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STATO ATTUALE DELLE TECNICHE DI COSTRUZIONE DI ... un campo magnetico continuo esterna, anehe non...

Date post: 17-Feb-2019
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.' STATO ATTUALE DELLE TECNICHE DI COSTRUZIO NE DI ELE TTROMAG NETI SUPERCONDUTTORI G. PASOTTI - N. SACCHETTI - G. SACERDOTI - G. SANNA (.) Nel pl'csente aTtic-ola vengono passati in rassegnu i pri71- cipali fe-nomeni asservati nella sperimentaziollc con i tHa- glleti s1,perconduttori e S01tO messi in evidenza i problemi inerenti aUa loro realizzazione pratica. Si passu auche in rasseg1ta le principali caratteristiche e Ie lccniche ai pre- parazioflc dei materiali per la costTuzionc di tali magneti. Viene POi tracciato un quadro smnmario delle reali;:za- zioni piu importanti avente lo scopo di indJclU'c i limiti atttlOli della tunica costruttiva. Sono inoltre analizzati i problemi collaterali all'impiego di questa tipo di magncti e vengono ;'n:fine indicate 1e lorD possibilita di utilizza- ziane nella riccrea e nelle applicazioni tecniche. 1. - INTRODUZIONE. Fino a qualcbe anuo fa, non era £tato possibile fe&.liz- zare elethomagneti can bobine superconduttrici (che, nel seguito, chiameremo brevemente magneti supercondut- tori) capaci di fomire intensi campi magnetici senza dissi- pazione di calare. Cib era devuto al fatte che non erano noti materiali capaci di conservare 10 stato supercondut- tore in presenza di un elevato campo magnetico. Solo intorno al 1961 furono scoperti materiali dotati d.i questa speciale caratteristica [I, 2 ]. Da aHora vari laboratori ed industrie si impegnarono a fondo nello studio e nella realizzazione di fiji 0 nastri costituiti da leghe 1\TJJ-Zr, 0 composti illtermetallici quaE il Nb,Sn, V,Ga ecc. cbe sembrarono i piu idanei a110 scopa suddetto. Le prove eseguite in laboratorio furona in genere eseguite con 1e seguenti modalita : a) si portava un corto spezzone del fi.lo in esame a basse temperature (1) in pre5enza di un campo magne- tico trasversale H (') di intensita. costante; si aumentava poi la corrente I nella spezzone fino alia scomparsa della sn percondu tti vita; b) alternativamente si faceva passare una corrente costa nte nella stesso spezzone di filo e si aumentava il campo magneti co (sempre mantenuto perpendi cola re) sino a lla sco mparsa della superconduttivita. Le due curv e I = /(H) ottenute con questi due modi di procedere non risulta vano ne coincidenti tra di lora ne ripetibili. La ripetibilitil di qUe3te misure poteva es- sere ottenuta solo dopo aver eseguito un certo llumero di prove consecutive. Di solita i valori ottenibili ripeti- bilment.e di H e di 1 risultavan o maggiori di quelli otte- nuli nelle prime c urve . Tale lenomen o [u percio indicato con il nome di I( training» [3]. Le curve cosi ottf!nute per il filo trafilr..to a iredcb di:t /-) G. Pasotti - Dr. X. Saccbetti - Prof. lIlg. G. Sacerdoti - Dr. G. Sanna - Laboratori Naz:onali di Frascati del CNEK. fl1 Immergendolo iI elio liquido a -t.:! OK. (I) In campo ma gnelico si ottengono genernl- mente r'!mltsti m igliori. , .. :JI., .' .. : t. leghe di Nb-Zr can percentuali di Zr compre5e tra il.2.5 % ed il 40 % circa e prr fiji 0 llastri di Nb 3 Sn rico1to a circa 1000 (Ie per 12 ore, indicavan o questi mafleriali particolarmente adatti per la fabbricazione di magneti s uperconduttori. I campi magnetici critici He (T = 0 -..K) risultavano deU 'o rdin e di 70-:-80 kGs nel case del )lb- Zr e circa 200 kGs per il Nb 3 Sn e Ie co rrenti criticbe raggiungevano, a bassi campi magnetici . densita dell'or- dine di migliaia di A/ mml. Disponendo di tali materiali si poteva ra gionevo!met1te pensare di aver risoUo il problema della costruzione &i magneti superconduttori, invece si prese ntarono ulteriori difficolta, alcune previste, altre scoperte solo nella rea- lizzazione pratica dei ma gneti stessi. Tra Ie prime riool<: diamo: . ;".!J - Ie di ffi colta di lavorazione di questi materiali risu ltano duri e fragili (particolarmente il Nb 3 Sn ecC{i YoGa); - i problemi connessi al raffreddamento di tutta la massa deU'avvolgimento a causa della scana conduttivita. termica del fila; - il problema poste dalla comparsa della resi'stenza elettrica in seguito aila improvvisa perdita d·ello stato superconduttere (quenching della superconduttivita). Cio determi na dei riscaldamenti fortement e localizzati in bre- vi natti del filo tali da danneggiarlo e, in ce rti casi, fon- der:o. Se it filo si interrompe , a causa della e!evata ener- gia magnetica immagazzmata nella bobina, si producono sovratensioni che provocano scariche elettriche tra Is spire e tea queste e massa; - Ie difficolta. r elative alJ'isoJamento elettrico; - it problema delJ'ancoraggio meccallico delle spire in presenza degli ingen ti sforzi elettr odinamici dovuti a11'in- teraz ione della corrente con J 'e levato campo magnetico; - i1 problema delI ' alimentazione dei magneti con'"f{lrti correnti nel bagno d'elio e del corto circuito supercondiit- tore del magnete quando si voglia usarl o con campo per: s islente. Un fenomeno invece Ilon previsto In quello della ' (( gradazione )j. Infatti un filo di un materiale gia in spezzoni, quando sia avvo lto in bobine presenta pre un campo magnetico ed una corrente critici inietiCfii in misura piu 0 men o grande a quelli precedentementt: misurati. Questo fenomeno e tanto pill ev idente :qua'nto maggiore e la quantita di filo di cui e costit uita de.. bin a. In un primo tempo si era creduto che tale ( dazione » fosse causata da qua1che tratto di fil o $caclblte In c ui presenza e ovviamente pill probabile quamo · ;piu lungo e iI fi lo; attualmente si tende a giustificare comportamento in un'altra rnaniera ricorrendo al fenSh me no COS! detto dei (I flux jumps» [ 4- 9]· Su questa·,b3.$f.'; . una spiegazione plausibile, per quanta non me n te sicura, sembra essere la seguente: per bass.i:.)l.fH
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STATO ATTUALE DELLE TECNICHE DI COSTRUZIONE c·

