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TI LASCIO UNA - Campo de' fiori · Facchinetti, Peppino Di Capri, Shel Shapiro, Alessandra Amoroso,...

Date post: 07-Sep-2018
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TI LASCIO UNA CANZONE. Diario di bordo. Terza ed ultima parte XV MINIFESTIVAL CITTA’ DI VITERBO. ASPETTARE LA FINE DEL 2012...NON E’ LA FINE DEL MONDO NESSUN COMPENSO PER IL SINDACO DI ORVIETO. CIVITA RICORDA IL PITTORE PIERO AMMANNATO
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TI LASCIO UNACANZONE.

Diario di bordo.Terza ed ultima

parte

XV MINIFESTIVAL

CITTA’ DIVITERBO.

ASPETTARELA FINE DEL

2012...NON E’LA FINE DEL

MONDO

NESSUNCOMPENSO

PER IL SINDACO DI

ORVIETO.

CIVITA RICORDA IL

PITTOREPIERO

AMMANNATO

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2 Campo de’ fiori

Editoriale:Non possiamo affondare...........................3L’intervista:Ti lascio una canzone 2011 - diario dibordo................................................4-5-6Curriculum vitae:I Bingol Jazz Quartet................................8Una chitarra... cento canzoni...............9XV Minifestival Città di Viterbo.....10-11Roma che se n’è andata:Francesco Borromini...........................12-13Suonare Suonare:Sergio Paternò ..................................14-15A proposito di Campo de’ fiori e diGiordano Bruno...................................17Ecologia e ambiente:Aspettare la fine del 2012.......................18La bottega di Mastro Fiore, falegnamida quattro generazioni.......................19Cose da ragazzi:Mamma e papà : genitori o amici?............21La coscienza infelice (in molti casi) èun re senza regno...............................22Socializzare cinguettando..................23

Nessun compenso per il sindaco diOrvieto.................................................24Come eravamo:Ricominciare a ... ricordare......................25Agostino Paradisi................................26Cinquantesimo per l’azienda Sbarra..27Porta d’ingresso nel mondo d’arte delProf. Piero Ammannato a vent’annidalla sua scomparsa...........................28Civita ricorda Piero.............................29Il Fumetto:Mercenary Pierre....................................30Angolo Bon Ton:I piatti....................................................35Una “Fabrica” di ricordi:Zio Paolino, la fisarmonica e le stelle........36La rubrica dei cognomi.......................37Per ricordare Silvia Quattrini Ferrelli.38Nasce la scuola pubblica....................39News...............................................40-41Le storie di Max:Domenico Modugno................................42Sport....................................................43Campo de’ fiori in arte news..............44

Carnevale civitonico 2012..................45I nostri amici.......................................46Oroscopo .............................................47Agenda.................................................49Messaggi.........................................50-51Nel cuore.............................................52Roma com’era.....................................53Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59Annunci gratuiti..............................60-61Selezione offerte immobiliari .......62-63

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Campo de’ fiori 3

Non possiamo affondareMentre si perdono continuamente posti di lavoro e si tagliano stipendi e pensioni, tutto continua ad aumentarein maniera indiscriminata e folle; qualcosa non quadra! Ma come si può solo immaginare di poter caricare ancora le famiglie italiane, che oramai da tempo non riesco-no ad arrivare a fine mese? Ettore Fieramosca avrebbe detto: “Vile, tu uccidi un uomo morto!”Vediamo invece appalti di opere pubbliche gonfiati, opere pubbliche realizzate e mai utilizzate, decine e decinedi enti inutili, emolumenti stratosferici ai super manager, mega stipendi e privilegi all’esercito dei politicanti,appannaggi esagerati a calciatori e uomini dello spettacolo…Ma la colpa della crisi è degli italiani, di tutti quelli che già non mangiano più, non si divertono più, di quelli aiquali è stata tolta la soddisfazione di lavorare, di progredire e, non a pochi, la voglia di tirare avanti. Sono troppi oramai i suicidi di coloro che spaventati dalla situazione si sono caricati di responsabilità non pro-

prie, ed hanno lasciato orfani quei figli per i quali avevano sognato un futuro tranquillo e sereno.Come non può rimordere la coscienza a chi sa di possedere e consumare così tanto, mentre tutto il popolo muore letteralmente difame? Come non vergognarsi della prostrazione dei quei poveri vecchietti costretti a nei supermercati per mangiare?Troppi fatti eclatanti e gravi segnalano il livello raggiunto: mai così basso!Troppe famiglie, oramai, vivono della sola pensione del nonno e né lo Stato, né tanto meno le banche incentivano l’occupazione, anzi.Ma come è potuta andare così ? E’ forse colpa dei soliti italiani scansafatiche, od invece della loro stupida irresolutezza, atavica sop-portazione? Questi illustri professori non hanno considerato il limite delle nostre possibilità , pretendono risultati, ed anche se tuttova alla deriva ed affonda, insistono nel dire che dovremmo aumentare le nostre capacità , dovremmo rendere di più, sempre di più,e come lo Charlotte di TEMPI MODERNI, arrivare allo sfinimento. Sono pervaso di pessimismo, ma come non esserlo?Tante volte ho spronato i giovani, ma invano.Se ci convinciamo che tutti i problemi li dobbiamo risolvere noi, ne rimarremo inevitabilmente schiacciati.Bisognerebbe, invece, che venissero fatti piani concreti a breve, a medio ed a lungo termine.Solo un’oculata ragionevolezza può auspicare uno sviluppo solido e duraturo, ma questa la può avere solo chi ha interesse al benepubblico, e non chi dal bene pubblico ne trae personale giovamento.Dopo aver corso tanto è ora di fermarsi e considerare “ahimè ” dove siamo arrivati!! Non avere più una meta, un obiettivo, uno scopoè un bel problema!Noi potremo anche studiare, cari professori, ma la vostra lezione non ci è chiara!

di Sandro Anselmi

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Campo de’ fiori4

“TI LASCIO UNA CANZONE 2011” V EDIZIONE

Tutto quello che le telecamere non dicono - Terza ed ultima parte

Diario di bordo

Siamo giunti alla fine… il 23 Dicembre si èconclusa la nostra avventura nella grandefamiglia di “Ti Lascio una Canzone” el’ultima è stata la puntatona natalizia conMassimo Ranieri, Amedeo Minghi e AmiStewart i quali hanno cantato le canzoninatalizie di tutto il mondo. Anche moltibimbi nel pubblico intervenuti ad applaudi-re i fratellini e sorelline cantanti e ballerine

cosa che nel corso dei mesi non si erapotuto fare in quanto l’auditorium erainterdetto ai minorenni. Ma torniamoancora indietro nel tempo per ricordare ilvincitore di questa quinta edizione :Stefan Cristian Atirgovitoae, bimboromeno di 11 anni che con l’interpretazio-ne di “Profeta non sarò ” , canzone por-tata al successo tanti anni fa da Demis

Roussos ha incantato il pubblico italiano.Quanti visi tristi e quante lacrime tra ibambini cantanti e le piccole ballerine… latrasmissione era al termine ed ognunodoveva ritornare alla propria famiglia edalla propria vita, ma sicuramente qualcunodi loro sfiorerà nuovamente il successo.Proprio come è accaduto ad AndreaAscanio (8 anni) che per chi lo incontravaper strada era “il bambino della Rai”, cosache a lui dava enormemente fastidio! Maper tutti l’esperienza è stata quella di ungrande gioco, e spetterà sicuramente aigenitori indicare la retta via per restarecon i piedi per terra … I genitori dellebimbe ballerine hanno voluto subito orga-nizzare una pizza celebrativa con tanto ditorta offerta dal noto ristorante “IPontefici” di Roma, invitando le coreografeEliana Ghione e Simona Mastrecchiae lo stesso balletto nei giorni precedenti lefeste natalizie è stato invitato dai com-

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Campo de’ fiori 5mercianti di Via Candia e PiazzaRisorgimento (Municipio XVII) nell’ambitodi manifestazioni sponsorizzate dallaCircoscrizione attirando molto pubblico.Anche noi genitori porteremo un gran belricordo di questa esperienza, in quantoabbiamo visto un impulso positivo per lacrescita del carattere dei nostri figli, che,posti di fronte ad una telecamera,sonoriusciti a formare una squadra con personeche non conoscevano. Come potremoscordare le chiacchierate con I Cugini diCampagna, le risate con AlessandraAmoroso, i ricordi di Peppino di Capri,la verve di Emma, l’istrionità di MargoMengoni, la signorilità di MassimoRanieri, la spensieratezza di UmbertoTozzi, la carica di Olivia Newton John,la vitalità di Loredana Bertè , l’umanitàdi Fausto Leali, e dovremmo nominaretutti gli ospiti che hanno data grande provadi carattere prestando parte delle propriecanzoni alle voci dei piccoli interpreti?Come dimenticare l’emozione della primapuntata che ogni settimana si riproponevaed attanagliava più i genitori che i piccoliinterpreti? Come rinunciare alla freschezzaed alla vitalità proprie dei bambini chedimostravano Beatrice, Gaia, Giacomo,Ludovica, Gioele e tutti gli altri?Sicuramente dandoci appuntamento alprossimo anno e sperando di ritrovare ilballetto di “Ti lascio Una Canzone”…

Il corpo di ballo della trasmissione Rai con i tanti ospitie protagonisti di “Ti lascio una canzone”

Andrea, Giorgio e Valerio - I tre Mini

Le prove di canto e di ballo...

La gemella Fontana e Giada Borrelli, che giocano in

sala prove con due bambine del corpo di ballo

Angela e Marianna Fontana

Simona, l'assistente di studio ed Eddy

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Ancora prove... quelle dell’orchestra diretta dal maestro De Amicis e quelle del corpo di ballo

Il vincitore Stefan Cristian Atirgovitoae Gli Stadio

CANZONI FINALISTE :

Prima puntata: Parla più piano - MichaelBonanno e Giada Borrelli

Seconda puntata: L’immensità - GiuseppePicciallo

Terza puntata: La voce del silenzio -Maryam Tancredi (1^ superfinalistadell’11^ puntata)

Quarta puntata: Sei nell’anima - LuanaFrazzitta

Quinta puntata: Un amore così grande -Michael Bonanno e Giada Borrelli

Sesta puntata: Con te partirò - LudovicoCreti e Rebeca Maria Neacu

Settima puntata: Profeta non sarò -tefan Cristian Atrgovitoae (2^ superfi-nalista dell’ 11^ puntata)

Ottava puntata: Il canto della terra -Ludovico Creti e Rebeca Maria Neacu

Nona puntata: Il mare calmo della sera -Ludovico Creti e Rebeca Maria Neacu

Decima puntata: Casa bianca - tefanCristian Atrgovitoae

Undicesima puntata: Profeta non sarò- tefan Cristian Atrgovitoae (can-zone vincitrice)

Il nostro Sandro Alessi,autore di questi splendidied inediti reportage pub-

blicati sugli ultimi trenumeri della rivista edalcuni volti noti ospiti

delle serate di “Ti lasciouna canzone”:FrancescoFacchinetti, Peppino Di

Capri, Shel Shapiro,Alessandra Amoroso, e

Massimiliano Pani

Le piccole del corpodi ballo

festeggiano,tutte insieme,il compleanno

di Giulia

Grande pizzatafinale

al ristorante “I pontefici”

di Roma, che ha voluto

offrire una deliziosa torta,assolutamente

meritata!

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Campo de’ fiori8

Curriculum vitaeCh ia r a N i c o lan t i

La giovane attrice romana ChiaraNicolanti inizia ben presto adappassionarsi di teatro, ed appena

iscrittasi al Liceo Linguistico coglie l’occa-sione per frequentare anche l’ “AthelierTheatrale” in lingua francese tenuto dalTheatre Francais de Rome, appassionan-dosi alla letteratura teatrale francese. Ilgioco diventa presto passione e la suatimidezza sul palco viene convertita ininterpretazione senza alcuna paura e ciòla porta subito a recitare “En attendantGodot” di S. Becket e “Le Horla” diMaupassant, proprio mentre si diplomavapresso il Liceo Classico Catullo diMonterotondo. Nel 2007 frequenta ilcorso di formazione per attori“Shakespeare on stage” tenuto daSimonetta De Nichilo e GuidoD’Avino interpretando successivamentelo Shakesperiano “Sogno di una nottedi mezza estate” nel ruolo di Elena. Nel2009 si diploma presso l’Accademia d’ArteDrammatica “Pietro Scharoff” e, dopoaver seguito lezioni di canto e voce con

Alessandro Bentivoglio,frequenta gli stages inten-sivi diretti da MichaelMargotta. La vediamointerpretare tra l’altro “LeMetamorfosi” di Ovidio(teatro/danza diretto da DiClemente, 2008), “Visitedi condoglianza” (regiadi Sergio Ammirata, 2009),“Yerma” di Lorca nel ruolodella protagonista (regia diL.Rendine, 2010) ed il“Berretto a Sonagli” diPirandello (regia di M.Amici, 2010), “La ZiaSabella” da una comme-dia di Dino Risi (regia di A.Grossi, 2011). Molteplici icortometraggi girati dal2009 ad oggi tra cui “Enne23” (regia di A.Battaglini),“Victims” (regia G.Cash),

“Tre ragazze da favola” (regiaC.Guerrisi), “Vite di legno” (regia

F.Tellico), “Silent Hill” (regia diD.Misischia), “Nero Tenebra” (regia diA. Conticelli), “Condannati a Vita”(regia di G. Angioni) e film tra cui“Giovani Disponibili” (regia R.Camilli), “Fatal Noise” (regia di P.Virone), “Th3 Pit” (regia di F. De Masi).Tra le tante cose riesce a ritagliarsianche una veste di presentatrice(Piazza di Siena – Sky Sport – UnireSat). Nel futuro prossimo la potremoseguire nel film “Hope” per la regia diD. Ciferri in uscita a Marzo 2012 e per ilTeatro a fine mese ne“L’Anniversario” di Cechov.Sicuramente un inizio anno prometten-te per un attrice che vede la giustafusione tra bellezza e bravura. In boccaal lupo, Chiara !

Sandro Alessi

Foto di Massimo Bartolozzi

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Una chitarra... cento canzoniIl nuovo talent show di Rete Oro condotto dal giovane Alessandro Malatesta

di Fabrica di Roma

Un chitarra.. cento canzoni. E’ questo iltitolo del nuovo programma televisivo inonda su Rete Oro, al canale 18 del digita-le terreste e 926 della piattaforma Sky,condotto dal giovanissimo AlessandroMalatesta di Fabrica diRoma. Si tratta di un varietàsulla falsa riga dei più notitalent show proposti dallereti nazionali, che non per-ché venga trasmesso da unaemittente privata sarà menoricco di giovani cantanti, pro-venienti da tutta Italia, cheproporranno cover di branifamosi o pezzi inediti, con lasperanza poi di saltare inalto grazie anche a questoprimo trampolino di lancio.Otto sono le puntate previ-ste, dove i concorrenti si sfi-deranno senza esclusione dicolpi, sotto l’elgida di unconduttore d’eccezione, vistala sua giovane età , affianca-to con molta probabilitàdalle Gemelle Sguizzato, giànote per la loro partecipazio-ne al programma RaiMezzogiorno in famiglia.Alessandro è alla sua primaesperienza televisiva, mavanta diverse esperienzecome presentatore di spetta-coli di piazza ed al teatro,

soprattutto nella sua cittadina. Ha fre-quentato la Piccola AccademiaComunicazione e Spettacolo (PACS) diStefano Jurgens e dopo aver inserito lasua qualifica sul noto e frequentatissimo

social network Facebook, è stato contattodal responsabile di produzione di Una chi-tarra…cento canzoni. Lo studio televisivoda cui andrà in onda il programma, inzona Eur, sarà arricchito dalla presenza diragazzi immagine che sfoggeranno capid’abbigliamento firmati, oltre da un quali-ficato corpo di ballo, che danzerà sullenote della sigla inziale e non solo.Tutto sembra essere pronto, manca solo lamessa in onda… buona fortuna adAlessandro e buona visione ai nostri letto-ri…

Ermelinda BenedettiLa pubblicità del programma uscita sul settimanale Vero Tv

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10 Campo de’ fiori

Domenica 18 Dicembre 2011 la finale al Teatro San Leonardo di Viterbo

XV Minifestival “Città di Viterbo”Beatrice Picciollo, Camilla Longo e Dario Guidi, i tre vincitori. A Marcello Turco e Davide

Valeri i premi speciali rispettivamente della stampa, offerto dalla nostra testata giornalistica edall’Associazione Omniarts

Finalmente, dopo quattro anni di parteci-pazione, ho potuto essere personalmentepresente al Minifestival Città di Viterbo,giunto alla sua XV edizione, per assegnareil premio stampa offerto dalla nostra rivi-sta. Ventitrè i finalisti, divisi in tre catego-rie, attentamente selezionati durante ledue semifinali di Fabrica di Roma eBagnoregio, dalla giuria, composta dagiornalisti ed esperti del settore musicale,nonché presieduta, anche quest’anno, dalgiovane tenore Antonio Poli, ex vincitore diuna delle edizioni di questa rinomatamanifestazione. Ad ospitare la grande sfida, il 18 dicembre2011, ancora una volta il teatro SanLeonardo di Viterbo, gremito di fan deicantanti in gara e di tanti curiosi. La pre-sentazione dello spettacolo è stata ecce-zionalmente e per la prima volta affidata adue giovanissimi: Giada Lai e GabrieleTurchetti, che hanno preso, così , il postodegli storici Paolo Moricoli e Pierluigi

Alberti, sempre però pronti ad intromet-tersi simpaticamente sul palco e crearequalche divertente sketch dei loro. Unaedizione, questa, ricca di veri talenti, siatra i più piccoli che tra i più grandicelli. Nonè stato infatti semplice il compito della giu-

ria, sempre un po’ combattuta nell’emette-re la sentenza finale, né il nostro.

Ecco allora l’elenco dei vincitori: Cat. 6-11 anni: 1. Beatrice Piciollo (11 anni,Bagnoregio), con il brano “Caruso” (L.Dalla); 2. Michela Conti (11 anni,Morlupo), con il brano “Sei bellissima” (L.Berté ); 3. Emma Ricci (9 anni,Ronciglione), con il brano “In punta dipiedi” (Nathalie). Cat. 12-15 anni: 1.

I vincitori della XV edizione del Minifestival. Da sx: Pierluigi Alberti, Gabriele Turchetti, Dario Guidi, Beatrice Picciollo, Camilla Longo, il presidente della giuria Alberto Poli,

Giada Lai e Paolo Moricoli

Beatrice Picciollo, prima classificata dellacategoria 6-11 anni

Camilla Longo, prima classificata della categoria 12-15 anni

Dario Guidi, prima classificato della categoria 16-20 anni

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Camilla Longo (15 anni, Roma), con ilbrano “The climb” (M. Cyrus); 2. EleonoraRita (13 anni, Civita Castellana), con ilbrano “Senza confini” (Eramo ePassavanti); 3. Gianmarco Piccini (14 anni,Blera), con il brano “Via di qua” (M.Ranieri).Cat. 16-20 anni: 1.Dario Guidi(17 anni, Fabrica di Roma), con il brano “Ilpasso silenzioso della neve” (V.Giovannini); 2. Miriana Bigi (19 anni,Ronciglione), con il brano “Rolling in thedeep” (Adele); 3. Marcello Turco (16 anni,Cesano di Roma), con il brano “La classedegli asini / Mamma mi ci vuol la fidanza-ta” (N. Otto). Ai tre primi classificati della categoria 16-20, oltre all’esclusivo trofeo del Mini festi-val, è andata anche la possibilità di parte-cipare gratuitamente agli stage estivi delTuscia in Jazz, ed al vincitore della mede-sima categoria, l’opportunità di incidere undemo in una sala di registrazione profes-sionale. In palio anche il premio specialedell’Associazione Omniarts, rappresentatadei due organizzatori del festival, PaloMoricoli e Pierluigi Alberti, affiancati daRoberto Anesini e Antonello GiovanniBudano, assegnato quest’anno a DavideValeri, 14 anni di Villa San Giovanni inTuscia, che ha proposto “Granelli di sab-bia”, un brano di sua composizione. Mentread aggiudicarsi il nostro premio della stam-pa è stato Marcello Turco, già classificato-si al secondo posto nella sua categoria,con la motivazione di aver interpretato inmodo assai originale e divertente, nonchépreciso e pulito al livello di intonazione, unvecchio brano anni Trenta: “La classe degliasini”.

Ermelinda Benedetti consegna il premio dellastampa offerto da Campo de’ fiori

a Marcello Turco

Pierluigi Alberti e Paolo Moricoli, storiciorganizzatori del festival, consegnano il pre-mio speciale dell’Associazione Omniarts a

Davide Valeri

Lo spettacolo è stato intramezzato dallapartecipazione straordinaria di vecchie glo-rie del minifestival: Giulia Anesini, VirginiaBrunetti e Desirée Giove, nonché dall’imi-tatore Roberto Tazza e dalle ragazze dellascuola di danza classica, moderna e hiphop “Free Dance”, di Claudia Tassi. Anche la solidarietà è stata protagonista

di questa serata. Gli Scout del gruppoAgesci “Viterbo 4”, infatti, hanno venduto iprimi biglietti della campagna di solidarie-tà 2011-2012 di “Viterbo con Amore”, el’Associazione “Semi di pace” ha raccoltofondi per Noemi, la sfortunata ragazza diTarquinia che, a breve, dovrà essere sot-toposta ad un delicato e costosissimointervento chirurgico negli USA.L’appuntamento ufficiale, dunque, è per ilprossimo anno, sorprese a parte, visto cheè stata lanciata l’idea di mettere in scenaun musical con i giovani talenti delMinifestival.

