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Tacco_32

Date post: 24-Mar-2016
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Tacco, Ragazzi nei lager
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il tacco d’Italia 3

Non è stato un anno facile. Al numero di dicembre del 2005, quello

in cui avevamo pubblicato l’inchiesta sulletante attività del gruppo Mixer media mana-gement, è seguita, da parte del presidentedel gruppo, Paolo Pagliaro, una citazione ci-vile con richiesta di risarcimento danni per260mila euro. Una bella botta, per inaugu-rare l’anno nuovo, dalla quale ci stiamo di-fendendo. Scossoni diversi, questa volta adopera di ignoti, nel corso del 2006 ci sonoarrivati tramite telefonate, danneggiamentireiterati alla sede della redazione e all’auto-mobile di un editorialista. Ovviamente tutti ifatti sono stati denunciati alle Autorità. L’ul-timo in ordine di tempo è accaduto ora,proprio mentre andiamo in stampa: sonostate rubate le unità centrali dei computer,con tutta la memoria del giornale.

Non è stato un anno facile.Soprattutto non è stato facile mantene-

re la barra della navigazione sulla onestàdell’informazione. Quando subisci minaccee danneggiamenti, quando ti arrivano pres-sioni, quando la pubblicità viene meno op-pure viene commissionata ma non pagata,

significa che hai colpito nel segno. Che aqualcuno stai dando fastidio. Quindi, che fi-nalmente stai facendo il giornalista. Non lostai facendo bene o male. Stai facendo ilgiornalista.

Rimangono allora due cose da fare:fermarsi o mettere la quinta.

Per un giornale nato con l’obiettivo diguardare tutti “dal basso in alto”, con l’in-tento cioè di avvicinarsi alle esigenze di unterritorio distante e dimenticato, qual è ilbasso Salento, narrandolo con un punto difuoco “basso”, quello dei lettori, dei cittadi-ni, la scelta è stata obbligata. Non per que-sto meno difficile.

E’ nato il quotidiano on line, www.iltac-coditalia.info, l’unico quotidiano del Salen-to, che ha posto le basi per un grande eambizioso progetto editoriale sul web, cheha avuto il plauso della regione Puglia e dicui vi parleremo in futuro; sono aumentati ilettori del Tacco on line (siamo a quota30mila pagine lette al giorno) e quelli delTacco in edicola. Continuiamo a fare in-chieste e a toccare con mano, nei nostri re-portage, problemi e drammi con cui quoti-

dianamente i salentini convivono. Dall’inchiesta sul parco di Ugento, nel

bel mezzo del quale nascerà un albergo dicemento che (pare) da 800 posti passerà a1600; all’inchiesta sulla chiusura degli or-fanotrofi, prevista per il 31 dicembre pros-simo, dove abbiamo scoperto che per lastrana incomunicabilità tra gli Enti interes-sati, non si sa quanti bambini dovranno es-sere spostati né dove andranno a finire, nétantomeno li stanno preparando al cam-biamento. Cito solo queste due per direche dall’ambiente, alla correttezza dei me-dia, ai temi sociali, non smetteremo di direla nostra, avendo la pretesa che possa co-incidere con la “vostra”.

Ora però abbiamo bisogno di fermarciqualche giorno in più per ripensare un nuo-vo Tacco: al compimento del suo terzo an-no il Tacco uscirà con una nuova veste gra-fica e nuovi contenuti, che presenteremo inoccasione di un grande convegno sulla li-bertà di espressione e di informazione inItalia e soprattutto al Sud.

Ci vediamo il 1° febbraio in tutte leedicole del Salento. Puntuali come sempre.

N. 32 Dicembre 2006

Un anno di scossoni tirato in quinta.Il Tacco si rinnova dal 1° febbraio

zx di Maria Luisa Mastrogiovanni

G O L E MZdenek Zeman ha perso. Viva Zeman! Nel calcio, si sa,

conta solo la vittoria, ma al Golem poco importa di unirsial coro dei tifosi. Molto meglio manifestare ammirazione aipochissimi uomini, che, con la sola forza delle proprie idee,si pongono al di sopra di questa logica meschina. Del restoil calcio italiano è lo specchio fedele del nostro Paese. Oggila Juve delle partite taroccate (chissà da quante stagio-ni…), ha epurato i cattivi della Triade e vive una nuova gio-

vinezza; completamente riabilitata dal purgatorio della Serie B che le risulta facile domi-nare a suon di gol: alla faccia di chi le voleva male. Così Riccardo Agricola, capo della for-nitissima farmacia bianconera, assolto in secondo grado dall’accusa di doping dopo lacondanna in primo, si permette di sfottere Zeman per le quattro “pere” rifilate dalla suasquadra di campioni al povero Lecce, dimenticando le “pere” che i suoi atleti hanno as-sunto per anni, stando almeno alle loro ammissioni nel corso delle testimonianze rese aigiudici. Il video amatoriale in cui un giovane Cannavaro e altri calciatori si fanno una mi-steriosa flebo nello spogliatoio, è invece già rimossa dall’immaginario collettivo e sostitui-ta dall’immagine della Coppa del Mondo e del Pallone d’oro. E così il prossimo anno tuttosarà di nuovo a posto: l’Inter delle intercettazioni, pedinamenti e 007 porterà (forse) cuci-to sul petto il primo scudetto vinto sul campo dai tempi di Trapattoni; la Roma dei rolexd’oro agli arbitri si sarà goduta un anno senza scomode rivali; il Milan del potere televisi-vo e degli eterni conflitti di interesse tornerà ai vertici della classifica e continuerà ad es-sere determinante per i bilanci delle squadre avversarie. Che male c’è, verrebbe da dire,se i calciatori si vendono le partite e le società falsificano passaporti, se lo spettacolodella politica e dell’economia nazionale offre spettacoli assai più desolanti? I colleghi diReport (Rai 3) hanno scoperchiato uno sconvolgente “caso” alla settimana nell’indifferen-za generale. La certezza statistica di brogli nelle ultime elezioni politiche non sconvolgenessuno. I delinquenti passeranno il Natale a casa. L’augurio del Golem non può che es-sere rivolto a ciascuno di voi lettori per un 2007 in salute e felicità. Magari con in giroqualche Zeman in più.

EDITORIALE

Il tacco d’ItaliaIl mensile del salentoAnno III - n. 32 - Dicembre 2006Iscritta al numero 845 del Registro

della Stampa del Tribunale di Lecce il 27 gennaio 2004

EDITORE:Nerò Comunicazione - Casarano - P.zza A.Diaz, 5

DIRETTORE RESPONSABILE:Maria Luisa Mastrogiovanni

HANNO COLLABORATO:Mario Maffei, Laura Leuzzi, Marco Sarcinella, Guido Picchi,

Marco Laggetta, Enzo Schiavano, Mario De Donatis, Antonio Lupo, Paolo Vincenti, Giuseppe Finguerra,

Francesco Ria, Flavia Serravezza, Antonella CoppolaFOTO:

Dove non segnalato archivio del Tacco d’ItaliaCOPERTINA:

Crazy Cat - Emad lynxREDAZIONE:

p.zza Diaz, 5 - 73042 CasaranoTel./Fax: 0833 599238

E-mail: [email protected]

PUBBLICITÁ:[email protected] - tel. 3939801141

Unione Stampa Periodica Italiana Tessera n° 14705

STAMPA:Stab. grafico della CARRA EDITRICE Z. I. - Casarano (Le)

ABBONAMENTI: 15,00 e per 12 numeri

c/c n. postale 54550132 - intestato a Nerò ComunicazioneP.zza Diaz, 5 - 73042 Casarano - [email protected]

IL PROSSIMO NUMEROIN EDICOLA IL 1° FEBBRAIO 2007

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Sottoscrizione abbonamenti per la rassegna e venditabiglietti spettacoli presso:Centro Informagiovani - via Parente - tel. 0833.514242(ore 10:00 - 13:00 / 17:30-20:30)

Biglietti presso il botteghino teatrodalle ore 18:00 - prima di ogni spettacolo.Spettacoli: porta ore 20:30 - sipario ore 21:00

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// Sguardo disillusoTrovo davvero squallido che i politici (di destra, centro e sini-

stra) si scarichino addosso accuse di voto di scambio sulla pelledei precari. E’ pronto Palese a giurare di non aver mai racco-mandato nessuno? Nessuno de La Fiorita? Nessuno in Regione?Del resto abbiamo visto lo stesso comportamento da parte dellasinistra per gli operai della Lupiae servizi (gente umile, non privi-legiati con stipendi d’oro). BASTA. Fate politica in modo pulito!

zx Marco Rizzo, commento ad Approfondimenti“Non è tutto oro quel che luccica”: Rocco Palese,

consigliere regionale di Forza Italia, chiama in causa la Regione Pugliain merito alle “assunzioni d’oro” dell’Ente

www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=1063#commenti

// La quarta chanceCome mai nelle possibili risposte del sondaggio “Sarai in

piazza con Berlusconi il 2 dicembre a protestare contro il re-gime?” non viene inserita una possibile risposta del tipo:

“E mica sono così scemo ad andare in piazza con una per-sona che pensa solo agli affari suoi in quanto è entrato in politi-ca solo per salvarsi le chiappe dalla giustizia e per salvare lecasse della sua azienda, in quanto poco prima di entrare in poli-tica Berlusconi aveva 5000 miliardi di lire di debiti e ora è ilquarto uomo più ricco del mondo”?

Secondo me se inserite questa possibile risposta e al son-daggio partecipasse solo gente intelligente e informata sui fatti,allora questa risposta avrebbe il 100 per cento delle preferenze.

20 novembre 2006zx Emanuele Santoro

// Ambientalista convintoE chi crede alle parole di Pellegrino? Quanto ci tenga all’am-

biente lo si capisce da quello che stanno facendo nel parco diUgento!!! Salviamo contrada Mendole!!! Che la tangenzialepassi da un’altra parte!!!

zx Paolo, commento a news “U Re di Casarano è salvo” di Enzo Schiavano 21.11.2006: Pellegrino ha promesso: “Gli alberi di maggior interesse non saranno distrutti”.

Sono salve, dunque, le piante ultracentenarie del fondo in contradaMendole a Casarano nei pressi del quale sorgerà la tangenziale. Un

trattamento particolare sarà riservato all’ulivo detto “U Re”.www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=1163#commenti

// La strigliata Professore...forza sennò il Salento perde l’ottanta per cento

del suo patrimonio...dia una occhiata alla cinquecentesca torrecolombaia sulla provinciale Felline - Torre San Giovanni: credoche necessiti di una sua segnalazione su questa rubrica.

zx Angelo Minenna, commento alla rubrica “All’incrocio dei venti”www.iltaccoditalia.info/sito/index-r.asp?id=442#commenti

// Belloluogo premia il TaccoC’era anche il Tacco d’Italia, tra i premiati, lo scorso 19

novembre, presso la Torre di Belloluogo a Lecce, in occasio-ne del primo Premio internazionale Torre di Belloluogo. Or-ganizzato dall’associazione culturale Osservatorio, coordi-nata da Beniamino Piemontese, e patrocinato dalla Provin-

cia di Lecce, il neonato premio ha lo scopodi promuovere e valorizzare il patrimonioartistico e culturale del Salento.

E a Maria Luisa Mastrogiovanni, direttoradel Tacco, il riconoscimento è andato “per ilsuo importante e delicato impegno di gior-nalista svolto, con grande passione, nei ri-guardi dei cittadini e degli utenti dell’Infor-mazione, delle popolazioni salentine, regio-nali, e nazionali attraverso la nascita e lapubblicazione del QuotidianOnline www.il-taccoditalia.info e del mensile cartaceo “Iltacco d’Italia”, distinguendosi per la difesa,il recupero e la valorizzazione del patrimonioartistico e culturale salentino e dell’interaPuglia”.

Questo è uno spazio libero per chiunque abbia qualcosa da dire. Raccoglie i pensieri, i commenti, gli interventi piùstrani o degni di nota che i lettori lasciano sulle pagine del quotidiano on line www.iltaccoditalia.info, il primo delSalento, con tre aggiornamenti al giorno sui temi più vari, dalla politica, all’economia, alla cultura agli spettacoli. E, allora, l’invito è aperto a tutti: fatevi sentire, partecipate alla vita del quotidiano on line. Potete commentareogni singolo articolo e le rubriche, iscrivervi al forum e rispondere ai pensieri dei blog. 24 ore su 24. Sta nascen-do la prima grande community salentina.E chi fa breccia nel cuore del Tacco, avrà qui un angolo per dire la sua.

ANGOLO 21

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Il fattore “C” della regione Puglia:immuni cultura e imprenditori.E Confindustria chiede di più

zx di Mario De Donatis*

Il fattore “comunicazione”, alimentato da veline governa-tive e da corrispondenze di parte, è ancora il pilastro portan-te della “Puglia migliore”. Tramite una comunicazione miratasi potrà ancora incidere sulle valutazioni della gente buona esemplice (quella che percepirà, un domani, le conseguenzedel navigare a vista, la vera strategia dell’attuale governo re-gionale) ma non sugli ambiente culturali, sociali ed impren-ditoriali. Perché tali espressioni della società civile guardanoallo scenario dello sviluppo e valutano i piani e i programmidella pubblica amministrazione, verificandone le risorse fi-nanziarie realmente disponibili ed il grado di affidabilitàdelle burocrazie.

“Costruire insieme il Salento di domani” il documentariopresentato a Lecce il 21 novembre scorso dalla Confindustriadi Lecce, è da considerare un campanello d’allarme, un sas-so gettato nello stagno.

E’ una risposta positiva, dopo le tante denunce indirizza-te al governo Vendola. E’ la società civile che tenta di reagireall’inerzia di una maggioranza non omogenea.

Inerzia denunciata non dalla opposizione presente inConsiglio regionale, disorganica per scelta, ma da pezzi dimaggioranza che chiedono più collegialità, dalla Cgil peresempio, che ha stigmatizzato le modalità di assunzionemesse in atto per il personale dirigente, e dai riferimenti delmondo produttivo come ad esempio il presidente della ca-mera di commercio di Lecce, Alfredo Prete, che ha diagnosti-cato “la mancanza di programmazione”.

Ma Alfredo Prete è andato oltre, ha messo in evidenza unmodo di essere dell’attuale governo regionale, denunciandoun comportamento che si limita “a visitare l’ammalato”, “adefinire la diagnosi”, “a prescrivere la medicina” che non vie-ne “né acquistata né somministrata”.

Che cosa dire di più?Bene ha fatto la Confindustria di Lecce che, con un docu-

mento forte e chiaro, ha ripreso i temi di fondo del “GrandeSalento”, della “Programmazione” del “dialogo istituzionale”.

Quale, ora, il percorso da intraprendere?Il documento di Confindustria merita molto di più dell’at-

tenzione che le Istituzioni hanno riservato allo stesso nelgiorno della presentazione: un vero e autentico dialogo isti-tuzionale da riservare al documento potrebbe far maturarequello che, oggi, manca al Salento come alla Puglia: la con-sapevolezza di una propria identità, di un disegno articolatoe credibile che vada oltre le sterili denunce e le illuminate eenunciazioni. C’è la necessità di tradurre le aspirazioni dellagente in politiche concrete.

Ma anche di “spendere bene” e non di “spendere comun-que” perché i flussi di spesa di oggi possano tradursi in svi-luppo per il futuro.

E c’è infine, anche, il bisogno di immergere il documentonelle acque della solidarietà e della sussidiarietà. Per ridarealla persona la sua centralità, in un sistema democratico epluralistico.

* Presidente Associazione “Identità e Dialogo”

N. 32 Dicembre 2006

LO STRANIEROLe tentazioni

della modernità sivincono (anche)

col presepe

Partendo da Milano, un anno fa, avevo soprattutto un’esi-genza: uscire dal vortice di materialità in cui ero finito. Scel-si il Salento quasi per caso. Non conoscendolo a fondo mibasai più sul mio istinto che su informazioni concrete. Appe-na arrivato iniziai subito ad innamorarmi di questa terra, cheavevo intuito essere magica, e della gente che la vive, chescoprii essere portatrice sana di saggezza. Presto mi accorsidi non essere il solo “immigrato innamorato”. C’è chi arriva echi torna dai tanti nord del mondo perché sente e vede lestesse cose.

Passarono i mesi e con il vivere quotidiano iniziai ad im-battermi sempre più spesso in quella realtà che purtroppoparla di una popolazione che “svende” quella saggezza pertrovare nuove prospettive di guadagno (penso ai mega-al-berghi, alla pesca con le bombe, alla massiccia cementifica-zione e privatizzazione delle coste, all’avvelenamento dellecampagne coi diserbanti).

Mi viene in mente la Thailandia, un popolo che vivevauna spiritualità eccezionale, dove ogni casa aveva il suotempio (spesso miniature che ricordano i nostri presepi),che ora ha rimpiazzato con cellulari, centri commerciali e re-sort, svendendosi sul mercato globale del turismo di massa(punti forti, dopo la natura, lo shopping, la droga e la prosti-tuzione).

La domanda che oggi mi viene spontanea è: perché pensa-re che il salentino sia immune alle tentazioni della modernità?

zx di Guido Picchi

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BOLLETTINO PER I NAVIGANTI

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ATTUALITÀz I L V I A G G I O D E L L A M E M O R I A / / R E P O R T A G E

IL VIAGGIO DI ALCUNI STUDENTI NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO DI AUSCHWITZ E BIRKENAU. UN VERO E PROPRIO PELLEGRINAGGIO LAICO. PER NON DIMENTICARE L’ORRORE DELL’OLOCAUSTO

“Mai più” lagerSi può prendere un aereo e partire, per tanti motivi. E ci si può preparare al viaggio con stati d’animo diversi. L’idea dello spostamento

ne porta con sé tante altre. Il bisogno di evasione, la curiosità di visitare luoghi nuovi, la voglia di tornare da dove sei partito. Ogni viag-gio ti cambia. Soprattutto se è un viaggio non solo fisico, che ti porta lontano chilometri dalla realtà in cui vivi, ma anche indietro nel

tempo. Una forma di pellegrinaggio laico nella memoria.Tre scuole della Provincia di Lecce (gli istituti tecnici “Vanoni” di Nardò, “Salvemini” di Alessano e “Meucci” di Casarano) questo viaggio nel-

la memoria l’hanno fatto. Nei giorni dal 10 al 12 novembre. Quando hanno preso l’aereo che ha portato alcuni ragazzi a Cracovia, nei campi diconcentramento di Auschwitz e Birkenau. Dove l’orrore dell’olocausto è ancora vivo. Per non dimenticarlo e, anzi, per viverlo, se si può.

