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Teoria e Tecniche della Televisione – a.a. 2017-2018 Prof ... 2018.pdf · scontri tra il pretore...

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Le sorti della videocrazia Teoria e Tecniche della Televisione – a.a. 2017-2018 Prof. Christian Ruggiero
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Le sorti della videocrazia

Teoria e Tecniche della Televisione – a.a. 2017-2018Prof. Christian Ruggiero

Prima della videocrazia

Le età della politica in tvInfanzia e giovinezza

L’intervista-tribuna- Tribuna Elettorale (1960)- Tribuna Politica (1961)

Il reportage- Rotocalco televisivo (1962)- Tv7 (1963)- Zoom (1966)

La progressiva vittoria dell’immagine

«Dovete accettarci belli o brutti che siamo […] non possiamo lasciare a delle controfigure il compito di rappresentarci»

Mario Scelba, Tribuna Elettorale, 11 ottobre 1960

La progressiva vittoria dell’immagine

Tra le “responsabilità” di Tribuna politica

«aver introdotto le ballerine e Togliatti nel cuore delle famiglie italiane»

I. Cipriani, Tribuna politica in Tv, in «Il Contemporaneo», marzo‐aprile 1962

«il parroco in canonica, girando un semplice bottone, ha ascoltato, forse per la prima volta, un comizio di Togliatti»

G. Pajetta, Considerazioni sulla propaganda elettorale, in «Rinascita», 02/03/1963

La progressiva vittoria dell’immagine

«Moro, Michelini, Togliatti, Covelli, Malagodi, Reale, Saragat, Nenni si alternano davanti alle telecamere, parlando per circa dieci minuti per poi rispondere alle domande dei giornalisti. Togliatti, per esempio, di fronte a quindici milioni di telespettatori, si vede costretto a rispondere alle domande del giornalista socialdemocratico della ‹Giustizia› Romolo Mangione, che, estraendo una copia de ‹l’Unità›, legge un articolo del tutto immaginario»

F. Anania, In ogni epoca lo spettacolo della politica: le elezioni alla televisione

La progressiva vittoria dell’immagine

1963: il coup de théâtre di Pajetta a Tribuna Elettorale

La Democrazia Cristiana rifiuta di far partecipare al dibattito Paolo Bonomi, sotto accusa per una gestione poco trasparente delle scorte pubbliche di frumento gestite dalla Federconsorzi. Pajetta lascia intorno al tavolo al quale è seduto con Occhetto, Rossanda e Terracini, una sedia vuota.

La progressiva vittoria dell’immagine

1978: con un silenzio di venticinque minuti, ripartito nelle tre Tribune dedicate ai Comitati promotori dei referendum, Marco Pannella, Emma Bonino e gli altri «oratori» radicali non solo suscitano un vastissimo clamore, rendendo le loro apparizioni ben più memorabili di quanto sarebbe stata

qualunque dichiarazione, marealizzano un happening che si pone come figura di una moderna retorica per immagini

G. Statera, La politica spettacolo, Mondadori, 1986, p. 47

Nascita del talk- Bontà loro (1976)- Acquario (1978) - Grand’Italia (1979)

Intervista-spettacolo- Mixer (1980)

Le età della politica in tvInfanzia e giovinezza

La progressiva vittoria dell’immagine

1976: la prima apparizione di un Presidente del Consiglio in carica come ospite di un talk show. La trasmissione è Bontà loro, l conduttore Maurizio Costanzo, l’ospite Giulio Andreotti. La scenografia dello studio è composta da tre poltroncine color aragosta, uno sgabello e un orologio a cucù, una «testimonianza» della diretta. Come nello scompartimento di un treno, al Presidente del Consiglio capita di trovarsi seduto tra un press agent ed una balia asciutta.

La progressiva vittoria dell’immagine

1978: nasce Acquario; gli elementi innovativi sono una porta, che introduce gli invitati «a sorpresa» al cospetto dell’ospite principale, e un telefono, «segno» del contatto con l’esterno.

Celebri gli scontri tra il pretore Salmieri e la pornostar Ilona Staller, e le ire femministe che colpiscono il deputato Trombadori per un “cocca mia” indirizzato a Emma Bonino.