Ermelinda Benedetti

Prima il bucato si lavava a mano, poisono arrivate le prime lavatrici incasa e negli ultimi anni si è diffu-sa, anche in Italia, la moda, oltreche la comodità , delle lavanderieself service. Il primo a non permette-re più di “lavare in propri panni in casa”,a Civita Castellana, è stato Luigi Manlionel 2008. E che gran scoperta da alloraper tutti quelli che l’hanno provata!

Due sono fondamentalmente le parole chiave: pulizia e rispar-mio. I prodotti utilizzati, infatti, sono tutti professionali e non incommercio: anallergici, amicrobici e con profumi naturali. Sapone,disinfettante ed ammorbidente, questo il mix perfetto di ogni lavag-gio! Ma passiamo al risparmio: è possibile lavare i capi che andreb-bero in 3 comuni lavatrici da casa (di 5 kg circa), in una sola volta alcosto di soli 7 . Ed inoltre, con soli 4 in più, si possono asciugaretutti i capi appena lavati nelle apposite asciugatrici, dalle quali esco-no così morbidi da non dover essere nemmeno stirati. La lavanderia self service Lava più dispone di due lavatrici da 6 kg edue da 16 kg, oltre che 2 asciugatrici da 16 kg ciascuna. Si puòrichiedere il sottovuoto per i capi ingombranti da dover mettere via. Il locale climatizzato è attrezzato anche di cambiamonete e mette adisposizione della clientela, in attesa di lava e asciuga, macchinettadel caffè e connessione wifi e vanta un ampio parcheggio esterno.Aperta dalle ore 6:00 del mattino, alle ore 23:00 con orario conti-nuato, la lavanderia non chiude nemmeno nei giorni festivi.

Piazza Sandro PertiniCivita Castellana (VT)

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Anche festivi

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Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi

Fra gli Ordini EquestriPontifici, onorificenzeassegnate dal Papa ailaici per specialibenemerenze acqui-site, quello dell’Or-dine Supremo delCristo è il più presti-gioso in assoluto e trai più noti al mondo; lesue origini sono

molto antiche risalgono, infatti, all’Ordinedei Templari, soppresso da Clemente V,Bertrando de Got, 1305 – 1314, perchéperseguitato dal Re di Francia Filippo “ilBello” che mirava ad impadronirsi degliimmensi beni appartenenti agli stessiTemplari.

In Portogallo, però , quest’Ordine dipen-deva direttamente dal Re, per cui, questiriuscì a salvare sia i Templari che le lororicchezze e, il 3 agosto del 1318, Dionigi Ichiese e ottenne, da Giovanni XXII,Giacomo Duèse, 1316 – 1334, l’autorizza-zione per ricostituire l’Ordine del Tempiocon il nome di: Ordine dei Cavalieri diCristo che, riconosciuto e approvato conBolla del 14 marzo 1319, riservava soltan-to al Papa il diritto di nominare Cavalieri.Nasceva, in tal modo, l’attuale OrdineSupremo del Cristo che rimase nettamen-te distinto da quello Portoghese.

Alessandro VI, Rodrigo Borgia, 1492 –1503, impresse una svolta di rilievoall’Ordine medesimo esonerando iCavalieri dai voti di: castità , povertà eobbedienza, quindi, l’istituzione assun-se l’attuale valore di OrdineCavalleresco Onorario; nell’anno 1878,poi, Pio IX, Giovanni Maria MastaiFerretti, 1846 – 1878, lo rinnovò ulte-riormente adeguandolo alla sua altissi-ma funzione e stabilendo, fra l’altro, chel’Onorificenza avesse carattere diOrdine Supremo, di gran lunga superio-re ad ogni altro.

Con Breve del 7 febbraio 1905, Pio X,Giuseppe Sarto, 1903 – 1914, operòun grande rinnovamento di tutti gliOrdini Cavallereschi Pontifici confer-mando quello del Cristo come OrdineSupremo tanto che, ancora oggi, la pre-stigiosa decorazione viene conferitaassai raramente essendo riservata aSovrani, Capi di Stato e personalità difama mondiale. L’Ordine prevede la solaclasse di Cavaliere la cui investitura ricor-da il grandioso cerimoniale del medioevo.

Tra i più celebri Cavalieri dell’OrdineSupremo del Cristo va ricordato FrancescoBorromini, il più grande maestro delbarocco assieme a Gian Lorenzo Bernini;da tempo malato di depressione, sorta conogni probabilità a seguito dell’esonero daparte di Innocenzo X, Giovan BattistaPamphilj, 1644 – 1655, alla prosecuzionedei lavori della Chiesa di Santa Agnese inAgone a Piazza Navona, il 3 agosto 1667 sisuicidava gettandosi sulla propria spada diCavaliere, restando trafitto.

Questo evento si verificava prima che ilBorromini portasse a termine la CappellaFalconieri, la più importante della Basilicadi San Giovanni dei Fiorentini dove, persua volontà , venne sepolto nella tomba difamiglia di Carlo Maderno.

Per secoli, il suo nome non apparve suquella tomba, come da consuetudine nelcaso di suicidio e, soltanto nel 1994, allabase di un pilastro della chiesa, venneposta una lapide con la seguente scritturaa ricordo della memoria del grande archi-tetto e per onorarne la sepoltura.

FRANCISCVS BORROMINI TICINENSISEQVES CHRISTI

QVIIMPERITVRAE MEMORIAE ARCHITECTVS

DIVINAM ARTIS SVAE VIMAD ROMAM MAGNIFICIS AEDIFICIIS

EXORNANDAM VERTITIN QVIBUS

ORATORIVM PHILLIPINVM S. IVO S.AGNES IN AGONE

INSTAVRATA LATERANENSIS ARCHIBASI-LICA

S. ANDREAS DELLE FRATTENVNCVPATVM

S. CAROLVS IN QVIRINALIAEDES DE PROPADANDA FIDEHOC AVTEM IPSVM TEMPLVM

ARA MAXIMA DECORAVITNON LONGE AB HOC LAPIDE

PROPE MORTALES CAROLI MADERNIEXVVIAS

PROPINQVI MVNICIPIS ET AEMVLI SVIIN PACE DOMINI QVIESCIT

Nato a Bissone, sul lago di Lugano, il 25settembre 1599, con il nome di FrancescoCastelli, da Giovanni Domenico eAnastasia Garovo, assume ben presto ilcognome Borromini avente origine da

di Riccardo Consoli

Francesco Borromini, Cavaliere dell’Ordine Supremo del Cristo

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Brumino, uno dei soprannomi attribuiti alpadre o, secondo diversa interpretazione,in omaggio alla famosa famiglia Borromeoe, in particolare, a San Carlo Borromeo dicui Francesco era devotissimo. Ricevuta una prima formazione dal padre,anche lui architetto, si trasferisce a Milanodove lavora come scalpellino, quindi,ancora giovanissimo, si trasferisce a Romadove rimarrà fino alla morte; nella cittàeterna trova ospitalità presso un parentedella madre, tale Leone Garovo, capoma-stro scalpellino alle dipendenze di CarloMaderno e qui, come scalpellino, maanche come disegnatore d’inferriate, lavo-ra nella fabbrica di San Pietro realizzandola decorazione della Loggia del pilone dellaVeronica, alcuni volti di Cherubini sopra lePorte della Cappella del Sacramento elavori vari al Basamento della Pietà diMichelangelo.

Morto il Garovo, Francesco eredita unabuona somma di denaro con la qualecostituisce una Compagnia per il commer-cio di marmi e pietre, quindi, dopo lascomparsa di Carlo Maderno, suo lontanoparente per parte della madre, di cui erastato allievo impegnato come primo assi-stente in Sant’Andrea della Valle, cominciaa firmare le opere con il suo nome ma, allamorte del Maderno, le sue aspettative perquanto attiene la nomina di architettodelle fabbriche iniziate da questi, vengonodisattese, a tale ruolo, infatti, viene nomi-nato Gian Lorenzo Bernini che lo confermaquale primo assistente delegandogli, difatto, tutta la progettazione; una collabo-razione, questa, che sfocia nella fabbricadi Palazzo Barberini.

Ben presto, però , i due artisti entrano inconflitto, troppo evidenti le differenze nelmodo di concepire l’architettura: Bernini èil simbolo della tradizione Vaticana,Borromini diviene il veicolo delle moderneesigenze di altri ordini religiosi che, sem-pre più frequentemente, si rivolgono a luiper la differente concezione degli spazi edel luogo Sacro; tuttavia, la rivalità fra idue grandi maestri, si rivela una meravi-gliosa occasione di confronto e di arricchi-mento che determina straordinari effettisu tutta l’architettura barocca romana.

Francesco Borromini ricevere numerosecommissioni: la prima riguarda la Chiesa diSan Carlino alle Quattro Fontane conannesso Convento, quindi, Palazzo Spadadi Via Giulia, il Convento e l’Oratorio deiFilippini presso Santa Maria Vallicella;dopo la morte di Urbano VIII, MaffeoBarberini, 1623 – 1644 e l’avvento alSoglio Pontificio di Innocenzo X, essendocaduto in disgrazia il Bernini, egli diviene ilprimo fra gli architetti romani; moltissimi isuoi lavori dei quali ricordiamo: SanGiovanni in Laterano, Sant’Agnese a PiazzaNavona, Sant’Ivo alla Sapienza, ilCampanile di Sant’Andrea delle Fratte, ilPalazzo di Propaganda Fide, dove prose-

gue il lavoro iniziato dal Bernini; la Chiesadi San Carlino alle Quattro Fontane, suoprimo grande capolavoro. A ben vedere, il barocco romano puòessere riassunto nell’aperta rivalità fra idue maggiori architetti dell’epoca, furonoloro, infatti, a dare il contributo decisivoalla nuova immagine di Roma che, propriodal barocco, riceve quell’aspetto che,ancora oggi, caratterizza maggiormente ilsuo centro storico.

Alla personalità estroversa di Gian LorenzoBernini si contrappone quella introversa,ansiosa e irrequieta di FrancescoBorromini, il primo è uno dei principaliprotagonisti della vita artistica romana,architetto preferito da sette Papiriporta enorme successo; personali-tà vivace e fantasiosa, dotato digrande abilità tecnica, si occupaanche di teatro, per il quale, proget-ta sorprendenti macchine e spetta-colari scenografie, ma il suo nome èlegato sopratutto alla Basilica di SanPietro dove lavora per più di qua-rant’anni realizzando, fra l’altro, ilBaldacchino sulla tombadell’Apostolo e la sistemazione dellapiazza.

E’ certamente Piazza Barberini illuogo dove si scontrano i diversi stilie le diverse personalità dei duearchitetti protagonisti del seicentoromano, qui si trova PalazzoBarberini, uno dei più importantiesempi di barocco a Roma; iniziatoda Carlo Maderno, è completato daBorromini, a cui si devono la scalaellittica e le finestre e da Bernini,autore della stupenda facciata;opera di quest’ultimo è anche la Fontanadel Tritone al centro della piazza.

La carriera di Francesco Borromini èsegnata da amarezze e delusioni principal-mente dovute all’impossibilità di realizzarei suoi progetti secondo la propria visioneartistica, ma anche a causa del difficilecarattere causa di continui problemi con icommittenti; la sua arte, spesso male giu-dicata dai contemporanei viene ampia-mente rivalutata nel corso del tempo eoggi Francesco Borromini è considerato,insieme a Gian Lorenzo Bernini, l’artistapiù rappresentativo.La Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza è con-siderata il suo capolavoro. Nel 1632, dive-nuto l’architetto incaricato della fabbrica,comincia ad occuparsi della Chiesa chedoveva sorgere all’interno del complessoUniversitario e che, in quel momento, erastata prevista a pianta circolare con picco-le cappelle, ma Borromini cambia tutto eprogetta un complesso dalla geometriaassai complessa.

I lavori iniziano soltanto nel 1643 e prose-guono per oltre vent’anni, la prima faseviene realizzata tra il 1643 e il 1655 e,

dopo un’interruzione, i lavori riprendononel 1659 con il completamento dellaChiesa, la realizzazione della BibliotecaAlessandrina e delle facciate su PiazzaSant’Eustachio e Via dei Canestrari, nel1660 la Chiesa viene consacrata.

Sant’Ivo alla Sapienza, un tema difficilissi-mo per Francesco Borromini, condizionatocom’era dall’esistenza del palazzo conannesso cortile che lasciavano un limitatospazio di forma quadrangolare da utilizza-re per la costruzione della Chiesa; egli sce-glie uno schema triangolare che raddoppiaper creare una stella a sei punte che possaoccupare tutta la superficie a disposizione.Il risultato, davvero sorprendente!

Le mura ricalcano il perimetro della stella,la Cupola, con sottili costolature conver-genti verso la Lanterna, poggia sulla tra-beazione, lo spazio interno è racchiuso inun involucro con chiaro riferimento alPantheon, la conclusione più profonda ènaturalmente verso l’alto con l’immaginedello Spirito Santo posta ad altezza smisu-rata e intoccabile, da ultimo, l’effetto dellaluce che entra, incrociandosi, sia dallaLanterna che dalle finestre e che sembrarendere le pareti della Chiesa come fosse-ro trasparenti.

A coronamento la citata Lanterna, poichèla Chiesa ha funzione di faro per i fedeli,quindi, sul colmo della stessa le fiamme inpietra a indicare il fuoco che illumina il per-corso dei cristiani; la Trinità è simboleg-giata dal triangolo, la figura di partenzache, combinata con un altro triangolorovesciato, determina la figura stilizzata ditre api, simbolo di carità , prudenza e labo-riosità , ma anche elemento araldico nelloStemma della famiglia Barberini, il cuiesponente Urbano VIII commissionò laChiesa.

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di Carlo Cattani

Sergio PaternòMusica aperta al traffico!

Come tutto ebbe inizio….. Vieste , A.D.2009 , luglio .(prima parte/di 2)

Mani nelle tasche dei bermuda passeggia-vo (… o venivo sospinto, sarebbe il caso didire !) lungo il centralissimo e commer-ciale Corso Marinai D’Italia di Vieste, larinomata località marittima pugliese inpunta al Gargano: qui d’estate ,alle novedella sera, l’ affollamento in strada sfidaun mercato delle pulci che si rispetti !Rilassato ? Ma quando mai ?......Un unicopensiero ,ben “avvitato” nel cervello :nonperdere mai d’occhio la figliolanza inquel fiume umano in piena , multicolore efragoroso,alternanza di corpi tarchiati,slanciati, flaccidi, anabolizzati, tutti lì perle immancabili “vasche” o “struscio”serale ….corpi che si oppongono, si evi-tano per un pelo o si spintonano, e, tal-volta, si scusano; tutto è estremamenteravvicinato: l’occhio non può evitare disoffermarsi su “mises” molto poco sofisti-cate, l’orecchio coglie gli umori dellefamiglie,delle coppie, dei gruppi di amici eil naso indovina , per alcuni, cosa hannomangiato a cena,per altri quanto sianoparchi (!!) nel consumo di acqua e sapone.….insomma come fosse una danza col-lettiva, ci si incrocia ripetutamente finchèstanchezza non sopraggiunge per la cam-minata fatta a men che a passo d’uomo !

Scorrendo lungoquesto “fiumevivente”, sopra ilcostante vocio indis-tinto della folla ododelle note di unostrumento e localiz-zo la loro fonte incorrispondenza diun punto del marci-apiede occupato daun folto capannellodisposto a semicer-chio quasi di fronteall’ingresso delmunicipio. Il suonoè piacevole e lenote sono fluenti,

rotonde…colanti! Mi avvicino ,col bimbo “amano” e mi metto sulle punte per vali-care con gli occhi le teste dei numerosiastanti che circondano un ragazzo sedutosu di un mini amplificatore ,la testa cion-dolante e l’espressione concentrata ,conuna chitarra elettrica rossa adagiata sulleginocchia e suonata quasi alla maniera diuna slide guitar con le dita di entrambe lemani a scorrere sulla tastiera con movi-menti di percussione e arpeggio: non socome ma mi sovviene l’immagine di unrestauratore di tappeti, anch‘egli inposizione china e completamente assortonel suo lavoro sul proprio prezioso prodot-to ….. Il mio bimbo è sommerso nellafolla, non vede nulla ma tira come un mulonel senso contrario all’esibizione, richiam-ato da ben altre attrazioni percepite pre-senti nei paraggi …..si consuma, così , untiro alla fune tra due generazioni!Mantengo, con fatica, la posizione ma,ahimè , le note cessano di lì a poco e ilpubblico dopo aver riconosciuto un giustoapplauso e degli spiccioli all’artista si dis-perde rapidamente, lasciandomi in bellavista frenato dal “ figlio a mano”. L’artistaè lì a pochi passi da me a ricomporsi e ascambiare qualche chiacchiera con gli ulti-

mi presenti all’esibizione. Scorgo, vicino alui, alcuni cd e ho solo il tempo dichiedere quello contenente musiche origi-nali, il prezzo e allungare la mano liberaper lo “scambio commerciale”…..il resto èavvenuto tutto tramite email nell’arco ditempo compreso tra l’agosto 2009 e il31.12.2011. Dunque, comodi, andiamoad iniziare !Carlo:ciao Sergio, innanzitutto buon annoe grazie per esserti prestato alla lungamaratona di scambi epistolari che ci haportato a definire questa (per me interes-sante ed esauriente) lunga intervista:direi di iniziare con le presentazioni …Sergio:sono nato a Buenos Aires…ovvia-mente in Argentina, ho 33 anni. Ho vissu-to fino ai 28 anni nel mio Paese,poi misono spostato in Brasile girando per diver-se città , Curitiba-San Paolo, Florianapolise Porto Alegre;per brevi periodi ho vissu-to a Madrid, Praga, Vieste, Bologna,Venezia, Roma, Firenze, e più recente-mente, circa tre mesi, a New York.Attualmente sono in Argentina dove storecuperando la forma dai postumi di unbrutto incidente in bicicletta …..spero dirimettermi presto “on two legs” perriprendere ….la strada! Carlo:…eh già…,la strada ! Sergio: Ho iniziato a suonare “on theroad” a Buenos Aires che avevo 26 anni:fu in quel di Calle Florida …..e un annodopo ho deciso di allargare gli orizzonti…..volevo vivere e conoscere il mondousando come mezzo di trasporto….la miachitarra ….quindi la mia musica ….ho rea-lizzato un mio sogno decidendo di diven-tare un artista di strada internazionale….spero di continuare a farlo per moltotempo ancora! Carlo: come sei giunto alla tua decisionedi…. scendere in strada?Sergio: L’idea di cominciare a suonare perla strada è nata per diverse ragioni: moti-vi economici e artistici e non poca pazzia !Non sapevo assolutamente nulla della vita

