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STRATEGIE ENOLOGICHE PER L’OTTENIMENTO DI VINI ......congelate a -30 C. o ETICHETTATURA: Su un...

Date post: 22-Oct-2020
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1 STRATEGIE ENOLOGICHE PER L’OTTENIMENTO DI VINI SPUMANTE DI QUALITA’ DA UVE FALANGHINA ED AGLIANICO MEDIANTE IL METODO CLASSICO Luigi Moio, Angelita Gambuti, Giuseppe Blaiotta, Tiziana Siani, Maria Tiziana Lisanti, Luigi Picariello Dipartimento di Agraria, Università degli studi di Napoli Federico II, Via Università 100, 80055 Portici (NA). Sezione della Vigna e del Vino. Viale Italia, 83100 Avellino (AV).
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    STRATEGIE ENOLOGICHE PER L’OTTENIMENTO DI VINI SPUMANTE DI QUALITA’ DA UVE FALANGHINA ED AGLIANICO MEDIANTE IL METODO CLASSICO Luigi Moio, Angelita Gambuti, Giuseppe Blaiotta, Tiziana Siani, Maria Tiziana Lisanti, Luigi Picariello

    Dipartimento di Agraria, Università degli studi di Napoli Federico II, Via Università 100,

    80055 Portici (NA). Sezione della Vigna e del Vino. Viale Italia, 83100 Avellino (AV).

  • 2

    1. INTRODUZIONE .................................................................................... 3

    2. OBIETTIVI DEL PROGETTO ............................................................. 4

    3. MATERIALI E METODI ....................................................................... 5

    4. RISULTATI ............................................................................................ 15

    5. CONCLUSIONI ...................................................................................... 25

    BIBLIOGRAFIA .......................................................................................... 26

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    1. INTRODUZIONE

    Negli ultimi anni i vini campani sono migliorati sensibilmente sul piano organolettico e

    nell'equilibrio compositivo. Questo fenomeno si è verificato nell’intera regione dove nuove

    tipologie di vino sono state prodotte a partire dai molti vitigni disponibili. Tuttavia in alcune

    aree le potenzialità produttive sono di gran lunga superiori alla domanda. Questo è il caso

    dell’areale beneventano che dispone di un potenziale enologico di elevata qualità e molto

    superiore alle richieste di mercato. I principali vitigni della piattaforma ampelografia

    beneventana sono l’Aglianico e la Falanghina, entrambi caratterizzati da una straordinaria

    attitudine alla produzione di vini di qualità. Tale potenziale enologico negli ultimi anni è stato

    particolarmente espresso nella produzione di vini secchi tranquilli. Poiché la disponibilità di uva

    eccede la richiesta di vini tranquilli da parte del mercato sarebbe auspicabile una

    diversificazione di produzione in tipologie di vino alternative.

    L’interesse del mercato verso i vini spumanti negli ultimi anni è enormemente aumentato.

    La domanda di tale tipologia di vino è infatti in costante crescita, pertanto potrebbe costituire

    uno sbocco alternativo anche per il potenziale di vendemmia beneventano, soprattutto in

    considerazione del fatto che le varietà di uva sulle quali sperimentare questa strategie alternative

    sono Aglianico e Falanghina, vitigni di elevatissima qualità e storici di tale areale.

    Tuttavia sotto il profilo tecnico la produzione di vini spumante non è affatto semplice,

    specie in areali a clima temperato-caldo come il Sud dell’Italia. Essa richiede approfondite

    conoscenze delle cinetiche di maturazione delle uve; della composizione delle uve alla maturità

    tecnologica, evoluzione dei costituenti odorosi e non nel corso della vinificazione; delle

    tecnologie di vinificazione idonee alla produzione del vino base da destinare alla

    spumantizzazione e della scelta dell’opportuno metodo di spumantizzazione.

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    2. OBIETTIVI DEL PROGETTO

    L’attività di ricerca nell’ ambito del progetto VITIS prevede la realizzazione di vini

    spumanti ottenuti da uve Falanghina ed Aglianico coltivate nell’areale sannita.

    Il piano delle attività è stato articolato nei seguenti punti:

    1) individuazione di siti maggiormente idonei all’ottenimento di basi spumante di alta

    qualità mediante attività di zonazione;

    2) selezione ed utilizzo di lieviti autoctoni ed unici derivanti da un processo di

    isolamento dalle uve Falanghina, al fine di completare l’iter di tipizzazione degli

    spumanti “sanniti”;

    3) spumantizzazione sperimentale nel centro di microvinificazione ad hoc allestito

    presso l’azienda capofila e analisi chimico e sensoriale dei vini Aglianico e

    Falanghina durante la presa di spuma;

    4) individuazione del rapporto ottimale tra vini base Falanghina e Aglianico mediante

    prove di spumantizzazione di miscele dei due vini al fine di individuare una nuova

    gamma di spumanti cuvè;

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    3. MATERIALI E METODI

    Le uve e le modalità di campionamento. Le uve Falanghina e Aglianico sono state

    campionate secondo un protocollo precedentemente messo a punto, basato sulle modalità da

    adottare al fine di garantire la rappresentatività del campione. La procedura per il

    campionamento delle uve è riportata di seguito:

    o PRELIEVO DEL CAMPIONE: i campioni devono essere prelevati da diversi punti di

    ciascun filare del vigneto, con prelievi effettuati percorrendo le diagonali del vigneto.

