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‘Studio finalizzato all’analisi delle
best practices e alla redazione di
Linee Guida per la comunicazione
istituzionale in chiave di genere, in
attuazione della L.R. 7/2007 della
Regione Puglia’.
Report finale di ricerca
A cura di Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
Novembre 2009
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
3
PON Governance e Assistenza Tecnica FESR, Ob. Convergenza,
Obiettivo Operativo II.4. “Studio finalizzato all’analisi di best
practices e alla redazione di Linee guida per la comunicazione
istituzionale in chiave di genere, in attuazione della L.R. 7/2007
della Regione Puglia”.
Report a cura di:
Anna Catasta e Silvana Mura, C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea
soc. coop.
Gruppo di lavoro:
Anna Catasta, Alice Cattoni, Carmen Disanto, Alessandra Fusaro,
Laura Miani, Silvana Mura, Maria Pasanisi, Norma Tello, C.d.I.E.
Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
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INDICE 1. INTRODUZIONE ..................................................................................................................... 5
2. ANALISI SULLA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE A LIVELLO NAZIONALE E
DELLA REGIONE PUGLIA ............................................................................................................. 8
2.1 Il quadro normativo a livello internazionale, nazionale ed europeo ................................. 8
2.2 I codici deontologici e l’autodisciplina pubblicitaria ....................................................... 10
2.3 Le attività di comunicazione nella pubblica amministrazione .........................................13
Box 1 – Buone pratiche............................................................................................................15
2.4 La comunicazione istituzionale in Regione Puglia............................................................17
3. COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE E PARI OPPORTUNITA’: ANALISI DI UN
CAMPIONE DI CAMPAGNE DI COMUNICAZIONE E CASI DI BUONE PRATICHE ................21
3.1 Analisi delle campagne di comunicazione in ottica di pari opportunità ..........................21
Box 2 – Buone pratiche .......................................................................................................... 32
3.2 Comunicazione istituzionale e rappresentazione di genere, proposte di lavoro in Regione
Puglia: buone pratiche da esportare o linee-guida da condividere? ......................................... 34
3.3 Analisi comparativa delle linee guida per la comunicazione istituzionale in chiave di
genere esistenti........................................................................................................................... 42
3.4 Confronto con gli operatori della comunicazione istituzionale e istituzioni di parità in
Regione Puglia: il seminario di Bari .......................................................................................... 50
4. LINEE GUIDA PER LA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE IN CHIAVE DI GENERE
IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE 7/2007 DELLA REGIONE PUGLIA:
PERCORSI DI IMPLEMENTAZIONE........................................................................................... 54
4.1. Proposte per l’implementazione delle linee guida nel sistema di comunicazione
istituzionale integrato della Regione Puglia .............................................................................. 55
4.2. Proposte per la sperimentazione delle linee guida in chiave di genere: il POR FESR 60
5. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI..................................................................................... 69
6. SITOGRAFIA .....................................................................................................................71
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
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1. INTRODUZIONE
Il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri in attuazione
del PON ‘Governance e Assistenza Tecnica FESR 2007-2013 Obbiettivo Convergenza ha
richiesto al Centro di Iniziativa Europea soc. coop. un’offerta tecnica per la realizzazione di
‘Studio finalizzato all’analisi delle best practices e alla redazione di Linee Guida per la
comunicazione istituzionale in chiave di genere, in attuazione della L.R. 7/2007 della Regione
Puglia ’.
Il PON ‘Governance e Assistenza Tecnica FESR 2007-2013 Obbiettivo Convergenza‘
si pone l’obiettivo di promuovere il principio delle pari opportunità e di non discriminazione con
particolare attenzione all’integrazione di questo principio nell’azione amministrativa delle
Regioni coinvolte.
Dal punto di vista strategico la centralità dell’integrazione delle politiche di pari opportunità e di
non discriminazione è una condizione necessaria per accelerare lo sviluppo locale e migliorare
quantitativamente e qualitativamente le performances occupazionali.
Infatti la popolazione femminile, come rileva il PON, trova ancora nella situazione socio
economica delle Regioni coinvolte nell’Obiettivo Convergenza molteplici difficoltà ed elementi di
discriminazioni nell’accesso al mercato del lavoro anche per l’insufficienza dei servizi.
La comunicazione istituzionale può incidere in modo molto significativo sulla rimozione di
stereotipi negativi che pesano sull’immagine femminile e maschile e le Regioni hanno la
possibilità di migliorare, attraverso azioni di assistenza tecnica, i propri strumenti comunicativi
per evitare di rafforzare, anche inconsapevolmente, nelle culture locali il permanere di fattori
‘immateriali’ che portano alla discriminazione delle donne.
Il contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità, svolge quindi un ruolo importantissimo
per orientare le azioni di Assistenza Tecnica previste dal PON
In particolare l’Obiettivo Operativo II. prevede un’attività specifica volta al rafforzamento delle
strutture operative e delle competenze della PA nell’attuazione delle politiche di mainstreaming,
di cui la comunicazione istituzionale è un veicolo fondamentale.
La Regione Puglia, destinataria finale dell’offerta in oggetto, si è dotata di un quadro di
riferimento organico in materia di Pari Opportunità; la Legge Regionale 21 Marzo 2007 n.
7 – Norme per le politiche di genere e i servizi di conciliazione vita-lavoro in
Puglia, si propone infatti di ispirare le politiche regionali e i relativi interventi di attuazione ai
principi di universalità dei diritti di cittadinanza, dell’equità nella distribuzione delle risorse, di
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valorizzazione delle differenze e della garanzia della partecipazione femminile a tutti gli ambiti
della vita regionale.
Inoltre la Regione Puglia si pone l’obiettivo di coordinare sul territorio un programma di
interventi per condividere questi obiettivi con le amministrazioni locali della Puglia.
In particolare l’art.2 delle Legge indica tra le finalità perseguite ‘la promozione e il sostegno
di iniziative volte a superare gli stereotipi di genere’.
L’art. 23 è dedicato specificatamente alla Comunicazione istituzionale; da una parte la Regione
si propone di operare nelle proprie attività di comunicazione istituzionale per:
introdurre la prospettiva di genere favorendo l’attenzione sui temi della parità tra donne
e uomini
valorizzare il ruolo della donna in ambito sociale, professionale e politico e promuovere
un’immagine positiva
promuovere una rappresentazione maschile e femminile coerente con l’evoluzione dei
rispettivi ruoli nel mercato del lavoro, nelle istituzioni e nella società, contrastando in
modo attivo gli stereotipi di genere.
Dall’altra la Regione si propone di integrare questi principi in tutte le attività di
comunicazione finanziate come condizione vincolante di ammissione al finanziamento.
Infine, nel successivo art 24. la Regione affida al Comitato regionale per le comunicazioni
(Co.re.com. istituito con legge regionale del 28/2/2000 n° 3) il compito di monitorare
l’informazione locale e i contenuti della programmazione televisiva e radiofonica
con il compito di evidenziare eventuali caratteri discriminatori.
In attuazione della Legge, la Regione Puglia ha istituito con deliberazione della giunta regionale
del 31 Luglio 2007 n. 1267, l’Ufficio garante di genere che presiede operativamente alle
funzioni di monitoraggio e di coordinamento delle azioni di integrazione delle politiche di
mainstreaming di genere e coopera con l’Autorità di Gestione e i responsabili dei settori
interessati all’attuazione dei PO 2007-2013.
l’Ufficio garante di genere è istituito presso il Settore Sistema Integrato Servizi Sociali
dell’assessorato alla Solidarietà ed è affidato al dirigente del settore.
In coerenza con l’offerta presentata, il presente documento si articola in tre parti
Fase 1 Analisi sulla comunicazione istituzionale orientata alle pari opportunità di
genere a livello nazionale e della Regione Puglia; individuazione di buone pratiche;
Fase 2 Analisi di un campione di campagne e attività di comunicazione in ottica di pari
opportunità con il coinvolgimento e sensibilizzazione dei responsabili della
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Comunicazione della Regione Puglia e degli organismi di parità (Seminario 13
novembre 2009);
Fase 3 Linee Guida per la comunicazione istituzionale in chiave di genere in attuazione
della Legge regionale 7/2007 della Regione Puglia e percorsi di attuazione.
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2. ANALISI SULLA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE A LIVELLO
NAZIONALE E DELLA REGIONE PUGLIA
La prima parte di analisi sulla comunicazione istituzionale a livello nazionale e regionale
pugliese ha inteso effettuare una ricognizione aggiornata sugli orientamenti normativi a livello
europeo, e nazionale, sui codici di autodisciplina pubblicitari, sui meccanismi e le tecniche di
comunicazione al fine di rilevare la presenza di un’attenzione alle pari opportunità di genere.
L’analisi è stata realizzata attraverso una ricognizione su fonti secondarie e l’individuazione di
alcune buone pratiche relative alla promozione delle pari opportunità di genere nella
comunicazione istituzionale.
Le tappe dell’analisi possono essere così sintetizzate:
1. Ricognizione e analisi della letteratura, normativa, codici deontologici e associazioni
attive nell’ambito della comunicazione pubblica e istituzionale;
2. Ricognizione critica e analisi sulla comunicazione pubblica in un’ottica di rilevazione
dell’attenzione alle pari opportunità. Analisi di buone pratiche.
2.1 Il quadro normativo a livello internazionale, nazionale ed europeo
La comunicazione sviluppata dalle amministrazioni pubbliche ha acquistato nel tempo
sempre maggiore importanza e ruolo non solo per facilitare e favorire un rapporto attivo tra
enti e cittadinanza, ma anche per disegnare modalità di partecipazione e di democrazia in
tutte le fasi dell’attività istituzionale.
La comunicazione pubblica può rappresentare ciò che accade nel paese, diventare un veicolo
di messaggi che possono favorire il cambiamento nei modelli e negli stili di vita,
riequilibrare, a favore di chi ha meno risorse, le possibilità di accesso a servizi e opportunità.
La necessità di superare la presenza degli stereotipi negativi che ancora permangono nella
comunicazione e di utilizzare invece le potenzialità dei media per favorire un cambiamento
culturale orientate alle pari opportunità, è ormai da tempo presente nel dibattito politico e
nelle normative internazionali, europee e nazionali.
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Orientamenti internazionali
“Promuovere una raffigurazione equilibrata e non stereotipata di uomini e donne nei media”
così recita l’Obiettivo strategico J2 – Sezione J della Piattaforma d’Azione di Pechino
approvata dalla Conferenza Mondiale sulle donne nel 1995.
Orientamenti europei
Il tema della discriminazione contro le donne nella pubblicità, e più in generale
dell’immagine di donne e uomini ritratti dalla pubblicità e dai media, è presente in
numerose Raccomandazioni e Direttive delle istituzioni comunitarie e in particolare:
- Vademecum per evitare un uso sessista delle lingue (Marzo 2009),
Europarlamento. Predisposto dall’Europarlamento allo scopo di evitare l’uso sessista
delle lingue. La guida, "La neutralità di genere nel linguaggio usato al Parlamento europeo",
distribuita dagli uffici del Parlamento europeo, racchiude una serie di "orientamenti intesi
ad assicurare che in tutti i documenti parlamentari sia utilizzato come norma e non come
eccezione un linguaggio neutro dal punto di vista del genere".
- Risoluzione “How marketing and advertising affect equality between women
and men” (2008), Europarlamento. La Risoluzione invita il Consiglio, la Commissione
e gli Stati membri a mettere in atto azioni positive contro gli insulti sessisti e le immagini
degradanti delle donne e degli uomini nella pubblicità, in particolare combattendo l’uso di
stereotipi e accompagnando misure positive a delle campagne educative.
- Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al
Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni: “Una
tabella di marcia per la parità tra donne e uomini” (2006), Commissione
Europea. La Roadmap europea attribuisce ai mezzi di comunicazione un ruolo importante
nella lotta contro gli stereotipi di genere, contribuendo a presentare un quadro realistico
delle competenze e del potenziale delle donne e degli uomini nella società moderna ed
evitare di rappresentarli in modo degradante ed offensivo.
- Risoluzione del 5 ottobre 1995, concernente l'immagine dell'uomo e della
donna nella pubblicità e nei mezzi di comunicazione, Consiglio europeo e dei
rappresentanti dei governi degli stati membri.
(http://europa.eu/legislation_summaries/index_it.htm)
La Risoluzione condanna l’uso degli stereotipi connessi al sesso nella pubblicità e nei mezzi
di comunicazione quali uno dei fattori di ineguaglianza e sottolinea la necessità di
promuovere la parità in tutti i settori della vita sociale. Individua nella pubblicità e nei mezzi
di comunicazione strumenti utili per apportare un notevole contributo al cambiamento
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dell'atteggiamento della società riflettendo la diversità dei ruoli e delle potenzialità delle
donne e degli uomini, la loro partecipazione a tutti gli aspetti della vita sociale, nonché la
ripartizione più equilibrata delle responsabilità familiari, professionali e sociali tra donne e
uomini.
Orientamenti nazionali
La normativa italiana (definita dall’art. 10 del Codice Civile e dall’art. 21 della Costituzione
Italiana) è orientata in particolare alla salvaguardia della dignità delle persone e dei cittadini
in generale e può essere impugnata in caso di comunicazioni offensive dell’identità sessuale
e della sensibilità delle cittadine e dei cittadini. Si sono sviluppati, accanto alla normativa a
carattere cogente, degli strumenti a carattere volontario a cui possono aderire gli enti e
società che si occupano di comunicazione nelle istituzioni e nella comunicazione
pubblicitaria.
- Art. 10 del Codice Civile che stabilisce “una pubblicazione che non è consentita dalla
legge o è lesiva della reputazione di un cittadino, può essere interrotta da un giudice”.
Questo articolo può essere invocato nel caso di comunicazioni offensive dell’identità
sessuale e della sensibilità delle cittadine e dei cittadini.
- Art. 21 Costituzione italiana non fa esplicito riferimento alla parità tra donne e uomini
nella comunicazione, ma salvaguardando la libertà di espressione e di stampa, pone principi
di carattere generale a tutela del buon costume. L’articolo recita: “Tutti hanno diritto di
manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di
diffusione […]. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure […]. Sono
vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al
buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e reprimere le
violazioni
2.2 I codici deontologici e l’autodisciplina pubblicitaria
Rilevanza crescente hanno acquistato nel tempo le norme di autodisciplina pubblicitaria, fatte
proprie da organismi internazionali o nazionali, che contengono indicazioni relative alle forme
di discriminazione, incluse quelle basate sul sesso, che possono essere veicolate dalla pubblicità,
così come l’utilizzo di immagini, che possono violare la dignità delle persone, ed essere contrarie
al senso di decenza.
Sono nati di conseguenza numerosi organismi (enti, istituti, autorità) che vigilano sulla effettiva
applicazione delle norme di autodisciplina.
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- Codice della Camera di Commercio Internazionale (ICC Code 1997) in particolare gli
art. 2 “la pubblicità non deve contenere situazioni o immagini che offendano gli standard della
decenza” e art. 4 “la pubblicità non dovrebbe permettere alcuna forma di discriminazione,
inclusa quella basata sul sesso”.
- European Advertising Standard Alliance, 1996, Survey on Self-Regulation for
Advertising and the Portrayal of Women and Men in Europe, EASA Report, Bruxelles
(www.easa-alliance.org). L’EASA è stata fondata nel 1992 ed è stata coinvolta nelle consultazioni
che hanno prodotto la risoluzione del Parlamento europeo adottata nel 1997. Nel 1996 l’EASA ha
condotto un’indagine comparativa, per il momento unica nel suo genere, sul trattamento delle
raffigurazioni di uomini e donne sul piano normativo e autodisciplinare che ha coinvolto 21
membri (14 Stati membri dell’UE e 5 altri stati).
