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Tesina_LowNoise_OB1_MarioSabatino.pdf

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    R I A S S U N T O

    Il presente lavoro espone i risultati della fase progettuale finale e lattivit di stage azien-

    dale afferenti il progetto formativo Low Noise: Progettazione e sperimentazione di si-

    stemi e componenti avanzati afferenti ai sistemi di insonorizzazione interna veicolo e

    rumore di rotolamento.

    Tale documento si compone di due parti distinte:

    Nella prima verr descritta lattivit sperimentale e progettuale effettuata al CNR

    Istituto motori riguardante lutilizzo di due diversi approcci per lanalisi di struttu-

    re accoppiate in presenza di trattamenti superficiali.

    La seconda parte invece rappresenta una descrizione dellattivit condotte al Cen-

    tro Ricerche Fiat e riguardante la progettazione di un sistema di bloccaggio sempli-

    ficato dello schienale di sedili posteriori per autovetture.

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    I N D I C E

    I approcci per analisi di strutture accoppiate in presenza di trat-

    tamenti superficiali 3

    1 i nt ro du z io n e 4

    2 reduced im pedan ce approach 6

    3 a c qu i s iz i o ni s p e ri m e nt al i 12

    4 a d mi t ta n ce a p p roa c h 16

    II sintesi attivita

    stage aziendale 18

    2

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    Parte I

    A P P R O C C I P E R A N A L I S I D I S T R U T T U R E A C C O P P I AT E

    I N P R E S E N Z A D I T R A T TA M E N T I S U P E R F I C I A L I

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    1I N T R O D U Z I O N E

    Il presente elaborato si articola in tre parti:

    la prima parte descrive lapproccio dellimpedenza ridotta, di natura completamen-

    te numerica;

    la seconda parte tratta di prove sperimentali effettuate su unautovettura al fine di

    ricavare i dati di ammettenze con lausilio di una sonda pv (pressure velocity);

    la terza ed ultima parte concerne la Direct frequency responce analysis, effettua-

    ta inserendo nel modello numerico le impedenze ricavate sperimentalmente. Lo

    scopo e quello di valutare leffetto di trattamenti con materiali porosi sul comfort

    acustico allinterno dellautoveicolo.

    Lanalisi di risposta in frequenza (FRF) di strutture nelle quali sono presenti, oltre al-

    laccoppiamento fluido - struttura, anche superfici trattate con materiali porosi, risulta

    particolarmente complessa. Labitacolo di unautovettura un classico esempio di strut-

    tura siffatta.

    Una delle difficolt da affrontare la diversa densit delle mesh di struttura e cavit

    acustica; a questa si aggiunge, come accennato nei capitoli precedenti, la difficolt di

    modellare materiali porosi, data lincertezza sullassegnazione delle propriet.

    Utilizzando i softwares FEM della suite MSC, possibile modellare una struttura trat-tata mediante due aprocci diversi: il REDUCED IMPEDANCE APPROACHe lADMITTANCE

    APPROACH. Il primo approccio consiste nelleffettuare lanalisi di risposte in frequenza

    modale (SOL111), noti i modi strutturali e di cavit disaccoppiati e le propriet dei ma-

    teriali porosi; il secondo, invece, consente di evitare la modellazione dei materiali porosi,

    ed assegnare lammettenza lungo le superfici come condizione al contorno. In questul-

    timo caso, la FRF utilizzata quella di tipo diretto (SOL 108).

    Mentre per lo sviluppo del primo metodo, necessaria la conoscenza delle propriet

    dei materiali poroelastici, il secondo metodo consente di importare esclusivamente risul-

    tati sperimentali di ammettenza o impedenza, direttamente nel solutore.

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    In particolare, la modalit utilizzata nelle prove sperimentali per la valutazione di tali

    parametri quellain situ, ossia i parametri di interesse sono stati valutati in campo vici-

    no e nellambiente di misura, costituito dallabitacolo, senza la necessit di condurre le

    prove in camera anecoica.

