PROT.3553
Autori : Maria Paola Mascagni, Susanna Giorgi, Joan Ballber,
Emanuela Russo, Elisa Carmagnini; Manola Compiani
21.02.2018
Data:
PROGETTO
“TENIAMOCI PER MANO
E
CENTRO DI INCONTRO
MARGHERITA”
RELAZIONE SUI RISULTATI DELL’ANNO 2017
PROPOSTE E PROGETTI PER L’ANNO 2018
1
INDICE
PROGETTO TENIAMOCI PER MANO 2017 ................................................................... 2
PREMESSA ................................................................................................................................ 2
DATI STATISTICI ..................................................................................................................... 3
VOLUME DI ATTIVITA’ DEL PROGETTO ............................................................................. 8
Assistenza domiciliare specializzata ..................................................................................... 8
I caffè Alzheimer ................................................................................................................... 11
La stimolazione della memoria di gruppo ........................................................................... 16
Il sostegno psicologico ai caregiver ...................................................................................... 17
PIANO DEGLI INDICATORI .................................................................................................. 18
GRADIMENTO DEL SERVIZIO DELL’ASSISTENZA DOMICILIARE SPECIALIZZATA 18
IL CENTRO DI INCONTRO MARGHERITA .................................................................. 21
PREMESSA .............................................................................................................................. 21
DATI STATISTICI ................................................................................................................... 22
VOLUME DI ATTIVITA’ DEL CENTRO MARGHERITA .................................................... 27
Attività di sostegno al nucleo ............................................................................................... 29
Le attività svolte ................................................................................................................... 32
ATTIVITA’ DI COLLEGAMENTO CON IL TERRITORIO .................................................. 33
METODOLOGIA DI LAVORO ADOTTATA .......................................................................... 34
CONCLUSIONI ............................................................................................................. 35
2
PROGETTO TENIAMOCI PER MANO 2017
PREMESSA
Nel 2017 le attività del Progetto “Teniamoci per mano” continuano secondo le modalità già
sperimentate e con i cambiamenti introdotti nel 2016 (ovvero la contribuzione parziale
dell’utenza ai costi di gestione e il consolidamento dell’esperienza del Centro di Incontro
Margherita). Il fatto più innovativo del 2017 è legato all’inaugurazione del quarto caffè
Alzheimer promosso da ASP città di Bologna, il “Beverara Caffè”. La caratteristica peculiare
e innovativa di questo caffè è quella di essere collocato all’interno di un “oratorio”
parrocchiale. L’ incontro costruttivo fra l’Amministrazione di ASP Città di Bologna, in
particolare nella figura dell’ AU Gianluca Borghi e l’ Arcivescovo della Curia di Bologna
Monsignor Matteo Zuppi ne ha permesso la realizzazione. Visitando le strutture per anziani
dell’ ASP in Viale Roma, il Vescovo ha espresso l’intenzione di collaborare attivamente, come
Chiesa bolognese, al potenziamento di servizi rivolti alla fragilità e in particolare agli
anziani. Da qui la proposta di ASP di estendere all’interno di realtà parrocchiali cittadine
l’esperienza del “caffè Alzheimer”, già sperimentata con successo nel contesto dei Centri
Sociali per anziani. La collocazione urbana del Beverara caffè risponde agli intenti del PTM
di allargare il proprio raggio di azione ad un territorio, il Quartiere Navile , in cui non erano
ancora molto diffuse le attività del progetto e non sono presenti servizi residenziali o semi-
residenziali per anziani dedicati nello specifico alle demenze, ma dove invece ha sede il
“Centro Disturbi Cognitivi “di via Byron.
In questa prospettiva si è voluto contribuire ad ampliare l’agire di comunità e la presenza
territoriale del Progetto Teniamoci per Mano come era stato definito negli obiettivi aziendali
dell’anno appena concluso .
Di seguito riportiamo alcuni dati statistici relativi all’utenza e alle attività del Progetto
Teniamoci per mano per l’ anno 2017.
3
DATI STATISTICI
Dati Generali Progetto Teniamoci per mano
Periodo 01/01/2017 – 31/12/2017
UTENZA Differenza
Totali anziani che hanno
usufruito del Progetto nel
periodo
35%
- Donne 88 67,69% 116 66,29% 32%
- Uomini 42 32,31% 59 33,72% 40%
Familiari* 34%
Totale Anziani + Familiari 34%
*111 + 12 frequentanti caffè senza sostegno psicologico
222 298
2016 2017
130 175
92 123
UTENZA
area Est
Totali anziani che hanno
usufruito del Progetto nel
periodo
6,12%
Donne 32 65,31% 34 65,39% 6,25%
Uomini 17 34,69% 18 34,61% 5,88%
Familiari 41,67%
Totale anziani + familiari 17,81%
Differenza
49 52
24 34
73 86
2016 2017
UTENZA
area Ovest
Totali anziani che hanno
usufruito del Progetto nel
periodo
51,85%
Donne 56 69,14% 82 66,67% 46,43%
Uomini 25 30,86% 41 33,34% 64,00%
Familiari* 30,88%
Totale anziani + familiari 42,28%149 212
2016 2017 Differenza
81 123
68 89
La tabella restituisce complessivamente il volume dell'utenza per l’anno 2017 (+ 35% rispetto
al 2016). L'utenza complessiva è di 298 unità (175 anziani e 123 caregivers ).
Un dato numerico che va a registrare un aumento volumetrico complessivo e ci indica
quanto il Progetto Teniamoci per Mano, con i suoi diversi moduli, sia inserito nella rete dei
servizi e intercetti una domanda, seppure latente, di ascolto, sostegno e inclusione, espressa
dalle famiglie con persone anziane malate di demenza, rispondendo in modo congruo a
bisogni sempre più complessi e articolati.
4
Lo stesso possiamo dire per il Centro di incontro Margherita che a sua volta ha visto nel
corso del 2017 un incremento di frequenza media del 4,27%, ovvero un incremento
complessivo netto di 742 presenze in più rispetto all’anno passato, come vedremo nella
sessione dedicata .
Età donne 2016 2017 Differenza
Media 83,5 80,81 -2,69
Max 93,8 94 0,2
Minima 63,1 58 -5,1
Range 30,7 36 5,3
Età
Età uomini 2016 2017 Differenza
Media 78,9 79,39 0,49
Max 92,9 92 -0,9
Minima 62,9 61 -1,9
Range 30 31 1
Età 2016 2017 Differenza
Media 81,9 74,89 -7,01
Max 93,8 94 0,2
Min 62,9 58 -4,9
Range 30,9 36 5,1
Gli altri dati statistici del Progetto Teniamoci per mano ci restituiscono il seguente quadro:
per quanto riguarda l’età si nota un lieve abbassamento dell’età media complessiva.
Se questo trend dovesse riconfermarsi negli anni successivi non va sottovalutato. Sarà
opportuna una riflessione in merito ai bisogni specifici delle persone giovani affette da
demenza e sulla capacità dell’attuale sistema dei servizi di rispondere tempestivamente ed in
maniera efficace a tali bisogni.
Riguardo la presenza di una diagnosi di deterioramento cognitivo al momento della presa in
carico si registra una sostanziale continuità con i dati precenti. Più del 30% degli anziani
incontrati nel PTM non presenta ancora una diagnosi certificata e il suo
conseguimento si caratterizza come uno degli obiettivi del servizio.
