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IL VINO FATTORE DI SVILUPPO DEL TERZIARIO: LE STRADE DEL VINO IN SICILIA Palermo, dicembre 2007 ISBN 978-88-95376-19-6
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IL VINO FATTORE DI SVILUPPO DEL TERZIARIO:

LE STRADE DEL VINO IN SICILIA

Palermo, dicembre 2007

ISBN ISBN 978-88-95376-19-6

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Premessa 6

1 - Le Strade del vino in Italia 8 1.1 Aspetti introduttivi 8

1.2 Definizione e riferimenti legislativi 10

1.3 Il Movimento turistico legato al vino 14

1.4 Le Associazioni coinvolte 16 1.4.1 Il Movimento Turismo del vino ......................................................................... 17 1.4.2 L’Associazione “Città del vino”......................................................................... 19 1.4.3 L’Associazione italiana delle enoteche pubbliche e delle strade del vino ......... 20 1.4.4 Slow Food........................................................................................................... 21 1.4.5 Le Donne del Vino ............................................................................................. 22

2 - Le Strade del vino in Sicilia 24 2.1 Premessa 24

2.2 Leggi e disposizioni regionali sulle “Strade del vino” in Sicilia 25

2.3 La vitivinicoltura in Sicilia: quadro d’insieme 29

2.4 Le strade del vino in Sicilia: verso un sistema di attori integrato 33

2.5 La Strada del Vino “Alcamo Doc” 46 2.5.1 Inquadramento territoriale e storico .......................................................................... 46 2.5.2 Le interviste agli associati ......................................................................................... 47

2.6 La Strada del vino “Terre Sicane” 52 2.6.1 Inquadramento territoriale e storico .......................................................................... 52 2.6.2 Le interviste agli associati ......................................................................................... 56 2.6.3 Le interviste ai turisti................................................................................................. 62

2.7 Le strade del vino: i siti web delle strade del vino siciliane 69 2.7.1 “Strada del vino Terre Sicane” – www.stradadelvinoterresicane.it .......................... 70 2.7.2 “Strada del vino Terre d’Occidente” – www.stradavinomarsala.it ........................... 71 2.7.3 “Strada del vino dell’Etna” – www.stradadelvinodelletna.it .................................... 72 2.7.4 “Strada del vino Alcamo Doc” – www.stradadelvinoalcamodoc.it .......................... 74

2.8 Il Web come strumento di promozione delle Strade e dei prodotti tipici: prospettive 75

3 - Le Strade del vino in Toscana: confronto con una delle regioni leader del turismo enogastronomico italiano ed internazionale 80

3.1 Premessa 80

3.2 La Strada del Vino “Terre di Arezzo” 81

3.3 La Strada del Vino “Montecucco” 85

3.4 La Strada dei Vini “Chianti Rùfina e Pomino” 87

3.5 La Strada del Vino “Costa degli Etruschi” 89

3.6 La Strada del Vino “Nobile di Montepulciano” 92

4 - Le strade del vino: strumento di sviluppo del territorio 94 4.1 Riflessioni finali e prospettive 94

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4.2 Vinopolis: l’approccio Londinese ai musei del vino 101

4.3 Napa e Sonoma Valley: the Wine Country, il turismo enogastronomico in una delle regioni più importanti del “Nuovo mondo del vino” 104

4.4 Conclusioni 107

5 - Bibliografia e Webgrafia 110 5.1 Testi consulati 110

5.2 Siti visitati 111

Appendice

Questionario Attori Istituzionali

Questionario Strutture ricettive

Questionario Turisti del vino

Galleria di immagini Strada del vino Alcamo DOC

Galleria di immagini Strada del vino Terre Sicane

Galleria di immagini Vinopolis – Londra

Galleria di immagini Wine Country – Napa e Sonoma Valley, California

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PRESENTAZIONE

Nel corso degli ultimi decenni i territori rurali sono stati interessati da profonde

trasformazioni che hanno provocato una modifica sostanziale della loro tradizionale struttura

economico- sociale, anche a seguito di un forte mutamento degli stili di vita e di consumo delle

popolazioni locali. A caratterizzare sempre più gli spazi rurali concorrono attività economiche

collaterali, aggiuntive ed integrative all’agricoltura quali turismo, commercio, artigianato,

servizi alle imprese e alle persone, che con essa entrano in stretta correlazione. Il “Turismo

del territorio” e/o il “Turismo del vino” è un fenomeno degli ultimi tempi, e si avvia a divenire

rete reale di servizi integrati e coordinati che consentono al turista di diventare

“protagonista” del territorio, apprezzando e godendo in maniera approfondita ed intensa le

sue vaste potenzialità. In quest’ambito e per questo fine tutte le risorse e gli attori di una

realtà territoriale quale la “Strada del vino”( dalla cantina al ristorante tipico, dall’albergo ai

produttori di vino, dagli uffici di promozione ed informazione ai viticoltori, dal produttore

artigianale all’enoteca locale) devono interagire gli uni con gli altri al fine di creare ed offrire

un prodotto finale ricco di esperienze e connotazioni culturali, sensoriali e di relazioni con

l’ambiente di riferimento.

Negli ultimi anni l’enoturista manifesta interessi che vanno oltre il vino di qualità e le

gastronomie locali coinvolgendo, in un insieme ampio e variegato, la bellezza dei paesaggi, la

storia dei luoghi, le attrattive culturali e la naturalità delle risorse ambientali. Per il territorio

quindi è non più un semplice prodotto, ma un prodotto – servizio, o meglio ancora,

un’esperienza.

Il presente lavoro: “Il vino fattore di sviluppo del terziario: le strade del vino in Sicilia”, si

inserisce in tale cornice concettuale, particolarmente composita, proponendo spunti di

riflessione e proposte operative.

Gli allievi del master “Management della filiera vitivinicola”, tenutosi a Menfi nel 2003 –

2004, avevano condotto un’analisi attenta ed approfondita delle strade del vino in Toscana,

della quale, nel presente lavoro, sono state raccolte le considerazioni principali. Gli autori

hanno infatti ritenuto particolarmente importante mettere a confronto le realtà delle strade del

vino siciliane con quelle della regione che per prima ha avviato un percorso di crescita e

qualificazione delle strade, con lo scopo di valorizzare e promuovere i territori ad alta

vocazione vitivinicola, nonché le produzioni e le attività esistenti nelle aree rurali, attraverso

la qualificazione e l’incremento dell’offerta turistica integrata.

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Numerose sono state le imprese agroalimentari, le strutture di ricezione, i ristoranti e gli enti

che sono stati coinvolti nello studio, allo scopo di definire l’impegno, gli obiettivi ed i motivi di

adesione al “Progetto strade”, nonché gli aspetti considerati efficaci o da migliorare, da parte

degli attori che quotidianamente vivono le opportunità ed i limiti offerti da tali realtà.

I capitolo 1 e 2 sono stati progettati, coordinati e redatti in collaborazione da Alberto Forte e

Massimo Anzalone. In particolare Massimo Anzalone ha curato la stesura dei paragrafi 1.2,

1.4 e 2.5 ed Alberto Forte ha curato la stesura dei paragrafi 1.1, 1.3, 2.1, 2.2, 2.3, 2.4, 2.6, 2.7,

2.8.

Il capitolo sulle “Strade del vino in Toscana” è stato revisionato da Massimo Anzalone e

muove dalle osservazioni, riflessioni e dati acquisiti dagli allievi del Master sul Management

delle imprese vitivinicole (MAFIV), durante uno dei loro viaggi di studio in Toscana.

Il capitolo 4 è stato progettato e redatto da Alberto Forte.

Le indagini dirette sul territorio relative agli “attori istituzionali, alle “strutture ricettive” ed

ai “turisti delle strade del vino”, e le relative elaborazioni statistiche, sono state condotte e

redatte in collaborazione da Alberto Forte e Massimo Anzalone.

Il coordinamento tecnico e la supervisione nello svolgimento dell’indagine sono stati assolti

dal Prof. Pietro Columba, mentre il sottoscritto ha assunto la responsabilità scientifica della

ricerca.

IL PRESIDENTE

Prof. Antonino Bacarella

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PREMESSA

A partire dagli anni ’70 si viene affermando una nuova visione dell’economia rurale:

produzione e consumo di massa vengono progressivamente articolati secondo nuovi concetti

quali la differenziazione del prodotto e l’inclusione, nel prodotto stesso, dei “luoghi” e dello

spazio; si verifica per la prima volta la valorizzazione economica della ruralità. L’ambiente, il

paesaggio, i beni culturali e gli alimenti genuini costituiscono elementi di valorizzazione e di

differenziazione qualitativa dei prodotti, mentre il territorio stesso diventa oggetto di

valutazione e di consumo.

Il mutamento degli stili di vita e di consumo verificatosi negli anni ’90 esalta la valorizzazione

delle risorse naturali, abbinando la scelta e l’acquisto di prodotti di qualità con la riscoperta del

legame tra alimenti salubri e valenze ambientali e culturali del territorio. Oltre che sui

comportamenti di acquisto, questo fenomeno si esprime nelle nuove tendenze del turismo,

inteso come occasione di fruizione diretta del territorio, che, nello specifico, diventa

“enogastronomico”.

Il fatto che la ruralità possa costituire delle rendite di posizione ed un vantaggio competitivo

dipende però il larga misura anche dalla localizzazione territoriale e dagli attributi caratteristici

delle risorse.

La più attuale evoluzione della logica territoriale dello sviluppo si estrinseca nella volontà

politica di procedere alla “distrettualizzazione” dei sistemi produttivi rurali. Non si vuole, in

questo contesto, entrare nel merito della concreta fattibilità di questa operazione – il distretto si

“scopre” o si costruisce? – ma si conviene che, in Sicilia, il sistema vitivinicolo si configura già

come un sistema produttivo rurale a forte connotazione territoriale.

L’impresa agricola ed agroindustriale, per il suo legame col territorio sembrerebbe adatta ad

integrarsi nella logica distrettuale ma sconta una grande fragilità in quanto entità raramente

autonoma che affida parte importante della propria validità all’intervento esterno e che

difficilmente accetta di partecipare a forme organizzative all’interno di sistemi funzionali.

Il germe dello sviluppo integrato trova terreno fertile nella parte più avanzata

dell’imprenditoria agricola siciliana, appunto quella vitivinicola. Il fenomeno delle “strade”,

pertanto, rappresenta una forma di concertazione dell’iniziativa di valorizzazione tra gli

operatori e le istituzioni che attraversa la realtà territoriale con un filo conduttore che integra

l’offerta del prodotto vino con quella del territorio nel suo complesso.

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La nascita di numerose strade del vino, quindi, testimonia di un processo avviato e teso a

consolidarsi ma, tuttavia, già in ritardo e dal lento procedere se raffrontato a quanto in atto

avviene in Toscana, regione simbolo del sistema vitivinicolo e della fruizione turistica.

Nella loro specificità e peculiarità, le strade del vino sono espressione della logica dello

sviluppo rurale. Costituiscono l’espressione concreta, e in parte già attuata, della

multifunzionalità agricola che apre il sistema produttivo alla fruizione turistica, che è

considerata la più grande industria della nostra epoca.

Il presente lavoro affronta la tematica delle strade del vino alla luce della normativa che le

istituisce e regolamenta; dopo aver messo in rilievo il potenziale delle “strade” quali iniziative

di sviluppo rurale si è proceduto ad una verifica dello stato di attuazione delle strade in Sicilia.

A dispetto di una molteplicità di iniziative (11 strade istituite) si è constatato che il quadro di

insieme appare ancora allo stato di abbozzo embrionale che stenta a tradursi in un vero sistema

di offerta territoriale.

La strada assume il suo più pregnante significato in relazione ai crescenti flussi turistici in

quanto strumento capace di attrarre sul territorio e di veicolare i molteplici aspetti

dell’esperienza di contatto con le culture locali. Il vino riceve dalla strada notorietà e

promozione ed a questa fornisce i suoi servigi. L’intero sistema sconta tuttavia l’arretratezza

della regione nello strutturare un’offerta turistica di alto livello che, nel rispetto dell’identità del

territorio, sia capace di attrarre i flussi del turismo internazionale che più intensamente

producono il fenomeno di attivazione dell’economia.

Il confronto con le strade del vino della Toscana, prese come riferimento anche in occasione di

un recente corso di Master in “Management della Filiera Vitivinicola” (MAFIV), rende

maggiore la consapevolezza della validità del sistema “strade” e costituisce un esempio sul

quale riflettere. Ulteriori osservazioni e proposte scaturiscono dal contatto con iniziative di

grande efficacia attuate in contesti alquanto dissimili: la struttura di accoglienza delle “Napa e

Sonoma Valley” in California, nuovo territorio emergente nel panorama vitivinicolo

internazionale, e Vinopolis l’approccio londinese al museo del vino.

Testimonianze dissimili ma preziose dell’interesse che la cultura del vino riveste a livello

internazionale e che suggeriscono possibili sviluppi per la valorizzazione di un territorio di

storica affermazione dei valori della gastronomia e della salubrità alimentare qual è quello

siciliano.

Il Coordinatore dello studio

Prof. Pietro Columba

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1 - Le Strade del vino in Italia

1.1 Aspetti introduttivi

Il settore vitivinicolo negli ultimi venti anni è stato interessato da una profonda evoluzione che

partendo dagli aspetti produttivi, si è manifestata soprattutto nelle fasi della distribuzione e del

consumo, coinvolgendo nuove e diverse attività produttive (divenendo “motore” di sviluppo

per altri settori dell’agroalimentare), sociali (realizzando un connubio solido con stili di vita

raffinati che richiamano la “Joie de vivre”) ed economiche (con l’utilizzazione di strumenti

mutuati dal mondo finanziario ed adattati alla filiera vitivinicola, come i futures, o i prestiti

obbligazionari cum warrant) e determinando la nascita e lo sviluppo di segmenti di mercato più

qualificati e ricercati.

Oggi il consumatore di vino è ancora attento al prezzo, ma presta grande interesse alle

“qualità” del vino, che viene gustato durante i pasti importanti, nei week-end o nelle vacanze:

ad una diminuzione della domanda in termini quantitativi (compensata sul fronte della qualità)

è corrisposta l’immissione sui mercati internazionali di nuovi vini, destinati alla conquista, e

talora alla creazione di nuove nicchie di mercato.

Origine ed insieme conseguenza di tale evoluzione è stata la consapevolezza da parte dei

viticoltori e degli imprenditori vinicoli più qualificati, dell’importanza del raggiungimento di

primati qualitativi più che quantitativi, attraverso il miglioramento di tutte le fasi del processo

produttivo (attraverso i “Sistemi qualità” ed il “Total Quality Management”), investimenti

mirati all’acquisizione di innovazioni di processo, di prodotto e di management e un’adeguata

attività di promozione dell’immagine delle aziende e dei territori di origine.

E ciò in quanto numerosi produttori (operanti in passato su mercati indifferenziati) hanno

deciso di affrontare il mercato offrendosi direttamente al consumatore distinguendosi con un

marchio proprio, distintivo di caratteristiche generali e qualità specifiche dei prodotti

contrassegnati, determinando, da un lato un forte incremento del “livello qualitativo medio”

della produzione, dall’altro determinando uno sviluppo della sensibilità ed un affinamento delle

conoscenze dei consumatori verso una maggiore “cultura del gusto”.

Tale scelta ha anche posto le aziende vitivinicole, grandi e medio-piccole di fronte alla

concorrenza di aziende affermate, o in forte ascesa competitiva in un contesto internazionale

fortemente dinamico e complesso, con conseguenti difficoltà operative e di posizionamento e

la necessità di trovare nuovi mercati di sbocco per i propri prodotti, insieme a occasioni di

incontro e coinvolgimento con i propri clienti-consumatori, da abbinare a quelle consuete e già

conosciute.

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In questo senso acquista particolare importanza la possibilità di instaurare un rapporto diretto

con il consumatore, facendogli conoscere ed apprezzare il complesso dei fattori naturali ed

antropici che hanno contribuito a creare quel vino: il terroir, l’azienda agricola e la cantina da

cui proviene, gli aspetti socio-culturali ed economici che costituiscono il bagaglio di

“esperienze e conoscenze” che un vino cela e manifesta tra le note sensoriali nel bicchiere e

l’immagine complessiva (nome, etichetta, bottiglia, riconoscimenti, premi, etc.) che lo

contraddistingue.

Le Strade del vino costituiscono una forma di offerta turistica specializzata, che cerca di

interpretare e soddisfare le nuove esigenze dei così detti “Turisti viaggiatori” rispondendo ad

una domanda turistica sempre più segmentata, con un modello che rappresenta un’importante

opportunità di sviluppo per le aziende vinicole (perché produce redditi integrativi ed alternativi

alle attività principali consuete), proponendosi contemporaneamente, quali obiettivi principali

la valorizzazione, la fruizione e la conservazione del patrimonio, delle attività e della

“diversità” rurale.

In tale contesto l'Italia, con un patrimonio artistico, culturale, storico, paesaggistico, unico al

mondo, occupa una posizione di rilievo internazionale ed oggi più che mai realizza nei

confronti dei turisti che la visitano, un connubio ideale con gli aspetti dell'enogastronomia

tipici del territorio.

Da un punto di vista logistico, le Strade del vino nascono con lo scopo di collegare tutte le

risorse presenti in luoghi e territori ad alta vocazione vitivinicola, come “itinerari turistici

lungo i quali insistono vigneti, cantine di aziende agricole, enoteche, musei della vite e del

vino, centri di informazione e accoglienza, aziende specializzate in produzioni tipiche e di

qualità, strutture turistico ricettive, valori naturali, culturali e ambientali1“.

Dal punto di vista economico, invece, la Strada può essere rappresentata da un mercato, con

attori dal lato della domanda e da quello dell'offerta; gli attori dal lato della domanda sono i

turisti che viaggiano seguendo percorsi, associando esperienze ad emozioni e scoperte

plurisensoriali; dal lato dell'offerta, invece, le figure di riferimento sono costituite da coloro che

lungo quel percorso vivono ed operano, e sono interessati a coinvolgere i turisti in esperienze

nuove e coinvolgenti oltre che a tessere relazioni con altri attori del sistema enoturistico al fine

di ampliarne le potenzialità: cantine, enoteche, wine bar, aziende agrituristiche, ristoranti,

agenzie di viaggio, aziende artigiane, ma anche Istituzioni locali e regionali, Centri di Ricerca,

Associazioni culturali, etc.

1 Legge 2 agosto 2002, n. 5. (GURS N. 36 DEL 09/08/02), Istituzione delle strade e delle rotte del vino, Regione Sicilia

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Considerate da questa angolazione, le Strade del Vino rappresentano molto di più di un valido

strumento di promozione del prodotto, determinando, da un lato un processo di aggregazione e

di forte collaborazione tra i soggetti che realizzano l’offerta e dall’altro costituendo un medium

per stabilire un legame vero e proprio con i clienti-turisti, creato dalla fiducia e da

un’esperienza concreta di scoperta dei giacimenti culturali, artistici, archeologici ed

agroalimentari che le strade attraversano2.

In tal senso l’offerta di turismo vitivinicolo non è da intendersi semplicemente come supporto

commerciale del vino, ma diventa strumento autonomo della formazione di valore, favorendo

uno sviluppo turistico che sia sostenibile dal punto di vista ambientale, mantenendo inalterate

le qualità e le attrattive essenziali del territorio ed evitando così di danneggiare quelle risorse

da cui dipende maggiormente il suo successo.

1.2 Definizione e riferimenti legislativi

Le “Strade del vino” a livello nazionale sono definite dalla Legge n. 268 del 27 luglio 1999

come “percorsi segnalati e pubblicizzati con appositi cartelli, lungo i quali insistono valori

naturali, culturali e ambientali, vigneti e cantine di aziende agricole singole o associate aperte

al pubblico...strumento attraverso il quale i territori vinicoli e le relative produzioni possono

essere divulgati, commercializzati e fruiti in forma di offerta turistica”.

Dalla definizione legislativa emerge come per “Strada del vino” debba intendersi un sistema di

offerta turistica che leghi sistemicamente gli attori coinvolti attraverso una fitta rete di

interazioni, lungo un determinato percorso, all’interno del quale si collocano cantine aperte al

pubblico, vigneti, musei, centri d’accoglienza, borghi, edifici storici, attrattive naturalistiche,

esercizi ricettivi, produzioni artigiane, ristoranti tipici, ecc.

La legge nazionale istitutiva delle “Strade del vino” ha un ambito di applicazione piuttosto

esteso, andando al di là del segmento enoturistico propriamente detto, potendosi applicare a

tutte le produzioni tipiche di qualità, quale, prima fra tutte, l'olio d'oliva3.

Successivamente all'emanazione, nel 1999, della legge nazionale attuativa delle “Strade del

vino” nel nostro paese, le regioni hanno provveduto, con proprio Decreto, a riconoscere i

percorsi sul proprio territorio aventi i requisiti per potere essere definiti tali.

2 Per approfondimenti sul tema dei “Giacimenti agroalimentari dei prodotti di qualità” si consiglia la lettura della pubblicazione:“Prodotti agricoli di qualità e Turismo in Sicilia”, Coreras 2005 3 ai sensi dell'art. 5 della L. 268/99, le disposizioni contenute nella legge “si applicano anche per la realizzazione delle strade finalizzate alla valorizzazione, anche congiunta, di altre produzioni di qualità, con particolare riguardo all'olio d'oliva ed in genere ai prodotti tipici”.

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Allo stato attuale, le Strade del vino esistenti in Italia sono 1304, distribuite a livello regionale

secondo quanto indicato in Tab.1.1.

Tab. 1.1: Le Strade del vino riconosciute in Italia

REGIONE N° STRADE REGIONE N° STRADE

Abruzzo 6 Marche 6

Alto Adige 1 Molise 1

Basilicata 1 Piemonte 3

Calabria 12 Puglia 10

Campania 6 Sardegna 6

E. Romagna 11 Sicilia 11

Friuli Venezia Giulia 7 Toscana 14

Lazio 3 Trentino Alto Adige 4

Liguria 2 Umbria 4

Lombardia 8 Valle D'Aosta 1

Veneto 16 Totale 130 Fonte: www.cittadelvino.it ed AAFF Regione Sicilia

Da un altro punto di vista, è possibile esaminare il grado di “recepimento” della normativa

nazionale di cui alla legge 268/99, in termini di provvedimenti legislativi adottati dalle singole

regioni italiane, successivamente all’emanazione della legge nazionale. La situazione nazionale

appare alquanto disomogenea: è possibile individuare un primo gruppo di regioni5, la maggior

parte, che ha emanato una propria legge regionale, o decreto di “recepimento” della disciplina

nazionale contenuta nella legge 268 del 1999.

Tra queste, la Toscana, si segnala per la più cospicua produzione legislativa in ordine alle

Strade del vino, dal momento che sono state emanate, nel corso del tempo,:

- tre leggi regionali (L.R. 69/1996 e 03/02/99, 45/2003);

- un regolamento di attuazione della L.R. 45/2003;

- un decreto dirigenziale n. 2148 del 13/4/2004, poi modificato dal decreto n. 4081 del

14/7/2004, recante la disciplina della segnaletica stradale delle strade del vino.

Il primo gruppo di regioni, oltre ad avere individuato precisamente i percorsi ed itinerari

definibili “Strade del Vino”, ha anche predeterminato le norme di comportamento da osservare

e le regole di finanziamento da seguire.

4 Sito visitato il 30/09/2005 5 Per approfondimenti su questi temi si leggano il 3° e 4° rapporto sul turismo del vino, a cura di Censis Servizi, disponibili presso. il sito: www.cittàdelvino.it

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Tab. 1.2: Il quadro normativo delle “Strade del Vino” a Luglio 2004 nelle Regioni italiane

Regione Legge normativa regionale Riferimenti normativi

Valle D'Aosta NO

Piemonte SI L.R. 9/8/99 (manca regolamento)

Liguria SI Delibera reg.499/01

Lombardia SI L.R. n°7 del 7/2/00

P.A.Bolzano NO

P.A. Trento SI L.R. n°10 del 19/12/01

Friuli-Venezia G. SI L.R. n° 21 del 20/11/00

Veneto SI L.R. n°17 del 07/09/00

Emilia Romagna SI L.R. n° 23 del 7/04/00

Toscana SI L.R. n°69 13/08/96 e 03/02/99

Marche NO

Umbria SI L.R. n°38 del 22/12/99

Lazio SI L.R. n°21 del 03/08/01

Abruzzo SI L.R. n°101 del 18/05/00 (non attuata)

Molise NO

Campania SI Regolamento DPGR 2212 del 25/10/01

Puglia SI POP/PUGLIA 1994/1999 FONDO FEOGA

Basilicata SI L.R. n°7 del 02/02/00 (non attuata)

Calabria SI Delibera reg.1092 del 28/12/00

Sicilia SI L.R. n°5 del 02/08/02

Sardegna NO

Fonte: Censis Servizi S.p.a, 2004

Esiste poi un secondo gruppo di regioni, tra cui il Lazio, la Calabria ed il Veneto, che hanno

semplicemente emanato un bando di invito, recante le norme di comportamento e di

finanziamento, destinato a chi intendesse costituire una Strada del Vino, entro una certa

scadenza prefissata; in tali casi, sono stati successivamente emanati altri provvedimenti

normativi, come è stato evidenziato nella Tab. 1.2.

In questo secondo caso, la scelta dal basso ha determinato una maggiore partecipazione, che

comunque non è ancora misurabile in termini di efficienza, dati i tempi limitati di attuazione.

In questo panorama variegato si inseriscono poi tutte quelle iniziative spontanee nate a livello

territoriale che hanno determinato il nascere di numerosissime Strade del Vino che aspettano di

essere riconosciute, determinando una situazione di incertezza relativamente al numero

complessivo attualmente esistente in Italia.

In buona sostanza, la legge nazionale del 1999 ha funzionato da volano per stimolare,

immediatamente a ridosso della sua approvazione o in seguito, una legislazione autonoma delle

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Amministrazioni Regionali; tuttavia, nei fatti, non sempre all'approvazione della normativa è

seguito un reale sviluppo dei processi attuativi.

Un altro aspetto, estremamente importante da valutare in un'ottica di sviluppo delle Strade del

Vino, è quello relativo ai finanziamenti pubblici.

Da questo punto di vista, è bene premettere che la Legge Nazionale istitutiva delle Strade del

Vino (L. 268/99) ha previsto la possibilità che tutte le iniziative collegate alla istituzione delle

strade del vino possano beneficiare di forme di finanziamento da parte del soggetto pubblico;

infatti, l'art. 4 della L. 268/99 testualmente recita “all'attuazione delle iniziative previste dalla

presente legge possono concorrere con apposite finalizzazioni, finanziamenti locali, regionali,

nazionali e comunitari. Lo Stato può cofinanziare, nell'ambito delle disponibilità finanziarie

proprie e di interventi comunitari, leggi di spesa regionali per interventi di adeguamento delle

aziende e dei punti di accoglienza e di informazione locale…allo scopo di sostenere le

iniziative collegate alle finalità della presente legge, è autorizzata la spesa annua di lire 3

miliardi a decorrere dal 1999”.

Oggi, a sei anni dall'emanazione della legge istitutiva delle Strade del Vino, i risultati, in

termini di contributi e finanziamenti pubblici alle Strade, non possono essere definiti ottimali.

Si parla, infatti, oggi, di soldi spesi male o non spesi affatto, anche se è opportuno distinguere

differenti situazioni con riferimento alle diverse regioni italiane, visto che i contributi sono stati

erogati in modo non uniforme e con risultati, in termini di efficienza, variabili da regione a

regione.

Tra le regioni maggiormente attive in questo senso si segnala ancora la Toscana, dove già alla

fine del 2002 la Regione aveva stanziato, nell'ambito del programma annuale di finanziamento

per le Strade del Vino, circa 87.000 €.

Altra regione attiva in questo campo è stata il Veneto, dove, per l'anno 2005, la Regione ha

stanziato per le Strade del Vino dell'est veronese circa 78.000 € per la presentazione di progetti

con costi di realizzazione doppi rispetto all'ammontare dei contributi da percepire.

Tale regione, inoltre, ha beneficiato di aiuti comunitari legati alla istituzione delle strade del

vino e di altri prodotti tipici del Veneto.

La Regione Piemonte ha deliberato con legge di prevedere la concessione di un contributo fino

al 70% della spesa ritenuta ammissibile per i soggetti che hanno formalmente costituito Strade

del Vino per le relative attività promozionali.

La Regione Calabria, in un progetto di legge relativo ad azioni di incentivazione del turismo

enogastronomico e delle strade del vino, ha previsto la possibilità di concedere ai soggetti

attuatori contributi in conto capitale per interventi di progettazione, messa in loco e

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manutenzione della segnaletica delle Strade del Vino fino all'80% della spesa, autorizzando a

carico del bilancio regionale una spesa di 600.000 € per l'esercizio 2005.

La legge istitutiva del 1999 prevedeva, inoltre, il ruolo dell'Ente Nazionale Turismo e

dell'Istituto Commercio con l'Estero quali strumenti operativi, ma, che in realtà non hanno

finora erogato alcun contributo; a ciò va aggiunto che la mancanza di un indirizzo governativo

univoco ha portato ad una situazione di stasi.

Anche i criteri di ripartizione dei finanziamenti (stime parlano di 9 miliardi di lire da

suddividere tra le 20 regioni italiane) sono stati oggetto di critiche, in quanto spesso finalizzati

a soddisfare esigenze politico-elettorali, piuttosto che indirizzati a quelle Strade che realmente

risultavano attive e meritevoli di contributi pubblici.

Il quadro che ne emerge è abbastanza confuso, e rende auspicabili almeno alcune misure volte

a rendere maggiormente operative queste forme di sostegno pubblico alle Strade del Vino, sia

in termini di un maggiore coordinamento nella gestione dei fondi a livello nazionale, sia

nell'ottica di incrementare in futuro l'ammontare delle risorse destinate alla promozione ed allo

sviluppo delle Strade.

1.3 Il Movimento turistico legato al vino

Lo scenario del mondo del vino e dei relativi turismi negli ultimi anni si sta rapidamente

evolvendo, secondo due fondamentali direttive:

− Una nuova geografia del settore, per distribuzione di superfici coltivate (in diminuzione

in Europa ed in aumento nelle regioni del “Nuovo mondo”, California, Cile, Australia,

Sudafrica, Nuova Zelanda ed Argentina), e per volumi prodotti, ma anche, e soprattutto

per qualità, che ha raggiunto negli ultimi anni livelli sempre più elevati; a ciò è

corrisposta inoltre una ridistribuzione dei consumi tra mercati tradizionali (Francia,

Italia, Germania, etc.) e nuove aree di consumo, spesso di scarsa o nulla tradizione

vitivinicola (Usa, Cina, Giappone ed altri mercati asiatici).

− Nuove strutture e strategie di offerta dei prodotti vinicoli che tengano conto della

frequente oscillazione dei comportamenti dei consumatori nei confronti del rapporto tra

qualità e prezzo e che si pongono nei confronti dei prodotti “edonistici” qual è il vino,

con una forte emotività; inoltre la competizione tra paesi produttori (nuovi e

tradizionali) si indirizza alla selezione e fidelizzazione di consumatori sempre più

evoluti, che ricercano nei prodotti acquistati i valori identitari e caratteristici dei luoghi

di provenienza.

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Il vino rappresenta in Italia la terza attrattiva nei confronti dei turisti che visitano il nostro

paese; le “Strade del Vino” rappresentano integratori di leasure (vino e gastronomia, prodotti

tipici, eventi, turismi fuori rotta, sport, wellness) e complementi di offerta della filiera

vitivinicola, attive ed operanti in sistemi produttivi e turistici spesso già molto evoluti.

I numeri delle “Strade del Vino” in Italia6, inquadrano un mondo in forte evoluzione:

− 4 milioni di turisti del vino nel 2004 (da 2,5 milioni registrati nel 1999);

− 15 milioni di presenze turistiche (da 8 milioni individuate nel 2001);

− 2.000 milioni di euro di consumi turistici legati al vino (da 1.500 milioni di euro

individuati nel 2001);

− un potenziale di sviluppo nei prossimi cinque anni di almeno un milione di enoturisti

praticanti abituali.

Si delinea una realtà caratterizzata da un giro d’affari in forte ascesa, sebbene tali numeri

appaiano sovradimensionati rispetto all’espressione effettiva del fenomeno; si tratta di dati che

comunque mostrano come il turismo enogastronomico stia coinvolgendo sempre più cantine e

consumatori finali (il numero di cantine aderenti al Movimento Turismo del vino è di circa

1000 unità, distribuite in tutta Italia e concentrate nel Centro-Nord) diventando fenomeno di

costume, con un forte coinvolgimento dei turisti-consumatori attraverso eventi culturali ed

happenings (Cantine aperte, Calici di stelle, tour di degustazioni in cantina, corsi di assaggio,

eventi musicali legati al vino etc.), che aumentano le occasioni di incontro con i produttori

vinicoli e che stanno modificando la “cultura del gusto” dei consumatori finali; ed è anche vero

che il fenomeno enoturistico sollecita altresì le aziende vinicole, così come le istituzioni locali

a investire nell’immagine aziendale, ristrutturando i locali di vinificazione, realizzando appositi

spazi di degustazione, e migliorando la “cultura dell’accoglienza” per le prime, mentre le

seconde sono sempre più indotte, attraverso il fenomeno enoturistico, a migliorare le

infrastrutture di collegamento tra le aziende e soggetti terzi, a promuovere sinergie,

collaborazioni e reti di rapporti che sono di sicuro stimolo per lo sviluppo del territorio.

Secondo le statistiche riportate nel IV Rapporto Annuale Strade e Città del vino, in media

ciascuna Strada del Vino coinvolge 14 soggetti pubblici, tra Comuni, Comunità montane,

amministrazioni provinciali e regionali e 57 operatori privati, tra produttori, enotecari, agenti di

commercio, tour operator, ristoratori, oltre alle figure “esterne” quali giornalisti e ricercatori.

Buona parte delle Strade del Vino segmenta l'offerta in sottoitinerari territoriali: la durata

media degli itinerari è di 4,1 giorni per Strada.

6 Stime Censis Servizi Spa, vari Rapporti Annuali delle Strade e Città del vino

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Le cantine che si aprono al pubblico producono oltre il 20% del fatturato vendendo

direttamente al turista e sembra che ben il 96% degli enoturisti torni a casa con una piccola

scorta di bottiglie dopo avere visitato una “Strada” (Stima Università Bocconi, 2004)7. Il

turismo del vino, oltre ad avere un effetto “pronto cassa”, lungo le diverse stagioni dell’anno,

mostra una serie di ulteriori vantaggi per i produttori, tra i quali, probabilmente uno dei più

importanti è costituito dall’opportunità di contatto che si viene a creare con i fruitori finali,

utile a sviluppare rapporti futuri ed a valutare le occasioni di servizio. L’enoturismo promuove

lo sviluppo locale e le produzioni vinicole minori (valorizzando i brand territoriali) e

costituisce un’occasione unica per far conoscere direttamente le aziende, costruendone e

diffondendone un immagine genuina e contribuendo alla creazione di un vero e proprio bacino

d’utenza.

