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te · Periodico del Liceo Bramante di Magenta Anno XXIV N. 1 Dicembre 2014 line! se--o-e.it...

Date post: 15-Feb-2019
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Periodico del Liceo Bramante di Magenta Anno XXIV N. 1 Dicembre 2014 Versione a colori online! Ti piace scrivere o vorresti dise- gnare fumetti? Sei interessato a partecipare al Giornalino in qual- siasi altro modo? Hai qualche pro- posta? CONTATTACI! [email protected] Buongiorno Bramantini! La scuola è ormai iniziata da tre mesi e le vacanze natalizie sono alle porte, speriamo, quindi, che nes- suno abbia già perso l’entusiasmo, cedendo alla depressione… Diamo il benvenuto ai nuovi arriva- ti: agli studenti che sono qui per il primo anno, alla nostra nuova Preside, la dottoressa Venneri e alle new entry tra i docenti, in particolare al pro- fessor Bianchi che collabora con la professoressa Marcogiuseppe come referente del nostro Grillo. Auguriamo a tutti voi, inclusi i veterani, un nuovo anno pieno di soddisfazioni e preferibilmente poco costellato da esaurimenti nervosi. Pur fra tante difficoltà il Grillo ritorna alla carica per tenervi compagnia durante i lunghi mesi che si prospettano. L’inevitabilità dello stress scolastico verrà mitigata dalle consuete perle di professori e studenti (quelle, siamo sicure, le leggete tutti) e dalle vignette. Non fatevi mancare però i nostri articoli più seri: nella sezione attualità tratteremo della recente riforma della scuola e, visto che sia- mo in tema, delle rivolte giovanili, quindi articoli su problemi come per esempio il terrorismo. I primini avranno lo spotlight con un sondaggio sull’accoglienza (un must di stagione), mentre per gli sportivi ci saranno un pezzo sulle attività pro- mosse dal nostro Istituto e un altro su un evento sportivo del passato; poi tutto quello che c’è da sapere sulla nuova iniziativa, il Bramante Day, con un’intervista agli organizzatori dell’evento che ha riscosso uno straordinario successso. Potrete poi trovare un articolo relativo alla serata a tema “Il linguaggio e la parola”, tenutasi presso il Cinemateatro Nuovo su Alda Merini che ha visto l’intervento di un docente del nostro Istituto, il pro- fessor Chiodini. Un altro articolo riguarda invece la mostra di Van Gogh al Palazzo Reale. Se avete voglia di accrescere la vostra cultura scientifico-linguistica, lo potrete fare mediante le informazioni sui segreti del cervello, nella sezione Scienze, e mediante i limerick in lingua. Ovviamente non possono mancare le consuete rubriche: potrete scoprire nuovi libri, film e musica grazie alle recensioni, imparare a cucinare qualco- sa di edibile grazie alle ricette di Bramante ai For- nelli e affidarvi alle stelle con l’Oroscopo , anche se ancora non si conoscono le fonti a cui attingono le nostre veggenti – sarà[…] (Continua nella pagina seguente) Editoriale Alice Gambaro, Bianca Stan Il Grillo Bramante Scopri la tua città ideale, con il test a pagina 18! Le foto d’Arianna, a pagina 30!
Transcript

Periodico del Liceo Bramante di Magenta

Anno XXIV N. 1 Dicembre 2014

Versione a colori online!

Ti piace scrivere o vorresti dise-

gnare fumetti? Sei interessato a

partecipare al Giornalino in qual-

siasi altro modo? Hai qualche pro-

posta? CONTATTACI!

grillobramante@liceo

bramante.it

Buongiorno Bramantini!

La scuola è ormai iniziata da tre mesi e le vacanze

natalizie sono alle porte, speriamo, quindi, che nes-

suno abbia già perso l’entusiasmo, cedendo alla

depressione… Diamo il benvenuto ai nuovi arriva-

ti: agli studenti che sono qui per il primo anno,

alla nostra nuova Preside, la dottoressa Venneri e

alle new entry tra i docenti, in particolare al pro-

fessor Bianchi che collabora con la professoressa

Marcogiuseppe come referente del nostro Grillo.

Auguriamo a tutti voi, inclusi i veterani, un nuovo

anno pieno di soddisfazioni e preferibilmente poco

costellato da esaurimenti nervosi.

Pur fra tante difficoltà il Grillo ritorna alla carica

per tenervi compagnia durante i lunghi mesi che si

prospettano. L’inevitabilità dello stress scolastico

verrà mitigata dalle consuete perle di professori e

studenti (quelle, siamo sicure, le leggete tutti) e

dalle vignette. Non fatevi mancare però i nostri

articoli più seri: nella sezione attualità tratteremo

della recente riforma della scuola e, visto che sia-

mo in tema, delle rivolte giovanili, quindi articoli

su problemi come per esempio il terrorismo.

I primini avranno lo spotlight con un sondaggio

sull’accoglienza (un must di stagione), mentre per

gli sportivi ci saranno un pezzo sulle attività pro-

mosse dal nostro Istituto e un altro su un evento

sportivo del passato; poi tutto quello che c’è da

sapere sulla nuova iniziativa, il Bramante Day, con

un’intervista agli organizzatori dell’evento che ha

riscosso uno straordinario successso.

Potrete poi trovare un articolo relativo alla serata a

tema “Il linguaggio e la parola”, tenutasi presso il

Cinemateatro Nuovo su Alda Merini che ha visto

l’intervento di un docente del nostro Istituto, il pro-

fessor Chiodini. Un altro articolo riguarda invece

la mostra di Van Gogh al Palazzo Reale.

Se avete voglia di accrescere la vostra cultura

scientifico-linguistica, lo potrete fare mediante le

informazioni sui segreti del cervello, nella sezione

Scienze, e mediante i limerick in lingua.

Ovviamente non possono mancare le consuete

rubriche: potrete scoprire nuovi libri, film e musica

grazie alle recensioni, imparare a cucinare qualco-

sa di edibile grazie alle ricette di Bramante ai For-

nelli e affidarvi alle stelle con l’Oroscopo , anche

se ancora non si conoscono le fonti a cui attingono

le nostre veggenti – sarà[…]

(Continua nella pagina seguente)

Editoriale Alice Gambaro, Bianca Stan

Il Grillo Bramante

Scopri la tua città ideale,

con il test a pagina 18!

Le foto d’Arianna, a

pagina 30!

1^B: Luca Donato, Alessandro Machniz

1^C: Amanda D'Angelo, Marta De Chiara, Daniel Lacidogna, Alessia Nolli,

Marco Ottaiano

1^G: Davide Forgiarini

1^I: Alessia Ariti

3^A: Alice Fortunati

3^B: Matilda Guizzardi

4^A: Martina Albano, Luigi Casella, Alice Gambaro, Sonia Garavaglia, Sara

Gussoni, Eletta Nava, Cristina Pelizzari

4^D: Camilla Alberti, Chiara Paleni, Bianca Stan

4^G: Andrea Tenconi, Giorgia Cacioppo

5^A: Francesco Colombo, Francesco Marcolli

5^B: Luca Bonasegale, Giorgia Colombo, Francesca Gambini, Alessandra

Guaglio, Andrea Lo Sardo, Camilla Oldani, Martina Pedroli, Arianna Segalo-

ni

5^E: Marco Cozzi

5^F: Lorenzo Motta, Valeria Pastori, Amedeo Pellegrini, Blerina Suka, Maria

Grazia Tavera

Impaginatori: Luigi Casella, Luca Donato, Alice Gambaro, Chiara Paleni,

Bianca Stan

Immagine di copertina: Marta De Chiara

Vignettisti: Marta De Chiara, Alessandro Machniz

Docenti referenti: Luigina Marcogiuseppe, Roberto Bianchi

La redazione

Pagina 2

Il Grillo Bramante

[…] un segreto a cui non possiamo accedere noi comuni mortali.

Per concludere, proponiamo i Pensieri in Libertà di uno dei nostri redattori e, nella sezione Opinioni, cer-

cheremo di capire se è possibile bilanciare scuola e sport mentre nel Paginone centrale ci interrogheremo

sulle mete predilette dei nostri viaggi, quelli dei nostri sogni.

E con questo, vi lasciamo alla lettura: speriamo che non usiate le nostre pagine come munizioni nelle

guerre intra/inter-classe!

Pagina 3

Il Grillo Bramante

In questo numero

La nostra scuola Amarsport

Benvenuti al Bramante! 5 An history made of star and stripes 21

Lo sport dentro di noi 6 Grillobox

E chi più ne, ha più ne metta 7 The Maze Runner 22

Bramante Day 8 Come non passare la notte di San Silvestro 23

Dal territorio Il favoloso mondo di Ameliè 24

Alda Merini 10 Ah no… sono i Pink Floyd 25

Romanzo vs film 11 Niente haiku, siamo inglesi 26

Scienza/Scienze Indietro tutta! 27

I neuroni specchio e l’empatia 12 Il Racconto

“Dejà vu”, già visto.. 13 Vero o Falso? 28

Fabiola Gianotti, direttrice del CERN 14 Break! 29

Bramarte Foto d’Arianna

Il pennello dell’interiorità 15 Legno, pietra, metallo 30

Attualità Rubriche

La buona scuola 16 Pensieri in libertà 31

Occupy 17 Bramante ai fornelli 32

Pagina centrale Top Ten 33

Quale città ti rappresenta? Il Test! 18 Oroscopo celtico 34

Isis 20

Pagina 4

Siate entusiasti Un caro saluto della Dirigente al “Grillo” e all'istituto

La nostra scuola

Cari ragazzi, come sapete sono

arrivata a dirigere il vostro li-

ceo solo all’inizio di questo

anno scolastico. Tra le tante

attività del nostro istituto ho

appreso del progetto del Gior-

nalino d’istituto “Il Grillo Bra-

mante”, le cui attività sono

egregiamente coordinate dalla

prof.ssa Marcogiuseppe coa-

diuvata, quest’anno, dal prof.

Bianchi.

Un Giornalino scolastico può

sembrare anacronistico.

E invece no!

È un progetto dal sapore antico

ma sempre attuale che permet-

te a voi ragazzi di dimostrare

quanto abbiate appreso e quan-

to sappiate mettere in pratica

ciò che sapete.

Scrivere un articolo di giornale

è un esercizio di competenza

(dal latino cum-petere), biso-

gna appunto mettere in atto ciò

che si è appreso, è il riconosci-

mento della padronanza di ca-

pacità specifiche acquisite tra-

mite le conoscenze disciplinari

e messe in pratica in un deter-

minato contesto qual è l’attivi-

tà di redazione di un giornale:

dalla struttura, alla definizione

dei contenuti fino alla grafica.

Le competenze chiave di citta-

dinanza che vengono richieste

agli studenti si leggono “in fi-

ligrana”, “in trasparenza”, tra-

mite la dimostrazione delle

competenze linguistiche e re-

dazionali, tramite la capacità

di analisi, di riflessione, di

pensiero critico sulla realtà cir-

costante e tramite la capacità

di lavorare in team. L'ordinaria

attività didattica ha infuso tali

competenze che vengono poste

in atto nella partecipazione al-

le attività del “Grillo Braman-

te”.

Scrivere non è facile e lo è

sempre meno in questo mondo

di comunicazioni rapide e

frammentate, sincopate, indot-

te dall’uso pervasivo dei social

media ad ogni livello della vita

privata, sociale e pubblica.

Educare oggi significa prima

di tutto cercare "luoghi in cui

non correre", creare momenti

per riflettere, discernere e co-

municare.

Chiamare “Il Grillo” semplice-

mente “giornalino”” è ridutti-

vo, ciò anche alla luce degli

apprezzamenti conseguiti a

livello nazionale durante l'an-

no scolastico 2013/14. C’è tan-

ta voglia di continuare con la

voglia di guardare la realtà.

Apprendo con orgoglio che

ogni anno sono sempre più

numerosi gli studenti deside-

rosi di partecipare a quest’at-

tività giornalistica, che offre

loro la possibilità di sentirsi

parte viva sia della scuola, sia

dell’ambiente esterno. I gio-

vani studenti avvertono le

problematiche e le attese dei

nostri tempi. Il “Grillo” offre

la possibilità di esprimere le

proprie riflessioni, le proprie

esperienze e, perché no, i pro-

pri sentimenti ed emozioni

attraverso la scrittura nelle

sue varie forme: intervista,

commento, racconto, compo-

nimento poetico, elaborazione

grafica.

Auguro a tutti i “giornalisti in

erba” di continuare con lo

stesso entusiasmo iniziale e a

tutti gli studenti del nostro Li-

ceo di approdare a risultati

sempre più brillanti, sia in

ambito scolastico, sia extra-

scolastico.

Pagina 5

Benvenuti al Bramante! Le iniziative rivolte agli studenti di prima

Alessio Nolli, Marco Ottaiano, Davide Forgiarini

La nostra scuola

L’ impatto con le Superiori è

spesso uno scoglio difficile da

superare per gli studenti di pri-

ma, ma grazie alle iniziative

promosse dal nostro Istituto il

passaggio é stato sicuramente

meno traumatico. Sono stati

previsti, quindi, nell’ambito

dell’Accoglienza alcuni mo-

menti in cui gli alunni delle

classi prime, accompagnati dai

loro docenti e da studenti tutor,

hanno effettuato il giro della

scuola, hanno partecipato a

un’uscita di trekking urbano e

infine hanno avuto l’opportunità

di assistere a una rappresenta-

zione teatrale nell’Aula Magna

del Liceo, messa in scena appo-

sitamente per loro! Il giro della

scuola ha consentito ai ragazzi

di conoscere in modo dettaglia-

to l’Istituto nei suoi spazi più

importanti, quelli che erano già

stati visitati durante gli open

day; i tutor hanno inoltre avuto

un momento di confronto in

classe con i primini per dare

loro alcuni consigli e favorire

quindi un’ambientazione più

semplice. I nuovi arrivati hanno

sfruttato questa opportunità per

manifestare i loro dubbi con do-

mande a cui gli studenti tutor

hanno risposto in modo esausti-

vo e sorridente . Il trekking ur-

bano per Magenta si è svolto in

mattinata e ha dato modo di

conoscere la città in cui risiede

la Scuola soprattutto agli stu-

denti provenienti dai paesi limi-

trofi che hanno apprezzato pro-

prio per questo l’iniziativa. La

rappresentazione teatrale tenu-

tasi in Aula Magna è durata cir-

ca due ore e sono stati coinvolti

i ragazzi del gruppo teatrale

dell’ Istituto: la rappresentazio-

ne, basata su una giornata tipo

di uno studente del nostro Li-

ceo, ha riscosso tra il pubblico

un notevole successo, tanto che

molti ragazzi hanno deciso di

partecipare al progetto teatrale.

