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SSTTUUDDIIOO LLCCAA · In generale, quindi, le imprese, dovrebbero venire incoraggiate a essere...

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d u e O Packaging Industrial Solutions and Via Friuli Venezia Giulia 65 30030 Cazzago di Pianiga Venezia S S T T U U D D I I O O L L C C A A C C O O M M P P A A R R A A T T I I V V O O su 3 diverse tipologie distributive di prodotti detergenti liquidi C. Bolzonella, C. Gittoi marzo 2011
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due O

Packaging Industrial Solutions

and

Via Friuli Venezia Giulia 65

30030 Cazzago di Pianiga

Venezia

SSTTUUDDIIOO

LLCCAA

CCOOMMPPAARRAATTIIVVOO

su 3 diverse tipologie

distributive di

prodotti detergenti liquidi

C. Bolzonella, C. Gittoi marzo 2011

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1. Introduzione

Oggi più che mai il concetto di sostenibilità è entrato a far parte del vocabolario comune di

cittadini e imprese. La sostenibilità ambientale, infatti, rimane l’unica strada per innovare

senza compromettere le possibilità per le generazioni future. In generale, quindi, le

imprese, dovrebbero venire incoraggiate a essere maggiormente efficienti in termini di uso

delle risorse, a generare minore inquinamento e rifiuti, a utilizzare materiale rinnovabile

preferendolo a quello non rinnovabile, e a minimizzare gli impatti nocivi per la salute

umana e per l’ambiente.

La metodologia LCA nasce negli anni ’70 quale sviluppo dell’analisi energetica. Le variabili

energetiche vengono integrate con quelle tipicamente ambientali. Oggi, le norme ISO

14040 e 14044 rappresentano lo standard internazionale di riferimento.

Tutti i prodotti producono impatti ambientali che non sono sostenibili nel lungo periodo:

consumo di risorse non rinnovabili;

generazione di emissioni in aria durante le fasi di produzione, trasporto e uso che

contribuiscono all’inquinamento atmosferico, all’impoverimento dello strato di ozono

e al surriscaldamento globale;

generazione di reflui liquidi inquinanti che contribuiscono all’inquinamento dei corsi

d’acqua;

produzione di rifiuti solidi che richiedono lo smaltimento in discarica.

Perciò, al fine di rendere un prodotto sostenibile, è necessario individuare e minimizzare

gli impatti ambientali che esso produce durante l’intero ciclo di vita del prodotto.

Nel caso specifico, la sostenibilità viene raggiunta mediante sviluppo di un diverso e nuovo

sistema di distribuzione del prodotto, che di fatto elimina l’esigenza di dovere realizzare

(per essere poi utilizzati) nuovi contenitori per l’utilizzo del prodotto all’interno delle mura

domestiche; allo stesso tempo utilizza il contenitore dalla produzione al punto vendita

innumerevoli volte.

In sostanza lo studio confronta 3 diversi sistemi di distribuzione del prodotto, di seguito

così descritti:

A. Sistema distributivo tradizionale

dal sito produttivo, il prodotto viene condizionato in contenitori da litro, incartonato,

pallettizzato e avviato prima ai centri di distribuzione, poi ai punti vendita. Nei p.v. il

personale addetto espone il flacone destinato al consumatore eliminando come rifiuto il

cartone. Tale sistema abitualmente in uso, necessita di immettere in commercio sempre

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nuovi flaconi e nuovi cartoni che poi vengono destinati a rifiuto seppure differenziabile e

recuperabile.

B. sistema distributivo innovativo ma che produce il rifiuto automatico del

packaging utilizzato

dal sito produttivo, il prodotto viene condizionato in 3 contenitori in plastica flessibile da 4,5

lt ciascuno, molto leggeri (pertanto minore immissione in commercio di plastica), ma per

questo necessitano di essere protetti e perciò contenuti all’interno di una robusta scatola di

cartone. Il tutto viene pallettizzato e avviato prima ai centri di distribuzione, poi nei punti

vendita. Nei p.v. la sacca flessibile viene esposta sui ripiani a disposizione per l’acquisto

diretto del consumatore, con smaltimento del cartone (imballo secondario).

C. sistema distributivo innovativo che di fatto non produce il rifiuto automatico

del packaging utilizzato

dal sito produttivo, il prodotto viene confezionato in contenitori di plastica da 20 kg, dove

una volta pallettizzato viene avviato prima ai centri di distribuzione, poi nei punti vendita.