La progressiva vittoria dell’immagine

1979: è la volta di Grand’Italia, «uno strano bar […] dove gli avventori non pagano le consumazioni, assistono gratis a ‹attrazioni internazionali›, e la sola moneta che è richiesta loro è lo scambio di confessioni, colloqui, bisticci, chiacchiere» (Aldo Grasso). E in cui Marco Pannella si vede togliere la parola nel corso di un appello al Presidente della Repubblica da una torta «servita» in faccia al conduttore dalla cameriera d’eccezione Marina Lante della Rovere.

Politica anni Ottanta

21/05/2018Titolo Presentazione Pagina 13

Politica anni Ottanta

«Dopo gli anni Cinquanta (la ricostruzione), Sessanta (l’uscita dalla povertà e il primo accenno di benessere), Settanta (i problemi e le paure), negli anni Ottanta esplode la corsa al benessere».

M. Livolsi, L’Italia che cambia, La Nuova Italia, Firenze 1993, p. 58.

21/05/2018Titolo Presentazione Pagina 14

Politica anni Ottanta

La prima concessione obbligata del gruppo di potere democristiano riguarda la presidenza del Consiglio, affidata nel 1981 al repubblicano Giovanni Spadolini. Ma la crisi dell’egemonia centrista si fa evidente con i risultati delle elezioni del 1983: la discesa del primo partito italiano al 32,9% apre le porte al leader socialista Bettino Craxi e alla sua opera di restyling comunicativo del PSI, che, tra il 1978 e il 1985, elimina dal simbolo la falce e il martello sostituendoli con un garofano rosso, e gioca sulla identificazione con il suo leader e con la Milano del secondo miracolo economico.

21/05/2018Titolo Presentazione Pagina 15

Politica anni Ottanta

Il tentativo di catturare i pubblici di riferimento si esprime attraverso le telefonate in diretta, la partecipazione della «gente comune» ai talk show, le lusinghe di miracolosi concorsi a premi, ma anche attraverso l’imporsi di nuovi linguaggi. La pubblicità ricorre sempre più massicciamente all’emozionalità del consumatore, l’informazione si esprime anche attraverso il mezzobusto di una conduttrice o il chiacchiericcio di interviste senza contenuto pubblicate sui giornali.

21/05/2018Titolo Presentazione Pagina 16

Politica anni Ottanta

«Ogni parere, anche se infondato o di parte, ha pari dignità in una comunicazione dove è sempre più importante come si dicono le cose e non cosa si dice. Sui giornali e sugli schermi televisivi ha accesso solo chi ha potere-capacità di comunicare, di diffondere le proprie idee […] Il pluralismo delle idee si trasforma nel vuoto chiacchiericcio dei mass media e, nei tempi lunghi, in una profonda diffidenza e/o nel ritiro della fiducia dei cittadini».

M. Livolsi, L’Italia che cambia, La Nuova Italia, Firenze 1993, p. 69.

Politica anni Ottanta

Nell’olimpo dei miti degli anni Ottanta rientrano gli imprenditori, eroi della produzione, cui tuttavia manca, come è invece in America, una identificazione con l’erotismo, la trasgressione, la stravaganza: essi non proiettano, ancora, un’immagine legata al tempo libero od orientata in senso culturale, ma esprimono i valori della mobilità attraverso il lavoro, il successo, il potere, il denaro.

21/05/2018Titolo Presentazione Pagina 18

Politica anni Ottanta

Nell’autunno del 1985 il «popolo della tv» insorge contro la forzosa interruzione di questo servizio. «Il vento gonfia la vela di Berlusconi. Appassionatamente al suo fianco i ragazzini affezionati ai Puffi, le fans delle telenovelas, gli anziani costretti a casa», tutti quegli italiani che «possono sopportare il cattivo funzionamento delle USL, possono vivere con pensioni inadeguate, ma se gli tolgono le televisioni è come se gli togliessero la corrida.

