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Su Patiu n. 14

Date post: 07-Apr-2016
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Notiziario della Parrocchia Sant'Ignazio di Loyola di Oliena - Dicembre 2008
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Su Patiu - Dicembre 2008 - n. 14 pag. 1 Dicembre 2008 n . 1 4 IN QUESTO NUMERO: PROGRAMMA AVVENTO 3 Tutte le iniziative di Avvento e Natale L’ASO COMPIE 18 ANNI 4 L’associazione Soccorso Olianese è maggiorenne APPROFONDIMENTI 11-12 Tempo di Avvento - La Novena di Natale SU PATIU RAGAZZI 7-10 Primo Numero del supplemento dedicato a bambini e ragazzi AMMENTOS 14-15 Un numero di “Pipinita” del 1954 - Ricordando Don Calaresu che vuole fare a meno della presenza di Dio nella storia e della novità portata da quel bambino. In questi giorni le strade e le case del nostro paese saranno segnate e illuminate da tanti presepi. Fermiamoci a contemplare e ad accogliere Gesù, il Figlio di Dio, depo- sto nella mangiatoia, che “da ricco che era, si è fatto povero per noi, perché voi diventiate ricchi per mezzo della sua po- vertà” (2Cor 8,9). Cantiamo con gioia il nostro inno di ringraziamento e di lode: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2,14). Con questi sentimenti auguriamo a tutti Buon Natale e Buon Anno nella luce e nella pace del Verbo incarnato. Don Giuseppe Mattana Don Luciano Monni Don Tomaso Puddu ASCOLTA: È NATALE Un bambino è nato per noi N atale: un nome che richiama un periodo di gioia e di festa. La pub- blicità, la coreografia di luci e di addobbi ne hanno fatto un’occasione commerciale straordinaria. Una frenesia quasi incontrollabile di acquisti, di regali, di organizzazione di pranzi e di cene per- vade la so- cietà cosi detta “dei consumi”. L’arrivo della tre- dicesima (a chi arri- va!) sem- bra creare l’illusione di avere tanti soldi. Forse la grave crisi economica che si stà vivendo imporrà scelte di- verse e più sobrie. Si rischia di perdere l’autentico significato del Natale. Siamo chiamati a fermarci, ad ascoltare l’annuncio che ha cambiato la storia dell’umanità, che ha squarciato le tenebre del mondo, diffondendo una gran- de luce: “Vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore”(Lc 2,11). “È nato per noi un bambino, un figlio ci è stato donato”. “Gesù Cristo è la luce per antonomasia, il sole sorto sopra le tenebre della storia”. Durante l’Avvento, dal cuore della Chie- sa, si è spesso levata una preghiera e una implorazione: “Vieni, Signore, a visitarci con la tua pace, la tua presenza ci riempirà di gioia”. Il Natale ci fa percepire questa presenza e questo dono. Essere raggiunti dalla presenza di Dio, che si fa vicino a noi nel Natale, è un dono straor- dinario, è “la ve- rità che salva la vita – che si è fatta carne in Gesù – che ac- cende il cuore di chi la riceve con un amore verso il prossi- mo che muove la li- bertà a ridona- re ciò che si è gratuitamente ricevuto” (Benedetto XVI). Il natale ci invita a far posto a Dio nella nostra vita: “Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’albergo” (Lc 2,7). Per loro, per Giuseppe, Maria e il Bambino, non c’era posto non solo allora, ma, purtroppo, anche oggi, in una società
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Su Patiu - Dicembre 2008 - n. 14 pag. 1

Dicembre 2008 n. 14

IN QUESTO NUMERO:

PROGRAMMA AVVENTO 3 Tutte le iniziative di Avvento e Natale

L’ASO COMPIE 18 ANNI 4 L’associazione Soccorso Olianese è maggiorenne

APPROFONDIMENTI11-12 Tempo di Avvento - La Novena di Natale

SU PATIU RAGAZZI7-10 Primo Numero del supplemento dedicato a bambini e ragazzi

AMMENTOS14-15 Un numero di “Pipinita” del 1954 - Ricordando Don Calaresu

che vuole fare a meno della presenza di Dio nella storia e della novità portata da quel bambino. In questi giorni le strade e le case del nostro paese saranno segnate e illuminate da tanti presepi. Fermiamoci a contemplare e ad accogliere Gesù, il Figlio di Dio, depo-sto nella mangiatoia, che “da ricco che era, si è fatto povero per noi, perché voi diventiate ricchi per mezzo della sua po-vertà” (2Cor 8,9). Cantiamo con gioia il nostro inno di ringraziamento e di lode: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2,14). Con questi sentimenti auguriamo a tutti Buon Natale e Buon Anno nella luce e nella pace del Verbo incarnato.

Don Giuseppe Mattana Don Luciano Monni Don Tomaso Puddu

ASCOLTA: È NATALEUn bambino è nato per noi

Natale: un nome che richiama un periodo di gioia e di festa. La pub-

blicità, la coreografia di luci e di addobbi ne hanno fatto un’occasione commerciale straordinaria. Una frenesia quasi incontrollabile di acquisti, di regali, di organizzazione di pranzi e di cene per-vade la so-cietà cosi detta “dei consumi”. L’ a r r i v o della tre-d i ce s ima (a chi arri-va!) sem-bra creare l’illusione d i a v e r e tanti soldi.F o r s e l a grave crisi economica che si stà v i v e n d o i m p o r r à scelte di-v e r s e e più sobrie. Si rischia di perdere l’autentico significato del Natale. Siamo chiamati a fermarci, ad ascoltare l’annuncio che ha cambiato la storia dell’umanità, che ha squarciato le tenebre del mondo, diffondendo una gran-de luce: “Vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore”(Lc 2,11). “È nato per noi un bambino, un figlio ci è stato donato”. “Gesù Cristo è la luce per antonomasia, il sole sorto sopra le tenebre della storia”.

Durante l’Avvento, dal cuore della Chie-sa, si è spesso levata una preghiera e una implorazione: “Vieni, Signore, a visitarci con la tua pace, la tua presenza ci riempirà di gioia”. Il Natale ci fa percepire questa presenza e questo dono. Essere raggiunti dalla presenza di Dio, che si fa vicino a

noi nel Natale, è u n d o n o straor-dinario, è “la ve-rità che s a l v a la vita – che si è fatta carne in Gesù – che ac-c e n d e il cuore di chi la r i c ev e con un a m o r e verso il prossi-mo che muove l a l i -bertà a ridona-

re ciò che si è gratuitamente ricevuto” (Benedetto XVI). Il natale ci invita a far posto a Dio nella nostra vita: “Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’albergo” (Lc 2,7). Per loro, per Giuseppe, Maria e il Bambino, non c’era posto non solo allora, ma, purtroppo, anche oggi, in una società

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Cronaca di Vita Parrocchiale - Quinquelibri

NOTIZIARIO dellaParrocchia Sant’Ignazio di Loyola - OLIENA

Direttore Responsabile:GIUSEPPE MATTANA

Gruppo Redazione:LUCIANO MONNIANTONELLO PULIGHEDDUPEPPINO NIEDDUFRANCO GARDUANNA FRANCA PAU

Stampa: SERISTAMPA - OLIENA

Ottobre 2008 - n. 12 - 13Iscrizione Reg. G. e P. N. del Trib. di Nuoro n. 03/2004del 20 Ottobre 2004

Avvenimenti vissuti nella nostra comunità dal 11 Ottobre al 16 Novembre 2008

INDIRIZZI e NUMERI TELEFONICI

Parrocchia Sant’Ignazio di LoyolaPiazza Collegio, 7 - 08025 OLIENA (Nu)Tel. e Fax 0784.285655Indirizzo e-mail: [email protected]

Don Mattana tel. 0784.285655 - 340.7661593Don Luciano tel. 338.3310434Don Puddu tel. 0784.288707Suore tel. 0784.287555

Avviso ai lettori: Ai sensi della legge D.Lgs 30.6.2003 n. 196 per la tu-tela dei dati personali, comunichiamo che gli indirizzi di quanti ricevono questo periodico fanno parte dell’archivio della Parrocchia S. Ignazio di Loyola in Oliena e sono utilizzati esclusivamente per l’invio del predetto periodico o di altre comunicazioni sulle nostre attività.

