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TABACCO - Agemos · P i a n e t a 6 T a b a c co Contrabbando e Contraffazione n un recente...

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n. 10 Ottobre 2016 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% ROMA-C/RM/23/2014 PIANETA T ABACCO
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Page 1: TABACCO - Agemos · P i a n e t a 6 T a b a c co Contrabbando e Contraffazione n un recente articolo pubblicato sul Wall Street Journal Patrick M.Gleason – uno dei più noti rappresentanti

n. 10

Ottobre 2016

Poste Italiane

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primi effetti della direttiva europea sui prodotti del tabacco, quella che con un acronimo diven-tato tristemente familiare chiamiamo TPD, cominciano a farsi vedere.Come abbiamo sempre sostenuto, voler colpire il consumatore di tabacco con iniziative punitivee vessatorie, non significa automaticamente farlo desistere dal piacere della sigaretta.

In ogni caso, anche se le aspettative del legislatore verranno deluse, una flessione del mercato in questeprime settimane si è comunque registrata.Ancora è presto per fare previsioni, ma il calo dei volumi di vendita segue un trend iniziato da un de-cennio, a prescindere dalle zelanti iniziative degli organi legislativi europei o domestici.Per aziende come le nostre, calo di volumi significa calo di fatturati, con un rapporto di proporzionalitàquasi diretta, ed a costi invariati.Rimandiamo le considerazioni sul valore economico della capillarità di una rete, dal momento chequalsiasi valore, per essere tale, ha bisogno di qualcuno disposto a pagarne il prezzo.Proprio alla luce di queste considerazioni, la nostra Associazione persegue, ormai da anni, l’obiettivo disviluppare attività commerciali integrate al nostro business del tabacco, insieme al gruppo Logista-Terzia.

E’ un compito arduo sostenere un progetto la cui reale portata e la stradaper realizzarlo resta misteriosa ai più. Ma i risultati che la nostra Rete ha sviluppato in questi ultimi anni, sono laprova di quanto sia indispensabile la qualità del nostro ruolo in un businessbasato ancora sui rapporti personali e sulla fiducia che tali rapporti genera.Pertanto, ancora una volta, confermiamo la convinzione che la nostra sceltasia, non la migliore, ma l’unica possibile.

A rischio di sembrare più realisti del Re.

Carmine Mazza

senza filtro

I

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PIANETA

TABACCOPianeta Tabacco Mensile dei distributori di tabacco lavoratoAnno III - numero X - Ottobre 2016

Direttore editoriale: Carmine Mazza

Direttore responsabile: Gianluca Bertoldo

Comitato di redazione:Ciro CannavacciuoloGianluca BertoldoCarmine Mazza

Amministratore Unico: Riccardo Gazzina

Direzione e redazione:Agemos Editrice e Servizi S.r.l. a socio unicoViale Mazzini, 25 - 00195 RomaTel. 06.699.24.348 - Fax 06.697.88.817E-mail: [email protected]

Stampa:Tipolitografia New Graphic - RomaVia Antonio Tempesta, 40 - 00176 Roma

Autorizzazione del Tribunale di Roman. 103/2014 del 16/05/2014

Pianeta Tabacco - organo di informazionesindacale dell’Associazione Nazionale Venditorie Distributori di Tabacco è destinato esclusiva-mente agli operatori del settore.

Questo periodico è associato all’Unione StampaPeriodica Italiana

sommario“Ho smesso di fumare. Vivrò unasettimana in più e in quella settimanapioverà a dirotto”. (W. Allen)

Contrabbando eContraffazione

6“Tobacco Underground”Al terrorismo internazionale ildenaro del contrabbando di tabacco

ETV10

Il Tracking & Tracing per combattereil commercio illecito di prodotti deltabacco

Eventi15

“Più forti insieme”. Da Valsamoggiala “sfida responsabile” di PhilipMorris International

Ciro...del Mondo34

Tabacco e Motori32

Mostre30

“Brueghel. Capolavori dell’arte fiamminga”.La mostra a La Venaria Reale fino al 19 febbraio

Iso Lele “Marlboro”: tre esemplari nella storiadell’automobilismo

L’Opinione26

Joe Jackson: salviamo il pub britannico daicrociati della salute

Cronaca23

Furto al TP di VicenzaTabacco sempre più nel mirino della malavita

Depositi e Gestori20

Transit Point di Palermo: intraprendenzae determinazione per la famiglia Mangini

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Contrabbando e Contraffazione

n un recente articolo pubblicato sul Wall StreetJournal Patrick M.Gleason – uno dei più notirappresentanti di Americans for tax reform(ATR), lobby di area repubblicana molto at-

tiva a Washington – ha affermato che uno dei piùgrossi pericoli derivanti dal contrabbando, oltre na-turalmente alle negative conseguenze per l’Erariostatale, è rappresentato dal finanziamento garantitoa cause a dir poco nefaste con il ricavato del mer-cato illegale parallelo. Gleason e la assai conserva-trice Fox News, basandosi su affermazioni di ufficialidelle forze dell’ordine peraltro finora non suffragateda riscontri processuali, paventano il ruolo del con-trabbando di sigarette a favore del “sostegno ma-teriale” a gruppi terroristici di stanza negli States,prendendo le mosse dal caso relativo a MohamedHammud, coinvolto pochi anni or sono in unagrossa indagine relativa al North Carolina per untraffico sulla rotta Charlotte-New York e per i rela-tivi proventi milionari dello smercio illegale. In re-altà, per fortuna, le indagini correlate a quel casohanno dimostrato che l’allarmismo della destra sta-tunitense più conservatrice appare quantomenoesagerato, se riferito ai pericoli interni ai confiniUsa. Il profilo dello stesso Hammud ha rivelato iconnotati di uno scaltro contrabbandiere, che insede di finanziamento di organizzazioni eversiveall’estero ha proceduto a bonifici a dir poco esiguirispetto alla mole di denaro movimentato dalla suaorganizzazione criminale. Ma che invece purtroppoesista a livello planetario un robustissimo problemadi correlazione tra il contrabbando di tabacco e ilsostentamento economico della filiera del terrore èdimostrato da una recente pubblicazione del Di-partimento di Stato degli Stati Uniti dal titolo “Ilcommercio globale illegale di tabacco: una minaccia alla sicu-rezza nazionale”, con la quale il governo americanodenuncia come il contrabbando di sigarette contri-buisca a foraggiare il terrorismo in zone specifiche,

in particolare l’Africa del nord. Come spiega il Di-partimento di Stato, il contrabbando di sigarettenon è solo un crimine assai lucrativo, ma facilita laconduzione di altre attività illecite, come la tratta diesseri umani e il traffico di armi, droga ed antichità.Anche se i responsabili per la movimentazione e lavendita di sigarette illegali vengono catturati, le san-zioni sono decisamente inferiori rispetto a quellepreviste per il traffico di droga. Il rapporto definiscemolto chiaramente il problema: “Il traffico illecito ditabacco oggi è un business multimiliardario: alimenta il cri-mine organizzato e la corruzione, priva governi dei necessarisoldi delle tasse, aiuta ad espandere l’economia illegale globalee consente ad alcuni terroristi di finanziare le proprie atti-vità”. E che l’epicentro di questo fenomeno sia pro-prio l’Africa sub sahariana è testimoniato da diverserecenti indagini internazionali, che hanno guada-gnato l’onore delle cronache di alcuni dei più pre-stigiosi quotidiani del mondo anglosassone, esoprattutto dell’International Consortium of InvestigativeJournalists. L’ICIJ – il cui motto è “The world’s bestcross-border investigative team” - è un network interna-zionale di giornalisti d’inchiesta fondato a Washin-gton nel 1997 da Chuck Lewis specializzato inindagini su corruzione e crimini transnazionali, chedurano molti mesi e sono finanziate da fondazioniamericane ed europee, e che si avvale della collabo-razione di oltre 165 reporter professionisti di 65 di-versi Paesi che svolgono tali inchiestecoordinandosi e scambiandosi reciprocamente leinformazioni assunte.

IL CASO MOKHTAR BELMOKHTARIn un report a firma di Kate Wilson intitolato “To-bacco Underground”, l’ICIJ ha focalizzato la sua atten-zione sulla figura dell’algerino Mokhtar Belmokhtar,il leader di al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM)affiliato ad Al-Murabitoon (“La fratellanza”), consi-derato uno dei terroristi più ricercati del mondo. Ex

“Tobacco Underground”Al terrorismo internazionale

il denaro del contrabbando di tabacco

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Contrabbando e Contraffazione

combattente mujahidin contro l’Unione Sovietica inAfghanistan, ha partecipato alla rivolta islamista inAlgeria nel 1990 ed in seguito è divenuto uno deileader di Al-Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM).Se per molti anni il nome di Belmokhtar ha rappre-sentato poco più che una nota a piè di pagina neirapporti di intelligence che analizzano la presenzasempre più pervasiva di gruppi islamisti nell’area sa-hariana dell’Africa, di recente ha ottenuto la ribaltainternazionale, grazie all’attacco del gennaio 2013alla struttura estrattiva In Amenas in Algeria, concentinaia di persone in ostaggio e 38 morti sul ter-reno. Ha architettato gli attentati suicidi in Niger chehanno ucciso più di 25 persone e, nonostante i nu-merosi tentativi posti in essere da parte degli StatiUniti e di altri Paesi per eliminarlo, lo scorso no-vembre ha rivendicato il sanguinoso attacco all’Ho-tel Radisson a Bamako, in Mali. L’ascesa diBelmokhtar negli ambienti jihadisti del Nord Africaè stata finanziata dai proventi di una rete nordafri-cana di contrabbando di tabacco, che egli stesso hacontribuito a creare sviluppando una attività di com-pravendita illegale in tutto il Sahara, strutturata lungol’antico itinerario del sale utilizzato dalle tribù tuaregattraverso il Ghana, il Benin, il Niger fino in Algeriae il Mediterraneo e ora noto come “Tobacco Connec-tion”. L’iniziativa di Belmokhtar ha avuto un enormesuccesso: gli africani fumano 400 miliardi di sigarettel’anno, 60 miliardi dei quali risultano essere contrab-bandati. Naturalmente il traffico africano consentea questi gruppi criminali di gestire il contrabbando(e non solo quello delle sigarette) verso l’Europa.Mentre l’Unione europea si sforza di gestire l’arrivodi centinaia di migliaia di profughi siriani attraversola Turchia e la Grecia, le consolidate reti di trafficantiafricani che incrociano a metà il continente (dallaLibia e Marocco fino a sud verso il Ghana e Kenya)continuano ad inviare persone, droga, merci con-traffatte e armi in Italia, in Spagna, in Grecia. Alcunimembri dell’UE (in particolare la Francia) interven-gono per arginare l’instabilità in varie parti del-l’Africa, ma l’Europa sembra dover ancora capirecome bloccare questa marea di contrabbando cheraggiunge le sue coste meridionali. L’Agenzia inca-ricata di assicurare le sue frontiere esterne, Frontex,può fare affidamento solo su un budget 114 milionidi euro. Basti pensare che, in confronto, gli StatiUniti spendono 10 miliardi di dollari per garantirela sicurezza delle frontiere. La questione appare an-