Gli anni Ottanta e la politica-spettacolo

Mixer, 12 maggio 1980:

• un commento alla notte degli Oscar con il regista Brusati• un’intervista al cantautore De Gregori • un faccia a faccia con Bettino Craxi sulla vicenda Moro• gli esiti di un sondaggio sul tema italiani e informazione

La nascita del “salotto”- Maurizio Costanzo Show (1982)

La Tv (anche) politica nel privato- Cipria e Italia Parla (1983)

Le nuove Tribune- Rotocalco elettorale (1983)

Le età della politica in tvInfanzia e giovinezza

Gli anni Ottanta e la politica-spettacolo: il 1983

Cipria, con Enzo Tortora

Non tutti erano però convinti che fosse questa la direzione giusta e che modificare il modo di comunicare dei politici significasse farli cantare. Alla performance di Pietro Longo aveva fatto seguito un dura polemica. «Son troppo amico di tutti gli uomini politici -aveva scritto Jacobelli - che sono apparsi e che appariranno in Cipria per ritenerli fatui esibizionisti, per non sapere che essi hanno aderito come si aderisce ad un gioco, per essere certo che essi lo hanno fatto a "fin di bene"».

E. Novelli, Dalla TV di partito al partito della TV: televisione e politica in Italia, 1960-1995, La Nuova Italia, 1995

L’innovazione della Terza Rete- Samarcanda (1987)

La nascita della piazza virtuale- Profondo Nord (1991) - Milano, Italia (1992)

Le età della politica in tvMaturità

Gli anni Ottanta e la politica-spettacolo: il 1987

Samarcanda, di Michele Santoro

Il 4 aprile, dopo il Congresso socialista di Rimini, Valentino Parlato ed Alberto Abruzzese si confrontano sull’efficacia dei messaggi sublimali lanciati dalla scenografia finto‐ateniese di Panseca.

Il rientro della crisi del «patto della staffetta» viene commentato da Michele Serra squadernando la vignetta del settimanale satirico Tango che ritrae Craxi nelle vesti di Babbo Natale mentre lascia Palazzo Chigi al suo avversario dopo essersi portato via finanche l’argenteria nel sacco che porta sulle spalle.

L’Italia (e i media) in transizione

21/05/2018Titolo Presentazione Pagina 25

All’apertura delle indagini del pool di Milano le pratiche corruttorie hanno raggiunto un livello intollerabile proprio in funzione di questo uso politico, interno ai partiti e alle coalizioni di governo, e al conseguente innalzamento del livello quantitativo dei costi delle tangenti, divenuto insostenibile per il sistema delle imprese pubbliche e private. Il delicato meccanismo che permetteva a tali aziende di far proseguire lo «scambio occulto» tra imprenditori, politici e burocrati era andato in crisi insieme alla labile distinzione tra il peccato veniale di «rubare per il partito» e il peccato grave di «rubare per sé».

L’Italia (e i media) in transizione

Il modus operandi dei giudici di Milano segna un nuovo passaggio del potere dei media di influenzare la vita pubblica italiana: la «giustizia spettacolo». Mentre nelle aule di giustizia procedono le inchieste, le trasmissioni di maggior successo al di fuori delle lottizzate rai 1 e rai 2, forti della loro connotazione di «neutrale» mezzo di informazione per i cittadini, si schierano compatte contro la partitocrazia corrotta, e in particolare contro i socialisti.

L’Italia (e i media) in transizione

Il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga inaugura una stagione di interventi pubblici, e televisivi in particolare, di tale impatto, per il linguaggio e i referenti degli attacchi presidenziali, da meritare l’epiteto di «picconate». Dal Parlamento, eletto nel 1987 e sconfessato dalla preferenza espressa dalle urne, di cui caldeggia lo scioglimento, al CSM, che intende riunirsi per deliberare su un ordine del giorno che non trova la sua approvazione, il Presidente conduce i suoi attacchi contro le altre istituzioni repubblicane attraverso appelli lanciati al popolo direttamente dal teleschermo, a reti unificate.

