Idea ed a tutte le meravigliose persone che ho avuto l’occasione di conoscere du-rante gli anni della mia carriera lavorati-va>>: conclude Celestino Rizzoli.

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n.3 anno XVII - maggio - giugno 2012 9 L’IDEA “attualità”

immigrano genti campane, pugliesi, calabresi, siciliane, abruzzesi. Anche dal Polesine vi è un’immigrazione nelle no-stre zone. Ieri con il vicesinda-co siamo intervenuti nella fra-zione di Botteghino che non ha servizi, non ha un acquedotto, non ha la luce e la strada per raggiungerla è perennemente dissestata. Abbiamo tenuto una riunione in canonica con il par-roco don Alberto Zini e molte persone della frazione preoccu-pate di nuovi arrivi di popola-zione e della mancanza di strut-ture. Desta preoccupazione lo stato di degrado di abitazioni e strade. Lo stesso problema si presenta anche in Pian di Ma-cina e l’intervento dell’asses-sore ai Lavori Pubblici è stato molto dettagliato, dimostrando a tutti che l’amministrazione ben conosce i problemi delle fra-zioni. Stiamo preparando il bi-lancio comunale di previsione e tutti hanno apprezzato quanto abbiamo in proposito di fare per risollevare lo stato delle frazio-ni. Ma lo Stato ci darà i soldi per finanziare i nostri proget-ti? L’infinita burocrazia ci ac-compagna sempre ed ovunque. E’ come la nostra ombra! Non vi è giorno che non vi sia una pratica da rivedere, da rifare, da modificare, da riesaminare. Siamo veramente in un periodo difficile per la classe operaia e per la povera gente: si tratta di diventare qualcosa o di restare nulla come per il passato o peg-gio del passato.”

(continua)

a tavola, verso le 13,30, l’uffi-ciale sanitario ed il marescial-lo dei carabinieri sono venuti a casa mia per avvertirmi che c’era una ammalata di mente da ricoverare. Si sa che nei pic-coli Comuni il sindaco è anche l’ufficiale di pubblica sicurezza e, quindi, era necessaria la mia presenza. Assieme al marescial-lo e al medico ci siamo recati presso l’abitazione dell’amma-lata. La signora era furente; prima ci ha invitati ad uscire immediatamente di casa, poi con un mattarello ci ha spinti fuori tutti e tre. Il maresciallo ha dovuto lottare con la signo-ra per fermarla e rabbonirla. Prepariamo tutti i documenti necessari per il ricovero ed il medico telefona al pronto soc-corso della Croce Rossa, ma gli rispondono che senza un preciso impegno del pagamento dell’intervento, non sarebbero intervenuti. Strana Croce Ros-sa, strano pronto soccorso! Un pronto intervento solo se vi è pronta cassa altrimenti nessu-na prontezza! Altra stranezza. L’ammalata di mente in una borsa posta alla rinfusa sul let-to, aveva un piccolo tesoro av-volto in uno straccio cencioso, ben lire 587.000. Eppure era denutrita e tutti, me compre-so, la credavamo poverissima.

Siamo riusciti alla fine a rico-verarla. Ma che strana la festa dell’Epifania! In ogni caso sin-daco, maresciallo ed ufficiale sanitario devono essere soddi-sfatti di avere compiuto il loro dovere.”9 gennaio 1961– Lunedì: “La vita non è agevole per nessuno ma in modo particolare per chi deve reggere le sorti di un paese come il nostro, non ricco ed in continua espansione. Il nostro Comune è assai popolato e con un eccezionale movimento di immigrazione ed emigrazione. Dai Comuni della montagna immigrano da noi gli abitanti di Loiano, Monghidoro, San Benedetto, Grizzana, ma non solo. Dalle province del sud