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da artista di strada e ancora meno degliaspetti burocratici legati a permessi equant’altro …..tutto questo mi intimoriva !Fin lì non avevo mai guadagnato nientecon la musica e neanche ero soddisfattodelle possibilità che il “sistema” offrivaad un musicista come me ….nessunapossibilità !...Nessun locale per esibir-si….nessuna entrata economica ..eracome percorrere una strada senza uscita… ma dovevo trovare una soluzione,come dire …una questione di “vita omorte” per il mio fuoco artistico interiore…penso che fondamentalmente un artistadebba avere quello stimolo che lo motivi aspingersi oltre le avversità e reagire alleinsidie portate alla propria arte ….così hoimboccato la strada e sono andato a suo-nare …. in compagnia della mia chitarra ,le mie paure e le mie illusioni sfidando lasorte .Dopo molti anni da quei giorni d’ini-ziazione posso dire che suonare in stra-da era proprio ….la strada giusta perme, la mia vita, il mio destino ! Hosuonato ,ho avuto il riconoscimento dellagente….gente che sulla strada non è ilpubblico inteso in senso canonico ….comeal teatro o in un locale ….la gente che tiscorre davanti quando suoni per la stradacomincia ad essere il tuo pubblico soltantoquando sei veramente bravo ,quandoesprimi la tua arte con il cuore…,quandosei in grado di trasmettere ciò che c’èdentro di te e , soprattutto ,quando ciòche è dentro di te è bello e sincero !Insomma, il mio “primo giorno” da artistadi strada ho suonato un’ora e mezza e hoguadagnato ,in proporzione, quasi piùsoldi che in tutti i lavori che avevo fattoprima …ma la cosa più bella fu la grandesensazione di libertà ! Avevo ,finalmente,messo alle spalle i fantasmi della vitamoderna che cercano di allontanarti dalmondo dell’arte……insomma sintetizzereiaffermando che mi sono buttato sullastrada quasi da …suicida e ho trovato la….mia rinascita!Carlo: Come è nato l’interesse per lamusica?Sergio: avevo circa 14 anni …in casa miac’era una chitarra classica…apparteneva a

mia madre; dopo la separazione dei mieigenitori, trascorrevo giorni non propriofelici ….avevo pochi interessi per il dis-agio psicologico di quella situazione ….eroannoiato non poco ….ho trovato quellachitarra che mai avevo preso in mano epensato di suonare. Chi immaginava,fino aquel momento, di aver dentro una grandepassione per la musica e per la chitarra ?Fu, letteralmente, amore al primoincontro ….accadde tutto in un giorno….imparai a strimpellare la melodia dellanona sinfonia di Beethoven e da allora nonriesco ad immaginarmi lontano dalla musi-ca e …dalla chitarra! Carlo: La tua prima chitarra?Sergio: come ti dicevo prima ,ho iniziatocon la chitarra classica di mia madre ;mala prima chitarra elettrica me l’ha regala-ta una cara amica ….elettrica ,perché iomi sento un “chitarrista elettrico” e rossa…come il sangue …per me la chitarra èproprio come il sangue ….vitale!Carlo: sei stato sostenuto in famigliaverso il tuo interesse per la musica?Sergio: Per la maggioranza delle famiglieè difficile sostenere economicamente emoralmente chi vuole fare il musicista,soprattutto per quelle famiglie in cui cisono problemi economici …come la mia…econ gli eterni problemi di incomprensionenelle scelte dei ragazzi….voglio dire ..nellevere scelte …essere un artista di stradaoggigiorno significa letteralmente andarein direzione contraria al mondo e questofa paura ai genitori …ma non è niente digrave, è semplice ignoranza …purtroppo,a volte, i genitori si chiedono <come ce lafaremo?> …invece di chiedersi come sipuò vivere senza fare ciò che si ama?Oggi, siamo noi, gli artisti di strada, chedobbiamo convincere tutti quanti chesiamo sulla ….strada giusta, semplicemen-te la …nostra strada! Io ho fatto questolavoro con i miei genitori, dimostrandoloro che la passione e professionalità chemetto …in strada …parlano per me ! Carlo: Perché hai scelto di suonare pre-valentemente la chitarra con la tecnica del“tapping” ?Sergio: Ho iniziato a suonare usando latecnica del “tapping” perché il “tapping”aveva dentro di sé molto del mio caratte-re espressivo e me ne sono reso contoquasi subito.E’ il mio “canale” comunicati-vo, qualcosa che mi trasporta ….fa dimen-ticare la chitarra…come se si stesse suo-nando un altro strumento ….insomma non

la chitarra ma la chitarra …è qualcosa dimagico e dal punto di vista sonoro è perme un “miracolo”! Carlo: cosa consiglieresti a chi vuoleapprocciare questa tecnica?Sergio: il mio modesto consiglio per chiinizia lo studio del “tapping” …conentrambe le mani….è , fondamentalmente,di non considerare questa pratica con pre-valente finalità scenica; dentro questa tec-nica c’è una filosofia chitarristico-musicale…da scoprire e da vivere ! Per iniziare il“tapping” ci vuole moltissima conoscenzadella chitarra nella maniera tradizionale,per acquisire ,sul serio, la filosofia di cuisopra ….si devono passare le diverse fasidella chitarra elettrica tradizionale ,tutte levarie tecniche,si deve maturare musical-mente perché ,diversamente, si rischia diincontrare difficoltà che inducono all’ab-bandono dello studio ….un vero peccato,perché c’è molto da dire con questa“quasi” nuova filosofia chitarristico-musi-cale” …io la penso e la vivo così ! Carlo: parlami dei tuoi studi musicali ….Sergio:I o sono autodidatta! I mieigrandi maestri sono stati …il tempo dedi-cato, la passione, la caparbietà di impara-re sempre e la voglia di esprimere almeglio la mia musica! Penso che tutti imusicisti più o meno siano autodidatti…voglio dire che nessuno può mettere lemani nello strumento in tua vece e nes-suno può accelerare la tua crescita comemusicista ma, per fortuna, esistono igrandi maestri, quelli che ti aiutano a fartivedere la strada che porta alla conoscen-za. Io ho tra scorso un periodo di circa 6mesi con un gran musicista , chitarrista dijazz-fusion,l’amico Pablo Florentini,apprendendo da lui fondamentali nozionidi armonia che mi hanno aiutato. Carlo: torniamo sulla strada….come tiorganizzi nell’affrontare gli spostamentiper le vie del mondo?Sergio: I miei spostamenti come artista distrada sono particolari : mi devo prepara-re prima perché , generalmente, non cono-sco le città , i paesi dove ho voglia diandare …devo portare le mie cose, la chi-tarra, l’amplificatore a batteria, i dischi davendere. C’è molta adrenalina nel fatto dispostarsi verso un posto che non si cono-sce e che rappresenta un salto nel buio …ma è molto bello andare in un posto ecercare di incontrare il consenso e l’affet-to della gente del luogo, di conquistarsi lafiducia come persona e come artista …èun pensiero romantico ….ma anche unlavoro! Ci vuole molta professionalità peressere un artista di strada e vivere di que-sto lavoro, anche se molta gente credeche per essere un professionista bisognanecessariamente essere laureato o usciredalla tv …c’è molta ignoranza ,purtroppoin giro! Attraverseremo ,di nuovo, lastrada con Sergio Paternò sul pros-simo [email protected] -www.myspace.com/sergiopatern ....ma andate anche su YOUTUBECarlo Cattani-gennaio 2012/©

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C’era una volta unapiazza....

Tra le piazze storiche diRoma, la sola che nonospita chiese. Fino al1350 era un grandeprato fiorito, e da allorale è rimasto il nome:Campo de’ fiori.

Proprio per questa sua assenza di chiese,Campo de’ fiori fu scelto a teatro per leesecuzioni capitali degli eretici, rigorosa-mente arsi vivi. Nello Stato Pontificio vige-vano vari tipi di esecuzioni capitali, nor-malmente effettuate a Piazza del Popolo oa Castel sant’Angelo. Le più pietose eranola decapitazione con mannaia (riservataagli altolocati), e l’impiccagione (normal-mente per gli stranieri). Ai condannatimeno abbienti e più efferati era riservatolo squartamento (taglio in quattro), conesposizione dei “tocchi” fino a putrefazio-ne, la mazzarella (colpi di bastone alla

17Campo de’ fiori

Paolo Balzamo

A proposito di Campo de’ fiori e di Girdano Bruno...

schiena ed alla testa fino alla frantumazio-ne delle stesse), e la ruota (al condannatovenivano spezzate in più punti braccia egambre, in modo da attorcigliarle e fissar-le ad una grossa ruota di carro, poi issatasu un palo ed esposta fino alla fine). Solo

nel 1816, tornato il papa a Roma, si affer-mò l’uso della “moderna” ghigliottina.(Per i curiosi: la pena di morte venne can-cellata dai canoni vaticani solo il 12 feb-braio 2001!)

C’era una volta un frate...intelligentissimo, ma con un caratteraccioinverosimile, la cui fama, oltre che di teo-logo, di mago ed astrologo si diffuse intutta Europa, e venne per questo chiama-to ad insegnare nelle principali corti. Erafamoso per la memoria (sapeva ripetere amemoria ogni libro che aveva letto) escrisse molte opere, tra l’altro affermandoche la terra non è al centro dell’Universo,che le stelle sono solo dei soli lontanissimie che l’uomo non è solo, ma esistono infi-niti mondi abitati. Ribelle di natura, condi-

C’era una volta una statua, anzi due...

La Repubblica Romana, dopo aver caccia-to Pio IX, proclamato la libertà di culto,esteso il voto alle donne, abolito la pena dimorte e la tortura, nel 1948 eresse aCampo de’ Fiori, luogo del martirio, unastatua al filosofo. Dopo pochi mesi però icannoni francesi affogarono in un bagno disangue la troppo moderna Repubblica e ilPapa rientrò trionfante nal Sacro Seggio,e quindi, fino al 20 settembre 1870 (machi ricorda la data della breccia di PortaPia?), niente più libertà di culto, niente piùistruzione per il popolo, condanne a mortea go-go, divieto di vaccinazione, rapimentidi bimbi ebrei ecc., ma soprattutto niente

vise (contestandone però parecchie) letesi del protestante Calvino. Tanta intelli-genza e sapienza (associata al caratterac-cio) lo portarono presto nella braccia benpoco amorevoli dell’inquisizione. CosìGiordano Bruno, che ebbe la forza di direal suo inquisitore Roberto Bellarmino: “Voiche pronunciate questa sentenza avetepiù paura di me che la subisco” , il 17 feb-braio del 1600 conobbe i morsi del fuoco,dopo otto anni di torture, divenendo sim-bolo della libertà di pensiero. Da allora ilsuo nome fu legato a quella piazza.

più statua di Giordano Bruno, frettolosa-mente rimossa e frantumata. Solo 18 annidopo, a furor di popolo, venne inauguratauna nuova statua bronzea, che ancorapossiamo vedere, scura, possente, col librodel sapere in mano ed il volto severoincappucciato e severamente volto in dire-zione della basilica di San Pietro.Passò la belle é poque, venne il nuovosecolo, venne la guerra, e venne anche ilfascismo. E col fascismo il Concordato. Trale clausole “irrinunciabili” di Pio XI c’eraanche l’abbattimento della statua di Bruno,ma il solo annuncio della cosa fece quasitraballare il regime, e così Mussolinidovette dire in parlamento (13 maggio1929): “Giordano Bruno resta lì dov’è !”.

Brutto scaccoper il Papa.Però per curio-sa coincidenzal’anno successi-vo avvenne lacanonizzazione-lampo proprio diquel CardinaleR o b e r t oBellarmino cheaveva condan-nato il filosofo alrogo e GalileoGalilei all’abiura.Mysterium fidei!

Incisione di Piazza Campo de’ fiori, con i capannoni utilizzati per il mercato nel 1622.

C’era una volta (e c’è ancora) una rivista...

Che ha deciso di dare libera voce atutte le opinioni, di non rincorreresolo il lucro, di essere parola dellagente, e per questo si richiama pro-

prio a quella bella piazza, alla fine diVia dei Giubbonari che tanto sta a cuore al

popolo di Roma, ma anche a tutta la genteche non vuole gabbie al proprio pensiero.E’ quella che state leggendo: la vostra“Campo de’ Fiori”

Un caldo abbraccio a tutti e alla prossima

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Stando alle previsionidei Maya sembrerebbeche il cammino o per-corso dell’ uomo che sisviluppa e muta dentroun ciclo che inizia eche poi finisce, siaarrivato ad un puntochiamato “Katun”(cioè gli ultimi ventianni) un tempo que-

sto molto importante in quanto considera-to il tempo della conclusione di un “ciclo”,la fine di un’epoca. Il “tempo del non tempo” lo considerava-no i Maya, quello spazio crepuscolare incui non è giorno e non ènotte. Questo dovrebbeconcludersi appunto il 21dicembre del 2012. Credoche su questa data sia statodetto di tutto e di più: chisostiene scenari apocalittici,chi non crede affatto all’avvi-cinarsi di un grande cambia-mento per l’umanità , chiinvece assume atteggiamenti di paura soloal pensiero che tale data sia così prossi-ma. Ognuno è libero di credere a ciò chevuole, certo è che il calendario dei Mayaredatto da sacerdoti in veste di scienziati,filosofi e astronomi, è talmente preciso,che l’eclissi solare dell’ 11 agosto 1999 siè verificata con 33 secondi di ritardorispetto al tempo previsto dai Maya, con-siderando che questa previsione sia statafatta intorno al 3000 a.C, lascia davveroun grande stupore. Nel calendario Maya, ciascun ciclo dellungo computo temporale corrisponde adun’era del mondo, in poche parole, ilnostro attuale ciclo in corso ha avuto ini-zio il 6 settembre del 3114 avanti Cristo edè molto vicino al termine, iniziandoappunto il nuovo ciclo, una nuova era,

esattamente il 22 dicembre del 2012.Sabato 21 dicembre sarà dunque, l’ultimogiorno del vecchio ciclo, ed è per questomotivo forse che si respira una fortepreoccupazione!!! Ma quale era lo scopoprincipale del calendario? Sembrerebbe che non era quello di stabi-lire con precisione le “profezie” ma di rac-cordare le azioni degli uomini con tutto ilmovimento dell’universo, l’azione dovevafondersi e armonizzare con l’equilibriouniversale, o meglio sincronizzarsi con iritmi cosmici. L’equilibrio era alla base diogni decisione e azione. Al contrario diquello che sta avvenendo nella nostraepoca moderna e industrializzata, dove si

sta vivendo un momento sto-rico pervaso da paure, daodio, da “schiavitù psicologi-ca”, da tante altre situazioninegative e insostenibili, che cihanno portato ad un puntodove tutto è il contrario ditutto, dove le azioni dell’uomo sono spesso senzasenso, non si ha più una pre-

cisa concezione del tempo, anzi si ha lanetta sensazione che il tempo si sia acce-lerato, come se volesse condurci ad undeterminato punto, da cui ripartire perritornare uomini pensanti e consapevoli.Non c’è dubbio che l’uomo dovrà rivolu-zionare se stesso, il proprio pensiero, rac-

cordarsi di nuovo al quel ritmo cosmicoper poi acquisire una nuova coscienza col-lettiva. Per anni abbiamo trasformato lanostra Madre Terra in un campo minato,disseminata di bombe e centrali atomiche,armi chimiche, alimenti altrettanto chimici,abbiamo mercificato e stuprato interi ter-ritori, disboscato immense aree, “polmoninaturali del nostro pianeta”, abbiamo suc-chiato alla Terra petrolio, gas, minerali diogni genere, inquinando aria e acqua, tra-sformando la vita in un grande “luna parkdella frenesia”; ora è comprensibile cheper una ragione qualsiasi, tutto questopuò esplodere, è una circostanza realequindi pensare che i cicli prima o poi sichiudono. Non resta che aspettare la finedel 2012…da non confondere con la finedel mondo.

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Ecologia e AmbienteEcologia e Ambiente

di GiovanniFrancola

Aspettare la fine del 2012…non è la fine del mondoLo scopo del calendario Maya era quello di raccordare le azioni degli uomini con

tutto il movimento dell’universo

Calendario Maya

La nostra era, iniziata il 6 Settembre3114 a. C., termineràil 21 Dicembre 2012. Si chuiderà un ciclo,secondo il caledario

Maya, e se aprirà un altro.

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La bottega di Mastro Fiore,falegnami da quattro generazioni

Quando si dice “avere il mestiere nel san-gue”! Ma perché lo si ha? Perché nel DNA,oltre ai caratteri genetici, nella famigliaPinardi si è trasmessa anche la passioneper la lavorazione del legno. Essi, infatti,sono falegnami da quattro generazioni!Certo i modi di lavorazione del legno sononettamente cambiati, ma la dedizione èrimasta senza dubbio la stessa. Tutto ebbe inizio nel 1882 con FiorinoPinardi, che in un piccolo locale di Piazzadell’Angeloccio, nel centro storico di CivitaCastellana, all’epoca cuore pulsante dellavita cittadina, metteva a disposizione il suomestiere per la riparazione di tini, bòtti,carretti e ruote di carretti, mobili, seggiolee quant’altro aveva a che fare con il legno(che a quei tempi non era poco), per nonparlare poi della realizzazione ex novo diporte e finestre, bare, giocattoli per i bam-

bini e tutto l’occorrenteper l’arredamento dellanuova casa di giovanisposi. All’epoca con illegno si realizzava prati-camente tutto e l’impor-tanza e la considerazionedi un falegname era sen-z’altro molto alta. Si servi-vano tutte le fasce socialie si potevano costruirecarri agricoli per la cam-pagna e carrozze e lan-dò per la città .Sorprendente era la peri-zia necessaria: percostruire le ruote deimezzi, bisognava esserefalegname, ferraio e finecarpentiere! E per faretutto ciò Fiorino avevabisogno anche di moltolegname che andava aprocurarsi direttamentenei boschi circostanti (ameno che non venissepersonalmente fornito dachi commissionava il lavo-ro), tagliando a mano glialberi, lavorando i tronchie lasciando stagionare letavole, con l’aiuto dei suoidue figli Roberto eTemistocle, che imparava-no, così, il mestiere. Labottega veniva ben prestorinforzata dalla presenzadi Fiore, figlio di Roberto,che dimostrava già attitu-dine e passione per illavoro di famiglia e, fin daragazzo entra a far parte,a pieno titolo, della squa-dra. Nel frattempo la bot-tega, visto l’espandersidella cittadina al di là delPonte Clementino, sia perquestioni di spazio che dicomodità , si trasferiscenel Quartiere Guadamel-lo, in Via della Repub-blica, di fronte alla storicafontanella, mentre il gio-vane Fiore resta con ilnonno Fiorino nella botte-ga di Piazza di Massa.Mastro Fiore ricorda connostalgia e tenerezzaquesto periodo.

continua sul prossimonumero...

1936 - Piazza dell’Angeloccio. Roberto e Temistocle Pinardi nellaprima falegnameria di famiglia.

L’artistica bacheca realizzata da MastroFiore, che raccoglie le foto storiche e glistemmi delle famiglie congiunte Pinardi e

Dionisi.

1934 - Temistocle, Roberto e Fiorino, con Luigi, Andreina eDecimina ancora alle prese con la lavorazione del tronco di un

albero abbattuto.

1932 - Anna Pinardi, Fiorino Dionisi, Luigi, Fiore, Decimina,Andreina e Leonida sezionano un grosso albero appena tagliato.

di Ermelinda Benedetti

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Campo de’ fiori 21

Mamma e papà: genitori o amici?Si può essere amici dei pro-pri figli e viceversa?E’ questa una domanda cheanima discussioni, dibattiti econfronti sia tra ragazzi chetra adulti.

Esistono varie scuole di pen-siero di cui, una vede i geni-tori proiettati verso il “per-missivismo” perché ritengo-no che l’esercizio di troppaautorità possa condurre aduna chiusura dei propri figlinei loro confronti.

L’altra, vede come unicofronte possibile, per l’appun-to, la rigidità dei metodieducativi.Per fortuna, c’è la possibilità diintravedere tra le due strade una zonacuscinetto dove si collocano i genitori checercano di perseguire una linea più morbi-da.I genitori si sa, costituiscono saldi punti diriferimento, stabilire, quindi, reciproci rap-porti di stima e di fiducia ci aiuta a cresce-re più sicuri e forti, capaci di comprenderee di fare le nostre scelte anche tra le milleinsidie che pervadono la nostra società .

Per questo, ritengo che genitori apparte-

porsi in atteggiamento diascolto, sono quelli che mag-giormente sapranno aiutarci asuperare ansie, paure e preoc-cupazioni che popolano lanostra età : la pre-adolescenzae l’adolescenza.

Dirigendo, poi, il discorso sulversante dell’amicizia credoche una relazione così impo-stata, abbia insito tale senti-mento.

Forse possiamo cogliere dellesfumature che differenziano ilrapporto d’amicizia con i coeta-nei da quello con i genitori.

Con un amico puoi parlare di tutto, puoiconfidarti, puoi chiedere consigli, ma ilvero amico è quello che ti porta anche adaprire gli occhi sugli errori che avrestipotuto aver commesso.

Allora vorrei poter concludere con un miopersonale punto di vista, anche tra genito-ri e figli può esserci complicità e amicizia,nella misura, però , che ognuno non escadai confini del proprio ruolo.

Tiziana Di Benedetto

nenti alle prime duetipologie, possano nuocere, per versiopposti, alla nostra formazione.

Al contrario, mamme e papà che sanno

Tra genitori e figli può

esserci complicità

e amicizia, nella misura,

però , che ognuno non

esca dai confini

del proprio ruolo.

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Quando la coscienzafa l’esperienza delnulla, in effetti, fal’esperienza di sécome vuota. Il fattoche “fa esperienza”però significa cheessa è . E’ soggettodi questa esperien-za. L’io, qui presocome sinonimo dicoscienza, senzaaltra determinazio-

ne, faceva notare Kant nelle sue Riflessioni(Vol.XVII Ed. dell’Accademia), senza unpredicato, in quanto soggetto e oggettocontiene, in effetti, anche il predicato:quello di essere. L’io vuoto è , paradossal-mente, pieno della sua soggettività , siacome possesso di sé che come possibilitàdi dispiegarsi verso…altro. Il “vuoto” cheprova in quel momento è dovuto alla man-canza di senso. Ma proprio da questamancanza il vuoto io diventa “posse”,capacità , cioè , di orientarsi verso altro;proprio alla ricerca di senso. Il vuoto vienepercepito dapprima come altro da sécome qualcosa di esterno. E ciò perché lacoscienza ha imparato, sin dal suo esordio,che è sempre e specialmente coscienza diqual-cos’-altro. La vuotezza, la vacuità , losmarrimento che da esse deriva, non sonola regola. Quando la coscienza ha questotipo di esperienza rimane attonita, comesbalordita, persino incredula. Esperiscel’assenza più che la presenza, il vuoto.Viene a trovarsi in una condizione in cui sisente minacciata perché risucchiata dalnulla. e’ la condizione nella quale dallapaura si passa all’angoscia. Ma tutto que-sto è causato, occorre ribadirlo, dallamancanza di senso; da una sospensionetotale dell’alterità delle cose come dellaiità (ipseità ) dell’io. Fuori di sé percepisceil vacuo(pur avendo dinanzi l’essente);dentro di sé percepisce il vuoto, pur rima-nendo presente a se stessa. Vacuo fuori evuoto dentro. Sospensione dell’essente e

22 Campo de’ fiori

del Prof. MassimoMarsicola

La coscienza infelice, (in molti casi) è un re senza regno

sospensione dell’esserenella sua multiformitàapparente. Sospensionedel suo stesso essere.L’unica cosa di cui dispo-ne, ma, meglio sarebbedire, dispone di essa, èun io nudo senza suoloné cielo. L’esperienza disé come di un re spode-stato, spaesato, reietto,relegato in un paeselontano di cui nullaconosce. Non le contra-de, non la lingua, né laflora e la fauna, né icostumi. Questo re, chea lungo ha imperato,impartito ordini, impostosanzioni, ricevutoonori…, ora è senzatrono né sudditi. Tutti isuoi pensieri sono fuggi-ti da lui. E’ solo con sestesso. Con un io vacuoche è tutto. Ed è tuttoquel che ha. E’ preso dalterrore. Dove sono? Chisono? dove vado? C’èqualcuno in grado di dir-melo? Questa dolorosaesperienza che occorreall’uomo può , nella suadrammaticità , esserglisalutare e necessaria. E’ si potrebbe dire,prefigurazione di quella condizione diassoluta solitudine che vivrà l’anima almomento del giudizio. Sola, e nuda comeAdamo ed Eva davanti al gran Re. Allorascopre che il Re è l’altro. Colui che timanca. Colui per la cui compagnia nonavresti mai patito l’esperienza del nulla.esperienza che fa unicamente chi è senzaDio. A costui, finchè è in vita, questaesperienza gli dice chi è ; gli ricorda cosa,anzi, chi deve cercare, gli indica qualestrada prendere. Chi ha con sé Dio non fal’esperienza del nudo io. Non prova il

vuoto né la mancanza di senso. Chi hacon sé Dio ha tutto. Ha tutto perché tuttoconosce e sa. E per questo sapere tuttopossiede. Non rischia il vuoto di senso che,qui è lo stesso, è senso di vuoto. L’io, èbene si sappia,è una rotondità che contie-ne ciò che ha in sé appreso e sviluppato.Se questa rotondità è colma delle cose delmondo, è piena di cose deperibili; se èpiena di cose celesti, è piena di cose incor-ruttibili.

