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Sul Recovery fund OPO LA PA N D E M I A un vertice europeo ......Papa Francesco nella sua...

Date post: 08-Aug-2020
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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLX n. 162 (48.486) Città del Vaticano sabato 18 luglio 2020 . y(7HA3J1*QSSKKM( +"!z!_!#!:! LABORATORIO DOPO LA PANDEMIA La ricostruzione della casa comune di MARCELO FIGUEROA «L’ umanità possiede an- cora la capacità di collaborare per co- struire la nostra casa comune» (Esortazione apostolica post-sino- dale Laudato si’, n. 13) Il valore delle parole non si può misurare in modo atemporale, o perso nello spazio concettuale, e neppure svuotato di profondità spi- rituale. Se questo avviene, si corre il rischio che persino le parole più belle restino rinchiuse nel carcere delle idee, senza poter creare il be- ne, e soprattutto renderlo reale. Ciò è particolarmente necessario nell’ermeneutica della Parola di Dio e imprescindibile in momenti di crisi. In questo tempo di pandemia, e iniziando a visualizzare come sarà il mondo dopo il covid-19, le paro- le “nuova normalità” vengono soli- tamente usate senza le specificità semantiche sopracitate. Di conse- guenza si corrono almeno due ri- schi importanti d’interpretazione e di azione. Da un lato questa frase alla moda si può intendere come un ritorno alla vita di prima della pandemia, assimilabile a un “non è successo nulla”. Dall’altro, cosa an- cor peggiore, può essere banalizza- ta come un mero “gattopardismo” dove cambia solo l’apparenza per- ché nulla di profondo cambi vera- mente. In entrambi i casi, aggiun- geremo alla crisi del coronavirus la pandemia dell’insensatezza delle opportunità perdute. Questa crisi sanitaria mondiale ha anche mostrato una serie di ma- lattie sociali, culturali, economiche, climatiche, umane e persino reli- giose. Essendo malattie sistemiche, dovranno decostruirsi, data la loro provata fragilità, per ricostruirsi in un mondo più sano e con un’altra normalità di vita, giustizia, equità e pace. Non a caso nell’ordine del di- scorso della montagna, san Matteo pone la parabola dei due costrutto- ri alla fine (cfr. Mt 7, 24-27). In quel racconto le due case costruite sono a prima vista identiche, ma in termini di profondità spaziale e spirituale sono drammaticamente diverse. Solo il vento, la pioggia e i fiumi che straripano ne mettono tragicamente in evidenza le diffe- renze. La chiave dell’ingegnoso racconto di Gesù sta nel lavoro e nella parresia di uno dei costruttori che cerca un luogo solido su cui realizzare la sua opera, contraria- mente all’altro che privilegia l’“ap- parire” rispetto all’“essere”. In ter- mini relazionali, con il primo di- scorso del Vangelo la chiave erme- neutica si esprime nell’uguaglianza, poiché entrambi ascoltano la Paro- la di Cristo, ma anche nell’abisso delle conseguenze, poiché solo uno è disposto a metterla in pratica. Nei tempi del post-pandemia i venti dell’uomo abbatteranno la ta- vola dei vulnerabili di tutto il mon- do, i fiumi della disoccupazione e della sottoccupazione scalzeranno le fondamenta dell’economia perso- nale e le piogge della crisi macro- economica inonderanno soprattutto la casa dei paesi che già avevano perdite finanziarie. Occorre lavora- re a un cambiamento del sistema per la ricostruzione, bisogna ripen- sare le variabili socioeconomiche di un mondo malato, sono necessari coraggio e impegno per operare in profondità al fine di evitare nuove catastrofi. La citazione della Laudato si’ di Papa Francesco che introduce que- sto articolo ci dice che il nostro pianeta si può ricostruire con altri sistemi capaci di approfondire i va- lori trascendenti e incarnare un’umanità sanamente equilibrata. Di fatto noi possediamo ancora la capacità di collaborare per costrui- re, e in questo caso per ricostruire, la nostra casa comune! Il Signore della Parola che si è fatta carne ci darà la forza, l’unio- ne e la convinzione per realizzare questo compito. Così come ci dice Papa Francesco nella sua Esorta- zione apostolica post-sinodale Que- rida Amazonia, nel paragrafo in cui ci esorta a trovare la passione per costruite per e con il regno del Si- gnore : «Come cristiani, ci unisce tutti la fede in Dio, il Padre che ci dà la vita e ci ama tanto. Ci unisce la fede in Gesù Cristo, l’unico Re- dentore, che ci ha liberato con il suo sangue benedetto e la sua ri- surrezione gloriosa. Ci unisce il de- siderio della sua Parola che guida i nostri passi. Ci unisce il fuoco del- lo Spirito che ci spinge alla missio- ne. Ci unisce il comandamento nuovo che Gesù ci ha lasciato, la ricerca di una civiltà dell’amore, la passione per il Regno che il Signo- re ci chiama a costruire con Lui. Ci unisce la lotta per la pace e la giu- stizia. Ci unisce la convinzione che non si esaurisce tutto in questa vi- ta, ma che siamo chiamati alla festa celeste dove Dio asciugherà ogni lacrima e raccoglierà quanto abbia- mo fatto per coloro che soffrono» (n. 109). A 150 anni dalla proclamazione dei dogmi Primato e infallibilità NOSTRE INFORMAZIONI Provvista di Chiesa Il Santo Padre ha nominato Vescovo della Diocesi di Joliet in Illi- nois (Stati Uniti d’America) Sua Eccellenza Monsignor Ronald A. Hicks, finora Vescovo titolare di Munaziana e Ausiliare di Chicago. DA PAGINA 3 A 6 Q quattro pagine APPROFONDIMENTI DI CULTURA , SO CIETÀ SCIENZE E ARTE di SERGIO CENTOFANTI C entocinquant’anni fa, il 18 luglio 1870, ve- niva promulgata la costituzione Pastor Ae- ternus che definiva i due dogmi del prima- to del Papa e dell’infallibilità pontificia. Lunghe e agitate discussioni La costituzione dogmatica venne approvata all’unanimità dai 535 padri conciliari presenti «do- po lunghe, fiere e agitate discussioni», come ebbe a dire Paolo VI durante un’udienza generale, de- scrivendo quella giornata come «una pagina drammatica della vita della Chiesa, ma non per questo meno chiara e definitiva» (Udienza gene- rale 10 dicembre 1969). Ottantatré i padri conci- liari che non parteciparono al voto. L’approvazio- ne del testo arrivò nell’ultimo giorno del concilio Vaticano I, sospeso in seguito alla guerra franco- prussiana iniziata il 19 luglio 1870 e prorogato “si- ne die” in seguito alla presa di Roma da parte delle truppe italiane, il 20 settembre di quello stesso anno, che sancì di fatto la fine dello Stato pontificio. La costituzione rispecchia una posizio- ne intermedia tra le varie riflessioni dei parteci- panti, escludendo per esempio che la definizione di infallibilità fosse estesa integralmente anche al- le encicliche o ad altri documenti dottrinali. Ai contrasti emersi nel concilio, seguì lo scisma dei vetero-cattolici che non vollero accettare il dogma sul magistero infallibile del Papa. Il dogma sulla razionalità e soprannaturalità della fede I due dogmi vennero proclamati dopo quello sulla razionalità e la soprannaturalità della fede, contenuto nell’altra costituzione dogmatica del concilio Vaticano I Dei Filius del 24 aprile 1870. Il testo afferma che «Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza al lume naturale della ragione umana attraverso le cose create; infatti, le cose invisibili di Lui vengono co- nosciute dall’intelligenza della creatura umana at- traverso le cose che furono fatte (Romani, 1, 20)». Questo dogma — spiegava Paolo VI nell’udienza del 1969 — riconosce che «la ragione, con le sue sole forze, può raggiungere la conoscenza certa del Creatore attraverso le creature. La Chiesa di- fende così, nel secolo del razionalismo, il valore della ragione», sostenendo da una parte «la supe- riorità della rivelazione e della fede sulla ragione e sulle sue capacità», ma dichiarando, d’altra par- te, che «nessun contrasto può esserci tra verità di fede e verità di ragione, essendo Dio la fonte dell’una e dell’altra». Il dogma sul primato Nella Pastor Aeternus, Pio IX, prima della pro- clamazione del dogma sul primato, ricorda la pre- ghiera di Gesù al Padre perché i suoi discepoli siano «una cosa sola»: Pietro e i suoi successori sono «l’intramontabile principio e il visibile fon- damento» dell’unità della Chiesa. Quindi, affer- ma solennemente: «Proclamiamo dunque ed af- fermiamo, sulla scorta delle testimonianze del Vangelo, che il primato di giurisdizione sull’intera Chiesa di Dio è stato promesso e conferito al bea- to Apostolo Pietro da Cristo Signore in modo im- mediato e diretto (…) Ciò che dunque il Principe dei pastori, e grande pastore di tutte le pecore, il Signore Gesù Cristo, ha istituito nel beato Apo- stolo Pietro per rendere continua la salvezza e pe- renne il bene della Chiesa, è necessario, per vole- re di chi l’ha istituita, che duri per sempre nella Chiesa la quale, fondata sulla pietra, si manterrà salda fino alla fine dei secoli (…) Ne consegue che chiunque succede a Pietro in questa Cattedra, in forza dell’istituzione dello stesso Cristo, ottiene il Primato di Pietro su tutta la Chiesa (…) tutti, pastori e fedeli, di qualsivoglia rito e dignità, so- no vincolati, nei suoi confronti, dall’obbligo della subordinazione gerarchica e della vera obbedien- za, non solo nelle cose che appartengono alla fede e ai costumi, ma anche in quelle relative alla di- sciplina e al governo della Chiesa, in tutto il mondo. In questo modo, avendo salvaguardato l’unità della comunione e della professione della stessa fede con il Romano Pontefice, la Chiesa di Cristo sarà un solo gregge sotto un solo sommo pastore. Questa è la dottrina della verità cattolica, dalla quale nessuno può allontanarsi senza perdi- ta della fede e pericolo della salvezza». CONTINUA A PAGINA 7 Sempre profonde le divisioni tra i Paesi sulla gestione dell’emergenza Sul Recovery fund un vertice europeo in salita BRUXELLES, 17. A Bruxelles è in cor- so di svolgimento l’atteso vertice del Consiglio europeo, che deve decide- re quale futuro dare all’Unione dopo il covid-19. Sul tavolo l’intricato no- do del Recovery fund, i fondi per la ripresa economica dei Paesi maggior- mente colpiti dall’emergenza sanita- ria, e il bilancio dell’Ue 2021-2027. Il negoziato tra i leader dei Venti- sette sul Recovery fund — sul piatto ci sono 750 miliardi di euro di aiuti, 500 di trasferimenti e 250 di prestiti — appare tutto in salita, con i Paesi contrari fortemente decisi sul no all’intesa. «Vedo poco meno del 50 per cento di possibilità di raggiun- gere un accordo», ha detto arrivan- do a Bruxelles il premier olandese, Mark Rutte. Paesi Bassi, Austria, Danimarca e Svezia, assieme al Gruppo di Visegrád, sono i Paesi che più si oppongono al piano euro- peo di aiuto. Un blocco compatto nel chiedere, tra l’altro, una riduzio- ne dei sussidi a fondo perduto ri- spetto ai miliardi previsti dal Reco- very Fund — che vede l’Italia come primo beneficiario — e un taglio ul- teriore, per farlo scendere da 1074 a 1050 miliardi, del bilancio 2021-2027 dell’Ue. «E’ ancora possibile rag- giungere un compromesso», ha ag- giunto Rutte, sottolineando, però, la ferma intenzione di Amsterdam di «vedere le riforme» in cambio degli aiuti. La posizione dei Paesi Bassi sulla governance dei piani economici rappresenta uno dei principali osta- coli sulla via dell’accordo. Di tutt’altro tenore le dichiarazio- ne dei vertici europei. «Dobbiamo superare questa crisi ed emergere più forti da questa crisi. Tutti i pezzi ne- cessari per un accordo sono sul tavo- lo. Una soluzione è possibile», ha detto il presidente della Commissio- ne europea, Ursula von der Leyen. «Con coraggio politico è possibile avere un accordo», ha dichiarato dal canto suo il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Ieri c’è stata anche una «forte intesa» tra il presidente del Consiglio dei ministri italiano, Giuseppe Conte, e il capo dello Stato francese, Emmanuel Macron, nella direzione di una «ri- sposta ambiziosa e immediata». Il vertice, che si conclude sabato, si svolge all’Europa Building di Bruxelles, chiuso alla stampa per ra- gioni di sicurezza sanitaria. Tunisia nel caos dopo le dimissioni del premier TUNISI, 17. Tensione altissima in Tunisia dopo le dimissioni del premier e l’estromissione dei mi- nistri del partito islamico Ennha- dha dal governo. Ieri il parlamen- to si è riunito in sessione plenaria per eleggere tre membri della Corte costituzionale. Il presidente dell’assemblea, Rached Ghannou- chi, ha sospeso i lavori e aggior- nato a nuovo ordine la riunione, a causa del rifiuto dei parlamen- tari del Partito Desturiano libero (Pdl), in sit-in da sabato scorso proprio per protestare contro la presenza di Ghannouchi alla gui- da del parlamento, di abbandona- re l’aula. Ne è nato un violento scambio di accuse. Intanto, sempre ieri, centinaia di manifestanti sono riusciti ad entrare in un sito di produzione petrolifera nel governatorato di Tataouine, nel sud della Tunisia, senza violenza, per chiedere mag- gior occupazione e sviluppo dopo le dimissioni del governo. I mani- festanti sono entrati nel sito di “El Kamour”, minacciando di chiudere una valvola per la distri- buzione del petrolio, la stessa che bloccarono nel 2017 in circostanze simili. Il governo ha inviato l’esercito per fermare le proteste. Le trattative tra manifestanti e au- torità sono ancora in corso. Il porporato polacco era prefetto emerito della Congregazione per l’Educazione cattolica Cordoglio del Papa per la morte del cardinale Grocholewski Il cardinale polacco Zenon Grocholewski, prefetto emerito della Congregazione per l’Educazione cattolica (degli Istituti di studi), è morto venerdì 17 luglio. Appresa la notizia, Papa Francesco — che nella mattina di sabato 18 presiederà il rito dell’“Ultima commendatio” e della “Valedictio” al termine dei funerali celebrati nella basilica Vaticana dal cardinale Sandri — ha inviato al fratello del compianto cardinale, Władisław, il seguente telegramma. Appresa la notizia della morte del suo amato fratello, il Cardinale Ze- non Grocholewski, desidero esprime- re a Lei e ai Familiari la mia vicinan- za per il lutto che ha colpito quanti conobbero e stimarono il compianto Porporato. Ricordo con gratitudine la benemerita opera da Lui svolta come apprezzato docente di Diritto Canonico nelle Pontificie Università Gregoriana e Lateranense, sia pure come autore di numerose pubblica- zioni scientifiche. Egli in particolare si è generosamente dedicato al servi- zio della Santa Sede, prima in quan- to Segretario e Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostoli- ca, poi in qualità di Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica. In tali ambiti egli ha dato testimonianza di zelo sacerdotale, di fedeltà al Vangelo e di edificazione della Chiesa. Mentre elevo la mia preghiera al Signore Gesù affinché doni al defunto Cardinale il premio eterno promesso ai suoi discepoli, invio a Lei e a quanti ne piangono la dipartita la Benedizione Apostoli- ca. FRANCISCUS PP. Analogo telegramma è stato inviato dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. L’inizio dei lavori del vertice a Bruxelles (Afp) Disposizioni urgenti e provvisorie in materia di trasparenza, controllo e concorrenza dei contratti pubblici dello Stato della Città del Vaticano PA GINA 8 PAGINA 7
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Page 1: Sul Recovery fund OPO LA PA N D E M I A un vertice europeo ......Papa Francesco nella sua Esorta-zione apostolica post-sinodaleQue-rida Amazonia, nel paragrafo in cui ci esorta a trovare

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00

L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLX n. 162 (48.486) Città del Vaticano sabato 18 luglio 2020

.

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3J1*QS

SKKM(

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LABORATORIODOPO LA PA N D E M I A

La ricostruzionedella casa comune

di MARCELO FIGUEROA

«L’umanità possiede an-cora la capacità dicollaborare per co-

struire la nostra casa comune»(Esortazione apostolica post-sino-dale Laudato si’, n. 13)

Il valore delle parole non si puòmisurare in modo atemporale, operso nello spazio concettuale, eneppure svuotato di profondità spi-rituale. Se questo avviene, si correil rischio che persino le parole piùbelle restino rinchiuse nel carceredelle idee, senza poter creare il be-ne, e soprattutto renderlo reale.Ciò è particolarmente necessarionell’ermeneutica della Parola diDio e imprescindibile in momentidi crisi.

In questo tempo di pandemia, einiziando a visualizzare come saràil mondo dopo il covid-19, le paro-le “nuova normalità” vengono soli-tamente usate senza le specificitàsemantiche sopracitate. Di conse-guenza si corrono almeno due ri-schi importanti d’interpretazione edi azione. Da un lato questa frasealla moda si può intendere comeun ritorno alla vita di prima dellapandemia, assimilabile a un “non èsuccesso nulla”. Dall’altro, cosa an-cor peggiore, può essere banalizza-ta come un mero “g a t t o p a rd i s m o ”dove cambia solo l’apparenza per-ché nulla di profondo cambi vera-mente. In entrambi i casi, aggiun-geremo alla crisi del coronavirus lapandemia dell’insensatezza delleopportunità perdute.

Questa crisi sanitaria mondialeha anche mostrato una serie di ma-lattie sociali, culturali, economiche,climatiche, umane e persino reli-giose. Essendo malattie sistemiche,dovranno decostruirsi, data la loroprovata fragilità, per ricostruirsi inun mondo più sano e con un’altranormalità di vita, giustizia, equità epace.