PIANORO RACCONTA (39°)

dai diari del sindaco Silvio Mucinia cura di Romano Colombazzi

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Il diario del 1960 di Silvio Mucini finisce con il brano del 19 dicembre 1960, il cui testo è stato riportato nel nume-ro 2 de L’Idea – marzo/aprile 2012. Inizio a leggere il diario dell’anno 1961. Sono passati 51 anni da quel giorno. Il 1° gennaio 1961, che è domenica, Silvio lo dedica alla descrizione sul come ha passato in famiglia il primo dell’anno e lo tralascio.2 Gennaio 1961 – Lunedì: “Riprendiamo il solito lavoro, riascoltiamo le solite persone, affrontiamo i soliti problemi e, allora, è come se nulla fosse accaduto cambiando il calen-dario. E’ veramente così! Non è cambiando il calendario che le cose cambiano, cambiano se gli uomini, dopo un ulteriore anno di riflessioni, cambiano idee, per quanto è nel potere degli uomini. Molti problemi sono nelle menti degli uomini, anche se il potere degli uomini è ancora limitato e lo sarà sem-pre nei confronti del mistero e dell’ignoto. Quante cose che affliggono l’umanità dipendo-no dall’umanità stessa: l’egoi-smo, l’ingiustizia, i sopprusi, l’invidia, l’odiosa superbia, lo sfruttamento dei più poveri. Sono i mali dell’umanità e che solo l’umanità può guarire. Ma come? E’ semplice. Ognuno di noi si consideri l’umanità stes-sa e cerchi di eliminare questi mali. Ne uscirà una nuova umanità che sarà giusta, pacifi-ca, senza odi ed invidie.”7 Gennaio 1961 – Sabato: “Ieri era la festa dell’Epifania. Avevo deciso di trascorrere la giornata in casa con la fami-glia, invece, purtroppo, non è stato così. Mentre mi mettevo

Pian di Macina 1967

10 L’IDEA n.3 anno XVII - maggio - giugno 2012“cultura”

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12 L’IDEA n.3 anno XVII - maggio - giugno 2012“attualità”UNA CLASSE DELLE MEDIE INCONTRA IL SINDACOLa classe prima B della scuo-la secondaria di primo grado “Vincenzo Neri” di Pianoro ha incontrato il sindaco del nostro paese. Una bella inizia-tiva realizzata con l’intento di mantenere alta l’attenzione dei ragazzi sulle istituzioni. La professoressa Ivana Baldi racconta l’esperienza fatta con gli studenti e mostra la rela-zione conclusiva fatta in clas-se che alleghiamo di seguito.In classe avevamo studiato l’organizzazione dell’ammini-strazione comunale e le funzio-ni del sindaco e ci eravamo an-che informati su internet sugli assessori che compongono la Giunta di Pianoro e sulle loro funzioni. Per approfondire l’ar-gomento abbiamo chiesto un incontro con il sindaco Gabrie-le Minghetti che ci è stato subi-to accordato. Il Sindaco ci ha ricevuto nella sala del consiglio e, oltre a lui, c’erano il vice sin-daco Marcello Lelli e Franca Filippini, assessore all’istruzio-ne. La sala è abbastanza grande ed ha una forma semicircolare. Durante le assemblee, il sinda-co si siede al centro e, vicino a lui, si siedono gli assessori. Poi ci sono i consiglieri che han-no un posto preciso a seconda del loro partito politico. Nella sala c’era la bandiera italiana e quella dell’Europa. Noi ci siamo seduti al posto dei con-siglieri comunali, le sedie sono comodissime e ci sono micro-foni per ogni postazione. Il sin-daco ha cominciato a spiegarci come è nata Pianoro Nuova dopo la distruzione di Pianoro Vecchia in seguito alla seconda guerra mondiale. Adesso Pia-noro è una cittadina con poco