All’interno dei punti vendita attraverso semplici operazioni manuali il consumatore preleva

il prodotto per versarlo nel suo contenitore da 1000 ml che si porta vuoto da casa. Una

volta svuotato il contenitore rientra al sito produttivo che provvede al suo lavaggio e lo

riutilizza altre innumerevoli volte, riempiendolo nuovamente e avviandolo ancora ai centri

distributivi.

I materiali utilizzati nel sistema A sono politene alta densità (PEHD) per il contenitore e

tradizionale cartone ondulato (PAP 20) per l’imballo secondario; nel sistema B la sacca

flessibile che contiene il prodotto è un accoppiato di film PE e PET mentre il cartone è un

ondulato doppia onda (PAP 20); nel sistema C il contenitore è in politene alta densità

(PEHD) e non utilizza un imballo secondario.

La differenza sostanziale tra le 3 versioni si conferma nel fatto che nel sistema a e b si ha

un packaging che produce un rifiuto ciclico; mentre nel sistema c si ha un packaging che

non genera un continuo rifiuto solido di materiale plastica e cartone; diversamente produce

rifiuto refluo (acque di lavaggio del contenitore) che in parte viene recuperato e solo una

minima parte viene generata come rifiuto da trattare. Pertanto questa soluzione resta

molto più rispettosa dell’ambiente e richiede minore energia in fase produttiva, come

avremo modo di analizzare dai dati nel proseguo del presente studio.

Tale studio segue le fasi e le indicazioni contenute nelle norme ISO 14040-14044 (ISO, 2006, ―Environmental management — Life cycle assessment — Principles and framework‖ e ―Environmental management — Life cycle assessment — Requirements and guidelines―).

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La struttura secondo quanto proposto dalla norma ISO 14040 è sintetizzabile in quattro

momenti principali: 1. definizione obbiettivo e ambito/scopo; 2. analisi di inventario; 3.

analisi risultati/analisi impatto; 4. interpretazione risultati e miglioramento.

2. Obiettivo e ambito

2.1 obiettivo dello studio

L’obiettivo di questo studio è di confrontare gli impatti ambientali derivanti da tre differenti

tipologie di distribuzione di uno stesso prodotto detergente.

2.2 destinatari dello studio

Lo studio si rivolge principalmente alla cooperativa Mondo solidale, che lo utilizzerà in

chiave marketing, al fine di valorizzare la propria politica aziendale in una situazione di

grande attenzione verso le tematiche ambientali. Naturalmente i destinatari indiretti

saranno i distributori e gli utilizzatori finali del prodotto detergente. Il linguaggio utilizzato in

questo studio sarà, perciò, chiaro ed esaustivo in modo tale che i destinatari principali

siano in grado di capire e trasmettere le informazioni qui contenute.

2.3 unità funzionale e funzioni dei prodotti

La funzione dei tre sistemi presi in analisi è la distribuzione di prodotto detergente. L’unità

funzionale sarà quindi rappresentata dal confezionamento e distribuzione di 1000 litri di

prodotto detergente. I flussi di riferimento saranno differenti a seconda del sistema

analizzato:

A. In questo caso il flusso di riferimento sarà la massa di 1000 flaconi in HDPE, 1000

tappi in PP e di 83,33 cartoni.

B. In questo caso il flusso di riferimento sarà la massa di circa 222 sacche flessibili in

LDPE/PET, circa 222 tappi in PP e circa 74 cartoni.

C. In questo caso il flusso di riferimento sarà la massa di 1 (quota parte in funzione dei

molteplici (115) riutilizzi del contenitore) tanica da 20 litri riutilizzabili in HDPE,

comprensiva di tappo in PP, sommata a 48 lavaggi della stessa.

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2.4 Confini del sistema

i. Confini in relazione alla natura del prodotto

In questo studio sono state considerate le fasi iniziali che includono le attività di estrazione,

raffinazione delle materie prime (granulo HDPE, granulo PP, cartone, granulo LDPE) fino alla

produzione dei tre diversi imballaggi e successivi trasporti del prodotto finito allestito a centro di

distribuzione e punti vendita. Nel caso del sistema C sono stati considerati anche il trasporto della

tanica vuota dopo il suo utilizzo al produttore del detergente e il successivo lavaggio della tanica

stessa. Non sono state considerate le fasi di condizionamento, movimentazione interna, trasporto

delle materie prime e degli imballi vuoti da fornitore. È esclusa dallo studio anche la fase di

smaltimento in quanto, come per l’attività precedente, è la stessa per i tre prodotti (riciclaggio),

quindi è trascurabile ai fini della quantificazione finale degli impatti ambientali.

ii. Confini geografici

Il confine geografico di questo studio è l’Italia.

iii. Confini temporali

Il periodo di riferimento dei dati utilizzati è da settembre 2006 a febbraio 2011.

iv. Procedure di allocazione

Non è stata applicata alcuna procedura di allocazione.