Non a caso nell’ordine del di-scorso della montagna, san Matteopone la parabola dei due costrutto-ri alla fine (cfr. Mt 7, 24-27). Inquel racconto le due case costruitesono a prima vista identiche, ma intermini di profondità spaziale espirituale sono drammaticamentediverse. Solo il vento, la pioggia e ifiumi che straripano ne mettonotragicamente in evidenza le diffe-renze. La chiave dell’ingegnosoracconto di Gesù sta nel lavoro enella parresia di uno dei costruttoriche cerca un luogo solido su cuirealizzare la sua opera, contraria-mente all’altro che privilegia l’“ap-p a r i re ” rispetto all’“e s s e re ”. In ter-mini relazionali, con il primo di-scorso del Vangelo la chiave erme-neutica si esprime nell’uguaglianza,poiché entrambi ascoltano la Paro-la di Cristo, ma anche nell’abisso

delle conseguenze, poiché solo unoè disposto a metterla in pratica.

Nei tempi del post-pandemia iventi dell’uomo abbatteranno la ta-vola dei vulnerabili di tutto il mon-do, i fiumi della disoccupazione edella sottoccupazione scalzerannole fondamenta dell’economia perso-nale e le piogge della crisi macro-economica inonderanno soprattuttola casa dei paesi che già avevanoperdite finanziarie. Occorre lavora-re a un cambiamento del sistemaper la ricostruzione, bisogna ripen-sare le variabili socioeconomiche diun mondo malato, sono necessaricoraggio e impegno per operare inprofondità al fine di evitare nuovec a t a s t ro f i .

La citazione della Laudato si’ diPapa Francesco che introduce que-sto articolo ci dice che il nostropianeta si può ricostruire con altrisistemi capaci di approfondire i va-lori trascendenti e incarnareun’umanità sanamente equilibrata.Di fatto noi possediamo ancora lacapacità di collaborare per costrui-re, e in questo caso per ricostruire,la nostra casa comune!

Il Signore della Parola che si èfatta carne ci darà la forza, l’unio-ne e la convinzione per realizzarequesto compito. Così come ci dicePapa Francesco nella sua Esorta-zione apostolica post-sinodale Que-rida Amazonia, nel paragrafo in cuici esorta a trovare la passione percostruite per e con il regno del Si-gnore : «Come cristiani, ci uniscetutti la fede in Dio, il Padre che cidà la vita e ci ama tanto. Ci uniscela fede in Gesù Cristo, l’unico Re-dentore, che ci ha liberato con ilsuo sangue benedetto e la sua ri-surrezione gloriosa. Ci unisce il de-siderio della sua Parola che guida inostri passi. Ci unisce il fuoco del-lo Spirito che ci spinge alla missio-ne. Ci unisce il comandamentonuovo che Gesù ci ha lasciato, laricerca di una civiltà dell’amore, lapassione per il Regno che il Signo-re ci chiama a costruire con Lui. Ciunisce la lotta per la pace e la giu-stizia. Ci unisce la convinzione chenon si esaurisce tutto in questa vi-ta, ma che siamo chiamati alla festaceleste dove Dio asciugherà ognilacrima e raccoglierà quanto abbia-mo fatto per coloro che soffrono»(n. 109).

A 150 anni dalla proclamazione dei dogmi

Primato e infallibilità

NOSTRE INFORMAZIONI

Provvista di ChiesaIl Santo Padre ha nominato Vescovo della Diocesi di Joliet in Illi-nois (Stati Uniti d’America) Sua Eccellenza Monsignor Ronald A.Hicks, finora Vescovo titolare di Munaziana e Ausiliare di Chicago.

DA PA G I N A 3 A 6

Qquattro pagineAPPROFONDIMENTI

DI C U LT U R A , SO CIETÀSCIENZE E ARTE

di SERGIO CE N T O FA N T I

Cento cinquant’anni fa, il 18 luglio 1870, ve-niva promulgata la costituzione Pastor Ae-ternus che definiva i due dogmi del prima-

to del Papa e dell’infallibilità pontificia.

Lunghe e agitate discussioniLa costituzione dogmatica venne approvata

all’unanimità dai 535 padri conciliari presenti «do-po lunghe, fiere e agitate discussioni», come ebbea dire Paolo VI durante un’udienza generale, de-scrivendo quella giornata come «una paginadrammatica della vita della Chiesa, ma non perquesto meno chiara e definitiva» (Udienza gene-rale 10 dicembre 1969). Ottantatré i padri conci-liari che non parteciparono al voto. L’a p p ro v a z i o -ne del testo arrivò nell’ultimo giorno del concilioVaticano I, sospeso in seguito alla guerra franco-prussiana iniziata il 19 luglio 1870 e prorogato “si-ne die” in seguito alla presa di Roma da partedelle truppe italiane, il 20 settembre di quellostesso anno, che sancì di fatto la fine dello Statopontificio. La costituzione rispecchia una posizio-ne intermedia tra le varie riflessioni dei parteci-panti, escludendo per esempio che la definizionedi infallibilità fosse estesa integralmente anche al-le encicliche o ad altri documenti dottrinali. Aicontrasti emersi nel concilio, seguì lo scisma deivetero-cattolici che non vollero accettare il dogmasul magistero infallibile del Papa.

Il dogma sulla razionalitàe soprannaturalità della fede

I due dogmi vennero proclamati dopo quellosulla razionalità e la soprannaturalità della fede,contenuto nell’altra costituzione dogmatica delconcilio Vaticano I Dei Filius del 24 aprile 1870. Iltesto afferma che «Dio, principio e fine di tutte lecose, può essere conosciuto con certezza al lumenaturale della ragione umana attraverso le cosecreate; infatti, le cose invisibili di Lui vengono co-nosciute dall’intelligenza della creatura umana at-traverso le cose che furono fatte (Romani, 1, 20)».Questo dogma — spiegava Paolo VI nell’udienzadel 1969 — riconosce che «la ragione, con le suesole forze, può raggiungere la conoscenza certadel Creatore attraverso le creature. La Chiesa di-fende così, nel secolo del razionalismo, il valoredella ragione», sostenendo da una parte «la supe-riorità della rivelazione e della fede sulla ragionee sulle sue capacità», ma dichiarando, d’altra par-te, che «nessun contrasto può esserci tra verità difede e verità di ragione, essendo Dio la fontedell’una e dell’altra».

Il dogma sul primatoNella Pastor Aeternus, Pio IX, prima della pro-

clamazione del dogma sul primato, ricorda la pre-ghiera di Gesù al Padre perché i suoi discepolisiano «una cosa sola»: Pietro e i suoi successorisono «l’intramontabile principio e il visibile fon-damento» dell’unità della Chiesa. Quindi, affer-

ma solennemente: «Proclamiamo dunque ed af-fermiamo, sulla scorta delle testimonianze delVangelo, che il primato di giurisdizione sull’interaChiesa di Dio è stato promesso e conferito al bea-to Apostolo Pietro da Cristo Signore in modo im-mediato e diretto (…) Ciò che dunque il Principedei pastori, e grande pastore di tutte le pecore, ilSignore Gesù Cristo, ha istituito nel beato Apo-stolo Pietro per rendere continua la salvezza e pe-renne il bene della Chiesa, è necessario, per vole-re di chi l’ha istituita, che duri per sempre nellaChiesa la quale, fondata sulla pietra, si manterràsalda fino alla fine dei secoli (…) Ne consegueche chiunque succede a Pietro in questa Cattedra,in forza dell’istituzione dello stesso Cristo, ottieneil Primato di Pietro su tutta la Chiesa (…) tutti,pastori e fedeli, di qualsivoglia rito e dignità, so-no vincolati, nei suoi confronti, dall’obbligo dellasubordinazione gerarchica e della vera obbedien-za, non solo nelle cose che appartengono alla fedee ai costumi, ma anche in quelle relative alla di-sciplina e al governo della Chiesa, in tutto ilmondo. In questo modo, avendo salvaguardatol’unità della comunione e della professione dellastessa fede con il Romano Pontefice, la Chiesa diCristo sarà un solo gregge sotto un solo sommopastore. Questa è la dottrina della verità cattolica,dalla quale nessuno può allontanarsi senza perdi-ta della fede e pericolo della salvezza».

CO N T I N UA A PA G I N A 7

Sempre profonde le divisioni tra i Paesi sulla gestione dell’e m e rg e n z a

Sul Recovery fundun vertice europeo in salita

BRUXELLES, 17. A Bruxelles è in cor-so di svolgimento l’atteso vertice delConsiglio europeo, che deve decide-re quale futuro dare all’Unione dopoil covid-19. Sul tavolo l’intricato no-do del Recovery fund, i fondi per laripresa economica dei Paesi maggior-mente colpiti dall’emergenza sanita-ria, e il bilancio dell’Ue 2021-2027.

Il negoziato tra i leader dei Venti-sette sul Recovery fund — sul piattoci sono 750 miliardi di euro di aiuti,500 di trasferimenti e 250 di prestiti— appare tutto in salita, con i Paesi

contrari fortemente decisi sul noall’intesa. «Vedo poco meno del 50per cento di possibilità di raggiun-gere un accordo», ha detto arrivan-do a Bruxelles il premier olandese,Mark Rutte. Paesi Bassi, Austria,

Danimarca e Svezia, assieme alGruppo di Visegrád, sono i Paesiche più si oppongono al piano euro-peo di aiuto. Un blocco compattonel chiedere, tra l’altro, una riduzio-ne dei sussidi a fondo perduto ri-

spetto ai miliardi previsti dal Reco-very Fund — che vede l’Italia comeprimo beneficiario — e un taglio ul-teriore, per farlo scendere da 1074 a1050 miliardi, del bilancio 2021-2027dell’Ue. «E’ ancora possibile rag-giungere un compromesso», ha ag-giunto Rutte, sottolineando, però, laferma intenzione di Amsterdam di«vedere le riforme» in cambio degliaiuti. La posizione dei Paesi Bassisulla governance dei piani economicirappresenta uno dei principali osta-coli sulla via dell’a c c o rd o .

Di tutt’altro tenore le dichiarazio-ne dei vertici europei. «Dobbiamosuperare questa crisi ed emergere piùforti da questa crisi. Tutti i pezzi ne-cessari per un accordo sono sul tavo-lo. Una soluzione è possibile», hadetto il presidente della Commissio-ne europea, Ursula von der Leyen.«Con coraggio politico è possibileavere un accordo», ha dichiarato dalcanto suo il presidente del Consiglioeuropeo, Charles Michel. Ieri c’èstata anche una «forte intesa» tra ilpresidente del Consiglio dei ministriitaliano, Giuseppe Conte, e il capodello Stato francese, EmmanuelMacron, nella direzione di una «ri-sposta ambiziosa e immediata».

Il vertice, che si conclude sabato,si svolge all’Europa Building diBruxelles, chiuso alla stampa per ra-gioni di sicurezza sanitaria.

Tunisia nel caosdop o

le dimissionidel premier

TUNISI, 17. Tensione altissima inTunisia dopo le dimissioni delpremier e l’estromissione dei mi-nistri del partito islamico Ennha-dha dal governo. Ieri il parlamen-to si è riunito in sessione plenariaper eleggere tre membri dellaCorte costituzionale. Il presidentedell’assemblea, Rached Ghannou-chi, ha sospeso i lavori e aggior-nato a nuovo ordine la riunione,a causa del rifiuto dei parlamen-tari del Partito Desturiano libero(Pdl), in sit-in da sabato scorsoproprio per protestare contro lapresenza di Ghannouchi alla gui-da del parlamento, di abbandona-re l’aula. Ne è nato un violentoscambio di accuse.

Intanto, sempre ieri, centinaiadi manifestanti sono riusciti adentrare in un sito di produzionepetrolifera nel governatorato diTataouine, nel sud della Tunisia,senza violenza, per chiedere mag-gior occupazione e sviluppo dopole dimissioni del governo. I mani-festanti sono entrati nel sito di“El Kamour”, minacciando dichiudere una valvola per la distri-buzione del petrolio, la stessa chebloccarono nel 2017 in circostanzesimili. Il governo ha inviatol’esercito per fermare le proteste.Le trattative tra manifestanti e au-torità sono ancora in corso.

Il porporato polacco era prefetto emerito della Congregazione per l’Educazione cattolica

Cordoglio del Papa per la morte del cardinale Grocholewski

Il cardinale polacco ZenonGrocholewski, prefetto emerito dellaCongregazione per l’Educazionecattolica (degli Istituti di studi), èmorto venerdì 17 luglio. Appresa lanotizia, Papa Francesco — che nellamattina di sabato 18 presiederà il ritodell’“Ultima commendatio” e della“Va l e d i c t i o ” al termine dei funeralicelebrati nella basilica Vaticana dalcardinale Sandri — ha inviato alfratello del compianto cardinale,Władisław, il seguente telegramma.

Appresa la notizia della morte delsuo amato fratello, il Cardinale Ze-non Grocholewski, desidero esprime-re a Lei e ai Familiari la mia vicinan-

za per il lutto che ha colpito quanticonobbero e stimarono il compiantoPorporato. Ricordo con gratitudinela benemerita opera da Lui svoltacome apprezzato docente di DirittoCanonico nelle Pontificie UniversitàGregoriana e Lateranense, sia purecome autore di numerose pubblica-zioni scientifiche. Egli in particolaresi è generosamente dedicato al servi-zio della Santa Sede, prima in quan-to Segretario e Prefetto del SupremoTribunale della Segnatura Apostoli-ca, poi in qualità di Prefetto dellaCongregazione per l’EducazioneCattolica. In tali ambiti egli ha datotestimonianza di zelo sacerdotale, di

fedeltà al Vangelo e di edificazionedella Chiesa. Mentre elevo la miapreghiera al Signore Gesù affinchédoni al defunto Cardinale il premioeterno promesso ai suoi discepoli,invio a Lei e a quanti ne piangonola dipartita la Benedizione Apostoli-ca.

FRANCISCUS P P.

Analogo telegramma è stato inviato dalcardinale segretario di Stato, PietroP a ro l i n .

L’inizio dei lavori del vertice a Bruxelles (Afp)

Disposizioni urgenti e provvisoriein materia di trasparenza, controllo e concorrenza

dei contratti pubblicidello Stato della Città del Vaticano

PA GINA 8

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 sabato 18 luglio 2020

L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

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Recrudescenza dei casi positivi e delle vittime soprattutto negli Stati sud-o ccidentali

Con oltre 3,5 milioni di contagigli Usa nel pieno della prima ondata

Colloquio Macron e al-Sisi

Porre fine alle interferenzestraniere in Libia

WASHINGTON, 17. Ancora una voltagli Stati Uniti si avvicinano alla so-glia dei 70.000 casi giornalieri di po-sitivi al covid-19. Nel Paese sono sta-ti registrati 68.428 nuovi contagi nel-le ultime 24 ore. Il numero comples-sivo di infezioni nel Paese, secondoun conteggio della Johns HopkinsUniversity, ha già superato i 3,5 mi-lioni. Parallelamente, sono stati regi-strati 974 nuovi decessi, che hannoportato il totale a 138.201. La curvaepidemiologica continua ad avere iltasso di crescita più alto al mondo,confermando gli Usa, in termini as-soluti e ormai da mesi, il paese piùcolpito dalla pandemia.

Dati che certificano inoltre comeil Paese non sia mai uscito dalla pri-ma ondata che, in questo momento,vede una recrudescenza dei casi edelle vittime soprattutto negli Statisud occidentali. Almeno 39 stati Usahanno riportato un aumento delproprio numero di nuovi casi di co-ronavirus rispetto alla settimana pre-cedente.

La Florida, diventata l’e p i c e n t rodel coronavirus nel Paese, è lo Statoche fa registrare il maggior numerodi casi giornalieri: tra la sera di mer-coledì e quella di ieri sono stati qua-si 14.000 i nuovi infetti. Nello Statosi è dovuto purtroppo annotare an-che un nuovo record relativo alle vit-time in un giorno, 156. Il numero to-

tale di casi nello Stato, secondo i da-ti del dipartimento sanitario locale,ora supera 315.000, con 4.782 mortiper cause riconducibili al covid-19.

Il sindaco di Miami, Francis Sua-rez, ieri in conferenza stampa ha af-fermato che i prossimi giorni saran-no probabilmente decisivi per con-trollare l’evoluzione della situazionenella città che conta finora circa70.000 infezioni complessive. OggiSuarez dovrebbe incontrare rappre-sentanti di commercianti, ristoratorie albergatori per decidere eventualiprovvedimenti di lockdown per fron-teggiare la diffusione del virus.

A seguire California, Texas edArizona riportano circa 10.000 con-tagi quotidiani. Numeri che stannoprovocando una carenza di letti ne-gli ospedali di queste regioni. Relati-vamente alle vittime il Texas ha bat-tuto ieri il proprio record. Ci sonostati 129 decessi nelle ultime 24 oreche hanno fatto salire il numerocomplessivo di morti nello Stato a3.561. In Texas, così come in Arizo-na, sono stati preparati camion refri-gerati in risposta all’esaurimento del-le disponibilità negli obitori.

In Oklahoma, il governatore Ke-vin Stitt è risultato positivo al covid-19. Si tratta del primo governatorestatunitense ad aver contratto il vi-ru s .Partecipanti a una marcia contro le violenze a New York (Afp)

TRIPOLI, 17. Gli ultimi sviluppi inLibia sono stati al centro dei collo-qui telefonici tra il presidente fran-cese Emmanuel Macron e l’omolo-go egiziano Abdel-Fattah al-Sisi.Entrambi hanno condannato le in-terferenze straniere nel Paese. Loha dichiarato in una nota la presi-denza egiziana.

Macron, in particolare, haespresso apprezzamento per l’imp e-gno egiziano nel garantire sicurez-za e stabilità in Libia, anche con

l’elaborazione a inizio giugno dellaDichiarazione del Cairo per il rag-giungimento di un cessate il fuoco.

Intanto, ieri, a Tripoli si sono te-nuti i colloqui fra il ministro degliInterni italiano, Luciana Lamorge-se, con il premier libico Fayez al-Serraj e gli altri esponenti del Go-verno per discutere degli ultimi svi-luppi in Libia. Lamorgese ha an-nunciato il suo impegno a «impri-mere un’accelerazione a tutte le at-tività di collaborazione» tra Italia eLibia, per prevenire l’immigrazionei r re g o l a re .