più di 17.000 abitanti e l’intero comune si estende su 107 km quadrati ed è molto verde e sicuramente più facile da go-vernare rispetto ad una grande città rumorosa come Bologna. Il fatto di avere una bassa den-sità di popolazione permette di fornire servizi efficienti. Se la popolazione aumentasse le aree verdi diminuirebbero, l’aria sarebbe più inquinata e, di conseguenza, tutto sareb-be peggiore. Il sindaco, poi, ha continuato spiegandoci i compiti dell’amministrazio-ne comunale e noi studenti lo abbiamo interrogato su tanti aspetti da noi poco conosciuti. Gabriele Minghetti è stato elet-to nel 2009 ed il suo mandato durerà per cinque anni. I sin-daci possono essere eletti solo per due mandati consecutivi. Il sindaco, dopo essere stato eletto, sceglie gli assessori. Il numero degli assessori dipen-de dal numero degli elettori. Il Comune di Pianoro ha sette assessori e ognuno di loro ha una propria competenza per garantire le esigenze degli abi-tanti. Ogni assessore ha 24 ore di permesso al mese in cui si

può assentare dal proprio lavo-ro per dedicarsi alle mansioni della sua carica. Ciascuno di loro è incaricato di un settore, qualche volta anche di più. Se all’interno di uno di essi suc-cede qualcosa l’assessore inca-ricato convoca la Giunta per risolvere insieme il problema perché in Comune ci si aiuta a vicenda come in un lavoro di squadra. La Giunta Comunale si riunisce normalmente una volta alla settimana. Il sindaco elegge anche il vicesindaco che lo sostituisce in caso di assenza ed è una persona che, di solito ha esperienza nell’amministra-zione comunale ed ha molta disponibilità. Nel caso di Pia-noro è un pensionato e, quindi, può essere sempre presente. Il sindaco per le manifestazioni, indossa una fascia con i colori della bandiera d’Italia e ci ha anche spiegato come indossar-la: la parte verde deve essere vicino all’asse del corpo che rappresenta l’asta che sorregge la bandiera. In fondo alla fascia ci sono due simboli: il primo è il pozzo, simbolo di Pianoro, il secondo è l’emblema d’Italia. Il sindaco ha il dovere di indos-sare la fascia per tutte le occa-sioni ufficiali e per celebrare i matrimoni. La fascia può esse-re indossata anche da un nor-male cittadino, ma deve essere delegato dal sindaco ad esem-pio per celebrare un matrimo-nio. Il sindaco di Pianoro ha dichiarato che, per lui, essere sindaco è una grande soddisfa-zione perché si trova a capo del paese che ama ed è stato eletto dalla sua gente. Essere sinda-co, però, è anche una grande responsabilità e bisogna impe-gnarsi molto: anche quando è fuori dal Comune è pur sem-

pre responsabile di tutto ciò che accade. La visita al munici-pio è risultata molto istruttiva ed interessante perché, fino ad ora, vedevamo questo edificio e, pur sapendo la sua impor-tanza, non conoscevamo fino in fondo il suo valore e la sua funzione per i cittadini. Que-sta è stata un’esperienza unica, quasi irrepetibile: abbiamo im-parato cose nuove e per la pri-ma volta abbiamo visto il sin-daco e la sala dove si riunisce il Consiglio Comunale. E’ bello scoprire che il sindaco è così aperto al dialogo con noi sem-plicissimi alunni e che lavora quotidianamente per il benes-sere delle persone e del nostro piccolo paese: Pianoro. Clas-se IB della Scuola Secondaria di I grado “ Vincenzo Neri “.Dalla relazione scritta dagli studenti si legge la soddisfa-zione per questo lavoro che è testimonianza del fatto che i ragazzi hanno bisogno di ca-pire ciò che avviene intorno a loro e sempre sanno apprez-zare l’apertura degli adulti nei loro riguardi. Questa espe-rienza è stata una circostanza favorevole ai ragazzi per com-prendere la figura istituzionale che Gabriele Minghetti occupa e per percepire come funzio-na la “macchina comunale”. Il passo successivo nell’espe-rienza politica potrebbe essere quello di far comprendere agli studenti come vengono scel-te dai cittadini le persone che amministrano un paese e come la vita nella “Polis”, nella cit-tà, viene gestita giorno dopo giorno, con le regole fatte da tutti noi e con le leggi decise per noi dalle donne e dagli uo-mini che abbiamo eletto. Tutti insieme dobbiamo scoprire, riconoscere e rappresentare i nostri valori, i nostri bisogni, i nostri progetti e le nostre idee che possono e devono essere in continuo cambiamento per adeguarsi alla vita. Porgo un saluto affettuoso ai ragazzi ed un plauso all’insegnante, al sindaco, al vice sindaco ed all’assessore che hanno com-preso che i ragazzi sono am-plificatori di rapporti all’in-terno delle nostre comunità.