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Informare ed informarsi coinvolgendo migliaia

di persone contemporaneamente

con un solo messaggio di140 caratteri

Nel mondo deiSocial Network nonc’è solo Facebooked i suoi inciuciquotidiani. Qualchearticolo fa ( N° 86 diCampo dé fiori,ndr) abbiamo scrittotanto sulle variepiattaforme che aiu-tano a socializzare

in Rete, ma non abbiamo ancora parlato diTwitter!Questa particolare piattaforma permette diinformare e informarsi coinvolgendo anchecentinaia o migliaia di persone contempo-raneamente con un solo messaggio di 140caratteri.Ecco come!Dal sito www.twitter.com si accedeall’Home Page. Prima mossa da fare è laregistrazione tramite un indirizzo e-mail eduna password di vostro gradimento.L’Home Page del sito è divisa in due parti:a destra troverete i tweet che avete deci-so di seguire e a sinistra i follower ed i fol-lowing, insieme a suggerimenti sulle per-sone del momento che dovreste seguire inbase ai vostri interessi.In Twitter il gioco si basa essenzialmentesu due profili principali: il follower e ilfollowing. Il primo tradotto dall’inglesesignifica “chi segue qualcosa o qualcuno”,e rappresenta in quest’ambito colui che

Campo de’ fiori 23

L’ANGOLO DEL PROF.A cura di Patrizia Caprioli

Mini-spazio dedicato a siti, portali, risorse in rete (gratis!) da poter usufruire comesupporto didattico per gli insegnanti interessati a dare sempre nuovi input ai loro piccoli

studenti.

La fattoria dei Giardini: http://fattoriadeigiardini.freshcreator.com/L’Agrifattoria Didattica i Giardini di Ararat offre alle scuole una serie di percorsi che aiutano a conoscere la

natura e gli animali in modo diretto e ricreativo.

di Patrizia Caprioli

Socializzare … cinguettando!!All’ ”inseguimento” di Twitter

legge i nostri twitter che scriviamoogni qual volta vogliamo trasmette-re un nostro pensiero, un evento,un’idea a chiunque voglia leggerci.La seconda parola following ha ilsignificato di seguito e rappresentacolui che noi seguiamo nei suoiscritti su Twitter.Per seguire un personaggio, unapop star oppure un semplice utente,basta cliccare la parola “segui”accanto al nome della persona.Proseguendo il nostro percorsonotiamo che sempre dall’Home Pagesulla barra in alto troviamo quattropulsanti, ciascuno dei quali ci faaccedere a diverse funzioni.Il pulsante “@ Connetti” ci permettedi sapere cosa dicono di noi gli altricinguettanti della piattaforma! Possiamoconoscere sia quante e quali personehanno deciso di seguirci, e chi ha ri-twitta-to i nostri pensieri ad altrettanti utenti.Queste informazioni vengono prese intera-gendo con la schermata Interazioni, l’altraschermata, denominata Menzioni e sem-pre accessibile dal pulsante “@ Connetti”,permette di conoscere quante e quali per-sone ci hanno citato all’interno di Twitter.Non dimentichiamo che se vogliamo citarenoi un altro utente, la sintassi da utilizzareè “@nomeutente”!Con il pulsante “# Scopri” si possonoconoscere tutti gli utenti che si occupanodi una data tematica, basta mettere un

Hashtag ( il simboletto cancelletto)accanto ad una determinata parolachiave.

Il pulsante con la figura della persona amezzo busto ci fa accedere al nostro pro-filo personale e qui possiamo personaliz-zarci a nostro piacere, proprio come fac-ciamo con il nostro profilo su FB!L’ultimo pulsante mostra una penna d’ocainclinata, rappresentante il simbolo dellascrittura, e da questo menù possiamocomporre i nostri twitter da 140 caratteriper comunicare in modo velocissimo edaggiornato tutto ciò che per noi puòsembrare interessante per gli altri!Tanto per gradire, vi segnalo quattro uten-ti famosi che potete seguire;, naturalmen-te le tematiche e le persone interessantida seguire sono molte, tante, basta chedecidiate come spendere il vostro temposeguendo i vostri gusti o interessi perso-nali.

Lady Gaga: @ladygaga - Dagospia:@_dagospia_ - Paolo Attivissimo (Politicae Attualità ): @disinformatico – Anna DelloRusso (Moda): @annadellorusso

Buona conversazione a tutti!

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Campo de’ fiori24

Nessun compenso per il sindaco di OrvietoStriscia la notizia premia il primo cittadino Concina per aver rinunciato,

già dalla sua elezione, agli oltre 2.000, 00 di rimborso mensili

“Striscia la notizia”, ilseguitissimo tg sati-rico di Canale 5, loha premiato con untapiro al rovescio,per essere stato,molto prima dell’av-vento di Mario Montialla presidenza delConsiglio, il primosindaco ad abbatterei costi della politica.

Stiamo parlando di Antonio Concina, ilprimo cittadino di Orvieto, che, da quandoè stato eletto, ha rinunciato spontanea-mente agli oltre 2.000,00 che gli spette-rebbero di diritto per la sua carica. “Horinunciato a questi soldi – ha dichiarato aMister Neuro, l’inviato di “Striscia” – per-ché in un momento come questo, in cuivengono richiesti grossi sacrifici ai cittadi-ni, è necessario dare esempi virtuosi. Ioho la mia pensione e mi accontento diquello che ho”. Sulla scia del sindaco

anche gli assessori comunali hanno, datempo, rinunciato ai loro rimborsi, cosìcome il presidente del ConsiglioComunale. I cittadini orvietani hannoaccolto con molto piacere questo modonuovo di fare politica fra la destra – che èandata al potere, appunto con Antonio

Concina, da appena due anni - e la sini-stra – che è stata al potere per oltre ses-santa anni - . il bell’esempio però rimaneed invita a tutti coloro che fanno politica aseguirlo senza ulteriori indugi.

di SecondianoZeroli

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con i loro animali da stalla o da cortile, egli zingari (che ancora non venivano chia-mati Rom) a bordo delle loro bighe, ante-nate dei moderni caravan e roulottes. Sidistinguevano, innanzitutto per i lorocaratteri somatici e per il loro abbiglia-mento. Carnagione scurissima, tipica dipopolazioni gitane ed orientali, capelli lun-ghi, neri e baffi per gli uomini, mentre ledonne erano formose e sensuali, larghevesti variopinte e collane di corallo, che siabbinavano perfettamente ai bracciali eagli orecchini d’oro. L’oro appunto che dasecoli caratterizza questa etnia, che inquegli anni viveva con la vendita di stu-pendi cavalli ispano- arabi molto apprezza-ti nelle fiere, merce preziosa per i tantiestimatori. Si vedevano capannelli di genteattorno alle merci e agli animali, al centrodi essi un altro personaggio tipico, caratte-

ristico ed insostituibile :”Osenzale”, che non era unuomo senza ali, ma colui chefaceva da garante all’opera-zione di compravendita, basa-ta sull’onore, colui che strin-geva, con la sua, le due manigià strette dell’acquirente edel compratore. Altri tempi,altri valori, altri sentimenti.Come non posso ricordare labenedizione, che si faceva,sempre qui a CivitaCastellana davanti alla picco-

Ricominciare non èmai facile. E’ inutilestar qui a ripetere “iperché e i per come”che hanno caratterizza-to l’anno appena tra-scorso, l’importante èfissare bene nellamemoria tutto, eimmagazzinare i ricordiin modo preciso, per

poi ”rivenderli” a clienti distratti, in tutt’al-tre faccende affaccendati. Ed è quello chemi propongo di fare ogni volta che le miedita affondano sulla tastiera per presentar-vi i miei scritti. Sant’Antonio Abate, 17Gennaio, quante fiere “su o’ campo d’afiera” a fianco della Ceramica Marcantoni(qui a CivitaCastellana), su su fino alBoschetto, e verso il cimitero. Merci ebestiame, quando si “rim-piazzava” il maiale appenamacellato, acquistando ilgiovane “magrone” subitomesso all’ingrasso fino adicembre. Animale impor-tantissimo, di cui non si“sprecava gnente”, infattisi diceva che“Sant’Antonio s’era ‘nna-morato de o’ porco”. Ipersonaggi, sempre glistessi: contadini dalla vici-na Sabina e dall’ Umbria,

25Campo de’ fiori

di Alessandro Soli

Come eravamo

Protegge i tuoi valoriSilvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25

01033 Civita Castellana (VT)Tel.0761.599444 Fax 0761.599369

[email protected]

Ricominciare a… ricordare

la chiesa di Sant’Antonio, quando la popo-lazione portava i propri animali sia da lavo-ro che domestici, per ricevere “la spruzza-ta di acqua santa” auspicio di prosperitàper il nuovo anno. Venivano distribuite aipresenti le tradizionali “pagnottelle diSant’Antonio”, minuscoli pani del diametrodi una moneta, che la tradizione popolareconservava per un anno intero e che nonammuffivano mai. Questa festa paesana,per fortuna ancora oggi “resiste”: la fierac’è , la benedizione e le pagnottelle pure,ma com’è diverso lo spirito e il ricordo diquando si diceva “’A Befania, tutte ‘e festese porta via, poi arriva Sant’Antognetto,che ne porta n’andro sacchetto”, già per-chè il 17 Gennaio, entra pure Carnevale,ma… questa è un’altra storia.

La fiera diSant’AntonioAbate, trabestiame,

zingari e senzali.E la benedizione

degli animali.Come

dimenticarle?

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Campo de’ fiori26

del Prof. Architetto Enea Cisbani

AGOSTINO PARADISICivita Castellana 1654 - Modena 1732

... continua dal numero 87(... il 30 ottobre 1729 con una lettera speditada Modena, l’avvocato e letterato AgostinoPARADISI…)….comunica al Vescovo la suaferma e decisa volontà di donare per lafondazione del Seminario Vescovile unlascito di 10.000, scudi romani e contribui-re così alla rinascita culturale e moraledella sua città dove è nato e si è affer-mato. Prima di procedere all’analisi delcontenuto della lettera, è necessario sta-bilire una importante premessa storica: lacreazione in ogni Diocesi del SeminarioEcclesiastico, fu stabilita dai Padri delSacro Concilio di Trento nella sessionen.23, al celebre Capo 18 De Reformationeapprovato il 15 luglio 1563, con cui si ordi-nava ai Vescovi di istituire nelle Diocesiassegnate un perpetuum seminarium incui il Vescovo potesse alere ed religioseeducare et in sacri disciplinis istituere uncerto numero di giovani, destinati adattendere ai ministeri ecclesiastici.Si dovevano preferire i giovani di poverefamiglie, senza escludere gli abbienti chedovevano pagarsi per intero le spese dimantenimento: vivere tutti nella stessacasa e sotto la guida di un rettore nomi-nato dal Vescovo; si davano norme per lescuole, la disciplina e la pietà , che rimase-ro in vigore, immutate, fino al 1970.Le regole stabilite dal Concilio di Trento, sirifacevano nelle linee generali alle leggi delConcilio Lateranense III, (1179), e IV,(1225), e ordinano che ogni Cattedralefissi un congruo stipendio ad ogni maestroaffinchè istruisca i giovani chierici alleleggi di Dio e della sua Chiesa, e la gratui-tà per i poveri.Successivamente sarà il Concilio Romanodel 1725 promosso dal PonteficeBenedetto XIII, al titolo 30 capitolo 10, aprescrivere che gli aspiranti al sacerdozioprima dell’ordinazione, trascorrano inSeminario o nell’Episcopio almeno unsemestre di formazione.Sarà sempre il Pontefice Benedetto XIIInel 1725 con la bolla pontificia cum Itaqueseminari, a ordinare in maniera chiara edecisa ai Vescovi di procedere alla fonda-zione del Seminario Vescovile per la for-mazione dei ministri della Chiesa Romana,definendo puntualmente sia i criteri reli-giosi ed educativi, che le necessarie formedi sostentamento del Seminario stesso,ordinando che tutti gli ordini religiosi,benefici ed istituzioni presenti in ogniDiocesi contribuissero al suo mantenimen-to con una tassa variabile dal 3 al 5% cal-colata sulle rispettive rendite.La Bolla di Benedetto XIII nasce in unafase storica che vede una progressivadecadenza della formazione intellettuale

della tassa, ma furono completamenterigettati dalla stessa commissione vescovi-le nelle sedute del 18 aprile e 16 maggio1733.Il definitivo decreto di approvazione dellarendita di 148,64 scudi romani per il man-tenimento del seminario Vescovile, avven-ne l’8 agosto 1733.Risulta evidente che la somma di 148,64scudi era chiaramente insufficiente per ilsostentamento della scuola, del personalee degli alunni e fu allora che il VescovoTenderini nel settembre del 1733, scrisse aRoma alla Sacra Congregazione dèSeminari Erigendi, chiedendo che venisse-ro assegnate al seminario le rendite dellachiesa rurale del SS.mo Crocifisso diVallerano e nel contempo applicata unatassa annua di 160 scudi sull’eredità diTeofilo Gargani di Gallese.Fu proprio il ricorso legale intentato dallaComunità di Gallese contro la tassa di 160scudi sull’Eredità Gargani ad ostacolare ilVescovo Tenderini, durante il periodo delsuo Apostolato, nella definitiva aperturadel Seminario.Chiarita l’importante premessa storica, èevidente nella sua totalità il disegno con-cepito dal Tenderini: la ricerca di una sedeadeguata, che divenne poi palazzoSoderini in via Panico e di fondi finanziaricon i quali sostentare il Seminario, consi-derato che la tassa di scudi 148,64 eranettamente insufficiente.È in questa particolare situazione storicache si colloca allora la lettera di AgostinoParadisi del 30 ottobre 1729, con la dona-zione di un lascito di 10.000,00 scudi cheavrebbe garantito negli anni a venire unafase di relativa tranquillità e prosperità alSeminario Vescovile.Essenziale il ruolo svolto dall’AbateSoderini che grazie alla sua amicizia con ilParadisi, lo sollecitò nell’importante dona-zione a favore dell’istituzione civitonico.

continua sul prossimo numero...

dei Sacerdoti, alla quale si vuole porrerimedio affidandola ad una chiara istituzio-ne formativa come appunto quella delSeminario Diocesano.Questa necessaria premessa storica, spie-ga chiaramente il fervore e lo zelo che ilVescovo Tenderini profuse nella fondazio-ne del Seminario di Civita Castellana,attraverso innumerevoli fatiche e pensieri,che si rivelano da subito con la personaledonazione di dodici luoghi di MontiCamerali depositati presso il Monte diPietà di Roma per l’erigendo Seminario.Il Tenderini il 24 e 25 settembre 1725,avvia la fondazione della SacraCongregazione del Seminario di CivitaCastellana, composta dallo stesso Vescovoe da quattro deputati, secondo le regoledel Concilio di Trento e della BollaBenedettina del 1725, per decretare lafondazione del pio istituto e per istituire latassa prescritta dai paragrafi II, IV e Vdella bolla citata, da applicarsi a tutte leistituzioni ecclesiastiche presenti nellaDiocesi di Civita Castellana, Orte e Gallese.Con l’Editto Vescovile del 2 ottobre 1725, ilTenderini richiese formalmente lo statoufficiale delle rendite degli istituti religiosi,che furono poi pubblicate nella cancellerianel novembre dello stesso anno.Il 30 marzo 1726, giunse da Roma alVescovo Tenderini la lettera circolare dellaSacra Congregazione de SeminariErigendi, con la prescrizione di non appli-care la tassa dal 3 al 5% sui benefici edenti riservati alla contribuzione della SantaSede. Norma chiarita in seguito con l’edit-to del Cardinale Pro Datario del 20 luglio1727. Finalmente dopo innumerevoli fati-che, studi e discussioni, il 27 gennaio 1728fu redatta ed approvata dalla commissionevescovile la tassa sopra le rendite dellaMensa Vescovile a ragione del 3%, qualeminore importo di quella prescritta nellapredetta Bolla di Benedetto XIII al para-grafo II, per un importo finale annuo di148 scudi e baiocchi 64, e registrata, quin-di, negli atti vescovili in data 20 marzo1731.Non mancarono, ovviamente, in tale deli-cata fase i ricorsi in sede legale dei variistituti circa la modalità di corresponsione

Il vecchio seminario in Via Panico

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Campo de’ fiori 27

Cinquantesimo per lazienda Sbarra1962 - 2012. Festa per i 50 anni di una delle attivit leader

del settore scaffalature ed arredo negozi

Dietro a quelloche è oggi ilgrande nome diuna azienda, c’è

una lunga storia, attra-verso la quale è riuscita ad affermar-

si tale. E’ il caso dell’azienda Sbarra, leadernel settore delle scaffalature e dell’arreda-mento di uffici e negozi di ogni genere,che quest’anno festeggia meritatamente isuoi 50 anni di attività !Famiglia da sempre dedita alla produzione,dapprima con la gestione di un forno nelcuore del piccolo borgo di Corchiano e diun frantoio, si dedica successivamente allarealizzazione di scaffalature in metallo. Maentriamo nel vivo della loro storia. I trefratelli Alfredo, Calisto e Maria Pia decido-no di spartirsi le attività ereditate dai geni-tori, sicché a Maria Pia toccherà la gestio-ne del panificio, tuttora di sua proprietà ,mentre i due fratelli proseguono insiemecon la conduzione del frantoio. Essendoperò quella un’ attività prettamente sta-gionale, nel 1962 Alfredo e Calisto decido-no di avviare una nuova attività , aprendoun piccolo negozio in Piazza IV Novembre,accanto al forno, dove realizzano e vendo-no acquari e brandine per cani. Arrivanosubito, da parte dei clienti, anche le primerichieste di piccoli scaffali, che i due fratel-li si ingegnano, di buon grado, a costruireassemblando i pezzi con bulloni. Le ordi-nazioni sembrano farsi sempre più consi-stenti e lo spazio a loro disposizione non èpiù sufficiente, così che nel 1969 decido-no di trasferirsi in una nuova e più idoneasede, nella zona nuova ed appena invia diespansione di Corchiano: Via CivitaCastellana. Si possono allora iniziare asoddisfare anche le richieste più grandi,impegnandosi nella lavorazione di acciaioinox per l’arredo di negozi di ogni genere,arrivando fino alla realizzazione di banchifrigo, che venivano costruiti principalmen-te nel periodo di chiusura del mulino,anch’esso spostato accanto al nuovo stabi-limento. Il loro nome comincia a diffonder-si nelle zone limitrofe raggiungendo tutto ilViterbese, la Sabina e Roma e vengonocosì assunti anche i primi dipendenti. Ilcapannone, che conta una superficie di1.300 mq, viene diviso in diversi reparti:taglio, assemblaggio, vetreria e verniciatu-ra, oltre alla sala mostra, dove la clientelapuò visionare e scegliere il pezzo di suogradimento.Nel 1984, i fratelli Sbarra, di comuneaccordo, decidono di separarsi: Alfredocontinuerà con la gestione del frantoio,Calisto invece porterà avanti l’attività del-l’arredo negozi, per la quale inizierà unanuova epoca. Calisto è , adesso, maggior-

mente incentivato a dar libero sfogo allesue nuove idee, rivoluzionando, così ,tutte le linee di prodotti finora realizzati edideando vetrine componibili a moduli divaria lunghezza. Decide, inoltre, di amplia-re l’attività aprendola anche alla commer-cializzazione di accessori per il completa-mento dell’arredo dei negozi: registratoridi cassa, manichini e quant’altro. Calisto sireca abitualmente alle fiere, dove è possi-bile trovare tutte le novità del momento,dalle quali poter prendere spunto pernuove creazioni. Ed è così che poi,immerso nel suo ambiente di lavoro, pro-getta le sue idee, le disegna ed infine lematerializza. Per dirne una: lo scivolo perle sigarette. Si tratta di uno scaffale leg-germente inclinato, munito di un pesoposto dietro i pacchetti in esposizione, conla funzione di farli scorrere in avanti manmano che vengono tolti. Sempre più forte si fa lo spirito di espan-sione che anima l’azienda, incentivatoanche dalle nuove tecnologie che stannoprendendo sempre più piede, sia a livellodi macchinari sia a livello informatico,tanto da essere quasi pionieri sotto questopunto di vista. Si apre dunque un decen-nio ricco di lavoro e di grande innovazione,in cui Calisto è supportato in prima perso-na dalla moglie Maria Lucia Fossicelli,impegnata principalmente nel settoreamministrativo, e dal figlio Giantobia, apartire dal 1992. Proprio nel ’91, infatti, sidecide di acquistare un nuovo terrenoindustriale sul quale impiantare uno stabi-limento ancora più efficiente, spostandosida Corchiano, dove la tanto attesa zonaindustriale sembrava ancora non volerdecollare, a Fabrica di Roma. E’ così chesi gettano le fondamenta di quella che è lasede attuale dell’azienda Sbarra, in locali-tà Quartaccio. Il destino, però , non per-

mette a Calisto di veder realizzato il suonuovo, grande sogno, poiché , nel 1993,verrà a mancare. Uomo di grande creativi-tà ed entusiasta del suo lavoro, il secon-dogenito della famiglia Sbarra, con lagrande passione della pittura, da buon exallievo dell’Accademia delle Belle Arti diRoma in Via Ripetta, lascia ai suoi cari unottimo ricordo, nonché un lungo camminoda percorrere. Degno erede di suo padresarà , a tal proposito, il figlio Giantobia,che porterà a termine i desideri rimastiincompiuti del padre, riuscendo a gestireegregiamente l’azienda di famiglia, grazieanche all’occhio vigile della madre, sempreal suo fianco.