5
Differenza
San Vitale – San Donato 48 36,93% 49 28% 2,08%
Navile 1 0,77% 27 15% 2600,00%
Santo Stefano 2 1,54% 4 2% 100,00%
Borgo – Reno 29 22,30% 30 17% 3,45%
Porto – Saragozza 50 38,46 61 35% 22,00%
Savena 0 0,00% 1 1% 100%
Fuori Comune Bologna* 0 0,00% 3 2% 300%
Totale 130 175
* Persone che frequentano gruppo della memoria zona ovest residenti a Casalecchio di Reno
QUARTIERE DI RESIDENZA
2016 2017
Per quanto riguarda la diffusione del PTM sul territorio cittadino vediamo una
prevalenza del servizio nell’area Ovest (quasi il 67% del volume complessivo), una
tendenza già registrata nell’anno precedente, ma che si è ulteriormente accentuata nel corso
del 2017. Tale sbilanciamento è probabilmente legato all’apertura del terzo caffè Alzheimer
nella zona ovest, il “Beverara caffè”, del Quartiere Navile, che si va ad affiancare al “Caffè
Par tot” di Borgo-Reno e all “Un due e tre cafè” del Quartiere Porto-Saragozza.
I due quartieri che vedono una maggiore diffusione dell’attività del PTM restano S. Vitale-
S.Donato e Porto-Saragozza. Si puo’ ritenere raggiunto l’obiettivo individuato nel 2016 di
favorire una maggiore diffusione del PTM anche sugli altri territori. Rimangono invece
ancora marginali, relativamente al PTM, il Quartiere Santo-Stefano e Savena. E’ da
rilevare,seppure con valori minimi, un utilizzo del PTM da parte di cittadini fuori del
Comune centrale.
6
Persona di riferimento
Per quanto riguarda le persone di riferimento notiamo una netta prevalenza dei figli, seguiti
dal coniuge e altri familiari, resta tuttavia significativo il 10% di persone che non hanno
“nessuno” a cui potersi rivolgere.
2016 2017 Differenza
Familiare 51,54% 46,29% -5,25%
Assistente familiare 11,54% 6,29% -5,25%
Sola/o 30,00% 34,86% 4,86%
Non riportato 6,92% 12,56% 5,64%
Persona convivente
I dati riguardanti la persona convivente confermano la netta prevalenza dei familiari, anche
se va sottolineato che quasi il 35% del target dell’utenza del Progetto Teniamoci per
Mano vive sola. Rispetto al 2016 si registra infatti una lieve crescita percentuale di
anziani soli (+4,86%), un dato che caratterizza ulteriormente la fragilità del target
intercettato dal servizio.
7
Si 76 43,43%
No 64 36,58%
Non riportato 35 20,00%
Totale 175
2017
Utilizzo di altri servizi della rete
Rispetto all’utilizzo di altri servizi della rete notiamo che nel 2017 si registra un 36,58% di
persone che non usufruiscono di altri servizi della rete. Tale dato potrebbe anche aumentare
visto l’alta percentuale del valore “non riportato”.
Centro Diurno 1 1,32%
Assegno di Cura 2 2,64%
SAD 4 5,27%
Centro Disturbi Cognitivi 69 90,79%
Non riportato 0
Totale 76
2017
Servizi usufruiti
Tra i servizi pubblici della rete usufruiti, il dato percentuale più alto riguarda il Centro dei
Disturbi Cognitivi, che è rappresentativo del target di utenza a cui ci rivolgiamo. Escludendo
l’area sanitaria, la percentuale di utilizzo di altri servizi pubblici rimane ancora
molto bassa, e questo riconferma uno dei principali mandati del progetto, che è quello dell’
accompagnamento nell’inserimento della rete dei servizi.
8
VOLUME DI ATTIVITA’ DEL PROGETTO
Servizi del Progetto Teniamoci per Mano 2017
Anziani totale N° attivazioni N° dimissioni Anziani in carico nell’anno
Media mesi
attivazione
Assistenza domiciliare
specializzata 43
42 (di cui 20 attivati nel
2017) 67 6,4
Caffè Alzheimer 88 48
(di cui 23 attivati nel 2017)
151 19,88
Stimolazione memoria
8 11
(di cui 1 attivati nel 2017)
23 19,27
Totale 139 101
(di cui 44 attivati nel 2017)
241
Riguardo ai servizi del Progetto Teniamoci per mano usufruiti dagli utenti nel corso del 2017,
si evince una buona prevalenza dei caffè alzheimer, che rappresentano il 62% dei
servizi fruiti, l’assistenza domiciliare specializzata il 28% e la stimolazione della
memoria il 9%. L’apertura del nuovo caffè Alzheimer nella zona ovest della città, il
“Beverara Caffè”, accolto dalla Parrocchia di San Bartolomeo della Beverara nel Quartiere
Navile, avvenuta il 3 febbraio, ha contribuito fortemente all’incremento del volume di attività
dei caffè Alzheimer, che, nel corso dell’’anno ha coinvolto complessivamente 151 persone.
Nello specifico ci sono registrate 88 attivazioni e 48 dimissioni, 23 delle quali erano state
attivate nel 2017. Attualmente i caffè Alzheimer del Progetto Teniamoci per mano coprono 4
dei 6 quartieri della città (“Un, due, tre caffè” quartiere Porto-Saragozza, “Par…tot caffè”
quartiere Borgo-Reno, “Beverara caffè” quartiere Navile e “Vit..alè Caffè” quartiere San
Donato-San Vitale), rispondendo in maniera efficace al bisogno di inclusione ,di collegamento
con il territorio e di sostegno alla domiciliarità.
ASSISTENZA DOMICILIARE SPECIALIZZATA
Rispetto all’ assistenza domiciliare specializzata del Progetto Teniamoci per mano, si
osserva che la durata degli interventi si attesta intorno ai 6 mesi di media. Tale
servizio è finalizzato ad affrontare situazioni di criticità. Il lavoro dell’equipe consiste
nell’affiancare il nucleo familiare in un percorso che prevede un’analisi accurata del bisogno,
l’individuazione delle risorse e degli obiettivi da perseguire per raggiungere i servizi più
9
idonei nella rete o per potenziare le risorse all’interno del sistema di cura. Rispetto a ciò va
sottolineato anche che l’ introduzione della contribuzione economica, con l’acquisto di
pacchetti da 10 interventi (1/2 colloqui con lo psicologo e 8/9 interventi di assistenza
domiciliare), ha certamente incentivato il lavoro per obiettivi e la razionalizzazione
dei tempi degli interventi, riducendone la durata media del percorso. Si tratta di
dati comunque non confrontabili con quelli degli anni precedenti poiché sono modificate le
modalità di utilizzo del PTM da parte degli utenti e si è indotti ad una definizione più precisa
di tempi ed obiettivi condivisi.
Totali 2016 2017 Differenza
Nel periodo di riferimento gli interventi domiciliari effettuati sono stati n° 923 525 -43,12%
di questi:
interventi di tipo relazionale 915 518 -43,39%
interventi di tipo assistenziale 221 127 -42,53%
interventi di tipo riabilitativo 315 145 -53,97%
La durata di ogni intervento va da ca. 30' a ca. 3h 1h 30' 1h 30'
Le ore di assistenza domiciliare complessivamente erogate sono state n° 1343 924,18 -31,19%
Dettaglio interventi Assistenza Domiciliare Specializzata
Entrando nel dettaglio del servizio di Assistenza Domiciliare Specializzata del Progetto
teniamoci per Mano, come si evince dalla tabella ,si è registrato un netto calo del
numero degli interventi. Anche questo dato è in linea con quanto osservato sopra circa la
durata media degli interenti, e ci fa notare che il passaggio da interventi totalmente gratuiti
(attivati su proposta del Servizio sociale territoriale) a interventi con la compartecipazione
dell’utente ha profondamente modificato l’utilizzo del progetto. Attualmente Gli interventi
vengono attivati per una prima fase di osservazione su proposta dell’Assistente sociale; a
questa segue una proposta di intervento che viene condivisa con il nucleo familiare e che
prevede l’acquisto di pacchetti di dieci interventi, rinnovabili in base agli obiettivi
prestabiliti. La contrazione delle ore di assistenza domiciliare specializzata è probabilmente
anch’essa dovuta ad un cambiamento nella modalità d’uso del progetto di assistenza
domiciliare e che vede un nuovo bilanciamento tra interventi domiciliari e colloqui psicologici
Evidenziamo che tale modalità contributiva, se da un lato ha l’aspetto positivo di
incrementare efficacia ed efficienza del progetto domiciliare, dall’altro rischia di
non riuscire a raggiungere e sostenere quelle famiglie che hanno meno
consapevolezza dei propri bisogni e meno strumenti (anche economici) per
accedere al sostegno dei servizi.