DI ELETTROMAGNETI SUPERCONDUTTORI

G. PASOTTI - N. SACCHETTI - G. SACERDOTI - G. SANNA (.)

Nel pl'csente aTtic-ola vengono passati in rassegnu i pri71-cipali fe-nomeni asservati nella sperimentaziollc con i tHa­

glleti s1,perconduttori e S01tO messi in evidenza i problemi inerenti aUa loro realizzazione pratica. Si passu auche in rasseg1ta le principali caratteristiche e Ie lccniche ai pre­parazioflc dei materiali per la costTuzionc di tali magneti. Viene POi tracciato un quadro smnmario delle reali;:za­zioni piu importanti avente lo scopo di indJclU'c i limiti atttlOli della tunica costruttiva. Sono inoltre analizzati i problemi collaterali all'impiego di questa tipo di magncti e vengono ;'n:fine indicate 1e lorD possibilita di utilizza­ziane nella riccrea e nelle applicazioni tecniche.

1. - INTRODUZIONE.

Fino a qualcbe anuo fa, non era £tato possibile fe&.liz­zare elethomagneti can bobine superconduttrici (che, nel seguito, chiameremo brevemente magneti supercondut­tori) capaci di fomire intensi campi magnetici senza dissi­pazione di calare. Cib era devuto al fatte che non erano noti materiali capaci di conservare 10 stato supercondut­tore in presenza di un elevato campo magnetico. Solo intorno al 1961 furono scoperti materiali dotati d.i questa speciale caratteristica [I, 2].

Da aHora vari laboratori ed industrie si impegnarono a fondo nello studio e nella realizzazione di fiji 0 nastri costituiti da leghe 1\TJJ-Zr, 0 composti illtermetallici quaE il Nb,Sn, V,Ga ecc. cbe sembrarono i piu idanei a110 scopa suddetto. Le prove eseguite in laboratorio furona in genere eseguite con 1e seguenti modalita :

a) si portava un corto spezzone del fi.lo in esame a basse temperature (1) in pre5enza di un campo magne­tico trasversale H (') di intensita. costante; si aumentava poi la corrente I nella spezzone fino alia scomparsa della sn percondu tti vita;

b) alternativamente si faceva passare una corrente costante nella stesso spezzone di filo e si aumentava il campo magnetico (sempre mantenuto perpendicola re) sino a lla scomparsa della superconduttivita.

L e due curve I = /(H) ottenute con questi due modi di procedere non risulta vano ne coincidenti tra di lora ne ripetibili. La ripetibilitil di qUe3te misure poteva es­sere ottenuta solo dopo aver eseguito un certo llumero di prove consecutive. Di solita i valori ottenibili ripeti­bilment.e di H e di 1 risultavano maggiori di quelli otte­nuli nelle prime curve. Tale lenomeno [u percio indicato con il nome di I( training» [3].

L e curve cosi ottf!nute per il filo trafilr..to a iredcb di:t

/-) G. Pasotti - Dr. X. Saccbetti - Prof. lIlg. G. Sacerdoti -Dr. G. Sanna - Laboratori Naz:onali d i Frascati del CNEK.

fl1 Immergendolo iI elio liquido a -t.:! OK.