Abbiamo interpellato alcuni i

ragazzi di prima, prendendo co-

me campione 5 alunni di ogni

classe: le domande a cui hanno

dovuto rispondere sono le se-

guenti: è stata utile l’Accoglien-

za? Consiglieresti altro da pro-

porre per i prossimi anni? Qual

è stata l’ iniziativa che hai pre-

ferito maggiormente?

Sulla base dei risultati del son-

daggio possiamo concludere

dicendo che la maggior parte

degli studenti ha ritenuto utili

le attività d’ Accoglienza in

quanto li hanno aiutati ad inte-

grarsi in una nuova realtà sco-

lastica, inoltre la maggior parte

crede che si potrebbe integrare

queste iniziative con altre quali

trekking al di fuori del territo-

rio di Magenta o attività più

coinvolgenti e innovative senza

però precisarne la tipologia.

Con l’ ultima domanda del son-

daggio abbiamo registrato i se-

guenti dati riportati nel grafico:

Pagina 6

si concluderanno con le finali durante l’ultimo

giorno di scuola in palestra. Saranno come ogni

anno divisi tra biennio e triennio e ogni classe è

automaticamente iscritta. Alcune di queste sono

invece già cominciate o si sono già svolte intera-

mente. Il torneo di pallavolo misto, inserito

all’interno del progetto SPORT 4 PEACE è uno

di questi. Questo torneo è aperto a ogni squadra

formata da ragazzi di 3°-4°-5°. Oltre alla squadra

vincitrice del torneo sarà anche premiato il team

che ha incarnato maggiormente lo spirito del

progetto, che prevede regole tra le quali il rispet-

to per l’avversario e l’accettare anche la sconfit-

ta. Così anche le squadre che hanno meno possi-

bilità di vittoria dal punto tecnico potranno met-

tersi in mostra per un punto di vista umano e

educativo. La competizione che chiude l’attività

sportiva del Bramante è la gara di mountain-

bike, organizzata in primavera (solitamente mag-

gio); che consiste nell’effettuare due giri attorno

alla nostra scuola per il biennio e tre giri per il

triennio. Registriamo inoltre la proposta fatta da

alcuni studenti di organizzare un torneo di basket

3 contro 3; speriamo che questa bella idea venga

accolta in modo da ampliare ancora di più l’of-

ferta sportiva all’interno della nostra scuola. Ci

auguriamo di avervi chiarito maggiormente le

idee riguardo le attività che si svolgeranno du-

rante l’anno scolastico, vi salutiamo e vi diamo

Lo sport dentro di noi Le attività sportive del nostro istituto

Lorenzo Motta, Amedeo Pellegrini

La nostra scuola

Carissimi lettori del Grillo Bramante siamo lieti

di annunciarvi e presentarvi le iniziative sportive

che si svolgeranno quest’anno all’interno del no-

stro Istituto. Come ogni anno queste iniziative

sono molteplici e coinvolgono la maggior parte

del corpo studentesco. La prima gara che si svol-

ge è la corsa campestre nel mese di novembre ed

essa è divisa in biennio e triennio; i migliori cor-

ridori delle due fasce di età rappresenteranno il

nostro istituto nella gara provinciale. La nostra

scuola vanta una grande tradizione vittoriosa nel-

le competizioni con le altre scuole. Fino all’anno

scorso la corsa campestre insieme alla gara di sci

e a quella di mountain-bike era inserita nel

“trofeo città di Magenta” dove la nostra scuola si

è sempre distinta vincendo le prime edizioni. Un

altro sport su cui si punta molto è lo sci; infatti

anche quest’anno, in preparazione alla gara con

le altre scuole, si farà lo stage di sci che è giunto

alla quindicesima edizione. Il cospicuo numero

di anni da cui si fa mostra la sua importanza nel

migliorare la disciplina e come esso sia anche

una occasione per una crescita umana nel contat-

to con altri ragazzi. Lo stage, organizzato e diret-

to dal prof. Moscatelli, quest’anno per la prima

volta sarà diviso in due periodi. Esso si tiene a

Chiesa Valmalenco e nel primo periodo saliran-

no i ragazzi del liceo scientifico sportivo e poi ,

dal 17 dicembre al 20, gli altri che hanno aderito

all’iniziativa. Si ricorda che è aperto a tutti gli

alunni che però abbiano almeno qualche anno di

esperienza sciistica. Lo stage ha la finalità di mi-

gliorare le capacità di ognuno in vista della gara

che si svolge l’ultimo giorno; questa gara serve a

selezionare gli allievi che parteciperanno alla

competizione con gli altri istituti a Pila. Anche in

questa competizione, come nella cora campestre,

gli allievi del nostro istituto si distinguono sem-

pre piazzandosi nei primi posti. Questo dimostra

la preparazione propedeutica dello stage e la sua

importanza nel contesto scolastico (è infatti la

manifestazione a cui più alunni partecipano e la

più sentita). In primavera cominceranno anche i

tornei interni: calcetto per i ragazzi e pallavolo

per le ragazze, suddivisi per classi. Questi tornei

Pagina 7

E chi più ne ha, più ne metta! Se la scuola non vi basta (o vi basta troppo!), ecco cosa potete fare!

Andrea Lo Sardo, Luca Bonasegale

La nostra scuola

La scuola vi affatica? Non ce la fate

più? Avete una “raffica” di verifiche

e interrogazioni tutte concentrate in

una settimana (magari l'unica di sole

da tempo)? Domenica volevate an-

dare allo stadio ma vi ha bloccati il

compito in classe di Fisica? No pro-

blem! La soluzione c'è ed è alla por-

tata di tutti. “E quale sarebbe?” po-

trebbe chiedere uno studente in af-

fanno. La soluzione è trasformarsi

Superman o Wonder Woman! Cer-

cando di ritornare seri, ma non trop-

po, vi proponiamo qui di seguito una

intervista doppia (modello Le Iene) a

due studenti che sono riusciti a con-

ciliare le fatiche scolastiche con le

attività extrascolastiche svolte a li-

vello semiprofessionistico. I due

intervistati potrebbero essere un mo-

dello per tutti coloro che desiderino

coltivare le loro passioni ad alti li-

velli, senza sacrificare lo studio.

“Ciao belli, come vi chiamate e

qual è la vostra classe?”

Marta: “Ciao, sono Marta della I C”.

Marco: “Ciao, mi chiamo Marco,

sono della II A”.

“Quali sono le vostre passioni?”

Marta: “Mi dicono che gioco a scac-

chi, poi non so, ahahah!”.

Marco: “Nuoto e pianoforte”.

“Qual è la disciplina in cui siete

riusciti maggiormente a distin-

guervi? A che livello?”

Marta: “Sempre negli scacchi, anche

se fra i miei amici scacchisti mi di-

stinguo più per essere femmina, sono

davvero poche le ragazze a giocare.

Per quanto riguarda il livello, sono

arrivata quinta ai campionati nazio-

nali di due anni fa e prima nel cam-

pionato provinciale femminile a

squadre di quest'anno”.

Marco: “Nuoto, ho vinto diverse

volte e in diversi stili i campionati

nazionali”.

“Quando e in che modo avete ini-

ziato?”

Marta: “Casualmente. Alle scuole

elementari hanno proposto un corso

e mi ci sono buttata, l'ho iniziato per

stare con i miei amici ai tornei, poi

la storia è continuata”.

Marco: “Ho iniziato all'asilo a fare i

primi corsi di nuoto. Dalla prima

elementare sono entrato nell'univer-

so del nuoto agonistico”.

“Puntate a fare questo nella vita?

Se no, cosa vorreste fare?”

Marta: “Per ora è la mia piccola pas-

sione, non punto a questo nella vita

ma la vedo come una cosa molto

stimolate: conosco un sacco di per-

sone, ho costruito la mia vita sugli

scacchi fino ad ora”.

Marco: “Spero vivamente di sì? An-

che se sarà un po' improbabile vista

la richiesta sempre maggiore di alle-

namento e di tempo. In alternativa,

non so ancora cosa vorrei fare”.

“Quanto tempo investite nella vo-

stra passione?”

Marta: “Quasi tutto il weekend e

qualche ora nel resto della settimana;

è impegnativo ma, come ho già

dett,o se lo si fa in compagnia, ci si

diverte molto.”

Marco: “Tra il nuoto e il pianoforte,

sono impegnato tutti i giorni”.

“Trovate che sia difficile conciliare

lo studio bramantino con

un'attività sportiva a questi

livelli?”

Marta: “In realtà mi trovo molto be-

ne, riesco a studiare e a giocare a

scacchi tranquillamente. Di certo

non mi metto a fare matematica

mentre gioco ma, se fosse una partita

poco seria, potrei anche farlo.

Ahahahah!”

Marco: “Per ora non ho trovato diffi-

coltà” (è in seconda il ragazzo

n.d.r.).

“Come fate ad eccellere nella vo-

stra passione e almeno so-

pravvivere nella scuola?”

Marta: “Se lo sapessi, ve lo direi.”

Marco: “Basta impegnarsi: se ci

tieni a una cosa vai fino in fondo,

non devi fermarti al primo ostacolo

che incontri".

“Quale materia non riuscite pro-

prio a digerire?”

Marta: “Non riesco proprio in Fisi-

ca, già. Che roba brutta!”

Marco: “Nessuna in particolare”.

“Partendo dalla vostra esperien-

za, che consigli dareste agli

studenti per conciliare la

scuola con le attività ester-

ne?”

Marta: “Stabilitevi degli orari, nien-

te scuse e “robe varie”, puntate una

sveglia a una certa ora e, dopo aver

studiato, dedicatevi a quel che dav-

vero vi piace. È semplice!”

Marco: “Per me, se una cosa ti pia-

ce, non devi arrenderti mai e non

devi mollare per paura di non riu-

scire con la scuola”.

“Grazie di averci concesso questa

intervista doppia “vostre ec-

cellenze”, fate un saluto ai

nostri lettori e in bocca al lu-

po per competizioni e soprat-

tutto verifiche!”

Marta: “Un saluto a tutti, soprattutto

ai miei splendidi intervistatori, gra-

zie di tutto e auguri anche a voi, ne

avrete più bisogno di me mi sa que-

st'anno!”

Marco: “In bocca al lupo a tutti!”

Pagina 8

Bramante Day, una giornata che rimarrà nel ricordo di tutti In occasione delle celebrazioni della scuola nasce anche l’associazione Amici del Bramante

Alessandra Guaglio, Camilla Oldani, Francesca Gambini

La nostra scuola

Il 27 settembre 2014, iniziato il nuo-

vo anno scolastico da pochi giorni, si

è tenuto il 1° Bramante Day, un mo-

mento di festa e di convivialità con-

dito da ottime pietanze (la paella

cotta nel padellone da 5 metri e la

torta lunga oltre 6 metri solo gli

esempi più eclatanti) e accompagna-

to dalla band Gente in Comune, il

gruppo dei Sindaci del Magentino. Il

Bramante Day è stato soprattutto

un incontro con la storia recente

(quasi cronaca) e lontana del nostro

istituto (che mosse i primi passi nel

1972): professori, genitori, allievi ed

ex allievi che hanno contribuito a

costruire "il Bramante" come lo ve-

diamo oggi. Tutto è stato promosso

dall'associazione "Amici del Braman-

te".

Alle ore 15:00 “hanno avuto inizio le

danze”, ma è stata la cerimonia pre-

sentata dal professor Sergio Garava-

glia ad inaugurare l’evento alle ore

19:00. Egli ha poi lasciato la parola a

diverse autorità. Il sindaco; Marco

Invernizzi, ha elogiato la formazione

impartita dal liceo Bramante e ha

sottolineato l’importanza di intensi-

ficare queste iniziative culturali. La

nuova preside, Angela Venneri, si è

detta contenta dell’iniziativa e molto

colpita dal vedere l’affetto che gli ex

studenti hanno per il loro liceo.

Hanno poi preso la parola il sig. Fra-

scarolo, il sig. Sesta e il sig. Del Giu-

dice i quali hanno condiviso, con i

presenti, i piacevoli ricordi del

“periodo bramantino”, auspicando

che “questa giornata segni il passag-

gio del testimone alle nuove genera-

zioni. Noi vecchi diciamo: avanti

così!”.

Un caloroso pensiero è stato dedicato

a coloro che non ci sono più e ai loro

parenti sono state assegnate le tar-

ghe progettate dal professore Egidio

Luciano. Sono stati poi premiati i

professori che hanno lasciato il se-

gno al liceo Bramante tra cui il pro-

fessor Luciano, la professoressa Bat-

taglino, il professor Moscatelli, il

professor Cattaneo, il professor Ga-

ravaglia, la professoressa Vanzulli

ed il professor Raffanini. Anche gli

studenti maturati con cento e lode

nell'ultimo Esame di Stato - Luca

Leopardi, Marco Bigatti, Alessandro

Lattuada e Martina Mazzariol - han-

no ricevuto la targa di riconoscimen-

to così come Elia Altimani per la

progettazione del logo del liceo.

Questa giornata, caratterizzata an-

che dal sapore nostalgico, ha visto

prendere la parola l’avvocato Marina

Marinoni e lo scrittore Emanuele

Torregiani, ex bramantino che al

liceo ha dedicato un libro (Liceo,

addio).