Tra i principali temi affrontati: ildossier della cooperazione in mate-ria di sicurezza, con particolare ri-guardo alla lotta contro le migra-zioni illegali, la tratta di esseriumani e il contrabbando. In parti-colare, è stata verificata l’attuazionedel progetto del ministero dell’In-terno, co-finanziato con fondidell’Ue, che ha l’obiettivo, fin dal2017, di rafforzare le competenzenel controllo delle frontiere. MaTripoli, ha sottolineato Lamorgese,deve agire «sempre nel rispetto deidiritti umani e della salvaguardiadelle vite in mare e in terra» ed oc-corre evacuare i centri di detenzio-ne governativi, attraverso corridoiumanitari organizzati dall’Ue e ge-stiti da Unhcr e Oim. Sono stati,intanto, consegnati 30 mezzi per ilcontrollo delle frontiere terrestri. Siè poi parlato del ritorno dellaaziende italiane in Libia, del bloc-co dei pozzi di petrolio, e del con-tribuito dell’Italia nel processo dibonifica delle mine a Tripoli.

Londra accusaMosca

di attacchi hackersul vaccino

LONDRA, 17. Il Regno Unito accusala Russia di aver cercato di carpire isegreti delle ricerche occidentali sulvaccino contro il coronavirus. A lan-ciare l’accusa sono stati i servizi d’in-telligence del National Cyber Secu-rity Centre che in un rapporto im-putano ad «hacker russi quasi certa-mente» legati agli 007 di Mosca di«aver preso di mira informazioni suprogetti di ricerca anti-Covid britan-nici, ma anche di Canada e Usa».

Il Cremlino ha nettamente smenti-to le accuse. «Non abbiamo infor-mazioni su chi possa aver commessoun attacco hacker contro le compa-gnie farmaceutiche e i centri di ricer-ca britannici ma possiamo dire unacosa: la Russia non ha nulla a chefare con questi tentativi» ha dichia-rato il portavoce di Putin, DmitriPeskov, smentendo anche le accusedi interferenze russe nelle elezioniparlamentari britanniche del dicem-bre 2019.

Intanto, negli Usa oltre 100 scien-ziati, tra cui 15 Nobel, hanno solleci-tato i test per il vaccino anti covid-19chiamati “human challenge trial”,nei quali i volontari sani vengono in-fettati con il virus. In una letteraaperta al direttore dei National In-stitute of Health (Nih) Francis Col-lins, gli esperti sostengono che l’ap-proccio è efficace perché dà rapida-mente una risposta sulla capacità delvaccino di prevenire la malattia.

Mentre in Ecuador scarseggiano i posti letto in rianimazione

Brasile: più di due milioni gli infetti

Personale sanitario trasporta la bara di una persona morta per coronavirus in Brasile (Reuters)

Repubblica della Macedonia del Nord:i socialdemocratici vincono le legislative

Violati i profili Twitter di alcune personalitànegli Stati Uniti

L’opp osizionep olacca

contro Duda

VA R S AV I A , 17. La principale coali-zione di opposizione della Poloniaha contestato il risultato delle re-centi elezioni presidenziali, chehanno confermato il capo delloStato, Andrzej Duda, con il soste-gno del governativo partito conser-vatore Diritto e giustizia.

Piattaforma civica (Po), forma-zione dell’opposizione, il cui candi-dato Rafał Trzaskowski, sindacoeuropeista di Varsavia, ha perso ilballottaggio con Duda il 12 luglioscorso, ha presentato un appello al-la Corte suprema, denunciandopresunte irregolarità e accusando latelevisione pubblica Tvp di parzia-lità. «Abbiamo chiesto l’annulla-mento delle elezioni», ha detto aigiornalisti il leader del Po, BorysBudka.

Duda ha vinto il ballottaggiocon il 51 per cento dei voti, controil 49 per cento di Trzaskowski.

Le dichiarazioni di Budka sonoparzialmente in linea con i rilievifatti dall’Organizzazione per la si-curezza e la cooperazione in Euro-pa (Osce). Secondo l’Osce, il voto«è stato ben gestito», malgradoalucne lacune. In particolare, indi-ca l’Ocse, la tv pubblica, ha agito«come veicolo della campagna delpresidente uscente».

BRASÍLIA, 17. Il Brasile ha fatto re-gistrare ulteriori 1.322 decessi e45.403 nuovi contagi nelle 24 orecomprese tra la sera di mercoledì equella di ieri, giovedì. Lo ha comu-nicato in serata il Consiglio nazio-nale dei segretari sanitari (Conass).Il numero complessivo dei contagida covid-19 ha superato quota duemilioni, mentre le vittime per causericonducibili al virus sono 76.688.Nonostante i dati confermino ilPaese al secondo posto al mondoper casi e decessi, molti Stati brasi-liani hanno riavviato le proprie atti-vità. Ieri a Rio hanno riapertospiagge e attrazioni turistiche.

Nel frattempo in Ecuador è scat-tato l’allarme nella capitale, Quito,relativamente alla disponibilità diposti letto in rianimazione, né nelsettore pubblico, né in quello priva-to. Nella città, divenuta il nuovoepicentro del covid.19 nel Paese, so-no stati superati i 10.000 casi totali.I media ecuadoriani rilevano che il3 giugno scorso nella capitale, no-nostante le incertezze sull’evoluzio-ne della pandemia, le autorità han-no avviato un progressivo allenta-mento delle misure restrittive, conuna riapertura di varie attività com-merciali e produttive che sembre-rebbero aver incrementato i conta-gi. L’Ecuador è al settimo posto inAmerica latina per numero di casi,con 71.365 contagiati, mentre i mor-ti sono giunti a quota 5.207.

Continua a salire la curva epide-miologica sia delle vittime che dei

positivi anche in Messico. Il Paeseha riportato 668 morti legate al co-vid-19 e oltre 6.400 nuovi positivinelle ultime 24 ore. Numeri chehanno portato a 37.574 il totale deidecessi, quarto Paese al mondo, e324.041 quello delle infezioni com-

plessive, al settimo posto della gra-duatoria mondiale.

In Perú il presidente Vizcarra, hadichiarato di non vedere la necessi-tà di decretare un nuovo lockdown,nonostante il numero di infezioni edecessi continui ad aumentare.

SKO P J E , 17. I socialdemocratici (Sd-sm) dell’ex premier uscente, ZoranZaev, hanno vinto le elezioni legi-slative di domenica nella Repubbli-ca di Macedonia del Nord.

All’Sdms, indica la Commissioneelettorale di Skopje, sono andati 46seggi sul totale di 120, rispetto ai44 ottenuti dai conservatori delVmro-Dpmne, guidato da HristijanMickoski. Segue l’Unione demo-cratica albanese per l’integrazione,con 15 deputati, l’Alleanza degli al-banesi con 12, Levica (di sinistra)con due, e il Partito democratico

degli albanesi con un seggio. «Ilcammino da noi intrapreso è statoconsolidato», ha detto Zaev ai suoisostenitori, riferendosi alla sceltaeuropeista e filo occidentale.

Le elezioni per il rinnovo delParlamento di Skopje, a causadell’emergenza sanitaria, sono statespalmate in tre giorni, e alcune ca-tegorie di elettori — i malati di co-vid-19, detenuti e gli ospiti dellecase di riposo — hanno potuto vo-tare già lunedì e martedì grazieall’assistenza del personale dellaCommissione elettorale.

Smentitoil riempimento

della digasul Nilo azzurro

ADDIS ABEBA, 17. L’informazionesecondo cui l’Etiopia avrebbe av-viato le operazioni di riempimen-to del bacino idrico della GrandEthiopian Renaissance Dam(Gerd), la diga sul Nilo Azzurro,sarebbe falsa. Lo rende notol’agenzia Reuters, riportandoquanto affermato, ieri, dal mini-stero degli Esteri del Sudan inuna nota che cita a sua volta ledichiarazioni dell’incaricato d’af-fari dell’Etiopia a Khartum.

Secondo questa fonte, il mini-stro etiope delle Risorse idriche,l’irrigazione e l’energia, SileshiBekele, «non ha rilasciato i com-menti a lui attribuiti». La preci-sazione giunge dopo che ieri Be-kele aveva già parzialmente retti-ficato le dichiarazioni a lui attri-buite dall’emittente di Stato etio-pe Ebc. Bekele aveva chiarito cheil riempimento è «in conformitàcon il naturale processo di co-struzione» della diga, oggetto diun annoso contenzioso con Egit-to e Sudan. Dopo la diffusionedelle prime dichiarazioni di Be-kele sono arrivate le reazioni diSudan e Egitto. Entrambi temo-no che il riempimento della diga,senza un accordo sulla base deirilievi tecnici, ridurrà notevol-mente il loro accesso all’acqua.L’Egitto ha chiesto, intanto, «ra-pidi chiarimenti ufficiali».

WASHINGTON, 17. Un attacco hackersenza precedenti quello che merco-ledì ha colpito i personaggi più “in-fluenti” negli Stati Uniti, da WallStreet alla Silicon Valley, passandoper la politica che conta. Violati gliaccount twitter di persone tra le piùricche e famose al mondo quali BillGates, Jeff Bezos, Elon Musk, War-ren Buffett, Michael Bloomberg.Manomessi quelli di personaggi del-la politica come Barack Obama e diJoe Biden, e di star dello spettacoloe dello sport. A lanciare l’allarme ilnumero uno di Twitter Jack Dorsey,

ma anche Cameron Winklevoss, ilco-fondatore di Gemini, una dellepiattaforme più note per le valutedigitali: «È una truffa. Non parteci-pate. È lo stesso attacco che sta col-pendo gli account Twitter dellemaggiori piattaforme di criptovalu-te», ha twittato Winklevoss. Intantoin tre ore erano stati rubati oltre 118mila dollari.

Dai profili presi di mira, tutti conmilioni di follower, sono partiti mes-saggi truffa molto simili tra loro incui veniva offerto agli utenti di in-viare loro dollari in cambio di Bit-

coin, una criptovaluta: «Se mandateal mio indirizzo mille dollari, io vene darò indietro il doppio in bit-coin! Lo faccio solo per i prossimi30 minuti» recitava il messaggio.

La piattaforma del noto social delcinguettio è rimasta paralizzata peralcune ore: impossibile twittare, conlo staff all’opera per cercare di capi-re cosa stesse succedendo. Solo nel-la notte tra mercoledì e giovedì si ètornati alla normalità. Dopo l’attac-co hacker i titoli di Twitter a Wallstreet hanno perso il 2,65%.

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L’OSSERVATORE ROMANOsabato 18 luglio 2020 pagina 3

QA P P R O F O N D I M E N T I D I C U L T U R A , S O C I E T À , S C I E N Z E E A R T E

quattro pagine

La scoperta del possibileemigrando da nord a sud

Da oltre quarant’anni l’impegno di don Giacomo Panizza e della Comunità Progetto Sud

Don Giacomo Panizza

di ENRICA RIERA

«F accio il prete.Prima di studia-re in seminariolavoravo in fab-brica e prima di“e m i g r a re ” alSud conoscevo

solo una piccola parte di Nord. I millecentochilometri che separano Brescia da LameziaTerme li ho percorsi a ventott’anni, dopoaver conosciuto alcuni giovani con disabilitàche in Calabria non trovavano risposte ade-guate ai loro bisogni di assistenza. Si eranorivolti altrove, fantasticando un futuro ipo-tetico nel Settentrione come se fosse “il”luogo affidabile per risolvere i loro impel-lenti problemi assistenziali, anche al prezzodi quelli esistenziali. Rassegnati, si prepara-vano a seppellire la vita in istituti lontanoda parenti e conoscenti».

Per approfondire la storia di don Giaco-mo Panizza, il sacerdote «di frontiera», oggisettantatreenne, che negli anni Settanta deci-se di lasciare la Lombardia per trasferirsi nelprofondo Sud, basta sfogliare le pagine delsuo ultimo libro. S’intitola Cattivi maestri.La sfida educativa alla pedagogia mafiosa(Edizioni Dehoniane, 2017) e dopo la prefa-zione di Goffredo Fofi racconta — tra le altrecose — la scommessa e la sfida portate avantinel fondare quarant’anni fa la ComunitàProgetto Sud, «una convivenza tra giovani,maschi e femmine, in sedia a rotelle e in pie-di, bisognosi di aiuto e allo stesso tempo de-siderosi di aiutare... ciascuno secondo le suecapacità».

Nata, appunto nel 1976, come gruppo au-togestito con lo scopo di offrire soluzioni al-ternative alla “dep ortazione” dei calabresicon disabilità negli istituti del nord Italia(«Invece di emigrare altrove per fruiredell’assistenza quotidiana o elemosinare iservizi di cui c’era bisogno, li abbiamo creatinoi, in Calabria. Insieme», scrive don Paniz-za), la comunità è successivamente cresciuta.Attualmente è una onlus indipendente checontinua ad avere sede a Lamezia Terme, e,oltre a persone con disabilità, sta pure ac-canto a tossicodipendenti, immigrati, rom,malati di Aids, minori e donne in difficoltà.Progetto Sud si configura, insomma, comeun insieme di reti, un gruppo di gruppi che,giorno per giorno, cerca di dare risposteconcrete di inclusione sociale, perseguendoprincipi di giustizia, eguaglianza e legalità.

Scrive così Fofi nelle pagine d’intro duzio-ne a Cattivi maestri: «La parte più bella epiù trascinante delle idee di Panizza è quel-la che riguarda “l’inaspettata capacitàd’azione” che bensì sonnecchia nella societàcome un fuoco coperto dalla cenere, è lascoperta delle energie possibili che possonoscaturire dal lavoro con gli emarginati, maanche insieme alle persone comuni e in si-tuazioni comuni (...). È sulla fiducia in que-ste energie, nascoste o evidenti ma che nonsanno uscire ancora dall’isolamento (...) chebisogna scommettere. Don Giacomo ha sa-puto farlo, rischiando, ma con risultati evi-denti (...). Non si tratta solo di denunciaree non si tratta solo di sperare, si tratta an-che, coerentemente alle nostre constatazionie convinzioni, di agire».

Se, dunque, «i cattivi maestri sono in real-tà quelli che, con il loro esempio e con le lo-ro parole, reagiscono al nefasto ordine esi-stente in nome dell’uguaglianza e della soli-darietà: con e tra gli umili, gli ultimi, gli op-

pressi, e alla ricerca del vero, del giusto e delbello», don Giacomo Panizza rientra appie-no in questa categoria, in questa definizioneil cui significato è rovesciato.

Il prete dall’accento bresciano del restoconduce «azioni sociali, imbastisce percorsieducativi con chi non crede di poter impara-re, cambiare o crescere, collauda espedientibuoni per tenersi alla larga da pensieri dirassegnazione». Tutto ciò lo fa in terra dimafie, sfidando la ‘ndrangheta e ricevendocontinue intimidazioni: guai, però, a chia-marlo prete anti-mafia perché, come scrive,«è la mafia a essere anti-me e anti la Comu-nità Progetto Sud, anti tutti noi».

Pertanto don Panizza — l’emigrato al con-trario che parla di «diritto alle terapie, pen-sione di invalidità, studio come diritto e la-voro libero dalle estorsioni, eliminazione del-le barriere architettoniche e mentali» — inse-gna a «riempire la vita di vita», a combatte-re contro i pregiudizi, a lottare per i dirittidi chi vive in prima persona certe situazioni.«Mi sono autodenunciato due volte. La pri-ma presso il tribunale di Locri. Al procura-tore della Repubblica ho consegnato unalettera indicante il giorno, l’ora e il luogo incui avrei costruito una passerella abusiva sul-la spiaggia per consentire a un gruppo digiovani sulla sedia a rotelle di poter fare ilbagno al mare (...). La seconda autodenun-cia l’ho depositata al tribunale di LameziaTerme, preannunciando che avrei disobbedi-

to a una nuova legge ritenuta in coscienzadiscriminatoria, perché obbligava a segnalarequegli stranieri che sarebbero incappati nelreato di clandestinità», racconta don Giaco-mo.

Quando lo sentiamo al telefono, è pocoprima che il coronavirus mieta le sue vittime,prima che lo ckdown diventi una parolad’uso quotidiano, prima che lo stesso sacer-dote firmi e supporti gli appelli e le petizio-ni a sostegno del diritto alla salute, al tempodella pandemia, nei confronti dei più fragili.Sin da subito, don Panizza parla chiaro, nonedulcora la situazione. «In Calabria c’è an-cora tanto da fare — dice — abbiamo unquinto dei servizi della Campania e un ven-tesimo di quelli presenti in Lombardia. Lalegge 328/2000 ad esempio non è stata nem-meno implementata (lo scorso 26 marzo alConsiglio regionale della Calabria arriva larichiesta di sospensione del regolamento re-gionale 22/2019, assunto con Dgr 503/2019,che avrebbe reso applicabile la citata leggenazionale sulle politiche sociali) e ciò risultaassai dannoso. Quello che tuttavia è cambia-to in tali territori rispetto al passato, è, alme-no, un aspetto culturale, legato alla mentali-tà: non lavoriamo sulle persone con disabili-tà, lavoriamo con loro».

«Noi di Comunità Progetto Sud — p ro s e -gue — abbiamo da subito cercato di far usci-re dall’isolamento persone considerate han-dicappate. Uomini e donne chiusi in casa,

emarginati, che uscendo finalmente sono ri-nati e hanno capito di essere grandi e figli diDio. Da noi la persona con disabilità sa chel’importante non è tanto ricevere quanto da-re. Capire, cioè, che non si è per forza belli,bravi e perfetti ma, come tutti, si hanno ca-pacità e incapacità».

Sempre sul fronte delle disabilità, tra i di-versi gruppi di don Giacomo Panizza (tracui il centro di riabilitazione, quello psico-educativo per l’autismo e lo sportello infor-mativo guidato da una persona con disabili-tà) c’è la casa famiglia Dopo di Noi — di cuiè responsabile l’educatrice Elvira Benincasa— nata nel 2009, non a caso in un edificioconfiscato alla mafia, per accogliere personecon disabilità fisica o psichica. Persone senzafamiglia o con genitori non in grado diprendersene più cura, a cui viene messo adisposizione un servizio residenziale, attivoventiquattr’ore su ventiquattro e scandito dalclima familiare e da precise regole di convi-venza, rispetto e accoglienza. A tutto ciò siaggiunge il valore delle storie personali degliospiti, al momento tra i 50 e i 74 anni. Legiornate, in base ai principi di don Giaco-mo, non vanno avanti come in una bolla:non solo i piani individuali e i piani tera-peutici da rispettare, ci sono anche le nor-mali routine familiari. C’è chi va in palestra,chi svolge attività sul territorio, chi preparail pranzo e poi nel pomeriggio va dal par-rucchiere o a far visita ai vicini di casa o, an-cora, esce col pullmino attrezzato. Si orga-nizzano persino le vacanze estive, tra lemontagne della Sila e il mare della costa io-nica oppure tirrenica.

