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Tecnica Pratica 1964_08

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    Sped. Abb. Post. Gruppo III

    .11 M/CROBDLIJO"

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    ANNO III - N'. 8A G Q S T O 1 9 6 4

    Diretto ... "'IponsablleA. D'ALESSIO

    I .e e m e a

    Tutti i diritti di proprieta letterarta ed artistica rlservatl - I manoscrtttl, idisegni e Ie fotograf,ie" anche se non pubblicati, non vengono restltulti -Le opinioni espresse in via diretta 0 indiretta dagli autori e cotfahoratorlnon irnpJicano responsabillta da parte del periodico.

    Somma rioManutenzione e messa a punto del vecchi ricevltoriAltoparlanti ed alta fedeltaRicevitore in reazione di catodoV2 Razzomodell'o In scala del missile piu famosoAgitatore di coloriSignal.Tracing i.n scatola di montaggioOrione Ricevitore per onde corteMoltiplicaf. Ie entrate del vostro magnetofonoInvito alia canoaFrequenzimetro B.F. a lettura direUaLa vita a 'passo ... ridottoProntuario delle valvole elettroniche .Consulenza tecnica .

    pag. 566 573

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    Una rapida visita di controllo ed una sommaria messa a puntobastano per prolungare la vit'ae I'efficienza degli apparecchiradio di vecchia costruzione.

    III ricevitore radio di vecchio tipo, da moltianni in funzione, pub essere paragonato alI l'organismo umana: porta con se gli ac-ciacchi della vecchiaia ed e bisognoso di curerna, soprattutto, di una visita di controllo ,Sappiamo bene come vanno Ie cose in questicasi; chi possiede gia da molti anni un vee-chio ricevitore radio, non solo si e affezionatoad esso rna e anche convinto che la bonta diriproduzione sonora e l'efficienza di quell'ap-parecchio siano senza pari. E con queste con-vinzioni e assai difficile disfarsi di un vecchioapparecchio radio per sostituirlo con un mo-dello di nuovo tipo; ne vale la pena di portareil ricevitore in laboratorio di riparazioni radio;difficilmente, oggi, i radiolaboratori accettano 'gli apparecchi radio troppo vecchi e se H ac-cettano fanno spendere al cliente un occhiodelict testa. Conviene, dunque, far tutto dase, anche perche una rapida visita di con-trollo al vecchio apparecchio radio ed unasommaria messa a punto non richiedono peri-zia tecnica e possono essere fatte da chiunque.Generalmente, i difetti di un vecchio rice-vitore radio sono sempre gli stessi: perdita disensibilita, presenza di rumori e scricchioliied eventualmente riproduzione distorta.Gli accorgimenti elencati in queste paginese non permetteranno di rimettere in per-fetta efficienza l'apparecchio radio, certamen-te ne miglioreranno Ie caratteristiche, senzaalcuna spesa rna con il semplice aiuto di unapiccola dose di passione per la radiotecnicae con un po' di buona volonta.566

    Messa in passo dell'osciUatoreLa prima operazione che ognuno pub faree che si rende necessaria per rimettere a puntoun vecchio ricevitore e quella della rnessa inpasso dello stadio oscillatore con 10 stadio disintonia. La necessita di questa operazione erisentita quando si effettui un controllo dellacorrispondenza, sulla scala parlante, fra le

    ernittenti ricevute e quesle segnate sulla scalastessa. Quasi sempre si verifica che tale corri-spondenza e venuta meno nella gamma dellefrequenze P]ll basse, mentre sutla gamma dellefrequenze pill alte, all'estremita opposta denascala parlante, si e conservata una perfettacorrispondenza.Un tale difetto va attribuito ad una solacausa: l'oscillatore non e . in passo con 10 sta-

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    M A N U T E N Z I O N EE M E S S A A P U N T O

    D E I V E C C H IR A D I O R I C E V I T O R I

    eamente disporre di una adeguata attrezza-tura strumentale di Jaboratorio, deserivere-mo ilprocedirnento della taratura ad orecchiodel gruppo di alta frequenza,E' chiaro ehe per intervenire sui gruppo dialta frequenza del ricevitore radio occorreche il gruppo stesso risulti facilmente acces-sibile mediante un cacciavite; cio impone tal-volta di estrarre il telaio del ricevitore dal suomobile; aIle volte cio non e necessario, perche

    il ricevitore pub essere aperto nella sua partesottostante mettendo COS! in luce l'intero suocircuito.II :,ennello, l'alpirapolvere e la carta vet rata lonoglli attrezzi che servono a conservare in eRi.c::ienza un vecchio radioricevitore: con i priml dueII elimlna 10 polvere dol condensatore variablle,con 10 carta vetrata II puliscono i pJedini deglizocc:oli delle valvole.

    dio di sintonia; in altre parole, quando siagisce sui comando di sintonia, la variazionedi frequenza nella stadio di sintonia non e la _.stessa di quella che si verifica nello stadiooscillatore, mentre eben risaputo che ladifferenza di frequenza tra il circuito oscilla-tore e quello di sintonia deve sempre risul-tare identica al valore della media frequenza.Se cio non si verifica, Ie emittenti si sposta-no . sia pure Ieggerrnente, sulla scala par-lante e il ricevitore perde in misura di sensi-bilita e selettivita.Ma vedrerno ben presto come si ovvia atale inconveniente mediante la taratura delgruppo di alta frequenza.In considerazione del fatto che i nostri sug-gerimenti tecnico-pratici sono indirizzati agliinesperti e ai dilettanti, che non possono log]-

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    Fig. 1 - Nei ticevitori radio ad 'Ina lola gam-ma d'onda i compensatori possono essereapplicati dtrettamente variabile e su dl essisi dovra intervenire con II cacc;iavite per lataratura dello Itadio A.F.

    Fig. 2 - L'individuazlone del compensatored'aereo e di quello d'oscillatore e cosa facilein quei ricevitorl in cui iI numero di laminedelle due sezienl del variabile e diverso. Lalezione oscillatore ha meno lamine.

    Prima di iniziare Ie operazioni di taraturadel gruppo d'alta frequenza, occorre conosceree far riferimento a due ernittenti note dellequali si conosca l'esatta frequenza di lavoro,oppure I'esatta lunghezza d'onda, e che si tro-vino aile due estrernita della scala parlante.Si deve ora individuare il componente sucui agire. Come e noto, ogni gamma d'ondadel ricevitore e caratterizzata dal'la presenzadi due bobine che, nella maggioranza dei casi,sono dotate di nucleo in ferrite; ogni gammad'onda, inoltre, e caratterizzata dalla presenzadi due condensatori. Le bobine e i conden-satori sono, quasi sempre, rnontati suI gruppodi alta frequenza. .Quando si tratti di ricevitori radio ad unasola gamma d'onda, i due compensatori pos-sono essere applicati direttamente suI conden-satore variabile, come si vede nelle figg. 1 e 2.Osservando le figure 1 e 2, si notera che lasezione oscillatore del condensatore variabilee dotata di una minore quantita di laminerispetto alia sezione d'aereo. Puo capitare, all'evolte, di non saper stabilire ad occhio Qualedei due compensatori appartenga all'oscilla-tore e quale dei due appartenga alla sezioned'aereo; cio capita quando le due sezioni delcondensatore variabile hanno ugual numero

    di lamine. Anche in questi casi bisogna farricorso al proprio orecchio: mediante i1 cac-568

    ciavite si prover a a ruotare leggermente, pri-rna uno e poi l'altro, i due compensatori;quello che produce un leggero spostamentonella sintonia, cioe quello che fa scappare la emittente dalla scala parlante, e senz'altroit compensatore d'oscillatore. Questa siessaprova va fatta anche sulle due bobine, facendoruotare leggermente i nuclei in ferrite median-te l'impiego del solito cacciavite: la bobinad'oscillatore sara quella per la Quale l'azionedel cacciavite produrra uno spostamento delleernittenti sulla scala parlante.Taratura del gruppo A.F.La taratura va iniziata dal lato delle fre-quenze piu basse (emittenti a lunghezza d'on-da piu lunga) sintonizzando, come abbiamodetto, una emittente nota di cui si conoscel'esatta frequenza di lavoro; supponiamo chetale ernittente lavori sui 700 KHz. Si portil'indice della scala parlante in corrispondenzadei 700 KHz e, se non si ode I'emittente, siregoli il nucleo in ferrite della bobina oscilla-trice, fino ad udire perfettamente l'emittente.Successivamente si regoIi il nucleo dell'altrabobina, quella d'aereo, fino ad ottenere lamassima potenza d'uscita sonora nell'altopar-

    lante.Si porti ora !'indice del'la scala parlante dal

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    lato opposto della scala stessa, in coincidenzacon Ie frequenze pili alte (emittenti con lun-ghezza d'onda pili corta) e si faccia coinci-dere l'indice stesso con il valore di frequenzadi una altra emittente ben nota, della qualesi conosce l'esatta frequenza di lavoro. Se laemittente non si ode, si regoli ilcompensatoredell'oscillatore fino ad ascoltare I'emittente inmaniera nitida e chiara (fig. 1); quindi si re-goli il compensatore d'aereo (fig. 2), fino adottenere la massima potenza di uscita sonoranell'altopar IanteoITaratura delle medie frequenzeLa taratura delle medie frequenze deve es-sere effettuata sempre dopo aver tarato ilgruppo di alta frequenza. Questo procedimen-to di taratura consiste nell'accordare iquattrocircuiti dei due trasformatori di media f're-

    Fig. 3 - La taratura del trasformatorl di me-dia frequen:z:a Ii fa mediante l'lmplego di uncacciavite, regolando I nuclei di ferrite siste-mati nella parte luperiore e In quella inferiore dello stesso trasformatore.

    pensatori e un'operazione abbastanza sernpli-ce: essi vanno ruotati fino a trovare un puntoin cui nell'altoparlante si abbia la maggiorpotenza di riproduzione sonora. Per ottenerebuoni risultati, con questo tipo di taratura, enecessario sintonizzare il ricevitore su unaemittente assai debole in corrispondenza diun punto centrale della scala parlante.Quando si regolano inuclei 0 icompensa-tori dei trasformatori di media frequenza,pub capitare che il volume sonoro aumentisensibilmente; in questi casi bisognera inter-venire sui potenziometro di volume, per dimi-nuire la potenza d'uscita e db perche l'orec-chio umano e pili sensibile aile variazioni diintensita sonora dei suoni deboli anziche diquelli elevati.In ogni caso le operazioni di taratura dellemedie frequenze vanno fatte a part ire dalprimo trasformatorc di media f'rcqucnza: sue-

    Fig. 4 Le laml)ade.spia, qualunque sla ll lorotipo dl zeeeele, pOlsono facilmente sfilarsldal porta.lampada creando interru:z:loni elet-triche nel circuito di alimentexlene ; occorreeffettuare su di essi un controllo.