    Trovandosi nell’interfila, si selezionano sia piante di un filare che del filare contiguo, in

    modo da includere nel campionamento i grappoli con le due diverse esposizioni. Le piante

    con sintomi di patologie o di stress in genere non sono inserite nel campionamento. Per

    ciascuna pianta. il prelievo deve essere costituito da porzioni di 3-4 acini sani prelevati

    dall’ala, dal centro e dalla punta di grappoli posizionati in tre zone differenti del tralcio

    (=campioni elementari). Gli acini vanno prelevati con il picciolo per evitare perdite di polpa

    e minimizzare i processi ossidativi.

    o OPERAZIONI SUL CAMPIONE: per ogni prelievo il campione (minimo 1,6 Kg di acini

    spedicellati) andrà accuratamente omogeneizzato (rimescolamento di tutti i campioni

    elementari= campione globale) e pesato. Determinazioni: peso dei 100 acini (eliminazione

    dei pedicelli e pesata di tre gruppi di 100 acini prelevati casualmente dal campione globale,

    risultato espresso come media ± deviazione standard), densità (per ciascuno dei tre gruppi di

    100 acini calcolare il rapporto peso/volume, quest’ultimo determinato come descritto in

    seguito. Risultato espresso come media ± deviazione standard) volume dei 100 acini

    (ciascuno dei tre gruppi di 100 acini previamente pesati viene posto in un cilindro graduato

    contenente acqua. La variazione in volume misurata col cilindro corrisponde al volume dei

    100 acini. N.B. per la determinazione della densità dividere ciascun peso con il

    corrispondente volume).

    o MODALITA’ DI CONSERVAZIONE: dal campione globale prelevare 4 aliquote da 250 g

    ciascuna (= campioni da laboratorio). Tali aliquote andranno poste in buste per congelare.

    Una di queste aliquote sarà utilizzata per la caratterizzazione analitica di base delle uve

    (zuccheri, pH, acidità totale). Se le analisi non vengono effettuate subito dopo il prelievo, il

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    campione dovrà essere conservato a 4°C al massimo per 48h. Le altre 3 aliquote saranno

    congelate a -30°C.

    o ETICHETTATURA: Su un foglietto da inserire in ciascun pacchetto e su un adesivo da

    applicare sulla rispettiva busta riportare le informazioni riguardanti il prelievo.

    Determinazioni analitiche di base. Le seguenti determinazioni analitiche di base sono state

    eseguite sulle uve per ciascuna data di campionamento.

    Solidi solubili: il contenuto in solidi solubili è stato determinato mediante l’analisi con metodo

    rifrattometrico del mosto (Reg. CE 2676/90, Compendium of International Methods of Wine

    and Must Analysis OIV, ed. 2006).

    Acidità totale: l’acidità totale è stata determinata secondo il metodo riportato nel Reg. CE

    2676/90 e nel Compendium of International Methods of Wine and Must Analysis OIV, ed.

    2006.

    pH: il pH è stato determinato secondo Reg. CE 2676/90 e nel Compendium of International

    Methods of Wine and Must Analysis OIV, ed. 2006.

    Peso medio dell’acino: il peso medio dell’acino è stato calcolato mediante il rapporto peso di

    100 acini (g)/100. I 100 acini sono stati prelevati in maniera casuale dal campione di uva

    prelevato in campo.

    Percentuale in peso delle bucce: la percentuale in peso delle bucce è stato calcolato dal rapporto

    peso delle bucce/peso degli acini x 100. Le modalità di separazione e pesata delle bucce sono di

    seguito descritte nella sezione “Analisi dei composti fenolici”.

    Percentuale in peso dei vinaccioli: la percentuale in peso dei vinaccioli è stato calcolato dal

    rapporto peso dei vinaccioli/peso degli acini x 100. Le modalità di separazione e pesata dei

    vinaccioli sono di seguito descritte nella sezione “Analisi dei composti fenolici”.