Il viaggio rientrava nel più ampio progetto “Mai più” organizzato dalla Regione Puglia per l’anno scolastico 2005/06 e costituiva la con-clusione di un lungo discorso sull’olocausto, che si è sviluppato con convegni, incontri, approfondimenti. Per una mancanza di fondi, però, ilviaggio programmato per l’anno scorso, si è realizzato quest’anno.

E siccome crediamo che un’esperienza così forte possa essere raccontata solo da chi l’ha vissuta, abbiamo chiesto ai ragazzi che hannopreso parte al viaggio di dirci, in prima persona, che cosa hanno provato. Il risultato è stato sorprendente. Alunni e insegnanti entusiasti del-l’idea. Per quanto le parole possano rendere giustizia a certe sensazioni, questo è il resoconto di quei giorni. Scritto di loro pugno. Il cui sen-so profondo abbiamo sintetizzato in un’immagine efficace resa da uno dei ragazzi: “Avevamo freddo”. L’orrore inimmaginabile e indescrivibileè stato reso attraverso la descrizione, semplice, dell’incapacità di sopportare una sensazione fisica, familiare, consueta. Il freddo. I ragazzinon riuscivano a sopportare il freddo. Nonostante quei tre maglioni. Se il consueto diventava insopportabile, come hanno potuto vivere e so-pravvivere, i prigionieri, lì ad Auschwitz e Birkenau? E’ una delle tante riflessioni che gli studenti salentini hanno generosamente accettato divoler condividere con noi.

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il tacco d’Italia 9N. 32 Dicembre 2006

/ / R E P O R T A G E ATTUALITÀI L V I A G G I O D E L L A M E M O R I A z

IL VIAGGIO DI ALCUNI STUDENTI NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO DI AUSCHWITZ E BIRKENAU. UN VERO E PROPRIO PELLEGRINAGGIO LAICO. PER NON DIMENTICARE L’ORRORE DELL’OLOCAUSTO

LE TESTIMONIANZE DEGLI ALUNNI E DEI DOCENTI DELL’ISTITUTO TECNICO STATALE “MEUCCI” - CASARANO

«Reporter d’eccezione.E’ il 10 novembre 2006.E’ un giorno che cambieràla vita degli alunni di trescuole salentine:il “Meucci” di Casarano, il “Vanoni” di Nardò e il “Salvemini” di Alessano»

//“Troppo freddo per noi”

La “diversità”, il culto della razza ariana, il pregiudizio nei confronti degliebrei, sono solo alcune delle cause del loro genocidio, di cui testimonianze sonoAuschwitz, Birkenau, Dachau, Sobibòr, Treblinka, Therezin, Ravensbruk. Per tregiorni abbiamo respirato l’aria di alcuni di questi posti, ne abbiamo calpestatola terra, ci siamo emozionati guardando il muro delle fucilazioni, la cella di Mas-similiano Kolbe e quella di tante altre persone che non ci sono più. Capelli,scarpe, vestiti, fotografie ci hanno provocato emozioni forti e ci hanno portato achiederci come sia stato possibile. Abbiamo pensato al processo di spersonaliz-zazione che portava il detenuto a diventare “non-persona”: treni merci, personesenza nome, capelli e vestiti, sguardi spenti, numeri tatuati sulle braccia, carret-ti carichi di cadaveri sono sfilati davanti ai nostri occhi. Eppure la diversità è ar-ricchimento, cultura, conoscenza. Non motivo di persecuzione.

Calpestare la terra “sacra” di questi “templi dell’orrore” mi èquasi sembrato un sacrilegio. Ho provato tristezza, sconcerto, in-credulità. Sono sempre più convinta che come persona adulta,docente e mamma devo educare alla tolleranza e al rispetto deidiritti e della dignità dell’altro; insegnare alle giovani generazioninon solo a celebrare il 27 gennaio per mantenere viva la testimo-nianza di quanto è stato, ma a vivere la quotidianità agendo per-ché quella testimonianza resti in vita e contribuendo alla forma-zione di una coscienza di massa.

zx Rita Maria Manco, docente

Gli occhi possono vedere quello che la mente non può im-maginare. Niente può contenere Auschwitz, nemmeno la mente.Ad Auschwitz anche l’essenziale era superfluo. Lì l’urlo del silen-zio ferisce l’anima. Nessuno può comprendere a fondo quest’e-sperienza, finché Aushwitz non ti entra nel cuore.

zx Alessio Rocco Caputo

Ho imparato a non lamentarmi. Ho respirato l’aria di queiluoghi ad occhi chiusi immaginando cosa provavano migliaia dipersone in quelle stanze. Cominciavo ad avere un certo senso diclaustrofobia. Cominciavo ad avere paura.

zx Antonio Calcagnile

Niente è più grave del silenzio rispetto ad avvenimenti checoinvolgono la coscienza dell’umanità. Non mi stancherò maidel tozzo di pane che orna la mia tavola perché per quel tozzodi pane molta gente ha perso la vita. Le grida dei deportati chemi sembrava di sentire erano talmente atroci che talvolta erocostretto a distogliere lo sguardo da quelle visioni per resistervi.

zx Mattia Morciano

Possiamo descrivere quello che abbiamo visto, ma è quasi im-possibile dire cosa abbiamo provato… è un’esperienza che va vissuta.

zx Rocco Morello

Mai più fili spinati.Una foto scattata, durante il viaggio,dai ragazzi dell’Istituto “Vanoni”di Nardò

Campo di Auschwitz. Entrata.Il “Meucci” di Casarano con docenti e amministratori. Si vede la scritta “Il lavoro rende liberi”

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Ho conosciuto l’orrore fatto in quei tempi e mi farò portavo-ce affinché tutti possano venirne a conoscenza. Nei lager si re-spira un’aria di morte e abusi che non potranno mai essere im-maginati. Oggi, conosciuta la follia nazista, ringrazio il cielo diciò che mi mette a disposizione.

zx Roberto Panico

Entrando nel campo di concentramento di Auschwitz e do-po aver visto i forni crematoi ho notato che quei nazisti malatidi mente non conoscevano cos’era la dignità per quei poveriuomini che ottenevano la libertà solo dal camino. Non è facileesprimermi perchè ho provato qualcosa di indescrivibile, chenon si può capire se non si visitano quei posti. Nel campo diconcentramento di Birckenau mi sono chiesto come facesseroi detenuti a sopportare il freddo in quelle misere baracche. Ioindossavo tre maglioni pesanti sotto il giubbotto, guanti esciarpa, e morivo di freddo ugualmente mentre loro, invece, ve-stivano con una sola maglietta e un pantalone.

zx Valentino Occhilupo

Quello che ho visto esiste. Vorrei che fosse un’immaginazio-ne. Mentre camminavo in quel campo sapevo di essere libero,ma mi sentivo imprigionato. Non ho idea di come abbiano fattoi poveri ebrei a vivere lì per così tanto tempo. Il pensiero di tra-scorrere anche soltanto un giorno in quel modo mi fa venire vo-glia di morire. A pochi metri dalle baracche c’era il filo spinatopercorso da corrente: quel filo per me sarebbe stato un grandeamico.

zx Marco Miraglia

Vivere in quei luoghi, anche solo per poche ore è statauna esperienza indimenticabile, impossibile da spiegare e da“compatire”. Non si può descrivere la follia nazista, perché cisiamo immedesimati in tutti quei prigionieri, non possiamodiscolpare tutti quegli esponenti delle SS che accecati dallavolontà di potere hanno tolto la vita a milioni di innocenti,con l’unica colpa di essere ebrei, oppositori politici, omoses-suali, asociali, testimoni di Geova, zingari. Parliamone e por-tiamo dentro il ricordo perché ciò che è stato non si ripetamai più.

zx Luigi Cacciatore

Nel nostro mondo evoluto, ci sono ancora persone che col-tivano pensieri razzisti, che non si limitano a discriminare i “di-versi” ma compiono atti di violenza gratuita verso di loro. Trop-pa gente ancora oggi ignora quanto è accaduto, solo perché so-no avvenimenti del passato e che non l’hanno coinvolta in pri-ma persona.

zx Vito De Angelis

Rimanere indifferenti è un male. I campi di concentramen-to prima, di sterminio poi, ne sono una testimonianza. Lashoah, ossia l’annientamento degli ebrei, fu possibile non soloperché lo volle Hitler, ma anche perché molte persone con laloro omertà, il loro tacito assenso, la resero possibile. E’ ne-cessario estirpare l’indifferenza per non rischiare che il razzi-smo germogli ancora e provochi di nuovo catastrofi orribili.

zx Antonio Marra

All’aeroporto di Bari eravamo impazienti ed elettrizzati, inattesa della partenza per Cracovia.

Siamo entrati nel museo di Auschwitz assieme a NichiVendola, presidente della Regione. Con l’augurio che noi,nuove generazioni, riflettendo su ciò che avremmo dovuto ve-dere, potessimo coltivare per sempre il germe della fratellan-za universale.

Auschwitz: fermi all’ingresso del campo, con su la scritta:“Il lavoro rende liberi”. Eravamo incoscienti dell’orribile real-tà che ci sarebbe stata proposta da lì a poco, ma consape-voli del grande significato che avrebbe avuto per noi.

Che impressione è stata poter essere cosi vicini al filospinato, lo stesso che per anni ha costituito un grande incu-bo per i detenuti ebrei.

Come non commuoversi di fronte all’immagine degli in-dumenti indossati dai bambini, che nel campo ricevevano lostesso trattamento degli adulti.

Da Auschwitz ci siamo spostati a Birkenau, il più grandecampo di sterminio nazista, dove gli ebrei arrivavano su untreno e venivano selezionati da ufficiali e medici delle SS. Gliabili al lavoro venivano inviati al lavoro nel campo, mentrechi veniva ritenuto inabile veniva inviato nelle camere a gas.Il destino dei deportati era nelle mani di chi con un semplicecenno avrebbe loro indicato la strada verso il logoramentodel lavoro o la morte.

Dopo un’intera giornata in giro per i campi di concentra-mento, siamo ritornati nell’albergo in cui alloggiavamo, con ivolti stanchi, ma soprattutto provati per un esperienza cosìforte, che ci ha lasciato un segno indelebile. Ognuno di noi og-gi ha nel cuore un obiettivo: evitare che l’incubo di questa tra-gedia si trasformi in rassegnazione e perdita di coscienza.

ATTUALITÀz I L V I A G G I O D E L L A M E M O R I A / / R E P O R T A G E

I RAGAZZI DELL’ISTITUTO COMMERCIALE “SALVEMINI”DI ALESSANO RACCONTANO

//“Così vicini al filo spinato”

Il “Salvemini” di Alessano all’entrata del campo di concentramento di Auschwitz

Righe e numeri. I deportati venivano fotografati di fronte e di profilo,come delinquenti

Freddo e silenzio. Il filo spinato nel campo di concentramento

2.

1.

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ATTUALITÀI L V I A G G I O D E L L A M E M O R I A z

// “il fischio del trenosembrava spaventoso”zx di Lamberto Dell’Anna*

A voler definire quest’esperienza userei due aggettivi in ap-parente antinomia, terribile e stupenda.

Terribile, perché genera rabbia prendere atto che l’eserciziodi onnipotenza di alcuni ha generato un orribile mostro, che hadecimato popoli, culture, sistemi e, irrimediabilmente, segnato lastoria. Alla base dello sterminio di massa, esisteva un sistemaben organizzato, una rete di complicità fra Paesi che ha favorito ilpiano di morte. Basti pensare al servizio delle ferrovie che tra-sportavano i prigionieri nei campi (oltre ai tre principali di Ausch-witz, Birkenau e Monowitz, ne esistevano altri 40 distribuiti dap-pertutto), alle imprese che producevano il “ciclone b” (il gas uti-lizzato nelle docce) e a quelle che riducevano in schiavitù glistessi deportati. Da non dimenticare i medici delle SS, che ese-guivano esperimenti criminali sui prigionieri (Clauberg eseguivaesperimenti sulla sterilizzazione delle donne, Mengele sui bambi-ni, gemelli e menomati). Durante la visita ai campi di concentra-mento, una delle frasi che più mi è rimasta impressa nella menteè stata “….il fischio del treno sembrava spaventoso….”; la miamente ha iniziato ad immedesimarsi in uno qualsiasi dei passeg-geri di quel treno. Questo viaggio nel dolore ha fatto comprende-re a me, studente neretino, la grandezza della scelta compiutadai nostri nonni che hanno, all’occorrenza, saputo, senza esitazio-ni, dividere il pane con chi ne aveva bisogno ed ha trovato nellanostra terra umanità e calore. Questa esperienza, che mi ha riem-pito il cuore di forti emozioni e di speranza, spero possa unirsi aquelle di chi cerca in ogni modo e con ogni mezzo di gettare lebasi per una società multietnica e aperta al dialogo.

(L’intervento integrale di Lamberto Dell’Anna è pubblicatosu www.iltaccoditalia.info)

* Istituto tecnico statale “Vanoni” - Nardò V C Mercurio

// Capelli intrecciati di gentezx di Fabrizio Dell’Abate*

Abbiamo viaggiato nel passato oscuro e siamo riusciti a ma-lapena ad immaginare l’orrore che regnava nell’aria, tra i corri-doi, negli edifici, per le strade più di 60 anni fa.

E’ difficile credere come quel campo all’apparenza vuoto,possa nascondere dietro di sé stermini, morte, atrocità.

Lo scenario è autunnale, l’aria è fredda; visitiamo enormicapannoni ad Auschwitz e Birkenau; vediamo 500 posti letto inuna stanza che a malapena poteva contenerne 50. Proviamo adimmaginare la gente che affollava quei posti.

Proviamo a chiudere gli occhi e a sentire le urla, gli spari, ipianti, il silenzio, le risa degli ufficiali.

E’ uno scenario irreale. Forni crematori, camere a gas, filielettrici spinati, fosse comuni, muri da esecuzione, camere datortura. Tutto è così orribilmente duro e soffocante.

In quei luoghi hanno vissuto circa 200mila detenuti; sonomorte migliaia di persone senza una colpa, solo per ideali con-torti che nutrivano le menti di assassini.

Che cos’è rimasto? Le grigie divise dei prigionieri appese adun muro, le valigie ammucchiate in una stanza, posate e utensiliinvecchiati dal tempo, capelli intrecciati di gente che non c’èpiù, che ha sofferto, e il cui ricordo è stampato in bianco e neronelle foto sui muri.

In quei luoghi si respira oggi l’odore di una storia che nondovrà ripetersi mai più, imprigionata nella memoria di noi ragaz-zi, che si fa viva, mentre camminiamo sulle rotaie deserte chetanti visi impauriti ed innocenti hanno attraversato per arrivaread un cancello di ferro dal quale non sarebbero mai usciti.

Siamo spettatori inermi davanti a tutto ciò, incapaci di com-prendere le ragioni, impotenti ma decisi a non dimenticare, decisia far in modo di preparare un futuro migliore in cui i fucili, la fa-me, la morte, le torture siano solo lontani ricordi.

* Istituto tecnico statale “Vanoni” - Nardò V A Mercurio

/ / R E P O R T A G E

Entrata del campo di Auschwitz. Il “Vanoni” di Nardò si prepara alla visita

Mai più quotidianità. Sono ancora conservati ad Auschwitz gli oggetti personaliche gli ebrei avevano con sé al momento dell’arrivo nel campo di concentramen-to. Sono beni di uso quotidiano, testimonianza di vita semplice: 1. Fornello elet-trico e stoviglie; 2. Scarpe; 3. Capelli che venivano rasati ai deportati;

4. Foto di famiglia1.

3.

4.

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ATTUALITÀI L V I A G G I O D E L L A M E M O R I A z

// “Ho immaginato le personedietro al filo spinato”

E’ difficile tradurre in espressioni le sen-sazioni che ho vissuto. Appare del tutto im-pensabile che sia potuto succedere ciò che

abbiamo visto. La sensazione predominante è l’incredulità.Un sopralluogo in quei campi, dove si è consumata una tra-gedia così grande, è utilissimo da un punto di vista culturale,di crescita, di riflessione, e anche da un punto di vista interio-re. Ma è utile soprattutto perché fa pensare, e fa in modo cheognuno di noi si adoperi con tutte le sue forze perché quelloche è successo non succeda più. Io ho partecipato a questoviaggio per un arricchimento personale, ma anche perchéquesto arricchimento possa essere utile ai miei concittadini.Ho immaginato le persone dietro al filo spinato. Ricordo i re-perti conservati. I capelli, le montagne di capelli, che sono unsegno tangibile del passaggio di quella gente.

zx Remigio Venuti, sindaco - Casarano

// Un dolore lento e immaneCamminare nei campi di concentramen-

to significa ripercorrere il dolore lento e im-mane di tanta gente. Quel dolore deve di-ventare nostro in modo che possiamo evita-

re che episodi di questo genere si ripetano. La mia impres-sione non si può dire positiva o negativa, perché supera lasfera sentimentale. Sono scene che fanno riflettere. Il restosembra insignificante. Si ha l’impressione della piccolezzadei problemi che ci portiamo addosso. I ragazzi hanno senti-to queste sensazioni. Io vedevo nel loro silenzio e nei loroocchi lucidi il dolore che la nuova generazione avverte anco-

ra e che era giusto potesse conoscere. I ragazzi hanno vissu-to il viaggio col cuore. Una volta che sei lì, tocchi con manola gravità di quello che è successo. Ecco perché lo dobbia-mo testimoniare al mondo intero.

zx Fernando Bianco, assessore Affari generali - Nardò

// Quante storie in quelle valigieAver partecipato al viaggio della memo-

ria con i ragazzi delle scuole ha significatotoccare con mano la tragedia dell’olocaustoe la scientificità con la quale era stata pro-

gettata. A partire da quando gli ebrei venivano portati neicampi, a quando venivano privati dei beni personali, a quan-do venivano loro rasati i capelli, fino a quando erano condottinelle camere a gas.

