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Tacco_64

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Tacco d'Italia, Casa cara casa
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NNata con tutte le migliori intenzioni dirisollevare le sorti dell’economia, alla leggesul Piano casa, a rivedere le dichiarazionidel presidente del consiglio SilvioBerlusconi, sembra essere affidata laresponsabilità di farci uscire dalla crisi.

Si tratta di una legge varata in “emer-genza” e le cui disposizioni valgono per unlasso limitato di tempo: in Puglia 18 mesi.

L’Italia è il Paese della gestione in“emergenza”, dove ogni aspetto della vitaamministrativa può essere organizzato inderoga alla norma, con conseguenze direttesulla vita quotidiana di ognuno.

Abbiamo più volte analizzato gli scempiche si sono prodotti, in tutti i settori, acausa di quest’anomalia tutta italiana: in“emergenza” si è fatta lievitare la discaricadi Burgesi, aggiungendovi piani su piani; in“emergenza” si è tenuta aperta 20 anniquando doveva funzionare per dieci; in“emergenza” si sono autorizzati tutti gliimpianti per la gestione del ciclo dei rifiuti;in “emergenza” sono stati costruite decinedi depuratori che non depurano alcunché;in “emergenza” si sono rilasciate autorizza-

zioni per riversare nella falda acquifera pro-fonda reflui densi di sostanze pericolose.

Potremmo stilare una lunga lista dellevergogne.

Ora i Comuni entro il 24 novembreprossimo sono chiamati a recepire e/o amodificare la legge regionale sul Piano casache, merito della Regione Puglia, ha cercatodi porre un argine al cemento come pana-cea di tutti i mali economici.

La legge non piace agli imprenditori eagli artigiani, proprio per questo, perché lavorrebbero più elastica, più permissiva, perconsentire di allargare gli stabilimenti e lefabbriche.

Ma i Comuni dalla nostra indagine risul-tano inadeguati a far fronte a questaresponsabilità e quei pochi che stanno redi-gendo le delibere per modificare la legge, lostanno facendo per divellere tutti i palettiposti dalla Regione a tutela del paesaggio edell’ambiente.

Come Porto Cesareo, che sembra prontoa sferrare un ultimo attacco, quello definiti-vo, ormai, su quel poco di costa rimastaintatta. Come dire: legalizziamo lo scempio,

così non serve il condono.O Lecce, ad oggi immobile di fronte alla

scadenza del 24 novembre, ma molto attivasul fronte delle grandi speculazioni edilizie.

Tutto questo mentre il capoluogo di pro-vincia viene annoverato dalla Lonely planet,la guida per viaggiatori più diffusa al mondoinsieme alla Routard, tra le dieci città almondo che meritano di essere visitate l’an-no prossimo: la cittadina, scrivono gli autoridella guida, è in una posizione centrale otti-male per visitare la penisola salentina e ilsuo mare.

Sono sempre gli altri ad accorgersi diquanto di bello abbiamo e ad amarlo.

Noi lo sfruttiamo fino all’osso e lo get-tiamo via.

L’Editoriale L’Editoriale//

//

di Maria Luisa Mastrogiovanni

sommarIoIDEE DAL TACCO05 BOLLETTINO DEI NAVIGANTI

di Mario De DonatisCHI SALE, CHI SCENDE

07 L’ARIA CHE TIRA di Luisa RuggioQUESTIONE DI LOOK,LA CITTÀ INVISIBILE di Enzo Schiavano

26 IL PERSONAGGIO DEL MESE//Paride De Masi

30 CONTROCANTO ospita Stefano Cianciotta:Puglia, il treno da non perdere entro il 2013

VEDIAMOCI CHIARO09 L’INCHIESTA //PAESE CHE VAI, PIANO CASA CHE TROVI

di Laura Leuzzi

18 UN SETTORE IN CRISI DI IDENTITÀ di Laura Leuzzi

22 MEGLIO UNA CASA “BIO” di Annalisa Nesca

24 C’ERA UNA CASA TANTO CARINA di Elisa Indraccolo

CULTURA&PERSONE28 UN PO’ DI LEGGEREZZA//MATTONE SU MATTONE

di Laura Leuzzi

Il mensile del salentoAnno VI - n. 64 - Novembre 2009

Iscritta al numero 845 del Registrodella Stampa del Tribunale di Lecce il 27 gennaio 2004

EDITORE:Nerò Comunicazione - Casarano - P.zza A. Diaz, 5

DIRETTORE RESPONSABILE: Maria Luisa Mastrogiovanni

HANNO COLLABORATO:Mario Maffei, Laura Leuzzi, Annalisa Nesca, Luisa Ruggio,

Enzo Schiavano, Mario De Donatis, Elisa Indracolo

FOTO:Dove non segnalato archivio del Tacco d’Italia

REDAZIONE:p.zza Diaz, 5 - 73042 Casarano - Tel./Fax: 0833 599238

E-mail: [email protected]

PUBBLICITÁ:[email protected] - tel. 3939801141

Unione Stampa Periodica Italiana Tessera n° 14705

STAMPA:Stab. grafico della CARRA EDITRICE Z. I. - Casarano (Le)

DISTRIBUZIONE:Agenzia Tarantino - Lecce0832.240034 - 240462

ABBONAMENTI: 15,00 Euro per 10 numeri

c/c n. postale 54550132 - intestato a Nerò ComunicazioneP.zza Diaz, 5 - 73042 Casarano - [email protected]

IL PROSSIMO NUMERO IN EDICOLA10 DICEMBRE 2009

se è “emergenza”tutto è permesso

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Più volte ho richiamato la predisposi-zione, tutta nazionale, ad impegnarsi piùche nell’“ordinario” nelle “emergenze” enelle politiche che ad esse si richiamano.

In un Paese che ha rinunciato allaProgrammazione (emblematico il pontesullo stretto di Messina che viene sostenu-to da un Governo, cancellato dal successi-vo e riproposto da quello attuale), in unaRegione che, da tempo, al di là delle mag-gioranze che governano, naviga a vista(basti pensare al ricorso ai “progetti spon-da” che ha caratterizzato la “politica dicoesione comunitaria”) può accadere che,provvedimenti legislativi – varati per ilsuperamento dell’emergenza economica –determinano, a catena, “così è, se vipare”!, altre “emergenze”.

È quello che sta accadendo con iprovvedimenti che la Regione ha adottatoin adesione al “Piano” del Governo perdare impulso al settore dell’edilizia.

Nulla da dire sul legislatore regionaleche ha saputo cogliere le opportunitàdella “legge quadro nazionale”, salvaguar-dando il patrimonio storico-ambientalecon vincoli e modalità opportuni.

Ma dalla periferia si hanno notizie

allarmanti che mettono a nudo “altreemergenze”. Si passa dalla propensionedella politica locale a “mietere consensi”giocando sui tempi delle decisioni proprie,alla “inadeguatezza delle strutture buro-cratiche” delle amministrazioni comunali,alle infiltrazioni, nel gioco, di operatori del“male comune”.

L’assurdo è che provvedimenti legisla-tivi, varati per concorrere – con impulsisull’attività edilizia – al superamento dellastasi “economico-finanziaria”, produrran-no effetti, al di là dei tempi immaginati.Con il pericolo che le fragili strutture buro-cratiche, sopraffatte da progetti e solleci-tazioni, possano essere travolte, insiemeagli argini legislativi.

In un contesto in cui i “controlli ammi-nistrativi” sono, ormai, ricordi del passatoe quelli sul territorio urbano sono sempredoverosamente inadeguati ai compitiassegnati, c’è da temere che la legge peril “superamento dell’emergenza economi-ca” produrrà, alla fine, altra emergenza:

l’“emergenza condono” per le “emer-genti costruzioni” edificate in attuazionedelle disposizioni per l’“emergenza econo-mica”.

la strategIadell’emergenzae l’InfIltrazIonedel male Comune

Opinioni dal Tacco//

di MARIO DE [email protected]

BOLLETTINO

DEI NAVIGAN

TI

Sul trono dellosport italianosiede questo mesela brindisina FlaviaPennetta, vincitricecon FrancescaSchiavone e le“doppiste” Errani-Vinci dellaFederation Cup(l’equivalente dellaCoppa Davismaschile, già vinto

dalle azzurre nel 2006).Flavia è stata la prima italiana ad essere entratanella classifica delle prime dieci tenniste almondo ed è una delle stelle del firmamento delWTA, forse più conosciuta all’estero che in Italia.Vive e si allena a Barcellona, anche dopo l’inter-ruzione del lungo fidanzamento con il tennistaspagnolo Carlos Moya, ma ha un forte legamecon la sua terra, dalla quale ha ereditato i tipicitratti caratteriali: la grande espansività e simpa-tia, la voglia di emergere a tutti i costi e unacerta fragilità sempre in agguato.Il papà Oronzo le mise la racchetta in manoall’età di cinque anni e la mamma Concita,intuendone il talento, la affidò al maestroAlfonso Pastore presso il Circolo tennis diBrindisi. I suoi idoli sono Al Pacino e MonicaSeles. Flavia Pennetta è invece l’idolo della reda-zione del Tacco.

pennetta. sesso debole a chi?

miccoli.Chi l’ha visto?

CHI SCENDE

CHI SA

LE

Diciamo la verità: dalla carriera di FabrizioMiccoli ci aspettavamo qualcosa di più. Dopoaver vestito per dieci volte la maglia dellaNazionale di Trapattoni segnando due reti (di cuiuna direttamente su calcio d’angolo), il Romariodel Salento ha un po’ perso il piglio scattantedel fuoriclasse e le giocate geniali, pur confer-mandosi un eccellente giocatore, perno dell’at-tacco del Palermo. Miccoli è amatissimo sia aCasarano sia a Lecce (caso più unico che raro).A Casarano esordì a 17 anni in C1, scoperto daPantaleo Corvino, diventando subito titolare esegnando otto reti. La maglia del Lecce non l’hainvece mai vestita ma la sua fede giallorossa ènota, tanto che nel marzo di quest’anno ha pre-ferito non calciare un rigore contro il Lecce (luiche è uno specialista). Fatto che naturalmentel’ha reso un eroe (al contrario di Antonio Conte,contestatissimo della sua sciagurata esultanzain un Lecce-Juve). Esploso calcisticamente incontemporanea con Cassano, il pibe di Nardò hadovuto cedere lo scettro di “re delle Puglie”all’asso barese. Cosa che, lo confessiamo, un po’fa rodere d’invidia, e ce lo fa affettuosamentecollocare con freccia in basso.