2.5 Metodologia LCIA (Life Cycle Impact Assessment) e tipi di impatto ambientale

Il metodo di valutazione degli impatti individuato per questo studio è IPCC 2007 GWP 100a, scelto

tra i metodi presenti nel programma di calcolo Simapro 7 (PRè Consultants, 2010). Tale metodo è

stato sviluppato dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) ed esprime le emissioni

di gas ad effetto serra convertite in CO2 eq. utilizzando i potenziali di riscaldamento globale

(GWP100). Ne consegue che il risultato espresso tramite questo metodo è la quantità di kg

equivalenti di CO2 emessi nel ciclo di vita considerato.

Il GWP (Global Warming Potential) è la misura di quanto una data massa di gas serra contribuisce

al riscaldamento globale. Il GWP è calcolato lungo uno specifico arco di tempo che è

fondamentale indicare altrimenti il valore di GWP indicato perde di significato.

Dal momento che il forcing radiativo fornisce un mezzo semplificato per paragonare numerosi

fattori che si ritiene possano influenzare il sistema climatico tra di loro, i GWP sono un tipo di

indice semplificato basato sulle proprietà radiative che possono essere usati per stimare in senso

relativo gli impatti potenziali futuri delle emissioni di differenti gas in atmosfera.

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L’impatto dei gas ad effetto serra sull’atmosfera non sono, però, solo dipendenti dalle proprietà

radiative, bensì anche al periodo di tempo che caratterizza la rimozione della sostanza

dall’atmosfera. Le proprietà radiative controllano l’assorbimento della radiazione per kg di gas

presente in ogni istante, ma il tempo di vita controlla quanto un kg emesso di gas è trattenuto in

atmosfera e quindi è in grado di influenzare il bilancio termico.

I GWP sono quindi una misura dell’effetto radiativo relativo di una data sostanza paragonata ad

un’altra, integrata lungo un orizzonte temporale scelto. La scelta dell’orizzonte temporale dipende

in parte dall’importanza che si da ai processi di breve durata (per esempio, l’influenza della

copertura nuvolosa sui cambiamenti della temperatura superficiale) o ai fenomeni di lungo termine

(come l’innalzamento del livello dei mari) che sono connessi ad alterazioni sostenute del bilancio

termico (per esempio, il lento trasferimento del calore tra, per esempio, l’atmosfera e l’oceano).

Inoltre, se la velocità del cambiamento climatico potenziale è di grande interesse (quasi quanto

l’eventuale magnitudine), quindi una maggiore attenzione ad orizzonti temporali più brevi può

essere utile.

Il GWP è stato definito come il rapporto tra il forcing radiativo integrato nel tempo causato

dall’istantaneo rilascio di 1 kg di una data sostanza e quella relativa all’istantaneo rilascio di 1 kg di

un gas di riferimento:

dove TH è l’orizzonte temporale lungo il quale il calcolo è considerato, ax è l’efficienza radiativa

dovuta all’aumento unitario della presenza in atmosfera della sostanza x (cioè Wm-2kg-1), [x(t)] è il

decadimento dipendente dal tempo in atmosfera dell’istantaneo rilascio della sostanza x, e le

corrispondenti quantità per il gas di riferimento (CO2) sono al denominatore (IPCC, 2001)

Si è preferito considerare i GWP in un orizzonte temporale di 100 anni, che è un periodo

considerato di medio termine che permette di analizzare l’accumulo dei gas serra in atmosfera.

I fattori di caratterizzazione IPCC per la valutazione del potenziale di surriscaldamento globale

(eccetto metano) delle emissioni in aria presentano tali caratteristiche:

Non comprendono la formazione indiretta di monossido di diazoto da emissioni di azoto.

Non prendono in considerazione il carico radiativo causato dalle emissioni di NOx, acqua,

solfati, etc. nella bassa stratosfera e nell’alta troposfera.

Non considerano la gamma di effetti indiretti individuati da IPCC.

Non includono gli effetti indiretti dovuti all’emissione di CO2

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La normalizzazione e la pesatura non fanno parte di questo metodo.