Mi sono rimaste nella mente le valige provenienti da tuttaEuropa, con sopra i nomi dei viaggiatori. Mi ha colpito la pre-senza di oggetti di uso quotidiano, come una grattugia per ilformaggio o la cre-ma per le scarpe. Ela enorme distesadi foto familiari.Dietro quelle fotoc’erano persone,con famiglia, vissu-to, memoria. Sonovisioni che ti lascia-no senza parole.

zx Mauro Alba, assessore Cultura -

Alessano

/ / R E P O R T A G E

Valigie piene di vita. Un’immensa distesa di valigiereca ancora i nomi dei deportati, provenienti da ogni parte d’Europa

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ATTUALITÀz T U T T I D I C O N O C A R I T à

le lingue del mondoCarità in tutte

LE RELIGIONI PRESENTI IN SALENTO VISSUTEDA DENTRO. IL TACCO SI È MIMETIZZATO TRAI FEDELI E HA PRESO PARTE AI LORO RITI.VOLEVAMO CAPIRE CHE COSA SIGNIFICHI“CARITÀ” PER I NON CATTOLICI; ABBIAMOSCOPERTO CHE “FARE DEL BENE” È PATRIMONIO DI TUTTI

zx di Laura Leuzzi

Se è vero che il Natale significa carità, chiediamoci che tipo di cari-tà facciamo noi. Ogni giorno e a Natale, in modo particolare. Chiediamo-ci come accogliamo le persone diverse da noi. Per tradizioni, luogo dinascita, religione. E se è vero che il Salento è luogo di scambio e di pas-saggio di genti, proprio ora che si avvicina il Natale, prestiamo attenzio-ne alle culture, differenti dalla nostra, presenti sul territorio.

Noi siamo andati a conoscerle più da vicino per capire quale sensodanno alla parola “carità”; in alcuni casi, abbiamo preso parte ai loro ri-ti. Siamo stati accolti con sorrisi e disponibilità. E non ci siamo sentitidiversi da loro.

14 il tacco d’Italia

Maurizio Muscettola, devoto Hare Krishna

Mali Vishwanath con la moglie Sarita e il figlio Siddarth. Induisti

Papas Nik Pace, sacerdote cristiano di rito grecoPenda Toure e Aida Sarr, musulmani

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ATTUALITÀT U T T I D I C O N O C A R I T à z

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// Hare Krishna: per chi adora la pianta sacra

Arnesano. Tempio di Hare Krisna. Fafreddo ed è buio. Eppure sono appena lecinque del pomeriggio. Il tempio Nava RamaRajya di Arnesano, dove sono diretta, è l’uni-co del Salento. Ogni domenica vi si riunisco-no i devoti Hare Krishna, per pregare insie-me. Lo raggiungo senza difficoltà; è segnala-to da scritte fatte a mano sui muretti. Nonho idea di cosa mi aspetti.

A vederlo da fuori, il tempio sembrauna comune abitazione. Mi avventuro, nonsenza imbarazzo. In un piccolo ingresso, la-scio le scarpe e proseguo scalza, come miindicano un uomo e una donna. Apro laporta ed entro. Ci sono circa 15 persone.Profumo di incenso, tepore, tappeti, lucisoffuse e immagini di maestri spirituali. Idevoti vestono tuniche bianche annodatesulla schiena; gli uomini hanno i capelli ra-sati e una ciocca più lunga. Mi offrono uncuscino e mi siedo anch’io, per terra, agambe incrociate. Resto in silenzio, mentreloro intonano un mantra (una specie dicanto) di preparazione alla celebrazione. Iversi, sempre gli stessi, vengono ripetuti sumusiche e ritmi diversi. Il brahmana, il sa-cerdote, mi spiega che i canti purificano lamente.

Dopo circa mezz’ora, si entra nel vivodella celebrazione. Oggi ricorre l’ultimogiorno del mese di kartika, in cui si ricordaun episodio della vita di Krishna bambino.

Dopo aver intonato i mantra (lo faccioanch’io), è il momento di adorare la piantasacra di tulasi, con la quale si realizzano iljapa, il rosario (composto da 108 grani;ogni giorno, per pregare bisogna fare 16 gi-ri completi del rosario; la preghiera dura inmedia due ore), e le collane.

La pianta di tulasi viene disposta alcentro della stanza e noi iniziamo a girarleattorno recitando i mantra, per liberarcidei peccati. Quando, nel nostro giro, arri-viamo vicino alla statua in legno del mae-stro spirituale, Srila Prabhupada, compia-mo un giro su noi stessi e proseguiamo.Poi, uno alla volta, ci bagniamo una manocon dell’acqua e ne versiamo dell’altra sul-le foglie di tulasi.

Continuiamo con canti e danze fino ache non ci avviciniamo, ad uno ad uno, al-l’altare, dove è disposta l’immagine diKrishna bambino. Ognuno di noi accendead una candela un bastoncino ricoperto di

ovatta ed imbevuto d’olio e lo ruota in ariaper sette volte. I devoti mi stanno vicini fi-no a che non ho finito di compiere il rito. Icanti continuano. Io cerco di cavarmela co-me posso; se ogni tanto perdo il filo, qual-cuno mi indica il verso successivo.

“La carità per noi è una questione spiri-tuale – mi spiega Maurizio Muscettola, arti-sta leccese, devoto Hare Krishna - anche senon bisogna dimenticare l’elemosina mate-riale. Se un uomo è affamato, gli devi dare ilpane, ma gli devi insegnare come non averepiù fame”. La religione vedica si basa sulprincipio del ricongiungimento spirituale aDio; per questo proibisce fumo, droga, alcol,rapporti sessuali extramatrimoniali, giocod’azzardo. La soddisfazione dei piaceri fisicinon deve prendere il sopravvento. “Il nostronon è un vero induismo, anche se fa parte diquel ceppo religioso – continua Maurizio –ma è più una filosofia. L’induismo è fatto perle masse. Il nostro testo sacro, la Bhagavad-Gita, invece, può essere spiegato solo dallospiritualista, perché è troppo complicato. Misono avvicinato a questa religione per un bi-sogno di spiritualità che la religione cattoli-ca non riusciva a soddisfare”.

// Induisti, quando il prossimo chiama

Allo stesso tempio di Arnesano si riuni-scono gli induisti; ce ne sono circa 80 aLecce e provincia.

Lecce. Incontro Mali Vishwanath, 36anni, sulla porta di una caffetteria-libreria.Lui arriva su uno scooter, con il figlioSanny. Per chiacchierare meglio, mi porta acasa sua, dove conosco anche la moglieSarita, e il figlio più piccolo, Siddharth. In-tanto mi parla del suo lavoro. Di giorno lepulizie in uno studio dentistico; di sera,

«Ogni religioneintende la carità

a suo modo. Per Hare Krishna

e testimoni di Geova carità significa

insegnare la spiritualitàe il rapporto diretto

con Dio; per i musulmani,

donare parte delle proprie ricchezze

ai poveri; per induisti e cristiani

di rito greco, intervenire al momento

del bisogno»

Krishna

Shiva, dio degli induisti

Il tempio Nava Rama Rajya di Arnesano.Luogo di preghiera e di festa per i devotiHare Krishna

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ATTUALITÀT U T T I D I C O N O C A R I T à z

nelle abitazioni private. Fa, all’occorrenza, il cuoco a domici-lio. Di cucina indiana. E’ sereno; a Lecce, dove è dal ’94, hatrovato il suo equilibrio. Anche Sarita fa la collaboratrice do-mestica. I bambini vanno a scuola. “Il più grande è un orgo-glio; le maestre sono molto contente di lui. Per fortuna cihanno sempre voluto bene. Nessuno ci ha mai fatti sentire di-versi.” Il dio di Mali si chiama Shiva. Da questo sono nati glialtri. “Lui, invece, non è nato. C’era già”. Mali e la sua fami-glia non festeggiano il Natale nei modi cattolici. Le feste prin-cipali della loro religione sono dipawli, la più grande, e holly.La prima ricorda il ritorno di Dio dalla guerra, con cinquegiorni di festa, cucina abbondante, abiti eleganti, scambio diauguri e regali ai più piccoli. La seconda, un episodio leggen-dario: la morte di Holly, una donna cattiva, che voleva brucia-re sul fuoco un bambino buono. La religione induista vieta to-talmente la carne. “Ma qui a Lecce è molto buona – confessaMali – e allora la mangiamo, tranne quella di vitello, che pernoi è sacra”.

L’associazione “Indiani non residenti” di cui fa parte Mali

non ha programmi precisi di carità, ma si impegna molto nel-l’aiuto degli altri. “Siamo sempre pronti per il prossimo –spiega -; ad esempio, quando in caso di calamità naturali, of-friamo aiuto alle popolazioni in difficoltà”.

// Ecco la carità “legale”Penda Toure e Aida Sarr sono due

belle signore senegalesi. Hanno 53 e57 anni. Penda è presidente dell’asso-ciazione “Donne senegalesi” di Lecce,composta da circa 30 donne.

Caffè Prato. Le incontro a Lecce;mi vedono e mi sorridono. Ci sediamoal tavolino del bar ed iniziamo a chiac-chierare. Sono in Italia da più di diecianni; Penda è stata anche a Torino, maa Lecce “la gente è più accogliente”.Non riesce a capire, però, un pregiudi-zio nei confronti dei musulmani. “Mu-sulmano oggi significa terrorista; nonso come siamo arrivati a questo pun-to”. Penda lavora come badante pressoun’anziana. Aida fa la commerciantenei mercati. “In Salento si sta bene –dice Penda – ma non ci rimarrei persempre. Voglio tornare in Senegal, daimiei figli. Qui la vecchiaia è triste e co-sta troppo. Nella mia terra stiamo tuttiinsieme e ci aiutiamo a vicenda”. Oggiil Senegal offre qualche possibilità inpiù ai suoi giovani, ma anche ai suoianziani. Penda mi racconta di esserespesso vittima di giudizi affrettati. “Sia-mo musulmani come voi siete cattolici.Non facciamo guerre di religione”.

Per Penda e Aida la carità è un mo-mento importante della religione,un’attività nella quale impegnarsi tutti igiorni. Loro la definiscono “carità lega-le” perchè è uno dei precetti basilaridell’islamismo: chiunque abbia accu-mulato ricchezze da almeno un anno,deve darne il 2,5 per cento in benefi-cenza.

Lecce, Ecotekne, dipartimento diMatematica. Chefi Triki è docente all’U-niversità di Lecce. Ha 37 anni. Con luicontinuo a parlare di carità. Le princi-pali feste islamiche sono caratterizzatedalla condivisione delle ricchezze. Perla fine del Ramadan ogni musulmanoche se lo possa permettere fa l’elemo-sina (Chefi la chiama “elemosina lega-le”) ai poveri perché tutti possano fe-steggiare. Per la festa del sacrificio (siricorda il sacrificio di Abramo, dispostoad uccidere il figlio per Dio), ogni fami-glia uccide un agnello che divide in treparti: un terzo per la propria famiglia,uno per i poveri, uno per gli amici.

L’elemosina “legale” è uno dei cin-que pilastri dell’islamismo. Ma i buonimusulmani si impegnano costantemen-te per gli altri. L’associazione islamica“Assalam”, di cui Chefi è presidente èin contatto con altre associazioni inter-nazionali sul territorio nazionale. Unadelle più importanti, in Italia, è la “Isla-mic Relief” con sede a Milano. Le asso-ciazioni, insieme, organizzano program-mi di aiuto alle popolazioni bisognose.

Chefi è attualmente l’imam dellamoschea di Lecce, la guida che interpre-ta le parole degli “ulama”, i saggi che ri-spondono ai dubbi dei fedeli ma in unlinguaggio di difficile comprensione.

La religione musulmana prevedecinque preghiere giornaliere di circadieci minuti l’una e l’imam invita allapreghiera intonando un richiamo dalminareto. A Lecce il richiamo si fa pri-ma che la preghiera abbia inizio all’in-terno della moschea. Questa dev’esse-re un luogo semplice che faciliti il rap-porto con Dio. Quando chiedo a Chefise posso visitare quella di Lecce, luistorce il naso; mi fa capire che è me-glio di no perché disturberei la concen-trazione. Ma quando lo saluto, vado acercarla. Non è semplicissimo, perchénon è segnalata in alcun modo. Solouna volta arrivata (ora sono in piazzaNapoli), riesco a leggere “Moschea As-salam”, scritto in italiano. I vetri sonooscurati, ma sbircio attraverso una fes-sura: due uomini, con barba e baffibianchi mi guardano severi; sono sedu-ti a terra a gambe incrociate. Non ri-esco a vedere nient’altro. Spero di nonaver disturbato troppo e scappo via.

«Un pilastro dell’islamismoè la carità legale:

chi ha accumulato beni per almeno un anno,

deve donarne il 2,5 per centoai poveri; ma si basano

sulla carità anche la festa di fine Ramadan e la festa

del sacrificio»

Segni di dio. Il piccolo altare induista a casa di Mali

Difficile da trovare e da riconoscere.La moschea Assalam, dove pregano i musulmani

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ATTUALITÀT U T T I D I C O N O C A R I T à z

// Chiesa greca: unica in PugliaLecce, piazzetta Chiesa Greca, via degli Albanesi. Incon-

tro papas Nik Pace, sacerdote di rito greco (“papas”, alla gre-ca, significa sacerdote), 44 anni, calabrese di origini albane-si. La religione cristiana di rito greco si differenzia da quellalatina solo per il rito: la comunione si fa con pane lievitato ebattesimo, cresima ed eucarestia si somministrano insieme,al quarantesimo giorno di vita, l’età della presentazione diGesù al tempio. La chiesa di Lecce è l’unica di rito greco inPuglia; al Sud il rito ha resistito più che al Nord; in tutto, traSicilia, Calabria e Puglia, si conservano 15 chiese greche.

Quella di Lecce è frequentata anche da leccesi, che trova-no il rito bizantino più coinvolgente del latino. “Il Salento –dice Nik – ha mantenuto il legame con il territorio ed ha vis-suto migrazioni dall’Est che hanno conservato le tradizioni”.

La chiesa di Lecce ha la vocazione all’unità. Durante ilperiodo di Natale, che per il rito bizantino inizia il 13 dicem-bre, quando le cerimonie si svolgono in tutte le lingue, è fre-quentata da francesi, spagnoli, inglesi, tamil, albanesi, grecied italiani. “Il senso del Natale è la voglia di stare insieme ela disponibilità verso il prossimo”. Oggi la chiesa greca ha in-trapreso un programma di sostegno alla famiglia di due bam-bine albanesi affette la leucemia e fa beneficenza in ogni oc-casione. Inoltre, insieme all’Edisu dell’Ateneo salentino, aiutagli universitari stranieri nella ricerca di alloggio e nella pre-sentazione delle domande per le borse di studio.

// A lezione da GeovaTaurisano, Sala del Regno. L’adunanza è alle 19. La religio-

ne dei testimoni di Geova è una di quelle con le quali abbiamopiù a che fare, eppure ne sappiamo poco. Cerco di mimetizzar-mi tra la gente, ma fallisco. Mi chiedono se ho bisogno di qual-cosa. Mi fanno sedere tra le prime file, come ospite d’onore. Cisono circa 20 persone. L’incontro di oggi è una lezione, non unavera celebrazione. Quelle si svolgono il giovedì e la domenica(oggi è martedì) e durano circa due ore. L’appuntamento di og-gi durerà un’ora e consisterà nel commento di alcune pagine ditesti sacri lette a casa. Angelo De Giorgi conduce la discussionee fa domande ai presenti sugli insegnamenti di verità. Gli altririspondono, alzando la mano per prendere la parola. Anche ibambini. I testimoni di Geova non festeggiano il Natale: allon-tana dalla verità, perché secondo fonti storiche Gesù non sa-rebbe nato davvero il 25 dicembre e perché festeggiare distraedal vero senso religioso che è quello di avvicinarsi il più possi-bile a Geova. E “Geova non predica gli sfarzi”. Festa è compor-tarsi come lui vorrebbe, predicando la sua parola. Questa è laforma più alta di carità, perché porta gli uomini alla conoscen-za. Alla fine della lezione, la guida saluta e rimanda all’appun-tamento di giovedì. Mi chiedono di ritornare a trovarli.