11 ottobreSi tiene nel Santuario di N.S. di Monserrata il Ritiro parrocchiale per l’inizio del nuovo anno pastorale. Il tema del Ritiro: “La tua Parola sia luce al nostro cammino” sottolinea l’impegno per mettere al centro della vita cristiana e parrocchiale la cono-scenza della Sacra Scrittura.

12 ottobreCon la celebrazione dell’Eucaristia alle 10,30, viene inaugurato il nuovo anno catechistico e pastorale.

18 ottobreAll’interno della proposta voca-zionale nelle varie parrocchie della Diocesi, gli alunni del Seminario: Giovanni Cossu, Mario Contu, Salvatore Ruiu, accompagnati dal Rettore Don Giampiero Fronteddu, incontrano i ragazzi delle medie che si preparano alla cresima. Un incon-tro vivace e partecipato.

19 ottobreGli alunni del Seminario Vescovi-le di Nuoro con i ragazzi del pre – seminario, animano la giornata vocazionale in parrocchia.

20 ottobreCon una Concelebrazione presieduta dal Vescovo Mons. Meloni, viene ricordato Don Nunzio Calaresu a un mese dalla sua scomparsa.

22 ottobreSi riunisce il Comitato di N.S. di Monserrata per l’elezione del nuovo presidente. Risultano eletti Pietrino Carroni e Palmira Cucca. Al termi-

ne del mandato di tre anni lasciano Giovanna e Graziano Dui, Marinella e Peppino Puddighinu, Monserrata e Antonio Sanna. A loro il commosso ringraziamento di tutto il Comitato e della Comunità parrocchiale.

1 novembreViene inaugurata la nuova sede pre-sidenziale della Chiesa parrocchiale. L’opera, dono di una famiglia, è stata realizzata da Lussorio Zedda.

3 novembreViene celebrata la giornata per ri-cordare i Caduti di tutte le guerre. Dopo la celebrazione della S. Messa da parte del Parroco, alla presenza del Sindaco Rag. F. Cappelli, della Giunta Comunale e di vari Consi-glieri, ci si reca in piazza Collegio per pregare e rendere omaggio alla lapide che ricorda i cittadini di Olie-na morti nella prima e nella seconda guerra mondiale.

6 novembreOspiti del Vicario Foraneo Don Giuseppe Mattana, si tiene nella Bi-blioteca parrocchiale l’incontro con i sacerdoti della Forania “N.S. dei Martiri”, che comprende le parroc-chie di Fonni, Mamoiada, Orgosolo e Oliena. Al centro dell’incontro la necessità di una rinnovata attenzione alla pastorale giovanile, le varie pro-poste per una maggiore conoscenza della Sacra Scrittura e per una sua diffusione capillare nelle comunità.

8 e il 9 novembreSi tiene nel Santuario di N.S. di Monserrta l’uscita di gruppo da parte dell’AGESCI di Oliena.

13 novembre

In casa di Palmira e Pietrino Carroni, si riunisce il Comitato di N.S. di Monserrata per accogliere le nuove coppie che hanno accettato di far parte del Comitato per i prossimi tre anni: Francesco Fele e Pietrina Massaiu, Italo Mameli e Jole Arbau, Salvatore Falchi e Francesca Deled-da. A tutti buon lavoro in un servizio quanto mai prezioso e qualificato per tutta la comunità.

15 novembreAlle ore 12,00, nella Chiesa di S. Maria, con la celebrazione della S. Messa per soci defunti, l’AUSER di Oliena celebra la sua giornata an-nuale. Nei locali dell’Associazione segue poi il pranzo per tutti i soci.

16 novembreL’ACR parrocchiale vive un mo-mento di incontro e di preghiera a Monte Maccione.

Sono Stati Battezzati in Cristo

Hanno formato una nuova famiglia

Sono ritornati alla casa del Padre

Giobbe GiovanniBoi Francesca

Palimodde MariaDeiana Mariantonia

Manca Giuseppa RosaCatte Lussorio

Rubanu Maria Antonia PasquaSalis Pasqua

Piras ElenaFele Aurora

Fadda SalvatoreCorda Claudia

Puligheddu Michele

Cadinu Sandro - Serra PaolaCorriga Alessio - Congiu Nadia

Vargiu Flavio - Cambedda Giampiera Pompita Gian Paolo - Porcu AliceSedda Salvatore - Lippi Mondina

Piras Piercosimo – Cacceddu GianfrancaCossu Antonello – Fois Maria Grazia

Carrus Pietro Maria - Sanna Erika Catte Luigi - Spina Antonina

DIMENTICANZE:Ci scusiamo vivamente perché nel precedente numero 12-13 sono stati involontariamente omessi i seguenti dati:Battesimi: Fadda Stefano. Cresime: Caslini Andrea, Lai Angelica, Massaiu Elisabetta. Defunti: Manca Giuseppe.

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29 Novembreore 19.00: Veglia di preghiera per l’inzio dell’Avvento.Inizio Novena dell’immacolata (che sarà sempre alle ore 19.00).

30 NovembreI Domenica di Avvento.

8 DicembreSolennità dell’Immacolata.Si raccomanda vivamente di continuare la lodevole tradizione dei presepi nei vi-cinati e nelle case.

Dal 9 al 20 DicembreIniziativa del CESTO DELLA SOLI-DARIETÀ nella Chiesa Parrocchiale, a San Giuseppe, a San Francesco, a Santa Maria e alla Madonna del Carmelo.

In questi giorni la Caritas Parrocchiale organizzerà anche la consueta COLLET-TA ALIMENTARE COMUNITARIA in tutti i Supermercati del nostro paese.

11 DicembreGiornata Penitenziale, Confessioni dalle ore 15.00 alle ore 20.00.

13 DicembreOre 15.30 Santa Messa nella Chiesa campestre di S. Lucia (tempo permetten-do).

13 DicembreNATALE DEGLI UOMINI ore 18.30 confessioni, ore 20.00 Santa Messa.

16 Dicembre:Inizio Novena in preparazione al SAN-TO NATALEOre16.00: Novena bambini e anziani a Santa Maria.Ore 19.30: Novena per giovani e adulti.

20 DicembreConcerto natalizio della Polifonica Olia-nese nella Chiesa Parrocchiale alle ore 20.30.

24 DicembreOre 17.00 Santa Messa della Vigilia di Natale.Ore 24.00 Santa Messa della Notte di Natale. 25 DicembreSOLENNITÀ NATALE DI N.S. GESÙ CRISTO.

Programma Avvento e Natale - 2008SANTE MESSE: ore 7.00; 8.15 a Santa Maria; 9.30; 11.00; 18.00.

28 DicembreFesta della SANTA FAMIGLIA DI NA-ZARETHore 18.00 Santa Messa per le famiglie.

31 Dicembreore 17.00 Santa Messa prefestiva, seguirà un momento di adorazione e il canto del TE DEUM.

8 GennaioInizio Novena di Sant’Antonio Abate.

10 GennaioInizio del Corso di Preparazione al Ma-trimonio, si raccomanda la partecipazio-ne delle coppie di fidanzati che intendo-no sposarsi nel corso dell’anno 2009.