Gianna [email protected]

Una foto e tanta nostalgia dei bei tempi e di un bel clima di amicizia e collabora-zione fra colleghe, ha indotto due ex di-pendenti della “IBBR Clara” (Industria Bolognese Busti e Reggiseni), Raffaella Bosi e Severina Mafrica, ad organizzare un raduno di tutte le compagne di lavoro che sono riuscite a rintracciare. E trenta-quattro di loro si sono ritrovate, nel risto-rante pizzeria Mediterraneo di Pianoro, posando poi insieme per una fotografia quarant’anni dopo la prima. Non tutte hanno risposto all’appello: di alcune si sono perse le tracce o si sono trasferite, altre non hanno partecipato per impegni o perché, purtroppo, decedute. Tante non si vedevano da almeno trent’anni e tutte hanno avuto la gioia di ricordare episodi della loro giovinezza nello stabilimento di via Andrea Costa 61 a Rastignano. Per alcune, entrate in azienda ragazzine, fu la prima esperienza lavorativa in fabbrica mentre altre erano già donne sposate con prole. La produzione nello stabilimento locale, sorto dove un tempo vi era l’antica casa colonica “La Fornacina”, ebbe inizio nel 1969 dopo aver lasciato la precedente sede bolognese di via San Petronio Vec-chio. Per almeno quindici anni la IBBR Clara diede lavoro a tante famiglie della frazione. Al culmine della sua attività su-però i centoventi dipendenti; praticamen-te tutte donne, che fecero la gioia dei com-mercianti locali. Prima o dopo l’orario di lavoro, o nell’intervallo meridiano, le “ra-gazze della Clara” sciamavano a gruppi lungo la trafficata via Andrea Costa per

le compere o per un caffè. Per Rastignano furono anche gli anni del boom economi-co. Non c’era infatti solo lo stabilimento Clara ma, per citarne alcuni, Giosuè, Lan-dy Frères, Leepen, Pesci, Sebac, Simoncini e Sulpizzi. Stabilimenti successivamente trasformati, anche con demolizioni, in edifici residenziali o per uffici e negozi eccetto l’ex stabilimento Simoncini (oggi Romaco) che lo sarà in futuro. Anche l’ex Clara dopo la cessazione dell’attività, at-torno al 1984, fu per qualche anno un su-

permercato e successivamente subì una radicale ristrutturazione divenendo sede della Tecnicam centro direzionale del gruppo Cam Martelli. L’intenzione delle ex dipendenti che si sono ritrovate, dopo tanto tempo, è quello di tornare ad incon-trarsi l’anno prossimo più numerose invi-tando le “disperse” a contattare Raffaella e Severina per poter riannodare con loro un filo ora molto più d’argento che d’oro.

Giancarlo Fabbri

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n.3 anno XVII - maggio - giugno 2012 13 L’IDEA “attualità”

LA CASA DELLA FOTOGRAFIA1 – Bologna, fuori San Donato. È stata inaugurata un paio d’anni fa “La casa della fotografia”; c’è invece chi la usa come lavagna da scarabocchiare, peccato che nessuno cancelli.

IL MURETTO2 – Muri abbandonati a se stessi, triste spettacolo che non aiuta a risollevare il morale. Speriamo in nuovi aiuti.

IL PARAPETTO ROVINATO NEL CENTRO DEL PAESE4 – Manufatti appena costruiti sono già in declino, anche in questo caso sembra si aspetti un aiuto divino che scen-da dal cielo. Tutti piccoli (o meno), episodi che rappresen-tano il paese e lo stato d’animo di molte persone, la “rasse-gnazione”. Speriamo che arrivi presto un New Deal italiano.