    quenza al valore esatto della media frequenzastessa, in modo che si verifichi, attraverso adessi, il passaggio della maggiore quantita dienergia.I trasformatori di media frequenza, come si

    nota in fig. 3, sono dotati di due nuclei, uno e. posto al di sopra e l'altro al di sotto del tra-sformatore stesso. In alcuni tipi di trasfor-matori di media frequenza idue nuclei pos-sono essere sistemati su un fianco oppurepossono essere sostituiti da due compensatori,disposti sopra 0 di fianco al trasformatorestesso, .La regolazione dei nuclei 0 dei corn-

    cessivamente, si passera al secondo trasfor-matore di media frequenza. E' facile distin-guere il primo trasformatore di media fre-quenza dal secondo, in quanto .il primo esempre sistemato in prossimita della valvolaconvertitrice (prima valvola del ricevitoreradio); il secondo trasformatore di media fre-quenza e applicato al telaio in prossimitadella valvola amplificatrice di .media fre-quenza.Le operazioni di taratura delle medie fre-

    quenze vanno ripetute piu volte, sempre apartire dalla prima media frequenza.569

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    Sostituzione della' vecchia antenna sostituire la vecchia antenna interna con altradi recente costruzione: lc antenne in ferrox-cube avvolte su nucleo cilindrico si prestanoottimamente allo scopo. La sosrituzione costi-tuisce un'operazione assai semplice; basta dis-saldare i due terminali dell'antenna a quadro,elirninare l'antenna stessa e salvare sui terrni-nali quelli della nuova antenna di ferroxcube.Meglio sarebbe, tuttavia, connettere all'appa-recchjo un'an renna vera e propria installata

    Alcuni modelli di vecchi apparecchi radiosono dotati di un'antenna a quadro, come evisibile in fig. 5; oggi, questo tipo di antennae stata largamente superata dai nuovi tipi diantenne in ferroxcube, assai piu sensibili emenu ingombranti. Una import ante operazio-ne, quindi, necessaria ad esaltare la sensibilitadi un vecchio apparecchio radio e quella di

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    eliminare una spesa gravosa, sara cosa facileripararlo con l'irnpiego di carta gommata odanche con carta semplice ed un flo' di col-lante cellulosico (cementatutto). Tale opera-zione e illustrata nella fig.. 6.

    nella parte pili alta della casa. Comunque, inentrambi i casi, dopo la sostituzione della vee-chia antenna, e necessario tarare nuovamenteil ricevitore.Riparazione dell'altopctrlante La scala parlante

    Durante la riparazione di un vecchio rice-vitore radio pub capitare di accorgersi chel'indice della scala parlante sia alquanto insta-bile e presenti un certo gioco durante la rna-novra di spostamento; pub capitare. infatti.

    Quando il ricevitore ha una riproduzionescadente, accornpagnata da rumori cartacei, emolto probabile che il cono dell'altoparlanterisulti danneggiato 0 rotto in qualche suaparte. Non volendo sostituirlo, allo scopo di

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    C o n o s c e r e t e Ie n u o v e p o s s ib il i t a d i c a r r ie r o , p e r V o i f a c i lm e n te r e d li z z a b il i - V i c o n s q lie r e m o q ro tu it n m en te

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    che l'indice si muova, con un certo ritardorispetto al movimento della manopola delcomando di sintonia: cio significa che la molladi tensione della meccanica della scala par-lante si e allentata con l'uso. In questi casioccorre senz'altro sostituire la vecchia mollacon una di tipo nuovo (vedi fig. 7).Scricchioli: iPub capitare, a~~~i spesso, che durante lemanovre di sintonizzazione del ricevitore ra-dio, quando cioe si fa ruotare fa manopoladel comando di sintonia, si verifichino degliscricchiolii nella riproduzione sonora dell'alto-parlante. Tali rumori sono dovuti a due causeprincipali: mancanza di lubrificazione nei ro-tismi del condensatore variabile e logorio dellafunicella d'acciaio( trecciola) che trasportal'indice lungo la scala parlante. Nel primo

    caso si elimina l'inconveniente lubrificandocon olio per macchina da cucire i cuscinettiche, generalmente, sono in numero di due, delcondensatore variabile (vedi fig. 8). Nel se-condo caso si dovra provvedere a sostituire lafunicella d'acciaio sfilacciata, che strisciandocontro parti metalliche provoca gli scricchio-Iii, con altra di nylon che, oltre ad una mag-giore resistenza, garantisce una pill lunga du-rata di esercizio, Volendo evitare questo lavorodi sostituzione della funicella, che per gli ine-sperti pub risultare assai gravoso, basterarnunirsi di un paio di forbici e tagHare conesse tutti i fili staccati dalla trecciola d'ac-ciaio,

    Fru$cioUno degli inconvenienti pill comuni, che siriscontrano Conmaggior frequenza nei vecchiricevitori radio e i1 fruscio che si manifestaquando si agisce sui potenziometro di volu-'me 0 su quello di tonalita. II miglior sistema

    per eliminare tale inconveniente e semprequelIo di sostituire il vecchio potenziometrocon uno nuovo. Purtroppo, aIle volte ci si pubimbattere in potenziometri di valori non co-muni oggi e costruiti in modo diverso da quelliattuali e per i quali la sostituzione non e pos-sibile. In questi casi occorre neccssariamente riparare il vecchio potenziomeLro, iniettan-do internamente ad esso una soluzione grafitiz-zata, come si vede in fig. 9.La soluzione grafitizzata si trova in venditanei rnigliori negozi radio; e ovvio che perquesta operazione ci s.i dovra servire di unaapposita pompetta, come quella rappresen-tata in fig. 9; anche una siringa potra servirealIo scope.Questa operazione pub esserecondotta an-che senza l'impiego della speciale pompetta,srnontando i1 coperchio posteriore del poten-ziometro, che e tenuto fermo da tre linguettepiegate; la lubrificazione verra fatta med.iante

    I'impiego di un pennellino ben pulito. In ogni.caso ricordiamo ai lettori che quando la sosti-tuzione del potenziometro e possibile e sem-pre meglio farla, tenendo conto che il prezzodi un potenziometro, oggi, varia fra le 300e Ie'i00 Iirc.

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    T P A R L A N T I-ed alta tedeltaP rima delI'avvento del rnicrosolco , il com-pIesso acustico rappresentato dall'altopar-lante e dal mobile non costituiva, princi-palmente, I'elemento meno perfetto e pill cri-ticabiJe di ciascun insieme destinato alla ri-produzione sonora.Si pub dire che Ie insufficienze dell'altopar-lante e quelle della sorgente di modulazione(disco 0radio) si equivalessero. Ma c'e di piu:i perfezionamenti apportati agli altoparlanti :con l'estensione della loro curva di risposta

    diedcro il risultato di rendere sensibili Ie im-perf'ezioni dei vari e1ementi che compongonoun complesso di riproduzione sonora.L'alta fedeUa e la sua evoluzioneL'esaltazione delle note gravi pote conside-rarsi raggiunta con l'apparizione del disco almicrosolco. Ma se da una parte si progrediva

    con Ie sorgenti di modulazione, dall'altra siaccuso ben presto l'insufficienza degJi altopar-lanti nella ripfoduzione delle basse frequenze,5 7 3

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    perche proprio l'esaltazione delle note gravirappresentava, tempo addietro, I'unico bina-rio su cui avanzava il progresso dell'alta fe-delta.Tutti i procedimenti, allora possibili, ven-

    nero messi in atto per aumentare iI rendimen-to dei trasduttori acustici.Apparvero cosi Ie casse acustiche bass-reflex che, diffuse soltanto negli studi di

    riproduzione sonora, apportarono un notevolecontributo agJi appassionati dell'alta fedelta,in quel che concerne Ja riproduzione delle bas-se frequenze; senza dubbio tale meraviglianon si estendeva fino al riconoscimento esattodel timbro, in quanto una tale caratteristicanon era affatto posseduta dai microfoni e daiprocedimenti di incision seguiti nel tempo incui apparvero i primi dischi al microsolco.L'elemento pill importante di un complesso

    di riproduzione sonora divenne l'altoparlantedi grande diametro, la cui principale caratte-ristica consisteva nell'irradiare, con una po-tenza acustica non trascurabile, Ie frequenzcpill basse all'estremita della gamma dei suo-ni: si ebbe cost una prima impressione delreale.

    Gli acuti e la modulazione di frequenzaLa. venuta delle trasmissioni a modulazione

    di frequenza ebbe il pregio di rivelare agliappassionati dell'alta f'edelta tutta la bellezzae la ricchezza delle note acute. Avvenne COS!che, mentre da una parte si continuava con 10studio deUa tecnica dei bassi", dall'altrainizio una vera e propria passione per la ri-produzione degli acuti . Furono allora co-struiti a!toparlanti per Ie alte frequenze neitipi piu svariati: elettrodinamici, piezoelettri-ci, elettrostatici, tweeters a camera di com-pressione, ecc. Con questo spirito gJi altopar-.1anti clcttrodinamici classici subirono alcune

    rnodrncne, HI solo scopo lil csalturc I , L lorarisposta alJe note acute: bobina mobile alleg-gerita (bobina d'alluminio ), campo magneticoelevato nel traferro mediante impiego di spe-ciali magneti, diaframma corrugato, cono cen-trale, ecc.Contemporaneamente furono accusate letroppe insufficienze dei complessi di riprodu-zione acustica, quasi esc1usivamente concepitie progettati per la riproduzione delle notegravi: la necessita di attenuare i difetti, chei discofili cominciarono a riconoscere col pas-sare del tempo, ebbe come prima conseguenzaIa diminuzione delle dimensioni delle casseacusriche, e Ie temute anomalie furono rnolto

    TRASt- .O'USCITA

    ~./ placca -.........__ ~~ di carnpo " ~

    ~nucle0--BmI~obina ~ I I obile

    I-Ig. 1. - Vue 50110 Ietecniche fondamentaliche regolano la costru-zione delle bobine me-bili degli altoparlanti:nel disegno a sinistra,la lunghezza deilia be-bina mobile e di pocosuperiore alia larghez-~a della placca di cam-po; a destra, la bobi-na mobi'le risulta didimensioni inferiori aquelle delle spesseredella placca di campo.

