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ELEONORA ALBANESI
Tesina di terza media - a.s. 2014/2015
SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Sviluppo e Innovazione
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SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Sviluppo e Innovazione
INDICE
3 STORIA E TECNOLOGIA. La seconda rivoluzione industriale e la
società di massa
7 FRANCESE. L’effet de serre et les gestes ècologiques
9 LETTERATURA. Il naturalismo francese e il verismo italiano
12 SCIENZE. La teoria evoluzionistica
15 GEOGRAFIA. Gli Stati Uniti d’America
18 INGLESE. The U.S.A. and the american festivities
20 MUSICA. Il Jazz
21 STORIA DELL’ARTE. La Pop Art
24 EDUCAZIONE FISICA. Il nuoto
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STORIA E TECNOLOGIA
LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
E LA SOCIETÁ DI MASSA
Nel 1873 la crescita economica di Europa e USA si arresta. Gli USA, grandi produttori di cereali, fanno
concorrenza agli agricoltori europei dato che il loro grano costa meno, e così i coltivatori europei entrano
in crisi. Nel frattempo, l’industria europea è in sovrapproduzione e molte imprese falliscono.
I governi europei adottano dunque tariffe doganali protezionistiche. Tra il 1878 e il 1887 i paesi europei
impongono dazi sulla merce d’importazione: ogni
governo comincia a intervenire a sostegno delle
economie nazionali, per difendere la propria
produzione. Si tratta di una svolta, visto che in
precedenza si credeva nel libero scambio.
Alla fine dell’Ottocento, gli indicatori economici
segnalano che la crisi è superata. Oltre al
protezionismo, hanno influito sull’economia anche
l’espansione coloniale in Asia e in Africa e la
riorganizzazione del sistema industriale. Molte
imprese fallite vengono acquistate dalle imprese di
maggiori dimensioni, facendo sorgere gigantesche concentrazioni industriali dette “monopoli”, capaci di
controllare interi settori. Nascono così le fusioni in Gran Bretagna e i “trust” o cartelli in Germania,
concentrazioni di imprese che controllano il mercato. Negli USA nascono il grande trust dell’acciaio e la
Standard Oil Company, che controlla quasi da sola il mercato del petrolio.
Il rinnovamento tecnologico parte da una forma di energia, l’elettricità, prodotta dalle centrali
termoelettriche a carbone e utilizzata sia per
usi industriali sia civili. La centrale
termoelettrica a carbone è un impianto dove si
brucia questo combustibile per produrre
energia elettrica; è formata da quattro moduli,
cioè quattro unità identiche attaccate. Ogni
sezione è formata da tre edifici allineati tra loro:
- Caldaia. É la struttura dove si brucia il
carbone e tutto ha inizio. Da un lato entra
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il combustibile e i bruciatori producono fiamme potenti, che scaldano i tubi bollitori dove l’acqua
scorre e si trasforma in vapore. Poi il vapore passa nei tubi surriscaldatori e aumenta di temperatura
e pressione. Dalla caldaia esce il tubo che va in sala macchine.
- Sala macchine. È a sua volta formata da turbina, alternatore e condensatore. Il vapore surriscaldato
entra nella turbina, dove spinge con la pressione le palette del rotore che entra in rotazione.
L’alternatore è un grande magnete cilindrico che è tenuto in rotazione dalla turbina e produce
corrente. Il vapore che esce dalla turbina entra nel condensatore dove circola l’acqua fredda, in
modo ce il vapore si condensi e venga pompato in un circolo chiuso. La corrente esce dai morsetti
dell’alternatore, passa nei trasformatori e poi nei cavi ad alta tensione.
- Il percorso dei fumi. Formato da tre maxi filtri che abbattono gli agenti inquinanti e preparano il
fumo depurato da mandare alla ciminiera.
Nel secondo Ottocento si afferma il petrolio, una nuova fonte d’energia utilizzabile grazie a due
importanti invenzioni: il motore a
scoppio, basato sulla combustione di una
miscela aria-benzina; il motore diesel,
alimentato dalla nafta e adatto a grandi
mezzi di locomozione.
Il petrolio è un miscuglio di idrocarburi
costituito da carbonio e da idrogeno;
deriva da cumuli di sostanze organiche
che si sono trasformati nel tempo in
sostanze oleose ricche di energia; è un
liquido denso, di colore variabile dal nero al giallo scuro, con un peso specifico inferiore a quello
dell’acqua. Il petrolio viene frazionato nei suoi componenti: benzina, gasolio, kerosene e gas. Per questa
operazione, esso viene portato nella raffineria, un impianto dove il greggio è sottoposto alla distillazione
frazionata: un processo che comporta la vaporizzazione e la condensazione. Questo processo avviene
nella torre di distillazione, l’edificio più alto della raffineria (circa 80 metri). Al suo interno ci sono vari piani
costituiti da piatti, ognuno mantenuto ad una temperatura specifica. Ogni piatto ha molti fori e una
campanella: quando i vapori di un certo tipo toccano la campanella corrispondente alla propria
temperatura di condensazione, diventano liquidi. Gli altri vapori continuano a salire.
I sottoprodotti del petrolio si dividono in quattro grandi famiglie:
- carburanti per i motori di auto, aerei e navi;
- combustibili, bruciati per produrre calore;
- virgin nafta, materia prima dell’industria petrolchimica;
- prodotti derivati, cioè lubrificanti, asfalti, bitumi, paraffina, eccetera.