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LA MORTE DEL LAMPIONE3 – Camminando nei parchi si vedono resti di quelli che era-no soggetti attivi: i lampioni producevano luce ed “illumi-navano” i passanti. La troppa luce ha fatto si che qualche mano audace si armasse di sasso e ponesse fine al servizio.

A volte vengono in mente fatti e misfat-ti di tanto tempo fa. Mezze macchiette, e macchiette intere, vivevano in Pian di Macina. Credo però sia così in tutti i pae-sini e borgate di provincia. Simpatici per-sonaggi, sia per la loro figura sia per le cavatine che essi sfoderavano a getto con-tinuo. Il nostro Bargiga era una di quelle figure: piccolo, un po’ curvo, vestito con giacca da colosso e con i pantaloni rap-pezzati con stoffe diverse; ai suoi piedi, scarpe grosse chiodate, non portava mai calze (bastavano a lui due pezze spiegaz-zate). Portava anche uno scialpino, logo-rato dal tempo, stretto e lunghissimo, se lo teneva anche nei giorni caldi; era per lui il nastro o la cravatta. Ebbene, que-sto tipo di paesano, viveva solo e a volte tirava la cinghia. Lo si capiva perché, a pancia vuota, gli cadevano i pantaloni. Fu proprio per questo che una sera s’av-viò verso la Chiesa. Sapeva che lungo le mura del cimitero una vecchia pianta di fico faceva vedere i suoi bei frutti maturi: “E perché non mangiarli” si domandò.

Non se lo disse due volte, salì sull’albero dai tortuosi rami; alcuni di essi si sporge-vano verso il camposanto oltre la mura. Cominciò la cena, senza pane. Quando era già quasi sazio due fichi ancora gli fa-cevano gola. Allungò un piede, poi l’altro e il ramo si spezzò. Bargiga cadde all’in-terno del cimitero, si alzò, si toccò da tut-te le parti, poi disse: “Cal mort lè ateis al mà aiuté a cascher, a son anch tott intir” Era già quasi buio, s’avvio al cancello ma lo trovò chiuso, e si chiese: “Cum’ela mò che Zambon, al bechén l’à srè al rastèl?” Provò a salirlo, ma una lancia quasi gli forò una mano. “Ah! Boia d’un Giuda, stà mò a vaddar che am tocca ed murir coi murt! Aié ches che stanott i um vegnan

a tirerum i pi, e adio fichi, a mor anca mé!” così si trovò un posticino accanto al cancello e s’addormentò. Si svegliò dal freddo che aveva, si alzò girando su e in giù per il vialetto. Fu visto dal dottore che veniva da San Bartolomeo per una chiamata urgente che si domandò: “E’ il cicchetto che ho bevuto là, o sono malato anch’io? Mi è parso di vedere qualcuno là dentro”. Scosse il capo e s’avvio per la sua strada. Dopo neanche trenta passi incontrò due cacciatori e disse loro scher-zosamente: “Al cimitero i morti cammi-nano, state attenti!” “aiò la stiopa, acsè i moran dou volt!” Rispose uno dei due cacciatori. Ma tosto che furono al cancel-lo, l’altro cacciatore con voce tremante, come a non voler pensare al detto del dot-tore, domandò: “Che oura srel?” Bargiga che aveva sentito rispose: “L’è al quater e un quert, suné poch fa!” Lascio imma-ginare agli amici e parenti la paura presa dai due. Dirò soltanto che la caccia fù so-spesa, e che uno dei due cacciatori ebbe anche bisogno di cambiarsi le mutande.