11 GennaioFesta del Battesimo del Signore, si invi-tano i genitori che volessero battezzare i loro figli di farlo possibilmente in questa celebrazione.Iniziano le iscrizioni delle prioresse nei vari oratori.

dovunqueun PRESEPE

Strade, piazze, chiese, cortilitestimoniano la nascita del Bambino Gesù

Gruppi, vicinati, famiglie:siete tutti invitati a preparare un presepe che possa essere visitato

in cortili, piazze, angoli caratteristici del nostro paese.

(per ragioni organizzative vi chiediamo di comunicare in anticipo luogoed orari di apertura del vostro presepe)

Anche quest’annorinnoviamo l’appuntamento

per il

NATALEdegli UOMINI

Una occasione unicaper pregare, riflettere,

stare insiemein un momento di fede

e fraternità

Sabato 13 Dicembreore 18,30 Confessioniore 20,00 Santa Messa

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SPAZIO ASSOCIAZIONI

Ebbene si’, anche noi maggiorenni!! Da quell’anno (1990) ne e’ passato di tem-po. Ormai tutti gia’ conosce-te la nostra storia: siamo nati grazie alla buona volonta’ di un gruppo di persone le quali, spinte da uno spirito di soli-darieta’ verso il prossimo, si sono buttate in questa avven-tura , sostenute dal benestare della popolazione che, con il suo apporto monetario, ha permesso l’acquisto della pri-ma ambulanza. Questa pero’ ormai e’ storia vecchia, ma non per questo da dimenticare; infatti noi abbiamo il dove-re e l’onore di continuare in questo cammino...a volte in discesa, a volte in salita e a volte tortuoso...ma non mol-liamo!!! Abbiamo a cuore la salute della nostra comunita’, stiamo cresecendo e non solo anagraficamente! Crescono gli interventi (purtroppo!), aumentano i servizi secon-dari (ricoveri programmati e dimissioni), aumentano i

L’A.S.O. COMPIE 18 ANNIGrazie all’impegno e alla disponibilità dei volontari che auspichiamo siano sempre più numerosi

servizi con i pulmini per il trasporto disabili...noi pero’ sempre pronti a soddisfare nel migliore dei modi i loro bisogni ,che poi, sono anche i nostri! Tutto questo puo’ es-sere fatto grazie alla dispo-nibilita’ dei volontari sempre pronti a spendersi per il pros-simo in cambio di niente. Affiancati a questi, ormai da 5 anni, grazie ai pro-getti dell’anpas (associazione nazionale pubblica assisten-za) per il servizio civile, ci sono i ragazzi di tale servizio; attualmente ne abbiamo 13 che, tra i servizi coi pulmini, trasporti secondari e 118, co-prono una buona parte della nostra attivita’. Attivita’ che non si ferma solo con questi servizi, ma, dal 2005, siamo presenti in consiglio regionale anpas con una nostra volontaria che ricopre anche il ruolo di “componente della commis-sione nazionale formazione” (unico membro per la sarde-

gna!) E da giugno scorso con altri due membri della no-stra associazione : uno come “probiviro” e l’altro come “revisore dei conti”! Altri riconoscimen-ti ci sono arrivati da parte di istituzioni e privati per il lavoro svolto dalla nostra associazione, non ultimo in occasione della maxi-emer-genza successa il 18 agosto... famoso incidente con il ca-mioncino, dove una ventina di persone hanno rischiato veramente grosso! L’Aso era presente con due mezzi piu’ tutti i vo-lontari disponibili, che hanno lasciato i vari “ banchetti” di-slocati per il paese! Tutte le operazioni sono state magistralmente coordinate dagli operatori del

118, vigili del fuoco e tutte le forze dell’ordine presenti in loco, da non sottovalutare l’importante apporto dato dai cittadini comuni che, idos-sata la pettorina fluorescente in uso nella propria vettura, hanno permesso che tutto ve-nisse svolto nel migliore dei modi, per questo noi, ancora una volta, facciamo appel-lo alla sensibilita’ dei nostri concittadini, perche’ diven-tino volontari dell’aso, non serve altro se non buona vo-lonta’ e il tempo che ognuno ritiene di poter dare, perchè non è vero che non abbiamo tempo! Il problema è che ne sprechiamo troppo!!!

I volontari dell’aso

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Luigi e Zelia, genitori di santa Teresa di Gesù bambino, sono stati proclamati beati il 19 ottobre 2008 nella ba-silica di santa Teresa di Lisieux. Luigi nacque a Bor-

deaux, ma passò la sua infanzia tra una scuola militare e l’altra poiché il padre era capitano dell’esercito francese. Intorno al 1850 ritornò ad Alençon dove conobbe Zelia. Zelia nacque a Gandelain. Ebbe un’infanzia molto difficile a causa del carat-tere aspro dei genitori. Nel 1844, andato in pensione il padre, si trasferirono a Alençon. Il matrimonio fu una grande sorpre-sa per entrambi, che fino ad allora erano orientati verso la vita consacrata. Ebbero cinque figlie e due figli che però morirono giovani. La loro beatificazione è dovuta non solo alla loro perfetta con-dotta matrimoniale, ma anche e soprattutto alla grande fede di entrambi. Essi condussero sempre la propria vita all’insegna dell’ideale trasmesso da Giovanna D’arco: il servizio di Dio prima di ogni altra cosa. La loro vita non fu semplice. Vis-sero in una Francia travagliata dalla grave crisi economica e dal punto di vista sociale dalla crisi dei valori. Essi dovettero sempre faticare per poter sfamare la propria famiglia. Dovet-tero “inventarsi un lavoro” per riuscire ad arrivare alla fine del mese, esattamente come accade a molte famiglie di oggi. I problemi economici li portarono a spostarsi da Alençon a Lisieux, con la speranza di ritrovare la serenità economica. Anche nell’ambito lavorativo si può notare la loro completa dedizione, il loro grande senso del dovere. I loro sacrifici non andavano comunque nella direzione dell’etica borghese ma-terialista del tempo. Essi, infatti, non aspiravano ad una vita agiata, ma ad una vita “essenziale”. Spesero denaro e tempo assieme alle loro cinque figlie per aiutare gli altri. Erano, in-fatti, entrambi artigiani e di tutto quello che guadagnavano usavano per sé stessi solo il necessario, mentre tutto il resto era destinato ai meno fortunati. Trasformarono così la loro casa in un “ambiente ospitale e accogliente, sempre aperto a chiunque ne avesse bisogno”. Dimostrarono la propria santità anche nella grande sfida che tutti i genitori devono affrontare: educare i propri figli. Nonostante gli impegni lavorativi di en-trambi, furono sempre presenti e valorizzarono l’ingrediente fondamentale del rapporto tra genitori e figli: il dialogo. La “grazia”, ossia la costante presenza di Dio, nella loro famiglia era ed è evidente. Il segreto della serenità familiare pone le sue basi anche nella solidità del rapporto coniugale. Questo anda-va oltre il superficiale amore fisico. Era un amore dell’anima, dello spirito. Un amore Platonico nel vero senso del termine il cui obiettivo non era però il raggiungimento della Bellezza in quanto tale, ma della Bellezza di Dio.