Flavia Pennetta

Fabrizio Miccoli

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Un mio caro amico èun padre di famiglia della

classe media salentina, al quale è successodi chiedere qualche aiutino alla sua banca difiducia per ottenere delle agevolazioni tempo-rali sul pagamento del mutuo di casa, poichélui – che è un bravissimo infermiere ma èstato licenziato perché colpito da una malat-tia rarissima che lo costringe a vivere con lapensione d’invalidità – non ce la fa più apagare, la qual cosa non gli fa credere di

essere diventa-to un fumettosfortunato,semmai lo ter-rorizza. Ha duefigli piccoli, unamoglie medicoche lavoradalla mattinaalla sera ecerca di staresulle spese.Eppure nonarrivano allafine del mese.La banca difiducia gli hadetto che se lopuò scordare

un aiutino e, con automati-smo quasi liturgico, ha chiusola pratica con quel bel ghignoda strozzino. Ottimo periodoper i proprietari d’apparta-menti in città invece, con l’af-fitto ci ricavano stipendi, nellecase ci vivono gli studentipagando una quota mensileche eleva le stanze, singole odoppie, alla categoria dimonolocali da dividere conaltri inquilini. E, siccome unavolta finita la vita da studentele cose non accennano adecollare, ora questo genere di cosa la fannopure i lavoratori, così dividere l’affitto conamici o estranei è la nuova frontiera dell’e-mergenza casa, di cui poco si parla perchénon fa chic. Non è che a nessuno sia venutoin mente di domandare come si possa pensa-re di acquistare una casa tenendo contodegli stipendi medi, i patti di solidarietà, lacassa integrazione, gli inverni caldi dei lavo-ratori, i tagli a questo e a quello e vattelap-pesca, è solo che teniamo così tanto ai con-venzionalismi da aver inventato un terminepersino per le domande senza risposta, il ter-mine sarebbe censurato con un bip persinoin un talk satirico proprio perché racchiude la

straordinaria consapevolezza del mio amicoche una sera, al cinema per l’ultimo film diMichael Moor (Capitalism, n.d.r.), per sdram-matizzare mi ha detto: quasi quasi faccio unarapina, così mi mettono al fresco e lì almenoun tetto e un pasto caldo ce l’ho.Impossibile, gli ho risposto, le carceri sonosovraffollate, con una rapina te la caveresti,per ottenere un posto lì devi tentare il colpodi Stato portandoti in tasca due grammi dimarijuana e una escort o un trans, così tuttisapranno in tempo della notizia visto che igiornalisti non sanno più occuparsi delle fac-cende che contano. Ma io non fumo, mi hadetto lui. Non fa niente, questo non è unPaese per vivi.

Opinioni dal Tacco//

Casarano. Il Comune di Casarano ha scon-giurato l’ipotesi del dissesto finanziario?Non si può dire con certezza assoluta chequesto rischio sia stato allontanato. Lamanovra finanziaria approvata dal ConsiglioComunale il 6 ottobre scorso, infatti, fissa aEuro 3.778.106,12 il disequilibrio di bilan-cio per l’anno corrente, ma nello stessotempo ordina una verifica straordinaria suiresidui, ammettendo in sostanza che ci sonoelementi che farebbero credere che il debitodel Comune potrebbe essere superiore aquello accertato.Nella delibera, infatti, si legge: “[...]dare attoche la situazione perdurante di sofferenza dicassa con particolare riferimento alla situa-

zione in essere con il Concessionario dei tri-buti, impone la necessità di avviare una rico-gnizione dei residui. Tale difficoltà suggeriscedi avviare dei processi per reperire i datinecessari a valutare l’esatta consistenza el’esigibilità dei residui, nella consapevolezzache si potrebbero verificare le condizioni dicui all’art. 244 del TUEL [...]”. L’art. 244 delTesto Unico riguarda proprio l’ipotesi di dis-sesto finanziario. La ricognizione dovrà esse-re completata entro l’aprile 2010.Nella stessa delibera si quantifica in Euro790.169,60 i presunti debiti fuori bilancio,ma non si fa cenno al credito vantato dalla“Monteco srl”, l’ex gestore del servizio dispazzatura, che da tempo chiede a Palazzo

dei Domenicani il pagamento di diritti legatial costo del servizio che, tra adeguamentoprezzi e conferimento in discarica, ammontaa circa Euro 3.700.000, più Iva e relativiinteressi. Nella delibera, inoltre, non vengonoindicati i risultati della verifica sugli ultimicinque bilanci che ha effettuato la società dirating “Bdo”. Per riepilogare: si quantifica ildisavanzo, ma si fa intuire anche che èmolto di più; si indicano i presunti debitifuori bilancio, ma si non si fa cenno ad altridebiti già noti. E’ chiaro che l’atto dellamanovra finanziaria è stato il frutto di un dif-ficile compromesso con il Pd, che fa partedel nuovo esecutivo ma che costituiva lamaggioranza di quello uscente.

bIlanCI fumosI.Quando I numerI non Quadrano

di LUISA [email protected]

a CasabruCIata

l’arIa Che tIra

di ENZO [email protected]

//QuestIone dI looK

LECCE. La giunta discuteva sull’acquisto dei palazzi di via Brenta.Ma lui, Paolo Perrone, oggi sindaco e ieri vice ed assessore al patrimonio, harecentemente dichiarato di essere sempre stato assente in quelle decisive sedu-te dell’assise comunale. In altre faccende affaccendato. Come dire: “Non sonostato io”, a patto di non essere sorpreso con le mani nella marmellata

INDOVINA CHI E’?

La soluzione a pag. 30

il tacco d’Italia 7 Novembre 2009

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Naturalmente sta alla sensibilità delleAmministrazioni consentire interventi solo inquelle porzioni di territorio che lo possanosopportare e non dove ciò costituisca un’ag-gressione.

Una sensibilità che in altre circostanze ilSalento non ha dimostrato: quando ha con-cesso l’edificazione sfrenata sulla costa o inaree dal delicato equilibrio ambientale, comei parchi e le oasi naturali; quando non hacombattuto l’abusivismo; quando ha autoriz-zato le speculazioni edilizie.

In mancanza delle delibere comunali, lanorma verrà applicata così come è stataemanata dalla Regione.

Ci siamo chiesti: sarebbe un male o unbene? La conclusione a cui siamo giunti èche potrebbe essere un bene. Perché se èvero che la Regione non conosce nel detta-glio tutti i territori comunali per poternedeterminare le linee di sviluppo urbanistico, èvero anche che i Municipi della Provincia diLecce sembrano impreparati a recepire lanorma ed in alcuni casi fanno fatica a com-

prenderla a fondo; le difficoltà maggioririguardano quelli più estesi o dal territoriopiù “complicato” in quanto interessato adesempio dalla presenza di aree naturali vin-colate o tratti di costa. Il rischio è dunqueche possano approvare delibere non rispon-denti alla legge regionale o rendere possibiligli interventi edilizi anche in aree troppo deli-cate per sostenerli.

Il rischio è anche che ogni Comune inter-preti ed applichi la norma a suo modo (ed ineffetti alcuni Comuni, come Porto Cesareo adesempio, si stanno organizzando per elimi-nare i paletti imposti dalla Regione, si leggaa pag. 13), dando vita ad un regime di anar-chia urbanistica che andrebbe a tutto svan-taggio del territorio perché in controtenden-za rispetto agli sforzi di programmazionepaesaggistica coordinata che si sono con-cretizzati in documenti sovracomunali comeil Ptcp, il Piano territoriale di coordinamentoprovinciale.

L’inchiesta// //Il Piano casa

paese Che vaI,pIano Casa Che trovI

IL PIANO CASA NASCE CON LE MIGLIORI INTENZIONI:INCENTIVARE GLI INVESTIMENTI IN EDILIZIA.MA I COMUNI DELLA PROVINCIA DI LECCESONO IN RITARDO ED IMPREPARATI A RECEPIRELA NORMA REGIONALE. SI RISCHIA L’ANARCHIA O, PEGGIO, UN’AGGRESSIONEAUTORIZZATA DEL TERRITORIO

di LAURA [email protected]

il tacco d’Italia 9 Novembre 2009

ILIl 24 novembre scadranno i termini per l’approvazione da parte dei Comuni delledelibere di consiglio sul Piano casa, nato per rilanciare l’economia attraverso l’at-tività edilizia. Significa che entro quella data gli Enti locali dovranno aver stabili-

to le condizioni per l’applicazione della legge regionale nel proprio territorio. Conoscendo da vicino le caratteristiche dei luoghi di propria competenza, hanno

la facoltà di rendere più restrittiva la norma regionale, ponendo dei “paletti” alla suaapplicazione; ma possono anche renderla meno severa, concedendo interventi urba-nistici laddove la legge indicativamente lo vieti, come nelle zone sottoposte a vinco-lo paesaggistico.

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Adeguare la propria casa alle norme disicurezza e di risparmio energetico edottenere in cambio la possibilità di

allargarla un po’. E’ il sogno nel cassetto pra-ticamente di chiunque. Il Piano casa si pro-pone di realizzarlo. Emanato nelle sue lineegenerali dal Governo centrale il 1° aprile2009i e poi recepito dalle Regioni tramiteproprie leggi regionaliii, esso ha carattere“straordinario ed urgente” e dunque tempo-raneo. In Puglia ha validità di 18 mesi.

Questa legge si propone di riattivare gliinvestimenti nel settore edile, prevedendo tretipi di intervento urbanistico.

L’ampliamento del 20% dell’immobile. Siapplica agli edifici residenziali.

E’ subordinato all’adeguamento dell’edi-ficio alle norme di sicurezza.

La demolizione di immobile non a normae la sua ricostruzione secondo criteri di sicu-rezza e risparmio energetico; concessa adedifici residenziali per il 75%.

La delocalizzazione con ampliamento del45%. Prevista anche per edifici non residen-ziali come attività private commerciali, turi-stiche, industriali, di qualsiasi grandezza,nate anche in sanatoria, che sorgono in zonenon adatte, come le aree naturali protette, lezone umide, le zone sismiche, quelle a vinco-lo paesaggistico. Chi delocalizza può usufrui-re di altri incentivi quali la riduzione dell’Ici oaltre imposte comunali, degli oneri di urba-nizzazione secondaria o del costo di costru-zione e di un ulteriore 10% di volume rispet-

to all’originale. Il vero business è qui. Sono igrandi imprenditori, in definitiva, che possonotrarre maggiore vantaggio dalla legge, perchéhanno maggiore disponibilità economica eperché possono usufruire degli sgravi fiscalicitati.

La domanda a questo punto è: quanto ilPiano casa riesce effettivamente a venireincontro ai bisogni abitativi dei cittadini? Eche cosa ne sarà del territorio una volta chequesti interventi saranno stati realizzati? Chivigila, infine, affinché si svolgano nel rispettodell’ambiente?

Abbiamo rivolto queste domande a tecni-ci del settore ed a rappresentanti del mondoassociativo ed imprenditoriale. Infine, leabbiamo girate ad Angela Barbanente (pag.14), assessora regionale all’Urbanistica, cuiva la maternità del Piano casa.

a ChI gIovaIl pIano Casa

la legge puglIeseLa Puglia è stata la prima Regione

meridionale ad approvare il Piano Casa,tramite la legge regionale 14 del 30 luglio2009, poi rettificata il 24 settembre conun “errata corrige” relativo all’articolo 3“Interventi straordinari di ampliamento”.

Sin dalla pubblicazione della legge laRegione ha attivato sul sito internet istitu-zionale il forum “Misure urgenti per l’edili-zia”, che già nel primo mese, riferisceEmanuele Moretti, referente del forum, haraccolto 150 richieste di informazioni daparte di privati e di studi tecnici, segnodell’interesse suscitato dalla norma.

nICastro:“I rIsChI della legge”

Abbiamo posto i nostri quesiti anche aLorenzo Nicastro, sostituto procuratore presso ilTribunale di Bari. Sono sue l’inchiesta sui presuntifavori nella sanità barese, che vede coinvolti l’im-prenditore Gianpaolo Tarantini e politici regionali;quella sulla Cedis Puglia; quella denominata “LaFiorita” nella quale è imputato per il reato di cor-ruzione l’allora presidente della Regione Puglia,Raffaele Fitto, per il quale è stato chiesto il rinvioa giudizio (l’udienza si terrà il 30 novembre).

Il magistrato ha confermato i nostri timori: ilrischio che i Comuni si muovano ognuno per pro-prio conto nell’applicazione del Piano casa, c’è.E c’è anche il rischio di un’eccessiva cementifi-cazione del territorio. Scongiurare l’aggressionedel paesaggio non sarebbe dunque così facile.

Se spetta ai Comuni deliberare ilRegolamento che avrà validità nel proprio terri-torio, non si rischia un’eccessiva differenziazionenell’applicazione della legge tra Comuni vicini?

“Il rischio di differente applicazione dellalegge da Comune a Comune è un rischio concre-tissimo, che pone numerosi interrogativi sul fattoche la legge regionale possa essere interpretata inmaniera capillare”.