- Bureau de Vérification de la Publicité, Francia (www.bvp.org) Il BVP, istituto di
autodisciplina francese, ha adottato nel 2001, la Reccomandation “Image de la Personne
Humaine” che evidenzia alcune considerazioni circa il trattamento degli stereotipi sessuali,
sociali e razziali ( ad es. la pubblicità non deve ridurre la persona umana, in particolare la
donna, a funzione di oggetto (chosification); Dalla lettura di un’indagine del BVP (2003: 58-59)
emerge che con stereotipi sessisti si indicano le espressioni che veicolano un’idea di inferiorità
di una persona in virtù della sua appartenenza al sesso maschile o femminile;
- Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) www.iap.it Vigila sull’applicazione di
alcune regole ispirate al Codice della Camera di Commercio Internazionale, contenute nel
Codice dell’Autodisciplina Italiana (CAP, 35a edizione, 2003). Gli articoli di cui il Giurì, organo
giudicante dello IAP, si serve per valutare le rappresentazioni di genere sono: l’Art. 9 “Violenza,
Volgarità e Indecenza” e l’Art. 10 “Credenze Morali, Civili e Religiose”. L’art. 9 recita: “la
pubblicità non deve contenere affermazioni o rappresentazioni di violenza fisica o morale o tali
che, secondo il gusto e la sensibilità dei consumatori, debbano ritenersi indecenti, volgari o
ripugnanti”; l’art. 10 afferma che “la pubblicità non deve offendere le convinzioni morali, civili,
religiose dei cittadini” e “deve rispettare la dignità della persona umana in tutte le sue forme ed
espressioni”.
- Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Comitato Nazionale degli Utenti - 2
marzo 2004 “La rappresentazione della donna in televisione”. Il documento relativo alla
rappresentazione femminile nei media invita le emittenti perché si presti maggiore attenzione a
ai modi in cui vengono rappresentate le donne, soprattutto nella pubblicità e nei programmi di
intrattenimento.
- Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica e Istituzionale,
(www.compubblica.it). L’Associazione nasce col fine di introdurre nella Pubblica
Amministrazione e nel dibattito accademico elementi decisivi per affermare una diversa cultura
della comunicazione. Tra le sue iniziative principali organizza il COM-P.A., il Salone Europeo
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della Comunicazione Pubblica dei Servizi al Cittadino e Alle Imprese. Il “Codice deontologico
e di buona condotta dei comunicatori pubblici”: Capo IV, Articolo 8, comma l recita “Il
comunicatore pubblico, nel rispetto del principio di uguaglianza dei cittadini e in osservanza
dell’imparzialità dell’Amministrazione, deve assicurare: imparzialità e indipendenza
nell’esercizio dei compiti e delle funzioni affidate, anche al fine di garantire la piena attuazione
del principio della parità di trattamento dei cittadini”.
- UNICOM, Unione Nazionale Imprese di Comunicazione (www.unicom-mi.org)
UNICOM - Unione Nazionale Imprese di Comunicazione e’ l’Associazione che attualmente
raccoglie il numero più alto, organico e coordinato di Imprese a capitale italiano aventi precise
caratteristiche strutturali atte a coprire ogni esigenza della comunicazione. Il “Codice
deontologico UNICOM”: Art. 3 “Codice di Autodisciplina Pubblicitaria”. Le Imprese
Associate, consapevoli della generalizzata osservanza del Codice di Autodisciplina, si impegnano
a rispettarne le regole e a impegnare a tale osservanza anche i Clienti amministrati. Si richiede
quindi attraverso il Codice IAP il rispetto degli art. 9 “Violenza, volgarità e indecenza” e l’art. 10
“Credenze morali, civili e religiose e dignità umana”.
- Assocomunicazione, Associazione delle imprese di comunicazione
(www.assocomunicazione.it). L’Associazione delle Imprese di Comunicazione rappresenta 189
tra le più importanti imprese di comunicazione, nazionali e multinazionali, operanti in Italia. Il
compito principale dell'Associazione non è solo quello dello studio e soluzione dei problemi
comuni alle imprese associate, ma anche lo sviluppo e il miglioramento della comunicazione in
ogni suo aspetto. Il Codice deontologico Assocomunicazione: Art. 3 “Codice di
Autodisciplina Pubblicitaria”. Le Associate, riconoscendo nel Codice di Autodisciplina
Pubblicitaria l'espressione del costume cui l'attività di comunicazione deve uniformarsi, sono
tenute alla piena osservanza delle regole enunciate in tale Codice e a far sì che quest'ultimo
venga riconosciuto e rispettato anche dai propri clienti.
Si richiede quindi attraverso il Codice IAP il rispetto degli art. 9 “Violenza, volgarità e
indecenza” e l’art. 10 “Credenze morali, civili e religiose e dignità umana”.
- AIAP (www.aiap.it) l’Associazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva,
intende favorire e diffondere la valorizzazione e lo sviluppo della professione e della cultura del
progetto grafico. Il Codice deontologico e professionale elenca tra le funzioni
dell’associazione quelle di diffondere nella cultura della pratica quotidiana i principi etici della
professione, con particolare attenzione alla necessità di rafforzare una lucida coscienza critica,
progettuale, ecologica e sociale”.
- Pubblicità Progresso (www.pubbliprogresso.it). L’Associazione ha lo scopo di contribuire
alla soluzione di problemi morali, civili ed educativi della comunità col porre la pubblicità al
servizio della collettività, mediante l’ideazione e la realizzazione di proprie campagne di
pubblico interesse, perseguendo l’intento di dimostrare l’utilità di un intervento pubblicitario
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
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professionale per promuovere una corretta comunicazione sociale e stimolare la coscienza civile
ad agire per il bene comune.
2.3 Le attività di comunicazione nella pubblica amministrazione
A seguito della riforma delle attività di comunicazione e informazione negli Enti
pubblici introdotta dalla legge quadro 150/00 e successive direttive e dispositivi di legge
(nota: Legge 7 giugno 2000, n. 150, "Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione
delle pubbliche amministrazioni", G.U. n. 136 del 13 giugno 2000; Regolamento di attuazione
del 21 settembre 2001, n. 422; Direttiva sulle attività di comunicazione delle pubbliche
amministrazioni, 7 febbraio 2002), la comunicazione pubblica diviene una delle attività
strategiche della pubblica amministrazione.
La legge definisce cosa si intende per attività di informazione e comunicazione, a chi è rivolta e
per quali finalità; introduce nuove strutture e figure professionali a ciò dedicate, prevede attività
di formazione professionale del comunicatore pubblico.
Dall’analisi normativa e sulle fonti secondarie si evidenzia una profonda evoluzione negli ultimi
anni del sistema di comunicazione pubblica, dall’informazione alla comunicazione, promozione
dell’ente e delle attività al cittadino.
Le tipologie di comunicazione pubblica
Rileva ai fini della nostra analisi incentrare l’attenzione sulla comunicazione esterna dell’Ente,
quella rivolta ai cittadini/e alla collettività per rilevare se e in che modo viene veicolata verso
l’esterno l’immagine femminile.
In particolare le tipologie di messaggi che saranno rilevanti per la nostra indagine rientrano
nelle seguenti tipologie di comunicazione:
- Comunicazione di servizio: informa sulle modalità di funzionamento degli uffici, la normativa,
le prestazioni offerte;
- Comunicazione amministrativa: promuove la funzione di servizio dell’ente e l’efficienza
amministrativa;
- Comunicazione di cittadinanza: promuove la comunicazione rivolta ai cittadini per renderli
partecipi delle decisioni assunte e delle opportunità offerte.
Il profilo dei comunicatori
Le figure professionali individuate dalla legge 150/2000 per gestire/sovrintendere il processo di
comunicazione dell’Ente sono suddivise in due aree per target d’utenza:
A. Comunicazione verso i cittadini
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- Comunicatore pubblico. Responsabile delle strategie e delle strutture di comunicazione verso i
cittadini. Organizza e dirige l’URP, elabora progetti di campagne informative, predispone la
verifica di gradimento e la qualità dei servizi, progetta nuovi servizi e strumenti per la
comunicazione e la relazione con i cittadini.
- Tecnico delle relazioni con il pubblico. Presiede il front office dei nuovi servizi comunicativi.
Conosce l’amministrazione e i suoi servizi, il linguaggio informatico ed è in grado di gestire al
meglio il rapporto personale e diretto con il cittadino
- Documentarista. Professionista che si occupa di creare, gestire e aggiornare la banca dati dei
nuovi sistemi comunicativi.
B. Comunicazione verso i Media
- Capo Ufficio Stampa. E’ responsabile delle strategie e delle strutture di comunicazione verso i
mass- media. Organizza e dirige l’Ufficio Stampa, progetta strumenti informativi stampa o
elettronici, cura l’immagine dell’ente, mantiene i rapporti con i giornalisti e coordina le attività
di informazione che amministratori e uffici indirizzano al sistema dei media.
- Addetto Stampa. Gestisce una o più attività dell’Ufficio Stampa, può coordinare
l’organizzazione delle conferenze stampa, svolge funzioni di capo redattore delle pubblicazioni
istituzionali, gestisce campagne di informazione o segue particolari attività editoriali.
- Portavoce. Nuova figura professionale introdotta dalla legge 150/2000 con compiti di
comunicare scelte, orientamenti e strategie dei vertici dell’ente.
Dall’analisi di questo quadro strutturale è possibile individuare i responsabili comunicazione a
livello all’interno dei diversi enti e istituzioni per attuare i meccanismi e gli strumenti per
l’introduzione della prospettiva di genere nella comunicazione istituzionale.
Uno degli strumenti principali di cui dispongono le istituzioni per le attività di comunicazione, e
sul quale è quindi possibile agire per attivare meccanismi virtuosi di attenzione alle pari
opportunità di genere è il piano annuale della comunicazione.
Introdotto dalla Legge 150/2000, costituisce il documento programmatico che le pubbliche
amministrazioni devono elaborare annualmente.
La legge 150 indica un percorso ben preciso per la realizzazione dell’attività di comunicazione
negli enti pubblici. Stabilisce, infatti, contenuti e procedure confermando il ruolo della
comunicazione secondo criteri omogenei per tutte le amministrazioni.
L’art. 11 della legge n. 150/2000 – Disciplina dell’attività di informazione e di comunicazione
delle pubbliche amministrazioni – stabilisce che le amministrazioni statali debbano elaborare
“annualmente il programma delle iniziative di comunicazione che intendono realizzare
nell’anno successivo” e che questo (art. 13) debba essere comprensivo anche dei progetti di
comunicazione a carattere pubblicitario. Inoltre, l’art. 12 prevede che tutti i programmi delle
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amministrazioni statali dovranno pervenire al Dipartimento per l’informazione e l’editoria, che,
sulla base di questi, redigerà il piano di comunicazione che verrà poi approvato dal Presidente
del Consiglio dei Ministri.
Box 1 – Buone pratiche
• Associazione protocollo contro la pubblicità sessista. 2009
(www.protocollocontrolapubblicitasessista.it)
L’Associazione Protocollo contro la pubblicità sessista (PCPS) intende ostacolare la diffusione di tutte
quelle forme di campagne pubblicitarie affisse in luoghi pubblici, che trasmettano messaggi
discriminatori nei confronti delle donne. Le azioni consistono in: spedizione di lettere di contestazione
per via postale tradizionale inviate alla direzione (commerciale, strategica e marketing) dell’azienda
reclamizzata, all’agenzia pubblicitaria che ha firmato la campagna, alle modelle o ai modelli, ai
testimonial che abbiano prestato la propria immagine, al Sindaco della Città che ospita le affissioni, agli
organi di stampa e TV, ai direttori delle riviste, quotidiani o altri organi di informazione cartacea o
multimediale che abbiano ripubblicato la medesima campagna affissa in luoghi pubblici; azioni
dimostrative per strada in corrispondenza dei luoghi o dei negozi di vendita dei prodotti reclamizzati con
pubblicità sessiste; campagne di consumo critico; campagne di sensibilizzazione e intervento con stand
dell’associazione in fiere, festival, e altri momenti di aggregazione pubblica, nonché interventi nelle
scuole.
• Gruppo comunicazione e formazione della Rete nazionale delle Consigliere di parità (2006)
ha realizzato un vademecum contenente le “Comunicazione e stereotipi di genere: linee-guida per la
valorizzazione dell’immagine e dell’identità di genere nella comunicazione istituzionale”.
• Protocollo d'intesa INAIL - Ministero delle Pari Opportunità (2004)
(www.inail.it/Portale/appmanager/portale/desktop)
Attraverso la realizzazione del progetto “Eowyn”, è stata destinata grande attenzione alla comunicazione
e alla formazione quale strumento principe attraverso il quale veicolare messaggi che possono favorire il
cambiamento di modelli culturali e di stili di vita. E’ stato, quindi, articolato un vero piano strategico
“Comunicare le Pari Opportunità” per l’adozione di linee guida per la comunicazione in un’ottica di genere
sia in ambito interno che per le campagne di pubblicità esterne all’Istituto.
• Gruppo comunicazione della Commissione Nazionale pari opportunità (2003)
Il gruppo ha lavorato su tutto il territorio nazionale usando come strumento operativo “La Rete Donne e
Media” che ha costituito dei tavoli di lavoro permanenti misti tra organismi di parità- media che hanno
prodotto risultati sul fronte della qualità dell’informazione e della crescita professionale delle donne dei
media, sia su quello della diffusione di una comunicazione istituzionale rispettosa dell’identità di genere.
Per quanto riguarda la comunicazione istituzionale sono state promosse varie iniziative: la campagna
“Pari e di più” per dare visibilità al deficit di rappresentanza delle donne in politica; Interventi sulla
stampa, iniziative di vario tipo, convegni, spot televisivi e radiofonici, campagne di sensibilizzazione
multimediali, kit della candidata e ricerche come quella del Censis commissionata per conoscere la
percezione degli italiani sul rapporto tra donne e politica.
• Commissione pari opportunità della Regione Lombardia, gruppo comunicazione, (2004).
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
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Presso la Commissione regionale pari opportunità è stato istituito un gruppo di lavoro che si è occupato
di comunicazione. Le linee d’azione su cui si è mosso sono: sensibilizzare gli organi di informazione sulle
troppo spesso dimenticate tematiche femminili, al fine di avere maggiore visibilità e monitorare le
difficoltà che vivono le donne, che ancora stentano a far sentire la propria voce; dare un contributo al
miglioramento dell’informazione; sollecitare le redazioni dei giornali e delle televisioni per dare visibilità
ad azioni svolte sul territorio in materia di parità e pari opportunità; sviluppare ed aggiornare uno spazio
informativo e di comunicazione interattiva all’interno del Portale Regionale, al fine di mantenere un
costante contatto con il mondo dell’associazionismo femminile lombardo.
• Commissione P.O. Città di Torino “Codice di comportamento relativo alle pubblicità di
iniziative realizzate in collaborazione o con il patrocinio del Comune di Torino”, 2003.
Nel settembre 2003 la Giunta comunale ha approvato una deliberazione che vincola i soggetti che
collaborano con il Comune di Torino ad evitare l’utilizzo, nella comunicazione pubblicitaria, di linguaggi o
contesti espressivi che possano risultare offensivi per la dignità delle persone. E’ stato inoltre attivato un
“Osservatorio sulle pubblicità moleste” al quale cittadini e cittadine possono segnalare pubblicità che
ritengano offensive della dignità di uomini e donne ed è stato istituito un premio speciale per la
campagna pubblicitaria a favore delle pari opportunità.
• Consiglio Regionale della Calabria, Commissione regionale pari opportunità. “Codice di
autoregolamentazione per la promozione dell’impatto di genere nei Media”, (2003).
All’interno della Commissione è stato istituito il gruppo di lavoro “Donne e Media” che, nel 2003 ha
pubblicato “Donne e qualità dell'informazione, per un impatto di genere nei media calabresi” e ha
elaborato il “Codice di autoregolamentazione per la promozione dell’impatto di genere nei Media” con
l’’obiettivo di ripensare alle modalità di rappresentare e veicolare identità maschili e femminili nella
comunicazione mediatica, superando stereotipi e convinzioni e promuovendo, anche nei media, il
mainstreaming e l’empowerment di genere.
• Gruppo di studio " Comunicazione e ruolo delle donne" del Ministero per le pari opportunità,
(2002).
Il Gruppo di studio, costituito con decreto del Ministro per le Pari Opportunità di concerto con il Ministro
delle Comunicazioni, ha svolto un’analisi su: i livelli di presenza delle donne nel settore della
comunicazione con riguardo sia al comparto stampa, sia a quello radiotelevisivo, individuandone ruoli e
livelli di responsabilità; le modalità di rappresentazione dell'universo femminile da parte dei mass media.
