Introduzione
1
INTRODUZIONE
Sin dalla concezione del modello a partoni è stata evidenziata l'importanza
dei jet nelle collisioni adroniche, ma la loro esistenza è stata dimostrata solo
nell' esperimento [1] all'acceleratore del CERN nel 1982-83. Essi possono essere
definiti come un certo numero di partoni le cui rapidità ed angoli azimutali (y,�
(cap. 3))sono in una piccola regione del piano (y,�). Si consideri la produzione di
jet nel seguente processo:
H + H → jet + jet + �� �� � ������
mostrata nella figura seguente:
Esso è composto da due contributi: un contributo che descrive lo scattering
iniziale tra partoni, caratterizzato da una scala di 4-momento trasferito Q dura
(~10 GeV, quindi da brevi distanze, poiché λ= h/p e ħc ~ 0,2 GeV × fm, allora λ =
10 ² fm) dell' ordine dell' energia trasversa dei jet, e un contributo che descrive
invece come i partoni diffusi si separino dagli adroni da cui originano e come essi
adronizzino, caratterizzato da una scala ~Λ��� (quindi distanze λ ~ 1 fm.)
Introduzione
2
Il valore elevato del momento trasferito ai partoni permette di fare uso della
teoria perturbativa della cromodinamica quantistica (QCD). Parte del processo,
comunque, è di origine non perturbativa. Questa componente viene trattata
attraverso l' introduzione delle funzioni di distribuzione (PDF) dei quark e dei
gluoni.
Il teorema di fattorizzazione (Collins, Sofer Estermann,[2]) assicura che la
parte perturbativa possa essere separata da quella non perturbativa. Quest'ultima è
universale e quindi può essere estratto dai dati sperimentali.
Queste considerazioni portano a una sezione d'urto inclusiva che si può
scrivere come convoluzione del contributo perturbativo (sezione d'urto partonica)
con il contributo non perturbativo (funzioni di densità partoniche).
Richiedendo inoltre che i due jet del procedimento in figura abbiano energie
trasverse, E� (definizione cap. 3) elevate (E� >> ��) ma comparabili, e che tra
essi ci sia una netta separazione in rapidità, si avrà che il contributo perturbativo (la
sezione d'urto partonica) sarà descritto dalla dinamica BFKL.
Nei lavori [3], [4] di Bartels, Colferai, Vacca è stata ottenuta la sezione
d' urto differenziale del jet tramite l'azione della distribuzione S� (che seleziona le
configurazioni finali del jet) sulla sezione d'urto totalmente esclusiva:
�� = 12# $%2&)'('∞
)*+,-. − -0 − $ -1
)
1*+2 ×
× 4|ℳ.0→)|+7�ф)%-1 , … , -))
per il processo seguente:
(1)
Introduzione
3
che darà luogo alla sezione d'urto differenziale:
���: = ���;<��<�ф< = = �� <
In particolare sono stati calcolati i contributi NLO (Next To Leading Order)
fino all' ordine >?@ del processo in Fig.2 dimostrando che la sezione d'urto (1)
assume la forma fattorizzata seguente: correzione NLL (Next To Leading log s) al
fattore d' impatto del partone b, contributi LL (Leading log s) della regione centrale
e correzioni NLL al vertice del jet.
In conseguenza della fattorizzazione, i risultati per il vertice del jet possono
estesi a processi come quelli in Fig.1.
L' obiettivo della tesi è verificare che la sezione d' urto (1) nel limite in cui
non venga selezionato il jet nello stato finale e che lo stato iniziale sia puramente
partonico, si riconduca (per l'ordine considerato) alla sezione d' urto totale
partonica, come è definita, per esempio, in [3].
Il caso considerato è quello in cui le particelle a,b della Fig.1 siano:
a → quark
b → gluone.
Introduzione
4
La struttura della tesi è la seguente:
Nel capitolo 1 verrà descritta brevemente la teoria con la quale si descrivono
i processi soggetti all' interazione forte: la QCD
Nel capitolo 2 verrà mostrato come la QCD porti, in un particolare regime
cinematico, all' approccio BFKL, e come in questa descrizione la sezione d' urto
totale tra partoni assuma la forma fattorizzata: fattore d'impatto 1, funzione di
Green, fattore d' impatto 2. Ciò sarà fatto in approssimazione LL e seguendo
l'esposizione data nei testi [4], [5]. Seguiranno poi le generalizzazioni e la
descrizione dell' approssimazione NLL, secondo l' articolo[3].
Nel capitolo 3 si discuteranno prima i dettagli degli articoli [1], [2] e si
presenterà poi la verifica del limite:
sezione d' urto differenziale del jet
↓
sezione d' urto partonica totale
all' ordine >?@.
Capitolo 1: QCD
5
CAPITOLO 1: QCD
L’interazione forte è una delle interazioni fondamentali presenti in natura.
Le particelle che risentono della sua azione sono chiamate generalmente adroni:
barioni se fermioni, mesoni se bosoni.
Tutti gli adroni sono composti da particelle elementari: i quark. I sei tipi di
quark, distinti in base al numero quantico chiamato “flavour” sono organizzati, in
base alle analisi sulle loro interazioni elettrodeboli, nelle seguenti famiglie:
AB�C AD#C EFGH
La carica elettrica dei quark del rigo in alto è + +@ I, degli altri − J
@ I dove I è la
carica del protone.
La dinamica che governa le interazioni forti tra i quark è la cromodinamica
quantistica, essa è una teoria di gauge non abeliana, cioè i generatori del gruppo di
simmetria non sono commutativi (appartengono al gruppo %3)). ‘t Hooft,
Gross, Wilczek e Politzer [9] hanno dimostrato che essa gode della proprietà
chiamata libertà asintotica.
Questa proprietà permette di far uso della teoria perturbativa per analizzare
le reazioni a “short range”: (QCD perturbativa).
Una delle prime applicazioni della QCD fu lo studio della diffusione
elettrone-protone profondamente anelastica (DIS) per analizzare lo scaling delle
funzioni di struttura del nucleone (scaling di Bjorken [10]).
Mediante l’uso delle seguenti tecniche, OPE (Operator Product Expansion) e RGE
(Renormalization Group Equations), fu prevista una leggera discrepanza dello
scaling delle funzioni di struttura, che fu poi effettivamente verificata
sperimentalmente.
In corrispondenza alla descrizione mediante un campo di gauge i sistemi composti
da quark devono mostrare una ulteriore simmetria. Essa è descritta dal numero
quantico del colore.
Capitolo 1: QCD
6
Si assume che tutti i sistemi fisici osservabili siano singoletti della simmetria
di colore %3). Infatti, gli adroni, sperimentalmente, sono stati senza colore,
mentre i quark hanno numero quantico di colore non nullo.
Quindi la QCD ha la proprietà della libertà asintotica per interazioni a breve
distanza, e impone il confinamento dei quark per le lunghe distanze.
L’introduzione del numero quantico di colore permette di superare le
difficoltà seguenti dei primi modelli di quark:
• Costruzione della funzione d’onda dei barioni
• Mancanza di rilevazione sperimentale di quark isolati e predizione dei
dati sperimentali sulla sezione d’urto totale IL IM → N�OPQR e
decadimento &S → 2TS Come il fotone è il campo di gauge che media l’interazione elettromagnetica tra
particelle cariche, l’interazione di colore è mediata dal gluone, il campo di gauge
non abeliano della QCD. Esso è responsabile, per esempio, del legame dei quark
all’interno dei nucleoni. Mentre il fotone non è carico elettricamente, il gluone
trasporta carica di colore, quindi si hanno interazioni tra gluoni, anche in assenza di
quark.
Ulteriori riscontri sperimentali delle previsioni della QCD sono derivati dai
processi di annichilazione IL IM e dai decadimenti degli stati :/ψ e Υ . Usando la quantizzazione delle teorie di campo non abeliane sviluppata da
Faddeev, Popov [11] la lagrangiana della cromodinamica quantistica assume la
forma (per una sola specie di quark):
ℒ = ℒY + ℒYZ + ℒZ[ + ℒZ dove, il termine di gauge ℒY è dato da:
ℒY = − J\ ] _]`^_ , ] _ = a �_L` a_�^ + bc`0d�0�_d
il termine di “gauge fixing” è
ℒYZ = − J+e fa^ �^g+
Capitolo 1: QCD
7
la lagrangiana di Faddeev-Popov è
ℒZ[ = fa^ h`∗g �^ 0h0 ; �^ 0 = (`0a − bc`0d�d
e infine la lagrangiana per il campo fermionico è:
ℒZ = kl1fRT^�1m − �(1mg km
con
�1m = a (1m − Rb%n`)1m �^
I campi della lagrangiana sono i seguenti:
km campo fermionico R = 1, … … ,3
�^ campo di gauge N = 1, … … ,8
h` campo “ghost” di Faddeev-Popov N = 1, … … ,8
b è la constante di accoppiamento forte
n1m è il generatore di %3) nella rappresentazione fondamentale
%n`)0d = −Rc`0d nella rappresentazione aggiunta.
Capitolo 2: Dinamica BFKL
8
CAPITOLO 2: Dinamica BFKL
Diffusione Quark-Quark in LLA
L’uso della teoria perturbativa in QCD nel limite di grandi energie nel centro di
massa (~ s ) con quadrato del 4-momento trasferito % t = −ql 2 ) fisso, permette
di sommare contributi del tipo α n logn s ( leading ln s approximation (LLA)) dalla
sezione d’urto e porta alla nozione di Pomerone (Lipatov ’76; Kuraev, Lipatov,
Fadin ’76, ’77; Balitsky, Lipatov ’78, Lipatov ’86 [12]).
Si consideri lo scattering Quark-Quark con scambio di singoletto in LLA. Nel
centro di massa si pone:
%�q = �r = 0) p1 =
2,0,0,
2ss
p2 =
−
2,0,0,
2ss
I contributi all’ordine più basso implicano lo scambio di due gluoni e sono:
Gli altri danno termini sottodominanti in log s e si trascurano in LLA.
# = 2 tJ ∙ t+ F = v+ = 2>w ftJ ∙ t2g − v+ = >w# − v+
(2.1)
p1’
p2’
p1 p1
’
p2’
p2
k k - q
p1
p2
k k - q
Figura 1
Capitolo 2: Dinamica BFKL
9
Per calcolare le ampiezze dei due diagrammi conviene usare la relazione di
Cutkosky. Essa deriva dall’unitarietà della matrice S:
x = x = 1 scrivendo questa relazione in termini della matrice di transizione T (S = 1 + i T)
si ottiene:
% 1 − R nx ) % 1 + R n ) = 1
da cui:
R %nx − n ) = nx n
considerando l'elemento di matrice tra gli stati iniziale e finale e inserendo un
insieme completo di stati intermedi { }n al secondo membro, l'espressione
precedente si scrive:
R < c | fnx − n g| R > = $ < c z nxz Q >{)|
< Q| n| R >
da cui segue la regola di Cutkosky:
2 �� n1} = $ n})∗ n1){)|
Il contributo del primo diagramma avrà quindi la forma:
Im A(1) (s, t) =
(2.2)
(2.3) ))(,(),(21 2)0(2)0(
2 qksAksAd −Π +∫
Capitolo 2: Dinamica BFKL
10
dove:
=−−+=Π ∫∫ )()2()()()2()2(
'2
'121
422
213
24
31
4
2 pppphhhdhd
d δπδδππ
))(())(()2(
22
212
4
kpkpkd −−= ∫ δδ
π
e si rappresenterà come:
Usando la parametrizzazione di Sudakov:
⊥++= kppk 21 βα
il limite s >> 1, e le condizioni di mass shell dei quark derivanti dall’applicazione
della regola di Cutkosky si trovano le relazioni seguenti:
12
<<≅=s
kβα
22 kk −≅ 22 )()( qkqk −−≅−
(2.4)
p1,j
p2,ℓ
h1,m
h2,n
p’1,i h1,m
h2,n p’2,k
k , a k – q, b
(2.5)
(2.6)
(2.7)
Capitolo 2: Dinamica BFKL
11
222)( qqkk ≅−≅
kddds
kd 24
2βα=
∫∫∫ =
−
+=Π kd
ss
k
s
kkddd
sd 2
2
22
222 8
1
8
1
παδβδβα
π
Per calcolare il termine A(0) (s, t) rappresentato come:
usando di nuovo la parametrizzazione si Sudakov:
⊥++= qppq 21 βα
( )0,,0 qq =⊥
e considerando che le condizioni di mass-shell per i quark uscenti implicano:
( ) ( ) 0122
1 =−−−=− qsqp βα
( ) ( ) 0122
2 =−−=− qsqp βα
(2.8)
(2.9)
p 1,j
p 2,ℓ
q , a
p’1,i
p’2,k
a = 1, ... , 8
i, j = 1,…, 3
(2.10)
(2.11) > = −w
Capitolo 2: Dinamica BFKL
12
nel limite s >>t, si trova:
22 qq −≅
Sempre nell’approssimazione s>>1 si può usare il vertice iconale quark-gluone:
( ) ( ) µµγ 111 2 pigpuqpuig s−≅+−
ottenendo infine:
( )
t
sttA akl
aijsπα80 =
La regola di Cutkosky (2.3) quindi dà:
( )∫ −
=22
221
)()()(4),(Im
1. qkk
kdstttttsA kl
baij
bas
fig
α
usando:
( ) πiss −=− lnln
si otterrà:
( )∫
−
−=22
22
1.
1
)(ln)()(4),(
qkk
kd
t
sstttttsA kl
baij
bas
fig πα
da cui ponendo.
(2.12)
(2.13)
(2.14)
(2.15)
(2.16)
12
<<≅=s
qβα
Capitolo 2: Dinamica BFKL
13
( )22
2
22
)(4 qkk
qkd
Nt sc
−
−
= ∫παε
e introducendo il cut-off µ2 per la divergenza infrarossa:
( ) ( )
+−
+
−
= ∫ 2222
2
224 µµπ
αεqkk
qkd
Nt sc
si ottiene:
( ) ( )tt
s
t
stttt
NtsA kl
baij
ba
c
s
figεπα
−= ln)()(16
),(1.
1
La corrispondente ampiezza del secondo diagramma di Fig.1
sarà data, per la proprietà di crossing, da ( ) ),(1.
1 tsAfig
con us ↔ e i corrispondenti
fattori di colore.
Tenendo in considerazione che nel limite s>>1 vale us −≅
si troverà:
( ) ( )tt
s
t
stttt
NtsA kl
abij
ba
c
s
cfigεπα
+= ln)()(
16),(
rossing1.
1
quindi sommando i due contributi:
( ) [ ] ( )tttit
stt
t
stt
NtsA kl
bakl
baij
ba
c
s εππα
−
−= )(ln,)(
16),(1
(2.17)
(2.18)
(2.19)
(2.20)
(2.21)
( ) ),(crossingfig.1
1 tsA
Capitolo 2: Dinamica BFKL
14
Per estrarre da questo risultato il contributo al pomerone si deve estrarre il
contributo del singoletto, tramite l’operatore di proiezione:
PPPP ( )ll kij
c
ijk N
δδ11 =
si ricava quindi:
( ) ( )tt
s
N
NitsA
c
ckijs
kijεδδαπ 1
4),(2
2
,1
1 −=l
l
(2.22)
(2.23)
I contributi a due loop alla diffusione quark
seguente tipo:
Utilizzando ancora la regola di Cutkosky si dovranno considerare i diagrammi
precedenti con tutti i possibili tagli. Si ha la
diagrammi con i loop di auto energia e con correzioni ai vertici.
Si consideri la seguente classificazione:
diagrammi con emissione di un gluone reale:
quelli in cui la linea di taglio interseca i propagatori dei
diagrammi con correzioni virtuali radiative:
quelli in cui il taglio interseca solo propagatori dei quark.
a)
d)
g)
l)
Capitolo 2: Dinamica BFKL
Primo diagramma a scala
I contributi a due loop alla diffusione quark-quark derivano da
Utilizzando ancora la regola di Cutkosky si dovranno considerare i diagrammi
precedenti con tutti i possibili tagli. Si ha la possibilità di eliminare però tutti i
diagrammi con i loop di auto energia e con correzioni ai vertici.
Si consideri la seguente classificazione:
iagrammi con emissione di un gluone reale:
quelli in cui la linea di taglio interseca i propagatori dei
iagrammi con correzioni virtuali radiative:
quelli in cui il taglio interseca solo propagatori dei quark.
b) c)
e) f)
h) i)
m) n)
Capitolo 2: Dinamica BFKL
15
quark derivano da diagrammi del
Utilizzando ancora la regola di Cutkosky si dovranno considerare i diagrammi
possibilità di eliminare però tutti i
quelli in cui la linea di taglio interseca i propagatori dei gluoni.
quelli in cui il taglio interseca solo propagatori dei quark.
Capitolo 2: Dinamica BFKL
16
Esempi del I° tipo sono:
mentre del secondo tipo:
Si considerino i diagrammi del primo tipo. Si trova che la somma delle
ampiezze si può scrivere (tenendo in considerazione i limiti cinematici s >> |t| e
introducendo di nuovo la parametrizzazione di
⊥++= 121111 kppk βα
( )
( )s
s
pigk
ix
fk
ipigiA
222
2
21
132
2
2
−
−
−−=→
µρ
dove
+=Γ νµ
ρµν β
α2
21
112
22
s
kpp
è il vertice di Lipatov.