Questo amore essi lo portavano anche verso i loro figli. Con-fermano la loro grandezza d’animo le parole della loro più il-lustre figlia, Santa Teresa. Quando lei disse:”il Buon Dio mi ha donato un padre e una madre più degni del cielo che della terra” diede in assoluto la più grande testimonianza della loro beatitudine. Non aveva molti ricordi della madre, che morì quando lei aveva solo quattro anni, ma quei pochi erano vivi e intensi. Ricorda la sua grande fede nutrita dalla quotidiana preghiera e dalla Santa Messa. Aveva impressa nella mente la grande forza, animata dalla consapevolezza dell’aiuto di Dio, con la quale affrontava le difficoltà della vita. Del padre invece conservava maggiori ricordi. In particolare non poteva dimen-ticare l’intensità della sua preghiera. Diceva infatti che” non aveva che da guardarlo per sapere come pregano i santi”. Per Teresa fu il maggiore punto d’appoggio, la sostenne nel suo cammino. Egli le trasmise anche il suo profondo amore per la bellezza della natura.Neppure il Santo Padre, Benedetto XVI, ha potuto evitare di citare i due coniugi. «Pensando alla beatificazione dei coniugi Martin mi è caro richiamare un’altra intenzione che mi sta tan-to a cuore: la famiglia il cui ruolo è fondamentale nell’educa-zione dei figli ad uno spirito universale, aperto e responsabile verso il mondo e i suoi problemi come pure nelle formazione delle vocazioni alla vita missionaria». Queste sono infatti le parole dette il 19 0ttobre c.a. durante la visita a Pompei. Esse riconfermano tutte le cose dette a proposito dei due coniugi, e confermano il ruolo esemplare che ebbero Luigi e Zelia.Credo che la beatificazione dei coniugi Martin ci porti a ri-

Esempio e speranza di Santità nella famiglia

ESEMPI ILLUSTRI

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Foto: Folchetti

flettere riguardo alla santità. Infatti, è molto insolito venire a conoscenza dell’esistenza di una coppia di beati, è difficile da credere. L’opinione comune vuole che a raggiungere la san-tità siano solo persone non sposate. In questo caso ci trovia-mo invece davanti ad una esemplare condotta matrimoniale e genitoriale. Questo a dimostrazione del fatto che esistono diverse “strade” per raggiungere la santità, che deve essere la meta di ogni cristiano, anche di noi giovani. Per noi è difficile concepire quest’obiettivo come raggiungibile, non solo per il disinteresse di molti di noi, ma anche e soprattutto per l’opi-nione che di noi ha la società di oggi. Infatti, siamo conside-rati delle scatole vuote da riempire di cose materiali e di falsi ideali piuttosto che di valori, concetti, sogni e ambizioni di vita . Gran parte di noi giovani ignora, invece, questo stereoti-po, che la società cerca di imporci, per cercare di realizzare il proprio desiderio di una vita non improntata sul materialismo, sul consumismo e sui piaceri effimeri, ma sulla soddisfazione personale, sugli affetti e sulla vita spirituale. Per il raggiungi-mento di questi obiettivi, secondo me, sono necessari il soste-gno della famiglia e la mediazione di questa e della scuola fra noi e la società. Inoltre è molto interessante osservare la maniera in cui essi decisero di vivere: in controtendenza rispetto alla società del tempo (analoga nelle problematiche a quella di oggi). Essi devono essere un esempio per la società odierna in quanto

danno una speranza e un insegnamento alle famiglie di oggi. Danno una speranza a tutte le famiglie che si trovano in situa-zioni di crisi economica. Infatti, essi mostrano la giusta manie-ra di affrontare le difficoltà e gli ostacoli della vita: con grande forza di volontà e con la consapevolezza di non essere mai soli, ma di poter sempre contare nell’aiuto di Dio. Ci dimostra-no, inoltre, con il loro modo di vivere che la vita può essere affrontata avendo materialmente solo l’essenziale, senza pre-tendere il superfluo.Ci insegnano il valore della famiglia, che oggi si sta perdendo, in quanto il matrimonio non è più considerato un vincolo in-dissolubile, ma solo una “tradizione” . Ci mostrano quale sia il vero significato di “educazione dei figli”; confermano, in-fatti, la possibilità di conciliare il lavoro con la vita familiare, contrariamente a quel che oggi succede. Nella società odierna è spesso evidente come i figli abbiano dei problemi a relazio-narsi e a confrontarsi con i genitori, e viceversa. Si pensa che i figli non desiderino altro che di liberarsi dei “genitori oppres-sivi”, ma in realtà, come accennavo prima, ogni bambino, ogni ragazzo sente la necessità di un punto di appoggio costante. In questa società piena di violenza orientata spesso solo verso la continua ricerca del denaro e della popolarità, la famiglia rimane l’unica “isola felice” per noi giovani. I genitori hanno il difficile compito di garantirci sicurezza, serenità e conforto e soprattutto devono insegnarci i dimenticati VALORI di VITA.

Clara

segue Beati Martin

Via Ugo Foscolo, 45 - 47 - NUOROTel. 0784/254082 - Fax 0784/251494

Studio TecnicoGeom. Piero PINNATel. 0784.288292 - 285258 - cell. 338.8438092

OLIENA

Progettazioni - Frazionamenti Accatastamenti - Successioni

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Su Patiu - Dicembre 2008 - n. 14 pag. 7

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tia u

n es

chim

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rebb

e un

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Per

ché?

Cos

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os’è

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dere

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be e

non

può

cam

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Cos

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tti q

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re e

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qua

ndo

non

la v

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usar

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ual è

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ista

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iano

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e do

po la

salit

a?”5

2 9

8 4

6 7

3 1

0”

sono

i nu

mer

i, no

n in

dis

ordi

ne, d

a 0

a 9.

In

che

ord

ine

sono

?

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10.

Soluzioni:1. il vino/2. la lettera “O”/3. perché i pinguini vivono al polo Sud/4.

l’età/5. il rumore/6. 50 paia di pantaloni/7. l’ancora/8.M

assimo G

uadagno/9.l’affanno/10.in ordine alfabetico.

4

12

34

56

7

89

1011

1213

14

1516

1718

12

34

5

67

8

910

1112

13

1415

1617

18

Oriz

zont

ali:

1. P

icco

lo d

olci

no fa

tto in

pas

tic-

ceria

- 8.

Mac

chin

a - 9

. L’in

izio

di o

rma

- 10.

In

mez

zo a

lla n

ostra

facc

ia -

11. P

icco

lo in

setto

ch

e te

sse

una

tela

- 14

. Per

sona

ggio

“bar

ba-

ro”

inte

rpre

tato

da

Arno

ld S

chw

artz

eneg

ger

- 15

. Rot

to, c

onsu

mat

o - 1

7. A

rtico

lo in

dica

tivo

fem

min

ile p

lura

le -

18. I

l ver

bo p

refe

rito

dagl

i in

nam

orat

i.Ve

rtic

ali:

1. L

o fa

il p

anet

tiere

- 2.

Dop

o av

er-

lo ti

rato

, a v

olte

, si n

asco

nde

la m

ano

- 3. N

è m

io, n

è su

o - 4

. In

mez

zo a

l mito

- 5.

Il “c

ap-

pello

” de

i re

- 6.

Il p

apà

della

tua

mam

ma

o de

l tuo

pap

à - 7

. Met

allo

pre

zios

o - 1

2. R

ana

al c

ontra

rio -

13. S

tazi

one

in in

gles

e - 1

4. L

a pa

rola

cim

a se

nza

la a

- 15

. La

seco

nda

nota

m

usic

ale

- 16.

Voc

e de

l ver

bo a

ndar

e.

ORI

ZZO

NTAL

I: 1.

In m

ezzo

al to

po -

3. A

nim

ale

che

il no

me

ad u

n fa

mos

o gi

oco

che

si fa

su

un ta

bello

ne

con

un p

erco

rso

di 9

0 ca

sellin

e e

si pr

oced

e a

lanc

i di

dadi

- 6.

Che

ani

mal

e è

il Se

bast

ian

amico

del

la S

ire-

netta

? - 9

. Que

llo d

ei S

ette

Nan

i che

sta

rnut

isce

sem

-pr

e - 1

0. Io

vad

o, tu

vai

, egl

i ...

- 11.

Dop

o la

set

tima

- 14.

Le

voca

li in

foca

- 15

. Si a

ppar

ecch

ia p

er p

ranz

o e

per c

ena

- 16.