La festa è proseguita all’insegna del

divertimento e il grande momento

conviviale ha visto la partecipazione

di centinaia tra ragazzi, genitori ed

insegnanti che hanno gustato la

paella per mille persone cucinata

nella pentola di cui si è detto. Il tut-

to è stato addolcito dalla torta king

size raffigurante il logo del liceo. Il

sottofondo musicale della band

Gente in Comune, di cui il professor

Sergio Garavaglia è membro, ha

movimentato la serata con la musi-

ca giovanile degli anni Settanta

mentre il dj set dei ragazzi del Bra-

mante ha concluso una giornata che

rimarrà nei ricordi di tutti. A propo-

sito di quest’evento Alberto Ragusa,

uno studente di 5°B, ha tirato le fila

della giornata, dicendo: “Il Braman-

te day è stato utile per riunire inse-

gnanti ed ex studenti, inoltre gli

organizzatori sono riusciti piena-

mente nel loro intento di raccogliere

fondi in un evento piacevole per

tutti”. L'iniziativa non avrebbe però

avuto un successo così forte se non

si fosse costituita l'associazione

“Amici del Bramante”. Questa è

stata voluta soprattutto per scopi

che vanno al di là della convivialità

e del ricordo, l'associazione si propo-

ne cose più concrete ed essenziali

per la vita di uno studente: il soste-

gno e l'appoggio.

Per capire com'è nata l'idea di costi-

tuire l'associazione e quali saranno

i programmi del suo primo anno

d'attività, abbiamo incontrato i tre

soci fondatori (tutti rappresentanti

dei genitori in Consiglio d'Istituto)

che l'hanno ufficialmente costituita:

Davide Noè (Presidente del Consi-

glio d'Istituto), Nicola Bizzarro e

Gianpaolo Casella.

Pagina 9

loro una forma giuridicamente accettabile e se

qualche altro avesse già fatto esperienze analoghe

(di associazioni genitori ne esistono in quasi tutti i

licei scientifici)”.

DN: “Tra telefonate, incontri, spuntini ed altro è nato lo statuto. Nicola (il prof. Bizzarro, n.d.r.) ha

fatto l'esempio della bici; io la vedo più come una

maratona dove non conta tanto la velocità ma la

costanza lungo il percorso, aiutati da qualcuno

che ti dà il ritmo”.

GC: “Davide e Nicola hanno proprio colto nel

segno: maratona, bicicletta e gite in montagna.

Sono tutte esperienze accomunate da un aspetto:

la condivisione del lavoro! Ecco allora i contatti con altri genitori, insegnanti ed ex allievi e, al

tempo stesso, i rapporti (iniziali) con alcune

aziende che ci hanno assicurato il loro sostegno

(per ora stiamo studiando forme di convenzioni o

sconti a favore degli associati). Il desiderio princi-

pale è che, attraverso il lavoro dell'associazione,

possano essere aiutati e sostenuti tutti i "bramantini" che ne avessero bisogno (con delle

borse di studio, con il sostegno al reddito per

somme da versare nelle attività parascolastiche,

con l'aiuto nello svolgimento dei compiti).

D: si iscrivono solo i genitori?

DN: “Abbiamo preparato il Diploma di

"Bramantino doc", pensandolo innanzitutto per

gli studenti di oggi e di ieri, per questo confidia-

mo che si iscrivano all'associazione anche gli stu-

denti (se minorenni, con l'autorizzazione dei geni-

tori)”.

NB: “...ma si sono già iscritti anche molti inse-

gnanti!”

GC: “...e i genitori non mancano!”

D: come è possibile raggiungere l'Associazio-

ne?

GC: “Tramite il sito internet www.amicidelbramante.it; tramite la mail amici-

[email protected]; tramite il profilo facebook

che potete scoprire online. Cosa manca? Pratica-

mente nulla! Vi aspettiamo numerosi; l'invito è

esteso a tutti i genitori e studenti!”.

La nostra scuola

D: “Com'è nata l'idea dell'Associazione?”

Davide Noè (DN): “In Consiglio d'istituto abbia-

mo pensato ad un modo nuovo di iniziare l'anno

scolastico, abbiamo così lanciato l'idea di una

grande festa di apertura d'anno che potesse rap-presentare il legame tra i ragazzi di prima e quelli

delle altre classi, questa festa è stata l'occasione

d'incontro con alcuni ex allievi che hanno rag-

giunto successi nella didattica, nella ricerca e nel

mondo del lavoro”.

Gianpaolo Casella (GC): “...e così abbiamo pen-

sato che, se la festa avesse creato occasioni d'in-

contro, quegli incontri non sarebbero dovuti rima-

nere semplicemente occasionali”.

Nicola Bizzarro (NB): “Abbiamo così deciso di fondare l'associazione ma poi ci siamo fatti pren-

dere la mano ed allora....”.

D: “Cos'è successo?”

GC: “Abbiamo pensato che la cosa più importan-

te non fosse l'associazione in sè ma gli scopi che,

attraverso l'associazione, volevamo raggiungere”.

DN: “Sì, gli scopi: coinvolgere nella passione per

la scuola frequentata dai nostri figli (ma anche da

molti genitori: io sono un ex allievo) tutte le parti

che concorrono a "fare la scuola"!”

NB: “...a cominciare dagli insegnanti! Vedete: chi

vi risponde, oltre ad avere una figlia al Bramante,

frequenta il Bramante nella sua funzione di pro-

fessore di storia e filosofia.”

D: “Passione, scopi, incontro tra generazioni:

mettere assieme questi concetti sembra assai

difficile; pensate di riuscirci?”

NB: “Non abbiamo affrontato quest'avventura da

soli! Vedete, nel suo piccolo, l'associazione mi

ricorda un'uscita in bici: si parte con una meta

precisa; poi lungo il percorso ti fermi per un caf-

fè, una foto e due chiacchiere; fai una deviazione

perchè ti hanno raccontato di un castello da visita-

re e magari incontri altri che stanno facendo la

stessa strada. Così è stato per noi l'inizio dell'atti-vità: stimolati da alcuni amici e (per me) colleghi

di lavoro, abbiamo messo assieme le idee, poi ab-

biamo cercato di capire se qualcuno poteva dar

Pagina 10

Pascali si conclude la fase giovanile della sua poe-

tica. Gli stessi editori che negli anni precedenti si

erano interessati a lei, ora si defilano e non voglio-

no più pubblicarle nulla. La sua vita privata, scossa

da altri eventi, la porta a trasferirsi a Taranto per

amore, dove verrà internata per la seconda volta. In

lei matura l’idea si trasferirsi definitivamente a Mi-

lano, dove muore nel 2009.

Alda Merini, una serata per ricordarla Le celebrazioni dell’arte poetica arrivano spesso postume

Arianna Segaloni, Giorgia Colombo, Mariagrazia Tavera

Dal territorio

Il 15 Ottobre presso il Cineteatro Nuovo di Magen-

ta si è tenuto in anteprima il primo degli incontri

sul linguaggio e la parola, anche quest’anno per

iniziativa dell’associazione culturale magentina

UrbanaMente.

Protagonista assoluta della serata è stata Alda Me-

rini, poetessa dei Navigli. Elio Del Monaco e Katia

Lippolis hanno reso omaggio alla Merini, recitando

alcune sue poesie tra cui Genesi, La Terra Santa,

Vicino al Giordano e Il manicomio è una grande

casa.

L’intervento del professor Chiodini al termine del-

la lettura ha fatto luce sulla biografia della poetes-

sa. Molti ricordano soprattutto l'esperienza delle

cure psichiatriche, che lasciarono un forte segno

sulla Merini. Ci duole ricordare come la poetessa

ricordasse, in un noto talk show televisivo

(condotto da Maurizio Costanzo), la dura vita dei

reparti psichiatrici degli ospedali.

Già nel 1948, a soli 17 anni, era in grado di scrive-

re un testo come Il Gobbo, del quale i critici più

avveduti si sono accorti. Tra questi, Giacinto Spa-

gnoletti aveva inserito la poesia in una raccolta

Poetesse italiane contemporanee (1949). I contatti

culturali della poetessa sono importanti e vantano

personaggi del calibro di Eugenio Montale e Salva-

tore Quasimodo. La frequentazione dell'ambiente

intellettuale eperò purtroppo inframezzata dai con-

tinui problemi legati al suo disturbo psichico dovu-

to forse a una sindrome bipolare (della quale soffri-

rono pure altri grandi letterati: Baudelaire, He-

mingway, Fitzgerald).

La produzione della scrittrice è molto vasta e rac-

chiude sia testi in prosa, sia testi poetici. Alcune

pubblicazioni sono addirittura fatte in collaborazio-

ne con artisti di diverse discipline (pittura e foto-

grafia).

Tematiche costanti nelle sue produzioni sono la

religione e la passione amorosa, in cui prevalgono

le inquietudini, le lacerazioni e gli abbandoni. Nel-

la raccolta Tu sei Pietro dedicata al medico Pietro

Pagina 11

Romanzo vs film Al via al Cinemateatro Nuovo di Magenta la decima edizione di “Ti racconto un libro”

Giorgia Colombo, Arianna Segaloni

Dal territorio

Un’altra iniziativa culturale

di successo presente a Ma-

genta è” Ti racconto un li-

bro” che ormai è giunta alla

decima edizione, raccoglien-

do sempre più consensi; una

programmazione decisamen-

te avvincente quella di que-

st’anno perché ha previsto

romanzi che sono diventati

film ma poi sono pressoché

scomparsi, perché le traspo-

sizioni filmiche hanno avuto

più successo dei romanzi dai

quali è stato tratto il sogget-

to. L’obiettivo dell’iniziativa

di quest’anno è stata quella

di strappare queste narrazio-

ni dal grande schermo e tor-

nare a sfogliare le pagine del

romanzo, in una narrazione

che avvincesse tanto quanto

le immagini del film.

Gli incontri si sono tenuti

presso il Cinema Teatro

Nuovo di Magenta e sono

stati preceduti da un mo-

mento introduttivo di circa

10-15 minuti che, di norma,

in una presentazione sinteti-

ca ha offerto agli spettatori

l’inquadramento storico-

culturale dell’opera mentre

la compagnia ha interpretato

fedelmente il copione elabo-

rato. L’iniziativa è nata per-

ché, spesso, è proprio la cu-

riosità suscitata dal racconto

di un amico a spingerci in

una lettura magari impegna-

tiva, consentendoci di cono-

scere il valore di uno scrit-

tore, e la grandezza di una

capolavoro della letteratura.

Esistono romanzi tali da co-

municarci emozioni diver-

se ogni volta che li leggia-

mo, in cui il lettore scopre

sempre qualcosa di nuovo e

parlarne può aiutare a com-

prendere aspetti particolari

e dettagli che non si erano

notati durante la lettura.

Pagina 12

menti che egli legge sul volto degli adulti e, inol-

tre, l’imitazione gli consente di dare valore agli

insegnamenti sia morali che intellettuali, che così

gli indicano la via per integrarsi nella famiglia e

nella società. Ma l’empatia non è solo un dono; in

parte essa può divenire una disgrazia. Il bambino

empatico, infatti, acquisisce modelli di condotta

che funzionano dentro di lui come dei “comandi”:

legge con singolare immediatezza i desideri degli

adulti, si identica con loro, pertanto può solo com-

piacere le attese di coloro che ama o da cui dipen-

de. Se invece avverte la necessità di porre in atto

pensieri e comportamenti diversi dai modelli ap-

presi, cade dapprima nell’ansia, poi, se è abbastan-

za autonomo, nella vergogna e nel senso di colpa,

quindi nel blocco e nell’inibizione; se invece non

lo è, in luogo della vergogna e della colpa, cade in

un drammatico senso di paralisi depressiva o in atti

di protesta distruttivi e antisociali.

Per questo la scoperta dei neuroni specchio è im-

portante : spinge a indirizzare sempre di più la

prassi psicoterapeutica ad analizzare le relazioni

affettive, le identificazioni e i modelli interiorizza-

ti, al fine di risolvere i conflitti interni alla persona-

lità.

I neuroni specchio e l’empatia Una scoperta tutta italiana

Martina Pedroli, Giorgia Cacioppo

Scienza/Scienze

Nonostante le difficoltà dell’Università italiana,

l’amore per la ricerca continua a dare i suoi splen-

didi frutti nel nostro Paese. È recente la scoperta

dei cosiddetti neuroni specchio, una classe di neu-

roni che si attivano quando un individuo compie

un'azione e quando l'individuo osserva la stessa

azione compiuta da un altro soggetto. La scoperta

di questi neuroni, che dimostra la natura sociale

della nostra specie, si deve a Giacomo Rizzolatti e

alla sua equipe dell’Università di Parma, ed è una

scoperta di portata eccezionale: lo studio dei neu-

roni specchio, infatti, ci dà la possibilità di capire

cosa sia l'empatia e cosa c’entri coi processi affetti-

vi e di apprendimento. Empatia significa “sentire

dentro” ed è una capacità che fa parte dell’espe-

rienza umana; si tratta, infatti, di un potente legame

interpersonale: andare non solo verso l’altro, ma

anche portare questi nel proprio mondo. Essa rap-

presenta, inoltre, la capacità di un individuo di

comprendere in modo immediato i pensieri e gli

stati d'animo di un'altra persona: l’empatia costitui-

sce un modo di comunicare nel quale il ricevente

mette in secondo piano il suo modo di percepire la

realtà per cercare di far risaltare in se stesso le

esperienze e le percezioni dell'interlocutore. È una

forma molto profonda di comprensione dell'altro

perché si tratta d'immedesimazione negli altrui

sentimenti. L’empatia, dunque, è alla base dell’in-

tera vita sociale: rende solide e proficue le relazio-

ni di accudimento, fa in modo che le relazioni af-

fettive attecchiscano e creino coppie, famiglie e

amicizie, infine, rende possibili le più complesse

relazioni che si hanno col mondo

storico-sociale in quanto indivi-

dui di un certo gruppo e cittadini

di una nazione. Imitare le emo-

zioni del simile, ad esempio, dà

al bambino l’opportunità di iden-

tificarsi, stabilendo col proprio

simile un contatto immediato

senza mediazioni, portando così

dentro di sé i modelli familiari,

gli schemi e i linguaggi di intera-

zione e di riconoscimento; per-

mette di capire la distinzione tra

il bene e il male in virtù dei senti-

Pagina 13

“Dèjà vu”: già visto... La spiegazione scientifica di un fenomeno decisamente inquietante

Sonia Garavaglia, Camilla S. Alberti

Scienza/Scienza

“Questa scena l'ho già vissuta” è

la ricorrente frase che accompa-

gna il fenomeno del déjà vu.