Si considerino i diagrammi del primo tipo. Si trova che la somma delle
si può scrivere (tenendo in considerazione i limiti cinematici s >> |t| e
introducendo di nuovo la parametrizzazione di Sudakov per i gluoni scambiati:
⊥++= 222122 kppk βα
( )
) bnl
samjabc
t
xkkgtf 21,Γρµν
( )
+−
++
⊥⊥
ρρρρ
αβ 212
1
22
21
2kkp
s
kp
;
Si considerino i diagrammi del primo tipo. Si trova che la somma delle loro
si può scrivere (tenendo in considerazione i limiti cinematici s >> |t| e
Sudakov per i gluoni scambiati:
(2.24)
(2.25)
Esso è non locale perché incorpora i propagatori dei gluoni emessi.
esso si rappresenta con un punto marcato nel
Facendo le stesse considerazioni per i diagrammi dall’altra parte del taglio, si avrà
che la parte immaginaria della somma di tutti i contributi dei diagrammi con
emissione di gluone reale saranno contenuti nell’espressione seguente:
( ) gtsAreale
−= ∫
)2(
2,Im ρσ
dove
( )4
14
532
1kdkdd =Π ∫∫ π
Graficamente i contributi con gluone reale all’ordine
Capitolo 2: Dinamica BFKL
Esso è non locale perché incorpora i propagatori dei gluoni emessi.
on un punto marcato nel vertice:
Facendo le stesse considerazioni per i diagrammi dall’altra parte del taglio, si avrà
che la parte immaginaria della somma di tutti i contributi dei diagrammi con
emissione di gluone reale saranno contenuti nell’espressione seguente:
( ) ( )qkqkAkkAd −−Π +→→ 213221323 ,, σρ
( )( ) ( )( ) ( )( )221
222
2112 kkkpkpk −+− δδδ
Graficamente i contributi con gluone reale all’ordine >?@ sono rappresentati da:
Capitolo 2: Dinamica BFKL
17
Esso è non locale perché incorpora i propagatori dei gluoni emessi. Graficamente
Facendo le stesse considerazioni per i diagrammi dall’altra parte del taglio, si avrà
che la parte immaginaria della somma di tutti i contributi dei diagrammi con
emissione di gluone reale saranno contenuti nell’espressione seguente:
sono rappresentati da:
(2.26)
(2.27)
Capitolo 2: Dinamica BFKL
18
Procedendo come nel caso di �%J), cioè tenendo conto che il limite # ≫ |F| implica:
1 ≫ >J ≫ >+
1 ≫ |w+| ≫ |wJ| �J+ ≃ −�lJ+, �++ ≃ −�l++, �J+ ≃ �++ ≃ vl+
Si otterrà il seguente risultato:
�� ���`��%+) %#, F) = +e���� �−fF`�F`g1mfF0�F0g��c 0dc`�0�d� ×
× # ln A ?|�|C � �+ �lJ�+�l+ � rl�
�l �� �l ��f�l � Mrlg� f�l � Mrg� +� �− J
�l ��f�l � Mrlg� f�l � M�l � g� − J�l ��f�� Mrg�f�l � M�l � g��
Si considerino adesso i contributi derivanti dalle correzioni radiative virtuali come
quelle nelle seguenti figure:
Usando per �%S) e �%J) le espressioni trovate precedentemente si può scrivere
�� ��1���`��%+) %#, F) = J+ � � &+ �%J)%#, �++)�%S)x A#, f�+ − vg+C +
+ J+ � � &+ �%S)%#, �J+)�%J)x A#, f�J − vg+C
cioè
(2.32)
(2.33)
;
(2.28)
(2.29)
(2.30)
(2.31)
Capitolo 2: Dinamica BFKL
19
�� ��1���`�%+) %#, F) = − ��e���� �AF` F0C1m AF` F0C��� ×
× # ln A ?|�|C � �+ �lJ � �+ �l+ ×
x� � J�l ��f�l � Mrlg� f�l � M�l � g� + J
�l ��f�l � Mrlg�f�l � M�l � g� ��
Da queste espressioni, estraendo il contributo del singoletto e ricostruendo la parte
reale si ottiene:
�� �J,��`��%+) %#, F) = 1+e���� A− ���MJ\ C (1m(�� # ln A ?
|�|C � �+ �lJ � �+ �l+ x
x� rl��l �� �l ��f�l � Mrlg� f�l � Mrlg� −� � J
�l ��f�l � Mrlg� f�l � M�l � g� − J�l ��f�l � Mrlg�f�l � M�l � g��
�� �J,�1���`��%+) %#, F) = 1�� e���� A− ���MJ\�� C (1m(�� # ln A ?
|�|C � �+ �lJ � �+ �l+ x
x� � J�l ��f�l � Mrlg� f�l � M�l � g� + J
�l ��f�l � Mrlg�f�l � M�l � g� ��
(2.34)
(2.35)
(2.36)
Capitolo 2: Dinamica BFKL
20
Ordini successivi e equazione BFKL
Generalizzando le considerazioni precedenti si trova che nel livello ad albero i
contributi con lo scambio di gluoni reali per lo scattering qq sono dati dal
diagramma seguente in cui vv → vv + Q gluoni:
con due vertici iconali alle estremità superiori e inferiori e con i punti scuri che
rappresentano i vertici di Lipatov.
Si trascurano i diagrammi con sezioni costituite dai seguenti
sottodiagrammi:
Capitolo 2: Dinamica BFKL
21
in quanto daranno contributi sottodominanti.
Il limite # ≫ |F| e le condizioni di mass-shell per i gluoni determinano quella che
viene chiamata “Multi-Regge” Kinematics:
parametrizzando i momenti dei gluoni scambiati secondo Sudakov:
�1 = >1tJ + w1t+ + �1� , R = 1, 2, … … … , Q + 1
Essa indica le condizioni:
1 ≫ >J ≫ >+ ≫ >@ … … … ≫ rl�?
1 ≫ |w)LJ| ≫ |w)| ≫ . . . … … ≫ rl�?
�lJ+ ≅ �l++ ≅ . … … . . ≅ �l)+ ≅ �l)LJ+ ≅ vl+
L’ampiezza sarà:
R�+→)L+��…�� = %−2Rb?)tJ �F1m� A− 1���C x
x b? c �`�0��μ�μ�¡� %kJ, k+) A− 1
���C x
x b? c �`�0��μ�μ�¡�%k+, k@) A− 1
���C x
x … … . … … … … … … … … … … … .. x
x b? c �`�£�0��μ�£�^�¡�%k), k)LJ) A− 1
��£�� C x
x %−2Rb?)t+ �£�F���£�
(2.37)
(2.38)
(2.39)
(2.40)
(2.41)
Capitolo 2: Dinamica BFKL
22
Si considerano adesso le correzioni radiative virtuali. Seguendo Lipatov’76,
Kuraev, Lipatov, Fadin’76 [12], l’effetto di queste correzioni è quello di
modificare il propagatore dei gluoni nel modo seguente:
M1�¤� → M1
�¤� EM?¤�¤� H¥ f�¤�g
dove
#1 = %�1MJ − �1LJ)+ ≅ e¤¦�e¤ f�l1 − �l1LJg+
quindi
1
�¤� E− ?¤�¤�H§ f�¤�g ≅ E− 1�¤�H Ae¤¦�e¤ C§ f�¤�g
e è dato da
¨f�1+g = �� e�\�� � �+ ℎl M�l ¤�ª« � Aª« M�l ¤ C�
Un gluone con un propagatore (gauge di Feynman)
�^_f#1 , �1+g = M1q¬�¤� E ?¤�l � H§ %�)
Prende nome di gluone reggeizzato (si indica con un asterisco sul propagatore).
La parte immaginaria dell’ampiezza calcolata con la regola di Cutkosky si
rappresenta come:
(2.42)
(2.43)
(2.44)
(2.45)
(2.46)
Capitolo 2: Dinamica BFKL
23
e sarà data da:
�� �%#, F) = J+ %−1))b®�¯�b®�¯� … … b®�¯� x
x � � Π)L+ �+→)L+®�…®� %�J, … … , �)) �+→)L+¯�…¯� %�J − v, … … , �) − v)
dove
� Π)L+ = ?�£�+�£�%+�)��£� � ∏ ²�>1�w1�+�l1³)LJ1*J
x ( f– wJ%1 − >J)# − �lJ+g( f>)LJ%1 + w)LJ)# − �l)LJ+ g x
x ∏ ( Ef>m − >mLJgfwm − wmLJg# − f�lm − �lmLJg+H)m*J
(2.47)
(2.48)
Capitolo 2: Dinamica BFKL
24
Si trova infine (a parte un fattore J
�� (1m(��):
�� �J%#, F) = J+ ∑ 4#+·)*S b?\ A���MJ
\�� C � � Π)L+ x
x J
�l ��f�l � Mrg� A Je�C§ f���gL § %%��Mr)�)
x
x ∏ ¸ q���l ¤£�� A�l ¤£�MrlC� %−2�d) ¹f�l1 , �l1LJg�)1*J x
x �A e�e¤£�C§ f�¤£�� gL§ %%�¤£�Mr)�)º
dove ¹f�l1 , �l1LJg è dato da
¹f�l1 , �l1LJg = �vl+ − �l ¤�A�l ¤£�MrlC�
A�l ¤ M�l ¤£�C� − �l ¤£�� A�l ¤ MrlC�
A�l ¤ M�l ¤£�C� �
Per determinare l’espressione precedente se ne calcola prima la trasformata di
Mellin, definita come:
cJ%», F) = � � A ?|�|C A ?
|�|CM¼MJ ½¾¿�%?,�)?
·J
da cui l’antitrasformata è:
½¾¿�%?,�)
? = J+�1 � � » A ?
|�|C¼ cJ%», F)dL1·dM1·
L’uso della trasformata di Mellin permette di scrivere:
(2.49)
(2.50)
(2.51)
(2.52)
Capitolo 2: Dinamica BFKL
25
cJ%», F) = %4&>?)+ A���MJ\�� C ∑ � ∏ À��l ¤ %+�)�)LJ1*J·)*S
x � J�l ��f�l � Mrlg�
J ¼M¥ f���gL¥ %%��Mr)�) � f−2>?�d g¹f�lJ , �l+g
x � J�l ��f�l � Mrlg�
J ¼M¥ f���gL¥ %%��Mr)�) � f−2>?�d g¹f�l+ , �l@g
x … … … … … … … … … … … … … x
x � J�l �£�� f�l �£�Mrlg�
J ¼M¥ f��£�� gL¥ %%��£�Mr)�) � f−2>?�d g¹f�l) , �l)LJg
L’ultima espressione si può scrivere come relazione ricorsiva:
cJ%», F) = %4&>?)+ A���MJ\�� C � À��l
%+�)�ℱ�%¼,�,« rl)�l � %�l Mrl)�
dove
ℱJf», �,« vlg �» − ¨ f−�l+ g − ¨ A−f�l − vlg+C� =
= 1 − �� e�+�� � �+ℎ �%�l ,ª« )ª«� %ª«Mrl)� ℱJ%», ℎ,« vl)
Questa è l’equazione BFKL per il singoletto. Introducendo la funzione
]f», �,« �′,lll vlg definita attraverso:
ℱJf», �,« vlg = � À��l � �l �� �l+ ]f», �,« �′,lll vlg
(essa è in relazione con cJ%», vl+) tramite l'espressione
cJ%», vl+) = %8&+>?)+ A���MJ\�� C � À��l
%+�)� � À��l � %+�)�
Z%¼,�,« �Ã,llllrl)�l ��%�l Mrl)� )
(2.53)
(2.54)
(2.55)
(2.56)
(2.57)
Capitolo 2: Dinamica BFKL
26
l’espressione (2.55) si scrive
�» − Ä f−�l+ g − Ä A−f�l − vlg+C� ]f», �,« �′,lll vlg =
= (+f�l − �ë g − �� e�+�� � �+ℎ Å%�l ,ª« )�l � %ª«Mrl)� ]f», ℎ,« �Ã,llll vlg
Usando
� À�ª«ª«� %�l Mª«)� = 2 � À�ª«
%�l Mª«)�ƪ«� L%�l Mª«)� Ç
� À�ª«%ª«Mrl)�%�l Mª«)� = 2 � À�ª«
%�l Mª«)�È%ª«Mrl)�L%�l Mª«)� É
Si ottiene la forma standard per l’equazione BFKL:
» ]f», ℎ,« �Ã,llll vlg = (+f�l − �ë g
+ �� e�+�� � �+ℎl Ê Mrl�%ª«Mrl)��l � ]f», ℎ,« �Ã,llll vlg�
+ J%ª«M�l )� �]f», ℎ,« �Ã,llll vlg − �l � Zf¼,�,« ��,llllrlg
ª«� L%�l Mª«)� � �+ J
%ª«M�l )� �%�l Mrl)�ª«� Z%¼,ª,« �Ã,llllrl)%ª«Mrl)��l � − %�l Mrl)�Z%¼,�,« �Ã,llllrl)
%ª«Mrl)�L%�l Mª«)� �Ë
L’antitrasformata di Mellin della soluzione di questa equazione
]f#, �,« �Ã,llll vlg = J+�1 � � » A ?
|�|C¼ ]f», �,« �Ã,llll vlgdL1·dM1·
dà la parte immaginaria dell’ampiezza di scattering
½¾¿�%?,�)
? = %8&+>?)+ A���MJ\�� C � À��l
%+�)� � À��l � %+�)�
Zf?,�,« ��,llllrlg�l ��%�l Mrl)�
(2.58)
(2.60)
(2.59)
(2.61)
(2.62)
(2.63)
Capitolo 2: Dinamica BFKL
27
L’equazione BFKL diventa, per il valore trasferito del momento t=0
» ]f», �,« �ë g = (+f�l − �ë g + �� e��� � À�ª«%�l Mª«)� x
x �]f», ℎ,« �ë g − �l �ª«� L%�l Mª«)� ]f», ℎ,« �ë g�
che si può scrivere nella forma
» ]f», �,« �ë g = (+f�l − �ë g + � �+ℎl Ìf�l, ℎlg]f», ℎ,« �ë g
dove
Ìf�l, ℎlg = 2 Ä f– �l+ g (+f�l − ℎlg + �� e���J
%�l Mª«)�
kernel kernel virtuale kernel reale
(2.64)
(2.65)
(2.66)
Capitolo 2: Dinamica BFKL
28
Soluzione dell'equazione BFKL per t=0
La soluzione dell’equazione BFKL per t=0 è data da (dopo aver fatto
l’antitrasformata di Mellin):
]f#, �,« �Ã,llll vlg = JÍ+��Î��l � �l �� J
Í�)%Ï/�l � ) x E ?
�l � H exp �− �)�%�l � /�l ��)+Î�� �)%?/�l � )�
dove
Ò = �� e��� 4 ln 2 ; Òà = �� e��� 28 Ó%3)
Sostituendo nell’espressione dell’ampiezza e considerando che per il singoletto
domina la parte immaginaria, cioè essa si può considerare puramente immaginaria,
si trova (in LLA):
�J%#, 0) = %8&+>?)+ A���MJ\��� C (1m(��R# � À��l
%+�)� � À��l � %+�)�
Zf?,�,« ��lllg�l ��%�l Mrl)�
Dall’ultima espressione, utilizzando il teorema ottico, si può derivare la sezione
d’urto totale per lo scattering quark-quark:
�FPFvv = 1# ���1%#, F = 0) = 4>#2 E�D2−14�D2 H � �2�« �2�«′ ]E#,�,« �′« H
�«2 �«′2
che può essere scritta come:
(2.67)
(2.68)
(2.69)
(2.70)
(2.71)
Capitolo 2: Dinamica BFKL
29
�FPFvv = 4>#2fb2g2 � ΦqΦq ] E#, �,« �′« H
dove ΦÕ = b+ Í���MJ\��� definisce il fattore d’impatto all’ordine LLA del quark.
Il processo può essere schematizzato come indicato in figura:
Ottenere l’espressione (2.72) era l’obbiettivo del presente paragrafo. Essa mostra
come all’ordine LLA l’ampiezza per lo scattering qq abbia la struttura:
ÖPQ×PØBÙRPQI �R , ]NFFPOI �ÃR�tNFFP tNOFPQI Ú ]BQÙRPQI �R ÛOIIQ Ú cNFFPOI �ÃR�tNFFP tNOFPQI2
Questa forma verrà conservata anche all’ordine NLLA come si mostra nel
paragrafo seguente.
(2.72)
ΦÕ
ΦÕ
]%#, ¹,« ¹Ãlll)
Ampiezza
Scattering
Capitolo 2: Dinamica BFKL
30
Generalizzazioni e correzioni NLLA
Generalizzando l’espressione della sezione d’urto totale allo scattering elastico di
due particelle AB→AB con lo scambio dei numeri quantici del vuoto nel canale t,
si ottiene [4]:
��Ü%#) = ����Ü�Ü#
con
��Ü%#) = � � »2&R 1%2&)�−2D+R∞D−R∞ � ��−2v«�⊥��−2v«Ü⊥ A ##0C»
x ßàArlá C
rlá� â¼ %vl¿ , vlã ) ßäAMrlå Crlå�
dove le integrazioni sono fatte sui momenti trasversi e lo spazio-tempo si considera
a � = 4 + 2ℰ dimensioni %ℰ > 0)
inoltre â¼ è la funzione di Green che soddisfa l’equazione
» â¼fvlJ , vl+ g = (%'M+)fvlJ − vl+ g
+ = �'M+qç Ì AvlJ , vçllllC â¼ Avçllll, vl+ C
mentre il kernel Ì è dato da
ÌfvlJ , vl+ g = 2» %vlJ+)(%'M+)fvlJ − vl+ g + ÌèfvlJ , vl+ g
con:
(2.73)
(2.74)
(2.75)
(2.76)
(2.77)
Capitolo 2: Dinamica BFKL
31
Ì� = ℊ+�%2&)'MJ 2fvlJ − vl+ g+
dove N è il numero dei colori (per %�), � = 3), mentre »%J) è la traiettoria di
Regge del gluone ed è stata regolarizzata attraverso il metodo di regolarizzazione
dimensionale invece che con l’introduzione del cut-off (come fatto nel paragrafo
precedente):
»%J) f−vl+ g = − ℊ��%\�)�£ℰ +
ℰ fvl+ gℰ ê�%JLℰ)ê%JL+ℰ) Γ%1 − ℰ)
Φìfvl¿ g è il fattore d’impatto della particella A
Φìfvl¿ g = Jí�î�MJ ∑ zΓ¿ï¿ð z+¿ï,ñ
con
Γ¿ï¿1 = ℊ < �òzT1 z� > Γ¿ï¿
In LLA si conserva l’elicità’ delle particelle diffuse così che:
Γ¿ï¿ = (οï , (ο
Mentre l’approssimazione LLA considera la risommazione dei termini
>?)ØQ)# l’approssimazione next-to-leading logarithmic (NLLA) considera nella
risommazione tutti i contributi del tipo >?)LJØQ)#
Come per l’approssimazione LLA anche per l’approssimazione NLLA si
utilizza la reggeizzazione del gluone per calcolare le ampiezze che contribuiscono
attraverso la regola di Cutkosky.