Oltre alle nuove forme d’energia, nel 1861 si ha il vero decollo dell’industria chimica, grazie al chimico
belga Ernest Solvay che mette a punto il primo fertilizzante artificiale. Ciò provoca una rivoluzione per
l’agricoltura, che fino ad allora poteva contare solo su concimi chimici. La scoperta dei coloranti artificiali
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(meno costosi di quelli naturali) da nuovo impulso all’industria tessile. Insieme alla chimica, cresce anche
l’industria siderurgica, grazie alla scoperta e all’utilizzo di acciaio e alluminio.
Le fabbriche si sviluppano e
diventano sempre più grandi e i tempi
di lavorazione si riducono anche
grazie alla diffusione delle macchine.
Nella fabbrica di fine Ottocento, le
macchine sono collegate tra loro e
formano un unico sistema
meccanico interconnesso; gli
operai devono adattarsi a questo
sistema perfettamente sincronizzato.
Si afferma dunque un nuovo tipo di
organizzazione del lavoro. Ogni
operatore deve compiere piccole
operazioni: ripetere all’infinito uno
stesso gesto dai tempi ben precisi. Per svolgere queste mansioni elementari non serve una manodopera
qualificata e quindi gli operai più ricercati diventano i contadini o gli immigrati.
Il lavoro in fabbrica diviene parcellizzato, seriale e standardizzato: le maggiori aziende producono
oggetti in serie, uguali, in
grandi quantità e a basso
costo. Nel settore
automobilistico, Henry Ford
introduce la catena di
montaggio. In questo sistema,
le parti del prodotto vengono
fatte scorrere su un nastro
trasportatore dove si collocano
le postazioni degli operai.
Simbolo di questo sistema è la
Ford modello T, fabbricata
negli stabilimenti Detroit. La
produzione standardizzata si
rivolge a un nuovo mercato e
migliora il potere d’acquisto
della piccola borghesia e delle
masse operaie. Si delinea un
nuovo immenso mercato, fatto
da milioni di persone che
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diventano quindi “consumatori”, cioè acquirenti di beni non indispensabili.
Insieme alla società di massa, nascono anche i grandi magazzini e la pubblicità nei giornali. Donne e
uomini iniziano a leggere riviste d’evasione e a riempire le sale del cinematografo. Agli inizi del XX
secolo, anche le famiglie più facoltose posseggono un grammofono e dagli anni ’20 anche la radio. Gli
uomini praticano nuovi sport come il ciclismo e l’automobilismo. Il soddisfacimento di questi consumi di
massa poteva essere garantito solo dalla grande industria: essa si diffonde quindi anche in settori più
moderni come l’editoria e il cinema.
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FRANCESE
L’EFFET DE SERRE ET LES GESTES ÉCOLOGIQUES
Con l’avvento della Rivoluzione Industriale e con lo sviluppo delle fabbriche, cresce anche lo smog nelle
città e aumenta in modo potenzialmente pericoloso quello che chiamiamo “effetto serra”. L’effetto serra
è un fenomeno che rende possibile la vita sulla Terra, poiché garantisce il riscaldamento; protagonisti
sono i gas serra che assorbono il calore e lo trattengono. Tuttavia, in tempi recenti le attività umane
hanno aumentato la percentuale di gas serra nell’aria, dato che ogni giorno si bruciano molte tonnellate di
combustibili fossili. Ora l’effetto serra è eccessivo e potrebbe causare l’innalzamento del livello del mare e
la riduzione dei ghiacciai, senza contare l’aumento dei deserti.
L’effet de serre est un phénomène biologique et naturel qui se produit quand le climat de la terre se
réchauffe. La nature ne peut pas toujours résister à ce réchauffement climatique: c’est pour cela qu’il
cause des problèmes. Les gestes écologiques sont très importants parce qu’ils permettent de le
diminuer.
Si on veut éviter des dangers pour notre planète, il faut le protéger par un comportement écolo. Par
exemple, nous pouvons éteindre la
lumière en quittant une pièce, ou
prendre une douche plutôt que un
bain, fermer l’eau en se brossant les
dents, trier les déchets, utiliser la
papier recyclé, faire du compost si
on a un jardin et profiter des ventes
d’occasion.
Protéger l’environnement est un
devoir pour tous. L’environnement
est tout ce qui nous entoure, c’est la
nature. Il y a les êtres humains mais
aussi des arbres, des fleurs et des
animaux. Il faut le protéger pour qu’il
ne meure pas. Pour le protéger, il
faut adopter des gestes
écologiques.
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L’écologie est une science qui étudie la relation entre les êtres vivants et le milieu qui les entoure. Il est
très important de s’y intéresser pour savoir comment défendre la nature et l’environnement.
On peut produire ce qui est nécessaire de différentes façons. Si l’on suit un programme de le
développement durable, on cherche à satisfaire les besoins des humains tout en pensant au futur et on
utilise les moyens ou les matériaux les plus propres possibles.
L’agriculture biologique est une façon de cultiver qui respecte l’environnement. Les agriculteurs qui
l’appliquent n’utilisent pas de produits chimiques dangereux pour la santé des êtres vivants et pour la
planète toute entière mais des produits naturels. On élève par exemple des coccinelles qui mangent les
pucerons, grands ennemis des plantes.
Le commerce équitable est très lié à l’agriculture biologique. Il permet d’assuer un juste salaire aux
artisans et aux producteurs, surtout ceux du Tiers Monde qui peuvent ainsi subvenir à leurs besoins
élémentaires: santé, éducation de leurs enfants, logement, protection sociale.
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LETTERATURA
IL NATURALISMO FRANCESE E IL VERISMO ITALIANO
In contrapposizione agli aspetti caratteristici del Romanticismo, si fa strada una nuova tendenza più
vicina ai problemi concreti della società: il Realismo. Questo movimento si diffonde in tutti i campi del
sapere: prende il nome di Positivismo in filosofia, Naturalismo nella letteratura francese, Verismo nella
letteratura italiana e Realismo nell’arte. La nascita di questo nuovo movimento è dovuta a tre differenti
motivazioni, di carattere storico, scientifico e filosofico.