La Commissione ha inoltre predisposto un decalogo nel quale sono stati definiti alcuni principi basilari cui
la comunicazione stessa dovrebbe ispirarsi per rappresentare correttamente, e promuovere
positivamente, l'immagine della donna.
Comunicazione per bene (www.comunicazioneperbene.com)
Associazione senza fine di lucro che si propone di sviluppare iniziative, attività, formazione, eventi,
manifestazioni a favore di una comunicazione di qualità, contro ogni forma di violenza, “rumore”,
eccesso nei contenuti presenti su vecchi e nuovi media. Svolge un’costante attività di critica contro ogni
forma di malsana comunicazione o uso distorto dei media e della tecnologia.
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
17
2.4 La comunicazione istituzionale in Regione Puglia
La comunicazione istituzionale in Regione Puglia si realizza attraverso un sistema di
comunicazione integrato che vede la partecipazione di molteplici attori (Regione, enti locali
nonché aziende, società, agenzie istituzioni, consorzi, altri enti e organismi ad essi collegati), i
quali definiscono la loro azione in modo sinergico con lo scopo di realizzare una rete condivisa
di informazione di pubblica utilità e di comunicazione circolare che abilita a un flusso di
informazioni tra istituzioni, portatori di interesse e cittadini. La rete, pertanto, è diretta ad
apportare maggior efficienza della comunicazione istituzionale e una più effettiva
consapevolezza e partecipazione della cittadinanza, ma anche alla creazione e diffusione di
un’immagine regionale omogenea e condivisa.
Il settore comunicazione istituzionale della Regione Puglia è la struttura di
coordinamento dei flussi di informazione e comunicazione e predispone annualmente un Piano
di Comunicazione, contenente le linee guida strategiche di funzionamento per tutte le strutture.
Nella definizione delle line guida, il Piano di Comunicazione regionale tiene conto delle
disposizioni presenti all’interno dei diversi Piani di Comunicazione di settore elaborati da
ciascun ente e da ciascuna Direzione Generale.
Il settore comunicazione istituzionale è così organizzato: progettazione (project management),
cerimoniale, comunicazione interna, comunicazione esterna, marketing, eventi, sviluppo ICT e il
BURP.
Sono uffici della comunicazione: l’URP, centri di contatto, Front/End – Back Office contact
center, gestione contenuti del portale web.
Il settore si avvale, inoltre, di 8 Strutture di ‘Comunicazione e trasparenza’, a supporto
delle Direzioni Generali, e di una nuova Rete di referenti per la comunicazione nei diversi
settori, che agisce come punto terminale della rete nodale dell’URP ed ha il compito di
realizzare le linee guida operative annuali previste nel Piano di Comunicazione.
Sul modello della Conferenza Stato-Regioni, è stato introdotto un “Nucleo di
coordinamento per la comunicazione” come strumento di concertazione e confronto.
Gli strumenti di cui si avvale il sistema di comunicazione integrato sono molteplici e, in
particolare, comprendono:
• le carte dei servizi;
• il bilancio sociale;
• l’agenzia di stampa regionale, che raccoglie tutti i comunicati stampa prodotti e
liberamente consultabile da tutti i cittadini;
• il portale web della Regione Puglia, potenziale strumento di marketing territoriale e di
promozione turistica, e i diversi portali istituzionali;
• il contact center e la rete di Sportelli unici dell’URP;
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
18
• il manuale di identità visiva e corporate identità;
• le campagne di comunicazione;
• il sistema integrato di partecipazione ad eventi e fiere;
• le infrastrutture di comunicazione e di servizio Puglia in tempo reale;
• il network URP Puglia;
• il sistema integrato per la gestione dei piani di comunicazione dei fondi strutturali FSE
FSER;
• il partenariato per la rete Europe Direct in Puglia;
• il sistema di connessione con le aree vaste.
Vi sono ulteriori azioni che operano specificamente a supporto della comunicazione interna, tra
cui si distinguono strumenti di riorganizzazione e omogeneizzazione dell’ingegneria dei flussi
informativi (il Piano di Comunicazione annuale e il Piano di Comunicazione della Direzione
Generale, il Registro delle Azioni di Comunicazione, le procedure e la modulistica per la
comunicazione interna), l’assistenza tecnica ai settori e alle agenzie regionali per le campagne e
azioni di comunicazione e, infine, l’elaborazione dei bandi di gara per le attività di
comunicazione e valutazione nelle commissioni di gara.
In sintesi, la comunicazione istituzionale della Regione Puglia può essere sintetizzata attraverso
i seguenti schemi (Fonte: http://comunicazione.regione.puglia.it/)
Figura 1 Riorganizzazione della comunicazione istituzionale in Regione Puglia
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
19
Figura 2 Il sistema integrato di comunicazione della Regione Puglia
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
20
Figura 3 Comunicazione interna della Regione Puglia
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
21
3. COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE E PARI OPPORTUNITA’:
ANALISI DI UN CAMPIONE DI CAMPAGNE DI
COMUNICAZIONE E CASI DI BUONE PRATICHE
L’obiettivo dell’analisi è rilevare e analizzare se e come la comunicazione istituzionale, in
particolare in Regione Puglia, oltre ad essere efficace e arrivare al target, si pone in un’ottica di
pari opportunità di genere e quali modelli di ruolo sociali e professionali rappresenta.
Viene qui presentata una sintesi dei risultati dell’indagine qualitativa relativamente alle
dinamiche che legano comunicazione istituzionale e pari opportunità realizzata su un campione
significativo di campagne e strumenti di comunicazione.
La ricerca qualitativa ha riguardato sia il livello nazionale che la Regione Puglia, in particolare:
- campagne di comunicazione istituzionale relative alle politiche promosse dai diversi
settori/direzioni generali, con particolare riferimento alle politiche per il lavoro e per la
formazione;
- azioni di comunicazione dei servizi relativi alla conciliazione, al lavoro, e ad altri servizi
identificati con i referenti della Regione Puglia;
- Linee Guida elaborate da Enti locali o nell’ambito di progetti per orientare la comunicazione
alla parità di genere e alla non discriminazione.
Il periodo temporale riguarda campagne di comunicazione realizzate dal 2005 ad oggi.
La ricerca è stata effettuata tramite analisi desk di siti istituzionali e raccolta di materiale inviata
dai referenti della comunicazione degli enti coinvolti.
3.1 Analisi delle campagne di comunicazione in ottica di pari opportunità
L’individuazione delle buone pratiche si è basata in linea di massima sui seguenti elementi
individuati in altri progetti relativi al tema pari opportunità e comunicazione e validati dal
gruppo di lavoro della Regione Puglia in sede di confronto quali:
- Trasversalità di genere: adozione dell’ottica delle pari opportunità tra uomo e donna come
valore culturale da promuovere e condividere all’interno dell’ente:
- Equità: estensione della promozione di servizi e politiche tradizionalmente rivolti alle donne
al target maschile e inserimento del target femminile in modo trasversale nei messaggi e nelle
campagne.
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
22
- Complessità: rappresentazione diversificata e realistica delle identità di genere evitando il
ricorso a modelli semplificati e stereotipati
- Rappresentatività: presenza di modelli che riflettono bisogni e aspettative reali e target
emergenti.
Inoltre, in particolare nell’analisi della comunicazione dei servizi sono stati presi in
considerazione i seguenti parametri:
- Identità: definizione del nome, del marchio, e dello stile generale di presentazione del servizio
come elementi che caratterizzano la natura e la vocazione della prestazione, in modo coerente e
consistente.
- Visibilità: utilizzo di tutti i materiali di comunicazione del servizio per aiutare la comprensione
della prestazione erogata (che cos’è, cosa offre, come funziona), promuoverla e renderla
disponibile al momento del bisogno
- Accessibilità: garantire l’accessibilità fi sica e cognitiva al servizio attraverso l’utilizzo di un
linguaggio semplice e strumenti di accesso consistenti; la negoziazione del linguaggio comune è
spesso ostacolata dalla permanenza di linguaggi tecnico-procedurali o specialistici.
- Trasparenza: rendere espliciti gli elementi di garanzia e di affidabilità del funzionamento del
servizio. La trasparenza ha come obiettivi la giusta predisposizione mentale dell’utente nei
confronti della prestazione, l’aumento di consapevolezza sulla funzione resa e la conseguente
capacità di controllo e aumento dei margini di partecipazione.
Di seguito si riporta l’analisi delle campagne, dei servizi, degli strumenti e iniziative promosse
nell’ambito dell’ente Regione Puglia.
Campagna 1 Servizio Civile Nazionale
TITOLO DELLA
CAMPAGNA
Servizio civile nazionale
SITO WEB http://serviziocivile.regione.puglia.it/
MEDIA Sito web con forum e newsletter, manifesti, depliant, locandine, spot
TARGET Giovani tra i 18 e i 28 anni
MESSAGGIO Promozione del servizio civile come occasione per i volontari ed opportunità
per gli enti. Particolare enfasi iconografica dei volti di giovani donne e
uomini.
OBIETTIVO Promuovere e facilitare la partecipazione dei giovani al servizio civile.
SERVIZI DISPONIBILI Informazioni ai volontari (bandi, progetti, modulistica)
Informazioni agli enti (albo, accreditamento, normativa, formazione)
Forum di discussione sia degli enti che dei volontari
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
23
Newsletter elettronica
Considerazioni sulle pari opportunità (visibilità di entrambi i sessi nella campagna,
linguaggio sessista/non sessista, uso del corpo femminile in maniera
strumentale/offensiva, …): nella campagna sono rappresentati entrambi i sessi, non vengono utilizzati
linguaggi sessisti e il corpo femminile non viene usato in maniera né strumentale, né sessista. Nelle
immagini si da visibilità sia a ragazzi che ragazze, in alcune il ragazzo è rappresentato in primo piano,
mentre la ragazza si trova in secondo piano; in altre le posizioni sono invertite. In generale quindi si può
dire che venga promosso il principio dell’equità.
Rilevazione dei ruoli formativi/lavorativi/professionali rappresentati per uomini e donne: i
ragazzi vengono raffigurati mentre ripensano all’attività di servizio civile svolto e a quanto l’esperienza gli
abbia dato molto in senso di appagamento personale e accrescimento delle competenze “trasversali” che
potranno essere utili anche per l’inserimento nel mercato del lavoro.
Rilevazione di aspetti legati alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per uomini e
donne: nessun riferimento esplicito ai temi della conciliazione.
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
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Campagna 2 Mi rifiuto di fare il rifiuto
TITOLO DELLA
CAMPAGNA
Mi rifiuto di fare il rifiuto
SITO WEB http://publiccamp.regione.puglia.it/component/content/article/39-
campagne-di-comunicazione/87-campagna-sulla-raccolta-differenziata
MEDIA Affissioni
TARGET Cittadini e cittadine
MESSAGGIO Campagna pubblicitaria sulla raccolta differenziata
OBIETTIVO Incentivare i cittadini ad aderire alla raccolta differenziata dei rifiuti
Considerazioni sulle pari opportunità (visibilità di entrambi i sessi nella campagna,
linguaggio sessista/non sessista, uso del corpo femminile in maniera
strumentale/offensiva, …): vengono rappresentati dei rifiuti stilizzati che possono essere riciclati.
Rilevazione dei ruoli formativi/lavorativi/professionali rappresentati per uomini e donne:
nessun riferimento ai ruoli formativi, lavorativi o professionali di uomini e donne ma solo a delle
aspirazioni professionali. L’uso del colore rosa e azzurro richiama l’associazione ai due sessi.
Rilevazione di aspetti legati alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per uomini e
donne: : nessun riferimento esplicito ai temi della conciliazione.
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
25
Campagna 3 “Bollenti spiriti”
TITOLO DELLA
CAMPAGNA
“Bollenti Spiriti”
SITO WEB http://bollentispiriti.regione.puglia.it/
MEDIA Sito web con news, blog, video, forum
TARGET Giovani della Regione Puglia
MESSAGGIO Bollenti Spiriti è il programma dell’Assessorato alla Trasparenza e
Cittadinanza Attiva della Regione Puglia che promuove un insieme di
interventi e di azioni dedicate ai giovani pugliesi e a chi lavora con e per loro.
OBIETTIVO Offrire strumenti per permettere ai giovani cittadini pugliesi di partecipare a
tutti gli aspetti della vita della comunità e accedere ai servizi offerti.
SERVIZI DISPONIBILI Informazioni ai giovani (bandi, progetti, modulistica, blog)
Forum di discussione
Newsletter elettronica
Considerazioni sulle pari opportunità (visibilità di entrambi i sessi nella campagna,
linguaggio sessista/non sessista, uso del corpo femminile in maniera
strumentale/offensiva, …): viene utilizzato un linguaggio giovanile e immediato; una delle immagini
raffigura un ragazzo. Il linguaggio non è né sessista né offensivo. Si sarebbe potuta introdurre una
declinazione anche al femminile della stessa immagine.
Rilevazione dei ruoli formativi/lavorativi/professionali rappresentati per uomini e donne:
nessun riferimento ai ruoli formativi, lavorativi o professionali. Il giovane raffigurato richiama un
atteggiamento di spensieratezza.
Rilevazione di aspetti legati alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per uomini e
donne: nessun riferimento esplicito ai temi della conciliazione.
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
26
Campagna 4 Donne e Istituzioni
CAMPAGNA/
STRUMENTO
Donne e istituzioni
SITO WEB http://www.sistema.puglia.it/portal/page/portal/SistemaPuglia/SportelloD
onna
MEDIA Sito web con newsletter, bandi, normative e regolamenti
TARGET Donne, enti, istituzioni, largo pubblico
MESSAGGIO Promozione dell’incontro su "Donne e istituzioni: tra potere e
rappresentanza politica."
OBIETTIVO Promuovere e facilitare la partecipazione donne nel mondo della politica
NOTE
Manifesto presente sul sito di Sistema Puglia (Sportello donna), portale per
lo sviluppo e la promozione del territorio e delle imprese, gestito
dall’assessorato allo sviluppo economico della Regione Puglia.
Considerazioni sulle pari opportunità (visibilità di entrambi i sessi nella campagna,
linguaggio sessista/non sessista, uso del corpo femminile in maniera strumentale/offensiva,
…): vengono visualizzati un volto di donna in primo piano, con volto fiero, e sullo sfondo due figure
maschili stilizzate. L’uso dei colori e il contrasto tra le figure richiama un atteggiamento di minaccia degli
uomini sullo sfondo alla presenza della donna in politica.
Rilevazione dei ruoli formativi/lavorativi/professionali rappresentati per uomini e donne:
nessun riferimento ai ruoli formativi, lavorativi o professionali ma un implicito riferimento al ruolo
pubblico delle donne e degli uomini.
Rilevazione di aspetti legati alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per uomini e
donne: nessun riferimento esplicito ai temi della conciliazione.
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
27
Campagna 5 Donne al timone- Sportello per la promozione dell’imprenditoria femminile
CAMPAGNA/
STRUMENTO
Donne al timone / Sportello Legge 215 di Sistema Puglia
SITO WEB http://www.sistema.puglia.it/portal/page/portal/SistemaPuglia/SportelloDonna
MEDIA Sito web con newsletter, bandi e gare, eventi e manifestazioni
TARGET Donne
MESSAGGIO Promozione della legge 215/92 sull’imprenditoria femminile
OBIETTIVO Promuovere e facilitare la partecipazione delle donne all’imprenditoria e
all’autoimpiego
SERVIZI
DISPONIBILI
Informazioni alle donne (bandi, progetti, modulistica)
Newsletter elettronica
NOTE
Sito di Sistema Puglia (Sportello donna) portale per lo sviluppo e la promozione
del territorio e delle imprese, gestito dall’assessorato allo sviluppo economico
della Regione Puglia
Considerazioni sulle pari opportunità (visibilità di entrambi i sessi nella campagna,
linguaggio sessista/non sessista, uso del corpo femminile in maniera strumentale/offensiva,
…): nell’immagine viene rappresentata solo una donna, mentre lavora al computer. L’uso del corpo della
donna e il linguaggio non è sessista né offensivo, ma viene data molta enfasi al colore rosa (sia il vestito
della donna che le scritte sono rosa), enfatizzando lo stereotipo del colore. Il logo della campagna quadro
“Donne pugliesi al timone” invece è stilizzato, utilizza un colore tipicamente associato al sesso maschile e
non richiama ruoli di genere.