I racconti di AngiolinoBARGIGA

a cura di Umberto [email protected]

n.3 anno XVII - maggio - giugno 2012 15 L’IDEA “cultura”

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Le associazioni “Amici di Tamara e Davide” ed “Atletico Rastignano” hanno travolto Rastignano con quat-tro giorni di festa alla fine del mese di aprile. Centinaia di persone han-no partecipato alle diverse iniziative, dall’incontro pubblico con il profes-sore Stefano Zamagni, alla gara di scacchi, al campionato di basket, agli spettacoli musicali e teatrali ed alla festa dei bambini. Prossime iniziative sono: la “1° Camminata dei 3 parchi” domenica 13 maggio alle 9 al parco del Paleotto; la conferenza incontro con Osvaldo Poli sul tema “I genitori ed i difetti dei figli” mercoledì 30 maggio alle 20,45 alla sala Arcipelago di Piano-ro; la gita ad Assisi sabato 23 giugno (prenotazioni ed info: 333.71.90.458).

Gianluigi [email protected]

LA GRANDE FESTA DI RASTIGNANO Foto di Mirko Sita e Fotoclub Pontevecchio

Baket gioco 1 con Conad e BCC

In alto a sinistra, si prepara la sfida.Sopra, i partecipanti e sotto la gara di scacchi.

16 L’IDEA n.3 anno XVII - maggio - giugno 2012“attualità”

Gli amici di Tamara e Davide

A sinistra, il pubblico della conferenza di Stefano Zamagni. Sotto, il concerto.

Le moto d’epoca

n.3 anno XVII - maggio - giugno 2012 17 L’IDEA “attualità”

“FRA PASSATO EPASSATO PROSSIMO”

(22°brano)

I CASTELLI DELLA VALLE DEL SAVENA E DELLO ZENAIL CASTELLO DELLA CROARAAnno 1084, dal libro “Le chie-se parrocchiali della Diocesi di Bologna 1847” si legge:<Si ha per indubitato ezian-dio che nel medesimo Co-mune di Corvara o Croara ebbe vita un Castello di cui fra le altre memorie, una ve n’ha in una scrittura d’enfiteusi segnata sotto il giorno 26 Aprile 1084 che trovasi nell’Archivio de’ RR.Canonici di San Salva-tore, in fine della scrittura leggesi: hactum in Castro quod vocatur Corvaria, se-condo riporta il Calindri.> Ed ancora nel libro “Bologna Perlustrata” di D’Antonio Di Paolo Masini del 1649, pag. 529, si legge: <S. Cecilia, Chiesa Parrocchiale distante tre miglia dalla città, fuori porta stra Stefano, nella Vil-la della Croura, della quale Chiesa e Monastero si tro-va memoria nelli rogiti del Notaro Tomaso Muzzarelli del 1144. Si trova memoria che era goduta dai Monaci di Vallombrosa e che adì 19 giugno 1487 l’Abate vallom-brosano Tomaso Manzolini di Bologna, con tutte le sue giurisdizioni, attenenze e beni, la rinunciò al Pontefice Innocenzo VIII, il quale l’u-nì e l’incorporò al Monaste-ro dei canonici Regolari di S.Salvatore di Bologna. Nella suddetta villa della Croura era un Castello, che dal se-nato di Bologna del 1297 fu munito d’ogni cosa necessa-ria, nuove guardie ed attrez-zi militari come il castello di Bazzano e Tossignano.> Dal libro “Dizionario Coro-grafico Georgico_Orittologi-co parte II -1781 pag. 328” si legge ancora: <Nel sito detto Il Castello, dove infatti era piantato l’antico Castello della Corvara, passa sotto terra un lungo naturale ac-quedotto, o meandro, pel quale si conducono sino al Savena le acque di un am-pio e profondo vallone, che

si dilata ancora nel contiguo territorio di Monte Calvo, le quali acque, senza questo naturale sfogo, formerebbe-ro un ampio e cupo lago nel luogo dello stesso vallone. Che abbia con altri esistito nel territorio bolognese il Castello della Corvara nel di-stretto di questo Comune nei secoli intorno al Mille è In-dubitato. Quando poi abbia del tutto cessato di esistere, e rimasto sia, come al presen-te, il solo nome di Castello e la sua rocca ed il suo abitato e la sua Chiesa Parrocchiale

e forse Convento, lo nascon-dono le folte tenebre. Succes-se un fatto d’armi nel 1275 al Ponte S.Procolo vicino a Faenza dove i Lambertazzi batterono i Geremei in armi. Per la quale i Lambertazzi vennero per primi a desolare varie Castella del Bolognese, specialmente fuori di Porta S.Stefano e debba credersi succeduto il totale stermi-nio di questo castello e dei suoi annessi. Il Ghirardacci ricorda che i Lambertazzi, seguitando la loro vittoria, vennero nel territorio di