E durante l’emergenza sanitaria, in parti-colare, la casa famiglia si è anche reinventa-ta, attivando piani organizzativi e azioni mi-rate, oltre che alla prevenzione, a fronteggia-re la chiusura delle attività esterne. «Dopodi Noi si nutre di rapporti quotidiani colterritorio e col quartiere in cui vive — p re c i s ala coordinatrice Benincasa — L’isolamentoavrebbe potuto far ripiombare i nostri ospitinelle condizioni di emarginazione vissutedurante la giovinezza o in certi periodi dellaloro vita. Tuttavia, grazie alle attività digruppo, alla fantasia e alle parole, l’équip eha cercato di riempire i vuoti giornalieri su-biti, dando vita, sì, al distanziamento fisico,ma mai a quello affettivo o psicologico. Aoggi, dopo aver raccontato, in questi mesi estando a casa, le nostre storie sotto forma dipensieri positivi, ci sentiamo un gruppo piùforte e ciò che ci auguriamo di fare nel pros-simo futuro è organizzare dei piccoli tour inCalabria proprio per ritrovare e affrontare iluoghi del nostro passato».

Dunque, per il momento e date le circo-stanze, sull’organizzazione dei tradizionalicampi estivi — vere vacanze studio in cui sisceglie un tema e per sette giorni ci si lavorasu — vige un po’ di incertezza: piuttosto,

laddove si potrà, si realizzeranno, a turni,delle gite fuori “casa” in posti sicuri e rispet-tosi delle misure anti contagio. «L’annoscorso — rende ancora noto Benincasa — la-vorammo sull’argomento “A-mare senzaostacoli”, recandoci in una struttura, sul ma-re, attrezzata ad accogliere persone con disa-bilità». Una volta scansato il pericolo si spe-ra, così, che le vacanze autogestite possanoriprendere il loro corso, anche perché ciòche le rende inedite e belle è il fatto che nonsiano imposte.

«Negli anni passati — aggiunge Benincasa— c’è chi scelse di partire e chi di restare.Non è un caso che ognuno degli ospiti pa-ghi la settimana col proprio budget e, quin-di, valuti le proposte estive a suo piacimen-to. Noi cerchiamo di lavorare sui diritti e suidoveri, di offrire l’opportunità a uomini edonne con disabilità di vivere una vacanzacome farebbero tutti, a partire dalla volontà,appunto, di prendervi parte».

Nel suo volume, don Panizza spiega benequesto concetto legato al costante lavoro digruppo, alla «condivisione delle decisionicon gli stessi destinatari dell’azione e nonsoltanto con i collaboratori» quando fal’esempio «di alcune persone non deambu-lanti che hanno svolto uno studio sulle bar-riere architettoniche che impedivano loro difrequentare molti luoghi della città di Lame-zia Terme nel migliore dei modi». Questepersone, in pratica, hanno prima studiato ledefinizioni e le leggi sulle stesse barriere ar-chitettoniche, poi hanno fotografato gli“ostacoli” intervistando sul tema e sulle pos-sibili soluzioni le autorità preposte e, infine,hanno chiesto ai responsabili delle struttureirregolari di impegnarsi in tempi brevi asmantellare quelle barriere. Lo hanno fatto,cioè, in prima persona, «non più da assistitema da protagoniste» e insieme perché «in-sieme agli altri la speranza (...) si svela piùcalda, più praticabile, più tutto. Insieme, an-che quando percorriamo la via della croce,l’Invisibile si fa più vicino e noi ci riaccen-diamo».

È di conseguenza una famiglia felice chesomiglia a tutte le famiglie felici, e al con-tempo una famiglia infelice a modo suo laComunità Progetto Sud. Fatta di operatori,esperti e professionisti, e soprattutto di vociche vengono ascoltate e si fanno ascoltare. Aconclusione della citata telefonata, don Pa-nizza, la comunità, la definisce così: «Pro-getto Sud, con Dopo di Noi e tutti gli altricentri compresi gli Sprar, le case antiviolen-za, l’ufficio legale per i migranti e gli ulte-riori programmi di recupero è un posto dovenon solo si abita insieme, ma si vive il terri-torio, il mondo e l’esistenza». Partendo, na-turalmente, da Sud, lì dove il prete operaioha conosciuto «limbo e inferno, purgatorio eparadiso, la mia vita con altri altrove».

• Isole e carceridi MARIO PANIZZA

• A pieni polmoni: storiadi Chico Mendesdi SI LV I A GUSMANO

• Nelle spiagge di Parruno spaccato delle societàdi GA E TA N O VALLINI

• Billy vuole volaredi ALESSANDRA MORACA

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pagina 4 sabato 18 luglio 2020 L’OSSERVATORE ROMANO sabato 18 luglio 2020 pagina 5da

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Luoghi di evasioneIl recupero e la valorizzazione delle carceri dismesse sulle isolepuò garantire un utile non solo finanziario, ma anche sociale

Una storianon semplice

Qquattro pagine

AP P U N TA M E N T I

Talvolta l’isolamento del luogo è servitoa rafforzare la sofferenza e il peso della punizionee caricare psicologicamenteil senso del distacco definitivo dalla societàA riprova di come l’idea di riabilitazionefosse totalmente assentee il modello della detenzione del tutto distantedall’obiettivo del recupero del detenutoMa cosa fare oggidi questi beni architettonici e naturalidestinati a deteriorarsi?

A pieni polmoniChico Mendez, difensore dell’Amazzonia

di SI LV I A GUSMANO

«Q uesto è un libroche finisce male, il22 dicembre del1988, a Xapuri: unpiccolo villaggio

del Brasile proprio in mezzo alla fore-sta amazzonica. Visto dall’alto è solouna manciata di capanne nate doveun fiume con lo stesso nome, lo Xa-puri, si fonde con un altro molto piùgrande: l’Acre. È un posto sperduto,difficile da raggiungere e da cui è dif-ficile scappare. Proprio per questo, èun posto dove la legge non arriva. Ela parola “giustizia” perde di significa-to. Questo è un libro che finisce maleil 22 dicembre del 1988. Ma cominciaun po’ di tempo prima. Con una fa-miglia. E un trasloco nella foresta».

È dedicato a Chico Mendes (1944-1988) il nuovo volume della collana«Semplicemente Eroi» di Einaudi Ra-gazzi Chico Mendes, difensore del-l’Am a z z o n i a (Trieste, 2020, pagine 128,euro 10), dedicata a storie vere e fortidi donne e uomini, modelli per la no-stra epoca. La vita del sindacalista eattivista brasiliano, grande paladinodell’Amazzonia e dei popoli che ci vi-vono, schierato in prima linea control’avidità di criminali disposti a brucia-re il pianeta pur di ricavarne profitti,è raccontata da Davide Moronisotto,già autore delle biografie di FrancoBasaglia e Peppino Impastato.

La vicenda è narrata attraverso lavoce e lo sguardo di Zuza, giovanissi-mo raccoglitore di gomma che con lasua famiglia si trasferisce nella foresta.

E la foresta è la prima grande pro-tagonista di questa storia. La forestacon i suoi animali e colori, con le suestagioni, la sua vegetazione, un insie-me di vita e di vite che sopravvivegrazie e attraverso la presenza armoni-ca di tutti gli elementi. Zuza ne impa-ra segreti e pericoli, potenzialità e tra-bocchetti, ma soprattutto impara l’im-menso valore di questa foresta chepermette al mondo intero di respirare.Sono infatti gli alberi — scopre ilbambino — a fabbricare aria e a pro-durre ossigeno, dando agli uomini lapossibilità di vivere.

Tra gli alberi della foresta, è quellodella gomma a garantire il sostenta-mento della famiglia di Zuza: le pagi-ne di Moronisotto offrono ai giovanilettori uno spaccato interessante di co-me si ottiene un elemento di uso quo-

tidiano. «“Questo è un albero dellagomma, — spiegò il papà —. Subitosotto la corteccia scorre il lattice, cheè quello che dobbiamo raccogliere noie che a fine stagione andremo a ven-dere a Xapuri” (...). Zuza pensò allaruota di un camion, e guardò l’alb erovicino a lui. Era incredibile che le duecose potessero essere collegate».

Ma il polmone verde del pianeta,così prezioso e vitale, è minacciato dauomini potenti che per ricavarne pro-fitto non esitano a distruggerla. E acalpestare chi vive grazie ad essa nelpiù profondo rispetto degli equilibridella natura.

Zuza scopre la violenza senza scru-poli, la sopraffazione, l’odio per il de-bole, ma scopre anche che esistonopersone che non chinano la testa. Per-ché è nella foresta che il bambino co-nosce un uomo, pur cresciuto in con-dizioni di semischiavitù, che ha impa-rato a leggere, a capire quello che leg-geva, a comprendere il significato diparole come giustizia e diritti, e a lot-tare per vederle applicate.

Creando il sindacato Chico Men-des, che è stato tra quanti hanno ri-chiamato l’attenzione del mondosull’Amazzonia, ha dato agli abitantidella foresta una direzione, un sensodi appartenenza, un obiettivo comu-ne, la forza che viene dal sentirsi par-te di una comunità in lotta e in cam-mino — e insieme a tutto questo unambulatorio e una scuola («Zuza im-parò che a ogni scarabocchio del librocorrispondeva un suono. E che i suo-ni messi insieme formavano le parole.Era un’invenzione straordinaria, unamagia. Bastava conoscere le lettereper poi creare tutte le parole del mon-do. E con le parole arrivavano nuoveidee. Nuovi pensieri»).

Perché quel che Mendez insegna èil valore della responsabilità personaleverso i propri figli, e verso le genera-zioni future. Il dovere di difendere «ildiritto di crescere e lavorare e restarenella foresta (…). È per questo chestiamo combattendo, noi, qui. Bene —disse il papà —. Allora voglio che siaanche la mia battaglia».

Il libro finisce male, Mendez —com’è noto — verrà ucciso e decennidopo quel 22 dicembre 1988, l’Amaz-zonia continua a essere depredata. Pe-rò Chico Mendes ha seminato moltoe bene. La sua battaglia per la giusti-zia e il rispetto è in salita, ma respiraa pieni polmoni.

Dacia Maraini, TrioÈ già successo e succederà di nuovo; al di là del ceto sociale e dell’età, delle lati-tudini e della capacità di elaborare lutti e gioie, di astrarre e di contestua l i z z a re ,uomini e donne si sono trovati e si ritroveranno alle prese con malattie e pande-mie capaci di sconvolgerne routine e priorità. E come già avvenuto e come avver-rà, uomini e donne lo racconteranno, ognuno a modo suo, ma accomunati tuttidal bisogno di condividere. In questo difficile 2020, con il covid-19 che accompa-gna ormai da mesi la nostra quotidianità, due scrittrici ci hanno proposto paginein cui fanno i loro personali conti con quanto sta succedendo. La prima è DaciaMaraini che con Tr i o (Rizzoli 2020) torna alla Sicilia che ha saputo indelebilmen-te raccontare ne La lunga vita di Marianna Ucrìa (1990). È il 1743. Un topo morto(messaggero noto) annuncia che la peste è arrivata a flagellare l’isola: si apre cosìla prima lettera del romanzo epistolare tra Agata e Annuzza, amiche sin da bam-bine che si scrivono mentre tutto attorno sembra franare. Come da piccole il l o rolegame le aveva accompagnate nella scoperta del mondo, ora la loro amiciziapuntella un giorno per giorno sempre più difficile a causa dell’isolamento, delcontagio, del dolore, della morte che incalza. Per Agata e Annuzza, bimbe cheleggevano insieme le avventure del Cid e di Ximena, scriversi diventa da adulte ilsolo antidoto contro la peste; il confronto (persino quando mette in discussionetutto quel che si è e si ha) porta conforto. Anche nell’immaginare il dopo.

Paola Mastrocola, Diario di una talpaEd è specie nella parte relativa al dopo che Paola Mastrocola offre spunti int e re s -santi in Diario di una talpa (La nave di Teseo 2020), in cui ripercorre (anche gra-zie ai suoi limpidi e delicati disegni) lo sconvolgimento di questi mesi. La talpanon racconta solo lo stupore e lo smarrimento davanti a un mondo in cui ciò cheera normale e ovvio si è volatilizzato in poche ore, ma ripercorre le tappe di unaresistenza. Perché la talpa (sorprendendo, forse, in primo luogo se stessa) non sirassegna. Soprattutto non vuole cedere a stereotipi e luoghi comuni, così rassicu-ranti davanti all’incepparsi di gran parte di ciò che si conosce. È lieve, pur nellagravità, il racconto di Mastrocola perché quel che salva è la gentilezza di unosguardo profondo. Non solo nelle belle pagine di apertura (per la scrittrice sicilia-na) e di chiusura (per la piemontese) in cui scrivono loro stesse una lettera, ma inentrambi i libri le voci di Maraini e di Mastrocola ci parlano direttamente. Chia-mandoci in causa rispetto a qualcosa che ormai conosciamo bene per l’i m p ro v v i s atalpitudine a cui siamo stati (e siamo ancora?) costretti, ci invitano però a non la-sciarci travolgere dalle scorciatoie. «Non penso — conclude la talpa, affacciandosisul dopo — al pianeta intero che di colpo si mette a vivere diversamente. Penso aqualcuno, che da solo a un certo punto comincerà, un bel mattino, a prendereun’altra strada. E poi magari altri poco per volta lo seguiranno, piccoli inizi. Fo-colai. Focolai di utopia». (giulia galeotti)

di CRISTIANO GOVERNA

Ci sono film che sono orologi, meccanismi perfetti.È il caso di Una storia semplice (film del 1991,tratto dall’omonimo romanzo poliziesco diLeonardo Scascia) piccolo gioiello seminascostonelle programmazioni televisive. Il film di Emidio

Greco è congegno noir dove tutto funziona alla perfezione,un cast di qualità che vede un’altra grande interpretazione(l’ultima) di Gian Maria Volontè (il professor Franzò) e poiEnnio Fantastichini (nella parte del commissario), RickyTognazzi (il brigadiere), Massimo Dapporto (il questore) etanti altri. Tutti bravi, misurati, al loro posto. Di che parlaUna storia semplice? Probabilmente di due cose, di unapparente suicidio che è in realtà un omicidio e della Sicilia.Una notte in una questura siciliana squilla il telefono, unuomo (un ricco possidente che ha fatto inaspettatamenteritorno in Sicilia e ha deciso di pernottare in una sua masseriapoco lontana dalla città) dice di voler parlare col questore pervia di qualcosa che ha trovato. Il commissario, informatodella telefonata, sembra prendere sottogamba la chiamata diquell’uomo e invita il brigadiere e il resto della squadra arecarsi solo l’indomani in quella masseria. Una volta giuntisul posto, il brigadiere si troverà di fronte uno scenarioapparentemente tipico del suicidio. Un uomo morto, con latesta appoggiata sulla scrivania di fronte la quale siede e unbuco nella testa. A terra la pistola con la quale ha sparato.«Suicidio — dice il questore al brigadiere prima che questirediga il verbale — evidente caso di suicidio, questa è unastoria semplice». La storia si rivelerà meno semplice delprevisto. Per esempio, a partire dal fatto che il morto avevadavanti a sé un foglio sul quale aveva scritto «Ho trovato».Un punto, quello dopo «Ho trovato», messo probabilmentedall’assassino per sviare le indagini e impedire che ci sidomandasse cosa quell’uomo avesse trovato. Un quadro.Questo aveva rinvenuto la vittima, «ho trovato un quadro»aveva detto al telefono la sera prima al suo caro amico ilprofessor Franzò che, interrogato dal commissario, disegna ilsuo vecchio conoscente come uomo molto colto, tranquillo,lontano dall’ipotesi del suicidio e invece un po’ allarmato pervia di quel quadro che aveva rinvenuto nella masseria mentreera intento a cercare alcune vecchie lettere originali diPirandello. Senza rovinare a chi ci legge il gusto di andare aripescarsi questo piccolo/grande film e gustarsi il sapienteintreccio di eventi, colpi di scena e personaggi, diremo che lastoria mostra implacabilmente quattro anime di un affrescosiciliano, tutte a loro modo importanti. Ci sono i cattivi,quelli che sanno cosa stanno facendo e (in società) hannoruoli e posizioni sociali spesso inattese. Ci sono i buoni, conle loro ingenuità e quel voler a tutti costi, fino in fondo,trovare una giustificazione di fronte a ciò cheinequivocabilmente indica cosa stia accadendo. Ci sono gliidioti, per esempio il sostituto procuratore che non capisceassolutamente niente e che risultano, più per idiozia che perintenzione, decisivi quanto inconsci fiancheggiatori deimeccanismi criminali. E infine c’è il professor Franzò, che èvecchio ed ha poco tempo davanti per il quale tutta questastoria è una storia già vista tante volte, in tanti modi diversi,tutti (spesso) privi di lieto fine. Di giusto fine, diremmo.Leonardo Sciascia infatti, nel libro cui il film si ispira, provava(attraverso gli occhi del professor Franzò) a divincolarsi fraquella voglia di dare ancora una speranza alla sua Sicilia,come luogo dove in qualche modo fosse ancora possibileavere giustizia, e il feroce disincanto legato alla realtà dellecose, una realtà nella quale la criminalità e la cosiddettasocietà civile costruiscono connivenze sulfuree, sottopelle,molto difficili da sciogliere. La voglia di vivere come Diocomanda e quel che l’uomo, di quel comando, ne aveva fatto.Emidio Greco rispetta profondamente l’anima del racconto,disegna i personaggi con quel tratto scarno ma efficace tipicodella grande tradizione dei noir francesi. Tipicamentesimenoniano infatti è quel gusto per il dubbio, questaattrazione fatale per ciò che “sembra invece è altro”. Quandoil brigadiere confida al professor Franzò di aver risolto il casoe di essere sulla strada giusta «Questa è matematica» gli diceriferendosi ai risultati delle sue deduzioni che assumonoevidenza di prove, l’anziano professore gli offre un caffè e loammonisce «La matematica è affascinante… ma vi sciolgadentro sempre qualche dubbio». Se esiste un oggetto smarritoè questo film nelle programmazioni televisive, se sietefortunati e probabilmente soffrite d’insonnia, potreteimbattervi in Una storia semplice nel cuore di una notted’estate o magari poco prima dell’alba. Ogni cosa “semplice”ha vita complessa nel mondo là fuori.