Con le loro delibere ed i loro Regolamenti iComuni potranno autorizzare interventi che stra-volgeranno irrimediabilmente l’aspetto del terri-torio?

“Gli atti regolamentativi ed ogni ulteriore atti-vità provvedimentale della pubblica amministra-zione dovranno essere rispettosi della legislazionevincolistica (territorio, paesaggio ecc.) esistente. Inmancanza di vincoli ovviamente la discrezionalitàamministrativa sarà molto più ampia”.

Concedendo ampliamenti degli immobili finoanche al 45%, non esiste il rischio di un’eccessi-va cementificazione del territorio?

“Certamente sussiste concretamente il rischiodi cementificazione del territorio, ma non sembraevidentemente un problema di interesse comune”.

La legge prevede la possibilità di demolireun immobile che sorga in un contesto non con-sono, come una zona a vincolo paesaggistico, ericostruirlo in altra zona ampliandolo fino al45%. Ciò può essere un danno per il paesaggio?

“Se la nuova unità viene costruita in zonanon sottoposta a vincoli, almeno teoricamente(salvo verifiche pratiche) non si può parlare didanno per il territorio. La legge autorizza l’inter-vento ampliativo, quindi non possiamo parlare didanno. Altra e diversa cosa sono le considerazionicirca le scelte ‘politiche’ sottese all’interventolegislativo”.

Prevedendo la delocalizzazione, la leggeimpone che, una volta spostato l’edificio, venga-no ripristinate le condizioni paesaggistiche pre-cedenti l’insediamento. Chi controlla che ciòvenga fatto?

“Controllano (dovrebbero controllare) tutticoloro che sono, appunto, dotati di potere di con-trollo sull’assetto del territorio. Polizia giudiziaria,Autorità amministrative e così via”.

Dal momento che in passato è capitato chele Amministrazioni abbiano concesso autorizza-zioni ad immobili senza curarsi troppo del dannoprovocato ai luoghi, oppure che abbiano chiusogli occhi su fenomeni di abusivismo più o menograve, come si può escludere che ciò avvenganuovamente?

“Per rispondere sarebbe necessario crederealle favole”.

Andrea Morroneil tacco d’Italia 10 Novembre 2009

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Il Piano casa non interessa solo le comu-ni abitazioni ma anche altri tipi di immo-bili, tra i quali le strutture turistiche. Il

Salento ne è pieno. La legge quindi potreb-be avere delle conseguenze importantianche sul turismo.

Nella Provincia di Lecce sono presenti973 bed and breakfast, per un totale di 3042camere e 6609 posti letto (dati Apt Lecce).Rientrano nell’edilizia residenziale e possonopertanto essere ampliati del 20% se adegua-ti alle norme di sicurezza (a patto che nonsuperino i mille metri cubi) oppure del 35%se demoliti e ricostruiti a norma (non ci sonolimiti di volumetria). Nulla vieta infatti che

amplino la loro superficie, purché, per leggeregionale istitutiva dei b&b (la 17/2001),non superino le cinque camere ed i dodiciposti letto ognuno.

Ma possono essere interessate daampliamento, fino al 45%, anche le strutturericettive più grandi, come i grandi alberghied i villaggi turistici, se vengono delocalizza-ti dalle zone “delicate” nelle quali sorgono:le aree sottoposte a vincolo paesaggistico, iSic (siti di importanza comunitaria), le oasinaturali.

Come si trasformerà il paesaggio salenti-no se i b&b si amplieranno e i grandi villaggituristici si sposteranno, allargandosi, dal

luogo in cui sorgono?Quali ripercussioni avrà sul turismo

salentino la legge sul Piano casa? Lo abbiamo chiesto a due “addetti ai

lavori”: Stefania Mandurino, commissariadell’Apt della Provincia di Lecce, e GiovanniSerafino, presidente della sezione Turismo diConfindustria. Entrambi concordano nel giu-dicare positivamente la legge e nel sottoli-neare l’esigenza di imporre ai Comuni regolepiù ferree di rispetto paesaggistico.

POTRANNO USUFRUIRE DEL PIANOCASA ANCHE I B&B E LE STRUTTURE RICETTIVE PIÙ VASTE. CIÒ PORTERÀINEVITABILI EFFETTI SUL TERRITORIO E SUL SISTEMATURISTICO SALENTINO

le Conseguenze sul turIsmo

Il Piano casa puòessere dannoso per il terri-torio?

“Credo di no.L’assessore Barbanente harecepito la normativa nazio-nale in maniera fortementerispettosa del paesaggio”.

Spetta però ai Comunielaborare una delibera ed

un Regolamento per la attuazione della legge regio-nale. E nel Salento ci sono Comuni con porzioni rile-vanti di abusivismo; non potrebbe ripresentarsi lostesso rischio?

“Il problema esiste. Il Salento ha aree devastateda amministrazioni che in passato hanno consentitol’abusivismo, che ha deturpato le coste ma non solo,anche le campagne e le periferie. E poi c’è un proble-

ma di autorizzazioni e concessioni assegnate spessosecondo criteri che confliggevano con un’edilizia turi-stica rispettosa di spazi, servizi, aree a verde, piani dicolore. Il risultato è che splendide cittadine turisticheoggi hanno aree devastate da scelte amministrativenon opportune”.

Il Piano casa può essere un’occasione per ilturismo salentino o più un danno per il paesaggio?

“Non credo che i b&b possano incidere più ditanto sul paesaggio, dal momento che sono vincolati amantenersi entro i limiti di cinque camere e dodiciposti letto. Il problema del b&b è che tali limiti spessonon vengono rispettati e questo richiederebbe un mag-giore controllo da parte degli organi preposti, che inquesto caso sono i Comuni. Avverto piuttosto la neces-sità di un controllo più fermo sul rispetto di questilimiti sottraendone la competenza ai Comuni, perchéevidentemente non riescono ad attuarlo”.

una buona legge, ma ControllIamo I ComunI

Stefania Mandurino commissaria Apt, Provincia di Lecce

Che cosa pensa delPiano casa?

“Lo trovo un’opportunitàinteressante per il privato che voglia ampliare la propriacasa. E mentre fornisce questa possibilità, la legge incre-menta l’edilizia, perché mette in un moto un intero siste-ma. Il cittadino che investe chiama in causa l’impresa,che investe a sua volta, assume, crea indotto positivo peril territorio”.

Non trova che nel Piano casa e soprattutto nelledelibere dei Comuni si possa nascondere un rischio peril territorio?

“Purtroppo credo di sì, perché vi è il serio rischio diperdere di vista l’obiettivo che il Salento rincorre a fati-ca: quello di uno sviluppo coordinato. Un territorio habisogno di identificarsi con i suoi luoghi; il suo aspettodeve essere uno e riconoscibile. Ma se vengono autoriz-zati interventi differenti in ogni Comune allora si vanifica-no gli sforzi effettuati negli ultimi tempi. Abbiamo inoltrebisogno di regole precise dall’alto perché non possiamopiù permettere ciò che è avvenuto negli anni passatiquando il fine di attrarre presenze giustificava comporta-menti scellerati”.

Non sempre il Salento ha rispettato le regole intema di ambiente.

“Non le ha rispettate mai. Il territorio è visto comeuna risorsa da sfruttare al massimo e alla quale non darenulla in cambio”.

Regole ferree e rispettose dell’ambiente. Il turi-smo se ne gioverebbe?

“Certamente sì, perché il turista ha bisogno di rico-noscere i luoghi in cui si reca in vacanza. Il Salento hauna sua identità che va recuperata e valorizzata in armo-nia, in un contesto di programmazione sovracomunale”.

Giovanni Serafino

presidente Confindustria Turismo

Il terrItorIorIsChIadI nonrIConosCersI

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Per farci un’idea di quale sia la situazionesalentina e di come si stiano muovendoi Comuni della Provincia di Lecce nel

recepire la legge regionale, ne abbiamo senti-ti alcuni. Abbiamo interpellato i Comuni cheper motivi diversi, sono rappresentativi disituazioni critiche o sono fiori all’occhiello perla tutela del loro paesaggio: Lecce, capoluo-go di Provincia; Casarano, capofiladell’AreaVasta Sud Salento; Specchia, interes-sato dal parco naturale e membro del club “Iborghi più belli d’Italia”; e poi Gallipoli,Nardò, Ugento, Porto Cesareo, Comunicostieri tutti ricadenti in parchi naturali regio-nali. Risultato: gli Enti locali si trovano in dif-ferenti punti dell’iter amministrativo di rice-zione della legge; alcuni hanno già approvatola delibera, altri sono fermi e vivono la diffi-coltà di progettare gli interventi edilizi. Lasensazione è che, in regime di incertezza e diconfusione, ognuno abbia interpretato la

norma a suo modo. Il Comune di Gallipoli è stato il primo tra

i salentini ad approvare la delibera di recepi-mento della legge regionale (il 25 settembre2009)iii. “Abbiamo individuato delle zone incui aumentare le altezze degli immobili odiminuire le distanze dai confini – spiegaGiovanni Pisanello, assessore comunaleall’Urbanistica -. Sulla delocalizzazione nonabbiamo previsto condizioni differenti daquelle regionali, ma ci siamo limitati a peri-metrare le zone vincolate nelle quali consen-tire l’applicazione del Piano casa”. Le zoneindividuate sono quelle che sorgono alle spal-le dell’ospedale, quelle che rientrano nella“Baia verde” ed altre zone agricole. Lì saràpossibile demolire gli edifici e ricostruirlialtrove ampliandoli del 45% del volume. Nelperimetro del parco naturale “Isola di S.Andrea e litorale di Punta Pizzo” non sonoconsentiti interventi in deroga al piano rego-

latore. Il Regolamento non è stato ancoraapprontato.

Con delibera del 6 ottobre scorso, ilConsiglio comunale di Casarano, che abbia-mo sentito in quanto capofila di Area VastaSud Salento, ha deciso di consentire l’amplia-mento degli immobili così come previsto dallalegge regionale sia per la demolizione e rico-struzione sia per la delocalizzazione e quindidi attuare il carattere premiale della normanel rispetto e non in deroga delle distanze edelle altezze previste dallo strumento urbani-stico approvato nel dicembre 2008. “Abbiamoescluso categoricamente – dice Attilio DeMarco, assessore al ramo – l’ipotesi diampliamento di edifici ricadenti in zone sot-toposte a vincolo paesaggistico o nel centrostorico per evitare di prestare il fianco alrischio di deturpare il territorio”.

Nonostante sia capofila di Area Vasta, ilComune di Casarano non ha programmato ini-ziative per fare in modo che il Piano casavenga recepito in maniera coerente in tutti iComuni che ne fanno parte. “Riteniamo l’ap-plicazione della legge un fatto individuale diogni singolo Comune”, spiega De Marco.

Drammatica condizione di blocco per ilComune di Lecce, che, come riferisce ChiaraMarcellini, responsabile amministrativadell’Ufficio Urbanistica, non ha ancora appro-vato la delibera che è ancora in fase di elabo-razione. Abbiamo chiesto le motivazioni ditale ritardo a Roberto Marti, assessoreall’Urbanistica, che, seppur sollecitato diversevolte, non ci ha risposto.

Il Comune di Porto Cesareo ha l’indice diabusivismo più alto d’Italia. Negli anniOttanta sono sorti edifici a pochi metri dallacosta, realizzati, per giunta, senza il minimorispetto delle norme estetiche e di sicurezza.Qui l’applicazione del Piano casa assumeun’importanza particolare, perché potrebbepermettere di adeguare a norma una percen-

Dopo aver approvato la delibera diConsiglio entro il 24 novembre, iComuni possono, ma non sono obbli-

gati a farlo, disporre un Regolamento esplica-tivo delle condizioni di applicazione dellalegge.