L'impatto occupazionale, diretto ed indiretto, delle Strade del Vino è, tuttavia, ancora

marginale, mentre, relativamente alle risorse finanziarie destinate all'attività, nell'anno 2003

sono stati spesi 1.074.482 €, ovvero circa 56.500 € in media per ciascuna delle Strade che

hanno fornito indicazioni su questo punto (un minimo utile per le spese correnti di gestione,

promozione e per la retribuzione di un qualche addetto). Vanno, però, considerati anche alcuni

importanti elementi dinamici relativi al triennio 2001-2003:

− la spesa destinata alle attività è quasi raddoppiata;

− il numero delle manifestazioni promosse annualmente è passato dal valore di 117 nel

2001 a 258 nel 2003;

ogni 100 euro di prodotti agroalimentari acquistati il turista del gusto ne spende 300 in servizi e

altri acquisti nel territorio circostante (Stima: Confartigianato 2004).

Tali elementi dinamici fanno dunque emergere una notevole accelerazione ed espansione del

fenomeno, per cui ad un triennio che potrebbe definirsi “di promozione” potrebbe seguire il

periodo della “raccolta” dei risultati.

1.4 Le Associazioni coinvolte

A livello nazionale, le associazioni coinvolte nel movimento del turismo del vino sono diverse.

Tra le più attive in ambito enoturistico, è importante citare:

− Il Movimento Turismo del Vino;

− L’Associazione “Città del vino”;

− L’Associazione italiana delle enoteche pubbliche e delle strade del vino; 7 Fonte: Il Sole24 ore

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− Slow food;

− L’Associazione Enoteca Italiana di Siena;

− Le Donne del Vino.

1.4.1 Il Movimento Turismo del vino

Il Movimento Turismo del Vino nasce nel 1993, attraverso la costituzione della relativa

Associazione, che opera senza fini di lucro con lo scopo di promuovere le visite dei luoghi di

produzione del vino, al fine di accrescerne il prestigio e creare prospettive di sviluppo

economico.

In quest’ottica la visita delle cantine rappresenta il centro di un processo di valorizzazione del

patrimonio rurale che consente al turista di riappropriarsi delle più autentiche radici culturali

dei territori visitati.

L'associazione annovera attualmente circa mille fra le più prestigiose Cantine d'Italia,

selezionate sulla base di specifici requisiti, primo fra tutti quello della qualità dell'accoglienza

enoturistica.

Gli obiettivi specifici dell’Associazione sono:

− sostenere l'incremento e la qualificazione dei flussi turistici in tutte le aree d'Italia ad

alta vocazione vitivinicola;

− qualificare i servizi turistici delle Cantine e dei distretti vitivinicoli;

− incrementare l'immagine, le prospettive economiche e occupazionali dei territori del

vino;

− fornire le chiavi di lettura per interpretare il fenomeno turistico, alla luce delle attuali

tendenze, comportamenti ed esigenze della domanda di turismo del vino;

− delineare una panoramica delle forme organizzate di gestione e promozione del turismo

enogastronomico.

Le principali manifestazioni fieristiche a livello nazionale in cui è attiva l'associazione sono il

“Vinitaly”, che si tiene ogni anno a Verona nei primi giorni del mese di aprile e che costituisce

la più importante vetrina a livello nazionale, ed il “Salone del Vino” di Torino.

L'associazione cura anche lo specifico settore della ricerca in ambito enoturistico, che si

sostanzia nella collaborazione e nella realizzazione di ricerche specialistiche con Università,

Centri di ricerca e organismi istituzionali.

Il Movimento Turismo del vino, inoltre, organizza e partecipa a convegni, seminari

transnazionali, scambi culturali con partners europei, mentre, per quanto riguarda il

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fondamentale ruolo di comunicazione, l'associazione aggiorna continuamente il suo sito

internet, in cui illustra il catalogo delle cantine socie, con informazioni dettagliate sulla loro

attività e localizzazione territoriale ed una rassegna stampa relativa a premi assegnati,

manifestazioni etc; inoltre realizza opuscoli, depliants, manifesti e locandine.

Il Movimento turismo del vino, inoltre, è attivo nella ideazione e realizzazione di itinerari

enoturistici, individuali o di gruppo, attraverso le cantine socie, con organizzazione di visite e

degustazioni guidate. Gli itinerari, strutturati in modo da coinvolgere punti di ristoro, enoteche,

artigiani e infrastrutture culturali e naturalistiche, sono gestiti in collaborazione con tour

operator locali. Tra le iniziative più interessanti mirate alla qualificazione dei servizi turistici

delle cantine associate e ad incrementare l'immagine, le prospettive economiche e

occupazionali dei territori del vino, vi è il “Decalogo dell’accoglienza”8, certificato dal CSQA,

che costituisce sia un tratto distintivo per le aziende che lo adottano, sia il dichiarato e concreto

impegno dei produttori nei confronti del turista del vino. L’obiettivo è quello di rendere

immediatamente evidente al cliente consumatore la qualità del servizio offerto, attraverso

l’utilizzo di un simbolo: le foglie di vite; quante più foglie sono rilasciate all’azienda, tanto più

rilevante e significativo è il servizio offerto.

L’evento che ha caratterizzato l’attività del “Movimento Turismo del vino” sin dalla sua

nascita, e che ancora ne contraddistingue il ruolo è senza dubbio “Cantine Aperte”, che si

svolge annualmente nell’ultima domenica di maggio presso le cantine socie; dalla prima

edizione (svoltasi nel 1993) ad oggi, la manifestazione ha riscosso un successo crescente, con

una grande partecipazione da parte dei giovani e dei consumatori non abituali di vino, oltre che

degli eno-appassionati, ed un graduale coinvolgimento di cantine attraverso tutto il territorio

nazionale. Il numero complessivo di visitatori ha superato il milione e duecento mila visitatori

nell’edizione 2004, ed il punto di forza dell’iniziativa consiste nella “possibilità di testare le

innovative formule d’accoglienza, studiate dagli imprenditori in occasione di questo

evento[…]destinate a far parte stabilmente dell’offerta enoturistica dell’azienda e dell’intero

territorio interessato[…]sposando in pieno la filosofia complessiva del Movimento e, anzi,

migliorando i parametri di qualità già individuati dal “decalogo dell’accoglienza”, che fa

delle aziende vitivinicole protagoniste dell’ospitalità le vere ambasciatrici del territorio”9.

I dati sulle presenze di visitatori a Cantine Aperte, mostrano come tale manifestazione abbia

raggiunto la fase di maturità, con un numero di presenze che ormai si attesta stabilmente

attorno al milione e duecentomila visitatori. Al fine di orientare i turisti del vino all’interno

8 Si rimanda al sito web http://www.movimentoturismovino.it/, per un’analisi dettagliata degli elementi presi in considerazione e dei requisiti da soddisfare utili al posizionamento di ciascuna azienda nel ranking finale 9 dal sito: http://www.movimentoturismovino.it/cantine_aperte_2005.html, visitato il 20 ottobre 2005

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delle numerose possibilità offerte dagli itinerari enoturistici, il Movimento Turismo del Vino

nel 2005 ha inoltre realizzato “Giravino”, guida al turismo del vino “di qualità”, che fornisce

una ricca serie di informazioni sull’accoglienza, sui vini prodotti e sulla produzione delle

cantine ed aziende vitivinicole aderenti al Movimento stesso.

Tab. 1.3: Presenze di visitatori durante Cantine Aperte dal 2001 al 2004

Manifestazione Visitatori

Cantine Aperte 2001 920.000

Cantine Aperte 2002 1.000.000

Cantine Aperte 2003 1.200.000

Cantine Aperte 2004 1.200.000

1.4.2 L’Associazione “Città del vino”

“Città del vino” è stata istituita a Siena nel 1987 da paesi e città che danno nome ad un vino,

che producono nel proprio territorio vini a denominazione di origine, o che comunque sono

legati al vino per storia, tradizione e cultura; ad oggi10 i Comuni a vocazione vinicola aderenti

sono 540.

L’Associazione opera per la promozione e la valorizzazione delle risorse ambientali,

paesaggistiche, artistiche, storiche e turistiche dei territori del vino, compresi nei Comuni soci.

Tutte le “Città del vino” operano nel rispetto di un codice di comportamento ed aderiscono a un

regolamento che disciplina le modalità di adesione da parte dei Comuni ed il funzionamento

degli organi dirigenti.

La regione italiana che conta il maggior numero di “Città del vino” è il Piemonte, che con 93

comuni aderenti ragguaglia il 21% del totale, seguita dalla Toscana (12%) dalla Sicilia (10%) e

dal Veneto (9%).

Tab. 1.4: Città del vino per regione di appartenenza – prime 6 posizioni

REGIONE n. “Città”

Piemonte 93

Toscana 55

Sicilia 45

Veneto 40

E. Romagna 39

Lombardia 36 Fonte: www.cittadelvino.it

10 Sito web (www.cittadelvino.it/ctdv/index.bfr) visitato il 19 ottobre 2005

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Alla fine del 2004, è stato istituito presso l’Associazione, il primo “Centro Servizi per le Strade

del Vino”, strumento concreto per sostenere lo sviluppo delle strade, con lo scopo di fornire ai

comitati di gestione delle Strade del Vino informazioni su come nascono, si gestiscono e si

sviluppano, e consulenza tecnica su tutti gli aspetti organizzativi (stesura di statuti,

regolamenti, modifiche normative, progetti interregionali tra regioni europee, attività di

formazione per operatori pubblici e privati, progettazione e gestione di eventi).

Si tratta dunque di un’associazione finalizzata ad offrire un utile servizio per quei territori che

vogliono sfruttare al meglio le opportunità, ancora inesplorate, del turismo enogastronomico.

1.4.3 L’Associazione italiana delle enoteche pubbliche e delle strade del vino

L’Associazione è stata istituita a Siena nel 1991, da otto soci fondatori (Siena e Firenze in

Toscana, Gradisca d’Isonzo e Cormons in Friuli Venezia Giulia, Dozza in Emilia Romagna,

Acqui Terme, Barbaresco e Roppolo in Piemonte) ed ha sede presso l’Enoteca Italiana di

Siena.

L’associazione riunisce alcune delle enoteche storiche italiane alle quali sono state aggiunte

strutture più recenti, realizzate in luoghi di particolare attrazione e richiamo per il pubblico:

complessivamente, oggi si stima un transito annuale, presso le venti sedi associate, di un

milione di persone.

Nata dalla volontà e con l’apporto determinante degli enti pubblici, l’associazione ha

valorizzato nel tempo il carattere esclusivo del servizio fornito agli utenti, svolgendo

principalmente una funzione informativa e orientativa nei confronti del consumatore e

realizzando attraverso “enoteche territoriali” una comunicazione volta a fare conoscere i

territori di provenienza dei vini proposti, la cultura ed il tipo di lavorazione alla loro origine.

Le enoteche pubbliche sono selettive, i vini sugli scaffali sono giudicati da organismi di

valutazione sensoriale indipendenti, e rappresentative dei territori vitivinicoli e della loro

cultura enologica.

L’Enoteca italiana di Siena e quella Regionale dell’Emilia-Romagna presso Dozza, svolgono

un ruolo di servizio promozionale per le istituzioni di riferimento (lo Stato Italiano e la

Regione Emilia Romagna) per conto delle quali svolgono attività anche fuori del proprio

territorio per la valorizzazione dei vini di qualità.

Questa funzione si sta estendendo anche per le altre enoteche, dotate di competenze

professionali nella promozione e di una rappresentanza che spesso comprende altri comparti

dell’enogastronomia tipica, attraverso rapporti analoghi con le istituzioni regionali e locali.

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Le enoteche associate11 sono 20: 10 in Piemonte (Barolo, Canelli, Castagnole delle Lanze,

Costigliole d’Asti, Dogliani, Nizza Monferrato, Portacomaro d’Asti, Quaranti, Roppolo,

Vignale Monferrato) 1 in Liguria (Castelnuovo Magra) 2 in Friuli Venezia Giulia (Cormons,

Gradisca d’Isonzo), 1 in Veneto (Pramaggiore), 1 in Emilia Romagna (Dozza), 1 in Toscana

(Siena), 2 nelle Marche (Jesi, Offida), 1 in Abruzzo (Ortona) e 1 in Sardegna (Berchidda).

1.4.4 Slow Food12

Slow Food è un’associazione di livello internazionale, nata in Italia nel 1986, che conta oggi

circa 83.000 iscritti, con sedi in Italia, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Francia, Giappone, oltre

a rappresentanze in 107 paesi diversi; gli obiettivi prioritari sono quelli di contrapporsi alla

standardizzazione del gusto, difendere la necessità di informazione da parte dei consumatori,

tutelare le identità culturali legate alle tradizioni alimentari e gastronomiche.

Più specificamente, Slow food si impegna nella salvaguardia dei cibi, delle tecniche colturali e

di trasformazione ereditate dalla tradizione, nella difesa della biodiversità delle specie coltivate

e selvatiche, nonché nella protezione di luoghi conviviali che per il loro valore storico, artistico

o sociale fanno parte anch’essi del patrimonio gastronomico.

La rete degli oltre 83.000 associati di Slow Food è suddivisa in sedi locali, denominate

Condotte in Italia e Convivia nel mondo, coordinate da un Convivium leader, che organizzano

periodicamente corsi, degustazioni, cene e viaggi enogastronomici. Ad oggi, sono attivi più di

800 Convivia in 50 paesi.

Slow Food organizza eventi nazionali ed internazionali per promuovere nel mondo la difesa dei

sapori tipici: tra questi il “Salone del Gusto”, una delle più grandi fiere mondiali del cibo di

qualità e del vino, tenuta ogni due anni al Lingotto di Torino, “Cheese”, fiera biennale tenuta a

Bra in provincia di Cuneo e “Slowfish”, esibizione annuale presso Genova.

Nel 2003 Slow Food ha creato la Fondazione per la Biodiversità, una società non-profit

indipendente la cui missione principale è quella di finanziare (attraverso contributi pubblici e

privati) e organizzare progetti indirizzati alla salvaguardia della biodiversità agricola e dalle

tradizioni enogastronomiche quali la “Arte del gusto”, ed i “Presidi”. Il progetto “Arte del

gusto” nasce con il fine di scoprire, catalogare e salvaguardare i piccoli produttori che

realizzano prodotti di qualità, mentre i “Presidi” sono unità organizzative che promuovono tali

prodotti, al fine di garantirne il loro futuro commerciale ed economico ed allo stesso tempo

favoriscono la tutela del territorio e creano nuove opportunità occupazionali. 11 Sito web (http://www.assoenoteche.it/home.htm) visitato il 20/10/2005. 12 Per maggiori informazioni si visiti il sito dell’associazione: www.slowfood.com.

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1.4.5 Le Donne del Vino

L'Associazione nazionale “Le Donne del Vino” nasce nel 1988 al fine di enfatizzare il ruolo

delle donne ed il loro potere decisionale nelle strategie adottate dalle aziende vitivinicole e

rappresenta dunque un particolare aspetto, in un settore di impronta storicamente maschile

rappresentando un fenomeno associativo unico al mondo. Questo ente è costituito da

produttrici, ristoratrici, enotecarie, enologhe, sommelier e giornaliste, che in tutta Italia con la

loro attività promuovono la cultura del vino; l’associazione è in prima linea nella promozione e

nell’organizzazione di manifestazioni a livello locale, nazionale e internazionale, privilegiando

i messaggi ed i contenuti che fanno leva sulle emozioni legate alla “civiltà del vino” attraverso

una comunicazione moderna e anticipatrice: a seguito dei notevoli cambiamenti che si sono

manifestati nel mondo del consumo, che include sempre più “consumatrici”, l’associazione

promuove una cultura del gusto e della qualità del vino che incontri esigenze “femminili”,

favorendo il piacere di gustarlo in modo consapevole, conoscendone in profondità le

caratteristiche, per arrivare ad abbinarlo correttamente ai cibi. Un altro “punto forte” di questo

ente è la consapevolezza dell’importanza di diffondere la cultura del vino di qualità presso i

giovani, che si sono rivelati, negli ultimi anni, particolarmente attenti e curiosi e che

costituiscono un importante sbocco di mercato.

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2 - Le Strade del vino in Sicilia

2.1 Premessa

Il vino riflette nelle sue peculiarità di colore, olfattive e di gusto oltre che nell’immagine

che lo distingue, sia il territorio di provenienza che gli uomini che lo hanno realizzato:

incontrare il produttore e visitare la zona in cui le viti sono state allevate e curate ed il vino

prodotto ed affinato, incorpora un valore aggiunto di grande rilievo alla bottiglia che siamo

soliti scegliere tra i ripiani eleganti di un’enoteca o negli scaffali di un supermercato.

Negli ultimi venti anni, il consumo di vino ha compiuto un’evoluzione radicale e mostra

segnali di forte crescita nelle regioni non produttrici, che tuttavia corrispondono a

quantitativi ancora piuttosto contenuti in valori assoluti, mentre ha subito un grosso calo

quantitativo nelle regioni tradizionalmente produttrici, con un’evoluzione degli stili di

consumo che manifestano una forte perdita di interesse verso il vino come prodotto

quotidiano da pasto; allo stesso tempo si va sempre più affermando il consumo di vino

finalizzato al godimento personale ed alla soddisfazione di un piacere, con un incremento

consistente, nei diversi mercati internazionali, del consumo di vino di qualità, fortemente

legato al terroir e preferibilmente ottenuto da uve di vitigni autoctoni.

In questo contesto molti consumatori sono diventati sempre più interessati a conoscere ed

approfondire il legame esistente tra il vino ed il territorio di provenienza e curiosi di

conoscere le varietà usate per ottenere quel vino e di visitare i luoghi di coltivazione e

produzione.

L’incremento dell’interesse nei confronti del turismo del vino riflette questa nuova ricerca

da parte dei consumatori di esperienze più profonde e consapevoli legate al consumo di

vino, in un blend unico tra piacere, conoscenza delle tecniche di produzione del vino, di

coltivazione dell’uva ed esplorazione dei tesori culturali, storici e sociali che le regioni del

vino hanno custodito e continuano a conservare ancora oggi13.

Dall’emanazione della legge nazionale sulle “Strade del vino” sono passati 6 anni, ed oggi,

in tutto il territorio italiano, si contano 130 strade, percorse da circa cinque milioni di

enoturisti, per un giro d’affari annuo di circa 2.000 milioni di euro di consumi turistici

legati al vino: Censis Servizi calcola che ogni dieci euro spesi in cantina altri cinquanta

13 A tal proposito si consiglia la lettura dei seguenti testi: Antonioli Corigliano Magda, Strade del vino ed enoturismo. Distretti turistici e vie di comunicazione, Franco Angeli e Riccardo Pastore, Il marketing del vino e del territorio: istruzioni per l’uso, Franco Angeli

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vengono “spalmati” sul territorio e che la spesa media degli enoturisti è di 25 euro per

l’acquisto di vino e quasi il doppio per altri prodotti tipici. Si tratta di pochi numeri che

riescono a fotografare l’importanza del settore e, soprattutto in una fase di rallentamento da

parte della domanda turistica, riescono a dare un’idea delle grandi potenzialità del turismo

enogastronomico come volano per l’economia rurale di regioni con una spiccata

vocazionalità agricola e turistica come la Sicilia.

2.2 Leggi e disposizioni regionali sulle “Strade del vino” in Sicilia

La Regione Siciliana ha emanato la propria legge sulle strade del vino il 2 agosto 2002, con

la Legge n. 5 pubblicata nella GURS n. 36 del 09/08/02. Il titolo I detta le norme relative

alla “Istituzione delle strade e delle rotte del vino” di cui di seguito sono tracciate le linee

generali. L’articolo 1 definisce le Strade come: “Itinerari turistici lungo i quali insistono

vigneti, cantine di aziende agricole, enoteche, musei della vite e del vino, centri di

informazione e accoglienza, aziende specializzate in produzioni tipiche e di qualità,

strutture turistico ricettive, valori naturali, culturali e ambientali. Nell'ambito delle strade e

delle rotte del vino la continuità territoriale fra tratti della fascia costiera e fra la costa e le

isole minori è assicurata anche mediante l'apposizione del simbolo identificativo della

Strada e l'istituzione di centri di informazione e di accoglienza sui mezzi di trasporto

marittimi pubblici e privati e nei porti.”

Gli articoli 2 e 3 trattano invece degli strumenti di organizzazione, gestione e fruizione

delle strade del vino.

La Regione Siciliana nel definire la gestione e la fruizione delle strade del vino, prevede i

seguenti strumenti:

− il disciplinare tipo delle Strade redatto sulla base dello schema predisposto

dall'Istituto regionale della vite e del vino;

− il comitato promotore;

− il comitato di gestione;

− le guide e il materiale illustrativo, divulgativo e promozionale.

L’articolo 4 equipara le attività ricreative, culturali e didattiche, svolte da aziende agricole

nell'ambito delle Strade, alle attività agrituristiche, come disciplinate dalla vigente

legislazione regionale in materia.

Gli articoli 5 e 6 istituiscono, rispettivamente, l’Enoteca regionale della Sicilia cui possono

aderire associazioni di produttori vitivinicoli riconosciute, enti pubblici e privati che

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operano nel settore vitivinicolo ed i Musei della vite e del vino la cui realizzazione sarà

portata avanti da parte del comitato di gestione della Strada, degli enti locali o di altri

soggetti pubblici e privati. Per la realizzazione dell’Enoteca regionale si utilizzeranno i

fondi della misura 4.13 del Por.

La gestione dei Musei sarà invece finanziata coi proventi derivanti dallo svolgimento delle

attività espositive e delle altre attività e servizi ad esse connesse, nonché con le donazioni e

i finanziamenti a scopo pubblicitario e promozionale di soggetti privati.

Tali iniziative rappresentano una grande occasione per la promozione culturale del

territorio e la valorizzazione del vino siciliano oltre che uno strumento essenziale per

avvicinare i giovani ad una maggiore cultura enologica, legata alle caratteristiche del

territorio.

L'Enoteca regionale, con due sedi, una nella Sicilia occidentale presso Alcamo14 e l'altra

nella Sicilia orientale presso Castiglione di Sicilia15, avrà i seguenti compiti:

− presentare una selezione dei vini regionali, in una sede dagli adeguati requisiti

storici e architettonici;

− svolgere un'azione di valorizzazione e promozione dei vini;

− organizzare corsi e stage formativi;

− promuovere la cultura vitivinicola anche mediante la produzione e la

divulgazione di materiale informativo ed editoriale.

Nell’ambito della misura 4.13 del POR Sicilia 2000-2006, “Commercializzazione di

prodotti di qualita’”, sottomisura a: “Sostegno alla commercializzazione di prodotti di

qualità”, Azione 2: Enoteca regionale e network di enoteche locali16, l’Assessorato

Agricoltura e Foreste ha previsto la realizzazione di “enoteche locali in edifici di

particolare pregio architettonico e di rilevante interesse “storico- culturale nonché

l’adeguamento e l’arredamento degli stessi ai servizi dell’enoteca” con l’obiettivo

principale di “valorizzare i vini di qualità siciliani” ed il “sistema territorio” al fine di

promuovere lo sviluppo rurale di determinate aree geografiche e la conoscenza del

patrimonio agricolo, culturale e paesaggistico-ambientale della Sicilia17. Le risorse

14 Castello medievale dei Conti di Modica 15 Castello Normanno-Svevo di Lauria 16 Art. 19 della L.R. n. 20 del 3 dicembre 2003 ed art.5,della L.R. n. 5 del 2 agosto 2005 17 Le enoteche locali ammesse a finanziamento a seguito del Decreto 12 gennaio 2006 sono: enoteca locale della strada del vino “Erice DOC” (Ex albergo diurno), enoteca locale della strada del vino di Marsala “Terre d’occidente” (Palazzo Fici), enoteca locale della strada del vino “Terre Sicane” (Palazzo Planeta), enoteca locale della strada del vino “dei castelli Nisseni” (Castello Arabo-Normanno), enoteca locale della strada del vino “Cerasuolo di Vittoria dal Barocco al Liberty” (Castello Enriquez), enoteca locale della strada del vino del “Val di Noto” (Palazzo Nicolacci), enoteca locale della strada del vino “dell’Etna” (Palmento Arena), enoteca locale della

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finanziarie pubbliche previste dal bando ammontano a 3,4 milioni di euro, con una spesa

ammissibile di 500 mila euro per ogni sede dell'Enoteca regionale e di 300 mila euro per

ciascuna Enoteca locale.

Per quanto riguarda i Musei della vite e del vino, nell'ambito di ciascuna Strada potrà

esserne istituito uno con i seguenti compiti:

− presentare collezioni di oggetti e di materiale documentario con carattere di

unicità nell'ambito della Strada e di originalità a livello regionale;

− realizzare iniziative didattiche ed educative finalizzate alla conoscenza dei

diversi aspetti culturali della produzione vitivinicola della Strada;

− costituire in un’apposita sezione un’enoteca dell'area vitivinicola interessata,

presentando una selezione dei vini della Strada e svolgendo attività di

degustazione e di vendita dei vini e dei prodotti tipici della Strada.

L’articolo 7 prevede la realizzazione di centri di informazione e di accoglienza che

forniscano informazioni specifiche sull'area vitivinicola e sulle caratteristiche della Strada,

sui servizi offerti dalle aziende e dagli altri soggetti che fanno parte della Strada stessa.

L’articolo 8 fissa gli standard di qualità minimi in accordo con quelli determinati dal

Ministero delle politiche agricole ai sensi dell'articolo 3 della legge nazionale sulle Strade

del Vino n. 268 del 1999, mentre l’articolo 9 prevede che le caratteristiche della

cartellonistica siano predisposte specificamente per ciascuna strada dall'Istituto regionale

della vite e del vino ed approvate dall'Assessore regionale per l'agricoltura e le foreste.

L’articolo 10 prevede le modalità di finanziamento degli interventi ai diversi soggetti

coinvolti (comitati di gestione, enti locali, aziende vitivinicole ed Istituto regionale della

vite e del vino) in accordo con le assegnazioni dell’articolo 4 della legge 268 del 1999 che

prevede che lo Stato possa cofinanziare leggi di spesa regionale per interventi di

adeguamento delle aziende e dei punti di accoglienza e di informazione locale agli standard

del disciplinare delle strade del vino. Gli interventi finanziabili sono i seguenti:

− creazione del simbolo identificativo della Strada e della specifica segnaletica

riferita alla strada del vino;

− creazione o adeguamento dei centri di informazione e di accoglienza delle

strade del vino riconosciute;

strade e rotte del vino della provincia di Messina (Monastero Benedettino S. Placido Colonerò), enoteca locale della strada del vino e dei sapori “delle Madonne sul percorso della Targa Florio” (Ex mercato ittico).

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− creazione di musei della vite e del vino mediante istituzione di nuovi musei o

ampliamento e allestimento di musei già esistenti. Non potrà essere finanziato

più di un museo per ogni strada del vino;

− adeguamento ai requisiti di qualità previsti all'articolo 8;

− creazione del simbolo identificativo regionale, di materiale divulgativo e

informativo riguardante la generalità delle Strade, compresa la realizzazione di

materiale multimediale.

I successivi articoli riguardano l’istanza di riconoscimento dei soggetti promotori (Art. 12),

la Norma di salvaguardia comunitaria (Art. 13) ed i Contributi de minimis alle unioni di

ristoratori e alle associazioni (Art. 15).

E’ importante rilevare infine, che nella legge regionale sulle strade e rotte del vino, non

sono stati recepiti due articoli di grande interesse della legge nazionale n.268 del 1999,

ovvero l’articolo 5 che prevede che le disposizioni della “Legge sulle Strade e le Rotte del

Vino” si possano applicare anche per la realizzazione di strade finalizzate alla

valorizzazione, anche congiunta, di altre produzioni di qualità, in particolare strade

dell’olio, e l’articolo 6 che prevede che le Regioni determinino tempi e modalità per

l’adeguamento e il riconoscimento delle strade del vino e dell’olio già esistenti.

In attuazione della legge regionale, con decreto del 15 gennaio 2003 dell’Assessorato

Agricoltura e Foreste, è stato pubblicato il “Disciplinare tipo delle Strade e rotte del vino”,

sulla G.U.R.S. n. 3 del 17.01.2003. Tale decreto fissa in 17 articoli gli standard minimi di

qualità relativi ai percorsi individuati per quanto riguarda i seguenti aspetti:

− Standard minimi delle Strade

− Soggetto responsabile

− Tipologia dei soggetti aderenti alle Strade

− Standard di qualità delle aziende vitivinicole e delle cantine delle Strade

− Standard di qualità delle aziende agrituristiche delle Strade

− Standard di qualità degli esercizi autorizzati alla somministrazione di pasti,

alimenti e bevande delle Strade

− Enoteca regionale

− Standard di qualità delle enoteche delle Strade

− Standard di qualità delle imprese turistico-ricettive delle Strade

− Standard dei Musei della vite e del vino aderenti alle Strade

− Standard di qualità delle aziende specializzate in produzioni tipiche e di qualità

aderenti alle Strade

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− Standard di qualità per le imprese artigiane aderenti alle Strade

− Standard di qualità delle istituzioni e delle associazioni culturali aderenti alle

Strade

− Criteri per la definizione dell'immagine delle Strade

− Procedure per il riconoscimento della Strada

Dall’emanazione della legge ad oggi18, sono state istituite undici Strade del vino (tra

parentesi è indicato l’anno di istituzione):

− Strada del vino di Marsala – Terre d’Occidente (2004);

− Strada del vino Alcamo DOC (2004);

− Strada del vino di Terre Sicane (2004);

− Strada del vino dell’Etna (2004);

− Strada del Vino DOC Monreale (2005);

− Strada del Vino del Cerasuolo di Vittoria: dal Barocco al Liberty (2005);

− Strada del Vino dei Castelli Nisseni (2005);

− “Vino Erice Doc” (2005);

− “Val Di Noto” (2005);

− Strada del vino di Mazara (2005);

− Strada e rotta del Vino della Provincia di Messina (2005).

Tuttora in corso sono le procedure istruttorie per l’istituzione di altre “Strade del vino” in

Sicilia:

− Isola Ferdinandea Terre di Sciacca, Burgio, Caltabellotta e Ribera;

− Strada dei Vini e dei Sapori delle Madonie sul percorso della Targa Florio.

2.3 La vitivinicoltura in Sicilia: quadro d’insieme19

Il sistema vitivinicolo siciliano, con un volume d’affari vicino ormai ai 500 milioni di euro,

rappresenta il comparto di punta del sistema agroalimentare siciliano in termini di

competitività ed evoluzione degli assetti produttivi, ragguagliando circa il 15% del valore a

prezzi di base della produzione agroalimentare siciliana ed il 12 % della totale occupazione

agricola.

18 in data 10 Marzo 2006 19 Per approfondimenti si vedano il Rapporto sulla FIliera vitivinicola 2003, e le Tavole Statistiche del Convegno: “Verso il superamento del dualismo vitivinicolo”, a cura dell’autore, disponibili in formato pdf nel sito: www.coreras.it

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La Sicilia è terra vocata alla produzione vitivinicola: le specificità territoriali, la natura dei

suoli, la piattaforma ampelografica, il clima e le genti trovano poliedriche espressioni e

caratteristiche variegate, dando luogo a vini di vasta gamma tipologica e qualitativa, come

dimostrano le 22 aree a Doc, il recente conseguimento della DOCG per il Cerasuolo di

Vittoria ed i 7 vini ad IGT.

La vitivinicoltura siciliana non ha tuttavia espresso tutte le sue potenzialità produttive in

termini di qualità e tipologie, in coerenza con l’evoluzione della domanda nazionale ed

internazionale di vino, sia per quanto riguarda i vini derivanti dalle numerose varietà

autoctone, sia per i vitigni di varietà alloctone.

La superficie totale destinata a uva da vino in Sicilia è scesa gradualmente dai 165,4 mila

ettari del quinquennio 1983-1987, ai 140,1 mila del quinquennio 2002-2006, registrando in

tale periodo una riduzione del 15,3 %; parallelamente, la produzione media annuale di uva

è passata dai 14,9 milioni di quintali (quinquennio 1983-1987) a 9,19 milioni di quintali

(quinquennio 2002-2006).

La produzione di vino, dagli 11,7 milioni di ettolitri (media 1983-87), che rappresentavano

il 15,8% della produzione nazionale, è passata ai 7,25 milioni di ettolitri (media del

quinquennio 2002-2006), che rappresentano il 13,8% della produzione nazionale, con una

netta diminuzione quindi del contributo dell’isola alla produzione di vino dell’intera

penisola.

Nel 2004 in Sicilia la produzione di vini a denominazione di origine ha toccato 193 mila

ettolitri, con una produzione media del quinquennio 2000-2004 pari a 174,8 mila ettolitri,

pari solamente all’1,4% del dato medio nazionale (quinquennio 2000-2004); l’incidenza

della produzione di vino a Doc siciliano sulla produzione di vino a Doc in Italia, risulta

dieci volte inferiore all’incidenza della produzione di vino siciliano sul totale prodotto in

Italia e denuncia una bassa qualificazione delle produzioni enoiche siciliane, ma rivela

altresì l’opportunità, per le imprese vinicole regionali, di qualificare maggiormente l’offerta

di vino.

La maggior parte della produzione siciliana di vini a denominazione d’origine è concentrata

nella Sicilia occidentale con il Marsala, che nel 2004 ha rappresentato il 62,4% del totale;

considerando la media del periodo 2000-2004, il Marsala occupa la prima posizione con il

56,8% del totale, seguita dall’Alcamo DOC con il 8,8%, dall’Etna e dal Moscato di

Pantelleria, con, rispettivamente il 6,9% ed il 5,7%, dal Cerasuolo di Vittoria con il 5,6% e

dalla Menfi DOC con il 2,96%; la Monreale e la Riesi Doc, sebbene da poco riconosciute,

cominciano a manifestare la propria presenza in termini qualitativi e quantitativi. Le

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produzioni di vino a Igt rappresentano una realtà molto importante della vitivinicoltura

siciliana e mostrano un andamento produttivo in forte crescita, in contrapposizione con

quello dei vini a Doc, discontinuo e su quantitativi modesti, dai 383,6 mila ettolitri di vino

prodotti nel 1995, nel 2004 la produzione di vino ad IGT in Sicilia ha raggiunto 1,98

milioni di ettolitri.

La filiera vitivinicola siciliana è caratterizzata da un universo di strutture, orientamenti e

politiche imprenditoriali assai diversificate: emergono nel panorama internazionale le

imprese siciliane dotate di un intenso dinamismo evolutivo, che rappresentano una quota

minoritaria (15-20%) ma importante della produzione vitivinicola siciliana, soprattutto in

termini di immagine e “rappresentatività” dell’intero panorama di produzioni offerte.

Tali imprese caratterizzate da sistemi organizzativi e strutture produttive basate su alta

professionalità e su gestioni fortemente “marketing oriented”, si affiancano alle strutture

cooperative, principalmente costituite dalle cantine sociali, il cui ruolo si sta oggi

evolvendo dalla semplice concentrazione delle produzioni d’uva polverizzate sul territorio

e successiva prima trasformazione del prodotto, alla necessità ed opportunità di effettuare

l’imbottigliamento a seguito di processi enologici attenti alla qualità delle realizzazioni e di

indirizzare le proprie produzioni nei mercati al consumo locali ed extralocali.