    I valori dellimpdenza cos ottenuti sono stati importati nel modello numerico.

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    2R E D U C E D I M P E D A N C E A P P R O A C H

    Obiettivo di questa sezione e introdurre lutilizzo di componenti, trattati superficialmen-

    te, allinterno del modello numerico con lo scopo nella sequenza di soluzione modale.

    attraverso la comprensione dei differenti approcci modale e diretto, scegliendo la solu-

    zione appropriate in termini di performance ed accuratezza

    A tale scopo e stata considerata la radiazione di rumore, dovuta alla vibrazione della

    paratia parafiamma indotta da una forzante, allinterno dellabitacolo di unautovettura;

    in particolare, come visibile in Fig.I.1, tra la paratia in acciaio e labitacolo e inserito un

    rivestimento di materiale poroso.Il processo di modellazione, schematizzato in Fig.I.2, avviene in quattro passi:

    Figura I.1: Rappresentazione del modello numerico.

    1. Calcolo dei modi propri disaccoppiati della struttura del dashboard in acciaio edella cavit acustica, senza trattamento. Questi calcoli possono essere eseguiti con

    un qualunque solutore (Fig.I.3). Questa fase del metodo relativamente semplice:

    le due strutture sono disaccoppiate, e possno essere quindi studiate separatamen-

    te , riducendo lonere computazionale. Le due mesh avranno chiaramente densit

    diversa, essendo diverse le velocit di propagazione dei disturbi di pressione, ma

    sar comunque possibile accoppiarle in un secondo momento.

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    Figura I.2: Schema a blocchi del processo di modellazione.

    Le due analisi modali (SOL103) possono, come detto, essere effettuate con qualun-

    que solutore, ma , dovendo essere successivamente importate nel software MSC

    Actran, necessario che il formato dei risultati risulti di tipo .op2.

    Partendo dai modelli agli elementi finiti, i modi vengono calcolati per la strutturaper frequenze fino ai 1000Hz, per la cavita fino a 450Hz. Il range differente di fre-

    quenze di estrazione dei modi dipende dal fatto che il numero di modi utilizzati

    per la composizione della FRF e100 mentre la densita modale dei due componen-

    ti e diversa.

    2. Calcolo dellimpedenza ridotta delle superfici trattate, mediante MSC Actran. Que-

    sta funzione consente di calcolare leffetto del trattamento superficiale a partire

    dalle composizioni modali disaccoppiate di struttura e cavit acustica, calcolate

    nel passo precedente. Il componente trim, posizionato tra la paratia parafiammae la cavita, e costituito da uno strato poroso e da un setto (Fig. I.4). La discre-

    tizzazione e modellazione agli elementi finiti viene modellando con elmenti 3D lo

    strato di materiale poroso, il setto di separazione e lo strato di aria, necessario per

    laccoppiamento con la cavita. Le superfici di accoppiamento su entrambe le facce

    esterne del trim, invece, sono state modellate con elementi2D.

    Questo processo ha come output un file OP4 che contiene un database con le

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    impedenze ridotte del trim modo per modo

    3. Calcolo dei parametri modali accoppiati fluido struttura, effettuato tramite il mo-

    dulo MODAL COUPLING di Actran. In questo modo, possibile calcolare lac-coppiamento fluido struttura senza la presenza del trim partendo dalle estrazioni

    modali disaccoppiate precedentemente computate.

    4. Calcolo della funzione di risposta in frequenza dellintero modello. Questo step

    pu essere effettuato in Actran, mediante il MODAL SOLVER, oppure in Nastran,

    utilizzando il modulo ACTRIM.

    Figura I.3: Rappresentazione dei modi propri disaccoppiati

    Figura I.4: Rappresentazione schematica materiale poroelastico

    Una volta estratti i modi propri di struttura e cavit disaccoppiati (SOL 103) e calco-

    lata limpedenza ridotta del trim (TRIM DATABASE), stata applicata una forza, di 1

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    N, in corrispondenza di un nodo del dashboard ed stato creato un nodo sensore sul

    dashboard stesso. La risposta del sistema stata calcolata dai 70Hzai 250Hz, con passo

    2Hz.

