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STRADE di LONDRA Accoglienza formato St. Mungo’s...notte in città più di 2000 persone...

Date post: 10-Sep-2020
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24 scarp de’ tenis marzo 2014 . di Stefano Lampertico C’è un grande cartellone, appeso alla parete, nella sede di St Mungo’s in King’s Bench Street. Sono le success stories. Storie che hanno come protagonisti fe- lici molti degli homeless che hanno trovato nel tempo accoglienza in una delle de- cine di strutture gestite proprio da St Mungo’s. Qui, a King’s Bench Street, St Mungo’s ha la sede della sua unità operativa per il ricollocamento e per il lavoro. Rod Cullen è il coordinatore di questo settore. È lui ad accogliere la delegazione di Caritas Ambrosiana e degli altri enti che partecipa- no al progetto europeo See Light nella sua tappa britannica. «St Mungo’s ha quat- tro pilastri sui quali poggia le proprie attività. Sono i nostri valori e i nostri obietti- tata a Londra un’organizzazione di rife- rimento per l’accoglienza e la cura degli homeless. Accoglie ogni notte, nei diver- si centri sparsi per la città, oltre duemi- la persone, seguendole nel loro percor- so di reinserimento sociale e cercando per ciascuno di ricostruire un profilo di reinserimento lavorativo. «Un progetto di stage, un periodo di tirocinio, un per- corso di riqualificazione professionale, un impego quando lo si trova – ci spie- ga Rod –: per ciascuno cerchiamo di ri- costruire una storia». Sono tante le storie di vita, molte con i tratti di un futuro meno duro, che colpiscono. Come quella di David, ex vi. Prevenire l’homelessness e le cause che la generano, rispondere ai bisogni che gli homeless manifestano, seguirli nei percorsi di reinserimento sociale e da ultimo influenzare la politica perchè trovi strumenti concreti di risposta alla povertà e all’esclusione sociale. Noi pensiamo che tutti abbiano il diritto ad avere un posto decente dove vivere, di godere di buona salute, anche di avere qualcosa di significativo da fare. Certo, abbiamo una missione. Ovvero ospita- re persone che chiedono un letto, so- stegno e cure perchè sono vulnerabili, o a rischio di rimanere senza dimora. A tutti loro diciamo che è possibile mi- gliorare la propria qualità di vita». Colosso dell’accoglienza Che strana la storia di questa organiz- zazione, che non si richiama a principi religiosi, ma porta nel nome il santo pa- trono di un villaggio del Galles dove nacque il suo fondatore. St Mungo, ap- punto, venerato come santo dalla chie- sa cattolica, dalla chiesa anglicana e dal- la chiesa ortodossa. Dal 1969 a oggi St Mungo’s è diven- STRADE di LONDRA Accoglienza formato St. Mungo’s Grazie al progetto europeo See Light, Scarp ha incontrato i rappresentanti di una delle organizzazioni di accoglienza per senza dimora più importanti del Regno Unito. Laboratori di riqualificazione professionale studi di registrazione, stage in ristoranti di qualità: la solidarietà oltre il tetto sulla testa Visita all’organizzazione londinese che gestisce decine di centri di ospitalità, accoglie ogni notte e accompagna più di duemila persone Un santo gallese, nel nome di una organizzazione che accoglie ogni notte in città più di 2000 persone 24_27@scarpdetenis179_scarp 26/02/14 15:39 Pagina 24
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24 scarp de’ tenis marzo 2014..

di Stefano Lampertico

C’è un grande cartellone, appeso alla parete, nella sede di St Mungo’s inKing’s Bench Street. Sono le success stories. Storie che hanno come protagonisti fe-lici molti degli homeless che hanno trovato nel tempo accoglienza in una delle de-cine di strutture gestite proprio da St Mungo’s.

Qui, a King’s Bench Street, St Mungo’s ha la sede della sua unità operativa per ilricollocamento e per il lavoro. Rod Cullen è il coordinatore di questo settore. È luiad accogliere la delegazione di Caritas Ambrosiana e degli altri enti che partecipa-no al progetto europeo See Light nella sua tappa britannica. «St Mungo’s ha quat-tro pilastri sui quali poggia le proprie attività. Sono i nostri valori e i nostri obietti-

tata a Londra un’organizzazione di rife-rimento per l’accoglienza e la cura deglihomeless. Accoglie ogni notte, nei diver-si centri sparsi per la città, oltre duemi-la persone, seguendole nel loro percor-so di reinserimento sociale e cercandoper ciascuno di ricostruire un profilo direinserimento lavorativo. «Un progettodi stage, un periodo di tirocinio, un per-corso di riqualificazione professionale,un impego quando lo si trova – ci spie-ga Rod –: per ciascuno cerchiamo di ri-costruire una storia».

