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Storia politica del Cinquecento la nascita delle grandi ... V: le conquiste 9 Francesco I di Francia...

Date post: 15-Feb-2019
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Storia politica del Cinquecento la nascita delle grandi potenze classe II D 1
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Storia politica del Cinquecento la nascita delle grandi potenze

classe II D

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Italia: “non donna di province ma bordello”

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Italia: “non donna di province ma bordello”

1492: muore Lorenzo de’ Medici e si rompe l’equilibrio della pace di Lodi

Milano

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Lodovico Sforza, il Moro, strappa il potere a Gian Galeazzo Visconti

Firenze

1. Savonarola instaura la Repubblicaintransigenza

restaurazionecorruzione, fasto

2. papa Alessandro VI lo scomunica (1497)

il popolo lo abbandona

viene condannato al rogo

restaurazione medicea

1494: Carlo VIII di Francia scende in Italia

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scopo: conquistare il Regno di Napoli

reazione

punto di forza: esercito di nobili francesi e mercenari svizzeri, dotato di cannoni mobiliesito: non incontra resistenza, conquista Napoli senza combattere!

azione

gli stati italiani, sostenuti dalla Spagna, costituiscono la Lega italiana1495, battaglia di Fornovo sul Taro: la Lega non riesce a sconfiggere Carlo VIII

conseguenzeCarlo VIII rinuncia ai diritti sul Regno di Napoli, ma torna in Francia tranquillol’Italia si dimostra debole e facilmente conquistabile

1498: Luigi XII completa l’impresa di Carlo VIII

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il nuovo sovrano francese conquista il Ducato di Milanoanche la Spagna comincia a guardare all’Italia come terra di conquista

lunga fase di guerre in Italia tra Francia e Spagna, che termina nel 1516

Francia: Milano

Spagna: Napoli, Sicilia, Sardegna

l’opinione di Niccolò Machiavelli

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intellettuale fiorentino vissuto tra il 1469 e il 1527, autore di diverse opere di saggistica storico-politica dalla visione molto aperta e moderna

Nei Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio riflette sul ruolo della Chiesa in ItaliaQuelli príncipi o quelle repubbliche le quali si vogliono mantenere incorrotte, hanno sopra ogni altra cosa a mantenere incorrotte le cerimonie della loro religione, e tenerle sempre nella loro venerazione; perché nessuno maggiore indizio si puote avere della rovina d’una provincia, che vedere dispregiato il culto divino. (…)E perché molti sono d’opinione che il bene essere delle città d’Italia nasca dalla Chiesa romana, voglio contro a essa discorrere quelle ragioni che mi occorono, e ne allegherò due potentissime ragioni le quali secondo me non hanno repugnanzia. La prima è che per gli esempli rei di quella corte questa provincia ha perduto ogni divozione e ogni religione; il che si tira dietro infiniti inconvenienti e infiniti disordini: perché cosí come dove è religione si presuppone ogni bene, cosí dove quella manca si presuppone il contrario. Abbiamo adunque con la Chiesa e con i preti noi Italiani questo primo obligo: di essere diventati sanza religione e cattivi: ma ne abbiamo ancora uno maggiore, il quale è la seconda cagione della rovina nostra: questo è che la Chiesa ha tenuto e tiene questo provincia divisa. E veramente alcuna provincia non fu mai unita o felice, se la non viene tutta alla ubbidienza d’una republica o d’uno principe, come è avvenuto alla Francia ed alla Spagna. E la cagione che la Italia non sia in quel medesimo termine, né abbia anch’ella o una republica o uno principe che la governi, è solamente la Chiesa: perché avendovi quella abitato e tenuto imperio temporale, non è stata sí potente né di tanta virtú che l’abbia potuto occupare la tirannide d’Italia e farsene principe, e non è stata, dall’altra parte, sí debole che per paura di non perdere il dominio delle sue cose temporali la non abbia potuto convocare uno potente che la difenda contro a quello che in Italia fusse diventato troppo potente. (…) Non essendo adunque stata la Chiesa potente da potere occupare la Italia, né avendo permesso che un altro la occupi, è stata cagione che la non è potuta venire sotto uno capo, ma è stata sotto piú príncipi e signori, da’ quali è nata tanta disunione e tanta debolezza che la si è condotta a essere stata preda, non solamente de’ barbari potenti, ma di qualunque l’assalta. Di che noi altri Italiani abbiamo obligo con la Chiesa, e non con altri.