“Ma i Comuni hanno difficoltà a seguirel’Ente regionale nell’approvare quegli adem-pimenti di propria competenza – sostieneSalvatore Matarrese, presidente di AncePuglia - così il Piano casa che ha 18 mesi divalidità rischia di essere inficiato dall’inerziadegli enti locali”.

il tacco d’Italia 12 Novembre 2009

Il ruolo deI ComunI

mal “Comune” mezzo gaudIo.l’InerzIa deI CampanIlI

Ci sono stati Comunisalentini particolarmenteceleri nel recepire lalegge?

“A Lecce abbiamo rile-vato una certa vivacità mala situazione è pressappo-co immobile. Il problemasono i Comuni più grossi edi capoluoghi di Provinciache hanno un’urbanistica

più complessa. La Regione ha voluto dare ai Comunila libertà di legiferare in ordine alle esigenze stabili-te dai propri Piani urbanistici, ma è proprio questa ladifficoltà incontrata”.

Crede che sarebbe stato utile un coordinamen-to tra Comuni?

“E’ ciò che ho proposto: indicare nella legge deicriteri e, automaticamente, darne attuazione, inmaniera tale da evitare questa difficoltà ai Comuni,che probabilmente non riusciranno a stare nei tempiprevisti”.

entI loCalI In affanno

Salvatore Matarrese presidente regionale Ance

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tuale altissima di immobili. Tuttavia, l’amplia-mento degli stessi previsto dalla legge regio-nale potrebbe costituire un rischio per il terri-torio comunale che è sottoposto a vincolo peril 99% della sua estensione: l’intero Comuneè un’oasi marina protetta. Nonostante ciò,l’indirizzo dell’Amministrazione è di permette-re l’applicazione del Piano casa anche nellezone sottoposte a vincolo. “Nel nostroComune - spiega l’assessore SalvatoreAlemanno - non è pensabile escludere l’at-tuazione del Piano casa in queste zone dove,invece, esso può risanare l’architettura abusi-va realizzata senza alcun rispetto delle regolenegli anni Ottanta”. Porto Cesareo è moltoindietro nell’iter di recepimento della legge.La delibera di Consiglio non è ancora stataapprovata.

Situazione di stand-by anche per ilComune di Ugento, che aveva già predispo-

sto, ma non approvato, una delibera entro iltermine fissato del 2 ottobre ma che, proroga-ta la scadenza, ha preferito studiare meglio lalegge. “Nel parco naturale Litorale di Ugento –garantisce Antonio Mauro, assessoreall’Urbanistica - non sarà possibile realizzarealcun intervento di ampliamento perché è giàvincolato da una legge speciale. Vogliamo,però, prevedere delle premialità per chi abbiavoglia di delocalizzare, allontanandosi dallacosta e dalle zone sensibili”.

Nemmeno il Comune di Nardò ha ancoradeliberato sul Piano casa. “Le intenzioni –spiega Cosimo Caputo, assessoreall’Urbanistica - sono quelle di non permette-re alcun intervento nel centro storico”. Nellezone con vincolo paesaggistico verranno inve-ce individuate le aree nelle quali consentirel’aumento di volumetria.

Il parco naturale “Portoselvaggio e Palude

del Capitano” non sarà interessato dagli inter-venti. “Non abbiamo in mente di permettereampliamenti del 45%, pur previsti dalla leggeregionale”, aggiunge Caputo.

Specchia è uno dei Borghi più bellid’Italia. Ciò impone al Comune un costantecontrollo urbanistico che va dall’aspetto degliedifici ai materiali utilizzati. “Abbiamo decisodi non andare in deroga al pug su distanze edaltezze, perché non ci sembra giusto nei con-fronti di chi costruirà quando il Piano casanon sarà più applicato”, dice Antonio Biasco,sindaco di Specchia con delegaall’Urbanistica. “Tutto ciò che è vincolato nonsi toccherà - aggiunge – ed anche il centrostorico sarà categoricamente escluso dall’ap-plicabilità della legge”. Il Piano casa non loconvince e Biasco avverte l’esigenza di appro-fondirlo ancora. Per questa ragione la delibe-ra di Consiglio non è stata ancora approvata.

“La legge regionalepugliese stravolge lo spiri-to del Piano casa”. APaolo Stefanelli, già pre-sidente dell’Ordine nazio-nale degli ingegneri edattuale componente delConsiglio nazionale, chedifende a spada tratta ilPiano casa nazionale, lalegge regionale non piace

affatto. Secondo il tecnico quella pugliese è unalegge senza anima e senza obiettivi chiari e, cosapiù grave, si presta a dubbi interpretativi che“daranno tanto lavoro agli avvocati ma pochissi-me certezze ai cittadini. Ciò determinerà inevita-bilmente differenze, anche sostanziali, nell’appli-cazione della legge tra le diverse Regioni”.

Se spetta ai Comuni approvare la delibera edil Regolamento che avrà validità nel proprio ter-ritorio, non si rischia un’eccessiva differenzia-zione nell’applicazione della legge?

“Certamente sì; ci si ritroverà ad avere condi-zioni differenti di applicabilità della legge inComuni dirimpettai. Un ulteriore colpo all’idea diappartenere ad uno Stato unico e che abbia acuore i problemi di tutta la cittadinanza”.

Ragionando per assurdo, i Comuni con leloro delibere ed i loro Regolamenti potrannoautorizzare interventi che stravolgeranno irrime-diabilmente l’aspetto del territorio?

“Non succederà niente. Questa è una leggefatta per non cambiare niente. I Comuni non redi-geranno i Regolamenti perché non sono in gradodi programmarli senza coordinamento dall’alto”.

Mettiamo che lo elaborino. Potrebbe collide-re con le azioni di progettazione territoriale pro-vinciali come il Ptcp?

“E’ l’ultimo dei problemi”.Secondo lei, la legge avrebbe dovuto dare

maggiore libertà d’azione ai Comuni e, di conse-guenza, maggiori possibilità ai cittadini?

“Mi sarei aspettato un rilancio del principio diammodernamento degli edifici. Se il cittadinoadegua la sua abitazione alle norme, lo Stato nonavrà costi sociali legati alla sicurezza”.

Ma concedendo ampliamenti degli immobilifino anche al 45%, non esiste il rischio di un’ec-cessiva cementificazione del territorio?

“E come può esserci? Sono ampliamenti darealizzarsi in zone edificabili”.

Ma ci sono Comuni, nel Salento, dove l’abu-sivismo edilizio raggiunge percentuali di territo-rio altissime e altri fortemente interessati daedificazione sulla costa o in zone di alto pregiopaesaggistico. Non si rischia di aggravare que-ste realtà?

“No, perché la legge non consente edificazio-ne in lotti liberi. Un grosso problema del Salento edella Puglia è la corsa a mantenere bassissimi gliindici di edificabilità dei suoli. Esistono così villag-gi sulla costa, come Torre Lapillo, che sono enor-mi; in Romagna, su quella superficie, si insedie-rebbe un milione di abitanti”.

Ma delocalizzare una struttura non residen-ziale che sorge in una zona vincolata non signi-fica costruirla due volte, dunque infliggere unadoppia sofferenza al territorio, visto che la siricostruisce più grande?

“Non è detto che le cose fatte dall’uomosiano brutte e quelle naturali siano belle”.

Ma molte volte questi edifici sono nati inmaniera abusiva e sono stati sanati in un secon-do momento.

“Meglio toglierli e ripristinare le condizioniprecedenti l’insediamento. Nel Salento non conce-piamo il ripristino degli spazi”.

E’ possibile recuperare al 100% la condizio-ne originaria del territorio?

“Certo”. Si fa?“No. Perché il recupero non viene stimolato

perché probabilmente non ci si crede”.

“una legge Che Confonde le Idee”

Paolo Stefanelli già presidente Ordine nazionale degli ingegneri

Secondo Daniele DeFabrizio, presidente del-l’Ordine degli ingegneridella Provincia di Lecce, lalegge regionale pone unfreno ingiustificato alla

possibilità di ristrutturare un patrimonio edilizioesistente ed inutilizzato. Assieme agli altri Ordiniprovinciali della Puglia, l’Ordine di Lecce ha cosìinviato delle richieste di modifica della legge. Unadi queste riguarda la data di accatastamento degliimmobili oggetto degli interventi. “La Regione -spiega De Fabrizio – permette gli interventi descrit-ti dal Piano casa solo a quelli regolarmente acca-tastati entro il 31 marzo 2009 o in fase di accata-stamento alla data di entrata in vigore del provve-dimento. E’ un limite incomprensibile in quantol’accatastamento di un’abitazione non ha nulla ache vedere con la sua regolarità”. Ma questo non èl’unico punto che non convince gli ingegneri.L’ampliamento dell’immobile residenziale risultamolto costoso per il cittadino che, per adeguare lapropria abitazione alle indicazioni sulla sicurezzafornite dalla legge (ad esempio i vetri con interca-pedini di aria o gas), si ritrova a pagare una sommadi circa 20mila euro prima ancora di aver posato laprima pietra. Troppi “paletti”, secondo De Fabrizio,renderanno inapplicabile la legge anche relativa-mente alla delocalizzazione.

Può succedere che un Comune approvi unRegolamento scellerato danneggiando ulterior-mente il territorio?

“Certo che è possibile. Perché quel regolamen-to non è soggetto ad alcun controllo. Se esistono giàgli strumenti urbanistici ed esiste un Piano territoria-le di coordinamento provinciale che detta regole,perché chiedere ad ogni Comune un Regolamento?Si stanno ponendo i bastoni tra le ruote alle piccolefamiglie e si sta favorendo il grosso. Le famiglie nonpotranno mai approfittare della legge”.

Le risulta che i Comuni stiano elaborando ilRegolamento?

“Hanno tutti grandi difficoltà”.

Daniele De Fabrizio

presidente Ordine degli ingegneridella Provincia di Lecce

le propostedeglIIngegnerI

DELOCALIZZARE IMMOBILI CHE SI INSERISCONO MALE NEL CONTESTO IN CUI SORGONO PUÒ PERMETTERE DI RIPRISTINARE LE ORIGINARIE CONDIZIONI DEI LUOGHI. MA NEL SALENTOIL RECUPERO NON È STIMOLATO

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iDisegno di legge dello Stato 18/2009ii La legge pugliese è la 14/2009 del 30 luglio 2009, poi rettificata il 24 settembre 2009.Il termine per l’approvazione delle delibere comunali era inizialmente il 2 ottobre 2009; esso è stato successiva-

mente spostato al 24 novembre in quanto il 24 settembre la Regione ha apportato una modifica alla legge regionale,introducendo un “errata corrige” all’articolo 3. La rettifica “per mero errore interpretativo” restringe l’applicabilità del-l’intervento di ampliamento ai soli edifici residenziali di volumetria massima pari a mille metri cubi e puntualizza chepossono essere ampliati nel limite del 20% e non oltre i 200 metri cubi. Il testo originale, invece, prevedeva l’accessoagli interventi di ampliamento agli edifici residenziali senza limiti di volumetria e a quelli non residenziali fino a millemetri cubi. La norma ha una durata di 18 mesi.

iii Delibera di Consiglio n.51 del 25 settembre 2009

Il parere deglI artIgIanI

Uno studio realizza-to nel marzo scorso daConfartigianato naziona-le, aveva previsto che ilPiano casa avrebbepotuto interessare, inItalia, oltre 9 milioni diedifici. Lo studio stima-va oltre 300mila inter-venti che avrebberodeterminato un aumen-

to di circa 10 miliardi di euro di fatturato nelsettore delle Costruzioni. La Puglia, secondoquesto studio, sarebbe stata interessata dacirca il 3% degli interventi totali per oltre 300milioni di euro.