    Figura I.5: Pressione quadratica media in cavit: effetto dei trattamenti superficiali.

    Leffetto del trattamento superficiale mediante il metodo dellimpedenza ridotta puo

    essere apprezzato nel confronto di Fig. I.5, dove sono rappresentate le pressioni qua-

    dratiche medie in cavit rispettivamente senza trattamento, con superficie porosa e consuperficie porosa con setto elastico.

    Come si pu notare, leffetto del trattamento crescente con la frequenza.

    Il contributo allattenuazione dei picchi modali espresso dal solo materiale poroso de-bole, ma costante, lungo tutto lo spettro investigato, mentre quello del setto elastico

    molto consistente alle medie frequenze, e non ha effetti migliorativi alla basse frequenze.

    Con riferimento alla Fig.I.6,leffetto del trattamento a110Hz addirittura peggiorativo,

    introducendo un picco, dovuto probabilmente al comportamento membranale del setto

    elastico.

    Leffetto migliorativo in termini di comfort acustico, invece, chiaramente visibile in

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    Fig.I.7, dove il trattamento introduce un sostanziale abbattimento del rumore interno.

    Figura I.6: Pressione quadratica media in cavit: effetto dei trattamenti superficiali a 110Hz.

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    Figura I.7: Pressione quadratica media in cavit: effetto dei trattamenti superficiali a 216Hz.

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    3A C Q U I S I Z I O N I S P E R I M E N TA L I

    Durante la prima fase del lavoro svolto sono state condotte prove sperimentali sullauto-

    veicolo Alfa Romeo modello Giulietta 1.6JTDM 120 cv che hanno permesso di ricavare

    i valori di potenza acustica emessa dal motore, quelli di impedenza acustica dei sedili e

    del materiale poro-elastico fonoassorbente ed il rumore interno in tre diverse condizioni

    di funzionamento del propulsore:

    1. 800rpm

    2. 1500rpm

    3. 2000rpm

    I dati di potenza acustica del propulsore e quelli di impedenza dei componenti interni

    labitacolo saranno utilizzati nella successiva fase di modellazione numerica come con-dizioni al contorno del modello mentre invece i valori di rumore interno valutato sia in

    termini di spettro in frequenza sia in termini di overall level, consentir il confronto tra i

    risultati sperimentali e quelli numerici consentendo la validazione del modello. Durante

    le prove sperimentali lautovettura stata posizionata su un banco a rulli ed opportuna-mente vincolata. Il raffreddamento del propulsore stato affidato ad una ventola posta

    davanti la vettura con lo scopo di convogliare un opportuno flusso daria (Fig.I.8).

    (a) . (b)

    Figura I.8: Autovettura sul banco a rulli (a) e sistema di raffreddamento (b)

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    La potenza acustica emessa dal propulsore e i valori di impedenza dei sedili interni

    sono stati rilevati mediante la sonda P-U Microflown adatta alle misure in campo vicino.

    La scansione stata eseguita ad una distanza di circa 2 cm dalle superfici. La procedura

    di mappatura del campo acustico utilizzata detta Scan and Paint.

    Tale tecnica si basa sullacquisizione della pressione acustica e della velocit delle parti-

    celle daria muovendo manualmente la sonda allinterno del campo acustico mentre una

    videocamera posta davanti la superficie riprende la scansione. La posizione della sonda

    ottenuta nella fase di post-processamento applicando ad ogni fotogramma il traccia-

    mento automatico dei colori. In questo modo possibile dividere la registrazione in

    diversi segmenti applicando un algoritmo di discretizzazione spaziale. Ogni frammento

    del segnale acquisito dalla sonda legato alla posizione della sonda durante la misura.