2.6 Qualità dei dati

I dati dell’inventario si suddividono in dati primari, ossia ricavati da fonti dirette, e dati secondari,

provenienti da banche dati internazionali riconosciute e affidabili. I dati primari sono relativi

sostanzialmente alle materie prime utilizzate e ai trasporti effettuati per distribuire i prodotti finiti,

oltre che alla fase di lavaggio della tanica nel sistema C. I dati secondari riguardano gli altri

processi rimanenti e sono stati ricavati dalla banca dati internazionale Ecoinvent (Swiss Centre for

Life Cycle Inventories, 2009). La qualità dei dati primari, l’aspetto forse più labile dell’analisi, è

buona poiché i dati raccolti sono su base pluriennale. Come regola si preferisce utilizzare dati sito-

specifici anziché dati mediati su base mondiale o europea.

2.7 Assunzioni e limitazioni

Per effettuare questo studio sono state adottate le seguenti assunzioni:

Le materie prime sono considerate pulite e incontaminate.

Viene tenuta in considerazione l’efficienza dei processi di soffiaggio, iniezione, estrusione e

termoformatura.

Tutti i processi inclusi nei tre sistemi considerati sono stati ricavati dalla banca dati

Ecoinvent 2.1.

Non sono stati presi in considerazione i trasporti del granulo plastico (HDPE, LDPE, PP,

PET) e del cartone dal sito produttivo al riempitore. Questo perché sono uguali per tutti i

sistemi analizzati e si rivelano trascurabili a fini del calcolo globale.

Sono stati trascurati i consumi necessari per la gestione dei vari stabilimenti produttivi,

perché percentualmente bassi. In questo caso, essendo un LCA comparativo, tali processi

non vengono considerati in entrambi i prodotti, quindi la differenza d’impatto globale sarà

comunque la medesima.

La fase di smaltimento del prodotto post utilizzo è la medesima per tutti tre i sistemi, quindi

verrà trascurata. Viene comunque tenuto conto del fatto che, nel sistema C, la tanica viene

riutilizzata 115 volte prima che si degradi e venga smaltita.

Tutti i dati di input sono stati riferiti all’unità funzionale scelta, ossia il confezionamento e

distribuzione di 1000 litri di prodotto detergente. Di conseguenza il risultato finale sarà

riferito a tale unità funzionale.

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Per le caratteristiche distributive del sistema C, si include nello studio anche l’impatto della

produzione del contenitore personale (considerato da litro) che il consumatore usa per

prelevare e contenere il prodotto. Si assume che tale contenitore venga riutilizzato almeno

20 volte.

Durante la fase di lavaggio della tanica, viene utilizzato un detergente certificato Ecolabel, il

cui impatto non viene calcolato in questo caso, perché trascurabile e difficile da

quantificare per mancanza di dati sugli ingredienti che lo compongono. Inoltre non viene

considerato lo smaltimento dell’acqua di lavaggio, come da indicazione del cliente.

Tutti i dati (es. n. riutilizzi tanica, consumi del lavaggio,….) relativi al sistema C sono stati

forniti dal cliente che ha commissionato lo studio.

3. Inventario (LCI, Life Cycle Inventory)

Lo studio di LCA è stato effettuato utilizzando il programma Simapro 7.2.4. I dati di input utilizzati

per descrivere ciascun processo che compone i sistemi analizzati sono stati ricavati da banche

dati internazionali (Ecoinvent) e da fornitori delle materie prime e dei prodotti finiti.

3.1 Sistema A

L’assemblaggio del sistema di confezionamento e distribuzione A (flacone da 1 litro a perdere) si

compone dei seguenti elementi:

Granulo di HDPE vergine

Granulo di PP vergine

Cartone composto da materiale riciclato

Pallet

Soffiaggio del flacone

Stampaggio a iniezione del tappo

Trasporto del prodotto finito da riempitore a centro di distribuzione

Trasporto del prodotto finito da centro di distribuzione a punto vendita

Una volta determinati i processi unitari che concorrono alla produzione è necessario definire le

quantità di materiali e processi sopraccitati. Tali dati sono stati ricavati dallo studio diretto

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dell’imballaggio e sono descritti in appendice. Naturalmente tali dati saranno riferiti all’unità

funzionale scelta, per cui occorreranno 1000 flaconi da 1 litro per completare la funzione di

condizionamento e distribuzione di 1000 litri di prodotto detergente.