(I) In campo magnelico IOIl~itun;nale, si ottengono genernl­mente r'!mltsti m igliori.

, .. :JI.,

.' .. : t.

leghe di Nb-Zr can percentuali di Zr compre5e tra il.2.5 % ed il 40 % circa e prr fiji 0 llastri di Nb3Sn rico1to a circa 1000 (Ie per 12 ore, indicavano questi mafleriali particolarmente adatti per la fabbricazione di magneti superconduttori. I campi magnetici critici He (T = 0 -..K) risultavano deU 'ordine di 70-:-80 kGs nel case del )lb­Zr e circa 200 kGs per il Nb3Sn e Ie correnti criticbe raggiungevano, a bassi campi magnetici . densita dell'or­dine di m igliaia di A/ mml.

Disponendo di tali materiali si poteva ragionevo!met1te pensare di aver risoUo il problema della costruzione &i magneti superconduttori, invece si presentarono ulteriori difficolta, alcune previste, altre scoperte solo nella rea­lizzazione pratica dei magneti stessi. T ra Ie prime riool<: diamo: . ;".!J

- Ie difficolta di lavorazione di questi materiali c~e risultano du ri e fragili (particolarmente il Nb3Sn ecC{i YoGa);

- i problemi connessi al raffreddamento di tutta la massa deU'avvolgimento a causa della scana conduttivita. termica del fila;

- il problema poste dalla comparsa della resi'stenza elettrica in seguito aila improvvisa perdita d·ello stato superconduttere (quenching della superconduttivita). Cio determina dei riscaldamenti fortemente localizzati in bre­vi natti del filo tali da danneggiarlo e, in certi casi, fon­der:o. Se it filo si interrompe, a causa della e!evata ener­gia magnetica immagazzmata nella bobina, si producono sovratensioni che provocano scariche elettriche tra Is spire e tea queste e massa;

- Ie difficolta. relative alJ'isoJamento elettrico;

- it problema delJ'ancoraggio meccallico delle spire in presenza degli ingenti sforzi elettrodinamici dovuti a11'in­terazione della corrente con J'elevato campo magnetico;

- i1 problema delI 'alimentazione dei magneti con'"f{lrti correnti nel bagno d'elio e del corto circuito supercondiit­tore del magnete quando si voglia usarlo con campo per: sislente.

Un fenomeno invece Ilon previsto In quello della '(( .d~~ gradazione )j. Infatti un filo di un materiale gia prov~tp' in spezzoni, quando sia avvolto in bobine presenta ·se~

pre un campo magnetico ed una corrente critici inietiCfii in misura piu 0 meno grande a quelli precedentementt: misurati. Questo fenomeno e tanto pill evidente :qua'nto maggiore e la quantita di filo di cui e costituita de.. [ bv.~

bina. In un primo tempo si era creduto che tale ( d~ra;:-. dazione » fosse causata da qua1che tratto di filo $caclblte In cui presenza e ovviamente pill probabile quamo·;piu lungo e iI fi lo; attualmente si tende a giustificare q~tCl comportamento in un'altra rnaniera ricorrendo al fenSh meno COS! detto dei (I flux jumps» [4-9]· Su questa·,b3.$f.'; . una spiegazione plausibile, per quanta non complet~ mente sicura, sembra essere la seguente: per bass.i:.)l.fH

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Ion della corrente, la corrente superconduttrice si distri­buisce sulla superfic ie del filo; superato un certo campo magnetico caratteristico Hel (che e assai basso), si ha che la supercorrente passa da una distribuzione prevalente­mente superficiale ad una distribuzione filamentaria can densita quasi uniforme attraverso tutta la sezione del fila. In questa cambiamento della distribuzione della cor­~ente si producono i « flux jumps II e quindi piccoli ri­scaldamenti locali nelle zone a resistenza normale. 5e nel magnete vi e g ia immagazzinata un 'energia magnetica sufficientemente elevata ed il raffreddamento non e suf­ficientemente rap ido ed efficace. il processo puo dive­nire catastrofico ed il filo perde la sua p roprieta super­conduttrice. Questa interpretazione del fenomeno sembra convalidata dal fatto che la perdita della supercondut­tivita avviene in regiow della bobina dove il campo ma­gnetico e basso (ossia negli strati piu esterni), quando pero gia vi e una natevale energia magnetica immagazzi­nata nella bobina stessa. In questa caso predisponendo un campo magnetico continuo esterna, anehe non ele­vato (un IDiglia io di gauss), si potrebbe migliorare Ie pre­stazioni del magnete , provocando la predetta, variazione di distribuzione di conente quando aneora l'energia ma­gnetica e bassa.