cora sottovalutata: le Agenzie dell’Unione Europeanon hanno utilizzato a sufficienza i loro poteri di in-dagine per contrastare il contrabbando di sigarette:l’UE non ha finora ritenuto di inserire concreta-mente il contrabbando di tabacco nella propria“Agenda europea sulla sicurezza” quando il Centroper l’Analisi del terrorismo ha rilevato che oltre il20% dei finanziamenti per le organizzazioni terro-ristiche è stato fornito dal traffico di sigarette. Traf-fico il cui valore approssimativo è stimatodall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e ilCrimine (UNODC) superiore al miliardo di dollari.D’altra parte la “success story” di Belmokhtar segueun copione già visto anche in Europa: secondo l’USBureau of Alcool, Tobacco, Firearms and Explosives,l’IRA ha realizzato oltre 100 milioni di dollari tra il1999 e il 2004 con il contrabbando di sigarette trail Regno Unito e l’Irlanda del Nord. Come detto al-l’inizio, la stessa Hezbollah ha realizzato attraversosoggetti locali operazioni di contrabbando negliStati Uniti - attraverso il trasporto delle sigarette trail North Carolina ed il Michigan - sfruttando la ri-levante differenza di imposizione fiscale. “Il contrabbando di tabacco è redditizio e poco perseguito –ha detto al “Guardian” Deborah Arnott, direttore ge-nerale di Action on Smoking and Health – eppure aiutaenormemente a finanziare il terrorismo globale, incoraggia lacorruzione e rimane una fonte di finanziamento per alcuni deiregimi più repressivi al mondo”. “La verità – dice LouiseShelley, esperta di criminalità transnazionale e con-sulente del World Economic Forum – è che a livello mon-diale nessuno pensa alla lotta al contrabbando di sigarette comead una priorità, e i singoli Stati arginano ciascuno a modoproprio questa marea limitandosi a vedere il pregiudizio per leproprie entrate fiscali. Nel frattempo non sono solo le reti ter-roristiche tradizionali che si finanziano, ma fanno un sacco disoldi anche insorti e forze paramilitari: sono attestati coinvol-gimenti in questi traffici di Real IRA in Irlanda, delle Farcin Colombia, del PKK in Kurdistan, del CHDP in Congo,di Hezbollah in Libano”. Con il consueto pragmatismostatunitense David Cid, ex agente antiterrorismo FBIe vicedirettore del Memorial Institute for the Preventionof Terrorism di Oklahoma City ha sintetizzato così laquestione ai reporter di ICIJ: “Di cosa ci stupiamo? Lesigarette sono facili da contrabbandare, hanno un sacco di mer-cato, i cani antidroga non vi tormentano se la vostra auto èpiena zeppa di Camel o Chesterfield e se proprio vi beccanonon andrete sicuramente in prigione per cinquant’anni. Eppurecon un container pieno di diecimila chili di bionde che costa cen-

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Contrabbando e Contraffazione

tomila dollari in Cina qui negli Sta-tes puoi alzare fino a due milioni.So what?”. Tornando in chiu-sura al protagonista da cui ab-biamo preso le mosse, vadetto che per ironia della sorteBelmokhtar potrebbe addirit-tura avere avuto troppo suc-cesso nel suo campo: si diceche di recente sia stato co-stretto a lasciare AQIM e lasua base in Mali, dopo che ileader dell’organizzazionehanno messo in dubbio il suoimpegno per la causa. Belmo-khtar, avrebbero suggerito, sa-rebbe più interessato ai soldi che all’ideale. “I suoigiorni come contrabbandiere sono finiti – prevede MortenBoas dell’Università di Oslo, autore di “African Guer-rillas: Raging against the Machine” – i suoi lo hanno mollato,ma a causa dei delitti che ha commesso porta stampato in fronteun bersaglio: nessun bandito o commerciante vorrà stare a menodi un chilometro da lui, i droni americani non perdonano”.Rimane il fatto che, purtroppo, data la posta in giocoè molto probabile immaginare che non manche-ranno soggetti pronti a prendere il suo posto.

L’EUROPA NEL MIRINO?Ma spostiamoci verso i nostri lidi. Una recente in-chiesta della storica trasmissione di approfondi-mento Plusminus della Tv tedesca ARD ha rivelatocome anche in Germania il contrabbando di siga-rette sia nel mirino dell’Isis e di Al-Qaida. Uno deimassimi esperti mondiali sui rapporti fra terrorismoe criminalità organizzata, la professoressa LouiseShelley della George Mason University, ha spiegatocosì la situazione: “I terroristi fanno sempre menoricorso al traffico di droga come fonte di finanzia-mento. Le droghe attirano troppo l’attenzione dellapolizia. Ora si concentrano su settori che dannomeno nell’occhio, e per questo si dedicano alle mercicontraffatte e le sigarette di contrabbando”. Marginidi guadagno enormi a rischi minimi. Ma secondoShelley, nonostante sia provato che il 95% dei re-sponsabili degli attacchi terroristici recenti in Europaprovenissero dal mondo della microcriminalità, l’at-tenzione delle autorità è ancora troppo bassa. E inItalia? Secondo il deputato e tesoriere di Forza Italia

Pietro Laffranco, l’attenzionedelle forze dell’ordine è alta,ma a livello governativo an-drebbero intraprese azionipiù incisive, ad esempio percontrastare il contrabbandodi sigarette alla fonte, cioè fa-cendo pressione sui paesi incui vengono prodotte. “Per-ché la contraffazione oggi siconfigura soprattutto per si-garette prodotte legalmentein determinati paesi e poi im-portante illegalmente peresempio nel nostro paese.Arrivano soprattutto dalla

Bielorussia delle sigarette prodotte in modo legale,ma che arrivano qua in maniera illegale”, ha dettonegli studi di Askanews. Laffranco ha presentatoun’interrogazione parlamentare al ministero delle Fi-nanze e si accinge a presentarne un’altra a quellodegli Esteri. “Questo fenomeno va aggredito attra-verso un lavoro da farsi in Europa ma soprattuttocon accordi di carattere internazionale perché inquesto caso ad esempio, la Bierlorussia non fa partedella comunità europea e quindi vanno stipulati degliaccordi intergovernativi. Però noi dobbiamo asso-lutamente fermare questa cosa, soprattutto daquando è scattato l’allarme per cui c’è un ritornoper il terrorismo da parte del contrabbando di si-garette”. Il fenomeno deve esserecontrastato anche con mezzi tecnologici che ren-dano più facili le indagini e i sequestri. “Diventadifficile fare un’azione efficace contro il contrab-bando e il mercato illecito senza che ci siaun’azione comune tra istituzioni, imprese e quan-t’altri soggetti coinvolti e soprattutto attraversostrumenti di natura tecnologica che consentano diidentificare tracciare, rintracciare i prodotti sin dallaloro origine. In questo modo sarebbe possibile anostro avviso identificare in modo chiaro il pro-dotto come prodotto illecito o contrabbandato equindi semplificare di molto le indagini. Natural-mente ci vuole un lavoro congiunto, non è suffi-ciente una legge ma ci vogliono una serie di accordiper cui queste dotazioni non siano soltanto dellaguardia di finanza ma di tutte le polizie e livello in-ternazionale o di quante più polizie possibile”.

Il Deputato Laffranco Pietro

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ETV

Assemblea generale dell’ETV, l’Associa-zione europea dei distributori di tabacco,si è tenuta quest’anno in Italia nella magni-fica città di Lecce dal 22 al 23 settembre.

Una due giorni intensa e proficua, con le esperienzedistributive dei vari Paesi membri a confronto.Quando lo scorso anno l’assemblea dell’ETV ha in-dicato l’Italia come sede dell’appuntamento per il2016, il Presidente Mazza ha deciso di giocare incasa, sicuro di poter offrire agli ospiti una locationdi sicuro interesse sotto il profilo architettonico,paesaggistico, culturale ed eno-gastronomico.A chiusura dei lavori, per esplicita ammissione deipartecipanti, la città capitale del barocco non hatradito le aspettative. Confermando agli ospiti ilpiù classico dei luoghi comuni sull’Italia: bellezzeda ammirare e bontà da degustare.Erano presenti Il Presidente di ETV Paul Heinen conil Segretario generale Carsten Zenner, Heinen insiemea Erich Spengler era, anche, in rappresentanza del-l’Associazione tedesca BDTA. Inoltre, era presentela Svizzera con Claude Denti e Thomas Bahler in rap-presentanza dell’Associazione VDST, l’Austria conYvonne Thurner in rappresentanza di Tobaccoland,il Portogallo con Joao Passos e Apolònia Rodriguesin rappresentanza dell’Associazione FPGT.Per Agemos erano presenti oltre al PresidenteCarmine Mazza, il Vicepresidente Nello Ienco, imembri del collegio di Presidenza Paolo Perugini,Andrea De Stefani e Antonio Bettini, ed il Diret-