10
Qui di seguito riportiamo i dati al 31/12/2017 dei pacchetti attivi /chiusi
Effettuata solo vista
domiciliare
49,31%
Solo osservazione 9 20,93%
1° pacchetto 22 51,17%
2° pacchetto 6 13,96%
3° pacchetto 1 2,33%
4° pacchetto 1 2,33%
43
Pacchetti attivati
Specifichiamo che delle 9 osservazione attivate nel 2017, 2 osservazioni sono ancora aperte;
così come sono ancora aperti con possibilità di rinnovo 10 dei 22 complessivi “1°pacchetto”
Inserimento a centro diurno 9 21,43%
Inserimento in struttura
protetta
2 4,77%
Inseriemnto assistente
familaire
8 19,05%
Aggravamento 2 4,77%
Decesso 2 4,77%
Abbandono utente 2 4,77%
Abbandono/rifiuto
familiare 13 30,96%
Inserimento Caffè
Alzheimer 1
2,38%
Familiari in disaccordo 1 2,38%
Inserimento SAD 1 2,38%
Trasferimento fuori
Comune Bologna 1
2,38%
MOTIVO DI DIMISSIONE
11
22%
5%
19%
5%5%5%
31%
2%2% 2% 2%
Inserimento a centro diurno
Inserimento in struttura protetta
Inseriemnto assistente familaire
Aggravamento
Decesso
Abbandono utente
Abbandono/rifiuto familiare
Inserimento Caffè Alzheimer
Familiari in disaccordo
Inserimento SAD
Trasferimento fuori Comune Bologna
Motivo di dimissione
Dalla tabella emerge una percentuale del 31% di abbandono, all’interno del quale ci
teniamo a specificare che rientrano anche tutte quelle situazioni che terminano a seguito
della sola osservazione e che, non si traducono nell’attivazione di pacchetti di intervento, per
svariate motivazioni, tra le quali la compartecipazione alla spesa,. Per il rimanente 50% il
motivo della dimissione è rappresentato dall’inserimento all’interno di un servizio della rete
pubblica o privata, come da obiettivo prefissato.
I CAFFÈ ALZHEIMER
Di seguito riportiamo i grafici che evidenziano i totali delle presenze mensili e le medie di
frequenza dei quattro caffè.
12
0
20
40
60
80
100
120
140
Tota
le U
ten
ti
Vit..alè Cafè
Partot Cafè
Un, due, tre Caffè
Beverara Caffè
0
5
10
15
20
25
30
Me
die
Pre
sen
ze U
ten
ti
Vit..alè Cafè
Partot Cafè
Un, due, tre Caffè
Beverara Caffè
Per quanto concerne i caffè Alzheimer gestiti d’ASP presenti sul territorio Bolognese, come si
evince dal grafico soprastante, si osserva un andamento incline alla natura stessa dei servizi
a bassa soglia, con una fluttuazione nell’adesione nei mesi estivi, più caldi, e dopo le feste
natalizie. Il grafico mostra anche dei picchi di affluenza che in alcuni casi ( Un due tre caffè e
Beverara caffè) sono attribuibili a ricorrenze particolari legate all’attività.
13
Per quanto riguarda il caffè “ Un, due, tre..caffè “del Quartiere Porto-Saragozza, si era
registrata a fine 2016 inizio 2017 una certa sofferenza nel numero delle presenze, che a
nostro parere richiedeva un intervento di rilancio promozionale. A tal proposito possiamo
dire che, grazie ad uno stretto lavoro di rete con i SST, si è riusciti a invertire il trend
negativo e riportare le frequenze ad un ottimo livello. Ciò è avvenuto nonostante la
dislocazione urbanistica che rimane critica e che rende difficoltoso l’accesso per chi ha
necessità di accompagnamento. Il caffè è collocato infatti entro le mura cittadine in area ZTL
e all’interno di un’area pedonale.
14
Per quanto riguarda il “ Par…tot caffè” del Quartiere Borgo-Reno si evidenzia un trend più
stabile rispetto a quello del “Un due..tre caffè”, e le cui fluttuazioni sono riconducibili alle
motivazione sopracitate, in particolare alla stagionalità.
Il “Vita..alè caffè” del Quartiere San Vitale-San Donato, rispetto agli altri caffè alzheimer,
presenta delle peculiarità che sicuramente vanno ad influenzare il numero di presenze. Tra
queste si evidenziano l’apertura il venerdì mattina, penalizzante per la presenza dei familiari
15
lavoratori. Ciò ha comportato, per il 2017, la non attivazione di un gruppo di supporto ai
caregiver all’interno del caffè, ma questo è in parte sopperito dal gruppo presente al Centro
di Incontro, che in diversi casi coinvolge la medesima utenza.
Il neonato “Beverara Caffè” ha avuto un picco iniziale di presenze, attribuibile alla novità del
servizio, e all’ attenzione mediatica che ha suscitato l’inaugurazione, a cui è seguito un calo
fisiologico. Si è arrivati, negli ultimi mesi dell’anno, alla formazione di un gruppo stabile di
frequentatori che si riflette anche in termini di presenze medie degli utenti.
2016 2017 Differenza
Area Est 42 44 4,76%
Area Ovest 83 125 50,60%
Totale 125 169 35,20%
Dettaglio interventi Caffè Alzheimer
Complessivamente nel 2017 si registra un aumento degli incontri del 35% rispetto al 2016,
dovuti ad un lieve aumento degli incontri nella zona est della città, e al significativo
incremento in area ovest. Come già evidenziato nella zona ovest gli incontri sono aumentati
di un buon 50% grazie all’apertura del nuovo caffè del Navile.
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LA STIMOLAZIONE DELLA MEMORIA DI GRUPPO
2016 2017 Differenza
Area Est 73 82 12,33%
Area Ovest 70 83 18,57%
Totale 143 165 15,38%
Dettaglio interventi Stimolazione della memoria
Il Progetto Teniamoci per Mano ha all’attivo nel 2017 due gruppi continuativi di
stimolazione della memoria . Uno è dislocato nella zona est (presso il Centro di Incontro
Margherita) e l’altro nella zona ovest della città (presso il Centro Sociale della Pace).
La caratteristica specifica di tale dispositivo consiste nell’essere un gruppo aperto e
continuativo che persegue la finalità di stimolare le funzioni cognitive e relazionali residue
Tutto questo all’interno di un progetto più ampio di accompagnamento lungo il percorso della
malattia, di monitoraggio e ri-orientamento verso altri servizi della rete.
Nel 2017 le persone che hanno partecipato a questi due gruppi sono state 23. Nello specifico
ci sono state 8 attivazioni e 11 dimissioni, quest’ultime per aggravamento e/o re-indirizzo ad
altri servizi della rete. Delle 8 attivazioni 5 sono arrivate al progetto per canali non ufficiali
(pubblicità, informazione in rete, passa parola) e le altre 3 provengono rispettivamente dal
Centro Disturbi Cognitivi, Servizio Sociale Territoriale e Centro di Incontro Margherita.