Il sistema A è quindi composto dai processi di cui sopra e i relativi dati di inventario sono riepilogati

in tabella 1.

Input Quantità

Polyethylene, HDPE, granulate, at plant/RER S (flacone) 56000 g

Polypropylene, granulate, at plant/RER S (tappo) 5600 g

Packaging, corrugated board, mixed fibre, single wall, at plant/RER S (cartone) 22500 g

EUR-flat pallet/RER S 2,78 pezzi

Blow moulding/RER S (soff. Flacone) 56200 g

Injection moulding/RER S (iniez. Tappo) 5630 g

Transport, lorry 7.5-16t, EURO4/RER S 4,34*105 kgkm

Transport, lorry 3.5-7.5t, EURO4/RER S 3,79*105 kgkm Tabella 1

3.2 Sistema B

L’assemblaggio del sistema di confezionamento e distribuzione B (composto da 3 sacche di

capacità 4,5 litri con tappi e cartone) si compone dei seguenti elementi:

Granulo di LDPE vergine (relativo alle sacche)

Granulo di PET vergine (relativo alle sacche)

Granulo di PP vergine (relativo ai tappi)

Cartone composto da materiale riciclato

Pallet

Estrusione del film plastico (relativo alla sacche)

Termoformatura calandrizzata (relativo alle sacche)

Stampaggio a iniezione dei tappi delle sacche

Trasporto del prodotto finito da riempitore a centro di distribuzione

Trasporto del prodotto finito da centro di distribuzione a punto vendita

Una volta determinati i processi unitari che concorrono alla produzione è necessario definire le

quantità di materiali e processi sopraccitati. Tali dati sono stati ricavati dallo studio diretto

dell’imballaggio e sono descritti in appendice. Naturalmente tali dati saranno riferiti all’unità

funzionale scelta, per cui occorreranno circa 222 sacche con tappo da 4,5 litri e circa 74 cartoni

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per completare la funzione di condizionamento e distribuzione di 1000 litri di prodotto detergente.

Il sistema B è quindi composto dai processi di cui sopra e i relativi dati di inventario sono

riepilogati in tabella 2.

Input Quantità

Polyethylene, LDPE, granulate, at plant/RER S (sacca) 6578 g

Polyethylene terephthalate, granulate, bottle grade, at plant/RER S (sacca) 6578 g

Polypropylene, granulate, at plant/RER S (tappo della sacca) 556 g

Packaging, corrugated board, mixed fibre, single wall, at plant/RER S 32889 g

EUR-flat pallet/RER S 0,0104 pezzi

Thermoforming, with calendering/RER S (sacca) 13489 g

Extrusion, plastic film/RER S (sacca) 13511 g

Injection moulding/RER S (tappo sacca) 560 g

Transport, lorry 7.5-16t, EURO4/RER S 4,19*105 kgkm

Transport, lorry 3.5-7.5t, EURO4/RER S 3,66*105 kgkm Tabella 2

3.3 Sistema C

L’assemblaggio del sistema di confezionamento e distribuzione C (tanica da 20 litri riutilizzabile

115 volte) si compone dei seguenti elementi:

Granulo di HDPE vergine (relativo alla tanica da 20 litri)

Granulo di PP vergine (relativo al tappo della tanica da 20 litri)

Pallet

Granulo di HDPE vergine (relativo al flacone usato dal consumatore in punto vendita)

Granulo di PP vergine (relativo al tappo del flacone usato dal consumatore in punto vendita)

Soffiaggio della tanica

Stampaggio a iniezione del tappo

Soffiaggio del flacone usato dal consumatore in punto vendita

Stampaggio a iniezione del tappo del flacone usato dal consumatore in punto vendita

Trasporto del prodotto finito da riempitore a centro di distribuzione

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Trasporto del prodotto finito da centro di distribuzione a punto vendita

Trasporto della tanica vuota a riempitore dopo il suo utilizzo

Lavaggio della tanica

Il processo di lavaggio della tanica si compone dei seguenti elementi:

Acqua

Perossido d’idrogeno al 50%

Elettricità a basso voltaggio (relativo alle pompe dosatrici degli agenti pulenti)

Una volta determinati i processi unitari che concorrono alla produzione è necessario definire le

quantità di materiali e processi sopraccitati. Tali dati sono stati ricavati dallo studio diretto

dell’imballaggio e sono descritti in appendice. Naturalmente tali dati saranno riferiti all’unità

funzionale scelta, per cui occorrerà una tanica da 20 litri per completare la funzione di

condizionamento e distribuzione di 1000 litri di prodotto detergente. Questo avviene perché la

tanica viene riutilizzata 115 volte. Inoltre verranno effettuati 48 lavaggi. Vale la pena di ricordare

che, anche in questo caso, è stato inclusa la produzione del flacone (con relativo tappo) usato dal

consumatore da riutilizzare 20 volte, ciò implica che, in riferimento all’unità funzionale scelta,

verranno utilizzati 50 flaconi (con relativi tappi).