Nella seconda metà dell’ottocento si va formando una classe sociale intraprendente e attiva, protagonista
della seconda rivoluzione industriale: la borghesia imprenditoriale. A essa si oppone la classe operaia,
che prende coscienza dei propri diritti e, sostenuta dai nascenti partiti socialisti di ispirazione marxista,
incomincia le prime lotte per migliorare le sue condizioni di vita.
Gli studi scientifici aprono la strada al movimento del Positivismo, che colloca in primo piano la realtà
oggettiva e un concreto e reale desiderio di osservazione e spiegazione dei fatti; si trasferiscono
nell’ambito delle scienze umane quei procedimenti di osservazione e di analisi ritenuti validi nelle scienze
naturali. Il Positivismo, oltre che filosofia, è quindi e soprattutto una cultura fondata sull’idea del progresso
e sulla convinzione che anche le tragiche conseguenze che l’industrializzazione comportava per milioni di
lavoratori avrebbero trovato una soluzione; la scienza e l’istruzione erano gli strumenti fondamentali per
raggiungere questo obbiettivo.
Il Naturalismo francese e il Verismo italiano (i cui
maggiori rappresentanti sono Émile Zola e Giovanni
Verga) si fondano sulla volontà di far parlare i fatti,
anche quelli più insignificanti e crudi. I protagonisti dei
romanzi sono contadini, pescatori, minatori, tutti
ugualmente dominati dal bisogno e dall’ignoranza.
Per rappresentare la realtà in modo oggettivo, lo
scrittore deve tirarsi indietro, eliminare ogni giudizio
personale, al punto che l’opera sembri essersi fatta
da se, come dice Verga. Questa presunta impersonalità dello scrittore è però soltanto un fatto tecnico-
stilistico e non significa affatto rinunciare a comunicare le proprie idee, che si colgono comunque dai fatti
narrati.
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Il rappresentante più significativo del Naturalismo francese fu Émile Zola, che si propone di applicare il
metodo sperimentale positivista nell’arte. Il metodo sperimentale è un metodo di indagine scientifica
introdotto nel Seicento da Galileo Galilei; si basa
sull’osservazione dei fenomeni e sulla sperimentazione. Zola
nasce a Parigi nel 1840. Trascorre la propria infanzia ad Air-en-
Provence, dove il padre lavora. Qui, durante gli anni di liceo,
diviene amico del pittore Paul Cézanne. Dopo la morte del padre,
Zola deve tornare a Parigi e abbandonare gli studi. Nel frattempo,
inizia l’attività letterarie, ispirato dalle teorie positivistiche di
Charles Darwin, Hippolyte Taine e Claude Bernard. La sua
pubblicazione è molto vasta tra novelle e romanzi. Muore nel
1902, asfissiato nel sonno dall’esalare di una stufa. Nei suoi
romanzi, di carattere sociale, egli non indaga sui perché dei
fenomeni, ma li rappresenta come li vede. Per essere sicuro di
riuscire a raccontare con realismo la vita degli operai francesi,
Zola va a vivere con i minatori condividendone i disagi e le lotte.
Da questa attenta osservazione nasce il famoso romanzo Germinal. In questo suo romanzo, Stefano
Lantier organizza uno sciopero, dovuto alle condizioni di vita dei minatori di Montsou. Stefano è un
operaio che lavora in miniera, dove ha passato gran parte della sua vita. Gli operai resistono per mesi,
finchè logorati dalla fatica, marciano sulle miniere implorando cibo. A questo punto interviene l'esercito e
lo sciopero si trasforma in una carneficina. I minatori, ormai sottomessi, si adeguano alle condizioni
imposte loro, fino a quando un macchinista russo inonda la miniera. Molti di questi operai muoiono
annegati, ma Stefano si salva con difficoltà. Il racconto si conclude quando Stefano ritorna a Parigi, dove
spera di trovare un mondo più giusto.
In Italia, con il movimento verista riprende ad avere
un grande successo e un’ampia diffusione la
novella, in cui lo scrittore tratteggia in poche pagine
tutto un mondo: un ambiente, una situazione, alcuni
personaggi. La narrazione verista rispecchia nei
suoi temi la situazione politico-sociale che si è
venuta a creare subito dopo la proclamazione
dell’Unità d’Italia nel 1861. Restano infatti da
risolvere il completamento dell’unità nazionale, con
l’annessione di Venezia e Lazio, e alcuni gravi
problemi economici e sociali, dovuti anche alla
frantumazione politica del Paese, che durava da
secoli e che aveva impresso modi di vivere differenti
tra Nord e Sud. Il maggior esponente è Giovanni
Verga.
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Verga nasce a Catania nel 1840 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri e si iscrive alla facoltà di
Legge della sua città. Ma non essendo appassionato allo studio legale, decide presto di dedicarsi
all’attività letteraria. Partecipa attivamente alle vicende storico politiche del suo tempo e si trasferisce a
Firenze nel 1865, conoscendo esponenti della letteratura italiana quali Luigi Capuana, il maggior teorico
verista. Nel 1872 si trasferisce a Milano dove ferve una grande attività artistica e dove aderisce al
Verismo e scrive le sue maggiori composizioni. Torna a Catania nel 1893, dove vive in un volontario esilio
e muore nel 1922.