Il déjà vu è un fenomeno psichi-

co, chiamato anche paramnesia,

che consiste nella sensazione di

aver già vissuto una determinata

situazione.

Sette persone su dieci provano

normalmente questa esperienza.

Le persone anziane sono mag-

giormente esposte a questa pa-

ramnesia, in quanto portano sulle

spalle un bagaglio di ricordi più

esteso, mentre i bambini ne sono

immuni: essi non hanno ancora

raggiunto un livello celebrale ab-

bastanza sviluppato.

Il déjà vu appare principalmente

in momenti di tensione emotiva,

in situazioni di stress o di cali

energetici e la possibilità che si

presenti cresce considerevolmen-

te nei soggetti schizofrenici o an-

siosi.

Il termine è stato ideato dal ricer-

catore francese Emile Boirac, ma

studi precedenti erano stati svolti

dal dottor Arthur Ladbroke Wi-

gan: egli avanzò l'ipotesi di una

mancata sincronizzazione degli

emisferi celebrali. Secondo la sua

teoria, a volte un emisfero perce-

pisce inconsciamente una scena

prima dell'altro il quale, una volta

ricevuto lo stimolo, lo elabora

come “già visto”.

Molti studiosi hanno trattato que-

sto argomento, in particolare lo

psicologo Alan Brown nel suo

libro 'The Déjà vu experience'

formula trenta teorie ulteriormen-

te suddivise in quattro gruppi

fondamentali:

Teoria neurologica: consiste

in una breve e circoscritta epiles-

sia (perdita di coscienza) che

causa una disfunzione del siste-

ma nervoso.

Teoria del processamento

duale: momentanea disattivazio-

ne del sistema di recupero della

memoria. Esistono due sistemi

neurali all'interno del nostro cer-

vello: uno di memoria e uno di

familiarità. Nel momento del déjà

vu il primo si arresta per qualche

istante facendo così prevalere il

secondo.

Teoria attenzionale: si pre-

senta come una temporanea per-

dita di attenzione chiamata black

out. Durante questa fase però

permane la sensazione della per-

cezione che, una volta recuperata

la concentrazione, viene rielabo-

rata attraverso un senso di fami-

liarità.

Teoria mnestica: recupero di

una situazione realmente accadu-

ta, o di un sogno, di cui non riu-

sciamo a ricordare il contesto a

causa di un errore di memoria.

Ciò è sufficiente per innescare

una sensazione di vaga conoscen-

za.

Oggi il pensiero comune fa rica-

dere la responsabilità di questo

fenomeno sui sogni. Infatti, se un

sogno non viene ricordato prima

del risveglio è probabile che,

contrariamente al solito, lasci un

segno all'interno della memoria a

lungo termine. In questo caso il

déjà vu viene percepito come una

rievocazione del sogno dimenti-

cato per la presenza di aspetti

comuni con la situazione attuale.

L'ultima teoria diffusa tra alcuni

degli scienziati contemporanei è

quella dell'esistenza, oltre del

tempo e dello spazio tridimen-

sionale, di altre sei dimensioni

spaziali ognuna delle quali corri-

sponde ad un universo governato

dalle proprie leggi fisiche. Per

questo si parla di universi paral-

leli, e il fenomeno del déjà vu

viene spiegato attraverso il salto

da un universo all'altro.

Nonostante i déjà vu non siano

una nuova scoperta la ricerca

delle cause è resa difficile

dall'impossibilità della loro ri-

produzione in laboratorio. Gli

studi comunque proseguono per

cercare una spiegazione scienti-

fica e universale a questo tipo di

paramnesia.

Pagina 14

secondo dalla esplosione del Big Bang e diede

massa ad alcune particelle lasciandone altre senza

massa. Dal Modello Standard, che è l’insieme del-

le nostre conoscenze che finora meglio descrivono

la composizione della materia e le forze che fanno

interagire le particelle, sapevamo che ci sono par-

ticelle come il fotone che non hanno massa ma so-

no pura energia e viaggiano alla velocità della lu-

ce e altre invece che hanno massa. La ragione era

un mistero. Adesso abbiamo capito che questo fat-

to dipendeva dalle differenti interazioni che queste

particelle avevano con il bosone.». I progressi rag-

giunti nella ricerca di questo bosone, ottenuti da un

team, composto da più di tremila scienziati prove-

nienti da trentotto Paesi di tutto il mondo, e capita-

nato dalla stessa Gianotti, le hanno assicurato la

candidatura alla dirigenza. In varie interviste la ri-

cercatrice italiana ha confessato che la Fisica non è

la sua unica grande passione : è amante di lettera-

tura, passione ereditata dalla madre , una letterata,

di musica, si è diplomata anche in pianoforte al

Conservatorio di Milano, e si diletta anche a cuci-

nare.. Fabiola Gianotti un anno fa è stata inserita al

settantottesimo posto nella classifica stilata dalla

rivista Forbes, tra le cento donne più potenti al

mondo; il settimanale statunitense Times le ha affi-

dato la quinta posizione nella classifica “Uomo

dell’anno”. Come molti, la ricercatrice ha dovuto

abbandonare l’Italia appena laureata per trasferirsi

in un luogo in cui le sue capacità fossero sfruttare

al meglio: l’impegno è stato senza dubbio ripagato

Non ci resta che augurarle buona fortuna, sicuri

che la futura dirigenza sarà segnata dalla stessa

professionalità e forza di volontà che hanno con-

traddistinto la fisica italiana nei progetti affrontati

negli anni passati.

Fabiola Gianotti, primo direttore donna del Cern Una quota rosa numero uno a Ginevra

Maria Grazia Tavera

Scienza/Scienze

La fisica italiana Fabiola Gianotti è stata da pochi

giorni nominata come direttore generale del

CERN, acronimo di “Organizzazione Europea per

la Ricerca Nucleare”, con sede a Ginevra. La cari-

ca sarà ufficialmente investita a partire dal 1° gen-

naio del prossimo anno. Nata a Roma il 29 ottobre

del 1962, ha cominciato ad interessarsi alle materie

scientifiche, ed in particolare alle fisica, fin dai pri-

mi anni degli studi liceali. Si è laureata in Fisica

sub-nucleare a Milano dove1989 ha conseguito il

dottorato di ricerca. Il CERN ha visto il suo primo

ingresso nel 1987e lì ha lavorato a diversi esperi-

menti, tra cui quello chiamato UA2. Il 1° marzo

del 2009 la carica di coordinatrice dell’esperimento

ATLAS (A Toroidal LHC Apparatus), uno dei sei

rilevatori di particelle costruiti per Lhc (Large Ha-

dron Collider), l’acceleratore di particelle del

CERN. Nei panni di referente del progetto, Fabiola

Gianotti ha annunciato a tutto il mondo l’osserva-

zione di una particella compatibile con il Bosone di

Higgs. Il Bosone è una particella che potrebbe es-

sere più pesante del protone, e in grado di spiegare

come vengono create tutte le altre particelle. Con

queste parole la ricercatrice ha definito il nucleo

centrale del progetto: «Il meccanismo di Higgs en-

trò in azione dopo un centesimo di miliardesimo di

Pagina 15

Il pennello dell’interiortà Palazzo reale, Van Gogh: il colore che segnò un secolo

Francesco Colombo, Francesco Marcolli

BramArte

Il 27 luglio 1890 in un piccolo

villaggio vicino a Parigi, Ravoux

preoccupato aprì la porta dalla

stanza dell’amico, trovandolo

agonizzante sul letto con una pal-

lottola nel cuore. Due giorni do-

po sarebbe morto uno degli artisti

più celebri e affascinanti di tutti i

tempi, che dava vita ai suoi sog-

getti con le sue caratteristiche

pennellate danzanti ed energiche.

Era Vincent van Gogh.

Concepì la pittura in modo inno-

vativo (iniziò a dipingere a 28

anni, anche se fin dalla giovinez-

za disegnava), mentre l’animo

sensibilissimo e fragile lo avvici-

nava ai miseri, ai poveri operai e

contadini, tutti soggetti che com-

paiono nelle sue opere, e che la

mostra di Palazzo Reale aperta

sino al 18 ottobre ha inteso esal-

tare. Quasi un antipasto a Expo

2015, vista l’affinità di temati-

che.

Lascia sconcertati notare, nella

vita dell’artista, l’alternanza di

eccessi di rabbia, di auto puni-

zione (il famigerato orecchio,

tagliato dopo un litigio con l’a-

mico e coinquilino Gauguin e, si

dice, donato ad una prostituta), e

di generosità, forse altrettanto

folle e smisurata. Si può dire che

proprio l’assenza di misura ren-

da la sua arte e il suo stile così

personale: “Impasti, pezzi di tela

lasciati qua e là, angoli incom-

piuti, brutalità”, diceva del suo

stile l’autore stesso.

Dopo tutto, l’arte era cambiata

molto negli ultimi tempi: prima

si cercava la rappresentazione

l’opera ragionata; adesso, a par-

tire dal Romanticismo, un ribol-

lire di emozioni, con artisti istin-

tivi ed egocentrici che mettevano

in mostra tutte le loro emozioni

attraverso l’arte. L’artista doveva

dipingere quello che lui solo ve-

deva. Per la realtà c’era la mac-

china fotografica. E qui entrano

in gioco gli Impressionisti. Da-

vanti alle loro tele vedevi un’al-

ba, una montagna, un bosco in un

mondo nuovo, fresco e coinvol-

gente. Van Gogh, che gli Impres-

sionisti li aveva conosciuti, ap-

prezzati e criticati, non cercava la

superficialità dei sensi, ma l’es-

senza stessa.

Van Gogh ha anche un triste pri-

mato: il dramma dell’artista

escluso dalla società, inconsape-

vole del proprio valore artistico,

e perciò portato alla rassegnazio-

ne fino alla follia. Pochi, pochis-

simi gli apprezzamenti della sua

arte durante la vita: solo in una

mostra nazionale, esponendo die-

ci quadri con gli impressionisti,

si guadagnò l’ammirazione di

Monet e dell’amico Gauguin.

Anche un grande critico del tem-

po, Albert Aurirer, in verità, ap-

prezzava i suoi quadri, benché

pensasse che non sarebbero mai

stati apprezzati dal grande pub-

blico, ma solo da intenditori. La

mostra a Palazzo Reale, già un

successo, dimostra quanto Au-

rier avesse torto: un percorso

gioioso, sognante, luminoso di

un artista dolce e tormentato ri-

scattato dal tempo.

Pagina 16

alla fine e non ci sarà più, molto probabilmente,

l'antipatico “gioco” della “roulette del supplente”

che dura da Settembre fino a data da definirsi. Co-

me sempre rimaniamo in trepidante attesa, soprat-

tutto saranno curiosi gli studenti delle classi quinte

delle scuole secondarie di secondo grado di sapere

come sarà il loro Esame di Stato. Dalla scuola è

tutto. Dallo Stato?

La buona scuola Una ripartenza, l’ennesima...

Blerina Suka, Valeria Pastori

Attualità

Il piano del Governo per rivoluzionare la scuola

italiana è un work in progress che dovrebbe inte-

ressare tutti. Sembra però che il dibattito lanciato

dal Governo nell'apposito sito

(www.labuonascuola.it) non abbia riscosso il suc-

cesso auspicato. Sebbene gli interventi degli addet-

ti ai lavori sul piano del Governo siano stati molte-

plici, forse ci si sarebbe aspettati un maggiore inte-

resse da parte della componente studentesca la

quale, se non stimolata all'intervento dai docenti,

non è parsa più di tanto interessata. Gli studenti

hanno subìto negli anni, col susseguirsi dei governi

e dei ministri, tagli alla scuola, riduzione dell'orga-

nico, affollamento delle classi, cambi in corso di

programmi o indicazioni nazionali e chi più ne ha

più ne metta. Oggi proviamo a fare il punto della

situazione su ciò che propone il Governo, partendo

proprio dalle pubblicazioni ufficiali.

La Buona Scuola è il piano che il Governo offre a

tutti i cittadini come proposta di riforma della

scuola, una scuola che sviluppi nei ragazzi la cu-

riosità per il mondo e il pensiero critico, queste “in

soldoni” sono le parole del Ministero.

In realtà si presume che tutti gli stati europei abbia-

no gli stessi principi di base e, fino a qui, niente di

nuovo sotto il sole. Le novità più grosse sembra

debbano riguardare i docenti: ne saranno assunti in

ruolo 150 mila entro il Settembre del 2015. Oltre a

questa novità, si annuncia che il nuovo canale di

reclutamento sarà il concorso a cattedra. Anche qui

potremmo dire che nulla di nuovo si sta dicendo,

dal momento che il concorso è sempre stato il si-

stema per reclutare gli impiegati statali. L'innova-

zione grossa sta nel fatto che gli aumenti dello sti-

pendio dei docenti non avverranno secondo le anti-

che regole dello “scatto di anzianità”, ma secondo

nuovi criteri di merito. La meritocrazia diviene

quindi il criterio per l'avanzamento di carriera, così

come nel settore privato, e su questo punto i sinda-

cati si sono espressi con una fumata nera.

Gli studenti probabilmente potranno vedere che la

“buona nuova” che è presente nel programma di

riforme è il fatto che non sono previsti, almeno

apertamente, dei tagli all'istruzione. Ci saranno do-

centi presenti dall'inizio dell'anno scolastico fino

Pagina 17

Occupy Diciamolo in inglese... ma la “solfa” non cambia

Alice Gambaro

Attualità

" Gli studenti di Hong Kong si pre-

parano a disertare le lezioni per

una settimana per chiedere una

maggiore democrazia."