Bologna mettendo a ferro e fuoco le vigne, gli arbori, le biade e le case e presero Bi-sano, Sesto, Loiano ed altri Castelli con grande danno per i Bolognesi. Comunque nell’anno 1293 il Senato di Bologna fece demolire una grande quantità di Castel-li nel suo territorio. Certo è che nel Secolo seguente e dopo, non si nomina più nelle pubbliche carte che con il solo nome di Comune.> Nell’Archivio di S. Giovanni in Monte vi sono vari rogiti di Rainero dalla Croara dal 1221 al 1231. Nel libro dei “Banditi Lambertazzi” nel 1277 vi sono registrati Bo-nacosa di Gioannetto dalla Croara, Pietro di Alberto da Miserazzano, Guido da Mi-serazzano Notaro, Gerardo di Guidone da Miserazzano e tanti altri personaggi della cittadinanza bolognese. Nel 1404 il Cardinale Baldassarre Coscia, Legato di Bologna, volle che tutti gli abitanti del Comune della Croara e di Montecalvo fossero con-siderati come cittadini bolo-gnesi e volle che potessero godere di quei previlegi ed immunità che godevano i cittadini dello Stato di Bo-logna. Nel 1453 fu impicca-to a Bologna Lazzaro della Croara perché fu uno dei congiurati che voleva dare la città di Bologna ad Anto-nio di Giovanni Fantuzzi. Secondo il” Dizionario Co-rografico Georgico_Oritto-logico parte II -1781 pag. 323” la Croara fu Comune e Parrocchia, composto di due popoli, uno sotto il nome di Croara e l’altro sotto il nome di Miserazzano, sot-to la parrocchia stessa della Croara e fanno il numero di 292 anime divise in 48 fa-miglie. Confina il Comune con il Popolo di Montecal-vo (anche se non si ha no-tizia che Montecalvo fosse Comune), di S.Lazzaro, di Rastignano, di S.Rofillo o di-casi S.Rafaello e del Farneto detto il Farné di Pizzo Calvo.

(Prosegue nel prossimo numero).

Santa Cecilia della Croara

Planimetria IGM Stato Pontificio 1831 Miserazzano e dintorni

di Romano [email protected]

18 L’IDEA n.3 anno XVII - maggio - giugno 2012“cultura”

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Sprazzi, Spruzzi, SprizziBrevi attualità a cura di Romano Colombazzi

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Sabato 14 aprile 2012, pres-so La Loggia della Fornace a Riolo di Rastignano, si è inaugurata la mostra di cartolina d’epoca intitola-ta “Sulla strada della Futa (1900-1945).” La mostra or-ganizzata dal Comune di Pianoro e dalla Loggia del-la Fornace è dedicata allo scomparso collezionista di Rastignano Paolo Amaduz-zi. I curatori della mostra, oltre ad Adriano Simoncini, sono i collezionisti della no-stra valle Pierino Calzolari, Davide Gasperini ed Emilio Veggetti. La mostra è rima-sta aperta al pubblico fino al 1° Maggio 2012. Oltre a rin-graziare i collezionisti della nostra valle per le splen-dide cartoline che hanno esposto e che ci hanno fatto fare un meraviglioso salto nel tempo, vorrei sottoline-are la presenza attiva del sindaco Gabriele Minghetti che è stato un grande amico di Paolo Amaduzzi. Questa mostra è un documento che permette di mostrare i no-stri luoghi che sono mutati nel tempo e che, in alcuni casi, non esistono più e le cartoline rimangono la no-stra testimonianza diretta di ciò che era ed eravamo. La mostra, significativa-mente pregevole ed ampia,