Il Naturalismo ed il Verismo differiscono in alcuni punti, che emergono dal confronto tra le opere
naturaliste francesi e veriste italiane. Nei romanzi francesi, alla denuncia delle ingiustizie sociali si
accompagna la fiducia in un loro superamento, poiché gli scrittori naturalisti esprimono le loro idee in una
società avanzata, che generalmente condivide le loro proteste e la loro ansia di rinnovamento. I problemi
che vengono rappresentati sono comuni a buona parte del popolo francese e assumono quasi un
carattere nazionale.
Nei romanzi italiani, si presenta la pietà per le misere condizioni degli umili, ma manca la volontà di
denuncia: non si intravede una possibilità di riscatto e di miglioramento.
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SCIENZE
LA TEORIA EVOLUZIONISTICA
Tutti i cambiamenti introdotti dalla Seconda Rivoluzione Industriale, nell’arte, nella musica o nello sport,
sono il risultato di un grande impegno nella ricerca scientifica, che diviene così lo strumento
indispensabile per qualsiasi scoperta. Anche il più geniale dei tecnici, senza l’aiuto della scienza, non è
più in grado di inventare nulla di nuovo. Nasce in questo modo la professione dell’ingegnere, ossia una
persona che ha le competenze dello scienziato e quelle del tecnico, unendo le esigenze di entrambe le
discipline.
La scienza e la tecnica sono quindi i grandi protagonisti di questa epoca: sembrava che ormai si
potessero risolvere tutti i problemi dell’uomo. Il “Positivismo” è questo entusiasmo per le scienze e il
metodo scientifico applicato alla soluzione dei problemi concreti, questa assoluta fiducia nelle capacità
del sapere: la scienza e la tecnica sono considerate un sapere “positivo”, cioè utile all’uomo.
Durante questo periodo si affermano alcune tra le più importanti scoperte in campo scientifico, come ad
esempio la teoria dell’evoluzione elaborata dallo scienziato inglese Charles Darwin.
Darwin è noto soprattutto per aver affermato che l’uomo ha un antenato in comune con le scimmie.
L’Evoluzionismo di Darwin è la più importante novità espressa dalla Positivismo, confermando su base
scientifica l’entusiasmo tipico di questo pensiero: tutta la natura (uomo compreso) si evolve, cioè si
modifica nel tempo. L’evoluzionismo si basa su due principi fondamentali: la lotta per l’esistenza e la
selezione naturale. Ogni specie infatti lotta per sopravvivere. Questa lotta ha dei vincitori: gli individui più
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forti, cioè quelli che sfruttano meglio le condizioni climatiche e ambientali: solo questi sopravvivono e si
riproducono; i perdenti invece si estinguono lentamente.
Prima di Darwin, i naturalisti sostengono le teorie creazioniste e fissiste: tutte le specie viventi sono
frutto della creazione divina e conservano nel tempo la stessa forma con cui erano state create. Secondo
queste teorie, la formazione del nostro pianeta viene fatta risalire ad appena 6000 anni fa; ma le nuove
scoperte della geologia e le sempre più frequenti testimonianze fornite dai fossili iniziano a metterle in
discussione.
Queste contraddizioni erano ben chiare a Georges Cuvier, un naturalista francese esperto di fossili,
considerato il padre della paleontologia. Egli elabora un’ipotesi, che viene definita “teoria delle
catastrofi”, secondo la quale nel corso del tempo si sarebbero verificati dei cataclismi che avrebbero
causato la morte di quasi tutti gli organismi presenti nella regione colpita. Dopo ogni catastrofe, le specie
scomparse vengono sostituite da specie diverse provenienti da altre aree. In questo modo, Cuvier tenta
di trovare una ragione che giustifichi la presenza di fossili, senza per questo motivo rinunciare al
creazionismo.
Un passo avanti venne fatto da Jean-Baptiste de Lamark. La sua teoria è fondata sulla stretta relazione
tra gli esseri viventi e l’ambiente, basandosi su due principi.
- L’uso e il non uso degli organi. In un organismo si sviluppano maggiormente le parti più utilizzate,
mentre quelle meno sfruttate si indeboliscono e tendono a scomparire. Queste modificazioni fisiche,
nel corso della vita di un individuo, derivano dal suo adattamento alle condizioni fisiche dell’ambiente
in cui vive.
- L’ereditarietà dei caratteri acquisiti. I cambiamenti sviluppati in un organismo durante la sua
esistenza vengono trasmessi dai genitori ai loro figli di generazione in generazione, in modo che
l’organismo sia sempre equipaggiato efficacemente per l’ambiente in cui vive.
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Nel meccanismo evolutivo di Lamark c’è però un punto debole. Se l’uso ripetitivo degli organi di certe
parti del corpo ne può provocare un rafforzamento o una modificazione, è altrettanto vero che queste
modifiche non si possono trasmettere alle generazioni successive. Il grande merito di Lamark resta
comunque quello di aver contrapposto alla teoria della “fissità” delle specie quella dell’evoluzione.
In seguito, una spiegazione ben più convincente del fenomeno viene fornita da Darwin. Egli, attraverso
numerosi viaggi e attente osservazioni agli esseri viventi, riesce a concepire la sua teoria dell’evoluzione.
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GEOGRAFIA
GLI STATI UNITI D’AMERICA
Gli Stati Uniti d’America sono una nazione giovane, costituita da immigrati provenienti da tutto il mondo. I
primi a colonizzare il territorio americano sono gli inglesi; in seguito vengono importati un gran numero di
schiavi africani, oggi chiamati afroamericani.
All’inizio dell’Ottocento gli statunitensi sono circa 5 milioni. Il
vero popolamento avviene nel corso della prima guerra
mondiale, quando giungono più di 50 milioni di immigrati. Nella
cosiddetta “conquista del west”, la popolazione originaria
viene sterminata. Inizialmente gli immigrati giungono
soprattutto dall’Europa occidentale e settentrionale; dalla fine
del XIX secolo, anche dall’Europa orientale e mediterranea.