    Le variazioni spettrali nellarea di misura sono computate analizzando la porzione del

    segnale di ogni sezione della griglia. Il collegamento tra le coordinate2D dellimmaginee le coordinate 3D dello spazio reale ottenuto definendo la corrispondenza tra pixel e

    metri. In questo modo possibile visualizzare direttamente sullimmagine catturata le

    variazioni acustiche in termini di pressione, velocit delle particelle o intensit acustica.

    Per la caratterizzazione acustica dellabitacolo e la valutazione della sua qualit acu-

    stica sono stati utilizzati quattro microfoni, fissati ai poggiatesta dei sedili anteriori e

    posteriori allaltezza delle orecchie dei passeggeri dellautoveicolo.

    La Fig.I.9 mostra la configurazione e gli strumenti utilizzati per le misure che consi-

    stono in:

    1. Sonda P-U Microflown2. Laptop equipaggiato con il software di acquisizione Scan and Paint

    3. Sistema di acquisizione MFDAQ-2

    4. Web camera

    5. Analizzatore FFT multicanale (Scadas III acquisition system)

    6. Quattro trasduttori di pressione (Microflown Class1 ICP microphones)

    m isure acustich e in cam po vicin o

    Quando la distanza del sensore dalla superficie circa uguale alla lunghezza donda

    acustica, il campo acustico considerato vicino. La maggior parte dei metodi per ottenere

    la pressione sonora, la velocit delle particelle e lintensit sonora da misure al di fuori

    del campo vicino sono effettuate in ambiente anecoico ed in condizioni specifiche di

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    prova. Al contrario il metodo diretto che consiste nel misurare la pressione sonora e

    la velocit delle particelle vicino alla superficie, pu essere applicato in campo diffuso

    e con sorgenti sonore correlate e non correlate. In questo modo sono possibili misure

    sperimentali allinterno dellautoveicolo cos come lidentificazione delle sorgenti sonore

    presenti nel propulsore. La sonda p-u Microflown la combinazione di un microfono

    ed un trasduttore di velocit. Essa misura direttamente lo scalare pressione acustica

    ed il vettore velocit della particella acustica in un punto, dando in uscita lintensit o

    limpedenza superficiale. Il sensore di velocit un trasduttore costituito da due sottili

    fili di platino mantenuti alla temperatura di 200 C. Il moto dellaria circostante produce

    una differenza di temperatura tra i due fili proporzionale alla velocit delle particelle.

    Prima dello sviluppo delle sonde p-v, la stima della velocit delle particelle in un punto

    era ottenuta valutando la differenza di pressione rilevata attraverso due microfoni in fase

    tra loro (metodo p-p). Grazie al vantaggio delle misure dirette di velocit in campo vicinola sonda p-v non influenzata dal rumore di fondo e dalle riflessioni. In questo modo

    le misure possono essere acquisite in condizioni reali di prova. Le dimensioni ridotte

    della sonda consentono di ottenere unelevata risoluzione spaziale se confrontata con

    altri metodi di misura. La banda di frequenza che pu essere indagata estremamente

    ampia; in teoria essa va molto al di sotto dei 20 Hz ed al di sopra dei 20 kHz. Tuttavia

    alle basse frequenze aumenta lerrore di misura dellintensit a causa della diminuzione

    della distanza relativa (ossia la distanza di misura confrontata con la lunghezza donda)

    e quindi allaumento della parte reattiva del campo acustico. Lerrore di misura decresce

    aumentando la distanza della sonda dalla superficie di misura.

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    (a) Sonda P-U Microflown. (b) Software Scan and Paint.

    (c) Sistema acquisizione MFDAQ-2. (d) Scadas III.

    (e) Microflown Class I ICP microphones.

    Figura I.9: Configurazione sperimentale

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    4A D M I T TA N C E A P P R O A C H

    Diversamente da quanto fatto nella sezione precedente, dove la modellazione di strutture

    con trattamenti superficiali richiede la conoscenza delle proprieta del materiale poroso,

    in questa sezione si vuole introdurre un metodo diverso, che consente di modellare una

    struttura con accoppiamento fluido-struttura senza dover modellare il materiale poroso.