Ma nella sua previsione, Confartigianatoaveva preso in considerazione, quali potenzialidestinatari degli interventi, anche gli artigiani ele piccole imprese, con una crescita stimata intermini di occupazione di quasi 100mila unità,pari ad un aumento del 5,3% di muratori, into-nacatori, pavimentatori, pittori, impiantisti, fale-gnami, serramentisti, eccetera. “Introducendo larettifica all’articolo 3 – afferma CorradoBrigante, presidente Confartigianato ImpreseLecce - la legge regionale pugliese discriminaproprio quelle attività che necessitano di inter-venti di ampliamento, seppure di modesta enti-tà. Pensiamo a piccoli locali destinati a magaz-zino o deposito oppure a servizi igienici”.

Diverse categorie di artigiani e di profes-sionisti muovono alla legge regionale la criti-ca di essere troppo restrittiva. Che cosarisponde?

“Si tratta di interventi in deroga rispettoalla strumentazione urbanistica. E se è ragio-nevole ipotizzare che nelle aree sottoposte atutela particolare attenzione sia prestata daglistrumenti urbanistici nella definizione dellecondizioni di ammissibilità di interventi diampliamento o demolizione e ricostruzionedegli edifici esistenti, quale senso di responsa-bilità dimostrerebbe una Regione che consen-te di rimuovere tali condizioni con una normaderogatoria”?

Un’altra critica che viene mossa allalegge è di gravare troppo sul comune cittadi-no e di favorire il grosso speculatore. Lalegge può fallire nel suo obiettivo primario?

“In Puglia l’entità del contributo di costru-zione è già piuttosto modesto rispetto ai realicosti di costruzione e ancor di più rispetto aivalori immobiliari. D’accordo con l’Ance Pugliasi è ritenuto che la sua riduzione fosse inop-portuna per evitare di far gravare sui Comuni icosti economici delle misure straordinarie a

sostegno dell’edilizia oggetto del provvedi-mento legislativo. La norma asseconda l’inte-resse privato ma avendo l’accortezza di nonprovocare danni alla collettività”.

Gli interventi di delocalizzazione sonoconcessi a patto che venga ripristinato lostato dei luoghi precedente l’insediamento. Achi spetta il controllo?

“In Italia c’è un regime sanzionatorio moltopesante e ci sono responsabilità penali. Nonspetta solo ai Comuni controllare ma anche aisingoli professionisti autocontrollarsi”.

In che modo la Regione impedirà che iComuni elaborino Regolamenti troppo diffe-renti andando contro la programmazionecoordinata dal territorio?

“I Comuni devono stare molto attenti per-ché chi approva delle delibere illegittime,ovvero non coerenti con la legge regionale,mette nei pasticci i cittadini. Devono usareuna maggiore responsabilità”.

Molti Comuni stanno riscontrando diffi-coltà ad approvare la delibera. C’è il rischioche non abbiano compreso bene la norma?

“La norma è molto chiara. Peraltro abbia-mo aperto il Forum in rete, abbiamo tenutonumerosi incontri nei territori. Questa distra-zione non è ammessa. Sta ai Comuni applica-re correttamente le indicazioni che la leggeregionale fornisce loro”.

“NELL’APPROVARE LE DELIBERE DI APPLICAZIONE DEL PIANO CASAI COMUNI DEVONO STARE MOLTOATTENTI PERCHÉ CHI APPROVADELLE DELIBERE ILLEGITTIME, NON COERENTI CON LA LEGGEREGIONALE, METTE NEI PASTICCI I CITTADINI”

l’ottImIsmodella regIone

Eppure il Pianocasa, approvato all’u-nanimità del Consiglioregionale, ha ottenutocommenti positivianche da parte del cen-trodestra pugliese. Loriferisce LoredanaCapone, vicepresidentedella Regione Puglia edassessora allo Sviluppo

economico. “Prevede infatti - dice Capone - lapossibilità di incremento dell’edilizia nelrispetto dell’ambiente e punta non soltanto adinterventi utili al miglioramento edilizio all’in-terno delle zone urbane, ma al contingenta-mento energetico”.

Alla luce degli interventi di Matarrese,Stefanelli, De Fabrizio e Brigante, le chiediamose il fatto che ogni Comune debba redigere unproprio Regolamento senza dar conto delleproprie scelte possa costituire un rischio per ilterritorio.

Ci risponde di no. “E’ assolutamente neces-saria la collaborazione dei Comuni; diversa-mente le attività previste dalla Regione rimar-rebbero sulla carta”.

barbanente: “vI spIego Il pIano Casa”

il tacco d’Italia 14 Novembre 2009

Corrado Brigante

Loredana Capone

Angela Barbanente

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La casa è la casa. Uno dei beni prima-ri per gli italiani, la casa ha forseancora più valore per pugliesi e salen-

tini. Rappresenta il “certo”. Altrettanto èsempre stata l’edilizia per l’economia: ilsettore trainante, quello dal quale è parti-ta la ripresa in tempo di crisi. Ma per glieconomisti una congiuntura economicaavversa come quella attuale non si eramai verificata. La crisi è stata talmenteimpietosa che anche il settore “certo” pereccellenza ha subìto il colpo.

// LA NATI-MORTALITÀ DELLE IMPRESE(dati Camera di commercio Lecce)

I trimestre 2009

Settore di attività imprese registrate attive iscritte cessate saldo tasso di sviluppoCostruzioni 10.033 9.304 264 419 -155 -1,52%

II trimestre 2009

Settore di attività imprese registrate attive iscritte cessate saldo tasso di sviluppoCostruzioni 10.077 9.377 178 189 -11 -0,11%

// LA RIDUZIONE DEGLI INVESTIMENTI

Il comparto edile rappresenta il 10% delPil regionale. La sua crisi si ripercuote per-tanto su molti altri settori. Secondo le stimerealizzate dai sindacati regionali di categoria(Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil), gli investi-menti in costruzioni si ridurranno in Pugliadel 10,9% rispetto al 2008, dopo un ulterio-re calo del 2,3% registrato nel 2008 rispettoall’anno precedente. Una flessione che coin-volge tutti i comparti di attività: -12% per lecostruzioni non residenziali private e -8,1%per le opere pubbliche. L’attività nel compar-to dell’edilizia residenziale ha accusato unacontrazione pari al 3,4%. Il numero delleunità abitative iniziate nel biennio 2007-2008 si è ridotto del 67% rispetto all’annoprecedente. Nelle costruzioni, la Puglia haperso circa 120mila occupati nei primi seimesi del 2009.

// I POSTI DI LAVORO E LA CASSA INTEGRAZIONE

L’osservatorio della Cnce (Commissionenazionale casse edili) segnala che nel perio-do ottobre 2007-giugno 2009, si è verificatauna contrazione del 18,5% del monte oreversate (le ore di lavoro retribuite agli ope-rai), dell’11,6% dei lavoratori iscritti, del9,5% delle imprese iscritte.

A livello regionale, la cassa integrazioneordinaria e straordinaria nel periodo tra gen-naio-agosto 2008 e gennaio–agosto 2009ha subito un incremento del 157,28%. LaProvincia di Lecce conferma il trend negati-vo: qui in un anno la cassa integrazione ordi-naria è passata da 28.352 a 50.775 ore peril settore edile e da 11.308 a 74.746 ore perquello del legno; la straordinaria, da 29.504a 35.720 ore per il settore edile (quello rela-tivo al comparto del legno non è ancorastato elaborato).

// GLI INFORTUNI SUL LAVOROL’unico dato positivo riguarda gli infortu-

ni sui cantieri: nel 2009 in Puglia se ne sonoregistrati 1.446 in meno rispetto al 2008: idati aggiornati allo scorso luglio parlano di10.426 infortuni rispetto agli 11.892 delluglio 2008.

Tale riduzione potrebbe essere un posi-tivo effetto dell’introduzione del corso delle“16 ore prima”, ovvero la formazione sullasicurezza cui i lavoratori si sottopongonoprima di entrare per la prima volta in can-tiere.

La Provincia di Bari è stata la più colpitacon 4.302 incidenti sul lavoro nell’anno incorso (nel 2008 se ne registrarono 4.869).La provincia leccese è la seconda su scalaregionale per numero di infortuni sul lavoro:quest’anno se ne sono verificati 1.763; 121in meno rispetto all’anno scorso (1.884).

il tacco d’Italia 18 Novembre 2009

un settore In CrIsI dI IdentItà

NUMERO DI AZIENDE E DI LAVORATORI IN CALO;DI CONTRO, AUMENTODELLA CASSA INTEGRAZIONE E DI CATTIVEPRASSI COME LE FALSEDICHIARAZIONI CONTRIBUTIVE. LA CRISI È FORTE ANCHE IN EDILIZIA.ED IL COMPARTO NON RICONOSCE PIÙ SE STESSO

di LAURA [email protected]

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Qual è il trend degli infortuni sul lavoro inProvincia di Lecce?

“Il Salento è sostanzialmente in linea con i datinazionali. Nella Provincia di Lecce il 2008 ha vistoun -7% di infortuni indennizzati rispetto al 2007. Lestatistiche ci dicono che il merito è della legge626/94 e poi dal blocco normativo che è sfociatonel Testo unico sulla sicurezza 81/2008 che di fatto

ha accresciuto la sensibilità delle aziende e dei lavoratori rispetto ai temidella sicurezza”.

Come si inserisce il settore edilizia in questo quadro?“E’ uno dei settori maggiormente a rischio, in quanto il lavoratore

cambia ogni giorno attività lavorativa e mansioni. Tuttavia circa il 50%degli infortuni è ascrivibile ai cosiddetti ‘infortuni in itinere’ che non avven-gono sul cantiere ma nel percorso casa-lavoro”.

Quanto questi dati sono inficiati dalla presenza di lavoro nero?“Negli ultimi anni l’introduzione del Durc, il Documento unico di rego-

larità contributiva, anche nel settore privato sta portando ad un’emersionedel lavoro nero. Un’altra importante introduzione normativa, che risale allaFinanziaria 2007, è stata la cosiddetta ‘assunzione del giorno prima’, cheoggi rende obbligatorio comunicare l’assunzione di un lavoratore il giornoprima dell’effettivo inizio dell’attività lavorativa. Ciò per combattere lostrano fenomeno, che si verificava negli anni scorsi, di infortuni al primogiorno lavorativo; naturalmente gli infortuni non avvenivano realmente alprimo giorno di lavoro; era semmai il datore di lavoro che dichiarava l’as-sunzione dell’operaio al momento dell’infortunio”.

Valentino Nicolì presidente Cpt, Centro paritetico territoriale, Lecce

l’assunzIonedel gIorno prIma Dal primo gennaio 2009, un lavoratore al primo

ingresso nel settore edile deve, prima dell’assunzione,ricevere una formazione di mestiere che tenga contodelle tematiche della sicurezza; il corso ha durata di16 ore e si svolge presso la Scuola Edile.

L’innovazione è stata introdotta da Ance e da altreassociazioni imprenditoriali insieme a Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, nell’ultimo contratto collettivo di lavo-ro delle costruzioni.

I costi sono a carico della Scuola Edile, se il lavo-ratore frequenta il corso ancor prima dell’assunzione; a carico dell’impresa sequesta ha assunto il dipendente senza invitarlo a frequentare le 16 ore.

A dieci mesi dall’avvio dei corsi Nicola Delle Donne, presidente dellaScuola edile della Provincia di Lecce, individuato come unico candidato alleelezioni per la nomina del prossimo presidente Ance (che si terranno il 21novembre), traccia un bilancio positivo dell’iniziativa. Da gennaio sono statiprogrammate ed effettivamente realizzate 39 edizioni dei corsi di formazione,alle quali hanno preso parte 244 lavoratori alla prima assunzione in 200aziende. La Provincia di Lecce è stata la prima in Regione per numero di lavo-ratori frequentanti i corsi e la seconda per numero di aziende.