L’ingresso di stranieri viene drasticamente limitato dopo la
prima guerra mondiale. Dal 1970 i flussi migratori si
intensificano nuovamente, soprattutto per motivi economici.
Oltre l’80% della popolazione vive in città, concentrandosi nelle
metropoli dei Grandi Laghi, della costa atlantica e in quella
pacifica. Negli ultimi anni, sono avvenuti intensi fenomeni di
migrazione interna verso le regioni meridionali, che
costituiscono la cosiddetta Sun Belt (California, Arizona, Texas
e Florida).
Nonostante la società statunitense sia fra le più ricche del
mondo e il redito pro-capite sia tra i più alti, moltissime persone
vivono sotto la soglia di povertà. Il potere politico è in mano a
una élite piuttosto ristretta, chiamata WASP. Alcuni gruppi
come i neri e gli ispanici vivono ammassati in quartieri-ghetto
nelle grandi città. Negli ultimi decenni il reddito delle classi
ricche è cresciuto, ampliando il divario tra ricchi e poveri.
Nel nord-est degli Stati Uniti si è sviluppata nel corso del tempo un’immensa megalopoli, che include:
Boston, New York, Philadelphia, Baltimora e Washington. Washington è la capitale e ospita uffici e
ministeri del governo federale. Il suo territorio corrisponde a quello del District of Columbia. New York è la
più importante città americana: 8 milioni di abitanti, che diventano quasi 19 milioni se si considera tutta
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l’area metropolitana che interessa New York, New Jersey e Connecticut. Vicino ai Grandi Laghi si trova la
grande megalopoli costituta da Milwaukee, Chicago, Detroit, Cleveland, Buffalo e Pittsburgh.
Nell’area sud-occidentale si affaccia sul Pacifico una fascia molto urbanizzata che va da San Francisco a
San Diego. Ne fa parte Los Angeles, il secondo agglomerato urbano degli Stati Uniti. Il suo sviluppo è
iniziato nella seconda metà dell’Ottocento con la costruzione della ferrovia transcontinentale e la scoperta
dei pozzi petroliferi. San Francisco si trova vicino alla faglia di San Andreas. La città è stata distrutta nel
1906 a causa di un terremoto e anche in questi anni si sono registrati fenomeni sismici.
Nel Sud del paese, le città più popolose sono Dallas e Houston, in Texas, Atlanta in Georgia e Miami in
Florida. New Orleans, sul golfo del Messico, in Louisiana, nell’agosto 2005 è stata colpita dall’uragano
Katrina, che ha flagellato l’intera zona costiera.
Gli Stati Uniti sono la più
grande potenza mondiale. Il
Paese è ricchissimo di risorse
naturali e primeggia in tutti i
settori industriali, compresi
quelli ad alta tecnologia e in
quello terziario. È uno dei
maggiori produttori agricoli
nel mondo. L’agricoltura,
altamente meccanizzata,
produce cereali, soia, cotone,
lino, tabacchi, frutta, agrumi e vite; le aziende sono gestite con efficienza industriale e fanno ricorso a
tecnologie avanzate e alle biotecnologie. Il grande peso del settore dell’allevamento è dovuto alla dieta
prevalentemente ricca di carne degli americani.
Il punto di forza dell’industria è il settore tecnologicamente avanzato, dove fondamentale è l’apporto della
ricerca scientifica. I poli dell’industria avanzata sono: Seattle, San Francisco, Los Angeles. Sono
americane le prime società del mondo del settore chimico, informatico, elettrico-elettronico e
aereonautico. L’industria militare è la più sviluppata e tecnologica del mondo. Molto importanti sono
anche i settori tradizionali, mentre quello automobilistico è entrato in crisi.
Il settore terziario occupa circa il 78% della popolazione attiva e produce circa il 77% del reddito
nazionale. Particolarmente sviluppati sono i settori commerciale e turistico. È da sottolineare il
fondamentale ruolo finanziario che gli Stati Uniti hanno a livello globale: alcune delle banche più
importanti del mondo sono statunitensi e New York, con la borsa di Wall Street, è il principale centro
finanziario del mondo. All’esterno di Wall Street si trova la statua del toro che attacca: il toro è il simbolo
del momento positivo della Borsa, quando il valore delle azioni sale.
Gli USA sono anche una grande potenza commerciale, ma da molto tempo la bilancia commerciale è in
forte disavanzo con un ingente debito pubblico. Per soddisfare l’elevata domanda interna, il paese
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importa grandi quantità di petrolio. Anche dal settore finanziario sono arrivati nel 2008 preoccupanti segni
di crisi; il governo è dovuto intervenire per evitare che il fallimento di alcune importanti società si
ripercuotesse troppo sull’economia nazionale e internazionale.
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INGLESE
THE U.S.A. AND THE AMERICAN FESTIVITIES
New York or the Big Apple, as people call it, is not only one of the most famous cities in the world, with
its skyscrapers, parks, museums, shops and the Statue of the Liberty. It also hosts a major annual
marathon, the “New York City Marathon”. On the first Sunday of November, 37,000 professional and
amateur runners of different nationalities run through the five boroughs of New York City: Staten Island,
Bronx, Brooklyn, Queens and Manhattan. It ends in Central Park. Central Park is a very large city park
in Manhattan. Here you can find an amazing number of sports facilities: tennis courts, basketball and
volleyball fields, bowling areas and running paths. It also offer a variety of sport facilities like swimming
pools and ice skating rinks.