Lecce, piazzetta Chiesa Greca. La chiesa, unica in Puglia, di rito cristianobizantino

Taurisano. La sala del regno dei testimoni di Geova

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QUESTIONE DI LOOKz L A C I T T à I N V I S I B I L E

zx di Enzo Schiavano

Casarano. Il fondo di contrada “Mendole”, dove si trovano decinedi ulivi ultrasecolari, diventerà un parco come aveva programmatol’amministrazione comunale? Forse si, ma in un paesaggio dovepredomina il cemento. Il sopralluogo dei tecnici della Provincia,effettuato oltre un mese fa, per verificare se il tracciato dellanuova tangenziale rischiava di eliminare le splendide piante, haprodotto questi risultati: 1) il tracciato della circonvallazionepasserà proprio dal fondo “Mendole”, nei cui pressi verrà realiz-zato uno dei 17 rondò, e non sarà modificato; 2) le piante più in-teressanti che dovessero essere spiantate, saranno ripiantatenella stessa area; 3) per la pianta denominata U Re, la più antica(circa 700 anni), verrà realizzata una struttura in muratura perevidenziarla rispetto alle altre.Insomma, il parco, anche se si dovesse fare, avrà sullo sfondo ilviadotto e il rondò di una specie di autostrada. E il “Re” appariràancor più solo e “nudo”. Eppure, l’amministrazione comunale haavuto tutto il tempo per far “allontanare” dall’area il tracciato esalvare il fondo così com’è attualmente, cioè una zona umida sug-gestiva dove sostano un’infinità di uccelli migratori, compresi ci-

gni e aironi rosa. I quali, ovviamente,disturbati dal traffico, sosteranno altro-ve. Palazzo dei Domenicani da anni sa-peva che doveva realizzarsi il parco econtemporaneamente la nuova tangen-ziale. Il progetto della “Circonvallazionedi Casarano”, infatti, ha cominciato il suo cammino amministrati-vo verso la fine degli anni Novanta; è stato oggetto di discussionein diversi passaggi negli organi istituzionali del Comune e dellaProvincia; è stato esposto al pubblico per due volte per dare mo-do ai cittadini di presentare eventuali osservazioni (e in una diqueste il proprietario del fondo aveva segnalato il pericolo).Il Consiglio Comunale, in particolare, ha discusso l’argomento perdue volte: il 13 dicembre 2001 e il 4 aprile 2004. E’ mai possibi-le, considerato il travagliato iter amministrativo del progetto, chein questi anni nessuno abbia evidenziato questo problema? Ilparadosso è che la vicenda si è sviluppata negli stessi giorni incui la Regione Puglia ha istituito la legge che tutela la piante diulivo secolari.

“Perdi la poltrona, più e più volte e poi la acquiste-rai. A Roma”. Gli apparve una notte in sogno,il leader Massimo, e Flavio Fasano non ebbe più dubbi: il suo sacrificio nel basso Salento, quello didarsi come agnello sacrificale nella competizionesia per la poltrona di primo cittadino di Gallipoli, sia per quella di senatore, gli avrebbe portato frutti.Ed ecco che è arrivata la nomina di consigliered’amministrazione dell’Enit (Ente nazionale per il Turismo) direttamente dal Ministero degli Esteri(ossia D’Alema). Da Gallipoli a Roma, dunque, il fidoFlavio. Un’occasione che non si farà sicuramentescappare per imprimere, dall’alto, in quanto rappresentante dell’Enit, una sterzata (a sinistra) al turismo gallipolino. Che tirato a destra e manca rischia di…restare fermo immobile. Tanto che l’amministrazione gallipolina capeggiata dal petroliere Barba ha storto il naso di fronte al progetto per tirare a lucido il porto, progetto presentato dal consorzio di comuni Area sistema capeggiato da Casarano. Ma questa è un’altra storia.

Maglie. La tangenziale che collega la Casarano-Maglie allasuperstrada per Lecce è pronta da anni ma, non essendomai stata collaudata, è chiusa. Le macchine però transitano, e molte, nei due sensi.L’imbocco con la superstrada le costringe ad una, spessomortale, inversione ad U.Presidente Pellegrino, a quando i ripari?

Costretti ad essere imprudenti. Un’auto effettua la pericolosa inversione ad U

FOTOPROTESTA

20 il tacco d’Italia N. 32 Dicembre 2006

Contrada Mendole: il “Re” è nudo

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1. Stazione di Maglie. Binario 3. Il treno partirà alle11.10. Direzione Otranto. All’entrata della stazione c’èuno sportello aperto al pubblico, ma deserto. Per capireda dove si accede ai binari, chiedo ad alcuni ragazzi. Lastazione sembra una vecchia casa abbandonata. Non uncartello di indicazioni, né un tabellone. Arrivo sui binari.Sono le 11. Li vedo di fronte a me ma non riesco a capirequale sia il terzo e come fare per raggiungerlo. “Per rag-giungere il terzo binario – mi spiega un signore - deve

ATTUALITÀz T R A S P O R T I D ’ E P O C A / / R E P O R T A G E

In carrozza.Un anno dopo

A DISTANZA DI UN ANNO, IL TACCO RIPRENDE IL TRENO. TRATTA MAGLIE-OTRANTO. PER VERIFICARE L’EFFICIENZA DEI SERVIZI FSE. ECCO CHE COSA VEDRÀ UN TURISTA CHE,

ALLA RICERCA DELLA PRIMA ALBA D’ITALIA, CERCHERÀ DI RAGGIUNGERE OTRANTO SULLE ROTAIE

« Nessun operatore allo sportelloinformazioni. Scarsa igiene e scarsasicurezza. Ritardo sui tempi di marcia.Eppure nella Carta dei servizi i viaggiatori si diconosoddisfatti»

zx di Flavio SerravezzaPromesse da marinai o promesse da capotreni, fate

un po’ voi. Il succo è che delle novità annunciate da MarioLoizzo, assessore regionale ai Trasporti, poco più di un an-no fa (con la delibera di giunta 1181 del 6 agosto veniva-no destinati 13 milioni e mezzo di euro per l’acquisto di13 automotrici leggere Fse) il Salento ha visto poco. Anzinulla.

Già nel numero di ottobre 2005 il Tacco si è occupatodi trasporto su rotaia, e quindi di Ferrovie del Sud Est (lamaggiore azienda di trasporto pubblico nella Regione Pu-glia e l’unico vettore su rotaia, nel comprensorio a sud diLecce) viaggiando sull’ipotetico percorso (Ugento-Lecce)di uno studente che dal basso Salento dovesse raggiunge-re l’Università.

“Il Sud Est – aveva detto in quell’occasione Mario Van-taggiato, segretario provinciale di Filt-Cgil – vive una si-tuazione difficile, soprattutto da un punto di vista infra-strutturale, tra inadeguatezza delle macchine e condizionidi sostanziale abbandono delle stazioni”.

Lo scorso ottobre si attendevano ancora le miglioriepromesse dalla Regione.

A più di un anno di distanza il Tacco ha ripreso il tre-no. Questa volta, scegliendo la tratta Maglie-Otranto, che,in occasione delle vacanze natalizie alle porte, sarà unadelle più utilizzate dai turisti in terra di Leuca, alla ricercadella prima alba d’Italia. La “carta dei servizi 2005”, rin-tracciabile su internet al sito www.fseonline.it, decantapercentuali altissime di viaggiatori soddisfatti. Ecco invecequello che abbiamo visto noi.

Colori anni ‘70.Littorina anni ‘50.Sulla tratta Maglie-Otranto il temposi è fermato

1. 2.

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attraversare i primi due”. “Ma è vietato”, dico io. “Guardiprima a destra e poi a sinistra - mi risponde –; se non vedetreni in arrivo, si affretti a passare”. 2.Niente sottopassaggio. Attraverso i binari. Solo un turi-

sta stranito aspetta con me il treno, la classica littorinaarancione ricoperta di murales.

Il macchinista si avvicina, attraversa anche lui di corsa ibinari, e sale a bordo.Non sono in una delle 13 nuovissime automotrici leggere

che Mario Loizzo, assessore regionale ai Trasporti, aveva pro-messo più di un anno fa. Le speranze che fossero destinate alSalento erano poche, ma c’erano. 3. Il mio treno è di sicuro del1952-53; il macchinista lo conferma. I sedili di pelle sono inpessimo stato. Le condizioni igieniche scarse. Le cabine di gui-da e le aree entrata-uscita dal treno non credo siano mai state

modificate da 50 anni a questa parte. La ruggineha provocato buchi vicino ai finestrini e nella ca-bina del macchinista. 4. 5.Il beccuccio di unestintore è rattoppato con delle reti. Di dubbiofunzionamento. C’è una stufa piccolissima e ar-rugginita. Alla faccia dei moderni impianti di cli-matizzazione decantati dalla carta servizi Fse.

Sono le 11.20. Il treno tarda a partire per-ché aspetta una coincidenza. Sono scioccatada quel che vedo. Quanto il turista, a bordocon me. Sale una coppia di ragazzini e si parte.Non una voce che annunci la partenza (né il ri-tardo) o il transito della coincidenza di pochiminuti prima.

Chiedo informazioni a chi guida il treno, cheper motivi di tutela aziendale, chiamerò signor

Mario. Gli faccio un po’ di domande, perché mi accorgo di nonpoter aprire il finestrino. È bene che sia incastrato perché affac-ciandomi rischierei di prendere un ramo di albero in faccia. Tuttoil percorso fino a Otranto, infatti, è pericoloso per i passeggeriche osano prendere un po’ d’aria. Le vecchie automotrici, dota-te di una sirena luminosa esterna che avvisasse i viaggiatoridel treno in partenza, mi dice il signor Mario, vengono buttategiù dagli alberi mentre il treno viaggia. Le rotaie, tra l’altro, so-no molto vecchie in questo tratto di ferrovia e se il treno superail limite dei 50 chilometri orari (la velocità massima prevista suquesta linea) corre il rischio di “slittare fuori”. Il treno va. Vicinoalla stazione di Giurdignano, dove si ferma ma non scende né sa-le nessuno quasi mai, vedo un passaggio a livello incustodito. Ilmacchinista suona e rallenta, ma il rischio è altissimo.6. Arriviamo a Otranto con un quarto d’ora di ritardo. La

stazione ha una sede antica tenuta malissimo. Scendo.Chiedo una carta degli orari dei treni, ma non esiste. Devoconsultare il sito internet o ricopiarli dal tabellone appeso almuro delle stazioni. Ci rinuncio. Ho bisogno del bagno e midanno una chiave. Guardando i servizi “igienici” della stazioneci ripenso e ritorno sul treno.

Dopo 10 minuti si riparte. A Maglie gli studenti si prepara-no a salire sui treni per tornare a casa. Penso a come attra-verseranno i binari. “Peccato – dice Mario – tutti usufruireb-bero dei treni delle Fse se il servizio non fosse così scarso, so-prattutto quanto a sicurezza. Comprano motrici che non viag-geranno mai su questivecchi binari. La rete delbasso Salento è tagliatafuori dagli investimentodell’azienda”. In stazioneci sono altri treni fermisui binari, azzurri e lucci-canti. Niente scritte. Pen-so che forse possono es-sere le nuove motrici. Midicono che hanno solo ri-vestito la ruggine dei vec-chi treni, quelli del ’52-’53, con una “nuova pellecolorata”. Guardo un po’a destra, un po’ a sinistrae attraverso i binari.

il tacco d’Italia 23N. 32 Dicembre 2006

ATTUALITÀT R A S P O R T I D ’ E P O C A z / / R E P O R T A G E

// 70 anni di Fse. Viaggiatori soddisfatti. Forse

Da più di 70 anni (dal 1931) viaggiare in Puglia, in trenoo in autobus, significa viaggiare con le Ferrovie del Sud Est.La maggiore azienda di trasporto pubblico operante nella re-gione che unisce il capoluogo, Bari, e gran parte della suaprovincia, alle province di Brindisi, Lecce e Taranto. La reteferroviaria, con i suoi 474 chilometri di linea, costituisce, do-po le Ferrovie dello Stato (cui è interconnessa), la più estesarete omogenea italiana; essa attraversa le quattro provincemeridionali della Puglia, collegando fra loro i capoluoghi diBari, Taranto e Lecce, nonchè 85 Comuni del loro circondario.

Questi i dati diffusi dalle Ferrovie Sud Est nellaCarta dei servizi 2005:

Fattori di qualità (monitoraggio 2005) Percentuale di soddisfatti(valori medi)

Sicurezza di viaggio 74%Regolarità del servizio 72%Pulizia e condizioni igieniche 44%Informazioni alla clientela 83%Comfort di viaggio 46%Servizi aggiuntivi – attenzione all’ambiente 42%Aspetti relazionali 91%

4.

5. 3. 6.

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IL SALENTO CHE CRESCEz E C O S U D A M B I E N T E

Eco Sud Ambiente.Vicini alla terra

per vocazione

Vigilanza AmbientaleLe discariche abusive sono un fenome-

no sempre crescente ed i Comuni pur sa-crificando diversi fondi per le bonifiche,vedono le periferie sempre costellate di ri-fiuti di vario genere.

Per porre fine a questo fenomeno laEco Sud Ambiente s.r.l. ha istituito un ser-vizio di “Vigilanza Ambientale” con l’ob-biettivo di controllare tutte le zone perife-riche mediante un monitoraggio costante,utilizzando personale qualificato ed auto-

DA VENT’ANNI CONSULENZA, RACCOLTA, TRASPORTO E SMALTIMENTO RIFIUTI

Dell’amore per la natura, a volte, nonsi può proprio fare a meno. La storia diEcoSud Ambiente, azienda che si occupadi rifiuti speciali tossici e nocivi ne è laconferma.

EcoSud Ambiente S.r.l. nasce nel 1986dall’esigenza di un gruppo di imprendito-ri del settore calzaturiero di smaltire i ri-fiuti derivanti dai processi produttivi.

Promotori della sua costituzione sonola C.S.A. S.r.l, già esperta in consulenzaambientale, e la BI. VI. di Torino, una del-le aziende leader in campo nazionale perlo smaltimento dei rifiuti speciali e peri-colosi. Ma la costituzione dell’azienda eragià nella mente del direttore tecnico Rosa-rio Merico, da sempre animato dall’amoreper l’ambiente.

Lo stesso Merico spiega come esserenato e cresciuto a contatto con la naturaabbia stimolato in lui un interesse così

forte nei suoi confronti. Il legame con laterra è, infatti, qualcosa che ti rimane den-tro. “Il mio primo lavoro a cinque anni –ricorda Merico - era raccogliere gli arbustidai campi che sarebbero poi serviti per ilriscaldamento. I profumi che emana anco-ra oggi la vegetazione dell’incantevolepaesaggio che ha visto la mia infanzia miridà la gioia e la spensieratezza di unavolta”.

Insieme alla raccolta dei rifiuti indu-striali, settore per il quale cura circa 300aziende, la EcoSud Ambiente si specializ-za, così, nella raccolta e nel trasporto deiROT. Ma non solo. Perché le esigenze dimercato la portano ad occuparsi anche di“bonifiche di amianto”, settore nel qualeessa ha oggi, dopo vent’anni dalla nascita,acquisito notevoli competenze, potendocontare sull’alta professionalità di 15 col-laboratori.

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mezzi facilmente individuabili.Tutti i Comuni che hanno attuato questo

servizio (Poggiardo, Uggiano La Chiesa,Otranto, Casarano, Novoli, Giurdignano)hanno di fatto riscontrato una forte ridu-zione di questa cattiva abitudine.

L’amiantoL’amianto costituisce un pericolo per la

salute dell’uomo a causa delle fibre di cui ècostituito.

Il rilascio di fibre nell’ambiente può av-venire se queste vengono manipolate e la-vorate o spontaneamente (nel caso di mate-riali friabili, usurati o sottoposti a vibrazio-ni, correnti d’aria, urti).

L’esposizione a fibre di amianto puòprovocare malattie dell’apparato respirato-rio e delle membrane sierose, principal-mente la pleura.

La Eco Sud Ambiente s.r.l., da oltre 10 an-ni, provvede alla risoluzione di tale proble-ma mediante le tecniche dell’incapsulamen-to, sconfinamento e smaltimento, utilizzan-do mezzi e personale altamente qualificato.

IL SALENTO CHE CRESCEE C O S U D A M B I E N T E z

zx a cura di Nerò Comunicazione

Eco Sud Ambiente.

DA VENT’ANNI CONSULENZA, RACCOLTA, TRASPORTO E SMALTIMENTO RIFIUTI

Da oltre 15 anni la EcoSud Ambiente s.r.l. fornisceconsulenza ambientale e ser-vizio di smaltimento rifiuti agrandi e piccole impresepubbliche e private. L’azien-da può oggi contare, tra isuoi clienti, Poste ItalianeS.p.A., Sogesta, Poggiardo,Uggiano La Chiesa, Otranto,Novoli, Casarano, La Fonda-zione Filograna, Giochi Park,

L’Aia Vecchia s.r.l., Duedys.r.l., Newlat s.r.l., Emmegi,ILPA s.r.l., Ex Distilleria Gal-lipoli, Cantiere Nautico F.lliLongo, Etichettificio Perruc-cio, Maremonti.

Tra i più importanti inter-venti dell’azienda guidata daMerico si ricorda quello rea-lizzato a Campi Salentina conla bonifica dell’ex OpificioCapurro di circa 18mila metri

quadri e quello al Comune diPoggiardo con la bonificadell’ex campo Boario.

Grazie a strumenti comeaspiratori a filtri assoluti laEco Sud Ambiente s.r.l. boni-fica ambienti inquinati da fi-bre di amianto. Tra questi ti-pi di interventi sono di parti-colare importanza quelli ese-guiti presso numerose sedidelle Poste Italiane S.p.A..

EcoSud Ambiente, via Uggiano 63/b - 73020 Casamassella (Le) - Tel./fax 0836.811900E-mail: [email protected] - [email protected]

Curriculum e referenze

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26 il tacco d’Italia

Ètempo di Natale. Il periodico corso degli eventi, scanditodal calendario, riesuma buoni sentimenti e migliori in-tenzioni. Ricorre una gioia di cui è difficile spiegare il

senso. Ed è questa la magia del Natale. Ma ci sono anchemotivi meno sentimentali e più materiali per essere pervasida ottimismo e buon umore. Con le feste arriva la tredicesi-ma, la parte dello stipendio che si consuma in fretta, trastrenne e libagioni natalizie. La tredicesima è per molti, manon per tutti. Infatti, esiste una moltitudine di persone, per lequali il diritto ad un regolare stipendio (e mettiamoci purequello alla tredicesima) è solo un miraggio. Le vicende (vere)narrate da alcune persone che subiscono il lavoro irregolare,forse, farà perdere a qualcuno la magia. Buon Natale, ugual-mente. A chi può permetterselo.