La notizia è del 22 settembre: il

governo cinese ha concesso a Hong

Kong di votare per eleggere un go-

vernatore, generalmente nominato

da Pechino. I votanti, però, potran-

no scegliere solo fra una rosa di

candidati scelti dal governo: questa

è una chiara violazione di diritti,

secondo il popolo di Hong Kong,

che è sceso in piazza per una prote-

sta pacifica a favore della democra-

zia. Studenti in primis. Sì, perché

l'idea è stata proprio dei ragazzi di

24 scuole, che hanno spostato le

proprie lezioni all'aperto, in una

rivolta pacifica. Il gesto degli stu-

denti ha causato tanto scalpore che

a loro si sono associate persone di

tutte le età e di tutti gli strati sociali.

Anche l'associazione Occupy Cen-

tral, che difende la democrazia e

desidera una maggiore indipenden-

za da Pechino, ha sostenuto la paci-

fica dimostrazione.

È interessante notare, però, come la

rivolta sia partita proprio dai giova-

ni. La storia insegna: spesso sono

gli studenti ad opporsi per primi ai

poteri forti. Nemmeno la Cina è

nuova a questa formula: di fronte

alle immagini da Hong Kong è im-

possibile non ricordare la rivolta di

piazza Tienanmen a Pechino, del

1989. In seguito alla morte del lea-

der comunista Hu Yaobang, centi-

naia di studenti si radunarono nella

- ormai tristemente - famosa piazza

per manifestare il proprio lutto. L'a-

dunata si sarebbe trasformata poi in

una rivolta per chiedere al governo

una maggiore libertà di parola e di

informazione. Le azioni e le imma-

gini di quegli studenti del 1989 fe-

cero il giro del mondo. La rivolta si

risolse, purtroppo, nel sangue: dopo

due mesi di trattative, i nuovi capi

del partito comunista ordinarono un

intervento militare, che si tradusse

nel massacro di moltissimi studenti

(secondo alcune fonti, più di 2500).

Una fotografia in particolare, dal

titolo "Il Rivoltoso Sconosciuto", è

diventata in tutto il mondo un sim-

bolo della lotta per la libertà e la

democrazia: ritrae un giovane, solo

e disarmato, in piedi di fronte a una

colonna di carri armati.

E nel mondo occidentale? Pensando

al tema delle rivolte studentesche

negli USA e in Europa, ci vengono

subito alla mente i moti rivoluzio-

nari del Sessantotto, così denomina-

ti perché l'anno di massima attività

di questi movimenti fu, per l'appun-

to, il 1968. Il movimento nacque

negli USA a metà degli anni Ses-

santa, per protestare contro la guer-

ra in Vietnam, che in quegli anni

mieteva numerosissime vittime; si

estese negli anni successivi e i ses-

santottini rivolsero una protesta

contro ogni forma di divisione, raz-

ziale, sessuale, di equilibri di pote-

re. La rivolta si espanse in tutta

l'Europa, travolgendo in particolare

Francia e Italia; nel nostro Paese

furono soprattutto gli studenti, uniti

agli operai delle fabbriche, a sca-

gliarsi contro i cosiddetti poteri for-

ti. Gli studenti richiedevano, nella

scuola, preparazione e programmi

migliori, l'estensione del diritto allo

studio anche ai ragazzi più disagiati

e in generale si desiderava una

maggiore influenza nelle decisioni

riguardanti la scuola. In questo pe-

riodo furono occupate per la prima

volta delle Università e l'opposizio-

ne della polizia e del governo non

fece altro che fomentare ancora di

più la violenza. Alla protesta si uni-

rono anche noti esponenti della cul-

tura, fra cui i fratelli scultori Giò e

Arnaldo Pomodoro e Ernesto Trec-

cani. I moti del Sessantotto si sfal-

darono, in realtà, dopo pochi anni:

erano formati da un gruppo di per-

sone molto eterogeneo, il cui unico

denominatore comune era la lotta

contro il potere di pochi. Le prote-

ste ebbero però il merito di sensibi-

lizzare l'opinione comune su temi

fino ad allora poco considerati,

quali i diritti delle donne, il rispet-

to per l'ambiente, il pacifismo e

l'antirazzismo.

Negli ultimi anni si è sviluppato

anche il movimento internazionale

Occupy, ancora una volta partito

dagli studenti: i primi a manifesta-

re sono stati infatti alcuni ragazzi

californiani, che protestavano con-

tro i tagli alla scuola. Il movimento

si è poi diffuso in tutto il mondo: i

manifestanti di Occupy protestano

contro le ineguaglianze sociali ed

economiche, lo slogan usato è:

"Noi siamo il 99%" (la ricchezza

mondiale è, secondo alcuni studi,

detenuta da poco più dell'1% della

popolazione).

Possiamo dire che gli studenti e i

giovani in generale hanno sempre

giocato un ruolo importante nelle

rivoluzioni che hanno fatto la sto-

ria dell'ultimo secolo. Sta a noi il

compito di far valere i principi di

uguaglianza, di libertà e di accetta-

zione che dovrebbero già essere

universalmente condivisi. Come

dissero gli studenti in rivolta in

piazza Tienanmen, nella loro Di-

chiarazione di protesta: "Benché le

nostre spalle siano ancora giovani

ed esili e benché la morte sia per

noi un fardello troppo pesante, noi

andiamo. Dobbiamo andare. Per-

ché la storia ce lo chiede. Se non

facciamo qualcosa, chi lo farà per

noi?"

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Quale città ti rappresenta? Scoprilo con il nostro test! Pelizzari Cristina

Bentornati Bramantini!

Quest’anno abbiamo un novità! Il nostro Grillo Bra-

mante è diventato anche Grillo esploratore! Ha visitato

per voi alcune città europee ed è pronto a trovare quale

più vi rappresenta con questo semplice test.

Ami la vita frenetica o tranquilla? Preferisci un piatto di

carbonara o un veloce fish and chips? Ami l’estate o

preferisci visitare la tua città in un altro periodo? In-

somma, cosa aspetti a scoprire qual è la tua città in base

alla tua personalità, alle tue esigenze e alle tue caratteri-

stiche! Ecco il quiz del Grillo Esploratore!

1. In che stagione partiresti alla scoperta della tua

città?

A. Autunno

B. Inverno

C. Primavera

D. Estate

2. Cosa conta di più per te in una città?

A. Il patrimonio storico e culturale

B. La novità e l’avanguardia

C. L’atmosfera

D. La vita mondana

2. Scegli tra i seguenti il piatto che preferisci

A. Spaghetti alla Carbonara

B. Fish and chips

C. Antipasto a base di ostriche condite con il

limone

D. Tipici piccoli assaggi sia con ingredienti

semplici, sia con ingredienti particolari, le

tapas

3. Che musica ti piace ascoltare?

A. La Lirica

B. La musica pop

C. La musica classica

D. La musica Gipsy

4. Che stile di vita preferisci?

A. Impegnato

B. Frenetico

C. Tranquillo

D. Quanto basta

5. Quale sport preferisci:

A. Calcio

B. Tennis

C. Rugby

D. Barca a vela

6. Che professione ti entusiasma maggiormen-

te?

A. Politico

B. Business Man

C. Chef

D. Artista di strada

7. Un pomeriggio nella città dei tuoi sogni:

cosa faresti?

A. Visita ai monumenti storici e shop-

ping nelle vie delle grandi firme

B. Visita alle grandi cattedrali e ai

grandi parchi

C. Una passeggiata romantica e visita

D. Visita alla scoperta dell’architettura

e shopping

Quale città ti rappresenta? Scoprilo con il nostro test! Pelizzari Cristina

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MAGGIORANZA RISPOSTE C: PARIGI

Dalla magia del Louvre, alla maestosità della torre

Eiffel, alla solennità della cattedrale di Notre Dame

che si appezzano mangiando un gelato comoda-

mente seduti su un bateau mouche sulla Senna, tra-

scorre una giornata romantica nella Ville Lumière.

È altrettanto romantico concludere la giornata, do-

po una cena in un caratteristico bistrot, passeggian-

do tra gli artisti di Montmartre .

MAGGIORANZA RISPOSTE D: BARCEL-

LONA

Se hai un carattere solare, socievole e ami andarti a

divertire dopo una giornata intensa, Barcellona è la

città giusta per te. Perfetta per chi ama la barca ve-

la o semplicemente ama passare qualche ora al ma-

re. In un giro alla scoperta della “tua città” non

puoi certo non visitare le grandi opere, capolavori

dell’architettura di Gaudì, passeggiare per le vie

dello shopping come Passeig de Gracia, tra gli arti-

sti di strada nella movimentata Rambla, tra le ban-

carelle affollate del colorato mercato della Boque-

ria, e gustare le sfiziose tapas, piccoli assaggi di

ogni genere, nei ristoranti tradizionali.

MAGGIORANZA RISPOSTE A: ROMA

Tutto il piacere di una grande città, incorniciata da

un panorama che gli storici monumenti rendono

unico al mondo. Dopo una stancante giornata di

visite alle grandi costruzioni del passato, si può

passeggiare per le vie dello shopping delle grandi

firme di via Condotti, e infine sedersi a gustare il

deliziosi piatti della tradizione romana. Per gli

amanti del calcio non può mancare la visita allo

stadio Olimpico, palcoscenico ogni fine settimana

di interessanti sfide tra le maggiori squadre.

MAGGIORANZA RISPOSTE B: LONDRA

Città cosmopolita, internazionale, sempre all’avan-

guardia, spesso molto piovosa. Città dei manager e

della regina, di Wimbledon e dei grandi eventi del-

la pop music. La giornata londinese non può non

iniziare con una colazione da Starbucks, una visita

alle grandi Cattedrali, una passeggiata nei parchi e,

infine, un divertente tour al museo delle cere e un

emozionante giro sul London Eye per ammirare la

città dall’alto.

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interna all’Islam, e per farlo voleva sfruttare la com-

plicata situazione religiosa dell’Iraq, Paese a maggio-

ranza sciita ma con una minoranza sunnita al potere

da molti anni con Saddam Hussein.

Il suo vero intento era creare un califfato islamico

esclusivamente sunnita per poi proseguire la Guerra

Santa (jihad) contro gli infedeli. L’ISIS cominciò ad

agire attivamente con attacchi terroristici nel 2003,

solo cinque mesi dopo l’invasione da parte degli Stati

Uniti dell’Iraq. Nel 2004 Zarqawi aveva sancito

un’alleanza con Al Qaida, nonostante la differenza

tra i fini delle due organizzazioni, e aveva chiamato il

suo gruppo Al Qaida in Iraq (AQI).

Dopo la morte del fondatore, nel 2007, il gruppo po-

sto sotto la guida di Baghdadi subì un notevole inde-

bolimento, soprattutto grazie alle azioni americane in

Iraq. Tuttavia nel 2011 si rafforzò nuovamente e libe-

rò alcuni detenuti del governo iracheno. Infine nel

2013 l’organizzazione jihadista cambiò il suo nome

in Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIS), dopo

che la guerra in Siria gli diede nuove possibilità di

espansione anche in territorio siriano.

Attualmente l’ISIS è formato da circa ottomila uomi-

ni, solamente in Iraq, ma il loro numero va aumen-

tando anche grazie alla propaganda dei video che ha

portato molti giovani islamici occidentali ad unirsi

alle sue fila, affascinati dalla Guerra Santa.

Inoltre Baghdadi si è alleato con le tribù sunnite e

con gruppi baathisti (cioè sostenitori del partito

Baath, lo stessa cui apparteneva Saddam Hussein).

È quindi evidente che con la sua espansione l’ISIS è

sicuramente diventato una minaccia concreta in Me-

dio Oriente, e preoccupa persino la Turchia la sua

avanzata che fino a poco tempo fa pareva irrefrenabi-

le; è cominciato un nuovo conflitto tra un gruppo

islamico e l’Occidente, come era accaduto con Al

Qaida e gli U.S.A solo pochi anni fa; ma questa volta

si riuscirà a fermare definitivamente?

ISIS Le origini del gruppo jihadista che minaccia il Medio Oriente

Matilda Guizzardi

Attualità

Recentemente, uno dei gruppi islamici sunniti più

estremisti in circolazione, lo Stato Islamico dell’Iraq

e del Levante, noto anche con la sigla “ISIS” ha fatto

molto parlare di sé in tutto l’Occidente. Ma è da più

di due anni che l’ISIS combatte nella guerra civile

siriana per annientare il presidente sciita Bashar al

Assad; negli ultimi mesi è giunto a conquistare più di

un terzo dell’Iraq.

L’ISIS ha davvero scosso l’Occidente da quando il

19 agosto diffonde un video dove è mostrata la deca-

pitazione del giornalista americano JAMES FOLEY.

Il reporter si trovava in ginocchio nel deserto, con

indosso una tuta arancione, affiancato da un terrorista

interamente vestito di nero e col volto coperto, che

gli puntava un coltello alla gola.

Questo è solo il primo messaggio diretto all’America

da parte dell’ISIS; il secondo viene rilasciato il 2 set-

tembre e presenta l’l'esecuzione del cittadino ameri-

cano STEVEN SOTLOFF.

Purtroppo gli avvertimenti dell’ISIS non sono solo

indirizzati agli U.S.A, ma anche al Regno Unito e a

tutto l’Occidente: il 14 settembre viene diffuso il vi-

deo dell’ uccisione del cittadino britannico DAVID

HAINES, e il 2 ottobre quello dell’esecuzione di AL-

LEN HENNING; la prossima vittima ha già un no-

me: EDWARD KASSIG.

La risposta dell’America e dell’Europa a questo mas-

sacro inaccettabile è stata quella di cominciare una

vera e propria guerra contro l’ISIS, utilizzando la

potenza distruttiva dei raid aerei per annientare gli

obiettivi più importanti nelle regioni controllate dai

terroristi. L’offensiva della coalizione occidentale,

guidata da Stati Uniti e Regno Unito, ha avuto inizio

a settembre e continua da allora. Dalle ultime notizie

pare che il leader del gruppo jihadista, Abu Bakr al

Baghdadi, sia stato gravemente ferito in un attacco.

Al-Baghdadi aveva preso il posto di Abu Musab al-

Zarqawi, fondatore dell’ISIS, quando quest’ultimo

era stato ucciso da una bomba americana nel 2006.