L’Isola conil Castello d’If,

fortezza costruita(1527-1529)

al largo di Tolone,nota per la fuga

di EdmondDantès

Il carcere di Santo Stefano costruito nel periodo borbonico (1794-1795)

Particolare dalla copertina del librodi Davide Moronisotto (Einaudi Ragazzi, 2020)

Ufficio oggetti smarriti

Il passato

i m p re v e d i b i l e

di MARIO PANIZZA

Le piccole isole, per moltisimbolo di esotismo e di ri-poso, luoghi idilliaci, acco-glienti, paradisi, talvolta fi-scali, sono state, in non po-

chi casi, anche sedi di penitenziari in-fernali, di esilio, di espiazione, di isola-mento. Negli anni, quasi tutte questeisole hanno perso la funzione di stabili-mento penale e l’edificio carcerario,una volta svuotato, è rimasto prevalen-temente inutilizzato.

Sin dall’impero romano, per evidentimotivi geografici, sono state considera-te il miglior luogo di detenzione e dipunizione. Le celle potevano non esserecostrette da barriere oppressive, inquanto il limite invalicabile era il mare.In questo caso l’edificio era pertantoun semplice ricovero, destinato alla per-manenza dei carcerati e ai servizi collet-tivi, e i detenuti potevano soggiornarecon margini di manovra abbastanza ge-nerosi, svolgendo il loro lavoro e la vitacomunitaria senza impattare costante-mente con le barriere di un carcere tra-dizionale.

Talvolta l’isolamento del luogo è ser-vito invece a rafforzare la sofferenza e ilpeso della punizione e caricare psicolo-gicamente il senso del distacco definiti-vo dalla società. In alcuni casi le cellesono state addirittura costruite in modoche i detenuti non potessero nemmenogodere della vista del mare. In questicasi l’idea di riabilitazione era total-mente assente e il modello della deten-zione era del tutto distante dall’obietti-vo del recupero del detenuto.

Alcune isole, con i loro penitenziari,hanno assunto un’importanza storica,letteraria e cinematografica: Sant’Elena,una delle più lontane dalla terraferma,isolata nell’Atlantico, ha costituito, do-po il breve soggiorno coatto nell’isolad’Elba, l’esilio definitivo di Napoleone;l’Île-d’Yeu, al largo della Vandea, è sta-ta il luogo di detenzione dell’ottantot-tenne Maresciallo Pétain; l’Ile du Dia-ble nella Guyana francese ha raccoltole gesta — romanzo e film — di Papil-lon; l’Isola con il Castello d’If, fortezzacostruita tra il 1527 e il 1529 al largo diTolone, è nota per la fuga di EdmondDantès – Il Conte di Montecristo; Al-catraz, al largo di San Francisco, in ac-que predilette dagli squali, chiusa dal1963, è ormai meta di turisti e di appas-sionati di ornitologia; la sudafricanaRobben Island, prima asilo psichiatri-co, poi lebbrosario, adesso Patrimoniodell’umanità, è stata il luogo di deten-

zione, per 27 anni, di Nelson Mandela;Nazino, in Siberia, era l’isola dellamorte, nella quale, durante il periodostaliniano, i carcerati, denutriti, moriva-no a migliaia, e dove sono accaduti nu-merosi episodi di cannibalismo.

L’isola italiana architettonicamentepiù nota è di sicuro Santo Stefano, nel-le ponziane, per la quale è stato previ-sto un finanziamento di 70 milioni dieuro. Il suo carcere, costruito nel perio-do borbonico (1794-1795), un panotticoa forma di ferro di cavallo su progettodi Francesco Carpi, contiene, al centrodel cortile, un piccolo edificio, punto diosservazione e di controllo dell’i n t e rocomplesso. La qualità architettonica, le-gata alla pulizia della forma planimetri-ca e al ritmo delle aperture sui prospet-ti interni ed esterni, e il suo inserimen-to nell’ambiente con affaccio sul mare,ne fanno un’opera di grande pregio. Inuso fino al 1965, ha ospitato detenuti

famosi tra cui lo scrittore Luigi Settem-brini, l’anarchico Gaetano Bresci e ilfuturo presidente della RepubblicaSandro Pertini.

Poco lontana, a circa due chilometri,l’isola di Ventotene, già luogo di confi-no dei congiunti degli imperatori roma-ni e, nel secolo scorso, di antifascisti epersone non gradite al regime, noto so-prattutto per aver dato il nome al Ma-nifesto di Ventotene, che auspicava lafederazione degli Stati europei, è oggiun posto di villeggiatura alquanto fre-quentato.

L’altro nucleo italiano consistente diisole-penitenziario è l’arcipelago tosca-no con Pianosa, Gorgona, Montecristo,Capraia, i cui reclusori, sorti dopo lametà dell’Ottocento, sono stati quasitutti dismessi alla fine del secolo scorsoper molteplici ragioni tra cui, non se-condario, il costo elevato della gestionee della manutenzione. L’intero arcipela-

go è attualmente un parco nazionale,costituito con l’obiettivo di ricreare econsolidare il valore culturale, oltre chebotanico e zoologico, dell’ambiente na-turale. Il potenziamento dello sviluppoturistico è sostenuto proprio dalle atti-vità avviate con il lavoro dei detenutinel centro penitenziario di Gorgona,dove, in mezzo ai castagni e agli ulivi,è fiorente la produzione del famoso vi-no giallo. Si tratta di una iniziativa,molto lontana dall’uso che si faceva nelpassato degli estenuanti lavori forzatidei condannati, come, in periodo bor-bonico, nell’isola di Vulcano (Eolie)per l’estrazione di allume e zolfo.

Parco nazionale è stata dichiarata nel2002 anche l’isola dell’Asinara, dopo ladismissione da penitenziario nel 1998.Sorta come colonia penale agricola nel1885, diventa negli anni il carcere piùnoto d’Italia, ospitando i condannatiper mafia e, negli anni Settanta, perterrorismo. Al centro di numerose som-mosse, era conosciuto in tutto il mondocome il penitenziario dal quale era im-possibile evadere.

Geograficamente africana, Lampedu-sa, confino di polizia dal 1872 per alcu-ni decenni, è sicuramente l’isola che ri-chiede gli interventi strutturali più im-portanti. Turistica, ma universalmentenota come simbolo di isola-rifugio, evi-denziato dall’inaugurazione nel 2008della Porta d’E u ro p a di Mimmo Paladi-no, visitata dal Papa e da eminenti per-sonaggi politici, è soffocata dal disordi-ne dei centri di accoglienza, inevitabil-mente affollati. Soffre della difficilecoabitazione con i migranti che, nellasituazione attuale, incidono negativa-mente sull’attrattività del suo patrimo-nio naturale, soprattutto subaqueo.

Cosa fare di questi beni architettoni-ci e naturali, molti dei quali veri e pro-pri gioielli, destinati purtroppo a dete-riorarsi definitivamente se non si agiscecon tempestività attraverso una manu-tenzione che, in alcuni casi, richiede in-terventi profondi?

Se si potesse disporre di patrimonipubblici solidi, le soluzioni cultural-mente interessanti sarebbero sicuramen-te molte: tra tutte, la costituzione dicentri di ittiocoltura, destinati a garan-tire il lavoro ai tanti pescatori che or-mai guadagnano sotto la sufficienza. Iltema è però più complesso e deve tene-re in conto la condizione congiunturaledell’economia globale; si tratta infattidi combinare la salvaguardia del benecon l’utile che si riesce a ottenere dalsuo uso: coprire sia i costi per il restau-ro che la manutenzione nel tempodell’edificio e del territorio. Il concettodi valorizzazione non può essere ridot-to però esclusivamente all’utile econo-mico; esso deve comprendere una misu-ra più ampia.

La valorizzazione deve avere almenodue parametri ai quali rispondere: l’uti-le non solo finanziario, ma anche socia-

le; l’utile ricavato da introiti che nonsono di pertinenza esclusiva dell’edifi-cio penitenziario dismesso.

Il primo si rivolge alla conservazionedel bene che si intende mantenere e re-staurare. In non pochi casi si tratta diopere architettoniche di pregio, soprat-tutto per il loro inserimento nell’am-biente naturale e per il prestigio, cultu-rale in senso lato, che rappresentano.

Il secondo parametro deve tenereconto dei benefici indotti, anche se ci silimita a calcolarli esclusivamente in ter-mini finanziari. L’interesse turistico hamolto spesso un rientro economico nonsolo attraverso il bene ripristinato, maattraverso l’estensione di una serie diiniziative collaterali. Restaurare un pe-nitenziario su un’isola per trasformarload esempio in un museo non potrà cer-to essere sufficiente a coprire le spese.Però potrà rappresentare il richiamoper altre attività redditizie, legate pro-prio al turismo balneare e marino.

Per l’insieme di queste ragioni l’inter-vento su beni delicati, perché isolati, didifficile inserimento in un circuito eco-nomicamente produttivo, richiede unaprogrammazione accorta e, soprattutto,volta al coinvolgimento di più attori ca-paci di consorziarsi e determinare ilgiusto equilibrio tra le attività che pos-sono essere alimentate.

Il percorso più sostenibile per man-tenere la proprietà pubblica del bene e,allo stesso tempo, coinvolgere il privatonell’investimento potrebbe essere l’usodi una concessione dedicata, calibratasu un periodo ben definito, insieme,sufficientemente lungo perché possagarantire utili, ma anche non troppoperché, al termine della concessione,quando l’amministrazione pubblica nerientrerà in possesso, il patrimonio siaancora ben conservato. La concessionededicata deve appoggiarsi a una con-venzione ad hoc, che sappia valorizzarele risorse locali, contrastando anche ladiffusa fuga degli abitanti da questeisole e, contemporaneamente, attrarreinvestitori interessati a sostenere, neitempi lunghi, la conservazione equili-brata del patrimonio ambientale, natu-rale e culturale.

Dopo la sosta forzata tornano i con-certi in Italia. Diverse istituzionihanno deciso di ricominciare a pro-grammare, malgrado le difficoltà e lerestrizioni che riducono la capienzadelle sale a circa un terzo di quellapre covid-19.

• MacerataAl via la 56a edizione del MacerataOpera Festival 2020 #biancocorag-gio che si conluderà il 9 agosto. Sicomincia il 18 luglio allo Sferisteriocon il Don Giovanni di WolfgangAmadeus Mozart diretto da France-sco Lanzillotta. Lo spettacolo è fir-mato dal regista Davide Livermoreche debutta a Macerata grazie a unacoproduzione con il festival francesedelle Chorégies d’Orange, dove ilcapolavoro mozartiano è andato inscena nell’estate del 2019. Lo spetta-colo è stato ripensato per gli spazidello Sferisterio anche alla luce dellenuove normative di sicurezza.

• SienaFino al 3 settembre l’AccademiaChigiana di Siena propone il festival«Oursound. Music over the distan-ce». Tra i numerosi appuntamentispicca l’esecuzione de La serva pa-d ro n a di Giovanni Battista Pergolesidiretta da Daniele Gatti sul podiodell’Orchestra giovanile italiana.

• RomaL’Istituzione Universitaria dei Con-certi, a Roma, propone «Classica altramonto», un festival di musica dacamera organizzato al Museo OrtoBotanico dell’Università La Sapien-za. L’iniziativa si conclude giovedì23 luglio con il jazz. Cinque inter-preti, Ada Montellanico e lo Ialsa-xquartet, presenteranno musiche diMonk, Corea, Konitz, Nunzi, Girot-to e Pascoal.

• To r i n oFino al 7 agosto il Teatro Regio diTorino, torna ad animare l’estate cit-tadina assieme alla Filarmonica.«Estate con il Regio» presenta unricco calendario pensato per incon-trare pubblici e gusti differenti e cheabbraccerà un arco temporale e stili-stico esteso, dal barocco al sinfoni-smo classico, dai brani operistici allamusica sacra corale, con interessantiescursioni nel mondo del jazz e delmusical.

• Santa CeciliaL’Orchestra e il Coro dell’Accade-mia Nazionale di Santa Cecilia tor-nano dal vivo nella Cavea dell’Audi-torium Parco della Musica di Romacon l’integrale delle Sinfonie diLudwig van Beethoven dirette daAntonio Pappano. Previsti anche al-tri concerti «sotto le stelle estive» fi-no al 24 settembre.

• RavennaFino al 30 luglio il Ravenna Festivalpropone un calendario di eventi cheaccanto ai concerti include appunta-menti con il teatro e la danza. Ilpalcoscenico principale è quello del-la Rocca Brancaleone, ma sono coi-volte anche le località di Cervia eLugo. Il 27 luglio proprio a Lugol’Orchestra del Teatro Mariinskij di-retta da Valerij Gergiev proporrà unprogramma che prevede brani diRossini, Debussy, Mendelssohn eP ro k o f ’ev. (marcello filotei)

Bartolomé Esteban Murilloe il ritorno del figliol prodigo( re s t a u r a t o )Nel 1649 la peste colpì Siviglia. Un quartodella popolazione morì. Vi furono vittime illu-stri, tra cui il pittore Juan de Zurbarán. La ca-lamità fu interpretata come una punizione in-flitta da Dio contro la città, troppo presa dallavolontà materialistica di tratte profitto dagliaffari. Del resto, se fossero state prese tempe-stivamente misure precauzionali contro la pe-ste — denunciarono le cronache del tempo —,probabilmente il morbo sarebbe stato evitatoo, comunque, i suoi effetti non sarebbero risul-tati così deleteri. Ma le autorità della città, purdi non interrompere i commerci e vedere cosìcompromessi i consueti, lauti guadagni, agiro-no noncuranti dell’imminente emergenza. Ecosì la peste infuriò incontrastata. Successiva-

mente, come atto di riparazione alcuni facolto-si committenti decisero di far realizzare ad ar-tisti di alta levatura dipinti che celebrassero lagloria del Signore. Tra i pittori che ricevetterotale incombenza figurò Bartolomé EstebanMurillo (1618-1682), una delle personalità piùrappresentative della pittura barocca durante ilSiglo de Oro. L’artista si cimentò con un pro-getto ambizioso e impegnativo: un ciclo di di-pinti che rappresentano sei delle Sette opere dimisericordia corporale: il ciclo, alcuni anni dopo,fu completato dallo spagnolo Pedro Roldan,con la realizzazione di un gruppo scultoreo.Tra quei sei dipinti spicca la tela raffigurantela parabola del figliol prodigo, la quale oracostituisce il fulcro della mostra Murillo: TheProdigal Son Restored allestita, fino al 10 gen-naio 2021, al National Gallery of Ireland, aDublino. L’opera fu commissionata, per lachiesa dell’Ospedale della Carità a Siviglia, da

Miguel de Manara, erede di una ricca famigliadi mercanti corsi e rettore della confraternitadella Carità. Sebbene il tema della parabolafosse ben noto e avesse già ispirato artisti delnord Europa, mai nessuno prima in Spagnaaveva trasferito sulla tela questo racconto. Mu-rillo fu dunque il primo a dedicarsi alla tra-sposizione in termini pittorici di una delle pa-rabole più conosciute del Vangelo. Tuttavial’opera — come rilevano Aoife Brady e MairneLydon nel catalogo della mostra — all’iniziolanguì nell’oscurità. Solo successivamente essariuscì a guadagnare la meritata attenzione dicritica e di pubblico. La tela, reduce da unprocesso di restauro (il corrosivo trascorreredel tempo aveva infatti lasciato i suoi segni),può ora godere di una nuova popolarità, gra-zie anche all’esposizione di Dublino che ne ri-lancia l’importanza e il valore. Il cuore dellascena è dato dall’abbraccio tra il figlio, in gi-

nocchio, e il padre, che si piega amorevolmen-te verso di lui. Ponendosi in una prospettivarealistica Murillo rivolge una privilegiata at-tenzione ai dettagli. Ecco allora i piedi sporchie i vestiti laceri, che indicano la condizionemiserevole in cui è caduto il figlio. Accanto aquei piedi sporchi si colloca, per fare da con-traltare, un servo che porta una cesta con alcu-ni indumenti puliti ed eleganti per il giovanepentito. Murillo dà rilievo anche al realismopsicologico, raffigurando alcuni servi palese-mente nervosi, come a tradire il proprio disap-punto per l’apparente favoritismo accordato alfiglio scapestrato, ai danni del figlio maggiore,rimasto sempre nella casa del padre. E per da-re un’ulteriore iniezione di quotidianità, l’arti-sta introduce la figura del cagnolino che, sal-tellando, fa festa al padroncino ritrovato: untocco di umanità di mirabile finezza. (gabrielenicolò)

Page 5: Sul Recovery fund OPO LA PA N D E M I A un vertice europeo ......Papa Francesco nella sua Esorta-zione apostolica post-sinodaleQue-rida Amazonia, nel paragrafo in cui ci esorta a trovare

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 sabato 18 luglio 2020da

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Qquattro pagine

Nelle spiagge di Parruno spaccato delle società

Lo sguardo ironico del fotografo su tic e bizzarie delle persone al mare

Rossini, Stendhale la prima del«Barbiere di Siviglia»I fischi, poi gli applausi. La primarappresentazione de Il Barbiere diSiviglia, il 20 febbraio 1816 al tea-tro Argentina di Roma, fu un fal-limento. E l’autore, GioachinoRossini, allora appena ventiquat-trenne, cadde in preda alla dispe-razione. In una lettera, grondantedi delusione, inviata alla madre,scrisse: «Le meraviglie della miaopera sono state disprezzate. Pen-savo che il pubblico uscisse dalteatro felice e contento. Ma cosìnon è stato». La sera della prima,

a dire il vero, Rossini dovette farei conti anche con i sostenitori diPaisiello, il compositore considera-to allora la massima espressionedel classicismo, i quali, temendo

che l’astro nascente di Gioachinopotesse eclissare la fama del lorobeniamino, cercarono di sabotarela rappresentazione: quindi moltidei fischi che fecero tremare il tea-tro Argentina erano stati già arta-tamente pianificati. Come se nonbastasse, si verificarono anche al-cuni incidenti di scena: si ruppeuna corda della chitarra mentre ilconte d’Almaviva cantava sotto lafinestra dell’amata, e l’attore cheinterpretava don Basilio cadde inscena e perse sangue dal naso. Magli echi e i postumi di quella «se-rataccia», così la definì lo stessoRossini, furono subito cancellatidal clamoroso successo ottenuto

dalla seconda rappresentazione,avvenuta — non senza tremori eansie da parte del musicista — lasera successiva. E a partire dalquel 21 febbraio, quell’opera buffa

— apprezzata in particolare pervirtuosismo musicale e per vivaci-tà di azione — intraprese una mar-cia trionfale, guadagnando l’esta-siato plauso di critica e pubblico,nonché quello di uno spettatored’eccezione, Stendhal, il qualescrisse che gli ingredienti della ri-cetta de Il Barbiere di Siviglia era-no quattro opere di Cimarosa,due di Paisiello, e una sinfonia diBeethoven: il tutto ben mescolatoe amalgamato per poi creareun’opera di genio. Stendhal fuprodigo di lodi nei riguardi diRossini. «È l’uomo d’Italia —scrisse — al quale trovo più inge-gno, e certamente egli non lo im-

magina, giacché in questo Paese ilregno dei pedanti dura ancora».Tipico dello stile del compositoreera il crescendo orchestrale su unafrase ripetuta, tanto che venne co-niata la locuzione, poi passata allastoria, “crescendo rossiniano”. EStendhal mutuò in letteraturaquesta modalità narrativa, imba-stendo una struttura sintattica chefavorisse l’intensificarsi di senti-menti, emozioni e pulsioni. Tra lelodi tributate a Rossini figuranoquelle di Giuseppe Mazzini che lodefinì «un titano di potenza e diaudacia». (gabriele nicolò)

Tra emarginazione, volontà di riscatto e un furto in libreria

Billy vuole volareTradotto in italiano «Un falco per amico» di Barry Hines

Punta del Este, Uruguay, 2006©2020 Martin Parr / Magnum Photos

di ALESSANDRA MORACA

Billy Casper e Kes. Un adole-scente disadattato e un falco.L’amicizia tra uomo e anima-le, topos letterario da semprevincente, assume in questa

storia un risvolto tutt’altro che sentimen-tale e melenso. Il protagonista, un quin-dicenne già deviato con piccoli trascorsicriminali, trova il suo spazio di esistenzaaddestrando un giovane esemplare di fal-co, mentre il gheppio, lontano anni lucedallo stereotipo della belva addomestica-ta, resta una creatura feroce e selvatica acui «non gliene importa niente di nessu-no — spiegherà Billy al suo insegnante distoria — nemmeno di me. Per questo mipiace!».