Washington DC is the capital city
of the USA. DC stands for
“District of Columbia” which was
named after the great explorer
Christopher Columbus. The
official residence of the american
president is here, and his name
is the White House. In
Washington a very special
baseball competition takes place
every year at the beginning of
summer. It is called “Tee Ball on
the South Lawn”. It was
launched by president George Bush in 2001.his idea was to turn the South Lawn of the White House into
a baseball pitch to encourage sport and fitness among American’s youth.
On the west coast there is California, and its capital city, Los Angeles (L.A. for short). Here people play
beach volley and, most of all, surf on the high waves of the Pacific Ocean. Besides sun, beaches and
sport there are lots of things you can see and visit in California. First of all, you can visit the world famous
theme park Disneyland, or Hollywood, a borough in L.A. where actors, actresses and film directors live.
There are lots of festivities in America. One of the most famous is Independence Day. It is celebrated on
the July 4th, every year and it’s the anniversary of their declaration of independence from Britain. People
usually get together for a picnic or a barbecue. Decoration are generally red, white and blue, the colors of
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the american flag. In the morning there are parades and in the evening fireworks are set off in parks or in
town squares. Then people sing the american national anthem The Star-Spangled Banner.
The protest of the thirteen colonies against the british government started in Boston. It was 1773, and
some ships of the British East India Company were in Boston harbor full off tea. One night a group of men
boarded three ships and dropped the cargo of tea cases into Boston Harbor. This is known as “The
Boston Tea Party” and it was the beginning of the American Revolution. On July 4th 1776 the
representatives of the thirteen colonies met in Philadelphia and signed the Declaration of Independence.
In 1781, Americans defeated the English.
Another popular festivity is Thanksgiving Day. Thanksgiving is a day when Americans feast, celebrate
and give thanks for the good things in their lives. The first thanksgiving was in 1621. In September 1620,
pilgrims from Britain travelled to America. Their ship, called the Mayflower, reached Plymouth in 1620.
They were escaping from religious persecutions but winter in America is very cold and conditions very
hard. Many pilgrims died in the new land. The native people helped the pilgrims: they showed them where
to hunt and fish and how to grow corn. It was a great sign of friendship so the pilgrims wanted to thanks
their new friends and God for their survival. In 1621 they had a big feast and shared food. This was the
first Thanksgiving Day. Today, Thanksgiving is celebrate every year on the first Thursday of november.
Stuffed turkey is the main dish of the traditional dinner, that also includes corn, potatoes and a pumpkin
pie.
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MUSICA
IL JAZZ
Anche la musica si trasforma in questo periodo. Proprio negli Stati Uniti alla fine dell’Ottocento, nasce il
Jazz. Durante l’epoca dell’imperialismo, gli europei importano migliaia di schiavi dall’Africa per metterli al
lavoro nei campi. Il Jazz ha origine dalla fusione delle canzoni intonate dagli schiavi neri durante il lavoro,
la cultura dei coloni americani e i timbri di strumenti tradizionali o fatti di materiali recuperati. La storia del
Jazz ha origine proprio quando i
neri ottengono il permesso di
utilizzare vecchi strumenti
scartati dai bianchi: nessuno
insegna loro ad utilizzarli. Essi
infatti suonano a orecchio e
improvvisando. New Orleans,
città della Louisiana alla foce del
Mississippi, è il centro della
nascita e dello sviluppo del Jazz:
qui si riversano moltissimi
africani che hanno abbandonato
le piantagioni in seguito
all’abolizione della schiavitù.
Il Blues è una fondamentale espressione della musica nera che inizia a diffondersi con grande popolarità
nella seconda metà dell’Ottocento. È un canto dal ritmo particolare che esprime uno stato di malinconia.
Nel blues, l’uomo parla delle sue sofferenze e della sua misera condizione di emarginato, riuscendo
anche a fare dell’ironia sulla sua sorte. Le parole sono spesso ripetute e spezzate da lunghe pause, per
sottolineare i fatti narrati; è generalmente composto da tre frasi musicali per un totale di 12 battute; il
ritmo è sincopato e la melodia è costituita dalla scala blues o dal giro blues. La scala blues mostra il terzo
e il settimo grado abbassati di un semitono che conferiscono un’atmosfera di incertezza, instabilità,
tristezza. Tra la fine degli anni trenta e l’inizio dei quaranta, il Jazz va incontro ad un rapido decadimento
legato alla diffusione dei mezzi di comunicazione di massa e alla perdita di originalità e swing. In questi
anni nasce il bebop, uno stile nato come reazione all’uso consumistico del Jazz.
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STORIA DELL’ARTE
LA POP ART
L’avvento della produzione in serie per gli oggetti di uso comune provoca una modifica anche nel campo
dell’arte. L’esempio più comune di arte in serie è la Pop Art, nata negli Stati Uniti negli anni ‘50.
Quest’apertura alla modernità rivolge la propria attenzione agli oggetti di consumo. L’oggetto di uso
quotidiano viene estraniato dal suo contesto abituale e trasformato in oggetto d’arte. Questo meccanismo
ricorda un po’ il ready-made di Marcel Duchamp, in parte ispiratore della pop art americana. Tra i
maggiori esponenti ci sono: Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Jasper Johns, Claes Oldenburg, Robert
Rauschenberg. In Italia il massimo esponente è Mario Schifano.
Andy Warhol è considerato a pieno titolo uno dei
più grandi geni artistici del suo secolo. Nasce a
Pittsburgh (Pennsylvania) il 6 agosto 1928: figlio di
immigrati slovacchi, il suo nome vero è Andrew
Warhola. Tra il 1945 e il 1949 studia al Carnegie
Institute of Technology della sua città. Si
trasferisce poi a New York dove lavora come
grafico pubblicitario presso alcune riviste: “Vogue”,
“Harper’s Bazar”, “Glamour”. Fa anche il vetrinista
e realizza le sue prime pubblicità per il
calzaturificio I. Miller. Nel 1952 tiene la prima
mostra personale alla Hugo Gallery di New York.