Anche presso il nastra laboratorio e stato ripetutamente osservato il fenomeno dei « flux jumps » nel corso di esperimenti su anelli toroidali di Sn ed Nb ricatti a 970°C per I2 ore. Nella fig. I riportiamo un grafico ti­pica ottenuto nel corso di queste esperienze [10].

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_ TORO 1'111 CON \ 0 STRATI DI

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Fi.'l:. 1. - Andaruento del campo magn etico in terno (B /) in run­ziOlle del cantpo esterno applicato (BfJ in Ull anello toroidale supercondutlore. I:allellc di Nb e ricoperto con Nb3 Sn ottcnulo per evat=oraZIOI1C satto vuolo IIi ~ trat i Allcrn"tivi di r\b cd Sn spes.<: i ::::::; 1000 A e succ~iva rirotlura a Q70 OC per IZ a re ,

Vogliamo d'altra parte notare, che vi possono essere limitazioni di principia nella realizzazione di magneti di grandi dimensioni [II].

Una di queste limitazioni pub essere la seguente: consi­dcriamo un magnete superconduttore non eceitato (I = a); l 'energia della stato superconduttore e inferia re a quella dello stato normale di una certa quantita iJEns(J = 0); quandc il magnete e eccitato l'energia dello stato nor­male e aumentata della quantita. (I/2)LP mentre la diffe­renza dE",(1 9= 0) e inferiore a JEns(I = 0) a causa del

fatLo che gli elettrani superconduttori hanna un 'energia maggiore rispetto a quella da essi posseduta nella state superconduttore in assenza di corrente.

II rapporto LlE,,(I oF o)/(1/z)LP per pipcoli magneti e stimato dell'ordine 10- 11 ed e chiaro allo ra come vi pos­sano essere instabilitA capaci di produrre la transizione verso 10 stato normale di un magnete superconduttore per alte correnti. lnoltre q ueste. instabilita si accentuano a ll 'aumentare delle ilimensioni a causa del fatto cbe AE",(I =F 0) resta circa costante (3) mentre (I /2)LF ov­viamente cresce.

Altre limitazioni possono nascere da considerazioni di meccanica quantistica e statistica su cui non insistiarno ulteriormente.

2. - STATO ATTUALE DELLA PREPARAZlONE DEI MATERIAL!.

Come detto al § I. i materiali che presentano It> mi­gliori prospettive per la costruzione di magneti sono in generale leghe 0 composti intermetallici a base di Nb e di V [2, 12, '3 , 14].

Per quel che riguarda il V3Ga non si dispone a ncora di una produzione industria Ie per Ie difficoltil che si incoo­trano nella preparazione dei fili; per quanto ci risulta Ie sue proprieta sono state studiate fino a campi di circa 150 kgauss. su spezzoni a ttenuti nelle seguenti maniere [12] :

a) difiusione del Ga in fili di V dalla fase di vapore; b) difIusione del Ga in fili di V dalla fase liquida per

imrnersione del filo in Ga fuso a 800 °C per I' e successivo trattamento in forno a I 200 OC per tempi compresi tra 0,5 e 10 are,

n V3Ga e stato anche ottenuto da vari sperimentatori tr't i quali Kunzler r Ij] sin terizzando polveri di V e di Ga in t ubi di V , trafilando e ricuocendo poi il tutto.

Nelle figg, '2 e 3 si riportana per il V3Ga ottenuto con i metodi ora descritti Ie correnti c ritiche in funzione del campo magnetico applicato [12]_

, 1\ RICOTTURA:

)\ _ 1200 "C, 20h / . '"

1\\ ___ 1200 "C, 10h /,1.

0 _ ._ 1200 ~, 30' /.1.

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2

1'::- / ", -- .--' f-. -- -- , , '-o. 6 o 30 60 g O 120 Bf Ike)

Fig. z. - Corrente crilica (I tl in funzione del campo maguetlco a ppli cato (B .. ) per un filo di , - del diarnelro di 0,5 mm ricopeTto di '"3 Va (r. v. = campioue preparato per d illusione del Ga uel

V daUa fase di vapore; f. I. = c. s. dalla fast: Iiqnida).

P er quanta riguarda invece i conduttori di Nb3Sn essi sono preparati con procedimenti tecnologici assai diversi tra loro e tra questi ricordiamo :

a) il procedimento usata dal Bell Telephone Labora· tory: un tuba di Nb e riempito can polveri di Nb e Sn proporzioni circa stechiometriche e viene poi trafilato con

(3) L1 Ens (I=/=:- 0) resta circa coslante (0 almeno C'rcsce con le dimensioni dcl magnete mello rapidamcnte di quanta numenli (l/~ LTt) poiche essa non e l'energ ia riferita a tutti gli elettroni COlltellllti lIcll 'avvolgime lllo, bens; l' molto piu p:ccola , in quanlo ba!'-ta che una piccola parte del filo perda 1..: propriela super ccndllttri ci per dar hlOtfo a proce:3Si dissipatb'j calaslrofici.