Il sistema C è quindi composto dai processi di cui sopra e i relativi dati di inventario sono

riepilogati in tabella 3.

Input Quantità

Polyethylene, HDPE, granulate, at plant/RER S 902 g

Polypropylene, granulate, at plant/RER S 15,4 g

EUR-flat pallet/RER S 0,0417 pezzi

Blow moulding/RER S (per tanica) 905 g

Injection moulding/RER S (per tappo della tanica) 15,5 g

Transport, lorry 7.5-16t, EURO4/RER S 4,18*105 kgkm

Transport, lorry 3.5-7.5t, EURO4/RER S 3,66*105 kgkm

Transport, lorry 7.5-16t, EURO4/RER S 1,38*104 kgkm

Polyethylene, HDPE, granulate, at plant/RER S (per flacone consumatore) 2800 g

Polypropylene, granulate, at plant/RER S (per tappo del flacone consumatore) 280 g

Blow moulding/RER S (per flacone consumatore) 2810 g

Injection moulding/RER S (per tappo del flacone consumatore) 282 g

Tap water, at user/RER S (lavaggio) 192000 g

Hydrogen peroxide, 50% in H2O, at plant/RER S (lavaggio) 672 g

Electricity, low voltage, at grid/IT S (pompe dosatrici) 1,44 Wh Tabella 3

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Produzione

packagingprimario

Produzione

MP

Trasporto MP

Legenda

processo escluso

Trasportopackagingprimario

Attività di condionamento

prodotto(riempimento)

Trasportoprodotto finito

ai Ce.Di.

Trasportoprodotto finito

da Ce.D.i a

punto vendita

Usoprodotto

Smaltimentopackagingprimario

Produzione

packagingprimario

Produzione

MP

Trasporto MP

Trasportopackagingprimario

Attività di condionamento

prodotto(riempimento)

Trasportoprodotto finito

ai Ce.Di.

Trasportoprodotto finito

da Ce.Di. a

punto vendita

Uso/prelievoprodotto

Smaltimentopackagingprimario

SISTEMAdistribuzione

A - B2

SISTEMAdistribuzione

C

Trasportoritorno a

riempitore

packaging

vuoto

lavaggiopackaging

primariovuoto

Prelievoprodotto

Usoprodotto

Figura 1 Schema di processo dei Sistemi A/B e C

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4.1 Risultati (LCIA)

La categoria d’impatto considerata è l’emissione di kg equivalenti di CO2 secondo il metodo

IPCC 2007 GWP 100a. I risultati sono espressi chiaramente tramite i seguenti diagrammi di flusso,

che descrivono tutti i processi considerati per ogni sistema, valutandone l’impatto ambientale

relativo (%).

Figura 2 Diagramma di flusso Sistema A

Figura 3 Diagramma di flusso sistema B

Le linee rosse in figura 2 rappresentano gli impatti ambientali determinati dai vari processi. Lo

spessore di tali linee determina la dimensione degli impatti, ossia più spessa è la linea, maggiore è

l’impatto o beneficio. Tutte le percentuali presenti nei vari riquadri rappresentano la quantità di kg

CO2 eq. prodotti dal processo specifico rispetto alla somma delle emissioni di CO2 determinati da

tutti i processi presenti. Le linee d’impatto in figura 2 ci permettono di affermare che, nel sistema

A, l’impatto maggiore è determinato dalla somma dei due tipi di trasporto utilizzati (54%). In

particolare, il trasporto che impatta di più è quello con minore capacità di carico (3,5-7,5 t), che

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risulta meno efficiente. Il contributo determinato dalla produzione del packaging A è comunque

molto significativo (circa 46%), dal momento che nel sistema A la produzione e il consumo di

plastica vergine sono molto elevati.

Se in seguito andiamo ad analizzare la figura 3 relativa al sistema B, ci accorgiamo che si

accentua molto il divario tra il contributo dovuto ai trasporti, percentualmente sempre più rilevante

(circa 70% in totale) rispetto al contributo dovuto alla produzione del packaging B (circa 30%).