Nel 2000 Zarqawi decise di fondare un suo proprio

gruppo con obiettivi diversi da quelli di Al Qaida, per

il quale Bin Laden aveva posto come obiettivo prin-

cipale la difesa dei territori musulmani dall’invasione

occidentale, cominciata con l’invio di truppe statuni-

tensi per la Prima Guerra del Golfo. Invece Zarqawi

voleva provocare una guerra civile su larga scala,

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A history made by stars and stripes La nazionale di pallacanestro americana tra gioia e dolori

Andrea Tenconi

AmarSport

“Remember Munich”. Ogni volta

che Robert Montogomery Knight,

coach di Indiana University e di

quel Team USA, ripeteva quelle

due parole con tono militaresco, i

giocatori ridevano. Ridevano ner-

vosamente, perché sapevano che

quella era la loro grande occasio-

ne (quella delle Olimpiadi di Los

Angeles ‘84) per cancellare defi-

nitivamente quello che, ancora

oggi, agli occhi degli Americani,

rimane il più grande furto della

storia della pallacanestro a stelle e

strisce: la finale delle Olimpiadi

del 1972. Su quella partita si spre-

carono commenti, articoli e riven-

dicazioni di vario genere, poi tutto

è andato ad alimentare la leggenda

sportiva.

Come andarono le cose a Monaco

nel ‘72? Come detto, le squadre

sovietica e americana si trovarono

faccia a faccia nella finale del tor-

neo olimpico. Gli USA si ostina-

vano nello schierare solamente gli

universitari e non i professionisti,

quasi a dimostrare la propria supe-

riorità. Non avevano però fatto i

conti con il crescendo del movi-

mento della “palla a spicchi”. La

partita vide sostanzialmente una

sola squadra in campo, quella so-

vietica, fino all’ultimo minuto di

gioco. Quando gli americani recu-

perarono palla a centrocampo sot-

to di un punto, il punteggio era

fino a quel momento di 48 a 49,

avevano a disposizione poco me-

no di 3 secondi, la partita sarebbe

finita. In quei “last three seconds”

Doug Collins portò per la prima

volta in vantaggio la squadra ame-

ricana con due tiri liberi: aveva

l’antigelo nelle vene quel ragazzo

tanto era freddo. Poi inizia la sto-

ria, anzi la leggenda. Nell'ordine

si susseguirono: un time-out chia-

mato irregolarmente dai sovietici

a un secondo dalla fine, una ri-

messa ripetuta tre volte, l'esultan-

za degli americani convinti della

vittoria dopo la prima ripetizione,

l'intervento plateale di William

Jones, che chiese di ridare i tre

secondi a Sergej Belov e ai suoi

compagni russi, quindi il canestro

finale del sovietico Aleksandr Be-

lov. Il punteggio finale fu di 50 a

51 a favore dei sovietici, gli im-

battibili americani furono battuti,

ci furono polemiche a non finire e

ricorsi. Gli atleti americani si ri-

fiutarono di ricevere la medaglia

d'argento, boicottando il podio e

quelle medaglie d’argento sono

ancora là, ad aspettare i loro pro-

prietari.

Le Olimpiadi di Los Angeles del

1984 furono quelle del contro-

boicottaggio sovietico: dal mo-

mento che gli Americani non ave-

vano partecipato a quelle di Mo-

sca del 1980 per protestare contro

l’invasione sovietica dell’Afgha-

nistan, la squadra della falce e del

martello non partecipò alle olim-

piadi californiane. Il team dei ce-

stisti statunitensi arrivò alla finale

contro la Spagna che era già stata

massacrata nel girone eliminato-

rio. Non ci fu mai partita, gli ame-

ricani stravinsero: tornarono sul

trono olimpico dopo otto anni, ma

soprattutto si distinse in quella

squadra un ragazzo della Carolina

del Nord, egli aveva una capacità

di gestire le proprie forze mai vi-

sta prima: era Michael Jordan.

E rieccoci, corsi e ricorsi della

storia. Siamo a Seul, è l'anno

1988, è in programma la semifina-

le del torneo olimpico. Chi si ri-

trovarono a scontrarsi per andare a

giocarsi la medaglia d’oro? USA

e URSS, neanche a dirlo. La vit-

toria va ai sovietici, gli americani

si devono accontentare del bron-

zo. Ma ora basta. Non ci stavano

più. Erano stufi di perdere le par-

tite contro la loro nemesi russa.

Fu proprio dalle ceneri della Co-

rea del sud che nacque la più for-

te squadra di pallacanestro che

abbia mai calcato un campo da

basket: il dream team. In quella

squadra c'era ancora Michael Jor-

dan, c'era poi Earvin “the Magic”

Johnson, l’unico uomo capace di

sorriderti mentre ti umiliava, c'e-

ra la coppia “Stockton-to-

Malone”, i due giocatori che vi-

vevano, cestisticamente parlando,

in strettissima simbiosi. Si po-

trebbe andare avanti per almanac-

chi a descrivere quel tripudio di

genio sportivo. Quelle del dream

team non erano solo partite, era-

no delle esibizioni. Ci furono 44

punti di scarto di media a partita

tra la squadra dei sogni e gli av-

versari di turno, non si sentì mai

il bisogno di chiamare un time-

out per riordinare le idee. La su-

periorità fu a tratti imbarazzante.

I tempi erano ormai cambiati, il

mondo sovietico si avviava verso

il declino politico e gli Stati Uniti

stavano uscendo anch'essi dai

meravigliosi anni Ottanta che li

avevano visti protagonisti in mol-

te vicende politiche, culturali e di

costume. Forse, se ancora se ne

parla, la sconfitta brucia ancora e

una vera e propria rivincita non

c'è stata e non potrà mai più es-

serci.

Pagina 22

vare una via di uscita. Tutto procede

“tranquillamente” fino a quando nel gruppo si ag-

giunge Thomas, ragazzo intelligente e curioso.

Thomas diventa velocista dopo essere riuscito a

rimanere vivo all’interno del Labirinto dopo la

chiusura delle porte, le quali si chiudono al tra-

monto, salvando due suoi amici dai Dolenti: esseri

mostruosi che abitano il labirinto di notte.

La situazione si sconvolge con l’arrivo di una ra-

gazza (la prima): Teresa la quale dà inizio alla fine.

Al suo arrivo il cielo si oscura e le porte non si

chiudono più al tramonto, permettendo ai Dolenti

di entrare nella Radura. I ragazzi, uno alla volta,

muoiono fino a quando Thomas scopre una proba-

bile via di fuga portando con sé chiunque lo desi-

deri.

Questi ultimi finalmente escono e scoprono di es-

sere più intelligenti di chiunque altro e di non esse-

re altro che cavie per esperimenti.

Il finale molto avvincente è pieno di colpi di scena

e tiene il lettore o chi vede il film in uno stato di

suspense, costringendolo a continuare a leggere o

ad assistere alla proiezione.

Il film ha una sceneggiatura magnifica che fa senti-

re lo spettatore parte di esso. Logicamente il libro

ha particolari non inseriti nel film che permettono

al lettore di entrare nel vivo del racconto.

Al momento è reso pubblico il primo film ma dei

restanti due si sa solo che nel Settembre 2015 usci-

rà La Fuga prodotta dalla 20th Century Fox. Del

terzo invece non si sa molto.

The Maze Runner: il labirinto Il romanzo fantascientifico più avvincente del momento diventa un film

Alessia Ariti, Daniel Lacidogna

Grillo box-libri&film

The MazeRunner è una trilogia scritta da James

Dashner (1972). Essa si sviluppa su tre titoli: Il La-

birinto (2009), La Fuga (2010) e La Rivelazione

(2011).

Il libro è un romanzo fantascientifico e post apoca-

littico di cui sono state vendute oltre 7 milioni di

copie tradotte in oltre 20 lingue.

La trama del racconto è basata sulla storia di alcuni

ragazzi rinchiusi al centro di un labirinto controlla-

ti da scienziati appostati all’esterno di esso. I ra-

gazzi hanno dai 12 ai 19 anni e ad essi è stata can-

cellata la memoria. Ogni mese al gruppo si aggiun-

ge un nuovo componente che ha con sé delle prov-

viste. I ragazzi hanno creato una sorta di civiltà

all’interno della cosiddetta Radura e ognuno ha il

proprio lavoro: dal cuoco al medico, dal contadino

al velocista. Quest’ultimo ha l’arduo compito di

addentrarsi nel Labirinto per mapparlo e così tro-

Pagina 23

Come non passare la notte di San Silvestro Recensione del best seller Non Buttiamoci giù, di Nick Hornby

Alice Fortunati

Grillobox-libri

«Se posso spiegare perché volevo

buttarmi dal tetto di un palazzo?

Certo che posso spiegare perché

volevo buttarmi dal tetto di un

palazzo. Cavolo, non sono mica

deficiente. »

Inizia proprio così il libro, con

una freddura. La storia narra del-

le vite molto complicate di quat-

tro persone che casualmente si

incontrano sul tetto di un palazzo

a Londra. Il soprannome affibbia-

to al palazzo (Palazzo dei suicidi)

lascia a intendere cosa ci facesse-

ro quattro persone la notte di ca-

podanno su quel tetto del destino.

Jess è figlia del ministro dell’i-

struzione, anche se non fa molto

onore al lavoro del padre, dal

momento che l'atteggiamento

della ragazza è l'esatto opposto

dell'istruzione: impreca sempre.

Sua sorella è scomparsa tempo

fa, ma il corpo non è mai stato

ritrovato. Martin invece è un uo-

mo divorziato, ha due

bambine di cui non

ricorda quasi il volto.

È stato in prigione per

quasi un anno poiché

ha avuto un rapporto

sessuale con una mi-

norenne. Maurren poi

è una ragazza timida,

molto religiosa, ma

triste per il figlio por-

tatore di un handicap

molto grave che non

gli permette nemme-

no di intrattenere una

conversazione. JJ in-

vece è americano ed è venuto in

Inghilterra per seguire la sua ra-

gazza e la band. Dopo alcuni me-

si la band si scioglie e la fidanza-

ta lo lascia. I quattro si ritrovano

a scrutarsi in cima al palazzo per

decidere a chi sarebbe spettato

l’onore di buttarsi per primo. Un

uomo sbuca all’improvviso sulla

terrazza e si butta. Questo fatto

turba così tanto gli aspiranti sui-

cidi da decidere di suggellare un

patto secondo il quale avrebbero

dovuto aspettare fino a San Va-

lentino per suicidarsi. L’autore

scrive di come, dopo quella fati-

dica, notte tra i quattro nasca un

sentimento di amicizia. Grazie

proprio a questa amicizia ognuno

di loro riesce ad affrontare quei

problemi che la notte di capodan-

no erano sembrati insormontabili.

Nonostante la trama sia costruita

a partire da fatti dolorosi e nono-

stante i personaggi siano percorsi

da una vena di tristezza, la storia

è avvolta da un umorismo nero

molto esilarante che rende la nar-

razione scorrevole

e piacevole. Alla

fine del fine del

libro Jess, Martin,

Maurren e JJ rie-

scono ad accettare i

propri problemi e,

cosa più importan-

te, trovano qualcu-

no con cui condivi-

derli, qualcuno con

cui lamentarsi e

con cui ridere addi-

rittura: è nata una

amicizia. È l’amici-

zia secondo l’auto-

re che ci permette di affrontare la

vita a testa alta, con la consape-

volezza di avere sempre qualcu-

no al nostro fianco che ci vorrà

bene. La cosa sorprendente di

questo libro è la capacità di

Hornby di trattare di temi molto

difficili e delicati, quali la de-

pressione e il suicidio, in modo

leggero ma, allo stesso tempo,

profondo. Nonostante l’assurdità

delle situazioni in cui si ritrova-

no i personaggi, la storia risulta

molto credibile e non cade mai

nel morboso, grazie soprattutto

all’ironia e al sarcasmo sempre

presenti. Le personalità dei per-

sonaggi e i loro caratteri sono

delineati con grande precisione e

in ognuno di loro il lettore riesce

ad immedesimarsi. L’autore

scrive infatti i dialoghi tra i per-

sonaggi con molto ironia e rie-

sce così a trattare di uno dei temi

più difficili: la scelta della vita o

della morte. Recentemente è sta-

to fatto l’adattamento cinemato-

grafico di questo libro (la regia è

di Pascal Chaumeil; principali

interpreti sono Pierce Brosnan,

Toni Collette, Aaron Paul e Imo-

gen Poots). Il confronto tra il

libro e il film appare inevitabile.

Nel film si è persa forse un po’

dell’ironia di cui il libro è carico

e di cui l’autore si è servito per

alleggerire la trama. Il film resta

fedele al romanzo, anche se, ov-

viamente sono presenti delle dif-

ferenze.

NICK HORNBY, Non buttiamo-

ci giù, Guanda, 2012 (ottava edi-

zione)

Pagina 24

ne avviene con descrizioni per immagini di fatti

reali e poi ci sono i fatti immaginari, frutto della

fervida fantasia della protagonista che ha paura

della realtà e non vuole fallire nelle relazioni con le

persone reali. Il film è ricco di scene ironiche e di-

vertenti, ma anche di simboli e di metafore. Ci so-

no pure riferimenti anche a fatti realmente accaduti

(quasi a sottolineare la cruda realtà della vita) co-

me la morte della principessa Diana, il 30 Agosto

1997. Gran parte delle scene sono accompagnate

da un sottofondo musicale, molto francese. La co-

lonna sonora, scritta da Yann Tiersen (compositore

e polistrumentista francese), dopo la pubblicazione

ha ottenuto, da sola, un ottimo successo commer-

ciale. I brani ricordano il clima francese e sono ca-

paci di esprimere l’incanto e la leggerezza del

mondo favoloso di Amélie. Si consiglia fortemente

la visione di un film così interessante, per tutti i

palati e con un cast di attori francesi molto bravi e

molto divertenti.