Rilevazione dei ruoli formativi/lavorativi/professionali rappresentati per uomini e donne:
la donna lavora al computer, quindi si può intuire che svolga un ruolo da impiegata o comunque un lavoro
di concetto.
Rilevazione di aspetti legati alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per uomini e
donne: nessun riferimento esplicito ai temi della conciliazione.
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
28
Campagna 6 Sito pari opportunità di Sistema Puglia
CAMPAGNA/
STRUMENTO
Sito web regionale dedicato alle pari opportunità di genere
SITO WEB http://www.sistema.puglia.it/portal/page/portal/SistemaPuglia/PariOpportunita
MEDIA Sito web con newsletter, documenti, normative e regolamenti
TARGET Cittadini/e UE
MESSAGGIO Promozione delle pari opportunità.
OBIETTIVO Promuovere e facilitare la partecipazione delle donne in ogni ambito della vita
sociale e lavorativa.
SERVIZI
DISPONIBILI
Informazioni ai cittadini (documenti, normativa e regolamenti)
Newsletter elettronica
NOTE Sito di sistema Puglia (Sportello donna), portale per lo sviluppo e la promozione
del territorio e delle imprese, gestito dall’assessorato allo sviluppo economico
della Regione Puglia
Considerazioni sulle pari opportunità (visibilità di entrambi i sessi nella campagna,
linguaggio sessista/non sessista, uso del corpo femminile in maniera strumentale/offensiva,
…): nell’immagine sono rappresentati un uomo e una donna che collaborano in un contesto lavorativo. Il
target è tuttavia indefinito.
Rilevazione dei ruoli formativi/lavorativi/professionali rappresentati per uomini e donne:
sia l’uomo che la donna svolgono un lavoro di concetto, poiché sono rappresentati una scrivania e dei
documenti.
Rilevazione di aspetti legati alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per uomini e
donne: nessun riferimento esplicito ai temi della conciliazione.
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
29
Campagna 7 Pianeta Lavoro
CAMPAGNA/
STRUMENTO
Pianeta lavoro
SITO WEB http://www.sistema.puglia.it/portal/page/portal/SistemaPuglia/PianetaLavoro
MEDIA Sito web con documenti, normative e regolamenti, guida per la conciliazione.
TARGET Donne che lavorano o in cerca di occupazione.
MESSAGGIO Promozione dei temi del Mercato del lavoro dopo la Riforma Biagi, La Maternità,
La Formazione Professionale, il No Profit come opportunità, La Conciliazione vita-
lavoro.
OBIETTIVO Promuovere e facilitare la partecipazione delle donne nel mondo del lavoro
SERVIZI
DISPONIBILI
Informazioni alle donne (documenti, normativa e regolamenti)
Newsletter elettronica
Guida per la conciliazione vita-lavoro
Considerazioni sulle pari opportunità (visibilità di entrambi i sessi nella campagna,
linguaggio sessista/non sessista, uso del corpo femminile in maniera
strumentale/offensiva, …): nell’immagine viene rappresentata una donna davanti ad un computer.
Non sono rappresentati uomini, non vengono usati linguaggi offensivi e l’uso del corpo della donna non è
né’ strumentale né offensivo. Tuttavia l’uso della sola immagine femminile associa ancora una volta i
problemi di conciliazione solo alla donna.
Rilevazione dei ruoli formativi/lavorativi/professionali rappresentati per uomini e donne:
dalla presenza del computer e dalla localizzazione in un ufficio con scrivania si può dedurre che la donna
svolge un ruolo di concetto.
Rilevazione di aspetti legati alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per uomini e
donne: nessun riferimento esplicito nell’immagine ai temi della conciliazione.
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
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Campagna 8 Scienza in rosa
CAMPAGNA/
STRUMENTO
Scienza in rosa
SITO WEB http://www.sistema.puglia.it/portal/page/portal/SistemaPuglia/SportelloDonna
MEDIA Sito web con newsletter, bandi, informazioni, normative e regolamenti
TARGET Donne
MESSAGGIO Promozione della conferenza"Il cammino delle donne nella scienza: Lezioni
apprese e nuove sfide per le pari opportunità".
OBIETTIVO Promuovere e facilitare la partecipazione delle donne nei posti decisionali relativi
alla ricerca scientifica nelle istituzioni pubbliche e per affermare l'uguaglianza di
genere nella scienza.
SERVIZI
DISPONIBILI
Informazioni alle donne (progetti, modulistica)
Newsletter elettronica
NOTE
Campagna presente sul sito di sistema Puglia, portale per lo sviluppo e la
promozione del territorio e delle imprese, gestito dall’assessorato allo sviluppo
economico della Regione Puglia.
Considerazioni sulle pari opportunità (visibilità di entrambi i sessi nella campagna,
linguaggio sessista/non sessista, uso del corpo femminile in maniera
strumentale/offensiva, …): nell’immagine viene rappresentata una donna. Non c’è la presenza di
uomini. L’uso del corpo non è strumentale o offensivo, ma viene data enfasi al colore rosa, evidenziando lo
stereotipo dell’abbinamento del rosa alla donna.
Rilevazione dei ruoli formativi/lavorativi/professionali rappresentati per uomini e donne:
la donna ha un camice e dal titolo dell’immagine si può dedurre che svolge un lavoro nel campo della scienza.
Rilevazione di aspetti legati alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per uomini e
donne: nessun riferimento esplicito ai temi della conciliazione.
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
31
Campagna 9 Promozione in Puglia dell’ufficio europeo di selezione del personale
CAMPAGNA/
STRUMENTO
Ufficio Europeo di Selezione del Personale - Lavorare nel cuore dell'Unione
Europea
SITO WEB http://www.sistema.puglia.it/portal/page/portal/SistemaPuglia/EURES
MEDIA Sito web con news, eventi e manifestazioni
TARGET Lavoratori/trci e imprese
MESSAGGIO Lo Sportello promouove la selezione di personale per le principali Istituzioni
dell'Unione Europea
OBIETTIVO Promuovere e facilitare la conoscenza dello sportello Epso
SERVIZI
DISPONIBILI
Informazioni ai lavoratori e alle imprese (bandi, progetti, modulistica)
Eventi e manifestazioni
Newsletter elettronica
NOTE
Sito di sistema Puglia (sportello EURES), portale per lo sviluppo e la
promozione del territorio e delle imprese, gestito dall’assessorato allo
sviluppo economico della Regione Puglia.
Considerazioni sulle pari opportunità (visibilità di entrambi i sessi nella campagna,
linguaggio sessista/non sessista, uso del corpo femminile in maniera
strumentale/offensiva, …): l’immagine ha una bassa risoluzione ma si intravedono rappresentazioni di
uomini e donne che richiamano alcune figure professionali. Prevalgono figure maschili e la donna è
rappresentata con un abbigliamento formale.
Rilevazione dei ruoli formativi/lavorativi/professionali rappresentati per uomini e donne:
dall’abbigliamento si deduce che le persone svolgono ruoli di concetto.
Rilevazione di aspetti legati alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per uomini e
donne: nessun riferimento esplicito ai temi della conciliazione.
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
32
Di seguito si riporta un approfondimento sulle campagne di sensibilizzazione promosse negli
ultimi dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Pari Opportunità (Fonte:
www.pariopportunita.gov.it)
Box 2 – Buone pratiche
1. "Rifiuta l’omofobia, non essere tu quello diverso". Novembre 2009. Obiettivo: contrastare le
violenze e le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e diffondere la cultura del rispetto.
2. Campagna 'Io dico NO alla violenza'. Ottobre 2009. Obiettivo: creare un momento di
riflessione sui temi del rispetto, della diversità e della legalità.
3. "Respect women Respect the world". Settembre 2009. Obiettivo: sensibilizzare sul tema della
violenza contro le donne in tutti i suoi aspetti e nel ricercare gli strumenti più efficaci per giungere
all'affermazione globale dei diritti umani delle donne.
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
33
4. “Stalking: quando le attenzioni diventano persecuzione”. Luglio 2009. Obiettivo: diffondere la
conoscenza della legge che punisce il reato dello stalking.
5. “Se ami qualcuno dagli peso”. Giugno 2009. Obiettivo: sensibilizzare sul problema dei disturbi
alimentari.
6. 1522 - E' l'ora di reagire. Marzo 2009. Obiettivo: promuovere il servizio di accoglienza
telefonica e sostegno per le donne vittime di violenza.
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
34
3.2 Comunicazione istituzionale e rappresentazione di genere, proposte
di lavoro in Regione Puglia: buone pratiche da esportare o linee-guida
da condividere?
Negli ultimi anni la comunicazione ha assunto un ruolo fondamentale come fattore di successo,
sostenibilità, visibilità di processi, valori, relazioni (pubblicità commerciale, comunicazione
istituzionale, sociale, politica …). Parliamo di:
• Comunicazione pubblica: informazione a cittadini/e sulle politiche e il funzionamento
degli enti pubblici;
• Comunicazione pubblica sociale: promozione di informazioni rivolte a cittadini/e su
temi di interesse e utilità collettivi;
E’ importante parlare di comunicazione pubblica con un approccio di genere perché:
• La comunicazione pubblica potrebbe svolgere meglio la funzione educativa che gli è
propria considerando, per esempio, l’approccio femminile ai problemi;
• Le donne potrebbero svolgere un ruolo fondamentale per stimolare la responsabilità di
chi promuove e di chi realizza campagne di comunicazione;
• In particolare le donne che rivestono ruoli di responsabilità nella comunicazione
possono portare un contributo importante per far meglio interagire soggetti diversi (enti
pubblici, no profit, agenzie di comunicazione) che devono comunicare con cittadini e
cittadine.
Alcuni esempi di campagne istituzionali di sensibilizzazione sui temi delle pari opportunità:
Campagna 10 Provincia Autonoma di Bolzano. Campagna istituzionale contro il bullismo
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
35
Campagna 11 Regione Toscana- Anno europeo delle pari opportunità per tutti. Campagna
antidiscriminazione per orientamento sessuale e identità di genere- 2007
Il principio delle pari opportunità, riconosciuto a livello costituzionale, resta di fatto ancora poco
applicato. Anche se tutti concordano che la comunicazione rappresenta uno strumento
importante per la promozione di una cultura attenta al genere e per la valorizzazione delle
differenze all’interno delle amministrazioni pubbliche, sono ancora pochi i progetti e i piani di
comunicazione che prendono in considerazione l’ottica di genere.
Da numerose analisi realizzate nell’ambito della comunicazione istituzionale e la
rappresentazione di genere emerge che la comunicazione istituzionale oggi si caratterizza per:
- gender gap nei ruoli professionali rappresentati: la comunicazione istituzionale
fatica a veicolare rappresentazioni di ruoli/modelli professionali maschili e in particolare
femminili e i modelli professionali rappresentati sono spesso vaghi e non è identificabile la
tipologia e il ruolo;
- invisibilità del target: la strategia di comunicazione utilizzata nelle campagne
istituzionali è spesso evasiva del target mentre il target femminile è spesso un soggetto debole
del mercato del lavoro che necessita di supporto e aiuto;
- scarsa rappresentazione di ruoli pubblici maschili e femminili;
- riferimenti deboli al ruolo familiare maschile e femminile: scarsa
rappresentazione di uomini e donne in ruoli familiari mentre le famiglie rappresentate sono
quelle di tipo tradizionale;
- invisibilità della conciliazione per donne e uomini: non visibilità del tema della
conciliazione per uomini e donne mentre il ruolo di cura dei bambini è solo accennato e
generalmente associato alla figura femminile.
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
36
Alcuni esempi di campagne di comunicazione istituzionale che rappresentano alcune
“debolezze“ della comunicazione istituzionale: ai temi del lavoro e della formazione sono
associate prevalentemente figure maschili mentre la donna è prevalentemente rappresentata in
ruoli professionali tradizionali.
Campagna 12 Regione Sardegna. Campagna Master and back- 2009
Campagna 13 Campagne istituzionali di sensibilizzazione sui temi del Mercato del Lavoro- 2008
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
37
Campagna 14 Campagna istituzionale AEM Milano- 2005
Campagna 15 Rappresentazione dell’“evoluzione” dell’immagine femminile nelle campagne Inail
Assicurazione contro gli infortuni domestici 2006-2007-2008- 2009
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
38
Alla luce delle riflessioni emerse introdurre l’ottica di genere nella comunicazione
significa:
• Promuovere politiche e risorse nella direzione di una maggiore equità tra uomini e
donne,
• Dare visibilità alla presenza femminile nei luoghi delle decisioni,
• Valorizzare le competenze e le diverse esperienze maturate dalle donne,
• Assicurare il principio della parità in ogni momento della vita economica e sociale,
• Promuovere in particolare la partecipazione maschile ai ruoli di cura,
• Promuovere una corretta rappresentazione delle donne nella comunicazione (anche
commerciale).
Tuttavia le iniziative sulle Pari Opportunità costituiscono ancora oggi gli esempi più significativi,
sia come numero sia come tipologia di messaggi, della comunicazione pubblica sul tema. Sono
infatti ancora poche le campagne e i progetti dove emerge una reale attenzione allo specifico
femminile e agli strumenti pensati per dialogare con le donne.
E’ pertanto importante individuare gli ambiti dove la comunicazione istituzionale
della Regione Puglia potrebbe più facilmente intervenire, individuando alcune
piste di lavoro:
1. promozione della cultura di pari opportunità attraverso interventi specifici di
comunicazione;
2. promozione delle pari opportunità attraverso tutte le attività di comunicazione;
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39
3. promozione dei servizi (e dell’integrazione dei servizi) in un’ottica di pari
opportunità con l’obiettivo di migliorare la conoscenza e l’utilizzo di quanto messo a
disposizione di cittadini e cittadine, in particolare delle donne.
Alcuni esempi concreti di campagne di comunicazione associate alle tre piste di lavoro:
Campagna 16 Regione Piemonte, campagna di sensibilizzazione sulle pari
opportunità- 2005 (LINEA 1)
Campagna 17 Progetto integrazione, Ministero del Lavoro, 2009 (LINEA 2)
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Campagna 18 Ministero del Lavoro. Campagna Buoni Lavoro 2009 (LINEA 3)
Alcune tendenze emergenti su cui lavorare.
La comunicazione pubblica sta diventando sempre più chiara, diretta e accessibile. La
semplificazione del linguaggio è considerata un obiettivo importante sia per molti Enti Locali sia
per l’amministrazione centrale. La comunicazione pubblica è sempre più “responsabile” perché,
a differenza della comunicazione commerciale, svolge un ruolo importante: educare il cittadino,
sostenere il cambiamento sociale, promuovere comportamenti corretti, abbattere pregiudizi e
preconcetti.
La comunicazione istituzionale ha come ruolo quello di comunicare valori, provocare nuovi
atteggiamenti e comportamenti sociali, essere efficace, affrontare la complessità e fornire una
lettura interpretativa, combattere gli stereotipi negativi e stimolare il cambiamento
contribuendo a creare nuove direzioni.
Gli obiettivi da raggiungere e i benefici che le istituzioni possono trarre nel
comunicare in ottica di genere:
1. comunicare le politiche e le attività (visibilità del ruolo istituzionale),
Una comunicazione che rappresenti modelli di donne e uomini coerenti e in linea con
l’evoluzione dei ruoli nel mercato del lavoro e nella società può:
• rendere accessibili diritti e opportunità a cittadine e cittadini,
• introdurre e diffondere modelli di parità nella società e nel lavoro,
• avvicinare le istituzioni ai cittadini.