    In particolare, con il software MSC Actran e possibile modellare un materiale poroso im-

    ponendo lammettenza, in funzione della frequenza, come condizione al contorno lungo

    le superfici trattate.

    Questo tipo di approccio ha un duplice vantaggio: da un lato, e possibile impostareuna FRF diretta in un unico passaggio, e dallaltro e possibile caricare dati sperimentali

    tramite tabelle.

    Al fine di poter valutare leffetto di un trattamento con materiale poroso sul comfort

    acustico dellautoveicolo, e stato modellato numericamente labitacolo della vettura stu-

    diata sperimentalmente nella sezione (precedente). Il trattamento superficiale e stato

    simulato utilizzando le impedenze acquisite sperimentalmente mediante sonda p-v.

    In Fig.I.10e visibile il modello, opportunamente validato. La cavita e modellata conelementi TETRA, opportunamente dimensionati con il criterio

    8, e sulla superficie in

    corrispondenza del dashboard e stata imposta la condizione al contorno di ammettenza.

    Come sorgente, e stato creato un monopolo in corrispondenza del dashboard, e, per

    simulare la percezione in cabina, e stato modellato un microfono ad altezza testa del

    passeggero.

    In Fig.I.11 sono rappresentate le FRF eseguite mediante il modulo DIRECT FRF di

    Actran, rispettivamente senza e con il trattamento superficiale. Come accaduto nel caso

    precedente, leffetto del trattamento superficiale inizialmente non e apprezzabile, e siavverte solo oltre216Hz.

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    (a) Modello della cavit acustica. (b) Posizione del microfono.

    Figura I.10: Modellazione della cavit acustica del modello Alfa Romeo Giulietta.

    Figura I.11: SPL in cavit: effetto dei trattamenti superficiali.

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    Parte II

    S I N T E S I AT T I V I TA S T A G E A Z I E N D A L E

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    Nel corso del periodo di tirocinio presso il Centro Ricerche Fiat mi sono occupato

    dellaprogettazionediunsistemadiritenutaperschienaliribaltabilidisediliposterioriperautovetturedelsegmentoA.

    Ilmeccanismodiritenutaschienaledeisediliposterioriequelmeccanismocheconsenteilblocco e losblocco delloschienale in modo da consentire laseduta deipasseggeri ol' aumentodelpianodicaricodelbagagliaiocomemostratoinFig.II.1

    Figura II.1: Sistema di abbattimento dello schienale per sedili posteriori

    Esso si compone di due subassiemi principali (fig.II.2):

    unsistemadibloccoveroeproprio,generalmentesolidalealloschienale

    unoscontrinodiaggancio,solidalealtelaiodell'autoveicolo

    Figura II.2: Sistema di blocco schienale sedili posteriori Fiat Panda 2012

    Laprimafasedellavorosvoltoestataladefinizionedeirequisitifunzionalicheilmeccanismodevepossederealfinedisoddisfarel'obiettivodirealizzareunmeccanismo

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    di blocco semplice ed economico.

    Sono stati quindi analizzati i meccanismi attualmente utilizzati sulle vetture Lancia Y e

    Fiat Panda di cui si riportano di seguito alcune immagini (figII.3).