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    semplicemente eliminate mediante Ia soppres-sione delle frequenze piu basse

    Facdamo il puntoL'estensione continua della banda passantee divenuta tale col passare degli anni, che l'at-tuale banda passante corrisponde ora pratica-mente alla totalita deno spettro delle frequen-ze acustiche udibili: appare pert anto evidenteche la restrizione della banda passante di unriproduttore elettroacustico e assai lontana dalrisolvere tutti i problemi della riproduzionesonora e che per una risoluzione quantitativadella fedelta si debbono prendere in conside-razione altri parametri: in particolare quelliche risultano in rapporto diretto con il timbroe quelli dei regimi transitori, In pratica si pubfacilmente constatare che due 0 piu apparati

    riproduttori, pur godendo delle stesse qualitanella curva di risposta, rivelano all'ascoltomolte caratteristiche diverse.In questo caso, l'insieme di riproduzionesonora e assai spesso soggetto a critiche, men-tre e chiaro che esso e composto da un insie-me di elementi diversi e delicati e che su unosolo di questi andrebbero indirizzate Ie criti-che. Sono problemi, questi, ben conosciuti daicostruttori, che devono tener conto di un grannumero di parametri; e tali problemi sonopure conosciuti dalI'acquirente il Quale sa chela scelta di un apparato di riproduzione so-nora va fatta in funzione dei propri gusti per-sonali, della qualita del suono e dell'altafcdelta.

    Fig. 3 - Lo spessore della placca di campo risultadirettamente connesso con la quantita di flussomagnetico totale disponibiIe: a slnistra it dise-gnata una placca di campo di elevato spessore ;a destra, Ia placca di campo it sottile ed ll flussadisponibile non it interqmente utiIi:n:ato.

    agnete

    ~IPlacca di campo

    tube peracce rdoL'altoparlante e la sua eemplesslteLa messa a punto di un altoparlante va fattatenendo conto di un gran numero di parame-trio I principali sono: il cono, la sospensioneperiferica, la sospensione centrale (spyder), labobina mobile, il traferro, il cestello Esami-niamo ora, in una rapida rassegna, tutti questielementi.II conoI pararnetri principali che caratterizzano ilcono di un altoparlante sono: il diametro, Iasuperficie, la generatrice.La potenza ammissibile aile basse frequenzeaumenta con la superficie del cono e cio co-stituisce uno dei vantaggi del cono stesso;tuttavia Ie dsstorsioni d'intermodulazione e latrasrnodulazione risultano tanto piu elevatequanto maggiore e la superficie de] cono. Uncono caratterizzato da una apertura profon-da favorisce Ia riproduzione delle note medice di quelle acute.L'aumento della massa di un altoparlantefavorisce iI rendimento delle note gravi,L'elasticita e la tessitura hanno grande im-portanza nell'elirninazione delle onde trasver-sali e di quelle longitudinali.

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    Occorre aneora conoseere l'efficacia e I'uti-H U I di taluni aeeorgimenti particolari: la nonuniforrnita della massa, il corrugamento dellasuperficie del cono, il trattamento ehimicodella superficie del cono.Il corrugarnento della superficie del conoaumenta il rendimento dell'altoparlante aIlenote acute, attenuando Ie risonanze dovutealia propagazione delle onde trasversali; tut-tavia, il corrugamento diminuisce la potenzaammissibile nelle note gravi.Sospensione perifericaLa sospensione perif'erica deve permettereI'unione del cono con ilcestello in modo taleda poter ottenere un centramento perfetto del-la bobina mobile.Essa si trova in rapporto diretto con:1) Ia frequenza di rlsonanza; 2) I'aderenza

    al cestello; 3) la potenza ammfssiblle alle notegravl: 4) la curva di risposta (In parttcolare,l'attenuazione delle note medie mediante ta-lune sospensioni flessiblll).Fra i materiali maggiormente impiegati perla realizzazione della sospensione perifericadel cono, possiamo ricordare:

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    Fig. S - Ese~plo di montaggio a 3 vie 5ull'avvo'lglmentosecondario di uno stesso trasformatore d'uselte : i trealtoparlanti rlproducono Ie frequenze bcsse, Ie medie,e Ie alte.

    I) la carta; 2) la carta al lattice; 3) i tess utiimpregnati; 4) iderivati del lattice.La sospensione centraleLa sospensione centrale, chiamata anche conparola anglosassone spyder, deve avere Ieseguenti caratteristiche:I) flessfbtlita; 2) leggerezza; 3) deformazlo-

    De longltudlnale rigorosamente Uneare; 4) as-senza di deformazioni trasversali; 5) conser-vazione nel tempo del perfetto centraggio del-Ia boblna mobile.La]bobina mobile

    II campo magnetico nel traferro deve essereil pill elevato possibile (prossimo alla satura-

    Gli accorgimenti costruttivi della bobina mo-bile devono basarsi sui seguenti elementi:I) Il diametro: se troppo grande, la bobina

    risulta pesante; se troppo piccolo, ll flussomagnetico che attraversa la bobina e troppodebole; 2) U peso, la scelta del metallo, Ia se-zione e la lunghezza del filo; 3) la r'lgldlta(molto lmportante per Ie note acute); 4) laIunghezza: essa deve, durante la corsa dellaboblna mobile nel traferro (masslml sposta-menti) tagllare tutte le Iinee dl forza rna-gnetiche di un campo magnetico costante.IItraferro

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    zione), La qualita della risposta, in regimetransitorio, risulta migliorata mediante l'au-mento del flusso magnetico che attraversa labobina mobile: tale accrescimento aumentaproporzionalmente con il peso del magnete.La larghezza del traferro e un elemento di

    grande importanza; se il traferro e troppo lar-go, il campo magnetico risulta debole; se iltraferro e troppo stretto e necessario un mon-taggio estremamente precise, in modo che labobina mobile peschi esattamente nell'ariasenza toccare le superfici del magnete.

    II cestel.loII cestello deve essere sufficientemente ri-

    gido in modo da non sub ire deforrnazioni e danon essere soggetto a vibrazioni parassite.II cestello dovra risultare con un profilo per

    nulla ingombrante nella parte posteriore inmodo da permettere qualunque tipo di accop-piamento acustico con il mobile prescelto.La forma del cestello deve essere tale da

    evitare Ie on de stazionarie che potrebberoprendere origine fra il cono in vibrazione e ilsuo sistema di eonnessione.

    II mobile acustico e la sua importanzaII mobile acustico, necessario per separarei due sistemi d'onda corrispondenti ai due

    movimenti, in avanti e all'indietro, del conodell'altoparlante, ebbe 10 scopo, fino ad untempo non lontuno. di aurn, -itare la potenza

    irradiata nelle note gravi, cornpensando in talmodo le insufficienze delle sorgenti di modu-lazione, I recenti progressi raggiunti dallatecnica nella preparazione dei dischi e nellarealizzazione dei magnetofoni hanno introdottouna buona dose di ricchezza, di alta definizio-ne e di conservazione del timbro nei registrigravi, rendendo inutile la tecnica costruttivadel mobile acustico di un tempo.I mobili acustici di vecchia costruzione, dun-

    que. risultano oggi inadatti e sorpassati. Per-tanto se il problema di aumentare la quantitadelle note gravi risultava relativamente sern-plice, mediante taluni artifizi (sisterni di ri-sonanza di Helmholtz, labirinti acustici, ecc.),anche a scapito della qualita eomplessiva diun eomplesso acustico, il problema della con-servazione del timbro alle basse frequenze sirivelo assai piu ardito e an cor oggi esso nonsernbra poter essere risolto se non medianterealizzazioni cornplesse, molto elaborate e,spesso, assai costose.I parametri degli a!toparlanti e quelli dei

    mobili acustici sono strettamente legati tra101'0 nella ricerea di una soluzione accetta-bile; capita cosi che per raggiungere un eon-nubio perfetto fra altoparlante e mobile sipreferisce, oggi, apport are delle modi fiche allecaratteristiche iniziali dell'altoparlante,Gli attuali riproduttori sonori. pur censer-

    vando i difetti propri dei mobili acustici edegli. altoparlanti, non permettono di rilevaretali difetti in virtu della tecnica eli comb ina-zionc dell'altoparlante con il mobile.

    Fig. 6 - Montaggio elas-sleo di un solo altopar-lante a larga banda.

    Fig. 7 - Montagglo dl unaltoparl'ante per Ie notegrayi con tweeter e filtro.

    l J ' R A S F .D"USC ITA

    TRAS F .0 ' U S C IT A J

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    Uno 0 piu altoparlantiII numero degli altoparlanti elettrodinamici,

    applieati in un mobile acustico, varia, gene-ralmente, da 1 a 3.Quando vien fatto impiego di un solo alto-

    parlante, questo e dotato, generalmente, di undiarnetro di 21 em; rna ildiarnetro puo aneheessere di 16 em 0di 24 ern.Un solo altoparlante, earatterizzato dalla

    presenza di uno 0 pill coni, del diametro corn-preso fra 21 e 30 cm, irraggia tuttele fre-quenze dello spettro sonoro da quelle pilibasse a quelle pili alte.Le eventuali insufficienze acustiche, dovute

    all'impiego di un solo altoparlante, possonoessere compensate con 1'aggiuntadi un secon-do altoparlante, particolarmenteadatto per lenote acute, alimentato per mezzo di un filtro(un semplice condensatore puo essere suffi-ciente).I complessi acustici dotati di pili altoparlan-

    ti sono dotati di (come minimo): '1) un altopariante per I toni gravl (dlame-

    tro da 30 a 40 em); 2) un altopariante per Ienote medfe (diametro da 15 a 21 ern}; 3) unoo plu altoparlantl dotatl di plu coni: 4) unfiltro complesso.

    Un unico altoparlanteI vantaggi derivanti dall'impiego di im solo

    altoparlante sono:1) soddisfacente riproduzione delle note me-die; 2) risposta corretta al fenomeni transl-tori; 3) poco Ingombro: 4) nessuna necessltadl flltrl; 5) massimo effetto stereofonico diprofondita.

    L'impiego di un unico altoparlartte presentaaltresi alcuni svantaggi. Essi sono:1) curva dl rlsposta caratterlzzata, assai

    spesso, da alcune insufficienze aile due estre-mit a dello spettro sonora; 2) potenza troppodebole per talunl impleghi; 3) dffflcolta nelridurre la dlstorsione d'intermodulazlone.

    Altoparlante con piu coniL'altoparlante dotato di due 0 piu coni co-

    stituisce una soluzione di compromesso in cuiqualita e difetti sono queUi che scaturiseononel sistema di impiego di due 0 pili altopar-lanti.

    Sistemi a due e piu al'toparlahtiI eomplessi aeustiei dotati di due 0 pili alto-.

    parIanti presentano i seguenti vantaggi:1) diminuzlone delle dlstorsioni d'intermo-dulazlone: 2) banda passante rtdotta per cia-scun altoparlante, che lavora In tal modo inmigliorl condizioni; 3) potenza ammlsslbileelevata, con debole tasso di distorslone; 4) labanda passante dell'lntero complesso e estesae puo oltrepassare I limiti dello spettro sonoro.Gli inconvenienti dovuti all'insieme di due

    o pili altoparlanti sono:1) dispersione delle sorgenti sonore; 2) mag-

    gior costo e maggior ingombro; 3) necessitadi applicazlone di un filtro che, non dovendoapportare perturbazloni di sorta, rtsultera sem-pre cornplesso e costoso.