Vedo nero. Storie di lavoro irregolare

// 12 ore di lavoro e metà stipendioEmir, 24 anni: “Sono giunto clandestinamente in Italia,

sfuggendo dalla guerra nella ex Jugoslavia, lasciando la miafamiglia in Kosovo. Inizialmente, sono stato in un centro di ac-coglienza gestito da religiosi. Quando ho avviato la proceduraper il permesso di soggiorno, ho dovuto cercare un lavoro. Ho

conosciuto un facoltoso imprenditore, che mi ha proposto dilavorare per lui in una nota struttura alberghiera. Svolgo qual-siasi mansione mi richieda. Lavoro circa dodici ore al giorno,dalle sette alle venti con pausa pranzo di un’ora, e la miaretribuzione è inferiore di oltre la metà a quella dichiaratain busta paga. Il mio datore di lavoro giustifica questa diffe-renza come spesa per l’alloggio in un appartamento di cuilui stesso è proprietario. Con lo stipendio pago anche il vit-to. Mando alla mia famiglia, a Pec, quel poco che riesco a ri-sparmiare. E’ una fortuna che almeno mi versi i contributi”.

// “Voglio mio figlio. E un altro lavoro”Dario, 27 anni: “Vivo in un paese della Grecìa. Lavoro nel

magazzino di un esercizio commerciale, a Maglie. Il mio datoredi lavoro ha dichiarato al Centro Provinciale per l’Impiego diavermi destinato al lavoro nei campi, come bracciante. La miaretribuzione è di molto inferiore rispetto a quella dichiarata: ri-cevo 400 euro mensili, mentre lui trattiene il resto della bu-sta paga. Recentemente sono andato a vivere con la mia com-pagna, dalla quale aspetto un figlio. E’ impossibile tirare avan-ti. Ho chiesto un aumento che il mio datore di lavoro mi hanegato. Mi ha dato un consiglio, però: spingere la mia compa-gna ad abortire, dato che questo figlio non lo potevo mante-nere. Ho provato rabbia. Io voglio che mio figlio nasca, ma nonho lasciato il lavoro perché non riesco a trovare alternative”.

N. 32 Dicembre 2006

TEMPO DI TREDICESIMA. MA NON PER TUTTI. ABBIAMO INCONTRATO ALCUNE PERSONE PER LE QUALI,ANCHE A NATALE, IL LAVORO NON REGOLARE È REGOLARE AMMINISTRAZIONE

Bianco Natalee lavoro nero

ATTUALITÀz T R E D I C E S I M A . P E R C H I C E L ’ H A

«Emir accetta unaretribuzione pari a metà di quanto

dichiarato in busta paga; Dario non sa come mantenere il figlio che sta

per nascere; Riccardovorrebbe andar via»

zx di Giuseppe Finguerra

Il rosso controil nero.La campagnapubblicitariadi Cgil

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il tacco d’Italia 27

// Diploma a pieni voti. E voglia di andar viaRiccardo, 25 anni: “Vivo in un paese a pochi chilometri

da Maglie. Il lavoro che svolgo è completamente in nero. Fac-cio il cameriere in un ristorante e guadagno circa 500 euroal mese, ma mi considero fortunato, perché almeno ricevo ilvitto. In passato ho sempre lavorato presso aziende salentinecome ragioniere. Sono diplomato a pieni voti presso l’I.T.C. diMaglie, ma non ho mai trovato un posto di lavoro stabile, acausa delle scarse retribuzioni o delle assunzioni a tempodeterminato. Ho anche fatto il cameriere in un bar alla mo-da di Maglie, in cui ero stato assunto con un contratto parttime. Apparentemente si trattava di un lavoro regolare. Difatto, ho lavorato con turni di dieci ore, con una retribuzio-ne netta di tre euro all’ora. Ho mollato dopo due settimane.Spesso penso di emigrare in luoghi dove si possa lavorare inmodo più dignitoso, ma questo significherebbe lasciare solamia madre, cui non è rimasto altro affetto”.

// Camerieri Co.Co.Pro.Fonte dell’Ispettorato del Lavoro ProvincialeQuali sono i casi più rilevanti di lavoro irregolare indivi-

duati con l’attività ispettiva nel territorio provinciale?“Abbiamo scoperto, a Matino e Casarano, laboratori tes-

sili gestiti da cinesi. La manodopera abitava negli stessi loca-li dell’azienda, non idonei dal punto di vista igienico e sani-tario, e lavorava in nero, in una condizione vicina alla schiavi-tù. Le aziende cinesi operavano su commissione di importan-ti marchi del luogo.

Inoltre, nel corso dei controlli svolti durante la stagioneestiva nelle aziende turistiche, abbiamo rilevato che erano ir-regolari l’80/85 per cento dei rapporti di lavoro.

Poi, vi è il settore dei call center. Ce ne sono pochi, macon molti dipendenti. Il totale delle persone occupate è circa1500 unità, ed il numero è in aumento. Il 90 per cento dei

lavoratori nei call center sono inquadrati in contratti di colla-borazione a progetto (Co.Co.Pro.), che maschera un vero eproprio rapporto di lavoro subordinato. Addirittura, in un ca-so, abbiamo trovato un bar con il cameriere assunto comecollaboratore a progetto”.Con quali strumenti normativi reprimete le situazioni di

illegalità?“L’ispettore del lavoro è un ufficiale di Polizia Giudiziaria.

Ha libero accesso nei luoghi in cui vi sono lavoratori dipen-denti, senza che siano frapposti ostacoli. Le sanzioni irrogatealle aziende irregolari possono essere pesanti. La legge Ber-sani ha istituito una multa di 3mila euro, più 150 euro perogni giorno lavorativo irregolare. Nei casi più gravi si giungeal sequestro del luogo di lavoro”.Il personale e le risorse materiali a vostra disposizione

sono sufficienti?“Il personale presso l’Ispettorato del lavoro di Lecce è

insufficiente rispetto alla mole di controlli da affrontare. So-lo nel 2006 abbiamo ricevuto circa 1500 denunce. L’assun-zione di sette nuovi ispettori ha migliorato la situazione.Inoltre, dall’inizio dell’anno fino a maggio, abbiamo avuto ilproblema della mancanza di soldi per pagare la benzina deiveicoli degli ispettori in servizio. Tra l’altro, le vetture utilizza-te sono quelle private degli ispettori, dato che non abbiamoun parco macchine e i rimborsi della benzina sono inade-guati. Ma non è tutto, perché ci è capitato anche che man-cassero i soldi per le affrancature della corrispondenza. Percui, dato che lavoriamo soprattutto con le numerose segna-lazioni dei lavoratori e dei sindacati, questi sono costretti aritirare la corrispondenza di persona, o a ricevere le comuni-cazioni per fax”.

N. 32 Dicembre 2006

«L’85 per cento dei rapporti di lavoronel settore turistico sono irregolari. L’Ispettorato del Lavoro.Che ha tantolavoro da svolgere ma pochi soldi

per benzina e francobolli»

«In poco più di un anno l’occupazionefemminile in Salento è scesa del tre per cento. Diminuiscono anche le donne in cerca di lavoro, ma solo perché lavorano in nero. Nel 2004, in 183 si sono dimesse permaternità»

ATTUALITÀT R E D I C E S I M A . P E R C H I C E L ’ H A z

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28 il tacco d’Italia

// Condizioni “atipiche”Ettore Bambi, Commissione pro-

vinciale per l’EmersioneQuanto è presente il lavoro irre-

golare nella provincia di Lecce?“Il lavoro nero o irregolare non

può essere quantificato in modoesatto. Il 33 per cento dei rapporti dilavoro è in qualche modo irregolare. Isettori più interessati sono agricoltu-

ra, artigianato, commercio e servizi. È modificato il tipo di per-sona che accetta la riduzione o la negazione del diritto allagiusta retribuzione, alla previdenza sociale e alla sicurezza sulluogo di lavoro. Infatti, non è solo la manodopera poco scola-rizzata e con scarse qualifiche a cadere nella rete del lavoroirregolare, ma anche diplomati o laureati, persone qualificatee con professionalità medie o alte. Il lavoro irregolare è anchenegli studi professionali. Giovani laureati sono impiegati concontratti atipici che mascherano il lavoro nero”.Qual è l’attività della Commissione per l’Emersione?“Non è un organo repressivo. Andiamo nelle aziende e fac-

ciamo in modo che esse ‘si confessino’, spiegando le ragionidel ricorso al lavoro irregolare. Dopodiché, suggeriamo possi-bili soluzioni che portino alla regolarità. Questa attività ha giàriscosso successi, e presuppone un’analisi del problema e l’u-tilizzo di misure di supporto per aiutare l’azienda ad emerge-re, allo stesso tempo regolarizzando i rapporti con i propri di-pendenti. In questo periodo la nostra attività di supporto siconcentra sul piccolo e medio artigianato, che per le sue ca-ratteristiche ha difficoltà nell’assunzione di manodopera rego-lare. Invece, nel settore dei servizi, studiamo le cattive prassidel ricorso al lavoro irregolare a seconda della tipologia diazienda e delle aree territoriali, per comprendere e per com-battere le cause culturali ed economiche del problema”.

// Poche donne in cercaSerenella Molendini, consigliera

di parità della Provincia di LecceCome si manifesta il lavoro ne-

ro in provincia?“Il problema del lavoro nero nel

Salento è molto grave ed è così radi-cato nel nostro tessuto produttivoda divenire un fatto culturale. Quan-do il passato Governo ha incentivato

le aziende ad emergere, nessuna azienda salentina dei setto-ri dell’agricoltura e dei servizi ha usato tale opportunità.

Un altro fatto preoccupante è la diminuzione dell’occu-pazione femminile dichiarata. L’occupazione femminile nel2004 si attestava intorno al 33 per cento, nel 2005 e nel pri-mo semestre del 2006 è scesa intorno al 30 per cento. Dimi-nuisce anche il tasso delle donne in cerca di lavoro, perchéle lavoratrici entrano nel circuito del lavoro nero e non di-chiarano più la loro condizione di disoccupate.

Infine, nel 2004, in provincia di Lecce, 183 donne si sonodimesse dal lavoro per maternità, spesso a causa di ricattidei datori di lavoro. E’ una situazione non dissimile dalle bu-ste paga in nero”.

Come contrasta il lavoro nero?“Sono impegnata a prevenire le discriminazioni nei luo-

ghi di lavoro e a favorire l’occupazione femminile. Molte lavo-ratrici e molti lavoratori denunciano discriminazioni e mole-stie sessuali nei luoghi di lavoro al nostro sportello in Provin-cia. Queste situazioni si manifestano soprattutto là dove esi-stono rapporti di lavoro irregolare. In qualità di Pubblico Uffi-ciale e con l’autorizzazione della persona, intervengo anchein giudizio, affinché siano giudicati i responsabili e tutelati idiritti dei lavoratori. Purtroppo sono ancora molte le personeche, dopo avermi svelato i loro problemi nei luoghi di lavoro,non arrivano al passo successivo della denuncia. In questicasi attiviamo un momento di consulenza, di ascolto, ed aiu-tiamo le persone a trovare un’altra occupazione”.

N. 32 Dicembre 2006

ATTUALITÀz T R E D I C E S I M A . P E R C H I C E L ’ H A

zx di Francesco Ria

«Ettore Bambi: “Il 33 per cento deirapporti di lavoro è in nero. Agricoltura,artigianato, commercio, servizi, i settoripiù interessati. E oggi anche diplomati o laureati accettano condizioni di lavoroirregolare”»

«In Salento il lavoro nero è un fattoculturale. Quando il passato governo haincentivato le aziende ad emergere,nessuna l’ha fatto»

Ettore Bambi. Serenella Molendini

info point Casarano

tel.: 0833.512416

GALLIPOLI (Le)Via B. Croce, 1/B

Cell. 320.4276362

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30 il tacco d’Italia

Se il Presidente della Repubblica, in visita ufficiale aLecce, ha definito la nostra Università come “la migliore tragli atenei di seconda generazione di tutto il Sud Italia” (hacioè escluso, più per cortesia che per altro, Napoli, Bari ePalermo), qualche motivo ci sarà. Ed è per comprendere ilperché di tanta considerazione, e per conoscere meglio il la-voro delle nostre menti migliori, che proveremo ad intrapren-dere un percorso di scoperta tra i migliori progetti di ricercadell’Università di Lecce. Inizia qui una nuova rubrica.

Iniziamo da molto lontano: dallo spazio. All’interno delgruppo di Astrofisica che opera presso il Dipartimento diFisica, è presente un sottogruppo che si occupa di studia-

re il nostro Sistema Solare, coordinato da Sergio Fonti ecomposto da tre docenti, due assegnisti, tre dottorandi e duetecnici. Tra i progetti più importanti portati avanti in questianni, indubbiamente spiccano le partecipazioni a tre mis-sioni spaziali internazionali: Mars Express, Venus Express eRosetta. La prima sonda sta studiando il Pianeta Marte, laseconda è su Venere, mentre l’ultima è in viaggio verso unacometa che raggiungerà nel 2011.

Con l’aiuto di Fonti cerchiamo di capire meglio il lavorodegli astrofisici dell’Università di Lecce.

// Luce in laboratorioIl gruppo analizza in laboratorio campioni di interesse

astrofisico: cioè osserva oggetti del cielo dalla luce emessa.Tra i corpi spaziali, alcuni emettono radiazione luminosa (lestelle), altri la riflettono (i pianeti). La luce ha delle “impron-te” particolari, a seconda dell’oggetto che l’ha emessa o ri-

flessa. Non è facile risalire da un raggio di luce all’informa-zione sulla composizione di un corpo celeste: serve un codi-ce che consente di riconoscere immediatamente, dalle carat-teristiche della luce, le caratteristiche dell’oggetto dal qualeproviene. Così a Lecce si lavora in laboratorio ricostruendosituazioni simili, ma controllate, a quelle spaziali: si fa pas-sare la luce attraverso materiali di origine nota, e si analiz-za il raggio finale osservando come è cambiato rispetto allasituazione di partenza.

// Un po’ di Lecce nello spazioNel giugno del 2003 è partita la missione spaziale euro-

pea Mars Express, con l’obiettivo di studiare il pianeta ros-so. L’entrata in orbita con Marte è avvenuta nella notte diNatale 2003 e i primi dati sono giunti sulla Terra pochi giornidopo. A bordo di Mars Express sono presenti sette strumenti,due dei quali sono stati realizzati con la collaborazione delgruppo leccese. PFS analizza la luce infrarossa e ha vissuto lepiù importanti fasi di sviluppo proprio nell’Università di Lecce;Omega, invece, è una collaborazione con gruppi francesi diastrofisica. Nel novembre del 2005 inizia il viaggio di VenusExpress, sonda che ha raggiunto Venere lo scorso mese diaprile. La sonda venusiana ha portato in orbita, tra gli altri,due strumenti “leccesi”: il clone di PFS e VIRTIS. Quest’ulti-mo strumento è presente anche sulla sonda Rosetta, partitanei primi mesi del 2004 verso una cometa che orbita attornoal Sole con un periodo di cinque anni. Dopo una traiettoriamolto particolare, che l’ha vista fare la spola per due voltetra la Terra e Venere, Rosetta è in viaggio verso la cometacon la quale dovrebbe entrare in contatto nel 2011.

N. 32 Dicembre 2006

C’È CHI ADORA LA COMETA E C’È CHI LA STUDIA. L’UNIVERSITÀ DI LECCE È IN TRE MISSIONI SPAZIALIINTERNAZIONALI. GRAZIE AL GRUPPO DI ASTROFISICA DI SERGIO FONTI

I cacciatori di stelleUNIVERSITÀz O D I S S E A N E L L O S P A Z I O

«La sonda Mars Express sta studiando il pianeta Marte dal 2003; Venus Express è su Veneredal 2005; Rosetta èin viaggio verso una cometa che raggiungerà nel 2011»zx di Francesco Ria

Un veloce bagliore nel cielo.Una cometa come quella che la sonda spaziale Rosettaraggiungerà nel 2001

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//Risultati ed effetti specialiSergio Fonti, Dipartimento di Fisica, Università degli Studi

di LecceProfessore, che cosa avete scoperto in due anni e mez-

zo passati a studiare Marte da vicino?“Abbiamo cominciato a studiare Marte dai dati di una

sonda americana partita nel ’99 ed abbiamo scoperto coseinteressanti: la presenza di carbonati (è un composto delcarbonio, elemento che entra nella composizione di quasitutti i tessuti animali e vegetali, ndr), sia sul terreno sia nellapolvere atmosferica di Marte. Tale presenza era stata previstadagli americani ma noi abbiamo trovato percentuali di pre-senza maggiori di quelle previste. I carbonati possono esseremessi in relazione con una presenza di acqua. I nostri stru-menti hanno confermato carbonati sulla superficie e ciò po-trebbe essere messo in relazione con l’esistenza di forme divita: possiamo pensare, per avere un’idea, a fossili e conchi-glie. Stiamo andando in una direzione abbastanza interes-sante; i nostri risultati sono nuovi, e sono anche abbastanzacontroversi perché ci sono alcuni gruppi scientifici che li con-testano. La discussione è aperta, ma stiamo comunque dis-cutendo con i più importanti gruppi di ricerca, a livello mon-diale, di questo settore”.Che cosa state studiando su Venere?“Stiamo cercando di capire quale è la struttura dell’at-

mosfera. L’atmosfera di Venere è abbastanza conosciuta maci sono molte eccezioni che ancora vengono dibattute. Adesempio si sta cercando di capire solo recentemente, comemai ci sia un fortissimo vento che spira intorno al pianeta,che fa ruotare l’atmosfera molto più velocemente del pianetastesso: è la cosiddetta super-rotazione, probabilmente dovu-ta alle differenze di temperatura presenti nell’atmosfera stes-sa. I nostri strumenti studieranno anche questi fenomeni.Inoltre, è ancora aperto il problema sugli strati più bassi del-l’atmosfera di Venere che sono poco percettibili”.Perché andare su una cometa?“Il nostro strumento guarderà la cometa da una distanza

di qualche decina di chilometri, mentre ci sarà una parte distrumentazione che scenderà addirittura a terra e le farà unpo’ di solletico. La sonda seguirà la cometa nel suo percorsodi avvicinamento al Sole e le variazioni che avverranno lungoquesto percorso. Questa missione è molto importante perchéle comete sono i corpi più primitivi del Sistema Solare, quin-di hanno informazioni che i pianeti hanno ormai dimenticatoperché sottoposti a vari mutamenti dovuti a vulcanismo, tet-tonica, terremoti, fenomeni atmosferici, che hanno modifica-to le proprietà dei materiali che li costituiscono. Questo perle comete non è avvenuto e quindi le informazioni che avre-mo ci daranno qualche indicazione sulla formazione del Si-stema Solare”.Quanto costa il vostro lavoro?“Lavoriamo con budget abbastanza limitati. Ad esempio,

per Marte, abbiamo avuto circa 800milioni di lire provenientidall’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e dall’ESA (Agenzia Spa-ziale Europea)”.E una intera missione quanto può venire a costare?“Qualche centinaio di miliardi di lire. All’incirca quanto

un film con un po’ di effetti speciali”.