Complessivamente sono stati svolti 165 incontri, che corrisponde ad un aumento del 15 %
rispetto all’anno precedente. Nella tabella sottostante si possono vedere i dettagli relativi ai
numeri di incontro e alle presenze per i due gruppi continuativi di stimolazione della
memoria.
MESENUMERO
INCONTRI
TOTALE
PARTECIPANTIMESE
NUMERO
INCONTRI
TOTALE
PARTECIPANTI
GENNAIO 6 22 GENNAIO 7 31
FEBBRAIO 6 17 FEBBRAIO 8 29
MARZO 9 44 MARZO 9 46
APRILE 7 34 APRILE 6 20
MAGGIO 7 30 MAGGIO 7 25
GIUGNO 9 42 GIUGNO 7 17
LUGLIO 6 21 LUGLIO 9 16
AGOSTO 0 0 AGOSTO 0 0
SETTEMBRE 8 38 SETTEMBRE 7 24
OTTOBRE 9 38 OTTOBRE 9 41
NOVEMBRE 9 39 NOVEMBRE 8 46
DICEMBRE 6 29 DICEMBRE 6 26
TOTALE 82 354 TOTALE 83 321
GRUPPO STIMOLAZIONE DELLA MEMORIA
ZONA EST
GRUPPO STIMOLAZIONE DELLA MEMORIA
ZONA OVEST
17
IL SOSTEGNO PSICOLOGICO AI CAREGIVER
2016 2017 Differenza
Gruppi sostegno familiari zona est 13 6 -53,85%
Gruppi di sostegno ai familiari/caregivers al
caffè
36 46 27,78%
Corso di formazione e informazione 10 0 -100,00%
Totale incontri di gruppo di sostegno 59 52 -11,86%
Familiari che hanno usufruito di sostegno
psicologico (individuale + gruppo)
90 111 23,33%
Nel periodo di riferimento i colloqui
individuali con psicologo effettuati
complessivamente sono stati n°
117 154 31,62%
Familiari che hanno usufruito d’incontri di
sostegno individuale
58 66 13,79%
Servizi a favore dei familiari attivati dal progetto
Il sostegno psicologico ai caregivers continua ad essere un importante mandato del
progetto, come si evince dai dati raccolti. Il 2017 ha visto un aumento (+23,33%) di
persone prese in carico nelle diverse modalità. Durante l’anno si è verificata la
chiusura del gruppo di supporto nella zona est, che accoglieva ancora familiari dell’ex centro
diurno Margherita( ormai convogliati nei Centri Diurni Savioli e Aquilone.). Di contro è stato
introdotto dal mese di aprile un nuovo gruppo all’interno del nuovo caffè, che convalida
l’incremento complessivo del 27,78%. dei gruppi di sostegno ai caregivers
all’interno dei caffè alzheimer.
Ad oggi possiamo affermare che i Caffè Alzheimer sono diventati i luoghi d’elezione dove
svolgere l’attività di supporto psicologico di gruppo ai caregiver . L’organizzazione di tale
contesto permette ai caregiver di poter accedere ai gruppi lasciando il proprio caro all’interno
di un contesto “protetto”.
Per quanto riguarda il supporto psicologico individuale si evidenzia un incremento sia
in numero di incontri, pari a un 31,62 %, sia rispetto alle persone raggiunte 13,79%.
Tale dato può essere legato ad un passaggio nell’assistenza domiciliare specializzata ad un
lavoro per obiettivi temporalmente definiti che ha reso anche più forte e capillare il lavoro di
supporto psicologico individuale.
18
PIANO DEGLI INDICATORI
Per quanto riguarda gli indicatori generali del Progetto Teniamoci per mano che venivano
raccolti negli anni precedenti, visto le modifiche intercorse nel corso del 2016-2017 ,ci
sembra che i più significativi rispetto all’assetto attuale risultino i seguenti:
GRADIMENTO DEL SERVIZIO DELL’ASSISTENZA DOMICILIARE
SPECIALIZZATA
19
Il questionario di gradimento è somministrato, esclusivamente per il servizio di assistenza
domiciliare specializzata, al familiare al momento della dimissione ed è è mirato a valutare:
- la soddisfazione percepita dai caregiver rispetto ai servizi offerti;
- l’utilità percepita;
- la congruenza del servizio erogato rispetto alle aspettative iniziali;
- la chiarezza ed esaustività delle informazioni fornite rispetto agli obiettivi
dell’intervento;
- la qualità della relazione con gli operatori;
- la qualità della relazione con l’equipe del progetto;
- la qualità della vita della persona affetta da demenza e del nucleo familiari
La somministrazione del questionario auto compilato dal famigliare/caregiver avviene a
conclusione del percorso. Durante l’ultimo colloquio, lo psicologo lascia al familiare il
questionario in una busta aperta spiegando il senso dell’indagine e invitandolo a restituire il
questionario compilato in busta chiusa.
Nel 2017 siamo riusciti a raccogliere solo 12 questionari, corrispondenti circa al 40% delle
dimissioni effettuate, in cui siano stati completati i pacchetti di intervento attivati.
Capita a volte che il colloquio finale venga fatto telefonicamente e si fatica a far ritornare il
familiare per la chiusura e la restituzione del questionario. Inoltre la chiusura dei pacchetti
può essere temporanea e non sempre corrisponde ad una dimissione finale.
Dai questionari ritornati, emerge complessivamente un gradimento del servizio di Assistenza
domiciliare specializzata ( 91,67% si dichiara soddisfatto o molto soddisfatto, e un solo
familiare =8,33% si ritiene parzialmente soddisfatto. Rispetto alle aspettative iniziali verso il
progetto, il 75% dei familiari che hanno risposto ritiene di aver trovato risposta, mentre il
25% ritiene che il servizio abbia risposto parzialmente alle aspettative. Per quanto riguarda
la percezione dell’aiuto fornito dal progetto domiciliare l’ 81,82% ritiene che lo sia stato,
mentre il 18,18% ritiene lo sia stato in parte.
Rispetto alle informazioni ricevute sul servizio 83,33% dei familiari si ritiene soddisfatto
mentre una percentuale di 16,67% ritiene di esserlo solo in parte.
Riguardo alla domanda se il progetto domiciliare li abbia agevolati nei contatti con i servizi
della rete per l’80% la risposta è positiva, per un 10% lo è parzialmente e per un altro 10% la
risposta è negativa: In questo ultimo caso viene comunque riportata la spiegazione in cui si
dice che la persona con demenza “non ha frequentato la struttura..”, probabilmente non
riuscendo a raggiungere l’obiettivo iniziale prefissato, anche se il familiare si dichiara poi
molto soddisfatto del progetto nel suo complesso.
Complessivamente la risposta che somma il 100% della soddisfazione dei familiari che hanno
risposto al questionario è quella relativa al lavoro svolto dagli operatori. Il gradimento è
sempre alto e viene segnalata la “gentilezza”,”disponibilità”,”umanità”,”professionalità”,”la
pazienza”,”il cuore” e “la passione”. Viene anche riportato il desiderio di più interventi
settimanali, di tempi più lunghi di intervento e in un caso il desiderio di poter prolungare
l’intervento anche in modalità privatistica.
Ad oggi il questionario di gradimento è presente solo per l’assistenza domiciliare ed è
costruito su vecchio modello, precedente l’inserimento della compartecipazione economica
degli utenti. Si sta valutando un adeguamento dello strumento, che riveda le modalità, le
20
tempistiche di rilevazione. e la versatilità. Occorre ripensare questo strumento, ma
soprattutto occorre pensare ad un questionario di valutazione della qualità percepita che sia
comprensivo dei diversi moduli del Progetto, e che sia utilizzabile anche per il meeting
center.