In termini numerici, la realtà produttiva delle aziende che confezionano vino è costituita da

455 imprese vitivinicole20 (88,6% private, 11,4% associate), di cui appena 18

rappresentano il 61,7% del vino confezionato da destinare ai mercati di riferimento;

secondo la stessa indagine, il volume complessivo del vino confezionato nel 2004 è stato

pari a 1.139.965 Hl (di cui più del 95% è confezionato in vetro) mentre la suddivisione

delle aziende che confezionano per classe produttiva, mostra, in termini numerici, un 5,4%

di aziende piccolissime, un 38,30% di aziende piccole, una 47,40% di aziende medie ed un

8,9% di aziende grandi21. L’osservatorio sulle aziende imbottigliatrici del settore

vitivinicolo siciliano22, ha segnalato, nel 2004, 346 aziende che imbottigliano (su 358

censite), per un volume complessivo di 134.679.063 pezzi (6.726.595 in brick-bag in box e

127.952.468 bottiglie); le aziende cooperative rappresentano il 22,9% del confezionato con

30.857.095 pezzi, mentre andando a considerare la suddivisione della produzione in base

alla dimensione aziendale, emerge che appena 27 aziende (il 7,8% in termini numerici),

confezionano il 75,35% del totale (101.475.463 pezzi), 78 aziende (il 22,54% in termini 20 Vedi “Il settore vitivinicolo siciliano”, a cura dell’IRVV, marzo 2006 21 Aziende piccolissime, imbottigliano al di sotto di 5.000 bottiglie; aziende piccole, confezionano tra 5.000 e 50.000 bottiglie; aziende medie, confezionano tra 50.000 e 500.000 bottiglie; aziende grandi, confezionano più di 500.000 pezzi. 22 Vedi I Rapporto del 2004, a cura di S. Torcivia, I.S.I. editore, Palermo.

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numerici), imbottigliano 24.890.000 pezzi (18,48%) e le restanti 241 aziende (ben il

69,65% in termini numerici) confezionano appena il 6,17% del totale (8.313.600 pezzi).

L’andamento delle esportazioni di vino siciliano risente di problemi strutturali ed

organizzativi che investono ancora gran parte della filiera; si osserva infatti una scarsa

integrazione verticale ed il processo che dalla vendemmia giunge alla commercializzazione

del vino confezionato spesso si interrompe per dar luogo ad un complesso di scambi

intermedi di vasta entità, che riguardano più le uve ed il vino sfuso che il vino

confezionato. I dati aggregati delle esportazioni di vino e mosto siciliano, dal 1993 al 2005,

mostrano un andamento delle vendite assai discontinuo sia per le quantità che per i valori

totali; la quantità di vino esportato è stata di 1,24 milioni di ettolitri nel 1993 ed ha

raggiunto il valore massimo di circa 2,20 milioni di ettolitri nel 1999 per poi decrescere

sensibilmente negli ultimi due anni fino a raggiungere 356.036 ettolitri nel 2005; la quantità

media di vino siciliano esportato nell’ultimo quinquennio è stata di circa 0,64 milioni di

ettolitri. L’andamento del valore delle esportazioni ha seguito un andamento simile a quello

delle quantità sino al 2003: dai 31,3 milioni di euro esportati nel 1993, si è giunti ai 72,3

milioni di euro nel 2003, con un valore massimo nel 1999 di quasi 103 milioni di euro di

vino esportato, mentre nel 2004 e nel 2005, nonostante la quantità di vino esportata sia

diminuita, il valore delle esportazioni complessive è prima aumentato (+12,7% nel 2004)

passando da 72,3 a 81,4 milioni di euro, per poi decrescere nell’anno successivo in cui il

valore delle esportazioni totali di vino siciliano è stato di 78,8 milioni di euro. L’andamento

delle esportazioni segnala una tenuta dei valori superiore a quella delle quantità, mostrando

uno spostamento della tipologia esportata verso i vini confezionati a scapito di quelli sfusi,

dato che è confermato dal notevole innalzamento del valore dei vini esportati che, dal 1999

al 2005, è più che quadruplicato, indicando un apprezzamento continuo nel tempo delle

produzioni di vino siciliano nei mercati internazionali (il valore medio del totale delle

esportazioni è stato di 0,49 €/litro nel 1999 e di 2,21€/litro nel 2005).

L’andamento delle esportazioni di vino siciliano, sfuso e confezionato, dal 2000 al 2005,

indica chiaramente che le differenze notevoli nelle vendite del vino da un anno all’altro, si

sono registrate per i vini sfusi, anonimi e poco curati dal punto di vista della qualità

dell’uva in campo e delle tecniche di vinificazione ed affinamento in cantina, mentre i vini

di cui il consumatore riesce ad individuare ed intendere le caratteristiche qualitative, anche

attraverso confezioni, marchi aziendali e territoriali ben riconoscibili, presentano un

andamento delle esportazioni in continua crescita e ben riescono a sopportare momenti di

crisi dell’economia internazionale e delle esportazioni come quello attuale.

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Il prezzo medio per litro delle esportazioni di vino confezionato (2,5 euro/litro), si è

mantenuto su livelli decisamente più elevati rispetto al prezzo dello sfuso (0,5 euro/litro),

ed è variato in un intervallo, compreso tra i 2,3 euro del 1999 ed i 2,9 euro del 2003

(2,6€/litro nel 2005), manifestando una tendenza marcata alla crescita dei valori medi.

I prodotti sfusi siciliani trovano sbocco nelle esportazioni a basso prezzo, così come nel

mercato al consumo interno, nella distillazione e nella produzione di mosti muti,

concentrati e concentrati rettificati, offrendo alle aziende vitivinicole ridotti margini di

guadagno.

Nelle vendite dei vini confezionati si osserva invece una crescita delle richieste e del

gradimento dei consumatori, nonché una buona tenuta delle performances nei periodi di

crisi: gli operatori riescono a collocare la loro produzione nei mercati di destinazione e ad

internalizzare una quota consistente del valore aggiunto attraverso un elevata integrazione

verticale delle produzioni. Nel caso delle etichette di vino siciliano più prestigiose, il

soddisfacimento della domanda dei mercati internazionali è spesso ancora fortemente

limitato dalle disponibilità aziendali di vino di qualità.

Negli ultimi anni quindi la consapevolezza di dovere orientare le produzioni aziendali verso

un incremento della qualità e della quota di imbottigliato sta diventando parte integrante

delle politiche aziendali, sia delle imprese vinicole siciliane più affermate, sia di tante altre

strutture di produzione e trasformazione emergenti, private e non. Si determina pertanto,

una forte spinta al cambiamento anche per le cantine sociali che, attualmente attraversano

un momento di profonda rivoluzione, sia degli orientamenti produttivi in campo che della

trasformazione in cantina e della commercializzazione verso i mercati extraregionali.

La propensione all’esportazione delle imprese vitivinicole siciliane, risulta comunque

ancora bassa rispetto alla produzione complessiva, specie in rapporto con le altre regioni

italiane produttrici di vino. Le vendite all’estero di vini siciliani hanno rappresentato una

quota media nel decennio 1995-2004 pari al 18,2% delle produzioni complessive di vino

dell’isola mentre, nel 2004, le esportazioni hanno riguardato solo il 6,1% della produzione

totale di vino siciliano, valore sensibilmente inferiore alla media, a causa della negativa

congiuntura internazionale.

2.4 Le strade del vino in Sicilia: verso un sistema di attori integrato

Quando si parla di “Turismo del territorio”, “Turismo enogastronomico” e “Turismo del

vino”, si fa spesso riferimento alla disponibilità di una rete reale di offerta di servizi

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integrati che consentono al turista di diventare “protagonista” del territorio, di apprezzarne

e goderne in maniera approfondita ed intensa le vaste potenzialità (il concetto di “Turismo

del vino” mal si associa al turismo di massa caratterizzato da un approccio “mordi e

fuggi”); dalla cantina al ristorante tipico, dall’albergo ai produttori di vino, dagli uffici di

promozione ed informazione alle guide, dal produttore artigianale all’enoteca locale, tutte

le risorse e gli attori di una realtà territoriale quale la “Strada del vino”, devono interagire

gli uni con gli altri al fine di creare ed offrire un prodotto finale ricco di esperienze e

connotazioni culturali, sensoriali e di relazioni con l’ambiente di riferimento.

La Sicilia, con un patrimonio naturalistico, artistico, archeologico, culturale e vitivinicolo

sicuramente di eccellenza oltre che inimitabile e di indiscusso rilievo in ambito

internazionale potrebbe giocare un ruolo di primo piano nel creare un sistema di offerta

integrato attraverso le “Strade del vino”.

I fattori critici e costitutivi delle “Strade”, estremamente specifici per ogni realtà territoriale

presa in considerazione, sono legati fortemente al binomio territorio-vino con il quale

interagiscono i diversi soggetti-attori del sistema; da un’offerta facilmente individuabile,

perché costituita da un elemento materiale qual’è il vino, si sta dunque cercando di passare

negli ultimi anni ad un’offerta ben più articolata e complessa in cui gli elementi materiali si

sposano a quelli immateriali, con le componenti relative alla qualità del servizio e

dell’accoglienza dei fruitori che diventano fondamentali per la riuscita delle iniziative

proposte. Le “Strade del vino” da un ottica quindi fortemente legata al prodotto (non

bisogna dimenticare che le strade del vino sono sempre esistite, venendo a delineare

percorsi e rotte seguite per il trasporto, lo stoccaggio e la commercializzazione del vino),

vanno sempre più caratterizzandosi per una connotazione fortemente legata alla fruizione,

sia delle produzioni enologiche, sia del territorio, della cultura, delle tradizioni e della storia

che le caratterizzano e che le rendono uniche ed irripetibili.

Da ciò risulta chiaro quanto le “Strade” siano costituite da un insieme integrato di fattori ed

attori che tanto più interagiscono, quanto più danno forza e corpo alla loro offerta.

Al fine di identificare i punti di forza e di debolezza, nonché le caratteristiche di un sistema

tanto complesso ed articolato, abbiamo effettuato un primo giro di interviste tra attori

istituzionali ed imprenditori particolarmente rappresentativi perché operanti nell’ambito

turistico (Assessorato regionale al Turismo, Agenzie Provinciali di promozione e sviluppo

del Turismo), in quello enologico (Imprese enologiche di riferimento del sistema

vitivinicolo regionale, Assovini, Istituto Regionale della Vite e del Vino ed Associazioni

delle Strade del Vino), in quello della programmazione economica relativa al settore

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agroalimentare (Assessorato Regionale Agricoltura e Foreste, Servizio Regionale

Repressione Frodi) ed infine studiosi ed esperti di Marketing agroalimentare.

Tab. 2.1: Numero di interviste e qualifiche degli intervistati

ISTITUZIONE, ENTE O CATEGORIA N. interviste e qualifica

REGIONE SICILIA - Assessorato Agricoltura e Foreste

- Servizio V - Produzione Vegetale; impianti Agro-industriali 2 dirigenti

- Servizio IX - Servizi allo Sviluppo 1 Dirigente

- Area I - Interdipartimentale Servizi comuni ai Dipartimenti 1 Dirigente

REGIONE SICILIA - Assessorato al Turismo

- Dipartimento Turismo, Sport e Spettacolo 1 Dirigente

- Osservatorio Turistico 1 Dirigente

Istituto Regionale della Vite e del Vino 1 Dirigente Assovini 1 Dirigente

Professionisti in campo enologico 2 Esperti in Marketing e Comunicazione

Aziende vitivinicole 3 Responsabili aziendali 2 Responsabili della Comunicazione

Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (TP) 1 Dirigente Totale interviste effettuate 14

Preliminarmente sono stati presi in considerazione i principali fattori che caratterizzano i

sistemi enoturistici siciliani:

− Infrastrutture presenti (rete stradale, segnaletica e presenza di centri di accoglienza ed

informazione degli enoturisti);

− Produttori (professionalità, attrattività delle cantine, ospitalità verso i turisti, comitati di

gestione delle strade del vino);

− Vino (qualità dell’offerta, ampiezza della gamma di prodotti, prezzo, offerta di confezioni

“ad Hoc”);

− Servizi offerti (presenza di enoteche, di centri di accoglienza ed informazione, di

degustazioni guidate, di manifestazioni ed iniziative legate al vino, di visite in cantina e

di pacchetti enoturistici);

− Beni ambientali (presenza di riserve naturali, parchi, boschi, spiagge attrezzati e

stabilimenti balneari);

− Beni culturali (presenza di siti archeologici e musei, di bagli agricoli attrezzati, di musei

del vino e di centri storici attrattivi).

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15,4%

23,1%

23,1%

30,8%

7,7%

76,9%

23,1%

46,2%

38,5%

15,4%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Rete Stradale Segnaletica Strutture per l'accoglienzadegli enoturisti

non sa non risp.

mediam. forte

debole

m. debole

ininfluente

Graf. 2.1: Fattore Infrastrutture

Si tratta di un insieme di elementi che solo in parte riescono ad inquadrare la complessità

dei sistemi enoturistici e che non si adattano necessariamente a ciascuna delle strade del

vino presenti in Sicilia (per esempio le “Spiagge attrezzate” non saranno sicuramente un

elemento caratterizzante della “Strada del vino dei Castelli Nisseni”) ma che insieme

contribuiscono a delineare un quadro ricco di informazioni ed indicazioni utili sia agli

operatori che ai pianificatori. Dalle interviste è emerso che gli attori istituzionali, gli

imprenditori e gli esperti intervistati hanno considerato il livello di sviluppo

dell’enoturismo in Sicilia embrionale nell’84,6% e medio nel 15,4% dei casi.

Andando ad analizzare i punti di forza e di debolezza che caratterizzano le “Strade del

vino”, in Sicilia, è emerso che dal punto di vista delle infrastrutture (vedi graf. 2.1) le

carenze più manifeste sono a carico della segnaletica relativa risultata “molto debole” nel

76,9% dei casi e “debole” nel restante 23,1%.

Altra forte carenza registrata ha riguardato la presenza di centri per l’accoglienza degli

enoturisti che è risultata complessivamente scarsa (84,6% sommando il “molto debole” ed

il “debole e “mediamente forte” per il restante 15,4%); la rete stradale, trattandosi di

turismo rurale, e quindi di turisti ben motivati a raggiungere luoghi di non facile

transitabilità, ha registrato risultati lievemente migliori, risultando “ininfluente” nel 15,4%

Page 37: strade del vino completa corretta · 2017. 5. 22. · 2 - Le Strade del vino in Sicilia 24 2.1 Premessa 24 2.2 Leggi e disposizioni regionali sulle “Strade del vino” in Sicilia

dei casi, “molto debole” per il 23,1%, “debole” per il 23,1%, “mediamente forte” per il

30,8% degli intervistati, mentre il restante 7,7% “non sa-non risponde”.

Graf. 2.2: Fattore Produttori

Il fattore “Produttori” (vedi Graf. 2.2), mostra un apprezzamento differente, con la

“Professionalità degli operatori” che ha segnalato un 53,9% di segnalazioni sommando il

dato “forte” e “mediamente forte”, e debole nel 38,5% dei casi; più critiche le valutazioni

degli attori intervistati relativamente ad “Attrattività delle cantine”, “Ospitalità verso i

turisti” e “Comitati di gestione delle strade del vino”, che mostrano però un andamento che

escludendo per gli ultimi due il “molto debole” ed il “molto forte”, vede assegnare giudizi

che vanno dal “debole” al “forte”, con un andamento che dimostra evidentemente come

esista una forbice ormai ben consolidata tra alcune cantine che hanno già da tempo

sviluppato un’elevata attenzione nei confronti degli enoturisti, attivando una serie di servizi

specifici e ben mirati alla fruizione dei percorsi enogastronomici siciliani, mentre la

maggior parte delle cantine presenti nel territorio siciliano non ha ancora adeguatamente

considerato l’opportunità di inserire nella propria offerta la possibilità di accogliere ed

ospitare i turisti del vino; il fatto che si tratti della maggioranza dei produttori è altresì

segnalato dalle interviste effettuate che vedono la moda concentrarsi nel giudizio “debole”

per tutti gli aspetti considerati.

38,5%

30,8%

23,1%

7,7%

15,4%

38,5%

23,1%

7,7%

7,7%

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53,8%

15,4%

23,1%

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46,2%

23,1%

7,7%

23,1%

0%

10%

20%

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50%

60%

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80%

90%

100%

Professionalità Attrattività dellecantine

Ospitalità verso ituristi

Comitati di gestionedel vino

non sa non risp.molto fortefortemediam. fortedebolem. debole

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Graf. 2.3: Fattore Vino

Andando a considerare il fattore “Vino”, i giudizi si sono mostrati migliori (vedi Graf. 2.3),

soprattutto nel caso della qualità ed ampiezza della gamma offerta che hanno registrato

entrambe il 30,8% del massimo apprezzamento (“molto forte”); valutazioni contrastanti ed

incerte hanno invece riguardato il “prezzo” e la “Presenza di confezioni ad Hoc” per gli

enoturisti. Ciò dimostra ancora una volta quanto sia multiforme e variegata la produzione

vitivinicola dell’isola, con cantine che hanno già ben compreso quanto sia importante la

leva del prezzo per collocare i propri prodotti all’interno dei mercati locali ed

extraregionali, specie se associata ad una corretta politica di “Branding”, mentre molte altre

strutture produttive colpite, ora positivamente, ora negativamente, dalle alternanti vicende

di mercato, hanno cercato di approfittare dei momenti di maggior “tiro” delle vendite o di

arginare il calo dei fatturati nei momenti di crisi con un’unica strategia di marketing: il

rialzo alle stelle dei prezzi delle bottiglie con ripercussioni particolarmente negative ove la

qualità percepita dei vini venduti era molto lontana dal valore economico ad essi attribuito.

I “Servizi” attivati all’interno dei percorsi enoturistici siciliani (vedi Graf. 2.4), hanno

registrato una marcata debolezza per quanto riguarda la presenza di “Enoteche” della

strada, di “Centri di degustazione ed informazione” e di “Pacchetti enoturistici”,

dimostrando quanto siano ancora in via di sviluppo le “Strade del vino” in Sicilia, e

confermando una carente organizzazione delle strutture e dei servizi orientati al

soddisfacimento dei bisogni e delle necessità dei turisti del vino.

3 8 ,5 %

3 0 ,8 %

3 0 ,8 %

15 ,4 %

3 8 ,5 %

15 ,4 %

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7 ,7 %

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0 %

10 %

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10 0 %

Qu a lit à d e ll' o f f e r t a Am p ie z z a d e lla g a m m a P r e z z o Of f e r t a d i c o n f e z io n i a d Ho c

non sa non risp.

molto fort e

fort e

mediam. fort e

debole

m. debole

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Graf. 2.4: Fattore Servizi

Risultati migliori hanno ottenuto le “Degustazioni guidate” e le “Visite in cantina”, nonché

le “Manifestazioni ed iniziative legate al vino”, frutto di uno sforzo molto intenso sia da

parte delle istituzioni, ma soprattutto dei soggetti imprenditoriali, mirato a legare il

prodotto-vino alla fruizione dei luoghi e dei “sistemi” di produzione, nel tentativo di

rafforzarne l’immagine, fidelizzare la clientela, rendendo unico ed esclusivo il rapporto tra

cantine e consumatori finali. Relativamente ai “Beni ambientali” (vedi Graf: 2.5) si è

osservato un apprezzamento delle “Riserve naturali” presenti in Sicilia, considerato dal

69,3% da “mediamente forte” a “molto forte”, mentre “Parchi”, “Boschi”, “Spiagge

attrezzate” e “Stabilimenti balneari”, hanno evidenziato una debolezza sempre più marcata

passando dal primo all’ultimo, segnalando la scarsa attitudine delle ampie risorse naturali

presenti in Sicilia ad essere rese fruibili e godibili dai turisti che difficilmente arrivano a

conoscerne le caratteristiche o addirittura la presenza stessa all’interno del territorio

siciliano. Ci si potrebbe chiedere come mai sono state considerate le “Spiagge attrezzate” e

gli “Stabilimenti balneari”, quali fattori caratterizzanti l’offerta enoturistica, ma dato che

costituiscono/costituirebbero un attrattiva di sicuro interesse per i turisti che vengono in

Sicilia per un periodo di 5 mesi (da giugno ad ottobre), e che l’enoturista è spesso soggetto

che tende a fruire a 360 gradi delle peculiarità dei territori che visita, si è voluto includerle

nei fattori ambientali che costituiscono lo scenario dei percorsi del turismo del vino in

Sicilia. In tal senso è da inquadrare anche la riflessione da parte di alcuni tra gli intervistati,

sulla necessità di “far leva” su una maggiore integrazione tra i beni ambientali che

38,5%

53,8%

38,5%

53,8%

7,7%

15,4%

46,2%

30,8%

7,7%

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23,1%

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61,5%

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0%

10%

20%

30%

40%

50%

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80%

90%

100%

Enoteche Centri accoglienza/info

Degustaz.guidate

Manifest. Visitein Cantina

Pacch.enoturistici

non sa nonrisp.

forte

mediam.forte

debole

m. debole

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caratterizzano il territorio siciliano ed il vino, nell’ottica della promozione dei percorsi

enoturistici.

Graf. 2.5: Fattore Beni Ambientali

Insieme ai “Beni ambientali”, anche i “Beni culturali” (vedi graf. 2.6) costituiscono un

attrattiva particolarmente gradita agli enoturisti, che trovano nel territorio siciliano un

binomio natura-cultura difficilmente confrontabile con altre regioni italiane ed

extranazionali per la ricchezza, l’ampiezza e la profondità dei contenuti. Tra i fattori

considerati i “Musei del vino” hanno ottenuto i risultati peggiori, mostrando quanto siano

ancora da sviluppare le strutture a supporto del turismo del vino, mentre i “Siti archeologici

ed i Musei”, quelli migliori; “Bagli agricoli” e “Centri storici attrattivi” hanno ricevuto una

valutazione sostanzialmente positiva, dimostrando però come questi fattori vadano

ulteriormente potenziati e considerati in una programmazione integrata e “concertata” per

riuscire ad ottenere risultati positivi derivati dalla unicità, ricchezza ed esclusività

dell’insieme di risorse che costituiscono la Cultural heritage della Sicilia.

Successivamente è stato chiesto agli “attori” intervistati quali fossero gli aspetti da

valorizzare al fine di rendere operative e competitive le “Strade del vino” in Sicilia; gli

aspetti da noi proposti durante l’intervista, riguardavano la “Creazione di un sistema di

attori integrato”, la “Incentivazione della cultura dell’accoglienza” tra i soggetti

componenti i percorsi enoturistici, la “Promozione del territorio e delle realtà enologiche

siciliane”, la necessità di creare e promuovere la “Ricerca scientifica a supporto del

sistema” e la “Professionalità degli operatori”.

15,4%

7,7%

38,5%

23,1%

7,7%

7,7%

23,1%

23,1%

15,4%

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30,8%

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0%

10%

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40%

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70%

80%

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100%

Riserve naturali Parchi Boschi Spiaggeattrezzate

Stabilimentibalneari

non sa non risp.molto fortefortemediam. fortedebolem. debole

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7,7%

7,7%

46,2%

15,4%

23,1%

7,7%

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30,8%

7,7%

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46,2%

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7,7%

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30,8%

23,1%

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0%

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50%

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80%

90%

100%

Siti archeologici emusei

Bagli agricoli Musei del vino Centri storici attrattivi

non sa non risp.molto fortefortemediam. fortedebolem. debole

Graf. 2.6: Fattore Beni Culturali

I risultati (vedi Graf. 2.7) mostrano come tutti questi aspetti siano di grande importanza nel

determinare una maggiore competitività delle “Strade”, ma sottolineano con chiarezza la

necessità di promuovere soprattutto la “Professionalità degli operatori” enoturistici e la

“Creazione di sistemi di offerta integrata”, per soddisfare i molteplici bisogni e necessità

dei “Turisti del vino”. Tra gli spunti di riflessione emersi dal confronto con gli esperti

intervistati, è emersa la necessità di attivare una maggior coordinamento tra gli enti

istituzionali responsabili dello sviluppo dei molteplici aspetti legati all’enoturismo e

l’importanza di creare un osservatorio economico per verificare la tipologia e la stagionalità

dei flussi, responsabile altresì di promuovere gli aspetti legati alla professionalità degli

operatori inseriti nei circuiti enoturistici. E’ stato poi chiesto una valutazione qualitativa ed

il livello di investimenti necessario a sviluppare le “Strade del vino” in Sicilia, con un

riferimento specifico ai fattori analizzati precedentemente: “Infrastrutture”, “Produttori”,

“Vino”, “Servizi”, “Beni ambientali” e “Beni culturali”.

E’ emerso (vedi Graf. 2.8) che bisogna puntare soprattutto sui “Servizi” con l’84,6% degli

intervistati che hanno attribuito un bisogno “Elevato” e “Molto elevato” di investire in tal

senso, e sulla qualità e consistenza delle “Infrastrutture”, proprio i fattori che in prima

analisi avevano mostrato maggiori segnali di debolezza.

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Graf. 2.7: Aspetti da valorizzare per rendere competitive le "Strade del vino" siciliane

7,7%

7,7%

76,9%

7,7%

30,8%

61,5%

7,7%

30,8%

61,5%

7,7%

7,7%

15,4%

15,4%

53,8%

7,7%

7,7%

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84,6%

0%

10%

20%

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80%

90%

100%

creazione di sistemi diofferta integrata

incentivazione dellacultura dell'accoglienza

promozione delterritorio e delle realta'enologiche siciliane

ricerca scientifica asupporto del sistema

professionalita' deglioperatori

Non sa/Non rispMoltoMediamentePocoPer nulla

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Graf. 2.8: Investimenti necessari per rendere operative le Strade

Andando poi a considerare il livello di integrazione dei diversi fattori costituenti i sistemi

enoturistici siciliani (vedi Graf. 2.9), è risultato “nullo” nel 15,4% e “Basso” nel restante

84,6% dei casi. Questo dato dimostra quanto sia tuttora giovane lo sviluppo delle “Strade

del vino” in Sicilia e caratterizzato da un insieme di attori e realtà che operano

separatamente, ancora poco connessi in una rete di servizi, di interessi reciproci e di risorse

comuni impiegate.23

Abbiamo dunque domandato agli attori istituzionali ed agli imprenditori intervistati circa la

necessità di intervenire a supporto dell’enoturismo siciliano attraverso “Campagne di

promozione specifiche”, considerando il “Turismo enogastronomico come attrattiva” e

sviluppando “Sinergie con i sistemi enoturistici di altre regioni italiane”; le risposte hanno

manifestato in maniera molto decisa la necessità di puntare su tutti gli aspetti proposti.

Successivamente alle domande a “Risposta chiusa” sono state poste agli intervistati alcune

domande aperte riguardanti i seguenti punti:

23 Appare utile raffrontare le osservazioni registrate, con i punti di Forza/Debolezza inquadrati dal Censis nel IV rapporto sulle strade del vino: Punti di Forza Punti di debolezza

Qualità intrinseca di prodotti e produttori

Qualità del paesaggio, dell’accoglienza e della

ristorazione

Crescita delle manifestazioni ed eventi organizzati nell’area

Crescita della coesione tra operatori economici

Presenza insufficiente di Musei del Vino ed Enoteche Insufficienza delle strutture (punti di degustazione,

rete di vendita, …) Bassa qualità dell’Accoglienza nelle aziende Scarsa affluenza di contributi da parte degli Enti

pubblici locali Disaccordi tra i soci nelle strategie e sui programmi

7,7%

15,4%

46,2%

30,8%

23,1%

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7,7%

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0%

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100%

infrastrutture produttori vino servizi beni ambientali beni culurali

Investimenti necessari

Non sa/Non rispMolto ElevatoElevatoMedioBassoNullo

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− Possibilità di attivare una rete di collegamento tra le aziende vitivinicole siciliane ai

fini della promozione del turismo enogastronomico;

− Fattori attrattivi-complementari di intrattenimento ed accoglienza da inserire

nell’offerta enoturistica;

− Iniziative e progetti avviati e/o realizzati (dall’Ente/Impresa di cui l’intervistato

faceva parte) per la promozione dell’enoturismo in Sicilia;

− Livello di investimento/finanziamento previsti;

− Strategie future da intraprendere per favorire la crescita e la diffusione del

fenomeno enoturistico nella regione Sicilia.

Graf. 2.9: Livello di integrazione tra i fattori che costituiscono le strade

Nullo 15,4%Basso 84,6%

Per quanto riguarda il primo punto, tutti gli intervistati sono stati concordi nell’evidenziare

grandi resistenze alla realizzazione di una maggiore integrazione tra le diverse imprese

vitivinicole operanti all’interno dei circuiti enoturistici, sia a causa di una cronica

propensione all’individualismo da parte degli imprenditori siciliani, sia per una marcata

assenza di cultura associazionistica.

I “Fattori attrattivi-complementari di intrattenimento ed accoglienza da inserire nell’offerta

enoturistica” sono principalmente legati ad una maggiore cura dell’ambiente e del

territorio, alla promozione della cultura e della consapevolezza dei valori e dei saperi

agricoli tradizionali e “Tipici” che vi sono custoditi, alla creazione di punti di accoglienza,

informazione e ristoro per i visitatori, alla realizzazione di sinergie con il turismo culturale,

monumentale e naturalistico-ambientale interessato a scoprire e fruire la molteplicità di

contenuti espressi dal territorio siciliano.

Page 45: strade del vino completa corretta · 2017. 5. 22. · 2 - Le Strade del vino in Sicilia 24 2.1 Premessa 24 2.2 Leggi e disposizioni regionali sulle “Strade del vino” in Sicilia

Abbiamo cercato, inoltre, di raccogliere le iniziative e progetti avviati e/o realizzati negli

ultimi anni dagli enti pubblici e dei soggetti imprenditoriali intervistati per la promozione

dell’enoturismo in Sicilia, insieme ai livelli di investimento previsti; è emerso che da parte

pubblica il primo passo è stata la “Istituzione delle strade del vino” (LR 2 agosto 2002, n.

5) e del disciplinare tipo, oltre ai provvedimenti già elencati e successivamente sono stati

avviati progetti di “Programmazione territoriale”, interventi di formazione dei dirigenti

delle unità operative dell’Assessorato all’agricoltura e foreste della Regione Siciliana,

ricerche, progetti di intervento e pubblicazioni, con sforzi promozionali orientati alla

partecipazione a fiere, alla preparazione di opuscoli, filmati informativi, pagine Web; sono

state inoltre realizzate manifestazioni in cui il vino è stato associato all’arte, ai Beni

Culturali (incontri e manifestazioni nei siti archeologici) presenti in Sicilia, workshop ed

incontri a livello regionale, nazionale ed internazionale.

Molto rappresentativa la mancata indicazione, da parte dei soggetti pubblici, dei livelli di

investimento necessari a portare avanti le iniziative da realizzare, segno probabile che ci

troviamo davanti a tentativi di programmazione ancora poco maturi e non ancora

completamente adeguati a mettere in atto le condizioni ed i presupposti necessari perché un

percorso enoturistico si evolva positivamente ed abbia successo.

Da parte privata, scarsa è stata la conoscenza dei progetti e delle iniziative attuate dal

settore pubblico, derivandone una carente partecipazione alle stesse; le principali iniziative

messe in evidenza hanno riguardato la creazione di strutture per l’accoglienza dei visitatori,

la partecipazione alle iniziative proposte dalla Associazione Nazionale Città del vino quali

“Cantine aperte” e “Calici di Stelle”, la ideazione e realizzazione di veri e propri “Eventi”

legati al mondo del vino (Vendemmia notturna, concerti ed incontri tra varie forme di

espressione artistica ed il mondo del vino), cui negli ultimi due anni è seguita la creazione,

l’organizzazione e la realizzazione delle prime “Strade del vino” siciliane.

Analizzando infine le “Strategie future da intraprendere per favorire la crescita e la

diffusione del fenomeno enoturistico nella regione Sicilia”, le strutture private, molto

concretamente, intendono concentrare il loro campo d’azione nella cura dei servizi in

cantina ed nello sviluppo di una elevatissima “Professionalità dell’accoglienza”, rendendo

più “completo e coinvolgente” il rapporto tra i vini prodotti ed i consumatori finali e

facendo partecipi agenzie di viaggio e tour operator, operatori gastronomici e strutture per

l’accoglienza dei turisti immerse nel mondo rurale. Da parte delle istituzioni pubbliche

emerge invece sempre di più il desiderio di realizzare ricerche, analisi e veri e propri

osservatori territoriali a servizio di politiche di sviluppo indirizzate a promuovere

Page 46: strade del vino completa corretta · 2017. 5. 22. · 2 - Le Strade del vino in Sicilia 24 2.1 Premessa 24 2.2 Leggi e disposizioni regionali sulle “Strade del vino” in Sicilia

l’immagine del vino e del territorio siciliano nel mondo ed a sostenere l’evoluzione positiva

del comparto enogastronomico e dei settori ad esso interconnessi attraverso l’enoturismo.

2.5 La Strada del Vino “Alcamo Doc”

2.5.1 Inquadramento territoriale e storico

Il territorio della Strada del Vino “Alcamo Doc” è situato nella Sicilia Occidentale, a

cavallo tra le province di Trapani e Palermo e si affaccia sull’ampio specchio del Golfo di

Castellammare.

Dal punto di vista geografico, il territorio è caratterizzato da un paesaggio ampio e

dolcemente collinare, dominato dalla presenza dei vigneti, soprattutto nella vallata di

Calatubo, lungo il fiume Freddo e sul monte Pietroso, in mezzo alle case dei contadini, i

bagli, le ville ed i castelli nobili in un contesto di grande interesse storico ed architettonico.

Le risorse storico-culturali del territorio, che possono costituire mete di interesse turistico,

sono molteplici: Segesta ed il monte dello Jato, il sistema dei castelli (dei conti di

Modica24, dei Ventimiglia, di Calatubo), i centri storici con il loro patrimonio d’arte, la

diffusa presenza di bagli, ville e masserie, nonché le architetture delle tonnare e dei mulini

ad acqua.

Punti forti del territorio sono sicuramente anche le risorse ambientali: la riserva naturale del

Bosco d’Alcamo sul Monte Bonifato e quella dello Zingaro, il complesso del Monte Inici,

la querceta di Angimbè, le acque termali segestane, il lago Poma.

Storicamente, la città di Alcamo, situata al centro del Golfo di Castellammare, fu in epoca

araba, casale di cui la successiva denominazione normanna e la spartizione del territorio in

feudi, non hanno lasciato traccia se non nel nome, che deriva appunto dall'antico “Manzil

Alquamah”, ovvero stazione di Alcamo.

Fu governata per secoli, dal 1077 al 1812, da diverse importanti famiglie, quali i Peralta, i

Chiaramonte, i Ventimiglia, che la dominarono in qualità di terra feudale innalzandola dal

grado di “Terra” a quello di “Città” nel 1627; in particolar modo il periodo aragonese ne

segnò lo sviluppo progressivo e la pittura, la scultura e l’architettura che ancor oggi

permangono, testimoniano oggi lo splendore di quel tempo. Il Risorgimento italiano trova

Alcamo in prima linea e, in particolare nel 1860, quando numerosi alcamesi fecero causa

24Il Castello dei Conti di Modica (1350), oggi una delle due sedi dell’enoteca regionale delle strade del vino, documenta con la sua presenza il succedersi di un feudalesimo che si alterna con brevissimi tempi di demanialità regia.