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2. comunicare i servizi
Attivare servizi a favore delle donne è uno degli strumenti più efficaci per promuovere le
pari opportunità tra uomo e donna e attraverso risposte concrete ai bisogni delle cittadine. I
servizi di supporto all’inserimento nel mondo lavorativo e professionale, oltre che di aiuto ai
problemi di conciliazione dei tempi, possono favorire la partecipazione femminile al
mercato del lavoro in modo diretto ed efficace. Attivare servizi rivolti alle donne significa
promuovere concretamente le pari opportunità tra uomo e donna come valore fondamentale
per la realizzazione di nuovi modelli di vita e di lavoro. Comunicare i servizi in ottica di pari
opportunità si intende:
• Per affermarsi e raggiungere un campione significativo di utenza, i servizi vanno
promossi con chiarezza ed efficacia comunicativa;
• Per loro natura, i servizi presentano un problema di visibilità, sono difficili da
comprendere e, dunque, difficili da comunicare.
• I servizi sono vere e proprie prestazioni a cui donne e uomini accedono a fronte del
riconoscimento di un valore percepito. Per essere percepito, il valore deve essere
visibile, riconoscibile, chiaro.
Introdurre la chiave di genere significa pertanto:
- dare visibilità ad entrambi i sessi,
- rappresentare la complessità dei modelli,
- veicolare immagini di donne e uomini rappresentative di target reali.
A partire da questi indirizzi operativi si è poi andati a sviluppare in Regione Puglia uno specifico
studio di fattibilità per l’analisi e l’applicazione nello specifico contesto istituzionale di linee
guida per la comunicazione istituzionale in chiave di genere.
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3.3 Analisi comparativa delle linee guida per la comunicazione
istituzionale in chiave di genere esistenti
Gli enti pubblici hanno a disposizione per applicare l’ottica di genere nella comunicazione alcuni
strumenti metodologici fondamentali: orientamenti internazionali/ nazionali/ europei,
l’Autodisciplina pubblicitaria, codici di condotta, raccomandazioni, etc.
In particolare, negli ultimi anni sono stati sviluppati alcuni importanti progetti a livello europeo,
nazionale e locale finalizzati a sostenere politiche di genere e dare un contributo significativo
alla diffusione di una comunicazione istituzionale orientata alle pari opportunità.
Molti di questi progetti hanno prodotto linee guida o raccomandazioni finalizzate alla diffusione
della cultura di genere, oltre che all’aumento della presenza delle donne nel mercato del lavoro,
al sostegno della creatività femminile, alla promozione di un nuovo ruolo della donna nella
nostra società.
Di seguito si riportano le principali linee-guida esistenti con particolare attenzione alle linee-
guida sviluppate nel 2004 dal progetto “Comunico Donna” (curate dal CdIE, partner di
progetto) a cui si sono richiamate le raccomandazioni successivamente elaborate da altri enti.
Si ritiene pertanto come da report del seminario di confronto con gli operatori
tenutosi il 13 novembre 2009 a Bari di proporre le Linee guida elaborate dal
progetto Comunico Donna come strumento metodologico condiviso per la
comunicazione istituzionale in chiave di genere della Regione Puglia in attuazione
della legge regionale 7/2007.
• Linee guida per la comunicazione chiara ed efficace orientata alle pari
opportunità (progetto Comunico Donna, FSE Regione Lombardia, 2004).
Le linee guida sono uno strumento programmatico ad uso degli enti pubblici per l’introduzione
di un’ottica di pari opportunità nella comunicazione, hanno come obiettivi:
- promuovere un modello di buona comunicazione istituzionale per la valorizzazione del ruolo
sociale ed economico della donna;
- comunicare e rendere accessibili i servizi in favore delle donne a partire dalla loro analisi e
valutazione.
Le linee-guida rappresentano uno strumento destinato alle persone responsabili della
comunicazione degli enti pubblici per guidarle nell’ideazione di messaggi istituzionali che
tengano conto della prospettiva di genere.
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43
Le linee guida sono quindi utili ai responsabili della comunicazione per:
- ripensare e adeguare all’ottica delle pari opportunità strategie e strumenti di comunicazione
dell’ente pubblico,
- individuare e valorizzare il target delle campagne di comunicazione partendo dalla
distinzione uomo-donna,
- rappresentare la complessità legata alla molteplicità dei modelli maschili e femminili nella
società e nel lavoro,
- rispondere in maniera adeguata alle aspettative e ai bisogni dell’utenza, sia essa maschile o
femminile.
Le linee-guida si articolano in due parti: “Linee-guida per l’introduzione della
prospettiva di genere nella comunicazione istituzionale” e “Linee-guida per la
costruzione dell’identità e per la comunicazione dei servizi orientati alle pari
opportunità”.
Nelle strategie e pratiche di comunicazione
Tra i principi ispiratori dell’ente
Nella lettura delle proiezioni socio economiche
Tra gli obiettivi indicati nei brief delle campagne
INTEGRARE LA PROSPETTIVA DI GENERETRASVERSALITA’
DI GENERE/ MAINSTREAMING
Il target della comunicazione
I ruoli e i modelli professionali e familiari emergenti
RIFLETTERE NEL MESSAGGIO RAPPRESENTATIVITA’
La ripartizione dei ruoli familiari e di cura
I temi di conciliazione tra lavoro e famiglia
la molteplicità dei ruoli professionaliRAPPRESENTARE IN MODO DIVERSIFICATO E REALISTICOCOMPLESSITA’
EQUITA’Nella distribuzione dei messaggi
Nel linguaggio per immagini
Nel linguaggio verbale
INTRODURRE DECLINAZIONI AL MASCHILE E AL FEMMINILE
Linee Guida per l’introduzione della prospettiva di genere nella comunicazione istituzionale
Nelle strategie e pratiche di comunicazione
Tra i principi ispiratori dell’ente
Nella lettura delle proiezioni socio economiche
Tra gli obiettivi indicati nei brief delle campagne
INTEGRARE LA PROSPETTIVA DI GENERETRASVERSALITA’
DI GENERE/ MAINSTREAMING
Il target della comunicazione
I ruoli e i modelli professionali e familiari emergenti
RIFLETTERE NEL MESSAGGIO RAPPRESENTATIVITA’
La ripartizione dei ruoli familiari e di cura
I temi di conciliazione tra lavoro e famiglia
la molteplicità dei ruoli professionaliRAPPRESENTARE IN MODO DIVERSIFICATO E REALISTICOCOMPLESSITA’
EQUITA’Nella distribuzione dei messaggi
Nel linguaggio per immagini
Nel linguaggio verbale
INTRODURRE DECLINAZIONI AL MASCHILE E AL FEMMINILE
Nelle strategie e pratiche di comunicazione
Tra i principi ispiratori dell’ente
Nella lettura delle proiezioni socio economiche
Tra gli obiettivi indicati nei brief delle campagne
INTEGRARE LA PROSPETTIVA DI GENERETRASVERSALITA’
DI GENERE/ MAINSTREAMING
Nelle strategie e pratiche di comunicazioneNelle strategie e pratiche di comunicazione
Tra i principi ispiratori dell’enteTra i principi ispiratori dell’ente
Nella lettura delle proiezioni socio economicheNella lettura delle proiezioni socio economiche
Tra gli obiettivi indicati nei brief delle campagneTra gli obiettivi indicati nei brief delle campagne
INTEGRARE LA PROSPETTIVA DI GENEREINTEGRARE LA PROSPETTIVA DI GENERETRASVERSALITA’
DI GENERE/ MAINSTREAMING
TRASVERSALITA’ DI GENERE/ MAINSTREAMING
Il target della comunicazione
I ruoli e i modelli professionali e familiari emergenti
RIFLETTERE NEL MESSAGGIO RAPPRESENTATIVITA’
Il target della comunicazioneIl target della comunicazione
I ruoli e i modelli professionali e familiari emergenti I ruoli e i modelli professionali e familiari emergenti
RIFLETTERE NEL MESSAGGIO RIFLETTERE NEL MESSAGGIO RAPPRESENTATIVITA’RAPPRESENTATIVITA’
La ripartizione dei ruoli familiari e di cura
I temi di conciliazione tra lavoro e famiglia
la molteplicità dei ruoli professionaliRAPPRESENTARE IN MODO DIVERSIFICATO E REALISTICOCOMPLESSITA’
La ripartizione dei ruoli familiari e di curaLa ripartizione dei ruoli familiari e di cura
I temi di conciliazione tra lavoro e famigliaI temi di conciliazione tra lavoro e famiglia
la molteplicità dei ruoli professionalila molteplicità dei ruoli professionaliRAPPRESENTARE IN MODO DIVERSIFICATO E REALISTICORAPPRESENTARE IN MODO DIVERSIFICATO E REALISTICOCOMPLESSITA’COMPLESSITA’
EQUITA’Nella distribuzione dei messaggi
Nel linguaggio per immagini
Nel linguaggio verbale
INTRODURRE DECLINAZIONI AL MASCHILE E AL FEMMINILEEQUITA’EQUITA’
Nella distribuzione dei messaggiNella distribuzione dei messaggi
Nel linguaggio per immaginiNel linguaggio per immagini
Nel linguaggio verbaleNel linguaggio verbale
INTRODURRE DECLINAZIONI AL MASCHILE E AL FEMMINILEINTRODURRE DECLINAZIONI AL MASCHILE E AL FEMMINILE
Linee Guida per l’introduzione della prospettiva di genere nella comunicazione istituzionale
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chiarezza
feed-backTRASPARENZA
Condivisione del linguaggio
orientamento
multilogicità
rintracciabilità online
ACCESSIBILITA’ COGNITIVA
ACCESSIBILITA’ FISICAACCESSIBILITA’
comprensibilità
diffusioneVISIBILITA’
coerenza
permanenza
CONSISTENZA DELL’IDENTITA’
PROFILO DEL SERVIZIO
significatività
carattere
personalità
DEFINIZIONE DELL’IDENTITA’
DENOMINAZIONE E MARCHIO
STILE DISTINTIVO
IDENTITA’
Linee Guida per la costruzione dell’identità e per la comunicazione dei servizi orientati alle pari opportunità
chiarezza
feed-backTRASPARENZA
chiarezza
feed-backTRASPARENZA
Condivisione del linguaggio
orientamento
multilogicità
rintracciabilità online
ACCESSIBILITA’ COGNITIVA
ACCESSIBILITA’ FISICAACCESSIBILITA’
comprensibilità
diffusioneVISIBILITA’
comprensibilità
diffusioneVISIBILITA’
coerenza
permanenza
CONSISTENZA DELL’IDENTITA’
PROFILO DEL SERVIZIO
significatività
carattere
personalità
DEFINIZIONE DELL’IDENTITA’
DENOMINAZIONE E MARCHIO
STILE DISTINTIVO
IDENTITA’
Linee Guida per la costruzione dell’identità e per la comunicazione dei servizi orientati alle pari opportunità
• Linee guida europee per la comunicazione orientata al genere (progetto
LEAD, Interreg IIIC, capofila Comune di Bari, 2007).
Il presupposto su cui si basano le linee guida è che la comunicazione istituzionale possa
svolgere un ruolo importante nel sostenere il cambiamento e la rimozione dei pregiudizi
legati al genere promovendo modelli sociali, lavorativi e culturali in cui riconoscersi e verso
cui tendere. La comunicazione istituzionale orientata al genere e attenta ai temi delle pari
opportunità può infatti avere un ruolo fondamentale nel superamento degli stereotipi e nella
promozione di un cambiamento socio-culturale.
Le linee guida possono essere uno strumento per integrare la dimensione di genere nella
comunicazione istituzionale e per valorizzare il ruolo delle donne nelle strategie
comunicative proprie dell’ente. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della
comunicazione istituzionale ponendo attenzione al principio di non discriminazione.
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• Manuale sulla comunicazione istituzionale di genere (progetto REP Rete
Elette Pugliesi, FSE Regione Puglia, 2008).
Il manuale intende fornire, attraverso alcune “Raccomandazioni”, sia suggerimenti relativi
al processo necessario allo sviluppo di una comunicazione istituzionale attenta al genere, sia
alcune indicazioni per rendere la comunicazione degli enti locali più in linea con gli obiettivi
previsti.
A – Riflessioni sul processo
Lo sviluppo di una comunicazione attenta al genere è un processo che deve prevedere la
pianificazione di un percorso articolato.
A. 1 - Il primo passo è definire cosa si intende con il termine “comunicazione”: solo
successivamente sarà infatti possibile capire cosa significa “comunicazione attenta al genere”.
Molti operatori pubblici non ritengono di dover contribuire attraverso il loro lavoro alle attività
di comunicazione promosse dall’ente. Invece, come è noto – anche laddove esistano uffici
dedicati alla comunicazione – ciascun operatore deve essere in grado di trasmettere messaggi
corretti nel proprio lavoro quotidiano, sia verso il pubblico interno sia verso l’esterno.
Le rappresentazioni di genere attualmente vengono infatti diffuse attraverso le diverse attività di
comunicazione gestite in modo autonomo e non strategico da tutti coloro che operano
all’interno dell’organizzazione: le conseguenze sono il consolidamento degli stereotipi e la
mancanza di coordinamento della comunicazione.
In particolare, questo riguarda la comunicazione dei servizi che contiene molte informazioni,
dirette o indirette, sulle persone e sulle loro caratteristiche.
A. 2 – Il secondo passo è definire un programma utile ad avviare il processo di sensibilizzazione
interna.
Per essere efficace, il coinvolgimento dovrebbe avvenire a diversi livelli e riguardare tutto il
personale dell’amministrazione.
Il percorso di sensibilizzazione dovrà naturalmente prevedere anche attività di formazione.
A. 3 - Il terzo passo deve portare all’identificazione degli obiettivi che si intendono raggiungere
e che devono essere chiari e condivisi.
Un passaggio importante è infatti individuare questi obiettivi in modo partecipativo e funzionale
al contesto specifico.
Le attività di comunicazione devono inoltre essere “sostenibili” e, per avere un impatto
duraturo, devono essere socializzate all’interno dell’ente in tutte le fasi di sviluppo del processo.
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È inoltre fondamentale comprendere a che livello e da quali soggetti vengono definiti gli
obiettivi di comunicazione: per la definizione degli obiettivi il processo decisionale dovrebbe
essere basato, oltre che sugli incontri e gli scambi diretti, anche sullo scambio regolare di
informazioni tra i diversi soggetti che operano nell’organizzazione.
A. 4 – Il quarto passo è la definizione della strategia e del modello di comunicazione da
adottare. Dopo aver individuato gli obiettivi, si dovrà quindi procedere con la decisione dei
contenuti da trasmettere, del linguaggio e dei canali da utilizzare.
B - Principi e indicazioni pratiche
B. 1 – I principi
Nell’analisi realizzata sono stati presi in considerazione alcuni principi finalizzati ad adeguare,
in un’ottica di pari opportunità, strategie e strumenti di comunicazione.
Questi principi potrebbero essere considerati come valori di riferimento da tenere sempre
presenti nella definizione delle attività di comunicazione da realizzare.
I tre principi che dovrebbero essere sempre rispettati per poter affermare che la comunicazione
è attenta al genere sono i seguenti: trasversalità, equità, rappresentatività.
Per trasversalità si intende l’adozione dell’ottica delle pari opportunità tra uomo e donna
come valore culturale da promuovere e condividere all’interno dell’ente. Questo significa
integrare la prospettiva di genere in modo trasversale nelle strategie e negli strumenti di
comunicazione.
Per equità si intende la distribuzione equilibrata della rappresentazione maschile e femminile
nei diversi messaggi di comunicazione prodotti dall’ente.
Per rappresentatività si intende la promozione di modelli che riflettono la reale situazione
assunta oggi, anche se ancora in forma minoritaria, da uomini e donne nella vita economica e
sociale.
B. 2 – Le indicazioni pratiche
Per passare ad alcuni aspetti pratici, il gruppo di lavoro suggerisce agli operatori degli enti locali
e a tutti coloro che hanno a cuore lo sviluppo di un sistema di comunicazione attenta al genere
di:
- non utilizzare l’immagine della donna in modo strumentale (evitando quindi l’uso offensivo
dell’immagine femminile, per esempio come richiamo attenzionale etc.)