Continua sul prossimo numero…

Corchiano - Lo stabilimento Sbarra in Via Civita Castellana, nei primi anni ‘70.

Calisto Sbarra, uno dei fratelli fondatori dell’azienda

di Ermelinda Benedetti

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Una lampada dallacalda luce illuminaun quaderno aperto,una penna prontaper incoraggiare ascrivere un’emozio-ne, un sentimento,un’idea, una bricioladi vita, un ricor-d o … … “ C I V I T ARICORDA PIERO” hareso omaggio ad un

grande Artista nella dedizione e nell’amoreche ha dimostrato e incarnato per tutto iltempo della sua vita terrena. Vent’annisono trascorsi dal giorno in cui il Prof.Ammannato, nonché Piero, il marito, ilpadre e l’ uomo dal profondo riserbo, l’ar-tista dai toni umili e dalle abilità eccelse,ha concluso il suo cammino nell’immanen-te. LA MOSTRA, voluta dai figli, ha pre-sentato una Galleria di Opere uniche e irri-petibili, ha avuto luogo negli ambientidella sala delle ex carcerette ristrutturatadall’Amministrazione Comunale di CivitaCastellana, volta ad accogliere espressionid’arte e culturali come questa, aperta nelperiodo delle festività natalizie.

L’affetto dei civitonici e di quanti lo hannoconosciuto è stato dimostrato dalla molti-tudine di persone presenti all’inaugurazio-ne del 23 dicembre, arricchita dalla squisi-tezza e dalla sensibilità dei figli Marco eLaura, desiderosi a voler mettere, ancorauna volta, sulla scena della contempora-neità artistica quello che è stato motivo divita umana e pittorica del padre, dalla per-sonalità introversa, seppur pronta adesternare, a parlare con i colpi di pennellodi quell’umanità e di quei sentimenti cheancora oggi si presentano validi, efficacied eloquenti per un dialogo educativoemozionale. Tra i visitatori ci sono statimolti amici, rappresentanti del Comune,personaggi del mondo dell’ Arte dellaTuscia che hanno ormai respiro nel pano-rama contemporaneo internazionale.Visitare l’esposizione ha significato per noicogliere i tratti di bravura di capolavoririmasti in silenzio per lungo tempo e che inquesta location hanno avuto la rinnovata emeritata considerazione. Le Opere di variamisura e tecniche emergono dal contestoe si distinguono per cromia in una danzatematicamente ritmica, vagamente arcai-ca, bucolica … nei fiori, nei paesaggi cam-pestri, nelle vacche maremmane, nei

Campo de’ fiori28

della Prof.ssaMaria CristinaBigarelli

PORTA D’INGRESSO NEL MONDO D’ARTE

DEL PROF. PIERO AMMANNATO

A VENT’ANNI DALLA SUA SCOMPARSA. TRENT’ANNI DI PRODUZIONE PITTORICA TRA RISERBO E AMORE.

ritratti dei figli edella moglie, entu-siasta dell’uomo edell’artista chetanto ha fatto peresibire le Opere…Nelle barche dipintedal vero nei cantieriportuali della Siciliaemerge l’interioritàe la profondità del-l’oggetto che diven-ta quasi uno statod’animo. Nelleimmagini sacrePiero vuole tra-smettere la suafede … un capola-voro di cronacafamiliare plasmataseguendo le intui-zioni e le semplicimetafore di un’esi-stenza vissuta nelsilenzio interiore,nella grazia di assa-porare le piccole,importanti e irripeti-bili emozioni delvivere, dipinte susupporti di tela sug-gerite da brandelli ecornici di felicità eserenità interioriemergenti dai piùcupi colori, sfociantiin colpi di luce cara-vaggesca. Momentidi riflessione opero-sa e di illuminazionespirituale cheinneggiano all’esal-tazione delle forme,all’uso del colore,che talvolta sembranero, ma nero nonè… è attraversoquesto colore che sipuò uscire dallasofferenza e innal-zarsi, facendo rim-balzare agli occhidel visitatoremomenti di grandemeditazione… l’uo-mo appare poco inalcuni dipinti diPiero Ammannato,

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Campo de’ fiori 29perché è l’osserva-tore e il catalizzato-re di una poesia pit-torica che vuoleessere segno esignificato dellarealtà così com’è ,senza elaborarla,ma interpretandola,cioè vivendola nelgioco della mesco-lanza dei toni, deicolori, delle sfuma-ture delle emozioniche il Pittore Pieroha scandito inmodo del tuttonaturale, lineare edautentico, comeautentico e lineareè stato il suo per-corso di uomo e diartista in un’ apo-teosi di saggezzasemplice ed efficaceche dona al Cuoredella Mente il sensoe l’ideale di pace dicui oggi, in questacontemporaneitàtormentata, si sentel’urgenza. L’uomo èprivilegiato neidipinti delle tappesalienti della vita diSan Francesco, per-ché rappresenta il

sublime in tutta la sua semplicità ; nelvolto del Cristo morto, dalla cui sofferenzatraspare serenità…, appare uno stilematerico pastoso che sembra giocare sulletonalità basse dal nero al grigio, al verde,ai cenni di blu accendendosi, quasi branci-cando, toccando qua e là , fondendosinella luce.

Una domanda: Chi ama, crea? Ecco che…se un barlume di risposta risiede nellaCreazione Alta, allora potremmo osareaffermare che chi “crea” Arte è un po’colui che, avendo ricevuto il Dono, èresponsabilmente creatore di riproduzionidi schegge del Creato, ottenendo così , traun’Opera e l’altra, il privilegio di proporrela bellezza degli “esseri” amati e creati!

Piero Ammannato attraverso l’Arte ha abil-mente operato per rendere il mondomigliore, incoraggiando tanti talenti aemergere, a esprimere le proprie emozio-ni in una modernità sorprendente, perchéle immagini, gli oggetti, da lui dipinti nonsono lontani, ma tangibili e visibili.

Acquarelli, Opere in Olio su tela o in acrili-co “riscaldate” come diceva lui, con l’Olio…per dipingere fino agli ultimi istanti dellasua esistenza, lasciando a Marco, a Laurae anche a tutti noi un’Eredità fatta dimateria ricolma di ricchezza spirituale emorale!

Piero Ammannato non ha certo bisogno di grandi presentazioni, almeno per i nostri lettoridi Civita Castellana. Molti civitonici hanno infatti avuto l’occasione di conoscere l’artista emagari possiedono una o più opere da lui realizzate: olii su tela, acquarelli, tele dipinte concolori acrilici, quelle degli ultimi anni. Piero, infatti, pur venendo a mancare prematuramen-te a soli 56 anni, ha lasciato numerosissimi capolavori che riempiono le nostre pareti e spes-so quelle delle nostre chiese. A vent’anni dalla sua scomparsa i figli Marco e Laura hannovoluto ardentemente una esposizione delle opere del loro padre per ricordarlo insieme agliamici di Civita, ai parenti e agli artisti che lo hanno conosciuto. La mostra si è realizzataanche grazie all’aiuto prezioso di una carissima amica di famiglia, l’artista Luisa Agostinelliche ha messo a disposizione le sue competenze non solo strettamente pittoriche ma di orga-nizzatrice di eventi. La disponibilità dell’amministrazione comunale ha giocato un ruolodeterminante: il sindaco Angelelli, pur non avendo mai conosciuto Piero Ammannato, si èmostrato entusiasta e ha compreso con grande sensibilità la necessità di tale manifesta-zione, a tal punto da proporre una proroga al fine di accogliervi le scuole locali. E tutti glisforzi sono stati ovviamente ripagati dal notevole afflusso di persone che dal primo all’ulti-mo giorno si sono lasciate trasportare dai colori delle tele e dal ricordo di Piero che riaffio-rava. Il giorno della inaugurazione la sala di via Vinciolino, le ex carcerette di Civita che ilcomune ha sapientemente ristrutturato, gremiva di amici. Gli artisti civitonici della stessagenerazione di Piero sono stati i primi ad onorarlo con parole tenere di affetto, di simpatia e di stima. Altri ex allievi delle scuole mediee poi anche colleghi insegnanti del prof. Ammannato, ne hanno ricordato gli aspetti umani come la semplicità , l’umiltà ed il senso del-l’umorismo. È stato un momento molto intenso quello dalla inaugurazione: aperto dalle semplici ma sentite parole del sindaco Angelellie chiuso da una breve ma emozionante esecuzione musicale del coro della cattedrale diretto da Laura Ammannato che con brani nata-lizi ha voluto sottolineare come la ricorrenza della festività cristiana coincidesse con le date di nascita e di morte del proprio genitore.Insomma una manifestazione nata all’insegna del ricordo spontaneo di un uomo prima che di un artista. E proprio i ricordi dei suoi amicisono fissati sulla carta di un libro appoggiato su un tavolino nella sala centrale: chi ha voluto fermarsi a riflettere e a ripescare nel pro-prio passato, un momento vissuto con Piero, lo ha fatto lasciandolo in quel libro che i figli hanno voluto per raccogliere quante più testi-monianze possibili sul proprio papà . Ed il nipote che ha solo tre anni, Lorenzo, avrà un domani qualcosa da sfogliare che gli parleràdel nonno che non ha conosciuto.

Ermelinda Benedetti

CIVITA RICORDA PIEROGrande successo per la mostra dedicata all’artista civitonico “Pierino” Ammannato

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Coinvolgente ed entusiasmante! XV secolo. La Francia èimpegnata nella Guerra dei Cent’anni. Il regno è inpreda alla disperazione e il mondo è percorso dal caos

e dalla violenza. Il vile comandante di ventura Pierre, figliodi un’epoca di disordine, durante i suoi saccheggi incontrauna ragazza misteriosa e il suo cuore ne rimane rapito.Il suonome è Jeanne d’Arc. Guidato dalla santità della ragazza,Pierre si recherà al campo di battaglia che deciderà le sortidella guerra con l’Inghilterra. (Trama tratta dal sito dell’edi-tore.)

La storia è formata da 4 volumi che impostano la narrazio-ne sul punto di vista di Pierre, non sulla conosciuta Giovanna

D’Arco che riveste il ruolo di vera e propria com-primaria. Questo permette agli autori di costrui-re qualcosa di nuovo e di interessante, dovespicca la personalità di Pierre che con il prose-guimento delle vicende si fa sempre più solida e,per certi versi, inaspettata per un mercenario.Nonostante le tante didascalie che potrebberouccidere un fumetto d’azione, si legge con pia-cere e le didascalie non appesantiscono la lettu-ra. Imperdibile per chi cerca qualcosa di diverso.

Lascio l’indirizzo del mio blog: http://danielevessella.blogspot.com/

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“Il Fumetto”LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA

di Daniele Vessella

www.campodefiori.biz

MERCENARY PIERRE di Kenichi Sato e Takashi Noguchiedito da J-Pop - 3 volumi, in corso

Lo scaltro comandantePierre, impegnato inFrancia nella Guerra

dei Cent’anni, incontrerà una

giovane che cambierà ilsuo cuore. Imperdibileper chi cerca qualcosa

di diverso!

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In questo nuovo incon-tro continuiamo ilnostro discorso sul“bon ton” dell’apparec-chiatura della tavolaoccupandoci dei piatti.Il primo piatto da posi-zionare a circa 1 cmdall’orlo del tavolo,sarà , quando si prefe-

risce non tenere vuoto lo spazio di fronteal commensale, il sottopiatto che ha,appunto, una funzione decorativa.Questo piatto potrà essere di diversimateriali: dalla plastica al vetro, dal metal-lo al più pregiato argento e andrà lasciatoin tavola per tutto il tempo del pranzo.Su questo piatto non vanno sovrappostipiatti con lo stesso diametro, ma condimensione più piccola.A sinistra di questo piatto, precisamentenella parte alta, verrà apparecchiato ilpiatto per il pane e se servito il burro,in questo caso sull’orlo del piatto si posi-zionerà un coltello da dessert con la lamarivolta verso il centro del piatto.Sul sottopiatto si poserà il piatto cheverrà utilizzato per la prima portata,se si servirà , ad esempio una minestra inbrodo, i piatti che si posizioneranno saran-no, però , due il piatto fondo e quellopiano della stessa dimensione.Se si servirà una pasta asciutta ma non unantipasto posizioneremo, invece del sotto-piatto, il piatto grande o da carne (cheverrà apparecchiato quando il piatto pic-colo verrà portato in cucina), in questomodo sarà la base del piccolo piatto daportata.Se il cibo verrà preparato su piatti grandi,assolutamente non apparecchieremo ilsottopiatto in modo da evitare così lasovrapposizione di due piatti di egualdimensione, in questo caso, lo spaziodavanti al commensale sarà occupato daltovagliolo.Anche in presenza di grandi piatti piani ofondi (senza piatto di presentazione) sipuò disporre il tovagliolo sul piatto, anche

se è ormai più consueto mettere il tova-gliolo alla destra del piatto, direttamentesulla tovaglia, ricordando di mettere in evi-denza e quindi verso il commensale, even-tuali disegni o monogrammi.Regola a cui non si può disobbedire èquella che prevede che il sottopiatto nonsia assolutamente coperto dal tovagliolo,che verrà anche in questo caso posiziona-to alla destra del piatto.

Ricapitoliamo quindi i piatti:- Piatto di presentazione o sottopiatto cheva da un minimo di 25-26 cm, ma anche dipiù, di diametro;- Piatto piano grande anche denominatopiatto da carne con diametro di 24-25 cm;- piatto fondo, da usare per le minestre inbrodo, ha di solito lo stesso diametro delpiatto grande;- Piatto da frutta o da dessert di 21 cm didiametro per il sevizio di antipasti, frutta,dolci o formaggi;- Piatto per il pane con 18 cm di diametro.

Come sempre, prima di lasciarci ecco lamia consueta nota di colore!I più antichi esempi di piatti in ceramica anoi noti risalgono al Neolitico Europeo (IIImillennio a.C.); il piatto è privo di corona,la forma si avvicina a quella di una bassaciotola. Nella ceramica greca il tipo èdocumentato dall’VIII sec. a.C. con deco-razioni nei vari stili e tecniche. Nel periodoEllenistico e Tardo Antico si hanno prezio-si piatti in oro e argento ornati a rilievo,con carattere più di oggetti decorativi chedi vasellame d’uso.Dal Medioevo in poi grandissima è lavarietà della decorazione, secondo i diver-si stili della ceramica; per quanto riguardala forma, importante è la comparsa, nelXV sec. della corona ondulata ad anse,destinata a grande fortuna fino a tutto ilperiodo rococcò .

Bibliografia (La mia cucina ed EnciclopediaUniversale Fabbri Editori).

di Letizia Chilelli

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I PiattiL’angolo del Bon Ton

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La mestizia ed il doloreper la morte di unapersona cara sonosempre molto grandi,ma più forte ancora èstata la sensazione distordimento e di vuotoquando ho appresodella morte di zioPaolino.

Marito di zia Rosa, sorella di mio padre, epadre dei miei cugini, Ivo e Roberto, con iquali sono cresciuto ed ho condiviso buonaparte della mia vita, quest’uomo ha lascia-to profonde tracce nella mia vita e da luiho appreso tantissime cose.Ho milioni di ricordi poichè è stato nellamia vita fin dalla nascita.Sul numero passato di Campo de’ fioriavevo raccontato della nostra comunepassione per la musica e di me che, dabambino, suonavo l’armonica, ma nonavevo detto di avergliene regalata unaqualche anno fa.Con essa passava ore spensierate suo-nando canzoni della sua gioventù, nonpotendo più suonare, per via dell’età ,la sua fisarmonica di madreperla nerache aveva riposto nella vecchia valigia.Quella fisarmonica dalla quale avevoascoltato le prime canzoni, le più bellein assoluto di tutta la mia vita.Quasi tutte le sere veniva a trovarci, eannunciandosi con il suo solito fischio,entrava per scambiare due chiacchieree bere un bicchiere di vino con miopadre.Io restavo affascinato dal suo modocalmo di parlare, dal suo fare scherzo-so ed allegro e gioivo nel poter recita-re a voce alta le poesie da imparareper il giorno dopo, mentre s’era tutti lìal caldo del fuoco. Quando poi ci lasciava per tornare a

Una “Fabrica” di ricordiUna “Fabrica” di ricordiPersonaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma

di Sandro Anselmi

ZioPaolino, la fisarmonica e le stellecasa, io lo accompagnavo per un tratto, enoncuranti del freddo, nel vento secco,con i baveri alzati, guardavamo il cielostellato per cercare l’Orsa Maggiore, l’OrsaMinore e la Stella Polare. Quanto era grande e lontano quel cieloche si muoveva su di noi, quanto silenziolassù!!Era talmente amico di mio padre che liricordo ancora lavorare, scherzare edanche giocare insieme, come sfidarsi acorrere con noi.Era emozionante quando da bambino misollevava sulle braccia facendo finta di lan-ciarmi in alto per poi riportarmi sicuro aterra. Questo era un gioco che piacevaanche ai miei cugini ed allora ci avvicen-davamo nella richiesta dei bis, e lui, accon-discendente, usava sempre la solita, sim-

patica espressione: “forza bamboli, sottoun altro!”.Quanti bei giorni ho passato in quegli anninel casale della Cassaccia dove lui era natoed aveva abitato, e quanti giochi nuoviscoprivo al contatto con la natura: andarea gamberi nel fosso, arrampicarsi con unacorda sugli alberi, pompare l’acqua dalpozzo, saltare dal tetto del casaletto e poiassaporare le minestre speciali di zia Rosae le calde patate a tocchetti, tanto che miamadre era gelosa delle mie preferenze perquelle piccole scorpacciate. Quante immagini mi tornano alla mente,ma se guardo ancora il cielo, io vedo lostesso di tanti anni fa, la via lattea con lesue stelle e adesso, in quell’eterno firma-mento, zio Paolino che passeggia lentocon mio padre, mio fratello, zia Rosa etanti, tanti altri cari che non ci sono più.Ora si siede su un tappeto d’argento, econ la fisarmonica suona alla luna la suaserenata……

Fabrica di Roma -1941. Zio Paolino alla Cassaccia

Fabrica di Roma - 1945. Zio Paolino in Via della Mola

Dolci tipici di

Carnevale

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Come appa-re nellalista, il

cognome piùdiffuso a RignanoFlaminio èMagalotti.Adesso vediamo ladiffusione e la dis-locazione a livellonazionale.

Magalotti: (presente in soli 71comuni d’Italia) esso è maggiormentediffuso nel Lazio e nelle Marche; è scarsa-mente presente o addirittura assente nellealtre regioni. In particolare, non si regi-strano presenze: In Val d’Aosta,Piemonte, Trentino Alto Adige, Molise,Puglia e Sicilia. Dalla ricerca effettuata èrisultato originario di Pesaro nelle Marche.

Astolfi: (presente in 467 comunid’Italia) esso è omogeneamente diffusoin tutta l’Italia centro settentrionale e piùscarsamente in quella meridionale edisole. In particolare nel Molise è totalmen-

di Arnaldo [email protected]

La rubrica dei cognomiI cinque Cognomi

più diffusi a Rignano Flaminio

Tali cognomi, in ordine di diffusione, sono i seguenti:

1° Magalotti2° Astolfi3° Belli4° Rocchi5° De Angelis

te assente; non si è potuta evincere laregione di origine del cognome ma essa ècomunque da circoscrivere all’interno delterritorio che comprende Lazio , Marcheed Abruzzo.

Belli: (presente in 962 comunid’Italia) mediamente diffuso in tuttal’Italia centro-settentrionale; scarsamente

in quella meridionale; non esiste comun-que regione dove esso non sia presente.Con molta probabilità la sua origine èlaziale.

Rocchi: (presente in 867 comunid’Italia) le caratteristiche di questocognome, sono esattamente simili a quel-lo precedente, con la sola eccezione cheesso è totalmente assente in Basilicata!

De Angelis (presente in ben 1413comuni d’Italia) esso è massicciamentepresente nell’Italia centrale ed inCampania; nel resto del territorio naziona-le è omogeneamente diffuso con minorintensità ; in particolare non esiste regionedove esso non sia presente e la sua origi-ne è circoscritta nel territorio di Lazio eCampania.

Seguirà sul prossimo numero lo stessostudio per il comune di Caprarola.

LA MOSTRA DIANGUILLARA

L’artista Pietro Sarandrea il 10 dicembre2011 ha inaugurato una mostra nellagalleria d’antiquariato “IL TEMPIOANTICO OGGI” ad Anguillara, espo-nendo le opere dell’ultimo periodo. Isuoi dipinti gestuali di stile astratto-informale formano un bellissimo giocodi colori e si collocano perfettamenteanche in ambientazioni antiche. Le raf-figurazioni, che sono il risultato di unaricerca interiore sempre più profonda,presentano situazioni, mondi fantastici,a volte onirici con una luce intensa,viva. Pietro Sarandrea è un artista a360 gradi sempre con nuove idee esperimentazioni. Il suo studio sul colo-re lo stimola in continuazione, portan-dolo a formulare nuovi progetti e crea-zioni diverse, uniche; il suo stile si evol-ve in continuazione seguendo le vibra-zioni dei colori, apportando un suo sup-porto e la sua concezione dell’universonella storia dell’arte contemporanea.