    Alta fedeltaOggi l'alta fedelta non e pili connessa, come

    un tempo; al numero degli altoparlanti concui risulta equipaggiato un complesso di ri-produzione sonora, cio che ne elevava il pre-stigio e la qualita. Tutto somma to, il numerodegli altoparlanti non trova pili un riferimentodiretto con la qualita di un complesso di rioproduzione sonora.L'epoca della ricerca della riproduzione del-le frequenze estreme dello spettro sonoro, delraggiungimento della potenza con una ridu-zione a valori bassissiml di questa 0 quelladistorsione, sembra ormai sorpassata. L'altafedelta di oggi, perdendo talune inutili arnbi-zioni di un tempo, e destinata a divenire sem-plicemente FEDELTA. . dimenticando talunesue origini meccaniche ed elettroniche.In tali condizioni un gran numero di vecchie

    idee devono essere rivedute; oggi bisogna tenerconto di nuovi problemi musicali, di tutta uriaserie di nuovi componenti radioelettrici e deirecenti ed important! studi relativi alla fisio-logia dell'ascolto.

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    unaL a descrizione di un ricevitore in reazionerappresenta sempre un motivo di gran-de interesse per tutti i dilettanti e appas-sionati di radiotecnica. Questi ricevitori, in-fatti, vantano ilpregio di essere dotati di unagrande. sensibilita: sono realizzati con I'im-piego di pochi componenti, vengono a costarepoco e sono di grande soddisfazione perchepoco hanno da invidiare ai ricevitori di tipocommerciale, almeno per quel che riguarda lachiarezza di ricezione, la sensibilita, e, assaispesso, la potenza.Un altro pregio dei ricevitori a reazione e

    quello di non richiedere particolari operazionidi massa a punto e di taratura, senza doverrisentire la necessita di impiego di particolaristrumenti all'infuori di un comune tester.Di radioricevi.tori in reazione ve ne sono di

    tutti i tipi, con una, due 0 piu valvole, conricezione in cuffia 0 in altoparlante, con ali-mentazione a pile e in corrente alternata pre-levata dlalla rete-luce.

    valvolaNon e la prima volta, in verita, che su Tee-

    nica Pratica viene presentato al lettore ilprogetto di un ricevitore radio con circuito areazione; i progetti apparsi nel passato sonostati tutti felicemente accolti e realizzati e, intaluni casi, hanno acceso particolari interessinell'apportare varianti, nel trasforrnare secon-do i propri gusti e Ie proprie esigenze questoo quel circuito, con valori dei componenti sen-sibilmente diversi da quelli proposti dal pro-getto originale.Continuando su questa percorso, intrapreso

    da tempo e che ha 10 seopo di porgere ai no-stri affezionati 1cttori un numero di cireuitioriginali che, pur distraendosi in taluni parti-eolari dalla radioteenica classica, permettonodi raggiungere risultati sempre piu interessantie di maggior rendimento pratico, i nostri tee-nici hanno elaborato un nuovo progetto chevanta I'originalita della reazione di catodo,Si e voluto in tal modo aggiungere alla carat-teristica prima dei rieevitori in reazione che,

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    Fig. 1 - Schema elettrico del ricevitore.

    come e noto, e rappresentata dalIa lora sensi-bilita, anche una maggiore fedelta ed unaquasi totale assenza di distorsione.II ricevitore a reazione qui presentato, seben costruito ed allogato in elegante mohiletto.>potra rappresentare degnamente il ricevitoreradio - da comodino . quello che si ascoltanelle ore notturne nella propria stanza daletto, prima di concludere una giornata dilavoro.L'alimentazione in corrente alternata, prele-vata dalla rete-luce, non comporta alcun pro-blema di autonomia ed il costa di esercizio eassai limitate, di gran lunga inferiore a quellodi un analogo apparato alimentato con pile.Dunque, per chi ancora non possedesse ilcosidetto ricevitore da comodino e questaun'occasione propizia per realizzare un oggettodi grande utilita per se stessi e per gli altri.Pi esso vi spiegheremo il funzionamento, con10 scopo di porgere un ulteriore lezione diradiotecnica a coloro che fossero ancora agliinizi di tale materia, vi insegneremo a co-struirlo e vi diremo come 10 si adopera.Cominciamo pertanto con l'esame dellaschema elettrico del ricevitore, per cornpren-

    dere bene ilpercorso dei segnali radio lungo ilcircuito e l'esatta funzione dei vari compo-nenti.580

    Lo schema elettricoLo schema elettrico del nostro ricevitore equello rappresentato in fig. 1. Due diverseboccole rappresentano i due possibili ingressidel ricevitore; esse corrispondono a due diversitipi di antenna. Sulla boccola Al si colleghera

    l'antenna di tipo norrnale, quella lunga instal-lat.a sopra il tetto della casa: sulla boccola A2si collega I'antenna corta, che puo essere rap-presentata da uno spezzone di filo della lun-ghezza di 1 metro circa. I due condensatoria pasticca CI e C2applicano isegnali captatidall'antenna variabile C3.L'avvolgimento L1 fa parte della bobina disintonia di tipo Corbetta CS3jBE, che vienenormalmente impiegata come bobina oscilla-trice rna che, in molti casi, si presta assai benead essere impiegata come bobina di sintonia.Nel circuito di sintonia avviene Ia solitaselezione dei segnali radio e cio significa che,a seconda della posizione delle lamine mobilidel condensatore variabile C3 rispetto a quellefisse, nel circuito di sintonia e presente unsolo segnale radio, quello la cui frequenzacorrispoIide alla frequenza di risonanza delcircuito stesso.II segnale radio selezionato viene prelevatotramite il condensatore C4 e la resistenza R2,dal circuito di sintonia ed applicato alia gri-glia controIlo deIla sezione pentodo del)a val-vola VI.Questa valvola, che e di tipo ECF82, e unavalvola doppia, un triodo-pentodo cornune-mente usato nei ricevitori a conversione di

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    filo d1i massa

    Fig. 2 - Schema pratico.

    frequenza. Nel nostro progetto essa vienesfruttata per tre diversi compiti: alla sezionepentodo vengono affidati i compiti di amplifi-care e di rivelare i segnah di alta frequenza. in arrivo; aUa sezione triodo e affidato il solocompito di amplificare i segnali radio di bassafrequenza che, prelevati dall'anodo (piedino 1della valvola) vanno a pilotare la cuffia 0 l'alto-parlante,II segnale applicato alla griglia controllo

    della sezione pentodo di Vl (piedino 2 dellavalvola) produce delle variazioni nella tensio-ne di polarizzazione della valvola stessa; talivariazioni si tramutano in variazioni di cor-rente, si ha cioe l'amplificazione del segnale,La corrente elettronica, che attraversa la

    valvola, fluisce ovviamente anche attraverso ilcatodo e, di conseguenza, attraverso l'avvol-gimento L2 ed i:l potenziometro Rl. Ma labobina L2 e accoppiata induttivamente conla bobina Ll , Avviene COS! che il segnale,uscente dal catodo, rrvelato e amphficato,ritorna per induzione nella bob ina L1 e, quindi,alia griglia controllo della sezione pentodo diVl. La valvola provvede cost ad un'ulterioreamplificazione del segnale. Questo ddo, pe-

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    raltro, non si ripete alI'infinito, perche in talcaso la valvola Vi entrerebbe in oscillazioneed il ricevitore diverrebbe un trasmettitore.II ciclo di reazione, cioe il ritorno del segnaledalla valvola al circuito di sintonia, vienecontrollato mediante il potenziometro RI, cheregola appunto la reazione.Mediante il potenziometro Rl si riesce ad

    ottenere Ia massima amplificazione del segnale,senza che si venga a determinare 10 statooscillatorio del circuito. Se e vero che sul ca-todo della sezione pentodo di Vi (piedino 7della'valvola) e presente it segnale radio rive-lato e amplificato, e altrettanto vero che 10stesso segnale e pure presente sulla placcadella stessa sezione pentodo di VI (piedino 6).Ed e proprio da questa placca che si provvedea prelevare il segnale mediante it condensa-tore C6 e ad applicarlo alia griglia controllodella sezione triodo (piedino 9 della valvola).In questa seconda sezione della valvo.la il se-gnale viene ulteriormente amplificato e resoadatto a pilotare la cuffia 0 l'altoparlante.II ricevitore, COS! come e presentato nello

    schema elettrico di fig. 1, potra present arefenomeni di distorsione sonora quando essofunzioni in prossimita di emittenti rnoltopotenti. Per ovviare a tale inconveniente con-

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    sigliamo di aggiungere una resistenza e uncondensatore nel circuito di catodo (piedino 8della valvola), allo scopo di polarizzare ulte-riormente la sezione triodica; in altre parole,anziche collegare direttamente il catodo amassa, si provvedera ad interporre fra esso ela massa stessa un condensatore catodico

    Bobina di sintonia e di reazioneCome abbiamo detto, gli avvolgimenti Ll

    ed L2 risultano effettuati su uno stesso sup-porto di materiale isolante e per essi si fautilmente impiego della bobina tipo CorbettaCS3/BE, che norrnalmente viene usata comebobina oscillatrice rna che nel nostro progettofunge assai bene da bobina di sintonia e direazione. Poiche la bobina utilizzata e unabobina oscillatrice, e evidente che I'interagamma delle on de medie risultera spostataverso il Jato delle frequenze pili alte. Per-

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    tanto, chi abita in una zona servita da emit-tenti locali, la cui frequenza di trasmissioneviene a cadere all'altra estremita della gammadelle onde medie f frequenze pili basse), dovraprovvedere ad aggiungere un condensatorefisso da SOpF in parallelo alla bobina L1 e,quindi, al condensatore variabile C3, in mododa far rientrare in gamma l'emittente stessa;in tale inconveniente si trovano, ad esempio,coloro che abitano a Caltanissetta.

    AIimentazioneL'alimentatore del nostro ricevitore in rea-

    zione e di tipo normale. L'assorbimento dicorrente viene fatto dalla rete-Iuce. Le duetensioni necessarie all'alimentazione del rice-vitore, quella di accensione del filamento dellavalvola e quella anodica, vengono ottenutemediante un autotrasformatore dotato di av-volgimento secondario per la tensione di ac-censione a 6,3 V. Dato che l'autotrasformatoreTl non e dotato di prese intermedie, esso do-vra essere caIcolato per la tensioine della reteluce che si ha a disposizione. Ovviarnente,variando la tensione della rete-Iuce, occorreravariare il valore della resistenza R7. Riper-tiamo qui sotto l diversi valori da attribuirsialla resistenza R7 in corrispondehza delle trepili comuni tensioni di rete.

    Tenslone dl rete I Valore dl R7I125 V 8p ohm

    160 V 40() ohm220 V 1000 ohm

    II raddrizzamento della corrente alternataviene ottenuto mediante un comune raddriz-zatore al silicio, mentre il liveUamento dellacorrerfte raddrizzata si ottiene mediante l'im-piego di una cellula di filtro costituita dai duecondensatori elettrolitici C8 e C9 e dalla resi-stenza R6.