(2.78)
(2.79)
(2.80)
(2.81)
Capitolo 2: Dinamica BFKL
32
In MRK considerare le correzioni NLLA corrisponde a calcolare i contributi
a due loop »%+)%F) alla traiettoria di »%F) del gluone e calcolare le correzioni a un
loop dei vertici reggeone-reggeone-gluone e ai fattori d’impatto. Ma in NLLA,
però, MRK non e’ la sola cinematica possibile, perché le condizioni di
ordinamento forte:
1 ≫ >J ≫ >+ ≫ >@ … … … ≫ rl�?
1 ≫ |w)LJ| ≫ |w)| ≫ . . . … … ≫ rl�?
non valgono più. E’ possibile che si abbia una qualsiasi coppia di particelle
prodotte con momenti longitudinali dello stesso ordine.
Questa cinematica prende il nome quasi-multi-regge kinematics (QMRK). Essa
porta ad includere, oltre alla produzione di un gluone, nella collisione reggeone-
reggeone, anche la produzione di coppie gluone-gluone e quark-antiquark.
Inoltre deve essere modificato il vertice reggeone-particella includendo la
possibilità di produzione di particelle nella regione di frammentazione della
particella iniziale.
Quindi la sezione d’urto totale continua a mantenere la forma (2.74) ma in
essa cambiano i fattori d’impatto:
Φì%S)fvl¿ g → Φì%S)fvl¿ g + Φì%J)fvl¿ g
in cui vanno incluse le correzioni radiative e la produzione di particelle nella
regione di frammentazione della particella iniziale.
La funzione di Green continua a soddisfare l’equazione (2.75) con il kernel
che mantiene la stessa forma (2.76) della LLA. Però la traiettoria di regge del
gluone è data da:
(2.82)
(2.83)
(2.84)
Capitolo 2: Dinamica BFKL
33
»%F) = »%J)%F) + »%+)%F)
dove »%+)%F) è dato in 67-66 di Fadin [4], mentre la parte legata ai contributi
derivanti dalla produzione di particelle reali, cioè Ì�fvlJ , vl+ g tiene in
considerazione, adesso, che nella collisione reggeone-reggeone si possono
ottenere:
un gluone, due gluoni, una coppia quark-antiquark, quindi il kernel sarà:
Ì�fvlJ , vl+ g = ÌôôYõ)�M�õõ�fvlJ , vl+ g + ÌôôYY0õ�) fvlJ , vl+ g + Ìôôööl0õ�) fvlJ , vl+ g
dove i termini del secondo membro sono dati, rispettivamente nelle (83), (106),
(108) di Fadin [4].
I capitoli successivi saranno dedicati alle correzioni NLLA ai fattori
d’impatto.
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
34
CAPITOLO 3: Dettagli del lavoro
Uno dei modi per verificare sperimentalmente i risultati della teoria BFKL
consiste nella misura dei JET nella collisione adrone-adrone e nel DIS (Deep
Inelastic Scattering).
Il primo processo è raffigurato dal seguente diagramma:
e i jet prodotti prendono il nome di Mueller-Navelet jet.
Il secondo processo si rappresenta come:
(Fig. 3.1)
(Fig. 3.2)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
35
il jet prodotto prende il nome di forward jet.
I dati ottenuti indicano la necessità di aumentare l’accuratezza delle
previsioni teoriche fino a considerare i contributi NLLA. Questo comporta che si
debbano conoscere non solo le correzioni NLLA al Kernel ma anche ai fattori
d’impatto del fotone e del vertice dei jet.
Lo scopo dei lavori di Bartels et al. è quello di calcolare al livello NLL i
vertici dei jet originati dai quark e dai gluoni. Ciò si ottiene dallo studio della
sezione d’urto del processo: (per la tesi partone ≡ gluone)
v + tNOFPQI → v + ÷ + øIF
all’ordine >?@ nel limite di alte energie, considerando oltre ai contributi LL (quindi
>?@ log A ??ûC ), anche i termini costanti in s all’ordine >?@. La sezione d’urto si
scriverà come prodotto del fattore d’impatto del quark q all’ordine NLL, di un
termine che contribuirà all’ordine LL allo sviluppo BFKL e delle correzioni NLL
al vertice del jet. Il vertice ottenuto potrà poi essere usato come vertice del
“forward jet” e dei jet di Mueller-Navelet.
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
36
Notazioni e definizione di operatore di selezione del jet
Si consideri quindi il processo indicato in figura in cui un adrone H
interagisce con un quark q e nello stato finale viene rilevato il jet della direzione
dell’adrone iniziale H
usando le coordinate “del cono di luce”
t^ = %tL, tM, tü) ; t± = %tJ ± t@)/√2
(quindi t ∙ v = tLvM + tMvL − tü� ∙ vl� ⇒ t+ = 2tLtM − tü�+)
poniamo:
t. = EÍ ?+ , 0, 0lH
t0 = EÍ 0, ?+ , 0lH
# = %-. + -0)+
(Fig. 3.3)
(3.1)
(3.2)
(3.3)
(3.4)
(3.5)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
37
Introducendo la rapidità �, nel centro di massa del sistema adrone-quark, definita
come:
� = J+ ØQ �L[�
�M[�
da cui
��� = FNQℎ�
t� = |tü�| #IQℎ� � = |tü�| DP#ℎ�
un 4-vettore generico espresso mediante le componenti del cono di luce si scriverà:
t = %tL, tM, tü�) = A�L��√+ ,
�M��√+ , tü�C =
= A|tü�| ð����L?�)ª �√+ , |tü�| ð����L?�)ª �
√+ , tü�C = A|tü�| ��
√+ , |tü�|�¦�√+ , tü�C
e nel limite × ≪ 1 %vBRQ�R � ≅ �, t� ≅ �×�) � si riduce alla velocità della
particella.
Definendo inoltre l’energia trasversa come:
� ≡ |tü�|
la particella i-esima sarà parametrizzata come:
t1 = �1 A��¤√+ ,
�¦�¤√+ , �1C
(3.6)
(3.7)
(3.8)
(3.9)
(3.10)
(3.11)
(3.12)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
38
dove �1 è il vettore unitario azimutale
�1 // tü1
Poiché il jet consiste di un certo numero di partoni le cui rapidità �1 e i cui angoli
azimutali �1 definiscono una regione nel piano %� �1) si definiscono �< , �l<
come i centri di queste regioni.
Si definisce quindi, per il processo N + G → v + R + øIF con:
t< ≅ �< A��¤√+ ,
�¦�¤√+ , �1C
e
� ≡ f-. − -<g+
il limite di alte energie
�<+cR##P, F cR##P; # → ∞
con
�<+~− F ≫ Λöñ'+
Queste condizioni permettono di considerare i partoni dell'adrone H a massa nulla
e collineari con esso:
t�`��õ)� = Ú t. = EÍ ?+ , 0, 0lH
(3.13)
(3.14)
(3.15)
(3.16)
(3.17)
(3.18)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
39
Inoltre le stesse condizioni danno luogo, come visto nel capitolo 2, alla
dinamica descritta dalla teoria BFKL in cui la sezione d’urto totale può essere
fattorizzata secondo la (2.74) sia nel limite LL che in quello NLL.
Si definisce la distribuzione del jet < in modo che essa selezioni gli stati
finali con una data configurazione delle variabili di jet. Data quindi la sezione
d’urto totalmente esclusiva
�� = J+? ∑ %2&)' (' %t. + t0 − ∑ t1)1*+ ) 4|ℳ.0→)|+7·)*+ x
x ��) %tJ, … … , t))
dove � = 4 + 2ℰ sono le dimensioni dello spazio-tempo, ��) è lo spazio delle
fasi delle n particelle finali.
L’azione di < sarà, secondo quanto detto:
À¯À< ≡
À¯À� À� À� = � �� <
Poiché si considera la sezione d’urto tra un adrone e un partone, essa sarà data
dalla convuluzione della corrispondente sezione d’urto partonica ��` con la
funzione densità di distribuzione (PDF) c . Delle due solo la prima costituisce un
termine calcolabile perturbativamente.
Ciò è giustificabile se le singolarità infrarosse derivanti dalla presenza di
particelle a massa nulla possono essere riassorbite dalla ridefinizione delle PDF.
La convoluzione è:
�� = ∑ � �Ú ���JS`∈. %Ú) c%S)%Ú)
(3.19)
(3.20)
(3.21)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
40
dove Ú = [�£[�£ è la frazione d’impulso longitudinale dell’adrone trasportata dal
partone N, c(S) sono le PDF all’ordine più basso.
Secondo la definizione si < la sezione d’urto del jet è data quindi da:
���: =$ = �Ú ���0`
¯%Ú) #< %Ú) c%S)%Ú)
(3.22)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
41
Vertice del jet all'ordine più basso
Un primo risultato di Bartels et al. è costituito dal vertice per il jet all’ordine
in cui non sono presenti loop, cioè la sezione d’urto tra partoni che ha come
contributo dominante lo scambio di un quark nel canale-t. Poiché il jet che si
considera è quello che si origina dall’adrone, e i due partoni tra cui avviene la
diffusione si muovono inizialmente in direzione opposte, si identifica il momento
del jet con quello della particella 1 in fig.(3.4).
Si pone:
� = tJ − t = −Ù t + »t + �� ; �� = %0, 0, �)
# ≡ %t` + t0)+ = Ú#
sarà [13]
��� 0%S) = ℎ0%S) f�gℎ%S)f�g�� ; �� ≡ ��+L+ℰ
(Fig. 3.4)
(3.23)
(3.24)
(3.25)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
42
dove i fattori d’impatto all’ordine ℎS sono dati da:
ℎ1(S)f�g = � ñ¤�� ; � = +�£ℰ e�^�ℰê%JMℰ)í���MJ %R = N, G)
Ö1 = ¸ ���¦�� �� r�`��
ñá*�� q��õ)1 �
>? = >?%S) ≡ q�^�ℰ ê%JM ℰ)%+�)%�£ ℰ)
Dalle considerazioni cinematiche fatte prima segue che la funzione di distribuzione
del jet per due particelle nello stato iniziale è data:
<%+) %tJ, t+, t, t) = f�J − �<g f�J − �<g + f�J − �<g
che diventa, in funzione delle variabili indipendenti ¹ , Ú
<%+) f�; Úg ≡ <%+) %-J, -+, - , -0) = A1 − � � C %� − �<) �<JL+ℰ
dove
Ú< ≡ � �� √?
Usando queste espressioni si può scrivere la sezione d’urto inclusiva per il jet
usando la (3.22):
À¯(û)À< = ∑ � �Ú � ��` ℎ0%S) f�gℎ%S)f�g <%+) f�, Úg c%S)%Ú)
(3.26)
(3.27)
(3.28)
(3.29)
(3.31)
(3.30)
(3.32)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
43
Raccogliendo i termini <(+) f�, Úg ℎ%S)f�g come vertice del jet �%S) f�, Úg si avrà:
À¯%û)
À< = ∑ � �Ú � ��` ℎ0%S) f�g�%S) f�, Úg c%S)%Ú)
Nel corso della tesi si dimostrerà che la precedente sezione d’urto inclusiva
si riduce, nel caso in cui non si selezioni il jet, alla sezione d’urto totale ottenibile
dallo sviluppo (2.74) con i fattori d’impatto � considerati al primo ordine e la
funzione di Green ottenuta senza iterazioni dell’equazione ricorsiva (2.75).
(3.33)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
44
Fattorizzazione della sezione d'urto del jet nell'analisi ad un loop
Per l’analisi ad un loop della sezione d’urto del jet, nell’articolo di Barteles
et al. si parte dall’approssimazione LL del processo di scattering: Partone-Partone
indicato in Fig. (3.5).
In questa approssimazione gli stati finali che danno contributi dominanti
corrispondono alla MRK (eq. (2.38),(2.59),(2.40) come detto al capitolo 2) che in
termini delle rapidità e delle energie trasverse può essere espressa come:
�J ≫ �@ ≫ �+
�J ∼ �@ ∼ �+
Le particelle sono individuate dai numeri nel senso indicato in Fig. (3.5).
Introducendo i 4-momenti trasferiti nella parametrizzazione di Sudakov:
� ≡ t0 − t+ = −» t` + » t` + �� ; �� = %0, 0, �)
�à ≡ tJ − t` = −Ù t` + Ù t0 + ��à ; �� = %0, 0, �Ã)
(Fig. 3.5)
(3.34)
(3.35)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
45
Le (3.34) diventano:
» ∼ Ù ≪ » ∼ Ù ≪ 1
��Ã� ∼ �� − �Ã� ∼ z�z
Si trova quindi:
��� 0%J) = >? ℎ0%S) f�g ℎ%S) A�ÃC ��%S) A�, �ÃC log ??û + DP#FNQFI� ����Ã
(dove #S è la costante di scala delle energie che all’ordine LL non ha conseguenze
fisiche, sarà rilevante invece per le correzioni NLL).
Dove il kernel del LL BFKL è
Ì%S)f�l, �ë g = Ì%S,�����)f�l, �ë g + Ì%S,��è !���)f�l, �ë g
e le sue parti derivanti da contributi reali e virtuali sono:
Ì%S,�����) = �à �J
�ℰf�l M��lllg� ; &ℰ = &+Lℰ"+ℰГ%1 − ℰ)
Ì%S,��è !���) = 2ω%J)f�lg(+L+ℰf�l − �ë g
ω%J)f�lg ≡ FONRIFFPORN �R �IbbI �IØ bØBPQI N BQ ØPPt
in conformità all’analisi BFKL a livello LL trattata al capitolo 2.
A partire dall’espressione Eq. (3.37) con considerazioni cinematiche simili a
quelle usate nel paragrafo precedente si può definire la sezione d’urto del jet.
Infatti a causa dell’ordinamento forte in rapidità, il forward jet prodotto dall’adrone
potrà avere come 4-momento solo:
-< ∼ -J
e quindi la distribuzione <%@) per tre particelle nello stato finale si riduce a:
<%@) → <%+) del paragrafo precedente.
(3.36)
(3.37)
(3.38)
(3.39)
(3.40)
(3.41)
(3.42)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
46
Quindi la sezione d’urto a livello LL sarà:
À¯%�,%%)À< = >? ∑ � �Ú ∫ �� ��Ã` ℎ0(S)f�gÌ(S)f�l, �ë g ØPb &�
�û x
x �(S) A�Ã, ÚC c%S)(Ú)
dove, come nel paragrafo precedente:
�(S) f�, Úg = ℎ`(S)f�g <%+) f�, Úg
Il calcolo delle correzioni all’ordine >?@, non logaritmiche, della espressione
precedente permette di ottenere il vertice del jet al’ordine NLL.
Le correzioni derivano dai contributi costanti nello sviluppo perturbativo a
un loop dei termini seguenti:
ℎ = ℎ(S) + >?ℎ%J) � = �(S) + >?�%J) c = c(S) + >?c%J)
che forniscono la generalizzazione seguente della Eq. (3.43):
À¯À< = >? ∑ � �Ú ∫ �� ��Ã` ℎ0f�g âfxs, �l, �ë g � A�Ã, ÚC c %Ú)
(3.43)
(3.44)
(3.45)
(3.46)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
47
con
âfxs, �l, �ë g ≡ (f�l − �ë g + α� Ì%S)f�l, �ë g ØPb &)�û
che sviluppata darà il termine seguente come contributo a un loop:
À¯(�)À< = >? ∑ � �Ú ∫ �� ` *��à �ℎ0(S)f�g Ì%S)f�l, �ë g ØPb &�
�û �%S) A�Ã, ÚC c %Ú)�+� + ℎ0%J)f�g �%S) E� , ÚH c%S)(Ú)+ ℎ0%S)f�g �%S) E� , ÚH c%J)(Ú)+
�+ ℎ0%S)f�g �%J) E� , ÚH c%S)(Ú)Ë
ℎ`(J)f�g indica il fattore d’impatto calcolato all’ordine NLL [(13),(14),(15)], c(J) indica le correzioni alle PDF che consistono nelle funzioni di splitting di Altarelli
Parisi:
c(J)(Ú,"Z+) ≡ J+�ℰ A
^+�^�C
ℰ ∑ � À,, � - d
J� (-) cd%S) A�,C` =
= J+�ℰ A
^+�^�C
ℰ ∑ - d ⨂ cd%S)`
�(J) indica il jet vertex all’ordine NLL.
(3.47)
(3.48)
(3.49)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
48
Correzioni virtuali a un loop
Le prime correzioni ad essere calcolate sono date dai contributi virtuali.
Nel caso di diffusione tra partoni:
v b
si avrà [16]:
��rq�1���`� = >? � �Ú ∫ �� ℎr(S)f�g x
x �2»(J)f�g ØPb &��� + ∏ f�gr + ∏ f�gq � ℎq%S)f�′g
dove >? è stata definita in Eq.(3.30) e AℎqMr(S) C in Eq.(3.26), il primo termine
costituisce il contributo LL alle correzioni virtuali ed è dato dal prodotto del
logaritmo per la parte virtuale del kernel (a parte la s) si ha:
ω(J)f�lg = − �à �J
+ℰГ^�%JLℰ)ê(JL+ℰ) E��
^�Hℰ
Si noti inoltre che nell’espressione (3.30) è stata fatta una scelta precisa per la
costante di scala dell’energia, cioè
Ì%S,��è !���)f�l, �ë g log ?�� = 2ω(J)f�lg #f�l − �ë g
� sS = z�lz z�ë z
La scala di energia non potrà essere modificata perché si aggiungerebbe una
costante che cambierebbe i contributi NLL.
(3.50)
(3.51)
(3.52)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
49
Essi sono costituiti dalle espressioni
∏ f�gr = E��^�Hℰ �− JJ/îM+/0J+�
Jℰ + A12
@3 + ��\ C ñá� − 2
J1�4� − A J
ℰ� − @+ℰ + 4 − ��
3 C ñá� �
∏ f�gq = E��^�Hℰ �− JJ/îM+/0J+�
Jℰ + ñá� A− J
ℰ� + JJ3
Jℰ + 2��
J+ − 35@3C + A− J
@ℰ + 2J1C �4� �
che sono le correzioni virtuali NLL ai fattori d’impatto, rispettivamente, del quark
e del gluone.