    Estrazione ed analisi dei composti polifenolici

    L’estrazione dei composti polifenolici da bucce e vinaccioli è stata effettuata secondo la

    metodica proposta da Mattivi e collaboratori (2002). Tale metodo è stato scelto tra le varie

    metodiche proposte per l’estrazione dei composti polifenolici dell’uva, in quanto è stato

    specificatamente messo a punto per simulare il processo di vinificazione. Inoltre gli stessi autori

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    hanno verificato che la metodica, oltre a permettere una caratterizzazione delle frazione

    polifenolica delle diverse cultivar di uva, fornisce dati che hanno un reale valore predittivo sulle

    caratteristiche della frazione polifenolica dei vini da esse ottenute. Per l’estrazione è stata

    utilizzata una soluzione modello di vino (etanolo 12% v/v, 5 g/L acido tartarico, 100 mg/L SO2,

    portata a pH 3.2 con NaOH 1N. Dai campioni di uva, sono stati prelevati in maniera casuale 200

    g di acini, essi sono stati quindi contati e pesati. Le bucce ed i vinaccioli sono stati manualmente

    separati da ogni acino, mentre la polpa è stata scartata. La polpa adesa alla parte interna delle

    bucce è stata delicatamente rimossa con una spatola, preservando l’integrità delle bucce stesse.

    Le bucce sono state immediatamente immerse una per una, al fine di evitare ossidazioni,

    in una bottiglia da 500 mL contenente 250 mL di soluzione modello. La bottiglia è stata pesata

    prima e dopo l’addizione delle bucce e dalla differenza tra le due pesate è stato ricavato il peso

    delle bucce, utilizzato per il calcolo della percentuale in peso delle bucce. Le bottiglie tappate

    sono state poste in stufa a 30°C per 5 giorni e agitate manualmente una volta al giorno. I

    vinaccioli sono stati strofinati delicatamente con carta assorbente al fine di eliminare residui di

    polpa, contati, pesati ed estratti come descritto per le bucce.

    Dopo 5 giorni di macerazione le bottiglie sono state raffreddate e le parti solide separate

    con un colino. Le bucce sono state delicatamente pressate e la parte liquida aggiunta al resto

    della soluzione recuperata. La soluzione è stata quindi centrifugata a 4900 rpm per rimuovere la

    feccia. La soluzione recuperata è stata portata al volume di 300 mL con il vino modello, una

    bottiglia da 250 mL in vetro scuro è stata riempita fino all’orlo con la soluzione risultante,

    tappata e conservata a 4°C fino al momento delle analisi. Per ciascun campione di uva sono state

    effettuate due repliche di macerazione.

    Determinazione del colore

    Il colore degli estratti di bucce d’uva è stato valutato mediante la misurazione delle

    densità ottiche a 420, 520 e 620 nm (Glories, 1984). Prima dell’analisi gli estratti sono stati

    diluiti 1:10 con un tampone tartrato a pH 3.2. Il valore di assorbanza letto è stato quindi

    moltiplicato per l’inverso della diluizione. Per tutte le analisi spettrofotometriche è stato

    utilizzato uno spettrofotometro UV-visibile, UV-1601 (Shimadzu Italy, Milano) e cuvette in

    quarzo aventi cammino ottico di 1 cm.

    Per ciascuna replica di macerazione sono state effettuate due repliche di diluizione e per

    ciascuna di esse due letture spettrofotometriche.

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    Determinazione degli antociani totali

    E’ stato utilizzato il metodo che sfrutta la variazione del colore degli antociani al variare

    del pH (Di Stefano et al., 1991). Dopo diluizione degli estratti di bucce 1:100 con una soluzione

    Etanolo:Acqua:HCl in rapporto 70:29:1, è stata effettuata la lettura della densità ottica a 540 nm.

    Per ciascuna replica di macerazione sono state effettuate due repliche di diluizione e per

    ciascuna di esse due letture spettrofotometriche. La concentrazione di antociani totali è stata

    espressa come mg/Kg uva di malvidina-3-monoglucoside:

    malvidina-3-monoglucoside (mg/Kg uva)= 16.17 x A540 x d x V/P

    dove:

    A540= Assorbanza a 540 nm

    d= diluizione effettuata

    V= volume del macerato

    P= peso dell’uva

    Determinazione del contenuto in polifenoli totali

    Il contenuto in polifenoli totali dei macerati di bucce e vinaccioli è stato determinato

    mediante il metodo colorimetrico Folin-Ciocalteau (Singleton & Rossi, 1965). Per ciascuna

    replica di macerazione sono state effettuate due repliche di reazione e per ciascuna di esse due

    letture spettrofotometriche. Il contenuto in polifenoli totali è stato espresso come mg/Kg uva di

    (+)-catechina:

    (+)-catechina (mg/Kg uva) = A750 x 173.7 x d x V/P

    dove:

    A750 = Assorbanza a 750 nm

    d= diluizione effettuata

    V= volume del macerato

    P= peso dell’uva

    Sono inoltre state effettuate le seguenti determinazioni analitiche: - Tannini totali degli

    estratti di bucce e di vinaccioli, Flavani reattivi alla vanillina degli estratti di bucce e di

    vinaccioli secondo le metodiche riportate da Gambuti et al., (2013).

