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SVAPARE NONE UNA BUONA IDEA - Associazione ......liani, purtroppo, raccontano una storia diversa:...

Date post: 05-Sep-2020
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Lotta al fumo Svapare none una buona idea (//SIMONE VALESINI Le sigarette elettroniche non sono innocue Sono tossiche, anche se meno di quelle tradizionali E creano dipendenza. Soprattutto tra i giovani I GIOVANI Negli Usa Tra il 2011 e il 2015 l'utilizzodellee-cig fra i liceali è aumentato di nove volte In Italia Il 4% dei fumatori trai 14 e i 17 anni ammette di fare uso delle sigarette elettroniche i porta alla bocca, si inala e si espira. Il C gesto è simile, eppure diverso. Tanto ** da meritare un neologismo: la sigaret- ta elettronica infatti non si fuma, ma piuttosto si "svapa". Un termine che che vuole sot- tolineare le differenze, specie in termini di rischi, con le sigarette tradizionali: si tratta di vapore do- po tutto, prevalentemente glicerina e glicole pro- pilene, presente in molti farmaci e in diversi tipi di amari. Occhio però: le ultime ricerche suggeri- scono che potrebbe non essere sempre e del tutto innocuo. Una delle più recenti arriva dall'universi- tà di Birmingham, e indica che il liquido delle e-cig, specie quando viene riscaldato per essere trasformato in vapore, ha un effetto tossico sui macrofagi alveolari, cellule del sistema immunita- rio presenti all'interno dei polmoni. «Svapando si aumenta la tossicità dei condensati che raggiun- gono i polmoni», spiega David Thickett, professo- re di Medicina respiratoria dell'università di Bir- mingham e coordinatore della ricerca pubblicata sulla rivista Thorax. Il fatto comunque è che le sigarette elettroni- che sono comunque meno dannose di quelle tra- dizionali, perché hanno al loro interno migliaia di sostanze chimiche in meno, tra cui decine di noti cancerogeni. Quello che bisogna capire piuttosto è quanti e quali siano i rischi legati a questa nuova forma di dipendenza. «Quello che ci preoccupa è che le aziende che producono e-cig iniziano ad essere acquisite dai grandi produttori di tabacco - sottolinea Thicket - e che in futuro questa possa rivelarsi una strate- gia per normalizzare la dipenden- za da nicotina, in un periodo in cui la diffusione del tabagismo è final- mente in calo». Anche se parlando di tumori il ri- schio non è paragonabile, non vuol dire necessariamente che sia as- sente. A raccontarcelo è Silvia Bal- bo, ricercatrice italiana trapianta- ta in America, che durante l'ultimo congresso dell'American Chemi- cal Society ha presentato una serie di dati che parlano della possibile cancerogenicità delle e-cig. Insie- me ai colleghi del Masonic Cancer Center dell'università del Minneso- ta, Balbo ha analizzato i composti presenti nella saliva degli "svapato- ri" prima e dopo una fumata, indi- viduando livelli fino a 60 volte mag- giori di tre sostanze potenzialmen- te pericolose: formaldeide, acrolei- na e metilgliossale. E ha quindi cer- SCENARIO ONCOLOGIA 1
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Page 1: SVAPARE NONE UNA BUONA IDEA - Associazione ......liani, purtroppo, raccontano una storia diversa: stando al rap porto nazionale sul fumo, realiz zato da Doxa e Istituto superiore di

Lotta al fumo

Svapare none

una buona idea ( / /SIMONE VALESINI

Le sigarette elettroniche non sono innocue Sono tossiche, anche se meno di quelle tradizionali

E creano dipendenza. Soprattutto tra i giovani

I GIOVANI

Negli Usa Tra il 2011 e il 2015

l 'ut i l izzodellee-cig fra i liceali è aumentato

di nove volte

In Italia Il 4% dei fumatori t ra i 14 e i 17 anni

ammette di fare uso delle sigarette elettroniche

i porta alla bocca, si inala e si espira. Il C gesto è simile, eppure diverso. Tanto ** da meritare un neologismo: la sigaret­

ta elettronica infatti non si fuma, ma piuttosto si "svapa". Un termine che che vuole sot­tolineare le differenze, specie in termini di rischi, con le sigarette tradizionali: si tratta di vapore do­po tutto, prevalentemente glicerina e glicole pro­pilene, presente in molti farmaci e in diversi tipi di amari. Occhio però: le ultime ricerche suggeri­scono che potrebbe non essere sempre e del tutto innocuo. Una delle più recenti arriva dall'universi­tà di Birmingham, e indica che il liquido delle

e-cig, specie quando viene riscaldato per essere trasformato in vapore, ha un effetto tossico sui macrofagi alveolari, cellule del sistema immunita­rio presenti all'interno dei polmoni. «Svapando si aumenta la tossicità dei condensati che raggiun­gono i polmoni», spiega David Thickett, professo­re di Medicina respiratoria dell'università di Bir­mingham e coordinatore della ricerca pubblicata sulla rivista Thorax.