- rappresentare sempre entrambi i sessi in modo equilibrato e corretto (per esempio, inserendo
l’uomo come soggetto attivo che partecipa alla vita familiare)
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
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- utilizzare un linguaggio inclusivo e rispettoso dei due generi (pur nella cura della funzionalità
del messaggio)
- privilegiare messaggi chiari, facili, diretti, in grado di valorizzare in modo corretto entrambi i
generi, evitando espressioni che possano rivelarsi offensive per l’identità di genere
- utilizzare canali di comunicazione in grado di raggiungere tutte le donne (in particolare le fasce
deboli come le donne anziane, le donne migranti etc.)
- prevedere un’attenzione particolare e azioni speciali destinate al coinvolgimento delle donne
migranti (in particolare delle seconde generazioni)
- valorizzare l’importante ruolo della donna come “costruttrice di relazioni” all’interno della
società
- promuovere strumenti per la lettura con “occhiali di genere” dei servizi messi a disposizione
dagli enti pubblici per la famiglia (non solo per la donna).
Linguaggio: “il femminile, ma solo quando serve”
L’uso del femminile non deve essere forzato; il femminile deve essere utilizzato nei casi in cui è
utile a far crescere una cultura attenta al genere
Immagini: “la donna come è, non come i media vogliono presentarla”
La comunicazione non deve più proporre una donna che non sia non vicina a quella reale.
La presenza sugli strumenti di comunicazione: “una presenza trasversale, non spazi dedicati”
L’attenzione al genere deve essere presente in modo trasversale su tutti i materiali on line e off
line. Non è sufficiente prevedere una volta l’anno campagne dedicate alle pari opportunità.
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• Comunicazione e stereotipi di genere: linee guida per la valorizzazione
dell’immagine e dell’identità di genere nella comunicazione istituzionale
(Rete nazionale delle consigliere di parità. Gruppo comunicazione e
formazione, 2006).
Il Gruppo ha rielaborato una serie di linee guida realizzate nell’ambito di progetti finanziati dal
FSE che hanno messo al centro il tema della comunicazione orientata al genere. Le linee guida
possono essere proposte nelle diverse realtà dalle Consigliere come suggerimenti, proposte,
richiesta di adesione e impegno ai soggetti istituzionali che fanno comunicazione che le possono
quindi adottare.
I progetti di comunicazione istituzionale concorrono a: 1) rappresentare e dare visibilità a entrambi i sessi, compatibilmente con l’oggetto e le finalità della campagna, al fine di esplicitare il contributo di donne e uomini al corpo sociale. L’attenzione non dovrà essere solo di natura quantitativa (numerosità e distribuzione dei soggetti sessuati nei supporti della campagna), ma qualitativa. In questo caso, è improprio confinare i soggetti sessuati in ambiti segreganti o tradizionalmente specializzati (per esempio, le donne rispetto alle relazioni e agli impegni del privato, gli uomini rispetto alle relazioni e agli impegni del pubblico). L’evoluzione dei ruoli ha condotto donne e uomini a sperimentare nuove soluzioni (familiari, professionali e sociali), caratterizzate da un’accresciuta interscambiabilità. Le campagne istituzionali devono dar conto della trasformazione della società contemporanea e fornire una rappresentazione iconografica e testuale adeguata. 2) utilizzare, nell’elaborazione dei testi, un linguaggio inclusivo dei due generi, pur nel rispetto della funzionalità del messaggio; evitare termini ed espressioni che possano rivelarsi, direttamente o indirettamente, offensivi dell’identità di genere. Le comunicazioni verbali delle campagne sono di forte impatto e penetrano nell’immaginario individuale e collettivo: è dunque essenziale che la loro funzione catalizzatrice non sia escludente di una parte della popolazione. Laddove l’uso del doppio genere penalizza la scorrevolezza dell’apparato testuale, si può optare per definizioni universali, che comprendano sia uomini che donne (ad esempio: usare il termine «persona» in luogo di «uomo» quando si vuole indicare l’intero genere umano). 3) superare l’uso strumentale, offensivo e oltraggioso dell’immagine femminile, intesa come richiamo sessuale, passivo oggetto di desiderio o complemento di lusso e gli stereotipi sessuali che male interpretano e/o banalizzano l’identità di donne e uomini. L’uso del corpo sessuato dovrà essere coerente con le finalità della campagna informativa. 4) introdurre nei progetti di comunicazione elementi che diano visibilità ai flussi migratori in corso e all’inserimento di donne di provenienza e cultura non italiane nel tessuto sociale locale, ponendo l’accento sulla dimensione della multietnicità e alimentando il senso di appartenenza delle nuove arrivate. La rappresentazione delle donne migranti dovrà tenere conto delle peculiarità culturali delle comunità di provenienza, evitando immagini e definizioni percepite come offensive, e superare modelli stereotipati e svalutativi (segregando i soggetti di etnie diverse secondo una mappa di occupazioni e atteggiamenti pregiudiziali). 5) stimolare il contributo e la partecipazione di donne professioniste al progetto di comunicazione, valorizzando il loro apporto. Saranno valutate positivamente, ai fini dell’aggiudicazione dell’incarico da parte della pubblica amministrazione, le campagne prodotte con il contributo creativo e strategico di professioniste del mondo della comunicazione.
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3.4 Confronto con gli operatori della comunicazione istituzionale e
istituzioni di parità in Regione Puglia: il seminario di Bari
Il seminario si è svolto a Bari venerdì 13 novembre 2009 presso la Presidenza della Regione
Puglia con l’obiettivo di promuovere un momento di confronto tra responsabili della
comunicazione della Regione Puglia, organismi di parità, enti locali pugliesi e società di
comunicazione fornitrici per condividere le tematiche relative al ruolo della comunicazione
pubblica nel favorire le pari opportunità.
Obiettivo finale dell’incontro è stato quello di raccogliere i diversi contributi e condividere
proposte concrete per l’elaborazione di Linee Guida di orientamento ad uso dei responsabili
della comunicazione delle istituzioni regionali cha facilitino, in modo semplice ed immediato, la
diffusione dei principi enunciati dall’art. 23 della Legge 7/2007.
La riunione viene introdotta dalla Dottoressa Antonella Bisceglia, Area Politiche per la
Promozione della salute delle persone e delle pari opportunità, Servizio Politiche di benessere
sociale e pari opportunità della Regione Puglia che espone la finalità del progetto relativo
all’attuazione della Legge Regionale 21 Marzo 2007 n.7/ ‘Norme per le politiche di genere e i
servizi di conciliazione vita-lavoro in Puglia’ con riferimento alla finalità prevista dall’art 2. ‘la
promozione e il sostegno di iniziative volte a superare gli stereotipi di genere’.
Anna Catasta Presidente del C.d.I.E. presenta brevemente la società con particolare
riferimento alle competenze in materia di comunicazione istituzionale orientate al genere e
introduce la presentazione della ricerca sulle best practices da parte di Silvana Mura del
C.d.I.E.
Dopo la presentazione della ricerca, che ha suscitato vivo interesse e numerose domande,
commenti e osservazioni da parte delle persone presenti, Anna Catasta introduce la discussione
ricordando i punti principali di attenzione:
discussione sull’impianto generale delle Linee Guida presentate con particolare riferimento all’implementazione delle stesse nell’ambito della comunicazione istituzionale delle politiche e dei servizi;
analisi delle procedure di coordinamento della comunicazione istituzionale in Regione Puglia e suggerimenti relativi alle procedure ottimali (controllo, promozione, sensibilizzazione, monitoraggio) per implementare le Linee Guida trasversalmente in tutte le attività;
piste di lavoro per implementare le Linee Guida nella rete ampia degli enti locali pugliesi, di soggetti pubblici e privati sensibili al tema delle pari opportunità, con particolare riferimento al rapporto con gli operatori e con le agenzie di comunicazione;
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Antonella Bisceglia sottolinea la rilevanza della ricerca presentata da Silvana Mura e la
validità delle Linee Guida, soffermandosi in particolare sulla necessità di prevedere, come parte
integrante delle Linee Guida, procedure specifiche di implementazione e monitoraggio.
M.A. Carbonelli, Presidente Consulta Regionale Femminile, sottolinea la necessità di definire
una precisa regolamentazione degli aspetti relativi alla comunicazione orientata alle pari
opportunità. La Consulta come organismo di parità vuole promuovere le Linee Guida partendo
in primo luogo dalla comunicazione della Legge Regionale 7/2007, definendo linee di
coordinamento e procedure di controllo anche per altri soggetti oltre la Regione Puglia (enti
locali, etc.) . Il monitoraggio dell’implementazione delle Linee Guida è molto importante come
parte integrante del monitoraggio degli effetti della Legge 7/2007.
Antonella Lerario, Comunicazione Regione Puglia, rileva che il programma della legislatura
in corso ha puntato molto sull’innovazione nella comunicazione istituzionale come strumento
per rafforzare l’identità dell’Ente Regione e per stabilire nuovi rapporti con la cittadinanza.
La Regione Puglia ha adottato il nuovo modello organizzativo regionale ‘Gaia’,
un’organizzazione complessa che integra e incrocia competenze e funzioni per garantire
governabilità alle politiche e coerenza all’ azione amministrativa. Gaia si basa su otto Aree di
coordinamento, che aggregano materie omogenee fra loro, dirette da un pool di dirigenti che
agiscono su progetti strategici individuati dalla Giunta, con l’intento di ottimizzare l’azione della
Regione e superare parcellizzazioni e frammentazioni negative.
Il coordinamento della comunicazione istituzionale si basa quindi sul modello organizzativo
Gaia, che ha favorito la comunicazione interna e la collaborazione tra i responsabili della
comunicazione delle diverse aree e ha migliorato la comunicazione con i cittadini.
Certamente è diversa la comunicazione orientata al cittadino rispetto alla semplice circolazione
di dati informativi sul funzionamento della Regione; la comunicazione istituzionale inoltre
comunica politiche e servizi non prodotti come la comunicazione commerciale e deve lavorare
tenendo conto non solo dell’Ente Regione ma di una rete di enti e di un contesto di relazioni sul
territorio.
Ad esempio le relazioni con il mondo scolastico sono necessarie anche per comunicare le
politiche di genere; la frontiera della comunicazione istituzionale orientata al genere apre nuovi
orizzonti e nuove sfide.
Dal punto di vista ‘procedurale e organizzativo’ non esistono tavoli di coordinamento
formalizzati per le attività di comunicazione: ogni servizio organizza autonomamente le proprie
campagne di comunicazione e chiede la collaborazione della presidenza (dove è collocato il
Servizio Comunicazione Istituzionale) e in questo processo si potrebbe inserire un discorso
riferito all’implementazione delle Linee Guida attraverso procedure di promozione e controllo.
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
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E’ allo studio anche la creazione di un Centro Media per cercare di uniformare gli standard della
comunicazione (il Centro Media è previsto nel Piano di comunicazione 2009 della Regione
Puglia all’interno del Servizio Comunicazione Istituzionale come servizio di pianificazione e
impegno di spesa dei fondi destinati alle attività di promozione e di pubblicità), ma attualmente
il Servizio Comunicazione Istituzionale non ha un contatto diretto con le agenzie di
comunicazione in quanto una volta appaltata la campagna di comunicazione tramite procedura
di evidenza pubblica (gare, etc.), non ci sono successivi momenti di rapporto.
Anche EmPULIA Centro Acquisti per la PA (previsto dall’Accordo di Programma Quadro in
materia di e-government e Società dell’informazione nella Regione Puglia per raggiungere
obiettivi di razionalizzazione della spesa pubblica e di modernizzazione del rapporto tra imprese
e Pubblica Amministrazione Locale) può rappresentare un punto importante per
l’implementazione delle Linee Guida, sia in relazione ai criteri definiti per accedere all’Albo
Fornitori, sia in relazione alle procedure di stesura delle gare.
Infine l’ URP, Ufficio Relazioni con il Pubblico, strutturato ispirandosi all’esperienza dell’URP
della Regione Lombardia, è un nodo importante della comunicazione diretta con i cittadini e
utilizza strumenti nuovi e immediati di diffusione delle informazioni e potrebbe veicolare le
politiche di genere.
La discussione prosegue con altri interventi delle partecipanti che ribadiscono la necessità di
accompagnare le Linee Guida con procedure di controllo e monitoraggio che ne garantiscano
l’implementazione e l’attuazione.
Viene anche approfondito il concetto di target invisibile, richiamato nell’esposizione di Silvana
Mura che indica la situazione, piuttosto diffusa, in cui, per mancanza di elementi di conoscenza
precisa del contesto territoriale e delle caratteristiche della popolazione femminile e maschile, la
comunicazione istituzionale si rivolge a target generici che non raggiungono le/ i destinatarie/i.
Occorre quindi stabile un circuito virtuoso tra i cittadine/utenti dei servizi, che esprimono
bisogni e proposte e l’ente pubblico in modo da evitare il rischio di una comunicazione top-down
a senso unico.
Inoltre in materia di politiche di genere, spesso gli sforzi positivi della comunicazione
istituzionale vengono vanificati dall’atteggiamento dei media che veicolano un’immagine delle
donne lontana dalla realtà, premiando, come nei recenti fatti che hanno coinvolto la Puglia,
modelli femminili vincenti basati sulla seduzione e sul mercato sessuale.
Si sottolinea infine l’importanza di sviluppare la comunicazione istituzionale conoscendo bene il
territorio, collegandosi alle diverse istituzioni presenti e interpretando i bisogni delle comunità e
delle persone.
Il rischio infatti e di limitare la comunicazione istituzionale sulle politiche di pari opportunità a
campagne di propaganda generica o a iniziative per limitare danni già in essere (ad es. violenza,
C.d.I.E. Centro di Iniziativa Europea soc. coop.
53
sfruttamento etc.) e occorre formare preventivamente le agenzie di comunicazione per stimolare
proposte creative all’altezza delle sfide.
Anna Catasta sintetizza i risultati della discussione osservando che il dibattito ha evidenziato i
seguenti temi:
Antonella Bisceglia conclude la riunione indicando un obiettivo operativo raggiungibile in
quanto, dati i tempi disponibili prima delle elezioni regionali, è impossibile definire un percorso
complessivo valido per tutti gli enti locali pugliesi.
Il POR Regione Puglia Fesr 2007-2013, in cui si colloca anche l’azione del Dipartimento per le
Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri in attuazione del PON ‘Governance
e Assistenza Tecnica Obbiettivo Convergenza’, consente di rendere complementari la visione del
contesto con gli obiettivi da perseguire.
Infatti il POR Fesr è un documento di programmazione,indica i soggetti attuatori che diventano
corresponsabili nell’utilizzo delle risorse e nell’attuazione degli obiettivi previsti.
Inoltre il POR Fesr prevede una comunicazione unitaria governata da un unico soggetto che è la
Presidenza della Regione Puglia; questa situazione favorisce il necessario coordinamento delle
attività di comunicazione che sulle politiche ordinarie è più difficile.
Infatti se il processo fa capo a un solo soggetto è più facile anche il monitoraggio.
La proposta finale per lo studio in oggetto potrebbe quindi essere la seguente:
Questa sperimentazione potrebbe costituire un esempio che la Regione Puglia propone ad altre
realtà regionali e si potrebbe prevedere che gli organismi di parità affianchino il processo con
una funzione di controllo e di proposta. Per quanto riguarda le Linee Guida si potrebbe
accompagnare l’individuazione dei diversi principi con esempi di cattiva e buona comunicazione
in modo da facilitare la loro implementazione da parte degli operatori della comunicazione.
• accompagnare le Linee Guida con la predisposizione di procedure e strumenti per la loro implementazione e per il monitoraggio delle attività;
• favorire una comunicazione istituzionale sulle pari opportunità che nasca da una conoscenza precisa del territorio; in questo senso non si parte da zero perché molti documenti regionali, tra cui i Piani Operativi Regionali FESR e FSE contengono elementi preziosi di analisi della realtà regionale che potrebbero essere la base di attività di comunicazione orientata al genere.
• definire, in attuazione della Legge 7/2007, un quadro di riferimento generale, l’individuazione di principi e di Linee Guida
• individuare una prima sperimentazione e implementazione delle Linee Guida nelle procedure di comunicazione del POR Fesr, associando tutti i soggetti che concorrono alla sua attuazione.