Dati i positivi risultati, avete in mente di ripetere i corsi di formazione?“Contiamo di continuare ad organizzarli e di farne sempre di più. La

nostra intenzione è raggiungere una cadenza settimanale”.Intervenire sulla sicurezza potrà dare nuova linfa al settore edile?“In un territorio come quello della Provincia di Lecce che non gode di

realtà industriali di particolare importanza, il settore dell’edilizia ha acquisitouna valenza ancor maggiore. Il tema della sicurezza è certamente di importan-za strategica in questo scenario”.

Ha già in mente una bozza di programma da seguire da presidenteAnce?

“Punterei sul rilancio dell’associazione che deve essere più attenta al ter-ritorio partendo dall’idea che è necessario ampliare i propri orizzonti per tro-vare risposte nuove ad un mercato ormai in perenne affanno”.

Come si può raggiungere questa apertura di orizzonti?“Facendo dell’associazione un reale punto di riferimento per gli associati”.E’ necessario rafforzare il senso di appartenenza ad un gruppo?“Certamente sì ma credo anche che sia necessario rendere l’associazione

in grado di tutelare in maniera sempre più ampia gli interessi delle imprese,nei quali rientrano anche gli interessi dei lavoratori”.

La sua sensibilità nei confronti dei lavoratori è un insegnamento appre-so dall’esperienza di presidente della Scuola edile?

“Da imprenditore credo che l’interesse del lavoratore e quello dell’impren-ditore coincidano. Non esisterebbe l’uno senza l’altro. Un’azienda in buonasalute fa crescere i suoi dipendenti ed il territorio in cui nasce”.

Nicola Delle Donne presidente Scuola edile Lecce

la sICurezza In 16 ore

Gli operai specializzati nel Salento non supera-no il 20%. Come si spiega questo dato? “Purtroppoc’è carenza di soggetti specializzati perché non c’èpiù l’apprendistato di una volta. Gli operai specializ-zati di oggi fanno parte della vecchia guardia dilavoratori. Adesso la Scuola Edile sta concorrendo amigliorare la situazione”.

Tramite le “16 ore”?“Non solo, ma anche con corsi per l’impostazione delle volte, per la

costruzione di manufatti speciali, che abilitano gli operai a passare da qua-lificati a specializzati”.

Qual è l’impatto degli immigrati rispetto al numero di lavoratori?“In Provincia di Lecce circa il 10% degli operai sono extracomunitari”.Questo può abbassare ancora di più la specializzazione?“Sicuramente sì perché gli extracomunitari che sono poco propensi ad

acquisire specializzazione”.

Osvaldo Troso presidente Cassa Edile Lecce

operaI poCo speCIalIzzatI

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“Il Salento si ritrova ad affrontare la crisi del set-tore in maniera più convulsa rispetto ad altre provin-ce perché ha numerosi cantieri di piccola e piccolis-sima dimensione che non permettono di delineare unquadro ben definito della crisi. Il sindacato riscontraquotidianamente cantieri chiusi e gente che perde illavoro.

Dal punto di vista della sicurezza sul lavoro,abbiamo registrato una fase positiva dovuta all’introduzione del Durc ancheper i cantieri privati che ha permesso l’emersione di un bel numero di lavo-ratori in nero o in grigio. Ora si denota un abbassamento del numero di ope-rai determinato dalla crisi. E’ necessario un intervento più consistente daparte del pubblico”.

Alessio Colella segretario provinciale Fillea-Cgil

ognI gIorno ChIudeun CantIere

“Il nostro settore ha una percezione ritardatadella crisi perché è a volano lento ed avverte gli effet-ti della crisi con sei/nove mesi di ritardo rispetto adaltri settori.

Negli sei mesi abbiamo registrato un calodell’11% del numero di ore lavorate dagli operai e,dopo dieci anni di continua crescita, un calo dei lavo-ratori del 13/15%.

Per le aziende la riduzione è stata del -2%; ciò perché molti lavoratorivengono obbligati dall’azienda ad aprire false partite Iva, facendo risultaredi essersi messi in proprio. In tal modo si spogliano dei diritti di lavoratori edella tutela di lavoratori dipendente pur di avere un reddito. Non è l’unicaprassi negativa che notiamo. Molte imprese, per quadrare i conti, danno allavoratore una busta paga che copre tutte le ore lavorate, ma in realtà lipagano molto meno di quanto dichiarato sulla busta paga. Questo crea ungrosso danno perché il lavoratore paga tasse sull’importo percepito e intan-to perde i diritti sociali legati al reddito, come borse di studio, assegni fami-liari, eccetera.

Altre volte l’azienda dichiara un numero di ore inferiore a quelle effetti-vamente lavorate dall’operaio, facendo risultare che questi ha chiesto ore dipermesso non retribuito.

Il problema è: quando passerà la crisi queste cattive abitudini reste-ranno”?

Salvatore Zermo segretario provinciale Feneal Uil

CrIsI eConomICae CattIve abItudInI

“Negli ultimi sei mesi abbiamo riscontrato uncalo dei lavoratori entro il 10%. Non è un dato dram-matico rispetto al quadro generale di tutta Italia.Moltissime aziende stanno usufruendo della cassaintegrazione, anche quelle un tempo più solide.

Il lavoro sommerso è un capitolo a sé. Dal 2006con l’introduzione dell’obbligatorietà del Durc anche per i lavori privati sonoemersi molti lavoratori dal nero. La Cassa edile ha registrato un aumento del45% degli addetti nel giro di due anni dall’applicazione del Durc. Il Durcinfatti mette in comunicazione l’Inps, l’Inail e la Cassa edile ed attraverso deicontrolli incrociati permette di capire di individuare lavoratori in nero.Essendo gli enti appaltanti sia pubblici sia privati obbligati a pretendere ilDurc in fase di concessione edilizia, concessione di agibilità ed in fase diavanzamento dei lavori, le imprese sono costrette ad iscriversi in Cassa edilee quindi ad emergere. Il Durc è rilasciato dalla Cassa edile al termine di unpercorso di controllo della regolarità effettuato da Inps ed Inail”.

Sandro Russo segretario provinciale Filca Cisl

pIù CassaIntegrazIone,meno sommerso

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meglIo una Casa “bIo”

Silvano Ingrosso, architetto di Casaranoesperto di bioedilizia, spiega che nel Salento“l’unico settore in via di sviluppo è quello delrisparmio energetico, ma manca in sostanza

la cultura del rinno-vabile e dell’eco-sostenibile. Le altreprovince pugliesi –dice Ingrosso - sonoall’avanguardia inquesto settore, pro-gettano e sviluppa-no edifici di altovalore qualitativo esostenibile”.

In verità qualco-sa già si muove. Unesempio ne è statoil concorso di idee“La casa per i paesidel Mediterraneo”bandito nel 2008dal Portale Edilpro.ite realizzato in colla-borazione con ilDipartimento di Ar-chitettura ed Urba-

nistica della Facoltà di Ingegneria delPolitecnico di Bari, il Comune di Leverano,l’Ordine degli architetti e l’Ordine degli inge-gneri della Provincia di Lecce.

Gli obiettivi e le linee guida cui i progetti-sti partecipanti dovevano attenersi riguarda-vano il giusto equilibrio tra valore architetto-nico, soluzioni tecnologiche, problematicheambientali e compatibilità economica.Michele Di Noia, ingegnere e responsabiledel portale Edilpro.it, ribadisce che “questaesperienza oltre ad aver avuto un’innegabilevalore teorico ha dimostrato che quando lerealtà locali riescono a integrare competenzee potenzialità i risultati sono visibili.Analizzando i singoli progetti è possibile ritro-vare grande attenzione alla sostenibilità degliedifici”, che dunque rientrano a pieno titolonell’ambito della bioedilizia.

Guido Raffaele Dell’Osso, ingegnere econsulente scientifico del concorso per ildipartimento di Architettura e Urbanistica delPolitecnico di Bari, sostiene che “le soluzioniprogettuali dei numerosi gruppi che hannopartecipato al concorso (più di 100) declina-no in modo attento e diversificato i principidell’architettura bioclimatica e della sosteni-

bilità. Le proposte sono esito di specificheriflessioni sulla applicazione delle teoriegenerali al contesto territoriale e alle peculia-rità del Salento”.

// I MATERIALI “ECO”

Tutti i prodotti utilizzati in bioediliziasono biodegradabili e conosciuti dal ciclogeofisico del pianeta. Hanno un effetto equi-librante e consentono di mantenere la traspi-rabilità delle superfici, sono semplici dausare e richiedono poca manutenzione e abasso costo.

L’etichetta “Bioedilizia Italia” apposta suiprodotti, ne certifica la conformità e nedichiara le materie prime utilizzate. Per imateriali tradizionali, invece, non esiste alcu-na normativa che obblighi ad indicare lesostanze contenute o utilizzate per la fabbri-cazione. I materiali bio vanno dalla calceidraulica naturale ottenuta dalla pietra calca-rea, agli intonaci di argilla e paglia, dal coc-cio pesto, alle pitture murali, agli isolamentiin sughero e lino, passando dalle colle natu-rali al riscaldamento a battiscopa. (Info:Casasana Tricase).

LA BIOEDILIZIA È UN RAMO DELL’EDILIZIA INTRODOTTO NEGLI ANNI NOVANTA. PROGETTA EDIFICI RISPETTOSIDELL’AMBIENTE ED A BASSO CONSUMO ENERGETICO. NEL SALENTO LA CULTURA DELLE COSTRUZIONI “BIO” È UNA CONQUISTA RECENTE

di ANNALISA NESCA

il tacco d’Italia 22 Novembre 2009

Vivere in una casa accogliente risparmiando energia,acqua e soprattutto la salute è un sogno che in moltiormai da tempo coltivano. Un edificio eco-sostenibile

con un basso impatto ambientale che vada incontro a esi-genze di risparmio e di tutela del territorio è la risposta. Labioedilizia, mettendo insieme le migliori soluzioni, tra meto-

dologie del costruire e materiali utilizzati, persegue l’obietti-vo della sicurezza, del comfort e della piena armonia conl’ambiente. Lievitano un po’ i costi rispetto all’edilizia tradi-zionale di circa il 5-10% ma la teoria della bioedilizia puòessere concentrata nel concetto “investire oggi per rispar-miare domani”.

Silvano Ingrosso

Michele Di Noia

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il tacco d’Italia 23 Novembre 2009

Presso l’Università del Salento sono statecondotte alcune ricerche sui materiali da

utilizzare nella bioedilizia. È in corso lo studiodelle fibre d’acciaio ricavate da pneumaticiin disuso con le quali possono essere realiz-zati i calcestruzzi rinforzati. Maria AntoniettaAiello, docente di Tecnica delle costruzioni,tra i promotori di questa ricerca, spiega che“si tratta di un progetto esplorativo, finanzia-to dalla Regione Puglia, che mira ad indivi-duare come tali fibre possono sostituire quel-le tradizionali in commercio riciclando unaparte del pneumatico che altrimenti andreb-be persa.

Attraverso prove sperimentali è stata sco-perta la somiglianza tra le fibre d’acciaio

abituali utilizzate in edilizia e quelle contenu-te nei pneumatici. Tali fibre potrebbero esse-re utilizzate come componenti nella pavimen-tazione industriale che spesso presenta pro-blemi di crepe e spaccature o nei prefabbri-cati molto sottili dove la fessurazione ampli-fica i danni. Si potrebbe adoperare anchenelle barriere autostradali”.

Ma c’è anche un altro progettodell’Università del Salento. Presso il CentroRicerche Energia e Ambiente (Crea) è in corsoun’attività di ricerca sulla prima casa passivapugliese. La stessa è in fase di realizzazionea San Vito dei Normanni (Br), per la volontàdi un privato, Alessandro Francavilla, che hadeciso di realizzare la propria abitazione con

elevati standard di efficienza energetica.Costruita utilizzando materiali tradizionali,come il tufo e la pietra leccese, integrato conmateriali altamente isolanti.