L’Italia (e i media) in transizione

La perdita del controllo della vecchia élite di governo sulle piazze mediatiche trova la sua ratifica nel clamoroso affondo portato da Giorgio La Malfa al direttore del TG1 Bruno Vespa a commento dei risultati elettorali del 1992: «onorevole Vespa, lei è stato sconfitto come l’onorevole Forlani. Se ne deve andare!».La difesa di Vespa rimane un quadro perfettamente chiaro di un sistema di cui forse neppure il direttore del telegiornale della prima rete avvertiva il crolloimminente: «se l’editore della rai è il Parlamento, l’editore di riferimento per questo telegiornale, secondo gli accordi tra gli azionisti, è la Democrazia Cristiana, che resta leader del mercato senza concorrenti».

L’Italia (e i media) in transizione

Il 29 aprile 1993 la Camera è chiamata a votare per l’autorizzazione a procedere contro Craxi: il voto negativo provoca la violenta reazione dei parlamentari di Lega e MSI, al grido di «ladri», e scatena l’ira dell’opinione pubblica, che dal giorno dopo si concretizza in manifestazioni di dissenso in tutt’Italia. La fine della carriera politica del leader socialista è registrata dai maggiori TG nazionali, che trasmettono le immagini della folla che lancia insulti e soprattutto monetine contro di lui all’uscita dall’Hotel Raphael.

L’Italia (e i media) in transizione

Sono state proposte due interpretazioni della comparsa in politica del soggetto Forza Italia, diretta emanazione di Berlusconi: l’assunzione di un ruolo di supplenza della televisione, che avrebbe occupato lo spazio lasciato vuoto dai vecchi partiti – interpretazione benevola – o l’intervento di un personaggio da sempre parte della maggioranza di governo affondata da Tangentopoli, rimasto sino al 1994 ai margini delle contese politico-parlamentari e «sceso in campo» per ricostruire il vecchio sistema di potere – interpretazione malevola.

P. Ortoleva, Un ventennio a colori. Televisione privata e società in Italia (1975-95), Giunti, Firenze 1995

L’Italia (e i media) in transizione

L’approfondimento contro il light- Il Rosso e il Nero (1993)

Sulla notizia, maleducatamente- Mezzogiorno italiano (1991,1992)

“Nascita” del confronto all'americana- Braccio di ferro (1994)

Le età della politica in tvMaturità

Il tempo nuovo della (tele)politicala “favola bella” di Silvio Berlusconi

Primo tempo: la discesa in campo: “Il racconto è antico. Lo conosciamo bene. Lo abbiamo imparato a scuola: la patria chiama e l’eroe – semplice e disinteressato – accorre”

A. Abruzzese, Elogio del tempo nuovo, Costa&Nolan, 1994, p. 16

Secondo tempo: la campagna elettorale: “Un incalzante stop and go nel corso del quale anche i passi falsi vengono girati in positivo (“sono un imprenditore, non sono avvezzo alle sofisticherie dei politici”)”

G. Statera, Il volto seduttivo del potere, SEAM, 1994, p. 86

Il tempo nuovo della (tele)political’alluvione informativa

Alla discesa in campo del patron di Fininvest segue la creazione di un ideale bipolarismo informativo

La RAI alterna la valorizzazione di format esistenti, quali Cartolina, Il rosso e il nero, Milano Italia, Mixer e la creazione di due programmi «ad hoc»: Al voto al voto! e Oltre le parole

Fininvest «tradisce» la sua mission orientata anzitutto all’intrattenimento affiancando al rodato Radio Londra ben sette programmi nuovi: Braccio di ferro, Dieci domande a, Elettorando, Funari Leader, Luogo comune, O di qua o di là, Qui Italia

M. Morcellini, E-lezioni di Tv, Costa&Nolan, 1995

Il tempo nuovo della (tele)political’alluvione informativa

Fininvest investe su programmi di breve durata, trasmessi spesso più volte al giorno (come Qui Italia), programmi‐spotche difficilmente superano i quindici minuti contro programmi di maggior durata e a cadenza settimanale che difficilmente “occupano” meno di mezz’ora (Il rosso e il nero arriva a durare quasi tre ore)

Una programmazione commerciale di flusso contro una programmazione statale ancora di palinsesto