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comune con i patrioti siciliani per il riscatto dell'Isola. Nel territorio dell’Alcamo Doc si

trovano anche Castellamare e Segesta. La prima ha un passato ricco di scambi culturali e

commerciali tra diverse civiltà del mediterraneo; di probabile origine greca, essa nasce sui

resti dell’antica città di Segesta (Emporium Saegestanorum) di cui sono ancora visibili il

tempio ed il teatro. Sulla baia del porto si trova il castello, probabilmente di origine araba,

mentre le zone circostanti conservano numerose testimonianze medievali.

Segesta, antica città degli Elimi, costituisce uno dei più importanti centri archeologici

Europei, di cui meritano particolare menzione il tempio, uno tra i più perfetti e meglio

conservati esemplari di architettura dorica e l’anfiteatro, scenario incantevole in cui

vengono oggi riproposte le antiche tragedie greche.

2.5.2 Le interviste agli associati

L’indagine conoscitiva relativa alle strutture associate alla “Strada del vino Alcamo Doc”25

è stata condotta somministrando alle aziende un breve questionario26, durante il periodo tra

i primi di dicembre del 2004 ed il luglio del 2005. E’ stato inoltre preparato un questionario

per i turisti della strada, per registrarne le preferenze ed elaborarne il feedback, ma,

nonostante i ripetuti tentativi atti a contattarli ed intervistarli, sia direttamente, sia lasciando

25 Elenco delle strutture associate al momento della rilevazione: 1) Camera di Commercio di Trapani 21) Enoteca Verdi

2) Ente Sviluppo Agricolo - ESA 22) Fattorie Azzolino

3) Comune di Camporeale 23) Cooperativa "La Perciata"

4) Comune di Partinico 24) Antica Macelleria Amato Carmelo

5) Comune di Calatafimi Segesta 25) Az. Agrituristica "Case Ragona"

6) Associazione Nazionale "Città del Vino" 26) Affitta Camere, case vacanze "WindSurf"

7) Riserva Naturale "Zingaro" 27) Ristorante La Batia

8) Tenute Rapitalà s.p.a 28) Bar Cup

9) Az. Agricola Antiche Cantine Marzuco" Gepi 29) Cicerone Tour

10) Az. Agrituristica "Fattoria Manostalla Villa Chiarelli" 30) Eventi e Banchetti "Villa Soresi"

11) Az. Agricola "Antico Frantoio Vallone" 31) Ristorante "Salsapariglia"

12) Az. Agricola Biologica Porvenzano 32) Ristorante "Gulliver"

13) Az. Agricola "Spadafora" 33) Az. Vitivinicola "Tola & C.

14) Az. Agricola Biologica Adamo 34) Az. Vitivinicola "Asta Leonardo"

15) Cantina Sociale "S. Antonio" 35) Az. Vitivinicola "Maltese Ignazio"

16) Cantina "S. Saraceno" 36) Bar "900"

17) Cantina Sociale San Franesco di Paola 37) Salumeria macelleria cibi cotti "Delizie"

18) Cusumano 38) Panificio - Biscottificio "Il Forno"

19) Cantine "Rallo" S.p.A. 39) Panificio - Adamo Giuseppe"

20) Enoteca Manfrè 40) Pub "Alter Ego"

26 Allegato in appendice come “Questionario alle strutture ricettive”

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i questionari alle aziende affinché fossero loro stesse a distribuirlo ai turisti, non è stato

possibile compilarne alcuno.

Le domande poste alle aziende associate alla strada sono state volte a comprendere i motivi

di adesione alla strada, l’impatto economico della strada sulle presenze di visitatori e sul

fatturato complessivo delle aziende, le preferenze e le classi di spesa dei turisti relative ai

diversi prodotti tipici del territorio (vino, olio, formaggi, conserve e salumi) e gli aspetti

efficaci e da migliorare nella gestione della strada.

Complessivamente sono state realizzate interviste a 20 strutture associate alla strada,

estrapolando tutte le categorie in essa presenti di cui:

- 11 aziende agroalimentari (di cui 5 aziende vitivinicole, 4 aziende agricole, 2 aziende

olivicole);

- 4 aziende che si occupano dell’organizzazione di viaggi e di itinerari enoturistici;

- 3 agriturismi;

- 1 bar;

- 1 ristorante.

Dalle risposte degli intervistati relative al motivo di adesione alla strada del vino, emerge

un gruppo di sei aziende che hanno aderito ai fini della “promozione del territorio, dei suoi

prodotti tipici e del turismo enogastronomico”; si tratta di aziende leader nel territorio di

riferimento, ben conosciute dal mercato e dai consumatori, che con la loro partecipazione

intendono dare un forte impulso alle attività ed al funzionamento della strada.

Tab. 2.2: Motivo dell’adesione alla strada

Motivazione Numero di imprese Sfruttare gli effetti benefici derivanti dalla presenza di un network e dall'aggregazione con altre imprese 4 Promozione del territorio, dei suoi prodotti tipici e del turismo enogastronomico 6 Per sviluppare la propria attività 3 Crede nel progetto 2 Per curiosità 3 Non sa/non risponde 2

Quattro aziende si sono associate per “Sfruttare gli effetti benefici derivanti dalla presenza

di un network e dall'aggregazione con altre imprese”, in quanto credono nella necessità di

attivare sinergie tra i diversi attori imprenditoriali della strada e nella complementarietà

dell’offerta turistico-culturale rispetto al settore vitivinicolo. Altre tre aziende hanno aderito

per “Sviluppare la propria attività” e due perché “credono nel progetto”; si tratta di

aziende giovani ed emergenti, costituite da pochi anni e che dunque hanno bisogno di

suscitare interesse da parte dei consumatori ed hanno bisogno di aumentare il loro giro

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d’affari. Delle rimanenti cinque, tre hanno aderito “Per curiosità”, e due non sanno dare

una motivazione precisa, rappresentando la porzione meno coinvolta e convinta del

progetto.

Per quanto riguarda le caratteristiche generali delle aziende che costituiscono il campione

dell’osservazione, è emerso che, per quanto riguarda l’anno di costituzione delle aziende,

1/4 opera da più di 30 anni, i 2/5 hanno tra i 10 e 20 anni di esperienza, mentre la restante

parte è stata creata negli ultimi dieci anni; relativamente all’anno di adesione, più della

metà si è associato nell’anno di costituzione della Strada (anno 2000), cinque tra il 2001-

2002 e quattro nel 2004.

Tab. 2.3: Forma giuridica delle imprese intervistate

Ditta individiduale Società di persone Società di capitali Società Cooperativa Totale8 2 5 5 20

Le aziende intervistate sono principalmente costituite da ditte individuali (40%), mentre sia

le società di capitali che le cooperative rappresentano un quarto del totale.

In secondo luogo, attraverso il questionario informativo, è stato chiesto agli intervistati

come valutassero la presenza della strada per lo sviluppo del territorio e quali fossero le

ricadute economiche per le aziende relativamente alla Strada del Vino sia in termini di

incremento di flusso turistico, che di fatturato.

La presenza della strada è stata valutata “Molto importante” dal 70% degli intervistati,

“Poco”(15%) e “Mediamente importante” (15%) dalla restante parte; in contraddizione con

tale risposta, il giudizio degli intervistati circa un incremento di flusso turistico o di

fatturato in virtù della presenza della strada è essenzialmente negativo, come evidenziato

nella seguente tabella; ove sono stati segnalati incrementi di fatturato, tale valore è

compreso tra il 10% ed il 20%.

Tab. 2.4: Effetti della strada sull'incremento di visitatori o del fatturato Grazie alla strada del vino ha evidenziato: Si No Incremento di flusso di visitatori nella struttura 9 11 Incremento di fatturato 6 14

Tale dato è spiegabile con il fatto che la strada, sebbene costituita nel 2000, è attiva da poco

tempo ed ancora molte strutture non sono attrezzate per l'accoglienza e la ricettività

enoturistica; il giro d’affari complessivo della attività della strada è ancora molto piccolo,

dato spiegato anche dalla difficoltà a reperire turisti per la compilazione del questionario ad

essi dedicato. Le aziende dunque, da una parte attribuiscono molta importanza all’adesione

al progetto Strade, sebbene la maggior parte delle strutture non abbia ancora evidenziato un

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incremento del fatturato aziendale, dall'altra lo scetticismo coinvolge anche quelle strutture

che già rilevano un incremento dei visitatori-consumatori, manifestando così un’atavica

tendenza da parte dei siciliani ad essere diffidenti verso i nuovi progetti di sviluppo. Tale

dato è inoltre confermato dalle risposte alla domanda: “Partecipa attivamente/viene

coinvolto nelle attività di gestione/pianificazione delle attività relative alla Strada del

vino?”; solo tre intervistati hanno risposto positivamente, mentre la restante parte,

rispondendo negativamente, ha segnalato la mancanza di una concertazione attiva che

stimoli i diversi attori imprenditoriali ed istituzionali ad essere parte attiva della strada ed a

realizzare progetti di sviluppo integrati che facciano tesoro delle sinergie e delle risorse

comuni.

La categoria di turisti più frequente è quella di nazionalità italiana (70%), provenienti

soprattutto dal Nord Italia (frequenza di 7 su 17, soprattutto Lombardia, Veneto ed Emilia

Romagna) e dalla Sicilia stessa (frequenza di 6 su 17), mentre i visitatori esteri provengono

in primo luogo dalla Germania e dalla Francia, ma anche dal Regno Unito, dalla Svizzera,

dalla Svezia e dagli Stati Uniti.

E’ stato dunque chiesto se i visitatori avessero manifestato interesse nei confronti dei

prodotti tipici27, ed è emerso un giudizio unanime: i prodotti tipici siciliani sono molto

ambiti ed apprezzati dai turisti sia locali che non, con il vino che ha raccolto il massimo

delle preferenze (85% degli intervistati), seguito da olio e formaggi (50% degli intervistati)

e da salumi e conserve; la preferenza attribuita al vino, ne conferma il ruolo nel trainare

l’economia del territorio, insieme alla richiesta di altri prodotti tipici del territorio.

Un’altra informazione di un certo interesse che si è cercato di desumere dalle interviste alle

strutture produttive associate alla Strada è quella relativa alla spesa media dei turisti con

riferimento ai prodotti tipici realizzati dall’azienda.

Dalle risposte fornite, si evince che la spesa media per l’acquisto di vino è così distribuita:

maggiore frequenza nelle classi superiore a 25 euro e compresa tra 7 e 15 € (in entrambi i

casi 3 volte su 10); quest’ultima classe di spesa è la più ricorrente anche relativamente ai

formaggi ed alle conserve; più bassa, invece, è risultata la spesa media per l’acquisto di

olio, inferiore a 5 € in 2 casi su 5.

La percentuale di prodotti venduti in azienda è sempre bassa: nel caso del vino tale valore è

compreso tra l’uno ed il dieci per cento per circa i 2/5 delle aziende che hanno risposto a

tale domanda28, è nullo per 1/3 delle aziende, mentre il 15 % delle aziende vende tra l’11%

27 E’ stata data agli operatori la possibilità di segnalare diverse preferenze 28 Tredici su venti

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ed il 25 %, ed il restante 15% vende tra il 26 ed il 50% del vino prodotto direttamente in

azienda. Nel caso degli altri prodotti tipici, le due aziende olivicole intervistate si

distinguono per un rapporto diretto con la clientela, vendendo più del 50% della loro

produzione in loco. Si tratta di dati che segnalano il carattere “embrionale” della strada29,

ma che evidenziano come questa possa costituire un canale di sbocco interessante per le

produzioni tipiche e di qualità, oltre ad avere importanti ricadute in altri settori economici

(turismo, intrattenimento-divertimento) in diverse aree rurali siciliane.

Alla domanda circa: “L’importanza delle Doc nell’ambito del turismo del vino”, il 50 per

cento degli intervistati ha risposto che reputa le Doc “Molto importanti”, uno su quattro le

reputa “Mediamente importanti”, e la restante parte non vi attribuisce alcuna importanza;

tali risposte evidenziano, quanto non sia ancora ben radicata nei produttori la convinzione

dell’importanza di legare ed associare ai vini prodotti, i valori del nostro territorio e come

invece la “Denominazione d’Origine Controllata” spesso significhi invece per gli stessi,

solo burocrazia, controlli amministrativi e maggiori costi di produzione30.

Tra i servizi offerti dagli associati alla strada, emergono le visite guidate in cantina e le

degustazioni guidate (rispettivamente 6 e 5 operatori), mentre un solo operatore tra quelli

intervistati (delle quattro agenzie del campione), organizza tour enogastronomici alla

scoperta dei vini, dei prodotti tipici e dei beni culturali del territorio.

E’ stato poi chiesto agli intervistati di indicare quali fossero, a loro avviso, gli aspetti

relativi alla gestione della Strada ritenuti più efficaci e quali invece da migliorare.

In questo caso, è stata lasciata agli intervistati la facoltà di esprimere un’opinione positiva o

negativa per ciascuno degli aspetti indicati (e talvolta è stato indicato qualche aspetto come

efficace, ma anche da migliorare), nonché di esprimere un giudizio su altri aspetti non

inclusi tra le risposte alternative fornite.

Il quadro di sintesi relativamente a tale domanda è esposto nella tabella2.5.

Come è facile notare, sono prevalse nettamente le impressioni negative, dal momento che

la frequenza delle risposte legate agli aspetti giudicati efficaci (8) è stata accompagnata da

una ben maggiore frequenza (47) di risposte indicanti aspetti ritenuti da migliorare.

In particolare, le guide (4) sono risultate l’aspetto relativamente giudicato più efficace,

mentre i centri di informazione/accoglienza sono risultati (17) gli aspetti ritenuti

maggiormente da migliorare; tuttavia, anche le guide (giudicate in 13 casi da migliorare) ed

il sostegno alle strutture (13) non sono state valutate certo positivamente dalle strutture

29 Vedi il paragrafo relativo alle interviste agli attori istituzionali 30 E’ opportuno ricordare quanto la DOC “Bianco d’Alcamo”, successivamente modificata a DOC “Alcamo” dal D.M. del 30/9/1999, abbia giovato ad aumentare l’interesse nei confronti dei vini della zona

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produttive associate alla Strada e facenti parte del campione intervistato. Interessante notare

le segnalazioni libere degli operatori, nella sezione “Altro”: è molto sentita la necessità di

incrementare la “Professionalità degli operatori” e la realizzazione di un portale del

commercio elettronico da abbinare ai canali tradizionali; importante inoltre un maggior

supporto promozionale per portare a conoscenza della strada un maggior numero di utenti e

consumatori, e la realizzazione di un sistema di segnaletica più efficace e distribuito nel

territorio di quello attuale. Tali risposte offrono un utile quadro per capire l’efficacia delle

misure adottate per promuovere la “Strada del vino Alcamo Doc” e su quali aspetti sia

opportuno intervenire per migliorarne l’offerta complessiva.

Tab. 2.5: Aspetti considerati efficaci e da migliorare Quali aspetti nella gestione della Strada considera efficaci e quali da migliorare?

efficace da migliorare

Guide 4 13 Centri di informazione/accoglienza 1 17 Sostegno alle strutture 3 13 Altro: - livello di professionalità degli operatori 4 - portale del commercio eletronico 3 - maggior supporto promozionale e pubblicitario 2 - segnaletica più presente e precisa 2

2.6 La Strada del vino “Terre Sicane”

2.6.1 Inquadramento territoriale e storico

Il territorio della “Strada del vino Terre Sicane” ricade nella provincia di Agrigento ed in

una piccola porzione della provincia di Palermo e comprende i comuni di Menfi,

Montevago, Sambuca di Sicilia, S. Margherita di Belice e Contessa Entellina; i confini

naturali dell’area sono rappresentati ad ovest dal fiume Belice, a est dal fiume Carboj, a

Nord dai territori comunali di Salaparuta, Poggioreale e Giuliana e dalla Valle del Sosio ed

a sud dal litorale sabbioso del Mare Mediterraneo.

Dal punto di vista orografico la zona può essere distinta in diverse fasce altimetriche; la

prima, a ridosso delle coste, è prevalentemente pianeggiante con quote variabili tra il livello

del mare ed i 40 m slm, interessa parte del territorio di Menfi e possiede caratteristiche

climatiche influenzate dalla vicinanza del mare; la seconda è formata da una successione di

pianori separati da vallate ricadenti nei territori di Menfi, Santa Margherita Belice,

Montevago e parte del territorio di Sambuca di Sicilia; la terza, interna, interessa parte del

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territorio di Sambuca di Sicilia e di quello di Contessa Entellina e presenta caratteristiche

che da collinari, passano a montane nella zona di Monte Genuardo (1.180 m slm) e di Santa

Maria del Bosco, contraddistinte da pendenze spesso superiori al 15%.

Il clima tipicamente mediterraneo è caratterizzato da inverni miti e poco piovosi ed estati

secche e calde. L'intera area, pur nella sua eterogenea orografia ed altimetria, rientra

nell'ambito delle regioni mesotermiche caratterizzate da clima “mediterraneo marittimo”

con una distribuzione delle piogge prevalentemente autunno-invernale, scarse nel periodo

primaverile e quasi assenti in estate.

Il territorio si presenta particolarmente vasto e ricco di realtà ambientali, fisiche e socio-

economiche differenti; il settore trainante dell’economia agroalimentare locale è quello

vitivinicolo, che ha visto la crescita e l’ammodernamento di cantine sociali e private e

l’affermarsi di nuove tecniche e metodologie per la produzione di uve e vini di qualità.

La superficie territoriale complessiva include ben quattro zone a DOC, Menfi, Sambuca,

Santa Margherita Belice e Contessa Entellina, a sottolinearne ulteriormente la profonda

vocazione vitivinicola. L’ambiente naturale, oltre che dalla presenza dei fiumi Belice e

Carboj, sul cui corso nel 1950 è stato realizzato un invaso artificiale, il Lago Arancio, è

caratterizzato dalla presenza di diverse aree boschive, quali le riserve naturali di Santa

Maria del Bosco e di Monte Genuardo, il Bosco della Risinata che circonda il lago Arancio,

il Bosco di Magaggiaro, che ricade nel territorio dei comuni di Menfi, Santa Margherita

Belice e Montevago, mentre altre aree boscate, realizzate soprattutto al fine di proteggere il

suolo dall’erosione superficiale, si trovano sia presso Sambuca di Sicilia nelle contrade di

S. Giovanni e Monte Arancio, sia nel territorio di Montevago presso il Monte Ferriato.

Il paesaggio agrario è caratterizzato da un fitto sistema di vigneti ed oliveti, perfettamente

inseriti nei sistemi collinari che contraddistinguono il territorio ed è arricchito dalla

presenza di un sistema di architetture rurali con masserie, bagli e mulini, che sottolineano il

processo plurisecolare di antropizzazione della campagna e mostrano le caratteristiche

strutturali di un’economia agricola ben strutturata.

L'identità storica delle Terre Sicane ha origini antiche che risalgono al paleolitico e si è

strutturata ed accresciuta attraverso molteplici apporti, a partire dai Micenei e dai Sicani,

sino ad arrivare ai Borbone, passando attraverso influenze Cartaginesi, Greche, Romane,

Bizantine ed Arabe. Il territorio, ancora oggi, rivela una siffatta ricchezza di influenze

esterne ed è caratterizzato dalla presenza di numerosi siti archeologici e di un patrimonio

artistico ed architettonico di grande spessore.

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La presenza umana più antica fino ad ora riscontrata è relativa al paleolitico inferiore ed è

testimoniata nelle contrade Bertolino di Mare e Cavarretto di Menfi, con reperti che

rivelano il passaggio dell’uomo dall’Africa alla Sicilia, alle soglie del Quaternario, quando

l'isola era ancora attaccata al continente africano.

Tracce di insediamenti assegnabili all'età neolitica sono emerse invece, nel territorio di

Santa Margherita Belice dove sono state ritrovate tombe di una necropoli a grotticella

artificiale che hanno restituito ricchi corredi ceramici; insediamenti delle successive età dei

metalli si hanno sul Monte Adranone, a Sambuca di Sicilia dove sorse la città sicana di

Adranon, conquistata dai selinuntini prima e successivamente dai Cartaginesi, ed in

contrada Montagnoli di Menfi, dove quasi certamente era localizzato l’antico insediamento

sicano di Inycon, tramandato dagli storici greci come luogo del “vino eccellente”; anche

l'attuale borgo marinaro di Porto Palo di Menfi divenne uno degli approdi della colonia

Megarese di Selinunte, intorno al V secolo a.C.

In seguito alle guerre puniche ed al dominio di Roma, furono costruite numerose ville ed

insediamenti rurali per consentire una più efficiente coltivazione cerealicola; ne è

testimonianza la villa rinvenuta nel territorio di Montevago in contrada Mastragostino

risalente al periodo tra il II sec. a.C. ed il I sec. d.C.; altra testimonianza di epoca romana,

anche se più recente (V - VI sec. d.C.), è costituita dalle tombe rinvenute al si sotto della

pavimentazione del Palazzo Pignatelli a Menfi, sopra le quali un muro di età alto-medievale

ci riporta a quella Burgiomilluso di età islamica; nel territorio si trovano inoltre le rovine di

Entella, antico insediamento degli Elimi, quelle del castello di Calatamauro e la suggestiva

abbazia olivetana di Santa Maria del Bosco.

Durante l’intero medioevo, il territorio fu attraversato da una profonda crisi demografica ed

economica, da cui uscì grazie alle “Licentiae Populandi” concesse dallo Stato Spagnolo alla

famiglia Corbera ed al principe di Castelvetrano, che rispettivamente nel 1572 e nel 1638,

fondarono Santa Margherita Belice e Menfi.

Anche Montevago dovette la sua fondazione alla “Licentia Populandi” concessa al principe

Rutilio Xirotta e a sua moglie Eleonora Gravina nel XVII secolo; si attuò così una profonda

colonizzazione agricola che concentrò la popolazione rurale in grossi borghi posti nella

Valle del Belice, principalmente vocata alla cerealicoltura, ma anche alla coltivazione della

vite e dell’olivo.

L'attuale Sambuca di Sicilia, fondata dai Saraceni intorno all'830 con il nome dell'emiro Al-

Zabut, “lo splendido”, al contrario degli altri centri non venne mai completamente

abbandonata, continuando ad espandersi verso sud-ovest e conservando nel suo tessuto

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urbano il primitivo nucleo islamico comunemente noto come “vicoli saraceni”, uno degli

esempi più integri di urbanistica araba in Sicilia.

L'architettura dei centri urbani di Menfi, Montevago e Santa Margherita Belice rivela

dunque i segni comuni della colonizzazione feudale che investì le Terre Sicane tra il XVI e

il XVII, riconoscibile nella maglia ortogonale che caratterizza vie, piazze, case e gli edifici

civili e religiosi di Menfi, nella monumentale Chiesa Madre di Montevago, ormai ridotta ad

un singolare ammasso di macerie a seguito del terremoto del 1968 e nell'imponente Palazzo

Baronale di Santa Margherita Belice.

Questi piccoli centri urbani, dalle origini tanto antiche, sono stati sconvolti nel loro tessuto

architettonico dal terremoto del 1968, devastante e reso manifesto dalle tante ferite ancora

presenti nei centri abitati, che conservano comunque ancora un ricco patrimonio di

tradizioni locali, che ora rivivono nel lavoro di numerose imprese e professionalità

impegnate in iniziative e progetti di sviluppo che stanno riscuotendo grande successo ed

apprezzamento in tutto il mondo. La strada del vino delle “Terre Sicane”, ne è un esempio

importante poiché nasce dalla volontà di mettere in rete le aziende vitivinicole, le istituzioni

pubbliche principali, così come gli altri soggetti operanti in ambito enogastronomico

presenti nel territorio (dalle cantine agli agriturismi, dai servizi per il turismo ai ristoranti,

dalle banche ai produttori di prodotti tipici), per creare sistema integrato in grado di far

progredire sia l'offerta turistica, sia la competitività dell’intero sistema economico e sociale

del territorio in cui si sviluppa la strada stessa.

La Strada del vino Terre Sicane, nasce nel 2001, nell’ambito delle attività della Società

Terre Sicane che ha come scopo principale la promozione di progetti integrati per lo

sviluppo del territorio della Valle del Belice, con particolare riguardo all'integrazione del

patrimonio naturale, patrimonio paesaggistico, delle emergenze architettoniche e delle aree

archeologiche; si tratta di un progetto giovane, dunque, promosso da partner sia pubblici

che privati, con una forte spinta imprenditoriale dovuta alla presenza, nel comitato

promotore ed organizzatore, di alcuni tra gli imprenditori più attivi del panorama

vitivinicolo siciliano. La grande esperienza del team di lavoro, abbinata ai pochi anni di

attività della strada del vino, può costituire una combinazione particolarmente favorevole al

superamento dei problemi gestionali dovuti alla mancanza di un’organizzazione ben

consolidata e può contribuire alla realizzazione di un sistema che faccia tesoro delle

esperienze e delle conoscenze acquisite e maturate da altre strade del vino operanti in

ambito sia nazionale che extranazionale.

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2.6.2 Le interviste agli associati

L’analisi della strada del vino “Terre Sicane”, ha coinvolto le aziende aderenti, attraverso

un questionario finalizzato a mettere in luce le motivazioni principali che le hanno spinte ad

associarsi e le ricadute che la strada stessa ha generato sulle attività e sui risultati economici

delle singole aziende; complessivamente sono state intervistate 14 aziende rappresentative

della realtà ambientale31 e territoriale in cui la “Strada del vino Terre Sicane” si sviluppa,

nelle seguenti categorie:

- 4 agriturismo-affittacamere;

- 8 tra cantine vinicole ed aziende agricole;

- 1 centro benessere-relax;

- 1 Ristorante.

La connotazione della strada risulta particolarmente legata alle produzioni vinicole in

primo luogo, seguite dalle produzioni olivicole, da quelle lattiero-casearie e di altri prodotti

tipici; secondo tale chiave di lettura il vino, che grazie alle favorevolissime condizioni

pedoclimatiche ed alla qualità dei processi applicati dalle industrie di trasformazione ha

ottenuto notevoli successi in ambito nazionale ed internazionale, diventa un vero e proprio

31 Elenco delle aziende associate alla strada al momento della rilevazione

Aziende Agricole e vitivinicole Servizi per il Turismo

AZ. Agricola Agareno Terra Nostra

Cantine Barbera Agriturismo

Cantina Cellaro Agriturismo Abruzzo

Cantina Corbera Baglio San Vincenzo

Casa Vinicola Lanzara Mangiaracina Melchiorre

Colli del Gattopardo Tenuta Stoccatello

Di Prima Ristoranti

Donnafugata La Panoramica

Feudo Arancio Il Vigneto

AZ. Gurra Sovrana Da Vittorio

Mirabile Enti

Monte Olimpo Comune di Contessa Entellina

Planeta Comune di Menfi

Cantine Settesoli Comune di Montevago

Tenimenti del Signore Comune di Sambuca di Sicilia

Prodotti Tipici Comune di Santa Margherita Belica

Pasticceria Amodei Angelo Ente di Sviluppo Agricolo

Casa Montalbano Banca di Credito Cooperativo di Sambuca di Sicilia

Oleificio La Rocca Parco letterario G. Tomasi di Lampedusa

Az. Agricola Ravidà

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“ambasciatore” del territorio e dei prodotti tipici e locali e ne rafforza l’immagine e

l’offerta sia in senso turistico che in termini di paniere di prodotti agroalimentari.

Andando a considerare l’anno di costituzione delle aziende,la metà delle aziende rilevate

sono nate dopo il 1995, due sono state costituite tra il 1985 ed il 1994, una tra il 1975 ed il

1984, tre fra il 1965 ed il 1974 ed una è nata prima del 1964; viene confermata dunque la

natura “giovane” del progetto, con una insostituibile funzione di riferimento e di perno

economico, svolta dalle aziende ben radicate nel territorio con più anni di attività alle

spalle. L’anno di adesione al progetto delle strade, risulta per la grande maggioranza degli

intervistati quello di costituzione della strada stessa, il 2001, mentre due aziende hanno

aderito successivamente, rispettivamente nel 2002 e nel 2003. Ciò fa ben intendere quanto

l’apprezzamento positivo dei valori e delle potenzialità della strada non sia venuto meno

nel tempo, nonostante le difficoltà a “creare sistema” storicamente ben radicate in un

territorio tanto ricco quanto complesso come quello siciliano.

E’ da evidenziare, inoltre, che successivamente alla rilevazione, non solo nuovi soggetti

imprenditoriali, ma anche un territorio comunale, quello di Contessa Entellina, sono entrati

a far parte della strada, dimostrando così un dinamismo positivo ed un consenso favorevole

al progetto nel suo svolgersi e divenire.

La tabella seguente mostra le ragioni che hanno spinto le aziende a partecipare alla strada:

Tab. 2.6: Motivi di adesione alla Strada del vino "Terre Sicane"

Motivazione Numero di imprese Sfruttare gli effetti benefici derivanti dalla presenza di un network e dall'aggregazione con altre imprese

2

Avere maggiori occasioni di visibilità sul mercato nazionale ed estero 2 Promozione del territorio, dei suoi prodotti tipici e del turismo enogastronomico

9

Per sviluppare la propria attività 1 Totale Interviste 14

Prevale la “Promozione del territorio, dei suoi prodotti tipici e del turismo

enogastronomico” spiegata dalla fiducia, da parte dei soggetti aderenti, nei confronti del

progetto, delle potenzialità del territorio e dei valori ambientali, storici, culturali in esso

presenti.

Tab. 2.7: Forma giuridica delle aziende intervistate

Ditta individiduale Società di persone Società di capitali Società Cooperativa Totale 3 2 6 3 14

Le aziende intervistate sono principalmente costituite da società di capitali (43% del totale),

confermando la “imprenditorialità” dei soggetti promotori della strada del vino; seguono le

ditte individuali e le cooperative (entrambe con il 21%) e le società di persone (15%).

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Alla domanda “Come valuta la presenza della strada per lo sviluppo del territorio”, più dei

due terzi degli intervistati ha risposto “Molto importante” la restante parte “mediamente

importante”, manifestando dunque la convinzione che la Strada del Vino costituisca uno

strumento utile per la valorizzazione e lo sviluppo del territorio, sebbene ancora in una fase

preliminare, dato che degli intervistati solo il 50% ha potuto verificare un aumento del

flusso di visitatori in virtù della strada, senza però sapere quantificare l’aumento in termini

percentuali (solo uno degli intervistati ha affermato di avere avuto un aumento del 15% dei

visitatori) e per quanto riguarda il coinvolgimento degli operatori nelle attività di

pianificazione e gestione della stessa, solo meno della metà degli attori intervistati è

partecipe pienamente delle dinamiche organizzative, mentre il restante 57% opera ancora

isolatamente.

La provenienza dei turisti è italiana nel 75% dei casi ed estera nella restante quota; le

regioni italiane più presenti sono: il Piemonte, la Lombardia ed il Veneto, seguite da

Toscana, Lazio, Trentino e Friuli. Per quanto riguarda i paesi esteri i visitatori più numerosi

provengono dalla Germania, seguita a buona distanza da USA e Svizzera e quindi da

Francia, Giappone, Regno Unito, Olanda, Belgio, Australia ed Austria.

La maggiorparte dei turisti manifesta un forte interesse verso i prodotti tipici locali, con il

vino che gioca la parte predominante (12 preferenze su 12), seguito dai formaggi ed olio

(entrambi con 6 preferenze su 12), con una particolare favore nei confronti dell’olio

biologico e dalle conserve vegetali (5 preferenze su 12).

Andando a considerare la spesa media dei turisti rispetto ai prodotti tipici realizzati, nel

caso del vino si ha una distribuzione dei valori uniforme: il 31% fa acquisti complessivi sia

al si sopra dei 25 €, sia tra i 15 ed i 25 €, sia al di sotto dei 15 €; l’8% delle aziende non fa

vendite dirette in azienda; per quanto riguarda l’olio il 50% degli acquisti si colloca tra i 5

Importanza della Strada per gli operatori

Molto importante

Mediamenteimportante

Coinvolgimento nelle attività di gestione della strada del vino

SINO

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Interesse verso prodotti tipici e locali

SINO

ed i 7 €, mentre nel caso delle conserve, solo una delle aziende rilevate pratica la vendita

diretta e la spesa media si colloca al di sopra dei 25 €.

La percentuale di prodotti venduta in azienda in ambito enoturistico è comunque sempre

inferiore al 10%, dimostrando in maniera particolarmente chiara, quanto il sistema

enoturistico delle Terre Sicane, sia ancora giovane e caratterizzato da potenzialità di

crescita molto significative. Probabilmente non viene dato molto credito all’impulso alle

vendite che può provenire dal contatto diretto con gli enoturisti, quando in molte altre

regioni del Centro-Nord Italia, tale canale di vendita sta divenendo uno dei principali

sbocchi per la produzione di vino in bottiglia, assicurando un sostegno alle vendite

immediato e quindi svincolato dai lunghi tempi di attesa dei pagamenti e dei numerosi

rischi che caratterizzano i canali di vendita lunghi e privo di intermediari. Ciò diventa

particolarmente importante nei momenti di crisi, come quelli degli ultimi anni, in cui la

competizione internazionale con i paesi emergenti e le crisi economiche internazionali, solo

per citare alcune delle problematiche che caratterizzano la vitivinicoltura regionale ed

extraregionale, hanno contribuito a determinare grosse difficoltà sia nel mantenere i canali

commerciali extranazionali già acquisiti, sia nel crearne di nuovi, con forti contrazioni negli

scambi extranazionali di prodotto sfuso ed imbottigliato di media qualità. E’ inoltre da

evidenziare come i siti visitati non siano dotati di vere e proprie strutture per l’accoglienza

degli enoturisti al di fuori delle strutture produttive; al fine di ovviare a tali carenze

all’interno della strada, presso Sambuca di Sicilia, e quindi in posizione facilmente

raggiungibile da diversi punti della Valle del Belice, si sta realizzando una enoteca della

strada che consente di “entrare” virtualmente nel territorio attraverso supporti multimediali,

libri e fotografie, nonché degustare i vini ed i prodotti tipici offerti dal territorio.

Categoria di turisti più frequenti

Italiani

Stranieri

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E’ stato chiesto alle cantine intervistate di fornire dati sulla maggiorazione di prezzo del

vino venduto in azienda, rispetto ai canali di vendita utilizzati (HORECA, GDO o dettaglio

tradizionale); è emerso che non c’è una politica comune sulle maggiorazioni o eventuali

minorazioni di prezzo applicate, ed anche in tale caso la mancanza di una regia comune

sulle scelte da adottare sottolinea la recente formazione del “gruppo” di imprese facenti

parte del “sistema” Strada del vino Terre Sicane. L’85% delle aziende intervistate (in

questo caso l’analisi riguarda solo le cantine) applicano maggiorazioni sul prezzo di vendita

del vino, comprese tra il 5-10% nei confronti del canale HORECA e tra il 10 ed il 50% nel

caso della GDO; il restante 15% vende invece il proprio vino applicando sconti compresi

tra il 5% ed il 10% sui prezzi applicati alle vendite per il canale HORECA o per il dettaglio

tradizionale, nel tentativo di fidelizzare il cliente che arriva direttamente in cantina. Si tratta

di aziende di piccole dimensioni, che privilegiano il rapporto diretto con il cliente.