tore generale dell’Associazione Riccardo Gazzina.L’Assemblea, oltre ad analizzare ed approfondirele specifiche realtà distributive dei singoli Paesi, èstata l’occasione per fare il punto sul percorso diimplementazione della TPD 2014/40/UE e, inparticolare, ci si è soffermati sulla Tracciabilità(Tracking & Tracing). La Commissione europeaDG SANTE, lo scorso mese di luglio, ha avviatouna consultazione pubblica, il cui temine ultimosarà il 4 novembre 2016, riguardo la necessità didare attuazione alla Tracciabilità (art. 15 commi11 e 12 TPD 2014/40/UE) e all’elemento di si-curezza (art. 16 comma 2 TPD 2014/40/UE) permezzo di atti di esecuzione e delegati. Ricordiamo che l’obiettivo generale della TPD è ilravvicinamento delle disposizioni legislative, regola-mentari ed amministrative degli Stati membri relativealla lavorazione, alla presentazione ed alla vendita deiprodotti del tabacco e dei prodotti correlati, inclusela tracciabilità e le caratteristiche di sicurezza qualimisure intese a porre in sicurezza la filiera di approv-vigionamento. L’art. 15 della TPD prevede l’obbligodella tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti del ta-bacco: a tale scopo è richiesto che tutte le confezioniunitarie dei prodotti del tabacco prodotte od impor-tate nell’Unione siano contrassegnate da un identifi-cativo univoco (contenente specifici elementiinformativi) e che i loro movimenti siano registratinell’ambito della filiera di approvvigionamento (finoall’ultimo livello prima del dettaglio). Inoltre, l’art. 16

della TPD richiede che dette confezioni im-messe sul mercato UE rechino tutte un ele-mento di sicurezza antimanomissionecomposto di parti visibili e invisibili. I suddettirequisiti si applicheranno alle sigarette ed altabacco da arrotolare a decorrere dal 20 mag-gio 2019 nonché ai prodotti del tabacco di-versi dalle sigarette e dal tabacco da arrotolarea decorrere dal 20 maggio 2024. Il Segretario generale di ETV Carsten Zen-ner si è riferito al mercato dei prodotti deltabacco, tale mercato ha un valore, com-prensivo di IVA ed accise, stimato in circa

Il Tracking & Tracing per combattere ilcommercio illecito di prodotti del tabacco

L’

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ETV

130 miliardi di euro, mentre il valore anteimposteè stimato in 31 miliardi di euro al dettaglio ed in19 miliardi di euro a prezzi franco fabbrica (StudioMatrix, pagina 167). I prodotti del tabacco sono commercializzati intutto il mondo ed in ambito UE. Il valore anteim-

posta del commercio intra UE dichiarato ufficial-mente (per le principali categorie di prodotti, adesclusione del tabacco da arrotolare) ammonta acirca 8 miliardi (si veda Tabella 1), ossia oltre il 25%del valore anteimposta del mercato al dettaglio e trail 40 ed il 50% del mercato franco fabbrica.

Tabella 1: Commercio intra UE28 di sigari, sigari spuntati, sigaretti e sigarette di tabacco o di succedanei del tabacco (valore anteimposta, in mln di euro)

Fonte: Eurostat (Codice banca dati Comext: DS016894)

2010 2011 2012 2013 20148.293 8.862 8.671 7.710 7.487

I prezzi postimposta dei prodotti del tabacco variano considerevolmente fra Stati membri (si veda Tabella2). Tale fenomeno crea incentivi per il commercio illecito intra UE dei prodotti del tabacco già tassati inuno Stato membro e successivamente trasferiti illegalmente in un altro Stato membro dove vengono ven-duti clandestinamente a prezzi postimposta più elevati.

Tabella 2: Differenze di prezzo medio ponderato (WAC) fra Stati membri (dopo le imposte, in euro, nel 2012)

Prezzo UE medio per pacchetto da 20 sigarette 4,15Prezzo UE max. per pacchetto da 20 sigarette 9,32Prezzo UE min. per pacchetto da 20 sigarette 2,30

Fonte: Studio Ramboll

Le differenze di prezzo esistenti intra UE riflettono, in buona misura, le differenze fra Stati membri intermini di potere d’acquisto. Pertanto non sembra possibile eliminare nell’immediato gli incentivi econo-mici che favoriscono questa forma di traffico illecito. In questo contesto si ritiene generalmente che unsistema di tracciabilità e rintracciabilità combinato con un elemento di sicurezza rappresenti una delle mi-sure più significative, unitamente ad azioni di repressione volte a contrastare il traffico illecito. Nei Paesi dell’UE, il prezzo medio postimposta (WAC) può essere persino pari ad un valore minimo di0,60 euro per un pacchetto da 20 sigarette (Progetto SUN, risultati 2014, pag.9).L’accesso ai prodotti a basso costo sui mercati legali dei Paesi terzi e la produzione clandestina rappresen-tano parte dell’approvvigionamento di prodotti successivamente contrabbandati nel territorio dell’UE.Simili attività si riflettono nelle statistiche sulle confische da parte delle autorità doganali, ad esempio, nel2013 il volume totale di sigarette confiscate nell’UE è ammontato a 3,1 miliardi di unità.Il concorso fra differenze di prezzo e produzione illegale di prodotti del tabacco, determina una notevolequantità di traffici illeciti, che a loro volta pregiudicano l’efficacia dei disposti della TPD e degli obiettivigenerali di salute della politica di lotta al tabagismo. Ad esempio, si stima che il traffico illecito rappresenticirca il 13% del consumo totale di sigarette nell’UE (si veda Tabella 3). Tuttavia, per la sua natura clandestinae sfaccettata, l’esatta entità del commercio illecito resta ignota e può essere solo approssimata.

Tabella 3: Stima del traffico illecito di sigarette (UE25)

2009 2010 2011 2012 2013Consumi effettivi in milioni di unità 734.627 705.303 665.839 635.639 596.014Traffico illecito in milioni di unità 64.397 73.664 65.612 66.883 67.780Penetrazione % del traffico illecito 11,39% 13,88% 12,60% 12,79% 13,21%

Nota: le cifre escludono Cipro, Lussemburgo e MaltaFonte: Euromonitor

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Secondo uno Studio di Fattibilità esterno (“Analysis and Feasibility Assessment Regarding EU systems for Tracking andTracing of Tobacco Products and for Security Features Feasibility Study” Analisi e valutazione della fattibilità per sistemiUE di tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti del tabacco e le caratteristiche di sicurezza), le stime, basate suun tasso di prevalenza di traffici illeciti più basso di quello indicato nella Tabella 3, mostrano che l’introduzionedi un sistema di tracciabilità e rintracciabilità combinato con un elemento di sicurezza sarebbe in grado di ridurreil volume annuo di sigarette illecite sul mercato UE di circa 368,9 milioni di pacchetti, pari a 7,4 miliardi di unità.La Valutazione d’impatto iniziale della Commissione europea DG SANTE è uno dei documenti chiave nelcontesto dello studio di implementazione e rappresenta uno step necessario per la migliore regolamentazionedel processo. La consultazione pubblica sulle opzioni presentate nella Valutazione d’impatto è stata lanciataalla fine del mese di luglio e sarà aperta per 12 settimane (fino al 4 Novembre 2016). Le risposte contribuirannoalla definizione del processo di valutazione di impatto e alla preparazione della legislazione secondaria.

TracciabilitàChi? Dove? Come? Quando?(A) (B) (C) (D)

Modello di governance Ubicazione del Supporti dati ammessi Ritardi ammessi nellacentro di archiviazione dati segnalazione degli eventi

Opzione A1: Opzione B1: Opzione C1: Opzione D1:Soluzione gestita dall’industria Archiviazione dati centralizzata Sistema con unico supporto dati Segnalazioni in tempo reale (o con ritardo minimo)

Opzione A2: Opzione B2: Opzione C2: Opzione D2:Soluzione gestita da una terza parte Archiviazione dati decentralizzata Sistema con una scelta limitata Segnalazioni con cadenza giornaliera

di supporti dati

Opzione A3: n/a Opzione C3: Opzione D3:Soluzione mista Sistema senza limitazioni di scelta Segnalazioni con cadenza settimanale(industria e terza parte) del supporto dati

Nel grafico è rappresentato il percorso tecnico-normativo che porterà al roll-out definitivo nel maggio 2019

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E’ stato sottolineato, come del resto evidenziatoin più circostanze, come l’implementazione delTracking & Tracing debba rispecchiare i principicardine della proporzionalità e fattibilità econo-mica. L’orientamento di ETV è nella direzioneper cui il T&T deve essere economicamente rea-lizzabile per tutte le dimensioni aziendali all’in-terno degli Stati membri dell’unione Europea, edessere coerente con il criterio di “proporzionalità”,principio cardine cui è uniformata l’intera legi-slazione europea. La Commissione e il Parla-mento europeo nella fase di stesura e definizionedella TPD/2014/40, invece, hanno purtroppomantenuto un approccio irrealistico e non coe-rente. La formulazione degli Atti implementativi,relativamente al Tracking & Tracing, rischia diprodurre effetti distorsivi e dannosi quali un in-cremento dei costi e delle procedure amministra-tive per gli operatori logistici e per gli Statimembri e, quindi, il mancato raggiungimentodell’obiettivo della riduzione del mercato illecitonella UE. E’ necessario, invece, ascoltare le po-sizioni di tutti i rappresentanti della filiera a par-tire dai produttori per finire a tutti gliintermediari della distribuzione e fino all’ultimooperatore logistico impattato.Nell’ambito del progetto complessivo di imple-mentazione, il percorso seguito sarà suddiviso inWP Work Packages (pacchetti di lavoro) a cuicorrisponderanno diverse, ma specifiche, attivitàassegnate. Nel dettaglio, il WP1 avrà il compito di creare unefficace collegamento tra lo Studio di Fattibilitàe lo Studio di Attuazione attraverso la verificadelle opzioni proposte nello studio di fattibilitàal fine della completezza e coerenza del risultatoatteso. Vi sono una serie di aspetti che devonoessere presi in considerazione, come la flessibilità