Questo accade perché viene aumentata la capacità del contenitore a 4,5 litri, con minore uso di

materiale di imballaggio (plastica + cartone). In questo caso i due processi che contribuiscono

maggiormente all’impatto relativo alla produzione del packaging B sono la produzione del granulo

e del box in cartone che avvolge la sacca flessibile. In termini di impatto globale, invece, i trasporti

incideranno molto, in particolare la tipologia con minore capacità di carico (3,5-7,5 t). In figura 4,

poi, si può notare che il sistema C comprende anche il processo di lavaggio, composto dai

consumi d’acqua di rete, perossido d’idrogeno ed energia elettrica, determinando un impatto così

basso da poter essere quasi trascurato. Ciò che minimizza l’impatto globale del sistema C è il

riutilizzo della tanica da 20 litri per 115 volte: questo permette, infatti, di diminuire la quantità di

materiale plastico da produrre ed utilizzare. Ovviamente il dato relativo al numero di riutilizzi è

stato fornito dall’azienda richiedente lo studio ed è accompagnato da una dichiarazione scritta che

conferma tale dato.

Tali considerazioni sono esplicitati ancora meglio nelle figure 5, 6, 7, 8, 9 e 10 dove si può

individuare quali siano i processi principali che concorrono maggiormente all’impatto globale nei

due sistemi prodotto.

Figura 4 Diagramma di flusso sistema C

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Figura 5 Rappresentazione percentuale dei contributi d'impatto dei singoli processi – Sistema A

Figura 6 Rappresentazione percentuale dei contributi d'impatto dei singoli processi – Sistema B

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Figura 7 Rappresentazione percentuale dei contributi d'impatto dei singoli processi – Sistema C

Figura 8 Rappresentazione in valori numerici dei contributi d'impatto singoli processi – Sistema A

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Figura 9 Rappresentazione in valori numerici dei contributi d'impatto singoli processi – Sistema B

Figura 10 Rappresentazione in valori numerici dei contributi d'impatto singoli processi – Sistema C

Il confronto tra i tre sistemi ci permette di capire quale sia il reale vantaggio nella scelta di

riutilizzare più volte il contenitore. I risultati sono espressi graficamente in figura 11.

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Figura 11 Confronto delle emissioni di CO2 eq. tra i Sistemi A, B e C

5.1 Interpretazione dei risultati/miglioramento

I risultati finali ci dicono quindi che il sistema di confezionamento e distribuzione A comporta un’emissione di 503,72 kg di CO2 eq. per 1000 litri di prodotto detergente confezionato e distribuito, mentre il sistema B ne produce 368,00 e il sistema C ancora meno, ossia 280,15. Ciò significa che il riutilizzo della tanica da 20 litri per 115 volte comporta una riduzione delle emissioni di CO2 eq. di circa il 44% per 1000 litri di prodotto detergente confezionato e distribuito rispetto al sistema tradizionale A. Se andiamo a considerare il sistema C rispetto al sistema B, si nota come la differenza sia minore anche se chiaramente sensibile: infatti il sistema C produce il 24% in meno di kg di CO2 eq. rispetto al sistema B. Ciò significa che utilizzando il sistema di confezionamento e distribuzione C si eviterebbe l’emissione in atmosfera di circa 224 kg di CO2

eq. ogni 1000 litri di prodotto detergente confezionato e distribuito rispetto al sistema A, e di circa 88 kg di CO2 eq. rispetto al sistema B. Se paragoniamo le emissioni di CO2 eq. per i tre sistemi A, B e C con quelle prodotte da una lavatrice di potenza circa 2 kW, la quale produce un’emissione di circa 1300 g CO2 eq (calcolata sui dati indicati in appendice, fonte UE) per ora di funzionamento,

notiamo che: il sistema C permette di far funzionare la lavatrice da 2 kW per circa 172 ore in più rispetto al sistema A e per circa 68 ore in più rispetto al sistema B. Considerando che per effettuare un lavaggio completo a T 40°C si impiegano circa 1,5 ore (trascurando l’impatto del detersivo utilizzato per il lavaggio),

è possibile affermare che

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il sistema C permette di effettuare circa 115 lavaggi in più del sistema A e circa 45 lavaggi in più del sistema B.