I co

ntad

ini c

i am

muc

chia

no la

scor

ta d

i fie

no p

er l’i

nver

no -

18. L

a fin

e di

gia

mm

ai.

VERT

ICAL

I: 1.

Met

allo

pre

zioso

con

cui

si c

onfe

ziona

-no

di s

olito

i gi

oiel

li - 2

. Qua

ndo

lo p

rend

e il

calci

ator

e ...

è u

n go

l man

cato

!- 3.

L’in

izio

dell’o

cchi

o - 4

. Si u

sano

pe

r apr

ire le

por

te -

5. L

e vo

cali i

n st

rani

- 6.

Arri

va d

’in-

vern

o in

siem

e al

fred

do -

7. Il

mom

ento

più

bui

o de

lla g

iorn

ata

- 8. A

form

a di

uov

o - 1

2. L

a ca

sa

degl

i ani

mal

i - 1

3. Io

vol

o, tu

... -

17.

L’in

izio

e la

fin

e de

gli ip

popo

tam

i.

CON

CORS

O A

PRE

MI

RE

GO

LA

ME

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O: S

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più

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n ra

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re la

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osa

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tti!

Fai

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cap

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riso

lvi q

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i reb

us e

cru

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poi

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pens

i si

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na f

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a a:

R

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Pia

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Oli

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i 3, i

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Ric

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criv

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i!! A

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bino

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.

REBU

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rase

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)

TALI (il

frat

ello

del

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papà

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tua

mam

ma)

REBU

S PE

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LOSO

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SE:

3, 9

, 2,

4,

3, 5

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CH

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BA

5

Page 8: Su Patiu n. 14

pag. 8 Su Patiu - Dicembre 2008 - n. 14 La pa

rola “

Ministr

ante

” de

finisce

meg

lio d

i “C

hier

iche

tto”

la

figur

a di

colui ch

e si m

ette

a s

ervizio

del Si

gnor

e e

della

com

unità

che,

nella

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gia,

loda

, ad

ora,

ringr

azia, Non

bas

ta e

sser

e un

buo

n ra

gazz

o pe

r dive

ntar

e su

bito

Ministr

ante

.Occ

orre

anz

itut

to u

n sinc

ero

deside

rio

di s

ervire

il Si

gnor

e, il sa

cerd

ote,

l’int

era

comun

ità.

..; è

nece

ssar

ia u

na v

ocaz

ione

, un

a ch

iamat

a di D

io!

Ge

sù p

uò c

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are

un r

agaz

zo,

un g

iova

ne a

d es

sere

Ministr

ante

qu

ando

va

a ca

tech

ismo,

qua

ndo

preg

a, q

uand

o as

colta

la B

ibbi

a, e

può

ch

iamar

lo a

ttra

vers

o un

com

pagn

o,il

cate

chista

, un

a su

ora,

un

sace

rdot

e, i

genito

ri...

Non

si pu

ò fa

re il M

inistr

ante

per

met

ters

i in m

ostr

a, p

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are

bella

fig

ura,

per

tro

vare

amici. A

l sinc

ero

deside

rio

del cu

ore

si d

evon

o ag

giun

-ge

re a

ltre

buo

ne q

ualit

à: la

preg

hier

a, la

seriet

à, il se

nso

del se

rvizio,

la

punt

ualit

à, l’ord

ine.

Al di s

opra

di tu

tto

è ne

cess

ario u

n gr

ande

amor

e a

Gesù

, co

n un

fo

rte

deside

rio

di lod

arlo c

ome

si c

onvien

e, e

far

lo lod

are

agli

altr

i.

GRUPPO

MIN

ISTRAN

TI

OLIE

NA

V I E N I A N C H E T UA

SE

RV

IRE G

ES

U’

2

Come eravam

o!D

al 2007 abbiamo cam

-biato la nostra “divisa”

che sarebbe la veste tarcisiana bianca con le due strisce ros-se, prim

a avevamo la sottani-

na nera e sopra la cotta bian-ca, nonostante queste vestine fossero belle e suggestive non erano m

olto pratiche e poi abbiam

o sottoposto

alcune di queste alla prova del C

ar-bonio 14 (gentilm

ente con-cessoci dall’ A

PCPB

: Asilo

Parrocchiale Canonico Pietro

Bisi) e.....udite udite!! U

na ri -saliva addirittura al m

aestro

di Oliena, quello che da gran-

de poi fece il nostro famoso

retablo nel 1526, altre venti invece di chiara m

anifattura spagnola

appartenevano ai

giovanissimi allievi del colle-

gio dei gesuiti e furono porta-te da R

oma dai Padri una vol-

ta finito il Concilio di Trento

nel 1563. Insomm

a a parte gli scherzi queste vestine erano un po’ vecchiotte, e poi erano tutte diverse, rischiavam

o di essere un po’ tutti quanti A

r-lecchino.

Anche i ministranti, quando servono all’altare, devono indos-

sare degli abiti speciali. È poco riguardoso salire sull’altare in tuta, m

agari con le macchie di nutella o con le scarpe da

ginnastica tutte sporche: la Chiesa è la casa del Signore e

per rispetto a Lui bisogna vestirsi come si deve e indossare

gli abiti per la celebrazione con una certa eleganza. Propria del m

inistrante è la tarcisiana (da s. Tarcisio) è un abito bianco lungo fino ai piedi con sulle spalle due strisce, rosse,

che percorrono tutta la lunghezza dell’abito.Il bianco indica la purezza m

entre il rosso il martirio.

Diventare M

inistrante è semplice devi venire ad iscriverti in sacrestia, poi ti verrà consegnata la

vestina che dovrai indossare durante le celebrazioni, poi ti dovrai impegnare nella frequenza al turno

di servizio che liberamente ti sceglierai e alla m

essa alla domenica, poi devi venire all’incontro e alle

prove che faremo ogni sabato alle 15.00, e poi, ................................................

e poi VIEN

I E BASTA e SC

OPR

IRA

I QU

AN

TO è BELLO

ESSERE M

INISTR

AN

TE!!

Ma quando arrivano

questi ministranti?

3

Era la notte Santa. Un povero calzo-laio lavorava ancora nella sua unica stanza, dove viveva insiem

e alla mo-

glie. Entro la mattina successiva, avrebbe

dovuto consegnare un paio di scarpe per il figlio di un ricco signore.- Hai già pensato a quello che potrem

o com

prarci con il guadagno di questo lavo-ro? - chiese il calzolaio alla m

oglie.- Sono piccole: ci daranno ben poco! - scherzò lei.-

Accontentiamoci!

Meglio

questo che

niente!Il calzolaio appoggiò le scarpe sul banco e se le guardò soddisfatto.- Guarda che m

eraviglia! - esclamò. - E

senti come sono calde con questa pellic-

cetta dentro!- Un paio di scarpette degne di Gesù Bam

-bino!- Hai ragione - rispose il calzolaio m

ettendosi a spazzolar-le.- Allora, che cosa pensi di com

pare per il pranzo di domani?

- riprese l’uomo dopo un attim

o.- M

ah... pensavo a un cappone.- Già, senza un cappone non sarebbe un vero N

atale!- Forse anche m

ezzo...- D’accordo, e poi?- Due fette di prosciutto.- Sicuro: il prosciutto com

e antipasto. E poi?- E poi il dolce.- E poi la frutta secca...- Giusto. E da bere?- Una bottiglia di spum

ante.- Sì, una bottiglia basterà, m

a che sia buono!A quel punto si sentì un colpo alla porta.- Hanno bussato? - chiese l’uomo.- M

a chi sarà a quest’ora? Forse il cliente...- N

o, gliele devo

porta-re io dom

at-tina.- Allora sarà il vento. M

a il rumore si sentì di nuovo.