21
IL CENTRO DI INCONTRO MARGHERITA
PREMESSA
Il 2017 vede conclusa la fase sperimentale dell’implementazione del Meeting Center o
meglio del Centro di Incontro Margherita. Questo è infatti il primo Meeting Center a
Bologna, contemporaneamente ne sono stati attivati altri 3 in tutta l’Emilia Romagna,
nell’ambito del progetto MEETINGDEM Adaptive implementation and validation of
the Meeting Centers Support Program for people with dementia and their carers
in Europe (Meeting Centers Support Programme – MCSP) www.meetingdem.eu.
I dati riportati dal progetto europeo confermano una validazione del modello adattato al
contesto bolognese. Tale modello, secondo lo studio del progetto europeo, risulta efficace
nel migliorare la qualità della vita della persona con demenza e del suo familiare.
Si dimostra inoltre efficace nel ridurre i sintomi comportamentali della demenza, e il carico
assistenziale del caregiver, nell’aumentare la sensazione di supporto sociale e aiuto. Inoltre i
dati italiani evidenziano un maggior livello di soddisfazione, di supporto sociale ed un minor
livello di stress legato ai sintomi comportamentali della demenza. (Meetingdem: Reporting
on the implementation, Effectiveness and the cost effectiveness of the Dutch Meeting
Centres Support Programme for people living with dementia and family Carers in three
European Counties. 2017-Chattat Rabih et al.).
Il Centro di Incontro Margherita continua a perseguire i due grandi mandati originari:
accogliere persone con demenza e i loro familiari, per sostenerli nel
fronteggiare la malattia attraverso incontri e attività mirate;
fornire una sorta di “sportello” di accoglienza e orientamento ( voluto in primo
luogo dalla Committenza ) attraverso un “momento specializzato” di
informazione e indirizzo verso i servizi, le iniziative e le proposte attive nella
città.
22
DATI STATISTICI
Riportiamo di seguito alcuni dati che danno conto delle modalità con cui , nel corso del 2017,
si è operato al fine di continuare a perseguire tali obiettivi:
23
Nel primo semestre dell’anno si è registrato un tasso di crescita costante che si è ridotto nei
mesi estivi, in particolar modo nel mese di Agosto anche a seguito della chiusura del servizio
nella settimana di ferragosto. La crescita ha ripreso il suo trend in autunno, con una lieve
flessione nel mese di Novembre, ma già ben compensata in Dicembre, nonostante la chiusura
di alcuni giorni per le festività natalizie.
Come si vede nella tabella gli utenti che frequentano il Cento di Incontro Margherita sono
attualmente 65. Di questi 26 sono persone affette da deterioramento cognitivo, 39
sono caregivers di cui: 15 coniugi, 18 figli, 4 assistenti familiari e 2 sono altri
familiari, fra i quali troviamo anche un genitore .
Si tratta quindi di 26 coppie composte da persona con deterioramento cognitivo e
accompagnatore che complessivamente sono inserite al Centro di Incontro e che hanno una
frequenza variabile a seconda delle modalità di accesso scelte (pacchetti di accessi acquistati
e loro utilizzo nel mese). Agli utenti normalmente presenti si aggiungono frequenze
occasionali di altri familiari, come per esempio: i figli “lavoratori” che vengono al Centro per i
colloqui con lo psicologo, i gruppi di sostegno, le assemblee, gli incontri di formazione, o per
altre attività ed occasioni quali ad esempio: feste, eventi, uscite, ecc.
Nel complesso possiamo dire che è stato ampiamente superato l’obiettivo iniziale di
raggiungere un numero di persone tale da giustificare l’iniziale investimento. Si
era infatti prevista una frequenza di 20 nuclei (utente + caregiver). Tale obiettivo è stato
rivisto e insieme al Comitato Guida, si è condiviso di fissare il numero complessivo
a 15 nuclei, al fine di riuscire a garantire interventi personalizzati, progettati sulla base dei
bisogni e delle risorse espresse dalle persone con disturbi cognitivi, e dai loro caregivers,.
Ad oggi si registra una presa in carico di circa 26 nuclei , con una frequenza media di
circa 10 nuclei. Tale numero di prese in carico riflette la natura flessibile di tale servizio, in
grado di adattarsi, anche in termini di frequenza d’uso, ai diversificati bisogni delle persone.
Dell’utenza attualmente inserita, 6 coppie frequentano tre mezze giornate di apertura del
servizio, 8 coppie frequentano con due accessi settimanali, e le restanti 12 coppie frequentano
con un solo accesso settimanale
Da gennaio 2017 gli utenti del Centro di Incontro Margherita sono tutti paganti con le
modalità previste di contribuzione diretta (vedi tabella sottostante.) Nessuno fruisce più
della gratuità derivante dal contributo INPS Home care premium, che aveva agevolato gli
utenti iniziali nel corso del 2015 e 2016.
24
La modalità contributiva che risulta più utilizzata è l’acquisto dei pacchetti da 10 accessi, in
seconda istanza i pacchetti da 25 accessi con un lieve incremento rispetto al 2016, seguono gli
abbonamenti trimestrali e infine l’acquisto del pacchetto da 50 accessi o l’abbonamento
semestrale.
L’utenza che fruisce del servizio è prevalentemente femminile, possiamo vedere che il divario
più grande lo troviamo tra i caregivers (80% è di presenza femminili).
Massimo 90
Minima 58
Media 81
Statistica descrittiva età
Persone con deterioramento cognitivo
Massimo 89
Minima 49
Media 66
Statistica descrittiva età
Caregiver
E’ interessante notare che la media di età dei caregivers si attesta intorno ai 66 anni, ci
sembra una media piuttosto alta tenendo conto che ci sono anche molti figli fra i caregivers.
25
San Vitale – San Donato 12 46,16%
Navile 5 19,23%
Santo Stefano 3 11,54%
Borgo – Reno 3 11,54%
Porto – Saragozza 3 11,54%
Quartiere di residenza
Persone con deterioramento cognitivo
La provenienza territoriale dell’utenza è fortemente sbilanciata sul territorio dove
è ubicato il Centro di Incontro che assomma il 46% dell’utenza, un altro 30% è
proveniente da territori confinanti e il 23% proviene da quartieri abbastanza
distanti. Questo 23% di utenza proveniente dalla parte ovest della città conferma il bisogno
di promuovere un servizio con queste caratteristiche anche in quella zona. Infatti la ridotta
percentuale potrebbe essere dovuta alle difficoltà sia logistiche, che economiche connesse al
raggiungimento del Centro di Incontro .
In generale però può considerarsi parzialmente raggiunto l’orientamento cittadino del
servizio a cui si è mirato, secondo gli indirizzi originari, che prevedevano la sperimentazione
del modello in ambito cittadino, rivolgendosi ad un’utenza del territorio comunale senza
vincoli territoriali per Quartiere di provenienza.
Risulta invece non ancora raggiunta la zona di Savena, come si è visto anche per il Progetto
Teniamoci per mano.
26
San Vitale – San Donato 17 44,74%
Navile 7 18,43%
Santo Stefano 3 7,90%
Borgo – Reno 3 7,90%
Porto – Saragozza 2 5,27%
Fuori Città 6 15,79%
Quartiere di residenza
Caregiver
.
Si registra come è comprensibile una maggiore mobilità da territori anche distanti per
quanto riguarda i caregivers dove infatti compaiono anche alcuni residenti fuori Comune.