    Due uscite11 nostro ricevitore, come abbiamo gra spie-

    gato, prevede l'ascolto sia in cuffia che in alto-parlante. Mediante l'impiego di un altopar-lante, logicamente, non si otterra una elevatapotenza di uscita, tuttavia la senorita risulteraugualmente sufficiente e gradita. IItrasforma-tore d'uscita, che si dovra accoppiare all'alto-parlante, dovra avere il valore di 7000-10000ohm.

    Realizzazione praticaLa realizzazione pratica del ricevitore come

    si nota nei disegni, e ottenuta su un telaio dilegno. Sulla parte frontale del ricevitore risultaapplicata una tavoletta di legno che funge dapannello. Su di essa appaiono i perni dei duecomandi del ricevitore, quello del condensa-tore variabile C3, che perrnette la ricerca delleernittenti, e quello del potenziometro RI, chepermette di regolare la reazione. Sempre suipannello frontale appaiono le due boccoleAl-A2 per I'applicazione del tipo di antennaprescelto; vi sono pure le due boccole per lapresa di uscita (altoparlante 0 cuffia).Sulla parte anteriore del telaio risultano ap-

    plicati l'autotrasforrnatore Tl, il condensatoreelettrolitico doppio C8-C9 e la valvola VI. Tuttigli altri componenti risultano montati nellaparte sottostante il telaio.Impiegando il telaio di legno non e possi-

    bile ricavare aIcuna presa di massa; la massacomune, pertanto, verra ottenuta mediante uncavo- di rame nudo di sezione elevata.Ricordiamo ad ogni modo che il ricevitore

    non presenta elementi critici, che esso e moltostabile e la reazione stessa si dimostrera dolce e regolare.

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    U no dei rnaggiori inconvenienti del razzo-modeUismo 'e dovuto alIa necessita didover spesso disporre di somme di dana-ro di una certa entita per intraprendere deiprograrnmini sperimentali imperniati su raz-zomodclli che raggiungono determinate presta-zioni, e nello stesso tempo per corredarsi diuna certa attrezzatura, comprendente stru-menti sia per il lancio sia per it rilevamentoe la registrazione dei dati e dei risultati conse-guiti; questo impone pertanto nella rnaggio-ranza dei casi la necessita di costituire delleassociazioni, 0clubs 0gruppi, con le relativedifficolta nascenti dalla loro necessaria orga-nizzazione. Sembrerebbe pertanto che debbarestare escluso il razzomodellista isolato: inol-tre un tale genere di razzomodellismo nonsernbra possa far presa su colora che gia sidedicano ad una attivita con simile, e the colrazzomodellismo possiede gia molti punti dicontatto, vale a dire I'aerornodellismo.Presentiamo pertanto ai nostr iamici lettori

    un razzornodello e li nuovo tipo, anzi probabil-mente un nuovo genere di razzomodellismo.la riproduzione in scala. Si tratta di un genereaccessibile a chi abbia sin pur rninimc nozionidi aeromodellismo 0 eli costruzioni modelli-stiche in generale, e a chi preferisca 0 debbalavorare isolatamente; la spesa e ridotta a]rninimo, e nonostante cio si ottengono del ri-sultati brillanti e sicuri.Ad uso dei lertori, e soprattutto perche ci

    sernbra opportuno a questa pun to, tracciarnouna breve rnonografia del mjssilc su cui ~i1110deJIa la nostra r iproduzione.Il missile A.4. sigla di Aggregat n. 4, e me

    glio .xmosciuto con la sigla militare di V.2 asua 1'01ta abbreviazione di Vergeltungswaffen. 2, cioe anna di rappresaglia n. 2, e statosenza dubbio il prirno eil pili conosciuto mis-sile balist ico di impiego bellico. Lo sviluppodel missile e dovuto ad un gruppo di militarie scienziati tra cui gia si dist ingueva quelloche doveva poi divenire la figura pili rappre-sentativa delle scienze missillst iche e astro-nauticfie, il dott. Wernher von Braun.II prirri:o esernplare del modello delinitivofu Ianciato nell'ottobre 1942 e yolo egrcgia-mente per 270 krn.La rnessa a pun to dell'ord igno Iu len ta l'

    laboriosa sin per cause tecniche che per causepolit.iche e militari, rna finalmcnte ~i passualla realizzazione in serie nelle fabbrichc solterrance corazzate di Peenemunde ove era an-che il famoso pnligono sperimtmtalc.Furcno realizzati forse 12.000 esernplari del

    missile che pcro giunse t roppo lard! per in-fluenzare l'esito della 2' Guerra Mondiale: imassicci bornbardamenti Iurono diret t isoprattutto centro Londra, con danni rilcvant i Ill;'

    soprattutto con effetto demoralizzante.Tuttavia, gia allo stato operativo, il missile

    non pare fosse ne troppo preciso ne tropposicuro: oltre il 40 % degli ordigni lanciatl nonraggiungeva il bersaglio per errori di rotta 0guasti interni; molti poi ricadevano al suoloappena lanciati, per difetti nel motore razzoo nell'apparato alimentatore, e provocavanodanni aile attrezzature e al personale,Alia fine' della guerra gli Americani, rna so-prattutto i Russi, fecero un ricco bottino de-gli esemplari non lanciati. >-Dalla V.2 derivarono dircttamente molti mis-

    sili americani, quali ilViking e it Redstone, emolti russi, poco conosciuti.La V .2 era un missile fusiforrne, dotato di

    impennaggi in coda per la stabilira e la rna-

    R l l z z o m o t l e l l o.t h e r i l l r o t l l l t ei n s t t i l l lil m i s s i l ep i i l l l lm o s o

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    novrabilita. Costruito in acciaio sia per lastruttura che per il rivestimento, pesava avuoto sulle due tonnellate: portava un caricodi 900 kg. di esplosivo Amatol e 9.800 kg. dipropellenti, costituiti da ossigeno liquido infunzione di ossidante, e alcool etilico rnisce-lato al 25 % di acqua come 1 cornbustibile. Idue relativi serbatoi erano isolati dal rivesti-mento con lana di vetro, affinche il riscalda-mento dell'attrito atmosferico non li faeesseesplodere. In serbatoi pili piccoli erano pre-senti acqua ossigenata e soluzione di perrnan-ganato per attivare Ie pompe di alimentazione,e inoltre gas compressi.La V.2 era dotata di un potente motore da

    25.400 kg/spinta, ehe bruciava per 68 seeondi.Le- pareti del motore recavano esternamenteuna fittissima spirale di condutture in cuiscorreva il combustibile prima di essen! bru-ciato: in tal modo si otteneva un efficaceraffreddamento del motore e si reeuperavaenergia termiea migliorando cosi il rendi-mento. II controllo dell'ordigno avveniva nel tratto

    di vola con mot ore acceso e oltre, a mezzo diradiocomando da terra che agiva sulle partimobilidegli impennaggi Ii su quattro superficimob ili in grafite pura disposte entro il gettodi searieo del rnotore.La V2 era lunga 14 metri, con un diametro

    di 1,60 m.; l'apertura delle alette caudali eradi 3,60 m. La velocita massima era di oltre5.700 km/h con una gittata di 300 km. e unatangenza di 100 km. Negli U.S.A. una V.2 rag-giunse I'altezza record di 183 km.II nostro modello e una riproduzione in sca-

    la 1:50; e realizzato in legno duro e antico-rodal e utilizza un motore del tipo a born-boletta . cioe ricavato da una bornbolettavuota di quelle usate per caricare i sifoni diseltz; 0 gli accendisigari Ronson a gas li-quido. Per il nostro razzornodello abbiamopuntato su una duplice soluzione realizzativa:il fatto si e reso neeessario in quanto la primasoluzione da noi prospettata si presentavaparticolarmente attraente per gli aerornodelli-sti, dato che ricalca certi metodi di costru-zione largamente applicati nel modellismo ingenerales rna questo metodo present a qualchedifficolta per chi sia un po' scars-no se noncompletamente digiuno in materia. E poiche inostri articoli di razzornodellismo si prefiggo-no anche finalita divulgative, abbiamo pensatobene ricorrere ' anche ad una formula costrut-tiva pili semplice ed accessibile, lasciando allettore l'imbarazzo della scelta.In sintesi, la prima soluzione prevede una

    costruzione della fusoliera completamente inlegno, senza cornpromettere la resistenza evantaggiosa dal punto di vista estetico: la se-

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    ItRllISPINTAIN I;;BiNO

    I SOLUZIONE INTERAMENJE IN LECNOI

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    conda perrnette di realizzare la fusoliera inlegno e metallo, e quantunque sia meno aero-modellistica facilita indubbiamente la rea-lizzazione.E passiarno finalmente alia nostra descri-zione.La fusoliera nel primo tempo di realizza-

    zione si compone dille seguenti parti:n. 1oglva in legnon, 8 HstelU in legno sagomatln. 1 sezlone poppleran, 4 alette In compensate,Un totale di 14 pezzi da realizzare a mana

    e al tornio, e che permettono di sfruttare 13propria abilita modellistica.Cominceremo col far tornire l'ogiva e la se-

    zione poppiera secondo i disegni indicati infigura; successivamente con una raspa e cartaabrasiva darete agli zoccoli dei due pezzi unasezione ad ottagono, che traccerete con l'au-silio di un compasso.Inoltre praticherete due scanalature longl-

    tudinali sulle pareti della scavo interno del-l'ogiva, per permettere il passaggio delle vitimontate sulla testa del tubo del motore.Sulla superficie esterna dena sezione pop-

    piera praticherete altre quattro scanalaturelarghe 2 mm. per incastrare g!i alettpni.Occorrono ora 8 listelli di legno abbastanza

    duro (si raccornanda di non usare balsa, nern-rneno per realizzare gli altri pezzi); le dimen-sioni dei listelli deb bono essere 12 7 mm. dilunghezza, 15 mm. di larghezza e 5 mm. dispessore.Ora, sempre con l'ausilio di carta abrasiva

    e raspa, sagomerete gli otto listelli arroton-dando una delle facce maggiori secondo ilraggio di curvatura della fusoliera che e di20 mm., mentre Ie facce laterali vanno lavo-rate in modo da risultare inclinate di un an-golo di 67,S' rispetto alla faccia maggiore; po-trete controllare di aver raggiunto questa in-cIinazione con una sagornina in cartone rea-!izzata appunto con un angelo di tale apertura.Ana line della lavorazione le otto strisce,

    messe una accanto all'altra, dovranno formarela sezione cilindrica della fusoliera.Nel secondo tipo di realizzazione fa fusolie-

    ra risulta costituita da un minor numero diparti, le seguenti:n. 1oglva In legnon. 1 canna' antfcorodal 0 40xl,S, lunghezzamm. 127n. 1 sezlone popplera, In legnon, 4 alette In compensate.I pezzi qui elencati eliminano la necessita

    di costruire la sezione cilindrica con otto li-stelli di legno, sostituiti dalla canna di anti-corodal; gli altri pezzi presentano diversita dimisure soltanto nella parte degli zoccoli.