Sono tante le storie di vita, moltecon i tratti di un futuro meno duro, checolpiscono. Come quella di David, ex

vi. Prevenire l’homelessness e le causeche la generano, rispondere ai bisogniche gli homeless manifestano, seguirlinei percorsi di reinserimento sociale eda ultimo influenzare la politica perchètrovi strumenti concreti di risposta allapovertà e all’esclusione sociale. Noipensiamo che tutti abbiano il diritto adavere un posto decente dove vivere, digodere di buona salute, anche di averequalcosa di significativo da fare. Certo,abbiamo una missione. Ovvero ospita-re persone che chiedono un letto, so-stegno e cure perchè sono vulnerabili, oa rischio di rimanere senza dimora. Atutti loro diciamo che è possibile mi-gliorare la propria qualità di vita».

Colosso dell’accoglienzaChe strana la storia di questa organiz-zazione, che non si richiama a principireligiosi, ma porta nel nome il santo pa-trono di un villaggio del Galles dovenacque il suo fondatore. St Mungo, ap-punto, venerato come santo dalla chie-sa cattolica, dalla chiesa anglicana e dal-la chiesa ortodossa.

Dal 1969 a oggi St Mungo’s è diven-

STRADE di LONDRAAccoglienzaformato St. Mungo’s

Grazie al progettoeuropeo See Light,Scarp ha incontratoi rappresentantidi una delleorganizzazionidi accoglienzaper senza dimorapiù importantidel Regno Unito.Laboratoridi riqualificazioneprofessionalestudi di registrazione,stage in ristorantidi qualità: la solidarietàoltre il tetto sulla testa

Visita all’organizzazione londinese che gestisce decine di centridi ospitalità, accoglie ogni notte e accompagna più di duemila persone

Un santo gallese,nel nome di unaorganizzazioneche accoglie ogninotte in città piùdi 2000 persone

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tossicodipendente, ora partecipante at-tivo al laboratorio di edilizia. Lo trovia-mo a ripulire i mattoni e a costruire unmuro, nello spazio ricavato sotto il Cen-tro di accoglienza vicino alla stazione diEuston: «Questo muro, questo lavoro, èla mia salvezza. Sto imparando i segretidell’edilizia, ma spero di trovare prestoun lavoro in un cantiere». O come lastoria di Mary, che ha molto faticato perabituarsi alla vita difficile da homeless eche ora ha trovato un impiego, in un fa-st food biologico. Come Dave, che gra-zie al progetto Putting down roots, pro-getto di guerrilla gardening, in parolepovere “mettiamo dei fiori nelle vostre

.25marzo 2014 scarp de’ tenis .

il viaggio

fioriere”, sta imparando l’arte del giardi-naggio. E i risultati, a vedere il giardinocurato dagli operatori e dagli ospiti chehanno scelto il laboratorio di giardinag-gio alla St Johns Church, a due passi dal-la Stazione di Waterloo, sono davverosorprendenti.

La sorpresa al piano meno unoIl St Mungo’s Endell Street Hostel è unastruttura di accoglienza davvero parti-colare. Anzitutto perché si trova nelquartiere di Covent Garden, cuore dellacittà, uno dei luoghi più caratteristici diLondra. Ma soprattutto, quel che colpi-sce sono le decine di attività che vengo-

no proposte agli ospiti del Centro di ac-coglienza: lettura dei giornali, corsi diinformatica, corsi di cinema, educazio-ne alla salute. La sorpresa, però, sta alpiano meno uno.

Qui opera uno studio di registrazio-ne professionale aperto agli ospiti deidiversi centri (www.endellstreetstudio.com). «Qui i nostri ospiti –afferma Matt,ingengere del suono e responsabilemusicale dello studio – hanno l’oppor-tunità di suonare e di registrare la pro-pria musica, con criteri e modalità pro-fessionali. La musica è una delle attivitàper riprendersi la propria autonomia.Qui è possibile cantare, registrare cd,

Dopo la strada, si torna al successoA sinistra, l’immagine della brochure istituzionale di St Mungo’s.Sopra a destra, le storie di successo degli ex homeless ospitatinei centri di St. Mungo’s appese alla parete dell’Unità operativaper il ricollocamento e la formazione. Sotto, i terrazzi sistematicagli ospiti che hanno partecipato al laboratorio di giardinaggio.St Mungo’s propone per i propri ospiti numerosi corsie laboratori di riqualificazione professionale

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Accoglienza formato St Mungo’s

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formare nuove band, produrre un al-bum. E anche apprendere qualche se-greto di un lavoro molto particolare, co-me quello di tecnico del suono».

Molti degli ospiti di St Mungo’s chesi sono cimentati con la musica ora so-no artisti di strada e ottengono spessoun discreto successo. «Sono stato dav-vero felice di avere potuto registrare quiun mio cd –sostiene uno degli ospiti delcentro –. Mai avrei pensato di poter pro-durre un mio disco. Ho avuto due annidavvero difficili, ma con la musica si ri-comincia a vivere».