UNIVERSITÀO D I S S E A N E L L O S P A Z I O z

Sull’Osservatorio di Fisica.L’équipe di astrofisici dell’Università di Lecce. Al centro, Sergio Fonti

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32 il tacco d’Italia

Che Natale sarebbe senza il presepe? Ogni Comune dellanostra provincia contribuisce a non disperdere ma anziad alimentare sempre più questa tradizione.

Nel centro storico di Copertino, si tiene uno dei più impo-nenti e suggestivi presepi viventi del Salento, organizzato dallaparrocchia del Sacro Cuore di Gesù e dal circolo Anspi “PaoloVI”, che lavorano per mesi al fine di preparare con la massimacura questo allestimento.

Non si può perdere ilpresepe poliscenico di Ac-quarica del Capo, organiz-zato dalla Pro Loco e dal-l’associazione “Amici delpresepe”, insieme con i ra-gazzi della scuola mediainferiore e superiore. Que-sto viene allestito al pianoterra del Palazzo Villani diAcquarica. Il vero arteficedi tanta bellezza è Antonio

Occhilupo, che ha rappresentato in miniatura, su una superficedi 130 metri quadrati, la Acquarica del passato, con grande at-tenzione ad ogni particolare paesaggistico ed architettonico.

Tra gli antichi mestieri, molto interessante è la lavorazione delgiunco, un tempo lavoro fondamentale nell’economia degli ac-quaricesi, non a caso soprannominati spurtari.

Nelle stanze del Palazzo, inoltre, quest’anno si terrà la mo-stra dei presepi artistici realizzati dai ragazzi della scuola e daesperti presepisti acquaricesi, oltre al presepe di Nicola Ferra-ro, di Salve, a quello realizzato dallo scultore fiammingo masalvese di adozione Norman Mommens, scomparso pochi annifa, in ferro battuto e dipinto, e, ancora, a quello realizzato daAddolorata Olimpio, in giunco, negli anni 70.

A Castro c’è solo l’imba-razzo della scelta fra i quattroimportanti presepi che ormaisono appuntamento fisso adogni Natale. Uno di questi sipuò ammirare nella Grottadella Zinzulusa, a Castro Mari-na; ma se ne realizza ancheuno nella grotta dei pescatori,nel porto di Castro, preparatoda Angelo Coluccia; un prese-pe viene realizzato, per tradi-zione, nelle scuole elementari

N. 32 Dicembre 2006

DAI PIÙ ANTICHI E LEGATI ALLA TRADIZIONE AI PIÙ ORIGINALI, SPESSO OPERA DI ARTISTI. UN TOUR TRA FOLKLORE E GASTRONOMIA

SOCIETÀz M I L L E E U N P R E S E P E

«E’ Tricase la“Betlemme d’Italia”,con il più grandepresepe vivente dellaprovincia: più di 200figuranti, abiti dell’età romana direttamente da Cinecittà e più di 150mila visitatori»

Paese che vai,presepe che trovi

zx di Paolo Vincenti

Acquarica che fu.Nel presepe di Antonio Occhilupo rivive,in miniatura, la città del passato

Castro. Un artigiano del presepe

Testimonial d’eccezione.Nella passata edizione delpresepe vivente di Tricase,gli attori che hanno impersonato la Sacra famiglia, Maria, Giuseppe e il Bambino, sono arrivatidirettamente da Betlemme.Erano, come duemila annifa, palestinesi

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da Carmine De Santis; infine, il quarto presepe viene allestitonel Vescovado di Castro dall’Azione Cattolica.

Sulla serra di Alliste spicca il presepe rupestre, realizzatoin gesso bianco dall’artista Luigi Sicuro; recuperato e restaura-to pochi anni fa, oggi fa bella mostra di sé immerso nel verdedella collina fra Alliste e il mare.

Una vera chicca è il presepe che si tiene nel complesso diLeuca Piccola, a Barbarano di Morciano. Realizzato dall’asso-ciazione “San Martino nel cuore”, si trova sopra un mappa-mondo su cui sono ricostruite tutte le caratteristiche più im-portanti dei cinque continenti. Lo si può ammirare nei sotterra-nei dello storico edificio sacro.

A Diso, l’anno scorso arrivò uno deipiù grandi presepi viventi d’Italia, quellodi Pietralcina, paese in provincia di Be-nevento noto per aver dato i natali a Pa-dre Pio e che aveva stretto un gemellag-gio con il Comune di Diso, il paese deiSanti Giacomo e Filippo. Il sindaco Anto-nio Minonne, giustamente orgogliosodella riuscita dell’evento, anche que-st’anno non ha voluto esser da meno, edha stretto un gemellaggio con il presepevivente di Ostuni. Il 4 gennaio, inoltre, cisvolgerà la “Calata dei Magi” provenientida Lizzano. Nella cittadina di Diso, si

può visitare anche il presepe permanente organizzato dall’as-sociazione “Diso e futuro”.

Anche a Gallipoli si preparano innumerevoli presepi cheper Natale vengono allestiti nella città rivierasca. Innanzitutto,il concorso “Gallipoli in presepe”, promosso dall’azione cattoli-ca “Sant’Agata”, nel centro storico, dà modo di ammirare lerealizzazioni di tutti i partecipanti al concorso, organizzato daicommercianti del centro storico, dalla Pro Loco e dall’unionedelle Confraternite. Sull’isolotto del Campo viene sistemato ilpresepe in ferro battuto realizzato dagli allievi dell’istituto d’ar-te di Parabita; un presepe vivente si tiene a Palazzo Briganti,storica dimora degli illuministi gallipolini Tommaso e FilippoBriganti; ancora, una mostra fotografica sui presepi viene ospi-tata dalla Confraternita della Purità; un piccolo presepe si tie-ne, inoltre, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, recente-mente restaurata; quello realizzato dall’artista gallipolino LuigiTricarico si può, invece, ammirare nei locali dell’associazioneculturale “Anxa”; ma sono numerosi i piccoli presepi artisticicomposti nelle varie chiesette e confraternite della città bella.

A Sanarica, Gesù nasce fra gli ulivi, nella Grotta di Sant’An-gelo, dove è stato allestito il piccolo presepe vivente grazie al-l’impegno dei volontari della parrocchia Maria Ss. Annunziata.

Una interessante mostra dei presepi si tiene a Scorrano,nello storico Palazzo Guarini, organizzata dall’associazione“Teatro e Musica” e da “Salentopresepi”.

Ad Otranto Gesù nasce sott’acqua: infatti, la Natività vieneriproposta dal centro sommozzatori della Lega Navale, nellaprofondità degli abissi, lungo la scogliera del porto.

La Natività viene dal mare anche a Santa Caterina di Nardòdove, dopo la messa di mezzanotte, i fedeli assistono all’arrivodel Bambino trasportato su una barca fin sulla spiaggetta doveviene deposto nel suo giaciglio, in una grotta di cartapesta.

Un presepe antichissimo è quello che si tiene presso ilSantuario di Montevergine, a Palmariggi, organizzato da RoccoZappatore: realizzato in cartapesta, poliestere e terracotta, ècomposto da circa 150 elementi a grandezza naturale.

A Presicce, il presepe vivente è realizzato nei frantoi ipo-gei, di cui la cittadina è ricca, che si trovano sotto piazza delPopolo.

Anche a Torrepaduli, frazione di Ruffano, si allestisce, damolti anni, un bellissimo presepe vivente nell’antico PalazzoPasanisi. Qui, si può ammirare la bellezza dei mestieri di unavolta, come il ceraio, il fabbro, il saponaio, l’arrotino, il falegna-me e il ferraio, e si possono degustare piatti della tradizioneculinaria natalizia.

Forse il più grande presepe viven-te salentino è quello che si tiene suMonte Orco a Tricase: una tradizioneantichissima, in quella che è statagià ribattezzata la “Betlemme d’Ita-lia”. Più di 200 figuranti partecipanoall’allestimento, con abiti dell’età ro-mana inviati appositamente da Cine-città. Fra le strade del paese si puòpasseggiare fra figuli, pastori, calzo-lai, lavoratrici della lana, contadini(più di 150mila visitatori l’anno scor-so hanno preso d’assalto il percorso,lungo più di due chilometri, che co-stituisce il presepe tricasino) in uno spettacolo davvero coin-volgente, allietato dal sapore di pittule calde e buon vino.

Vino caldo aromatizzato e pittule vengono offerte anche aivisitatori del presepe vivente di Vaste, piccola frazione di Pog-giardo, che lo realizza nella zona archeologica dei Santi Stefa-ni. Immancabili le pittule anche a Casarano, dove l’associazio-ne “Amici del presepe” (presidente Mimino De Masi), in occa-sione del presepe vivente apre ai visitatori vicoli, frantoi ipogeie casette seicentesche del centro storico, altrimenti inaccessi-bili nel resto dell’anno.

A Vignacastrisi si tie-ne, quest’anno per la se-conda volta, il presepe vi-vente realizzato dall’as-sociazione culturale“Parabola a Sud”.

Molto giovane è an-che il presepe viventeche si tiene a Tiggiano in

un vecchio frantoio ipogeo recentemente scoperto.Magiche atmosfere anche ad Ortelle dove si può visitare il

presepe presso I Curti.Il tour fra i presepi salentini più caratteristici può comin-

ciare. Buon divertimento e auguri a tutti.

N. 32 Dicembre 2006

SOCIETÀM I L L E E U N P R E S E P E z

// La curiosità da CasaranoLo sapete perché la notte del 24, quando durante la

veglia si mangiano le pittule con il vin cotto e il miele, laprima “cotta”, cioè la prima sfornata, viene data agli ani-mali, in particolare alle galline? Perché Gesù bambino,appena nato, per farsi un’idea di quale sia la natura delgenere umano, chiede alle galline, chiacchierone e golose,se gli uomini le trattano bene. E gli uomini (i casaranesi inparticolare, la leggenda si narra in quel di Casarano), siingraziano le galline per pilotare il Giudizio del Signore.

Semplice e delicata.La Sacra Famiglia del Presepe di Diso

Ciak, si gira.Il presepe vivente di Tricase, con icostumi fatti arrivare direttamenteda Cinecittà

Vivo grazie alle associazioni. Quest’anno,a curare il presepe di Vignacastrisi èl’associazione culturale “Parabola a Sud”

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Anche a Natale l’editoria promuove cultura.Per gli inguaribili nostalgici e, ahimè, inat-tuali amanti del libro, il panorama editoriale

salentino si presenta ricco di proposte e novità.

L’editore Manni si fa notare per il generepoetico con “Graffio di cuore” (1.), di AngeloMancini (72 pagine, 9 euro), una testimonian-za, secondo l’inclinazione propria dell’autore,della polemica rovente, del disagio sociale;

una poesia funzionante sul piano retoricocome micro-allegoria e, su quello ideologi-co, come denuncia di indignazione civile.

Ancora per Manni escono due raccoltepoetiche. “Lo stupore della ragione”(2.) diCarla Montefusco (136 pagine, 14 euro)di Gioia del Colle, ma residente a Romadal 1960; la poesia è intesa dall’autrice

come una lente capace didare una visione raziona-le e al tempo stesso esta-tica della realtà, che sipone come ricerca delsenso delle cose e comepresa di coscienza delpresente e del passato,

con il magico potere di ricomporre le dissonanze.La seconda raccolta “In terza persona”(3.) è

opera di Giovanni Nuscis, le cui poesie sono divi-se, per consonanza, in quattro sezioni; il titolo siriferisce ad un destino di terzietà, intesa comeestraneità dannata e al tempo stesso salvifica checostituisce l’autentica dimensione poetica.

Per Lupo esce “Controra”(4.) di Arcangelo Amodio(111 pagine, 9 euro); il testo raccoglie quattro rac-conti vivaci e nostalgici che conducono il lettore perle strade del Sud baciato dal mare e da luce acce-cante. La luce della controra, in cui le om-bre prendono corpo, i ricordi si fanno pre-senti e le strade si riempiono di personaggifantastici, sospesi tra commedia e poesia.

E’ sempre dell’editore Lupo “L’ultimobivio”(5.) di Rosaura Di Giuseppe, esor-diente, dalla cui penna nasce un testosuggestivo, in uno stile cheavvicina la letteratura alteatro scritto. La pubblica-zione di Di Giuseppe è latrascrizione di un soggettodi Martino De Cesare, chi-tarrista jazz; al libro è alle-gato il cd di De Cesare.

I CONSIGLI NATALIZI PER CHI VOGLIA CONCEDERSI,O REGALARE, UN PO’ DI TEMPO PER LE PAROLE

CULTURAz L I B R I I N V A C A N Z A

zx di Marco Sarcinella

1.

2.

3.4.

5.

6.

7.

8.

11.

12.

9.

10.

Letture sottol’albero

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il tacco d’Italia 35

Per Lupo esce ancora “Non chiedetemi l’autografo”(6.)di Giuseppe Castrignanò (155 pagine, 7,30 euro): in un’epo-ca di irrazionalità e paradosso, l’ironia diventa uno scudocontro le amarezze tipiche dell’uomo; l’autore ci accompa-gna in un viaggio dove il surrealismo è la chiave di letturaper comprendere un mondo in cui ogni individuo è chiuso nelsuo codice comunicativo e in cui solo l’intelligenza (intesacome lucida comprensione della realtà) può essere di soc-corso con la sua forza dissacratrice dei miti infantili.

L’editore Congedo si im-pone per tre novità che gliamanti del Salento e dellaPuglia non possono lasciarsisfuggire.“Gente di Puglia”(7.) a

cura di Fiorella e Maria ElenaCongedo (224 pagine, 28 eu-ro) raccoglie le interviste a22 pugliesi che si sono distinti sul piano internazionale, macon alcune discriminanti: sono presenti anzitutto personaggitra i 35 e i 50 anni, non vi sono politici e nemmeno sportivi,e inoltre sono stati interpellati solo i pugliesi che vivono fuoridalla loro terra; la pubblicazione nasce per offrire un tributoa questi cervelli e per dare l’occasione a tutti di scoprirequali risorse, espresse dal nostro territorio, stiano rappresen-tando, in questo momento, il territorio pugliese nel mondo.“Il Mediterraneo pittoresco. Descritto da celebri viag-

giatori e illustrato dai migliori artisti”(8.) (444 pagine, 120euro), pubblicata in Italia nel 1892 da Sonzogno che la dis-tribuì a dispense agli abbonati del “Secolo”, rappresenta ununicum perché esibisce un’acquerellatura irripetibile, nellaversione miniata messa a disposizione da un collezionista; itesti hanno più di 100 anni ed offrono un’immagine paternadel Mediterraneo, in movimento, infinito, misterioso, azzurro.“Puglia romantica”(9.) (480 pagine, 135 euro) è la più im-

portante rassegna di vedute mai dedicate alla Puglia, un mu-seo con circa mille pezzie saggi scritti da illustri specialisti.

Anche la casa editrice Besa propone, per Natale, interes-santi novità. In “Sono rimasta molto delusa dai mirtilli”(10.)(78 pagine, 8 euro), la poesia di Alessandra Nicita abita neldisincanto, tra sbigottimento e stupore, in un continuo doman-darsi; “la poesia - dice l’autrice - è lì seduta tra i rami e gover-na in ciò che trova nella vita il vitalismo necessario alla rispo-sta, al mai del “no”, al sempre accogliere” (dalla presentazio-

ne di Mauro Marino).Sempre di Besa, è “Il

Canto Blues alla deri-va”(11.), che parte dall’on-li-ne e che ha coinvolto dodiciautori, da marzo ad ottobre2005 su Musicaos.it. Il pun-to di partenza è stato unframmento di Francesco

Sasso, osservatore dell’intera operazione, a cui si è aggiuntoLuciano Pagano, direttore della webzine www.musicaos.it e co-ordinatore degli interventi. Tutti gli interventi sono imperniatisulla categoria della deriva, che si può percepire nelle perife-rie dell’esistenza individuale e collettiva, dove regna la spe-ranza di percepirsi e di essere percepiti come esistenti (80pagine, 5 euro).

Non manca l’appuntamento natalizio “Tabula rasa”(12.),la rivista che la Besa editrice dedica dal 2002 alla scritturadi ricerca narrativa e poetica, a cura di Luciano Pagano eMauro Marino. “Tabula rasa” si conferma nel suo ruolo di os-servatorio delle scritture, affermate o invisibili, tenendo fedeal suo originario intento, che è quello di farsi influenzare, co-gliendo i molteplici e urgenti richiami della realtà.