Negli articoli di Bartels et al. i primi termini di entrambe le espressioni, che
moltiplicano il polo Jℰ sono usate per rinormalizzare la costante di accoppiamento
α�f�l+g ≡ α�%S) �1 − α�%S) 6ûℰ E��
^�Hℰ� bS = JJ/îM+/0
J+�
Usando le espressioni rinormalizzate e combinando il fattore d’impatto del gluone
con la distribuzione <(+) si avrà (con la convoluzione con le PDF):
À¯(8¤9:;�<)
Àm = >? � �Ú � �� ℎr(S)f�g �2»(J)f�g ØPb &)�� +�
�+ ∏ f�gr + ∏ f�gq Ç x �q(S) E� , ÚH cq%S)(Ú)
dove si considera ogni α� rinormalizzata e:
(3.54)
(3.53)
(3.55)
(3.56)
(3.57)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
50
Π=Õf�g = ∏ f�g— A0ûℰ Cr = = �A12
@3 + ��\ C ñá
� − 2J1
�4� − A Jℰ� − @
+ℰ + 4 − ��3 C ñá� − bS ØPb E��
^�H� E��^�Hℰ
Π=?f�g = ∏ f�g— A0ûℰ Cq = = �A− J
ℰ� + JJ3
Jℰ + 2��
J+ − 35@3C ñá� + A− J
@ℰ + 2J1C �4� − bS ØPb E��
^�H� E��^�Hℰ
Le correzioni virtuali ai fattori d’impatto mostrano poli dovuti a singolarità
infrarosse (IR) soffici e collineari.
(3.58)
(3.59)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
51
Correzioni reali
Le correzioni reali a livello NLL alla sezione d’urto per la diffusione
partone-partone non possono essere presentate nella forma dell’Eq. (3.50) perché
c’è la possibilità che il jet sia costituito da più di una particella tra i partoni
inizialmente prodotti dallo scattering (dipende dalla cinematica).
Per le correzioni virtuali, invece, solo la particella con rapidità maggiore tra i
partoni può dar luogo al jet. Conviene per questo suddividere lo spazio delle fasi
delle particelle finali in due regioni.
Si consideri quindi il processo di diffusione quark-gluone indicato in
Fig.(3.6):
Nello stato finale ci saranno tre partoni:
BQ vBNO� → 2
BQN DPttRN → 1,3
la coppia può essere sia una coppia bb che una coppia vv.
I due momenti scambiati sono stati parametrizzati secondo Sudakov:
� ≡ tr − t+ = −» tq + » t + �� ; �� = (0, 0, �)
(Fig. 3.6)
(3.60)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
52
�à ≡ tJ − tq = −Ù tq + Ù t + ��à ; �� = (0, 0, �Ã)
quindi le energie trasverse sono:
�J = ��Ã� , �+ = z�z, �@ = �� − �Ã� Per individuare le due regioni si attui una trasformazione di Lorentz che porti nel
centro di massa dei partoni. Essa consisterà in un “boost” lungo l’asse z che lascerà
immutate le energie trasverse e cambierà le rapidità secondo la formula
� → � + Δ� = 12 ln 1 + w
1 − w ≡ �à dove w caratterizza la trasformazione di Lorentz ed è data da
w = Ú` − Ú0Ú` + Ú0 = 1 − Ú1 + Ú
quindi
Δ� = J+ ln J
� e
tÃ^ = (tÃL, tÃM, tüÃ) = fIA�tL, IA�tM, tüg
Si definisce quindi per
�JÃ , �@Ã > 0 ⇒ #I�RtRNQP RQcIORPOI
�@Ã < 0 < �JÃ ⇒ #I�RtRNQP #BtIORPOI
Inoltre si avrà che
�@Ã = 0 ⇔ B = Ù = �@√Ú#
�@Ã < 0 ⇒ B > �@√Ú#
�@Ã > 0 ⇒ Ù > �@√Ú#
(3.61)
(3.62)
(3.63)
(3.64)
(3.65)
(3.66)
(3.67)
(3.68)
(3.69)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
53
Adesso che si è definita la notazione che permette di descrivere la
cinematica del processo si possono stabilire le proprietà della funzione di
distribuzione del jet perché esse dipendono dalla cinematica. Ciò sarà fatto nel
prossimo paragrafo.
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
54
Proprietà del jet
Al fine di avere la sezione d’urto per il jet finita si devono definire dei limiti
per < nel caso tra gli stati finali ci siano singolarità soffici o collineari.Si richiede
quindi che data la distribuzione generica
<%)) (-J, … … , -) ; - , -0)
dove - , -0 sono i 4-momenti degli stati iniziali, lo stato con una particella finale i soffice, cioè:
-1 → 0
sia indistinguibile dallo stesso stato senza la particella quindi:
lim -m→S <%)) f… … , -m , … … ; - , -0g = <()MJ) ( … … ; - , -0)
Inoltre dato lo stato con n particelle nello stato finale:
f-J, … , -1 , -1LJ,… ,-) g
con due particelle collineari p.es. -1 // -1LJ esso deve essere indistinguibile
dallo stato a n particelle
f-J, … , -1 , -1LJ,… ,-) g
Quindi si impone che < abbia la proprietà:
<%)) (… , N-, G-, … … ; - , -0) = <()MJ) f… , %N + G)-m , … … ; - , -0g
(3.70)
(3.71)
(3.72)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
55
La stessa proprietà varrà se c’è collinearità tra una particella dello stato iniziale e
una dello stato finale:
<%)) (… , N- , … … ; - , -0) = <()MJ) (… ; (1 − N)- , -0)
0 < N < 1
Nel processo in esame le singolarità soffici possono derivare solo da un gluone
nello stato finale con momento nullo.
Nel regime cinematico considerato, inoltre, per il quark finale è altamente
improbabile appartenere al jet prodotto dal gluone (in avanti), quindi solo le
particelle 1 e 3 hanno un ruolo nella costruzione del jet.
La distribuzione <(@) si scriverà quindi:
<(@)ftJ, t, t@ ; tq, trg → <%@) AtüJ, tü@, ��£��£ ; �E£��£C = <(@)f�lÃ, �l − �l Ã, ÚÙ ; Úg
e le possibili singolarità dovute a collinearità deriveranno dai casi seguenti:
1 // 3, b // 1, b // 3 Applicando le proprietà della distribuzione <%@) descritte precedentemente, si
trova:
1 #PccRDI <(@)(0l , -l, Ú ; Ú) = <(+)( -l ; Ú) 3 #PccRDI <(@)(-l, 0l, 0 ; Ú) = <(+)( -l ; Ú) 1 // 3 <(@)f(1 − Ò)-l, Ò-l, ÒÚ ; Úg = <(+)( -l ; Ú) b // 1 <(@)(0l , -l, - ; Ú) = <(+)( -l ; -) b // 3 <(@)(-l, 0l, - ; Ú) = <(+)( -l ; Ú − -)
(3.73)
(3.74)
(3.75)
(3.76)
(3.77)
(3.78)
(3.79)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
56
Sezione d'urto partonica e contributo del semipiano superiore alla
sezione d'urto del jet
La forma della sezione d’urto partonica nel semipiano inferiore
AÙ > ��√�? ; �Jà ,�@à > 0C è data nel lavoro [3]:
��rq→}1) = ℎr(S)f�g ]}1) A�, �Ã, ÙC ℎq(S) A�ÃC �Ù (Ù → Ùd��)
dove, per lo stato finale vvv, ]}1) diventa:
]rrr A�, �Ã, ÙC = e�+� �}nô FGE(�,§)
�HJ
rl� x
x �ñ+ñá + z (1 − z) r ∙ ��
frM ��g� � Av = � − �ÃC
e
Frq%Ù, ¨) = 1 − +� %JM�)JL§
è la parte reale della funzione di splitting b → v ( a parte nô = J+ ) in 4+2
dimensioni.
Invece per lo stato finale vbb, ]}1) è dato da:
]rqq A�, �Ã, ÙC = e�+� Ö¿ FEG(�)
�H �J����L(JMJ)�r�M� (JM�)r ∙ ���
r�frM ��g�
e
Fqq = JL�KL(JM�)K+� (JM�)
è la parte reale ( a parte 2Ö¿ ) della funzione di Splitting b → b.
(3.80)
(3.81)
(3.82)
(3.83)
(3.84)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
57
Nella regione del semipiano superiore vale
�@Ã < 0
quindi il gluone è emesso lontano dalla regione del jet
�m ∼ J+ log #
quindi solo il quark 1 entrerà a far parte del jet e
<(@) → <(+)
Le correzioni reali che derivano da questa regione contribuiscono solo alle
correzioni NLL del fattore d’impatto del quark 1. Esse sono date solo dallo stato
finale
vbb
Da questo stato nasce anche un contributo LL quando la rapidità �@Ã di uno dei
gluoni tende a zero.
Considerando anche i contributi virtuali Π=Õ e sommando quindi questi ultimi con i
contributi reali e i contributi LL, e considerando:
�q(S) f�, Úg = ℎq(S)f�g <(+) f�, Úg dove <%+) è la (3.85), si ottiene il contributo totale della regione superiore alla
sezione d’urto del jet:
À¯GEEA��� LûCÀ< + �À¯(8¤9:)
À< �M=N= >? � �Ú � �� ��à ℎr(S)f�g Ì(S,è����)f�l , �ë g x
x ØPb √&�O�&%��;��) �q(S) A�Ã, ÚC cq%S)(Ú) +
+ >? � �Ú � �� ℎr(J)f�g �q(S) f�, Úg cq%S)(Ú)
dove (Eq.69 [2]):
(3.85)
(3.86)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
58
ℎr%J)f�g = ℎr(S)f�g ¸�A− @\ + ℰ
\C Jℰ + 3J
@3 − 2��J+ − 2
J1 �Pñá� ñá� E��^�Hℰ − bS ØPb E��
^�Hº
Dall’espressione (3.86) non si ricavano informazioni sulle correzioni NLL al
vertice del jet, ma essa sarà usata nel corso della tesi nella sua forma non
rinormalizzata.
(3.87)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
59
Correzioni reali al vertice del jet
Una volta descritta la sezione d’urto partonica del processo vb → v + 1 + 3
e determinato il contributo alla sezione d’urto del jet proveniente dalla regione
superiore, la parte rimanente del lavoro di Bartels et al.[3] viene dedicata al calcolo
dei contributi reali al vertice del jet.
Essi derivano dalla regione inferiore definita da:
�JÃ , �@Ã > 0 in questa regione dello spazio delle fasi il sottosistema {quark-quark} è separato ci
nematicamente dal sottosistema {g, 1, 3}, ed essi sono connessi solo dallo scambio
di un gluone di 4-momento:
� = E−»« Ú Í?+ , »Í?
+ , �l H Quindi con � fissato le dinamiche dei due sottosistemi sono indipendenti l’una
dall’altra.
Inoltre poiché » è fissata dalle condizioni di Mass-Shell e »« è trascurabile solo �l è
la variabile indipendente che separa i due sistemi f�l − cNFFPORÙÙNÙRPQI [13]g.
Pertanto l’accoppiamento del sottosistema {G, 2| col gluone scambiato sarà
descritto dal fattore d’impatto:
ℎr(S)f�g
quindi i contributi al vertice del jet deriveranno dalle due espressioni seguenti
(Ùd�� = ��√�?):
À¯GGG«À< = e�
+� � � �� ��Ãℎr(S)f�g � �Ù �}nôJ��;: FGE(�,§)
�H x
x J
�l ��r� �CR + Cì � (JM�) ��∙ r frM ��g� � � �Ú <(@)f�lÃ, vl, ÚÙ ; Úg cq%S)(Ú)
(3.88)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
60
per lo stato finale vvvl , e:
À¯GEEÀ< = e�� Ö¿ � �� ℎr(S)f�g � À��
�H ℎq(S) A�ÃC x
x � �Ù -(Ù)J��;: �J����L(JMJ)r ∙frM��g�r�frM ��g� x
x � �Ú <(@)f�lÃ, vl, ÚÙ ; Úg cq%S)(Ú)
dove è stata fatta la convoluzione fra la sezione d’urto differenziale partonica e la
distribuzione <(@). Inoltre è stata usata la scomposizione:
Fqq(Ù) = -(Ù) + -(1 − Ù)
dove
-(Ù) = AJ� + �
+C (1 − Ù)
e si è fatto uso della simmetria della sezione d’urto e della distribuzione <(@) per lo
scambio dei gluoni:
Ù → 1 − Ù; �ë ⟷ �l − �ë Dalle due espressioni precedenti vengono quindi ricavati tutti i contributi reali al
vertice del jet. La parte centrale dell’articolo di Bartels et al.[3] consiste allora nel
separare questi contributi da quelli divergenti (sottraendo questi ultimi dai primi)
che sono interpretati come correzioni di ordine superiore della densità partonica.
Dalla seconda delle due equazioni deriva anche un termine che appartiene ai
contributi LL.
Come esempio del procedimento della sottrazione delle divergenze si
consideri uno dei termini derivanti dal contributo dello stato finale vbb:
(3.89)
(3.90)
(3.91)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
61
À¯áÀ< = >? ñá
� � �� ℎr(S)f�g � �Ú cq(S)(Ú) � �Ù Ù+ -(Ù)JS x
x � À���H �ñá
r�frM ��g� <(@)f�l Ã, vl, ÚÙ ; Úg
dove è stato posto Ùd�� → 0 perché la presenza al numeratore di Ù+ elimina la
singolarità a Ù = 0 ed estendendo la regione di integrazione in Ù fino a 0 si
introduce un errore trascurabile ( dell'ordine ∼ ���? ).
Riscalando la variabile
Ø « ≡ r�
e integrando su Ø «, sostituendo:
�ë = �l − z Ø «
si riscrive il denominatore come:
J
r�frM ��g� → J��f�M �g�
e si attua la scomposizione:
J
��f�M �g� = J��LA�M �C� T J
�� + JA�M �C�U
si separano in questo modo le singolarità derivanti dalle collinearità nello stato
iniziale:
b // 3 ⟷ Ø = 0
e finale
1 // 3 ⟷ Ø ü − �l = 0
Si considerino le singolarità dello stato finale:
À¯á4À< ≡ >? � À�
��¦�H JS � À�
�H f�M�g� �fÙ, Øg dove
(3.92)
(3.93)
(3.94)
(3.95)
(3.96)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
62
�fÙ, Øg = ñá� Ù -(Ù) � �� ℎr(S)f�g �ñá
��Lf�M �g� x
x � �Ú <(@)f� « − ÙØ, ÙØ, ÚÙ ; Úg cq%S)(Ú)
esse daranno luogo alla scomposizione:
À¯á4À< = À¯á4,VW44¤�¤
À< + À¯á4,XW<<.À< + À¯á4,+¤�¤:.
À<
dove il primo pezzo comprende la divergenza soffice, il secondo la divergenza
collineare e l’ultimo la parte finita.
Il primo termine è calcolato nel limite soffice:
Ù → 0
in questo limite, usando l’espressione (3.76):
<%@)(-l, 0l, 0 ; Ú) = <(+)( -l ; Ú)
si ottiene:
À¯á4,�W44¤�¤
À< = >? ñá� � �� ℎr(S)f�g � À�
��¦�H JS � À�
�H A�M�C� x
x �ñá
��LA�M �C� � �Ú <(+)f �l ; Úg cq(S)(Ú) =
= >? ñá� � J
+ℰ� − ��J+� A� �
^� Cℰ x
x ∫ �� � �Ú ℎr(S)f�g �q(S) f�, Úg cq%S)(Ú)
La singolarità collineare si calcola effettuando l’integrale (3.96) nel limite in cui
Ø = �
dopo aver sottratto il termine della singolarità soffice.
(3.97)
(3.98)
(3.99)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
63
Si deve a questo punto introdurre un Cut-off Λ perché dopo aver praticato la
sottrazione il termine che rimane non è più integrabile nella regione ultravioletta
(UV) [�P�IQFP → ∞É. Si trova quindi:
À¯á4,XW<<.
À< = >? � À���¦�H JS x
x Æ�fÙ, �g − �f0, �gÇ θ A Λ+ − fØ − �g+ C =
= >? ñá� � �� ℎr%S)f�g �ñá �� � À�
��¦�H JS x
x ÈÙ -%Ù) − 1É � À��H f�M�g� θ A Λ+ − fØ − �g+ C x
x � �Ú <%+)f �l ; Úg cq%S)%Ú) =
= >? ñá� �− JJJ+
Jℰ AZ�
^�Cℰ + 35@3� x
x � �Ú � �� ℎr%S)f�g �q%S) f�, Úg cq%S)%Ú)
La parte rimanente è finita per ℰ → 0:
À¯á4,+¤�¤:.
À< = >? � À�� JS � À�
� f�M�g� Æ�fÙ, Øg − �f0, Øg� +
�− �fÙ, �g − �f0, �g θ A Λ+ − fØ − �g+ C� =
= >? ñá� � �� ℎr%S)f�g � À�%JM�)£ JS x
x È%1 − Ù) -%1 − Ù)É � �Ú cq%S)%Ú) x
x � À�� �� � �ñá
��Lf�M �g� � <%@)fØ + Ù f� − Øg, %1 − Ù)f� − Øg, Ú%1 − Ù) ; Úg +
�q%S) f�, Úg �θ A Λ+ − Ø+C�
(3.100)
(3.101)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
64
dove si è introdotta la notazione
%… )L ⇒ � �Ù }(�)(JM�)£ = � �Ù } (�)M } (J)
(JMJ) JS J
S
per riprodurre tutti i termini in modo compatto.
Il calcolo per tutti gli altri contributi prosegue secondo lo stesso schema:
vengono individuate le varie divergenze, ognuna di esse darà luogo ad un integrale
all’interno del quale la distribuzione <(@) si riduce a <(+) tramite le formule (3.75)-
(3.79) si sottraggono poi questi termini in un ordine definito dall’espressione
originaria e si ottiene il contributo finito.