DOTT. PAOLA LAMONICA

LA PROTESTA NELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO A CAPRANICA

Se è vero che l’arte è provocazione e contestazione l’artista Pietro Sarandrea è riuscitobenissimo ad raggiungere tale fine. Nel corso dell’evento “Natale a Capranica 2011” allaChiesa romanica di S. Francesco, mentre stava esponendo in collettiva si è verificata unasituazione molto sgradevole. Le sue opere sono state spostate per fare posto ad un’altramanifestazione musicale, contravvenendo alle promesse e assicurazioni fatte dal comune diCapranica. Pietro Sarandrea, memore di un’altra spiacevole situazione avvenuta durante unasua precedente mostra personale, sempre alla Chiesa di S. Francesco, dove si è visto lette-ralmente invaso per fare posto ad un’altra iniziativa musicale, che gli ha causato gravi dis-agi, decide di capovolgere le grate dove erano appesi i quadri, facendo così intravedere solola parte posteriore delle opere, e accatasta alla rinfusa altro materiale di sua proprietà sottole grate. Questa sua contestazione verso un atteggiamento poco rispettoso nei riguardi degliartisti, provoca prima un malumore negli organizzatori della manifestazione musicale, poi,invece, questa provocazione acquista le caratteristiche di una vera opera d’ istallazione con-cettuale. Questo movimento di protesta coin-volge anchel’interesse dimolti visitato-ri che apprez-zano il corag-gio dell’ arti-sta.

DOTT. PaolaLamonica

Pietro Sarandrea: tra mostre e proteste

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Per ricordare Silvia Quattrini Ferrelli( seconda parte )

Silvia Quattrini Ferrelli in una recente foto

Come è noto, il 10 giugno 1940, l’Italiadichiarò guerra alle democrazie occiden-tali. La famiglia Quattrini, come già detto nellaprima parte di questa storia, abitava moltovicino (circa 400 metri) alla ferrovia Roma– Firenze, sulla quale transitavano nume-rosi treni che trasportavano militari; lecosì dette tradotte. Spesso queste tradot-te, venivano fatte sostare, anche per delleore, nelle vicinanze delle stazioni, per darela precedenza ai treni passeggeri oppure aquelli che trasportavano materiali bellici.La casa di Silvia era a poche centinaia dimetri dalla stazione di Gallese; le tradottevenivano fatte sostare proprio di fronte.Durante la giornata, si verificavano fre-quentemente visite di soldati che chiede-vano acqua ma anche cibo. La famigliaQuattrini non negava mai niente a questigiovani militari che andavano in guerra.Zio Oreste ed il fratello “ Rico” dicevano,tramite una tipica espressione idiomaticamarchigiana: ….” finchè c’è , c’è , ed è perchi ha bisogno.”Poi arrivò la fatidica data dell’8 settembre1943 (Silvia aveva 12 anni) e su quella fer-rovia iniziarono a transitare frequentissimitreni colmi di soldati tedeschi e materialebellico mai visto prima ed in grandi quan-tità (modernissimi carri armati, stranecamionette e grossi camion).Silvia, con il fratello Arnaldo e la sorellaNella nonché la cugina Amorina e il cugi-no Ennio, guardavano con stupore tuttoquesto movimento di uomini e mezzi tede-schi a bordo dei treni.Anche questi militari in sosta venivano achiedere acqua ed uova, che Zio Orestenon negava a nessuno. I tedeschi, comeraccontava mio zio, volevano pagare quel-

lo che ricevevano ma il papà di Silvia nonaccettava di essere pagato; per sdebitarsi,questi giovani militari, offrivano quello cheavevano in abbondanza, cioè marmellata.Verso la famiglia Quattrini, i militari tede-schi si comportarono sempre con rispettoed educazione; chiamavano mia zia Idamamma.Come, in un suo libro, afferma NicolaSinopoli - classe 1921 e decorato con lacroce di guerra in Russia, scrittore di famanazionale che ho l’onore di avere comecaro amico ”………Noi che la guerra l’ab-biamo combattuta, sappiamo che essa èimprevedibile, illogica ed incomprensibi-le…..” infatti, a pochi chilometri daGallese, precisamente a Vignanello, glistessi soldati tedeschi passarono per learmi decine di cittadini innocenti; per rap-presaglia, a seguito dell’uccisione di unloro militare. I nominativi dei cittadini ucci-si sono scritti, anzi scolpiti, su una lapideposta all’ingresso del comune entrandodall’entrata principale sulla destra.Zio Oreste affermava: “…. i tedeschi eranorispettosi ed educati con la popolazionepacifica ma terribilmente violenti con quel-li che li contrastavano…”.Il papà di Silvia, essendo nato nel 1901,faceva parte di quelle fortunate classi (natifra il 1901 e 1904 compreso) che non furo-no chiamate a combattere né durante laprima né durante la seconda guerra mon-diale.La mamma Ida aveva invece due fratelli inguerra, Mario e Fiorino; rischiava ancheche il figlio Arnaldo fosse chiamato allearmi, se la guerra fosse terminata qualchemese più tardi dell’aprile 1945. Purtroppocome vedremo più avanti, Arnaldo, nonsarebbe mai stato chiamato alle armi,anche se la guerra si fosse protratta peraltri mesi o anni! Voglio descrivere un episodio che si rac-contava spesso a casa di Silvia e chedestava in me uno speciale interesse finda ragazzino, quando lo ascoltai per laprima volta.Ore 10.22 di Domenica 29 agosto1943; Silvia con tutta la sua famiglia ed isuoi due cugini, stava rientrando a casadalla messa domenicale a bordo della bigacondotta dal papà ; avevano appena trans-itato sul ponte che sovrasta la ferrovia(poche centinaia di metri dalla propria abi-tazione) quando all’improvviso comincia-rono a sparare i primi colpi dalla postazio-ne antiaerea italo-tedesca ubicata accantoalla stazione di Gallese scalo. Zio Orestenon si curò più di tanto dell’episodio, per-

ché spesso questa postazione sparava peralcuni secondi al fine di provare le armi;però , questa volta, i secondi diventaronominuti e la postazione non interrompeva ilfuoco; zio Oreste, d’istinto accelerò l’an-datura del cavallo che tirava la biga. Inlontananza si sentivano a tratti suonare lesirene d’allarme ma essendo la prima voltache si udivano questi suoni, non si capivabene cosa stava succedendo. Appenapochi secondi dopo, arrivati a casa, Silviaalzò gli occhi al cielo perché sentiva unrombo sconosciuto ed assordante chesovrastava tutta la campagna circostante.Alzando gli occhi, Silvia e tutti i compo-nenti della famiglia Quattrini, notarono incielo una grande quantità di aerei mai vistiprima; diceva Silvia che per loro ragazzi,era uno spettacolo! Zio Oreste capì imme-diatamente tutto! E gridò : “Non entrate incasa, allontaniamoci nei campi…..questivanno a bombardare Orte!”

Gallese 1942 - Comunione di Silvia edAmorina – da sinistra: Amorina, Silvia,Maria Allegrini, madrina di Silvia nonchémoglie di Mario Marinozzi.

…….Fine seconda parte…..

Arnaldo Ricci

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Nasce la scuola pubblicaNel 1860 il conte Gabrio Casati elaboròuna legge istituita dal parlamento Piemontese,

con lo scopo di strappare al clero l’egemonia nel campo dell’istruzione e garantirme l’unitarietà e la gratuità, con l’obbligo del primo biennio elementare.

Con la parola scuola siindica un’istituzionedestinata all’educazio-ne e alla formazione distudenti sotto la giudadi varie figure profes-sionali appartenenti alsettore dei lavoratoridella conoscenza; macome nacque la scuolapubblica in Italia? Nel1860 il conte Gabrio

Casati elaborò una legge istituita dal par-lamento Piemontese, che aveva lo scopodi strappare al clero l’egemonia nel campodell’istruzione. La legge Casati riguardaval’unitarietà e la gratuità dell’istruzione ele-mentare e sancì l’obbligo del primo bien-nio dell’istruzione elementare poichèsecondo i dati Istat nel 1861 l’analfabeti-smo in Italia era del 74 per cento maschi-le e l’84 per cento femminile, con puntedel 95 per cento nell’Italia meridionale.L’istruzione, che veniva data in tutti iComuni, era obbligatoria nel grado inferio-re di due anni. In prima classe, secondo ilmetodo sillabico che aveva sostituito l’an-tico metodo alfabetico, si usava il sillaba-rio. Il grado superiore di altri due anni eraobbligatorio nei Comuni con una popola-zione di almeno 4.000 abitanti. Purtroppo,però , non c’erano sanzioni contro queigenitori che non rispettavano l’obbligato-rietà . Il numero massimo di alunni arriva-va ad oltre settanta unità per ogni classe,imaestri elementari venivano assunti daiComuni che gestivano la scuola e dopo unperiodo di prova potevano essere riconfer-mati o licenziati. Nel 1867 la leggeOppino elevò la durata del grado superio-re dell’istruzione elementare a tre anni el’obbligo dai sei a nove anni d’età . Nel1904 la legge Orlando estese l’obbligo dai9 ai 12 anni d’età ; le scuole elementarierano affidate alla gestione dei Comuniche quindi si dovettero attivare per istitui-re scuole con almeno la quarta elementa-re, nonché di assistere gli alunni più

poveri, e per questo lo stato elargì fondiai Comuni che avevano bilanci modesti. Glieffetti tuttavia non furono quelli desidera-ti: i contributi statali si rivelarono ben pre-sto inadeguati e ciò impedì l’istituzionedelle scuole che necessitavano. Quattromilioni e mezzo erano i bambini che ave-vano l’obbligo di andare a scuola ma eranoappena due milioni e settecentomila quelliche la frequentavano. Gli organi localidella scuola erano il Rettore per l’univer-sità in ogni capoluogo di provincia, ilProvveditore agli studi per l’istruzionesecondaria e l’Ispettore Scolastico per l’i-struzione elementare. In ogni provinciaera inoltre istituito un Consiglio ProvincialeScolastico presieduto dal Provveditore aglistudi e composto dall’Ispettore Scolastico,dal Preside del Liceo, dai Direttori delGinnasio, delle scuole e istituti tecnici,nonché dai membri nominati dalla depu-tazione provinciale (attuale giunta provin-ciale) e dal comune capoluogo di provin-cia. Nel 1911 con la legge Credaro si effet-tuò una revisione generale della strutturadella scuola elementare, e sia pure conestrema gradualità il passaggio allo Statodelle competenze e delle funzioni dei

Comuni in materia di gestioni delle scuole,i quali non riuscivano a fronteggiare lespese per il mantenimento. Le scuole ele-mentari dei capoluoghi di provincia e dicircondario, furono lasciate alla gestionecomunale, mentre quelle degli altri comu-ni passarono all’amministrazione scolasticaprovinciale, organo elettivo, presieduto dalProvveditore agli studi. Vennero istituiti iCircoli di Direzione Didattica, con a capoun Direttore, nominato per concorso echiamato Vice-ispettore. La legge Credaro,poi, prevedeva nel bilancio dello Statostanziamenti a vari fini: per l’apertura dinuove scuole, per l’edilizia scolastica; sta-biliva l’obbligo per ciascun Comune di isti-tuire il Patronato Scolastico come ente didiritto pubblico gestito da un consiglio diamministrazione, lo scopo dell’istituzioneera principalmente quello di provvederealla refezione degli alunni poveri, alla con-cessione di sussidi per l’acquisto di vestitie di calzature, alla distribuzione di libri ditesto, quaderni e cancelleria, organizzaredoposcuola e colonie marine e montane,istituire scuole serali e festive per adultianalfabeti.

di FrancescaPelinga

Civita Castellana - anno scolastico 1931 - classe III elementare. Foto della Sig.ra Letizia Caprari

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“Informare è agire”: consegnato il premio giornalistico a Bianca BerlinguerL’Anno della Ceramica di Civita Castellana ha salutato la cittadinanza conl’ultimo appuntamento del 2011 organizzato dall’Amministrazione comuna-le: il dibattito “Emergenza lavoro: informare è agire”. Gli ospiti illustri delconvegno sul tema del lavoro sono stati i segretari generali della FilctemCgil, Alberto Morselli, della Femca Cisl, Sergio Gigli, della Uilcem, AugustoPascucci, e la direttrice del Tg3, la giornalista Bianca Berlinguer.Moderatore del dibattito del 15 dicembre è stato il segretariodell’Associazione Stampa Romana, Paolo Butturini.“Ringrazio i nostri ospiti – ha dichiarato il sindaco di Civita Castellana,Gianluca Angelelli – che ci permettono di dare a Civita Castellana la rile-vanza che merita anche sui media. Gli operai del nostro distretto, che sof-frono da diversi anni in maniera pesante di una emergenza lavoro gravis-sima, con la perdita di migliaia di occupati e la cassa integrazione cheriguarda quasi tutte le aziende, non sono abituati a salire sui tetti delle fab-

briche per farsi sentire. Ma hanno diritto ad avere la visibilità e il rispetto che merita il distretto industriale più importante del Lazio”.Ciascuno dei presenti è stato sollecitato da Butturini ad intervenire in merito alla situazione economica italiana, ai provvedimentiattuati dal governo su pensioni e tasse e sul tema specifico dei contratti di lavoro. “Perdere il lavoro – ha affermato la giornalista Bianca Berlinguer – è secondo me una delle disgrazie più grandi che possano capita-re. Negli ultimi anni si è cercato in ogni modo di far finta che non ci fosse la crisi e i telegiornali sono stati riempiti di cronaca rosa.Da quando io sono alla direzione del Tg3 ho cercato invece di eliminare la parte più leggera per dare spazio a tematiche sociali edeconomiche e i telespettatori ci hanno premiato”.Alla conclusione del dibattito, la giornalista Bianca Berlinguer ha ricevuto il premio “Informare è agire” donatole dal sindaco, GianlucaAngelelli, come riconoscimento per il suo impegno nell’affrontare le tematiche sociali e del lavoro nel Tg3 Rai da lei diretto.Sotto la sua direzione – recita la motivazione - il Tg3 ha raggiunto lo share più alto di tutti i telegiornali nazionali della Rai per l’altaqualità raggiunta nel raccontare le vicende del nostro paese. Alla valutazione positiva dei telespettatori si aggiunge quella unanimedell’Amministrazione comunale di Civita Castellana a nome di tutta la città della ceramica.

Da sx: il sindaco Angelelli, il segretario della Femca CislGigli, la giornalista Berlinguer, il segretario generali della

ilctem Cgil Morselli e della Uilcem Pascucci

AUGURI AL NOSTRO VESCOVO S. E. MONS. ROMANO ROSSI PER L’ANNIVERSARIO DELLA SUA ORDINAZIONE EPISCOPALE AVVENUTA IL

12 GENNAIO 2008

IL VESCOVO: DONO INDISPENSABILE PER LA CHIESALa Diocesi di Civita Castellana si unisce attorno al Vescovo Romano Rossi nel quartoanniversario della sua ordinazione episcopale, con affetto e in comunione di preghiera.L’ordinazione Episcopale ha avuto luogo il 12 gennaio 2008 alle ore 16.30, nella Basilica di SanGiovanni in Laterano a Roma, presieduta dal Card. Camillo Ruini, conconsacranti l’arcivescovo diCagliari, S. E. Mons. Giuseppe Mani, già ausiliare a Roma e Rettore del Pontificio SeminarioMaggiore e S. E. Mons. Divo Zadi, Vescovo emerito di Civita Castellana.Presenti all’ordinazione epi-scopale: 1 Cardinale, 24 Vescovi, tra cui un ortodosso, 150 Presbiteri, 30 Diaconi e circa 4.000 fede-li della Diocesi di Roma e della Diocesi di Civita Castellana.Al Vescovo “buon pastore” Romano,gli auguri più sinceri per un fecondo ministero ancora in mezzo a noi.

SANT’ANTONIO ABATE: benedizione degli animali e festa a Fabrica di RomaFABRICA DI ROMA -Lodevole l’iniziativa al CentroIppico in località Quartaccio,di domenica 22 gennaio,svoltasi in occasione deiFesteggiamenti in onore di S.Antonio Abate, organizzatadall’Associazione Il MioAngelo. La manifestazione èstata realizzata con la colla-borazione del Comune diFabrica di Roma edell’Associazione IppicaFalisca.

Nell’arco della mattinata, grandi e piccini hanno potuto gustare la tradizionale ricotta, preparata al momento, direttamente sul posto,assistendo alle varie fasi di lavorazione della stessa. A seguire, il parroco di Fabrica, Don Chicco, ha celebrato la messa con benedi-zione finale di tutti gli animali. Presenti alla cerimonia erano il sindaco Scarnati, sempre partecipe alle iniziative culturali proposte edorganizzate dai cittadini, il vicesindaco Cimarra ed un cospicuo numero di Consiglieri.L’iniziativa, si è conclusa con un pranzo a base di prodotti tipici. In molti si sono recati al Centro Ippico con i loro amici a quattro zampe per la gioia, in particolare, dei più piccini che hanno riassa-porato, almeno per un giorno la vita all’aria aperta e il contatto con la natura e gli animali. Infatti, grazie all’ Associazione Il MioAngelo, alcuni di loro hanno avuto la possibilità di andare a cavallo, vivendo un’esperienza diversa e sicuramente piena di emozione.

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Falerii Novi: importante scoperta archeologica. Trovati tre antichi elementi architettonici romani

FABRICA DI ROMA – Un’importante scoperta archeologica è stata portata a termine nei pres-si di Falerii Novi, in un tratto particolarmente impervio lungo la sponda del Rio Purgatorio.Alcuni pregevoli elementi architettonici d’epoca romana, individuati durante una ricognizionedel territorio dell’Associazione Argilla, in concomitanza con una visita di un gruppo di studentie architetti provenienti da Zurigo, sono stati recuperati dal Comune di Fabrica di Roma.L’amministrazione del sindaco Mario Scarnati, a dimostrazione del costante impegno e sensi-bilità verso il patrimonio storico e naturalistico, dopo aver prontamente segnalato la scoper-ta archeologica alla competente Soprintendenza, ha prima pianificato l’intervento e poi, gio-vedì 29 Dicembre, recuperato i preziosi reperti. Il tutto si è svolto con la vigilanza del per-sonale tecnico della Soprintendenza. “Sono tre elementi architettonici – commenta la dott.ssaLaura Caretta, presente insieme a Egidio Badini alle fasi del recupero – uno in pepe-rino e due in tufo, molto probabilmente appartenenti all’apparato decorativo di unodei grandi monumenti funerari che fiancheggiavano la Via Amerina presso il ponteromano sul Rio Purgatorio, proprio di fronte alle mura di Falerii Novi. I reperti, di par-ticolare pregio – spiega la Caretta, assistente tecnico della Soprintendenza per i BeniArcheologici dell’Etruria Meridionale – sono il rocchio di colonna in peperino con ilfusto a scanalature e parte di una cornice modanata in tufo.La datazione dei reperti può essere collocata indicativamente nella primaetà Imperiale Romana. Quello che oggi è stato recuperato (dopo essere statoripulito e studiato, ndr), sarà poi esposto all’interno della chiesa di S. Maria in Falleri”.La rimozione è stata gestita da una squadra di operai della “Cooperativa Tricolore” diFabrica di Roma, ai quali va il nostro sentito ringraziamento per essersi prodigati inquesta delicata operazione.Dopo aver rimosso gli elementi in tufo, completamente ricoperti dal muschio, il trasporto del fusto di colonna, parzialmente interra-to (oltre trecento kg di peso, lungo circa un metro e mezzo e del diametro di circa un metro), è stato particolarmente impegnativo.Durante le fasi del recupero era presente il consigliere delegato al Patrimonio e alla valorizzazione dei Beni Artistici e Archeologici diFabrica di Roma, Sigismondo Sciarrini e la storica dell’arte dott.ssa Francesca Patrizi.“Dopo la segnalazione – commenta Sciarrini – ho subito effettuato un sopralluogo sul posto e mi sono preoccupato delle incom-

benze utili alle necessità del caso.Infine, insieme alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, abbiamo concordato tempi e modalità per la rimo-zione di queste importanti testimonianze archeologiche. Dopo questa scoperta – commenta soddisfatto il cons. delegato Sciarrini – ilnostro impegno, in piena collaborazione con la Soprintendenza, sarà ancora più incisivo. La tutela, salvaguardia e valorizzazione del-l’area storico/archeologica e naturalistica della Via Amerina e della città romana di Falerii Novi, infatti, è uno degli obiettivi più impor-tanti dell’amministrazione Scarnati”. A breve si stabilirà la collocazione definitiva della colonna ma si prevede una sua sistemazionenel contesto della realtà archeologica di Falerii Novi.

Raniero Pedica

La Frustica di Faleria alla conquista dell’ ASIADopo le splendide trasferte della scorso anno, il tour in Germania, il car-nevale di Acireale, la bellissima trasferta di Murcia (Spagna) seguita daoltre un milione di persone. La banda musicale folk “La FRUSTICA” si èfatta conoscere negli anni in tutta Europa partecipando ai vari musikpara-de e sfilate, in Germania, Spagna, alle 25 volte della Francia, negli USAcon il Columbus Day, di cui ha partecipato per ben 2 volte, e tutta Italia.Il 2012 è considerato l’anno della Frustica. Questo gruppo nato da vent’anni, ha avuto anche un cambiamento radi-cale con l’introduzione di coreografie e meccanismi contornati da musichesimpaticissime nei vari stadi d’Europa. Il 2012 inizia con il Botto! Il bellissimo CAPODANNO CINESE ad Honk

kong dal 20 al 27 Gennaio, la frustica è stata chiamata a rappresentarel’Italia e l’ Europa e sfilerà in parata per le strade di questa grande metro-poli in diretta televisiva in mondovisione per il cambio tra l’anno del CONI-GLIO e quello del DRAGO.