permette di indagare le re-altà urbane del nostro terri-torio da San Ruffillo al pas-so della Futa a partire dai primi del ‘900. A scorrere queste cartoline si incontra-no luoghi, vie e piazze che hanno mantenuto la loro fi-

sionomia, insieme a palazzi e ville, scorci e monumenti che non sono sensibilmente diversi da come si presenta-vano un secolo fa ai nostri nonni ed antenati. In altri casi si rivedono luoghi che hanno subito nel tempo si-

gnificative modifiche al loro aspetto o che la guerra ha completamente distrutto e solo attraverso le cartoli-ne riusciamo a mantenere vivo in noi il loro ricordo. Checché se ne dica la car-tolina, oltre a far intravede-re nel tempo l’evoluzione della tecnica fotografica e del processo di stampa, è la testimonianza di un luogo visitato e al tempo stesso la fonte documentaria di cui si serve il collezionista per in-dividuare, scoprire e data-re un evento straordinario, in grado di far riconoscere l’immagine della città o di un luogo rappresentan-do una tipica condizione ambientale. La cartolina, quindi, diviene strumento di antropologia visiva ca-pace di offrire diverse chia-vi di lettura di un centro urbano, di uno spazio, di un evento. Al tempo stes-so documentazione storica di uno spazio fisico, di un monumento, di una piazza, di una strada ed anche at-testazione di un uso, di un costume, di un momento memorabile o appartenente alla quotidianità. Grazie a Calzolari, Gasperini e Veg-getti per la loro passione e disponibilità a condivide-re con tutti i loro “tesori”.

SULLA STRADA DELLA FUTA (1900-1945)

n.3 anno XVII - maggio - giugno 2012 19 L’IDEA “attualità”

L’idea con Costanza, Chiara ed Anna Calandrino a Le-Mont-St-MichelL’idea con Costanza, Chiara, Anna Calandrino ed il loro cane Kora

a ETRETAT in Normandia

Porta sempre L’Idea con te, fai una foto strana e particolare con il tuo giornale!Inviala in formato jpg a [email protected]. Le migliori verranno pubblicate.“i lettori de L’Idea”

20 L’IDEA n.3 anno XVII - maggio - giugno 2012“attualità”

IL PRESTIGIOSO VINITALY PREMIA PIANOROAlessandro Galletti del podere Riosto di Pianoro è stato pre-miato con la medaglia di Can-grande, uno dei più prestigiosi riconoscimenti a livello nazio-nale per la vinicoltura, ed è stato insignito “Benemerito della viti-vinicoltura italiana” al Vinitaly 2012. La cerimonia si è svolta alla presenza del Ministro del-le Politiche agricole Mario Ca-tania, domenica 25 marzo nel corso della giornata inaugurale della 46 edizione del Vinitaly di Verona. «Tutto il lavoro che ho svolto negli ultimi 15 anni in azienda assieme alla mia fami-

glia ed ai nostri collaboratori, è stato principalmente orientato alla crescita dell’impresa ed in generale del territorio di Riosto ponendo una grande attenzione all’ambiente ed alla tutela del consumatore che, oltre a bere un buon vino, ha tutte le certezze di bere anche un vino eccellente dal punto di vista della salubri-tà. Oltre alla produzione dei vini classici, in primis il Pignoletto, abbiamo lavorato molto anche per “riportare in vita” l’autocto-na “Vite Centenaria di Pianoro”,

che in pochi anni ha già dimostrato buone potenzialità per la produzio-ne di vini rossi fermi ed originali per il profumo e le caratteristiche orga-nolettiche. E’ l’amore verso la nostra città di Bologna e verso il territorio di Riosto che ci ha impiegato nel tempo e sempre ci impegnerà, per-ché crediamo fermamente che anche le eccellenze enogastronomiche con-tribuiscono a valorizzare la nostra bella terra»: con queste parole Ales-sandro Galletti commenta i premi ricevuti.

Cristiana Galletti

Alessandro Galletti con la moglie Alessandra Franceschini


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