Carlo V: genealogia

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nel 1519 si candida per il trono imperiale e viene eletto col nome di Carlo V

Carlo V: eredità

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ai possedimenti europei, vanno aggiunte le colonie americane della Spagna

quello di Carlo V è l’impero su cui non tramonta mai il sole

Carlo V: le conquiste

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Francesco I di Francia si sente accerchiato e limita in ogni modo l’azione di Carlo V

anche se cattolico, si allea coi principi protestanti di Germania e con i turchi

dal 1521 per oltre tre decenni: lungo conflitto tra i due

1525, battaglia di Pavia: Francesco I perde i possedimenti italiani e la Borgogna

1527: i lanzichenecchi saccheggiano la Roma di papa Clemente VII (alleato di Francia)

1536: il Ducato di Milano passa agli spagnoli perchè gli Sforza muoiono senza eredi

Carlo V: la fine

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1537: Francesco I muore

Ferdinando I: titolo imperiale, Ungheria, Boemia, Austria

1547: Carlo V abdica

Filippo II: corona spagnola e colonie, Paesi Bassi, Italia

termina il progetto di restaurazione dell’unità politica e religiosa europea

1559: Enrico II di Francia e Filippo II di Spagna stipulano la pace di Cateau-Cambresis

la Spagna ottiene Milano, Napoli, Sardegna, Sicilia

Genova resta alleata della Spagna

appoggiati dall’Imperatore, i Medici costituiscono il Granducato di Toscana

Emanuele Filiberto di Savoia ottiene il Piemonte

Venezia resta l’unico stato italiano indipendente

l’Italia alla pace di Cateau-Cambresis

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la Spagna: territorio

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nella seconda metà del Cinquecento è lo stato più potente

argento delle colonie americane

esercito forte

possiede

Italia meridionale

Paesi Bassi

Ducato di Milano

Regno del Portogallo (1580)

potenza marittima

la Spagna in crisi: motivi

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nonostante i punti di forza (10 milioni di abitanti, commercio con le Americhe, grande produzione di lana, notevole attività finanziaria)

crisi

nessuna impresa

crisi finanziaria dello Stato

agricoltura ferma il più redditizio allevamento di ovini impoverisce il terreno

i mercanti vendono la lana grezza e non creano manifatture

spese per guerre e corte di Madrid

la Spagna in crisi: i Paesi Bassi

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1576: i Paesi Bassi insorgono contro gli spagnoli

impostecattiva amministrazione

dopo una prima repressione violenta

ingiustizie e soprusi

calvinismo VS cattolicesimo

le province del Sud (Belgio), cattoliche, restano spagnole

le province del Nord, calviniste, si staccano

1581: nasce la Repubblica delle Province Unite (Olanda)

la Spagna in crisi: Inghilterra

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gli inglesi acqusiscono la supremazia sui mari

sostegno ai ribelli olandesi

contrabbando con le colonie spagnole

sostegno alla pirateria

1588: Filippo II prepara l’Invincibile Armata e parte alla conquista dell’Inghilterra

ma torna torna sconfitto

navi pesanti e poco agili conoscenza del

territorio

tempeste

la Francia in guerra: l’origine

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esistono due schieramenti religiosi

ugonotti, cioè i calvinisti (20% dei francesi)

cattolici

1560: muore Francesco II, il potere passa in reggenza alla moglie Caterina de’ Medici (il figlio Carlo IX è minorenne), che ha poca autorità

famiglia Borbone

principi protestanti tedeschi, Inghilterra

famiglia Guisa Spagna

scoppia una lunga guerra di religione fino al termine del XVI secolo

tale guerra degenera in una sanguinosissima guerra civile

la Francia in guerra: lo svolgimento e la fine

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23/24 agosto 1572, notte di San Bartolomeo: i cattolici, appoggiati dalla corona, uccidono i nobili protestanti riuniti a Parigi per il matrimonio tra Enrico di Borbone e Margherita di Valois - figlia di Caterina de’ Medici

i cattolici depongono le armi

1593: Enrico di Borbone, scampato, viene eletto re col nome di Enrico IV per la morte di tutti gli altri eredi

1593: Enrico IV si converte al cattolicesimo mantenendo un atteggiamento tollerante

papa Clemente VIII lo assolve

1598, promulgazione editto di Nantes

libertà di culto per gli ugonotti

uguaglianza politica

piazzeforti militari

risanamento economico:1. riduzione spese di corte2. tasse più equilibrate3. sviluppo agricoltura4. mercantilismo


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