    (a) (b)

    Figura II.3: a) Meccanismo di blocco utilizzato nella Lancia Y 2011(esploso); b) Meccanismo di

    blocco utilizzato nella Fiat Panda2012

    Comesievincedalleimmaginiproposteimeccanismianalizzati,presentanounnume-

    rodipartivariabile,inognicasosuperioreadiecicomponenti,unadiscretacomplessitdelcinematismoconnumeroseparti inmovimento edunpesosuperioreai 450gr.Perquanto riguarda i materiali utilizzati per le varie parti componenti il meccanismo essisonocostituitidaacciaio,utilizzatoperlepartistrutturaliepolipropilenerinforzatoconfibredivetro,utilizzatopericomponentimenosollecitati.Inseguitoall' analisideimec-

    canismiinusosiindividuatoquindicomeparametrichiaveperlarealizzazionediunsistemadibloccoschienalesemplificatoiseguentiparametri:

    Riduzione della complessit cinematica del meccanismo

    Riduzione del numero di parti necessario

    Riduzione del peso

    Successivamentestatacondottaun' analisidiconcorrenzaperverificarelesoluzioniincommercioadottatedaiproduttoriconcorrentichemegliorispondonoagliobiettivi

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    definiti.

    Dalla ricerca sono emerse due soluzioni particolarmente interessanti per la loro sempli-

    cit e il basso numero di parti utilizzate nel cinematismo.

    La prima soluzione quella adottata dalla Dacia Duster 1.5 Dci che consta di solo tre

    componenti (fig.II.4):

    una leva di blocco, realizzata in poliammide rinforzata con fibre di vetro

    una molla di richiamo

    una vite di fissaggio

    Il peso totale del meccanismo di 387 gr.

    Le immagini inoltre mostrano la presenza di un telaio o una mostrina in acciaio interno

    alla leva con funzione di rinforzo.

    Figura II.4: Sistema di blocco schienale Dacia Duster1.5Dci

    La seconda soluzione trovata quella adoperata sulla Toyota IQ 1.0del 2009(fig.II.5).

    Il numero e la tipologia di componenti rimane praticamente la stessa del caso precedente

    fatta eccezione per un elemento di blocco metallico. Il peso totale del meccanismo di

    soli 204 gr. La leva in questo caso realizzata in polipropilene rinforzata con fibre di

    vetro.

    Entrambe questi meccanismi presentano una struttura analoga mentre a variare so-no solo la forma della leva e il posizionamento del meccanismo. Il funzionamento delmeccanismo estremamente semplice essendo costituito da una leva libera di ruotare

    intornoad

    un

    asse

    solidale

    allo

    schienale.

    Il

    blocco

    dello

    schienale

    ottenuto

    semplice-

    mente facendo ruotare la leva intorno al proprio asse e consentendo l' aggancio con lo

    scontrinosolidalealtelaiodell' autoveicolo.L' utenteinfasediazionamentodovrcon-trastarelaforzadirichiamoesplicatadallamolladitorsionechegarantisce lachiusuradelmeccanismo.

    Lapienarispondenzadeimeccanismianalizzatiairequisitiprogettualidefinitinellafa-

    se iniziale ha determinato la scelta di utilizzare gli stessi comebase progettuale per il

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    Figura II.5: Sistema di blocco schienale Toyota IQ 1.0 2009

    meccanismo oggetto di studio. La fase successiva stata la definizione dei vincoli norma-tivi,meccaniciedergonomici.DalpuntodivistanormativolanormacomunitariaECE17"Approvalofseats,anchoragesandheadrestraintsimponecondizionidiresistenzameccanica e di geometria per sedili e componenti facenti parte degli stessi. Tale normainoltre descrive le modalit di test per valutare la resistenza all' impatto con eventualibagaglicontroisediliposteriori,deisistemidiritenutaedeipoggiatesta.Iltestprescrive

    diutilizzaredueblocchidelpesodi18kgciascunopersimularelapresenzadibagagli.Ilveicolocoscaricatoverrsoggettoadun' accelerazionetaledagarantireunavelocitdiimpattodi50km/h(fig.II.6).

    Iltestrisultasuperatoseinseguitoall' urtoisistemidiritenutadeisediliposterioriresi-stonoalcaricoenonsisbloccano.Inoltreeventualideformazioniorottureparzialinon

    devonoaumentare

    il

    rischio

    di

    infortunio

    degli

    occupanti

    dell

    'autoveicolo.