    L'ogiva e la sezione poppiera vanno montateal tubo di anticorodal mediante viti a legno 0viti Parker a testa svasata piana, di piccoledimensioni, 2,5 0 3 mm. di diarnetro al massi-mo. Le alette vanno montate mediante 10 stes-so sistema delle scanalature, e vanno incollatein sede, con una colla forte tipo Bostik.Passiamo ora a parlare dell'organo propul-sivo del nostro razzomodello V.2.Tale organo e identico in entrambe le solu-

    zioni costruttive, e si compone delle seguentiparti:n. 1 bomboletta In acclalo usata, tipo Ronson

    o anldrtde carbonlca per seltzn. 1 . canna antlcorodat 0 25x 1 mm., lunghez-

    za 218 mm.n. 1 . fondello reggispinta in legno torniton. 2 viti a legno In acclalo.Anzitutto faremo lntestare e ridurre alle di-

    mensioni .volute il tubo di anticorodal, e a5 mrn. da una estremita pratichererno due foridiametralmente opposti da 3 mm. attraversocui passeranno Ie due viti a legno; volendopotremo anche applicarvi una vite lunga 30mm., che passi da parte a parte e venga fis-sata all'estrernita con un dado. La parte spor-gente in eccesso dal dado vena elirninata conuna lima.Il fondello di centraggio pub essere sempli-

    cemente posto dietro tale vite, oppure fissatoai fori con le due viti a legno; tale fondello,realizzato in legno duro, ha la funzione di as-sorbire e trasmettere alIa struttura la spintadel motore razzo e presenta una cavita conicasu una base per centrare assialmente ilmoto-rino, costituito appunto dalla bomboletta cheha la parte superiore arrotondata.La bomboletta prima dell'utilizzazione come

    motore razzo dovra subire qua1che lavorazio-ne nel foro che fungera da ugello: il diametrodi questo verra portato alia misura di 5 mm.con una punta da trapano.Una fascia di amianto spes so 3 mm. circon-

    dera completamente la bomboletta entro lacanna di anticorodal, al dnplice scopo di iso-lare termicamente il motore, e tenerlo fissoin sede.E' da notare come ilmotore sia allogato inalto nel tuba di scarico costituito dafla cannaantlcorodal, cosicche la sua posizione risultaoltre la meta lunghezza: questo accorgimentoda noi appositamente studiato perrnette diavere un centro di gravita molto spostato inavanti, il che crea una notevole coppia di rad-drizzarnento, ottenendo in tal modo una no-tevolissima stabilita del razzo sia alla parten-za, che avviene senza binari di guida, da unasemplice piattaforma; sia durante il yolo conmotore acceso, durante ilquale la spinta ere aun momento di notevoie intensita: sia durante

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    ALETTONE IN COMP~NSATOr-----~:37 11 -7

    SEZIONEIN LE:GNO

    REGGISPINTAIN LEGNO

    V2

    -,

    il vola balist ico in cui al lcl.l ct Io del centro digravita si aggiunge l'influenza delle alette.Parliamo a questo punto del montaggio del

    razzo realizzaro secondo la prima formula,quell a modellistica per intenderci: I'avevarnofinora rimandato appositamente, perche prima

    dovevumo parlare dellorgano propulsive. Que-sta infatti viene a costituire la base intornoa cui procede il montaggio, mentre nella se.conda soluzione si procede semplicemente adinfilarlo nella fusoliera,Si inseriranno dunque l'ogiva e la parte pop-

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    .~ POTEHTISSIMITELESCO P I ACROMATICIChild.,. i/ nuo vo CA r AlO GO GfNfRAU III USTRATODIUa Ing. Alinari - Via Giusti 4/P-TORINO

    piera nel tubo, in modo che i Iati ottagonalidei due zoccoli eoincidano: con la col'la BOostik si incolleranno gl] otto lis telli , con unmontaggio del tipo a fasciame; si monterannougualmente Ie alette provvedendo a Iasciaredelle apposite fessure nelle connessioni deilistelli per infilarvi le linguette degli alettoni.Occorrera far tirare la colla al punto giusto,per evitare eventuali... smontaggi in yolo!II disegno aiutera molto nella comprensionedell'esatta posizione di montaggio.II pr~pellente sara preparato con 100 gr.di polvere COS! composta: 66% zinco in pol.vere, 32% zolfo in polvere, 2% clorato potas-sio. Gli ingredienti vanno miseelati e setae-ciati a lungo e accuratamente. Con questa pol-vere verra ben riempita la bornboletta, e con-ternporaneamente vi si infilera anche uno spez-zone di miccia Jetex lungo in totale 40 em.La base di lancio verra preparata can unpezzo di lamiera di 10 cm. di lata, can ai ver-tici quattro viti fissate da un dado che fun-gono da gambe di sostegno: la lora lunghezzadeve essere tale da poterle infilare saldamente

    in terra e tenere la piattaforma sollevata dialmena 3 ern. Sotto la piattaforrna va infattisisternato orizzontalmente uno spezzone di tu-bo contenente il propellente avanzato, che

    verra aceeso da un altro spezzone di micciaJetex legato allo spezzone fissato al motorea 15 ern, dall'inizio; tale spezzone derivato sara lungo 15 ern.In tal modo avremo alia partenza Ie seguen-ti fasi: dall'accensione della miecia avete al-meno 35 secondi per mettervi al riparo (atten-zione a riparare anche la testa, e state adalmeno 30 m.l): dopo 30 sec. dall'accensionesi sprigioneranno delle fiamrnate con fume dasotto la piattaforma, con un effetto quantomai realistico e spettacolare, tanto che vi sern-brera di assistere da lantana alia partenza diuna vera V.2; dopo 35 secondi infine il razzopartira, salendo ad oltre 50 m., quota appa-rentemente modesta rna che vi perrnettera diIanciare il modellino in qualsiasi spiazzo li-bero disponibile che misuri almeno 100m. diraggio a partire dalla base di lancio (e sem-preche al lancio sia reso .deserto).Vi consigliamo infine di verniciare il razzo,stuccando prima accuratamente la superficie,e poi colorando 0secondo gli sehemi mimeticitedeschi (grigioverde scuro, facoltativamentecon ehiazze chiare) 0 quelli sperimentali ame-ricani: corpo bianco, alettoni bianchi e nerialternati, fasce e strisce sottili a zig-zag neresui corpo.

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    ~G 'TATORE0 1 , C O L O R IA gitare prima dell'uso ! E' questa la clas-s.ka:d.icitura ~he appare i~ molti pr?dotti- liquidi, conf'ezionati III vasi 0 bottiglie. Lasi legge nei prodotti farmaceutici, in quellialimentari e, quasi sempre, in quelli di me-sticheria, ilnegozio specializzato nella venditadi colori e vernici.

    11 professionista e il dilettante sanno beneche, prima di apr ire un barattolo di colore edi accingersi ad iniziare un lavoro, e sernprenecessario agitare il liquido energicamenre perqualche tempo, in modo da rendere completa-mente fluido e perfettamente ornogeneo il co-lore.Un vasa di colore ad olio, ad acqua 0 a qual-

    che altro tipo di solvente, quando rirnane perqualche tempo riposto sugJi scaffah di un rna-gazzino 0 in queJ1i del Iaboratorio, non puoessere utilizzato subito: il pigmento si accu-mula sul fondo, mentre l'olio od altra tipo disolvente risale verso la superficie, Agitare ilvasa di colore rappresenta un'operazione spon-tanea, rapida e assai pratica per ogni pittore.Tuttavia, oggi che la meccanica 0, meglio,l'elettromeccanica, e entrata un po' dovunque,apportando una grande quan tita di beneficipratici e un sensibile sollievo alle fatiche del-l'uomo, non si puo ammettere di trattare Ievernici e j colori con operazioni quasi primor-diali. Ed il conforto tecnico, in questi casi,prende il nome di agitatore elettrorneccani-co : un apparecchio per la verita assai sem-plice che in un batter d'occhio, senza alcunafatica e senza incorrere nel pericolo di spar-

    .590

    Per renderecompletamente fluido

    e perfeHamente omogeneoil colore.

    gere colore all'intorno permette di omogeneiz-zare il colore 0 Ia vernice contenuti in unvasa di lamiera del peso di uno 0 pili. chili.I verniciatori e gJi Imbianchini, per la verita,sanno bene che, agitando con Ie mani un ba-rattol'o di colore, ermeticamente chiuso, diffi-cilmente si riesce ad otten ere un liquido com-pletamente omogeneo; essi, d!unque, ricorronoad un bastoncino di legno del quale si servo-no a rno' di mescolo, certi di ottenere il risul-tato voluto.

    Come e fattoLa costruzione dell'agitatore elettromecca-

    nico risulta estremamente semplice. L'elemen-to principale che 10 cornpone e un carnpanel'Ioelettrico dal Quale e stata eliminata la cam-pana e in cui il battaglio viene sostituito conun pezzo di corda di pianoforte. Il carnpanelloviene alimentato d'a un trasformatore connes-so direttamente con la rete Iuce,II tutto viene montato in una impugnatura

    a pistola. L'apparecchio e equipaggiato coninterruttore elettrico a pulsante. Quando ]'0 siusa, si introduce 10 spezzone dd corda nel vasacontenente .il colore e si ,preme il pulsantedell'interruttore. Le vibrazioni della corda sa-ranno sufficienti per ottenere un liquido corn-pletarnente omogeneo.

    CostruzioneLa prima cos a da Iarsi, prima di iniziare Ia

    costruzione vera e propria dell'agitatore elet-

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    trorneccanico, e quella di procurarsi un cam-panello elettrico funzlonanre. Proporzional-mente ad esso si preparera l'impugnatura dilegno, come indica to nel disegno di fig. 1.Si provvedera a staccare i1 battaglio d!alla

    piastrina vibrante del campanello elettrico: alsuo posto si provvedera a saldare un pezzo dicorda di pianoforte (D). Chi non e in gradodi effettuare saldature, potra risolvere ugual-mente il problema mediante avvitamento,provvedendo a perforare Ie part icon un tra-pano a mana. Attorno allo spezzone di cordavibrante si provvedera a costruire una prote-

    Fig. 1 Le parti fondam.ntali che eem-pongono I'agltatore di colori sono Ie . e -gu.nti: A cont.nitore della suoneriaelettricai .8 d.nte di arresto dell'oppa-recchio sull'lmbocCl.lturadel barattolo dicolore; C protez:ioneaterna del vibra.tore; 0 . corda di accialo vibrant. saldataalia pia.trina mobile delcampanello; E .avvolgimento .I.ttrico del campanello;F aldature della protezione del vibratoresui contenitore del ccunpanelloj G . inter.ruttore a pulsant.; H impugnatura dilegno d.lI'appar.cchioi I - cordon. dl ali.mentazione.