    Vinificazione delle uve per la produzione del vino base

    Le uve Aglianico sono state vinificate secondo il protocollo riportato in Tabella 1.

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    Tabella 1. Prototocollo di microvinificazione delle uve Aglianico

    1 UVA

    Analisi: Z, acidità totale, pH

    Prelievo del campione per analisi

    polifenoli

    2 DIRASPA-PIGIATURA

    3 AGGIUNTA DI 50 mg/L di SO2

    4 INOCULO DI LIEVITI SELEZIONATI

    5 FERMENTAZIONE TERMOCONDIZIONATA

    (T=26-28 °C)

    Monitoraggio giornaliero della

    temperatura

    6 GESTIONE DELLA MACERAZIONE

    MEDIANTE TRE FOLLATURE GIORNALIERE

    7 DURATA DELLA MACERAZIONE-

    FERMENTAZIONE: 8 GIORNI

    Analisi ogni due giorni: Z, acidità

    totale, pH, temperatura

    8 SVINATURA ALL’ARIA (Zuccheri riduttori ≤ 2

    g/L)

    Separazione del vino fiore

    (sgrondo) dal pressato

    9 TRAVASO DI SGRONDO E PRESSATO dopo 48

    h

    10 TRAVASO DI SGRONDO E PRESSATO dopo

    7gg

    Analisi: Z, acidità totale, pH,

    Acidità volatile, acido malico,

    EtOH, Estratto.

    Prelievo del campione per

    analisi polifenoli

    11 CONTROLLI SENSORIALI ED ANALITICI

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    Le uve Falanghina sono state vinificate secondo il protocollo riportato in Tab. 2

    Tabella 1. Prototocollo di vinificazione in bianco

    1 DIRASPA -IGIATURA SOFFICE DELLE UVE A 1,5 atm

    2 AGGIUNTA DI SO2

    3 AGGIUNTA DI ENZIMI PECTOLITICI (1,5 g/HL)

    4 CHIARIFICA STATICA DEL MOSTO (T = 18 °C)

    5 AVVIO DELLA FERMENTAZIONE ALCOLICA MEDIANTE AGGIUNTA DI

    LIEVITI SELEZIONATI (20 g/Hl)

    6 FERMENTAZIONE TERMOCONDIZIONATA (T = 18 °C)

    7 DURATA DELLA FERMENTAZIONE ALCOLICA: 25 GIORNI

    8 TRAVASO E SOLFORAZIONE (30 mg/L) ALLA FINE DELLA

    FERMENTAZIONE ALCOLICA

    LA SPUMANTIZZAZIONE

    Una volta ottenuto il vino base è possibile passare alla seconda parte dell’attività. Il vino

    spumante sarà ottenuto attraverso la rifermentazione mediante metodo classico1.

    La seconda parte di questa sperimentazione è suddivisa in tre fasi importanti per

    l’ottenimento dei vini spumante. Esse sono:

    Preparazione dello sciroppo di fermentazione (liquer de tirage LdT)

    Idratazione, attivazione e moltiplicazione dei lieviti secchi attivi di rifermentazione

    Inoculo dei lieviti e imbottigliamento

    1 Il termine metodo classico indica la rifermentazione, per ottenere vini spumante, ottenuta esclusivamente in

    bottiglia. Nella zona dello Champagne per indicare tale rifermentazione si usa il termine metodo Champenoise.

  • 11

    1.1 Preparazione del “liqueur de tirage” ( LdT) di rifermentazione per 1h L di vino base.

    Nel vino base sono stati sciolti 2,3 kg di saccarosio portati a 4 L di volume.

    Così operando si è ottenuta una concentrazione zuccherina in bottiglia di circa 30g/L.

    Tale concentrazione consentirà di ottenere, mediante la produzione di CO2, un aumento di

    pressione in bottiglia di circa 5-6 atm ( occorrono circa 5g/L di zucchero per

    aumentare la pressione di 1 atm).

    1.2 Attivazione e moltiplicazione dei lieviti di ri-fermentazione.

    I lieviti secchi attivi sono stati attivati mediante reidratazione e inoculo su un substrato più

    idoneo alle loro esigenze di sopravvivenza e di crescita.

    Il processo è diviso in 3 fasi.

    Reidratazione in ambiente acquoso-zuccherino.

    Adattamento a concentrazioni non elevate di alcol etilico e anidride solforosa.

    Moltiplicazione finale in aerobiosi.