Il fatto comunque è che le sigarette elettroni­che sono comunque meno dannose di quelle tra­dizionali, perché hanno al loro interno migliaia di sostanze chimiche in meno, tra cui decine di noti cancerogeni. Quello che bisogna capire piuttosto è quanti e quali siano i rischi legati a questa nuova forma di dipendenza. «Quello che ci preoccupa è che le aziende che producono e-cig iniziano ad essere acquisite dai grandi produttori di tabacco -sottolinea Thicket - e che in futuro questa possa rivelarsi una strate­gia per normalizzare la dipenden­za da nicotina, in un periodo in cui la diffusione del tabagismo è final­mente in calo».

Anche se parlando di tumori il ri­schio non è paragonabile, non vuol dire necessariamente che sia as­sente. A raccontarcelo è Silvia Bal­bo, ricercatrice italiana trapianta­ta in America, che durante l'ultimo congresso dell'American Chemi­cal Society ha presentato una serie di dati che parlano della possibile cancerogenicità delle e-cig. Insie­me ai colleghi del Masonic Cancer Center dell'università del Minneso­ta, Balbo ha analizzato i composti presenti nella saliva degli "svapato-ri" prima e dopo una fumata, indi­viduando livelli fino a 60 volte mag­giori di tre sostanze potenzialmen­te pericolose: formaldeide, acrolei-na e metilgliossale. E ha quindi cer-

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cato nella saliva indizi di un possi­bile danno al Dna, specchio di mu­tazioni che possono indurre lo svi­luppo di un tumore.

«Le nostre analisi hanno rivelato che i soggetti che utilizzano sigarette elettroniche hanno livelli più alti di modificazioni del Dna legati all'azione dell'acroleina, rispetto ai non-fumatori o a chi non utilizza sigarette elettroniche - spiega la ricer­catrice - e questo indica che l'uso di sigarette elet­troniche può esporre a sostanze genotossiche, e produrre un danno misurabile». Per parlare di ri­schi, o fare paragoni, è presto - ammette Balbo -anche perché i risultati dello studio sono ancora preliminari. Ma i tasselli emersi negli ultimi anni sono tanti, e il puzzle che compongono, per quan­to incompleto, sembra ormai piuttosto chiaro: pensare alle sigarette elettroniche come un'alter­nativa priva di rischi è un errore gl'ave. Eppure fin troppo comune. L'American Cancer Society la­menta ad esempio una scarsa percezione del ri­schio negli Stati Uniti, e un aumento del consumo tra gli adolescenti. Già nel 2016 lo Us Surgeon Ge­neral aveva diramato infatti una "cali to action" per difendere i più giovani dalle sigarette elettro­niche, sottolineando che l'utilizzo tra gli adole­scenti è aumentato di quasi nove volte tra il 2011 e il 2015. Lo stesso accade in Italia: nonostante i di­vieti, circa il 4% dei fumatori italiani tra i 14 e i 17 anni ammette infatti di fare uso anche delle e-cig.

«Se parliamo di innocuità, i dati che abbiamo a disposizione ci dicono che le sigarette elettroni­

che non lo sono - commenta Rober­to Boffi, responsabile del centro an­tifumo dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano - abbiamo svolto diversi studi a riguardo, e quello che posso dire con certezza è che emettono polveri sottili, anche se in quantità 20 volte inferiore alle si­garette tradizionali; la svapata

espone il consumatore a metalli pesanti come il nichel, cromo, ar­gento e titanio, a volte in quantità superiore a quella contenuta nei prodotti contenenti tabacco, e per­sino a sostanze pericolose come la formaldeide, un noto canceroge­no». Questo non vuol dire che sia­no paragonabili alle sigarette -am­mette l'esperto - ma di certo servo­no ancora studi di lunga durata, per poter dare una risposta defini­tiva sui possibili effetti nocivi. «In questi casi il senso comune non ba­sta - assicura Boffi - quando sono state introdotte sul mercato le siga­rette light si diceva che facessero meno male di quelle normali, e og­gi sappiamo invece che provocano tumori e disturbi respiratori al pa­ri di quelle non light».