e adattabilità della catena distributiva, le regoleper lo scambio delle informazioni di tracciabilità,l’analisi costi-benefici e la compatibilità con ilprotocollo FCTC (NdR l’FCTC è un trattato in-ternazionale negoziato sotto gli auspici dell’OMSed entrato in vigore nel 2005; l’FCTC contieneclausole sulla riduzione della domanda e delleforniture dei prodotti del tabacco e clausole re-lative al commercio illecito). A seguire il WP2, che si baserà sui risultati del WP1e definirà il disegno complessivo del sistema diTracciabilità futuro, comportando l’individuazionedi tutti i compiti e le responsabilità dei vari attoricoinvolti lungo la filiera. Infine, il WP3 che sarà suddiviso in ulteriori at-tività: dalle specifiche tecniche richieste per l’isti-tuzione e il funzionamento del sistema diTracking e Tracing, a quelle necessarie per l’isti-tuzione e il funzionamento del centro di archi-viazione dati (inclusi i contratti traproduttori/importatori e fornitore dei servizi diarchiviazione), alle caratteristiche di sicurezza ealla loro eventuale rotazione. Lo Studio di Attuazione prevede workshop dedi-cati con le parti interessate. Lo scopo di questiworkshop è quello di presentare gli aspetti fonda-mentali del lavoro alle parti interessate, in mododa ottenere un punto di vista tecnico. Due wor-kshop sono stati pianificati: le date provvisoriesono 12 dicembre 2016 e 15 maggio 2017. E’ stato, ulteriormente, ribadito e condiviso datutti come sia fondamentale vigilare affinché,perseguendo certamente l’obiettivo di contrastoalla contraffazione e al contrabbando, non si ge-nerino eccessivi extra-costi distributivi. Costiche, inevitabilmente, determinerebbero un ef-fetto distorsivo nel mercato impattando, nellospecifico dell’Italia, sulla capillarità dell’attuale si-stema distributivo. A tale riguardo, Agemos hariproposto nel suo Report le proprie valutazionicirca l’incremento dei tempi di picking dovuto alT&T e la, inevitabile, ricaduta in termini di mag-giori costi sull’intera filiera di distribuzione pri-maria del tabacco.

Al termine dell’Assemblea, sono state rinnovate lecariche sociali per l’anno 2017. E’ stato riconfer-mato Paul Heinen alla presidenza di ETV e Car-mine Mazza e Claude Denti alla vicepresidenza.

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Eventi

nvestimento, innovazione, ricerca, respon-sabilità, eccellenza, lavoro, futuro. E solida-rietà. Parole chiave, queste, che garantisconoall’inaugurazione del nuovo stabilimento

produttivo realizzato da Philip Morris per la pro-duzione di heatstick per iQOS (le ricariche di ta-bacco per il prodotto a potenziale rischio ridottofirmato dalla multinazionale) lo status di vero eproprio evento. Il 23 settembre scorso, a soli ventimesi dalla posa della prima pietra, il taglio del na-stro del nuovo polo produttivo di Valsamoggia,alle porte di Bologna, ha visto la presenza del Pre-sidente del Consiglio Matteo Renzi (tornato dopoaver presenziato alla posa del primo mattone), deiMinistri rispettivamente del Lavoro e dell’Am-biente Giuliano Poletti e Gianluca Galletti, di nu-

merosi rappresentanti del Parlamento, delle Auto-rità regionali e locali, del mondo dell’imprenditoriae del lavoro, dell’intera filiera del tabacco. E tantialtri ospiti, circa 300, salutati da una cerimoniadalla scenografia elegante che ha preceduto la vi-sita al nuovo stabilimento e che si è svolta all’in-segna della sobrietà nel rispetto, ad un mese esattodal sisma che ha devastato l’Alta Valle del Tronto,delle popolazioni colpite dal tragico evento. Unasolidarietà, quella di Philip Morris, che si è con-cretizzata in un importante contributo a sostegnodella Croce Rossa Italiana per le attività messe incampo dall’associazione su quei territori.“Più forti, insieme” è stato lo slogan di una giornatain cui ha prevalso “l’ottimismo della volontà”. “E’un grandissimo privilegio per me essere qui oggi a celebrare

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“Più forti, insieme”“Più forti, insieme”Da Valsamoggia, la “sfida responsabile” di Philip Morris International

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16un evento che potrebbe cambiare i destini di una categoriacome la nostra, che guarda al futuro per rilanciare la pro-pria storia. E’ qualcosa di davvero straordinario”. Haesordito così il Presidente ed AD di Philip MorrisItalia, Eugenio Sidoli, salutando gli intervenuti eintroducendo al progetto ambizioso rappresentatoda iQOS, non soltanto investimento industrialema anche svolta responsabile nelle abitudini deifumatori. E’ infatti volontà di Philip Morris quelladi proporsi quale guida verso un cambiamento sularga scala per assicurare che i prodotti a poten-ziale rischio ridotto sostituiscano in via definitivale sigarette con l’obiettivo ultimo di ridurre signi-ficativamente i rischi per i fumatori adulti.Un progetto coraggioso, nel quale si fondono tec-nologia ed innovazione, e che sta già conquistandoimportanti fette di mercato. Un disegno del qualeè parte fondamentale lo stabilimento di Valsamog-gia, frutto (insieme all’impianto pilota di Zola Pre-dosa) di un investimento pianificato di circa 500milioni di euro: 300 le persone che il sito impiegaattualmente, 600 quelle che arriverà ad occuparne,una volta a pieno regime. L’impianto produrrà ini-zialmente 30 miliardi di heatstick all’anno e serviràa soddisfare la domanda internazionale dei Paesidove iQOS è commercializzato. Oggi disponibile,nelle esclusive embassy dedicate (così vengono iden-tificati i punti vendita iQOS), in Italia, Giappone,Svizzera, Russia, Germania, Portogallo, Romania,Danimarca e Ucraina, l’obiettivo di PMI è quellodi estendere entro l’anno la vendita in altri luoghiper un totale di 20 mercati a livello globale. “Questoinvestimento”, ha quindi sottolineato Sidoli, “è il pro-dotto del know-how e dell’eccellenza operativa sviluppati nel

nostro stabilimento di Zola Predosa e, più in generale, sulterritorio bolognese. Un’occasione per l’Italia e per questaterra che ci ha accolto con entusiasmo e partecipazione”.

ITALIA PARTNER PRIVILEGIATO DI PHILIP MORRIS

E parole di elogio per l’Italia sono state espresse daAndré Calantzopoulos, CEO Philip Morris Inter-national, che nel suo intervento si è poi soffermatoa lungo sulla nuova “filosofia” della multinazionale.“L’Italia può contare su uno dei suoi maggiori punti diforza: la qualità. La competenza, la capacità di innovarema anche la creatività sono tratti distintivi riconosciuti eamati in tutto il mondo, gli stessi che Philip Morris ha in-contrato nei propri partner sul territorio, collaboratori, agri-coltori, tabaccai. Il rapporto tra Italia e PM è cominciatoproprio qui più di 50 anni fa con Intertaba: oggi, il sito diZola è un sito di eccellenza mondiale con competenza uniche.E’ per le persone e per il know how sviluppati, che abbiamodeciso di costruire qui quello che per noi di PM Internationalè il futuro”, ha detto Calantzopoulos. Un futuro che per un’azienda leader in un settore“sensibile” come quello del tabacco quale PhilipMorris, non può prescindere da un’assunzione digrande responsabilità. “Dobbiamo impegnarci al mas-simo per diffondere un cambio di paradigma nella nostraindustria ed affrontare il problema della salute legata alfumo”, ha affermato il CEO. “Responsabilità oggi si-gnifica avere la possibilità di sviluppare prodotti a rischioridotto, senza combustione, e di convincere tutti i fumatoriadulti ad adottarlo. Una rivoluzione che ho assunto l’im-pegno di realizzare nel più breve tempo possibile, investendoin prodotti alternativi con l’obiettivo di voler cambiare persempre il mondo del tabacco. La fabbrica di Valsamoggia

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Eventi

è un segno concreto che ci stiamo muovendo veloci e nellagiusta direzione per rispondere a questa enorme sfida”.

IL RUOLO CENTRALE DELLA RICERCAIn tutto questo, l’attenzione massima è riservataalla ricerca, le cui attività volte ad accertare il po-tenziale rischio ridotto rispetto al fumo di sigarettasono in una fase avanzata, ed ogni possibile con-clusione sulla riduzione del rischio sarà basata sullatotalità delle evidenze raccolte. Nei propri centri diricerca in Svizzera e Singapore, l’azienda impiegaoltre 300 scienziati da tutto il mondo per svilup-pare questi prodotti e condurre approfondite ri-cerche per verificare la riduzione del danno dafumo. La ricerca mutua i metodi di valutazione im-piegati nell’industria farmaceutica e si allinea aglistandard utilizzati dalla Food and Drug Administration(FDA) americana per i Prodotti del Tabacco a Ri-schio Modificato (MRTP). “Siamo impegnati per lapiena trasparenza della nostra scienza e ci auguriamo di ri-cevere sempre maggiori valutazioni e verifiche indipendenti.E’ incoraggiante vedere che un numero crescente di esperti eAutorità del settore della sanità sostengono che i prodottiinnovativi e la scienza possono avere un ruolo importantenella protezione dai danni del fumo. Il nostro compito è con-tinuare ad investire in ricerca e rendere disponibili questiprodotti nel maggior numero di Paesi nel mondo. L’obiettivofinale di tutti noi è un futuro senza prodotti combusti e perraggiungerlo non possiamo perdere altro tempo”, ha esor-tato Calantzopoulos. “Siamo convinti che quello di oggisia per tutti un appuntamento storico. Due anni fa avevamopromesso la realizzazione di uno dei più importanti inve-stimenti sul territorio nella storia recente di questo Paese:

siamo orgogliosi quindi di annunciare la realizzazione dellapiù grande fabbrica italiana costruita negli ultimi 20 anni.Bologna a l’Italia da oggi non sono solo il centro della rivo-luzione che porterà crescita industriale, investimenti e occu-pazione, ma soprattutto un punto di partenza per proporreun percorso capace di portare migliore qualità di vita a mi-lioni di persone nel mondo”, ha proseguito.Un obiettivo ambizioso, per il raggiungimento delquale, secondo il CEO, sarà fondamentale il coin-volgimento di tutti gli stake holders, ma anche quellodella comunità scientifica e delle Istituzioni, questeultime con il ruolo fondamentale di garantire la cor-retta informazione, scientificamente verificata epriva di ambiguità. E a questo invito ha risposto po-sitivamente il Presidente del Consiglio MatteoRenzi il quale, intervenendo sul palco, ha garantito“come Governo e come Autorità italiane, la massima atten-zione perché nel rispetto delle regole ci sia una grandissimaspinta alla qualità e alla ricerca scientifica”. Renzi non hamancato poi di sottolineare il messaggio potentecomunicato dallo slogan della cerimonia inaugurale:“Se c’è un Paese che forte del proprio passato ha una dispe-rata voglia di futuro questo Paese è l’Italia, perché sa che piùforti insieme non è uno slogan ma una carta d’identità diquello che siamo e di quello che possiamo essere”. Merita un cenno il suggestivo finale della cerimo-nia, quando una rappresentanza dei dipendenti delsito di Valsamoggia si è passata di mano in manola prima pietra firmata dal premier Renzi e dalCEO Calantzopoulos, e che alla fine della catenaumana ha idealmente acceso il maxischermo nelquale è stata proiettata la gigantografia dell’attualestabilimento. Pronti per la sfida.