La donna aprì la porta ed ebbe un moto di sorpresa. Un

bambino la guardava, con grandi occhi neri, dalla soglia

della porta. I suoi capelli erano tutti spettinati e i suoi vestiti erano laceri e sporchi.- Entra, piccolo - lo invitò la donna. Il bam

bino entrò. Aveva le labbra bluastre dal freddo. Il calzolaio guar-dò subito i suoi piedini. - M

a tu sei scalzo! - gridò.Il piccolo non parlò: guardò le scarpe, anzi le accarez-zò con gli occhi, m

a senza invidia.L’uom

o e la moglie guardarono prim

a i piedi nudi del bam

bino e poi le scarpe sul tavolo; quindi la donna fece un cenno al m

arito. Il calzolaio prese in mano le scarpe,

le osservò contento e disse: - Prendile, te le regalo. Sono m

orbide e calde.La m

oglie aiutò il bambino a infilarsele.

- Grazie - rispose sorridendo. - Sono le prime che

porto. Ora però devo andare. Buona notte.

Il Bambino senza scarpe6

Page 9: Su Patiu n. 14

Su Patiu - Dicembre 2008 - n. 14 pag. 9La pa

rola “

Ministr

ante

” de

finisce

meg

lio d

i “C

hier

iche

tto”

la

figur

a di

colui ch

e si m

ette

a s

ervizio

del Si

gnor

e e

della

com

unità

che,

nella

litur

gia,

loda

, ad

ora,

ringr

azia, Non

bas

ta e

sser

e un

buo

n ra

gazz

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r dive

ntar

e su

bito

Ministr

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.Occ

orre

anz

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n sinc

ero

deside

rio

di s

ervire

il Si

gnor

e, il sa

cerd

ote,

l’int

era

comun

ità.

..; è

nece

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ia u

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ocaz

ione

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io!

Ge

sù p

uò c

hiam

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un r

agaz

zo,

un g

iova

ne a

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sere

Ministr

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qu

ando

va

a ca

tech

ismo,

qua

ndo

preg

a, q

uand

o as

colta

la B

ibbi

a, e

può

ch

iamar

lo a

ttra

vers

o un

com

pagn

o,il

cate

chista

, un

a su

ora,

un

sace

rdot

e, i

genito

ri...

Non

si pu

ò fa

re il M

inistr

ante

per

met

ters

i in m

ostr

a, p

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are

bella

fig

ura,

per

tro

vare

amici. A

l sinc

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deside

rio

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evon

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giun

-ge

re a

ltre

buo

ne q

ualit

à: la

preg

hier

a, la

seriet

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del se

rvizio,

la

punt

ualit

à, l’ord

ine.

Al di s

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tto

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n un

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deside

rio

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far

lo lod

are

agli

altr

i.

GRUPPO

MIN

ISTRAN

TI

OLIE

NA

V I E N I A N C H E T UA

SE

RV

IRE G

ES

U’

2

Una

bimba

stav

a di

scuten

do co

n la

mae

stra

delle

balen

e.L’

inseg

nante

dice

va ch

e é fi

sicam

ente

impo

ssibil

e per

una

balen

a ing

hiotti

re un

uom

o, p

erché

non

ostan

te qu

esta

sia u

n ma

mmife

ro en

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a su

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la é

molto

stret

ta. L

a pi

ccola

repl

icó ch

e peró

Gion

a era

stat

o ing

hiotti

to da

una

ba

lena.

Irri

tata

l’ins

egna

nte ri

peté

che u

na ba

lena

NON

puó i

n alcu

n mod

o ing

hiotti

re un

uom

o perc

hé fi

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ente

impo

ssibil

e.A

llora

la bi

mba

rispo

se: “

Qua

ndo a

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in pa

radi

so lo

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eró a

Gion

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L’ins

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iese “

Cosa

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i se G

iona

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ll’inf

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” La

pic-

cola

replic

ó: “A

llora

glie

lo ch

iederá

lei”

Una

mae

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ilo st

a oss

ervan

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clas

se me

ntre d

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a.S

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vicina

un

po’

a tu

tti i

bamb

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er ved

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loro d

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i e si

ferm

a ac

canto

ad

una

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ina, c

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sa st

esse d

isegn

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. La

bimba

ris

pond

e:”S

to di

segna

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io” L

’inseg

nante

dice

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a ne

ssuno

sa co

m’é

fatto

Dio”

E la

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a ris

pond

e: “T

ra u

n mi

nuto

lo sa

pran

no”

Un’in

segna

nte d

i Cat

echism

o sta

spieg

ando

i 10

Com

anda

menti

a ba

mbini

di

5 e

6 an

ni. M

entre

sta

spieg

ando

il co

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amen

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Onora

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re”, c

hiede

“Ce

n’é u

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na co

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Sen

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bim

bo

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pron

tame

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“Non

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egna

nte te

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i pe

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istar

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rupp

o.

“Pen

sate

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quan

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irete:

‘Toh

c’é J

ennif

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ora é

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vvoca

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pure

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Mich

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cina

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ondo

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morta

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di u

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asse

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ri di

una

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ttolic

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ettino

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dice:

“Pr

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tene s

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NA. D

io vi

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da”

Lung

o la

fila

ad u

n al

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volo

c’é u

na p

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ccola

to.Un

bimb

o mett

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tino c

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ritto:

... “

Pren

dete

tutti

quell

i che

vo

lete.

Dio

sta g

uard

ando

le m

ele”

Ancora tante storie divertenti o che fanno riflettere

7

Page 10: Su Patiu n. 14

pag. 10 Su Patiu - Dicembre 2008 - n. 14

Eccoci qua !!

SU PATIUragazziINSERTO A “SU PATIU” PARROCCHIALE

a cura didon Peppe e don Luzianu

N. 1Dicembre 2008

Salve Am

ici è nato

SU PAT

IUragazzi

Un inserto speciale...

una possibilità in più per avereuno spazio tutto per noiall’interno della nostra

bellissima P

arrocchia di

Oliena

“Signore questa notte ti chiedo una cosa spe-

ciale ... Trasformam

i in una televisione, così

che io possa occupare il suo posto. M

i piacerebbe vivere come vive la televisione

di casa mia.

In altre parole avere una stanza speciale per

riunire tutti i mem

bri della mia fam

iglia at-torno a m

e. Essere preso sul serio quando parlo. Fa che io sia al cen

tro dell’attenzione così che tutti m

i prestino ascolto senza interrom

-perm

i né discutere. M

i piacerebbe provare l’attenzione partico-lare che riceve la televisione quando qualcosa non funzion

a. Il calzolaio e la m

oglie non ebbero neanche il tempo di salutarlo che il bam

bino era già sparito. - E’ fatta - esclam

ò l’uomo. - O

ra niente più prosciutto, né cappone, né frutta, nè dolce.- E neanche lo spum

ante! In fondo a me lo spum

ante non piace nemm

eno.- E io non digerisco il cappone! Anche del prosciutto posso farne a m

eno. E il dolce poi... C’è rimasta

qualche noce e un po’ di pane raffermo - disse la donna.

- Va benissimo. Passerem

o un bel Natale.

Tutti e due pensavano al bambino. - Penso che gli siano piaciute molto le mie scarpe - aggiunse il calzolaio.- Sì, m

i sembrava m

olto contento.In quel m

omento suonò la M

essa di mezzanotte e la stanza si illum

inò all’improvviso. Il calzolaio e la

moglie furono abbagliati da quella luce; poi, quando riaprirono gli occhi, nel punto in cui il bam

bino aveva calzato le scarpe, videro spuntare m

iracolosamente un abete con una stella in cim

a. Dai rami

penzolavano capponi, prosciutti, dolci, frutta secca e bottiglie di spumante.

Soltanto allora capirono chi fosse quel bambino e si inginocchiarono a ringraziare Dio.