-3

tecniche particolari. II filo, dopa essere stato avvolto nel­la bobina viene ricotto a circa I 000 CC per aJcune ore. II filo risulta molto fragile;

b) il procedirnento seguito dalla General Electric Co: un fila di Nb viene ricoperto can Sn e poi con iso1amento

) 1- RICOllURA: 0 _ .. - 1000 'C, 100h 'mm .; 0 --

l 1000 'C, 100 h O'smm rp

0 _.- 1300 'C, 2. 'mm .; \\ --- 1300 "C, >D' , mm .;

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Fig. 3. - Corrente critica (J r) in fUDzione del campo applicato (B,) per filo di V con nudeo dj V3 Ga ottenuta per sinterizzazione.

ceramico; si avvolge la bobina e poi si ricuoce il tutto a 950°C per formare i1 composto. Can questa procedi­mento e stata fatta la prima bobina che ha superato i 100 kGs;

c) il procedimento della RCA [16]: un nastro di acciaio inox viene fatto passare in vapori di cloruro di niobio e clorure di stagno ad alta temperatura; i cloruri vengono poi ridotti passando in atmosfera di idrogeno e forrnando cosi una sottile pellicola superficiale di Nb3Sn ctistallino. II composto viene poi ricoperto con una de­posizione di Ag. Non e necessaria alcuna ricottura dopa aver avvolto la bobina. Riportiamo in fig. 4 un grafico

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Fig. 4. - Audameuto della corrente totale nel nastro (In), della densitA di corrente nel solo stato di Nb3 Sn (] r) e deUs densita di corrente relativa all'intero nastro Un) per la piattina tipo

R 60214 della RCA in funzione del campo applicato (Bel.

in cui sono riportati la corrente del nastro I" e Ie den­sita di corrente nel nastro In e nel composto Ie in fUll­

zione del campo magnetico. In fig. 5 e riportata una se­zione del Dastro suddetto;

d) il procedimento della National Research Corp. (NRC): la NRC ha preparato del nastro di NbaSn (NIO­STAN) ricoprendo una piattina di Nb can So fusc la-

sciandolo poi reagire a temperatura elevata per formare pochi micron di Nb3Sn. 11 nastro puo essere avvoltof1in solenoide senza ulteriore ricottura. Anche quasta piattina nelle ultime versioni viene ricoperta con Cll 0 Ag. ~9J

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AcelAID INOSSIDASIl£

Fig. 5. - Sezione del nastro di cui a fig. 4.

Riporbamo a titolo comparativo alcuni dati indicativi sulle pl'estazioni dei materiali della NRC ed RCA (v . fi­gure 6 e 7) (').

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~ f"'" ~ I I I I

V"T'~ TIPO S·t.95-1

17 .. 87 kC RICOPI:RTO

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RICOP[RTO IN " 6 o. ,

60 " - , Fig:. 6. - Rapporto tra la corrente critica 1 c (a.), corrispondente ad un campo magnetico (Be) appiicato in una direzione formante un 3ngolo a. rispetto alia dimensione maggiore della sezione del nastro, a 1a corrente critica J c nel caso 0:: = 0_ Le vade curve Sl riferisCOft~ (' diverse intensita del campo applicato Be a due diversi tipi. d::i

nastro.

f : ,".

II Nb-Zr e stato il primo materiale ad essere ven~utJ) in fiji per la costruzione di magneti (soprattutto nelle: !2: versioni al 25 % ed al 33 '% di Zr). ·_c~)

Tutti i fabbricanti di Nb-Zr ottengono it materiale·.1:m. filando a freddo una barra del diarnetro di IO-:-loo'vDJte il filo finito. Sembra che la qualita del rnateriale migltoIii aumentando il rapporto tra il diametro della barra.:~ni~ ziale ed il diametro del fila finito (rappoTto di trafilatufa):

(') ComUllicazione privata.

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-4

11 ··Nb-Zr, come il Nb3Sn, presenta il fenomeno della f( degradazione )', quando viene avvolto in bobine. Le

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o " '" '" '" Fig. i. - Densith di corren te cri~ica relath·s 01 solo slalo diNb3 So (j 1") ill hlllzione del campo applicato (H.l per nastro deUa

RCA, l\"""R1. c GeneTnI Electric.

curve caratteristiche di questi materiali in fiii sono ripor­tate in fig. 8.