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l Transit Point di Palermo, unico deposito ta-bacchi della città, è gestito dalla famiglia Man-gini; è un lavoro del quale il padre Mauro e ilfiglio Massimo vanno orgogliosi, un’attività che

portano avanti con impegno, professionalità e deter-minazione. Infatti in Sicilia, è difficile impegnarsi, per-ché si deve imparare a convivere con problematichediverse e a lavorare in situazioni estreme, a volte ancherischiando la vita. Eppure padre e figlio ci credono,vogliono far crescere la loro attività, quella di un ma-gazzino che attualmente da lavoro a dodici dipendentie fornisce circa seicento rivendite (di cui il 70% usu-fruisce del trasporto garantito a domicilio), e magaricreare futuro per le nuove generazioni.

Palermo è la quinta città visitata in Italia dopoRoma, Firenze, Venezia e Napoli. In particolared’estate c’è un aumento di turismo grazie allafrequentazione di italiani e stranieri che ven-gono a godersi le bellezze artistiche e il mare az-zurro dell’isola. Riuscite a soddisfare tutte lerivendite? Sono sufficienti le vostre “scorte”? Nonostante le difficoltà dovute alle diverse esigenze di ognisingolo tabaccaio ci impegniamo ogni giorno nel soddisfarele richieste di tutte le rivendite. Nei mesi estivi grazie alturismo e all’apertura delle rivendite stagionali la richiestadei tabacchi aumenta in modo esponenziale e di conse-guenza anche le nostre scorte… e i nostri sforzi necessariper poter garantire un servizio ottimale.

Veniamo ad una questione che purtroppo vi stamolto a cuore: parliamo di sicurezza. Ultima-mente siete stati “visitati” troppe volte dai ladri,come pensate si possa arginare questo feno-meno delinquenziale? Che tipo di tutela e pro-tezione sarebbe necessaria?Purtroppo nei periodi di recessione l’alto tasso di disoccupazioneporta ad un conseguente aumento della delinquenza e soprat-tutto in una “zona calda” come Palermo credo sia necessariauna costante presenza delle Forze dell’Ordine sul territorio perarginare il fenomeno. In particolare ,per quanto riguarda il no-stro settore, credo che la forma di tutela più immediata sia la”scorta armata” per ogni singola consegna: cosa che purtropponon abbiamo. Questa a nostro parere è una grave pecca chenegli ultimi anni ha causato non pochi disagi soprattutto in

considerazione del fatto che, dopo ognuno di questi “episodi”,viene meno quella serenità lavorativa che dovrebbe contraddi-stinguere ogni luogo di lavoro. Nonostante questa giornalieraminaccia i nostri dipendenti ogni giorno con coraggio svolgonoil loro (difficile) compito, sperando che tutto vada bene.

In questo mese di ottobre, esattamente tre annifa, partiva la sfida di Terzia con la vendita diprodotti extra tabacco. Quale è ad oggi il vostrobilancio? Vi ritenete soddisfatti?Mi ricordo ancora il primo giorno, era la fine di ottobrequando abbiamo cominciato. Ben presto ci siamo accortiche era indispensabile la figura di un agente sul campo, fi-gura presto trovata nella persona del signor Toni Lo Presti.Grazie a lui siamo partiti bene e manteniamo una mediadi vendita mensile discreta. Certo il sud non è un facilecampo, ma dal nostro canto possiamo vantare più di milleprodotti a listino. Grazie alle ultime novità di Terzia,quali il pagamento posticipato, prevediamo di aggiungerenuovi clienti ed aumentare così il fatturato.

Attualmente i depositi fiscali sono tutti dotatidel sistema WMS, fornito da Logista. Qualisono i vantaggi, quali le criticità?Come per ogni novità ci vuole il tempo di abituarsi in questocaso ad un nuovo sistema di distribuzione. Tanti anni fa ab-

Transit Point di Palermo:intraprendenza e determinazione per la famiglia Mangini

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biamo cominciato con Olicom che premia la velocità a disca-pito del numero di operatori interessati per evadere un singoloordine. Nei nuovi locali, dal 2013, siamo passati ad Agetabfacendo a mio dire un passo avanti. Questo sistema permet-teva di lavorare più ordini contemporaneamente, uno ad ope-ratore, e consentiva una precisione maggiore rispetto adOlicom, responsabilizzando il preparatore di commesse. Il passaggio al WMS è stato indolore. Potrebbero essereapportate alcune migliorie, dalle informazioni sulla scher-mata del palmare, alle opzioni a mio dire mancanti sulSAP. Ovviamente il mio è solo un punto di vista e bisognariconoscere che Logista ha risolto dei fastidiosi problemi ini-ziali inevitabili quando si lancia un nuovo prodotto.

Da magazzino a DFL, a TP: come avete affron-tato questi passaggi, quali le difficoltà e qualiinvece le positività di tali cambiamenti? Avetedovuto fare nuovi investimenti nella gestione eriguardo al personale avete dovuto fare tagli oc-cupazionali?Passando da DFL a TP purtroppo abbiamo dovuto faretagli sul personale, siamo la metà rispetto a prima. Ci èdispiaciuto ridimensionare il personale ma il lavoro nellamigrazione a TP diminuisce notevolmente: preparavamopiù di 120 ordini, escluso urgenti, al giorno. Adesso questiordini sono preparati dal nostro DFT e noi dobbiamo smi-starli e consegnarli. Il lavoro è cambiato e ci siamo adeguatial cambiamento cercando e riuscendo talvolta ad acquisirenuovi clienti nel trasporto.

Com’è il rapporto con l’Associazione e come ècambiato nel corso degli anni? Il rapporto con l’associazione è sempre stato ottimo dai tempidi mio zio, Giuseppe Mangini. Noi portiamo avanti e colti-viamo questo rapporto nel migliore dei modi, compito non difficiledata la disponibilità dei membri, in particolare il VicepresidenteNello Ienco, il primo ad aiutare se si ha un problema. In un periodo di transizione come questo, vuoi per la “crisi” eper la nuova coscienza salutista che sempre più si va diffon-dendo, il mercato dei tabacchi è in una parabola discendenteche inevitabilmente porta al ridimensionamento delle strutturee al reinvestimento di capitali per poter far fronte a questi man-cati guadagni. L’attuale dirigenza si trova in un momento nonfacile e lavora per poterci permettere un futuro quanto più roseo.

LA TABACCHERIA DEI FRATELLIBRUNO IN VIA MAQUEDA A PALERMO

Ciò che contraddistingue i fratelli, Stefano edEmanuele Bruno, è la grinta e la tenacia con lequali stanno portando avanti la loro attività. Si

tratta di una storica tabaccheria, al centro di Pa-lermo, nell’antichissima via Maqueda, la rivenditanumero nr. 60, che loro due gestiscono con ungrande impegno senza mai risparmiarsi, perché illoro obiettivo è di portare (ed in parte già lo hannofatto) a grandi livelli la loro “bottega”. Partendoda zero, facendo tanti sacrifici, sono riusciti a rile-vare la tabaccheria e la conducono con grandepassione; oggi sono fieri del lavoro fatto.

Ma come è iniziata questa avventura nel settoredel tabacco? Stefano ed Emanuele hanno semprepensato di fare questo lavoro, o avevano anchequalche altro sogno nel cassetto? “La nostra avven-tura - rispondono - è nata perché in famiglia, da parte dinostra madre ci sono alcuni zii che lavorano nel mondo deitabacchi e così abbiamo deciso anche noi di provare… Oggidirei che ci siamo quasi riusciti ma vogliamo ancora cresceree migliorare. E sì, lo abbiamo un sogno nel cassetto, ed èquello di poter vivere tranquillamente e senza problemi...”.

La rivendita, in pieno centro storico, a due passidai “Palazzi” è molto frequentata da avventori abi-tuali e personaggi pubblici importanti: il lavoro ètanto, sigari, sigarette e tabacco sciolto per unaclientela vasta e varia, e a dare una mano a Stefanoe Manuele ci sono le due mogli, per una gestionetutta familiare, dove ognuno ha i propri compitiche svolge in piena armonia con tutti gli altri. E ilmercato sembra stabile, nonostante campagne an-tifumo, divieti, immagini shock sui pacchetti,come regolamentato dalla Direttiva Europea40/2014. “Sinceramente non ci sembra che le immaginishock abbiamo fatto tanto, noi non abbiamo risentito alcuncalo di vendita. Il consumatore neanche ci fa caso… soloin casi eccezionali, e sono limitate le persone si soffermanosulle immagini...”, osservano i nostri tabaccai.