Nel caso delle maggiorazioni, tale scelta è da inquadrare nell’esigenza da parte delle

cantine di non fare concorrenza al dettaglio tradizionale ed al canale HORECA32, che

costituiscono i canali di vendita principali per le cantine siciliane; comunque, è da

sottolineare che i prezzi “spuntati” direttamente in cantina sono sempre più bassi rispetto a

quelli riscontrabili negli esercizi di vendita al dettaglio o nei ristoranti.

Partecipare alla gestione ed alla crescita della Strada del vino, significa anche organizzare

attività che coinvolgano i turisti nella conoscenza del territorio e dei suoi prodotti tipici,

oltre che nell’apprezzamento e del godimento delle caratteristiche sensoriali ed

organolettiche dei vini prodotti. Diventa, dunque, importante offrire servizi aggiunti alla

produzione, che aumentino la qualità dei servizi offerti dal territorio ed il valore delle

produzioni in ambito locale, prima che nei mercati extraregionali: è stato dunque chiesto

agli operatori quali servizi fossero offerti agli enoturisti. Purtroppo a tale domanda hanno

risposto in maniera affermativa solo quattro delle strutture visitate, che offrono

degustazioni e visite guidate, organizzano meeting e mostre legate al vino; è necessario

dunque aumentare gli sforzi e gli investimenti mirati a creare un rapporto diretto con i

consumatori finali ed a migliorare l’accoglienza e la gestione delle presenze degli

enoturisti. E’ da sottolineare comunque, che il territorio in analisi è sicuramente attivissimo

nel proporre iniziative ed eventi legati al vino, tra cui Inycon33, convegni nazionali, ed

32 HO.RE.CA. (Hotel, ristoranti, catering): canale distributivo di prodotti alimentari riguardante la fornitura di prodotti alle catene alberghiere di ristorazione ed ai servizi di catering 33 Ogni anno a Menfi tra la fine di giugno e la prima settimana di luglio si svolge la grande manifestazione Inycon "Menfi ed il suo vino" una iniziativa che lega il vino prodotto dalle aziende vitivinicole locali alle tradizioni, alla cultura, alla valorizzazione delle risorse ed allo sviluppo del territorio.

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anche mostre itineranti di artisti che comunichino, attraverso le loro opere, dal fortissimo

impatto visivo e semantico, il vino, il territorio ed i suoi protagonisti.

Alla domanda relativa all’eventuale aumento di fatturato legato alla partecipazione al

progetto “Strade del vino”, hanno risposto affermativamente solo 3 delle strutture

intervistate, mentre le restanti 11 non ha registrato aumenti sensibili delle vendite; tale dato

è da leggersi alla luce della recente costituzione e riconoscimento della strada del vino

Terre Sicane, che non riesce ancora a generare un giro d’affari di rilievo.

Tab. 2.8: Effetti della strada sull'incremento di visitatori o del fatturato

Grazie alla strada del vino ha evidenziato: Si No

Incremento di flusso di visitatori nella struttura 7 7 Incremento di fatturato 3 11

L’ultima parte del questionario era indirizzata a comprendere quali aspetti della strada del

vino fossero considerati efficaci e quali da migliorare: è interessante notare che gli

intervistati hanno rivolto maggiormente la loro attenzione agli aspetti da migliorare (36

indicazioni contro 9), segnalando in primo luogo, con 11 segnalazioni, la necessità di

aumentare la quantità e la qualità delle informazioni relative alla strada del vino,

realizzando un centro di accoglienza, migliorando la segnaletica stradale e realizzando

guide specifiche sulla strada, che ne illustrino le caratteristiche e le risorse. Altri aspetti

importanti sono il sostegno alle strutture, 8 segnalazioni, e la realizzazione di un portale

elettronico indirizzato al commercio con 7 segnalazioni su 14; questa necessità è stata

indicata in particolare dalle grosse strutture cooperative, che vedono nei nuovi mercati

elettronici on-line, un importante strumento di diffusione di immagine e di incremento delle

vendite.

E’ stata inoltre segnalata la necessità di incrementare la presenza delle aziende nelle guide

settoriali relative al vino, con 4 segnalazioni su 14; tale dato va letto associandolo alle

segnalazioni sugli aspetti che già le aziende considerano efficaci: le uniche indicazioni

offerte dalle aziende hanno riguardato proprio la presenza delle aziende della strada sulle

guide di settore, con 9 segnalazioni su 14, che hanno evidenziato come tale aspetto sia già

propulsivo per le vendite delle aziende indicate.

Ciò, comunque, non esclude sicuramente la necessità di intervenire su tale punto

potenziando la comunicazione relativa all’offerta della strada del vino Terre Sicane in

chiave sistemica, nei circuiti e nelle guide specialistiche relative al turismo

enogastronomico, proprio in virtù della loro importanza ed efficacia soprattutto in termini

di incremento del flusso turistico e diversificazione dei canali di informazione; a ciò si

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potrà associare una maggiore partecipazione alle fiere di settore ed una programmazione

orientata ad associare la promozione dei prodotti tipici, al turismo ed alla riscoperta e

salvaguardia dei tesori artistici ed architettonici, nonché alla valorizzazione dei valori

culturali e dei saperi tradizionali presenti nel territorio siciliano.

Tab. 2.9: Aspetti considerati efficaci e da migliorare

Quali aspetti nella gestione della Strada considera efficaci e quali da migliorare?

efficace da migliorare

Guide 9 4 Centri di informazione/accoglienza 11 Sostegno alle strutture 8 Portale del commercio elettronico 7 Altro: - Infrastrutture 2 - maggior supporto promozionale e pubblicitario 2 - segnaletica più presente e precisa 2

2.6.3 Le interviste ai turisti

Nel corso dell’indagine alle strutture associate, è stato distribuito ai turisti della “Strada del

vino Terre Sicane” un questionario (in allegato), sia in lingua italiana che inglese, per

acquisire un prezioso feedback da parte degli utenti finali delle strade, sulle attività svolte

da parte delle strutture associate e sui risultati conseguenti gli sforzi finora compiuti per

realizzare il “sistema strade”. Si tratta dunque di una prima analisi di customer

satisfaction34 utile per conoscere i bisogni e le aspettative degli enoturisti, che potrà essere

di ausilio ai diversi operatori regionali, istituzionali e non, al fine di meglio comprendere

quali servizi incontrino maggiormente il loro apprezzamento.

L’attività di intervista è stata condizionata dal ridotto numero di enoturisti incontrati e dal

fatto che le “Strade” in Sicilia costituiscono ancora un sistema giovane di recente

attuazione e, come tali, non ancora ben conosciute e richieste dagli utenti finali.

Si è cercato comunque di ottenere un campo d’osservazione sufficientemente indicativo; a

tale scopo la scelta dei soggetti da intervistare è stata puramente casuale; il sondaggio

ottenuto, si compone di 26 elementi, di cui, poco più di due terzi (69,2%) maschi; il loro

profilo si presenta alquanto diversificato: le classi di età prevalenti sono quelle comprese

tra i 51 ed i 65 anni, e tra i 25 ed i 30 anni, mentre i titoli di studio posseduti sono

34 La rilevazione della Customer Satisfaction gioca un ruolo fondamentale per le aziende, che attraverso il processo di ascolto del cliente, la comprensione dei suoi bisogni e delle sue aspettative, realizzano offerte competitive e mirate, attraverso una organizzazione orientata al cliente ed attenta ai suoi bisogni

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principalmente la Laurea ed il Diploma (ciascun titolo rappresenta il 42,3% del totale).

L’occupazione è ripartita equamente tra, imprenditori-libero professionisti, impiegati,

dirigenti e studenti; si tratta infine di turisti italiani nel 65,4% dei casi, provenienti dal

Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, ed esteri per il restante 34,6%, di

provenienza tedesca, statunitense, canadese, svizzera ed olandese.

Dalle domande fatte ai turisti si è constatato che mediamente il tempo di soggiorno è

compreso tra 4 e 7 giorni (46,1%), con un minimo di 1 giorno (15,4%) ed un massimo fino

a 10 giorni. Si tratta di utenti che non conoscevano l’esistenza della Strada nel 77% dei

casi; tale risultato è da imputarsi alla mancanza di una strategia di promozione della strada

(la stessa segnaletica della strada nelle maggiori vie di comunicazione è quasi assente),

oltre che al recente riconoscimento-costituzione della stessa, sebbene ciò non abbia

impedito che tutti i turisti avessero comunque una buona conoscenza della realtà

vitivinicola del territorio. Ai turisti che già conoscevano la strada è stato chiesto come

avessero acquisito tale conoscenza; nel 33,3% dei casi attraverso il passaparola, nel 26,7%

attraverso Internet, la restante parte attraverso tour operator e la stampa e solo il 6,7%

attraverso le insegne sulla strada; tra questi stessi la presenza della Strada ha influenzato la

loro scelta di giungere presso le strutture intervistate nel 30,7% (tra molto ed abbastanza),

mentre nel restante 69,3% ha avuto poco o nessuna influenza.

È stato chiesto agli intervistati se avessero già visitato altre Strade del Vino: le risposte

mostrano che il 50% turisti hanno visitato altre strade sia in Italia (6 in Veneto- Doc Colli

Berici, Doc Breganze e zona del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, 4 in Toscana-

Terre di Arezzo, Brunello di Montalcino e Chianti, 3 in Trentino Alto Adige, 2 in

Piemonte-Langhe Roero, Monferrato) che all’estero (Francia, Germania, Califonia e

Sudafrica); inoltre il 65% di coloro che hanno risposto affermativamente ha già visitato più

di una strada del vino, mostrando un’esatta conoscenza di cosa essa sia realmente.

I turisti intervistati hanno dunque fornito un giudizio complessivo sui servizi forniti da

parte degli attori facenti parte della Strada: la maggior parte di loro si è ritenuta molto

(31%) ed abbastanza (42%) soddisfatta; il 23% si è ritenuto poco soddisfatto e solo un

turista (straniero) è rimasto totalmente deluso.

Dalle risposte fornite è emerso che la maggior parte degli intervistati ritiene di appartenere

alla categoria degli “Appassionati” (42,3%), dei “turisti” (38,5%) e dei semplici

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“consumatori” (7,7%), mentre nella categoria degli “enoturisti” e dei “fini conoscitori” si

riconosce solo il restante 11,5% del campione.35

A tutti i turisti del campione è stato chiesto di indicare quali servizi si aspettano di trovare

nella Strada del Vino: a coloro che non conoscevano esattamente cosa fosse una strada del

vino, è stato prima spiegato cosa fosse una “Strada”. Le risposte illustrate nel seguente

grafico sono molto importanti per capire quali siano le principali esigenze ed attese dei

turisti che visitano le strade del vino (è bene sottolineare che ciascun turista poteva anche

dare più di una risposta).

Graf. 2.10: Servizi attesi dai turisti intervistati

0

5

10

15

20

25

Centri diaccoglienza/info

Visite tourorganizzati in

cantina

Degustaz guidate Enoteche dellastrada

Musei del vino

n. preferenze

In primo luogo, secondo il campione, è necessario che le “Strade” predispongano ed

inseriscano nella loro offerta degustazioni (17 preferenze) e visite guidate (14) nelle cantine

della strada; in tal senso sarà opportuno strutturare un’offerta che preveda sia degustazioni

di gruppo in strutture e stabilimenti enologici ampi, sia esperienze più esclusive e ristrette

per un’utenza più evoluta e raffinata. Un altro degli aspetti maggiormente richiesti è la

possibilità di degustare i vini della strada presso l’Enoteca della strada (42,2% del

campione); l’attività svolta all’interno dell’enoteca è sicuramente molto importante,

permettendo di degustare i vini di tutte le aziende associate alla strada, ed offendo un

servizio ai turisti che spesso non conoscono le singole aziende, ma sono interessati a

35 L’analisi del Customer profiling, è particolarmente importante nella definizione delle strategie di marketing turistico in funzione dei profili motivazionali dei clienti/turisti.

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conoscere ed apprezzare i diversi vini, le differenze tra loro, le loro peculiarità, le storie

aziendali e, possono trovare proprio nell’enoteca le “suggestioni” e le informazioni utili per

poter programmare le visite alle strutture produttive.

Sentita risulta l’esigenza di acquisire informazioni preliminari sul territorio della “Strada” e

sull’offerta di servizi, attraverso “Centri di informazione ed accoglienza” dei turisti (10

segnalazioni su 26), mentre il desiderio di visitare “Musei del vino” ha raccolto 4

preferenze.

Incrociando i dati acquisiti sul fabbisogno di servizi da parte dei turisti emerge come la

possibilità di sfruttare le sinergie tra le diverse occasioni di visita lungo le “Strade” sia

realmente uno dei fattori di successo più importanti di queste realtà.

La possibilità di acquisire informazioni generali sul territorio, sulla sua storia e la cultura

diventa il momento preliminare di un’esperienza che partendo dai vigneti, possa giungere

ai locali di vinificazione per concludersi con la degustazione dei vini e dei prodotti tipici

del territorio in spazi e luoghi appositamente realizzati e predisposti, sia all’interno delle

strutture produttive, che all’interno di luoghi particolarmente evocativi e suggestivi che

ricadano nel territorio di riferimento della strada; tale esperienza può anche essere

realizzata in senso inverso, partendo dall’esperienza sensoriale dei vini delle “Strade” e

giungendo alla conoscenza dei luoghi di produzione, della storia e delle tradizioni locali.

Sono le “Bellezze naturali, culturali e paesaggistiche”, il motivo di maggior richiamo, con

24 preferenze, seguite a distanza dagli “interessi enogastronomici” (9 preferenze), da

motivi di studio o lavoro (8) e da visite a parenti ed amici (2). La maggior parte dei turisti

del campione (54%) viaggia con “amici-colleghi”, mentre la restante parte lo fa in

compagnia della famiglia; da ciò emerge dunque la necessità che gli operatori turistici

realizzino pacchetti turistici che possano coinvolgere gruppi eterogenei di persone e non

soltanto indirizzati ai singles o alle coppie.

L’87% degli intervistati, nel corso della visita in Sicilia ha alloggiato prevalentemente

presso agriturismo e nel 13% restante dei casi in Hotel de Charme.

E’ stato dunque chiesto ai turisti del campione di dare una valutazione relativa alle cantine,

ai ristoranti ed alle trattorie frequentate nell’ambio della “Strada del vino Terre Sicane”; gli

aspetti considerati sono stati:

− Cordialità del personale: “Eccellente” per il 30,8%, “Buona” per il 46%, sufficiente

per il 19,2% dei soggetti del campione, mentre solo un turista ha dato un voto

“scarso” per questo aspetto;

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− Qualità del servizio: tra “Buono” ed “Eccellente” nel 69,2% dei casi, sufficiente per

il 27% e “Scarso” per il restante 3,8%;

− Top Wines: tra “Buono” ed “Eccellente” per il 65,4% degli intervistati, sufficiente

per il 23% e “Scarso” per il 7,6% del campione;

− Rapporto qualità/prezzo: ha ottenuto ottimi apprezzamenti; tra “Buono” ed

“Eccellente” per il 76,9%, sufficiente per il 19,3% e scarsa per il 3,8% degli

enoturisti;

− Tipicità della struttura: tra “Buono” ed “Eccellente” nel 76,9% dei casi e sufficiente

per il restante 23,1%;

− Varietà del menu: meno soddisfatti rispetto agli altri aspetti; tra “Buono” ed

“Eccellente” per il 57,7% degli intervistati, “Sufficiente” per il 23% e “Scarsa” per

il 11,5% del campione. Due intervistati hanno giudicato tale aspetto come

“Assente”;

− Presenza prodotti tipici nel menù: valutazione simile alla precedente, con il 61,5%

delle segnalazioni tra “Buono” ed “Eccellente”, il 23% “Sufficiente”, l’11,5%

“Scarso” ed il 3,8% “Assente”.

Si tratta di giudizi che devono far riflettere sulla necessità di migliorare l’offerta e la varietà

di prodotti tipici, dato che la loro valorizzazione è tra gli scopi prioritari delle Strade, quali

sistemi di offerta integrata di ciò che il territorio nel suo complesso realizza.

Gran parte degli intervistati (77,7%) ha intenzione di acquistare delle bottiglie di vino

prima di partire; i turisti stranieri (89%), sono maggiormente propensi rispetto agli italiani

(68,7%) e l’unica motivazione che li ha spinti a rispondere negativamente è costituita

dall’impossibilità di portare le bottiglie con sé; è inoltre importante sottolineare, che la

metà di coloro che hanno risposto negativamente a questa domanda, si rammarica di non

avere sufficiente spazio a disposizione per inserire il vino tra i bagagli36.

Interessanti i dati sul numero di bottiglie che i turisti intendono acquistare e sul prezzo che

sono disposti a pagare; riguardo al primo aspetto non è emersa una quantità di bottiglie

prevalente: le risposte si sono equamente distribuite tra le seguenti classi 2-4 (33,3%), 4-8

(33,3%) e più di 8 (33,3%). Gli stranieri, mediamente intendono acquistare più bottiglie

(14,2% tra 2 e 4 e 42,9% per le altre due classi).

36 In tal caso la possibilità di acquistare le bottiglie attraverso il portale Web della strada, costituisce un utile strumento per superare tale limite

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Graf. 2.11: Numero di turisti che vogliono acquistare bottiglie di vino

0

2

4

6

8

10

12

Si No Non può portarli con sé

ItalianiStranieri

Graf. 2.12: Numero di bottiglie che i turisti vogliono acquistare

0

1

2

3

4

5

6

7

2 - 4 4 - 8 > 8

StranieriItaliani

Le differenze tra italiani e stranieri diventano più marcate ove si consideri il prezzo

complessivo che sono disposti a spendere per acquistare il vino: tutti i turisti stranieri sono

disposti a spendere più di 50 €, mentre la spesa del 45,5% degli italiani si colloca tra 30 e

50€, e per la restante parte sopra 50€.

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Graf. 2.13: Classi di spesa per il vino

0

2

4

6

8

10

12

14

30-50 >50 €

StranieriItaliani

Alla domanda: “Vorrebbe tornare a visitare altre strade del vino siciliane?” la quasi

totalità del campione (24 preferenze) ha risposto affermativamente, mentre per quanto

riguarda l’acquisto on-line delle bottiglie della strada il’77,7% dei turisti stranieri intende

acquistare i vini degustati tramite l’e-commerce, e se consideriamo i soli turisti italiani tale

quota si riduce al 23,5%. Attivare il canale dell’e-commerce, collateralmente ai canali

tradizionali, può essere di grande ausilio nelle vendite del vino al di fuori del mercato

regionale, permettendo a chi ha già visitato le strade del vino siciliane, di acquistare il vino

già gustato durante la visita, o a chi intende visitarle, di consumarlo, prima di recarsi sui

luoghi. Sicuramente tale canale non è da intendersi come passivo supporto alle vendite

all’estero ma deve essere attivato tramite adeguate strategie di marketing; di questo si

parlerà comunque ampiamente nel paragrafo successivo, relativo ai siti Web delle Strade

del vino.

Infine, è stato chiesto ai turisti da dare una valutazione finale complessiva rispetto ad alcuni

elementi caratterizzanti l’esperienza enoturistica presso la “Strada del vino Terre Sicane”.

Si è ottenuta una valutazione molto positiva: la Sicilia è una regione che regala molte

emozioni, sensazioni e ricordi positivi a coloro che la visitano; in alcuni casi però la

valutazione è stata negativa (la segnaletica stradale ha visto quasi unanimi le critiche dei

visitatori non organizzati).

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Graf. 2.14: Valutazione di alcuni aspetti della strada

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

Eccellente Buono Sufficiente Insufficiente

Accoglienza - info Vino Prodotti tipici Gastronomia-ristoranti Percorsi turistici Strutture ricettive Segnaletica

La valutazione dei “ristoranti-gastronomie locali” è stata davvero ottima, con il 42,3% di

valutazioni “Eccellente” e 46,1% di “Buono”; molto positivo l’apprezzamento del “Vino”

(92,2% tra “Eccellente” e “Buono”), dei “Prodotti tipici” (84,5% tra “Eccellente” e

“Buono”), delle Strutture di accoglienza (76,8% tra “Eccellente” e “Buono”) e dei percorsi

turistici (73% tra “Eccellente” e “Buono”); il fatto che tutti gli elementi, tranne il vino,

abbiano avuto qualche insufficienza, suggerisce che vadano comunque migliorati.

Principale aspetto carente è quello relativo alla segnaletica stradale, effettivamente ancora

quasi del tutto assente nel periodo della rilevazione: il 50% di “Insufficiente” è davvero

troppo elevato per una “Strada” che deve il suo successo, anche alla capacità di fare

orientare i visitatori e fruitori che la frequentano e percorrono.

2.7 Le strade del vino: i siti web delle strade del vino siciliane

E’ da alcuni anni ormai, che il Web37, si è affermato come strumento di comunicazione e

promozione delle attività svolte da parte dei più diversi operatori: dalle istituzioni, che

offrono servizi sempre più completi di informazione al cittadino, fino a realizzare, nei casi

37 Il World Wide Web (Web, rete in italiano) è una rete di risorse di informazioni, basata sull'infrastruttura di Internet. Nacque, così come lo conosciamo oggi, nel 1989 presso il CERN di Ginevra (Centro Europeo di Ricerche Nucleari, il più importante laboratorio di Fisica in Europa), su idea di Tim Berners-Lee e di Robert Cailliau, per permettere ai ricercatori di diverse parti del mondo, di condividere la documentazione scientifica in formato elettronico, indipendentemente dalla piattaforma e migliorandone dunque la comunicazione e la cooperarazione (Da Wikipedia.it)

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migliori, sportelli di interfaccia telematica, alle imprese, che usano Internet sia come

vetrina virtuale, sia come strumento di vendita dei prodotti realizzati, ai singoli cittadini,

che creano pagine web personali, in cui inseriscono informazioni sulle attività

professionali, gli hobbies, i racconti e financo le foto di viaggi e di esperienze vissute.

Questi sono solo alcuni esempi di ciò che è possibile trovare nelle pagine Web, ad indicare

quanto sia ormai diffuso l’uso di Internet nella vita quotidiana e di come la rete sia

diventata un insostituibile strumento di dialogo tra i soggetti più differenti e vari.

Ai fini del nostro studio, l’analisi dei siti web delle strade del vino siciliane, è uno

strumento utile per fotografare l’attitudine dei “Sistemi strade” a dotarsi, ad utilizzare e ad

incorporare al loro interno l’innovazione tecnologica finalizzata a diversificare i canali

comunicazionali e di promozione tradizionali. Rappresenta altresì una valida occasione per

riflettere sulle opportunità che la Società post-moderna, con tutte le sue contraddizioni,

vincoli, possibilità e minacce offre alle imprese siciliane (e non solo) attraverso Internet.

Ad oggi38, delle undici strade del vino istituite in Sicilia, solo quattro dispongono di siti

web navigabili, ovvero la “Strada del vino Terre Sicane”, la “Strada del vino Terre

d’Occidente”, la “Strada del vino dell’Etna”e la “Strada del vino Alcamo Doc”. E’

sembrato opportuno oltre che interessante, esaminare le caratteristiche ed i servizi offerti da

ciascuno dei siti, e, successivamente, condurre un ragionamento complessivo su come i

portali Web possano rappresentare uno strumento unico e molto efficace di promozione

delle attività e delle caratteristiche di ciascuna Strada.

E’ inoltre importante ricordare che si tratta di un momento iniziale in cui le Strade stanno

ancora implementando ed intessendo la rete di interazioni e servizi funzionali alla loro

crescita e sviluppo; in breve tempo, l’evoluzione dei legami tra i diversi operatori e delle

loro strategie si rifletterà nello sviluppo dei siti e dei servizi telematici offerti dalle strade e,

a ricaduta, dei siti web dei loro associati.

2.7.1 “Strada del vino Terre Sicane” – www.stradadelvinoterresicane.it

Si tratta già della seconda versione del sito, inserito precedentemente all’interno di un

portale delle “Terre Sicane”, creato nell’ambito del Programma Leader II Sicilia, segno del

dinamismo e della vivacità che caratterizza il progetto.

La grafica è semplice ma accattivante, la navigazione facile e spedita. I contenuti sono più

sintetici e diretti rispetto alla precedente versione ed inquadrano:

38 al 10/12/2005

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− Una mappa interattiva generale della Strada e del territorio in cui si sviluppa, con

una veste grafica gradevole e chiara che riprende le brochure di presentazione della

strada, in cui sono indicati i siti naturalistici, le emergenze architettoniche suddivise

per territorio comunale, i siti archeologici, le architetture rurali ed i musei;

− I comuni entro i quali ricade la Strada, con una breve descrizione della storia, dei

siti e dei monumenti di maggiore interesse di ciascuno di essi;

− Il vino e le Doc riconosciute, indicando le varietà di vite utilizzate maggiormente e

le case vinicole presenti associate alle etichette di maggiore pregio e richiamo

presso il consumatore;

− Una proposta di viaggio che si sviluppa in quattro giorni, dedicata alla scoperta e

fruizione delle numerose risorse enogastronomiche e dei beni culturali ed

ambientali del territorio; a richiesta viene offerta una quotazione in base al periodo

ed al numero di turisti;

− Gli associati suddivisi tra Enti (8 che comprendono: i comuni coinvolti, l’ESA , la

Banca di Credito Cooperativo di Sambuca di Sicilia ed il Parco Letterario Giuseppe

Tomasi di Lampedusa), aziende agricole, vitivinicole e cantine (15 in tutto), servizi

per il turismo (1), agriturismo (4) , aziende che realizzano prodotti tipici (4),

ristoranti (3) e le terme (1);

− I piatti tipici suddivisi per territorio comunale;

− I prodotti tipici del territorio;

− Il consiglio di amministrazione.

Il sito rappresenta, dunque, un vetrina sintetica del territorio nel suo complesso, delle

produzioni locali, dei produttori associati e delle attività che si possono svolgere visitando

la Strada. Indovinata la scelta di operare una presentazione essenziale che comunica

immediatamente i punti di forza del progetto, anche se manca la possibilità di approfondire

gli argomenti e l’indicazione degli itinerari da effettuare è ancora limitata. Non c’è uno

spazio dedicato all’e-commerce, né è possibile acquistare o individuare direttamente on-

line un pacchetto turistico ad Hoc; manca inoltre la possibilità di iscriversi e di ricevere

notizie o newsletter relative alle attività, alle feste ed agli eventi relativi alla strada.

2.7.2 “Strada del vino Terre d’Occidente” – www.stradavinomarsala.it

Il sito della strada del vino siciliano più conosciuto a livello internazionale si sviluppa

intorno alla storia, all’arte ed alle caratteristiche naturali di un territorio eccezionale e

vocato alla vitivinicoltura fin dai primi insediamenti umani sull’isola.

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Vengono dunque proposti ben cinque itinerari tematici, “Storia ed Arte”, “La via del sale”,

“Lungo il mare”, “Verso Megara e “Verso Salemi”, che toccano le attrazioni, i luoghi ed i

monumenti più importanti del territorio attraverso un filo conduttore comune; per ciascuno

di essi è inserito un elenco di servizi per i turisti. Viene altresì offerta una “Proposta di

viaggio” di 4 giorni, che tocca i diversi itinerari e le “Vie” a tema del territorio con visita

alle aziende vitivinicole, ai bagli rurali e prevede cene a base di prodotti tipici: la quota di

partecipazione proposta per persona è ancora in lire (£.450.000).

La sezione più vasta del sito riguarda gli associati, suddivisi in:

- Enti e associazioni, che comprende il Comune di Marsala, il Gal Lilybeo, la Pro

Loco e la sede di Confcommercio Provinciale e la Camera di Commercio, Industria,

Artigianato e Agricoltura di Trapani;

- Aziende agricole e vitivinicole e Cantine Sociali, che con 18 aziende,

rappresenta la parte più cospicua della sezione. Di ciascuna azienda viene fornita una

descrizione sintetica ma accurata , i riferimenti utili ed il link al sito web o all’e-mail per

eventuali contatti diretti;

- Sono anche inclusi gli Alberghi, le strutture per il turismo rurale, che sfruttano la

vasta presenza di Bagli rurali antichi e bellissimi presenti nel territorio, le pasticcerie-

gelaterie che vantano primati internazionali, le Enoteche ed i ristoranti che offrono una

selezione accurata di prodotti tipici, la ditte artigiane e le agenzie di viaggio specializzate

nella realizzazione di soggiorni enoturistici

Nel sito viene inoltre sviluppata la storia della città di Marsala e del suo vino, le

caratteristiche della Doc e vengono proposte ricette storiche del luogo (dal primo, “Pasta

con le Sarde”, fino al gelato).

Sono infine indicati gli eventi principali che si sono svolti nel territorio nel 2002 e nel

2003.

Complessivamente emerge la ricchezza delle risorse che il territorio ha da offrire insieme

alle enormi potenzialità ma colpisce lo scarso aggiornamento dei contenuti. Anche in

questo caso il sito è “Vetrina” del territorio e serve agli eventuali enoturisti per raccogliere

informazioni e visualizzare i contatti da intraprendere, ma non è in alcun modo interattivo,

né permette di effettuare acquisti on-line.

2.7.3 “Strada del vino dell’Etna” – www.stradadelvinodelletna.it

Il sito della “Strada del vino dell’Etna” è ricco di informazioni ed è aggiornato

costantemente con nuovi contenuti; si distingue dagli altri per la presenza di una Enoteca

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on line attiva nel territorio italiano, con tempi di consegna indicati compresi tra le 24 e le

48 ore, suddivisa per categoria di prodotti: vini bianchi, rossi, rosati, liquorosi, rosoli di

Sicilia, grappe e liquori, spumanti, olio e varie. Nella pagina iniziale viene anche proposto

il “Prodotto del mese” ad un prezzo promozionale. E’ possibile visualizzare i prodotti per

azienda e per acquistare on-line basta autenticarsi; a breve è anche prevista la

pubblicazione sul web di un “Paniere dei prodotti tipici della Strada del vino dell’Etna”. Le

spese di trasporto, calcolate in base ai volumi di vino acquistati, le modalità di consegna

della merce, le modalità di pagamento ed i costi complessivi della merce sono indicati in

maniera chiara ed esaustiva (attualmente ai fini del pagamento è possibile utilizzare

unicamente il bonifico bancario, ma presto sarà disponibile il pagamento con carta di

credito).

Le altre sezioni del sito riguardano:

− Un calendario di eventi ricco ed aggiornato, con una serie di sub-links utili a

reperire informazioni approfondite sugli eventi proposti.

− I comunicati diffusi alle principali agenzie di stampa.

− La storia dell’associazione, i moduli di adesioni, il disciplinare, lo statuto e l’atto

costitutivo.

− La zona di produzione, con inquadramento geografico e links ai siti dei comuni

della strada.

− L’elenco degli associati ricco di partecipanti tra soggetti pubblici e privati ad

indicare la molteplicità di interessi ed interazioni che caratterizzano una “Strada”: la

Provincia Regionale di Catania, l’Ente Parco dell’Etna, l’APT di Catania, il Credito

Siciliano, la Wind Jet (compagnia di volo), il Framon Hotel group, il Circolo

Enofili Etnei, la Easy Car (agenzia di affitto macchine), l’ONAV (Organizzazione

Nazionale Assaggiatori Vinicoli), la Ferrovia Circumetnea, la FISAR (Federazione

Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori), la AIS (Associazione Italiana

Sommelier), l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali, la ATUS (Ente gestore di

servizi turistici), l’associazione “Sole e Bike”, l’Istituto per l’agricoltura e per

l’ambiente “Alfredo Maria Piazzi”, i comuni dell’Etna (14 con i rispettivi links),

Alberghi, agriturismi, aziende agricole e vinicole, l’Accademia Italiana della

Cucina, la Funivia dell’Etna e la società “Marina di Riposto-Porto dell’Etna”.

− Le aziende agricole e vinicole operanti nel territorio, indicate dal nome, riferimenti

tradizionali, sito web ed e-mail, ove presenti e da una serie di simboli relativi ai

servizi offerti tra cui: accoglienza per appuntamento, visita ai vigneti e/o alla

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cantina, possibilità di degustare, accoglienza di gruppi, vendita di vini al dettagli e

la conoscenza di lingue straniere (inglese, tedesco, francese, spagnolo)

− I links ai contatti più importanti per potere intraprendere un viaggio nel territorio

dell’Etna o semplicemente approfondire la conoscenza “telematica” dei luoghi in

cui la Strada si snoda

− I contatti web al fine di richiedere ulteriori informazioni.

Per chi volesse poi esaminare più a fondo le possibilità offerte dall’Etna e dal suo territorio,

in un’altra sezione del sito sono indicati quattro itinerari: “La Via della Zagara”, “La

Maremonti”, “La Via dei castelli” e “La Littorina dell’Etna”. E’ possibile scaricare i file

con gli itinerari, corredati da una breve descrizione in italiano ed inglese, una cartina in cui

sono indicati i percorsi, i siti da visitare, i monumenti interessanti, le aziende, gli

agriturismo ed altri luoghi di interesse

Il sito è dunque ricco di contenuti, che sono espressi sempre attraverso pagine brevi ed

offrono la possibilità di cliccare su links per approfondire gli argomenti di interesse.

Sebbene ad uno stadio ancora iniziale (non è possibile effettuare un ordine completo on-

line, né acquistare un pacchetto enoturistico), il sito supera lo status di “Vetrina

informatica” e consente una certa interattività con i consumatori interessati ad acquistare il

vino, prima o dopo la visita ed il viaggio reale attraverso la strada. Ciò rappresenta

sicuramente un grande punto di forza ed un concreto esempio di come l’organizzazione e

l’implementazione delle strade, possano e debbano attuarsi anche attraverso i nuovi

strumenti informatici ed abbiano ricadute importanti nella creazione di opportunità per la

commercializzazione e promozione dei vini di qualità prodotti in un determinato territorio e

ad esso legati attraverso profonde relazioni umane, culturali e nessi “organizzativi”

specifici e distintivi.

2.7.4 “Strada del vino Alcamo Doc” – www.stradadelvinoalcamodoc.it

Il sito si presenta con una veste grafica semplice ed originale, con i siti dei comuni

coinvolti nell’organizzazione e realizzazione della Strada ben distinti dalle altre sezioni del

sito. Bello il logo, che inquadra le caratteristiche proprie della “Strada del vino Alcamo

Doc”: vigneti, natura, archeologia e mare.

I contenuti non sono ancora completamente sviluppati, in quanto manca la descrizione della

proposta turistica, sebbene sia inserita come sezione e siano tuttora assenti eventuali

descrizioni della Strada o di itinerari possibili.

Sono invece disponibili on-line:

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− il disciplinare di produzione della DOC Alcamo, secondo D.M. del 30/9/1999

pubblicato nella G.U.R:I. n. 241 del 13/10/1999, insieme allo statuto della Strada.

− I links ai siti dei comuni della Strada.

− L’elenco degli associati con le persone da contattare (41), tra cui la CIA

(Confederazione Italiana Agricoltori), la CCIAA di Trapani, l’ESA (Ente di

Sviluppo Agricolo), i Comuni, la Coldiretti, la Associazione nazionale “Città del

vino”, aziende vitivinicole, cantine, agenzie di viaggio, ristoranti, enoteche,

affittacamere e negozi in cui gli enoturisti possono acquistare prodotti tipici.