27
VOLUME DI ATTIVITA’ DEL CENTRO DI INCONTRO MARGHERITA
Nuclei*
Persone con
deterioramento
cognitivo
Frequentanti(persone con
deteriormento
cognitivo + caregiver)
Numero di
attivazioni15 15 34
Numero di
dimissioni9 9 20
Numero di
transitati al centro
di incontro
36 36 85
VOLUME ATTIVITA' CENTRO DI INCONTRO MARGHERITA
ANNO 2017
Le persone presenti alla fine del 2017 hanno una media di inserimento di circa 8 mesi .
A.R.A.D. 1 3,85%
Accesso autonomo 2 7,70%
Centro Disturbi
Cognitivi
15 57,70%
Progetto Teniamoci per
Mano
6 23,08%
Servizio Sociale 1 3,85%
Sportello Sociale 1 3,85%
MODALITA’ DI INVIO
28
4%
7%
58%
23%
4% 4%
Modalità di invio
A.R.A.D.
Accesso autonomo
Centro DisturbiCognitivi
Progetto Teniamociper Mano
E’ interessante notare le fonti di invio che sono prevalentemente caratterizzate dai Centri
per i Disturbi Cognitivi, seguiti dal Progetto Teniamoci per mano. Tale dato può essere
considerato in linea con gli obiettivi iniziali del Centro di Incontro. Lascia un po’ sorpresi il
fatto che l’accesso autonomo sia a pari livello con gli invii dal Servizio Sociale/Sportello
sociale, ma da un lato riconferma la natura del servizio a bassa soglia di accesso.
Inserimento a centro diurno 3 33,34%
Inserimento in struttura 1 11,12%
Decesso 1 11,12%
Peggioramento 2 22,23%
Incompatibilità con il contesto
(distanza dal centro di incontro)
1 11,12%
Abbandono utente 1 11,12%
MOTIVO DI DIMISSIONE
34%
11%
11%
22%
11%
11%
Motivi di dimissione
Inserimento a centrodiurno
Inserimento instruttura
Decesso
Peggioramento
Incompatibilità con ilcontesto
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Il Centro di Incontro nasce come centro finalizzato all’inclusione, al ri-orientamento e/o
all’accompagnamento nella transizione della rete dei servizi. I dati di dimissione relativi ad
un esiguo campione numerico ( n.9) ci riportano che un 44% è in linea con il mandato del
Centro di Incontro; le restanti percentuali sono legati a fattori non dipendenti dal servizio:
decesso, peggioramento, altri motivi (distanza del servizio). Un caso a parte riguarda la
situazione di abbandono che è riferito a un’attivazione a cui, per problematiche familiari, non
ha fatto seguito un percorso all’interno del servizio.
La media di permanenza al Centro di Incontro, per le persone già dimesse, si è
attestata intorno ai 13 mesi. Questo dato può essere interpretato come un tempo
mediamente necessario, almeno un anno, per riuscire a fornire un sostegno alla persona con
demenza e al caregiver e per permettere loro di acquisire nuovi strumenti e modalità
organizzative con cui tentare di riadattare la propria vita nei confronti della malattia.
ATTIVITÀ DI SOSTEGNO AL NUCLEO
Lo sportello di ascolto offre uno spazio consulenziale sul tema della demenza, inoltre ha il
compito specifico di offrire informazioni sul Centro di Incontro e/o di ri-orientare l’utenza
sulla rete dei servizi o le proposte attive nel territorio bolognese per le persone con problemi
di compromissione cognitiva. E’ attivo nei giorni e negli orari di apertura del Centro. Inoltre
c’è la possibilità di ricevere informazioni/consulenze telefonicamente il lunedì e il mercoledì
dalle 9.00 alle 14.00, il martedì e il giovedì dalle 9.00 alle 18.00 ed il venerdì dalle 11.00 alle
14:00. Le figure coinvolte inizialmente nello sportello di ascolto sono state: la psicologa e due
volontarie dell’associazione ARAD e NON PERDIAMO LA TESTA, oltre la Responsabile
delle attività assistenziali, in particolare per la consulenza telefonica.
Ad oggi constatiamo che è soprattutto l’equipe del Centro di Incontro Margherita che se ne
sta facendo carico e i tirocinanti della Scuola di Psicologia coadiuvati dagli psicologi.
I volontari delle associazioni attualmente forniscono un prezioso supporto durante
l’accoglienza degli utenti del Centro, nello smistamento delle telefonate e nello svolgimento
delle attività il giovedì mattina ed il mercoledì pomeriggio.
Qui di seguito si riportano i dati volumetrici dello sportello di ascolto (colloqui di accesso di
accoglienza/orientamento) e di dati volumetrici delle attività del Centro di Incontro (colloqui
di valutazione e attività di sostegno del nucleo, consultazioni psicologiche, gruppo caregiver,
assemblee, incontri familiari).
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La tabella ci restituisce il grande lavoro di ascolto, orientamento, consulenza psicologica e
sostegno al nucleo, sia di gruppo che individuale, che ha caratterizzato il Centro di Incontro
Margherita e che si conferma in linea con il progetto Teniamoci per mano. Dai dati emerge la
forte esigenza delle famiglie e delle persone colpite dalla demenza di trovare un punto di
ascolto aperto e qualificato dove ricevere sostegno, indirizzo e proposte concrete per
affrontare insieme la malattia.
Nel corso del 2017 l’impegno dedicato allo sportello d’ascolto è stato significativo. Come si può
vedere nelle tabelle circa la metà dei colloqui realizzati dallo sportello di accoglienza
si sono trasformati in inserimenti al Centro di Incontro. Le altre situazioni sono
state ri-orientate verso altre proposte della rete dei servizi o dell’associazionismo.
Una percentuale è stata orientata verso i servizi sociali del territorio perchè presentava
bisogni assistenziali e/o di sollievo più rilevante.
Nel centro di Incontro viene condotta un’attività di gruppo di supporto emotivo per i
caregivers con cadenza quindicinale. Inoltre la psicologa effettua colloqui di sostegno
psicologico individuale rivolti sia al caregiver sia, in alcuni casi, anche all’anziano.
A partire dal mese di novembre è stata avviato in modo sperimentale una attività di
supporto psicologico di tipo gruppale, con cadenza settimanale, rivolto
specificamente alle persone con deterioramento cognitivo.
Sono state effettuate nel 2017 tre Assemblee Generali del Centro di Incontro
Margherita con la partecipazione di tutti gli utenti e i caregivers, insieme ai professionisti e
agli operatori. L’Assemblea, anche se non è sempre ben compreso, rappresenta lo
strumento principe del Centro di Incontro e coinvolge sia i familiari che le persone
con demenza, le quali sono chiamate a partecipare attivamente, fornendo il loro punto di
31
vista rispetto alla progettazione delle attività proposte dal centro. All’interno di tale spazio
sono anche fornite informazioni sul servizio, sull’organizzazione interna, valorizzando
sempre il coinvolgimento e la partecipazione attiva, in un clima che favorisce l’ascolto
reciproco e la condivisione di vissuti ed emozioni messi in gioco dalla frequentazione del
Centro di Incontro.
Durante l’anno si sono tenute due riunioni con i caregivers. La prima riunione si è tenuta il 2
marzo con l’obiettivo di dare voce ai bisogni dei caregivers e sono emerse alcuni suggerimenti:
Migliorare il passaggio delle informazioni per fare conoscere il C. I nella rete dei
servizi
Organizzare incontri tematici sulla malattia e le sue conseguenze.
La presenza del familiare/accompagnatore.
La continuità di frequenza del familiare al Centro quando l’anziano non c’è più.
Mettere in evidenza il programma del Centro di Incontro, renderlo consultabile e
facilmente accessibile ai familiari.