Sebbene la densita di corrente i.\ basso campo magne­tieo del Nb-Zr sia confrontabile a quella del Nb-Sn, i

'00 1

T:::4.2 O I(

• 0

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o " 60 80 BeUrC)

Fig. 8. - Corrcnte critica (Ie) in fuuzione del campo applicato (8,) per filt di Nb'25 % Zr cd Nb'n% Zr del diametro di 0,25

mm, ricoperti in ell della NRC.

campi magnetici praticamente ottenibili da bobine co­struite can i due materiali risultano notevolmente diversi (efr. successivo § 3)·

11 Nb-Zr essendo stato il primo materiale dispon ibile commercialmente e quello di cui S0l10 meglio conosciute Ie proprieta superconduttrici, in relazione anche an'in­fluenza delle impurezze, ai metod;' di lavorazione , ecc. Questo materiale, a diHerenza del Nb3Sn presenta un accentuato fenomeno di I ( training I) (efr. § 1). Questa caratteristica porta in ultima analisi ad uoa maggiore (I degradazione » della corrente passando da spezzoni a bobine non patenda effettuare su queste un « training »

adeguato. Inoltre il Nb-Zr da minori garanzie di ripeti­bilita del Nb

3Sn. Per tutte queste ragioni si tende ora a

preferite quest'ultimo materia Ie.

Recentemente c'e stato un rilancio del Nb·Zr Don piu in 1ili singoli rna riunito in cavi [17] 0 piattine r') for­mati da parecchi condllttori (5, 7 0 anche piu) tra loro a contatto trarnite una ricopertura di Cll 0 addirittllra immersi in una fus ione di indio. Talvolta questi cavi contengono ancbe fili di Cu e di acciaio. In questa ma­niera, si riesce a ridurre di molto l'instabilith propria del fila di Nb-Zr; infatti se per qualche r.agione in uno dei fili costitllenti il cavo si ripristina la resistenza elettrica, non si ha interruzione del circuito superconduttore poicb~ la corrente continua a fiuire negli altri fili paralleli. Chiara­mente in questa maniera si facilita it recupero delle pro­prieta supercol1duttrici da parte di quei tratti di filo tor­nati allo stato norma le.

Recenti esperienze [37] sono state eseguite per trovare l'ottimo del rapporto tra la sezione del rame (che deve avp.re alta cOl1ducibilita elettrica a bassa temperatura) e la sezione del superconduttore. La disposizione sperimen­taie usata e ripoctata in fig. 9. Portando il punto C del

1-

sorgente di calore per portare allo slalo normale it pun to C.

filo S.C

Fh;. Q. - Schem;, tk·h rlisl 0 .i~;f ne spcrimclllnl.:- per In mil'ura d :Ha vdOl:It..a e,m '·'1: ,i <:"l, ud tina 7.on<1 ulb '"lalo normale

11l1l~m lli. rIo iui .·i:llmel:t,· .,11.,) "Iato ~lIpE"rcnlluullorc.

snperconduttore allo stato normale si rUeva la velocita con cui si espande questa zona aHo stato nonnale lungo i1 filo. Aumentando la sezione del rame tale velocita di­minuisce fino ad annullarsi: in queste condizioni it su­perconduttore si pub considerare periettamente It stabi­lizzato n. Si puo quindi pensare di costruire dei magneti snperconduttori ancbe di grosse dimensioni ed alti campi magnetici con sufficiente garanzia di un buon funziona­mento.

Per .fili della lega Nb-Ti sono disponihili pochi dati poiche sono state eseguite prove in numero piu limitato.

Tn tabella I riportiamo alcuni dati rignardanti i mate­riali superconduttori [II, 18, 19].

3 .. MAGNET! SUPERcoNDUrrORI.

Nel gra.fico di fig. 10 [20J e riportata la situazione al­l'estate del 1963 relativa alle reaJizzazion.i pratiche di magneti superconduttori. Da questa grafico si pub vedere che pill grande e la dimensione dei magnete, piu piccolo e il campo magnetico ottenibile. Naturalmente per i fini di una pratica utilizzaziolle si tende a progettare e co­struire bobine di dimensioni sempre piu grandi e capad di raggiungere campi magnetic! quanta piu possibile elevati.

II filo usato nelle prime realizzazioni era in genera Ie eli Nb-Zr. I campi magnetici massimi che si ottenevano erano dell'ordine di 50-7-60 kGs [21]. In prove eseguite presso il nostro laboratorio, una bobina costruita con filo di Nb-25 % Zr, ha raggiunto un campo massimo di ~ 50 kGs [22].

(6) • SG- 700 Super~enic !';trip ~ della A '-CO A ,'ERET Resear(h Laboralory.

-5-

TABELLA I.

T , He (. ) (T = 0 ) Ie (4.2 OK) Campo maglletico Caratteristiche (OK) (kgauss) (Afcm 2) trasversale (kgauss) meccnnic:he

Va Ga 14·5 270 w' ' 0 malto fragile , Nbs Sn 1"8. 0 ZI D , x 10" 80 nroHa fragile Nb-Ti 9· 7 145 , x '0' 80 molto duttile Nb-Zr 10. 8 70 - 1 30 (n) 5 x '0' 80 duttile

(. ) &timati (n) Dipelldellte dalla percenluale di Zr. 1 dati solla ottenuti da fonti di il1fonnazione diversa .