2.8 Il Web come strumento di promozione delle Strade e dei prodotti tipici: prospettive

La rete è ormai diventata un insostituibile strumento di dialogo tra le imprese (pubbliche o

private) ed i loro clienti; nei settori più avanzati il Web è già uno strumento efficace che

permette alle imprese di migliorare i servizi offerti ai consumatori, attraverso l’inserimento

di nuovi sistemi di interfaccia on-line che permettono di ridurre i tempi di risposta, di

essere presenti virtualmente in tutto il mondo e di profittare di una domanda vasta e

segmentata.

Negli ultimi anni sono state condotte diverse ricerche al fine di capire dunque quali

possibilità dell’immenso potenziale di internet siano sfruttate dalle imprese per soddisfare i

propri clienti, quali servizi siano stati sviluppati e quali le prospettive future; l’Osservatorio

Net Economy ed il “IV Rapporto Osservatorio sul turismo del vino”, sviluppato da Censis

Servizi ci forniscono alcuni dati utili alla lettura del fenomeno.

Considerando la presenza di un sito internet aziendale, è interessante rilevare che il 71,6%

delle piccole e medie imprese italiane dichiara di possedere un sito internet aziendale ed il

7,7% dichiara di volerlo realizzare a breve, indicando come ormai la penetrazione della rete

come mezzo di visibilità per le imprese sia elevatissima. Andando a considerare la

“qualità” di questa presenza, emerge però che nella quasi totalità dei casi, 95%, è prevista

una presentazione dell’azienda, confermando l’interpretazione principale del sito quale

“vetrina” delle attività svolte; soltanto il 9% delle aziende intervistate dichiara di avere

implementato funzionalità interattive nel sito (verifica delle disponibilità, gestione degli

ordini e delle richieste, etc.) e, di queste, la presenza di punti di vendita on-line è limitata al

5,5% dei casi. Sono dati che dimostrano quanto sia ancora poco diffusa in Italia la

convinzione che i siti internet possano assumere un ruolo importante nella relazione tra

l’azienda ed i loro clienti.

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Le più recenti ricerche di settore indicano che il turismo è il settore che ha beneficiato di

più, negli ultimi anni delle vendite on-line, il cosiddetto e-commerce, con amplissimi

margini di crescita in termini di numero di clienti, utili netti e volumi di fatturato. La

necessità principale per sfruttare al meglio tali opportunità è il passaggio da un’offerta

informativa (la semplice “vetrina” informatica o click and click) ad un’offerta di vendita di

beni, servizi, “pacchetti” completi (click and buy).

Risulta interessante includere in questo lavoro i risultati di una ricerca effettuata da Censis

Servizi finalizzata ad analizzare le linee evolutive delle comunicazioni attraverso il Web e

la capacità di Web-marketing delle strade del vino; 43 siti ufficiali di strade del vino sono

stati valutati e classificati attraverso una serie di indicatori specifici per 6 classi di merito:

− Caratteristiche del sito (es.: funzionalità, piacevolezza, efficacia comunicativa,

navigabilità);

− Offerta di servizi on-line (es.:interattività, e-commerce);

− Informazioni sul territorio (es.: luoghi da visitare, storia, informazioni turistiche e

links ad enti competenti);

− Informazioni sulla filiera vino (es.: contenuti sui prodotti, produttori, prezzi);

− Informazioni sui prodotti tipici (es.: tipologia, tecniche di produzione, produttori);

− Servizi turistici (es.: integrazione con il sistema ricettivo e mobilità all’interno del

territorio).

Nella valutazione complessiva è stato dato maggior peso all’offerta dei servizi on-line ed

all’informazione sulla filiera vino; tra le quarantatre strade, sono state esaminate anche tre

strade del vino siciliane, la “Terre Sicane”, la “Alcamo DOC” e la “Marsala Terre

d’Occidente” che, sono arrivate, rispettivamente, tredicesima, ventisettesima e

ventinovesima nella classifica finale.

I punti di forza del sito web “Terre Sicane”, sono stati: caratteristiche generali del sito,

informazioni sui prodotti tipici, informazioni sul territorio, mentre deboli sono risultati i

servizi on-line; il punteggio complessivamente raggiunto è stato di 64, rispetto agli 82 del

primo classificato (Strada del vino Castelli Romani).

La strada del vino “Alcamo Doc” ha ottenuto un punteggio complessivo di 44, e buoni

valori per quanto riguarda le informazioni sulla filiera vino e sui prodotti tipici e punteggi

molto bassi nel caso dei servizi on-line e dei servizi turistici.

La strada “Marsala, Terre d’Occidente ha ottenuto un punteggio complessivo di 43 ed una

buona valutazione per quanto riguarda le informazioni sui produttori vinicoli e sui prodotti

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tipici, mentre ha conseguito una bassa valutazione relativamente ai servizi turistici ed alle

informazioni territoriali.

Si tratta dunque di siti complessivamente poco orientati al cliente ed all’interattività e

pensati soprattutto per narrare e descrivere il territorio.

Una volta esaminate le tipologie principali di siti Internet che è possibile trovare

relativamente alle “Strade”, diventa importante capire quali servizi possono essere offerti

agli enoturisti attraverso il Web, in aggiunta a quelli finalizzati a presentare la strada e

promuoverne il territorio.

Internet è stato anche definito come “sistema creato al fine di fare assistenza alla clientela”

e le applicazioni che consentono di attivare un vero e proprio “servizio al consumatore”

sono molteplici. I servizi alla clientela possono essere suddivisi in : servizi pre-vendita,

servizi di vendita e servizi post-vendita.

Tra i servizi pre-vendita possiamo considerare utili:

− Presentazione delle news: è possibile inserire informazioni sulle attività svolte

dalla strada, sulle manifestazioni organizzate, sui convegni e sui riconoscimenti

acquisiti in ambito locale o internazionale dai vini dei produttori. Tali news possono

essere suddivise per data o per categoria.

− FAQ (acronimo di Frequently Asked Questions, ovvero le “Domande più

frequenti”): pagine con risposte standard a domande poste frequentemente dai

potenziali utilizzatori di un sito Web, che permettono una prima risposta ai quesiti

più consueti.

− Autoresponder: un sistema di posta elettronica con risposte automatiche e standard

alle richieste del cliente; non appena ricevuta una e-mail il sistema di messaggistica

risponde immediatamente con un testo generico che può contenere alcune

informazioni di base.

− Risposta via e-mail alle domande effettuate dagli utenti: gli utenti possono

compilare un modulo predeterminato al fine di fare richieste di informazioni su

itinerari, luoghi da visitare, prezzi, preventivi.

− Possibilità di effettuare preventivi on-line: possono essere compilati dei veri

preventivi sulla base delle tipologie di esperienza che il visitatore vuole effettuare.

Il centro telematico della strada acquisisce informazioni preziosi sugli stili di

consumo e può memorizzare indirizzi e-mail da contattare per eventuali promozioni

future o happenings in cui coinvolgere i “Turisti del vino”.

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− Catalogo dei prodotti e dei servizi offerti: un catalogo on-line, può essere molto

ricco di “possibilità” (contenere sia vini, sia prodotti tipici del territorio, sia

pacchetti di viaggio), ma non deve essere mai “pesante” da navigare e deve

contenere una selezione curata delle informazioni e delle scelte da proporre alla

clientela, in maniera da non scoraggiare l’acquisto in funzione delle capacità di

spesa o degli interessi di chi frequenta il sito. Il catalogo deve dunque essere

semplice ma curato nella presentazione delle diverse tipologie di servizi e prodotti

offerti e nella scelta delle informazioni utili ad “accompagnare” i clienti nella scelta

decisionale. E’ bene, per esempio, ove si tratti di guidare un turista nella scelta di un

“Pacchetto vacanze”, distinguere chiaramente tra esperienze individuali ed

esclusive ed esperienze di gruppo e più “comuni”, così come nel caso della vendita

dei vini è bene indicare chiaramente il rapporto qualità/prezzo delle bottiglie

proposte, cercando di comunicare il “valore aggiunto” di un vino realizzato con

particolare cura ed attenzione, inserendo anche menzioni, riconoscimenti e premi

ottenuti.

Servizi di vendita:

− Pagamento diretto con Carta di credito o bonifico bancario diretto: è

importante che il sistema guidi il cliente nella scelta delle diverse fasi che

conducono all’effettuazione dell’ordine e rilasci una ricevuta chiara delle operazioni

effettuate e dei beni acquistati; devono essere indicati con chiarezza tempi e

modalità di consegna ove si tratti di prodotti, ovvero tempi, date, modalità e luoghi

da visitare ove si tratti di “Pacchetti enoturistici”.

Servizi Post-vendita: servono a sondare ed accrescere la soddisfazione dei clienti e

possono contribuire a fidelizzarli.

− Verifica dell’opinione degli utenti sui servizi offerti: consente di fare effettuare

sondaggi ad hoc sui servizi offerti dal sito, o per chi ha già visitato la strada, sulle

qualità generale dei servizi presenti nel percorso enoturistico.

− Database che valorizzi le informazioni sulla clientela: è molto utile la creazione

di un database che conservi le informazioni relative ai prodotti maggiormente

richiesti da determinati clienti, proponendo offerte particolareggiate relativi sia ai

vini, ai prodotti tipici che a piani di soggiorno e visita.

− Aggiornamenti su nuovi prodotti, novità ed happenings: attraverso la

realizzazione di Newsletter informative, è possibile contattare a costi ridottissimi

tutta la clientela attiva, differenziando i contenuti in funzione degli interessi, delle

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scelte e delle priorità di gruppi di clienti ben distinti. Si tratta di informazioni mirate

che stimolano la memoria dei consumatori a ricordare un determinato prodotto e

tendono a fidelizzarlo.

Le opportunità offerte dalla rete diventano dunque sempre più interessanti e sviluppano

l’efficacia dei siti Web tradizionali, migliorandone l’efficacia in termini di servizio e

comunicazione; come strumento di comunicazione Internet è senza dubbi uno dei più

efficaci sistemi di contatto tra persone, fisiche o giuridiche che siano, e come strumento di

comunicazione, possiede un vantaggio enorme rispetto ad altri sistemi oggi disponibili: il

web infatti permette di conseguire uno degli obiettivi prioritari del Marketing, quello di

raggiungere, conoscere e dialogare in modo interattivo con il singolo Cliente applicando la

metodologia definita “Marketing One to One”. Per la Strada e per i suoi associati diventa

dunque possibile avere una migliore conoscenza del cliente, dei suoi gusti e delle sue

esigenze e realizzare offerte e comunicazioni mirate e molto efficaci.

Naturalmente il presupposto fondamentale per ogni attività di marketing di successo è la

capacità degli attori economici di produrre e fornire il bene da promuovere e vendere;

Internet potrà essere uno strumento particolarmente efficiente ed efficace da affiancare ai

sistemi tradizionali, ma sarà prima necessario creare “Sistemi strade” altrettanto efficienti

ed integrati nei loro componenti e parti costitutive.

Un’ulteriore considerazione: uno dei punti di forza delle Strade del vino siciliane consiste

nella presenza nel territorio di riferimento di una o anche più Doc, tanto che delle nove

Strade ad oggi istituite sei hanno il nome della Doc del territorio: I siti web delle Strade,

prima ancora delle strade del vino “reali” possono diventare un luogo dove può realizzarsi

una “unione” speciale: quella tra i percorsi enoturistici e le Doc del territorio ai fini di una

promozione efficace e sinergica sia dei vini di qualità che delle aziende che li producono e

che hanno nei siti delle Strade un’ulteriore occasione di visibilità, e comunicazione da

aggiungere ai sistemi tradizionali.

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3 - Le Strade del vino in Toscana: confronto con una delle regioni leader del turismo

enogastronomico italiano ed internazionale

3.1 Premessa

La Toscana è una delle regioni italiane più attive nel campo dell’enoturismo, ed una delle più

attive nell’ambito delle Strade del Vino; infatti, allo stato attuale, si colloca al primo posto tra

le regioni italiane, contando ben 14 Strade del Vino riconosciute dalla Legge Regionale n.

69/1996.

Esse sono:

− Strada del Vino Colli di Maremma

− Strada del Vino di Montepulciano

− Strada del Vino Monteregio di Massa Marittima

− Strada del Vino Vernaccia di San Gimignano

− Strada del Vino Costa degli Etruschi

− Strada del Vino delle Colline Pisane

− Strada del Vino Terre di Arezzo

− Strada del Vino Chianti Colli Fiorentini

− Strada dei vini Chianti Rùfina e Pomino

− Strada del Vino di Montespertoli

− Strada del Vino Colli di Candia e di Lunigiana

− Strada del Vino Colline Lucchesi e Montecarlo

− Strada del Vino di Montecucco

− Strada medicea dei vini di Carmignano.

A differenza di quanto è stato riscontrato relativamente alle Strade del Vino della Sicilia, in

Toscana ad ogni Strada del Vino fa capo un Consorzio, Associazione, o Comitato promotore.

Di tale ente possono far parte le aziende produttrici locali, le cantine, gli Enti Locali, le CCIAA

e le associazioni che operano nel settore della valorizzazione territoriale di pertinenza della

strada stessa.

La legge regionale toscana prima citata, al fine di costituire un'offerta enoturistica omogenea e

qualificata, ha predisposto linee guida e standard ai quali ogni Strada del Vino deve attenersi

per essere riconosciuta tale.

Ogni itinerario enoturistico ha un'apposita segnaletica che indica la Strada del Vino di

appartenenza, i centri abitati o i luoghi di sosta di interesse.

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Tra le Strade del Vino toscane, sono state oggetto di studio, analisi ed approfondimento le

seguenti 5, ritenute tra le più rappresentative:

1) Strada del Vino “Terre di Arezzo”

2) Strada del Vino “Montecucco”

3) Strada dei Vini “Chianti Rùfina e Pomino”

4) Strada del Vino “Costa degli Etruschi”

5) Strada del Vino “Montepulciano”

Le Strade del vino sopra menzionate sono state analizzate traendo spunto dalle relazioni sui

viaggi di studio svolti dagli allievi del master MA.FI.V – Management della Filiera

Vitivinicola – nel corso del 2004.

3.2 La Strada del Vino “Terre di Arezzo”

La Strada del Vino “Terre di Arezzo” è stata riconosciuta con Decreto della Regione Toscana

n. 6027 del 13.10.1999.

Si tratta di un percorso lungo circa 200 km – il più esteso della regione - che interessa 19

Comuni, tutti ricadenti nella provincia di Arezzo.

Tale comprensorio ricade nelle zone di produzione dei vini Chianti Docg, Chianti Colli Aretini

Docg, Colli Etruria Centrale Doc, Valdichiana Doc e Cortona Doc, Vinsanto del Chianti Doc e

del Chianti Colli Aretini Doc.

La Strada - che è rappresentata giuridicamente da un’Associazione con lo scopo di dare

maggiore visibilità ai vini ed ai produttori, rilanciando il territorio, la cultura e le tradizioni

locali - conta oggi 157 soci, tra aziende vitivinicole, agrituristiche, di prodotti tipici, ristoranti,

alberghi, enoteche, associazioni.

In particolare, all’interno della strada operano:

- 53 aziende vitivinicole

- 39 agriturismi

- 16 aziende agricole con prodotti tipici

- 25 ristoranti/osterie

- 12 imprese turistico ricettive

- 7 enoteche

- 2 associazioni

La Strada del Vino ha un proprio statuto ed un regolamento che disciplinano tutte le attività

svolte secondo la L. 268/99 istitutiva delle Strade del vino nel nostro paese.

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In particolare lo statuto definisce gli scopi dell’associazione, le aziende che possono entrare a

far parte della strada e le indicazioni relative alle nuove ammissioni, gli impegni dei soci, le

disposizioni disciplinari per i soci inadempienti.

Nel Regolamento, invece, sono indicate, tra le altre, le quote associative di iscrizione che, per

le aziende vitivinicole, sono commisurate agli ettolitri di vino prodotti, per i Comuni ai Km di

Strada del Vino ricadenti nel territorio di ciascuno di essi, per le aziende ricettive e che fanno

vendita diretta sono invece stabilite in forma variabile a seconda della categoria.

Tutte le aziende, per essere ammesse, devono rispondere agli Standard qualitativi e garantire

particolari servizi a seconda della categoria.

Tutti i soci, infine, devono mostrare il marchio della Strada del Vino “Terre di Arezzo”, che va

riportato anche sulla modulistica aziendale, sulle pubblicazioni promozionali, sulla segnaletica

e sulle inserzioni pubblicitarie.

L’Associazione propone ogni anno numerose attività al fine di avvicinare nuovi enoturisti,

organizzando visite guidate alle aziende, corsi di degustazione, serate dedicate

all’enogastronomia della zona presso le strutture ricettive.

La cartellonistica del territorio è stata definitivamente realizzata nel 2002: sono state apposte

segnaletiche specifiche lungo le strade provinciali e comunali, frecce direzionali, cartelli

recanti il simbolo della Strada del Vino di Toscana e Terre di Arezzo; presso le aree di sosta

sono stati infine installati cartelli con il percorso della Strada del Vino “Terre di Arezzo”.

Inoltre, nei pressi di ogni azienda o struttura associata alla strada è presente un apposito cartello

informativo.

Il materiale promozionale, realizzato in italiano ed inglese, comprende:

− mappa della Strada del Vino

− catalogo vino per le aziende

− gadgets (bicchieri, portabicchieri ecc.)

− depliants (per gli agriturismi)

Tra le iniziative ed attività che l’associazione promuove, oltre ai corsi di degustazione

già citati, si ricordano:

− “Strada mangiando”, che si svolge ogni anno nei mesi di gennaio-aprile, in cui circa

15 ristoratori della provincia propongono menù con piatti tipici locali in abbinamento a

vini delle aziende vitivinicole della Strada.

− “Vinaria”, evento itinerante (a giugno) in quanto ogni anno si sceglie un comune

diverso o un borgo ricco di attrattive storiche e culturali con degustazioni guidate,

spettacoli, seminari, tavole rotonde e convegni.

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− “Gusto dei Guidi”, caratterizzata dall’abbinamento con i prodotti locali sia dei vini

che degli olii.

Nella provincia di Arezzo, la produzione viticola è fortemente qualificata: infatti, più del 50%

della superficie vitata è Doc o Docg, ovvero circa l’11,5% delle aziende vitivinicole produce

vini a denominazione di origine.

I vitigni raccomandati alla coltivazione sono:

− a bacca bianca: Malvasia del Chianti, Pinot bianco, Pinot grigio, Sauvignon,

Trebbiano Toscano, Vernaccia di San Giminiano;

− a bacca rossa: Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Canaiolo Nero, Ciliegiolo,

Colorino Nero, Pinot nero, Sangiovese, Syrah.

I vitigni autorizzati, invece, sono i seguenti:

− a bacca bianca: Chardonnay e Grechetto

− a bacca rossa: Gamy, Malvasia nera, Merlot

Per quanto riguarda i Vini di Qualità a Denominazione Regionale Protetta (VQPRD), la

provincia di Arezzo vanta le seguenti Doc e Docg, tutte comprese nel percorso della Strada

Terre di Arezzo:

− Cortona D.o.c.

− Valdichiana D.o.c. bianco, rosso e Vinsanto

− Chianti D.o.c.g. denominazione Colli Aretini

− Doc Colli dell’Etruria centrale

L’offerta enogastronomica del territorio della provincia di Arezzo è ricca e variegata,

costituendo un punto di forza per lo sviluppo delle politiche di promozione del territorio e

dell’intero sistema economico provinciale.

La Strada del Vino Terre di Arezzo dispone dunque di un’ampia gamma di prodotti tradizionali

che consentono sia di potenziare la promozione dei vini attraverso una vasta tipologia di

abbinamenti gastronomici, sia di sfruttare l’effetto di appeal che tali prodotti esercitano nei

confronti dei turisti e visitatori.

Lo studio della Strada del Vino “Terre di Arezzo” – realizzato dagli allievi del MA.FI.V. ha

coinvolto diverse aziende associate, ed in particolare:

− 12 aziende vitivinicole

− 1 azienda agrituristica e di prodotti tipici

− 1 enoteca

− 1 negozio di prodotti tipici

− 1 ristorante

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Relativamente alle aziende vitivinicole, generalmente la produzione di vino è associata a quella

di altri prodotti tipici del territorio toscano, principalmente olio, seguito da formaggi e salumi.

Elevata è anche la percentuale di aziende che producono miele ed altri prodotti dell’apicoltura.

Tra le motivazioni di adesione alla Strada del Vino spiccano, per le aziende più grandi, la

volontà di operare in sinergia con gli altri operatori e la promozione dei vini aretini all’estero,

mentre per quelle di minori dimensioni, la promozione del territorio, la maggiore visibilità

aziendale attraverso gli eventi e il materiale che l’Associazione prepara.

Tra gli aspetti giudicati positivi dalle aziende aderenti alla Strada del Vino, il più diffuso è

risultato la distribuzione gratuita di guide turistiche da parte dell’associazione, seguita dal

servizio di front-office e dalla raccolta di campioni di assaggio per le guide enologiche

organizzata dall’associazione in un unico banco d’assaggio per tutti i vini aretini.

Tra gli aspetti da migliorare, invece, i produttori hanno segnalato soprattutto il servizio

informazioni che dovrebbe essere più completo e capillare.

Inoltre, si è criticata l’eterogeneità e la mancanza di criteri di selezione dei soci e si dovrebbe

migliorare la promozione sui mercati esteri, e l’organizzazione di tour di giornalisti, che

dovrebbe coinvolgere non soltanto le aziende migliori.

Passando ad analizzare il profilo del turista che percorre la Strada del Vino della provincia di

Arezzo, dalle interviste realizzate dagli allievi del MAFIV è emerso che è prevalentemente

straniero (di nazionalità olandese, tedesca o americana) e mostra maggiore interesse tra i

prodotti tipici, oltre al vino che costituisce l’attrazione principale, per l’olio e le conserve,

seguite a pari merito da formaggi e salumi.

Quanto alla spesa media del turista per il vino, secondo il 59% delle aziende intervistate, essi

spendono in media 50 €, con punte fino ai 600 €.

Tra gli altri prodotti tipici, l’olio è quello per cui il turista spende di più (mediamente 10-20 €),

fino a punte di 30 €.

Il campione di turisti preso in esame è costituito per il 70% da turisti stranieri e per il restante

30% da italiani, che sono però risultati più restii a farsi intervistare.

Tra i primi, relativamente alla nazione di provenienza, si tratta di cittadini tedeschi (18%),

francesi (15%), seguiti da olandesi, belgi ed inglesi.

Quanto alla distribuzione per fascia di età, essa si concentra interamente nella classe intermedia

tra i 26 ed i 65 anni (100% degli intervistati) e, relativamente al livello di istruzione, questo è

risultato molto elevato, essendo il campione composto per il 33% da diplomati e per il 61% da

laureati.

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Il campione di turisti intervistati viaggia in prevalenza con la famiglia: soltanto il 3% viaggia

da solo (e si tratta soltanto di turisti stranieri).

Relativamente alle tipologie di alloggio, prevale la ricettività extralberghiera (58%) rispetto a

quella alberghiera (27%).

Tra le strutture complementari maggiormente utilizzate figurano i campeggi (24%) che

costituiscono la sistemazione preferita dagli stranieri, gli appartamenti in affitto (15%) e gli

agriturismo (12%).

L’analisi della spesa media a notte indica che per il 42% degli intervistati questa è stata di circa

25 €, mentre soltanto il 6% ha risposto di avere pagato più di 100 €.

La valutazione, da parte dei turisti, del servizio di ristoranti e trattorie è risultata buona per tutti

gli aspetti (cordialità del personale, qualità del servizio, presenza di prodotti tipici nel menu,

ecc), ad eccezione del rapporto qualità/prezzo giudicato nella maggior parte dei casi (55%)

soltanto sufficiente.

Altro elemento indagato è stato il livello di conoscenza della Strada del Vino Terre di Arezzo,

ma soltanto 6 dei 33 turisti intervistati ha affermato di conoscere la Strada.

Il 73% degli intervistati ha dichiarato di essere un appassionato di vino e, tra le motivazioni di

visita dei turisti che conoscevano la Strada, le bellezze artistico-culturali ed il paesaggio sono

quelle che hanno ottenuto maggiore preferenza.

Infine, la maggior parte dei turisti (l’88% del campione) porterà a casa almeno una bottiglia di

vino Toscano, ma mentre i turisti italiani acquisteranno in media tra 3 e 4 bottiglie, quelli

stranieri tra 8 e 9, con una spesa media a bottiglia leggermente superiore rispetto a quella dei

turisti italiani.

3.3 La Strada del Vino “Montecucco”

La Strada del Vino di Montecucco è stata riconosciuta dalla regione Toscana con Decreto n.

4991 del 20.08.1999, e comprende la Doc Montecucco e l’Igt Maremma Toscana, per una SAU

di circa 45.000 ettari.

La Strada è costituita nella relativa Associazione, che ha lo scopo di promuovere ed attuare

iniziative per la valorizzazione del territorio.

Fanno parte dell’Associazione: 7 Comuni, 34 strutture ricettive (di cui 29 agriturismi e 5 hotel),

10 ristoranti, 17 aziende vitivinicole, 6 enoteche, un Museo della Vite e del Vino, 9 aziende

olivicole, 5 attività artigianali, 34 aziende agricole con produzioni tipiche, 9 attività di

produzioni alimentari artigianali (esempio, produzioni tipiche di miele e formaggi).

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Ogni anno tutti gli associati versano una quota determinata dal consiglio di amministrazione in

base a precisi criteri elencati nello statuto della Strada.

L’Associazione gestisce il Museo della Vite e del Vino, organizza fiere ed eventi per la

promozione dei prodotti, e gestisce la realizzazione di percorsi per i turisti e la cartellonistica.

L’Associazione, inoltre, organizza la partecipazione al Vinitaly con il Consorzio della Doc

Montecucco e gli Enti Pubblici Locali.

Secondo quanto previsto dalla L.R. n. 25/2003, l’Associazione prevede in futuro di coinvolgere

tutto il territorio dell’Amiata, realizzando così la “Strada del Vino Montecucco e dei Sapori

dell’Amiata”.

Questa trasformazione ha lo scopo di promuovere, accanto al vino, anche tutti gli altri prodotti

tipici del territorio, come l’olio e la castagna.

Attualmente, la Strada è organizzata in un percorso principale ed in cinque micro percorsi che

offrono la possibilità di visitare, oltre ai paesaggi unici nella loro diversità e ricchi di

contraddizioni e bellezza, antichi poderi, borghi e castelli.

Le manifestazioni che si svolgono nel territorio di Montecucco per la promozione dello stesso

sono principalmente due:

− “Wine & Bike”, che prevede un percorso da seguire in bici attraversando alcune tra

le località più suggestive della Strada ed assaporando i prodotti tipici del territorio.

− “Via Equestre”, percorso a cavallo che attraversa 40 centri tra agriturismi, centri

ippici e centri di turismo equestre nella provincia di Grosseto, con degustazione di

prodotti tipici locali.

Accanto a queste, poi, si svolgono ogni anno numerose sagre e feste locali dedicate ai prodotti

tipici del territorio, fra cui:

− “Sasso d’Ombrone”, sagra del Capitone con musica, animazione, stand

gastronomici e cantine aperte al pubblico

− “Festa dell’Uva – Concorso Doc Montecucco (concorso letterario “Grappolo d’Oro)

con degustazioni guidate, cantine aperte al pubblico, sfilata di carri allegorici e del

corteo storico

− “Festa della castagna e dell’olio”

− “Sagra della fava e del tortello Maremmano e della zuppa di funghi”

− “Sagra della bruschetta”

− “Sagra del porcino e sagra della granocchia”

− “Sagra della biondina”

− “Festa dell’olio”

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Lo studio relativo alle strutture produttive ha coinvolto 23 unità territoriali, tra cui 6 aziende

agricole-agrituristiche, 5 aziende agricole, 3 aziende olivicole, 2 agriturismi e 2 bar-enoteche.

La quasi totalità dei soggetti intervistati attribuisce una certa importanza alla Strada del Vino,

anche se diverse sono risultate talvolta le motivazioni di adesione alla Strada: per il 31% degli

intervistati si è trattato di una scelta promozionale-pubblicitaria, il 19% è stato addirittura

promotore, un altro 19% si aspetta un ritorno economico, che, effettivamente, è stato rilevato

dalla maggior parte delle aziende (60%), quanto meno in termini di incremento dei flussi

turistici dovuti alla Strada del Vino. Il campione di turisti intervistato comprende 20 famiglie di

turisti, di cui 16 straniere. Relativamente alla distribuzione per fascia di età, il 65% di essi è

risultato compreso tra 45 e 65 anni, il 25% tra i 25 ed i 45 anni ed il restante 10% ha un’età

superiore ai 60 anni.

Il livello di istruzione è risultato mediamente elevato: infatti, il 45% possiede un diploma di

scuola secondaria ed il 35% è laureato. Per quanto riguarda l’attività svolta, il 25% è

rappresentato da impiegati, il 20% da imprenditori o liberi professionisti, mentre, relativamente

all’approccio verso il mondo del vino, l’85% ha dichiarato di essere un semplice consumatore.

L’indagine ha evidenziato che la conoscenza della Strada da parte dei turisti è limitata (45%) e

che la principale motivazione alla base della scelta del viaggio è rappresentata dalla presenza di

bellezze naturalistiche.

Tra gli aspetti giudicati più soddisfacenti dai turisti nell’ambito della vacanza si segnala il vino

ed i prodotti tipici, nonché le strutture di ristorazione, mentre da migliorare è senz’altro la

segnaletica ed anche il rapporto qualità/prezzo.

In particolare il prezzo del vino è stato giudicato elevato: ciononostante, 17 dei 20 turisti

intervistati hanno dichiarato di volere acquistare vino toscano prima di ripartire, ma con una

spesa media generalmente bassa, prevalentemente inferiore a 5€.

3.4 La Strada dei Vini “Chianti Rùfina e Pomino”

La Strada dei Vini “Chianti Rùfina e Pomino” è stata la prima a nascere in Toscana (il comitato

promotore è stato costituito il 15.11.1996, mentre la Strada è operativa dal luglio 1997).

La Strada si apre nelle immediate vicinanze di Firenze e comprende 5 Comuni: Pontassieve,

Pelago, Rùfina, Dicomano e Londa.

In questo territorio, la viticoltura risale all'epoca etrusca, e in questi terreni il Sangiovese ha

trovato un habitat particolare, che è all'origine di vini che si differenziano da quelli prodotti in

altre zone della Toscana.

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La Strada offre ai visitatori la possibilità di una full immersion in questo territorio incantato alle

porte di Firenze, non toccato dai circuiti turistici di massa ed ancora tutto da scoprire.

La vicinanza con Firenze rende la Strada un percorso fruibile anche per un viaggio breve e la

presenza di pievi romaniche, torri e castelli offre certamente al turista la possibilità di

diversificare il percorso a proprio piacimento ed in base al tempo disponibile.

I produttori sono originari della zona e le loro tradizioni sono fortemente legate a quelle dei

luoghi.

La Strada è composta di 19 aziende vitivinicole, le cui cantine si aprono nei sotterranei di ville

storiche, castelli medievali e dimore gentilizie.

Fanno parte della Strada anche 2 enoteche, attività artigianali ed il Museo della Vite e del Vino.

Il Museo del Chianti Rùfina è uno dei più grandi d'Italia.

Il campione di strutture produttive coinvolte nello studio è piuttosto variegato, comprendendo

diverse tipologie aziendali: aziende agricole ed agrituristiche, aziende vitivinicole ed olivicole,

esercizi di ristorazione ed alberghi, laboratori artigianali.

Tra le motivazioni che hanno spinto gli intervistati ad aderire alla Strada prevale il

riconoscimento dell’importanza (almeno potenziale) di tale strumento per lo sviluppo e la

promozione del territorio, confermato dalla circostanza che 9 intervistati su 14 hanno

riscontrato un incremento dei flussi turistici legati alla Strada del Vino.

Relativamente alla tipologia di turisti ospitati, si è rilevato che non sempre sono turisti

interessati all’enogastronomia, pur trovando in questa zone un forte gradimento per i piatti

tipici e le produzioni locali.

Per quanto riguarda gli aspetti giudicati efficaci nella gestione della Strada, quelli relativi alla

presenza di guide turistiche e di strutture informative sono risultati prevalenti, anche se proprio

l’offerta di informazioni turistiche viene indicata anche tra gli aspetti da migliorare, insieme

all’organizzazione di tour e visite guidate alle cantine.

Il campione di turisti intervistati è costituito da 36 individui, di età prevalentemente compresa

tra i 25 ed i 45 anni, con un elevato titolo di studio ed un’occupazione stabile.

Si tratta di turisti che in molti casi conoscevano già l’esistenza della Strada, anche se la

presenza di questa non ha rappresentato la motivazione di viaggio predominante.

Infatti, sono le bellezze naturali e paesaggistiche a spingere i turisti a visitare queste zone,

seguite da interessi enogastronomici ed artistico-culturali.

Non si tratta di enoturisti, ma di semplici consumatori, curiosi di conoscere il vino, le sue

peculiarità, la sua storia.

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Circa le intenzioni di acquisto, 33 su 36 dei turisti intervistati hanno manifestato la volontà di

acquistare vino prima di ripartire, ed il 39% di essi intende acquistare tra 5 e 10 bottiglie; il

prezzo medio di acquisto è variabile, ma il 52% spende tra 8 e 10 €.

Relativamente alla struttura scelta per la permanenza in Toscana, il 48% ha optato per

l’agriturismo, ed il 46% ha dichiarato una spesa media a notte compresa tra 60 e 100 €.

Si è poi chiesto di esprimere un giudizio sui seguenti aspetti:

- percorsi turistici: il 47% ha risposto buono

- vino e prodotti tipici: giudizio oscillante tra buono ed ottimo

- strutture ricettive: buono per il 53%, ottimo per il 39%

- gastronomia e ristoranti: 39% buono, 33% ottimo

Infine, tra gli aspetti della Strada che dovrebbero essere sicuramente migliorati vi è quello

relativo alla segnaletica, in quanto in molti casi è risultato difficile seguire il percorso proprio

per l’assenza della segnaletica, e talvolta i turisti hanno manifestato disappunto per

l’impossibilità di visitare le cantine.

3.5 La Strada del Vino “Costa degli Etruschi”

La Strada del Vino Costa degli Etruschi è stata riconosciuta con Decreto della Regione

Toscana n. 7933 del 16.12.1997.

Essa abbraccia tre territori a spiccata vocazione vitivinicola: Montescudaio, Val di Cornia e

Bolgheri.

Alla Strada corrisponde dal punto di vista giuridico un Consorzio, costituito in data 30.7.1996,

nato con la finalità di controllare la conformità del prodotto finale alle caratteristiche del

disciplinare di produzione, vigilare e tutelare il marchio consortile, promuovere, infine, e

valorizzare il prodotto del territorio.

Fanno parte del Consorzio 71 produttori vitivinicoli delle zone D.oc. di Montescudaio,

Bolgheri, Val di Cornia ed Elba e 61 operatori tra alberghi, ristoranti, enoteche, campeggi,

agriturismi.

La gestione operativa della strada si ripartisce tra il Consorzio e le singole aziende associate,

secondo uno schema che attribuisce al primo la tutela, vigilanza e promozione del prodotto, ed

alle seconde le funzioni di scelta del prezzo e dei canali di distribuzione del vino.

