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Torino Collaborazione L’Italia del...

Date post: 17-Feb-2019
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Progetti Frontiere Esperienze 10 Il Sole 24 Ore Nòva24 n. 540 17 luglio 2016 L’Italia del biomed investe nelle startup ma non fa sistema Delle 321 censite, la maggior parte opera nella diagnosi in vitro. Molte le soluzioni che potrebbero fare risparmiare il Ssn di  Francesca Cerati a Trovare finanziamenti per un’idea in- novativa serve, ma se sei una startup bio- medicale non basta. Occorre avere tempo, per la certificazione Ce, la validazione cli- nica, l’approvazione da parte degli enti re- golatori. I tempi di sviluppo di un medical device sono per forza di cose più lunghi ri- spetto ai prodotti del settore Ict, perchè parliamo di tecnologie sanitarie, e l’aspet- to regolatorio fa la differenza nell’allunga- re i tempi. Insomma, rispetto ai 6 mesi per il lancio di una nuova app, qui dobbiamo mettere in conto almeno 5 anni. La nota positiva però è che il biomedi- cale è un settore che ha fame di innova- zione perchè ha un beneficio diretto sui pazienti, fa risparmiare il Servizio sanita- rio nazionale e ha maggiori potenzialità di sfondare in uno dei mercati più strate- gici, quello della salute. E chi è del settore ha ben presente la storia di Andrea Ventu- relli, che nel 2010 ha venduto la sua Inva- tec per 500 milioni di dollari alla multina- zionale Medtronic. Ma è partecipando alla seconda edizione di Startup Biomed Forum, che si è da poco svolta nella sede di I3P, incubatore del Poli- tecnico di Torino, che si tasta con mano l’atmosfera che avvolge questo settore. Una grande energia, ma soprattutto la de- terminazione di trasformare un’idea nata dal proprio background scientifico in un prodotto imprenditoriale. Come ci raccon- ta Massimo Bocchi, 39 anni di Bologna, in- gegnere elettronico con un dottorato in microelettronica e un’esperienza di 6 mesi in Silicon Valley «che è stata estremamente utile, lì ho capito il potere e il valore di fare networking». Poco più di due anni fa Mas- simo e il suo socio hanno fondato Cellplay, una piattaforma per ospedali per persona- lizzare la cura del cancro. Il test funzionale determina istantaneamente l’efficacia di un farmaco nel contrastare le cellule can- cerogene in un determinato paziente. E poi ci sono anche Alessandro Sappia ed Enrico Manzini, due giovani ingegneri informati- ci che con la loro Biotechware hanno creato un elettrocardiografo portatile e in part- nership con Telemedico offrono il servizio alle farmacie, alle case di cura, alle Asl. Un buon esempio di collaborazione. In effetti, il punto debole di questo setto- re è la resistenza a fare sistema, anche se si registra un aumento dei contratti di rete (due anni fa erano 5 oggi sono 37), questo processo è più lento rispetto al numero di startup. «Sono numeri ancora troppo bassi se si tiene conto che è un settore in cui ope- rano migliaia di Pmi e oltre 300 startup. Queste forme strutturate di collaborazio- ne tra imprse permettono infatti di accele- rare la crescita - spiega Paolo Gazzaniga, direttore del Centro studi di Assobiomedi- ca -. Dal nostro osservatorio emerge anche che c’è un’inversione di tendenza rispetto al numero di spin off accademici, che nei primi anni rappresentavano la percentua- le più alta, mentre ora sono diminuiti, an- che se rappresentano ancora il 46 per cento del totale. La ragione sta nella debolezza del sistema di trasferimento tecnologico. In Italia non possiamo adottare il sistema americano, quello che utilizza il Mit per in- tenderci, perchè non abbiamo lo stesso ti- po di risorse. Sarebbe più efficace il model- lo svizzero Unitrecta, attraverso il quale le Università di Zurigo, Berna e Basilea han- no creato un ufficio di trasferimento tec- nologico esterno che lavora a beneficio di tutti e tre. Non è utopistico pensare che an- che in Italia si possa creare un centro per il trasferimento tecnologico focalizzato sul- le life science, che avrebbe nel proprio data base tutte le informazioni su quali sono le industrie nel mondo potenzialmente utili a sviluppare o commercializzare