Termina qui la nostra rassegna libraria, a tutti i lettoribuone feste.

N. 32 Dicembre 2006

CULTURAL I B R I I N V A C A N Z A z

«Per Natale Manni dà spazio alla poesia;Lupo crea atmosfere surreali e nostalgiche; Congedo riscopre la Puglia e il Salento;

Besa punta su disincanto e senso di deriva»

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Nelle antiche città di pietra del Sahara occidentale, oggiquasi disabitate, si conserva un tesoro librario che ri-schia di scomparire per sempre.

E’ quanto ci racconta con i suoi testi, attraverso eloquentiimmagini e splendidi scenari di paesaggi sabbiosi, RossellaPiccinno nel documentario “Mauritania: città-biblioteche neldeserto”. Originaria di Supersano, 28 anni appena compiuti e una

laurea, con il massimo dei voti, in cinematografia documen-taria al D.A.M.S. di Bologna, Rossella è al suo esordio comedocumentarista, dopo le prime esperienze maturate nelcampo dei cartoni animati ed un cortometraggio, di carat-tere intimista, dal titolo “Interno sei”.

Con questo lavoro, iniziato nel novembre 2005 e prodottoin collaborazione con la Croce Rossa Italiana, ha voluto lan-ciare un allarme: i testi tramandati di generazione in genera-zione dai marabutt, i letterati-copisti che costituiscono unadelle cinque caste in cui si divide la società maura, hanno bi-sogno di tutela.E’ infatti ancora possibile ammirare i preziosi mano-

scritti arabi, alcuni dei quali risalgono all’XI secolo, ma sudi essi gravano innumerevoli problemi legati a ragioni sto-riche e ambientali: l’abbandono delle rotte carovaniere, lacontinua avanzata del deserto, l’implacabile minaccia delletermiti, la mancanza dei mezzi indispensabili per conserva-re una simile ricchezza culturale.

Delle bibliote-che di Guadane,Chinguetti, Tichit, e

Oualata, luoghi classificati dall’Unesco di interesse mondialeper l’umanità, solo un paio sono provviste di moderni armadiche mettano i libri al riparo dalle termiti. Le altre, non aven-do ancora fruito degli aiuti della cooperazione internaziona-le, conservano il patrimonio librario miseramente per terra otra la polvere di scaffali in pietra. Attendono perciò di esseremeglio valorizzate.L’idea di Rossella è nata dalla voglia di un’esperienza di

viaggio in Africa e dall’incontro casuale con un testo su que-sto argomento. Da qui un’avventura lunga 14mila chilometri,a bordo di un fuoristrada che ha condotto i quattro compo-nenti della troupe dall’Italia alla Mauritania e ritorno. Ed unlavoro serrato di montaggio, scrittura dei testi e doppiaggio.

“Un’esperienza che sono pronta a ripetere - dice l’autrice-. Questa volta mi piacerebbe non avere limiti di tempo perentrare completamente nella realtà degli abitanti del luogo.Invece che guardare la loro vita da vicino, mi piacerebbe vi-verla dall’interno, insieme a loro”.

Intanto il documentario, dopo il lavoro di doppiaggio (acura di Tommaso Del Signore) e di traduzione in inglese (rea-lizzato da Maggie Armstrong e Nikolas Gray), è pronto per es-sere presentato anche oltre confine, ad un pubblico interna-zionale.

N. 32 Dicembre 2006 36 il tacco d’Italia

Sos libri nel desertoCULTURAz UN VIDEO PER I LIBRI

I TESTI DELLE BIBLIOTECHE DEL SAHARA RISCHIANODI SCOMPARIRE. ROSSELLA PICCINO, REGISTA SA-LENTINA, LANCIA L’ALLARME CON TESTI E IMMAGINI

zx di Antonio Lupo

«Un viaggio lungo 14mila chilometri.E poi montaggio, scrittura e doppiaggio. Così nasce “Mauritania:città-biblioteche nel deserto”,il documentario che vuole salvarei libri sahariani»

Sul set.Rossella Piccinnodurante le riprese deldocumentario

I-73030 Santa Maria di Leuca – Parco Costiero Penisola Salentina – Tel. 0833 758242 – Fax. 0833 758246I-73014 Gallipoli – Riserva Naturalistica Torre del Pizzo – Tel. 0833 202536 – Fax. 0833 202539

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Sos libri nel deserto

La novità della stagione 2006-07 di “Pensia-mo in prosa”, il consueto appuntamentocon il teatro proposto dall’Assessorato alla

Cultura del Comune di Casarano e dal “TeatroPubblico Pugliese”, è l’arricchimento della nar-razione con elementi musicali. Il cartellone diquest’anno sembra quasi la continuazione di“Oltremare/Entroterra”, la rassegna culturaleestiva della città, imperniata proprio sul bino-mio teatro-musica.Il calendario teatrale, composto da sette spettacoli che

si svolgeranno tutti presso il Teatro Filograna – che è ormaiil tradizionale palcoscenico di “Pensiamo in prosa” – leverà ilsipario il 13 dicembre per concludersi il 22 marzo 2007.

E in un cartellone che propone la musica come filo condut-tore, non si poteva che iniziare con un premio Oscar. Le musi-che di Nicola Piovani (premio Oscar per il film “La vita è bella”di Roberto Benigni) faranno infatti da base al racconto “Il si-gnor Novecento”, con Lello Arena e Norma Martelli, arricchitodalle canzoni, i cui versi sono opera di Vincenzo Cerami (altroautore del pluripremiato film di Benigni), interpretate da AishaCerami e Raffaela Siniscalchi.

Il 18 dicembre tocca ad un mostro sacro del teatro italia-no: Carlo Giuffrè che metterà in scena “Il medico dei pazzi”,una delle più famose commedie di Eduardo Scarpetta. Insiemea Giuffrè, che cura anche la regia, ci saranno Piero Pepe, Moni-ca Assante di Tatisso, Rino Di Maio e Antonella Lori.

“Miracoli e Musica”, in programma il 19 gennaio, è un rac-conto e, nello stesso tempo, un concerto. E’ interpretato daAlessandro Haber e Rocco Papaleo e scritto da Giovanni Vero-nesi e dallo stesso Papaleo. I due attori sprigioneranno le loroemozioni, lasciandosi guidare da un percorso musicale che liporterà in un viaggio all’interno della loro memoria, della lorostoria e della loro carriera. Chi conosce Haber solo per le suedoti di attore, avrà l’occasione di scoprirlo come singolare in-terprete della canzone d’autore.

La rassegna proseguirà con “Le intellettuali” (30 gennaio)di Molière con Salvatore Caruso, Beatrice Ciampaglia e ArturoCirillo; “H2O” di Michele Santeramo, con Franco Ferrante e Mi-chele Sinfisi, un racconto sull’acqua, una risorsa insostituibileche scarseggia in intere regioni del mondo (15febbraio).

Il canto è una delle peculiarità dell’artista ebreo Moni Ova-dia, che torna a Casarano con lo spettacolo “Kavanah, un can-to divino” (3 marzo). “Kavanah” significa partecipazione e l’ar-

tista la definisce “adesione al canto come dialogointimo con l’urgenza del divino in presenza come inassenza”.

Lo spettacolo finale di “Pensiamo in prosa” saràprettamente musicale. La rassegna, infatti, si chiude-rà con “Banda 25” (22 marzo), il concerto della“Banda Osiris”, considerata la massima espressionein Italia della comicità nel teatro musicale. La band èformata da Sandro Berti (mandolino, trombone),Gianluigi Carlone (voce, sax, flauto), Roberto Carlone

(trombone, tastiere) e Giancarlo Macrì (percussioni, basso-tuba).In questo spettacolo “Banda Osiris” è coadiuvata da tre giovanimusicisti: Ivan Ciccarelli (percussioni), Raffaele Koler (trombe) eRoberto Melone (basso e chitarre).“L’intera rassegna è frutto di una scelta coraggiosa – ha

dichiarato l’assessore Claudio Pedone durante la presentazio-ne –; puntiamo al coinvolgimento degli spettatori dell’interoterritorio, confortati dai numeri della passata stagione: 262abbonamenti, con una larga partecipazione di spettatori dell’-hinterland”. Il prezzo dell’abbonamento è fissato in 80 europer i sette spettacoli e per il primo settore (65 euro per il se-condo). Ma la vera novità è l’istituzione di uno speciale abbo-namento riservato ai giovani fino a 25 anni, il cui prezzo è di39 euro per il primo settore e 25 euro per il secondo. “E’unascelta precisa dell’amministrazione comunale – ha rivelato Pe-done –, che spera di coinvolgere il maggior numero possibile digiovani. Con 25 euro, che è il costo di una pizza, una birra e uncaffé, si possono vedere sette spettacoli molto interessanti”.

N. 32 Dicembre 2006

CASARANOS T A G I O N E T E A T R A L E 2 0 0 6 / 2 0 0 7 z

IL 13 DICEMBRE RIPARTE L’APPUNTAMENTO CON IL TEATRO. COME SEMPRE,NELLA CORNICE DELLA FONDAZIONE FILOGRANA

zx di Enzo Schiavano

Casaranopensa in prosa

// I bambini invitano Casarano E’ un mercatino tutto speciale quello del 7 dicembre

prossimo. I piccoli alunni della scuola materna di viale Sta-zione a Casarano, insieme alle maestre e ai genitori, organiz-zano una fiera con il cui ricavato compreranno tutto ciò cheserve alla scuola per permettere ai bambini di giocare e di-vertirsi imparando. Lo spazio per allestire le bancarelle nonmanca: l’atrio centrale dell’istituto infatti, è spoglio di qua-lunque tipo di gioco. Tre le sezioni dell’allegra fiera: lo spaziodel “fai da te”, quello delle “cianfrusaglie” e quello della“buona tavola”.

Tutti i cittadini di Casarano, il sindaco, gli assessori e iconsiglieri sono invitati a contribuire. Come? Portando og-getti (realizzati a mano, dalle sciarpe alle candele) e mani-caretti (dalla pasta fatta in casa ai purciddhuzzi): il tutto damettere in vendita. Oppure si può contribuire acquistandoquello che si troverà sulle bancarelle.

In quell’occasione potranno essere sottoscritti abbo-namenti annuali e semestrali al Tacco d’Italia, che devol-verà l’intera somma all’iniziativa.

I bambini vi aspettano il 7 dicembre dalle 8.30 alle 16nella scuola materna in viale Stazione

Claudio Pedone, assessore allaCultura - Casarano

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Non c’è zona di Matino che non sia interessata dai lavo-ri pubblici. E non si esagera nel dire che il paese è uncantiere aperto. Sono tante le opere in corso. Si inizia

dalla sistemazione dell’ingresso Matino Nord, che è statoinaugurato il 23 novembre scorso, per arrivare alla siste-mazione idraulica di via Bolzano. Ma andiamo con ordine.

Incominciando dall’ingresso Matino Nord. Il crocevia inquestione era molto pericoloso, in quanto privo di idonea il-luminazione e canalizzazione; inoltre era privo di segnaletica,sia orizzontale sia verticale. Attualmente ha un aspetto deci-samente nuovo: è stata realizzata una rotatoria canalizzatacon due corsie e due banchine laterali, per consentire unacomoda fruibilità dell’incrocio; è stata installata una se-gnaletica idonea e sono state realizzate delle aiuole. “Perrendere visibile e più sicuro il sito – spiega Giorgio Primiceri,sindaco di Matino - nell’aiuola centrale è stata costruita unatorre faro alta 20 metri a pannello mobile ed una serie di pa-li illuminano l’area adiacente e le corsie fino a raggiungerel’accesso all’abitato”.Un’analoga sistemazione è prevista per l’ingresso della

provinciale Taviano-Matino che verrà sistemato con la co-struzione di marciapiedi lungo l’edificio della chiesa SacraFamiglia e disciplinato nei pressi del passaggio a livello conuna rotatoria idonea ad incanalare il traffico verso viale Sta-zione, via Caduti di via Fani e via Crispi.Altro punto cruciale dei lavori in corso in città è la ri-

strutturazione del Palazzo Marchesale che, tra le altre co-se, permetterà di realizzare l’arredamento della sala biblio-teca, attualmente utilizzata come sala consiliare, e l’allesti-mento di una biblioteca virtuale. Con fondi europei per cir-ca 415mila euro si procederà alla ristrutturazione dei loca-li che costituiranno l’area museale del palazzo.Porta Carrese, ristrutturata, diventerà un contenitore

culturale: ospiterà un mercatino coperto delle antichità esarà un centro artistico e di pubbliche manifestazioni.

“Non dimentichiamo - continua Primiceri - il rifacimentoe la manutenzione delle strade interne, l’adeguamento allenorme di sicurezza del campo sportivo e delle scuole; la bo-nifica del canale Reale; la sistemazione idraulica di Viale Ita-lia, di via Extra-Murale di Ponente e di via Bolzano e il com-pletamento delle opere di urbanizzazione nella zona Peep”.Infine, la sistemazione del verde pubblico e in particola-

re dell’area esterna del Parco Bosco con la predisposizione

di parcheggi, aiuole e chiosco in via Machiavelli e dellepiazzette nelle vie Gioberti, Giolitti, Casati, Toselli, Costa eCastromediano dove saranno fatte delle piantumazioni.“Sempre in materia di verde pubblico - conclude il primo cit-tadino – saranno recuperati lo spazio a verde in viale Italia,verranno collocate fioriere e panchine su via Roma e sarà ri-strutturata piazza Carlo Alberto”.

N. 32 Dicembre 2006 38 il tacco d’Italia

Cantieri apertiMATINOz OPERAZIONE RESTYLING

STRADE, PALAZZI, SCUOLE E VERDE PUBBLICO.NON C’È QUARTIERE CHE NON SIA INTERESSATODAI LAVORI IN CORSO

zx di Antonella Coppola

«A Palazzo Marchesale nasceràuna biblioteca con sezione virtuale e saranno ristrutturati i locali da adibire ad area museale»

Rossod’autunnoil vino no-vellodelle Canti-

Rossod’autunnoil vino novel-lodelle Cantine

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il tacco d’Italia 39N. 32 Dicembre 2006

La culturasi Consulta

Parabita diventa sempre più città di cultura. Sarà istitui-ta a breve, infatti, per la prima volta, la Consulta della cul-tura, dello sport, del turismo e del tempo libero che serviràa dare spazio alle associazioni. “Come amministrazione - af-ferma Sergio Milelli, assessore alla Cultura - riconosciamol’importanza che rivestono la cultura e lo sport e intendia-mo promuovere ogni iniziativa che renda accessibile a tuttii cittadini la pratica di queste attività, quale mezzo di edu-cazione e formazione personale, di tutela della salute e disano impiego del tempo libero”. La Consulta rappresentaun luogo di partecipazione e confronto tra le realtà cultu-rali, sportive, politiche, economiche e sociali della città esi propone l’obiettivo di valorizzare le espressioni asso-ciative presenti sul territorio, garantendo loro il sostegnodel Comune. In pratica contribuisce alla determinazionedella politica e delle scelte amministrative nei settori di suacompetenza, mediante proposte e pareri e nel pieno rispet-to della differenziazione dei ruoli. La Consulta è formata daun’assemblea e da gruppi di studio. La prima è costituitada Adriano Merico, sindaco di Parabita, dallo stesso Milelli,da un rappresentante per ogni società sportiva operante nelterritorio del Comune di Parabita, dal fiduciario comunaledel Coni, da un rappresentante del servizio di medicinasportiva, da un rappresentante per ogni associazione cultu-rale, da un delegato dell’istituto comprensivo statale diParabita e da un delegato dell’Istituto d’arte Giannelli. Tra isuoi numerosi compiti, adottare proposte operative, formu-lare analisi e proposte su problemi generali, collaborarecon l’amministrazione per il miglior utilizzo degli impiantisportivi; rafforzare i rapporti con il mondo della scuola, va-lorizzare i beni culturali comunali. I gruppi di studio, a lorovolta, approfondiranno problemi di interesse specifico.

A.C.

PARABITAPROGETTI z

Ali, ma nondi cera

Servizi sociali sempre più attenti alle esigenze dei dis-abili a Parabita. La giunta comunale, infatti, ha approvatonei giorni scorsi il progetto denominato “Le ali della liber-tà” che prevede l’impiego di quattro giovani del serviziocivile volontario. Questi dovranno occuparsi dei disabilidando un sostegno alle famiglie. “Questo progetto - affer-ma Piero Solidoro, assessore ai servizi sociali che ha curatoil tutto insieme a Rosaria Baldari, assistente sociale - hal’obiettivo prioritario di rimuovere le cause dell’isolamentodell’individuo diversamente abile, sostenendolo nella suaautodeterminazione in tutti i luoghi già frequentati e stimo-lando la sua partecipazione nei luoghi normalmente pocoaccessibili”. Per la precisione il progetto si articola in piùmoduli. In primo luogo i volontari accompagneranno i dis-abili per tre pomeriggi a settimana ai laboratori itineranti dicartapesta e teatro, ai corsi di ballo e di attività sportive,già realizzati dalla cooperativa sociale “Orizzonti Nuovi” nel-l’ambito di un altro progetto denominato “Saper essere”.

“Il secondo modulo - continua Solidoro - prevede l’af-fiancamento dei volontari nelle scuole di ogni ordine e gra-do al personale della Asl, nel tentativo di garantire ai porta-tori di handicap l’inserimento scolastico e il diritto allo stu-dio, evitando gravi forme di emarginazione sociale. Il lorocompito – spiega l’assessore - sarà quello di assistere i ra-gazzi dalle 8.30 alle 11.30”.