L'attacco Dagli Usa, sotto copertura La Food and Drug Administration Usa non esita a definirla epidemia. Più di due milioni di studenti nei licei e nelle scuole medie americane, infatti, fumano abitualmente la sigaretta elettronica. Abbastanza per convincere l'agenzia che è tempo d'agire. Con un'operazione sotto copertura, l'Fda ha individuato, e quindi colpito duro, negozi e siti internet che vendono illegalmente le e-cig ai minori, inviando oltre 1300 multe e lettere di avvertimento. I cinque principali produttori di sigarette elettroniche, inoltre, sono stati chiamati a presentare entro 60 giorni una documentazione che impegni le aziende a impedire la diffusione dei loro prodotti tra i giovani. Pena, la revisione dell'autorizzazione al commercio dei loro dispositivi.

Tumori

Contro il cancro però è

Si chiama "riduzione del danno". Le e-cig diminuiscono il rischio di mortalità prematura

er alcuni esperti l'al-D ternativa è una sola: ' smettere di fumare.

Altri hanno un ap­proccio più laico, e accettano l'i­dea che per i tabagisti impeni­tenti anche scegliere il male mi­

nore, come una sigaretta elettro­nica, può fare la differenza. Vie­ne definita riduzione del danno, e se chiedete agli inglesi non hanno dubbi: secondo Public Health England, l'agenzia ingle­

se per la salute pubblica e la lot­ta alle dipendenze, in Gran Bre­tagna tra le 18mila e le 50mila persone smettono di fumare ogni anno con l'aiuto delle e-cig. E la Commissione scienza e tec­nologia della House of Com-

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mons ha pubblicato di recente un rapporto in cui afferma che, seppur non prive di rischio, le e-cig offrono ai tabagisti l'oppor­tunità concreta di ridurre so­stanzialmente il rischio di morte prematura e disabilità. I dati ita­liani, purtroppo, raccontano una storia diversa: stando al rap­porto nazionale sul fumo, realiz­zato da Doxa e Istituto superiore di sanità, nel 2017 poco più del 14% di chi ha provato ad abban­donare le bionde con la sigaret­ta elettronica è riuscito nell'in­tento. Risultati che riflettono dif­ferenti scelte di politica sanita­ria, almeno secondo Riccardo Polosa, direttore del Centro di ri­cerca per la riduzione del danno da fumo dell'università di Cata­nia: «Il Regno Unito ha dato di­mostrazione di lungimiranza e coerenza ponendo il vapagismo al centro delle proprie politiche

antifumo - spiega - da loro la pre­valenza del tabagismo si è ridot­ta del 15% in soli tre armi, analo­gamente a quanto osservato in tutti quei paesi, come Svezia, Norvegia, Islanda e Francia, che hanno deciso di promuovere la sostituzione della nicotina con alternative a basso rischio». Cor­retta informazione e una mino­re tassazione, che non equipari le e-cig ai prodotti contenenti ta­bacco, secondo Polosa sarebbe­ro la chiave per ottenere risulta­ti simili anche nel nostro paese. Perché, a detta dell'esperto, l'Ita­lia starebbe perdendo l'occasio­ne per una vera e propria rivolu­zione. Per quale motivo? Pro­muovere l'utilizzo di un disposi­tivo non privo di rischi per la sa­lute, specie in mancanza di dati affidabili, può in effetti sembra­re una scelta contraria alla deon­tologia medica. Eppure la risk re-

duction è accettata nel contra­sto alla dipendenza dalla droga, e persino nella scelta delle tera­pie chirurgiche, mentre, obietta Fabio Beatrice, direttore del Cen­tro antifumo dell'ospedale S.G. Bosco di Torino: «Per il tabagi­smo continuiamo a perseguire l'obbiettivo della cessazione». È vero dunque che con le e-cig non si risolve il problema della dipendenza, ma lo si sposta sem­plicemente verso un prodotto meno nocivo. Ma a fronte di qua­si 80mila morti l'anno causati dalle sigarette, per Beatrice po­trebbe essere arrivato il momen­to di un cambio di strategia: «Dobbiamo riuscire a raggiunge­re i fumatori con una proposta ri­cevibile, perché attualmente so­lo lo 0,1% chiede aiuto ai centri antifumo. E la sigaretta elettroni­ca potrebbe essere un buon mez­zo per tenere il fumatore legato al suo medico».

L'e-cig in cifre

• • • a Chi le usa?

12% Ho ripreso

- i l fumo

3% Altro

..10% Ho iniziato a fumare

6% Nel Regno

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14% 15% Fumo Ho smesso un po' definitivamente di meno di fumare

TONACA INTIMA

)NTE: ISS / ISS-DOXA / CDC, NATIONAL CENTER FOR CHRONIC DISEASE PREVENTION AND HEALTH PROMOTION

Mutazioni genetiche Le sostanze genotossiche possono indurre danni nel Dna di polmoni, cuore e vescica

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