una certa innovazione e fungere da hub per le diver- se facoltà: da medicina a ingegneria ad agraria». E restando nell’ambito dell’ap- proccio collaborativo, Gazzaniga aggiun- ge un altro importante tassello che riguar- da la nostra competenza clinica e la possi- bilità di metterla in rete. «Se ci fosse una re- te nazionale che cooptasse tutte le migliori strutture italiane con le migliori compe- tenze, sarebbe la piattaforma di elezione per sperimentare e sviluppare una nuova tecnologia. Una piattaforma strutturata e competente ha maggiore credibilità e po- trebbe essere non sola una sponda per le nostre startup, ma anche per la multina- zionale che ha la necessità di validare la propria tecnologia. Anche questo è un mo- do per aprire le porte all’innovazione». La massa critica per fare sistema in Italia esiste come evidenzia l’istantanea del set- tore fornita da Assobiomedica, che regi- stra rispetto all’anno scorso un aumento nel numero delle startup che operano solo nei dispositivi medici: da 250 a 321. «Il settore - spiega Vera Codazzi, re- sponsabile Area Innovazione di Assobio- medica - è caratterizzato da un’elevata complessità ed eterogeneità a livello di prodotti e tecnologie; una forte concentra- zione territoriale geografica ed è trainato in modo preponderante dall'innovazione. Sono 4368 le imprese censite attive nel set- tore dei dispositivi medici, che danno lavo- ro a oltre 70mila dipendenti. Prevale la componente manifatturiera, oltre il 50% del totale è produzione diretta». Da un punto di vista geografico, in Italia il 70% per numero di imprese si concen- trata in cinque regioni, che producono ol- tre l’80% del fatturato italiano: Lombar- dia, Emilia Romagna, Veneto, Lazio e To- scana. Il Piemonte è al settimo posto per numero di imprese, al sesto per fatturato. Le multinazionali sono una piccola per- centuale sul totale ma di fatto producono quasi il 60% del fatturato globale e sono le imprese di dimensioni maggiori. Per le startup il comportamento è analogo a quello delle imprese, ovvero concentrate in alcune regioni, le principali sono: To- scana, Emilia Romagna, Lombardia, in queste si concentra il 60% delle startup e il 64% di quelle innovative sul totale. La maggior parte opera nella diagnostica in vitro, seguita dai servizi software. Il settore della medicina sta andando incontro a dei significativi cambiamenti: da un lato l’allungamento della vita, l’au- mento delle malattie croniche, le cure a domicilio, dall’altro la spesa medica, che in tutto il mondo sta aumentando in ma- niera importante, spingono a cercare nuove soluzioni tecnologiche che faccia- no anche risparmiare. Il medtech ha quindi dentro di sè una forza scientifica, industriale e una grande opportunità di mercato sia nazionale che internaziona- le. «Il vero tema non sta tanto nell’offerta, ma sul fronte della domanda che è molto timida e lenta - spiega Marco Cantames- sa, ordinario presso il Politecnico di Tori- no, docente di Ingegneria gestionale e della produzione, presidente dell’I3P del Politecnico di Torino, il primo incubatore in Italia. La difficoltà per una startup è passare dal contatto al contratto, e visto che l’iter di sviluppo del prodotto in que- sto settore è molto lungo e problematico, serve un supporto da parte dei decisori, e anche una maggiore consapevolezza sullle opportunità che offrono queste aziende. Perchè le startup sono delle grandi aziende ancora piccole, non una moda passeggera». © RIPRODUZIONE RISERVATA di  Francesca Cerati a Come si introduce un innovazione in ospedale? Con chi e di che cosa si deve par- lare affichè questa venga acquistata? Oggi il panorama del sistema sanitario nazio- nale è fatto da diverse figure, con punti di vista differenti, e ruolo diversi. Prima l'unico decisore era il medico, ora il siste- ma acquisti è molto più complicato e strutturato. L'ultimo miglio, quindi, po- trebbe essere il vero ostacolo per le startup biomedicali, che si devono inserire in una realtà in cui da un lato se non si innova si tengono a freno i costi, ma dall'altro si ri- schia l'immobilismo scientifico. L'ospedale è una grande azienda a tutti gli