L’unico termine per cui è necessaria un’analisi diversa è quello che dà luogo
al contributo LL. Esso viene estratto grazie all’annullarsi della sezione d’urto
partonica nel caso in cui il gluone 3 viene emesso con rapidità maggiore rispetto al
gluone 1. Si ottiene quindi il contributo LL nella regione inferiore:
À¯å%%
À< = >? � �� ℎr(S)f�g � ��à ñá� J
�H r� ℎq(S) A�ÃC x
x � À�� θfE@ − z%�J + �@)gJ[�;: � �Ú <(+)f �là ; Úg cq(S)(Ú) =
= � �Ú � �� � ��à ℎr(S)f�g Ì(S,è����)f�l , �ë g ØPb √&��\L�� �q%S) A�Ã, ÚC cq%S)(Ú)
oltre a questo contributo si ottengo i contributi virtuali e i contributi reali.
I contributi virtuali della (3.57), a parte il contributo П=r che è stato combinato
con i contributi reali alla regione superiore, insieme al termine LL
precedente sono:
(3.102)
(3.103)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
65
�À¯%8¤9:)À< �^(�) + �À¯(8¤9:)
À< �M=E+ �À¯(9_�<_)
À< �`` = = >? = �Ú � �� ��à ℎr(S)f�g Ì(S)f�l, �ë g ØPb xs
sSf�l, �ë g �q%S) A�Ã, ÚC cq%S)(Ú) +
+ >? �E��^�Hℰ A− ñá�
Jℰ� + JJñáM+�43�
JℰC + ñá� A 2
J+ &+ − 35@3C + 2
J1�4� − bS ØPb E��
^�H� x
x ∫ �Ú � �� ℎr(S)f�g �q(S) f�, Úg cq%S)(Ú)
E’ da notare come sia stato ottenuto il primo termine dell’espressione precedente.
Esso è ottenuto come la somma di:
1° FIO�RQI �IOR×NQFI �N �v. %3.50) + tOR�P FIO�RQI %3.86) + FIO�RQI %3.103) =
= >? � �Ú � �� ��à ℎr%S)f�g Ì%S,d�è !���)f�l, �ë g ØPb &��� �q%S) A�Ã, ÚC cq%S)%Ú) +
+ >? � �Ú � �� ��à ℎr%S)f�g Ì%S,è����)f�l, �ë g ØPb √&�O�&%��;��) �q(S) A�Ã, ÚC cq%S)(Ú) + >? � �Ú � �� ��à ℎr(S)f�g Ì(S,è����)f�l, �ë g ØPb √&��\L�� �q%S) A�Ã, ÚC cq%S)(Ú)
per gli ultimi due termini
ØPb √&�O�&(��;��) + ØPb √&��\L�� = ØPb &�f� L��g O�&(��;��)
Viene quindi posto, data l’arbitrarietà della scala dell’energia: max(�+; �@) → (�+ + �@) �+ → (�+ + �@) f�< + �@g
Si ottiene così la parte virtuale del primo termine dell’Eq.(3.104).
Nella prova di consistenza svolta nel capitolo successivo sarà usata una forma
diversa dalla precedente che implicherà le sostituzioni:
(3.104)
(3.105)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
66
f�< + �@g → max%�J; �@)
θfE@ − z%�J + �@)g → θ(E@ − z�+), (nella (3.119))
I contributi reali sono invece i seguenti:
(3.106)
(3.107)
(3.108)
(3.109)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
67
(3.110)
(3.111)
(3.112)
(3.113)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
68
(3.115)
(3.116)
(3.117)
(3.114)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
69
Le divergenze contenute nella (3.104) (3.110) (3.113) si annullano.
I poli semplici derivanti da (3.104) (3.106) (3.108) (3.111) (3.114) (3.116) danno
luogo al termine:
À¯�¤�EW<�9_
À< = e�+� J
ℰ AZ�^�Cℰ � �Ú � �� ℎr(S)f�g x
x * �r(S) f�, Úg �2�ô -rq ⨂ cq%S)� (Ú)� x
x � �q(S) f�, Úg � -rq ⨂ cq%S)� (Ú)f
infine tutti i termini finiti ma non LL che derivano dalle:
(3.104) (3.106) (3.107) (3.108) (3.109) (3.110) (3.113) (3.111) (3.114) (3.112)
(3.115) (3.116) (3.120) daranno l’espressione finale:
À¯(4¤�¤:�)
À< = >? � �Ú � �� ℎr(S)f�g �q(J) f�, Úg cq%S)(Ú)
(3.118)
(3.119)
(3.121)
(3.120)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
70
dove:
�q%J� f�, Úg
è dato dalla:
(3.122)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
71
Riduzione della sezione d'urto inclusiva del jet alla sezione d'urto
partonica totale: riduzione del vertice del jet
Il risultato finale del lavoro di Bartels et al. è stato quindi quello di ottenere i
contributi alla sezione d’urto del jet del processo in figura:
Essa è:
���: = >? = �Ú � �� ��à ℎrf�g âfxs, �l, �ë g �q A�Ã, ÚC cq%Ú)
all’ordine LO si trova:
À¯(û)
À< = >? � �Ú � �� ��à ℎr(S)f�g �q(S)f�, Úg cq%S)(Ú)
e all’ordine NLO:
(3.33)'
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
72
À¯%�)À< = >? � �Ú � �� *��à � � ℎr(S)f�g� Ì(S)f�l , �ë g ØPb &�
�û �q%S) A�Ã, ÚC �cq%S)(Ú)� +
+ ℎr(J)f�g �q(S) f�, Úg cq%S)(Ú) + ℎr(S)f�g �q(S) f�, Úg cq%J)(Ú) + ℎr(S)f�g �q(J) f�, Úg �cq%S)(Ú)f
In particolare è stato ottenuto (3.122) il vertice del jet:
�q(J) A�Ã, ÚC
La precedente sezione d’urto dipende dalle variabili di jet:
�ø ≡ ��< ��< ��<
e seleziona quindi fra le configurazioni finali quella corrispondente ad un
particolare stato del jet.
Inoltre lo stato iniziale del gluone è legato allo stato iniziale dell’adrone
attraverso le funzioni di densità partoniche (PDF). Nel limite in cui si rinunci alla
selezione del jet nello stato finale e si consideri uno stato iniziale puramente
partonico (quindi senza la presenza delle PDF) la sezione d’urto differenziale
inclusiva del jet deve ricondursi, ordine per ordine, alla sezione d’urto totale
partonica, il cui processo è indicato in figura:
dove le particelle 1, 3 sono una coppia vv oppure bb.
La sezione d’urto partonica è data in Fadin, cap.2 [4].
(3.48)'
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
73
Lo scopo dei paragrafi che seguono è quello di verificare la consistenza di
questo limite. In particolare nel paragrafo successivo si vedrà come l’espressione
(3.122), che fornisce le correzioni NLO al vertice del jet, riproduca le correzioni
NLO per il fattore d’impatto del gluone, nel caso in cui non venga selezionato il jet
tramite la distribuzione <.
Per far questo si mostrerà come sia necessario addizionare tutti i termini che
danno luogo alle singolarità, e che invece, per la sezione d’urto differenziale,
danno luogo alle correzioni d’ordine superiore alle funzioni PDF (per gluone e
quark) .
Il passaggio al limite si realizzerà attraverso la condizione
< = 1
inoltre, affinché l’energia del centro di massa adrone-quark √# diventi quella del
sistema gluone-quark, che nel limite viene considerato lo stato iniziale, verrà posto:
cq(S)(Ú) = (%Ú − 1) Nelle pagine seguenti si utilizzerà la forma limite ottenuta del vertice del jet,
effettuando la verifica della corrispondenza tra la forma limite della sezione d’urto
del jet e la sezione d’urto totale data in Fadin [4] all’ordine NLO.
Quella che segue è l’espressione precedente (3.122) nella quale ogni
termine sarà identificato con una sigla che rimanda all’espressione da cui origina il
contributo.In particolare delle espressioni (3.106), (3.114) si prendono in
considerazione solo i contributi dei secondi termini.
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
74
�q%J) f�l , Úg = �AJJ3
ñá� − J
@ �4� C ØPb �l �
Z� + ��\ ñá� + J@
@3 �4� − bS ØPb �l �
^�� �q%S) f�l, Úg
+ ∫ �Ù �q%S) f�l , ÚÙg � �4� � ñáñ+ Ù%1 − Ù) �+ 2 ñá
� (1 − Ù)-(1 − Ù) A�õq(JM�)(JM�) CL�
�+ �4� � � À�l �
� � �Ù -rq(Ù)JS �ªG(û)(�l �)
rl�L�l �� <(@)f�l Ã, vl, ÚÙ; Úg� − � J
�l �� g AΛ+ − �l Ã+C �r%S) f�l, ÚÙg� �+ �4+� � ∫ À�l �
� ∫ �Ù -rq(Ù)JS �Ö¿ J(rlM��l �)
x �Ù(1 − Ù) vl ∙ �′«vl+ �l Ã+ <(@)f�l Ã, vl, ÚÙ; Úg�
− � J�l � g fΛ+ − fvl − Ù�lg²g <%+)f�l, Úg� �+ ñá� ∫ �Ù J
(JM�)£ È(1 − Ù)-(1 − Ù)ÉJS � ∫ À�ü�� ü �Ö¿ J
�ü�L(�üL�l )�
x � <(@)fÙ�l + (1 − Ù)Ø ü, (1 − Ù)f�l − Ø üg, Ú%1 − Ù); Úg� �+ <%@)f�l − (1 − Ù)Ø ü, (1 − Ù)Ø ü, Ú(1 − Ù); Úg� − g fΛ+ − Ø ü+g � �q%S) f�l, Úg + �q%S) f�l, ÚÙg� �+ ñá� � ∫ À�l �
� ∫ �Ù �-(Ù) i(1 − Ù) rl ∙ (rlM��l ) rl�(rlM��l )² � ℎq(S)f�l Ãg <%@)f�l Ã, vl, ÚÙ; Úg� JS
�− � J�l �� g AΛ+ − �l Ã+C �q%S) f�l, ÚÙg�C
�− � J�rl� g A|vl| − Ùf|vl| − z�l ÃzgC �q%S) f�lÃ, Úg��
(3.106')
(3.114')
(3.107')A
(3.107')B
(3.109')A
(3.109')B
(3.112')A
(3.115')A
(3.112')B + (3.115')B
(3.117')
(3.118')
(3.119')
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
75
Tutti i termini sono finiti per ℰ → 0 e quindi l’intera espressione si considera nel
limite:
ℰ → 0
Per poter procedere si utilizza l'originaria dipendenza da ℰ, nei vari fattori & (uno
al denominatore di ogni termine):
& → limℰ→S &ℰ; &ℰ = &JLℰ"+ℰΓ(1 − ℰ)
Inoltre
-qq(Ù) → nô Fqq �%Ù, ℰ)|ℰ→S
Nel seguito si sottintenderà sempre, per ogni termine la scrittura:
lim ℰ → 0
Si considerino i termini della (3.122) riscritta a pag. 75 derivanti dai contributi
(3.107')A (3.107')B si ottiene,(ripristinando la dipendenza da ℰ):
%3.107′)A+ (3.107′)B =
�= �4ñ4 � mP� � ∫ À�l ��ℰ ∫ �Ù �1 − +� (JM�)
JLℰ �JS ×
× J(rl�L�l �)²�l �� − � J
�l �� J�l � g AΛ+ − �l Ã+C� =
�= �4ñ4 � mP� � ∫ À�l ��ℰ ∫ �Ù {È1 − 2Ù %1 − Ù) + ℰÙ (1 − Ù)É�JS ×
× � J(rl�L�l ��)�l �� − �+[EELℰ(+�)(JM�)L n (Z�M�l �)
�l �� �l � �º
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
76
Usando adesso (Appendice 1):
∫ �Ø üà J� ü�È� ü�L(�üM�l )�É = &JLℰ ê(JMℰ) ê�(JLℰ)
ℰ ê(JL+�) A�+CℰMJ =
≃ &JLℰΓ(1 − ℰ) �Jℰ − ��
3 ℰ� A��Cℰ
��
E, per il secondo termine (Appendice 3):
∫ À�l ��� g fΛ+ − �l+g = Z�ℰ
ℰ��£ℰ
ê(JLℰ)
si trova
(3.107)A+ (3.107)B =
�= �4ñ4 � mP� J�ℰ
� o�+@ + J
@ ℰ� ��£ℰê(JMℰ) ê�(JLℰ)A��Cℰ¦�ℰ ê%JL+ℰ) p +
− �4ñ4 � mP� � Jê(JLℰ) ê(JMℰ)
J�l � AZ�
^�Cℰ ∫[+ℰ �-rq + 2Ù%1 − Ù)É�Ù ��
Si consideri adesso la somma:
(3.107')A + (3.107')B =
�4 mP+� ∫ À�l
�ℰ ∫ �Ù Fqq �(Ù, ℰ)�JS � ñá(rlM��l )� �Ù(1 − Ù) rl ∙ �l �rl� �l �� +�
�− J�l � gfΛ+ − (vl − Ù�l)+g� =
�= �} �Ö¿ nô2& � = ��l Ã&ℰ = �Ù {È1 − 2Ù%1 − Ù) + ℰ(2Ù)(1 − Ù)É�J
SÙ(1 − Ù) vl ∙ �l Ã
(vl − Ù�l)+ vl+ �lÃ+
��− È1 − 2Ù + 2Ù+ + ℰ%2Ù − 2Ù+)É J�l �
J(rlM��l )�f �=
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
77
�= �} �Ö¿ nô2& � = ��l Ã&ℰ = �Ù {È1 − 2Ù%1 − Ù) + ℰ(2Ù)(1 − Ù)É�J
SÙ(1 − Ù) vl ∙ �l Ã
(vl − Ù�l)+ vl+ �lÃ+
��− �4 �ñá mP+�J
��£ℰ ^�ℰ ê(JMℰ) J�l �
Z�ℰℰ
��£ℰê(JLℰ) � A+
@ + ℰ@C}�
Nel primo termine, notando che
fvl − Ù�lg+ = f�l − �l à − Ù�l à + Ù�l à − Ù�lg+ = fvl(1 − Ù) − Ù�l Ãg+
rl ∙ �l �
%rlM��l )� rl� �l �� = J(rl(JM�)M��l �)� rl� �l �� �(rl(JM�)M��l �)�M(JM�)�rl�M�� �l ��
(M+)(JM�)� �
esso diventerà:
�4 �ñá mP(M+)+� ∫ �Ù ∫ À�l �
�ℰ È1 − 2Ù%1 − Ù) + 2ℰÙ%1 − Ù)ÉJS × × � J