I rapporti con il TP della famiglia Mangini sonoottimi. “Non possiamo che parlare benissimo del nostroTP di riferimento, dove tutti sono sempre disponibili per lasoluzione di qualsiasi problema. Con la famiglia Manginici conosciamo da quasi 8 anni e con loro abbiamo un rap-porto che va oltre il lavoro... Il TP non ci rifornisce solo ditabacco, ma anche di pastigliaggio, cartine, accendini e tuttigli articoli diversi dal tabacco. Gli ordini avvengono o tra-mite portale o tramite U88 per gli urgenti. E per la con-segna abbiamo scelta quella a domicilio”.

Unica nota dolente, la sicurezza. “Sicuramente nellanostra città c’è molta criminalità e delinquenza: noi in par-ticolare abbiamo subito una rapina nel mese di febbraio,pur avendo allarme, telecamere e vigilanza... Tutto questonon è valso a nulla...”, concludono un po’ amareg-giati Stefano ed Emanuele Bruno.

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Far West criminale a PalermoLe nostre recenti inchieste sul fenomeno degli assalti ai furgoni adibiti al trasporto di tabacco hanno eviden-ziato come il capoluogo siciliano sia, purtroppo, una delle aree più colpite del nostro Paese. Quasi una tristeconsuetudine, nelle pagine della cronaca a scadenze ravvicinate. Gli ultimi casi, in ordine di tempo, unoall’inizio del mese il 6 settembre scorso, uno 20 giorni dopo, l’ultimo (al momento in cui scriviamo), il 25 ot-tobre. Il primo un “colpo” in grande stile, pianificato nei dettagli, ma, per una volta, andato storto. In piazzaIngastone, in pieno centro, sei rapinatori, a volto coperto ed armati di pistole e fucili, hanno assaltato il mezzocon un carico di sigarette per un valore di circa 260 mila euro, poco prima che lo stesso venisse consegnatoal titolare di una tabaccheria.Il commando, costituito da diversi ciclomotori e da un furgone si è impossessato del furgone e ha sottrattole pistole di servizio alle guardie giurate di scorta. I malviventi hanno quindi fatto salire a bordo i due vigilantese sono scappati. Il mezzo, sul quale c’era il carico di sigarette, è stato intercettato poco dopo da poliziotti delcommissariato Zisa Borgonuovo. Due rapinatori sono stati bloccati e arrestati dopo un rocambolesco inse-guimento, degno di un film d’azione. La refurtiva è stata recuperata insieme alle armi sottratte alle guardiegiurate. Ma l’inseguimento delle volanti della polizia è proseguito alla ricerca del resto della banda. I rapinatoridurante la fuga hanno abbandonato per strada un fucile e due pistole, di cui una giocattolo. Le due guardiegiurate, colpite durante la colluttazione, hanno riportato ferite guaribili in 8 e 3 giorni.La seconda rapina avvenuta il 26 settembre, ha avuto una dinamica differente e fortunatamente anche questa,grazie all’intervento dell’Arma dei Carabinieri, è stata sventata. Secondo la ricostruzione dei fatti, sarebberostati almeno sette i malviventi che nella tarda mattinata, in via Pirandello, hanno bloccato un Daily Iveco, chetrasportava sigarette, ed immobilizzato sia il conducente che il collega che sedeva al suo fianco. Qualcosa peròanche in questa occasione è andato storto per i delinquenti e la banda, che avrebbe agito minacciando con learmi i due malcapitati, ha dovuto rinunciare al colpo e fuggire prima dell’arrivo delle Forze dell’Ordine.I rapinatori sono arrivati con un’auto e due scooter, chiudendo la strada al furgone sul quale erano statecaricate poco prima numerose scatole di “bionde”. Uno dei malviventi è salito a bordo del mezzo costrin-gendo il conducente a guidare fino a via Pozzo, in zona Uditore, seguito a vista dagli scooter. Prima di im-possessarsi definitivamente del furgone e del carico, però, i componenti della banda hanno dovutoabbandonare il piano, forse allertati da qualche complice che faceva da “palo” dell’arrivo dei carabinieri. Imilitari, dopo aver ascoltato il racconto delle vittime, hanno avviato le ricerche e le indagini.Piazza Indipendenza, pieno centro di Palermo, il teatro del primo degli ultimi due “assalti” in ordine di cronacaal momento in cui scriviamo, avvenuto l’uno il 25, l’altro il 27 ottobre. In quella che è una delle piazze piùtrafficate della città i rapinatori, armati di pistole e a volto coperto, hanno affiancato il mezzo costringendoloa fermarsi e hanno preso in ostaggio uno dei dipendenti. Condotto il furgone in una stradina di campagna,hanno spostato i 60 colli di sigarette (valore oltre 100 mila euro) in un altro mezzo e sono fuggiti via, lasciandol’ostaggio, che solo allora ha potuto lanciare l’allarme, sotto shock. Soltanto due giorni più tardi, ancora un abbordaggio del mezzo a mano armata e stesso copione: solito se-questro dell’autista e indirizzamento nelle campagne adiacenti dove un furgone aspettava i malviventi perportare via la refurtiva. “Inutile dire che i nostri dipendenti sono terrorizzati… ogni giorno è un’opera di convincimento permettersi sul mezzo e portare quel dannato pezzo di pane a casa. La preoccupazione non può passare dal momento che non siamosalvaguardati e ad oggi siamo abbandonati a noi stessi. Due rapine a distanza di un giorno sono davvero troppe e siamo a 12 in10 mesi. C’è chi pensa solo a ‘ottimizzare’ per fare cassa, mentre onesti lavoratori rischiano la vita ogni giorno”. E’ lo sfogo,comprensibile, di Massimo Mangini.Diamo ampia cronaca di quanto accaduto recentemente a Palermo per sottolineare ancora una volta la pe-ricolosità di questo genere di eventi criminosi che mettono a serio rischio anche vite umane: quelle degli ope-ratori, degli autisti dei mezzi in questo caso, ma anche quelle di chiunque si trovi casualmente nella scenadegli attacchi, non essendo più insolito che avvengano anche in centri abitati e, come in questo caso, con ilconseguente pronto e massiccio intervento delle Forze dell’Ordine.

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Cronaca

n mese sfortunato, quello di settembre,per Bruno Brugnolo e per il TransitPoint di Vicenza, del quale Brugnolo ètitolare. A due anni esatti dall’ultimo

furto di tabacco subìto nel 2014, con conseguentie pesanti danneggiamenti alla struttura, lo scorso17 settembre il triste copione si è ripetuto. Così come si sono ripetute le modalità dell’at-tacco: furgone come ariete, azione rapida (che inquesto caso ha fruttato ai malviventi un bottinodi circa 200 chili di tabacco per un valore com-merciale compreso tra i 23 mila euro del mercatoclandestino e i 46 mila euro dei canali ufficiali divendita), fuga. E ancora una volta, danni seri almagazzino, del quale sono stati violati due accessidiversi, quello dell’autorimessa e quello principale. Secondo quanto ricostruito in fase di indagine, labanda, composta di sei soggetti, ha raggiunto lazona industriale della città berica, dove si trova ilTP, con un furgone risultato rubato a Grisignano,usato per la spaccata. I malviventi però hannofatto male i loro calcoli, perdendo tempo: per er-rore hanno sfondato il portone dell’autorimessa ecosì hanno dovuto ripetere l’operazione “ariete”per arrivare al magazzino. Con l’allarme in fun-zione i ladri hanno agito in estrema rapidità: in po-chissimi minuti hanno caricato su un secondomezzo una quindicina di scatoloni contenenti cia-

scuno 50 stecche di sigarette per dileguarsi primadell’arrivo, comunque tempestivo, delle volantidella vigilanza e dei carabinieri. È intervenutaanche la polizia scientifica per rilevare tracce utiliall’individuazione degli autori del colpo. I filmatidella videosorveglianza interna del TP sono staticonsegnati alla polizia. “I nebbiogeni installati da Logista hanno funzionato, manon sono stati in grado di saturare gli ambienti in tempo utileper impedire il furto”, ha raccontato Bruno Brugnolo.“In merito, sono già state impartite istruzioni per implemen-tare i dispositivi già esistenti con nuovi apparecchi più capacie per ottimizzare i tempi di reazione degli impianti. Ora ab-biamo ripristinato e allarmato i portoni interni e abbiamogià ordinato nuovi portoni esterni che garantiranno maggiorrobustezza e che andranno a sostituire le vecchie (si fa perdire vecchie, avevano solo tre anni!) saracinesche motorizzate,completamente distrutte. Stiamo anche valutando di installaredei dissuasori blindati a scomparsa (molto costosi...) per raf-forzare ulteriormente le difese del nostro magazzino, ma dob-biamo anche fare i conti con le ingenti spese che ci vengonoimposte dal ripristino delle strutture danneggiate e, comeovvio, nuove misure di sicurezza seguono nel logico ordinedelle priorità”, conclude Brugnolo. E per dovere di cronaca, al momento in cui scri-viamo dobbiamo segnalare un altro furto ai danni,questa volta, del deposito tabacchi di Pieve diCento, avvenuto nei primi giorni di ottobre: an-cora uno sfondamento, che ha fruttato ai malvi-venti un bottino di circa 60 chilogrammi disigarette, e provocato pesanti danneggiamenti allastruttura.