effetti, per numero di dipendenti, per asset, per valore delle tecnologie, per fattu- rato spiega l'ingegnere Paolo Pari, del con- siglio direttivo dell'Associazione italiana ingegneri clinici -. Il valore del parco scien- tifico tecnologico biomedico di un ospeda- le medio vale 40 milioni. Ma quello che di- stingue l'ospedale da altre aziende di pari dimensioni è l'enorme eterogeneità di tec- nologie. Da questo punto di vista l'ospedale è una holding, rappresentata dai vari di- partimenti e dai reparti, che arriva ad avere qualcosa come 320 classi diverse di tecno- logie all'interno di un'unica struttura. So- no questi gli interlocutori con cui le startup hanno a che fare. Quando si sottopone una nuova tecnologia, il management dell'ospedale deve capire come integrare il nuovo strumento nello scenario generale. Uno sguardo al trend mostra che gli anni caratterizzati da un incremento della nu- merosità delle attrezzature in servizio so- no finiti, mentre il valore della sostituzio- ne tende ad aumentare. Quello che invece tende a diminuire è il tempo di vita medio di una tecnologia che si accorcia molto, perché il “nuovo” resta efficiente fino a quando qualcosa d'altro per effetto dell'in- novazione ne prevarica le funzioni ren- dendolo obsoleta. Da un punto di vista del ciclo di vita di un prodotto, sono quattro le fasi: pro- grammazione acquisti, pianificazione degli investimenti, valutazione della tec- nologia, progettazione funzionale. Tutto questo ha una durata di diversi mesi. La fase più snella riguarda invece l’acceta- zione, l’installazione e la validazione del- l’attività funzionale. A oggi il processo che consente di valuta- re quali sono gli impatti dell'introduzione di una nuova tecnologia, oltre a essere di ti- po interdisciplinare, non distingue se si tratta di un device nuovo o se è innovativo. La trafila resta la medesima e chiama in causa clinici, infermieri, tecnici, ingegneri, amministrativi, associazioni dei pazienti... «C'è una direzione generale che deve dare gli indirizzi strategici nell'ambito di una programmazione, c'è una direzione sanitaria che deve occuparsi dell'analisi dei bisogni clinici e la validazione , c'è una direzione tecnica che deve fare ricerche di mercato per identificare le tecnologie al- terantive». Ciò detto c’è il tema della cen- tralità degli acquisti. Il sistema pubblico ha ritenuto e valutato di centralizzare con grandissime gare di appalto l'acquisizio- ne dei prodotti, che se da un lato porta a una riduzione dei costi, dall’altro potreb- be non rispondere ai bisogni dell'utenza che li utilizza. In tema di innovazione, il nuovo codice degli appalti ha introdotto strumenti specifici che consentono di co- struire dei percorsi specifici e adeguati nel caso ci sia una tecnologia innovativa che deve essere validata. «La centralizzazione degli acquisti non è il modo migliore per l'acquisto di una tecnologia che si affaccia per la prima vol- ta sul mercato – commenta Paolo Gazza- niga, direttore Centro sudi di Assobiome- dica -. In genere, viene provata in pochi centri e poi si diffonde. Se impera una lo- gica per cui una certa tecnologia viene ac- quistata da una stazione appaltante per tutti, difficilemnte verrà scritto che si deb- ba premiare il prodotto nuovo rispetto a quello che da vent'anni ha un certo prezzo e un collaudo. I paesi che hanno adottato un modello di centralizzazione più spin- to, hanno visto diminuire e rallentare il si- stema di diffusione dell'innovazione, so- prattutto in ambito pubblico». © RIPRODUZIONE RISERVATA Per introdurre un nuovo prodotto dobbiamo sapere chi sono gli interlocutori Lo stato patrimionale medtech dell’ospedale italiano CELLDYNAMICS SRL Attrezzature tecniche Sviluppa una linea di dispositivi per analisi cellulare in real-time che permettono di ottenere dei video delle cellule nel loro percorso di vita, anche durante la loro risposta a stimoli esterni come farmaci, virus. Trova applicazioni specifiche nel campo della fecondazione assistita e nello sviluppo di nuovi farmaci. 