Illustrazione proporzionata delle emissione Co2 equivalenti dei 3 sistemi comparati, con riportatosotto i relativi dati in valore assoluto

504 368 280

CA B

Bibliografia

ISO, 2006, ―ISO 14040 Environmental management — Life cycle assessment — Principles and framework‖, ISO STANDARDS. ISO, 2006, ―ISO 14044 Environmental management — Life cycle assessment — Requirements and guidelines‖, ISO STANDARDS. PRè Consultants, 2010, SimaPro 7.2.3 IPCC, 2001, disponibile su http://www.grida.no/publications/other/ipcc_tar/?src=/climate/ipcc_tar/wg1/247.htm. Swiss Centre for Life Cycle Inventories, 2009, Ecoinvent data – The life Cycle Inventory data. Elettrodomestici: costo ed emissioni di CO2, Commissione Europea, disponibile online al link

http://ec.europa.eu/clima/sites/campaign/pdf/table_appliances_it.pdf (vedi appendice).

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APPENDICE

RIEPILOGO CARATTERISTICHE PACKAGING DEI 3 SISTEMI

versione A B C

tipologia flacone a perdere box a perdere tanica a rendere

capacità unità imballo 1000 ml 4500 ml 20000 ml

pack primario

caratteristica flacone con manico sacca flessibile tanica rigida

materiale PEHD PELD PEHD

peso gr 56 59,3 902

peso tappo gr 5,6 2,5 15,4

peso rubinetto gr 0 0 0

dimensioni con tappo mm 114x58xh282 322x322x sp 0

busta vuota 295x252xh390

volume lt 1,86 8,35 28,99

pack secondario

pezzi per cartone 12 3 assente

peso gr 270 444 0

incid. Sul singolo pz 22,5 148 0

dimensioni mm 353x244xh292 395x295x215 0

volume lt 18,03 25,05 0

dim. paletta std mm 800x1200xh1200 800x1200xh1200 800x1200xh1200

cartoni x paletta 30 32 0

pezzi per paletta 360 96 24

peso tot. imb. primario g 22176 5932,8 22017,6

peso tot. imb. secondario g 8100 14208 0

peso totale per unità lt - g 84,1 46,62 45,87

rotazione 0 0 115

inc. peso dopo rotaz.g 84,1 46,62 0,40

ritiro imballi 0 0 minimo 8 pz

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DATI DA INSERIRE SONO RELATIVI SOLO ALLA LINEA TALYBE (TANICA DA 20 LITRI)

Azienda PIERPAOLI

Indirizzo via Enrico Mattei, 20

persona di riferimento Giovanni Spinozzi

email e telefono della persona di riferimento [email protected]

periodi di riferimento dei dati sett 2006 - febb 2011

INFORMAZIONI RELATIVE ALLE MATERIE PRIME CONSUMATE

MATERIE PRIME IN INGRESSO QUANTITÀ UNITÀ DI MISURA

N° Pz lavati

ACQUA di lavaggio 4 LITRI 1

PEROSSIDO D'IDROGENO di lavaggio 14 g 1

LAVASTOVIGLIE ECOLABEL 12 g 1

INFORMAZIONI RELATIVE AI CONSUMI ENERGETICI

VETTORE ENERGETICO QUANTITÀ UNITÀ DI MISURA

N° Pz lavati

elettricità (relativa alle 2 pompe dosatrici del perossido di lavaggio) 2 Watt 1

INFORMAZIONI RELATIVE AI RIFIUTI GENERATI N° PEZZI

RIFIUTI SOLIDI - TIPOLOGIA DISTANZA (KM) QUANTITÀ (KG)

Tanica dopo 115 utilizzi 100 1,2 1

INFORMAZIONI RELATIVE AI TRASPORTI

INPUT

MATERIA PRIMA - SEMILAVORATI MEZZO DI TRASPORTO TIPOLOGIA

AUTOCARRO (TON.)

DISTANZA PERCORSA (KM)

N° PEZZI

TANICA VUOTA DA FORNITORE autocarro 15 432 1584

OUTPUT

PRODOTTO MEZZO DI TRASPORTO TIPOLOGIA

AUTOCARRO (TON.)

DISTANZA PERCORSA (KM)

N° PEZZI

TANICA 20 LITRI PIENA A CENTRO DISTRIBUZIONE autocarro 15 400 480

TANICA 20 LITRI PIENA A PUNTO VENDITA autocarro 3,5 350 120

TANICA 20 LITRI VUOTA A PRODUTTORE autocarro 15 300 480

*il dato relativo ai riutilizzi è stato ricavato dalla quantità di taniche usurate buttate

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