M. Morcellini, E-lezioni di Tv, Costa&Nolan, 1995

Lo spettacolo della politica dall’Ulivo a Berlusconi

21/05/2018Titolo Presentazione Pagina 36

Il giornalismo come indagine della realtà- Linea3 (1995)

Professionalità anglosassone- Il Fatto (1995)

La prova-tv della politica della Seconda Repubblica- Porta a Porta (1996)

La piazza contro il Palazzo- Il Raggio Verde (2000)

Le età della politica in tvMaturità

La trasformazione del sistema medialeTrasmissioni e conduttori

Indipendenza delle trasmissioni e dei conduttori, che sono in grado di imporre il proprio marchio al dialogo e mettere alla prova il personale politico

Ruolo importante della par condicio, contribuisce a determinare un registro di discorso condiviso dai media, a cui i politici si devono adeguare

M. L. Bionda, A. Bourlot, V. Cobianchi, M. Villa, Lo spettacolo della politica. Protagonismo e servizio pubblico nel talk show, Rai-Eri, Roma 1998

M. L. Bionda, A. Bourlot, V. Cobianchi, M. Villa, Lo spettacolo della politica. Protagonismo e servizio pubblico nel talk show, Rai-Eri, Roma 1998

Peculiare ruolo del servizio pubblico, ulteriore cornice per l’organizzazione del palinsesto e la messa in scena delle trasmissioni

Conduttori portatori di una ideologia mediatica, filosofia di comportamento sul fare televisione e sul fare televisione politica

La trasformazione del sistema medialeServizio pubblico e Tv politica

Emergono figure di conduttori carismatici, che si assumono il ruolo di “mediare […] fra il mezzo televisivo, le sue possibilità di controllo, di denuncia, in una parola il suo potere, e il popolo televisivo, del cui diritto di parola si presentano soprattutto garanti”.

La funzione del talk diviene anzitutto “delineare e proporre figure di opinione, rispetto alle quali misurare virtualmente adesione o dissenso”.

La trasformazione del sistema medialeUn nuovo protagonismo dei mediatori

I. Pezzini, La Tv delle parole. Grammatica del talk show, Rai-Eri, Roma 1999, p. 17

Il 1996, l’anno della normalizzazione

Porta a Porta, di Bruno Vespa

La familiarità con cui Vespa si rivolge agli ospiti politici, ricordando la presenza loro, o di loro diretti alleati o contendenti, in quella stessa sede, è funzionale a riannodare il filo di una narrazione che sembra dover obbligatoriamente passare per il suo salotto

Il 1996, l’anno della normalizzazione

Mixer, di Giovanni Minoli

La capacità veridittiva del mezzo: la presenza in scena del «terzo attore» rappresentato dall’immagine ingigantita dell’intervistato e di un’inquadratura che alterna la prospettiva dell’ospite con il conduttore di schiena o viceversa, ben si presta a un’operazione di veridizione che passa attraverso l’osservazione del volto dell’intervistato

Il 1996, l’anno della normalizzazione

Linea3, di Lucia Annunziata

La redazione del programma, visibile attraverso la parete di vetro che costituisce il fondo della visione prospettica dello spettatore, indica la volontà di invocare una istanza autoriale diffusa

La verità è qualcosa che deve essere indagato in maniera collettiva, per poi essere trasmesso da una portavoce carismatica

2001: gli ultimi fasti della telepolitica?

Porta a Porta: la terza Camera della Repubblica

Il 25 settembre 2000, Giuliano Amatosceglie Porta a Porta per annunciarela candidatura di Francesco Rutelli.

Un piccolo evento mediale che rappresenta un tacito riconoscimento della funzione quasi-istituzionale dello studio di Bruno Vespa

2001: gli ultimi fasti della telepolitica?

Porta a Porta: la terza Camera della Repubblica

L’8 maggio 2001, lo studio subisceuna radicale trasformazione: via la postazione centrale e le poltroncine,per far spazio alla scrivania di ciliegiosu cui Silvio Berlusconi firma, alla presenza del notaio Vespa, il Contratto con gli Italiani. Un vero e proprio media event,annunciato e posizionato con cura nel palinsesto; la messa in scena del simulacro degli «Italiani»

2001: gli ultimi fasti della telepolitica?