22 soci, 2 dipendenti, 14 collaboratori. Finanziamenti: 200mila da privati (professionisti ed aziende) 100 mila grant regionale startup innovative 2014 UBT-UMBRIA BIOENGINEERING TECHNOLOGIE Imaging L’idea di un mammografo a microonde è del matematico Gianluigi Tiberi (socio di maggioranza della Ubt), che durante i suoi studi di Post PhD all’Università di Oxford, ha verificato la validità teorica dell’ipotesi. L’assenza di radiazioni ionizzanti e la grande semplicità di utilizzo rappresentano i punti di forza in chiave di potenzialità di diffusione soprattutto per lo screening. Il progetto è stato interamente finanziato dai due co-inventori nei primi 4 anni, e un contributo dalla Regione Umbria pari a 33.000 euro PROBIOTIC CGB SRL Borderline Costituita nell’ottobre 2015, Opera nei settori nutraceutico e nutrigenetico. Il prodotto Probio-Cardio è un’ssociazione di probiotici, estratti vegetali e vitamine, che favorisceil metabolismo dei trigliceridi e del colesterolo, la regolarità della pressione arteriosa e l’equilibrio della flora intestinale 2 soci, 1 advisor scientifico, 3 dipendenti, autofinanziata dai soci 35 LA RAPPRESENTAZIONE Dati in percentuale LA GEOGRAFIA DELLE STARTUP Numero di startup nelle regioni italiane Per localizzazione Per età 2000-2007 Incubate nei parchi scientifici Non incubate 2008-2011 2012-2015 65 35 27 38 -- 100 25 25 50 -- 100 67 33 -- 9 91 56 11 33 15 85 34 40 26 59 41 24 38 38 38 68 38 31 31 2 1 2000 - 2007 2008 - 2011 2012 - 2015 NUMERO STARTUP BIOMEDICALI IN ITALIA A OGGI Totale startup in Italia 6.000 321 Piemonte, Lombardia, Emila Romagna e Toscana rappresentano: Il 35% ha meno di 4 anni La distribuzione dell’innovazione Il settore Life science è strategico per il nostro Paese. Le imprese attive solo nel settore dei dispositivi medici sono 4368, e danno lavoro a 70mila dipendenti. A queste si aggiungono le startup, a oggi 321, che nel loro piccolo hanno già creato un indotto. I dati sono forniti da Assobiomedica PIEMONTE 36 LOMBARDIA 59 TOSCANA 39 Sardegna 16 Sicilia 16 Lazio 16 Puglia 10 2 5 Campania 11 Calabria 3 Marche Molise Abruzzo Umbria 7 4 Veneto 14 Friuli V.G. 17 Trentino A.A. Valle d’Aosta -- Basilicata -- 11 Liguria 7 EMILIA ROMAGNA 55 LE REGIONI IN CUI SI CONCENTRANO LE STARTUP IN ITALIA Il 60% del numero delle startup Il 63% di startup innovative ITALIA Abruzzo Calabria Campania Emilia R. Friuli V.G. Lazio 41 15 44 Biomedicale Imprese che producono e/o distribuiscono vari dispositivi medici, per lo più monouso o single-user, tra cui gli impiantabili e i cosiddetti disposables 32 30 38 Biomedicale strumentale Imprese che producono e/o distribuiscono strumenti e apparecchiature per chirurgia, monitoraggio, riabilitazione, supporto 29 21 50 Borderline Imprese che producono e/o distribuiscono prodotti che hanno una finalità medica, ma non esercitano azioni farmacologiche, immunologiche o metaboliche, bensì agiscono solo tramite azione meccanica e non sono riconducibili ad alcuna delle altre famiglie di dispositivi medici 20 43 37 Diagnostica in vitro (IVD) Imprese che producono e/o distribuiscono dispositivi per diagnostica di laboratorio e diagnostica molecolare, bedside-testing e self-testing 10 35 55 Imaging Imprese che producono e/o distribuiscono dispositivi radiologici per immagini e a ultrasuoni; dispositivi per monitoraggio dei parametri funzionali (ECG, EEG, ecc.) 56 16 28 Servizi e software Imprese che forniscono servizi di gestione e manutenzione di tecnologie biomediche, di sterilizzazione di dispositivi medici e di logistica in ambito sanitario e assistenziale; imprese che forniscono servizi di telemedicina; imprese che sviluppano o commerciano software che trovano un impiego connesso ai dispositivi medici 53 12 35 Attrezzature tecniche Imprese che producono e/odistribuiscono attrezzature ospedaliere, strumentazione di laboratorio, per studi medici e odontoiatrici 46% Sono spin off pubblici 4% Spin off aziendali 35% Startup incubate nei parchi scientifico-tecnologici 49% Registrate come startup innovative Il 14% meno di 2 anni Il 35% sono incubate tra Piemonte e Toscana Valutazione dei bisogni Processo di acquisto Interdisciplinare Biomed forum Torino Collaborazione
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ProgettiFrontiere Esperienze