Non una fiaba, non un libro da pren-dere alla leggera. Ma una scrittura com-plessa e un finale che lasciano il lettorecon un dilemma irrisolto: esiste davverola possibilità di riscatto per gli emarginaticome Billy Casper?

Un falco per amico di Barry Hines è unromanzo del 1968, un classico della lette-ratura inglese pubblicato in Italia, nellatraduzione di Massimo Ortelio, da NeriPozza (Milano, 2020, pagine 192, euro18). Una prova d’autore che non conoscetempo: già nel 1969 il regista Ken Loachne aveva tratto il lungometraggio Kes p eril cinema indipendente britannico. Rilan-

conclusa la scuola, andrà a lavorare inminiera, come tutti i ragazzi della suastessa estrazione sociale.

Ma l’incontro con un pulcino di ghep-pio cambia le carte in tavola. Billy si sco-pre incredibilmente affascinato dalla bel-lezza e maestosità dei falchi. Esercitanosu di lui un’attrazione così magnetica dafargli desiderare l’indesiderabile: studiare.Un furto in libreria e niente sarà più co-me prima. Il ragazzo legge, riflette, speri-menta. Diventa un esperto di falconeria eriesce a portare via dal nido un pulcino.In nome di questa nuova passione ab-bandona la strada criminale da poco in-trapresa, comprende con meraviglia cheper sconfiggere la noia e il senso di nulli-tà c’è di meglio che delinquere. Ripudiala banda di ladruncoli di cui fa parte esmette di avere problemi con la giustizia.Trascorre l’estate ad ammaestrare il ghep-pio e la sua vita cambia improvvisamenteprospettiva. Se ne accorge ben presto ilsuo insegnante di storia, il signor Far-thing, l’unico a non reputare Billy un ca-so senza speranza, che lo invita duranteuna lezione a parlare del suo interesseper i falchi.

La performance di Billy è strabiliante:con lessico forbito e accurato (l’autore la-scia intendere che nel mondo di Billy illinguaggio usato, sia a scuola sia con gliamici, è quello popolare dei sobborghidegradati), spiega ai suoi compagni come

ciato dalla Penguin nel 2000, nel RegnoUnito ancora oggi è tra i romanzi piùvenduti di sempre.

Billy, adolescente problematico e irre-quieto, frequenta con scarso profitto unistituto professionale in una cittadina mi-neraria del Nord dell’Inghilterra. Vive inun contesto di deprivazione affettiva: lamadre, a sua volta vittima di una menta-lità gretta e retriva, è poco attenta ai bi-sogni del ragazzo, mentre il padre, stufodei continui tradimenti della moglie, èandato via di casa abbandonando il fi-glio. Tutto il mondo attorno a Billy èspietato: il quindicenne, di cui nessunosembra occuparsi, è vessato quotidiana-mente dal fratellastro Jud e dai compagnidi scuola. Nemmeno gli insegnanti sonoteneri nei suoi confronti. Siamo negli an-ni Sessanta, il sistema scolastico britanni-co non brilla per egualitarismo e inclu-sione. Le punizioni corporali sono ancorail metodo prevalente di disciplina, mapiù degli abusi fisici sono quelli morali alasciare il segno nella vita del ragazzo:nessun adulto crede in Billy. Il suo desti-no è già scritto e nulla potrà cambiarlo:

Come se anche Billy l’invisibile, ormaiirreversibilmente un lupo solitario, nondesiderasse altro per la sua vita: troppotardi per gli abbracci, troppo tardi per ri-cucire gli strappi con chi avrebbe dovutoprendersi cura di lui. Billy vuole solo vo-lare. Libero, indipendente. Altero comela sua Kes. L’autore in effetti non ha in-tenzione di fare del protagonista una fi-gura debole che combatte da solo controle avversità della vita. Billy è un monello(il titolo originale, del resto, ha un dop-pio significato A Kestrel for a Knave ovve-ro “Un gheppio per un garzone”, ma an-che “Un gheppio per un furfante”), haun animo ribelle e non subisce passiva-mente quello che accade attorno a lui.Non incassa mai alcun colpo senza primaessersi difeso. Stringe i denti e va avanti.

Billy sarà così forte anche quando ilfratellastro — volendo punirlo per nonavergli giocato una schedina vincente —gli porterà via per sempre, uccidendolo,il suo falco. Quello splendido animaleche forse (ma al lettore non è dato saper-lo) gli ha cambiato il destino.

si fa ad ammaestrare un falco. Perla prima volta non è sotto i riflet-tori per una rissa o perché sbef-feggiato dagli insegnanti, ma per-ché ha qualcosa da dire, perchésa. Ha un pubblico che pendedalle sue labbra, dai suoi occhi,dal suo mondo. C’è un adulto —un insegnante — che lo apprezza elo incoraggia. Decisamente unanovità per Billy il disadattato.

«Questa bestiola è sempre neituoi pensieri, vero?». «È ovvio.Sarebbe lo stesso anche per lei sefosse suo, no?». Billy ama la natu-ra e gli animali, tuttavia è moltoriluttante a parlare del suo mondointeriore, ma alla domanda dell’in-segnante su cosa Kes abbia dispeciale, l’adolescente lascia trape-lare inevitabilmente qualcosa disé. «Quello che mi colpisce inquest’animale è la forma, l’armo-nia delle proporzioni, la testa cosìaggraziata, il modo in cui tiene ri-piegate le ali. Ma è quando vola,signore, che è davvero speciale...È come se tutto diventasse silen-zioso». E poi aggiunge: «La gentenon capirebbe, però. Le personeamano gli animali che possonofarsi amici, amano coccolarli,prenderli in braccio. Sì, ma a menon interessa. A me basta guar-darla la mia Kes, farla volare».

di GA E TA N O VALLINI

Un uomo seduto su unasdraio, ripreso di profilo,in primo piano; indossauna camicia rossa, un cap-pellino bianco e ha il vol-

to completamente coperto da un velodello stesso colore sul quale spiccanodelle cuffiette per ascoltare musica.Sembrerebbe una scena di mare al tem-po del coronavirus, non fosse chel’istantanea è stata scattata 19 anni fasulla spiaggia di Knokke-Heist, in Bel-gio. Era il 2001 e forse si trattava solodell’estrema protezione da parte di unapersona particolarmente sensibile aglieffetti dei raggi ultravioletti che non vo-leva rinunciare al piacere di una giorna-ta al mare. Tuttavia il richiamo all’ano-mala estate di questo anomalo 2020 èforte e cattura subito l’attenzione di chisfoglia il piccolo ma simpatico volumefotografico di Martin Parr Vita da spiag-gia (Roma, Contrasto, 2020, pagine,128, euro 21,90).

Come esplicitato dal titolo, il libroraccoglie un’ampia selezione delle istan-tanee che il noto fotografo dell’agenziaMagnum ha realizzato sulle spiagge delsuo paese, la Gran Bretagna, ma anchedi luoghi più esotici, dalla Cina allaThailandia, dall’India al Giappone,dall’Argentina al Messico, fino a quellipiù vicini, come la Spagna, l’Italia. E aemergere è una ironica e divertente car-rellata di tic, bizzarrie e assurdità cheaccomunano le persone quando sono inspiaggia, colte dallo sguardo curioso e atratti irriverente di uno dei più originalimaestri della fotografia contemporanea.

«Sul suolo del Regno Unito è impos-sibile trovarsi a più di 100 chilometri dalmare. Con un litorale così esteso nonsorprende il fatto che in Gran Bretagnale foto in spiaggia rappresentino unatradizione ben consolidata» scrive Parrnell’introduzione al libro. E così, se ne-gli Stati Uniti è nata la street photogra-p h y, nel Regno Unito la beach photogra-phy è forse l’esito più naturale di una ta-le realtà. «Sulle spiagge britanniche —aggiunge il fotografo — le persone si ri-lassano, si sentono sé stesse e fannosfoggio di tutti quei segnali del compor-tamento vagamente eccentrico che vieneassociato ai britannici».

Non è un caso che la carriera interna-zionale di Martin Parr — nato a Epsom,non lontano da Londra, nel 1952 — siastata lanciata nel 1986 dal libro, Th eLast Resort dedicato alle spiagge diNew Brighton, centro turistico vicino aLiverpool. Ma ormai sono diversi de-cenni che le sue fotografie raccontano lavita da spiaggia, con persone — singoli,comitive di amici, famiglie — intente aprendere la tintarella, a tuffarsi in mare,

Vita da spiaggia alla fine altro non èche una carrellata di personaggi, talvol-ta bizzarri, altre eccentrici, spesso ste-reotipati, che al mare si mostrano in at-teggiamenti particolari. E Parr è bravo asorprenderli quando sembrano apparen-temente più vulnerabili, con le difesepiù basse. E sebbene sia facile cataloga-re queste immagini come semplice di-vertimento, esse in realtà rappresentanouno straordinario racconto di un’ep o ca,sia pure da un punto di vista particola-re. Vista mare, verrebbe da dire.

La spiaggia artificiale del Seagaia Ocean Dome, Myazaki, Giappone, 1996©2020 Martin Parr / Magnum Photos

a giocare sulla sabbia, o im-pegnate nel tradizionale pic-nic. Ma c’è di più, perché lespiagge sembrano avere perParr una valenza antropologi-ca, divenendo uno spaccatodelle società.

Pubblicato per la primavolta nel 2012 in occasione diuna mostra presentata alLyon Photo Festival, questolibro mostra perfettamentecome i rituali da spiaggia sisovrappongano alle maniepopolari di ciascuna nazione.E se ciò appare più evidentenelle foto dei suoi connazio-nali, a ben vedere la regolanon sfugge se si passa ad al-tre latitudini e continenti. Tratradizioni popolari, in parti-colare abbigliamento e cibo, eimperativi commerciali — inspiaggia, annota Parr, si puòtrovare di tutto —, ogni luogosi autorappresenta con i suoicaratteri inconfondibili. Così,ad esempio a Punta del Este,in Uruguay, la bevanda delmate non può mancare nep-pure sulla battigia, mentre aGoa, in India, si trova persi-no «il pulitore di orecchie».E quando la spiaggia non c’è,si può anche crearla artificial-mente, come a Myazaki, inGiapp one.

Knokke-Heist, Belgio, 2001 ©2020 Martin Parr / Magnum Photos

Page 6: Sul Recovery fund OPO LA PA N D E M I A un vertice europeo ......Papa Francesco nella sua Esorta-zione apostolica post-sinodaleQue-rida Amazonia, nel paragrafo in cui ci esorta a trovare

L’OSSERVATORE ROMANOsabato 18 luglio 2020 pagina 7

A 150 anni dalla proclamazione dei dogmi

Primato e infallibilitàCO N T I N UA Z I O N E DALLA PA G I N A 1

Il Magistero infallibiledel Papa

Nel primato del Papa — scrive Pio IX – «ècontenuto anche il supremo potere di magi-stero», conferito a Pietro e ai suoi successori«per la salvezza di tutti», come «conferma lacostante tradizione della Chiesa (…) Ma poi-ché proprio in questo tempo, nel quale si sen-te particolarmente il bisogno della salutarepresenza del ministero Apostolico, si trovanoparecchie persone che si oppongono al suopotere, riteniamo veramente necessario procla-mare, in modo solenne, la prerogativa chel’unigenito Figlio di Dio si è degnato di lega-re al supremo ufficio pastorale. Perciò Noi,mantenendoci fedeli alla tradizione ricevutadai primordi della fede cristiana, per la gloriadi Dio nostro Salvatore, per l’esaltazione dellareligione Cattolica e per la salvezza dei popo-li cristiani, con l’approvazione del sacro Con-cilio proclamiamo e definiamo dogma rivelatoda Dio che il Romano Pontefice, quando par-la ex cathedra, cioè quando esercita il suo su-premo ufficio di Pastore e di Dottore di tutti icristiani, e in forza del suo supremo potereApostolico definisce una dottrina circa la fedee i costumi, vincola tutta la Chiesa, per la di-vina assistenza a lui promessa nella personadel beato Pietro, gode di quell’infallibilità concui il divino Redentore volle fosse corredatala sua Chiesa nel definire la dottrina intornoalla fede e ai costumi: pertanto tali definizioni

Era stato prefetto per un anno del Supremo tribunale della Segnatura apostolica e per sedici della Congregazione per l’Educazione cattolica

La morte del cardinale polaccoZenon Grocholewski

Il cardinale polacco Zenon Grocholewski, prefetto emerito della Congregazione perl’Educazione cattolica (degli Istituti di studi), è morto venerdì 17 luglio. Tr aqualche mese avrebbe compiuto 81 anni, essendo nato l’11 ottobre 1939 a Bródki,nell’arcidiocesi di Poznań. Ordinato sacerdote il 27 maggio 1963, era stato elettoalla Chiesa titolare di Agropoli il 21 dicembre 1982 e nominato, allo stesso tempo,segretario del Supremo tribunale della Segnatura apostolica. Il 6 gennaio 1983aveva ricevuto l’ordinazione episcopale. Il 16 dicembre 1991 era stato promossoarcivescovo e il 5 ottobre 1998 nominato prefetto dello stesso tribunale, incaricomantenuto fino al 15 novembre 1999, quando era stato nominato prefetto dellaCongregazione per l’Educazione cattolica. Da Giovanni Paolo II era stato creatocardinale e pubblicato nel concistoro del 21 febbraio 2001, della diaconia di SanNicola in Carcere, poi elevata “pro hac vice” a titolo presbiterale il 21 febbraio2011. Il 31 marzo 2015 aveva concluso il suo servizio come prefetto della Cong re -gazione.

parte della commissione che con ilPapa avevano studiato il progettodel nuovo Codice di diritto canonicoe, tra il 1983 e il 1985, della commis-sione per la riforma della Curia ro-mana. Dal 1983 al 1998, inoltre, erastato membro della commissione di-sciplinare della Curia romana e, dal1988 al 1999, presidente della com-missione per gli avvocati della SantaSede e quelli presso la Curia roma-na. Il 7 giugno 1998, come inviatospeciale del Pontefice, aveva consa-crato a suo nome la prima chiesacattolica in Almaty, in Kazakhstan.Dal 5 ottobre 1998 al 15 novembre1999 era stato anche presidente dellaCorte di Cassazione della Città delVa t i c a n o .

Nel 1999, infine, era giunta la no-mina a prefetto della Congregazioneper l’educazione cattolica, incaricoche aveva ricoperto per ben sedicianni, lavorando per dare impulsoall’impegno formativo delle universi-tà cattoliche, della facoltà ecclesiasti-che, degli istituti religiosi e dellescuole cattoliche nel mondo. Unamissione svolta avendo sempre perorizzonte quella “emergenza educati-va” più volte indicata dai Pontefici

come ambito di lavoro prioritario.Tra i temi maggiormente all’atten-zione durante il suo mandato, il dia-logo con le culture e le religioni, lacentralità della persona, la libertàeducativa, la formazione degli inse-gnanti. Proprio nell’anno conclusivodel suo servizio la Congregazioneaveva celebrato il cinquantesimo del-la Gravissimum educationis e del ven-ticinquesimo della costituzione apo-stolica per le università cattoliche Excorde Ecclesiae, un traguardo giuntodopo un lungo iter preparatorio alquale aveva dato un contributo fon-damentale, così come importante erastato il suo apporto al lavoro del di-castero nell’ambito del “Processo diBologna” volto ad armonizzare glistudi universitari in area europea.