    Figura II.6: Test di impatto da bagagli per sedili posteriori

    Oltre il superamento del test dinamico appena descritto tale norma impone:

    assenzadielementisporgentichepotrebberoarrecaredannoaglioccupantidell' autoveicolo

    in caso di collisione

    assenza di elementi spigolosi con raggi di curvatura maggiori di2.5mm

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    evitare la presenza di fessure che potrebbero determinare la caduta accidentale di

    oggettiall'internodelsedileol'inserimentodelledita

    Sulla base dei vincoli normativi suesposti e delle specifiche tecniche dei meccanismi incommercio si passati alla definizione dei requisiti meccanico-strutturali per il sistema

    di ritenuta e che vengono elencati nella tabella seguente.

    Accelerazione direzione X [g] 60

    Accelerazione direzione Y [g] 30

    Accelerazione direzione Z [g] 20

    Carico statico direzione X [kN] 25

    Carico statico direzione Y [kN] 20Carico statico direzione Z [kN] 12.5

    Forza di blocco massima [N] 120 30

    Forza di sblocco massima [N] 40 10

    Tolleranza direzione X [mm] 4

    Tolleranza direzione Y [mm] 5

    Tolleranza direzione Z [mm] 4

    Rumorosit

    Nessun scric-

    chiolio udibileda una distanza

    100mm dalla

    sorgente

    Tabella1: Requisiti meccanici del sistema di blocco

    Inparticolareilmeccanismotestato infasediurtosarsoggettoadunaaccelerazionelungolaternadiassix,y,zindividuatadall'autoveicolo(fig.II.7)rispettivamentedi:60,

    30e20G.

    QuestodeterminauncaricoindirezioneX 25kN,indirezioneY 20kNeindire-zioneZ 12.5kN.

    Laforzadibloccomassimasardi120kNmentreesigenzedinaturaergonomica(forza

    massimache l'utenteritienenonsconfortevole) limitano la forzanecessariaallosbloccodel dispositivoa 40 N. Le tolleranze disponibili sono di 4 mm in direzione X e Z e di

    5mm indirezioneY.Mentredalpuntodivistadelrumoreper ildispositivo imposta

    la condizione che nessun scricchiolio sia udibile da una distanza maggiore di 100 mm

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    Figura II.7: Sistema di riferimento solidale allautoveicolo

    dallasorgente.

    Dopolanalisidellostatodellarteedeirequisitisipassatiallafasediprogettazione,sviluppocadesimulazione.

    I softwares impiegati in tale fase sono stati: Rhinoceros 3D, modellatore solido per su-perfici,utilizzatoperlosviluppodellegeometrieedilsoftwareSimwise4D,softwaredisimulazionecinematicaedanalisistrutturalemedianteilqualesisviluppatal' analisicinematicadelmeccanismoelaverificastaticadellostesso.

    Perquantoriguardalatipologiaelageometriadelsistemadibloccosioptatoperuna

    configurazione "a gancio" simile a quella adottata dalla Toyota nel suo modello IQ. LasoluzionepropostadaToyotapresentauna levacostituita inpolipropilenecaricatacon

    fibre di vetro con una resistenza meccanica di 64,5 MPa ed un peso di 157 gr. Le simu-

    lazioni statiche condotte sul componente per hanno messo in evidenza il non rispetto

    dei vincoli normativi e meccanici.

    Ci dovuto al fatto che tale meccanismo impiegato su Toyota IQ, auto monovolu-me priva di bagagliaio e quindi non soggetta ai vincoli normativi imposti dalla ECE 17.

    Per aumentare la resistenza meccanica del componente pur mantenendone la forma e la

    semplicit costruttiva sono state apportate due modifiche al progetto originario Toyota.