10 Il Sole 24 Ore Nòva24 n. 540 17 luglio 2016

L’Italia del biomedinveste nelle startupma non fa sistemaDelle 321 censite, la maggiorparte opera nella diagnosiin vitro. Molte le soluzioniche potrebbero fare risparmiare il Ssn

di Francesca Cerati

a Trovare finanziamenti per un’idea in-novativa serve, ma se sei una startup bio-medicale non basta. Occorre avere tempo,per la certificazione Ce, la validazione cli-nica, l’approvazione da parte degli enti re-golatori. I tempi di sviluppo di un medicaldevice sono per forza di cose più lunghi ri-spetto ai prodotti del settore Ict, perchèparliamo di tecnologie sanitarie, e l’aspet-to regolatorio fa la differenza nell’allunga-re i tempi. Insomma, rispetto ai 6 mesi per illancio di una nuova app, qui dobbiamomettere in conto almeno 5 anni.

La nota positiva però è che il biomedi-cale è un settore che ha fame di innova-zione perchè ha un beneficio diretto suipazienti, fa risparmiare il Servizio sanita-rio nazionale e ha maggiori potenzialitàdi sfondare in uno dei mercati più strate-gici, quello della salute. E chi è del settoreha ben presente la storia di Andrea Ventu-relli, che nel 2010 ha venduto la sua Inva-tec per 500 milioni di dollari alla multina-zionale Medtronic.

Ma è partecipando alla seconda edizionedi Startup Biomed Forum, che si è da pocosvolta nella sede di I3P, incubatore del Poli-tecnico di Torino, che si tasta con manol’atmosfera che avvolge questo settore.Una grande energia, ma soprattutto la de-terminazione di trasformare un’idea natadal proprio background scientifico in unprodotto imprenditoriale. Come ci raccon-ta Massimo Bocchi, 39 anni di Bologna, in-gegnere elettronico con un dottorato inmicroelettronica e un’esperienza di 6 mesiin Silicon Valley «che è stata estremamenteutile, lì ho capito il potere e il valore di farenetworking». Poco più di due anni fa Mas-simo e il suo socio hanno fondato Cellplay,una piattaforma per ospedali per persona-lizzare la cura del cancro. Il test funzionaledetermina istantaneamente l’efficacia diun farmaco nel contrastare le cellule can-cerogene in un determinato paziente. E poici sono anche Alessandro Sappia ed EnricoManzini, due giovani ingegneri informati-ci che con la loro Biotechware hanno creato

un elettrocardiografo portatile e in part-nership con Telemedico offrono il servizioalle farmacie, alle case di cura, alle Asl. Unbuon esempio di collaborazione.

In effetti, il punto debole di questo setto-re è la resistenza a fare sistema, anche se siregistra un aumento dei contratti di rete(due anni fa erano 5 oggi sono 37), questoprocesso è più lento rispetto al numero distartup. «Sono numeri ancora troppo bassise si tiene conto che è un settore in cui ope-rano migliaia di Pmi e oltre 300 startup.Queste forme strutturate di collaborazio-ne tra imprse permettono infatti di accele-rare la crescita - spiega Paolo Gazzaniga,direttore del Centro studi di Assobiomedi-ca -. Dal nostro osservatorio emerge ancheche c’è un’inversione di tendenza rispettoal numero di spin off accademici, che nei primi anni rappresentavano la percentua-le più alta, mentre ora sono diminuiti, an-che se rappresentano ancora il 46 per centodel totale. La ragione sta nella debolezzadel sistema di trasferimento tecnologico. In Italia non possiamo adottare il sistemaamericano, quello che utilizza il Mit per in-tenderci, perchè non abbiamo lo stesso ti-po di risorse. Sarebbe più efficace il model-lo svizzero Unitrecta, attraverso il quale leUniversità di Zurigo, Berna e Basilea han-no creato un ufficio di trasferimento tec-nologico esterno che lavora a beneficio ditutti e tre. Non è utopistico pensare che an-che in Italia si possa creare un centro per iltrasferimento tecnologico focalizzato sul-le life science, che avrebbe nel proprio database tutte le informazioni su quali sono leindustrie nel mondo potenzialmente utilia sviluppare o commercializzare una certainnovazione e fungere da hub per le diver-se facoltà: da medicina a ingegneria adagraria». E restando nell’ambito dell’ap-proccio collaborativo, Gazzaniga aggiun-ge un altro importante tassello che riguar-da la nostra competenza clinica e la possi-bilità di metterla in rete. «Se ci fosse una re-te nazionale che cooptasse tutte le miglioristrutture italiane con le migliori compe-tenze, sarebbe la piattaforma di elezioneper sperimentare e sviluppare una nuovatecnologia. Una piattaforma strutturata ecompetente ha maggiore credibilità e po-trebbe essere non sola una sponda per lenostre startup, ma anche per la multina-zionale che ha la necessità di validare lapropria tecnologia. Anche questo è un mo-do per aprire le porte all’innovazione».