rl� �l �� − (JM�)��l �� (rl(JM�)M��l �)� – ��
rl�(rl(JM�)M��l �)��
Riconducendo, attraverso il cambio di variabile d’integrazione �l Ã, i tre integrali a:
∫ ��l 1�l+ f�l − �l Ãg+ = &JLℰΓ(1 − ℰ) Γ+(1 + ℰ)ℰ Γ(1 + 2ℰ) 2 E�Ã+HℰMJ
si trova:
1° FIO�RQI = �4 �ñá mP%M+)+� � �Ù J��£ℰ ^�ℰ ê%JMℰ)
JS × × +ê%JMℰ) ��£ℰ ê�%JLℰ)A��Cℰ¦�
ℰ ê%JL+ℰ)
× È1 − 2Ù%1 − Ù) + 2ℰÙ%1 − Ù)É È1 − %1 − Ù)+%1 − Ù)+ℰM+ − Ù+Ù+ℰM+É
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
78
L’integrale ∫ �Ù è:
∫ �Ù È1 − (1 − Ù)+ℰ − Ù+ℰ − 2Ù%1 − Ù) + 2%Ù)(1 − Ù)JL+ℰ � +JS
+ 2ÙJL+ℰ%1 − Ù) + 2ℰÙ%1 − Ù) − 2ℰÙ%1 − Ù)JL+ℰ − 2ℰÙJL+ℰ%1 − Ù)É
Facendo uso di:
∫ �Ù Ùe (1 − Ù)q = ê(JLe) ê(JLq)ê(�LeLq)
JS
e risolvendo gli altri tipi di integrali si trova per l’integrale precedente:
1 − 2 JJL+ℰ − J@ + ℰ@ + 4%1 − ℰ) J
(@L+ℰ)(+L+ℰ)
dove si è fatto uso della proprietà di ricorsività della funzione Γ:
x Γ(x) = Γ(1 + x) ; x > 0
usando ancora lo sviluppo:
J
JLð& ≃ 1 − cx ; Ú ≪ 1
i termini precedenti diventano
1 − 2 JJL+ℰ − J@ + ℰ@ + 4%1 − ℰ) J
(@L+ℰ)(+L+ℰ) =
= +@ − (2 − 4ℰ) + ℰ
@ + 4(1 − ℰ) �J@ A1 − +
@ ℰC� �J+ %1 − ℰ)� =
= − +@ + +@
s ℰ Quindi si trova infine:
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
79
(3.109')A+(3.109')B=
= +�4�ñá mP(M+) +� J��£ℰ ^�ℰ ê(JMℰ) ê(JMℰ) ��£ℰ ê�(JLℰ)A��Cℰ¦�
ℰ ê%JL+ℰ) A− +@ + +@s ℰC +
+ �4�ñá mP+� �+@
Jℰ + J
@� � J�l � AZ�^�Cℰ � J
ê%JMℰ) ê(JLℰ)
Si considerino adesso i termini (3.117')+(3.119') derivanti dall’espressione (3.122):
(3.117')+(3.119') =
�= ñá� � ∫ À�l ��ℰ ∫ �Ù �-(Ù) �(1 − Ù) rl ∙ (rlM��l )
rl�(rlM��l )² �� ñá��l �� +
�− �J� Jrl�
ñá��l �� g A|vl| − Ùf|vl| + z�l ÃzgC��
Poiché (???)non si deve più selezionare il jet si può porre
g A|vl| − Ùf|vl| + z�l ÃzgC → gf|vl| − Ùz�l Ãzg
Possiamo quindi scrivere:
�= ñá � �� � ∫ À�l �
�ℰ ∫ �Ù JS �-(Ù) �(1 − Ù) rl ∙ (rlM��l ) r« ��l ��(rlM��l �) �� +
��− �1Ù 1vl+�lÃ+ gf|vl| − Ùz�l Ãzg���
Usando l’identità
g%Ù) = 1 − g(−Ù)
l’espressione precedente diventa:
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
80
(3.117')+(3.119') =
�= ñá � �� � ∫ À�l �
�ℰ ∫ �Ù �-(Ù) �(1 − Ù) rl ∙( rlM�� « )�l �� rl�(rlM��l )� �� +
��− �J� Jrl��l �� + J
rl��l �� log z�l �z|rl| gfz�l Ãz − |vl|g���
usando (Ciafaloni, Colferai [13] alle appendici (B.4)’, (B.4)’’, (B.6)):
∫ ��l à rl ∙ (rlM��l )�l �� rl�(rlM��l )� = ���£ℰ ê(JMℰ) ê�(JLℰ)
ℰ ê(JL+ℰ) A�+CℰMJ� ×
× �JM ��ℰL(JM�)�ℰ JM� �
e
∫ ��l à J�l �� (�l M�l �)� = ��£ℰ ê(JMℰ) ê(ℰ)ê(ℰ)
ê(+ℰ) A�+CℰMJ =
= ��£ℰ ê(JMℰ) ê�(JLℰ)ê(JL+ℰ)
+ℰ A�+CℰMJ
e infine
∫ ��l à Alog z�l �z|rl| C gfz�l Ãz − |vl|g J
rl���l �� =
≃ ��£ℰ ê(JMℰ) ê�(JLℰ)ℰ ê(JL+ℰ)
J+ℰ A�+CℰMJ
si ottiene per l’espressione precedente:
� ñá � �� � ∫ À�l �
�ℰ ∫ �Ù JS �(1 − Ù)-(Ù) � rl ∙ (rlM��l ) �l �� rl�(rlM��l )� �� +
��− �J� J�l �� rl� + J
�l �� rl� log z�l �z|rl| gfz�lÃz − |vl|g��� =
�= ñá �� � ∫ À�
�ℰ JS �-(Ù)(�1 − Ù+ℰ + (1 − Ù)+ℰ �) − +� + J
+ℰ� ×
× ��A�+CℰMJ ���£ℰ ê%JMℰ) ê�(JLℰ)ℰ ê(JL+ℰ) ��� (3.123)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
81
L’ultimo termine che deriva dalla (3.120) è (per come è sottratto nella (3.122)):
(3.118') �= ñá� � ∫ À�l ��ℰ ∫ �Ù JS �-(Ù) J
�l �� ñá��l � � g AΛ+ − �l Ã+C��
Usando di nuovo la formula presente a pag. 76 si trova:
(3.118') �= ñá � �� � ∫ �Ù -(Ù) J
�ℰ Z�ℰ�l � J
ℰ ��£ℰê(JLℰ)
= ñá � �� � J
�l � AZ�^�Cℰ � Jℰ J
ê%JMℰ) ê(JLℰ) ∫ �Ù -(Ù)
Si considerino adesso i contributi nell'espressione (3.122) derivanti
dall’espressione (3.112) (ripristinando la dipendenza da ℰ compare un fattore
(1 − Ù)+ℰ) al numeratore)
(3.112')A+(3.112')B =
�= ñá� ∫ �Ù J(JM�)£
J(JM�)�ℰ È(1 − Ù)-(1 − Ù)ÉJS � ∫ À�ü
�ℰ� ü� {�Ö¿ � ×
× J�ü�L(�üM�l )� × � <(@)fÙ�l + (1 − Ù)Ø ü, (1 − Ù)f�l − Ø üg, Ú%1 − Ù); Úg� +
�− g fΛ+ − Ø ü+g �q%S) f�l, Úgf
Usando la definizione:
∫ �Ù } (�)(JM�)£ =JS ∫ �Ù } (�)M }(J)
(JM�)JS
e ponendo:
<(@) = <(+) = 1
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
82
si trova:
(3.112')A+(3.112')B=
�= ñá � �� ∫ À�
(JM�)¦�ℰ (JM�)[(JM�)MJ JM� � ∫ À�ü
�ℰ� ü� �JS � ×
�× A J�ü�L(�üM�l )� − g fΛ+ − Ø ü+g J
�l �C � =
che si può scrivere come:
�= ñá � �� �∫ �Ù [(�)
�¦�ℰ � ∫ À�ü�ℰ� ü� J
�ü�L(�üM�l )� �JS �� +
�− �∫ À�(JM�)�¦�ℰ � ∫ À�ü
�ℰ� ü� J�ü�L(�üM�l )� �JS �� +
�− �∫ �Ù [(�)�¦�ℰ � ∫ À�ü
�ℰ� ü� n (Z�M�ü�)�l � �JS �� +
�−� �∫ �Ù J(JM�)�¦�ℰ � ∫ À�ü
�ℰ� ü� n (Z�M�ü�)�l � �JS �
Il primo termine darà (formula pag.76):
�ñá � �� � ∫ À�
�ℰ -(Ù) Ù+ℰ&JLℰ JS ê(JMℰ) ê�(JLℰ)ℰ ê(JL+ℰ) A�+CℰMJ
Per il secondo termine esplicitando la dipendenza da ℰ usando:
∫ �Ù (1 − Ù)MJL+ℰ = J+ℰ
JS
&ℰ = &JLℰ Γ(1 − ℰ) "+ℰ
∫ �Ø ü J�ü�L(�üM�l )� J
�ü� ≃ &JLℰ Γ(1 − ℰ) �Jℰ − ��
3 ℰ� A�+CℰMJ
ottenendo:
(3.124)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
83
− �ñá � ��%+ℰ) � � J
��£ℰ ê(JMℰ) ^�ℰ� &JLℰ Γ(1 − ℰ) ×
× �Jℰ − ��
3 ℰ� A�+CℰMJ =
= − ñá � �� � A�l �
^�Cℰ � J�l � � J
+ℰ� − ��J+�
Gli altri due termini possono essere scritti come:
�−� ñá � �� �∫ �Ù � � [(�)MJ
(JM�)�¦�ℰ� � ∫ À�ü�ℰ� ü� n (Z�M�ü�)
�l � �JS �
esplicitando anche qui la dipendenza da ℰ attraverso
∫ À�ü�ℰ
J�ü� g fΛ+ − Ø ü+g = J
�ℰ Z�ℰ
ℰ��£ℰ
ê(JLℰ)
∫ �Ù � [(�)MJ��¦�ℰ = ∫ �Ù J
��¦�ℰ �A1 + ��+ C %1 − Ù) − 1� = � �JS JS
= ∫ �Ù �−Ù+ℰ + ��ℰ£�+ − ��ℰ£�
+ � =JS
= �− J+ℰLJ + J
+J
+ℰL+ − J+
J+ℰL@� =
≃ �−1 + 2ℰ + J\ − J
\ ℰ − J3 + Js ℰ� = − JJ
J+ + 35@3 ℰ
Quindi gli ultimi due termini daranno:
≃ �−� ñá � �� �l � J
��£ℰ ê(JMℰ) ^�ℰ A Z�ℰℰ
��£ℰê(JLℰ)C �− JJ
J+ + 35@3 ℰ� =
≃ �−� ñá � �� �l � A Z�
^� Cℰ �− JJJ+
Jℰ + 35
@3�
Si considerino adesso i termini da (3.115):
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
84
(3.115')A+(3.115')B=
� ñá� ∫ �Ù J(JM�)£ È(1 − Ù)-(1 − Ù)ÉJS � ∫ À�ü�
�ℰ� ü� *� �ñá� ü�L(�üM�l )� �� ×
× �� <(@)f�l − (1 − Ù)Ø ü, (1 − Ù)Ø ü, Ú(1 − Ù); Úg� − g fΛ+ − Ø ü+g �q%S) f�l, ÚÙgf
usando di nuovo:
∫ �Ù } (�)(JM�)£ =JS ∫ �Ù } (�)M }(J)
(JM�)JS
si avrà (introducendo il termine J
(JM�)�ℰ ):
� ñá � �� *∫ �Ù J
(JM�)�ℰ -(1 − Ù)JS �� ∫ À�ü�ℰ� ü� J
�ü�L(�üM�l )� +
�− �∫ À�(JM�)�¦�ℰ � ∫ À�ü
�ℰ� ü� J�ü�L(�üM�l )� �JS �� +
�− �∫ �Ù (JM�)[(JM�)MJ(JM�)�¦�ℰ � ∫ À�ü
�ℰ� ü� n (Z�M�ü�)�l � �JS ��
Le espressioni trovate sono uguali ai contributi calcolati a pag.81
Per il primo termine, usando i risultati ottenuti, si può scrivere:
�ñá � �� � ∫ À�
�ℰ -(Ù) Ù+ℰ JS ��£ℰ ê(JMℰ) ê�(JLℰ)ℰ ê(JL+ℰ) A�+CℰMJ
Per il secondo termine sarà:
− ñá � �� ∫ �Ù J
(JM�)�¦�ℰ JS ∫ À�ü�ℰ� ü� J
�ü�L(�üM�l )� =
= − ñá � �� � A�l �
^�Cℰ � J�l � � J
+ℰ� − ��J+�
(3.125)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
85
I rimanenti termini delle (3.115')A+ (3.115')B si possono scrivere:
�− ñá � �� ∫ �Ù (JM�)[(JM�)MJ
(JM�)�¦�ℰ � ∫ À�ü�ℰ� ü� �JS � n (Z�M�ü�)
�l � =
�= − ñá � �� ∫ �Ù (JM�)[(JM�)MJ
(JM�)�¦�ℰ JS � J�l � AZ�
ℰ Cℰ ��£ℰê%JLℰ) � J
��£ℰ ^�ℰ ê(JMℰ) = � �≃ �−� ñá � �
� �l � ∫ �Ù (JM�)[(JM�)MJ(JM�)�£�ℰ J
ℰJS � A Z�
^�ℰCℰ � [1 + � (ℰ+) É = � �= �−� ñá � �
� �l � ∫ �Ù *�(JM�)[(JM�)MJ(JM�) � (1 − Ù)+ℰfL JS �J
ℰ + � (ℰ+) � A Z� ^�ℰCℰ = �
Sviluppando in serie il termine:
(1 − Ù)+ℰ
si ottiene
�= �−� ñá � �� �l � AZ�
^�Cℰ ∫ �Ù ÊA(JM�)[(JM�)(JM�) CL +� JS �
�+ �A%JM�)[(JM�)(JM�) C 2ℰ ln%1 − Ù)�L + g (ℰ+)Ë EJ
ℰ + � %ℰ)H =
�= �−� ñá � �� �l � A Z�
^�ℰCℰ ∫ �Ù *(JM�)[(JM�)(JM�)£ AJ
ℰC +� JS � �−2 � �Ù ��%JM�)[(JM�)
(JM�) ØQ(1 − Ù)�LË JS �
Si consideri adesso la somma dei contributi derivanti dalle espressioni (3.123),
(3.124), (3.125):
�ñá � �� �ℰ
� A�+CℰMJ ��£ℰ ê%JMℰ) ê�(JLℰ)ℰ ê(JL+ℰ) ×
× ∫ �Ù �-(Ù)� (1 − Ù+ℰ + (1 − Ù)+ℰ)� − +� + J
+ℰ�JS +
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
86
+ �ñá � �� �ℰ
� A�+CℰMJ ��£ℰ ê%JMℰ) ê�(JLℰ)ℰ ê(JL+ℰ) ∫ �Ù -(Ù) Ù+ℰ JS +
+ �ñá � �� �ℰ
� A�+CℰMJ ��£ℰ ê%JMℰ) ê�(JLℰ)ℰ ê(JL+ℰ) ∫ �Ù -(Ù) Ù+ℰ JS =
= �ñá � �� �ℰ
� A�+CℰMJ ��£ℰ ê%JMℰ) ê�(JLℰ)ℰ ê(JL+ℰ) ×
× ∫ �Ù �-(Ù)� (1 + Ù+ℰ + (1 − Ù)+ℰ)� − +� + J
+ℰ�JS
effettuando l'integrazione in �Ù e ricordando che la definizione di -(Ù) è:
-(Ù) � = AJ� − �
+C %1 − Ù) = J� − 1 + �
+ − ��+ �
∫ �Ù �� AJ� − 1 + �
+ − ��+ C %1 + Ù+ℰ + (1 − Ù)+ℰ)� − +
� + J+ℰ�JS =
= ∫ �Ù �� (JM�)�ℰMJ� + �(JM�)�ℰ
+ − ��(JM�)�ℰ+ + Ù+ℰMJ + J
+ℰ − 1 − Ù+ℰ � +�JS
�+ �+ + ��ℰ£�
+ − ��+ − (1 − Ù)+ℰ − ��ℰ£�
+ � =
Usando per i primi tre termini all'interno della parentesi quadra:
∫ �w (JMq)ℰMJq
JS = k(1) − k(1 + ℰ)
∫ �ÙJS Ùe(1 − Ù)q = ê(JLe) ê(JLq)ê(+LeLq)
si trova:
k(1) − k(1 + ℰ) + 2 J+ℰ − JJJ+ − 2 J+ℰLJ +
+ J+
J+ℰL+ + J
+ê%+) ê(JL+ℰ)
ê(@L+ℰ) − J+(+ℰL@) +
+ J+
ê(@) ê(JL+ℰ)ê(\L+ℰ)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
87
da cui si ottiene, usando di nuovo la propietà di ricorsività della funzione
gamma, lo sviluppo di pag.78 e l'approssimazione per la funzione k:
k%1 + ℰ) ≃ k(1) + ℰ &+6
il seguente risultato
k(1) − k(1 + ℰ) + 2 J+ℰ − JJJ+ − 2 J+ℰLJ +
+ J+
J+ℰL+ + J
+ê%+) ê(JL+ℰ)
ê(@L+ℰ) − J+(+ℰL@) +
+ J+
ê(@) ê(JL+ℰ)ê(\L+ℰ) =
≃ A− ��@ + 35
J1C ℰ − JJ\ + J
ℰ
Sarà quindi:
(3.117')+ (3.119')+ (3.115')A+(3.112')A=
≃ �ñá � �� �ℰ
� A�+CℰMJ ��£ℰ ê%JMℰ) ê�(JLℰ)ℰ ê(JL+ℰ) ×
× �A− ��@ + 35
J1C ℰ − JJ\ + J
ℰ�
a parte un fattore moltiplicativo del vertice vbb
Si aggiungano adesso i contributi derivanti dai termini:
(3.107')A+(3.109')A
si avrà la somma:
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
88
(3.107')A+(3.109')A+(3.117')+ (3.119')+ (3.115')A+(3.112')A=
= ��4ñ+ �� �ℰ nô �+
@ + J@ ℰ�� ��£ℰ ê%JMℰ) ê�(JLℰ)A��Cℰ¦�
ℰ ê%JL+ℰ) +
+ ��4ñá �� �ℰ nô �J
@ − +@J1 ℰ�� ��£ℰ ê%JMℰ) ê�(JLℰ)A��Cℰ¦�
ℰ ê%JL+ℰ) +
+ �ñá� �+� �ℰ nô �A− +��
@ + 35s C ℰ − JJ
+ + +ℰ� � ��£ℰ ê%JMℰ) ê�(JLℰ)A��Cℰ¦�
ℰ ê%JL+ℰ) =
= ��ñá� +� �ℰ � ��£ℰ ê(JMℰ) ê�(JLℰ)A��Cℰ¦�
ℰ ê%JL+ℰ) ×
× *�4�X �J@ − +@
J1 ℰ� + �4ñ4�Xñá �+@ + J
@ ℰ� + �+ℰ − JJ
+ ℰ A− +��@ + 35
s C�f
( tenendo in considerazione che Cì ≡ N� )
Quest'ultimo termine rappresenta le correzioni reali al vertice (a parte un fattore
moltiplicativo).