    1.3 Inoculo e imbottigliamento

    I dati relativi all’ultimo controllo analitico dell’intera massa di vino prima

    dell’imbottigliamento per ogni tipologia di vino da rifermentare sono riportati in tabella 5.

    Analisi sensoriale

    L’attività svolta può essere schematizzata come segue:

    1) Reclutamento e selezione preliminare del panel

    2) Selezione approfondita del panel

    3) Addestramento e controllo delle prestazioni del panel

    4) Sedute di misura.

    1) Reclutamento del panel

    Il reclutamento è avvenuto tra gli studenti ed il personale dell’Università degli Studi di Napoli

    “Federico II” – Corso in Laurea in Viticoltura ed Enologia, per mezzo di locandine affisse nella

    sede del corso di laurea. Durante l’incontro di reclutamento agli aspiranti giudici sono state date

    informazioni circa l’analisi sensoriale, la responsabilità del ruolo di giudice e l’impegno

    richiesto. È stato quindi somministrato un questionario in cui si richiedevano informazioni

    riguardanti la motivazione e la disponibilità dei soggetti, il loro stato di salute, la loro eventuale

    repulsione verso le bevande alcoliche ed altri alimenti ed altre informazioni quali età, sesso,

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    recapito telefonico, preferenze di giorni ed orari per le sedute. Venti persone hanno partecipato a

    questa selezione preliminare. Quattro di esse sono state scartate in quanto la disponibilità di

    tempo indicata era saltuaria e non si conciliava con i tempi programmati per la sperimentazione.

    2) Selezione approfondita del panel

    La selezione del panel è stata focalizzata su tre punti fondamentali: capacità di riconoscere i

    sapori fondamentali, capacità di riconoscere gli odori, capacità di utilizzare in maniera intuitiva

    le scale di misura. Durante sedute di selezione sono stati svolti test di riconoscimento e

    memorizzazione dei sapori fondamentali, test di riconoscimento e memorizzazione di odori

    appartenenti a diverse famiglie, test di utilizzo delle scale di misura. Sia i test sui sapori che

    sugli odori sono stati effettuati inglobando i diversi stimula sia in soluzione idroalcolica che in

    vino. E’ stata inoltre valutata la capacità dei giudici nel distinguere piccole differenze sensoriali

    tra campioni di vino. Ciò è stato fatto utilizzando dei test discriminanti, principalmente il test

    triangolare, su vini in cui era stata deliberatamente modificata una o più caratteristiche olfattive

    e/o gustative. Le performance dei giudici sono state monitorate durante i tre mesi dedicati alla

    selezione ed al termine, in base ai risultati, sono stati selezionati 6 giudici, 4 donne e 2 uomini,

    di età compresa tra i 33 ed i 50 anni, tutti non fumatori ed abituali consumatori di vino e

    bevande alcoliche.

    3) Addestramento e controllo delle prestazioni del panel

    La giuria selezionata è stata quindi sottoposta alla fase di addestramento, durata circa quattro

    mesi. Questa fase è estremamente complessa e delicata in quanto dal suo corretto svolgimento

    dipende l’accuratezza delle misurazioni fornite dai giudici sui campioni sperimentali.

    L’addestramento ha riguardato la valutazione quali-quantitativa delle caratteristiche gustative,

    tattili ed olfattive del vino. I test sono stati distribuiti in 18 sedute di due ore, svolte con cadenza

    settimanale. L’elenco dei test svolti è riportato in Tabella 3. Le performance dei giudici sono

    state monitorate durante tutto l’addestramento, sia per valutare se fosse necessaria l’esclusione

    di qualche giudice, che per evidenziare i problemi su cui focalizzare l’addestramento. Le

    performance sono state soddisfacenti per tutti i giudici selezionati.

  • 13

    Tabella 3. Schema dei test effettuati durante l’addestramento della giuria

    Sedute

    d’addestramento

    Test

    seduta 1

    -Presentazione generale

    -Memorizzazione dei sapori fondamentali e delle sensazioni

    -Test di riconoscimento dei sapori fondamentali e delle sensazioni

    seduta 2

    -Memorizzazione dei sapori fondamentali e delle sensazioni

    -Test triangolare sui sapori e sulle sensazioni

    -Test dell’ordinamento dei sapori e delle sensazioni

    seduta 3

    -Memorizzazione di mélanges di sapori

    -Test di riconoscimento dei sapori fondamentali e di mélanges di sapori

    -Test triangolare sui mélanges di sapori

    seduta 4

    -Test di riconoscimento dei sapori fondamentali e delle sensazioni

    -Test dell’ordinamento dei sapori e delle sensazioni in matrice reale

    -Test triangolare in matrice reale

    seduta 5 -Test di addestramento all’utilizzazione di scale non strutturate

    -Memorizzazione della viscosità

    seduta 6 -Test di addestramento all’utilizzazione di scale non strutturate in vino

    seduta 9 -Memorizzazione di odori (standard reali)