Inseguito a questo incontro si è valutato di fare un programma formativo/informativo non
aperto alla cittadinanza, come per lo scorso anno, ma più mirato ai bisogni espressi dai
caregivers che frequentano il Centro di Incontro. Quest’analisi ha portato alla seguente
proposta formativa:
Lunedì 10 aprile 2017. “Programma di supporto al Centro di Incontro Margherita.
dall’accoglienza alle attività: la costruzione di un progetto condiviso.”
Introduzione del il Prof. Rabih Chattat, Dipartimento di psicologia di Bologna.
Equipe Centro di Incontro.
Mercoledì 3 maggio 2017. “Il fare nella vita quotidiana. Strategie e strumenti”.
Carla Brini e Santa Distratis, Manola Compiani, operatrici e RAA del Centro di
Incontro Margherita
Lunedì 26 giugno 2017. “Emozioni, sentimenti e la fatica della cura. Conoscere per
superare”. Prof. Rabih Chattat, Dipartimento di Psicologia di Bologna.
Giovedì 14 settembre2017. “Emozioni, sentimenti e la fatica della cura. Conoscere per
superare”. Prof. Rabih Chattat, Dipartimento di Psicologia di Bologna.
Lunedì 04 dicembre 2017. “Emozioni, sentimenti e la fatica della cura. Conoscere per
superare”. Prof. Rabih Chattat, Dipartimento di Psicologia di Bologna.
Il primo incontro del ciclo è stato dedicato a una ripresa del modello di riferimento. L’incontro
ha posto l’accento sulla diagnosi psico-sociale come orientamento del percorso all’interno del
servizio.
La seconda riunione con i caregivers si è tenuta nel mese di novembre con un duplice
obiettivo, da un lato avviare lo spazio di confronto tra caregivers ed equipe e dall’altro una
condivisione/verifica dei progetti e attività dedicate a loro durante il corso dell’anno. Inoltre
risponde a un bisogno rilevato dai familiari stessi, per avere uno spazio dove esprimere
contenuti che, nel contesto della assemblea generale, in presenza del proprio caro, sono più
difficili da affrontare.
32
LE ATTIVITÀ SVOLTE
Le attività sono state proposte agli utenti sulla base dei bisogni individuati nei colloqui di
inserimento e sulla base della diagnosi psico-sociale che viene elaborata dall’equipe nel corso
dell’inserimento; inoltre vengono raccolte le proposte e i desideri espressi dagli utenti nel
corso dell’Assemblea. Le attività proposte sono:
attività occupazionali (orto, giardinaggio, cucina, cucito);
attività artistico espressive (laboratori musicali, di pittura, lettura e scrittura);
laboratori di attivazione cognitiva (reminescenza, esercizi di stampo cognitivo in
piccolo gruppo);
attività di socializzazione e ludico-ricreative (canto, ballo, giochi di società, ecc)
attività di benessere (attività motoria, passeggiate, cure estetiche, ecc.).
Progetti “Specifici 2017”
Biodanza
Con la collaborazione di Ines Bussolotto; si è svolto un progetto dal
titolo“Danzando i colori”, a partire dal mese di gennaio 2017 e per una durata
di 6 incontri della durata di due ore ciascuno con cadenza settimanale, il
mercoledì mattina. Gli incontri avevano come filo conduttore i colori a ciascuno
dei quali era dedicato un incontro, terminando con l’insieme di tutti i colori.
Musicoterapia
In collaborazione con Rosamaria Bellina, musicoterapista che opera all’interno
dei servizi per anziani di ASP già da diversi anni, è stato attivato un progetto di
musicoterapia che si è svolto dalla metà del mese di maggio fino alla fine
dell’anno. Il progetto è stato svolto di mercoledì pomeriggio con una pausa nei
mesi estivi per riprendere nel mese di ottobre fino a Natale.
Approccio alla musica lirica
Promosso, come nel 2016, insieme all’ Associazione “Non perdiamo la testa”, con
la conduzione di Piera Cavatorta. Gli incontro di “approccio alla musica lirica”,
prevedono la narrazione della trama dell’opera, vengono letti brani scelti dai
libretti dell’opera e ascoltati i corrispondenti brani musicali. Nel mese di gennaio
è stata presentata l’opera il “Rigoletto” di G.Verdi. e nel mese di ottobre si è
realizzato un incontro centrato sull’opera della “Aida” sempre di Giuseppe Verdi,
in occasione della sua rappresentazione al Teatro Comunale di Bologna.
Laboratorio di Cucina
Una delle attività che raccoglie fin dall’inizio un alto gradimento è il laboratorio
di cucina. Da quest’anno si è deciso di dedicargli un incontro mensile,
tendenzialmente l’ultimo mercoledì del mese, realizzando l’attività in piccolo
gruppo in modo da poter condurre l’attività da forma più mirata.
Danza movimento.
Dal mese di Novembre sono state proposte delle sessioni di danza- movimento
tenute da una tirocinante in psicologia esperta di danza. Tale attività, tenutasi
per circa tre volte al mese, nasce con l’obiettivo di:
a) utilizzare forme di comunicazione non verbale con persone affette da
deterioramento cognitivo;
b) favorire uno scambio emotivo tra persone affette da demenza e caregiver;
c) favorire un miglioramento del tono dell’umore
d) tenere in allenamento il sistema motorio.
33
Gli incontri hanno una durata che può variare dai 30 ai 90 minuti, divisi tra
ballo libero, di coppia e in circolo.
Angolo della poesia.
Sempre dal mese di Novembre, in seguito all’analisi dei talenti e dei desideri di
un caregiver, sono stati programmati degli incontri di ascolto della poesia
all’interno delle attività programmate al Centro di Incontro. Ogni incontro è
dedicato ad un autore che viene concordato previamente; ciò prevede un lavoro
congiunto di preparazione dell’incontro, presentazione del poeta (biografia e
bibliografia), recita e commento delle sue opere.
Angolo della lettura
Questo angolo nasce in sinergia con il progetto teniamoci per Mano, con
l’intenzione di creare un angolo di lettura/biblioteca. Questo nasce dall’intenzione
di dare alle persona uno spazio dove poter coltivare i propri interessi e passioni,
che si è tradotto nella creazione di uno spazio di consultazione di libri di diversi
argomenti, sia all’interno del centro che portandoli a casa. Al momento i testi
disponibili non sono tanti, ma trattano diversi argomenti (narrativa, libri
fotografici, poesia, libri su Bologna, arte, ecc..).
Eventi speciali ( feste/Uscite..)
22 febbraio 2017. Festa di Carnevale.
08 marzo 2017. Festa della donna
15 marzo 2017. Festa del papà.
06 aprile 2017. Visita alla Quadreria dell’ASP Città di Bologna. Palazzo Rossi Poggi Marsili.
12 aprile 2017. Festa di Pasqua.
17 maggio 2017. Festa dei fiori.
24 maggio 2017. Passeggiata presso “Parco Vincenzo Tanaro e Parco Campo Via Larga”.
22 giugno 2017. Visita al Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna.
10 agosto 2017. Festa d’estate.
13 settembre 2017. Visita ai Giardini Margherita.
25 ottobre 2017. Visita alla mostra “Van Gogh experience”.
20 dicembre 2017. Festa di Natale.