    La prima riguarda il materiale della leva che stato sostituito con poliammide caricato

    con fibre di vetro che possiede una resistenza meccanica 2,3 volte maggiore (150 Mpa)rispetto al polipropilene usato nella soluzione originaria.Lasecondamodificahariguardatol' inserimentodiunapiastradirinforzoinacciaioC20,spessa0.7 mm capace di assorbire i carichi impulsivi in caso di collisione. Rispettoallasoluzione originale inoltre sono state variate le dimensioni della leva in particolarelaaltezzastataridottada80mma55mmcoscomelospessoreche stato ridotto di

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    10 mm.Questohacomportatounariduzionedelpesodicircail65%passandoda157grasolo49grdellanuovasoluzione.IlconfrontotralasoluzioneToyotaedilnuovoprogettoraffiguratonellafiguraseguen-

    te.

    Figura II.8: Confronto tra la soluzione Toyota (a destra) ed il modello proposto (a sinistra)

    Durantelafasediprogettazioneesviluppocadparticolareattenzionestatariservataalladeterminazionedellageometriadelgancio.

    Lasceltadellagiustageometriainfattifondamentalepergarantirelatenutadelgancioedevitarnelosblocco.

    Seda

    un

    lato

    infatti

    la

    geometria

    deve

    favorire

    l'imbocco

    dello

    scontrino

    ed

    una

    chiu-sura agevole esenzasforzodel gancio da parte dell'utente, dall'altrodeve impedire il

    disimpegno del meccanismo sia in fase di urto che nelle normali condizioni operativeallequaliilmeccanismosarsoggetto.

    Dopo la creazione della geometria il modello stato sottoposto ad una simulazione

    cinematica. In fase di simulazione sono state valutate le condizioni operative di funzio-

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    namentodelmeccanismo. Inparticolaresonostatevalutate larotazionedelgancioe la

    forza necessaria alblocco del dispositivo. Per quanto riguarda la rotazione del gancionecessaria alla chiusura del meccanismo dalla simulazione si ottenuto un valore di

    44.6.Per ladeterminazionedellaforzadichiusura invecesonostateprese inconsiderazionele forzedi attrito che sigeneranonel moto relativo tra leva e scontrino. In particolareessendolalevacompostadiduemateriali,poliammideeacciaiositenutocontoduran-

    telasimulazionedeldiversocoefficientediattritotramaterialidifferenti.Inparticolaresiconsideratouncoefficientediattritostatico trapoliammideedacciaiodi0.46e traacciaio-acciaiodi0.74.

    Inserendoquestiparametriall'internodelsoftwaresivalutatalacoppianecessariaallosganciodellalevailcuivaloredi180N*mm.Supponendoapplicatalaforzadisblocco

    ad

    una

    distanza

    di24

    mm

    dall'

    asse

    di

    rotazione

    si

    calcolato

    per

    la

    stessa

    un

    valore

    di

    7.5N.Benaldisottoquindidei40Nraccomandatidaivincoliergonomici.

    Figura II.9: Forza necessaria allo sgancio del dispositivo

    Infine sul meccanismo sono state effettuatedelle simulazioni statiche pervalutare il

    comportamentodeldispositivoincasodiurto.Lesimulazionisonostateeffettuateappli-

    candoduecarichidimoduloparia12,5kNalledueestremitdidestradelloscontrino.

    Le forzeapplicatesulloscontrinovengonocontrastatedalgancio.Sonostateeffettuatequattro simulazioni in ognuna delle quali si variata la direzione di applicazione deicarichi allo scopo di testare la resistenza del dispositivo in diverse condizioni di urtomentreinvecel'intensitdelcaricorimastainvariata.

    L' esitodellesimulazionicondottestato,perognicondizionedicarico,positivo.Lesimulazioni hanno evidenziato la tenuta del meccanismo che in fase di urto nonsisgancia e riesce a resistere senza rotture al carico. La tensione massima equivalente

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    Figura II.10: Simulazioni agli elementi finiti in quattro diverse condizioni di carico

    rilevataintuttelecondizionidicaricoinferiorealvalorelimiterappresentatodalcaricodirotturadell'acciaoC20usatocomeelementodirinforzo.

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