Tutti gli altri termini dell’espressione (3.122) finora trattati sono dati da:
(3.107')B+(3.109')B+(3.118')+ (3.112')B+ (3.115')B=
= − ��4ñ+ �+�
Jê(JLℰ)ê(JMℰ) � J
�� AZ� ^�Cℰ ∫ �Ù �J
ℰ 2-rq + 2Ù%1 − Ù)� +
− ��4�ñá+�J+ �+
@Jℰ + J
@� J�� AZ�
^�Cℰ Jê%JLℰ)ê(JMℰ) � +
− �ñá� �� J
�� AZ� ^�Cℰ J
ℰJ
ê%JLℰ)ê(JMℰ) ∫ �Ù -(Ù)� +
− �ñá� �� E ��
^�ℰHℰ J�� � J
+ℰ� − u�J+� −� ñá� �
� �� AZ� ^�Cℰ �− JJ
J+Jℰ + 35
@3� +
− �ñá� �� E ��
^�Hℰ J�� � J
+ℰ� − u�J+� −� ñá� �
� �� Jℰ AZ�
^�Cℰ ∫ �Ù (JM�)[(JM�)(JM�)£ +
− �ñá� �� (2) J
�� AZ� ^�Cℰ � ∫ �ÙJS �(1 − Ù)-(1 − Ù) A�)(JM�)
JM� C L�
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
89
Trascurando i termini di ordine �%ℰ) questa espressione si può riscrivere:
≃ − ��4ñá �+� J
�� � AZ� ^�Cℰ ∫ �Ù �+
ℰ -rq + 2Ù%1 − Ù)� +
− �ñá� �� J
�� Jℰ AZ�
^�Cℰ ∫ �Ù -(Ù)� +
− ñá� ��
J�� J
ℰ AZ� ^�Cℰ ∫ �Ù (JM�)[(JM�)
(JM�)£ +
− �+ ñá� ��
J�� AZ�
^�Cℰ � ∫ �ÙJS �(1 − Ù)-(1 − Ù) A�)(JM�)JM� C L� +
− �ñá� �� E ��
^�Hℰ J�� � J
+ℰ� − u�J+� +�
− �ñá� �� E ��
^�Hℰ J�� � J
+ℰ� − u�J+� +�
− ñá� ��
J�� AZ�
^�Cℰ �− JJJ+
Jℰ + 35
@3� +
− �4�ñá+�J+ �+
@Jℰ + J
@� J�� AZ�
^�Cℰ
I termini, che sono stati evidenziati con i cerchi, sono finiti per ℰ → 0 quindi si può
scrivere:
termini evidenziati =− ñá� �� J
�� �−2 Au�J+C� +
− ñá� �� J
�� 35@3 − �4ñá �
� J�� J
J+
I termini fino ad ora non considerati, ma presenti nell’espressione (3.122) sono:
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
90
(3.122)-[(3.107')A+(3.109')A+(3.117')+(3.119')+(3.115')A+(3.112')A
+(3.107')B+(3.109')B+(3.118')+ (3.112')B+ (3.115')B] =
= �AJJ3 ñá� − J
@�4� C log E ��
Z�H + ��\
ñá� + J@@3 �4� +�
�− Gõ log E �� ^�H� � ñá
�� +
+∫ �Ù ñá � �� ��4� ñ+ñá Ù(1 − Ù) + 2 ñá� %1 − Ù)-(1 − Ù) A�õq(JM�)
JM� C L�
Considerando un fattore d’impatto non rinormalizzato l’espressione
precedente diventa:
(3.122)-[(3.107)A+(3.109)A+(3.117)+(3.119)+(3.115)A+(3.112)A
+(3.107)B+(3.109)B+(3.118)+ (3.112)B+ (3.115)B] =
= �AJJ3 ñá� − J
@�4� C log E ��
Z�H +� �+ ��
\ñá� + J@
@3 �4� + MJJ ñáL + �4J+ � Jℰ E ��
^�Hℰ� ×
× � ñá �� +
+∫ �Ù ñá � �� ��4� ñ+ñá Ù(1 − Ù) + 2 ñá� %1 − Ù)-(1 − Ù) A�õq(JM�)
JM� C L�
Adesso si hanno tutti i termini che compongono l’espressione (3.122). Essa si può
scrivere, mettendo insieme i vari contributi, come:
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
91
(3.122)=
= � ñá �� �AJJ
3 ñá� − J@
�4� C log E �� Z�H + ��
\ñá� + J@
@3 �4� � �+ MJJ ñáL + �4J+ � J
ℰ E �� ^�Hℰ� +
+ ñá��� ∫ �Ù ��4� ñ+ñá Ù(1 − Ù) + 2 ñá� %1 − Ù)-(1 − Ù) A�õq(JM�)
JM� C L� +
− ��4ñ+ �+� � J
�� AZ� ^�Cℰ ∫ �Ù �J
@ 2-rq + 2Ù%1 − Ù)� +
− �ñá� �� J
ℰ J�� AZ�
^�Cℰ ∫ �Ù -(Ù)� +
− �ñá� �� J
�� � Jℰ AZ� ^�Cℰ ∫ �Ù (JM�)[(JM�)
(JM�)£ +
− �+ ñá� ��
J�� AZ�
^�Cℰ � ∫ �Ù �(1 − Ù)-(1 − Ù) A�)(JM�)JM� C L� +
− �+ ñá� �� E ��
^�Hℰ J�� J
+ℰ� −� ñá� �� AZ�
^�Cℰ J�� A− JJ
J+JℰC +
− ��4ñá �+� � J+ A+
@JℰC J
�� AZ� ^�Cℰ +
− � ñá� ��
J�� �− +��
J+ + 35@3�� +
− �4ñá �� �� A J
J+C +
+ �ñá� �+�
J�ℰ
� ��£ℰ ê%JMℰ) ê�(JLℰ)A��Cℰ¦�ℰ ê%JL+ℰ) ×
× *�4�X �J@ − +@
J1 ℰ� + �4ñ4�Xñá �+@ + J
@ ℰ� + �+ℰ − JJ
+ + ℰ A− +��@ + 35
s C�f
Per l’ultimo termine si può usare l’approssimazione
ê�%JLℰ) ê(JL+ℰ) ≃ 1 − ℰ+ ��
3
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
92
pertanto esso diventa
ê�%JLℰ) ê(JL+ℰ) Ê�4�X �J
@ − +@J1 ℰ� + �4ñ4ñá� �+
@ + J@ ℰ� + �+
ℰ − JJ+ + ℰ A− +��
@ + 35s C�Ë =
= ¸�}�ñ �13 − 2318 ℰ� + �}Ö}Ö²¿ �23 + 13 ℰ� + 2ℰ − &+3 ℰ − 112 + ℰ i− 2&+
3 + 679 wº
quindi
��ñá�+� J�� � E ��
^�Hℰ Ê�4�X � J@ℰ − +@
J1� + �4ñ4ñá� �+@
Jℰ + J
@� + +ℰ� − ��
@ − JJ+
Jℰ + A− +��
@ + 35s CË =
= ℎq(S)f�g E �� ^�Hℰ *�4� � J
3ℰ − +@@3� + �4ñ4ñá� �J
@Jℰ + J
3� + Jℰ�
ñá� − ��3
ñá� − JJ\
Jℰ
ñá� ++ ñá� A− ��
@ + 35J1Cf
La (3.122) si scrive adesso:
= �AJJ3 ñá� − J@
�4� C log E �� Z�H + ��
\ñá� + J@
@3 �4� +� �+ MJJ ñáL + �4J+ � J
ℰ E �� ^�Hℰ� � ñá
�� +
− ��4ñá �+� � J
�� AZ� ^�Cℰ ∫ �Ù �+
ℰ -rq� +
− �ñá� �� J
�� AZ� ^�Cℰ ∫ �Ù -(Ù)� +
− �ñá� �� J
�� � Jℰ AZ� ^�Cℰ ∫ �Ù (JM�)[(JM�)
(JM�)£ +
− �+ ñá� �� E ��
^�Hℰ J�� J
+ℰ� +� − ñá� �
� J
�� AZ� ^�Cℰ A− JJ
J+JℰC +
− ��4ñá �+� � J+ A+
@JℰC J
�� AZ� ^�Cℰ +
(3.126)
(3.127)
(3.128)
(3.129)
(3.130)
(3.131)
(3.132)
(3.133)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
93
− �ñá� ��
J�� �− +��
J+ + 35@3�� − �4ñá �
� �� A JJ+C +
+ ��ñá�� � E ��
^�Hℰ *�4� � J3ℰ − +@
@3� + �4ñ4ñá� �J@
Jℰ + J
3�� +
+ Jℰ�
ñá� − ��3
ñá� − JJ\
Jℰ
ñá� +
+ �ñá� A− ��@ + 35
J1Cf
Consideriamo la somma dei termini in (3.126), (3.134):
��ñá�� � ���
\ñá� + J@
@3 �4� − �ñá� A− +��J+ + 35
@3C − �4� A JJ+C�� =
�= �ñá�� � ��A 2
J+ &+ − 35@3C ñá� + 2
J1 �4� ��
Ai termini (3.126), (3.127), (3.134) si può sostituire la loro somma:
(3.126)+(3.127)+(3.134) =
= �2 AJJJ+ ñá� − +J+ �4� C log E �� Z�H +�
+ �A 2J+ &+ − 35
@3C ñá� − 2J1 �4� � +
�+ MJJ ñáL + �4J+ � Jℰ E ��
^�Hℰ� � ñá ��
Si considerino adesso i termini contenenti singolarità. Come detto a pagina
73 tutti questi termini devono essere addizionati all’espressione (3.122).
Nel lavoro di Bartels et al. [3] le singolarità trovate sono date dai termini seguenti,
che vengono riportati dopo aver messo in evidenza il fattore >? ∫ �Ú �� ℎr(S)f�g
(tenendo presente che cq = 1 ):
(3.134)
(3.135)
(3.136)
(3.137)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
94
termine contenente il polo di secondo ordine della (3.104):
� E �� ^�Hℰ � A− ñá� J
ℰ�C � ñá ��
della (3.110):
� E �� ^�Hℰ � Añá+� J
ℰ�C � ñá ��
termine contenente il polo di primo ordine della (3.113):
� E �� ^�Hℰ � Añá+� J
ℰ�C � ñá ��
termine contenente il polo di primo ordine della (3.104)
�AZ� ^�C � ñá
�� AJJ3 ñá� − J
@�4� C J
ℰ �
della (3.106):
�AZ� ^�Cℰ �4�
� ñá �� J
ℰ � ∫ �Ù -rq(Ù)JS
della (3.108):
�AZ� ^�Cℰ �4�
J3ℰ
� ñá �� �
della (3.111):
�AZ� ^�Cℰ ñá� ñá�
�� A− JJJ+ J
ℰC�
della (3.114):
�ñá� ñá� �� J
ℰ � ∫ À�%JM�)£ (1 − Ù)-(1 − Ù)JS
(3.138)
(3.139)
(3.140)
(3.141)
(3.142)
(3.143)
(3.144)
(3.145)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
95
e infine della (3.118):
AZ� ^�Cℰ �ñá� ñá�
�� Jℰ � ∫ �Ù -(Ù)JS
Addizionando questi termini all’espressione della (3.122) data alle pagine
92-93 si vede che si hanno le seguenti semplificazioni:
(3.139) +(3.140) (3.131)
(3.142) (3.128)
(3.143) (3.133)
(3.144) (3.132)
(3.145) (3.130)
(3.146) (3.129)
Rimane l’ultima parte dell’espressione (3.104).
Adesso l’espressione (3.122) alla quale sono stati addizionati i termini divergenti è
data da:
(3.122)+termini divergenti=
= �2 AJJJ+ ñá� − +J+ �4� C log E �� Z�H +�
+ �A 2J+ &+ + 35
@3C ñá� − 2J1
�4� � + �MJJ ñáL + �4J+ � Jℰ E ��
^�Hℰ� � ñá �� +
+ AZ� ^�Cℰ ��ñá
�� � AJJ3 ñá� − J
@�4� C J
ℰ +
+ ��ñá�� � E ��
^�Hℰ *�4� � J3ℰ − +@
@3� + �4ñ4ñá� �J@
Jℰ + J
3�� +
− ��3
ñá� − JJ\
Jℰ
ñá� +
+ �ñá� A− ��3 + 35
J1Cf
(3.146)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
96
Per i termini del primo e terzo rigo si può scrivere:
Jℰ �AJJ
3 ñá� − +3
�4� C ℰ log E �� Z�H +� �AZ�
^�Cℰ AJJ3 ñá� − J
@�4� C� ≃
≃ Jℰ �E1 + ℰ log E ��
Z�HH AJJ3 ñá� − J
@�4� C� �AZ�
^�Cℰ� ≃
≃ Jℰ ���
Z�Z� ^��ℰ AJJ
3 ñá� − J@
�4� C ≃
≃ Jℰ E ��
^�Hℰ AJJ3 ñá� − J
@�4� C
trascurando ancora �%ℰ):
�A 2J+ &+ + 35
@3C ñá� � ≃ �A 2J+ &+ + 35
@3C ñá� � E �� ^�Hℰ
2
J1�4� ≃ 2
J1�4� E ��
^�Hℰ
quindi:
(3.120)+termini divergenti=
= �Jℰ E ��
^�H AJJ3 ñá� − +
@�4� C +� AMJJ ñáL + �4%+) 3 � C �Jℰ E ��
^�Hℰ +�
+ E �� ^�Hℰ �A 2
J+ &+ + 35@3C ñá� � + � 2J1
�4� E �� ^�Hℰ� �ñá
�� +
+ ��ñá�� � E ��
^�Hℰ *�4� � J3ℰ − +@
@3� +� �4ñ4ñá� �J@
Jℰ + J
3� +
− ��3
ñá� − JJ\
Jℰ
ñá� + �ñá� A− ��@ + 35
J1Cf =
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
97
= ¸− J+ℰ E ��
^�Hℰ �ñá�� ñá� º �− JJ
3 + J@
�4�X − ��+ ℰ + 35
J1 ℰ − 2s ℰ �4�X � + �4�X A− J
@ + +@J1 ℰC + �4ñ4�X� A− +
@ − J@ ℰC + JJ
+ + �A+��@ − 35s C ℰ�
Quindi il vertice del jet si riduce al fattore d’impatto del gluone come si vede
confrontando l'espressione (3.124) con la (5.11) del lavoro [13].
Ciò è stato fatto addizionando i termini divergenti al vertice del jet dopo aver
usato:
∫ �: < = 1
(3.147)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
98
Riduzione della sezione d'urto inclusiva del jet alla sezione d'urto
partonica totale: controllo di consistenza
Una volta ottenuta la forma limite del vertice del jet, rimane da verificare
che le correzioni NLL all'ordine >?@ della (3.48) si riducano effettivamente ai
corrispondenti termini della sezione d’urto totale data dalla (2.75).
Poiché i termini che danno luogo alle singolarità nella sezione d’urto del jet
forniscono le correzioni alle PDF, mentre nella riduzione del vertice del jet
vengono riassorbite nelle correzioni al fattore d’impatto del gluone, non comparirà
più il termine con la ridefinizione delle cq%S). Sommando quindi i contributi della regione superiore, il termine relativo alla
parte virtuale del kernel e il contributo del vertice del jet ridotto con il conseguente
termine LL modificato ( (3.119) con la modifica alla funzione θ del paragrafo
precedente), si ottiene, invece della (3.48):
�rq(J) = >? ∫ �� ��à ℎr(S)f�g Ì%S,d�è !���)f�l, �ë g ℎq%S) A�ÃC
+ ØPb ��� +
+ >? ∫ �� ��à ℎr(S)f�g Ì%S,è����)f�l, �ë g ØPb √smax%�+, �@) ℎq(S) A�ÃC +
+ >? ∫ �� ��à δf�l − �ë g ℎr%J)f�g ℎq%S) A�ÃC +
+ >? ∫ �� ��à ℎr(S)f�g Ì%S,è����)f�l, �ë g ØPb √�O�&%��,��) ℎq(S) A�ÃC +
+ >? ∫ �� ��à ℎr(S)f�g ℎq%J) A�ÃC
L’espressione alla quale quest’ultima deve ricondursi è data dalla (2.75) dove
Û¼ %vlJ, vl+)
(3.148)a
(3.148)b
(3.148)c
(3.148)d
(3.148)e
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
99
è calcolato tramite l'equazione ricorsiva (2.76) con una sola iterazione.
Considerando i termini >?@ si avrà:
�¿ã(J) = ∫ À¼(+�1) yL1·yM1· J
(+�)�£�ℰ ∫ � vlì �vlz A ??ûC¼ ×
× Ê�á(û) (rlà)rlà�
J¼� ∫ � qçl δ(vlz − qçl)� ×
× �2»′ %−vlì+) δ(vlì − qçl) + ?�/{(+�)�£�ℰ+
frlàM Õ|«g�� ×
× �(û) (rlä)rlä� +
+ �á(û) (rlà)rlà� × �å(�) (Mrlä)
rlä� × }(rlàM rlä)¼ +
+ �á(�) (rlà)rlà� × �å(û)(Mrlä)
rlä� × �}(rlàM rlä)¼ f
Si noti che in questa espressione la scala delle energie #S è totalmente arbitraria.
Ponendo :
� → vBNO�
Ü → bØBPQI
sarà (Fadin et al. [14], [15] :
�q(S) fvl?g = �q(S) = b+ Í �X��X�MJ ; �r(S) fvlÕg = �r(S) = b+ Í�X�MJ\�X�
»′(J)(−vl+) = q� �X(\�)�£ℰ ê(JMℰ) ê�(JLℰ)
ê(JL+ℰ)+ℰ (vl+)ℰ
e per i fattori d'impatto con approssimazione NLL:
(3.149)a
(3.149)b
(3.149)c
(3.150 )
(3.151)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
100
�r(J)f�g = �r(S)»′(J) A−�+C �AJS@ − J
@�4�XC + ℰ A− @1s + ��
3 + 2s �4�XC� +
+�r(S)b+�ñ�+ J(+�)�£�ℰ ∫ À~=«
~=«�A~=«M�C� log E~=«���H
�q(J)f�g = �q(S)»′(J) A−�+C �AJJ3 − �4@�XC + AJJ3 + A+Lℰ3�XC �}C� +
− ñ+�4�X� A+@ + ℰ
@C − � ℰ�X A�ñ A35
J1 − ��3 C − 2
s �}C� +
+ �q(S)b+�ñ �+ J(+�)�£�ℰ ∫ À~=«
A~=«C�A~=«M�C� log E~=«���H
Il primo termine della (3.149), cioé (3.149)a è, considerando che:
∫ ��%��¤) � A ??ûC¼ J
¼� = ln A ??ûC
(3.149)a = J
%+�)�£�ℰ ∫ � vlì �vlz �G(û) (rlà)rlà� �E(û) (Mrlä)
rlä� ×
× log A ??ûC � ∫ � qçl δ(vlz − qçl)� ×
× �2 »′ %vlì+) δ(vlì − qçl) + ?�/{(+�)�£�ℰ+
frlàM Õ|«g�� =
= b\ Í�X�MJ\�X� Í �X��X�MJ u¦�
(+�)K£Kℰ log A ??ûC ×
× ∫ Àrlà Àrlärlà� rlä� � ?�/{(rlà rlä)� − b+�ñ &ℰLJ � ×
�× ê(JMℰ) ê�(JLℰ)ℰ ê(JL+ℰ) (vlì+) δ(vlì − vlz)�
Invece per il secondo termine sarà:
(3.152)
(3.153)
(3.154)
(3.155)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
101
(3.149)b=
J
%+�)�£�ℰ ∫ � vlì �vlz �G(û) (rlà)rlà� �E(�) (Mrlä)
rlä� δ(vlì − vlz) =
= J(+�)�£�ℰ ∫ � vlì �vlz δ(vlì − vlz) iq�
rlà� Í�X�MJ\�X� w iq�
rlä� Í �X��X�MJ w ×
× �AJJ3 − �4@�XC + AJJ3 + A+Lℰ3�XC �}C� − ñ+�4�X� A+@ + ℰ
@C +
− � ℰ�X A�ñ A35
J1 − ��3 C − 2
s �}C� ×
× A− �X q�(\�)�£ℰ
ê(JMℰ) ê�(JLℰ) ê(JL+ℰ)
+ℰ (vlz+)ℰC +
+ J%+�)�£�ℰ ∫ � vl� �vlz ib+Í�X�MJ
\�X� w ib+Í �X��X�MJ w ×
× �X q�(+�)�£�ℰ
Jrlä�rl{� (rl{Mrlä)� ln Arl{�rlä�C
Infine l’ultimo termine sarà dato:
(3.126)c=
J
%+�)�£�ℰ ∫ � vlì �vlz �G(�) (rlà)rlà� �E(û) (Mrlä)
rlä� δ(vlì − vlz) =
= J(+�)�£�ℰ ∫ � vlì �vlz δ(vlì − vlz) ×
× iq�rlà� Í�X�MJ
\�X� w iq�rlä� Í �X��X�MJ w ×
× �AJS@ − J
@�4�XC + ℰ A− @1
s + ��3 + 2
s�4�XC� ×
× A− �X q�(\�)�£ℰ
ê(JMℰ) ê�(JLℰ) ê(JL+ℰ)
+ℰ (vlì+)ℰC +
+ J%+�)�£�ℰ ∫ � vl� �vlz ib+Í�X�MJ
\�X� w ib+Í �X��X�MJ w ×
× �X q�(+�)�£�ℰ
Jrlä�rl{� (rl{Mrlä)� ln Arl{�rlä�C
(3.156)
(3.157)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
102
Mettenendo insieme tutti i contributi, si ottiene:
�rq(J) = J(+�)�£�ℰ ¸ib+Í�X�MJ
\�X� w ib+Í �X��X�MJ w ×� × ∫ Àrlà Àrlä
rlà� rlä� × J� (+�)�£�ℰ log A ?