L’abitazione ha un consumo stimato di10 kWh/m² per anno. E’ prevista l’installazio-ne di una piccola pompa di calore per garan-tire l’ultimo bilanciamento dei carichi termi-ci. E’, inoltre, prevista l’installazione di pan-nelli fotovoltaici per la produzione di energiaelettrica.

Paolo Maria Congedo, ricercatore e pro-gettista dell’involucro e degli impianti com-menta così il lavoro: “La costruzione dellaprima passivhaus pugliese ha moltepliciaspetti positivi.

Parlare di edifici a basso consumo èimportante, ma vedere in prima persona unedificio nella sua completezza con consumiprossimi allo zero può spingere privati ecostruttori ad intraprendere l’iniziativa chepresenta certamente costi di costruzione piùalti rispetto ad un edificio tradizionale ma, altempo stesso, costi di esercizio drasticamen-te più bassi, con la convinzione di aver rag-giunto una elevata qualità abitativa con ilminimo impatto ambientale.

Il passo successivo sarà quello di stan-dardizzare la progettazione e l’esecuzionedelle opere al fine di rendere riproducibili irisultati raggiunti, minimizzando i consumienergetici ed i costi di realizzazione”.

// LA RIVOLUZIONE DELLA BIOEDILIZIA

Migliorare la qualità ambientale degliinterventi in ambito urbano e territoriale. E’ l’o-biettivo di fondo della bioedilizia, ramo dell’e-dilizia introdotto negli anni Novanta che hamodificato radicalmente il modo di intenderela progettazione in edilizia. Il primo passo dellaPuglia in materia si registra nel 2007 quandola Regione, attraverso una legge (la n. 36/07“Promozione e riconoscimento dei distrettiproduttivi”), prevede a favore delle impreseche si aggregano facilitazioni e finanziamentiper lo sviluppo e la ricerca, per l’internaziona-lizzazione e la formazione. Nel dicembre del2008, l’ente di via Capruzzi riconosce ilDistretto produttivo dell’edilizia sostenibile,promosso dall’Ance Puglia, (Associazionenazionale costruttori edili) e composto dacirca 150 soggetti (tra cui 28 salentini) tra pro-duttori di materiali, di elettronica applicata,costruttori, centri di ricerca, come il Cetma el’Enea, Università, il Politecnico di Bari, alcunisindacati, banche, ordini professionali e scuoledi formazione. Con la legge 13/2008 “Normeper l’abitare sostenibile” la Puglia è una delletre regioni italiane, insieme a Emilia Romagnae Lombardia, ad essersi dotata di norme inmateria.

In Puglia l’edilizia muove il 10% del Pilregionale e, secondo le stime, tra dieci anniquella sostenibile varrà 8 miliardi di euro,con un mercato dei materiali eco-compatibi-li che crescerà dagli attuali 70 milioni a 1,2miliardi di euro nel 2019 (dati Enea).

“passIvhaus” a Costo zero

La casa passiva di San Vito dei Normanni

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C’era una Casatanto CarIna

Non è facile metter su casa. Risparmi diuna vita permettono il minimo deicomfort. La parola d’ordine è “accon-

tentarsi” e le persone lo sanno. Ma c’è un mondo parallelo, fatto di giochi

virtuali, all’interno del quale è possibiletogliersi ogni sfizio e costruire la casa deidesideri.

Si chiama “The Sims3”. Digitando questonome su un comunissimo motore di ricercasu Internet ecco comparire 886mila paginedi risultati dedicate a questo argomento, unmondo “all sim” per molti (ma evidentemen-te non per tutti) sconosciuto.

Per chi non si è ancora imbattuto in sim-bollette, sim-famiglie e sim-problemi, il postoideale dove racimolare qualche informazionein merito è il forum ufficiale italiano. Allanostra domanda “Che cos’è Sims3?”, i sims-internauti ci hanno risposto un po’ increduli emeravigliati: possibile che a fine 2009 ci siaancora qualcuno che chieda che cosa sia thesims?

Grazie ai chiarimenti dei moderatori edello staff del forum siamo venuti a cono-scenza che Will Wright realizzò la prima ver-sione The Sims nel 2000, e che nel 2002 ilgioco assume dimensioni globali: il suo pub-blico, composto sia da uomini sia da donne,spazia dai ragazzini di dieci anni ai più adul-

ti che hanno il compito di fare un progetto,seguire le regole di costruzione, e in base adesse adeguare la scelta dei materiali, tenen-do anche presente la tipologia di famigliache si vuole far trasferire.

The Sims è un videogioco simulatore direaltà in cui è possibile inventarsi un perso-naggio virtuale, e costruire la casa dei proprisogni, personalizzandola in tutto, con deisemplicissimi click del mouse anche in menodi 60 minuti: dai pavimenti alla carta daparati, dalla piscina al giardino, dall’arreda-mento agli accessori, dalle scale agli infissi.Spetta dall’abilità e dalla volontà del gioca-tore trasformare la propria casa in un villaextra-lusso dotata di ogni comfort, in un loftalla moda nel centro di una grande metropo-li oppure in un economico cottage rustico.

Realizzarla in poco tempo, tuttavia, èpossibile solo se si possiede una bellasomma di simoleon (il conio del game) daparte, perché nel gioco si paga in contanti enon si può ricorrere ai mutui. Ma come siaccumulano i soldini? Semplice, lavorando.Non solo, bisogna combattere contro l‘inde-bitamento, che è sempre dietro l’angolo.

Nella terza saga, Wright si mantenuto sul“politically correct”, inserendo il concetto disim ricco e sim povero e redditi iniziali diffe-renziati in base ai componenti del nucleo

familiare. I prezzi delle abitazioni, degli arre-damenti e degli accessori sono molto alti sesi vuole usufruire di prodotti griffati e all’ulti-ma moda, pertanto per acquistarli occorrefare dei sacrifici, proprio come nella realtà. Èraro tuttavia che le sims-famiglie abbianovere difficoltà economiche, ma ciò non toglieche bisogna lavorare duro e risparmiare.

Si tenta di far vivere le famiglie in villeche nella realtà sono impossibili,e questoanche a costo di usare dei trucchi che incre-mentano “miracolosamente” il budget didecine di migliaia di simoleon.

Alla fine, dal momento che Sims3 è unsimulatore di verità, i personaggi hanno glistessi problemi della vita reale: se non si haun sim-lavoro non si può costruire una bellasim-casa piena di sim-comfort, non si posso-no pagare le sim-bollette e arriverà un sim-ufficiale giudiziario a pignorare i sim-beni. Diconseguenza il personaggio sarà sempre sim-triste e poco sim-patico. E allora ecco com-parire il motherlode, il “trucchetto” da utiliz-zare per i periodi di difficoltà finanziaria. Ècome giocare una schedina e vincere al lotto.Proprio come nella realtà.

Ma, ci chiediamo, un videogioco nondovrebbe donare attimi di evasione dalle fru-strazioni quotidiane? E allora, perché avvilir-si anche in un game virtuale?

DICI CASA E DICI GRANDI PROGETTI E GRANDI DIFFICOLTÀ ECONOMICHE.ANCHE NEL MONDO PARALLELO DI “THE SIMS3”. UN MONDO VIRTUALECON PROBLEMI VERI

di ELISA INDRACCOLO

Una tipica sim-casa con una sim-famiglia felice

il tacco d’Italia 24 Novembre 2009

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Sagittario(23 novembre

21 dicembre)

Il personaggio del mese //Paride De Masi

Il comodino è passato di moda. Infatti Paride De Masi non ha un comodino;ha più che altro un ripiano in stile ultramoderno minimal chic sul quale sonoappoggiati i “beni da camera” di prima necessità. Frenesia e relax convivono,sul ripiano, in un equilibrio che ha tutta l’aria di essere ben collaudato.

In pelle nera, con marchio “Prada” in bella vista. E’ spaziosa e morbidissima.Viaggia di pari passo ad una pashmina, anch’essa nera per un total blackche non passa mai di moda. Che cosa c’è dentro? Ciò che un tipo sempre inmovimento non può mai dimenticare.

L’OR

OSCO

PO A CUR

A DI IULY FER

RARI

//

Blackberry. E’ in carica, perché stressatoda una intera giornata di lavoro.

Telefono. Accanto al cellulare, il telefonofisso. Non è il “tradizionale” telefono; è didesign, signori

Lampada. Bianca e di design, per conciliarele letture dei più disparati generi letterari

Libri. Da leggere di notte: John Boyne, “Ilbambino con il pigiama a righe”; DaciaMaraini, “Il treno dell’ultima notte”; PaoloCoelho, “Agenda 2010”, per non perderemai il contatto con la parte più autenticadi sé

Giornali. Più che sopra, stanno sotto ilcomodino. A portata di mano, comunque

Borsa in pelle. Sobria ed ele-gante. E griffata, naturalmente

Pashmina. Nera, perché il nerova su tutto. Soprattutto sullaborsa in pelle

Must. Beauty case con il neces-saire da viaggio; agenda nonelettronica, per un ritorno aivalori semplici di una volta

//energIada vendere

//ultra ChIC

SUL CO

MOD

INO E NE

LLA BO

RSA

Le stelle ti vogliono bene.L’ascendente in Cancro con Lunacongiunta a Plutone in Bilancia lo

conferma. Ciò significa che nelle pros-sime settimane avrai il sole in facciaed una energia da vendere.L’iniziativa, del resto, non ti è maimancata e questo è il momento giu-sto per portare a compimento progettiche tenevi nel cassetto, o sui tavoli,da tempo.

Riceveranno il via libera degli astrie nulla si potrà più opporre alla loroperfetta realizzazione.

La positiva congiuntura in ambitolavorativo porterà nuova stabilitàanche negli affetti.

Sempre preso da tanti impegni –attraverso i quali ti districhi con gran-de sapienza – riuscirai infatti a conce-derti qualche istante di più da investi-re nella vita privata, che se ne gioveràmolto. Grazie all’influenza di Venerenella quinta casa dell’affettività con-giunta al tuo nodo lunare di nascita,avrai l’opportunità di tenere a badal’ansia che la frenesia lavorativa com-porta.

Già brillante e determinato, trove-rai una rinnovata forza per fronteggia-re il nuovo carico di lavoro che ti sipresenterà davanti.

E’ il momento buono per stringerealleanze professionali. Impresa nonfacile da gestire, di questi tempi.Attenzione, però agli investimenti indenaro; in molti casi il rischio potrànon valere la candela. Bene invecequelli in immobili.

Il consiglio: avanti così, senza per-dere la concentrazione. Il tuo ecletti-smo sarà la dote alla quale ricorrerenei momenti di maggiore stress.

COGNOME: De MasiNOME: ParideNATO IL: 15 dicembre 1976A: CasaranoOCCHI: azzurriCAPELLI: castaniSTATURA: 1,80 mPESO: “no comment”TAGLIA: “no comment come sopra”NUMERO DI SCARPE: 43STATO CIVILE: coniugatoTITOLO DI STUDIO: laurea inAmministrazione d’impresa; laurea honoriscausa in Economia e commercioPROFESSIONE: imprenditore (amministra-tore delegato Italgest)

CARTA D’IDENTITÀ

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di LAURA [email protected]

Un po’ di leggerezza//

mattone

SODDISFATTI DEL RISULTATO E SODDISFATTIDI SÉ. ECCO QUAL È L’IMPRESA, FATICATA,DELLA QUALE I VIP DI CASA NOSTRA VANNO PIÙ FIERI

e opere realizzate un po’ alla volta sono quelle che danno piùgusto. La fatica di averle costruite, come per un grande edificio,mattone su mattone, piano dopo piano, conferisce loro un valo-re inestimabile: poter guardare di sotto, una volta che si è arri-vati in cima al palazzo, non ha prezzo. E nella soddisfazione chesi prova ad essere l’artefice dell’impresa, poco importano i callialle mani ed un po’ di sudore sulla fronte. Dalla terrazza di quelgrattacielo ci si sente invincibili. C’è chi costruisce case, chi pro-getta e realizza grandi eventi, chi si barcamena tra lavoro e vitaprivata trovando finalmente il giusto equilibrio, chi lima e modi-fica il proprio carattere fino a costruire se stesso. La domandache abbiamo posto questo mese ad alcuni personaggi noti diterra d’Otranto è stata: di quale impresa, realizzata mattone sumattone, sei più fiero? Ecco che cosa ci hanno risposto.