La terza parte del progetto si realizza nei pomeriggi incui non sono attivi i laboratori itineranti e in orario antime-ridiano. In questo caso i ragazzi del servizio civile esplete-ranno un servizio domiciliare di supporto alle famiglie aiu-tandole nello svolgimento dei compiti per curare i figli condisabilità”.

A.C.

NASCERÀ LA CONSULTA DELLA CULTURA, DELLOSPORT E DEL TURISMO PER UN SANO IMPIEGODEL TEMPO LIBERO

IL PROGETTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE. PER CHI CREDE CHE TUTTI POSSANO VOLARE

CorsoXX Settembre, 209CASARANO

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il tacco d’Italia 41N. 32 Dicembre 2006

SPORTB I L I A R D O z

Quel rilassantetappeto verde

zx di Marco Laggetta

Con l’inverno gli sport tradizionali lasciano il posto a sportalternativi, praticabili fra le calde mura domestiche. Manon solo tombola e carte: nel Salento d’inverno si gioca

a biliardo. La Provincia di Lecce conta ben undici club di biliardo as-

sociati alla FIBIS (Federazione Italiana Biliardo Sportivo), ri-spettivamente a Nardò, Soleto, Taviano, Melendugno, Minervi-no, Carmiano, Galatone, Veglie, Aradeo, Maglie e Lecce. Un nu-mero importante se pensiamo che le province di Brindisi e Ta-ranto, insieme, ne contano appena sei. Nel biliardo esistonocinque categorie: partendo dalla più bassa, sono la terza ca-tegoria, la seconda, la prima, Nazionali e Nazionali Pro (dovePro sta per Professionisti). Si passa da una categoria all’altrasulla base di un punteggio che viene aggiornato di competizio-ne in competizione.

Le specialità nel gioco del biliardo sono quattro: stecca, ca-rambola, pool-snooker e boccette. La più praticata è la stecca.“La scuola pugliese di Biliardo è fra le migliori in Italia –

spiega soddisfatto Antonio De Riccardis, 44 anni, originariodi Galatina ma residente a Soleto, campione italiano di Biliar-do nel 1992 e nel 2004 e referente provinciale della FIBIS–.Ed è il Salento ad offrire alla regione il maggior numero dicampioni: ben cinque giocatori nelle categorie Nazionale oNazionale Pro sugli otto complessivi”. Oggi, infatti, il Salentopuò vantare campioni di grande cali-bro. In categoria Nazionale militanoCarmine Ianne, 40 anni, di Carmiano,lo stesso Antonio De Riccardis, Giovan-ni Metrangolo, 40 anni, di Novoli; nellamassima categoria, la Nazionale Pro,sono invece impegnati Andrea Quarta,di appena 24 anni, di Carmiano mapiemontese di adozione, che ha già al-l’attivo un titolo europeo conquistato

nel 2005, e il brindisino Crocefisso Maggio, 44 anni, oggi resi-dente a Pescara. Proprio quest’ultimo ha vinto, nel 2003, il ti-tolo mondiale, a Legnano. Titolo che nell’edizione di quest’an-no (i mondiali si tengono ogni tre anni), che si è tenuta a Sivi-glia, in Spagna, è andato al barese Michelangelo Aniello.

Entrando in un club di biliardo della provincia non respi-riamo l’acceso agonismo che ci immagineremmo, bensì un’a-ria di ricercato relax.

Nell’Ipsos club di Maglie incontriamo una coppia di anzia-ni signori al tavolo da biliardo.

“Il biliardo – dicono – è un valido strumento di evasione,ma soprattutto un’ottima cura per lo stress proprio del vivereai nostri giorni”. “Ho cominciato a giocare che non ero più unragazzo – continua il più loquace dei due – ma il bello di que-sto gioco è che il suo fascino cresce di pari passo con l’espe-rienza ed ora mi riscopro più giovane di vent’anni almeno,mentre giro intorno al tavolo e mi piego per tirare di stecca”.Terminata la frase ritorna al suo gioco e non apre più bocca.

È un uomo schivo il giocatore-tipo di biliardo; taciturno epensieroso, prende molto sul serio il suo gioco.

Alcuni giovani che stanno giocando al tavolo accanto, inreligioso silenzio, ci spiegano che fre-quentano periodicamente il club, inparticolar modo nella stagione inver-nale. Alla domanda “Che cosa vi pia-ce del biliardo?” rispondono: “E’ ungioco che rispetta i tuoi pensieri equelli degli altri, lontano anni lucedal caos degli sport di punta; il biliar-do è una realtà tramite la quale ci sipuò confrontare in modo civile”.

«E’ di Galatina il campione italiano di biliardo. In Provincia di Lecce ci sonoundici club, in quelle di Brindisi e Tarantoappena sei. Degli otto campioni pugliesiche giocano in Nazionale, cinque sono salentini»

IL GIOCO DEL BILIARDO È UN ANTIDOTO ALLO STRESS. LECCE È LA PROVINCIA PUGLIESE CON PIÙ CLUB E PIÙ CAMPIONI: PERCHÉ PIÙ STRESSATI O PERCHÉ PIÙ RILASSATI?

Antonio De Riccardis

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Le risorse materiali e i capitali sono stati tradizionalmen-te considerati come i fattori determinanti per lo sviluppoeconomico territoriale. Ma con il tempo le cose sono an-

date cambiando. Ci si è accorti, infatti, che per consolidarel’economia di un territorio, oltre alla disponibilità di soldi, dibeni e di servizi, è divenuta fondamentale la disponibilità dirisorse umane e di talenti che con la loro creatività possonodare un colpo di acceleratore alla crescita economica.

Nel solco di questa moderna visione dello sviluppo han-no preso il via i master e le scuole estive per giovani laureati,attivati dall’Università di Lecce nell’ambito del Pit 9, progettointegrato territoriale promosso da un insieme di Comuni del-la provincia di Lecce.Due di questi master, quelli con gli indirizzi di studio

più innovativi, si terranno a Casarano e porteranno quindinel territorio la ricerca e la formazione di eccellenza.

In questa interessante iniziativa, nata dalla collabora-zione tra enti locali e mondo accademico, trova concretez-za l’immagine di un nuovo Salento. Un Salento che non sipiange addosso, che cerca autonomamente le strade delsuo futuro, si rimbocca le maniche per modernizzare leproprie imprese e si pone l’obiettivo di coltivare al megliol’intelligenza e la creatività dei suoi giovani.

Formare talenti e attrarre talenti è oggi quanto mai ne-cessario per proiettare in avanti l’economia e la società sa-lentine. Produrre nuove idee, nuove tecnologie, nuovi mo-delli di impresa, nuove forme organizzative per la cultura:sono questi gli obiettivi concreti che i Comuni aderenti alPit 9 e l’Università di Lecce intendono raggiungere nei pros-simi anni.

*capogruppo DS del consiglio comunale di Casarano

Grande successo hanno riscosso i cinque master univer-sitari attivati dall’Università di Lecce nell’ambito del “Pit 9”,il grande progetto integrato a sostegno del rilancio del siste-ma socio-economico salentino. Le domande presentate per icinque corsi, infatti, sono stati complessivamente 658 controuna disponibilità di 100 posti. I corsi, presentati il 26 ottobrescorso a Lecce da Oronzo Limone, rettore dell’Ateneo salenti-no, e da Remigio Venuti, sindaco di Casarano, Comune capo-fila del “Pit 9”, hanno l’obiettivo di puntare alla valorizzazio-ne e alla formazione del capitale umano.I master sono cinque: “Management per la valorizzazio-

ne del patrimonio culturale” (196 domande); “Strategie dimarca e nuovi media nel settore moda” (108); “Fashion de-sign” (81); “Analisi dei mercati e sviluppo locale” (157);“Gestione dei processi di internazionalizzazione” (116).

La frequenza ai master è totalmente gratuita e i frequen-tanti (20 per corso, selezionati dall’Università) usufruirannodi una borsa di studio pari a 3.500 euro, erogata dalla Re-

gione Puglia. I corsi, ai quali sono ammessi studenti laureatiresidenti in Puglia hanno durata annuale, per un totale di al-meno sessanta crediti formativi.

Si terranno a Lecce, tranne “Fashion design” e “Gestionedei processi di internazionalizzazione” che avranno sede a Ca-sarano (decisione che ha riempito d’orgoglio il sindaco Venuti).Insieme ai master, Università di Lecce e Comune di Casara-

no hanno presentato anche le due Summer school, ossia “Scuo-la estiva internazionale su Comunicazione, design e nuovi medianel settore moda” e “Scuola estiva internazionale in gestionedei processi di internazionalizzazione”. I due strumenti di forma-zione danno vita ad un’azione che si caratterizza per l’alta valen-za formativa dei profili professionali e per il forte ancoraggio alsistema dello sviluppo locale, con una formazione di professioni-sti destinata a giocare un ruolo forte non solo per la creazione dinuove figure professionali, ma anche per il legame e la straordi-naria collaborazione instaurata tra l’Università e il “Pit 9”.

E.S.

il tacco d’Italia 43N. 32 Dicembre 2006

L’OPINIONEM A R I O T U R C O z

IL FATTO

zx di Mario Turco*

I talenticome capitale

In 658 chiedonoil master

«Il territorio ha accoltocon entusiasmo i cinque

master attivati dall’Università di Leccenell’ambito del Pit 9.

Due dei quali si terrannoa Casarano»

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Nel corso dell’autunno, la Cgil ha avviato, insieme a Cisle Uil, “Il rosso contro il nero”, una campagna di infor-mazione contro il lavoro nero ed irregolare, che ha avu-

to il culmine in una grande manifestazione che si è tenuta il21 ottobre a Foggia. La nostra è una grande operazione cul-turale che ha lo scopo di contrastare l’economia sommersa.In Italia vi sono più di 4 milioni di persone che lavorano incondizioni di irregolarità, in nero e con contratti parzialmentedichiarati. Nella provincia di Lecce il problema riguardaquasi la metà della popolazione attiva, circa 200mila perso-ne. Nei settori produttivi dell’agricoltura, del turismo e del-la ristorazione, nei periodi stagionali, si raggiungono tassialtissimi di irregolarità, circa l’85 per cento dei rapporti dilavoro.

Il lavoro sommerso deve diventare un disvalore e, di con-seguenza, occorre affermare l’idea che il lavoro nero non è unaspetto fisiologico ed ineliminabile dell’economia, bensì unapratica oltraggiosa dei diritti e della dignità della persona.

Il sindacato ha, quindi, approntato una strategia che so-stiene le imprese qualora queste decidano di emergere e leaiuta a qualificare la produzione. Al contempo, è fondamen-tale un’opera di maggior controllo e repressione contro quel-le che rimangono nell’illegalità. Abbiamo avanzato delle pro-poste alle istituzioni centrali e locali. La nostra strategiaprevede, innanzitutto, l’istituzione del Fondo Nazionale per

l’Emersione. Il Fondo aiuterà sia i lavoratori, sia le aziende.I primi beneficeranno di appositi piani predisposti per rico-struire le carriere previdenziali, con il versamento dei con-tributi omessi da parte delle aziende emerse; le seconde,invece, si avvantaggeranno dei Piani Locali per l’emersio-ne, che prevedranno: un bonus annuo di 1500 euro perogni lavoratore emerso; una fiscalizzazione per tre anni, fi-no al 50 per cento della base imponibile Irap; un tutor perle pratiche amministrative; l’accesso gratuito ai program-mi formativi; il “bonus di sistema”; ed altre numerose mi-sure da adottare nei Piani Locali.

La Regione Puglia, inoltre, ha recentemente approvato laLegge Regionale n. 28/06, che detta le regole in materia dicontrasto al lavoro non regolare. È una disciplina all’avan-guardia nella lotta al lavoro irregolare, che nasce anche dalleproposte e dai suggerimenti del sindacato. La Puglia è at-tualmente l’unica regione d’Italia dotata di una legge percombattere questa piaga sociale.

Poi, la Legge Finanziaria del 2007, in corso di approva-zione da parte del Parlamento, contiene numerose misure dilotta al lavoro sommerso ed irregolare. Ma per parlarne neldettaglio occorre attendere l’esito positivo del voto delle Ca-mere.

*segretario generale Cgil Lecce

il tacco d’Italia 45N. 32 Dicembre 2006

L’INTERVENTOB I A G I O M A L O R G I O z

IL FATTO

“Rosso contronero”, si puòzx di Biagio Malorgio*

Dati dell’ispettorato del lavoro di Lecce - 1° semestre 2006

Aziende ispezionate 892Aziende irregolari 396Lavoratori controllati 1397Lavoratori irregolari 174Lavoratori in nero 122Casi di lavoro minorile 4Casi di lavoratori stranieri clandestini 2Contributi inevasi 520.802 euroContributi in ritardo pagamento 59.168 euroIpotesi di reati 198Violazioni amministrative 5216Valore complessivo sanzioni 1.252.397 euro

//La legge regionale 28/06La condizione per le aziende che vorranno avvantaggiarsi

dei benefici sarà sempre quella di applicare i contratti collet-tivi nazionali di categoria. Diventa obbligatorio il rispetto del-l’indice di congruità, ovvero del rapporto tra il valore dellaproduzione di un’azienda ed il numero minimo di lavoratoriimpiegati.

La costituzione di una bancadati che raccoglie tutte le in-formazioni fornite dai soggetti controllori (Inps, Inail, Agenziadelle entrate, Forze dell’ordine) permette efficaci controlli in-crociati. L’emersione non regolare è favorita da appositi pianiterritoriali. Questi nascono dalla concertazione della RegionePuglia con i sindacati, le rappresentanze dei datori di lavoroe gli enti territoriali.

Sono previsti incentivi (agevolazioni cumulabili) per leaziende che dimostrino di rispettare e migliorare rispetto al-l’anno precedente l’indice di congruità.

Il documento unico di regolarità contributiva (DURC) èobbligatorio per tutte le aziende che riceveranno gli incentivi.

zx a cura di Pippi Finguerra

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46 il tacco d’Italia N. 32 Dicembre 2006

UN MESE IN UNA PAGINAz C H E C O S A N O N C I S I A M O P E R S I

Non finisce mai di stupire, l’ammini-strazione comunale di Casarano. Che oraha deciso di ripristinare il parcheggio inpiazza Diaz. Ma aspettate a cantar vittoria.Perché si potrà parcheggiare, è vero, masolo su un lato, a pagamento e a tempodeterminato. Ovvero fino al 15 gennaio2007. Giusto il tempo per comprare qual-che regalo di Natale e per farsi un giro incentro alla ricerca dei primi saldi invernali.

“Dopo il 15 gennaio – ha sottolineatocon convinzione Palazzo dei Domenicani -si tornerà al precedente regime di divieto

di sosta sull’intera area, dove sarà consen-tito solo il transito”.

Convinzione poco convincente, a direil vero, perché sembra proprio che l’am-ministrazione comunale abbia ceduto, perl’ennesima volta, alle pressioni dei com-mercianti, che si sono sempre battuti perla possibilità di parcheggiare in piazza. Epensare che Remigio Venuti aveva inseritola chiusura al traffico dell’intero centrostorico nel suo programma elettorale, sindai tempi del primo mandato. Un po’ dipolso, sindaco. E.S.

// Lecce. Centro chiuso. Anzi no

E anche Lecce si trova a dover fare i conti con lospinoso problema traffico-parcheggi. Soprattutto invista del periodo natalizio. Quando, si sa, fare spesein città è un piacere. Per tutti, tranne che per gli auto-mobilisti, costretti a sorbirsi ore su ore di incolonna-menti. Allora, il Comune ha prima optato per la chiu-sura al traffico del centro. E per l’apertura domenica-le dei negozi. Poi ha fatto retromarcia ed ha dichiara-to: il centro non sarà chiuso al traffico, ma verrannopotenziate le unità di vigili urbani e ausiliari del traffi-co e, se sarà il caso, anche della protezione civile.Purchè, precisazione che fa sorridere, la gente che ar-riva a Lecce causa shopping dimostri il buon senso diparcheggiare nelle zone di interscambio e proseguireil giro a bordo dei mezzi pubblici. Non è sbagliato fa-re affidamento sul buon senso. A Natale, poi, è quasiun dovere. Buona fortuna, allora, a chi non si fa sco-raggiare da un po’ di traffico tra una vetrina e l’altra.

// Polo Umanistico diviso treUmanisti a Lecce, giuristi a Monteroni, artisti ad Arnesano. E’ que-

sta la conclusione del tanto parlare a proposito del Polo Umanisticodell’Università di Lecce. Si sono riuniti martedì 21 novembre, nellasala del rettorato chiusa al pubblico, tutti i protagonisti del confron-to universitario. “Allarghiamo il dialogo a tutti gli attori dell’Universi-tà”, avevano chiesto gli amministratori leccesi, per scongiurare il pe-ricolo che i Comuni limitrofi al capoluogo salentino si sentissero ta-gliati fuori dai tavoli che contano. E così è stato. Tutti insieme per de-cidere che il campus già previsto e già in fase di costruzione allespalle della Manifattura Tabacchi si realizzerà ed ospiterà tutte le fa-coltà umanistiche dell’Ateneo. Eccetto Giurisprudenza, che avrà sededefinitiva a Monteroni, ma in una struttura ex novo, e lo Stamms cheresterà ad Arnesano, ma anche questo in uno spazio creato ad hoc.Intanto qualcuno (Mario De Cristofaro, candidato sindaco di An, intesta) ha sollevato la questione di presunte irregolarità sull’iter dellacostruzione del campus universitario, per il quale sarebbero stati im-piegati irregolarmente 40 milioni di fondi Cipe e regionali. Ma questaè un’altra storia. Che procederà, parallela alle lezioni. Ma agli stu-denti, forse, importerà di meno.

// Parcheggi a tempo determinato

Strisce blu e biglietti gialli. In piazza Diaz siparcheggia, ma a pagamento

Via libera. Lecce ha optato per l’apertura del centro al traffico

Monteroni. Ecotekne. Dove ha sede la facoltà di giurisprudenza

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