Il concetto di stereotipo - tanto nella sua enciclopedica definizione, quanto nel senso comune che gli è generalmente attribuito - racchiude dentro di sè un insuperabile paradosso; una positiva negatività (o negativa positività, se vogliamo) che fa di questi una realtà assolutamente peculiare.

Lo stereotipo soccorre gli insicuri, certamente; aiuta i mediocri a riconoscersi in uno standard preordinato, in un modello costante, ricorren-te e rigidamente convenzionale di comporta-mento, di abbigliamento, di gergo, di gusto...

Uccide contemporaneamente. Sotterra la personalità. Abbatte la singolarità. Strangola la creatività nel nome dell’in-differenza.

Combattere lo stereotipo non vuol essere un invito alla più vana ed insignificante autar-chia; vendicare la propria identità, scontran-dosi con il convenzionale, non vuol portare all’affermazione di un becero e sterile “orgo-glio del diverso”, ma, anzi, ad un più profon-do e radicato riconoscimtento di sè stessi, prima di ogni altra cosa.

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