ATTIVITA’ DI COLLEGAMENTO CON IL TERRITORIO
Progetto “Badabene” alla salute
Dal mese di giugno, insieme con l’Area Benessere di Comunità: U.I. Salute e Città
Sana in collaborazione con U.I. Fragilità, Non Autosufficienza e Disabilità del
Comune di Bologna, è stata implementata una collaborazione con l’èquipe del
progetto “Badabene” alla salute ( del Quartiere S. Vitale-S. Donato) composta da
giovani laureati in scienze motorie e scienze sociali. Si è’avviato un percorso di
sperimentazione per over 65 con moderata fragilità e/o affetti da lieve deterioramento
cognitive con l’obiettivo di sperimentare un percorso integrato sociale e sanitario di
prevenzione e promozione della salute e di corretti stili di vita: promozione del
movimento, dell'attività fisica leggera e dell'allenamento della memoria per garantire
il mantenimento delle capacità residue; prevenzione dell'insorgenza di malattie
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croniche non trasmissibili e contrasto alla solitudine e all'isolamento degli anziani
più fragili residenti sul territorio cittadino. Il progetto di collaborazione si è
sviluppato in questo modo:
L’ équipe del “Badabene”, una volta al mese, ha accompagnato al Centro Incontro
Margherita anziani fragili segnalati dai servizi territoriali e/o frequentanti i
laboratori Badabene per svolgere attività insieme con i partecipanti del Centro
Incontro Margherita. Le attività sono state caratterizzate da sessioni di attività fisica
leggera condotte dall’équipe Badabene alla salute e attività di stimolazione cognitiva
e ludico-ricreative diverse, condotte dal team del Centro Margherita. L’obiettivo era
di favorire la conoscenza, lo scambio reciproco, la continuità fra le due equipe di
operatori (Badabene e Meeting center) e soprattutto fra gli anziani che afferiscono
alle diverse attività. Ha dato risultati positivi sia in termini di gradimento che e di
continuità di frequenza. Sono stati realizzati 6 incontri con cadenza mensile a partire
del mese di giugno fino al mese di novembre coinvolgendo diversi anziani e caregiver
del Centro di incontro insieme ad anziani del territorio afferenti al progetto
Badabene.
Formazione per Assistenti familiari
In collaborazione con i Servizi per la domiciliarità di ASP Città di Bologna si è svolta
una sperimentazione per l’utilizzo di una piattaforma digitale di formazione per le
assistente familiari, in particolare straniere. Il percorso prevedeva la formazione in
aula e la sperimentazione della app digitale realizzata dalla Regione Emilia
Romagna che ha richiesto di testare lo strumento sul campo con un gruppo di
“assistenti familiari”. Gli incontri formativi sono stati realizzati in primavera
all’interno del Centro di incontro Margherita,che è stato individuato come contesto
adeguato, per il monitoraggio del progetto e dello strumento. Il percorso formativo ha
visto il coinvolgimento di circa 8 assistenti familiari, di cui 5 sono accompagnatrici
degli anziani del Centro Incontro. Nella piattaforma formativa è stata coinvolta la
Psicologa del meeting center per la spiegazione dei disturbi comportamentali e le
strategie di approccio alla persona affetta da demenza.
METODOLOGIA DI LAVORO ADOTTATA
L’equipe si incontra circa ogni due mesi con il Prof. Rabih Chattat, docente di “psicologia
dell’invecchiamento” presso l’Università di Bologna che è il curatore scientifico del progetto.
In questo incontro di “intervisione” vengono affrontate le problematiche emerse e soprattutto
ci si confronta nell’ elaborazione delle diagnosi psico-sociali relative agli utenti inseriti.
L’Equipe si incontra inoltre settimanalmente per una riunione di due ore di tipo clinico e
organizzativo.
Nel Progetto del Centro di Incontro è previsto un gruppo di lavoro definito “Comitato
Guida” che ha continuato a seguire il percorso del Centro di Incontro, con l’obiettivo di
favorire un lavoro di rete e di collaborazione/integrazione fra tutti i soggetti che lavorano con
anziani affetti da deterioramento cognitivo. Nel 2017 si è Stato convocato nelle seguenti date:
31 gennaio, 19 giugno e 25 settembre.
35
CONTRIBUTO AL CONVEGNO REGIONALE
Il 23 Ottobre 2017, su richiesta della Regione è stato portato il contributo del Centro di
Incontro Margherita all’interno del Convegno: “LE DEMENZE - fra innovazione e mondo
reale, il modello dell’Emilia-Romagna alla luce della DGR 990/2016” attraverso la
realizzazione di un video relativo alle attività psico-sociali. La realizzazione del video,
presentato insieme a quello dei meeting centers di Rimini e Riccione, ha visto il
coinvolgimento, oltre all’equipe, anche di alcuni familiari e persone con la demenza afferenti
al centro. La realizzazione ed il montaggio è frutto di una collaborazione con due studenti del
Liceo Majorana che avevano svolto l’esperienza di “Alternanza scuola-lavoro” in altri servizi
di ASP e che hanno messo in gioco la loro “professionalità”. Per visionare il video si rimanda
al link all’interno della pagina del Centro di Incontro Margherita del sito www.aspbologna.it.
CONCLUSIONI A Conclusione di questo excursus sui risultati del 2017 del Progetto Teniamoci per Mano e
del primo anno di Attività del Centro di Incontro Margherita ci sembra importante
sottolineare che :
Il Progetto Teniamoci per mano, nelle sue diverse articolazioni e il Centro di Incontro
Margherita, hanno contribuito insieme a offrire uno spazio di ascolto, orientamento,
sostegno e affiancamento alle famiglie e alle persone affette da demenza che risulta
significativo in ambito cittadino. Il 2017 si è caratterizzato per un importante
collaborazione con le Istituzioni coinvolte: Comune, AUSL, Regione E.R., Università di
Bologna e Diocesi di Bologna ( Dipartimento per il benessere di comunità, Dipartimento
di Psicologia di Unibo, Servizi sociali anziani dei Quartieri, i Centri per disturbi
Cognitivi, il Progetto demenze della Regione, La Curia e la Parrocchia della Beverara) e
con le associazioni di volontariato ed le onlus ( A.R.A.D, “Non perdiamo la testa”, Auser,
Centri Sociali). Queste collaborazioni hanno favorito un agire orientato in un’ottica di
lavoro di Comunità. Oltre ai già citati progetti “Badabene alla salute “, e di “Formazione
delle badanti” all’uso della piattaforma digitale, si inseriscono in quest’ottica anche la
visita guidata di studenti di scuole superiori di Berlino e Varsavia con il Progetto
Erasmus+, e le diverse convenzioni instaurate con l’Università di Bologna, Padova,
Napoli per accogliere tirocini professionalizzanti in Psicologia; ed infine l’accoglienza di
studenti delle scuole superiori in “alternanza scuola-lavoro”.
C’è ancora tanto da fare per realizzare questa dimensione comunitaria dei servizi, ma
pensiamo che questi progetti siano un’opportunità da consolidare per il presente e da
sviluppare ulteriormente per il futuro. Nel 2017, relativamente al Progetto Teniamoci
per mano e al Centro di Incontro Margherita si è operato nell’ottica di ricomporre un
progetto complessivo, favorendo un approccio sempre più di “sistema cittadino” in grado
di rispondere in modo equo ed efficace ai bisogni di questa tipologia di utenza. Occorre
pertanto promuovere azioni di sviluppo in raccordo con i Servizi sociali territoriali e
l’AUSL, finalizzati a favorire anche la copertura economica necessaria.
Il significativo aumento volumetrico dei dati raccolti evidenzia la necessità di predisporre
un supporto informatico adeguato.
Va ripensato anche un questionario di valutazione della qualità percepita che sia
comprensivo dei diversi moduli del Progetto e del Centro di Incontro.
Si conferma la proposta di implementazione di un secondo meeting center nell’area ovest
della città, dove è stato già individuato uno spazio adeguato e per il quale l’equipe di Asp
Città di Bologna si sta attivando per la realizzazione del progetto di fattibilità.