Disegna anche scenografie. Nel 1956 espone
alcuni disegni alla Bodley Gallery e presenta le sue
Golden Shoes in Madison Avenue. Compie poi
alcuni viaggi in Europa e Asia. Intorno al 1960, Warhol comincia a realizzare i primi dipinti che si rifanno a
fumetti e immagini pubblicitarie: Dick Tracy, Popeye, Superman e le inconfondibili bottiglie di Coca-
Cola. Nel 1962 inizia a utilizzare la tecnica di stampa impiegata nella serigrafia, riproducendo immagini
comuni come le lattine Campbell’s, prese come “icone simbolo” del suo tempo. Tratta anche temi carichi
di tensione, come i Car Crash (incidenti automobilistici) ed Electric Chair (sedia elettrica). Dal suo stile
“neutro” e banale prende il via la cosiddetta Pop Art.
Il suo stile prende spunto dal cinema, dai fumetti, dalla pubblicità, senza alcuna scelta estetica, ma come
puro istante di registrazione delle immagini più note e simboliche. L’opera intera di Warhol appare quasi
un catalogo delle immagini-simbolo della cultura di massa americana: si va dal volto di Marilyn Monroe
alla Coca-Cola, dal simbolo del dollaro ai detersivi in scatola Brillo, e così via.
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In queste opere non vi è alcuna intenzione polemica nei confronti della società di massa: unicamente
esse ci documentano l’universo visivo in cui si muove quella che noi definiamo l’odierna “società
dell'immagine”. Ogni altra considerazione è solo conseguenziale ed interpretativa, specie da parte della
critica europea, che in queste operazioni vede una presa di coscienza nei confronti del kitsch che dilaga
nella nostra società, anche se ciò, a detta dello stesso Warhol, sembra del tutto estraneo alle sue
intenzioni. Negli anni successivi abbraccia un progetto più vasto, proponendosi come imprenditore
dell’avanguardia creativa di massa: fonda così la “Factory”, una sorta di officina di lavoro collettivo. Inizia
il rapporto di lavoro col gallerista Leo Castelli.
Nel 1963 si dedica al cinema, girando due
lungometraggi: Sleep ed Empire (1964). Nel 1964
espone alla Galerie Sonnabend di Parigi e da
Castelli a New York. Per il Padiglione Americano alla
Fiera mondiale di New York realizza i Thirteen Most
Wanted Men. Fallito il tentativo di fondare un gruppo
musicale con i celebri compositori d'avanguardia La
Monte Young e Walter de Maria, nel 1967 si lega al
gruppo rock dei Velvet Underground di Lou Reed,
di cui finanzia il primo disco. Disegna anche la
celebre copertina del disco, una semplice banana
gialla su sfondo bianco.
Nel 1968 rischia la morte, all'interno della Factory,
per l’attentato di una squilibrata, tale Valerie
Solanas, unico membro della S.C.U.M., società che si propone di eliminare gli uomini. Espone al
Moderna Museet di Stoccolma. Produce una trilogia cinematografica in collaborazione con Paul
Morissey: Flesh (1968), Trash (1970) e Heat (1972). Nel 1969 fonda la rivista “Interview”, che da
strumento di riflessione sul cinema amplia le sue tematiche a moda, arte, cultura e vita mondana. Andy
Warhol muore a New York il 22 febbraio 1987, durante una semplice operazione chirurgica.
Una delle sue opere più famose è sicuramente la serigrafia che rappresenta nove ritratti di Marilyn
Monroe dagli insoliti colori.
Il divismo imposto dal cinema suggerisce a Warhol di cambiare le regole della pittura: l’artista degli anni
Sessanta non ha più l’obbligo di inventare qualcosa di nuovo, ma deve solo limitarsi a riprodurre le
immagini tratte dai giornali. L’artista diventa così una sorta di manipolatore dei simboli che vede l’opera
d’arte non più unica e non più irripetibile. Nella sua Marilyn sparisce il corpo, l’anima, il colore naturale
della pelle e anche la vera identità dell’attrice, per diventare un semplice oggetto di consumo di massa.
L’arte dev’essere “consumata” come un qualsiasi altro prodotto commerciale e ha il compito di trovare
uno stretto contatto con la realtà della società moderna delle grandi metropoli.
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Altro famoso rappresentante della Pop Art è David Hockney. Una delle sue opere più celebri è A Bigger
Splash (Uno spruzzo più grande), appartenente ad un ciclo pittorico dedicato alle piscine di Los Angeles.
Il ciclo viene interpretato come uno specchio del sogno americano, l’immagine di un Paese spensierato
con i suoi concetti di libertà, tolleranza e apertura.
A Bigger Splash si distingue per i colori brillanti e ricchi di luce, per la precisa scansione orizzontale dei
piani e per una semplificazione totale delle forme; per ottenere questo effetto, Hockney partì da una
Polaroid. La componente pop dialoga con uno sguardo volto a ottenere un effetto iperreale, spiazzante
per il suo realismo esasperato, trasformando una tipica immagine della California (una casa con piscina,
gradi vetrate, palme e sole) in un ambiente cristallizzato, dove il personaggio protagonista resta fuori dal
quadro e l’unico segno di vita è costituito da uno spruzzo d’acqua.