?ûC ×
× � ?�/{(rlàMrlä)� − b+�ñ &ℰLJ � � ê(JMℰ) ê�(JLℰ)ℰ ê(JL+ℰ) (vlì+)ℰ δ(vlì − vlz)� +
+ ∫ Àrlä rlä� ib+Í �X��X�MJ w �∫ Àrlà
rlà� δ(vlì − vlz) A�−�ñ b+ � � ê(JMℰ) ê�(JLℰ)(\�)�£ℰ ê(JL+ℰ) �� � ×
× �+ℰ (vlì+)ℰ C × ib+Í�X�MJ\�X� w × �AJS
@ − J@
�4�XC + ℰ A− @1s + ��3 + 2s �4�XC� +
+b+ �iÍ�X�MJ\�X� w ∫ Àrlà
rlà�J
%rlàMrlä)� �X q�(+�)�£�ℰ ln Arlà�rlä�C� +
+ ∫ Àrlà rlà� ib+Í�X�MJ
\�X� w �∫ Àrlä rlä� δ%vlì − vlz) A�−�ñ b+ � � ê(JMℰ) ê�(JLℰ)
(\�)�£ℰ ê(JL+ℰ) �� � ×
× �+ℰ (vlì+)ℰ C × ib+Í �X��X�MJ w × �AJJ3 − �4@�XC + AJJ3 + A+Lℰ3�XC �}C� +
− ñ+�4�X� A+@ + ℰ
@C + − � ℰ�X A�ñ A35
J1 − ��3 C − 2
s �}C� +
�+b+ �iÍ �X��X�MJ w ∫ Àrlä rlä�
J%rlàMrlä)� �X q�
(+�)�£�ℰ ln Arlä�rlà� C�º
Si consideri adesso l’espressione (3.148). Per il primo termine sarà:
(3.148)a = >? ∫ �� ��à ℎr(S)f�g Ì%S,d�è !���)f�l, �ë g ℎq%S) A�ÃC
dove:
Ì%S,d�è !���)f�l, �ë g = 2»%J)f�gδf�l − �ë g
(3.158)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
103
»%J)f�g = − ñá�J
+ℰ ê�(JLℰ)ê(JL+ℰ) E ��
^�Hℰ
e con le definizioni (3.26), (3.27), (3.28) forniscono:
ℎr%S)f�g = q�(+�)�£ℰ J
�� �X�MJ\�X�
ℎq(S)f�g = q�(+�)�£ℰ J
�� Í �X��X�MJ
si trova (�ñ ≡ Ö¿):
(3.148)a = J
(+�)�£�ℰ ∫ �� ��à J����� ×
× ib+Í�X�MJ\�X� w ib+Í �X��X�MJ w log A ?
��C ×
× E− �X� q�
%\�)�£ℰ ê(JMℰ) ê�(JLℰ)
ê(JL+ℰ)Jℰ A�+CℰH δf�l − �ë g
Per (3.148)b, (3.148)c, usando:
Ì%S,è����)f�l − �ë g = �àu J��£ℰê(JMℰ) ^�ℰ
Jf�l M��lllg�
e per ℎr%J)f�g (dedotta dalla (69) di [2] Appendice 2),
ℎr%J)f�g = ℎr(S)f�g A � ^�Cℰ Añá� C A− J
+ℰC ×
× �AJS@ − J
@�4ñáC + A2s �4ñá + ��
3 − @1s C ℰ�
e facendo uso dell’identità:
ØPb √�O�&%|rl|,|�l |) = log √�|�l | − g Avl+ − �+C log |rl|
|�l |
(3.159)
(3.160)
(3.161)
(3.162)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
104
Si potrà scrivere la somma (3.148)b+(3.148)c come:
(3.148)b+(3.148)c =
>? ∫ �� ��à ℎr(S)f�g Ì%S,è����)f�l, �ë g log √�|�l | ℎq(S)f�Ãg +
−>? ∫ �� ��à ℎr(S)f�g Ì%S,è����)f�l, �ë g g Avl+ − �+C log |rl||�l | ℎq(S)f�Ãg +
+>? ∫ �� ��à δf�l − �ë g ℎr%J)f�g ℎq%S)f�Ãg =
= J(+�)�£�ℰ ∫ �� ��à ib+Í�X�MJ
\�X� w ib+Í �X��X�MJ w × log √�|�l | ×
× i �X q��
J (+�)�£�ℰ
J�����f�l M��lllg�w +
− ∫ À� À��%+�)�£�ℰ ib+Í�X�MJ
\�X� w ib+Í �X��X�MJ w J�����f�l M��lllg� ×
× q�(+�)�£�ℰ �ñ g Avl+ − �+C log Er�
��H +
+ J%+�)�£�ℰ ∫ �� ��à }f�l M��lllg
����� ib+Í�X�MJ\�X� w ib+Í �X��X�MJ w ×
× *AJS@ − J
@�4�XC + A2s �4�X + ��
3 − @1s C ℰf × × AM?�/{� ê(JMℰ)
+�£�ℰ ��£ℰJℰ f�l+gℰC
Per determinare la somma delle espressioni (3.148)d e (3.148)e si fa uso
dell’espressione (3.147), scrivendola come:
ℎq%J) A�′C = ¸− J+ℰ E�Ã�
^�Hℰ E�ñá��� H ñá� º ×
× �− JJ3 + J
@�4�X − ��
+ ℰ + 35J1 ℰ − 2s �4�X ℰ + �4�X A− J
@ + +@J1 ℰC +�
�− �4ñ+�X� A− +@ − J
@ ℰC + JJ+ + A+��
@ − 35s C ℰ� =
(3.163)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
105
= ¸A− J+ℰC E�Ã�
^�Hℰ ℎq%S) A�′C ñá� º × �AJJ3 − �4@�XC +�
+ JJ3 + A+
3 + ℰ3C �4�X − ��4ñ+�X� A+
@ + ℰ@C − ℰ
�X iA35J1 − ��
3 C �ñ − �} 2sw�
e usando di nuovo l’dentità (3.162) si può scrivere:
(3.148)d+(3.148)e =
= >? ∫ �� ��à ℎr(S)f�g Ì%S,è����)f�l, �ë g log √�O�&%|�l �|,|�l M�l �|) ℎq(S)f�Ãg +
+>? ∫ �� ��Ãℎr(S)f�Ãg ℎq%J)f�g δf�l − �ë g =
= J(+�)�£�ℰ ∫ �� ��à ib+Í�X�MJ
\�X� w ib+Í �X��X�MJ w × log √�|�l �| ×
× i �X q� �(+�)�£�ℰ J
�����f�l M��lllg�w +
− J%+�)�£�ℰ ∫ �� ��à J
�����f�l M��lllg² ib+Í�X�MJ\�X� w ib+Í �X��X�MJ w ×
× q�(+�)�£�ℰ �ñ g Avl+ − �Ã+C log E r�
���H +
+ ∫ À� À��%+�)�£�ℰ }f�l M��lllg
����� ib+Í�X�MJ\�X� w ib+Í �X��X�MJ w ,− J
+ℰ i��� ^�wℰ ñá� 2 ×
× AM?� ^�ℰ ê(JMℰ)(\�)�£ℰ C * �AJJ3 − �4@�XC + AJJ3 + A+Lℰ3 C �4�X C� +�
− �4ñ+�X� A+@ + ℰ
@C − � ℰ�X iA35
J1 − ��3 C �ñ − �} 2
swº
Mettendo insieme i primi termini di ognuna delle espressioni (3.163), (3.164), si
otterrà un termine contente :
(3.164)
(3.165)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
106
Ì%S,è����) log sz�l Ãzz�lz
che fornirà quindi la parte reale del kernel.
Scrivendo la somma di tutti i termini si ottiene:
(3.148)a, (3.163), (3.164)=
= J(+�)�£�ℰ ∫ �� ��à ib+Í�X�MJ
\�X� w ib+Í �X��X�MJ w J����� ×
× log A �|�l �||�l |C J
� %+�)�£�ℰ ×
�× � q��Xf�l M��lllg� � − b+�ñ ��£ℰ ê(JMℰ) ê�(JLℰ)
ℰ ê(JL+ℰ) A�+Cℰ δf�l − �ë g� +
+∫ ��à i q���� Í �X��X�MJ w o�∫ ��� δf�l − �ë g ,M?� +/{ ê%JMℰ)A��Cℰ
%\�)�£ℰ ℰ 2� ×
× �AJS@ − J
@�4�XC + A2s �4�X + ��
3 − @1s C ℰ� ib+Í�X�MJ\�X� w +
− ib+Í�X�MJ\�X� w ?� /{%+�)�£�ℰ ∫ À�
��E��M���H g �Avl+ − �+C log Er���HË +
+∫ �� iq��� Í�X�MJ
\�X� w �∫ À��lll��� � δf�l − �ë g ib+Í �X��X�MJ w� ×
× ,M?� +/{ ê(JMℰ)A�Ã�Cℰ%\�)�£ℰ ℰ 2 × ��AJJ
3 − �4@�XC + AJJ3 + A+
3 + ℰ3C �4�X C� +�
+ �4ñ+�X��A+
@ + ℰ@C − � ℰ
�X iA35J1 − ��
3 C �ñ − �} 2sw�� +
− �ib+Í �X��X�MJ w ∫ À�Ã���E��M���H ?� /{%+�)�£�ℰ g �Avl+ − �Ã+C log E r�
���H�
Confrontando infine le espressioni (3.158), (3.166) si vede che esse sono uguali a
meno di g �%ℰ+)� se si identifica #S della (3.135) con
(3.166)
Capitolo 3: Dettagli del lavoro
107
# → z�lzz�l Ãz
e si usa lo sviluppo:
Γ+%1 + ℰ)Γ(1 + 2ℰ) ≃ 1 − ℰ+ &+6
Si deve inoltre usare l’eguaglianza seguente [15]:
∫ À���A�M��C� log E ��
���H =
= − ∫ À���A�M��C� g �Af� − �Ãg+ − �+C log iA�M��C�
�� w�.
Conclusioni
108
CONCLUSIONI
Un primo obiettivo della tesi era quello di ricondurre il vertice del jet
originato dal gluone in processi come quelli rappresentati in figura a pagina 3
(riportato nell'espressione (3.122)) al corrispondente fattore d'impatto del gluone.
Ciò è stato fatto imponendo che per l'operatore di distribuzione del jet si abbia:
< = 1
E' stata ottenuta come risultato l'eq. (3.147). Per mezzo di essa è stata
effettuata la verifica che la sezione d'urto differenziale del jet (3.48) nel limite in
cui non venga selezionato il jet nello stato finale e che lo stato iniziale sia
puramente partonico, si riconduca alla sezione d'urto totale partonica. Tale verifica,
che costituiva il secondo obiettivo della tesi, è stata fatta, all'ordine >? e in
approssimazione NLL, ottenendo le due espressioni (3.158), (3.166) che risultano
effettivamente uguali a meno di O(ℰ+).
Appendice 1
109
APPENDICE 1
Calcolo dell'integrale
= �� 1�+È�+ + (� − �)+É Dall'uguaglianza:
= � � 1�+(� − �)+ = = �� 1�+ + (� − �)+1�+ + = �� 1�+ + (� − �)+
1(� − �)+
cambiando la variabile d' integrazione nel secondo termine : � → � + �
= = �� 1�+ + (� − �)+1�+ + = �� 1(� + �)+ + �+
1�+ =
cambiando ancora, nel secondo termine: � → −�
si ottiene:
= = �� 1�+ + (� − �)+1�+ + = �� 1(� − �)+ + �+
1�+ =
= 2 = �� 1�+È�+ + (� − �)+É quindi:
= �� 1�+È�+ + (� − �)+É ≃ &JL§ �1 − &+6 ¨� (�+ )§�+
a meno di ordini O(+)
Appendice 2
110
APPENDICE 2
L'espressione (69) Bartels et al. [2]:
ℎr%J)(�) =
= ¸Ö¿& �E− 34 + 4H 1 + 6736 − &+12 − 518 �}Ö¿� i��
"+w§ − GS ØPb i��
"+wº ℎr%S)(�)
riscritta senza rinormalizzazione è:
ℎr(J)(�) = ℎr(S)(�) ¸Ö¿& �E− 34 + 4H 1 + 6736 − &+12 − 518 �}Ö¿� − 11
12Ö¿&¨ + 1
6�}&¨º i��
"+w§
=
= ℎr(S)(�) i��"+w
§ Ö¿& E 1−2¨H ¸103 − 13 �}Ö¿ + i59
�ôÖ¿&+6 − 38
9 w ¨º
Appendice 3
111
APPENDICE 3
Per calcolare l'integrale:
= ��l Ã�+ g fΛ+ − �l+g = Λ+ℰ
ℰ &JLℰΓ(1 + ℰ)
si è fatto uso delle seguenti espressioni [17] (per uno spazio D-dimensionale
euclideo):
�'� = �'MJ �� ��'
dove:
∫ ��' = ∫ �gJ #IQ'M+�S gJ … ∫ �g'M+ #IQ�S g'M+ ∫ �g'MJ = +��/�ê('/+)
+�S
Bibliografia
112
BIBLIOGRAFIA
[1] UA2 Collaboration, M. Banner et al., Phys Lett. 118B, 203 (1982)
UA1 Collaboration, G. Arnison et al., Phys Lett. 123B, 115 (1983)
[2] Bartels
[3] Bartels gluone
[4] Fadin
[5] V.Barone, E. Predazzi, High-Energy Particle Diffraction Springer (2001)
[6] J.R.Forshaw, D. A. Ross, Quantum Chromodynamics and the Pomeron (1997)
[7] Nucl. Phys b254 (1985)
[8] D.J. Gross, F. Wilczek Phys. Rev. Lett. 30(1973)
[9] H.D. Politzer, Phys. Rev. Lett. 30(1973)
[10] J.D. Bjorken, Phys. Rev. Lett. 179(1969)
[11] L.D. Faddeev,V.N. Popov, Phys. Rev. Lett. 25B(1967)
[12] V.S. Fadin, E.A. Kuraev and Lipatov, Phys.Lett. B60, 50(1975); E.A.Kuraev,
L.N.Lipatov, V.S. Fadin, Zh. Eksp. Teor. Fiz. 71, 840 (1976)[Sov. Phys. JETP
44, 443 (1976)]; 72, 377 (1977)[45, 199 (1977)]; Ya.Ya. Balitskii,
L.N.Lipatov, Sov. J. Nucl. Phys. 28, 822 (1987)
[13] M. Ciafaloni, D. Colferai, Nucl. Phys. B358 (1999)
[14]V.S.Fadin, R.Fiore, M.I. Kotsky, A. Papa, The Quark Impact Factor............
[15] V.S.Fadin, R.Fiore, M.I. Kotsky, A. Papa, The Gluon Impact Factor............
[16] ] V.S.Fadin, R.Fiore, A. Quartarolo Phys. Rev. D46 (1992)
[17] T. Muta, Foundation of Quantum Chromodinamics, World Scientific (2000)
Indice
I
INDICE
INTRODUZIONE .................................................................................................. 1
CAPITOLO1: QCD ................................................................................................ 5
CAPITOLO2: Dinamica BFKL ............................................................................. 8
Diffusione Quark-Quark in LLA ..................................................................... 8
Primo diagramma a scala ............................................................... 15
Ordini successivi e equazione BFKL .............................................. 20
Soluzione dell'equazione BFKL per t=0 ......................................... 28
Generalizzazioni e correzioni NLLA .............................................. 30
CAPITOLO 3: Dettagli del lavoro ....................................................... 34
Notazioni e definizione di operatore di selezione del jet ................. 36
Vertice del jet all'ordine più basso ................................................. 41
Fattorizzazione della sezione d'urto del jet nell'analisi ad un
loop ................................................................................................ 44
Correzioni virtuali a un loop ......................................................... 48
Correzioni reali ............................................................................. 51
Proprietà del jet ............................................................................ 54
Sezione d'urto partonica e contributo del semipiano superiore alla
sezione d'urto del jet ..................................................................... 56
Correzioni reali al vertice del jet ................................................... 59
Riduzione della sezione d'urto inclusiva del jet alla sezione d'urto
partonica totale: riduzione del vertice del jet ................................. 71
Indice
II
Riduzione della sezione d'urto inclusiva del jet alla sezione d'urto
partonica totale: controllo di consistenza ...................................... 98
CONCLUSIONI ................................................................................... 108
APPENDICE 1 ....................................................................................... 109
APPENDICE 2 ..................................................................................... 110
APPENDICE 3 ...................................................................................... 111
BIBLIOGRAFIA .................................................................................. 112
Ringraziamenti