Un invito alla visione di un mondo favoloso, quello di Amélie Il film del francese Jean-Pierre Jeunet è ormai un classico

Eletta Nava

Grillobox-film

Siamo a Parigi. Amélie Poulain ha trascorso un’in-

fanzia diversa da quella degli altri bambini. Credu-

ta dai genitori affetta da una malattia al cuore,

Amélie non ha mai potuto frequentare la scuola, né

avere amici. Con un padre inaffettivo e una madre

ossessiva che muore quando lei è ancora piccola, la

protagonista si crea un mondo tutto suo, basato

sull’immaginazione. A causa del rapporto distacca-

to con il padre, appena possibile Amélie lascia la

sua casa e si trasferisce a Montmartre, dove trova

lavoro come cameriera in un caffè. Come faceva

da piccola, continua a vedere i fatti della realtà sot-

to un aspetto fantasioso, ha una spiccata sensibilità

per i particolari e i fatti della vita quotidiana. Il 30

agosto 1997, succede qualcosa di importante per

Amélie: per caso, trova all’interno di un muro della

sua casa una scatolina arrugginita contenente i ri-

cordi di un bambino che abitava proprio lì circa

cinquanta anni prima. Cerca il proprietario per re-

stituirgliela e vedere quindi la sua reazione. Dopo

averlo individuato, gli fa trovare il cofanetto in una

cabina telefonica e, nel vedere di nascosto la sua

felicità, Amélie decide di passare la sua vita aiu-

tando gli altri segretamente, così da non rischiare

di esporsi in caso di fallimento. Un giorno, però, si

innamora di Nino Quincampoix, un ragazzo strano

che come lei vive fuori dal mondo. Egli colleziona

fototessere strappate e gettate via nel cestino di una

cabina fotografica. Anche con lui Amélie non vuo-

le rivelarsi ma cerca di farsi notare in tutti i modi,

progettando stratagemmi e comunicando con lui

attraverso bigliettini per programmare appunta-

menti che lo incuriosiscano. Alla fine Amelie usci-

rà dal suo favoloso mondo?

Arrivato nei cinema italiani nel 2002, Il favoloso

mondo di Amélie è un film francese del regista

Jean-Pierre Jeunet, che vede come attrice principa-

le la giovane Audrey Tautou, nei panni della bella

e dolce Amélie. Il film si regge su un numero ri-

dottissimo di attori principali, che devono essere

capaci di sostenere tutta la struttura. Vicende di

personaggi secondari si alternano, come piccole

storie, all’interno di quella principale. La narrazio-

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Ah no… sono i Pink Floyd Il “nuovo” lavoro della band divide o delude?

Luigi Casella

Grillobox-musica

Alla notizia del nuovo album dei

Pink Floyd, devo ammetterlo, ho

avuto paura. Sono passati quasi

tre anni da quando ho scoperto

nella casa natale di mio padre il

vinile di Wish You Were Here e,

da quel momento, i Floyd sono

rimasti il mio punto di riferimen-

to musicale. Sono cosciente del

fatto che gli ultimi due album del

gruppo (quelli del cosiddetto per-

iodo Gilmour) non fossero nem-

meno lontanamente all'altezza

dei tempi di The Dark Side of the

Moon e di The Wall (album del

cosiddetto periodo Waters), ma

tutto rimane (con i suoi altissimi

e i suoi non troppo bassi) nella

storia della musica. Ho sperato

fino all'ultimo che The Endless

River non si trasformasse nella

macchina da soldi tipica dell'ar-

tista ormai non più fresco che,

nonostante la mancanza di ben

due dei membri fondamentali

della storia della band (Waters

che dopo The Final Cut lasciò la

band negli anni ottanta e Wright

che ci ha lasciati nel 2008),

rispolvera vecchie registrazioni

rimaste nel cassetto. Sarebbe

stato bello per i fans avere un la-

voro che rimanesse nei limiti

dell'accettabilità. E invece no.

Francamente, dopo aver ascoltato

il “nuovo” prodotto, la domanda

che sorge è essenzialmente:

“Perchè? Perchè i sedicenti Pink

Floyd di questo album (il

“Dinamico duo” Gilmour – Man-

son) hanno deciso di dare alle

stampe 'sta roba?”. Sì, dare alle

stampe sarebbe il termine più

giusto perchè di nuovo in questo

album non c'è nulla. I pezzi

proposti sono tutti (e non lo dico

io, lo dicono loro stessi) scarti di

The Division Bell, album che già

così è piaciuto sol ai fan provvisti

di paraocchi che, al grido di “Ma

sono i Pink Floyd!!!”, elogiano

qualunque cosa venga loro

proposto. Per l'occasione è stata

scritta solo Louder than words,

sulla quale mi soffermerò più

avanti. L'album è quindi quasi

tutto strumentale (a parte appunto

il singolo appena nominato) non

però nell'accezione classica del

termine. Questo è quasi più un

album di “atmosfere”. Tre quarti

d'ora di atmosfere che tentano di

scimmiottare i migliori Pink

Floyd. Si sentono più volte richi-

ami all'album The Wall, al pezzo

Shine on You Crazy Diamond

(sulla quale bisogna pre-

cisare che anche quella era

una canzone che creava una

sorta di ambiente, che però

veniva spezzato all'inizio dal

celebre riff; era poi soprat-

tutto una tensione emotiva

che si voleva creare per es-

primere un augurio a Syd

Barrett, il compagno di band

dei primi tempi che purtrop-

po è impazzito a causa

dell'abuso di acidi) e all'al-

bum The Dark Side of the Moon,

ma questi richiami spesso troppo

palesi e simili all'originale e

probabilmente tentano di

nascondere una mancanza di

idee. Un paio di volte fanno an-

che capolino le “famose” voci

piazzate, dal mio punto di vista,

totalmente a caso. Userò una

definizione che ho letto in un'al-

tra recensione che, secondo me,

spiega egregiamente come ci si

sente alla fine dell'ascolto della

parte strumentale: questo album

è la versione musicale della fan-

tozziana “Corazzata Potemkin”.

Poi arriviamo a Louder Than

Words, che è il giusto compi-

mento di questo album. “Na can-

zonaccia!”. È un misto di tutto il

citazionismo possibile e della

scontatezza che è questo album.

Resta solo da capire perchè si è

sentito il bisogno di fare questo

album. Soldi? Tutti smen-

tiscono. I Pink Floyd non sono

una band che fa musica progres-

sive che vende poco. Ai tempi,

l'album The Dark Side of the

Moon rimase in classifica negli

Stati Uniti per 750 settimane

circa (quasi quindici anni). Di

soldi ne hanno fatti e con questo

disco ne faranno ancora, viste le

prenotazioni su iTunes. Il mar-

keting poi è stato eccezionale:

cartelloni giganteschi in tutte le

città, interviste a più non posso,

il singolo che ha creato grande

attesa. Dunque la domanda

sorge spontanea: “Ci prendono

in giro presi da manie mega-

lomani o sono convinti di quello

che fanno?” Ai posteri l'ardua

sentenza.

Pagina 26

There was an old cook from New York

Who cooked exclusively pork.

He cooked it with pleasure,

And no sense of measure,

That fanatic old cook from New York

There was an old man from Magenta

Who spent the whole night in the centre

It was desert there

But he didn’t care

That lonely old man from Magenta

There was a nice girl from Buscate

Who gave every day a big party

It was really a success

But her house was a mess.

How untidy’s that girl from Buscate!

There was a bad girl from Cerello

Who told every boy: “Oohh, hello!”

Most of them were surprised,

Some of them paralysed,

The shy boys who passed by Cerello

Niente haiku, siamo inglesi! Conciso e ferreo: il limerick

4D/4E

Dotte curiosità

Come il sonetto è il metro principe della letteratura

italiana, come l'haiku è la forma tipica della poesia

orientale, alla stessa maniera il limerick è un breve

componimento tipico del Regno unito. Una delle

caratteristiche è il sottile humor che contiene, an-

che se, nella buona tradizione regale, tutto deve

seguire delle regole piuttosto coercitive. Cinque

versi, schema metrico quasi sempre fisso

(AABBA), tre piedi per il primo il secondo e l'ulti-

mo verso, solo due piedi per i restanti. Queste sono

le regole, buon divertimento a chi si vuole sentire

poeta! Questi sono i componimenti delle classi IV

D e IV E.

There was a great cook from Milan

Who fried his two hands in a pan

“I’m getting too old,

And I feel very cold”

Said the insensitive cook from Milan

There was an explorer from Rome

Who made expeditions at home

“It’s not very far:

I won’t need a car”

Said the lazy explorer from Rome

There was a young sportsman from Venice

Who played football and baseball and

tennis;

He played them all together,

With any kind of weather

That crazy young sportsman from Ven-

ice

Pagina 27

Indietro tutta!

I' ch'ebbro tornai

Dotte curiosità

I palindromi, chi erano costoro? Iniziamo subito

col dire che non si tratta di antichi popoli con-

quistatori, non si tratta neppure di brutte opera-

zioni matematiche con conti che non tornano

mai. Volendo ben vedere, però, il palindromo è

un po' storia e un po' matematica, una fusione di

due discipline che ora andremo a spiegare. Fin

dai tempi remoti l'uomo è stato affascinato dal

potere magico che poteva avere la parola, ma

anche ai nostri tempi, nei ricordi di tutti noi ri-

suona un “abracadabra” o un “sim salabim” (per

i più maturi) pronunciato da qualche mago pa-

sticcione o da un impomatato prestigiatore della

tv. Gli antichi latini credevano addirittura che

conoscere il nome di una persona e pronunciarlo

fosse un po' come possedere quella persona,

molte iscrizioni trovate su reperti antichi sono la

testimonianza di pratiche magiche che si attuano

tramite il pronunciamento di una frase ad effet-

to. Il palindromo (ed ora diciamo quindi che è

una parola o una frase che si può leggere indif-

ferentemente da sinistra verso destra o vicever-

sa) affonda le sue radici, come frase magica, nei

recessi della storia; uno dei più antichi e celebri

palindromi è il cosiddetto “quadrato del sa-

tor” (SATORAREPOTENETOPERAROTAS),

ma ce ne sono alcuni attribuiti addirittura a Vir-

gilio.

In tempi più recenti, ma parliamo del secolo

scorso, vennero indetti addirittura concorsi che

premiarono famosi componimenti palindromi;

ce ne sono di molto interessanti e complessi, che

richiedono un calcolo minuzioso e una discipli-

na incredibile (ecco la parte matematica).

Modestamente proponiamo qui alcune brevi

composizioni che hanno tolto allo scrivente pa-

recchie ore della sua vita, ma forse non hanno

tolto nulla, visto che il palindromo può essere

letto al contrario, quindi, se rileggerò le frasi

partendo da destra, tornerò indietro nel tempo.

Provateci!

Una farneticante amante

S'Anna ama Annas

Amo? Cotta? Motto matto, coma!

E temo...citi sette siti...come te

mai siede l'ora. Parole? Dei siam!

Ramo recido. Odi? C'ero mar,

odo l'eco, voce lodo.

No! Solo sotto l'oro! L'otto solo! Son-

ni! I nervi o i pié? Ei, Pio IV? Reni in

asse, Mida re! Anna era dimessa.

…e per i latinisti...

Erit ac sono noscat ire

Atla! Tela alet alta,

telis si homo his silet.

(ci sarà un'Atla e sappia marciare a tempo di

musica! Nutrirà alti dardi, se un uomo sta in si-

lenzio di fronte a questi strali)

Pagina 28

ho trovato molte foto, il profilo sembrava nuovo, nessun

post, nessun video, nulla. Era la ragazza dei misteri. Lola

mi è sembrata molto perplessa e confusa. Credo non le

piacesse l'idea che io potessi trovare altre amiche, ma non

mi è importato molto. La giornata, di conseguenza, l'ho

passata così, pensando.

Sono ormai le sette di sera ed ecco un messaggio.

“Ciao, sono Caroline!”

Al primo impatto ho sorriso, ma la mia testa si è riempita

subito di dubbi. Da dove spunta questa? Perché vuole par-

lare proprio con me?

“Ciao, sono Samanta. Ci conosciamo?” le rispondo.

“No, mi sono appena trasferita, cerco solo di conoscere

delle persone di qui.”

“E come fai a sapere di me?”

“Ho visto a scuola che sei nella squadra di pallavolo.”

“Ah, wow, sì sì. Mi piace molto. Ma quanti anni hai? Da

dove vieni?...ho tante domande.”

Mi parla di sé e io rimango incantata. Nel giro di una setti-

mana Caroline sa tutto di me, anche se a Lola questo non

va giù. La detestava quasi, era evidentemente gelosa. Dopo

vari messaggi e dopo vario tempo passato a messaggiare

con Caroline, Lola, che ovviamente si sente messa da parte,

diventa “una bestia”. È incavolata nera, è stufa di sentirmi

sempre parlare solo di Caroline e Matteo.

“Sono stanca!” mi urla dietro Lola, “Stanca di te e di tutti i

tuoi problemi!”.

Non fa in tempo a finire la frase e se ne va correndo verso

in bagno, non mi ha rivolto la parola per settimane. Intanto

io e Caroline diventiamo inseparabili, il vero problema è

che lo eravamo solo via internet. Non c'eravamo ancora mai

viste, ma io le volevo bene lo stesso, le sue parole ogni sera

riempivano la mia testa di pensieri felici che mi distraevano

da tutto.

Passato ormai un mese, Caroline mi chiede un incontro

nella biblioteca della scuola, esattamente all'intervallo. Non

ho perso nemmeno un secondo. Appena suona la campanel-

la mi precipito in biblioteca, è stato lì che è successa la vera

tragedia. Caroline, che poi non so se si possa dire così, era

in realtà Lorenzo che, con i suoi amici, ha iniziato a urla-

re :“A SAMANTA PIACE MATTEO! A SAMANTA

PIACE MATTEO!”.

Sono scoppiata in lacrime. Lola è arrivata giusto in tempo a

fermarli. Mi aveva seguito per chiarire.

Ragazzi non fidatevi di internet. Potete trovare chiunque

dall'altra parte dello schermo.

Vero o falso? La capacità di scegliere

Marta De Chiara, Amanda D’Angelo

Il Racconto

Ciao, mi chiamo Samanta e ho 15 anni.

Sono abbastanza alta, diciamo che, come fisico, sono giu-

sta, non sono né grassa né “uno stecchino”, ho gli occhi

verdi, i capelli castani e una bocca molto fine. Solo il mio

naso detesto, un po' a patata. Oggi vi voglio raccontare una

storia, la mia storia.