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4. LINEE GUIDA PER LA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE IN
CHIAVE DI GENERE IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE
REGIONALE 7/2007 DELLA REGIONE PUGLIA: PERCORSI DI
IMPLEMENTAZIONE
Le ‘Linee Guida per la comunicazione chiara ed efficace orientata alle pari opportunità’
elaborate dal progetto “Comunico Donna” e proposte come metodologia per la comunicazione
istituzionale in chiave di genere, sono rivolte ai responsabili della comunicazione istituzionale
della Regione Puglia, della rete territoriale degli enti locali e di soggetti pubblici e privati che
agiscono nell’ambito della comunicazione pubblica, ai comunicatori che operano in raccordo
con le amministrazioni pubbliche, agli organismi di parità e ovviamente ai cittadini (uomini e
donne) che sono destinatari della comunicazione e ‘fanno comunicazione’ interagendo
direttamente o indirettamente con il pubblico.
L’analisi delle best practices e del quadro di Linee Guida presenti a livello nazionale e regionale,
ha messo in evidenza la carenza di strumenti e procedure per implementare le Linee Guida nelle
attività di comunicazione istituzionali dei diversi enti, dimostrata dal fatto che, a distanza di
alcuni anni dalla redazione dei primi documenti di indirizzo sul tema, non è possibile verificare,
con strumenti di monitoraggio e valutazioni efficaci, la loro effettiva applicazione alle campagne
di comunicazione e quindi gli esiti, in termini di efficacia dei messaggi antidiscriminatori e a
favore delle pari opportunità.
Appare quindi indispensabile, come è stato sottolineato nel percorso di ricerca realizzato in
questo progetto, che le Linee Guida siano integrate dall’individuazione di percorsi e procedure
di implementazione, monitoraggio e valutazione.
Quali sono gli elementi chiave per implementare le Linee Guida?
• sensibilizzazione/informazione/formazione
• standard di qualità
• coordinamento/controllo
• monitoraggio/valutazione
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Figura 4 Gli elementi chiave per implementare le linee guida in Regione Puglia
4.1. Proposte per l’implementazione delle linee guida nel sistema di
comunicazione istituzionale integrato della Regione Puglia
La Regione Puglia ha innovato in questi anni l’approccio alla comunicazione istituzionale
orientando sempre di più l’attività di comunicazione ai cittadini.
A testimonianza di questo lavoro di innovazione sono stati 7 i premi ricevuti dalla Regione
Puglia e da enti del territorio al recente Forum PA 2009.
Il Piano di Comunicazione 2009 Definizione della politica e della strategia di
comunicazione (Bollettino Ufficiale della Regione Puglia - n. 146 del 17-9-2009) definisce
bene le caratteristiche di un ambiente particolarmente favorevole all’implementazione delle
Linee Guida.
Infatti il Piano sottolinea che in Puglia ‘è stato costruito un sistema integrato di
comunicazione che è divenuto patrimonio culturale di tutto l'Ente e in cui ogni
Servizio amministrativo partecipa alla sua costruzione ed al suo sviluppo, costruendo un
linguaggio condiviso, comprensibile e possibilmente univoco nei confronti degli interlocutori
esterni. In questo contesto la normativa regionale, innovativa a livello nazionale, prevede che
tutte le attività di comunicazione dei Servizi amministrativi siano supervisionate e
valutate nella pianificazione, nei bandi di gara e nella esecuzione dal Servizio
Comunicazione Istituzionale.
Alcuni elementi citati nell’analisi Swot richiamano le analisi svolte per individuare le Linee
Guida per la comunicazione istituzionale in chiave di genere.
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Tra i punti di forza e le opportunità vengono citate:
• la presenza di una struttura amministrativa dedicata e specializzata, responsabile
dell’attuazione del piano
• possibilità di contrattazione con i soggetti della comunicazione e della
informazione;parternariato con sindacati e associazioni, accesso alle nuove forme e ai
nuovi canali di comunicazione
Tra i punti di debolezza e le minacce vengono citate:
• la difficoltà nell’implementazione di campagne di comunicazione sulle policy integrate
• l’ eterogeneità dei target di riferimento per: età, digital divide, collocazione
geografica, fruizione dei mezzi.
I punti chiave per implementare le linee guida
I target di riferimento del Piano di Comunicazione sono:
A. l’Amministrazione Regionale;
B. le Istituzioni (tutte le Province e i Comuni pugliesi, gli altri Enti Pubblici di riferimento);
C. i media (Agenzie di stampa, quotidiani di informazione, nazionali e locali, periodici di
informazione culturale, periodici specializzati, radio e TV nazionali e locali,
media on-line);
D. gli operatori, gli stakeholders, gli opinion leaders (Scuola e Università italiane e straniere,
Enti di formazione, Associazioni, soggetti pubblici e privati);
E. i cittadini
Gli obiettivi del piano di comunicazione sono coerenti con le indicazioni delle
Linee Guida e in particolare i seguenti obiettivi si caratterizzano come adatti a rafforzare la
loro implementazione:
OBIETTIVO 3. investire in comunicazione a sostegno della promozione della Puglia, delle sue
policy e del territorio, sulla base di un approccio di partecipazione integrata, attraverso la
valorizzazione di campagne di comunicazione, eventi e servizi realizzati anche con l’uso delle più
L’eterogeneità dei target femminili corrisponde a tutte le categorie citate (età, digital
divide etc.) e inoltre in generale la popolazione femminile appare ancora comunque
insufficientemente conosciuta tanto da essere indicata come ‘target invisibile’.
e coincidono con i destinatari delle Linee Guida
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moderne tecnologie, per rafforzare lo stretto rapporto di complementarità e sinergia tra
comunicazione e informazione, promozione, innovazione tecnologica e realtà economica del
territorio.
Strategie: organizzazione di campagne di comunicazione e di eventi di rilevanza regionale,
importante veicolo per l’informazione, per la promozione, per consolidare i rapporti con il
territorio, con i cittadini e per incentivare la fruizione dei servizi
OBIETTIVO 9: valorizzare le risorse umane attraverso percorsi formativi per una migliore e
più efficace comunicazione interna ed esterna, facilitando lo scambio di best practice per i
servizi forniti al cittadino.
Strategie: attivazione di percorsi formativi interni per il migliore utilizzo e valorizzazione delle
risorse umane; scambio delle buone pratiche, anche attraverso l’utilizzo del sito web
www.comunicazione.regione.puglia.it, il sito dedicato agli operatori della comunicazione
pubblica e istituzionale;
L’assetto generale della comunicazione istituzionale integrata della Regione Puglia è disegnato
anche nel progetto di Legge ‘Disciplina delle attività in materia di comunicazione
pubblica integrata’ versione 8/09/2009 (Bozza finale dei focus group Regione Puglia 2.0).
Tra le finalità il provvedimento collega strettamente le attività di comunicazione ai principi di
accessibilità e partecipazione, trasparenza, pluralismo democratico, dialogo tra
istituzioni, razionalizzazione delle risorse pubbliche e sottolinea il ruolo della Pubblica
Amministrazione come soggetto anticipatrice del mutamento e delle dinamiche sociali, garante
del passaggio dal diritto di accesso all’informazioni al dovere di cessione delle informazioni.
Il testo inoltre individua con precisione la rete di soggetti destinatari che sono, in gran parte
omogenei a quelli individuati dalla Legge regionale 7/2007:
In particolare è possibile ipotizzare, nella concreta pianificazione delle attività di comunicazione di questi obiettivi per i prossimi anni, percorsi di implementazione delle Linee Guida.
Infine le attività di valutazione/ monitoraggio, già previste nel Piano, possono essere ampliate alla verifica dell’applicazione delle Linee Guida.
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• Regione Puglia e sistema regionale allargato (enti, aziende, società, agenzie istituzioni,
consorzi e organismi comunque denominati,controllati, vigilati e partecipati dalla
Regione Puglia nonché ai concessionari di servizi pubblici regionali);
• Enti locali e sistemi locali (consorzi e associazioni, enti, istituzioni, aziende, società,
agenzie, organismi comunque denominati, controllati, vigilati o partecipati dagli enti
locali, nonché dai concessionari dei servizi pubblici locali).
Infine la proposta di Disciplina individua compiutamente il rapporto che si viene a determinare
tra comunicazione pubblica, informazioni trasmesse dall’ente e cittadini, che è di reciprocità e di
arricchimento continuo.
‘L’informazione nella PA è utile quando è integra, accessibile, comprensibile e diretta ai target
di riferimento che possono metterla in circolo, arricchendone il contenuto, restituendo una
risposta (feedback), o semplicemente fruendone’.
La proposta individua anche la necessità di uniformare la comunicazione istituzionale a specifici
standard con particolare riferimento agli standard di valutazione delle attività di
comunicazione; molta importanza è peraltro assegnata alla formazione del personale
addetto alla comunicazione e allo sviluppo, tramite elenco fornitori qualificato, di una rete di
operatori della comunicazione pubblica che lavorino in sintonia con gli orientamenti della
Regione.
L’articolo 21 del Capo IV del progetto di Legge indica alcuni criteri per la realizzazione delle
Campagne di Comunicazione: ‘la Pubblica Amministrazione nello svolgere attività di
informazione e comunicazione aventi carattere pubblicitario, deve tenere conto del “Codice di
autodisciplina pubblicitaria italiana” e non devono costituire occasione di propaganda di
parte, personale, partitica e religiosa, né risultare funzionali ad interessi diversi da quelli della
collettività’.
Non si fa riferimento esplicito alla necessità di evitare la diffusione, anche involontaria , di stereotipi che possono favorire la discriminazione, anche se il Codice di autodisciplina contiene frequenti richiami al tema; in termini propositivi sarebbe interessante inserire le Linee Guida in questo capitolo come strumento attuativo a cui riferirsi.
Le attività di monitoraggio e valutazione dell’implementazione delle Linee Guidapotrebbero essere poi realizzate analizzando l’archivio storico delle campagne previsto dallo stesso articolo, in coerenza con il sistema di valutazione regionale della comunicazione (che dovrà individuare necessariamente i punti di forza e di debolezza di ogni campagna) previsto dall’art. 38.
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‘Ogni campagna di comunicazione realizzata deve essere conservata con un prototipo di ogni
strumento utilizzato in un archivio storico, a cura della del Settore Comunicazione
Istituzionale, a disposizione dei cittadini e degli altri enti locali regionali’.
Figura 5 Proposta di implementazione delle linee guida nel sistema integrato di comunicazione
I criteri generali delle Linee Guida possono essere inseriti come requisito sia nei capitolati di gara delle azioni di comunicazione, previsti all’articolo 31 del Disegno di Legge, sia nelle procedure di selezione delle imprese abilitate ai servizi di comunicazione che entrano a far parte del relativo elenco regionale istituito presso il sistema Empulia, Centrale di Acquisto Territoriale della Regione Puglia. (art. 33)
Le necessarie azioni di sensibilizzazione/informazione/formazione per implementare le Linee Guida potrebbero essere inserite nel Piano annuale di formazione e aggiornamento degli operatori di comunicazione pubblica previsto all’articolo 35.
Linee Guida
Sensibilizzazione/informazione/formazio
ne
Sistema integrato di comunicazione
della Regione Puglia
Piano annuale di formazione
/pubblica/operatori comunicazione
Coordinamento/controllo
Settore comunicazione istituzionale
Nucleo di coordinamento della
comunicazione
Standard/criteri di qualità
Standard regionali
Bandi e gare
Elenco fornitori Empulia
Monitoraggio/Valutazione
Archivio storico delle campagne di
comunicazione
Sistema di valutazione regionale
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4.2. Proposte per la sperimentazione delle linee guida in chiave di
genere: il POR FESR
Dalle azioni di ricerca e di discussione preliminari alla stesura del report finale, è emersa
l’indicazione di sperimentare l’impianto generale delle Linee Guida per la
comunicazione istituzionale in chiave di genere nell’ambito delle attività previste
nel POR Fesr Regione Puglia 2007-2013.
La scelta di questo ambito di sperimentazione è basata sui seguenti elementi:
la durata della programmazione POR Fesr e la certezza delle procedure relative di
attuazione dal 2007-2013, compresa l’attribuzione delle risorse;
la definizione puntuale degli obiettivi generali e specifici che, accompagnati da
un’analisi attenta delle caratteristiche socio-economiche del territorio pugliese,
costituisce un quadro di riferimento prezioso su ‘cosa comunicare ’ adottando i criteri
indicati nelle Linee Guida;
la definizione precisa dei soggetti attuatori del POR Fesr che rappresentano quindi la
rete territoriale da coinvolgere nella sperimentazione;
l’indicazione dei destinatari finali che possono essere individuati come target
importanti.
Inoltre dal punto di vista delle attività della comunicazione, gli elementi di opportunità sono i
seguenti:
La struttura organizzativa definita per l’attuazione del POR FESR 2007-2013 è stabilita
dal Decreto del presidente della Giunta Regionale 24 settembre 2008, n. 886
Attività trasversali di promozione delle Linee Guida realizzate dagli organismi
di parità, dal Settore comunicazione istituzionale, dalla Rete territoriale URP,
dagli enti locali, dagli stakeholders, dalla rete dei comunicatori pubblici, dai
cittadini e dalle cittadine Rosa
Lucia Anna
Luca
Gennet
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Organizzazione per l’attuazione del Programma Operativo FESR 2007-2013 e prevede
che, per l’implementazione trasversale del principio di pari opportunità, il Referente
Pari Opportunità assicuri che gli obiettivi del P.O. FESR 2007-2013 siano
perseguiti nel rispetto del principio della parità di genere e nella
prevenzione di ogni discriminazione fondata sul sesso, la razza o l’origine
etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o
l’orientamento sessuale.
Inoltre i Responsabili di Asse, ognuno per la propria competenza, definiscono
preventivamente e in itinere con il Referente Pari Opportunità le linee di intervento e gli atti
procedurali conseguenti.
Lo spirito della collaborazione è ovviamente non solo orientato al controllo degli effetti neutri,
positivi, negativi dell’attuazione del POR Fesr (secondo la metodologia VISPO adottata da
tempo nella programmazione comunitaria), ma anche alla proposta per favorire la promozione
delle pari opportunità
Il POR FESR è articolato in diversi Assi ognuno dei quali ha un Responsabile di
gestione; in particolare l’Asse VIII Governance, capacità istituzionali e mercati
concorrenziali ed efficaci prevede nel Programma di attuazione pluriennale Fesr
2007-2010 , Deliberazione della Giunta Regionale 4 agosto 2009, n.1449, due linee di
intervento:
Interventi a supporto della partecipazione nell’attuazione del PO
Assistenza tecnica all’attuazione del PO
La prima linea di intervento potrebbe costituire un ambiente favorevole per rafforzare la
partecipazione attiva delle donne all’attuazione del POR nella logica della coprogettazione anche
delle attività di comunicazione, mentre la seconda linea di intervento individua nel Piano di
Comunicazione del POR uno strumento importante di attuazione.
Il Piano di Comunicazione FESR Regione Puglia 2007-2013
Il Piano di Comunicazione, approvato dal Comitato di Sorveglianza del 22.2.2008, è stato
validato dalla Commissione Europea nel corso del primo semestre 2009 e, secondo quanto
deliberato dalla Giunta Regionale con provvedimento 30.6.2009, n.1157, sarà attuato dal
Responsabile regionale del Servizio di Comunicazione.
Questa organizzazione consente l’inserimento organico delle attività di comunicazione del POR Fesr 2007-2013 nel sistema di comunicazione pubblica della Regione Puglia, già precedentemente esaminato.
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Il POR Fesr Regione Puglia 2007-2013 si articola nei seguenti Assi Prioritari:
Asse 1. Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per la
competitività
Asse 2 Uso sostenibile e efficiente delle risorse ambientali e energetiche per lo sviluppo
Asse 3 Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale
Asse 4 Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo
Asse 5 Reti e collegamenti per la mobilità
Asse 6 Competitività dei sistemi produttivi e occupazione
Asse 7 Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani
Asse 8 Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali e efficaci
(Programma Operativo POR Fesr 2007-2013 Deliberazione della Giunta Regionale 12 febbraio 2008,
n.146)
Ogni asse presenta obiettivi generali e specifici, azioni finanziabili, molto importanti per favorire
la promozione delle pari opportunità in tutti i settore nel territorio regionale pugliese.