Il 12 Febbraio si esibirà al carnevale di Casteverde di Lunghezza (Roma)Il 19 Febbraio “Carnevale e non solo” una bellissima kermesse dedicata ai bambini down alla zona Sapienza (Roma)Martedì 21 Febbraio la Frustica tornerà nella provincia di Viterbo, esattamente al carnevale di Nepi (VT)Il 25-26 Febbraio sarà la volta del Carnevale di CHALON SUR SAONE, circa 100 Km a nord di Lione (Francia)Il 24-25 Marzo parteciperà all’edizione 2012 di Sanremo in fiore in diretta televisiva per la sfilata dei carri a Sanremo (IM)Il 20-28 Agosto, Spagna! La Frustica si imbarcherà su una nave da crociera e si esibirà alla decima edizione di Bande musicali aTorrevieja, coinvolgendo anche la banda musicale Severini Brasilino di Faleria.Il 13-14 Ottobre, rappresenterà ancora una volta l’Italia ad Anversa, vicino Bruxelles (Belgio) per delle bellissime esibizioni in com-petizione con gruppi da tutto il mondo. Quindi 2012 da incorniciare per questo gruppo Italianissimo e soprattutto Viterbese!Auguri Frustica!!!

Fausto Ranieri

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Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterloè un libro unico nel suo genere.

Un manuale guida per cercare di arginare questo male dilagante!

E’ possibile averne una copia acquistandolo nelle librerie della zona, nelle edicole o presso la nostra redazione. Potete anche ordinarlo versando l’importo di 10.00,

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E’ un’occasione da non perdere, soprattutto per gli insegnanti, che possono inserirlonel P.O.F. d’Istituto e nella programmazione educativa annuale del docente, ma anche

per i genitori e per tutti gli educatori sociali.

LE PROPOSTE EDITORIALI DELLE COLLANE DI CAMPO DE’ FIORILE PROPOSTE EDITORIALI DELLE COLLANE DI CAMPO DE’ FIORI

L’apparenza, a volte, è la maschera perfetta di una realtà ben diversa. L’incontro con un giovane cheracconta di essere quello che non è, stravolgerà, almeno temporaneamente, la vita di una famiglia per-bene, che si offre di accoglierlo ed ospitarlo. La fine di un vecchio amore da parte del protagonista, perla nascita di uno nuovo e non ricambiato, spezzerà il cuore della giovane che lo aspettava da tempo espaventerà l’ingenua fanciulla, che diventa l’oggetto di un suo desiderio morboso. La descrizione accu-rata e particolareggiata che l’autore fa della storia, rende la narrazione coinvolgente ed intrigante.Sembra di essere lì presenti, e, quasi come spettatori di una rappresentazione teatrale, i lettori posso-no immaginare i personaggi muoversi su di un palcoscenico ben allestito. Una storia ambientata in untempo neanche troppo lontano, che ci ricorda i racconti dei nostri nonni di campagna.

Ermelinda Benedetti

NOTA DELL’EDITOREIn questo romanzo Augusto Stefanucci narra il sentimento morboso e mortale di un personaggio fan-tastico della sua Fabrica di altri tempi. La scrittura bella e diretta tratta la forza dell’egoismo di unamore ossessionato, che fa ineluttabilmente scivolare nella disperazione e nel dramma il protagonista.Qui c’è tormento, ambiguità e violenza, ma soprattutto amor fatale! Sandro Anselmi

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Campo de’ fiori in arte news... Un dicembre 2011 vissuto con viva-ce attenzione, partecipando agli eventinel centro storico, organizzati dal CNN.Dopo “Giocando per le vie del centrostorico”...”Le vetrine viventi”.Ecco un momento dell’evento all’inter-no della mostra collettiva del Group inArt’è in Corso Bruno Buozzi. Gli artistidel gruppo stanno mettendo a puntodelle inziative volte a valorizzare la sto-ricità della nostra bella cittadina.

Nuove elezioni per il

Consorzio delle Pro Loco del viterbese

E’ Gabriele Aleandri, già a capo della Pro Loco di Civita Castellana, il nuovo presidente

del Consorzio delle Pro Loco della Tuscia. Le Pro Loco facenti parte del Consorzio sono quel-le di Tuscania, Ronciglione, Marta, Montefiascone,

Acquapendente, Monteromano, Corchiano,Bagnaia, Orte, Monterosi, Oriolo Romano, San

Lorenzo Nuovo, Gradoli ed Onano. Il primo obietti-vo è quello del Carnevale provinciale 2012.

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INTITOLATA A MARIA CHIARA SEGATO LA BIBLIOTECA COMUNALE DI CORCHIANOSabato 17 dicembre, in prossimità del secondo anniversariodella scomparsa di Maria Chiara Segato, l’AssociazioneArnies non profit di cui era Presidente ed oggi seguita dallamamma Geltrude, è stata organizzata, nella Sala Consiliaredel Comune, la “Prima festa dell’albero”. Ai genitori dei bam-bini nati nel 2011, infatti, è stata donata una pianta d’ulivo,che crescerà con loro. Per concludere, poi, si è scesi tutti alpiano terra, dove è sita la biblioteca comunale, che è stataintitolata proprio alla giovane amica scomparsa, con una

targa scoperta in questa occasione. Maria Chiara è stata, poi, ricordata nella santa messa della domenica successiva, dove la presen-za di tante persone ha testimoniato ancora una volta l’affetto e la stima non solo nei confronti di Chiara ma anche dei suoi cari. E.B.

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Il calcio dei bambiniE’ necessario distinguere i piccoli dai grandi professionisti.

Questo è il segreto del progetto 2002 di Civita CastellanaE’ importante prima di entrare nello specifico e parlare dell’avventura degliallievi del 2002, spiegare alcuni punti fondamentali dell’allenamento cheriguarda l’attività di base, così per sensibilizzare i lettori (possibili genitoridi futuri o attuali atleti) sulle prerogative che appunto queste fasce di etàcomportano. Per molti anni si è fatto l’errore di paragonare il cosiddetto “cal-cio dei piccoli” a quello dei grandi, adottando metodi scorretti e penalizzan-ti, comportando un distanziamento dagli altri paesi dove, invece, si è impa-rato a programmare i lavori in base alla crescita del bambino, agendo sulleacquisizioni fisiologiche espressamente frutto della crescita e fornendo all’at-leta un adeguato metodo di allenamento.Vorrei citare un grande del calcio,responsabile per anni del settore giovanile del Barcellona, oggi attualemodello a cui tutti si inspirano, ovvero la leggenda Horst Wein.Quest’ultimo spiega dapprima come in Italia si tenda a velocizzare i proces-si d’insegnamento ottenendo così l’esatto contrario dell’obiettivo prefissato,ovvero avere giocatori non pronti per il calcio adulto (provate a paragonareun giocatore classe ‘92 italiano con ‘92 straniero, che militano in società pro-fessionistiche). Anche se la nostra è una realtà molto più piccola, c’ècomunque la volontà di percorrere una strada, sicuramente più difficile, cheporti i nostri calciatori almeno ad avere un’opportunità . Il progetto dei2002 inizia 3 anni fa quando Mister Gabrielli novizio e talentuoso coach prende in mano questo gruppo. Fin da subi-to, il metodo, diciamo “nuovo” (anche se vecchio di 30 anni) comunque estratto di studi approfonditi, ottiene risultati ottimi por-tando nel giro di un anno la squadra ad avere un’identità di gioco precisa, dove l’ordine in campo la fa da padrone (fondamentalenecessario per il lavoro futuro). Nel secondo anno gli si affianca Mister Corazza, anch’esso alla prima esperienza, con il quale pro-segue il processo evolutivo della squadra che acquista, con il passare del tempo, ancor più sicurezza, tanto da strappare consensiin ogni campo dove il team ha giocato (fregandosene del risultato tanto agognato dai genitori). Nell’attuale stagione per problemidi lavoro, Mister Gabrielli ha dovuto lasciare (senza mai però abbandonare il gruppo e correndo dai ragazzi ogni volta che può ) lasquadra, promuovendo di fatto Mister Corazza al ruolo di primo. Ora Mister Corazza si avvale dell’aiuto di Mister Antonini, che partito come preparatore dei portieri è ad oggi diventatocolonna portante dell’insegnamento dei ragazzi. E mentre la stagione procede di buon passo molte di quelle perplessità inizialiespresse dai “non addetti ai lavori” (genitori), vengono spazzate via dai constanti miglioramenti della squadra. Con la speranza divedere realizzati i sogni di tutti i bambini, consigliamo a tutti genitori che frequentano i rettangoli di gioco di vivere ilcalcio dei ragazzi con serenità senza mai essere invasivi, nè nelle scelte fatte dagli allenatori, nè nelle dinamiche di appren-dimento dei propri figli, ed inoltre di incoraggiare gli stessi ad una sana attività sportiva e far si che il calcio sia per loro soprattut-to un divertimento.

Massimo Salvatori

KARATE: Campionati italiani Pre-AgonistiNei giorni di Sabato e Domenica 10/11 dicembre2011, si sono svolti a Montecatini i “Campionati ita-liani FIAM 2011“, riservati alle classi pre-agonisti, perle specialità di Kata e Kumite. Nell’importanteappuntamento, che ha visto sfidarsi sui tatami dellabellissima struttura del “Pala Terme”, nei due giornidi gara, oltre 600 bambini e ragazzi provenienti datutta Italia. Come tutti gli anni erano presenti anchegli atleti della società civitonica “Okinawa SportingClub”, che è riuscita a qualificare all’importanteevento oltre 15 pre-agonisti, grazie alle ottime pre-stazioni del precedente campionato Regionale. Gliatleti guidati dal M° Carlo Mercuri (C.N. 6 Dan) edall’Istruttore Fabio Mercuri (C.N. 4 Dan), grazie

all’ottimo lavoro di preparazione svolto in palestra, sono riusciti quasi tutti a salire sui gradini del podio, regalandoalla società civitonica un corposo bottino di ben 10 medaglie, tra cui due Titoli italiani. Di seguito i risultati completi.ORO: Pieralisi Mattia (kata), Pasquetti Lorenzo (Kumite) ARGENTO: Accettone Michela (Kata), Febbi Daniel (Kata)BRONZO: Girleanu Alexandru (Kata), Ciarroni Federico (Kumite), Pieralisi Mattia (Kumite), Febbi Daniel (Kumite),Benassi Jacopo (Kata), Alessi Daniel (Kata)A seguito dei podi conquistati, la società civitonica “Okinawa Sporting Club” si conferma ancora come una dei miglio-ri vivai del karate laziale.

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La tradizione musica-le italiana è famosain tutto il mondo edalle varie statisticheeffettuate negli anniè emerso che unodei brani più cono-sciuti da Oriente adOccidente è Nel bludipinto di blu dell’indi-menticabile Dome-

nico Modugno. Nato nel 1928 a Polignano a Mare, inPuglia, lascia giovanissimo il suo paese allavolta di Torino, con l’obiettivo di fare cine-ma, ma il primo lavoro che si troverà asvolgere nella metropoli del Nord, dovevive in una baracca, è quello di operaio. Acausa di un intervento per appendicite ècostretto a tornare a casa, ma non appe-na rimesso, non esita a ripartire, puntandostavolta alla Capitale, dove Cinecittà , nelpieno della sua attività , può fornire gran-di occasioni. La prima esperienza, però , èsolo quella di una “comparsata” nel film Ipompieri di Viggiù, con Totò protagonista.Nel frattempo viene chiamato ad assolve-re al servizio di leva obbligatorio in unacittà che tra l’altro già ben conosce,Torino. Ma, una volta libero, corre nuova-mente a Roma, dove si iscrive al CentroSperimentale di Cinematografia. Per man-tenersi agli studi, la sera suona la chitarra,imparata da autodidatta come anche lafisarmonica, in un’osteria di Trastevere.Inizia a comporre così i primi brani ed acantarli. Si presenta alla trasmissioneradiofonica “Amuri Amuri” con il suo primocomponimento Lu pisci spada e vienemesso sotto contratto dalla casa discogra-fica RCA, dalla quale riceve un compensodi quattordicimila lire per ogni incisione.Ecco che Mimmo è senz’altro incentivatoad incidere quanto più può , anche se, ini-zialmente, non essendo iscritto alla SIAE,deve rivolgersi a qualcun altro, che spessosi appropria dei diritti d’autore. La carrie-ra musicale del cantante pugliese inizia,dunque, effettivamente negli ani ’50. Trale sue prime composizioni va ricordata Ladonna riccia, un simpatico madrigale rivol-to non solo alla sua donna, ma a tutte ledonne in genere, che insieme ad altri duebrani un po’ più seriosi, Lu minatori e Lupisce spada, vengono riproposti tutte lesere al Teatro dei Satiri di Roma, con lospettacolo Controcorrente, scritto daMarcello Marchesi e Vittorio Metz, ed inter-pretato da Walter Chiari, Paolo Panelli eBice Valori. Proprio La donna riccia e Lu

Le storie di

Max Domenico ModugnoPartito dalla Puglia alla ricerca del successo cinematografico, “volò” in alto grazie a Nel blu dipinto di blu

di Sandro Anselmi

pisce spada costituiscono il suo primo qua-rantacinque giri, editato dalla RCA nel1954 e che andranno a far parte di unextended –play insieme a La sveglietta eLa barchetta dell’ammuri. Altro grandesuccesso di questo primo periodo disco-grafico di Modugno è Vecchio frack, tral’altro anche uno dei primi brani compostiin italiano dopo le numerosi incisioni dicanzoni in dialetto napoletano, siciliano epugliese. Il pezzo voleva essere la descri-zione della fine di un epoca da leggere inchiave ironica, come preciserà lo stessoautore, e non drammatica, come ,invece,è stato interpretato. Con questa prima eti-chetta rimane solo per due anni, fino al’55, per passare poi alla Fonit Cetra. Nonsmette comunque di frequentare il CentroSperimentale dove conosce FrancaGandolfi, che divente-rà sua moglie.Arrivano finalmenteanche le prime appari-zioni cinematografichedi spessore: FilumenaMaturano di DeFilippo, La carovanadel peccato diMercanti, Carica eroicadi De Robertis, Annifacili di Zampa, I cava-lieri della regina diBolognini, dove vesti ipanni del moschettiereAthos, e Accadde dinotte, un film ad epi-sodi di Callegari. Incampo musicale, inve-ce, nel ’56 con lanuova casa discografi-ca Fonit incide un set-tantotto giri con unalunga serie di canzonie conosce Riccardo Pazzaglia che lo aiu-terà a comporre il brano che lo consacre-rà al successo internazionale: Nel bludipinto di blu. Mimmo, nonostante il disac-cordo dell’amico che voleva puntare su unaltro brano, intitolato La fortuna nella bot-tiglia, decisamente più cervellotico e cheModugno non vuole neanche incidere,decide di iscrivere il brano al festival diSanremo del ’58. Inspirato ad un quadro diChagall che raffigura un uomo con il voltosemicolorato di blu, il brano viene rifiutatosia da Claudio Villa che da Nilla Pizzi eviene, invece, affidato ad un esordienteJohnny Dorelli. Vincitrice indiscussa dellagara, la canzone uscirà immediatamentedai confini italiani, grazie ai gestori di una

radio di Los Angels, che presenti al festi-val, acquistano il disco e appena tornati inpatria iniziano a trasmetterlo. Il successoè tale che deve essere pubblicato anchenegli Usa dove vende circa una sessantinadi mila copie al giorno, causando anchelunghe code fuori i negozi. Un eventosenza precedenti per un artista ed unbrano italiano, che ha conquistato un sen-sazionale record di vendite, contando tren-ta milioni di dischi venduti in tutto ilmondo. Quando si pensa a volare è inevi-tabile pensare a Domenico Modugno, pas-sato alla storia come Mister volare… edallora: Volare ohoh, cantare ohohohoh…nel blu dipinto di blu…felici di starelassù!!!!

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CarnevaleCivitonico 2012

I sfilata - 12 FebbraioBanda Musicale

1. Cugini - I Cugini squatrinati un lavorose so’ inventati

2. Zibaldone - Zibaldone a carnevalenun po’ mancà e co i pajacci baldoria

vole fa3. Biacio - Co sto giro che c’avete fatto

Gruppo Biacio ve mostra il pacco !!!4. Gazibo - Co o’ vino ormai semo

diventati avari e i nostri 10 anni li festeg-giamo co o’ Campari

5. O zucchero filato - L’albero delledelizie: La fantasia dei bimbi ci ha portato

… dove gli alberi son di cioccolato …torte e pasticcini ci deliziano il palato …6. Forchettoni - Lady Ghiaccio e i suoi

“Luponi” danno vita ai Forchettoni7. Indiani - A carnevale la medusa non

fa male8. Egizia - Semo arrivati a nà conclusio-ne Beppe Grillo c’ha ragione: se mejo voi

campà , sul pianeta Egizia devi annà !9. Biffe - … poi la notte e poi ancora il

giorno e “Biffe” creò il mare …10. Carusielli - “O Carusiello fa 10 annitondi tondi insieme all’eroe dei due mondi

e pe tornà dellà do ponte Clementinodiventa fiero garibaldino”

11. Catarì - Indietro tutta … Catarìall’arrembaggio

12. Jamaicano - Se co’ o’ gruppoJamaicano ta la sendi, giochice a scacchi

che nun te pendi !!!13. Tucano- Al Tucano si riparte da zero

Maschere libere

II sfilata – 19 FebbraioBanda Musicale

1. Carusielli - “O Carusiello fa 10 annitondi tondi insieme all’eroe dei due mondi

e petornà dellà do ponte Clementinodiventa fiero garibaldino”

2. Catarì - Indietro tutta … Catarìall’arrembaggio

3. Forchettoni - Lady Ghiaccio e i suoi“Luponi” danno vita ai Forchettoni

4. Tucano - Al Tucano si riparte da zero5. Cugini - I Cugini squatrinati un lavoro

se so inventati6. Biffe - … poi la notte e poi ancora il

giorno e “Biffe” creò il mare …7. Zibaldone - Zibaldone a carnevalenun po’ mancà e co i pajacci baldoria

vole fa8. Gazibo - Co o’ vino ormai semo

diventati avari e i nostri 10 anni li festeg-giamo co o’ campari

9. Jamaicano - Se co’ o’ gruppoJamaicano ta la sendi, giochice a scacchi

che nun te pendi !!!10. O zucchero filato - L’albero delle

delizie: La fantasia dei bimbi ci ha portato… dovegli alberi son di cioccolato … torte

e pasticcini ci deliziano il palato …11. Indiani - A carnevale la medusa non

fa male12. Biacio - Co sto giro che c’avete fatto

Gruppo Biacio ve mostra il pacco !!!13. Egizia - Semo arrivati a nà conclu-sione Beppe Grillo c’ha ragione: se mejovoicampà , sul pianeta Egizia devi annà !

Maschere libere

III sfilata –21 FebbraioBanda Musicale

1. O zucchero filato - L’albero delledelizie: La fantasia dei bimbi ci ha portato… dovegli alberi son di cioccolato … torte

e pasticcini ci deliziano il palato …2. Tucano - Al Tucano si riparte da zero3. Biffe - … poi la notte e poi ancora il

giorno e “Biffe” creò il mare …4. Egizia - Semo arrivati a nà conclusio-

ne Beppe Grillo c’ha ragione: se mejovoicampà , sul pianeta Egizia devi annà !5. Carusielli - “O Carusiello fa 10 anni

tondi tondi insieme all’eroe dei due mondie pe tornà dellà do ponte Clementino

diventa fiero garibaldino”6. Jamaicano - Se co’ o’ gruppo

Jamaicano ta la sendi, giochice a scacchiche nun te pendi !!!

7. Catarì - Indietro tutta … Catarìall’arrembaggio

8. Indiani - A carnevale la medusa nonfa male

9. Biacio - Co sto giro che c’avete fattoGruppo Biacio ve mostra il pacco !!!

10. Cugini - I Cugini squatrinati un lavo-ro se so inventati

11. Zibaldone - Zibaldone a carnevalenun po’ mancà e co i pajacci baldoria

vole fa12. Forchettoni - Lady Ghiaccio e i suoi

“Luponi” danno vita ai Forchettoni13. Gazibo - Co o’ vino ormai semo

diventati avari e i nostri 10 anni li festeg-giamo co o’ Campari

Maschere Libere

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Nina, 1 anno emezzo, simil

Husky cerca casa.Per motivi perso-nali piuttosto serisfortunatamente

non posso piùtenerla con me, èmicrocippata ed in regola contutto. Cerco persone serie chepossano prendersi cura di lei...

preferibilmente in zona Viterbo. Francesca

Viterbo (Lazio). Eva, dueanni e mezzo, taglia mediogrande, sterilizzata. Bellae buona. URGENTISSI-MO: Rischia il canile!

349/7752010 340/8657040.

EMMA...CHE DIREDI TE????

7 MESI...DA TRECHIUSA IN UN BOX

A SCONTARECHISSA’ QUALE

PENA... Carattere dominante. Deveessere “figlia unica”....