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    zione, mediante un filo d'acciaio (C), incur-vato ad U e saldato alle estremita sulla car-cassa del campanello elettrico (F). Anche que-ste saldature potranno essere eliminate, filet-tando Ie due estremita del filo d'acciaio edunendo poi le parti mediante dadi.Sulla parte superiore dell'agitatore, in cor-rispondenza del campanello elettrico, si prov-vedera ad applicare un pezzo di ferro ricurvoad U cui sono serbate le funzioni di dente difermo dell'agitatore quando la sua parte vi-brante viene introdotta nel vasa contenentela vernice 0 ilcolore. II dente di ferrno co-stringe l'agitatore ad arrestarsi suI bordo delvasa permettendo l'immersione della sola cor-da vibrante.

    S Y 2

    L'impugnaturaL'impugnatura e ricavata da legno compen-sato in due par ti perfettamente Icombacianti.II legno compensato dello spessore di 5 mmsi presta utilmente allo scopo. Internarnentealle due guance si provvedera a ricavare

    la scanalatura per I'alloggiarnento del cordonedi alimentazione e dell'interrutore a pulsan-te (G). Come abbiamo detto, l'interruttore (G)serve a comandare la messa in mota dell'agi-tatore.II vantaggio di utilizzare un interruttore apulsante e sentito durante l'uso dell'apparec-chio, in cui la corrente di alimentazione pubessere cornandata a piacere, mettendo in motaistantaneamente I'apparecchio oppure inter-rompendo bruscamente il suo fuhzionamento.L'unico inconveniente e quello di dover te-nere costantemente pressato con ildito-ilbot-tone dell'interruttore durante ilfunzionamentodell'apparecchio .. E' ovvio che il campanelloelettrico non potra essere collegato' diretta-mente alia rete-luce, perche tutti i campanellielettrici vengono costruiti per funzionare conla tensione di 6 0 12 V. La spina del cordonedi alimentazione dell'agitatore, pertanto, do-vra essere innestata su una apposita presainstallata sul trasformatore per campanelli.L'avvolgimento primario di questo trasforma-tore verra direttamente connesso con la reteluce.FunzionamentoII funzionamento dell'agitatore elettromec-canico, a questa punto del nostro dire, sarastato gift compreso dal lettore. Comunque vo-gliamo, per maggiore chiarezza, spiegarlo ul-teriormente.Quando si preme ilpulsante (G), la correntefluisce attraverso le bobinette del campanelloelettrico ed il compIesso lamina-spezzone dicorda d'acciaio si mette a vibrare rapidarnenteII fiIo d'acciaio ricurvo (C) di protezione evita

    all'agitatore (D) di urtare le pareti della sea-tola contenente il colore, durante ilfunziona-mento dell'apparecchio. La rapida vibrazionedel filo d'accio (D) provoca l'omogeneizzazlonedel colore 0 della vernice in un tempo assairapido.Material. necessario1) 35 em dl corda d'accialo per pianofortedel dlametro dl 2 mm. 2) Un campanello elet-trico. 3) Legno compensate. 4) Un mterruttorea pulsante. 5) 80 em dt filo d'aceialo (prote-zione) del diametro dl 3 mm. 6) Cordone d'all-mentazione.

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    RAC I N

    IN S C A T OLA 0 1 1 MONTAGG I IOT ra i radioriparatori si e autornaticamenteforma to un ordine di importanza con cuivengono classificati gli strumenti neces-sari per il laboratorio. E l'ordine di impor-tanza si identifica con quello di acquisto amana a mano che si progredisce nella praticadella radio: prima si compera il tester, poil'oscillatore modulate, quindi it signal tracinge, per ultimo, ilprovavalvole,II tester perrnette la lettura delle tensionie delle correnti in corrente continua ed in

    corrente alternata, oltre la misura delle re-sistenze.L'oscillatore modulato fornisce tutta la gam-

    ma di frequenze corrispondenti a tutte Ie lun-ghezze d'onda riscontrabili in pratica.Il signal tracing, che pub considerarsi uno

    strumento di recente concezione e quindi nuo-vo per iI radiolaboratorio, permette di seguire,punto per pun to, un segnale immesso nel ra-dioricevi tore.Il provavalvole permette la misura di tutti

    i principali parametri dei tubi elettroniei.Tra iquattro strumenti chad, I'ultirno arri-vato, ilpili recente, e il signal tracing ed e cosi594

    importante che si e automaticamente inseritoal terzo posto della graduatoria stabilita dairadioriparatori.Noi aggiungiamo che il signal tracing e an-

    che 10 strumento pili semplice, il pili facilead essere costruito e che non vale la pena diacquistare gia bello e fatto in negozio, comeinvece si fa per gli altri strurnenti.Ed e proprio per questi motivi, ed anche per

    aiutare i nostri lettori appassionati di radioad arricchire illoro laboratorio con uno stru-mente della massima utilita, che abbiamo fat-to progettare, costruire e collaudare H signaltracing, descritto in queste pagine, che e mes-so a disposizione di tutti i let tori, in scatoladi montaggio, ad un prezzo modestissimo eche si rivelera molto prezioso durante la ri-parazione di qualsiasi tipo di apparecchio ra-dio, sia esso a valvole 0 a transistori, di qua-lunque amplificatore e, persino, dei televisori.Ma c'e di piu: la scatola di montaggio che

    offriamo ai lettori perrnette di realizzare unostrumento di minimo ingombro, a transistorl ea pila con grande autonomia di servizio.

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    Descrizione tecnicaIl nostro signal tracing permette di indivi-duare dif'etti e guasti in brevissimo tempo diindagine, mentre tali risultati non si potreb-bero ottenere seguendo i metodi teorici dellaradiotecnica classica, La nostra piccola rea-lizzazione perrnette appunto di ottenere risul-tati immediati. Essa si compone, principal-mente, di due transistori pnp di tipo SF1'353,montati in un classico circuito multivibratore.La forma d'onda generata e quadra impulsiva.La sua ricchezza di armoniche trova eccellenteimpiego dall'audio della bassa frequenza all'al-ta frequenza, in uno spettro di frequenze con-tinuo. I valori resistivo-capacitivi sono statiscelti in modo da produrre una frequenza infondamentale di 800 Hz circa. II segnale diuscita tra picco e picco e di circa 9 V, e cio e

    state ottenuto prelevando l'uscita dai collet-tori dei transistori. L'assorbimento del cir-cuito e di 0,5 rnA. Data l'esigua corrente as-sorbita, la durata della pila da 9 V, del tipodi quelle usate per i ricevitori tascabili a tran-sistori, sara quindi molto lunga, anche percheiI multivibratore funziona solo quando vienepremuto il pulsante (S1). Lo strumento e cor-redato dd un filo di collegamento composto diuna micropinza a coccodrillo e di una micro-spina, per permettere ilcollegamento, quandoesso si rende necessario, alIa massa dell'ap-oarecchio in esame.

    Esempi di impiegoL'uso de] nostro signal tracing e assai sem-plice: si collega la presa a bocca di cocco-drillo al telaio del ricevitore da riparare e conilprobe si inietta ilsegnale generato dal signaltracing nei vari punti del circuito da esarni-nare, premendo il pulsante S1.Per proteggere i componenti montati nelsignal tracing, consigliamo di non controllarequei punti dei circuiti in cui le tensioni risul-tano superiori ai 250 V. Nella necessita didover controllare tensioni superiori, consiglia-mo di inserire tra la massa dell'apparecchioin esame e la microspina di massa del signaltracing, un condensatore del valore capacitivodi 20GOpF circa e della tensione di lavoro di500 V.

    Riparazione dei ricevitori a valvole1) Verifica altoparlante: non alimentare l'ap-parecchio in esame. Collegare la massa delsignal tracing ad!un capo della bobina mobiledell'altoparlante: col puntale esploratore toe-care I'altro capo della bobina mobile prernen-do il pulsante, Se l'altoparlante sara efficientesi udra la nota del signal tracing.2) Verifica trasformatore d'uscita: non ali-mentare l'apparecchio. Collegare la massa delsignal tracing alla massa dell'apparecchio inesame: col nuntale esploratore toccare il nir'_

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    p r o b e

    Fig. 2 - LQfoto illustra I'apparecchio agi-tatore di colori smontato nella parte supe-riore; eben visibile la corda d'ccciolevibrante e IQ protezione in filo d'acciaio.

    dino della placca della valvola finale audio,premendo ilpulsante; se il trasformatore saraefficiente si udra una pill intensa nota rispettoa quella uscita nel primo easo.3) Verifiea della valvola finale: alimentareI'apparecchio, Toccare col puntale esploratorei1 \,iedino della grigIia di detta valvola: siudra una nota ancora piu intensa di quellaudita nel secondo caso: cio denuncia la per-fetta efficienza della valvola in esame.4) Verlfiea della valvola preampUfieatrlee:laseiare alimentato I'apparecchio, Toeeare eolpuntale esploratore il piedino delia griglia didetta valvola; si udra una nota aneora pili in-tensa di quella udita nel terzo easo, contraria-mente, la valvolae difettosa.Per tutti gli alti stadi di alta frequenza usareIa stessa teeniea.

    Riparazione dei ricevitori a transistoriSara bene premettere ehe gli elettrodi dellevalvole corrispondono circa a quelli dei tran-sistori e cioe: la plaeea e rappresentata dal

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    eollettore, la griglia dalla base e ileatodo dal-l'ernittore. Quindi la teeniea d'impiego delsignal tracing e identica a quella descritta pergl] appareeehi radio a valvole. Per diminuireil segnale emesso dial signal tracing si consi-gl~a d'inserire una piccola capacita tra pinzae massa.Rlparazione dei. televisori,n signal tracing trova largo campo d'irnpie-gq in TV per la verifiea di efficienza del cine-seopi, della Iinearita werticale in assenza dimonoscopio, nella verifica degli stadi di V.F.e A.F.1) Verifiea ill efliclenza del c1nescopl. Colle-gare la rnassa del signal tracing al telaio delTV, e' col puntale esploratore toeeare il pie-dina della zoccolo eorrispondente alla griglia

    di modulazione del cineseopio, od il piedinodel eatodo. Appariranno suI cineseopio in esa-me, delle barre orizzontali blanche e nere: ciosignifica che il tubo e efficiente.