E tener compagnia a m

io papà quando torna a

casa, anche quando è stanco dal lavoro. E che m

ia mam

ma, al posto di ignorarm

i, mi

cerchi quando è sola e annoiata. E che i m

iei fratelli e sorelle litighino per po-ter stare con m

e. E che possa divertire tutta la fam

iglia, anche se a volte non dica nien

te. M

i piacerebbe vivere la sensazione di chi tralascia tutto per passare alcuni m

omen

ti al m

io fianco. Signore non ti chiedo m

olto. Solo vivere come

vive qualsiasi televisione.”

Un bam

bino pen

san

do una pregh

iera, disse così:

8

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Su Patiu - Dicembre 2008 - n. 14 pag. 11

APPROFONDIMENTI

TEMPO DI AVVENTOTempo di attesa e di preparazione alla venuta di Cristo

Il tempo di Avvento si pre-senta ed è vissuto dalla co-

munità cristiana con due si-gnificati particolari: la venuta di Cristo nella carne e il suo ritorno glorioso alla fine dei tempi. Le Norme generali per l’ordinamento dell’anno litur-gico e del calendario mettono in evidenza questo doppio aspetto: “Il tempo di Avvento ha una doppia caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente, è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene gui-dato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi” (n. 39). L’Avvento segna an-che l’inizio dell’anno liturgi-co, quello spazio-tempo della Chiesa all’interno del quale si sviluppano e si compiono tutte le azioni liturgiche del popolo di Dio. L’anno liturgico è la celebrazione continua e inin-terrotta di Gesù Cristo, morto e risorto,nel suo mistero di salvezza. Storicamente il ter-mine “Adventus” è una paro-la di origine profana. Dal punto di vista cul-tuale esso significava la venu-ta annuale della divinità nel

suo tempio; nello stesso tem-po indicava anche il momento della prima visita ufficiale di un personaggio importante. Nelle opere cristiane dei primi secoli, il termine “Avvento” venne usato per

ne al Natale. La liturgia dell’Av-vento si è formata progressi-vamente a partire dal IV se-colo. Verso la fine di questo secolo, in Gallia e in Spagna esiste già un periodo di prepa-

Prepararsi all’incar-nazione di Cristo presuppone una precisa comprensione del significato della celebrazione del Natale. Il Concilio di Sara-gozza nel 380, impone ai fedeli di partecipare quoti-dianamente alle riunioni ec-clesiali dal 17 dicembre al 6 gennaio. Nel VI secolo, S. Gregorio di Tours parla di un tempo di penitenza che va dall’11 novembre fino a Nata-le. Durante questo periodo si digiuna tre volte la settimana; più tardi questo periodo verrà chiamato “la quaresima di S. Martino”. A Roma solo verso la metà del VI secolo compa-re una liturgia dell’Avvento scaglionata nell’arco di sei settimane. Con S. Gregorio Magno il numero delle do-meniche di Avvento è ridot-to a quattro. Nella Chiesa di Roma questo tempo è consi-derato e vissuto in un’ottica immediatamente liturgica, in rapporto cioè al Natale che viene celebrato per la prima volta nel 336. Con la riforma liturgi-ca del Vaticano II, il periodo dell’Avvento è stato arric-chito di letture bibliche sia nei tre cicli delle domeniche che nelle letture quotidiane della Messa, offrendo così una straordinaria occasione di evangelizzazione e di cate-chesi. Giuseppe Mattana

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indicare la venuta di Cristo in mezzo agli uomini, il mistero della sua incarnazione, l’inau-gurazione dei tempi messia-nici e il suo ritorno glorioso alla fine della storia. Solo in un secondo momento questo termine passò a indicare il pe-riodo liturgico di preparazio-

razione alla festa del Natale. La Chiesa di Roma ha intravisto in questo periodo l’inizio del mistero pasqua-le. Ma proprio a Roma, dove ebbe origine la festa del Nata-le, tale preparazione incomin-cerà soltanto verso la metà del secolo VI.

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APPROFONDIMENTI

LA NOVENA di NATALEImportante celebrazione della pietà popolare

Il periodo dell’Avvento e l’immediata preparazione

al Natale hanno sempre su-scitato grandi emozioni nella gente. Le abitudini e le ra-dicate tradizioni nel popolo possono diventare strumenti quanto mai efficaci per an-nunciare il Vangelo. Una di queste tradizioni, fortemente radicata nella pietà popolare, è la Novena di Natale. La sua struttura tradizionale giunta fino a noi, risale al 1621 per iniziativa del padre teatino Dionisio Dentice di Napoli, che la celebrò così, per la pri-ma volta, nel Duomo di Tori-no. Le origini, però, di questa novena sono liturgi-che e affondano le loro radici nello sviluppo di quelle an-tifone maggiori che dal VII solennizzano il canto del Ma-gnificat ai Vespri dal 17 al 24 dicembre. Padre Dionisio Dentice recuperò e ampliò

questa tradizione secondo il gusto del tempo, dandole una dimensione straordinaria-mente festosa e arricchendola di grandi contenuti biblici. La Novena di Natale diviene così una importante celebrazione della pietà po-polare che, non essendo sog-getta a precise norme liturgi-che, può essere adattata alle più svariate esigenze attuali. In questo senso si muovono le indicazioni contenute nel Direttorio su pietà popolare e liturgia: “La Novena di Na-tale è sorta per comunicare ai fedeli le ricchezze di una li-turgia alla quale essi non ave-vano facile accesso. La novena natalizia ha svolto effettivamente una funzione salutare e può con-tinuare ancora a svolgerla.

Tuttavia nel nostro tempo, in cui è stata resa più agevole la partecipazione del popolo alle celebrazioni liturgiche, sarà auspicabile che nei giorni 17-23 dicembre sia solennizzata la celebrazione dei vespri con le antifone maggiori e i fede-li siano invitati a partecipar-vi. Tale celebrazione, prima o dopo della quale potranno essere valorizzati alcuni ele-menti cari alla pietà popolare, costituirebbe un’eccellente novena del Natale pienamen-te liturgica e attenta alle esi-genze della pietà popolare. All’interno della cele-brazione dei vespri si possono sviluppare alcuni elementi già previsti (es. omelia, uso del-l’incenso, adattamento delle intercessioni)” (DPPL, 103). Altro segno che in questo pe-

riodo viene messo in evidenza è il presepio: “Come è noto, oltre alle rappresentazioni del presepio betlemita, esistenti fin dall’antichità nelle chie-se, a partire dal secolo XIII si è diffusa la consuetudine, influenzata senza dubbio dal presepio allestito a Greccio da S. Francesco d’Assisi nel 1223, di costruire piccoli pre-sepi nelle abitazioni domesti-che. La loro preparazione (in cui saranno coinvolti partico-larmente i bambini) diviene occasione perché i vari mem-bri della famiglia si pongano in contatto con il mistero del Natale e si raccolgano talora per un momento di preghiera o di lettura delle pagine bibli-che riguardanti la nascita di Gesù “ (DPPL, 104). G.M.

Cesto per la Solidarietà“Il signore ama chi dona con gioia” (dalla scrittura)

Chiuque desidera potrà in queste giornate fare una spesa per le famiglie povere della comunità e deporla nel cesto. La Caritas parrocchiele si attiverà per distribuire i generi alimentari raccolti tra le numerose famiglie bisognose.Un grazie sincero a tutti coloro che in questo Natale apriranno il loro cuore verso i poveri.