Intensa era stata anche la sua atti-vità universitaria. Tra il 1974 e il 1982aveva collaborato con il professorIgnacio Gordon nell’organizzare cor-si internazionali — denominati Reno-vationis canonicae pro iudicibus —presso la Gregoriana. Tra il 1975 e il1999 era stato prima docente e poi,dal 1983, professore invitato nella fa-coltà di Diritto canonico dell’ateneo,tenendovi corsi speciali di Diritto

matrimoniale e processuale canoni-co. Tra il 1980 e il 1984 aveva inse-gnato Diritto amministrativo canoni-co alla Pontificia università Latera-nense di Roma. Dal 1986 al 1998 erastato professore dello Studio rotale,dove aveva insegnato Giustizia am-ministrativa canonica. Dal 1999 — inquanto prefetto della Congregazioneper l’Educazione cattolica — avevaricoperto anche gli incarichi di grancancelliere della Gregoriana e delconsociato Pontificio istituto Biblico,e inoltre del Pontificio istituto diMusica sacra, del Pontificio istitutodi Archeologia cristiana e del Ponti-ficio istituto di Studi arabi e d’Isla-mistica. Era stato patrono del Ponti-ficio istituto superiore di Latinità oFacoltà di Lettere cristiane e classi-che, nella Pontificia università Sale-siana.

Nell’ambito di questa lunga e bril-lante attività accademica, aveva te-nuto importanti conferenze e inter-venti durante congressi nazionali einternazionali in diversi centri di stu-dio di varie nazioni, tra le quali Ita-lia, Polonia, Francia, Germania, Slo-vacchia, Repubblica Ceca, Ungheria,Austria, Spagna, Svizzera, Malta,Croazia, Canada, Stati Uniti d’Ame-rica, Brasile, Argentina, Russia, Bie-l o ru s s i a .

Autore e coautore di diversi libri,aveva scritto anche numerosi articolie recensioni in riviste specializzate.Complessivamente la sua bibliogra-fia, in dodici lingue (latino, polacco,italiano, tedesco, francese, inglese,slovacco, spagnolo, portoghese, ce-co, ungherese, russo e anche neer-landese e maltese) — includendo an-che le recensioni, gli scritti di carat-tere divulgativo e pastorale e le di-verse edizioni dei testi — supera le

550 pubblicazioni. Aveva fatto partedelle redazioni di diverse riviste diDiritto canonico ed era stato mem-bro di numerose associazioni scienti-fiche e canonistiche. Aveva svoltoanche l’incarico di postulatore dellacausa di canonizzazione di EdmundBojanowski, proclamato santo daGiovanni Paolo II a Varsavia il 13giugno 1999, e di suor Sancia (Gio-vanna) Szymkowiak, beatificata dal-lo stesso Pontefice suo connazionaleil 18 agosto 2002.

Numerosi i titoli onorifici e i pre-mi che aveva ricevuto. Era cittadinoonorario di Trenton e di Princeton,nel New Jersey (Stati Uniti d’Ameri-ca), di Agropoli, in Italia, e dellaslovacca Levoca. Nel 1998 le autoritàdel suo Paese gli avevano conferitola medaglia Polonia semper fidelis p eri meriti nell’ambito della biografisti-ca nazionale. Lo stesso anno avevaricevuto il dottorato honoris causadell’Accademia di Teologia cattolicadi Varsavia (divenuta nel 1999 Uni-versità Stefan Wyszyński) e, nel1999, il dottorato honoris causadell’Università cattolica di Lublino.L’8 giugno 2000 gli era stata confe-rita dal ministero dell’Educazione inSlovacchia la Grande medaglia diSan Gorazdo per i meriti nell’ambi-to della divulgazione scientifica nelPaese. L’8 febbraio 2001, infine, ave-va ricevuto il dottorato honoris cau-sa in Teologia dell’Università di Pas-sau. In quell’anno era giunta anchela porpora cardinalizia. Aveva poipartecipato al conclave per l’elezionedi Benedetto XVI (19 aprile 2005) e aquello che ha eletto Papa Francesco(13 marzo 2013), rinunciando all’altoufficio di prefetto della Congrega-zione per l’educazione cattolica il 31marzo 2015.

del Romano Pontefice sono immutabili per sestesse, e non per il consenso della Chiesa».

Quando ricorre l’infallibilitàGiovanni Paolo II ha spiegato il senso e i

limiti dell’infallibilità nell’udienza generaledel 24 marzo 1993: «L’infallibilità — ha affer-mato — non è data al Romano Pontefice comea persona privata, ma in quanto adempie l’uffi-cio di pastore e di maestro di tutti i cristiani.Egli inoltre non la esercita come avente l’au-torità in se stesso e da se stesso, ma “per lasua suprema autorità apostolica” e “per l’assi-stenza divina a lui promessa nel Beato Pie-t ro ”. Infine, egli non la possiede come se po-tesse disporne o contarvi in ogni circostanza,ma solo “quando parla dalla cattedra”, e soloin un campo dottrinale limitato alle verità difede e di morale e a quelle che vi sono stretta-mente connesse (…) il Papa deve agire come“pastore e dottore di tutti i cristiani”, pronun-ciandosi su verità riguardanti “fede e costu-mi”, con termini che manifestino chiaramentela sua intenzione di definire una certa verità edi richiedere la definitiva adesione ad essa ditutti i cristiani. È quanto avvenne — per esem-pio — nella definizione dell’Immacolata Con-cezione di Maria, circa la quale Pio IX affer-mò: “È una dottrina rivelata da Dio e dev’es-sere, per questa ragione, fermamente e costan-temente creduta da tutti i fedeli”; o anchenella definizione della Assunzione di MariaSantissima, quando Pio XII disse: “Con l’au-torità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei Bea-ti Apostoli Pietro e Paolo, e con la nostra au-torità, dichiariamo e definiamo come dogmadivinamente rivelato... ecc.”. A queste condi-zioni si può parlare di magistero papales t ra o rd i n a r i o , le cui definizioni sono irreforma-bili “di per sé, non per il consenso dellaChiesa” (…) I Sommi Pontefici possono eser-citare questa forma di magistero. E ciò è difatto avvenuto. Molti Papi però non lo hannoe s e rc i t a t o » .

Cos’è un dogmaI dogmi sono verità di fede che la Chiesa

insegna come rivelate da Dio (cfr. Catechismodella Chiesa cattolica, 74-95). Sono punti fermidel nostro credere. I principali sono questi:Dio è Uno e Trino; il Padre è creatore di tut-te le cose; Gesù, il Figlio, è vero Dio e verouomo, incarnato, morto e risorto per la nostrasalvezza; lo Spirito Santo è Dio; la Chiesa è

una, così come uno è il Battesimo. E poi an-cora: il perdono dei peccati, la risurrezionedei morti, l’esistenza di Paradiso, Inferno ePurgatorio, la transustanziazione, la maternitàdivina di Maria, la sua verginità, la sua Im-macolata concezione e la sua Assunzione.Tutte queste verità non sono astratte e fredde,ma vanno comprese nella grande verità diDio che è amore e vuole partecipare la vitadivina alle sue creature. Gesù rivela quali so-no i comandamenti più grandi: l’amore diDio e del prossimo (Ma t t e o , 22, 36-40). Allafine della vita saremo giudicati sull’a m o re .

Dogmi e sviluppo della dottrinaUn dogma, dunque, è un punto saldo per

la vita di fede. Viene definito dal Magisterodella Chiesa che lo riconosce nella SacraScrittura come rivelato da Dio e in stretto le-game con la Tradizione. La Tradizione, tutta-via, non è qualcosa di immobile e statico, ma— come dice Giovanni Paolo II (Lettera apo-stolica Ecclesia Dei) sulla scia dell’ultimo con-cilio — è viva e dinamica in quanto cresce l’in-telligenza della fede. Non cambiano i dogmi,ma grazie allo Spirito Santo comprendiamosempre di più l’ampiezza e la profondità delleverità di fede. Così, Papa Wojtyła può affer-mare «che l’esercizio del magistero concretiz-za e manifesta il contributo del Romano Pon-tefice allo sviluppo della dottrina della Chie-sa» (Udienza generale, 24 marzo 1993).

Primato, collegialità, ecumenismoPaolo VI, nell’udienza del 1969, rivendicava

l’attualità del concilio Vaticano I e la connes-sione con il concilio successivo: «I due Con-cili Vaticani, primo e secondo, sono comple-mentari» anche se differiscono non poco «pertanti motivi». Così, l’attenzione alle prerogati-ve del Pontefice nel Vaticano I viene estesanel Vaticano II a tutto il popolo di Dio con iconcetti di «collegialità» e «comunione»,mentre la focalizzazione sull’unità della Chie-sa che ha in Pietro il punto di riferimento vi-sibile si sviluppa in un forte impegno al dia-logo ecumenico. Tanto che Giovanni Paolo IInella Ut unum sint può lanciare un appello al-le Comunità cristiane affinché si trovi unaforma di esercizio del primato che, «pur nonrinunciando in nessun modo all’essenzialedella sua missione, si apra ad una situazionenuova», come «servizio di amore riconosciutodagli uni e dagli altri» (Ut unum sint, 95). E

Papa Francesco nella Evangelii gaudium parladi una «conversione del papato». «Il Conci-lio Vaticano II — osserva — ha affermato che,in modo analogo alle antiche Chiese patriar-cali, le Conferenze episcopali possono “p orta-re un molteplice e fecondo contributo, accioc-ché il senso di collegialità si realizzi concreta-mente” (Lumen gentium, 23). Ma questo auspi-cio non si è pienamente realizzato, perché an-cora non si è esplicitato sufficientemente unostatuto delle Conferenze episcopali che leconcepisca come soggetti di attribuzioni con-crete, includendo anche qualche autentica au-torità dottrinale. Un’eccessiva centralizzazio-ne, anziché aiutare, complica la vita dellaChiesa e la sua dinamica missionaria» (Evan-gelii gaudium, 32). E occorre ricordare che, se-condo quanto affermato dal concilio VaticanoII, «l’infallibilità promessa alla Chiesa risiedepure nel corpo episcopale quando esercita ilsupremo magistero col successore di Pietro»(Lumen gentium, 25).

Amare il Papa e la Chiesaè costruire su Cristo

Al di là dei dogmi, Pio X ricordava, in unaudienza del 1912, la necessità di amare il Papae di obbedirgli e si diceva addolorato quandoquesto non accadeva. Don Bosco esortava isuoi collaboratori e i suoi ragazzi a custodirenel cuore i “tre amori bianchi”: l’Eucaristia, laMadonna e il Papa. E Benedetto XVI il 27maggio 2006, parlando a Cracovia con i ra-gazzi cresciuti con Giovanni Paolo II, spiegain parole semplici quanto affermano quelleverità di fede proclamate nel lontano 1870:«Non abbiate paura a costruire la vostra vitanella Chiesa e con la Chiesa! Siate fieridell’amore per Pietro e per la Chiesa a lui af-fidata. Non vi lasciate illudere da coloro chevogliono contrapporre Cristo alla Chiesa! C’èun’unica roccia sulla quale vale la pena di co-struire la casa. Questa roccia è Cristo. C’è so-lo una pietra su cui vale la pena di poggiaretutto. Questa pietra è colui a cui Cristo hadetto: “Tu sei Pietro e su questa pietra edifi-cherò la mia Chiesa” (Ma t t e o , 16, 18). Voi gio-vani avete conosciuto bene il Pietro dei nostritempi. Perciò non dimenticate che né quelPietro che sta osservando il nostro incontrodalla finestra di Dio Padre, né questo Pietroche ora sta dinanzi a voi, né nessun Pietrosuccessivo sarà mai contro di voi, né contro lacostruzione di una casa durevole sulla roccia.Anzi, impegnerà il suo cuore ed entrambe lemani nell’aiutarvi a costruire la vita su Cristoe con Cristo».

Nominaepiscopale

Ronald A. Hicksvescovo di Joliet in Illinois

(Stati Uniti d’America)

È nato il 4 agosto 1967 a Chicago,Illinois. Ha frequentato la scuolaSaint Jude the Apostle a South Hol-land, il seminario minore arcidioce-sano Quigley Preparatory Seminary(1981-1985) e poi il Niles College Se-minary (1985-1989), ottenendo il bac-calaureato in filosofia presso la Lo-yola University a Chicago. È statovolontario della fondazione NuestrosPequeños Hermanos, dedicandosiper un anno alla cura di orfani ebambini abbandonati. Ha svolto glistudi ecclesiastici all’University ofSaint Mary of the Lake Seminary aMundelein, Illinois (1990-1994). Suc-cessivamente si è qualificato comedoctor of ministry al medesimo ateneo(2003). Ordinato sacerdote per ilclero di Chicago il 21 maggio 1994, èstato vicario nelle parrocchie di OurLady of Mercy a Chicago (1994-1996) e di Saint Elizabeth Seton aOrland Hills (1996-1999); decanodella formazione al Saint JosephCollege Seminary (1999-2005); diret-tore regionale dell’o rg a n i z z a z i o n ecaritativa per assistere gli orfani e ipiccoli abbandonati Nuestros Peque-nos Hermanos in Messico e in ElSalvador (2005-2009); membro dellafacoltà e poi decano della formazio-ne dell’University of Saint Mary ofthe Lake Seminary/Mundelein Semi-nary (2010-2014). Dal 2015 era vica-rio generale dell’arcidiocesi, servizioche ha continuato anche dopo esserestato nominato vescovo titolare diMunaziana e ausiliare di Chicago il3 luglio 2018 e ordinato vescovo il 17settembre successivo.

Insigne canonista, uomo di grandecultura, autore di oltre 550 pubblica-zioni, Zenon Grocholewski era il ter-zo dei quattro figli di Stanislao eGiuseppina Stawińska. Aveva com-piuto gli studi filosofico-teologici nelseminario arcivescovile di Poznań edera stato ordinato sacerdote nel 1963.Per tre anni aveva svolto il ministeronella locale parrocchia di Cristo Re,poi nel 1966 si era trasferito a Romaper intraprendere gli studi di Dirittocanonico alla Pontificia universitàGregoriana, dove conseguì nel 1968la licenza e nel 1972 il dottorato, en-trambi premiati con la medagliad’oro, un riconoscimento che nel-l’ateneo dei gesuiti era consuetudineassegnare in ogni facoltà, al conse-guimento dei titoli accademici, auno degli allievi che avevano ottenu-to il massimo dei voti (summa cumlaude). La sua tesi dottorale Deexclusione indissolubilitatis ex consensumatrimoniali eiusque probatione, scrittain latino, era stata pubblicata nel1973. Due anni dopo aveva conclusoil corso triennale presso lo Studiorotale ottenendo il diploma di avvo-cato rotale. Durante gli studi a Ro-ma aveva frequentato corsi linguisti-ci in Germania e in Francia, svol-gendo attività pastorale in diverseparrocchie tedesche e italiane.

D all’ottobre 1972 fino al 15 novem-bre 1999 il suo impegno principaleera stato nel Supremo tribunale del-la Segnatura apostolica, dove avevalavorato dapprima come facente fun-zioni di notaio (1972-1977), poi come

facente funzioni di cancelliere (1977-1980) e quindi come cancelliere(1980-1982). Nel 1982 Giovanni Pao-lo II lo aveva nominato vescovo tito-lare di Agropoli e segretario dellostesso tribunale, conferendogli l’o rd i -nazione episcopale nel giorno del-l’Epifania dell’anno successivo, nellabasilica Vaticana. Aveva ricopertol’incarico fino alla nomina a prefettonel 1998. Intanto, nel 1991 era statoelevato alla dignità arcivescovile.

In quegli anni aveva svolto com-piti di grande responsabilità anchein altri ambiti. Nel 1982 aveva fatto

Cappella papale per le esequie

NOTIFICAZIONESabato 18 luglio 2020, alle ore 11, all’Altare della Cat-tedra della Basilica Vaticana, avranno luogo le Ese-quie del Signor Cardinale Zenon Grocholewski, delTitolo di San Nicola in Carcere, Prefetto emerito del-la Congregazione per l’Educazione cattolica (degliIstituti di studi).

La Liturgia Esequiale sarà celebrata dal Sig. Cardi-nale Leonardo Sandri, Vice decano del Collegio Car-dinalizio, insieme con gli Em.mi Signori Cardinali.

Al termine della Celebrazione Eucaristica, il SantoPadre Francesco presiederà il rito dell’Ultima Com-mendatio e della Va l e d i c t i o .

I Signori Cardinali che desiderano concelebrarevorranno trovarsi alle ore 10.30 nella sagrestia della

Basilica Vaticana per indossare le vesti sacre, portan-do con sé la mitra bianca damascata.

* * *Coloro che, in conformità al Motu Proprio «Ponti-

ficalis Domus», fanno parte della Cappella Pontificiae intendono partecipare al Sacro Rito, indossando ilproprio abito corale completo, sono pregati di trovar-si per le ore 10.30 presso l’Altare della Cattedra peroccupare il posto che sarà loro indicato.

Città del Vaticano, 17 luglio 2020

Per mandato del Santo Padre

Monsignor Guido MariniMaestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie

†Il Cardinale Dominique Mamberti, Prefet-to del Supremo Tribunale della SegnaturaApostolica, il Segretario Monsignor Giu-seppe Sciacca, i Prelati, gli Officiali e iCollaboratori del Dicastero annunciano,con ferma speranza nella vittoria pasqualedi Cristo, l’improvvisa dipartita di SuaEminenza Reverendissima il

C a rd i n a l eZENON GRO CHOLEWSKI

Giudice e già Prefettodel Supremo Tribunale

della Segnatura Apostolica

Mentre, riconoscenti, ne ricordano illungo, prezioso servizio, quale notaio(1972-1982), Segretario (1982-1998) e Pre-fetto del Supremo Tribunale (1998-1999) einfine di Giudice dello stesso, nonché ledoti di autorevole Maestro del Diritto Ca-nonico, nella preghiera affidano la Suaanima benedetta al Giudice Giusto e Mi-s e r i c o rd i o s o .

Città del Vaticano, 17 luglio 2020

Lutto nell’episcopato

Monsignor Oscar Hugh Lipscomb, arcive-scovo emerito di Mobile (Stati Unitid’America), è morto mercoledì 15 luglioall’età di 88 anni.

Il compianto presule era nato il 21 set-tembre 1931 a Mobile, in Alabama, ed erastato ordinato sacerdote il 15 luglio 1956.Eletto alla sede arcivescovile di Mobile il29 luglio 1980, il successivo 16 novembreaveva ricevuto l’ordinazione episcopale.Aveva rinunciato al governo pastoraledell’arcidiocesi il 2 aprile 2008.

I funerali saranno celebrati martedì 21luglio, alle ore 11, nella cattedrale dell’Im-macolata Concezione a Mobile.