A livello promozionale, il Consorzio svolge un’importante funzione di comunicazione e

valorizzazione dei prodotti vitivinicoli per tutte le aziende presenti nel territorio, in quanto:

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− organizza corsi didattici, incrementando l’educazione ad un corretto consumo del

vino;

− coordina manifestazioni promozionali e realizza opere divulgative, carte turistiche

ed altre forme di ausilio didattico utile ai fini della conoscenza della zona di

produzione;

− organizza l’accoglienza di giornalisti specializzati nelle varie zone di produzione

del territorio;

− realizza forme pubblicitarie per promuovere i vini all’estero ed avvicinare i

consumatori stranieri.

L’obbiettivo finale di questo processo è la qualità del sistema territoriale: partendo dalla

qualità del prodotto e dalla filiera, gli attori coinvolti nella Strada del Vino devono attivare

politiche ed alleanze per ottenere l’opportunità di realizzare l’obiettivo della qualità territoriale.

I vitigni presenti nella zona di produzione della Strada del Vino “Costa degli Etruschi” danno

origine ad uno dei più famosi vini del mondo, il Sassicaia, il cui successo ha contribuito alla

diffusione dell’immagine di questa terra nel mondo.

Il campione intervistato è costituito da 20 aziende, di cui 11 aziende agricole (6 con annesso

agriturismo), un’enoteca, una fabbrica di liquori, un esercizio con vendita di prodotti tipici,

un’impresa artigiana, un ristorante, due hotel.

Per quanto riguarda le motivazioni alla base dell’adesione alla Strada, prevale la funzione di

promozione del territorio (16 su 20); la presenza della Strada, inoltre, viene giudicata in 14 casi

su 20 molto importante per lo sviluppo del territorio, e la stessa percentuale di intervistati (14

su 20) ha dichiarato di avere registrato un incremento dei flussi turistici legati all’adesione alla

Strada del Vino.

Tra i prodotti tipici che hanno suscitato l’interesse dei turisti, oltre, ovviamente, al vino, spicca

l’olio; altro aspetto indagato è quello relativo alla spesa media dei turisti per i prodotti tipici

realizzati dalle imprese che è risultata prevalentemente inferiore a 25 € per il vino, così come

per gli altri prodotti.

Relativamente agli aspetti della Strada giudicati efficaci, le guide realizzate dal Consorzio

hanno riscontrato elevati consensi, così come il centro d’informazione del Consorzio che oltre

ad accogliere i turisti in cerca di informazioni, gestisce anche le prenotazioni per le visite alle

strutture produttive.

Anche l’organizzazione e partecipazione a fiere ed eventi è stata giudicata positivamente dai

turisti intervistati.

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Tra gli aspetti da migliorare, invece, si è manifestata l’esigenza di maggiore pubblicità e

promozione per far conoscere la Strada all’estero, nonché la necessità di stimolare l’uso del

logo della Strada del Vino (e quindi del marchio consortile) sul materiale promozionale ed

informativo delle aziende associate.

L’indagine relativa ai turisti ha coinvolto 37 individui, equamente distribuiti tra le fasce di età

25-45 anni e 45-65 anni.

Il turista intervistato possiede un’istruzione medio-elevata (diploma o laurea) e ha dichiarato di

avere trascorso almeno una notte in Toscana: addirittura 25 su 37 hanno pernottato per più di

una settimana.

La conoscenza della Strada del Vino “Costa degli Etruschi” è risultata buona, anche se in molti

casi ciò ha influito poco sulla scelta della vacanza in Toscana.

E’ stato chiesto ai turisti intervistati di esprimere un giudizio di gradimento sui servizi offerti

dalla Strada: la maggior parte dei turisti è rimasta abbastanza soddisfatta.

Quanto all’approccio verso il mondo del vino, la maggior parte degli intervistati si definisce

semplice consumatore (17), ma non mancano gli appassionati (14).

Tra le motivazioni alla base della vacanza, spicca ancora una volta la presenza di bellezze

naturali, culturali ed artistiche, seguita da interessi enogastronomici.

L’alloggio utilizzato è stato, alternativamente, in prevalenza l’albergo o l’appartamento in

affitto, con una spesa media giornaliera oscillante tra 25 e 60 € per la maggior parte degli

intervistati.

E’ stato chiesto poi agli intervistati di esprimere un giudizio su alcuni aspetti di ristoranti e

trattorie: l’aspetto maggiormente apprezzato è risultato la presenza di prodotti tipici all’interno

del menù, mentre la nota dolente è risultata il rapporto qualità/prezzo, giudicato scarso o

insufficiente da 9 turisti su 37 (quasi ¼).

Circa le intenzioni di acquisto, quasi tutti i turisti stranieri – a differenza di quelli nazionali -

hanno espresso l’intenzione di acquistare vino.

Variabile è risultato sia il numero medio di bottiglie che il prezzo medio che i turisti sono

disposti a spendere.

In generale, il valore medio di acquisto è risultato molto più elevato per gli stranieri (372 €) che

non per i turisti italiani (118 €).

Tra gli aspetti della vacanza in Toscana giudicati con maggiore favore dagli intervistati,

emerge il vino ed i prodotti tipici, seguito dalla gastronomia e dai ristoranti, meno

favorevolmente sono stati valutati altri aspetti della vacanza, tra i quali, in questo contesto,

rileva la segnaletica, giudicata insufficiente o scarsa da 8 turisti su 37.

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3.6 La Strada del Vino “Nobile di Montepulciano”

La Strada del Vino “Nobile di Montepulciano” si snoda lungo il territorio comunale di

Montepulciano (Siena), nella parte sud-orientale della Toscana.

Il Consorzio del Vino “Nobile di Montepulciano” è nato nel 1965 su iniziativa di alcuni

produttori, con l’obiettivo di tutelare e promuovere l’immagine del vino in Italia e nel mondo,

ed attualmente riunisce circa il 90% dei produttori di vino Nobile.

L’Associazione della Strada del Vino Nobile di Montepulciano si è costituita nel 1998 con lo

scopo di tutelare e valorizzare l’immagine complessiva del territorio di Montepulciano, ad alta

vocazione vitivinicola.

La Strada si articola in una serie di itinerari turistici che ricadono nella zona di origine del vino

Docg Nobile di Montepulciano (Siena).

All’Associazione partecipano 47 aziende vitivinicole, 24 agriturismi, 17 alberghi, 8 ristoranti, 5

enoteche, 2 aziende di produzione alimentari, 2 bed & breakfast, 2 frantoi, 1 impresa

artigianale, 3 associazioni, il Comune di Montepulciano, il Consorzio del vino Nobile di

Montepulciano, l’Agenzia Terre Toscana ed una struttura termale.

Tra gli eventi organizzati annualmente, si ricorda nel mese di febbraio la manifestazione

“Anteprima”, organizzata dal Consorzio, nel corso della quale viene assegnato dal Presidente il

giudizio sull’annata, espresso in stelle da 1 a 5, secondo le potenzialità dei vini in affinamento

nelle diverse cantine del territorio.

Il campione di soggetti coinvolti nell’indagine è risultato costituito da 21 strutture produttive

composte per il 72% da aziende vitivinicole, per il 14% da enoteche e esercizi di prodotti tipici

ed il restante 14% suddiviso tra agriturismi alberghi e ristoranti.

Tra le aspettative legate all’adesione alla Strada prevale l’aspetto promozionale del territorio,

mentre la valutazione sulla funzionalità attuale della Strada è risultata media.

Il dato relativo all’eventuale incremento dei flussi turistici derivante dalla presenza e/o

adesione alla Strada del Vino è contrastante: circa la metà degli operatori ha risposto

affermativamente, il restante 50% non ha registrato incrementi.

I turisti intervistati hanno mostrato grande interesse sia verso il vino, che verso gli altri prodotti

tipici: la spesa media sostenuta da coloro che acquistano vino è, in massima parte, superiore ai

25 €, mentre si abbassa, anche sensibilmente, per l’olio e, soprattutto, conserve ed altri prodotti

tipici.

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Per quanto riguarda gli aspetti della Strada giudicati più soddisfacenti, si segnala la

distribuzione delle guide e la comunicazione data ai turisti, mentre, tra gli aspetti da migliorare,

sono stati segnalati l’esigenza di promuovere pacchetti turistici in collaborazione con le

agenzie di viaggio, e la necessità di calmierare i prezzi per evitare aumenti indiscriminati che

potrebbero fare disaffezionare il turista, danneggiando l’immagine della Strada del Vino.

Il campione di turisti intervistati è compreso prevalentemente nella fascia di età 25-45 anni, in

possesso di un elevato titolo di studio, con una permanenza media di soggiorno pari a 5 giorni.

La maggior parte degli intervistati (725) non conosceva la Strada del Vino, che dunque non ha

inciso sulle motivazioni della vacanza, legate soprattutto agli aspetti culturali ed alle bellezze

paesaggistiche.

Quanto all’approccio verso il mondo del vino, i turisti intervistati sono risultati principalmente

consumatori o appassionati di vino, ma non “enoturisti”.

Tra le strutture scelte per l’alloggio, prevalgono i residence e gli appartamenti in affitto.

Il grado di soddisfazione relativamente ai servizi offerti nell’ambito della vacanza è risultato

abbastanza buono, soprattutto per quanto attiene al vino ed i prodotti tipici ed alla gastronomia,

mentre qualche insoddisfazione è emersa sia relativamente ai percorsi turistici che, soprattutto,

alla segnaletica, giudicata spesso insufficiente.

Tra gli aspetti di valutazione delle trattorie e ristoranti, invece, si segnala ancora una volta il

basso punteggio ottenuto dal rapporto qualità/prezzo, insufficiente per la maggior parte degli

intervistati.

Circa le intenzioni di acquisto, emerge che il 68% dei turisti è disposto ad acquistare in media

6,9 bottiglie di vino con un prezzo medio a bottiglia pari a € 13,5, con una spesa media

complessiva che si attesta intorno ai 94 €.

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4 - Le strade del vino: strumento di sviluppo del territorio

4.1 Riflessioni finali e prospettive

Il turismo enogastronomico e più in generale il turismo rurale rappresentano un fenomeno

in continuo aumento su tutto il territorio nazionale; le indagini condotte da vari istituti

economici di ricerca su questo segmento del turismo, mostrano un interessante trend di

crescita dei flussi sia dall’estero che da una larga schiera di appassionati in ambito

nazionale, che vivono un nuovo rapporto con il vino ed il mondo ad esso collegato,

legandolo alla riscoperta del territorio e delle sue tradizioni.

Il territorio italiano, grazie anche a una crescente attenzione per la qualità della vita e la

qualità dell’alimentazione, possiede enormi potenzialità, in gran parte inespresse, per

assumere un ruolo centrale nell’ambito del “turismo rurale” e del “turismo del vino”,

legando in maniera forte e sinergica i propri paesaggi agrari alle città d’arte ed alla cultura

dei territori del vino.

Per far sì che questi ed altri importanti elementi possano fondersi nella creazione delle

“Strade del vino” è indispensabile realizzare sinergie tra attori pubblici e privati, mettendo

a sistema una serie di variabili, tra cui le risorse naturali, paesaggistiche e strutturali di una

determinata area, attraverso la capacità organizzativa della componente umana e la

professionalità degli operatori coinvolti.

Quando si parla si Strade dunque, si parla di integrazione delle attività economiche, di

creazione di interconnessioni tra elementi singoli e spesso isolati, dispersi, di

organizzazione delle risorse disponibili, di valorizzazione delle caratteristiche di ciascuno

degli attori coinvolti, di crescita del territorio e quindi di sviluppo rurale integrato.

Risultano dunque fondamentali i concetti di diversificazione produttiva, di valorizzazione

delle tipicità locali, di miglioramento dei servizi offerti, di gestione a livello territoriale

della comunicazione e delle attività promozionali e di organizzazione e programmazione.

L’effetto di tante azioni concomitanti e simultanee non può che essere molteplice: da una

parte lo sviluppo del territorio e delle attività in esso presenti39, con il vino e

l’enogastronomia come fulcro di tutte le attività, dall’altro si sviluppa la competitività dei

prodotti legati al territorio e dunque si rafforza l’offerta di prodotti agroalimentari nei

mercati internazionali.

39 Soprattutto nel settore agroalimentare ed in quello turistico, ma a ricaduta nelle attività artigianali, artistiche e nei servizi in generale

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Si ottengono dunque una serie di effetti che vanno al di là della semplice somma dei singoli

fattori, in virtù dell’integrazione delle risorse disponibili e della loro valorizzazione

complessiva.

Purtroppo, ad oggi, questa rimane ancora teoria, data la scarsa presenza dei “Turisti del

vino” registrata nel corso dell’indagine; ciò solo in parte è dovuto alla recente costituzione

delle Strade in Sicilia, ma va letto anche alla luce di una mentalità imprenditoriale

fortemente orientata all’individualismo, della mancata attuazione di strategie di marketing

territoriale adeguate, dell’impiego di risorse finanziarie insufficienti, sia da parte pubblica

che privata, della mancanza di professionalità specifiche e del mancato impegno a gestire,

promuovere e sviluppare realtà così nuove, complesse e diversificate. Proprio per questo è

necessario investire fin da subito, visti anche i tempi di realizzazione non brevissimi. Una

volta messi a punto i diversi fattori che compongono le “trame” delle Strade del vino i

risultati non tarderanno ad arrivare, considerando il vantaggio competitivo del territorio

italiano in generale, e siciliano in particolare, caratterizzati da un patrimonio vinicolo,

monumentale, paesaggistico, archeologico ed artistico di prim’ordine.

A tre anni dall’emanazione della legge regionale sulle strade del vino emerge un quadro

ancora disorganico, caratterizzato da molte realtà promettenti, ma spesso poco organizzate,

poco individuabili sul territorio come strade, ma come entità frammentate e discontinue, a

causa di una segnaletica insufficiente, della mancanza di centri di accoglienza e di

informazione dei turisti, della scarsità dei musei del vino, di enoteche della strada e di altri

servizi a supporto sia degli enoturisti, sia dell’offerta di prodotti tipici.

In un territorio “difficile” quale quello siciliano, la costituzione di undici strade, che stanno

avviando una condensazione di singole realtà, pubbliche e private, molto diversificate tra

loro per quanto riguarda la dimensione, la capacità operativa ed organizzativa, i settori di

interesse, l’attitudine ad investire e realizzare progetti di sviluppo, rappresenta comunque

un obiettivo di rilievo ed un buon punto di partenza per migliorare le interazioni tra i

soggetti partecipanti, pubblici e privati e realizzare uno sviluppo rurale mirato al “sostegno

del settore agricolo e forestale”, allo “sviluppo delle condizioni territoriali, economiche e

sociali necessarie al mantenimento della popolazione rurale del territorio”, alla

“salvaguardia ed al miglioramento dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio naturale

nelle zone rurali” ed alla “qualità alimentare”.

L’istituzione delle strade del vino precorre la realizzazione di processi di sviluppo locale

che, secondo l’orientamento attuale, potrebbero trovare l’ambito ideale nelle iniziative di

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distrettualizzazione, fino alla realizzazione di veri e propri distretti enogastronomici ed

agroalimentari di qualità40.

Infatti è nel distretto, “cioè nel territorio con identità produttiva, storica, culturale

omogenea, che si ha un’elevata concentrazione di imprese, ed una peculiare

organizzazione interna, che fa interagire le istituzioni private (le imprese vitivinicole,

agroalimentari, della ricettività, della ristorazione, del commercio, dell’artigianato,

dell’informazione, del turismo, ecc.) con le istituzioni pubbliche (enti locali, regionali,

nazionali, istituzioni culturali, storiche, artistiche) in un contesto paesaggistico ed

ambientale tutelato e valorizzato. L’effetto risultante ai fini dello sviluppo è duplice: con

strategie di marketing territoriali si promuove lo sviluppo del turismo (nelle diverse forme:

agriturismo, sviluppo rurale, turismo culturale, artistico, archeologico, ecc.) e tutte le

attività ad esso connesse, naturalmente con il vino e l’enogastronomia al centro delle

iniziative (la domanda esterna di vino si porta nel territorio); con strategie di marketing

sul mercato nazionale ed internazionale del vino e della enogastronomia, l’immagine del

territorio promuove e rafforza la competitività del prodotto (l’offerta di vino si rafforza ed

a sua volta agevola la conoscenza del territorio ai fini del turismo)”41.

Affinché si possa realizzare un tipo di sviluppo così complesso ed articolato è necessario

che i “sistemi strade” siano organizzati e gestiti attraverso la concertazione tra le parti.

Sembra indispensabile che siano presenti ed attive nel territorio le imprese con le loro

capacità organizzative, professionali e gestionali e la disponibilità ad innovare ed

intraprendere nuovi cammini e percorsi di crescita. Un importante ruolo viene ricoperto

dalle Istituzioni, che forniscono un supporto investendo in promozione del territorio, in

ricerca e sviluppo, attivando sinergie e relazioni con altre realtà enoturistiche nel territorio

nazionale ed internazionale. Vista la necessità per le imprese di operare in un contesto

competitivo che richiede continui e tempestivi investimenti in qualità e promozione, si

rende necessario uno snellimento delle procedure burocratiche a carico delle aziende, che

miri ad agevolare le iniziative e non a frenarle e ad impedirle causando un brusco

rallentamento dell’evoluzione e della crescita delle strade stesse. Altro aspetto di rilievo

riguarda i finanziamenti alle imprese facenti parte del “Sistema strade”, che devono essere

pensati da parte delle amministrazioni locali e regionali, in maniera quanto più semplificata

e mirata, adottando tempi di istruttoria e di erogazione rapidi e confacenti ai ritmi convulsi

del mercato globale.

40 Vedi art. 13 del Decreto Legislativo 18 maggio 2001, n. 228, “Orientamento e modernizzazione del settore agricolo, a norma dell'articolo 7 della legge 5 marzo 2001, n. 57” 41 Bacarella A., “Le strade del vino in Toscana”, Coreras 2005

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Grazie alla costituzione delle strade, i soggetti privati che vorranno realizzare investimenti

ed intraprendere iniziative dovranno poter dialogare con un unico soggetto pubblico, che

rappresenti le diverse istituzioni coinvolte, e costituisca un valido interlocutore e

“promotore di sviluppo”. In tal modo si potrebbe evitare che le “Strade del vino” siano

l’ennesimo esempio di come mettere a sistema più attori finisca per ampliare l’inefficienza

ed i tempi di reazione dei singoli partecipanti, vanificando la funzione di motore di

sviluppo e di crescita del territorio e delle sue parti.

E’ di fondamentale importanza, dunque, che si instauri un rapporto di vera e propria

partnership tra pubblico e privati, dove alle risorse e competenze degli attori privati si

aggiungano le capacità e l’esperienza degli attori pubblici nella gestione degli itinerari e dei

sistemi enoturistici.

Le iniziative di promozione sia delle produzioni vinicole ed agroalimentari, che delle

proposte turistiche siciliane, sono state spesso realizzate in maniera alquanto disorganica e

con poca concertazione delle parti interessate, da varie entità economiche o politiche che, a

diverso titolo, hanno avuto il compito di realizzarle. Uno degli aspetti derivanti da questa

molteplicità di iniziative è stata la produzione di avvenimenti, certamente importanti e di

grande interesse, ma che nel loro complesso non sono riusciti a creare effetti duraturi nel

determinare l’aumento del numero di turisti enogastronomici (o meno) che giungono in

Sicilia.

Ancora una volta è opportuno sottolineare quanto le strade possano costituire sia un

raccordo fisico tra le diverse realtà del territorio (strada come tragitto, itinerario, percorso,

via di comunicazione) che un nuovo modo per considerare e realizzare lo sviluppo del

territorio (strada come sistema, integrazione, progettazione e pianificazione concertata).

Preliminarmente è dunque necessario considerare gli obiettivi comuni degli associati, i

progetti per realizzarli, gli standard qualitativi e di riferimento per entrare nella strada e da

raggiungere nel corso della sua crescita. E’ infatti importante che non si realizzi un

appiattimento verso il basso delle caratteristiche qualitative della strada, che deve costituire

un raccordo tra le realtà produttive di eccellenza ed altresì uno stimolo al miglioramento

nell’ambito di un’offerta comunque diversificata e variegata.

E’ necessario inoltre curare in maniera molto attenta la “regia” della strada, affinché tale

“catalizzatore” non disperda le poche risorse finanziarie disponibili nel promuovere

iniziative parallele, con obiettivi simili frammentando gli sforzi degli aderenti, ma faccia

massa critica, focalizzando le linee di intervento e le attività comuni da intraprendere; è

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interessante notare che comunque tale sforzo non pregiudica la libertà di ciascun associato

di realizzare iniziative “in proprio”.

Come intervenire dunque e quali iniziative intraprendere? La promozione della strada e dei

suoi prodotti si può attuare attraverso:

Iniziative di marketing territoriale: il marketing territoriale e la comunicazione

acquistano un’importanza strategica nel rispondere all’esigenza di dare visibilità e risalto a

quei valori immateriali strettamente connessi alle attività della strada ed ai prodotti

realizzati dalle imprese associate. Le iniziative principali possono prevedere:

− ideazione e sviluppo del “marchio” della strada e successivamente di quello del

distretto dei prodotti alimentari tipici.

− realizzazione di campagne pubblicitarie specifiche per le Strade del Vino,

prevedendo manifestazioni collettive delle eccellenze siciliane (Vino, Turismo, Arte

e Cultura), esposizioni temporanee con degustazione dei prodotti tipici, dandone

risonanza attraverso riviste specializzate (italiane ed estere).

− realizzazione di una guida ai vini delle strade, con un capitolo introduttivo relativo

alle strade siciliane ed un capitolo dettagliato per ciascuna strada, utilizzando una

veste grafica ed una impostazione tematica ed editoriale comune.

− realizzazione di concorsi enologici, eventualmente accompagnati da campagne di

degustazione.

Studio ed analisi delle realtà economiche nazionali e straniere più interessanti per lo

sviluppo delle potenzialità della strada: confrontarsi con ciò che viene realizzato dai

maggiori concorrenti vinicoli in Italia e nel mondo rappresenta uno stimolo a crescere ed

evolversi giovandosi del meglio di ciò che viene proposto negli altri paesi. Potrebbe essere

inoltre auspicabile la creazione di una rete di relazioni tra operatori di diverse nazionalità,

finalizzata allo scambio di informazioni, esperienze e prodotti tipici provenienti da altre

aree del mondo.

− Organizzazione di incontri conoscitivi delle realtà di riferimento dell’enoturismo

internazionale.

− Studio e progettazione di un sistema di reciproco scambio di informazioni.

Promozione commerciale dei pacchetti enoturistici e dei “prodotti della strada”,

anche attraverso la partecipazione a fiere specializzate: diventa indispensabile dare

visibilità alle caratteristiche ed agli elementi distintivi delle strade del vino siciliane,

avvalendosi di tutti i Media disponibili:

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− ideazione e collocazione sul territorio di una segnaletica e cartellonistica stradale

specifiche per la fruizione enoturistica e turistica che indichino, le località di

interesse (paesaggistico, ambientale, archeologico, etc.), le “milestones” o pietre

miliari della strada, i centri per l’accoglienza e l’informazione dei turisti, le strutture

ricettive, quelle produttive, i luoghi dove è possibile acquistare o meglio conoscere

le produzioni tipiche del territorio, i musei del vino e gli altri servizi disponibili.

− realizzazione di materiale informativo e prodotti pubblicitari: cataloghi, video e CD,

materiale pubblicitario e gadget, pubblicità su riviste specializzate e quotidiani,

cataloghi e brochures da distribuire nei principali mezzi di trasporto (Aerei, treni,

Navi), comunicazione pubblicitaria di una positiva immagine del territorio, del

prodotto-vino e degli altri prodotti tipici.

− organizzazione di campagne promozionali e sponsorizzazione di eventi pubblici e

manifestazioni locali; pubblicazione e/o riedizioni di libri sul vino.

− realizzazione di un portale internet specializzato nella distribuzione di informazioni

sul territorio, sulla strada e sugli associati, che si occupi anche della vendita on-line

dei prodotti della strada e di interi pacchetti enoturistici e della diffusione di news e

newsletter relative alle attività della strada, eventi, “Prodotti del mese”, “Azienda

dell’anno”, etc.

− organizzazione e partecipazione a fiere internazionali, anche stipulando accordi con

gli Enti Fiera di riferimento in ambito regionale e nazionale; i progetti prioritari

riguarderebbero in particolare l’Europa, il Nord-America (Stati Uniti, Canada),

l’area orientale dell’Asia (Giappone, Cina, Corea) ed il Sud-America (Brasile).

− sponsorizzazione di eventi specifici con il “marchio” della Strada.

− realizzazione di convegni e incontri necessari per diffondere la conoscenza della

“cultura dei vini” siciliani e del patrimonio di beni culturali e naturali della Sicilia.

Tale veicolo è importante inoltre per far conoscere le aziende della strada

(produttive, ricettive, i servizi, etc.) e per diffondere le conoscenze e le esperienze

acquisite, anche attraverso collaborazioni con le Università locali e internazionali,

gli istituti di ricerca e per approfondire temi specifici di interesse per gli associati e

per i fruitori delle strade.

Realizzazione di centri di accoglienza ed informazione per i turisti: la gestione delle

presenze dei turisti all’interno di territori vasti, come quelli attraversati dalle strade pone

problemi particolari che comprendono la necessità di orientare correttamente i fruitori dei

percorsi, in funzione delle loro esigenze, dell’età, del loro numero, della capacità di spesa,

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degli interessi culturali, ecc. Inoltre l’accoglienza ai turisti, potrebbe anche essere pensata

come un occasione per realizzare avvenimenti culturali, eventi di intrattenimento

nell’ambito di particolari momenti della vita del territorio (Calici di stelle, Cantine aperte,

feste dei patroni, sagre, ecc.). E’ inoltre auspicabile che il centro di accoglienza fornisca la

possibilità di avere un approccio preliminare ai prodotti tipici ed ai vini del territorio, e ad

esso può essere abbinata una enoteca della strada, con i vini ed i prodotti tipici forniti dagli

associati. Le finalità di un centro di accoglienza dei turisti potrebbero dunque essere:

− orientamento dei turisti in funzione dei loro bisogni, necessità e caratteristiche.

− distribuzione di brochures, mappe, itinerari previsti dalla strada, con una

descrizione degli associati e delle attrazioni del territorio.

− diffusione di news aggiornate relative alla strada ed agli eventi che ne caratterizzano

l’attività.

− degustazione ed acquisto di prodotti tipici, vini, pubblicazioni e libri relativi alla

strada ed al mondo della vite e del vino.

− organizzazione di eventi ed happenings che facciano partecipi i visitatori della

vitalità del territorio.

Creazione di banche dati e osservatori permanenti delle strade: uno degli obiettivi da

perseguire per il lancio e lo sviluppo delle strade del vino è quello di dare vita ad un

osservatorio che svolga attività di informazione alle imprese e di formazione degli

operatori, nonché la realizzazione di banche dati, utili a monitorare l’evoluzione di

ciascuno dei molteplici aspetti che caratterizzano le strade. Le informazioni fornite

dall’osservatorio potranno costituire un importante patrimonio di conoscenze utile alla

diffusione del prodotto vino e del turismo enogastronomico anche all’estero. Le funzioni

dell’osservatorio potrebbero comprendere anche la valutazione dei Paesi verso i quali

indirizzare campagne di lancio e promozione dei vini e la gestione di una rete di contatti

con gli operatori internazionali. In particolare le attività di un osservatorio permanente della

Strada potrebbero comprendere:

− attività di informazione e di coordinamento ai fini della realizzazione e della

gestione di banche dati (informazioni sul prodotto vino, clienti e fornitori, domanda

e offerta, servizi distributivi, domanda e offerta di personale, soprattutto per quanto

riguarda la manodopera specializzata, fiere e temporanee esposizioni, osservatorio

prezzi, ricerche di mercato finalizzate alla conoscenza delle preferenze del

consumatore, ecc.).

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− realizzazione di un centro servizi per le aziende della strada, dove è possibile

reperire informazioni relative al sistema vitivinicolo, turistico, ricettivo ed

ambientale.

− realizzazione di attività di formazione agli addetti ai lavori, dal punto di vista del

marketing, dell’innovazione tecnologica e delle nuove attrezzature, della gestione di

impresa, della qualità e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Musei del vino e della Strada: al percorso enoturistico che accompagna il turista

attraverso un territorio da godere e sentire, può essere associato un percorso museale che

conduca lo stesso ad approfondire la conoscenza della storia, dei percorsi sociali e culturali

e delle caratteristiche ambientali e fisiche che contraddistinguono e marcano in maniera

unica il territorio della strada. Il protagonista della fruizione museografica sarà comunque il

vino, messaggero ed ambasciatore della vitalità della strada, da gustare in spazi appositi,

anche attraverso momenti e corsi di degustazione da svilupparsi all’interno del museo

stesso.

Realizzazione di Enoteche per la valorizzazione dei vini della strada: i vini ed i prodotti

tipici della strada devono essere disponibili e godibili in sedi adeguate da collocarsi in

posizioni strategiche; occorre pensare ad una sede e ad una disposizione opportuna degli

ambienti per l’esposizione dei vini e l’organizzazione di eventi di presentazione per temi o

aree specifiche. L’esposizione dei vini in un tale ambito non potrà rappresentare una mera

catalogazione di bottiglie diverse, ma dovrà essere integrata da una presentazione che si

sviluppi su più dimensioni, dal territoriale al gustativo, dal culturale al sensoriale.

L’enoteca potrà essere collocata in sedi storiche del territorio e potrà costituire il

collegamento ideale e concreto allo stesso tempo tra le diverse attività proposte dalla strada,

al fine dell’ottimizzazione dei costi e degli investimenti da realizzare. In uno stesso edificio

potranno essere raccordate, insieme all’enoteca della strada, l’osservatorio territoriale, il

centro di informazione ed accoglienza dei turisti, il museo del vino, la sede amministrativa

e gli organi direttivi della strada.

4.2 Vinopolis: l’approccio Londinese ai musei del vino

La popolarità del prodotto vino in Gran Bretagna è cresciuta moltissimo negli ultimi anni,

grazie soprattutto agli effetti benefici per la salute, tanto che già nel 1999 le vendite di vino

hanno superato quelle della bevanda storica per gli inglesi, la birra.

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Vinopolis, città-museo del vino, sorge nel cuore delle ottocentesche Vaults di Londra, sulla

riva destra del Tamigi, in un’area che si sta affermando tra i turisti per il suo fascino antico

che ricorda l’Inghilterra di Dickens e che comprende tra le attrattive principali la nuova

Tate Gallery, la cattedrale gotica di Southwark ed il Shakespeare’s Globe Theatre;

Vinopolis si aggiunge alle numerose attrazioni e mete londinesi e raccoglie annualmente

500 mila dei 30 milioni di turisti che visitano ogni anno la capitale delle isole britanniche.

Il complesso si sviluppa in più 10.000 metri quadrati, nei locali già depositi e magazzini

della British Railways e comprende un percorso geografico tra le più importanti e rinomate

regioni vinicole del mondo, un’enoteca fornitissima di vini internazionali, due ristoranti,

diverse sale per conferenze, banchetti, eventi speciali ed un bookshop munito di testi e

pubblicazioni sul vino prevalentemente in lingua inglese e francese.

Il visitatore che vuole visitare il museo del vino può scegliere tra quattro diverse opzioni:

− Vinopolis Classic (durata della visita 2 ore circa), al prezzo di 13,50 sterline, è

destinato alla maggiorparte degli ospiti del museo e propone il Tour del museo, 5

tagliandi per la degustazione del vino ed un cocktail Bombay Sapphire.

− Vinopolis Premium (durata della visita 2,5 ore circa), al prezzo di 16 sterline, che

alle precedenti opzioni aggiunge una sessione dimostrativa sull’assaggio e

degustazione del vino e due degustazioni premium di vini di particolare pregio

− Vinopolis explorer (durata della visita 2,5 ore circa), al prezzo di 16,25 sterline, che

alla degustazione del vino, alla sessione dimostrativa di degustazione del vino ed

alla visita del museo, aggiunge l’assaggio di tre wisky.

− Vinopolis Platinum (durata della visita 2,5 ore circa), al prezzo di 20 sterline che

alle precedenti opzioni aggiunge una sessione di degustazione di vini di qualità

superiore.

E’ utile aggiungere che si possono facilmente trovare speciali sconti per la visita del museo,

sia in gruppo che individuali, presso i Tourist information centres e che Vinopolis è spesso

abbinato ad altre mete d’interesse in speciali carnet di biglietti sconto che offrono la

possibilità di scoprire tutte le attrazioni londinesi.

Il percorso museale o Wine tour si snoda attraverso 14 sale, conla possibilità di fruire di

una audioguida a pagamento, in diverse lingue tra cui inglese, francese, italiano, spagnolo,

giapponese; un altoparlante viene attivato automaticamente da un sistema elettronico ogni

qualvolta ci si sposta da una stanza all’altra. Il percorso, presentato come “Odissea del

Vino”, comincia dagli albori mesopotamici ed egizi del vino, con una sala in cui fanno

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bella mostra di sé anfore greche, brocche e vasi romani, nella quale viene sviluppato il tema

del vino nell’antichità.

Si entra dunque nelle più famose regioni vitivinicole del mondo: il Bordeaux, la Borgogna

e lo Champagne; vengono illustrati i territori, le caratteristiche pedoclimatiche, i vitigni

(davvero belle le teche trasparenti che mettono in mostra le radici ed un ceppo di Pinot

noir, ed i grappoli riprodotti di Cabernet sauvignon, Chardonnay e Merlot) e sono spiegate

alcune delle tecniche di produzione ed imbottigliamento dei vini. Si accede dunque alla

zona del Reno e ad altri territori del Centro-Nord Europa (Svizzera, Germania ed Austria)

e quindi al Portogallo ed ai suoi vini da meditazione. Prima di giungere alla prima Tasting

table, vengono presentati gli aromi primari, secondari e terziari del bouquet del vino,

attraverso pannelli esplicativi e speciali dispenser di profumo (con particolare riferimento

al Cabernet sauvignon). La degustazione si svolge cominciando dai vini bianchi aromatici e

freschi e segue per gradi sino a giungere ai vini rossi corposi ed ai vini liquorosi. Dopo

l’ingresso in un aereo con video esplicativi, viene presentata la vitivinicoltura del nuovo

mondo: Australia, Nuova Zelanda (con il Sauvignon Blanc ed il sistema di allevamento a

doppio archetto), e California, rappresentata dalle vasche in acciaio e da una macchina da

presa che riprende verdi colline. Si giunge dunque, al Wine bar, chiamato Wine dwarf,

caratterizzato da un’atmosfera molto accogliente, divani in pelle, luci basse e dopo avere

ben odorato vari aromi, anche legati a caratteristiche sgradevoli del vino (pepe, coriandolo,

cannella, liquirizia, limone, ginepro, muffa, tappo), si passa al Sudafrica e quindi si ritorna

alle regioni mediterranee (Spagna, Libano e Grecia). A seguire c’è il secondo tavolo di

degustazione, e quindi la sala dedicata all’Italia, con tre motocicli vespa, sul cui paravento

vengono proiettate immagini del Chianti e delle Langhe. Prima di terminare si assaggiano

gli ultimi vini al terzo tavolo di assaggio, e si attraversa una sala dedicata alla Romania ed

all’Ungheria. Si va dunque alla sezione dedicata ai liquori e spiriti ed al relativo assaggio.