In queste prime realizzazioni pero Ie bobine difficil­mente raggiungevano i campi magnetici per cui erano state progettate ed il lora funzionamento non garantiva quasi rnai una sufficiente riproducibilita [23. 24] (6). An-

OIAME:TRO IN TERNO

Fig. 10. - Situaziolle de.lla costruzione di bohine 5upercollduttrici lleU'estate J 963.

che presso Ie industrie, specialmente americane ed in­glesi, si e iniziata la costruzione di bobine supercondut­triei; tra queste ricorruamo: la Varian, la Westinghouse, la General Electric, la Magnion, la A veo, eec.

I magneti di prodllzione industriale avevano un dia­metro interno di I 0 2 ern al massimo, erano alti una deeina di em, ed avevano campi magnetici compresi tra 40 e 60 kGs F}. Alcuni di questi magneti erano realiz­zati can due bobine separate eosi da consentire un ae­eesso radiale aHa regione utile.

Per la costruzione di queste bobine si e poi eominciato ad usare strati suceessivi di materiale di diverse qu:.tlita.. Ultirnamente utilizzando i materiali di recente scoperta di cui si e parlato al § precedente (come per esempio i nastri di NbaSn che non necessitano di ricottura, ecc.), si sono realizzati magneti di buona riproducibilita e si sono costruite anche bobine a campi magnetici pili ele­vati (maggiori di 80 kGs) [25]. Inoltre in vari labora­tori si sono realizzate bobine capaci di superare anche i 100 kGs [26].

Utilizzando 700 m di nastro di Nb3Sn di produzione RCA stabilizzato con un rivestimento di argento, presso

(6) Per con tare su di una sufficiellte riproducibiliUt bisogna ~cendere a valori di campo di ......, 40 kGs.

(7 ) Anche per questi magncti la riproducibilita del campo mas· ~imo era incerta.

il nostro laboratorio e stata realizzata una bobina super­conduttrice di piccole dimensioni (diametro interne = 14 mm, altezza = 93 mm). Questa bobina, progettata per ot­tenere un'induzione di 60 kGs supera agevolmente tale val ore ed in una prova ha raggiunto 75 kGs.

D'altra parte si e iniziata anche b. progettazione e la costruzione di magneti di dimensioni maggiori r27-3I).

Una bobina di 45 em di diametro interno e 17 kg:lUSS

di campo magnetico. rnassimo e statu realizzata alIa Ar­gonne National Laboratory nel 1964 [27] con cavo co­stituito da 7 fili di Nb-Zr al 25 % rivestiti di rame e cir­condati da 12 fiji di rame. L'energia immagazzinata dalla hobina superava i 200 kJ ed il tempo necessaria per rag­giungere il campo magnetico massimo era di 30 min uti.

La AVCO-EVERETT ha prodotto nel maggio 1964 una bobina di 27 em di diametro intern~ e 33 kGs con filo di Nb-Zr e recentemente [37] ha realizzato un magnete che produce un campo magnetico di 42 kGs su di un vo­lume di circa 2 m3 ed ha un'energia immagazzinata di 12 MJ.

Ricordiamo ancora che sono stati costruiti magneti di tipo particolare come, per esempio, lenti magnetiche su­perconduttrici [32] e eoppie di Helmholtz [33]·

Come detto nel § lalla costruzione e all'impiego dei magneti superconduttori sono connessi diversi problemi. Ci lirnitererno a citare i principali senza entrare nei det­tagli anche perche su molti non sono state raggiunte so­luzioni definitive.

U II primo problema e quello dell 'ancoraggio dei con­duttori: infatti sembra che fissando meccanicamente bene i conduttori, si riducano i fenorneni di instabilita di ca­rattere elettrico. Ricordiarno che trattandosi di alti cam­pi magnetici in gioco gli sforzi elettrodinamici sono con­siderevoli. Per bobine con campi rnagnetici sino a qual­che decina di migliaia di gauss sembra conveniente in­collare i conduttori con araldite oppure spalrnare ogni strato dell'avvolgimento con grasso al silicone che, aIle temperature delI'elio Jiquido, divenendo solido, blocca Ie spire tra loro.

La corrente viene addotta in generale ai magneti in bagno d'elio mediante fili di rame 0 di altri metalli puri [34 , 35] che discendono dall'alto del dewar; questi £iIi conducono molto calore e fanno aumentare il consu­mo d'elio. Questa inconveniente e ovviamente tanto piu grave quanta maggiore e la corrente di alimentazione del rnagnete. Un eonduttore ben dimensionato per una cor­rente di circa 50 A provoca l'evaporazione di qualcbe decimo di l/h di elio liquido. Se il dewar eben proget­tato i conduttori di discesa rappresentano la maggior fonte di consumo di elio.