Furto al TP di VicenzaTabacco sempre più nel mirino della malavita

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L’Opinione

efinire musicalmente Joe Jackson non èaffatto semplice, trattandosi di un artistaa dir poco eclettico. Senza dubbio l’exragazzo prodigio di Portsmouth ha rag-

giunto la fama grazie ad una serie di fantasticialbum realizzati negli anni ottanta, quando i “gio-vani inglesi arrabbiati” come lo stesso Jackson edElvis Costello elaborarono la rabbia del punk e lanovità della new wave alla luce di una abilità musicaledi assoluto livello: ma se di “rocker” si deve parlare,occorre usare il termine nella sua accezione piùampia, soprattutto perché nel corso degli anni (ilbuon Joe è del 1954) il polistrumentista ha esplo-rato l’intero universo musicale, arrivando a com-porre una sinfonia e a dedicare un meravigliosoalbum omaggio al genio jazzistico di Duke Ellin-gton. Jackson però non eccelle solo sul palco, maama destreggiarsi anche nel mondo editoriale, pub-blicando testi mai banali e articoli di costumespesso molto originali, che spaziano da questionistrettamente attinenti il mondo musicale fino adinterventi (spesso ospitati dai maggiori quotidianibritannici nelle pagine dei commenti) relativi allasfera sociale e politica. Qualche anno fa - spostan-doci su un versante a noi più congeniale - Jacksonha pubblicato un ampio saggio dedicato all’isteria

delle campagne antifumo americane (intitolata“Smoke, Lies and the Nanny State ” – “Fumo, bugie e loStato Balia” ) che nel mondo anglosassone ha la-sciato il segno per il piglio anticonformista e deci-samente controcorrente dello scritto, e che dalprossimo mese inizieremo a riprodurre nella suainterezza proprio in ragione del clamore suscitatonel mondo del tabacco inglese.Nel recente tour europeo di presentazione dell’ul-timo, splendido album “Fast forward” Jackson hasuonato anche in Italia e, in occasione della tappaveneziana, abbiamo colto l’opportunità di tornaresul tema. Il “gancio” è rappresentato da un re-cente articolo di Jackson (“A dozen reasons to stubout the smoking ban” - Una dozzina di motivi per “spe-gnere” il divieto di fumo) uscito sulla rivista Spiked:una sorta di decalogo contro lo smoking ban, cioèla normativa che ha drasticamente colpito gli spazidi libertà dei fumatori britannici. Cogliendo lospunto dall’iniziativa dell’allora Vice Primo Mini-stro Nick Clegg, che da buon liberale aveva pro-mosso con la campagna “Your Freedom” una sortadi levata di scudi finalizzata a ristabilire l’equilibriotra il cittadino e lo Stato denunciando i provvedi-menti di legge “modaioli” assolutisti e liberticidi,Jackson ha elencato dodici punti improntati ad un

Joe Jackson:salviamo il pub britannico dai crociati della salute

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intelligente scetticismo verso molti luoghi comuni,mediante i quali demolisce le fondamenta delprovvedimento liberticida. Non disponendo dellospazio per discettare sui singoli “comandamenti”,basti riportare la chiusura del articolo che ha de-stato parecchio scalpore: “Ciò che è necessario non èsolo l’abrogazione dello ‘smoking ban’ e di altre leggi illi-berali, ma un ritorno al sano scetticismo circa le afferma-zioni fatte su vari rischi, un uso dell’equità e dellatolleranza nei confronti di coloro che hanno abitudini anchediverse o particolari laddove non danneggino gli altri e so-prattutto l’applicazione di una buona dose di buon senso”.

LA FUNZIONE SOCIALE DEL PUBJoe Jackson è inoltre un convinto sostenitore dellacampagna “Save our Pubs & Clubs: amendthesmokin-gban.com”, finalizzata a salvaguardare i locali pub-blici britannici attraverso una modifica della severalegge antifumo inglese. Nella visione di Jackson il“pub” non si limita ad essere un semplice luogodi ritrovo finalizzato al consumo alcolico. Rifacen-dosi ad un concetto assai caro a da noi italiani, cosìpermeati dalla cultura della piazza e dei luoghi disocializzazione (dai “bàcari” veneziani alle osterietoscane), Jackson sostiene la funzione sociale del“pub” quale istituzione fondativa dello stesso “es-

sere britannici”, e teme che l’accanimento ecces-sivo nei confronti di uno dei classici elementi ca-ratterizzanti la “vita da pub”, vale a dire il fumo,possa addirittura pregiudicare la stessa sopravvi-venza di uno dei baluardi dell’English style. “Sono un fumatore moderato – dice Joe - mi piace conce-dermi un paio di sigarette o un sigaro con un drink. Masono anche una persona attenta alla salute e, nel corso degliultimi anni, ho fatto ricerche approfondite in tutti i lati dellaquestione fumo. Ho concluso che il fumo è rischioso, ma nonè così pericoloso come funzionari zelanti e gli attivisti antifumo vorrebbero farci credere. Più precisamente, sono convinto(come lo sono molti scienziati rispettabili) che il pericolo di‘fumo passivo’ è praticamente una bufala, con le statisticheingannevoli manipolate ed esagerate con l’intenzione esplicitadi stigmatizzare i fumatori e terrorizzare tutti. Nelle mieincursioni nel mondo stravagante delle statistiche ho scopertoche, per esempio, è molto più probabile morire in un incidentein bicicletta che di schiattare per il fumo passivo. Ma i ‘fun-zionari della sanità’ seppelliscono ogni prova che a loro nonpiace. Fa tutto parte di una massiccia campagna di propa-ganda finalizzata a cambiare la percezione pubblica delfumo, da qualcosa di piacevole a qualcosa di sporco ed an-tisociale.  Oltre alle statistiche, vi è il senso comune, e le nostreosservazioni sono spesso in contrasto con la linea ufficiale. Peresempio, gli anti-fumo ci dicono che metà dei fumatori moriràa causa del loro vizio. Ora, mi domando, perché con sempremeno persone che fumano, sempre più persone come me chefumano moderatamente, e con la diffusione di stili di vita ca-ratterizzati da abitudini più sane, questa stima continua asalire? Se così fosse, ognuno di noi conoscerebbe direttamentedecine di persone morte per il fumo. Voi quante ne avete co-nosciute? Io ne conoscevo uno e, come la maggior parte diquesti casi, è morto 74 anni dopo aver fumato pesantementeda quando era quattordicenne. In realtà, la maggior partedi noi morirà una volta scavallati i settant’anni, per gli stessitipi di malattie, sia che si fumi sia che non si fumi. Non misembra che si siano viste intere generazioni di baristi, sotto-posti in passato a severi regimi di fumo passivo, cadere comemosche, anche se i pub una volta erano molto fumosi”.

IL “FANATISMO” YANKEEAppare chiaro che a Jackson non vada proprio agenio l’approccio dogmatico che attualmente sem-bra molto in voga in tema di fumo, col passaggiodi testimone del fondamentalismo salutista dai sin-daci newyorchesi degli anni Novanta alle ministreTouraine dei giorni nostri. “Il ‘common sense’ britan-nico – insiste Jackson - è qualcosa che spesso manca negli

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Stati Uniti. Ammettiamolo, gliyankees hanno una storia inquie-tante di fanatismo. Prendete ilcaso del Proibizionismo, peresempio. Non che l’alcol non siadannoso; infatti, può facilmenteessere dimostrato la sua maggioredannosità rispetto al tabacco. Iltabacco, però, come flagello del-l’umanità funziona meglio del-l’alcol o degli hamburger, equesto è il motivo per cui gli ul-tras anti-fumo si sono concentratisu di esso nel corso degli ultimidue decenni. Il sentimento antifumo è diventato così avvertito in alcune parti dell’Americache c’è da chiedersi se c’è qualcosa di più oscuro e profondoal lavoro rispetto alla preoccupazione per la salute pubblica:una necessità in agguato nella società per avere una mino-ranza su cui infierire, ora che su ogni altra minoranza gra-zie a Dio esiste una sorta di tutela sociale. Come spiegarealtrimenti la maleducazione sorprendente di cui i fumatorifanno esperienza, come i ristoranti dove il divieto di fumarenon si limita ai tavoli esterni, ma campeggiano cartelli cheintimano di ‘Non fumare entro x metri da questo in-gresso?’  L’approccio americano alle questioni controversenon sempre funziona. L’America non riesce a curare LosAngeles del suo smog nocivo, e tuttavia quella stessa cittàsta ora cercando di vietare il fumo nei parchi e sullespiagge. L’America non riesce a fermare l’obesità dilagante,o i folli 11.000 decessi all’anno per le armi in mano achiunque, ma un ex-fumatore divenuto tabaccofobo può di-ventare sindaco di New York e indire una crociata controle sigarette. Le persone si stanno rendendo conto che i mo-derni sistemi di pulizia dell’aria e di ventilazione possonorendere l’aria perfettamente confortevole per tutti, ma i piùfanatici di fumo non ne vogliono sapere. Sono stato in bar- in Giappone, in particolare, ma vale più di recente ancheper le eccellenti nuove aree fumatori hi-tech all’aeroporto diHeathrow - dove decine di persone sono fumatori, ma dovela qualità dell’aria è notevolmente migliore che al-

l’esterno.   Quando si tratta dipub, in particolare, gli anti-fumopotrebbero fare un ‘reality check’tra una pinta di birra e l’altra.Se infatti è vero che solo circa il30 per cento dei cittadini britan-nici fuma, qualsiasi sciocco puòvedere che la percentuale nei pubè molto più alta. Inoltre, quasitutti i non-fumatori nel pub socia-lizzano con i fumatori, a sonoperfettamente felici di farlo a pattoche la ventilazione funzioni cor-rettamente, i posacenere venganosvuotati, e l’aria non sia troppo

fumosa. Il pub inglese è sempre stato un baluardo della tol-leranza. Ed è il pub, non la casa, che è l’ultimo rifugio delfumatore. Inoltre è malposto lo stesso concetto di pub comeluogo pubblico. Un luogo per essere definito pubblico deveessere uno di quei posti dove non puoi scegliere se andarvio meno quando occorre (gli uffici civici, i tribunali, le bi-blioteche) e deve essere finanziato da soldi pubblici. Lì ildivieto ci sta tutto. I pub sono luoghi privati aperti al pub-blico, è ben diverso. Se permettiamo al Governo di estendereil concetto, tra poco ci ritroveremo (sta già accadendo) divietidentro la nostra macchina e addirittura entro le nostre stessemura domestiche!”.In chiusura, quindi, l’auspicio di Jackson è moltochiaro, e molto “britannico”: “I politici ed i medicinon dovrebbero avere alcun diritto di dire alle persone dicome vivere nei loro spazi privati. La Gran Bretagna do-vrebbe guidare il mondo su questo tema, con una politicain materia più attenta verso i non fumatori rispetto, adesempio, a quelle vigenti in Europa orientale, ma più rea-listico rispetto all’estremo proibizionismo della Californiae di New York. Ciò che penso sia necessario, insomma, èun ritorno ad un sano scetticismo e ad una reciproca tolle-ranza nei confronti delle reciproche abitudini, applicandoquella dose di semplice buon senso che eviti toni da crociatache non fanno altro che incoraggiare l’intolleranza e l’ani-mosità verso gruppi particolari di persone”.