Anche quest’anno, per iniziativa della Caritas Parrocchiale, si rinnova l’iniziativa del

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Su Patiu - Dicembre 2008 - n. 14 pag. 13

“PIPINITA” ...1954Ricordando Don Calaresu in una delle sue simpatiche iniziative

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Relatori: Don Guido PietrograndeSacerdote salesiano, opera attualmen-te nella pastorale familiare a Verona ed è Consigliere spirituale nazionale del R.n.S.Dal suo insegnamento abbiamo potuto attingere i vari comportamenti come sin-golo e come gruppo; ci ha invitato a una nuova fedeltà e a stare sempre reperibili alle chiamate del Signore non spegnendo mai i “cellulari”, perché chi non è reperi-bile è tagliato fuori.La nostra disponibilità e la nostra fedeltà a Dio sarà sicura facendo l’affidamento a Maria in tutto.Patti Gallagher MansfieldEssa è una del gruppo di studenti, suore, preti e professori, impegnati nell’apo-stolato dell’Università Cattolica “Duque-sne” di Pittsburgo in Pensilvania (USA), riuniti nel mese di Gennaio del 1967, per un ritiro di preghiera e di meditazione. Capitò nelle loro mani il famo-so libro: “La croce e il pugnale”, 1’au-tobiografia di Davide Wilkerso che narra il suo apostolato in mezzo alle bande dei giovani teppisti e dei drogati di New York. In questo libro vengono raccontati i prodigi di conversione ed i miracoli operati dallo S. Santo in quell’ambiente.Verso la fine del mese di preghiera per-severante, chiesero ad alcuni Penteco-stali di pregare su di loro per ricevere il Battesimo nello Spirito.Gli effetti furono immediati e prodigiosi.Sentirono una vita nuova scorrere nelle loro vene, un profondo senso di pace e di gioia inespri¬mibili. Furono rivesti-ti dall’alto dei carismi di profezia, del dono delle lingue, del discernimento de-gli spiriti e perfino delle guarigioni.Fu in quella circostanza che si diede ini-zio alla nascita del Movimento Carisma-tico Cattolico. Da oltre 40 anni questa donna, madre di quattro figli, assieme al suo ma-rito lavorano a tempo pieno coordinando il Rinnovamento nello Spirito a New Or-leans e rendendo testimonianza con uno stile profetico come conferenziera in va-

rie nazioni. Un le-game speciale la unisce all’Italia, perché i suoi non-ni materni erano tutti e due della Calabria, dai quali attinse la fede cat-tolica, alimentata dalla Parola di Dio e dai Sacramenti, portata attraverso l’Oceano fino agli Stati Uniti, dove l’hanno insegnata alla madre e ad altri 10 figli.Perciò ha potuto affermare che la fede nel Rinnovamento Carismatico veniva proprio da noi. Ha continuato: “Vi do la mia te-stimonianza non per farvi una lezione di storia di “Duquesne”, forse avete sentita raccontare tante volte, oggi sono davan-ti a voi come testimone di una effusione dello Spirito non solo accaduta tanto tem-po fa, ma che avviene oggi e per annun-ciarvi che il Signore non ha finito di lavo-rare, anzi ha ancora molto Spirito e vuole continuare ad effonderlo su tutti noi.Abbiamo fatto inizialmente la preghiera a Maria; perché lei era nel Cenacolo il giorno di Pentecoste assieme ai discepo-li. Lei, modello di fede e di risposta al Signore, ci insegna oggi ad avere il cuore spalancato a ricevere l’amore di Gesù e dello Spirito Santo.” Al sentirla parlare con tanto fer-vore, convinzione e gioia trasmetteva un grande entusiasmo e fervore a tutti i pre-senti. Facendo risaltare la differenza del suo modo di rappor-tarsi con Dio prima e dopo l’effusione, con tanta naturalez-za nell’esprimersi, ci coinvolgeva a seguirla con una ri-sposta positiva e im-pegnativa all’invito che Lui ci stava ri-volgendo attraverso

la sua testimonianza. Alla fine infatti, durante la pre-ghiera di lode e di intercessione, abbiamo sperimentato un altro carisma: il canto in lingue, che è esploso dai cuori non sol-tanto delle persone che avevano fatto un cammino di fede nel Rinnovamento, ma anche di quelli ancora agli inizi di questo percorso spirituale nella loro vita. Tutti abbiamo ricevuto grazie e benedizioni e siamo stati fortificati nel corpo e nello spirito pregando gli uni per gli altri. Ci sono state testimonianze di conversione da parte di persone atee, im-merse nell’edonismo e nel materialismo, che sarebbe lungo enumerarle tutte. Uno ha descritto la sua vocazione al Diacona-to, maturata frequentando il R. n. S. La celebrazione eucaristica , pre-sieduta a S. E. Mons. Paolo Atzei, sempre presente a questi incontri tenuti a Sassari, ha concluso e coronato il Convegno fa-cendoci sentire tutti una grande famiglia, la famiglia del Rinnovamento nello Spi-rito Santo. Ines Stara

Temi: Radicati e fondati in Lui Col. 2,7 Come la potenza dello Spirito Santo fa crescere rigogliosi - Sassari 12 Ottobre 2008

Convegno Regionale del Rinnovamento nello Spirito SantoSPAZIO ASSOCIAZIONI

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pag. 16 Su Patiu - Dicembre 2008 - n. 14

SPAZIO GIOVANI

Alla scoperta di un ‘900che vi stupirà

La cura e la meticolosità dell’autore nel descrivere i luoghi e i paesaggi creano un’atmosfera familiare

straordinariamente coinvolgente . L’appassionante vicenda è ambientata in un paesi-no delle Langhe, Bormida e vede protagonista una fami-glia piemontese composta da Giovanni e dalle sue tre zie. La loro storia prende vita insieme a tantissimi altri per-sonaggi in una trama impeccabile ricca di avventure che attraversano tutto il ‘900. Con lo sguardo intimo e personale dei protagonisti scopriremo o rivisiteremo fatti realmente accaduti.A fare da cornice un tocco di magia, qualche stramberia e un sorprendente segreto che interesserà direttamente Gio-vanni ma che solo alla fine verrà svelato. Romanzo scorrevole e ben scritto a tratti divertente e originale per le colorate espressioni dialettali che di tanto in tanto sorprenderanno il lettore.

Chissà se questa volta critica e pubblico si son trovati d’accordo nell’assegnare il Premio STREGA a “La

Solitudine dei numeri primi”. Senza dubbio il ventiseienne torinese Paolo Gior-dano si è affacciato all’editoria italiana con un debutto ri-schioso; ha rotto gli schemi dell’ordinarietà in un’opera delicata e al tempo stesso terribile. Nelle pagine di questo libro entra l’umanità il più delle volte scartata dagli altri scrittori; al posto di adolescenti belli e perfetti s’incontra-no Mattia e Alice, due protagonisti particolari che viaggia-no sullo stesso binario ma destinati a non incontrarsi mai.Due storie difficili, due infanzie compromesse che denun-ciano l’incapacità di vivere quelli che normalmente sono considerati successi. Il tentativo dell’autore di mettere in scena un an-golo oscuro della società facendo leva sulla vita di ragaz-zi speciali. Alice e Mattia provano subito una misteriosa attrazione:”lui rifiutando il mondo e lei sentendosi rifiu-tata dal mondo “. Una solitudine che Mattia paragona a quella dei numeri primi gemelli” che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi davvero”. In questo libro il non detto supera il dichiarato, manifestazione di un così importante tema come l’inade-guatezza. Un mosaico di sentimenti profondi, momenti di durezza e tensione insieme a ricche immagini di speranza e dolcezza dove ognuno può trovare un tassello della pro-pria vita, può incontrare una parte di sé.

Il diverso diventa speciale....In questo numero ci sentiamo di consigliarvi due libri molto diversi tra loro ma che, a nostro parere, possono aiutarci a riscoprire il piacere di un racconto appassionante e l’impe-gno di una riflessione su temi spesso trascurati, ma che si affacciano quotidianamente nella nostra vita.

Buona lettura!!


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