L

MATTONEsu

“Sono riuscito a far venire nel Salentogente da tutto il mondo che ci ripagadelle fatiche di un anno intero ed aver resoil Salento International Film Festivalun evento conosciuto in tutto il mondo”

Gigi Campanile:

Gigi Campanile, fondatore e direttore delSalento Film Festival, Tricasee Los Angeles

La mia più grande impresa èstata l’aver fondato e diretto ilLos Angeles Italian FilmAwards dal 1997 a oggi ed ilSalento International FilmFestival dal 2004 a oggi. IlLaifa è stato il primo e l’unicofilm festival dedicato al cine-ma italiano. Devo dire, però,

che le più grosse difficoltà le ho trovate nel Salento. La nostrasoddisfazione è riuscire a far venire nel Salento gente da tutto ilmondo che ci ripaga delle fatiche di un anno intero ed aver por-tato il Salento International Film Festival al livello di un eventointernazionale.

Teresa Bellanova, deputata Pd, Ceglie Messapica

L’impresa di cui vado più fiera è quelladelle reti di relazioni, dei tanti rapportiinterpersonali che negli anni del mio lavoroe della mia attività politica sono riuscita aintessere. Si tratta di un “lavoro” lungo,faticoso, di scambio, di condivisione, dicomprensione e a volte di scontro.Appunto, “mattone su mattone”, sono lepersone che fanno la ricchezza, che com-piono le imprese più importanti.

Franco De Giovanni, artista, Surano

Sono orgoglioso di quello che faccio per promuovereil mio Salento, cercando di oppormi alla logica dellasciar perdere e cercando di dare un contributoconcreto alla mia terra. Lo faccio nel modo checonosco meglio, cioè la pittura. Lo faccio attraversola paesaggistica e le rappresentazioni sacre, attraver-so la poesia, un’arte che ho riscoperto, ed organiz-zando eventi che puntino alla riscoperta del Salentonon solo nei mesi estivi ma anche in inverno.

Fabrizio Camilli,imprenditore, Roma

La cosa della quale sono più fiero èessere riuscito a rimanere sufficiente-mente pulito in un mondo dove c’èmolta possibilità di non essere onesti.

Danila Montinari, amministratore Aligros, LecceUn’impresa della quale vadomolto fiera è il progetto di soli-darietà Cuore Amico, di cui ilgruppo Aligros è uno dei promo-tori. Per noi è stato da sempreuna sfida difficile e proprio perquesto molto appassionante. Ciòche ci ha spinti ad andare avantiè stata la grande riconoscenzada parte delle persone; le conti-nue manifestazioni di gratitudineed anche la grande aspettativache la nostra attività suscita cifanno capire che dobbiamo con-tinuare così.

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La mia azienda è il mio più grande orgo-glio, in quanto è un tipo di attività piut-tosto rara per il territorio salentino. E’nata in seguito a numerosi sforzi, spintada una fortissima passione. E’ stata pro-prio la mia passione a non farmi arren-dere neanche davanti alle mille difficol-tà, di carattere soprattutto burocratico,che mi si sono presentate davanti. Misono più volte ripetuto che erano pro-

blemi comuni a tutti gli imprenditori e non mi sono scoraggiato. I risul-tati non si sono fatti attendere. Ed oggi il successo della mia azienda èla risposta che gli sforzi andavano fatti e che ne è valsa la pena.

Giulio Reho, biologo, titolare della azienda di maricoltura “Reho Giulio Srl”, Racale

Raffaele Baldassarre, deputato europeo, Lecce

Vado fiero del risultato conseguito nell’ultima sfidaelettorale nella quale mi sono cimentato, ovvero quellaal Parlamento europeo. Sono stato eletto superando digran lunga, per numero di voti, il presidente delConsiglio Silvio Berlusconi e, a prescindere dai numeri,ho avuto conferma della stima che i cittadini nutrononei miei confronti. Tutto questo mi riempie di orgoglio.Se ci penso, da quando sono in politica, dal 1988, disfide ne ho vinte molte. E’ vero, quella alla Presidenzadella Provincia di Lecce, nel 2004, mi ha visto sconfit-to, ma non mi sono perso d’animo ed ho saputo guar-dare avanti. Oggi il mio posto è in Europa, ma ciò nonsignifica che io non abbia altre ambizioni. Chissà.

Regina Pizzileo, titolare Baby center, CasaranoEssere riuscita, insieme alle mie preziose col-laboratrici, ad occupare un posto importantenella vita dei bambini che hanno frequentato ilBaby center, dove abbiamo cercato di creareun clima familiare, allegro e gioioso. Essereriuscita a fare del mio lavoro una gioia per ilcuore; e non c’è veramente gioia più grandeche sentire l’affetto che, anche dopo anni,questi bambini conservano nei nostri confronti.

Maria Lucia De Vito, psicologa, Tricase

Fare l’esperienza del fascino della pro-pria vita per recuperare l’integrità anchenelle situazioni di limite e di sofferenza.Quindi come terapeuta sollevare ilcoperchio della vita altrui, al fine di sco-prire le meraviglie celate, dolorose o pia-cevoli che siano, per ritrovare l’interesseper la propria esistenza, il proprio essereinteressante ed interessato, perché ognivita merita un romanzo.

Orazio Frigino, presidente Idroclub e direttore scuola “idroscaloMolo degli inglesi” di Santa Maria di Leuca, Aradeo

La mia più grande impresa è stata l’averripristinato la tradizione delle competizioniin idrovolante che in Italia erano state. Misono appassionato fino ad aprire nel 2003la scuola di Santa Maria di Leuca,“Idroscalo Molo degli inglesi”, dove si ten-gono corsi di idrovolante certificatidall’Aeroclub Italia. Il mio impegno è statopremiato ed ora sono il presidentedell’Aviazione marittima italiana, una fede-razione che raggruppa le scuole d’Italia cheorganizzano corsi per l’abilitazione al voloanfibio. Inoltre la nostra “Coppa di aviazio-ne marittima” è arrivata già alla sua sestaedizione. Sono orgoglioso di aver contribui-to a far crescere il numero di piloti di idro-volanti in Italia: dal 2005 siamo cresciutida otto a 42.

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il tacco d’Italia 30 Novembre 2009

Controcanto//

TTre porti tra i principali del Mediterraneo, un sistemainfrastrutturale su gomma nel complesso soddisfacen-te, due aeroporti che si sono sviluppati in pochi anni

grazie ai «low cost» e ai voli internazionali, una rete ferro-viaria da riconnettere e trasformare in una moderna edinamica arteria di comunicazione.

Negli ultimi dieci anni la Puglia è cambiata moltissi-mo. I nuovi volti dei centri storici di Bari e Lecce, ristruttu-rati con il sostegno dei finanziamenti europei, sono diven-tati il biglietto da visita della regione. A questa crescita hacontribuito in modo decisivo il settore delle costruzioni,che produce il 10% del pil regionale, e che ha avuto unincremento occupazionale dal 1998 a oggi del 55%. Labrusca contrazione dei finanziamenti per le opere pubbli-che negli ultimi due anni, però, sembra il segno evidentedell’inizio della crisi, a cui la Puglia dovrà reagire ottimiz-zando i fondi comunitari per il periodo 2007-2013. Solocosì, infatti, la regione potrà ambire a recitare un ruolodefinito nello scacchiere economico euro-mediterraneo.

Dalla fine degli anni Novanta a oggi la Puglia è statala regione italiana del Mezzogiorno che più delle altre èstata capace di ottimizzare le risorse provenienti daBruxelles, per disegnare in modo nuovo e moderno le cittàdi Bari e Lecce, e per rendere più competitivo il suo siste-ma infrastrutturale, con il potenziamento degli aeroporti,dei porti e della rete viaria, la cui dotazione è superioredel 21% alla media nazionale.

I prossimi anni diranno quale sarà il ruolo che laPuglia rivestirà nel Mediterraneo. Il futuro della regione sigiocherà, innanzitutto, sul potenziamento dei porti di Barie Taranto, rispettivamente il più grande porto italianosull’Adriatico e il secondo in Italia per il numero del volu-me di traffico del nostro Paese, dopo Genova e prima diTrieste.

La scommessa, dunque, di fare dei porti pugliesi lapiattaforma logistica del Mediterraneo non è credibile senon si passa attraverso una intensa stagione di investi-menti in infrastrutture portuali.

La Puglia non si è fatta trovare impreparata, comedimostrano gli accordi per interconnettere i porti di Bari edi Brindisi con i porti di Bar e Durazzo, e la possibile valo-

rizzazione del porto di Taranto in rapporto ad azioni com-merciali con l’Egitto.

C’è un altro aspetto che l’industria pugliese dellecostruzioni ha saputo cogliere con evidente intuizione. Leassociazioni dei costruttori regionali della Lombardia edella Puglia, infatti, hanno promosso per prime in Italia lacostituzione dei Distretti industriali dell’edilizia ecososte-nibile, con il coinvolgimento anche delle università e delleScuole edili, a cui è attribuito un ruolo centrale nelle atti-vità di formazione.

La vera novità di queste esperienze pilota sta nellaorganizzazione, perché il sistema di imprese che fa capoalle associazioni di categoria è riuscito a mettere insiemein una filiera orizzontale imprenditori edili, produttori dimateriali, ordini professionali, centri di ricerca e formazio-ne. In Puglia i soggetti interessati dalla iniziativa sono150, tra cui cinque Università e sei centri di ricerca.

Questa decisa accelerazione verso un livello superio-re delle realizzazioni, del resto, va incontro a quelle chesono già da tempo le richieste in arrivo dal mercato, la cuiripresa dovrebbe cominciare nella seconda metà del2010, e a cui il Piano Casa anche in Puglia sembra per ilmomento non dare alcuna risposta. Ad oggi, infatti, nessunComune - a cui la Legge regionale ha attribuito la titola-rità sul Piano Casa - ha deliberato le linee guida del prov-vedimento.

Le imprese sono state chiamate, quindi, ad un note-vole impegno nella riorganizzazione del processo costrut-tivo, ponendo al centro principi di qualità, ecoefficienza,alta tecnologia. Il riconoscimento del distretto dell’ediliziaecosostenibile da parte della Regione Puglia è arrivatoalla fine di febbraio. Qualche mese più tardi al presidentedell’Ance Puglia, Salvatore Matarrese, è stato attribuito unruolo di assoluto prestigio in seno all’Ance Nazionale.Matarrese, tra i primi industriali in Italia a promuovere ilrinnovamento nel dialogo tra impresa e PubblicaAmministrazione, è stato chiamato a guidare il Consigliodelle Regioni, ed è stato nominato vicepresidentedell’Ance nazionale.

*giornalista, esperto in lavori pubblici

“bestiario pubblico. ovvero: come nascono nuovi improbabili personaggi sulla scena”

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di STEFANO CIANCIOTTA*

puglIa, Il treno da non perdereentro Il 2013IL FUTURO DEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI PASSA PER GLI INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE CHE SI DOVRANNO REALIZZARE GRAZIE AI FINANZIAMENTI EUROPEI

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