La visita si conclude con una visita al Gift shop ed al Majestic wine store dove si possono

acquistare libri, cd, magliette gadgets vari e le bottiglie dei vini assaggiati durante la visita,

provenienti da tutto il mondo. Il percorso museale attraverso i vigneti globali e virtuali del

mondo ed i vini autentici è arricchito da illustrazioni, tavole, grafici e poster illustrativi dei

maggiori vitigni utilizzati, delle caratteristiche sensoriali, olfattive, nonché degli effetti

salutistici del vino così come sono stati ipotizzati o studiati nelle diverse epoche della

nostra storia. Durante la visita è possibile effettuare un vero e proprio corso di degustazione

del vino per principianti, della durata di mezz’ora circa, illustrandone le varie fasi e stadi

dall’apprezzamento del colore e del bouquet fino ad arrivare alle tecniche di assaggio.

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Frequenti all’interno dell’edificio sono anche i corsi dei degustazione per esperti e le

conferenze di aggiornamento ed educazione alla viticoltura ed all’enologia.

4.3 Napa e Sonoma Valley: the Wine Country, il turismo enogastronomico in una delle

regioni più importanti del “Nuovo mondo del vino”

Negli ultimi 30 anni, dal 1975 al 2004, l’industria vinicola americana ha fatto registrare una

consistente espansione, con un aumento del numero delle case vinicole, passate da 579 a

3.726 unità. I dati, come si apprende da una nota dell’Italian wine and food institute di New

York, segnalano un’espansione particolarmente rapida dal 2000 al 2004, quando il numero

delle case vinicole è passato dalle 2.188 (2000) alle attuali 3.726, con un aumento di oltre il

70%. La California, dove hanno sede ben 1.689 case vinicole, è lo Stato con la maggiore

concentrazione dell’industria vinicola americana; seguono Washington, con 323 case

vinicole, Pennsylvania (228), New York (203) e Ohio (100). Attualmente, in tutti i 50 Stati

Usa esistono una o più case vinicole, mentre nel 1975 soltanto 34 gli stati che vantavano

una produzione vinicola.

La California elabora il 92% dei vini prodotti negli Stati Uniti; i vigneti si sviluppano

complessivamente su una superficie di circa 230.000 Ha, di cui l’83 % destinati alla

produzione di vino (dati: Wine institute); nel 2003 sono stati raccolti 29,4 milioni di

quintali di uva da vino di cui 16,4 per la produzione di vino rosso. Le maggiori regioni

viticole californiane sono la Sonoma Valley (16.400 Ha) considerata la Provenza della

California, Monterrey (14.600 Ha), la Napa Valley (14.500 Ha), la Central Coast (9.900

Ha)la Mendocino County (5.500 Ha), la Lake County (1.600 Ha), la Baia di San Francisco

(1.600 Ha) e la Southern California (1.400 HA).

Le regioni protagoniste dell’espansione del fenomeno enoturistici negli USA e nel mondo

sono la Napa e Sonoma Valley, che insieme costituiscono la cosiddetta Wine Country, la

regione del vino, un territorio suggestivo, coperto di vigneti e scandito dalla presenza di

aziende agricole, cantine e ristoranti inseriti tra boschi di querce e di sequoie. Gli edifici,

l’attenzione per le piccole cose che rendono grandi i vini, la produzione stessa di ottimi

spumanti e vini da vitigni internazionali, trasformano questa parte della California, in uno

dei posti più europei degli interi Stati Uniti.

Questa zona, sebbene produca solo il 10% del vino californiano, produce le uve migliori di

tutti gli USA ed attira un flusso ingente e costante di turisti sia statunitensi che

internazionali, che rappresentano in termini di valore aggiunto il 33-35% dell’intero

comparto vitivinicolo californiano.

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L'importazione della vite nella Wine country, cominciò attorno al XVIII secolo all'interno

delle missioni cattoliche spagnole e proseguì alla fine del periodo proibizionistico, con la

messa a dimora di varietà europee a seguito degli immigrati che giungevano negli Stati

Uniti.

Le vallate di Napa e Sonoma, sorgono parallele in un territorio lungo 50 km circa e sono

caratterizzate dalla presenza di morbidi rilievi collinari coltivati esclusivamente a vite, da

cantine imponenti e curatissime (in molti casi il confine tra due proprietà limitrofe, oltre

che da solide recinzioni, è segnato da filari di rose a cespuglio) e da luoghi storici

caratterizzati prevalentemente dai resti delle missioni spagnole e da fattorie antiche, come

quella dello scrittore Jack London.

Per il visitatore, sia che giunga da vicino che da molto lontano, una fonte preziosissima di

informazioni è costituita dai siti internet delle due valli, www.napavalley.com e

www.sonoma.com che forniscono informazioni di carattere generale sulla zona,

informazioni sulle cantine ed i percorsi, sulla possibilità di aggregarsi a tour collettivi in

autobus o individuali in automobile (anche se la scelta in questo caso è limitata alle sole

limousine) e tutto quant'altro è necessario conoscere per sfruttare a fondo le potenzialità del

territorio.

Le due valli sono di notevole bellezza, ma sono contraddistinte da caratteristiche piuttosto

differenti. Nella Valle di Napa, con il suo paesaggio solcato da vigneti regolari e

verdeggianti colline, sono presenti oltre 200 aziende vinicole; il nome della valle deriva dal

fiume che l'attraversa il cui nome, in lingua indiana, significa “abbondanza”. La prima

azienda viticola della zona fu fondata da Jacob Beringer nel 1875, tedesco di Magonza che

intuì le vocazionalità viticole di questi territori.

Le entrate legate all’industria del vino a Napa Valley hanno raggiunto mediamente nel

periodo 2000-2004 i 9,5 miliardi di dollari l’anno; secondo una ricerca pubblicata da Mkf

research, la Napa Valley da sola produce il 21% delle entrate viticole dello stato

californiano, sommando alle vendite di vino gli utili della vendita dei prodotti tipici, delle

imprese turistiche e dei servizi. Nello stesso periodo la superficie vitata è cresciuta del 19%

mentre il valore complessivo delle attività legate alla filiera vitivinicola è passato da 168 a

380 milioni di dollari, facendo registrare un aumento del 127% (fonte: vitisphere).

Le attività principali destinate agli enoturisti, comprendono le visite alle cantine, corredate

da degustazioni in locali e sale ad hoc sempre accoglienti e funzionali e da percorsi guidati

all'interno dei locali di trasformazione; inoltre è possibile visitare musei della vite e del

vino, fare passeggiate a cavallo o affittare la bicicletta, percorrere l'intera zona sedendo

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comodamente sul treno del vino gustando i vini e le ricette locali o sorvolare la zona in

mongolfiera. Al centro della piccola cittadina di Napa, il Napa Valley Visitors Bureau

distribuisce informazioni dettagliate sulle cantine presenti nel territorio e sulle attrazioni

oltre che una rivista mensile con le attività e le ultime iniziative proposte. Altri punti di

interesse sono il Napa County Historical Society, che fornisce ulteriori informazioni sulle

cantine ed organizza mostre fotografiche relative alla storia del territorio e “Copia”, centro

enologico ed artistico, in cui è possibile degustare i vini delle diverse cantine della zona e

visitare gallerie artistiche dedicate esclusivamente a temi enogastronomici, oltre che

partecipare a corsi ed iniziative particolari. Numerose sono le enoteche che permettono di

effettuare degustazioni ed esperienze legate all'enogastronomia.

La Valle di Sonoma è meno commerciale ed affollata della vicina Napa: ci sono solo una

trentina di aziende vinicole; inoltre questa valle a forma di mezzaluna (è anche chiamata

“Valley of the moon”) risulta più interessante ed attraente dal punto di vista paesaggistico.

E’ qui che nacque la tradizione enologica della California, quando, intorno al 1850 il

colonnello Agostin Haraszthy, cominciò a piantare i primi vigneti e fondò la cantina

“Buena Vista”, tuttora operante a Sonoma. Anche il piccolo paese, con le sue architetture

messicane e spagnole, l'antica missione di San Francisco Solano de Sonoma, risulta molto

più attraente di quello di Napa.

Nella piazza centrale del paese si trova il Sonoma Valley Visitors Bureau, che fornisce

mappe, cartine con gli itinerari da seguire, informazioni sulle cantine presenti, sui mezzi

per visitare la valle e sulle sistemazioni disponibili per l'alloggio.

Oltre alle visite a cavallo, in bicicletta o alle gite panoramiche in mongolfiera

(www.balloonsabovethevalley.com), è possibile effettuare giri di 45-90 minuti su biplani

della seconda guerra mondiale (www.vintageaircraft.com) potendo anche scegliere tra

quattro modalità di volo (panoramico, acrobatico, kamikaze o da battaglia).

Le degustazioni in cantina, così nella Sonoma come nella Napa, possono svolgersi in

ambienti storici o ultramoderni, ma si avrà comunque la possibilità di confrontarsi con

operatori professionali e preparati, e di degustare una grande varietà di vini dai bianchi ai

rossi; i prezzi per la degustazione di 3-4 o più vini variano da una media di 3-5 dollari delle

cantine ordinarie, per giungere ai 10-20 dollari delle degustazioni dei vini più prestigiosi,

mentre il prezzo delle bottiglie al produttore, è spesso non concorrenziale rispetto a quello

degli stessi vini venduti presso le grosse catene della GDO americana; complessivamente la

Napa e la Sonoma Valley hanno raggiunto nel 2003 13,5 milioni di visitatori.

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Nella Wine country sono inoltre presenti altri piccoli centri importanti per la vitivinicoltura

californiana, come Oakville o Calistoga, dove si trovano i famosi vigneti in cui si

raccolgono le uve pregiate per la produzione del vino “Opus one” di Robert Mondavi, e

Yountville, St. Elena e la Russian river Valley, famosa non soltanto per i vigneti ma perchè

vi si tengono il Russian River Blues Festival a fine giugno ed il Jazz on the river Festival a

metà settembre, molto seguiti ed apprezzati, che costituiscono un'attrattiva complementare

alla vitivinicoltura, molto apprezzata sia dai turisti statunitensi che internazionali.

4.4 Conclusioni

Con un giro d’affari superiore ai 2 miliardi di euro, una proiezione di crescita al 2010

dell’8% in termini di presenze e del 10% in termini di fatturato42, l’enoturismo, secondo i

dati forniti dal Movimento turismo del vino, si sta rivelando una notevole opportunità di

sviluppo non solo per la vitivinicoltura, ma anche per i settori agricoli destinati alla

produzione di prodotti tipici e per i servizi associati sia alla produzione primaria e

secondaria, sia alla fruizione turistica e culturale del territorio. La capacità attrattiva

dell’enoturismo si dimostra sempre più importante sia in ambito nazionale, intra ed

interregionale, sia nei confronti degli stranieri diretti nel nostro paese, per i quali il vino è la

terza attrattiva, che attualmente sembra venga esercitata su 2,5 milioni di persone43.

I dati raccolti sul territorio dimostrano che le cantine che si aprono al pubblico possono

aumentare gli utili e diversificare i canali commerciali (una ricerca condotta dall’Università

Bocconi di Milano segnala che attraverso tale canale commerciale, le cantine facenti parte

dei circuiti enoturistici producono oltre il 20% del fatturato complessivo dell’azienda); i

vantaggi legati all’enoturismo sono però molto più ampi: flussi di cassa attivi immediati ed

opportunità di contatto con i consumatori, utili a sviluppare rapporti futuri e nuove

occasioni di servizio alla clientela.

L’enoturismo, valorizzando i brand territoriali, fa bene allo sviluppo locale e alle

produzioni enologiche minori, ma, soprattutto, si propone come un’opportunità preziosa

per far conoscere le aziende, costruirne e diffonderne l’immagine in ambito internazionale,

consolidando ed ampliando il bacino di clienti reali delle imprese collegate ai “Sistemi

strade”.

42 Censis Servizi Spa, 2006 43 Movimento turismo del vino, 2006

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Ma l’enoturismo ha anche un altra conseguenza di grande importanza, quella di incentivare

le aziende associate alla strada a migliorarsi ed a realizzare progetti di sviluppo comuni,

non isolate, sfruttando conoscenze ed esperienze molteplici e differenziate; dai dati

disponibili risulta infatti che il 50% delle cantine con vocazione enoturistica reale o

potenziale (in alcune zone tale percentuale giunge al 90%; dati Censis Servizi), ha

effettuato investimenti per migliorare le proprie strutture ricettive, realizzando punti ristoro,

sale degustazioni, musei, servizi di accoglienza e informazione turistica.

Purtroppo, come anche dimostrato dalla nostra indagine, spesso le iniziative e le realtà del

settore non appaiono ben strutturate e l’offerta del turismo del vino è spesso caratterizzata

da improvvisazione, individualismo ed episodicità.

L’accoglienza nelle cantine in termini di accessibilità, orari, servizi e cura del turista è

spesso carente e tuttora fatica a svilupparsi una logica di sistema e la necessaria sincronia

fra aziende, operatori turistici, istituzioni ed enti locali; in molti casi le stesse aziende non

comprendono la necessità di investire e di impegnarsi anche sul fronte della qualità del

servizio e dell’ospitalità, limitandosi al loro interesse di vendita di qualche bottiglia di vino

o di olio.

Ancora si registra una comunicazione insufficiente, per di più episodica e legata a eventi

stagionali, mentre, gli imprenditori si impegnano individualmente nella realizzazione di

piccoli corsi di degustazione e gli operatori turistici si limitano a modificare i loro tour

standard con qualche visita in cantina.

La molteplicità dei temi da proporre e sviluppare, la ricchezza dei contenuti dei territori

delle diverse strade del vino siciliane, la pluralità degli attori e la complessità delle variabili

coinvolte può scoraggiare ed indurre i diversi soggetti interessati a rimanere ancorati a

posizioni poco inclini all’integrazione delle risorse disponibili in un sistema che associ

figure diverse e territori, anche amministrativi, distinti.

Alla base del ritardo nel consolidamento del fenomeno enoturistico in molte zone pur

ricche di contenuti e valori da esprimere è sicuramente l’assenza, sul territorio, di

professionalità e di figure specializzate nell’enoturismo; inoltre sono molti gli operatori che

rimangono ancora indifferenti e distanti rispetto alle necessità dell’organizzazione e

gestione di sistemi complessi quali le “Strade”, nell’ottica di uno sviluppo rurale integrato e

sistemico, e preferiscono aspettare che l’amministrazione pubblica finanzi iniziative “di

grido” con ingenti capitali, piuttosto che impegnarsi ad attivare, con pochi capitali, progetti

comuni e coordinare attività e servizi finalizzati alla valorizzazione e fruizione di un

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patrimonio di beni e ricchezze naturalistiche, archeologiche, architettoniche, storiche e

culturali, straordinario ed inimitabile.

L’opportunità di valorizzare ed integrare le molteplici risorse disponibili nel territorio

siciliano per la realizzazione delle “Strade del vino” può rappresentare un’occasione

preziosa per concretizzare un modello di sviluppo del territorio e del mondo rurale vincente

e sostenibile, in un momento storico estremamente delicato per gli scenari presenti e futuri

dell’isola, attraverso un progetto che preveda l’organizzazione di risorse in gran parte già

disponibili, ma per lo più isolate e non connesse, “portando alla luce” e rendendo fruibile,

un patrimonio di cultura, storia e tradizioni di cui la Sicilia è testimone e custode.

Tra i progetti tesi a portare un contributo qualitativo al settore, è sicuramente da segnalare il

progetto Vintur, che ha nell’Assessorato all’agricoltura e foreste della Regione Siciliana

uno dei partner di riferimento e che sta vedendo nascere lo sviluppo di rapporti e sinergie

tra le maggiori regioni vitivinicole del mediterraneo, con Spagna, Italia e Francia come

maggiori soggetti di riferimento, per la creazione dello “Spazio europeo dell’enoturismo”.

Alla base di questo progetto c’è la volontà ed il bisogno di mettere a sistema le risorse

disponibili, le esperienze e le competenze acquisite dai vari paesi europei a vocazione

vinicola al fine di generare un’offerta variegata ma coerente e rispondente a standard di

qualità comuni, nell’ottica di aumentare le possibilità di sviluppo e di crescita dei territori

locali.

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5 - Bibliografia e Webgrafia

5.1 Testi consulati

− Artista Antonella, Vino e reti di sviluppo. Percorsi enoturistici e figure imprenditoriali

dell’enologia siciliana di qualità;

− Antonioli Corigliano Magda, Strade del vino ed enoturismo. Distretti turistici e vie di

comunicazione, Franco Angeli, 1999;

− Censis Servizi, III e IV Rapporto sul Turismo del Vino, Anni vari;

− Coreras, La filiera vitivinicola in Sicilia, Rapporto 2003, OSEAAS, Palermo, 2004;

− Coreras, convegno: “Verso il superamento del dualismo vitivinicolo”, Tavole

Statistiche, OSEAAS 2005;

− Coreras: Prodotti agricoli di qualità e Turismo in Sicilia, a cura di Caterina Patrizia Di

Franco, Simona Bacarella e Sabrina Leone, 2005;

− Coreras, “Le strade del vino in Toscana”, AA.VV., 2005

− Davide Paolini, I luoghi del gusto, Baldini & Castoldi;

− Hoffmann Alessandro: La nuova politica di sviluppo rurale, Franco Angeli 2006;

− IRVV, Il Settore vitivinicolo siciliano, marzo 2006;

− ISTAT, V Censimento Generale dell’Agricoltura, 2000;

− Riccardo Pastore, Il marketing del vino e del territorio: istruzioni per l’uso, Franco

Angeli;

− Unwin Tim, Storia del vino. Geografie, culture e miti dall'antichità ai giorni nostri -

Donzelli 1996;

− Legge nazionale n. 268 del 27/07/1999 “Disciplina delle strade del vino”

− Legge regionale n.5 del 02/08/2002 “Istituzione delle strade e delle rotte del vino”,

Regione Siciliana;

− Decreto 15 gennaio 2003, “Disciplinare tipo delle Strade e rotte del vino”, Regione

Siciliana;

− Osservatorio sulle aziende imbottigliatrici del settore vitivinicolo siciliano, I edizione

2004, a cura di Sebastiano Torcivia, I.S.I. Editore, Palermo.

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5.2 Siti visitati

− www.europa.eu.int

− www.regione.sicilia.it/Agricolturaeforeste

− www.movimentoturismovino.it

− www.cittàdelvino.it

− www.coreras.it

− www.terresicane.it

− www.stradadelvinoterresicane.it

− www.stradavinomarsala.it

− www.stradadelvinodelletna.it

− www.stradadelvinoalcamodoc.it

− www.winenews.it

− www.assoenoteche.it/home.htm

− www.slowfood.com

− www.enoteca-italiana.it

− www.ledonnedelvino.com

− www.comune.alcamo.tp.it

− www.castiglionedisicilia.ct.it

− www.comune.menfi.ag.it

− www.comune.butera.cl.it

− www.comune.vittoria.rg.it

− www.comune.marsala.tp.it

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1

APPENDICE

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2

QUESTIONARIO INFORMATIVO SULL'ENOTURISMO IN SICILIA

ENTE:

Referente:______________________________________________________________________

1) Indicare il livello di sviluppo dell'Enoturismo in Sicilia

ASSENTE

EMBRIONALE

MEDIO

ELEVATO

2) Quali sono, a Suo avviso, i punti di forza e di debolezza dell'Enoturismo in Sicilia relativamente ai

fattori sotto indicati?

FATTORE "INFRASTRUTTURE"

a) Rete stradale

Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

b) Segnaletica Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

c) Strutture per l’accoglienza degli enoturisti

Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

d) altro __________________ (specificare)

Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

FATTORE "PRODUTTORI"

a) professionalità

Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

b) attrattività delle cantine Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

c) ospitalità nei confronti dei turisti

Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

d) comitati di gestione delle "Strade del vino"

Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

d) altro __________________ (specificare)

Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

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3

FATTORE "VINO"

a) qualità dell'offerta Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

b) ampiezza della

gamma dell'offerta

Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

c) fattore prezzo Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

d) offerta di confezioni “ad Hoc”

Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

e) altro __________________ (specificare)

Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

FATTORE "SERVIZI"

a) enoteche Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

b) centri di accoglienza

ed informazione

Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

c) degustazioni guidate Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

d) manifestazioni e

iniziative legate al vino

Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

e) visite in cantina Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

f) offerta di pacchetti enoturistici Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

g) altro __________________ (specificare)

Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

FATTORE "BENI AMBIENTALI":

a) riserve naturali Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

b) parchi Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

c) boschi Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

d) spiagge attrezzate Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

e) stabilimenti balneari Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

f) altro __________________ (specificare)

Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

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4

FATTORE "BENI CULTURALI":

a) siti archeologici e musei Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

b) bagli agricoli Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

c) musei del vino Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

d) centri storici attrattivi Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

e) altro __________________ (specificare)

Molto debole 1 debole 1 mediamente forte 1 forte 1 molto forte ..1

3) Quali aspetti occorrerebbe valorizzare per rendere competitive le "Strade del vino" in Sicilia1?

a) creazione di sistemi di offerta integrata da parte degli attori coinvolti 1 2 3 4..

b) incentivazione della cultura dell'accoglienza 1 2 3 4..

c) promozione del territorio e delle realtà enologiche siciliane 1 2 3 4..

d) ricerca scientifica a supporto del sistema 1 2 3 4..

e) Professionalità degli operatori 1 2 3 4..

f) altro __________________ (specificare)

4) Secondo Lei, qual è il livello di investimenti necessario, per ciascuno dei fattori sotto elencati, al fine di promuovere l'implementazione e lo sviluppo dei percorsi enoturistici in Sicilia?2

a) FATTORE "INFRASTRUTTURE" N B M E .. ME 2

b) FATTORE "PRODUTTORI" N B M E .. ME

c) FATTORE "VINO" N B M E .. ME

d) FATTORE "SERVIZI" N B M E .. ME

e) FATTORE "BENI AMBIENTALI" N B M E .. ME

f) FATTORE "BENI CULTURALI" N B M E .. ME

1 La scala dei numeri indichi in ordine crescente le seguenti opzioni: 1 = PER NULLA 2 = POCO 3 = MEDIAMENTE 4 = MOLTO 2 Legenda: N = NULLO B = BASSO M = MEDIO E = ELEVATO ME = MOLTO ELEVATO

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5

5) Indicare il livello di integrazione dei fattori che caratterizzano l’enoturismo in Sicilia, al momento

presente, al fine della costituzione dei distretti enoturistici in Sicilia

N B M E .. ME 2

6) In che misura ritiene necessario attuare campagne di promozione per consolidare ed ampliare il

fenomeno dell'Enoturismo in Sicilia?

POCO 1 ABBASTANZA 1 MOLTO 1 NON SA/NON RISPONDE ..1

7) In che misura ritiene che il turismo enogastronomico possa costituire una specifica attrattiva nei

confronti del turista che arriva in Sicilia?

POCO 1 ABBASTANZA 1 MOLTO 1 NON SA/NON RISPONDE ..1

8) In che misura ritiene possibili sinergie con altre regioni italiane attive nel circuito nazionale

dell'Enoturismo?

POCO 1 ABBASTANZA 1 MOLTO 1 NON SA/NON RISPONDE ..1

9) In che misura, secondo Lei, le "Strade del vino" della Sicilia sotto elencate presentano attualmente

condizioni favorevoli ai fini della creazione di distretti enoturistici?

1. Strada del vino Alcamo doc poco 1 abbastanza 1 molto 1 non sa/n.risponde ..1

2. Strada del Marsala e del Moscato di Pantelleria poco 1 abbastanza 1 molto 1 non sa/n.risponde ..1

3. Strada dell'Inzolia o Ansonica poco 1 abbastanza 1 molto 1 non sa/n.risponde ..1

4. Strada del Nero d'Avola /Cerasuolo di Vittoria poco 1 abbastanza 1 molto 1 non sa/n.risponde ..1

5. Strada del Moscato di Noto /Moscato di Siracusa poco 1 abbastanza 1 molto 1 non sa/n.risponde ..1

6. Strada del vino dell'Etna poco 1 abbastanza 1 molto 1 non sa/n.risponde ..1

7. Strada della Malvasia delle Lipari poco 1 abbastanza 1 molto 1 non sa/n.risponde ..1

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6

10) E' secondo Lei possibile attivare una rete di collegamento tra le aziende vitivinicole siciliane ai fini

della promozione del turismo enogastronomico?

11) Su quali fattori attrattivi-complementari di intrattenimento ed accoglienza punterebbe?

12) Quali iniziative e progetti sono stati avviati (dal Suo Ente/dalla Sua impresa) per la promozione

dell'Enoturismo in Sicilia?

13) Quali livelli di investimento/finanziamento sono previsti?

14) Quali strategie future intende realizzare (il vostro ente/lei) per favorire la crescita e la diffusione del

fenomeno enoturistico nella regione Sicilia?

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7

Altre considerazioni

Data: ____________________ Rilevatore: ________________________

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Questionario per le strutture

a) DATI ANAGRAFICI AZIENDALI Tipologia di azienda

Ubicazione dell’azienda

Anno d’adesione all’Associazione “Strada del Vino Terre Sicane”

Perché ha aderito?

Anno di costituzione dell’azienda

b) Tipologia di gestione Ditta individuale

Società di persone

Società di capitali

Società cooperativa

Associazione/Consorzio

Altro

1) Come valuta la presenza della Strada del Vino per lo sviluppo del territorio?

Molto importante

Abbastanza importante

Poco importante

2) Partecipa attivamente/viene coinvolto nelle attività di gestione/pianificazione delle attività

relative alla Strada del vino?

SI

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9

NO

NON SO

3) Ha evidenziato un incremento del flusso turistico nella sua struttura?

SI

NO

NON SO

Può quantificare?

4) Quale categoria di turisti è più frequente?

Italiani (Regioni )

Stranieri (Paesi )

5) Ha evidenziato interesse verso i vini tipici o prodotti agroalimentare locali da parte dei turisti?

SI

NO

6) Se sì, verso quali prodotti?

Vino

Formaggi

Conserve

Salumi

Altro (specificare)

7) Qual è la spesa media del turista rispetto ai prodotti tipici realizzati nella vostra azienda?

Vino:

Meno di 5€ 5€ - 7€ 7€ - 15€ 15€ - 25€ maggiore di 25€

Formaggi:

Meno di 5€ 5€ - 7€ 7€ - 15€ 15€ - 25€ maggiore di 25€

Conserve:

Meno di 5€ 5€ - 7€ 7€ - 15€ 15€ - 25€ maggiore di 25€

Salumi:

Meno di 5€ 5€ - 7€ 7€ - 15€ 15€ - 25€ maggiore di 25€

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10

Olio:

Meno di 5€ 5€ - 7€ 7€ - 15€ 15€ - 25€ maggiore di 25€

8) La percentuale di produzione che viene venduta in azienda?

Vino

Olio

Altro (specificare)

9) Qual è la percentuale di maggiorazione del prezzo in azienda rispetto agli altri canali di vendita?

Dettaglio

Grande distribuzione

Altro (specificare)

10) La sua azienda offre un servizio di agriturismo?

SI

NO

11) Ha registrato un incremento di fatturato legato all’entrata nell’Associazione?

SI

NO

NON SO

12) Quali aspetti nella gestione della Strada considera efficaci?

Guide

Info

Portale elettronico dedicato al commercio

Sostegno alle strutture

Altro (specificare)

Data

Rilevatore

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QUESTIONARIO PER I TURISTI

1) Durante la sua permanenza in Sicilia, ha pernottato almeno una notte in una struttura ricettiva non convenzionale3? SI NO

Se sì, indicare la durata in giorni? 1 2 o 3

da 4 a 7 più di 7

2) Conosceva già l’esistenza della Strada del Vino “Alcamo Doc”?

SI NO

3) E’ venuto a conoscenza della Strada del vino “Alcamo Doc” tramite

Stampa Tour Operator Passaparola

Internet Per nulla Altro (Specificare)________________________________

4) Quanto ha influito sulla sua scelta di viaggio la presenza della Strada del Vino?

Molto Abbastanza

Poco Per nulla

5) Ha visitato altre Strade del Vino in Italia, se sì quali?

SI (specificare) NO SI, all’Estero (specificare)_____________________________________

6) Quali servizi si aspettava di trovare visitando le "Strade del Vino" (è possibile fornire più

di una risposta)? Centri di accoglienza/informazione Enoteche della Strada Visite e tour organizzati nelle cantine Musei del Vino Degustazioni guidate Altro (specificare)

6) E' rimasto soddisfatto dei servizi offerti?

Molto Poco Abbastanza Non soddisfatto

7) A quale di queste categorie ritiene di appartenere?

Enoturista Appassionato-Interessato Fine conoscitore Semplice consumatore Turista Non So

8) Per quale ragione ha scelto di visitare la Strada/ La Sicilia (è possibile fornire più di una risposta)?

Per le bellezze culturali/artistiche/naturali Visita a parenti/amici Per interessi enogastronomici Per eventi (fiere, congressi) Per lavoro/studio Altro (specificare)___________________

3 Per struttura ricettiva non convenzionale si intendono le strutture ricettive diverse da quelle tradizionali (hotel, pensioni, appartamenti/residence) e quindi: agriturismi, bed & breakfast, relais de charme ecc.

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9) Con chi viaggia?

Da solo Con amici o colleghi Con la mia famiglia

10) In quale struttura ha alloggiato? (indicare una sola risposta, alloggio prevalente)

hotel/villaggio turistico appartamento in affitto/residence campeggio/ostello agriturismo appartamento di amici/parenti Hotel de Charme Altro (specificare)__________________________________

11) Con riguardo alle cantine, ai ristoranti ed alle trattorie frequentate, come valuta i

seguenti aspetti?

Eccellente Buono Sufficiente Scarso Assente

Cordialità del personale 5 4 3 2 1 Qualità del servizio 5 4 3 2 1 Top Wines 5 4 3 2 1 Rapporto qualità/prezzo 5 4 3 2 1 Tipicità della struttura 5 4 3 2 1 Varietà del menu 5 4 3 2 1 Presenza di prod tipici in menù 5 4 3 2 1

12) Partendo intende acquistare vini siciliani?

SI NO

Per favore indicare : quantità di bottiglie

prezzo complessivo

13) Ritornerebbe in Sicilia per esplorare le altre Strade del Vino?

SI NO 14) Prima di visitare la Sicilia, ha navigato in Internet per cercare notizie ed informazioni sulle Strade del Vino?

SI NO 15) Ha comprato/Desidera comprare i prodotti degustati percorrendo la strade del vino “Alcamo Doc” tramite portale elettronico (e-commerce) o cataloghi postali?

SI NO 16) Come valuta il grado di soddisfazione della sua vacanza in Sicilia rispetto ai seguenti aspetti? Eccellente Buono Sufficiente Insufficiente Povero

Accoglienza/informazione 5 4 3 2 1 Vino 5 4 3 2 1 Prodotti tipici 5 4 3 2 1 Gastronomia/ristoranti 5 4 3 2 1 Percorsi turistici 5 4 3 2 1 Strutture ricettive 5 4 3 2 1 Segnaletica 5 4 3 2 1

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DATI ANAGRAFICI VISITATORE

SESSO

Maschio Femmina

ETA'

Inferiore ai 25 anni Tra 25 e 30 anni

Tra 31 e 40 anni Tra 41 e 50 anni

Tra 51 e 65 anni Superiore ai 65 anni

TITOLO DI STUDIO

Nessuno

Licenza elementare

Licenza Media

Diploma

Laurea

PROFESSIONE

Imprenditore/libero professionista

Dirigente

Impiegato

Operaio

Studente

Pensionato

Casalinga

Disoccupato

Altro (specificare)

Nazionalita'

Stato/comune di residenza (prov.)

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1) During your stay in Sicily, have you spent at least one night in a “not conventional4” hotel arrangement?

YES NO If yes, please show the length in days 1 2 or 3

from 4 to 7 more than 7

2) Did you already know the Strada del Vino “Alcamo Doc” (Wine road “Alcamo Doc”)? YES NO

3) How did you know about the “Strada del Vino Alcamo Doc? Press Tour Operator Friends/other

people

Internet I didn’t know about it Other (Please specify)______________________________

4) How much has affected your choice of coming in Sicily the presence of the “Strada del

Vino”? Very much Enough

Little Not at all

5) Did you visit other “Strade del vino”, if Yes which ones?

Yes (Please Specify) NO Yes, in other countries (Please Specify)______________________________________

6) Which services did you expect to find visiting the "Strade del Vino" (it is possible to

provide more than one answer )? Information/Welcome centers Wine bar Organized tours in vineries Wine museums Guided tastings Other (Please specify)_____________________

7) Have you been satisfied with the offered services? Very much Enough

Little Not at all

8) To which of these categories do you think to belong?

Wine tourist Keen - Interested Expert Simple customer Simple tourist I don’t know

9) For which reason did you choose to visit Sicily-The “Strada del vino” (it is possible to

provide more than one answer )? Cultural-environmental heritage To visit relatives, friends Wine, food For special events (exhibitions, congresses, etc.) For work, study interests Other (Please specify)_____________________

4 Please as “non conventional structure” consider those one from the one listed here: agriturismo, bed & breakfast, relais de charme, vineries

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10) With whom do you travel? Alone With friends and colleagues With my family

11) In which kind of structure have you stayed? (show only one answer for the prevailing

accommodation) hotel/tourist village residence/Rented house Camping-Hostel agriturismo in a friend’s – relative’s house Hotel de Charm Other (Please specify)________________________________________________

12) Regarding the cellars, the restaurants and the frequented inns, how do you evaluate the

following aspects? Excellent Good Sufficient Poor Absent

Staff’s cordiality 5 4 3 2 1 Service quality 5 4 3 2 1 Top Wines 5 4 3 2 1 Quality/value rate 5 4 3 2 1 Peculiarities of the structures 5 4 3 2 1 Menu’s variety 5 4 3 2 1 Typical prod. in menu 5 4 3 2 1

13) Before leaving Sicily would you buy Sicilian wines?

Yes NO

Please indicate: amount of bottles Total value

14) Would you come back in Sicily to explore the other “Strade del Vino”?

Yes NO

15) Before visiting Sicily, have you searched the web to look for news and information about the “Strade del Vino”? Yes NO

16) Have you bought/ Do you wish to buy the tasted products by e-Commerce or postal

catalogues? Yes NO

17) Which degree of satisfaction have you reached considering the following aspects?

Excellent Good Sufficient Poor Absent

Welcome/General information 5 4 3 2 1 Wine 5 4 3 2 1 Typical products 5 4 3 2 1 Gastronomy/restaurants 5 4 3 2 1 Touristic routes 5 4 3 2 1 Receptive structures 5 4 3 2 1 Road signals 5 4 3 2 1

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General data Gender

Male Female

Age

Less than 25 25-30 y.o.

31-40 y.o. 41-50 y.o.

51-65 y.o. More than 65 y.o.

Education Middle school

High school

Graduate

Work Free lance/ entrepreneur

Manager

Employee

Student

Retired

Housewife

Jobless

Other (Please Specify)

Nationality

State- City of residence_____

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GALLERIA DI IMMAGINI

STRADA DEL VINO ALCAMO DOC

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GALLERIA DI IMMAGINI

STRADA DEL VINO TERRE SICANE

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GALLERIA DI IMMAGINI

VINOPOLIS - LONDRA

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GALLERIA DI IMMAGINI

WINE COUNTRY – NAPA E SONOMA VALLEY

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