    - Apprendimento della classificazione per famiglie di odori

    seduta 10 - Test di riconoscimento di odori

    seduta 11 - Test di riconoscimento di odori in matrice idroalcolica

    - Test triangolare su soluzioni idroalcoliche contenenti stimula odorosi diversi

    seduta 12 - Test di riconoscimento di odori in vino bianco

    - Test di riconoscimento di odori in vino rosso

    seduta 13 - Test di riconoscimento di odori in vino spumante

    - Test triangolare vino bianco

    seduta 14 - Test triangolare vino rosso

    - Test triangolare vino spumante

    seduta 15 - Test dell’ordinamento dell’intensità di stimula odorosi in acqua

    -Test dell’ordinamento dell’intensità di stimula odorosi in soluzione idroalcolica

    seduta 16

    - Test dell’ordinamento dell’intensità di stimula odorosi in vino rosso

    - Test dell’ordinamento dell’intensità di stimula odorosi in vino bianco

    - Test dell’ordinamento dell’intensità di stimula odorosi in vino spumante

    seduta 17 - Test di riconoscimento di odori in miscela

    - Test di addestramento all’utilizzazione di scale non strutturate

    seduta 18 - Test di addestramento all’utilizzazione di scale non strutturate in vino

  • 14

    4) Sedute di misura

    Gli spumanti sperimentali sono stati analizzati dopo sei mesi di rifermentazione in

    bottiglia e dopo aver effettuato il “dégorgement à la volée”, cioè la sboccatura, al fine di

    eliminare i lieviti precedentemente fatti depositare nel collo della bottiglia. Poiché l’affinamento

    su fecce non era ancora completato, le caratteristiche gustative, ancora in evoluzione, non sono

    state valutate in questa fase.

    La valutazione sensoriale ha riguardato l’odore e l’aroma degli spumanti sperimentali. In

    questa fase l’obiettivo è stato sia quello di valutare le peculiarità olfattive degli spumanti, che

    l’assenza di difetti d’odore. Si ricordi brevemente la differenza tra odore ed aroma: l’odore è

    l’insieme delle sensazioni olfattive determinate dal raggiungimento dell’epitelio olfattivo da

    parte degli stimula odorosi per via nasale diretta, mentre nel caso dell’aroma gli stimula

    raggiungono l’epitelio per via retronasale, cioè dalla bocca attraverso le fosse nasali. I descrittori

    da valutare sono stati generati dagli stessi giudici sui vini sperimentali, secondo il metodo del

    consenso.

    Sia per l’odore che per l’aroma sono state effettuate due sedute di generazione, la prima in

    cui ogni giudice ha generato i suoi descrittori e la seconda in cui con la discussione collettiva

    guidata dal panel leader, è stato ridotto il numero dei descrittori eliminando quelli ridondanti o

    edonistici ed è stata generata la lista definitiva. Al fine di oggettivare al massimo le prestazioni

    dei giudici, le sedute di misura sono state effettuate in condizioni controllate e standardizzate.

    Ciascun giudice ha valutato tutti i campioni ed ogni valutazione è stata effettuata in

    duplicato. Le sedute si sono svolte con cadenza pressoché settimanale, alle ore 11:30 del

    mattino. Per ogni campione sono stati serviti 30 mL di vino alla temperatura di 14°C, in

    bicchieri a calice in vetro nero, al fine di eliminare dalla valutazione l’influenza dell’aspetto dei

    vini. I bicchieri sono stati codificati con codici casuali a tre cifre e l’ordine di servizio è stato

    randomizzato all’interno della giuria. I descrittori sono stati valutati dai giudici utilizzando scale

    non strutturate di 10 cm di lunghezza.

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    4. RISULTATI

    I risultati ottenuti nell’ambito del progetto Programma di Studio viticolo-enologico per il

    miglioramento e potenziamento del comparto vitivinicolo della Regione Campania “VITIS”

    finalizzato alla valutazione dell’attitudine delle uve Falanghina ed Aglianico coltivate nel

    Sannio alla produzione di vini spumate di qualita’ sono di seguito descritti in relazione alle

    singole attività di ricerca.

    ATTIVITA’ N. 1. Individuazione di siti maggiormente idonei all’ottenimento di basi spumante

    di alta qualità mediante attività di zonazione.

    L’azienda leader, la cantina sociale La Guardiense, ha individuato due campi sperimentali

    per la cultivar Falanghina e due per la cultivar Aglianico, così denominati:

    Sito Falanghina Palombaia

    Sito Falanghina Grottole

    Sito Aglianico Palombaia

    Sito Aglianico Guardia

    Dal momento dell’invaiatura fino alla maturazione tecnologica sono stati effettuati quattro

    campionamenti rappresentativi in ognuno dei siti. Ogni campione è stato trattato come da piano

    sperimentale per l’ottenimento dei dati relativi alle cinetiche di maturazione tecnologica e

    fenolica.