L’attuazione del POR infatti rappresenta un percorso indispensabile per tentare di colmare il
ritardo che accompagna la condizione femminile in Puglia, sia in termini di occupazione
femminile (26,8% contro il 28,2% delle Regioni Convergenza e il 45,3% complessivo nazionale
in preoccupante peggioramento dal 2002), sia in altri ambiti della vita economica e sociale.
La strategia generale per le Pari Opportunità per tutti adottata dal POR FESR risponde
all’art 16 del Regolamento Generale dei Fondi Strutturali che sancisce che gli stati membri
devono adottare misure necessarie per prevenire ogni discriminazione fondata sul sesso, la
razza, o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o
l’orientamento sessuale.
In pratica, coerentemente con l’approccio normativo della Regione Puglia, il Programma per
garantire le pari opportunità adotta la strategia di promuovere azioni positive per
rimuovere le discriminazioni, anche attraverso azioni di comunicazione e di
sensibilizzazione dell’opinione pubblica
L’“approccio duale”, invece, teso sia a innovare le politiche specifiche , sia ad attuare e
consolidare il principio di mainstreaming di genere nei diversi ambiti di intervento, in
particolare nei settori chiave, quali l’innovazione, l’economia della conoscenza, l’ambiente, i
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servizi sociali sostiene la strategia generale per le pari opportunità di genere . (Programma
Operativo POR Fesr 2007-2013 Deliberazione della Giunta Regionale 12 febbraio 2008, n.146)
Quali sono gli obiettivi del POR FESR nell’ambito delle pari opportunità?:
1. eliminazione delle disuguaglianze strutturali tra uomini e donne nel mercato del lavoro
pugliese
2. favorire le politiche di conciliazione tra attività professionale e vita familiare, sia nei
confronti degli uomini che delle donne, in tutte le fase della loro vita, attraverso un nuovo
impegno a garantire servizi accessibili, economici e di qualità per la cura dei bambini e delle
altre persone non autosufficienti.
3. Ridurre il gender gap che esclude una componente importante della popolazione femminile
pugliese dalla società della conoscenza e dell’informazione;
4. intervenire sugli stereotipi di genere al fine di incoraggiare la componente maschile a
partecipare con uguale carico di responsabilità alla vita familiare, garantendo una
sostanziale parità anche nei percorsi di carriera e professionali delle donne;
5. politiche di integrazione a favore delle donne immigrate e vittime di sfruttamento sessuale
e/o lavorativo che rappresenta un fenomeno in costante crescita.
Il Piano di Comunicazione FESR Regione Puglia 2007-2013 Definizione della politica e della
strategia di comunicazione,che ha l’obiettivo generale di diffondere la conoscenza del
programma comunitario e delle relative opportunità, diventa uno strumento di attuazione delle
politiche di pari opportunità.
Il Piano contribuisce infatti ad attuare l’articolo 16 del Regolamento 1083/2006 e del
Regolamento 1080/2006 in tema di parità di genere e delle pari opportunità nelle fasi
di preparazione, attuazione, monitoraggio e valutazione dei programmi operativi e garantisce
altresì il pieno rispetto del principio di non discriminazione durante tutte le fasi dell’attuazione
dei Fondi e in particolare rispetto all’accesso agli stessi
Per raggiungere questo obiettivo bisogna aggiornare la strategia di comunicazione rispetto alla
programmazione 2000-2006.
La programmazione FESR 2000-2006, è stata caratterizzata infatti da un’azione di
comunicazione fortemente condizionata dalla struttura degli interventi che presentavano molte
variabili e dal numero ristretto di persone direttamente interessate in rapporto alla popolazione.
In particolare il rapporto di valutazione intermedia della programmazione 2000-2006 Fesr in
Regione Puglia evidenzia una scarsa conoscenza da parte dell’utenza femminile
potenziale delle opportunità offerte dal POR, che occorre colmare anche mediante
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campagne di sensibilizzazione e l’ascolto della forte richiesta di interventi specifici a favore
delle donne, sia nel campo della formazione professionale, sia per favorire la conciliazione
vita/lavoro.
Un obiettivo del Piano di Comunicazione è quello di garantire trasparenza, efficienza,
accessibilità, semplificazione e imparzialità nell’accesso alle opportunità offerte
dal PO del FESR in Puglia, mettendo a disposizione di tutti i potenziali destinatari
le informazioni che dovrebbero essere rese ampiamente disponibili attraverso una rete estesa di
canali, tra cui i mass media e le nuove tecnologie come Internet, mettendo tutti in condizione di
essere aiutati a sviluppare le capacità necessarie per accedere e utilizzare tali informazioni.
In particolare per quanto riguarda il principio di ‘accessibilità’ i messaggi devono arrivare a
tutti i potenziali beneficiari o destinatari, sia concretamente che cognitivamente, in modo da
essere compresi senza difficoltà. Occorre promuovere ed agevolare l’adozione di alcuni
atteggiamenti e comportamenti, avvicinando i destinatari della comunicazione alla condivisione
delle politiche attuate e persuadendoli rispetto ad alcuni temi e ad alcuni percorsi, tra i quali
fondamentali sono la sicurezza sul lavoro, la necessità di formarsi e di aggiornare le proprie
competenze per tutto l’arco della vita, la creazione di più opportunità per le donne, i temi della
sostenibilità, lo sviluppo attraverso le energie alternative, la concezione olistica del turismo, etc.
La strategia di comunicazione, pertanto, necessita di integrazione nei termini appena declinati
di chiarezza, esaustività, obiettività, trasparenza, ma implica anche la capacità di
accompagnare le persone in una valutazione consapevole dei bisogni individuali e
collettivi, e talvolta di persuaderle.
Governare, soprattutto nel caso in cui si eroghino servizi, significa spesso riuscire
a convincere i cittadini ad adottare comportamenti coerenti con le scelte compiute
o a sensibilizzarli affinché i bisogni concreti, che spesso non vengono percepiti,
emergano con più facilità e chiarezza. E’ in questo contesto che la comunicazione
diventa non più una semplice scelta ma una necessità e rappresenta, rivestendo
una funzione strategica, il completamento di ogni attività.
Il Piano sostiene inoltre la necessità di realizzare, tramite attività di studio e di ricerca,
un’adeguata analisi del contesto e del target di riferimento, al fine di attuare le giuste strategie
attraverso gli strumenti ritenuti indicati per la loro realizzazione.
I target della comunicazione sono i beneficiari (cioè gli attuatori delle azioni previste dal POR)
che a loro volta sono responsabili degli interventi informativi e pubblicitari destinati al pubblico
(Conformemente a quanto indicato nell’art. 8 del Regolamento (CE) n. 1828/2006,) i
destinatari (cioè tutti coloro a cui potenzialmente si rivolgono le opportunità previste dal PO),
il Grande Pubblico vale a dire l’opinione pubblica, intesa in senso globale.
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Ipotesi di lavoro
Un primo schema per la sperimentazione delle Linee Guida si può così definire in relazione ai
target individuati dal Piano di Comunicazione POR Fesr
Figura 6 Primo schema per la sperimentazione delle linee guida in relazione ai destinatari
Figura 7 Secondo schema per la sperimentazione delle Linee Guida in relazione alle reti di
governance del Piano
Beneficiari: comunicazione
specifica sui singoli Assi
(obiettivi e policy)
Linee Guida
▫ Sensibilizzazione
▫ Formazione
▫ Standard e criteri nei bandi
e nelle gare
Destinatari:
comunicazione specifica
sui singoli Assi (obiettivi e
policy)
Linee Guida
▫ Individuare target specifici
maschili e femminili
▫ Multitarget
▫ Coprogettazione
Grande pubblico:
comunicazione sulle policy
trasversali
Linee Guida
Promuovere campagne di
informazione sulle pari
opportunità e sulle politiche
Linee Guida
Coordinamento
e controllo
Monitoraggio
Linee Guida
Formazione
Ricerca
Parternariato socio-economico
Sistema regionale allargato
Rete territoriale
Organismi di parità
Rete di comunicazione
integrata della Regione Puglia
Nucleo di coordinamento
della comunicazione
Nuova rete di referenti interni
Urp
Portale Web
Europe Direct
Rete comunicatori Fesr
Linee Guida
Standard
Formazione
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Proposta di piano di lavoro sperimentale
In relazione alla coerenza e sinergia tra le Linee Guida per la comunicazione istituzionale in
chiave di genere, il Piano di comunicazione 2009 della Regione Puglia e il Piano di
Comunicazione POR FESR 2007-2013, si propone il seguente Piano di lavoro 2010-2011:
Fase 1
L’elaborazione del piano di lavoro consentirà di definire operativamente le attività prioritarie da
realizzare nel biennio 2010-1011 per implementare le Linee Guida nella comunicazione Por Fesr
2007-2013; il piano individuerà anche le risorse e le competenze necessarie, nonché le modalità
di coinvolgimento degli organismi di parità.
L’elaborazione del piano sarà coordinata dal Referente pari opportunità per l’attuazione del
POR Fesr.
Fase 2
Per implementare le Linee Guida è cruciale svolgere un’attività di sensibilizzazione/
informazione/ formazione sulle stesse Linee Guida nei confronti dei diversi attori coinvolti.
Le attività saranno quindi rivolte ai beneficiari, al partenariato economico e sociale, agli
organismi di parità, ai responsabili per Asse della programmazione Fesr, alla rete di
comunicatori Fesr e della comunicazione pubblica, ai ferenti interni e esterni della
comunicazione istituzionale integrata.
Si svolgerà attraverso seminari, workshop, utilizzando anche la formazione a distanza e si
integrerà con le attività annuali di formazione/aggiornamento previste dalla Regione.
Definizione di un piano di implementazione delle Linee Guida nell’ambito delle attività di comunicazione POR FESR 2007-2013
Attività di sensibilizzazione/informazione/formazione sulle Linee Guida
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Fase 3
Per poter meglio individuare i target di riferimento delle attività del POR Fesr e quindi della
comunicazione rivolta ai destinatari, è utile prevedere azioni di animazione territoriale rivolte a
diversi gruppi di donne e uomini selezionati in base alle analisi socio-economiche disponibili,
per verificare il livello di conoscenza/percezione dei mutamenti e dei risultati previsti dalla
programmazione comunitaria.
Le attività si svolgeranno attraverso workshop e focus group durante i quali sarà organizzata la
coprogettazione di format di comunicazione orientata secondo le indicazioni delle Linee Guida.
Fase 4
Sulla base delle fasi precedenti appare utile progettare, unitamente alle reti di comunicatori
pubblici già attivi nella Regione, unitamente a agenzie di comunicazioni, referenti regionali e
della rete di comunicazione integrata, prototipi di campagne comunicazione coerenti con le
Linee Guida.
I prototipi saranno riferiti a strumenti di comunicazione rivolti ai/alle destinatarie della
programmazione per ampliare l’accessibilità e le pari opportunità alle azioni e ai servizi previsti
nei singoli Assi e a campagne di comunicazione rivolte al Grande Pubblico relative alle policy
trasversali di pari opportunità.
Fase 5
In relazione all’esigenza di diffondere capillarmente la cultura della comunicazione
antidiscriminatoria e orientata al genere, appare necessario individuare, sulla base dei criteri
individuati nelle Linee Guida, standard di qualità della comunicazione delle attività POR Fesr
Animazione territoriale e co-progettazione delle attività di comunicazione
Progettazione di prototipi di campagne di comunicazione specifiche per Asse e trasversali per policy generali
Definizione degli standard da inserire nelle attività di comunicazione, nei bandi e nelle gare
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orientati alla promozione dell’accessibilità delle pari opportunità e dell’efficacia comunicativa,
da inserire nelle procedure di evidenza pubblica (bandi e gare) previste per l’attuazione del POR.
Fase 6
Si propone di prevedere, all’interno delle procedure di valutazione e monitoraggio previste dal
Piano di comunicazione Por Fesr, procedure specifiche in chiave di genere.
Si renderà necessario quindi individuare indicatori specifici di valutazione, un sistema di
raccolta e analisi dei dati e report periodici di valutazione.
Fase 7
Si propone di realizzare un seminario pubblico di presentazione dei risultati del piano di lavoro.
Cronoprogramma
Mesi/
Fasi
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
1
2
3
4
5
6
7
Definizione e attuazione delle procedure di monitoraggio e valutazione in chiave di genere delle attività di comunicazione del POR Fesr 2007-2013
Presentazione dei risultati
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5. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Documenti comunicazione istituzionale Regione Puglia
Regione Puglia, Piano di comunicazione 2009 Definizione della politica e della strategia di
comunicazione, Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 146, 17 settembre 2009
Regione Puglia, Disciplina delle attività in materia di comunicazione pubblica integrata BOZZA
FINALE DEI FOCUS GROUP DI PUGLIA2.0, 8 settembre 2008
Documenti FESR Regione Puglia
Regione Puglia, Programma Operativo POR Fesr 2007-2013 DELIBERAZIONE DELLA
GIUNTA REGIONALE n. 146., 12 febbraio 2008.
Regione Puglia, Organizzazione per l’attuazione del Programma Operativo FESR 2007-2013,
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 886, 24 settembre 2008.
Regione Puglia, PO Fesr 2007-2013. Asse VIII. Programma Pluriennale di Asse. Approvazione.
Disposizioni organizzative e di gestione, DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALe n.
1449, 4 agosto 2009
Regione Puglia, P.O. FESR 2007-2013 - Presa d’atto dei criteri di selezione delle operazioni
definite in sede di Comitato di Sorveglianza e Direttive concernente le procedure di gestione.,
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE, n. 165, 17 febbraio 2009
Regione Puglia, Piano di Comunicazione FESR Regione Puglia 2007-2013 – Definizione della
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Codici deontologici e linee guida
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http://www.commissionepariopportunita.it
Sito Regione Puglia per lo sviluppo e la promozione del territorio e delle imprese:
http://www.sistema.puglia.it/
Sito INAIL, sezione donna e lavoro: http://donnaelavoro.inail.it/femminile/index.htm
Sito dell’innovazione e tecnologia per le pari opportunità, patrocinato dalla Presidenza del
Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità: http://www.futuroalfemminile.it/
Sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità:
http://www.pariopportunita.gov.it/
Sito della rete per le pari opportunità, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le
Pari Opportunità : http://www.retepariopportunita.it/
Sito del progetto KILA, promosso dalla Commissione Regionale Pari Opportunità e dalla
Consigliera di Parità Regione Piemonte: http://www.kila.it/
Sito dell’osservatorio legislativo dell’Europarlamento: http://www.europarl.europa.eu/oeil
Sito della Commissione parlamentare per i diritti della donna e uguaglianza di genere presso
l’Europarlamento:http://www.europarl.europa.eu/activities/committees/homeCom.do?langua
ge=IT&body=FEMM
Sito dell’associazione protocollo contro la pubblicità sessista:
www.protocollocontrolapubblicitasessista.it/
Sito dell’Osservatorio di Pavia: http://www.osservatorio.it/
Sito dell’Osservatorio sul Diversity Management dell’Università Bocconi:
http://www.sdabocconi.it/it/ricerca/osservatori/osservatorio_sul_diversity_management/
Sito della sintesi della legislazione UE: http://europa.eu/legislation_summaries/index_it.htm
Sito dell’associazione Comunicazione Perbene: http://www.comunicazioneperbene.com/
Sito della comunicazione Regione Puglia: http://comunicazione.regione.puglia.it/
Sito del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali:
http://www.lavoro.gov.it/lavoro/
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AIAP, Associazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva: http://www.aiap.it/
Associazione italiana della comunicazione pubblica e istituzionale: http://www.compubblica.it/
Assocomunicazione, associazione delle imprese di comunicazione:
http://www.assocomunicazione.it/
EASA European Advertising Standard Alliance: http://www.easa-alliance.org/
IAP- Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria: http://www.iap.it/
Pubblicità Progresso : http://www.pubbliprogresso.it/
Monitor Donna, Blog sui temi delle sulle pari opportunità: http://blog.monitordonna.it/