Il raggio verde, di Michele Santoro

Le puntate settimanali prevedono interviste in studio o in esterni, servizi filmati, telefonate in diretta, presentazione di sondaggi, e tutti questi elementi ruotano intorno alla figura di Michele Santoro, che «controlla con forza l’interazione [...] sempre tesa e polemica, spesso apertamente conflittuale»

A. Marioni, Il pubblico della telepolitica. Poca campagna per pochi interessati

Il talk-lampo- Otto e mezzo (2001)

Il salotto alternativo- L'Infedele (2002)

La piazza nonostante il Palazzo- Ballarò (2002)

Il ritorno della «inquisizione»- In Mezz’Ora (2005)

Le età della politica in tvMaturità

La trasmissione di Giovanni Floris rappresenta un’arena peculiare: lo studio non si estende in un semiciclo, ma in un lungo rettangolo, una sorta di via maestra attraversata dalla scritta Ballarò entro la quale il conduttore può muoversi con disinvoltura tra i diversi attori comunicativi chiamati nell’agorà.

Le età della politica in tvMaturità

Il videowall che occupa il lato corto del rettangolo e dà profondità allo studio, autentico rappresentante dell’istanza autoriale della trasmissione, sul quale scorrono in apertura le copertine di Gene Gnocchi (poi Maurizio Crozza), e durante il programma i servizi filmati che introducono i temi di discussione o i disegni dallo stile inconfondibile che sono chiamati a fornire un frame silenzioso ma autorevole all’intera puntata.

Le età della politica in tvMaturità

La politica senza mediazione

21/05/2018Titolo Presentazione Pagina 50

«Lei adesso mi fa la cortesia di lasciarmi parlare, sennò mi alzo e me ne vado»

Lucia Annunziata perde ogni interesse nei confronti della nutrita scaletta della puntata, rifiuta di parlare della campagna elettorale e

pretende, formalmente, che Berlusconi ritiri la sua affermazione

«Che lei si alzi e se ne vada è una cosa che non può dire»

In Mezz’ora, 12 marzo 2006

Le età della politica in tvMaturità

L’antisalotto della politica «di routine»- Matrix (2005)

Le nuove tribune della politica in campagna - Leader a confronto (2006)

Le età della politica in tvMaturità

Il setting è simile a quello di Porta a Porta, anche se Mentana disconosce la «paternità» di Vespa nei confronti del talk dalle poltroncine bianche

La caratterizzazione «telegiornalistica» del conduttore è decisamente più marcata, il confronto risente di un ritmo incalzante dettato da Mentana e mette in scena un salotto tutt’altro che «salottiero»

Le età della politica in tvMaturità

Elezioni 2006: Leader a confronto

I candidati appaiono a mezzobusto, e non sono inquadrati mentre vengono poste loro le domande. Nello studio non è presente un pubblico, la scenografia è minimalista, i leader sono seduti dietro un tavolo trasparente, con un pannello a coprire le gambe. L’unica funzione del moderatore è garantire il rispetto dei tempi: 30 secondi per le domande dei due giornalisti sorteggiati, 2 minuti e 30 per le risposte, un minuto per le repliche, tre minuti per un appello al voto.

Le età della politica in tvMaturità

Elezioni politiche del 2008: il Cavaliere inarrestabile e i conduttori delegittimati

A Porta a Porta, giovedì 10 aprile, Berlusconi tende una trappola spettacolare a Vespa: lo invita a “sentire col naso” la mano che gli tende, ed esclama verso il pubblico “è odore di santità”

Le età della politica in tv: il declino della videocrazia

Elezioni politiche del 2008: il Cavaliere inarrestabile e i conduttori delegittimati

A Matrix, venerdì 11 aprile, Berlusconi rientra in studio dopo il termine dell’intervista, mentre Mentana sta illustrando le modalità di voto, per “spiegare” al pubblico che il voto all’IDV “è un voto nullo”; il conduttore ècostretto a chiudere la diretta.

Le età della politica in tv: il declino della videocrazia

Il ritorno della videocrazia?