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Mostre

n’esposizione interamente dedicata alladinastia dei Brueghel, gli inventori di unmodo di dipingere che ben presto di-venne “il marchio” di eccellenza nel-

l’arte pittorica di una progenie attiva per oltre duesecoli. Questo propone la mostra “Brueghel. Capo-lavori dell’arte fiamminga”, inaugurata il 21 settembrescorso e ospitata fino al 19 febbraio 2017 a Torino,nelle Sale delle Arti della Reggia di Venaria.Le opere esposte ripercorrono la storia, lungo unorizzonte temporale di oltre 150 anni, di cinque ge-nerazioni attive tra il XVI e il XVII secolo analiz-zando la rivoluzione realista portata avanti dal genialecapostipite della famiglia Pieter Brueghel il Vecchio,

seguito dai figli Pieter Brueghel il Giovane - colui cheha ripercorso il successo paterno con opere come laDanza nuziale all�aperto (1610 ca.) e La trappola per gliuccelli (1601) – e Jan Brueghel il Vecchio, detto anchedei Velluti per la sua straordinaria perfezione pitto-rica. Un omaggio a questi incantevoli e magistralinarratori di fatti e di storie, nelle cui opere troviamoil racconto della vita vera, contadini piegati dalla faticadel vivere, ubriachi, mendicanti, personaggi dipintisolo di spalle e figure anonime che percorrono il lorotratto di esistenza ignari e indifferenti all’osservatoreesterno che guarda il quadro.I loro capolavori iniziano un percorso di nuovapercezione della realtà, svelano lo stupore e ilsenso del limite umano di fronte anche alla naturae alla potenza degli elementi di un mondo minac-cioso ma attraente. La grande tela del Paesaggio bo-scoso con la Vergine e il Bambino, san Giovannino e unangelo (1645-1650 circa) di Jan Brueghel il Giovanene è un esempio emblematico. In questa loro at-tenzione alla realtà, nell’Anversa cinquecentescafulcro di commerci, spedizioni, grandi viaggi, di-ventano protagonisti anche viaggiatori e mercanti,le cui storie offrono lo spunto per quadri semprepiù apprezzati e diffusi, destinati ad abbellire lecase di una committenza colta e attenta alle nuovedinamiche di un mercato nascente. Riscuotonoparticolare successo le incisioni come Incontro traviandanti di Jan Brueghel il Giovane del 1630 circa.

ALLEGORIE E NATURE MORTENon manca, nell’arte della dinastia dei Brueghel, ilgusto per le allegorie, grandi metafore visive assaiefficaci per rendere visibili e immediatamente com-prensibili concetti come l’amore, la guerra, la pace,gli elementi della natura e i sensi umani. Allegoriadell’amore (1648-1650 circa) e Allegoria dell’udito

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BrueghelCapolavori dell’arte fiammingaLa mostra a la Venaria Reale fino al 19 Febbraio 2017

Jan Brueghel il Giovane e Frans WoutersLe Tre Grazie con un cesto di fiori1635 ca. - Olio su rame, 47x34,7 cmCourtesy Caretto & Occhinegro, Torino, Italia

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Mostre

(1645-1650 circa) sono dipinti che dimostrano laparticolare abilità di Pieter Brueghel il Giovane inquesto genere di pittura. Straordinario l’olio su rameLe Tre Grazie con un cesto di fiori (1635 circa) di JanBrueghel il Giovane e Frans Wouters, allievo di Ru-bens. Nell’opera, sono di Brueghel il paesaggio e ilgrande canestro floreale, prove di massimo splen-dore dello “stile Brueghel” grazie ai dettagli chebrillano di tocchi sgargianti e minuziosi, ai colorismaglianti, alla vena fantasiosa che caratterizzanola scuola fiamminga in tutta Europa.Splendide, poi, le loro nature morte, dove si percepi-sce lo scorrere della vita silente, che esiste con discre-zione. Il messaggio morale della caducità del tempoè evidenziato da dettagli come un frutto più maturo,o una foglia morta. Nella Natura morta con fiori in uncesto e in un vaso d’argilla (1640-1645) Jan Brueghel il

Giovane sceglie come vaso un’urna cineraria, comevolesse ricordare la meta comune e inesorabile. Diparticolare pregio le piccole composizioni di Naturamorta con fiori (1660-1665) e Vaso con tulipani e dalie(1645-1650 circa) di Ambrosius Brueghel.La rassegna, curata da Sergio Gaddi e AndreaWandschneider, Direttore del Paderborn Städti-sche Galerie in der Reithalle, è un viaggio appas-sionante nel Seicento alla ricerca del geniovisionario di ben cinque generazioni di artisti ingrado di incarnare coralmente - come mai nes-suno né prima né dopo di loro - stile e tendenzedell’epoca d’oro della pittura fiamminga.“Brueghel. Capolavori dell’arte fiamminga”Torino, Reggia di Venaria - 21 settembre 2016 - 19 febbraio 2017Orario: da martedì a venerdì: dalle ore 9 alle 17sabato, domenica e festivi: dalle ore 9 alle 19.30Informazioni e prenotazioni: tel. +39 011 4992333 - www.lavenaria.itBiglietti: Intero € 14,00 - Ridotto € 12,00 (audioguida inclusa)

Pieter Brueghel il GiovaneDanza nuziale all’aperto1610 ca. - Olio su tavola, 74,2x94 cmCollezione privata - U.S.A.

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ISO LELE “MARLBORO”:ISO LELE “MARLBORO”:

Tabacco e Motori

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ISO LELE “MARLBORO”:ISO LELE “MARLBORO”:

Tabacco e Motori

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Così parlò Toro Seduto La sera all’imbrunire i “visi pallidi” ci restituiscono lenostre pipe ed il nostro antico calumet, così, ogni sera,per qualche ora, mi ritrovo con gli anziani del villaggio

a rincorrere, con orgoglio e nostalgia, i ricordi.Mio figlio Nuvola Bianca è partito molte lune fa perraggiungere il grande raduno delle tribù e lì cercherà,insieme a tanti giovani fratelli, di convincere, come

hanno fatto con noi Sioux, i grandi capi Cheyenne, PiediNeri, Navajo ed Arapaho, a sotterrare per sempre le nostre pipe e lo stesso ca-

lumet perché dicono che fumare fa male alla salute. È chiaro che è solo per questo che i “visi pallidi” glihanno concesso il permesso. Io e tutti gli anziani del villaggio siamo molto preoccupati ed ogni giornochiediamo, con danze e preghiere, a Manitù, di aiutarci a farli rinsavire.I giovani non si rendono conto che il calumet rappresenta la radice antica e profonda della nostra storia. Quellenuvole di fumo hanno custodito per secoli le vicende dei nostri avi e nel loro mutare i nostri popoli hannoimparato ad interpretare le volontà degli dei ed a scacciare gli spiriti maligni.Il calumet si fuma lentamente e questo ci ha educati ad ascoltare e rispettare tutti, ma innanzitutto a pensarea lungo prima di prendere decisioni importanti. Questo è il segreto della nostra saggezza. Ed è proprio perquesto che, quando ci hanno sconfitto e confinati in questa riserva, ci hanno vietato di usarlo. Le forza del male hanno portato l’oblio nei nostri giovani e così quel veleno che i “visi pallidi” hanno insinuatodentro il loro cuore, li spinge a correre sempre di più, sempre più veloci, fino a farli allontanare dal sentieroche porta alla grande prateria. I nostri giovani guerrieri non hanno più voglia di scrutare le montagne lontanené di osservare il volo degli uccelli, non sanno più cacciare e tantomeno governare le grandi mandrie deibufali della prateria. Ma loro non hanno colpe, perché sono nati nella riserva e non conoscono cosa sia ve-ramente la libertà. Credono di pensare con le proprie teste e non si accorgono invece di essere tutti uguali, didire tutti le stesse cose, intontiti dal grande Stregone luminoso e parlante che tutti i “visi pallidi” hanno nelleloro case. Ma non è solo quello perché poi sono arrivati anche quei piccoli terribili totem luminosi e parlantiche ormai tutti portano sempre con sé. Noi anziani sappiamo bene che lì dentro si nascondono i più perfidispiriti maligni e lo diciamo ai nostri giovani ma nessuno ci ascolta più. Il nostro dolore è ancora più grandeperché da piccoli li abbiamo educati a non fidarsi dell’uomo bianco, abbiamo raccontato loro di quanto sannoessere egoisti e feroci, delle stragi e dei massacri compiuti sulle nostre donne e sui nostri bambini. Grande Manitù, ti prego non ci abbandonare, non farci morire così. Salva i nostri giovani, scaccia gli spiritimaligni che annebbiamo le loro menti e scalda i loro cuori, solo così, noi anziani ritroveremo la pace e se-reni, potremo scegliere il giusto giorno per morire. Ci deridono e ci accusano di essere vecchi perché rim-piangiamo il passato. Avranno anche ragione, ma una cosa è sicura: quando la sera la tribù si radunava incircolo, era proprio grazie al ritmo lento del calumet che tutti trovavano la voglia di parlare e di ascoltare,di fare domande ai nostri saggi e tesoro delle loro risposte. Certo si viveva di poco, ma il nostro era un popolo felice, e soprattutto libero.Augh.Così parlò Toro Seduto Uomo Sacro e Grande Capo Sioux

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Ciro... del Mondo

di Ciro Cannavacciuolo

Ciro... del Mondo

Due Soci AGEMOS ci hanno lasciato nel mese di ottobre. Sono venuti a mancare all’affetto dei lorocari la signora Maria Catalano Di Francesco, gestore del DFL di Gela dal 1958, e il signor DiegoBurla, già gestore del magazzino di Varallo Sesia, oggi socio di Luigi Mansi nella gestione deldeposito di Biella. Ricordando entrambi con affetto e stima, il Presidente AGEMOS, l’Associazionetutta, la redazione di “Pianeta Tabacco” rivolgono le più sincere condoglianze alle famiglie.

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