Page 7: Sul Recovery fund OPO LA PA N D E M I A un vertice europeo ......Papa Francesco nella sua Esorta-zione apostolica post-sinodaleQue-rida Amazonia, nel paragrafo in cui ci esorta a trovare

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 sabato 18 luglio 2020

Disposizioni urgenti e provvisorie in materiadi trasparenza, controllo e concorrenza

dei contratti pubblici dello Stato della Città del Vaticano

Onorificenza pontificia al professor Pontecorvi

Segno di gratitudine

Presentato il rapporto annuale 2019 di Caritas Internationalis

La pandemiaalimenta

povertà e fame

Per l’applicazione della lettera apostolica in forma di motu proprio del 19 maggio

2020, recante «Norme sulla trasparenza, il controllo e la concorrenza dei co n t ra t t i

pubblici della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano», il cardinale Giusep-

pe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ha ema-

nato il decreto contenente le «Disposizioni provvisorie e urgenti in materia di traspa-

renza, controllo e concorrenza dei contratti pubblici dello Stato della Città del Vatica-

no» entrato in vigore in data 16 luglio 2020.

blici dello Stato della Città del Vatica-no, secondo il testo allegato che costi-tuisce parte integrante del presenteD ecreto.

Art. 2. Le presenti Disposizioni en-trano in vigore il 16 luglio 2020 e ces-sano alla data del 1° ottobre 2020.

. Città del Vaticano, 15 luglio 2020GIUSEPPE CA R D. BERTELLO

P re s i d e n t e

DISPOSIZIONIUrgenti e provvisorie in materia

di trasparenza, controllo e concorrenza

dei contratti pubblici dello Stato

della Città del Vaticano

Articolo 1Ambito di applicazione

Le presenti disposizioni si applicanoal Governatorato dello Stato della Cit-tà del Vaticano.

Articolo 2Procedure pendenti

§1 I procedimenti di acquisto di be-ni, lavori e servizi avviati primadell’entrata in vigore della Norma suicontratti pubblici sono conclusi in ba-se alla previgente disciplina.

§2 Un procedimento si consideraavviato quando l’Organismo operati-vo, entro il 30 giugno 2020, ha pubbli-cato un bando di gara, ovvero ha in-viato richiesta di offerta o di interesseo, per gli affidamenti diretti, ha invia-to al fornitore una richiesta di preven-tivo.

§3 Ai fini di cui al paragrafo prece-dente fa fede in via esclusiva il nume-ro di protocollo apposto sui relativiprovvedimenti e comunicazioni ai sen-si della Lettera Apostolica, in forma diMotu Proprio, La Cura vigilantissimadel 21 marzo 2005.

§4 Trova immediata applicazione,anche ai contratti oggetto delle proce-dure di cui al paragrafo 2, l’art. 14N C P.

§5 Le varianti in corso d’opera con-nesse a procedimenti avviati primadell’entrata in vigore della Norma suicontratti pubblici sono approvate inbase alla previgente disciplina.

Articolo 3Contratti in corso di esecuzione

§1 I contratti stipulati dagli Organi-smi operativi entro il 30 giugno 2020sono validi fino alla loro naturale sca-denza e sono fatte salve le singoleclausole contrattuali previste.

§2 I contratti stipulati dagli Organi-smi operativi fino al 30 giugno 2020possono essere prorogati fino al 31 di-cembre 2020, previa autorizzazione delCardinale Presidente, verificata la na-tura essenziale del contratto per il per-seguimento delle finalità istituzionali ele ragioni che impediscono di proce-dere mediante una delle procedure

competitive di cui al Titolo III, NCPsenza grave pregiudizio per il Gover-natorato medesimo.

Articolo 4Abilitazione provvisoria degli operatori

economici già accreditati presso

il Governatorato dello Stato

della Città del Vaticano

§1 I fornitori precedentemente ac-creditati presso l’Albo dei Fornitoridel Governatorato dello Stato dellaCittà del Vaticano ed i soggetti di cuial successivo art. 5 § 2 sono abilitati,in via provvisoria, a partecipare alleprocedure competitive di cui al TitoloIII, NCP riservate agli operatori iscrittiall’Albo informatico e a stipulare con-tratti ai sensi dell’art. 2, lett. i) N C P.

§2 Il Governatorato trasmette allaSegreteria per l’Economia l’elenco de-

ranei abilitati a svolgere le funzioni diprogettista, di perito e di membro del-la commissione giudicatrice.

§2 L’Elenco contenente l’indicazio-ne dei dipendenti ed incaricati profes-sionali di cui al precedente paragrafo ètrasmesso alla Segreteria per l’Econo-mia entro il 1° ottobre 2020.

Articolo 9Procedura provvisoria di selezione

§1 La procedura provvisoria di sele-zione è aperta agli operatori economi-ci iscritti all’Albo dei Fornitori al 30giugno 2020 ed ai soggetti di cuiall’art. 5, §2 nella corrispondente cate-goria di specializzazione, i quali pos-sono presentare un’offerta in rispostaad un avviso di gara.

§2. L’Ufficio competente dà comu-nicazione agli operatori economiciiscritti ai sensi degli artt. 4 e 5, §2 del-

Non si possono chiudere gliocchi davanti alle drammatichesituazioni in cui vivono le per-sone in Libano, in Siria e in al-tri Paesi del Medio oriente. Ipoveri sono le prime vittimedelle sanzioni economiche e lapandemia da covid-19 ha resoancora più precarie le loro vite.È l’avvertimento del cardinaleLuis Antonio Gokim Tagle,prefetto della Congregazioneper l’evangelizzazione dei po-poli, in occasione della presen-tazione del rapporto annuale2019 di Caritas Internationalisda lui presieduta.

Durante la conferenza stam-pa in streaming, svoltasi giove-

portante in un momento in cuil’umanità deve confrontarsi conuna crisi sanitaria mondiale. Ilcovid-19, ha aggiunto, ha mo-strato la fragilità dell’esistenzaumana. Poi, il ricordo delle pa-role di Papa Francesco: siamodi fronte a un nuovo inizio, ilmondo non può e non devecontinuare a essere lo stesso.

Il porporato ha poi parlatodi «una sola famiglia umana» ela sensazione di vicinanza cheha suscitato la pandemia, col-pendo tutti, non può essere di-menticata senza lasciare un se-gno. Occorrono nuove risposte.Non può essere tutto limitatoall’emotività legata alla crisi sa-

dì pomeriggio, 16 luglio, sonointervenuti il cardinale WilfridFox Napier, presidente di Cari-tas Sud Africa, il segretario ge-nerale di Caritas Internationa-lis, Aloysius John, e Rita Rha-yem, direttore di Caritas Liba-no.

Il cardinale Tagle ha invitatoa prepararsi «ad affrontare ledrammatiche conseguenze dellapandemia covid-19» e «al ri-schio che milioni di personemuoiano di fame». Da qui l’au-spicio che «i tanti cambiamentiche abbiamo vissuto e che stia-mo vivendo siano un’o ccasioneper il futuro» per costruire una«nuova connessione di solida-rietà». Il cardinale ha fatto rife-rimento alla speranza nel do-mani che è particolarmente im-

nitaria, ma serve trovare quellacapacità di combattere le dram-matiche situazioni in cui versa-no migliaia di persone: la famenel mondo, le guerre, le violen-ze, e tutto quanto attenta alladignità umana. È necessario re-cuperare, ha detto il prefetto,lo sguardo inclusivo di PapaFrancesco nella Laudato si’ eimpegnarsi in azioni concretecome quella di «un cessate ilfuoco globale».

Il rapporto annuale 2019 of-fre il dettaglio delle varie attivi-tà svolte in ogni parte del mon-do da Caritas Internationalis,che conta ben 162 entità federa-te in 200 Paesi. Al momento,l’organismo aiuta quasi 9 milio-ni di persone in 14 Nazioni, tracui Ecuador, India, Bangla-desh, Libano e Burkina Faso.

Allo scoppio della pandemia,Caritas Internationalis avevacreato un fondo per la rispostaal covid-19, in modo da offrirerisposte immediate ed efficaci,cominciando dalla fornitura dialimenti e prodotti sanitari, fi-no al sostegno economico. Inparticolare, per venire incontroai bisogni dell’emergenza sonostati finanziati 23 progetti e al-tri 14 sono stati approvati.

gli operatori economici iscritti nell’Al-bo dei Fornitori abilitati, in via provvi-soria, a partecipare alle procedurecompetitive ai sensi del §1 che pre-cede.

Articolo 5Sospensione nuove iscrizioni

nell’Albo Fornitori

§1. Sono sospese le iscrizioni dinuovi operatori economici nell’Alb odei Fornitori del Governatorato sinoall’entrata in vigore del Regolamentodi attuazione di cui all’art. 83 delleN C P.

§2 È consentita la regolarizzazionedell’iscrizione nell’Albo dei Fornitorialle referenze, presenti al 30 giugno2020 nell’Anagrafica del Governatora-to, ritenute essenziali e funzionali alleattività istituzionali del Governatorato.

Articolo 6Procedure provvisorie di acquisto

e di esecuzione di Lavori

§1 Fatti salvi i principi di trasparen-za, controllo e concorrenza, gli Orga-nismi operativi procedono:

a) agli acquisti di beni e servizi inosservanza delle procedure vigenti dicui all’art. 28 della Legge N. CCLXXIVsul Governo dello Stato della Città delVaticano del 25 novembre 2018 ed aiRegolamenti amministrativi di cui alDecreto del Presidente della PontificiaCommissione per lo Stato della Cittàdel Vaticano del 22 dicembre 2008,Prot. Archivio di Stato n. 479925;

b) all’esecuzione di lavori in ottem-peranza alla circolare del CardinalePresidente del 13 settembre 2019, Prot.AS/16412/2019 ed alle disposizioni ivirichiamate.

§2 Quanto previsto nel paragrafoprecedente si applica anche agli Orga-ni di vigilanza del Governatorato dicui all’art. 2, lett. h) N C P.

Articolo 7Prezzi e corrispettivi di riferimento

§1 Sono recepiti, in via provvisoria,i prezzi e corrispettivi di riferimento,definiti di concerto dalla Segreteriaper l’Economia e dal Governatorato.

§2 Qualora i prezzi ed i corrispetti-vi non siano disponibili, gli Organismioperativi procederanno alla loro relati-va determinazione, sulla base di criteriverificabili dagli Organismi di Vigilan-za del Governatorato di cui all’art. 2,lett. h) N C P.

Articolo 8Dipendenti abilitati

§1 Ai fini di quanto previsto dal-l’art. 22 N C P, il Governatorato procedecon l’individuazione dei propri dipen-denti e incaricati professionali tempo-

le previsioni di cui al paragrafo 1, avvi-sandoli che è loro onere consultare lapiattaforma dell’Albo dei Fornitoriqualora intendano partecipare alleg a re .

§3 L’Ufficio competente pubblica— sulla piattaforma dell’Albo dei

fornitori un avviso che indichi:a) l’Organismo appaltante;b) l’oggetto dell’appalto;c) il termine per la presentazione

delle offerte e le modalità di presenta-zione delle medesime;

d) la categoria di specializzazione;e) la modalità per richiedere la do-

cumentazione di gara.— sul sito istituzionale del Governa-

torato un estratto del summenzionatoavviso.

§4 La documentazione di gara sicomp one:

a) del bando di gara;b) del disciplinare di gara;c) del capitolato;d) dello schema del contratto;e) delle istruzioni e dei modelli per

la compilazione delle offerte tecnicheed economiche.

Al fine di agevolare l’attività degliOrganismi operativi, uniformandonele condotte, i documenti sono redattiin conformità a modelli già in uso.

§5 La procedura di selezione deveconcludersi entro 30 giorni dalla pub-blicazione dell’avviso di cui al §3 delpresente articolo.

§6 La Commissione composta da 3o 5 membri, nominati dal CardinalePresidente, tenuto conto delle specia-lizzazioni e competenze richieste dallanatura della procedura di selezione,esamina la validità della documenta-zione prodotta dall’operatore econo-mico partecipante e valuta le offertep re s e n t a t e .

Il Notaro dello S.C.V. partecipa adogni seduta della Commissione ai finidella relativa verbalizzazione.

§7 La Direzione o l’Ufficio che haindetto la selezione dà comunicazionedell’esito a tutti i partecipanti.

Art. 10D e ro g h e

L’articolo 57 NCP si applica sia ai ca-si di necessità e urgenza sia a quelli incui ricorra un pericolo concreto per lapubblica e privata incolumità. Costi-tuiscono casi di necessità e urgenza lesituazioni:

a) di danno grave ed irreparabile alpatrimonio del Governatorato;

b) di interruzione delle attività isti-tuzionali del Governatorato;

c) di inabitabilità di un immobileconcesso in locazione.

Città del Vaticano, 15 luglio 2020

GIUSEPPE CA R D. BERTELLOP re s i d e n t e

IL PRESIDENTEDEL GO V E R N AT O R AT O

DELLO STAT O DELLA CITTÀDEL VAT I C A N O

vista la Legge fondamentale dello Sta-to della Città del Vaticano del 26 no-vembre 2000;

vista la Legge sulle Fonti del Dirittodel 1° ottobre 2008 n. LXXI;

vista la Legge n. CCLXXIV sul Gover-no dello Stato della Città del Vaticanodel 25 novembre 2018;

vista la Lettera Apostolica in formadi “Motu Proprio” I beni temporali ed inparticolare il punto 2, lett. a);

vista la Lettera Apostolica in formadi Motu Proprio, del 19 maggio 2020,recante «Norme sulla trasparenza, ilcontrollo e la concorrenza dei contrattipubblici della Santa Sede e dello Statodella Città del Vaticano» pubblicate il1° giugno 2020, ed in particolare gliartt. 83, 84, §§ 3 e 4;

considerato che occorre dare solleci-ta esecuzione alle «Norme sulla traspa-renza, il controllo e la concorrenza deicontratti pubblici della Santa Sede e delloStato della Città del Vaticano» (di se-guito NCP) suscettibili di immediataapplicazione e fornire agli Organismioperativi del Governatorato di cui alTitolo III della Legge N. CCLXXIV sulGoverno dello Stato della Città del Vati-cano del 25 novembre 2018, istruzionioperative per la prima applicazione epuntuale interpretazione della stessa;

considerato che occorre disciplinarel’ordinato passaggio tra la previgentedisciplina e la N C P, assicurando la re-golare prosecuzione dei procedimentiin corso, senza soluzione di continuitàe limitando l’impatto sull’adempimen-to delle proprie finalità istituzionalidestinate a garantire «l’assoluta e visi-bile indipendenza, anche nel campointernazionale, nell’esercizio della mis-sione universale e pastorale del Som-mo Pontefice»;

considerato che il Governatoratoopera mediante un proprio SistemaIntegrato Informatico, idoneo a garan-tire una puntuale gestione delle attivi-tà amministrative e la conseguente ri-levazione contabile delle stesse;

considerato che nell’ambito del so-pracitato applicativo, il Governatoratodispone già della specifica piattaformainformatica finalizzata alla gestionedel proprio Albo Fornitori, così comerichiesta dall’art. 84 NCP;

ritenuto di dover provvedere, in viaprovvisoria e d’urgenza, in attesa dellapromulgazione del Regolamento di at-tuazione di cui all’art. 83 N C P,

ha emanato il seguente

DECRETO

Art. 1. Sono promulgate le seguentiDisposizioni, in via provvisoria e d’ur-genza, in materia di trasparenza, con-trollo e concorrenza dei contratti pub-

Al bancomatper sosteneregli “Emp ori

dellasolidarietà”

Per sostenere la Caritas Ita-liana nel fronteggiare l’emer-genza alimentare conseguen-te alla crisi innescata dallapandemia di covid-19, IntesaSanpaolo e Mastercard han-no stretto una partnershiptecnologica triennale finaliz-zata a promuovere e sostene-re donazioni in favore diprogetti solidali. Dal 16 lu-glio, attraverso la piattafor-ma Fo r f u n d i n g . i t di IntesaSanPaolo, chiunque faràoperazioni agli oltre 8.000sportelli AT M tramite carte didebito e prepagate, potràdecidere di fare una dona-zione e partecipare così alleiniziative degli “Empori del-la solidarietà”. Ogni euroversato concorrerà a offrirealle famiglie una spesa diprodotti alimentari di primanecessità nell’ambito delprogetto di Caritas Italiana«Emergenza coronavirus: alfianco delle famiglie in diffi-coltà, un piatto alla volta».

Distribuzione di viveri e vestiario da parte di un volontario della Caritas b ra s i l i a n a

Dopo cinque anni di servizio come direttore della Dire-zione di Sanità ed Igiene del Governatorato dello Statodella Città del Vaticano, Alfredo Pontecorvi, dal 1° ago-sto, torna a tempo pieno a svolgere attività clinica comeprofessore ordinario di Endocrinologia e direttore dellaScuola di specializzazione in endocrinologia e malattiedel metabolismo del Policlinico universitario AgostinoGemelli, Università cattolica del Sacro Cuore di Roma.In segno di gratitudine per i servizi svolti, Papa France-sco lo ha insignito dell’onorificenza di Cavalieredell’Ordine piano. È stato il cardinale Giuseppe Bertel-lo, presidente del Governatorato dello Stato della Cittàdel Vaticano, a consegnargli il riconoscimento venerdìmattina, 17 luglio, nel Palazzo del Governatorato. Ilporporato lo ha ringraziato per il lavoro svolto in questicinque anni e ha ricordato i vari progetti da lui realizza-ti, tra i quali il nuovo servizio di fisioterapia, l’accompa-gnamento per le persone vittime di abusi, il serviziomedico attivato presso la Pontificia università Latera-nense. A sua volta Pontecorvi, dopo aver ringraziato ilPapa e il Governatorato per i cinque anni trascorsi alla

Direzione di Sanità ed Igiene, ha fatto riferimentoall’emergenza per il covid-19, sottolineando le modalitàcon cui è stata affrontata in Vaticano, dove i casi regi-strati dall’inizio della pandemia sono stati limitati. Tra ipresenti alla cerimonia, il vescovo Fernando Vérgez Al-zaga, segretario generale del Governatorato, l’a rc i v e s c o -vo Marcelo Sánchez Sorondo, i monsignori Luigi Mi-stò, Fabián Pedacchio Leaniz e Yoannis Lahzi Gaid.


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