Il centro di Endell, con lo studio diregistrazione, è stato riaperto nel 2008,grazie al contributo del dipartimento diCamden, con un investimento superio-re ai 3 milioni di sterline. Oggi ha 53 po-sti letto per uomini e donne in situazio-ni di disagio. .

ne più importante di Londra. L’acco-glienza è affidata a una ragazza di origi-ne italiane, Nadia Manganello, teamleader per Londra e il South East. A leifanno capo venditori e distributori del-la rivista. Qui, poco lontano dal centrodella metropoli, c’è il cuore della rivista.Uno spazio per i giornalisti, ma soprat-tutto il materiale per i venditori: la map-

pa con i centri di distribuzione, le buo-ne regole per vendere il giornale, le pet-torine rosse. C’è anche uno spazio perl’accoglienza.

Èqui che i venditori del giornale, perlo più homeless, disoccupati, persone indifficoltà, acquistano le copie del gior-nale, che poi rivenderanno. Acquistanola copia a una 1 sterlina 25 pence, lametà del prezzo di copertina. E la riven-dono a 2,50 sterline. Un meccanismoconsolidato, simile a molti giornali distrada nel mondo. Qui però i numeri so-no davvero importanti. Nel 2013 The BigIssue ha lasciato nelle tasche dei proprivenditori oltre 5 milioni di sterline.

Venduto da homeless e persone in difficoltà, è un brand ormai consolidato in tanti paesi. Lo

“Sorridi, guarda le persone negli occhi, parla con un tono divoce alto, che possano ascoltarti bene. E poi, ordinato nell’aspetto, lavo-ra sempre nelle stesse ore del giorno e prendi la vita in maniera positiva”.La ricetta per il buon venditore è tutta qui. E funziona, stando ai numeri.The Big Issue (“La grande questione”) è la più importante rivista della stra-da al mondo: nel Regno Unito vende più di 100 mila copie a setimana.

Siamo stati nella sede londinese di Vauxhall, il centro di distribuzio-

The Big Issue, il giornale di strada d

St Mungo’s, chi sonogli oltre 2000 utenti73% uomini, 27% donne

71%ha un’età compresa tra i 25 ei 54 anni,il 13% ha meno di 25 anni eil 16% sono over 55

52% ha problemi di uso di sostanze (droghee alcool). Il 67% ha problemi di salutefisica (problemi di salute generale,problemi di vista, che necessitano diterapie regolari)

60% ha problemi di salute mentale (diagnosi,malattie sospette, depressione eautolesionismo). Un terzodegli utenti non ha competenzedi alfabetizzazione necessariea completare un questionario da solo

49% è un senza tetto

9% è stato preso in carico

3% è un ex militare delle forzearmate inglesi

45% sono ex delinquenti o sonostati in carcere

La grande questioneSopra, la pettorina rossa è il segno

distintivo del venditore di stradadella rivista The Big Issue. A destra,

due immagini della redazione di Vauxhall:la parete con alcune copertine e la mappa

di Londra con i centri di distribuzione

A Covent Garden c’è uno studio diregistrazione. Molti utenti provanoa prodursi un cd. Diventano artistidi strada, per dare una svolta alla vita

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il viaggio

si. Lo scorso anno ha distribuito oltre 5 milioni di sterline ai suoi lavoratori britannici

a diventato marchio globale

Nella vecchia palazzina dei Vigili del Fuoco, conservata eristrutturata con gusto, proprio sotto l’avveniristico palazza a vetri che èsede londinese di Price Waterhouse Coopers, Simon Boyle, chef di famainternazionale, ci accoglie tra i tavoli del Brigade, il suo ristorante.Il Brigade è anche il cuore di una Fondazione, pensata insieme alla societàdi revisione. Si chiama The Beyond Food Foundation e offre alle personein difficoltà, che hanno conosciuto l’accoglienza nei centri di St Mungo’s,l’opportunità di prendere parte a un progetto di reinserimento lavorativo.A rotazione, e per sei mesi, sedici ex homeless imparano, in questoristorante incantevole, le basi della cucina di alta qualità, ma apprendonoanche come rapportarsi con il cliente, come fare una buona spesa perun ristorante, come scegliere un buon cibo. «Molti di loro – afferma Simon Boyle – al termine dei sei mesi trovano lavoro nei ristorantidella città». La responsabilità sociale d’impresa qui dà buoni frutti.

Al Brigade L’arte della buona cucina,gli homeless a scuola dallo chef

I numeri diThe Big Issue2200sono i venditori di The Big Issuein Gran Bretagna

5 milionisono le sterline rimaste nelle taschedei venditori nel 2013.I venditori pagano il giornale1 sterlina e 25 pence, e lo rivendonoa 2,50 sterline

105 milale copie di The Big Issue che vengonovendute ogni settimana

Reddito, capacità di reinserimentosociale e alternativa all’elemosina. Suquesti presupposti, la rivista era statapensata nel 1991 da Gordon Roddick eJohn Bird. Come risposta concreta allapovertà crescente. In 23 anni The Big Is-sue è diventato un brand conosciuto eapprezzato nel Regno Unito e anche ne-gli altri paesi in cui è distribuito. DaJohannesburg a Tokyo, da Sidney ad Ad-dis Abeba. E ha ispirato nel contempouna serie innumerevoli di altri giornalidi strada, Scarp tra questi, oggi realtàconsolidate di informazione indipen-dente. Quella che gli inglesi chiamanola self-help revolution. .

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