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EDUCAZIONE FISICA
IL NUOTO
Il nuoto è uno sport molto praticato in Italia anche al di fuori del livello agonistico, perché sviluppa in modo
armonico l’intero organismo. Dal punto di vista delle competizioni, può essere sia individuale, sia di
squadra (staffette composte da quattro atleti). É nato anche il nuoto sincronizzato (solo femminile), che
consiste nell’esecuzione in acqua di figure ed evoluzioni accompagnate da brani musicali.
La piscina olimpionica (o “vasca lunga”) è
larga 25 metri e lunga 50. Comprende 8
corsie, divise tra loro da corde e
galleggianti: le sei corsie centrali devono
essere lunghe 2,5 metri, mentre quelle
laterali 3; ogni nuotatore gareggia nella
propria corsia. Molte gare si disputano
invece nella vasca corta, di 25 metri. Sul
bordo del lato corto della vasca, in
corrispondenza dell’inizio delle corsie,
sono posti i blocchi di partenza: dei rialzi
dai quali i nuotatori si tuffano per iniziare la gara. Appena sotto il blocco è posta una maniglia, che serve
per la partenza nelle gare di dorso. In acqua sono obbligatori il costume, la cuffia e le ciabatte; si portano
anche un accappatoio e gli occhialini per consentire la visione sott’acqua. Per l’allenamento si utilizzano
anche una serie di attrezzature:
- la tavola, un galleggiante utilizzato per l’apprendimento iniziale dei vari stili;
- i pull buoy, galleggianti che vengono inseriti tra le gambe per consentire il movimento delle braccia;
- le palette, oggetti dalle forme speciali che, infilati sulle mani, consentono un lavoro di potenziamento
degli arti superiori.
Le gare differiscono in base allo stile e alla distanza coperta, che varia dai 50 ai 1500 metri. Gli stili sono
quattro: due simmetrici (rana e delfino) e due asimmetrici (stile e dorso).
- Rana. È lo stile più lento, l’unico in cui i
movimenti delle braccia effettuano solo una
trazione e nessuna spinta. Braccia e gambe si
muovono sott’acqua. Il movimento delle braccia
comporta due fasi: nella prima le mani vanno
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spinte in avanti dal petto; nella seconda si separano e tornano unite, tirando l’acqua sul petto. Le
gambe effettuano un movimento di spinta, anch’esso in due fasi: la prima è di piegamento e di
avvicinamento al corpo; la seconda di allontanamento dal corpo. Per quanto riguarda la respirazione,
si inspira al termine della fase di trazione delle braccia e si espira durante la fase di ritorno delle
mani in avanti.
- Stile libero. É lo stile più veloce, detto anche crawl, per indicare l’azione del prendere acqua dal
davanti con una mano per volta e spingerla
dietro al corpo per avanzare. L’azione delle
braccia si compone di quattro fasi: la presa
d’appoggio, la fase di trazione, la fase di
spinta e la fase di recupero. Il movimento
delle braccia è alternato: mentre uno è in
trazione (sott’acqua), l’altro è in fase aerea
(fuori dall’acqua). La gambata consiste nel
movimento di battuta delle gambe dall’alto al
basso. La respirazione avviene ogni due o tre movimenti delle braccia: nel primo caso è presa
lateralmente sempre dallo stesso lato, nel secondo a lati alterni. L’inspirazione è corta e intesa,
l’espirazione è più lunga e continua, in genere tre-
quattro volte più lunga dell’inspirazione.
- Dorso. É l’unico stile dorsale e l’unico in cui il viso
è sempre fuori dall’acqua. Per evitare che le
gambe affondino, il corpo e le gambe devono
essere ben distesi, i piedi in estensione, la testa
appoggiata naturalmente sull’acqua, le orecchie
immerse. Come per lo stile libero, l’azione delle
braccia ha quattro fasi: presa, trazione, spinta e
recupero. Anche in questo caso, i movimenti sono alternati: quando un braccio è in fase di trazione e
spinta, l’altro compie la fase di recupero in aria. Le spalle aiutano il movimento per facilitare il
passaggio delle braccia.
- Delfino. È lo stile più recente e il più tecnico: richiede grande sforzo muscolare, sincronismo e
mobilità articolare. Il suo nome deriva dal suo movimento ondulatorio, simile a quello del delfino. É
uno stile simmetrico: le due braccia, come le gambe, si muovono insieme. In fase aerea, le braccia si
muovono contemporaneamente in avanti, fino
all’impatto con l’acqua. Sott’acqua, il movimento
delle braccia prevede una fase di trazione, fino
all’altezza delle spalle, cui segue una fase di
spinta, dalle spalle fino al termine del movimento.
Nella gambata, il corpo deve eseguire un
movimento ondulatorio che inizia all’altezza delle
spalle ed è trasmesso alle anche, al bacino e
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infine alle gambe, che ondeggiano simultaneamente. Di solito si effettuano due ondulazioni per ogni
bracciata: la prima come spinta, la seconda aiuta il sollevamento della testa e delle spalle per
l’inspirazione. La respirazione è veloce: si effettua normalmente a ogni ciclo di braccia e si attua nel
momento in cui le braccia sono nella fase aerea.
Alcune gare (dette “miste”) utilizzano tutti i quattro stili, secondo un ordine preciso. Vi sono poi le staffette
(a stile libero o miste), disputate da squadre di quattro nuotatori che gareggiano uno dopo l’altro. Nelle
gare di lunghezza superiore ai 50 metri, il nuotatore esegue più vasche; ogni volta che arriva alla fine di
una vasca, deve toccare il bordo prima di riprendere il percorso in senso opposto.
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ELEONORA ALBANESI
Tesina di terza media - a.s. 2014/2015
SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Sviluppo e Innovazione