21/05/2018Titolo Presentazione Pagina 57

Elezioni politiche 2013: la precampagna

Il 23 dicembre 2012, Berlusconi è ospite de L’Arena, segmento informativo di Domenica In condotto da Massimo Giletti

Lo scontro tra i due si consuma ancora una volta sui toni del “mi alzo e me ne vado”, con due differenze:

• il contesto di intrattenimento• la gestione del conflitto da parte del conduttore

Le età della politica in tv: oltre il declino?

La gestione del conflitto. Giletti rivendica, quasi come Annunziata nel 2006, il diritto del giornalista a fare delle domande e a pretendere risposte, e il rispetto dell’ospite in collegamento (Massimo Franco), ma al tempo stesso opera delle ritirate strategiche esprimendo attraverso il linguaggio verbale e non verbale un certo grado di subordinazione al suo ospite, allo scopo dichiarato di mantenere aperto il processo di mediazione

Le età della politica in tv: oltre il declino?

Elezioni politiche 2013: la precampagna

Il 9 gennaio 2013, Berlusconi è a Porta a PortaStavolta, è il conduttore a mettere in campo una strategia di delegittimazione del leader: chiesto a Berlusconi perché non abbia provveduto alle riforme che chiede ora nei suoi quattro anni di governo, e di fronte alla risposta “standard” del Cavaliere, lo fronteggia con un ironico

“Lei muove la bocca e io ripeto”a “dimostrazione” della perfetta sovrapponibilità della funzione del giornalista a quella del politico-format

Le età della politica in tv: oltre il declino?

Elezioni politiche 2013: la precampagna

Il 10 gennaio 2013, Berlusconi è a Servizio Pubblico: è la resa dei conti con Michele Santoro e Marco Travaglio

Il momento di maggiore spettacolarità avviene nella seconda parte della puntata: dopo aver ascoltato il monologo di Travaglio, Berlusconi ottiene di prendere il suo posto alla scrivania, per leggere una lettera

Le età della politica in tv: oltre il declino?

L’interazione con Santoro assume toni apertamente aggressivi quando Berlusconi approfitta del palco appena conquistato per un intervento tutto politico, sganciato dalle “accuse” di Travaglio e dalle modalità discorsive “richieste” da quella postazione.

Il conduttore si infuria di fronte al mancato rispetto delle regole concordate e allo “spreco” televisivo

(“Abbiamo buttato via un quarto d’ora di trasmissione”)

Le età della politica in tv: oltre il declino?

Elezioni politiche 2013: la campagna

Il 5 febbraio 2013, Berlusconi concede a Giovanni Floris un’intervista in esclusiva. Il prezzo da pagare è di dividere la trasmissione in due segmenti: prima un dibattito tra Giannino, De Magistris, Maroni, poi l’intervista

Lo studio si trasforma: le due file di poltrone contrapposte lasciano il posto ad una singola poltrona per Berlusconi e ad un panchetto per Floris. Le luci sono basse, a sottolineare la richiesta al pubblico in sala di non intervenire

Le età della politica in tv: oltre il declino?

Elezioni politiche 2013: la campagna

Floris inizia con una “softball question”, i motivi della discesa in campo, ma presto concentra la discussione sullo svolgimento di una domanda decisamente “hardball”: le modalità di copertura della promessa di restituzione dell’IMU 2012, i tempi tecnici di un accordo con la Svizzera, la possibilità di prendere i soldi “a debito” dalla Cassa Depositi e Prestiti.

Le età della politica in tv: oltre il declino?

Alcune ipotesi interpretative

Rivendicazione della mediazione giornalistica

Gestione aggressiva della conversazione

Fallimento dell’interazione discorsiva

Rivendicazione della mediazione giornalistica

Gestione alternata aggressiva/remissiva della

conversazioneFelicità dell’interazione discorsiva

Alcune ipotesi interpretative

Manipolazione del setting della trasmissione ad opera dell’ospite

Mancata cooperazione ospite/conduttore Fallimento della

spettacolarizzazione televisiva

Manipolazione del setting della trasmissione ad opera dell’ospite

Cooperazione ospite/conduttoreFelicità della spettacolarizzazione

televisiva


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