    Fig. 1. Cinetiche di maturazione tecnologica delle uve Falanghina.

  • 16

    Fig. 2. Cinetiche di maturazione tecnologica delle uve Aglianico

    L’uva Falanghina proveniente a entrambi i siti, a momento della raccolta, presenta un

    buon accumulo di zuccheri (alcol potenziale 12%) e minore acidità titolabile (Fig. 1). Non si

    rilevano differenze significative tra i siti. L’uva Aglianico Guardia ha mostrato un maggior

    accumulo di zuccheri rispetto al sito Palombaia (Fig. 2). L’acidità totale delle uve Aglianico è

    superiore a quella della Falanghina.

    L’intensità colorante delle bucce e il contenuto in antociani totali delle uve Aglianico

    Palombaia e Guardia fino alla fase di inizio maturazione, mostrano un andamento crescente,

    seppur con valori differenti, ma che, a maturazione, raggiunge valori identici. Il contenuto in

    Polifenoli totali e tannini totali evidenziano come, a maturazione, questi siano maggiormente

    presenti nel campione del sito Palombaia. I flavani reattivi alla vanillina, decresco con

    andamento regolare nel campione del sito Guardia, mentre subiscono variazioni più irregolari

    nel campione Palombaia, per poi stabilizzarsi su concentrazioni più alte rispetto al sito Guardia.

  • 17

    Fig. 3- Evoluzione dei pigmenti e del colore durante la maturazione delle uve Aglianico .

    Il contenuto in polifenoli totali, flavani reattivi alla vanillina e tannini totali, dall’inizio

    dell’invaiatura, nei vinaccioli, mostra un decrescita costante in entrami i campioni, per poi

    assestarsi su valori simili nella fase di maturazione

    Fig. 4. Evoluzione dei polifenoli totali, tannini e flavani reattivi alla vanillina (VRF) estratti

    dalle bucce durante la maturazione delle uve Aglianico.

  • 18

    Fig. 5. Evoluzione dei polifenoli totali, tannini e flavani reattivi alla vanillina (VRF) estratti dai

    vinaccioli durante la maturazione delle uve Aglianico.

    ATTIVITA’ N. 2. Vinificazione delle uve, secondo protocollo sperimentale, per la produzione

    dei vini base

    Le uve provenienti dai campi sperimentali sono state vinificate secondo un protocollo

    sperimentale, suddividendo i mosti ottenuti da ciascun sito in quattro aliquote: due sono state

    inoculate con un ceppo di lievito commerciale (L.A.) , fornito dall’azienda leader, e due con un

    ceppo di lievito selezionato su uve Falanghina (S.B.) . Sono state condotte, quindi, 16

    vinificazioni:

    Falanghina Palombaia L.A.1 - L.A.2 - S.B.1 - S.B. 2

    Falanghina Grottole L.A.1 - L.A.2 - S.B.1 - S.B. 2

    Aglianico Palombaia L.A.1 - L.A.2 - S.B.1 - S.B. 2

    Aglianico Guardia L.A.1 - L.A.2 - S.B.1 - S.B. 2

    Durante la fermentazione alcolica ogni singola prova sono stati controllati controllati i

    seguenti parametri due volte al giorno:

    Zuccheri (°Babo)

    Temperatura

    Assenza di difetti olfattivi

  • 19

    Al termine della fermentazione alcolica ogni vino è stato caratterizzato analiticamente e,

    nel caso dei vini da uva Aglianico, sottoposto ad analisi del colore e della frazione polifenolica

    (Fig. 6).

    Fig. 6. Pigmenti e colore dei vini base Aglianico

    Fig. 7. Polifenoli totali, tannini e flavani reattivi alla vanillina dei vini base Aglianico

  • 20

    I vini Aglianico ottenuti dal sito Palombaia e Guardia, presentano una composizione

    polifenolica differente, mentre le tesi vinificate con lieviti L.A. e S.B., per ciascun sito, non

    mostrano differenze significative.

    ATTIVITA’ N.3. Assemblaggio delle basi spumante ed imbottigliamento delle stesse per la

    rifermentazione in bottiglia

    I vini ottenuti sono stati imbottigliati in purezza e sono stati realizzati due blend, attraverso un

    taglio delle basi ottenute da uva Falanghina Palombaia e Aglianico Guardia secondo le seguenti

    percentuali:

    Blend 1 : 70% Falanghina – 30% Aglianico

    Blend 2 : 70% Aglianico -30% Falanghina

    Tutti i vini sono stati inoculati con lievito fornito dall’azienda leader e analizzati dopo 6 mesi

    dal momento dell’imbottigliamento. Le analisi di base sono riportate nella figura successiva

    (Fig. 8). Solo due vini risultano presentare ancora un residuo zuccherino.