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    2) Verlfica della Ilnearlta vertlcale. Seguen-do la tecnica descri tta nel caso 1) si agira suicontrolli d'ampiezza e linearita verticali, finoad ottenere I'uniformita dello spessore dellebarre, trascurando Ie prime due superiori inquanto queste si presentano di spessore infe-riore, dovuto alla Ieggera deformazione deldente di sega del TV.3) Verlfica stadt dJ video frequenza. Toccarecol puntale esploratore ilpiedino della grigliadella valvola finale video; dovranno appariresuI cinescopio, come nel primo e nel secondocaso, le barre, rna con forte contrasto. Si pas-sa a toccare col puntale ilrivelatore, sia essouna valvola 0 un diodo a cristallo: anche in

    dipendera dalle ' sue esigenze e, soprattutto,dalle capacita,,Reatizzazione praticaII lettore che vorra realizzare i1 nostro signaltracing, quando ricevera la scatola di rnontag-gio, dopo averne fatta richiesta al nostro Ser-vizio Forniture, dovra disporre tutti i compo-nenti sopra un tavolo per prenderne visionediretta e confrontarli con quelli che appaiononelle illustrazioni riportate su queste pagine.11montaggio va lniziato con la preparazionedella basetta del multivibratore. A tale scopoci si dovra munire di un saldatore con puntaacuminata, per poter agevolmente eseguire

    ~OMPON.NTICONDENSATORICl =C2 =C3 =

    10.000 pF4.700 pF4.700 pFprobe C1. 4 1 I , . . . . . . . .- . . _ . . ~

    RurSTENZERl = 4.700 ohmR2 = 220.000 ohmR3 = 220.000 ohmR4 - 4.700 ohmVAR'IETR1 = transistore 'pnp tipo SFT353T'R2 - tranlistore pnp tipo SFT35351 - interruttore a pursantePila = 9 V

    questo caso dovranno apparire Ie barre oriz-'Wntali.4) Verifica stadio audlo-frequenza net TV.Si usa la stessa tecnica usata negli apparecchiradio a valvole.' .Ripa'razione degli ampUficatotiFacendo uso. di un oscilloscopic, si potrasenz'altro rilevare egregiamente eventuali di-storsioni negli stadi, esaminando la formad'onda,Per localizzare eventuali stadi difettosi, siusera la stessa tecnica precedentemente de-scritta.Questi pochi suggerimenti danno solo unaidea del vasto irnpiego del nostro signal tra-

    cing. II tecnico avveduto che 10 impiegherapotra sbizzarrirsi in altri impieghi non accen-nati, come ad esempio nella telefonia in ge-nere, nelle linee di trasmissioni, ecc.; rna cia

    tutte Ie saldature anche nei punti meno ac-cessibili.Si prendano Ie quattro resistenze e s i pie-ghino i terminali in modo da poterli intro-durre negli occhielli rivettati della basettaIsolante.Si infilino Ie resistenze R2 ed R3 da 220.000ohm (rosso-rosso-giallo). Si infilino, successi-vamente, Ie restanti due resistenze Rl ed R4da 4700 ohm (giallo-viola-rosso).I quattro 'terminali comuni vanno saldati,mediante un pezzettino di filo, al pul'sante S1.Saldare al centro, neU'occhiello cornune, ta-gliare i terminali saldati usando tronchesineo forbid ben affilate.Si prendano ora i due condensatori C2 e C3da 4700 pF e si infilino dei pezzetti di guaina,

    della lunghezza di 7 mm circa, nei lora termi-nali. I terminali dei due condensatori vannoinfilati negli occhielli della basetta, dalla parteopposta delle resistenze.597

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    Fig,. 4 - Cosi Ii presenta internamente if signaltracing quando s] togl'ie iI eeperehle deUa suacustodia.Fig. 5 - Semp'litita, dimensioni ridotte ad ele-ganza sono gli elementi the taratterizzano este-rl'ormente 10 strumento.

    Prima di saldare i terminali dei due transi-stori, occorrera stenderne bene i terminalistessi, cercando di non accavallarli ed infilan-doli-negli occhielli della basetta dal lato delleresistenze. Ricordiamo che il terminale di col-lettore (c) e quello che sta dalla parte in cuil'involucro del transistore stesso e contra sse-gnato con un puntino blu: il terrninale dibase (b) sta al centro, mentre quello di emit-tore (e) si trova alI'altra estremita. Quandosi vanno ad effettuare Ie saldature dei terrni-nali dei due transistori, occorrera far beneattenzione a non scaldarli troppo per evitaredi guastarli; non si faccia mai uso di pastasalda 0 di qualsiasi altro tipo di disossidante;per Ie saldature si dovra impiegare 10 stagnoin filo per radiotecnici.Si prenda ora I'attacco della pila e si tagliilterrninale rosso a 75mm e ilnero a 55mm;in ambedue i terminali si pratichi una spella-

    tura di 2-3mm; le saldature vanno fatte dopoaver attorcigllato tra loro i due conduttori.

    Preparazione dell'astuccioLa punta esploratrice, altrimenti detta pro-

    be ", va applicata all'astuccio come indicatonelle nostre illustrazioni, usando la vite, ilcapocorda ed il pezzo esagonale e facendo at-tenzione di orientare il capocorda verso ilbasso. Su questo capocorda si fissera un ter-minale del condensatore Cl da 10,000 pF.La boccola va applicata nell'apposito foro

    ricavato su un lato dell'astuccio. II capocordava orientato verso l'aIto e ripiegato.

    Montaggio finaleLa realizzazione pratica del signal tracing

    viene cornpletata da aicune altre saldature.Si infili il terrninale del condensatore Cl

    nel foro della basetta in prossimita del pun-to A e si sisterni quindi la basetta nella appo-sita sede ricavata nell'astuccio. Si saldi il ter-minale del condensatore Cl nel punto A. IIterminale B va saldato nel capocorda dellaboccola laterale.Si taglino i fili eccedenti e si innesti la pila

    nell'apposito attacco sistemandola, quindi,nella sede dell'astuccio. Si metta ora il co-perchio e si avviti il puntale ed ecco che i1signal tracing e gia pronto per l'uso. Se tutteIe operazioni sono state fatte con cura edattenzione, il signal tracing funzionera ' sen-z'aItro.

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    L a tecnica di ricezione delle onde cortecostituisce, oggi, una delle tante specia-lizzazioni della radiotecnical Per impadro-nirsene, occorre tutto un tirocinio, che va dalmontaggio del semplice ricevitore a diodo algermanic, con ricezione in cuffia, fino allacostruzione dei pill complessi apparati. profes-sionali con circuiti a valvole e alimentati dallatensione di rete.E' un mondo a se quello delle onde cortee ad esso appartengono due categorie di ap-passionati: i semplici ascoltatori e i radioama-tori forniti divere e proprie stazioni ricetra-smittenti; rna alIa seconda categoria non sipub accedere se prima non si e fatta una verae lunga pratica nella prima.Occorre, dunque, cominciare con la ricezio-ne. Ma cominciare non basta, occorre comin-ciare bene per non cadere in insuccessi sco-raggianti fin da principio. E' necessario, quin-di, che chi e preso daIla passione per l'ascoltodelle radiofrequenze pill elevate, doe chi siaccinge a costruire da se, per Ia prima volta,60()

    R I C E V I T O R EP E R O N 'D E C O R T E

    un ricevitore particolarmente adatto per leonde corte non debba incorrtrare gravi diffi-colta ne debba imbattersi i n taluni problemiche possono risultare insormontabili.Per la verita, la costruzione di un ricevitoreper onde corte, in particolar modo quello atransistori, che sia caratterizzato da un discre-to funzionamento, da semplicita di costruzio-ne e del tutto privo di fenomeni di instabilita,e un'impresa piuttosto difficile da realizzare.Generalmente, per il raggiungimento delle ca-ratteristiche ora citate si sfruttano icircuma reazione, che offrono il vantaggio di unabuona sensibilita, rna che presentano I'incon-veniente di risultare difficoltosi per quel cheriguarda l'impiego e la loro messa a punto.Dimenticando di proposito, quindi, il ricevi-tore a reazione, pur nella certezza di mettereillettore nelle condizioni ideali per realizzareun apparato perfettamente funzionante, ab-biamo voluto presentare e descrivere in que-ste pagine il ricevitore per onde corte ORlO-NE", da noi appositamente progettato e col-

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    ' 9 > AN T~

    CUf"fIA

    R3' F O g 1 . Schema

    J d I r i oelettrico ecevitore.

    2 . Schema pratlco.ig.

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    L l

    late di massaFig. 3 - Per 10 costruzione delle bobine LIed L2si rende necessario I'impiego di un supporto iso-lante equipaggiato con quattro terminali.laudato per tutti coloro che, volendo aprireper la prima volta una finestra sul vasto pa-norama delle onde corte, volessero fare qual-che cosa da soli, qualcosa che fosse il fruttodel proprio intuito, della propria tecnica esoprattutto della propria passione.In altre parole ecco quanto abbiamo volutofare; presentare e descrivere al lettore un ap-parecchio adatto per la ricezione della gammache va dai 14 ai 7 Mc/s, lasdan do al lettoremedesimo la possibilita e l'Iniziativa di tra-sf'ormare 10 stesso ricevitore in altri adattiper Ta ricezione delle diverse gamme delle on-de medie.Passiamo, dunque, alla descrizione del fun-zionamento del ricevitore stesso, seguendo 10schema elettrico di fig. 1 e ricordando che,per la sua semplice costruzione, il ricevitore ORIONE e di sicura garanzia anche perchi e aile prime armi in materia di ricezionedelle onde corte.Schema elettricoI segnali radio, captati dall'antenna, attra-versano il condensatore a pasticca Cl e rag-giungono il circuito di sintonia del ricevitore;tale circuito e rappresentato dal condensatorevariabile C2 e dalla bobina di sintonia Ll.

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    Ruotando il condensatore variabile C2 si favariare la capacita del circuito di sintonia e,di conseguenza, la frequenza di risonanza dellostesso; do significa, in altre parole, che, a se-conda della posizione delle lamine mobili diC2 rispetto a quelle fisse, nel circuito di sin-tenia vi e 'un solo segnale radio, quello la cuifrequenza e identica alia frequenza eli riso-nanza del circuito stesso. Dalla bobina L1 ilsegnale radio passa, per induzione, nella bo-bina L2; nella bobina L2, quindi, si ritrova 10stesso segnale ad alta frequenza presente nelcircuito di sintonia. Ma la bobina L2 risultadirettamente connessa con la base (b) del pri-mo transistore TRl. Questo transistore, che edi tipo OC170, svolge due compiti, quelli dirivelare e di arnplificare i segnali radio.SuI collettore (c) di TRI si ritrova il se-gnale radio captato dall'antenna, rna, questavolta, amplificato e rivelato. L'impedenza dialta frequenza J1 rappresenta uno sbarramen-to per i segnali di alta frequenza, mentre la-scia via libera al segnale di bassa frequenza,doe al segnale rivelato. Al condensatore C3e affidato iI compito di convogliare a massala parte ad alta frequenza contenuta nellesemionde del segnale. rivelato e presente sulcollettore di TRI. Tramite il condensatore elet-trolitico C6, i segnali


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