Quando e richiesto un campa magnetico di intensita costante nel tempo, si pub ornare all'ineonveniente pre­detto realizzando dispositivi per cortocircuitare la bobina con un filo superconduttore in modo che dopa averla ec-

citata si possa disconnettere i cavi di alimentazione e to+ glierli addirittura dal bagno d'elio . Naturalmente du+ rante il periodo di alimentazione del magnete questa filo di corto eircuito deve essere mantenuto alIa stato nor­male (per es. tenendone una sua parte a temperatura maggiore a quella di transizione). Questa soluzione in01-tre ha i1 vantaggio di permettere una stabilizzazione del campo entr~ valori malta -strettL

Per l'eccitazione di un magnete superconduttore sono stab proposti ancbe dei dispositivi noti come « pompe di flusso)) [II] i1 cui principio di funzionamento e il se+ guente (v. fig. II): il magnete superconduttore e corto-

( (l(TTROMACN T R TANT

I I I \

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-----........ , \ , r-""-

lAM!NA A BASSO He

BoalNA AD ALTO He

Fig. 11. - Schema di [uozionamento delle • pompe di Bussa n.

circuitato da una lamina di materiale superconduttore a basso campo magnetico critico; un elettromagnete con traferro viene spostato in modo da passare dalla posi­zione A alIa posizione C; nella posizione A il flusso da esso prodotto non e concatenato col magnete supercon­duttore; nella posizione C esso e invece concatenato. A questo punto si invecte la corrente nell'elettromagnete e si inducono c05i nella bobina superconduttrice delle cor+ renti; l'elettromagnete viene poi riportato nella posi­zione A, quineli 5i inverte di nuovo il campo e il proce+ dimento 5i ripete. Cosi ad ogni ciclo eli funzionamento si inducono delle correnti corri5pondenti ad una varia+ zione di flusso pari a 2 lP dove lP e il Husso dell'elettro+ magnete. La laminetta perde la superconduttivita solo nella macchia mobile (B) attraversata dal flusso delJ'e­lettromagnete.

Attri problemi che si presentano sono quelli delle con­nessioni tra filo superconduttore e conduttori di alimen­tazione e tra due fili superconduttori; quest'ultimo pro­blema diminuisce d'importanza man mano ehe aumenta la lunghezza degli spezzoni di filo superconduttore forniti daUe ditte. Attualmente si possono avere fili supercon­duttori lunghi fino a 10 000 m.

L'isolamento di questi magneti puo essere eseguito sia can i metodi classici sia con metalizzazione delle parti superconduttrici mediante metalli normaE (per es. Tame). Con questo secondo tipo d'isoiamento si hanno due van+ taggi: a) il rafireddamento di tutta la massa di avvolgi­menta risulta piit efficace; b) in caso di transizione verso 10 stato normale Ie sovratensioni sono minon e piu rapido e 10 smaltimento del calore prodotto.

Qualora si usi invece un isolamento di tipo convenzio+ nale (per es. Mylar) si puo ovviare al pericoio delle 50+ vraten5ioni cortocircuitando tra lora i terminali dei vari

6 -

strati di avvolgimento con conduttori di rame oppure addirittura cortocircuitando tra lora tutte Ie spire dopo aver asportato una piccola parte dell'isolamento.

Un lsolamento di tipo convenzionale presenta per con­tra il vantaggio di conferire una costante di tempo mi­nore alla bobina e rendere piu breve il tempo necessario a ll ' eccitazione. . - . I

4. - 1]TILIZZAZlONE DEI MAGNET! 5UPERCONDurrORI.

La possibilita di avere a disposizione alti campi ma+ gnetici riveste una notevole importanza sia per i labora­tori di fisica sia per Ie applicazioni di tipo elettrotecnico.

Per quanta riguarda Ie utilizzazioni nel campo della fisica ricorderemo che magneti superconduttori di piccole dimensioni sono ormai correntemente impiegati in ricer­cbe di fisica della stato solido a bassa temperatura (pro+ prieta di trasporto dei solidi, superconduttivita, efietti magneto+ottici, e£fetto De Haas van Alphen, ecc.). Nel campo della fisica nucleare e delle alte energie sono pre­viste molte applicazioni (magneti per camere a bolle, lenti magnetiche, analizzatori, acceleratori di particelle, acc.) che pero richiedono magneti di dimensioni notevoli.

Dimensioni notevoli (1-:-2 m3 di volume utile) e cam­pi dell'ordine di 40 kGs sono pure richieste nella fi­sica dei plasmi, in particolare per cia che riguarda 1a conversione diretta del calore in eoergia elettrica (mac­chine MHD) [36]. A questa riguardo si puo senz'altro affermare ehe proprio la realizzazione di magneti super­condut tori di questa tipo assicurerebbe 501uzioni econo+ mica mente accettabili per Ie tecniche MHD il cui im­piego altrimenti sarebbe limitato dal1'enorme costa d'e­sercizio dei magneti tradizionali.

R icordiamo infine alcune applicazioni eli tipo elettro+ tecnico quali magneti per forni ad induzione, trasforma­tori , macchine elettriche, ecc. ManoJcriuo pervenuto if 14 maTZO Ig66.

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