    Fig. 8. Analisi di base dei vini spumante Falanghina

  • 21

    2

    Fig. 9. Analisi di base dei vini spumante Aglianico

    PROFILI SENSORIALI DEI VINI SPUMANTE

    I vini ottenuti dalle uve Falanghina e ottenuti con ceppo aziendale sono risultati caratterizzati

    fortemente da note fruttate ma la Fal grottole presenta una m inore complessità aromatica. Forse

    perché ancora presenta zuccheri da fermentare durante la presa di spuma.

    Fig. 10. Confronto tra i profili olfattivi dei due vini spumante sperimentali

  • 22

    Fig. 11. Confronto tra i profili olfattivi dei due vini spumante sperimentali

    I vini ottenuti da vini base fermentati con il ceppo SB sono maggiormente caratterizzati da

    note floreali. Ciò è probabilmente dovuto ad una attività b-glucosidasica di tale ceppo di lievito.

    Fig. 12. Confronto tra i profili olfattivi dei due vini spumante sperimentali

  • 23

    Così come osservato per la Falanghina anche per l’Aglianico i vini si differenziano in base

    al ceppo di lievito utilizzato. In questo caso dalle note fruttate e agrumate caratteristiche dei vini

    ottenuti utilizzando il ceppo aziendale si passa ad una maggiore dominanza di note speziate nel

    caso venga utilizzato il ceppo SB.

    ATTIVITA’ N. 4 Individuazione del rapporto ottimale tra vini base Falanghina e Aglianico

    mediante prove di spumantizzazione di miscele dei due vini al fine di individuare una nuova

    gamma di spumanti cuvè

    Fig. 13. Confronto tra i profili olfattivi dei due vini spumante sperimentali

    Il vino spumante che ha fornito un profilo sensoriale più complesso ed intenso è quello

    ottenuto da 70% di vino base Falanghina e 30 % di vino base Aglianico. Nel vino ottenuto da

    una maggiore percentuale di Aglianico le note odorose risultano meno intense e si assiste alla

    comparsa di una moderata nota di macchia mediterranea.

    ATTIVITA’ N. 5 Definizione di protocolli di lavorazione standard mirati all’ottenimento di

    prodotti di qualità.

  • 24

    In base ai risultati ottenuti è possibile diversificare l’offerta di vini spumante prodotti dalle

    uve Falanghina ed Aglianico del sannio. Il ceppo di lievito impiegato per la produzione del vino

    base è uno dei fattori più importanti x differenziare i profili sensoriali dei vini spumante finali.

    Se si volesse proporre un prodotto alternativo ed innovativo si può pensare di produrre

    vini spumante da miscele di vini base Falanghina ed Aglianico. In particolare si consiglia di

    utilizzare almeno il 50 5 di vini da uva Falanghina. In fig. 14 l’analisi delle componenti

    principali permette di evidenziare proprio la grande eterogeneità dei profili sensoriali e la

    versatilità dei vitigni Falanghina ed Aglianico per la produzione di vini spumante di qualità con

    il metodo classico.

    Fig. 14- Analisi delle componenti principali dei vini spumante sperimentali

  • 25

    5. CONCLUSIONI

    I risultati ottenuti dal lavoro svolto nell’ambito del progetto PIF VITIS consentono di

    trarre diverse conclusioni relative sia ai siti che ai ceppi di lievito utilizzati per la produzione di

    vini base e la tecnologia di spumantizzazione. In particolare si possono riassumere nei seguenti

    puntiL’uva Falanghina proveniente da entrambi i siti presenta un buon accumulo di zuccheri

    (alcol potenziale 12%) e minore acidità titolabile. Non si rilevano differenze significative tra i

    siti.

    L’uva Aglianico Guardia ha mostrato un maggior accumulo di ZUCCHERI, ed un

    maggior contenuto di ANTOCIANI e minore contenuto di tannini e VRF. L’acidità totale delle

    uve Aglianico è superiore a quella della Falanghina.

    Per entrambe le tipologie di vino l’equilibrio gustativo è spostato verso le componenti

    acide e si è resa necessaria la disacidificazione parziale e la fermentazione malolattica.

    Il lievito influenza fortemente il profilo olfattivo dei vini base (più floreale per la Falanghina e

    speziato per l’Aglianico quando viene usato il ceppo SB).

    Riguardo la tecnologia di produzione del vino spumante e la presa di spuma, il metodo classico

    consente di ottenere vini spumante dalla notevole complessità aromatica e la preparazione di miscele di

    vini base consente di diversificare l’offerta e recuperare eccedenze.

  • 26

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