EMMA E’ UNA CUCCIOLONA, TGMEDIA, SI TROVA in prov. di

VITERBO, MA PER UNA BUONAADOZIONE LA PORTIAMO

OVUNQUE. VERRA’ AFFIDATAVACCINATA E CHIPPATA.

CONTROLLI PRE/POST AFFIDO EFIRMA MODULO ADOZIONE.

PER INFO RITA 339/1123663

VASANELLO (Viterbo) una ragazza trova 3 mesi fa 4 cuc-cioli in un cartone vicino ai secchi della spazzatura e li

porta a casa sua nella speranza, dopo visita dal veterina-rio, di trovar loro una famiglia. Nonostante i vari appelli elocandine DAPPERTUTTO, non è successo nulla: NESSU-

NO ha chiamato. Aiutiamola per favore anche perchèNON li può tenere in un condominio!!!! Grazie. Cindy 3202855764

Chicca si trova inprovincia di

Viterbo. E’ nata adottobre 2010 ed è

sempre vissuta in casa.Taglia piccola,

simil pincher. La sua padrona NON sene può occupare per motivi personali.

Si affida solo con firma moduli di adozione e obbligo alla sterilizzazione.

PER INFO: Massimo 330/578204

BRUNO cercacasa.....Simil cac-

cia, maschio, 1anno circa, futurataglia media,12 kg

di peso. Vivace, dominante.Si trova aFabrica di Roma

(Viterbo)0761574291 - 3933120915

Campo de’ fiori46

BETTY cercacasa...Pura meticcia

femmina tagliamedio/piccola-3/4 mesicirca-10kg di peso. Si

trova a Fabrica di Roma(Viterbo) 0761574291-

3933120915

Associazione Animalista “INCROCIAMOLEZAMPE-ONLUS” - Largo Saragat, 2 - 010133-CIVITACASTELLANA (VT)Tel: 3391123663 - C.F. 90095390564 - [email protected] - www.incrociamolezampe.org

Gennaio 2012 - Non abbiamo l’abitudine di chiedere, tanto meno soldi, ma quando non ce la facciamo più, riponiamo la nostra dignitàsotto i tacchi e ...chiediamo! L’Associazione, come molti sanno, si mantiene da sola con le poche libere erogazioni, le manifestazionipubbliche come i mercatini, le feste di paese, ma soprattutto con la generosità dei suoi volontari che a scadenza di ogni mese e in ognicircostanza straordinaria (vedi veterinaria), mettono le mani nelle loro tasche e aiutano a saldare le spese che a volte superano l’im-maginabile: quante volte l’Associazione davanti ad un cane ferito e/o malato non si tira indietro e affronta interventi chirurgici compli-cati e costosi con degenze in cliniche veterinarie e non sempre -purtroppo- con esiti felici? Ma questa è una delle voci dello Statuto diun’Associazione Animalista che viene sempre rispettato.... Abbiamo bisogno di TUTTO: cucce, coperte, piumoni, asciu-gamani, ciotole e noi....chiediamo! Le adozioni in tutto questo sono -fortunatamente- moltissime, ma le segnalazioni di abban-doni, i ritrovamenti, i cuccioli nei cassonetti sono sempre TROPPI: finchè non verrà accettata - di prassi- la sterilizzazione da parte deiprivati, si creeranno sempre dei randagi! Chiediamo a qualche anima gentile di venirci ad aiutare a far sgambettare i cani nostri ospiti,ogni giorno. Sono cani molto spesso adulti che hanno bisogno -sempre in attesa di adozione- di sgranchirsi le zampe visto che la mag-gior parte delle loro giornate la passano in un box....CERCHIAMO VOLONTARI!Loro, i pelosi, hanno sempre bisogno di noi, e noi abbiamo solo voi, i nostri angeli che ci aiutano in un duro ma bellissimo percorso:quello di aiutare a salvare esseri “viventi”...Grazie di cuore.Per contatti: Rita STORRI Presidente 3391123663 Civita castellana - Nunzia 3408353646 Sutri/Caparanica/Monterosi/NepiBarbara 3313265516 Fabrica di Roma/Carbognano/CorchianoGabriella 3335375465 “ “ “ “Cinzia 335228897 CivitaCastellana/Gallese/Via FlaminiaPer donazioni e contributi: UNICREDIT S.p.A Civitacastellana Buoz. (30426)Iban: IT 43 S 02008 73032 000101140618 intestato a Incrociamolezampe-Onlus

ROCKY 2 anni e mezzo METICCIOBOVARO, 20 CHILI, INTERO... E’

BELLISSIMO E GIOCHEREL-LONE, CERCO ADOZIONE...REGIONE LAZIO POSSIBIL-MENTE..... AIUTATEMI PER

FAVORE!!!GRAZIE....STEFANIA 3391983138

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Campo de’ fiori 47

ARIETE 21 Marzo - 20 AprileL’anno 2012 inizia per voidell’ariete al meglio dellevostre aspettative e questogennaio ne sarà la dimo-strazione pratica. Cercate

di mantenere l’umiltà che vi è solita edevitate gli eccessi.

TORO 21 Aprile - 20 MaggioIl periodo è di quelli giustiper fare nuovi progetti sucui puntare. Non tirateviindietro di fronte allenuove e prolifiche possibi-

lità che vi si presenteranno in questo gen-naio 2012, evitate la timidezza e, se neavete tempo, divertitevi.

GEMELLI 21 Maggio-21Giugno State dando quasi ilmeglio di voi, ma un pic-colo sforzo ulteriorepotrebbe esservi utile permigliorare qualche piccola

situazione da chiarire. I rapporti col pros-simo dovrebbero talvolta essere più limpi-di.

CANCRO 22 Giugno - 2Luglio Prestate attenzioneagli eccessi e ai periodi diinerzia che potrebberocaratterizzare questo

mese. Cercate di mantenere la continuitànecessaria in ciò che fate senza per que-sto procedere al rilento. Parola d’ordine:costanza.

LEONE 23 Luglio - 22Agosto Ottimo inizio d’an-no e questo gennaio 2012ne sarà la concreta dimo-strazione pratica. Tutti gliimpegni che vi avevano

visto coinvolti nel passato stanno venendomeno ed è giunto per voi il momento dipensare a qualcosa di nuovo.

VERGINE 23 Agosto - 22Settembre Cercate di evi-tare quando potete, diessere troppo bruschi ediretti nei rapporti colprossimo. Siate capaci di

mediare in situazioni in cui ce ne sarebbebisogno, ma senza per questo non espri-mere il vostro pensiero.

BILANCIA 23 Settem-

bre - 22 Ottobre E’ questoil periodo giusto per farenuove conoscenze e apri-re ad un nuovo orizzontedi rapporti sociali. Se ciò

che avete non vi soddisfa appieno avretela possibilità di dare una lieta svolta allavostra esistenza.

SCORPIONE 23 Ottobre -21 Novembre Questoanno 2012 sembra dav-vero iniziare a rilento eprobabilmente non visiete ancora ben resi

conto del nuovo anno che ormai è arriva-to. Cercate di vivere la vita in maniera piùvitale.

SAGGITTARIO 22 No-vembre - 20 DicembreOttimo periodo per levarviqualche sassolino dallascarpa e rendere note aglialtri le vostre posizioni,

che spesso potrebbero essere consideratepiù condivisibili di quello che pensate, siain famiglia che lavoro.

CAPRICORNO 21 Dicembre- 19 Gennaio Cercate diavere più coraggio nellevostre azioni e non tirateviindietro sul più bello perpaura di esporvi. Dal punto

di vista sentimentale le novità non man-cheranno: sappiate cogliere la palla albalzo.

ACQUARIO 20 Gennaio - 18Febbraio Prestate sempreattenzione alle circostanzein cui vi troverete coinvoltie cercate di non prenderetutte le questioni che vi si

pongono con leggerezza. Dal punto divista lavorativo non vi potete certo lamen-tare.

PESCI 19 Febbraio - 20Marzo Il periodo di gennaio2012 è senz’altro di quellifavorevoli. Tante le occasio-ni lavorative che vi si pre-

senteranno e tante le chanches dal punto divista sociale che non dovrete certo lasciarperdere. Ma anche il partner ha bisogno divoi, non trascuratelo!

Oroscopo di Gennaioby Cosmo

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49Campo de’ fiori

AGENDATutti gli appuntamenti più importanti

VI RASSEGNA NAZIONALE DI TEATRO PREMIO “ARCO D’ORO” 2012

Prenderà il via Domenica 19 febbraio, al Teatro Palarte di Fabrica diRoma, la sesta edizione del Premio “Arco d’Oro”, rassegna nazionale di teatroaperta a tutte le migliori compagnie non professioniste d’Italia. Anche quest’ annoil concorso ha visto iscritti più di sessanta gruppi teatrali. Tra questi sono stati sele-zionati sette spettacoli che andranno a comporre il cartellone dei finalisti, i quali sicontenderanno il prestigioso “Arco d’Oro”, opera del pittore Ferdinando Sciarriniraffigurante l’Arco di Giove di Falerii Novi.Tra i premi più ambiti assegnati alle compagnie anche il “Premio Speciale dellaStampa” che viene assegnato dal nostro giornale alla rappresentazione che a giu-dizio della Giuria ha avuto le migliori recensioni.Si parte Domenica 19 febbraio, con inizio sempre alle 17,30, con la CompagniaFilarmonico Drammatica di Macerata che porterà in scena IL MARITO DI MIO FIGLIO di Daniele Falleri. Una divertentis-sima commedia sulle sorprendenti “varianti” dei matrimoni di oggi, dove accade che scoprire l’identità delle nuore non si riveleràsemplice per le due povere coppie di genitori. Sul prossimo numero troverete tutto il programma completo della imperdibile rassegna!Pertanto appuntamento per tutti al Teatro Palarte di Fabrica di Roma con splendidi spettacoli al mitico prezzo di 5 euro. Abbonamentiper sette Domeniche a soli 25 Euro. BUON TEATRO!!

Una scena della commedia “Il marito di miofiglio”, al Teatro Palarte di Fabrica di Roma

il 19 Febbraio

Ceramica e distretto industriale: dal comune di Civita premi annuali alle tesidi laurea

Scade il 31 gennaio il termine per partecipare al concorso che l’Amministrazione comunale di CivitaCastellana ha indetto per le tesi di laurea sulla ceramica o sul Distretto Industriale che sono state discusse nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2010 e 31 dicembre 2011. Potranno partecipare al concorso coloro che hanno discusso tesi di laurea su argomenti attinenti l’evoluzione dellatecnica della ceramica, studi antropologici, l’ incidenza della ceramica sul contesto sociale, culturale e lavorativo;studi giuridici, economici ed estetico/artistici sulla ceramica; iniziative di marketing strategico per il rilancio del setto-re tradizionale ed economico del Distretto Industriale; Ceramica artistica, Istituti, Organismi, Associazione, Consorzi, interventicorrelati al raggiungimento di obiettivi di tutela e di implementazione dell’arte della ceramica.Gli interessati dovranno presentare al Comune la domanda con copia della tesi di laurea e relativa documentazione. La domandapotrà essere spedita a mezzo di raccomandata A.R. o presentata all’Ufficio Protocollo Generale ubicato presso l’Area Relazioni Esternein Via SS. Martiri Giovanni e Marciano n. 4/6. Tutte le informazioni sono anche sul sito www.civitacastellana.vt.it. Il termine ultimoper la presentazione della domanda è il 31 gennaio ore 12.00.

Giornata della Memoria: il 27 la premiazione de “I Giovani incontrano

la shoah”L’Amministrazione comunale di CivitaCastellana celebra la Giornata dellaMemoria con gli studenti delle scuolesuperiori della città . Presso l’aula magnadi via Petrarca il 27 gennaio dalle 9.30alle 11.30 si terrà un dibattito – confe-renza per ricordare le vittime dellashoah. Oltre agli interventi del sindaco,Gianluca Angelelli, e dell’assessoreall’Istruzione, Giancarlo Contessa, cisarà quello del Rabbino della Comunitàebraica di Roma, Cesare Moscati, invita-to dall’Amministrazione.La Giornata della Memoria sarà dedicataalla premiazione del concorso indettodall’Amministrazione “I giovani incontra-no la Shoah”, a cui hanno partecipato 78ragazzi degli istituti superiori della città .

I venticinque vincitori del concorso, i cui elaborati sono stati selezionati da un’appositacommissione, andranno in visita ad Auschwitz accompagnati dai docenti e dal sindaco.

CERIMONIA DI INTITOLAZIONE

di Via PROF. PAOLOMONFELI

DOMENICA 29 GENNAIO 2012ALLE ORE 12,30

con il seguente programma :

Ore 12,30: raduno delle autorità, associazioni, cittadini in PiazzaDuomo (a fianco della Biblioteca

Comunale)Breve discorso del Sindaco

Scopritura targa.

La cerimonia sarà allietata dalla Banda

Musicale “R. Poleggi”.

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50 Campo de’ fiori

La Redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri

Il 26 gennaio di 18anni fa nasceva unastella che brillavaforte!! Fa’ in modoche quella luce siasempre più forte epossa abbagliaretutti coloro cheincontrerai nellatua vita!!! Tanti

auguri a RebeccaCensi dai nonni

Donato e Gianna

Tanti auguri a nonnaAngela che il 15 gennaioha compiuto 86 anni, da

Alessandro, Laura eFranco.

Il 1° gennaio è nato ilmio piccolo grandecuginetto Gabriel.Tanti auguri a zia

Letizia, zio Rodolfo ea Desiree, da Francesco.

Tanti auguri a ValerioPapini che il 18

dicembre ha ricevutoil sacramento del

battesimo. Auguri damamma, papà, i nonni, gli zii, il padrino Giancarlo

e la madrina Elisa.

Tanti auguri a VittoriaUlisse per il suo primo

compleanno, che hafesteggiato il 28

dicembre 2011, daigenitori, i nonni, gli ziied i cuginetti Simone

ed AlessandroUn augurio speciale al piccolo ometto di casa,

Omar, che ha compiuto glianni il 2 gennaio. Per il

momento la torta è grandee le candeline sono poche,

solo una!!! Ti auguriamo di arrivare a

tante candeline da non spegnere in un soffio solo….

Tanti, tantissimi auguri cucciolotto per il tuoprimo anno di vita da mamma, papà, zii e nonni esoprattutto dalle tue cuginette Melissa e Giada,

Jasmine, Bahssam e Sahim.

Un augurio specialea Giada Mariantoni

che l’8 Febbraiocompie 18 anni.

Auguri da mamma,papà, Beatrice,nonna, zia, zio edalle cuginette

Marta, Noemi e dal fidanzato Luca.

Tanti auguri a Giada e Luca che l’8 e il 12Febbraio festeggiano 18 anni, dalle famiglie

Mariantoni e FuranoIl 23

febbraio GabrieleCeccarelli compie

5 anni. Tanti auguri dapapà Riccardo, mammaElisa, i nonni Sandro,

Maria, Marinela,Roberto, Elisabetta e

dagli zii Leonardo,Angelo, Tatiana e Rosaria.

Tanti auguri al Dott. DiegoPrecetti che lo scorso

Dicembre ha conseguito lalaurea Magistrale in

Finanza e Managementottenendo un meritatissi-

mo 110 e lode.Siamo orgogliosi di te!!!

La tua famiglia e gli amici.

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Campo de’ fiori 51

Spero chenel giorno

del tuo compleanno,

tu possavivere 18momenti

speciali chericorderai per tutta la vita! Auguri

maggiorenne! uguri....auguri.... auguri....auguri RAFFAELE !!!!!!!!!!!(Ora tocca a te ...scoprire chi e’

stato a farti questo augurio)Tanti auguri a FabioCalcinari che il 20

gennaio ha compiuto40 anni, da mamma

Maria Pia, dallesorelle Loretta ePiera, dal fratello

Daniele, dai cognati,dalla fidanzataAlexandra e dai

nipotini Gianmarco,Federica e Giulia.

Tanti auguri al piccolo

FrancescoSbarra che l’8

febbraio compie 2 anni.

Ti vogliamo un bene immenso.

Mamma, papà, i nonni, gli zii, lezie e i tuoi cuginetti Desiree e

Gabriel. Auguri!!!!

Tanti auguri a MariaPia Nelli che il23 gennaio hacompiuto 70anni, dai figli

Loretta, Piera,Fabio e Daniele,

dal genero, dalle nuore e dai nipo-tini Gianmarco, Federica e Giulia.

Congratulazionialla neo

dottoressa Maria Laura

Bacchiocchi perla sua laurea inScienze della

Comunicazione,dalla mamma, le

sorelle ed i nonni.

25 gennaio -San Francesco

di Sales.La redazione diCampo de’ fioriaugura buonafesta a tutti igiornalisti, nel

giorno dedicatoal loro Santoprotettore.

Un augurio speciale atutti

gli innamorati del mondo...

ed in particolare a quelli che

seguono appassionatamente la nostra rivista!!!!

Per chi si ama, SanValentino non è solo il 14 febbraio, ma tutti i giorni...

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Campo de’ fiori52

CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALESI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a 25,00

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Via_________________________________________________________________Telefono________________________________

effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.zadella Liberazione n. 2 - Civita Castellana

Data______________Firma__________________________________Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di“Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita

Castellana (VT)

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Nel cuoreCiao mamma, sai bene quanto dolore abbiamo dovuto sopportare nellanostra famiglia in quest’ultimo anno… e nell’ultimo mese ci ha lasciatitu… sei voluta andare per raggiungere le persone che tanto abbiamo

amato e che non sono più con noi da poco…Vorremmo infinitamente che fossi ancora qui con noi per rivivere alcuni

momenti che ci hanno accompagnati nella nostra crescita con te … tiricordi mamma quando ti prendevamo in giro per farti togliere quelbrutto “broncio” che mettevi quando si avvicinava l’ora del pranzo e

della cena… e quando a volte ti sgridavamo perché non aprivi la boccaper mangiare come una bambina dispettosa??? Ma alla fine riuscivi sempre a farti coccolare

e a farti fare mille carezze…Insomma una piccola donna che è riuscita a tirare avanti con tanti, ma tanti sacrifici una

numerosa ed unita famiglia che ti ha tanto amata.L’ultima sera in cui sei stata tra noi con quella poca voce sei riuscita a dire: “Però ho fatto

tutti bravi figli…” Tanti sono i ricordi in noi e nessuno potrà mai portarceli via…85 anni…MA LA MAMMA E’ SEMPRE LA MAMMA, anche se ormai siamo tutti grandi il dolore ci

affligge… siamo qui uniti ora più che mai, per dirti ancora una volta: CIAO CARA MAMMA, TI VOGLIAMO BENE!

La tua immagine è sempre viva nel mio pensiero, il ricordo del tuo sorriso è la mia forza.

Sei stata un esempio di madre... una nonna stupenda.. Ti amo mamma con tutto il cuore e tutta l’anima.

Lucia Montanari, le nipoti Debora, Giulia e Arianna ed il genero Giulio.

(Del Frate Anna nata il 30/11/1930 morta il 17/12/2010)

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Campo de’ fiori 53

Roma com’ era

Con il piano di Roma Capitale del 1883, la città muta profondamente la sua fisionomia. Ma l’apice delle trasformazioni urbanistiche si ha nel 1924 sotto il regime Fascista.

La fontanella di Piazza Giudea, esterna al Ghetto, ne è un esempio,dato che venne spostata in Via del Progresso.

Visita il nostro sitowww.campodefiori.biz

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Album dei ricordi

Campo de’ fiori

Civita Castellana. Primi anni ‘50. Operai della Ceramica Artistica Santi e Pellegrini. In piedi da sx: Lucia Pace, Alvisia Alessandrini, Vincenza Costanzi, Luisa Brocchi, Luigi Paolelli, Luciano Ciappici, Lorenzo Dominici, Vincenzo...,

Gino Santi (titolare insieme ad Otello Pellegrini della fabbrica). In basso da sx: Alberto Pellegrini, Bruna Gelanga, Viviana Cima, Celeste Speranza, Gianni Mattioli, Giorgio Pellegrini, Giovanni Bravini, Luigi Valletta.

Civita Castellana - 1943.

Sfollati a Corchiano.

In piedi da sx: Ferminia Benedetti,

Nazzareno Natili, Saverio Natili, Elena Natili, Eligio Natili.

In basso da sx: Carlo ed Alvise Natili.

Campo de’ fiori

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Album dei ricordi

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Campo de’ fiori

Fabrica di Roma.

Amni ‘70.

In piedi da sx: Adriano De Angelis,

Gianni Sciosci, Lino Rossi.

In basso: “Lalletto”

Foto concessa da A.D. Fabrica Calcio 2010.

Album dei ricordi

Fabrica di Roma.

Anni ‘90.

Da sx: cap. Stefano Pacelli,

don Mario Mastrocola, Lamberto Alessandrini.

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Civita Castellana.

Primi anni del '900.

Angelo Belloni alla centrale elettrica del laghetto di via Nepesina.

Foto del nipote Massimiliano Belfi.

Album dei ricordi

Fabrica di Roma - Cresima del 1955. La foto è stata messa a disposizione dal sig. Anetrini Giampiero.Da sx. (sono stati riconosciuti): 1° Fernando Cantagalli - 3° Giampiero Anetrini - 4° Domenico Anetrini .

Campo de’ fiori

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Album dei ricordi

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Album dei ricordi

Corchiano.

2 Ottobre 1954.

Delia e Giulio Clericetticonsegnano

le bomboniere del loro matrimonio,

a fine pranzo,a Cesare Clericetti

ed a tutti gli altri invitati.

Corchiano.

Fine anni ‘50.

Prima Comunione di Prospero Prosperi,

insieme a Plinio Zuppante e Renilde Prosperi.

Campo de’ fiori

Campo de’ fiori

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Campo de’ fiori60

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