Tutto ha avuto inizio in un giorno come un altro per me,

uno in cui suona la sveglia e nemmeno ti va di spegnerla.

Mi sono alzata e la prima cosa che ho fatto è stata quella di

guardarmi allo specchio, certamente non mi trovavo perfet-

ta. Non lo sono mai stata. Ho guardato l'ora, era davvero

tardissimo, così ho aperto l'armadio e mi sono messa le

prime cose che mi capitavano “a tiro”. Ho preso lo zaino,

ho scelto le scarpe e, in fretta e furia, sono uscita di casa,

senza nemmeno fare colazione, nella speranza di non per-

dere il pullman.

Sono arrivata a scuola con un leggero ritardo ma, per fortu-

na, la professoressa non era ancora in classe, nulla di fatto,

ero salva. Mi sono seduta al mio banco accanto alla mia

migliore amica, Lola.

"Come mai in ritardo?", mi dice lei.

"Svegliata tardi come al solito, te lo chiedi anche?"

Ride, lei è l'unica persona in questa odiosa scuola a volermi

bene. Prof odiosi, compagni odiosi, tutto odioso. Ma la per-

sona peggiore di tutti è Lorenzo.

Fermiamo un secondo la storia: parliamo di Lorenzo. Voi

non avete nemmeno idea di quanto io lo detesti. Non ve lo

immaginate proprio. Fin dalla prima media mi ha sempre

presa in giro per come sono fatta, per quello che dicevo, per

tutto insomma. Io con lui non avevo diritto di parlare. Lui

non mi voleva fra i piedi, ecco tutto. Ma ora torniamo a

quel giorno.

Iniziata la lezione di matematica, la noia mi pervade. Men-

tre la prof spiega, la mia mente è altrove. I miei pensieri

convergono in un'unica persona, lui: Matteo. È alto, ha un

fisico perfetto, ma il suo vero punto forte sono gli occhi

azzurri e i capelli biondi. È il tipo di ragazzo che le ragazze

solitamente definiscono “principe azzurro” o

“stramegabello”. Dipende da come sei e quali sono i tuoi

gusti, diciamo. Mi arriva all'improvviso, inaspettata, una

notifica di Facebook. Grazie a Dio la suoneria era stata di-

sattivata. Mi metto a leggere: si tratta di una richiesta d'a-

micizia da parte di una certa Caroline Rossi. Mai sentita

nominare. Chi sarà mai? Decido di aspettare per scriverle,

decido che doveva essere lei a farlo dato che, a quanto pare,

questa Caroline è curiosa di conoscermi. L'ora vola in un

attimo e la seguente ora, buca, passa stancamente. In questo

tempo ho avuto modo di parlare a Lola di questa ragazza,

che ho conosciuto un po' “girando” per il suo profilo. Non

Pagina 29

Break!

DISASTRI QUOTIDIANI Alessandro Machnitz, Marta De Chiara

Pagina 30

Legno, pietra, metallo

Arianna Segaloni

Foto d’Arianna

Pagina 31

Pensieri in libertà

Marco Cozzi

Rubriche

Corrono, saltano, ridono.

Camminano, cadono, riflettono.

Giocano, fantasticano, osservano.

Lavorano, pragmatizzano, guardano,

crescono e invecchiano…

L’immaginazione dei bambini è senza tempo…

Walt Disney, uno dei più grandi “filosofi” del ‘900, cercava di unire gli adulti ai bambini; molti ritenevano

i bambini e gli adulti separati come se fossero due elementi estranei. Con la costruzione dei parchi e la di-

stribuzione di molti film è riuscito a dimostrare l’opposto: i bambini e gli adulti sono più uniti che mai da

un pensiero eterno…

Pagina 32

“melanzane alla parmigiana”. Per altri invece sa-

rebbe giusto e filologico dire “parmigiana di me-

lanzane”. Gli emiliani amano sostenere le loro tesi

dicendo che la parmigiana va servita ricoperta di

parmigiano, è vero forse, però le ricette più antiche

del piatto consigliano il pecorino. E allora? Allora

altri tagliano la testa al toro ed affermano che il

piatto sia di origine turca o greca.

Se dovessimo dire come si prepara la vera parmi-

giana potremmo, come detto prima, scatenare un

putiferio. Allora si è deciso di proporre delle ricette

rivisitate della parmigiana, giusto per non offende-

re nessuno. Visto che siamo digitali, ecco a voi i

link!

La parmigiana di Cracco:

http://ricettepensierieidiozie.wordpress.com/2013/03/10/la-

parmigiana-di-melanzane-di-cracco/

La parmigiana di peperoni di Benedetta Parodi:

http://www.la7.it/i-men%C3%B9-di-benedetta/ricette/

parmigiana-di-peperoni-08-12-2013-109624

Bramante ai fornelli La parmigiana, tra pancia e testa

Giorgia Cacioppo, Martina Pedroli

Rubriche

Alcuni le friggono, altri invece preferiscono gri-

gliarle, altri ancora, per non sprecare troppo tempo,

le comprano congelate e già grigliate. Di cosa si sta

parlando? Delle melanzane. Vi chiederete cosa ci

sarà mai di così speciale in questo piatto...la rispo-

sta potrebbe essere: tutto e niente. Da buoni Italiani

“pizza e mandolino”, per non citare il resto, tutti

capiamo benissimo che una rubrica di cucina po-

trebbe scatenare un putiferio: nonne che si arrab-

biano criticando la ricetta, mamme che affermano

che “così proprio no! Non si deve fare!”. Le ricette

per gli Italiani devono sempre contenere quel mini-

mo di mistero e di personalizzazione che le rende

uniche, diverse da famiglia a famiglia. Ogni ricetta

sembra debba essere customizzata, come una moto

americana. La melanzana, ortaggio di origine asia-

tica, è stata probabilmente introdotta in Europa ad

opera di mercanti arabi durante il Medioevo. Una

parmigiana senza il pomodoro però, sarebbe come

la Coca Cola senza le bollicine (sempre per rima-

nere in ambito di paragoni col mondo americano).

Ecco appunto che, in un certo momento, arrivano

in Europa tanti pomodori, tutti di importazione (e

non vogliamo dire da dove siano stati importati, lo

sanno tutti!). Evviva la cucina fusion, evviva il

meltin' pot! Gli Italiani allora sono gli antesignani

dei cuochi stranieri che oggi compaiono in tv e

che, a volte, si danno tante arie. Per molti storici

della cucina la comparsa della parmigiana è da col-

locare tra la seconda metà del XVIII secolo ed i

primi decenni del XIX secolo. Da questo periodo,

quindi, la ricetta ottiene e mantiene una certa stabi-

lità. L'invenzione della parmigiana, però, come

sempre in Italia, viene contesa tra diverse città: Na-

poli, Parma e altre località siciliane. In Italia, non

molto tempo fa, qualcuno ha addirittura detto che il

panettone, visto che contiene la frutta candita, è da

attribuire alla Sicilia: non ci basta litigare in Parla-

mento per cose più serie, bisogna anche litigare per

i dolci natalizi.

Il termine "parmigiana", secondo alcuni, derivereb-

be dalla parola siciliana parmiciana, questo è il

termine con cui sono chiamate le liste di legno del-

le persiane, la forma è richiamata dalle fette di me-

lanzana fritte e sovrapposte. In Emilia però dicono

Pagina 33

Top Ten

Sezione

Studente: “non è una cosa che viene dal mondo in terra...”

Prof.: “Quale sostantivo italiano deriva dal verbo latino petere?”

Stud.: “Peto”

Prof.: “Sicuramente conoscete il cantautore Lucio Dalla?”

Stud.: “Ma prof...mica è morto?”

Prof.: “Il vino va bevuto con parsimonia.”

Stud.: “Chi è parsimonia?”

Prof. (parlando dell'Orlando Furioso) :“...e quando Zerbino trova

l'armatura di Orlando, mette una scritta...”

Stud.:“Vendesi”.

Prof.:“Per alcuni l'adolescenza prosegue in maniera sterminata,

come la Russia dopo gli Urali.”

Prof.: “Il congiuntivo obliquo è come un'anguilla che sfugge, non è

mai chiaramente afferabile”

Prof.: “Ricompare quel mostro marino del mos maiorum, prima o

poi lo si avvista sempre!”

Prof.: “Ragazzi, non fatemi urlare che ho il giubbotto perchè fa

freddo”

Stud.: “Prof, ma lei non voleva fare la rapper?”

Prof. : “Noooo! Io odio lo sport!”

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Oroscopo Celtico

Martina Albano, Sara Gussoni

Rubriche

Sapevate che anche il popolo dei Celti, esattamente i Druidi, avevano un loro zodiaco formato da 21 segni?

Paragonavano le persone a diversi alberi e piante. Vuoi sapere il tuo segno celtico?

Vi insegneremo a calcolare, trovare il vostro segno celtico di nascita.

Per questo popolo l’albero rappresentava il ciclo della vita e la possibilità di mettere in relazione le tre parti del co-

smo: il sottosuolo ( le radici), la terra (il tronco) e il cielo (la chioma).

Data di nascita Albero di apparte-

02 gennaio-11 gennaio ABETE

12 gennaio-24 gennaio OLMO

25 gennaio-03 febbraio CIPRESSO

04 febbraio-08 febbraio PIOPPO

09 febbraio-18 febbraio BAGOLARO

19 febbraio-28 febbraio PINO

01 marzo-10 marzo SALICE

11 marzo-20 marzo TIGLIO

21 marzo QUERCIA

22 marzo-31 marzo NOCCIOLO

01 aprile-10 aprile SORBOLO

11 aprile-20 aprile ACERO

21 aprile- 30 aprile NOCE

01 maggio-14 maggio PIOPPO

15 maggio-24 maggio CASTAGNO

25 maggio-03 giugno FRASSINO

04 giugno-13 giugno CARPINO

14 giugno-23 giugno FICO

24 giugno BETULLA

25 giugno-04 luglio MELO

Data di nascita Albero di apparte-

nenza

05 luglio-14 luglio ABETE

15 luglio-25 luglio OLMO

26 luglio-04 agosto CIPRESSO

05 agosto-13 agosto PIOPPO

14 agosto-23 agosto BAGOLARO

24 agosto-02 settembre PINO

03 settembre-12 settembre SALICE

12 settembre-22 settembre TIGLIO

23 settembre QUERCIA

24 settembre-03 ottobre NOCCIOLO

04 ottobre-13 ottobre SORBOLO

14 ottobre-23 ottobre ACERO

24 ottobre-02 novembre NOCE

03 novembre-11 novembre PIOPPO

12 novembre-21 novembre CASTAGNO

22 novembre-01 dicembre FRASSINO

02 dicembre-11 dicembre CARPINO

12 dicembre-21 dicembre FICO

22 dicembre BETULLA

23 docembre-01 gennaio MELO

Pagina 35

ABETE: personalità misteriosa e di umore particolarmente mutevole. È molto ambizioso e si può contare

su di lui.

ACERO: sicuro di sé ad oltranza, in lui trovano posto fantasia, originalità e riservatezza. Ama vivere nuo-

ve esperienze e… può tradirlo solo il suo nervosismo.

BAGOLARO: ha uno spiccato spirito di adattamento, è un grande lavoratore. È ottimista e sa prendere le

decisioni al volo.

BETULLA: equilibrato, ama la vita calma e a contatto con la natura. Preferisce restare lontano da tutto ciò

che può indurre all’agitazione.

CARPINO: cura il suo aspetto fisico nei minimi particolari, è molto generoso e gentile. Tendenzialmente

ha poco fiducia nella gente.

CASTAGNO: è la personificazione dell’onestà e della giustizia. Affascinante e poco diplomatico, tende ad

irritarsi facilmente e può dare l’impressione di essere suscettibile, ma solo perché teme di non essere com-

preso.

CIPRESSO: fedele, detesta la solitudine ed è molto passionale. Sa accontentarsi ed essere riconoscente,

ma a volte è un po’ indisciplinato. È ottimista e ambizioso.

FICO: pratico, testardo e pigro. È però amabile con gli animali e ha un buon senso dell’umorismo.

FRASSINO: impulsivo ed esigente, non teme le critiche e spesso è narcisista. È un compagno molto fede-

le.

MELO: fragile e molto affascinante. Ha uno spiccato talento per le materie scientifiche, ma è anche un

sentimentale filosofo.

NOCCIOLO: è tollerante, sensibile e poco esigente. A volte è un po’ capriccioso, ma è onesto e sa come

fare buona impressione.

NOCE: aggressivo , generoso e spontaneo. È sorprendente in tutto quello che fa, molto geloso e

passionale, non accetta compromessi.

OLMO: fedele e generoso. È l’eleganza fatta persona, ma è anche severo: tende infatti a non perdonare gli

errori, ama dirigere, ma non obbedire.

PIOPPO: molto affidabile e di buona volontà, ma probabilmente non lo sa! Ha una forza inclinazione per

la filosofia e le arti.

PINO: non sa stare tanto fermo , ama la compagnia e si innamora facilmente. Con il fisico molto robusto

riesce a rendere la vita confortevole.

QUERCIA: se c’è una tempesta, un ciclone, una bufera la quercia sopravvive comunque. È ragionevole,

robusto e coraggioso; ha la testa sulle spalle e i piedi per terra!

SALICE: malinconico, seducente, viaggiatore e sognatore. È onesto, ma anche molto esigente. È amante

di tutto quello che è bello e di buon gusto .

SORBOLO: ama le complicazioni, l’agitazione e attirare l’attenzione. È pieno di fascino e talento, ma c’è

un unico problema: difficilmente perdona.

TIGLIO: si commuove con facilità, si sacrifica per i suoi amici, ma è particolarmente geloso. Detesta lo

stress e la pigrizia.

Rubriche

Se ci chiedi chi noi siamo

che seduti ora stiamo,

rispondiamo per le rime:

"Non siam tutti delle cime".

Siamo tanti ma son uno,

son l'unione di ciascuno.

Non "Il resto del Carlino",

del Bramante il giornalino.

Della scuola son coscienza,

del giornal non puoi star senza.

Del Bramante il giornalino

sono il Grillo salterino,

son coscienza di Pinocchio,

ma vi tengo tutti d'occhio!


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