La massa critica per fare sistema in Italiaesiste come evidenzia l’istantanea del set-tore fornita da Assobiomedica, che regi-stra rispetto all’anno scorso un aumentonel numero delle startup che operano solo

nei dispositivi medici: da 250 a 321. «Il settore - spiega Vera Codazzi, re-

sponsabile Area Innovazione di Assobio-medica - è caratterizzato da un’elevatacomplessità ed eterogeneità a livello diprodotti e tecnologie; una forte concentra-zione territoriale geografica ed è trainatoin modo preponderante dall'innovazione.Sono 4368 le imprese censite attive nel set-tore dei dispositivi medici, che danno lavo-ro a oltre 70mila dipendenti. Prevale lacomponente manifatturiera, oltre il 50%del totale è produzione diretta».

Da un punto di vista geografico, in Italiail 70% per numero di imprese si concen-trata in cinque regioni, che producono ol-tre l’80% del fatturato italiano: Lombar-dia, Emilia Romagna, Veneto, Lazio e To-scana. Il Piemonte è al settimo posto pernumero di imprese, al sesto per fatturato.Le multinazionali sono una piccola per-centuale sul totale ma di fatto produconoquasi il 60% del fatturato globale e sono leimprese di dimensioni maggiori. Per lestartup il comportamento è analogo aquello delle imprese, ovvero concentratein alcune regioni, le principali sono: To-scana, Emilia Romagna, Lombardia, inqueste si concentra il 60% delle startup e il64% di quelle innovative sul totale. Lamaggior parte opera nella diagnostica invitro, seguita dai servizi software.

Il settore della medicina sta andandoincontro a dei significativi cambiamenti:da un lato l’allungamento della vita, l’au-mento delle malattie croniche, le cure adomicilio, dall’altro la spesa medica, chein tutto il mondo sta aumentando in ma-niera importante, spingono a cercarenuove soluzioni tecnologiche che faccia-no anche risparmiare. Il medtech haquindi dentro di sè una forza scientifica,industriale e una grande opportunità dimercato sia nazionale che internaziona-le. «Il vero tema non sta tanto nell’offerta,ma sul fronte della domanda che è moltotimida e lenta - spiega Marco Cantames-sa, ordinario presso il Politecnico di Tori-no, docente di Ingegneria gestionale edella produzione, presidente dell’I3P delPolitecnico di Torino, il primo incubatorein Italia. La difficoltà per una startup èpassare dal contatto al contratto, e vistoche l’iter di sviluppo del prodotto in que-sto settore è molto lungo e problematico,serve un supporto da parte dei decisori, eanche una maggiore consapevolezzasullle opportunità che offrono questeaziende. Perchè le startup sono dellegrandi aziende ancora piccole, non unamoda passeggera».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Francesca Cerati

a Come si introduce un innovazione inospedale? Con chi e di che cosa si deve par-lare affichè questa venga acquistata? Oggiil panorama del sistema sanitario nazio-nale è fatto da diverse figure, con punti divista differenti, e ruolo diversi. Primal'unico decisore era il medico, ora il siste-ma acquisti è molto più complicato estrutturato. L'ultimo miglio, quindi, po-trebbe essere il vero ostacolo per le startupbiomedicali, che si devono inserire in unarealtà in cui da un lato se non si innova sitengono a freno i costi, ma dall'altro si ri-schia l'immobilismo scientifico.

L'ospedale è una grande azienda a tuttigli effetti, per numero di dipendenti, per asset, per valore delle tecnologie, per fattu-rato spiega l'ingegnere Paolo Pari, del con-siglio direttivo dell'Associazione italianaingegneri clinici -. Il valore del parco scien-tifico tecnologico biomedico di un ospeda-le medio vale 40 milioni. Ma quello che di-stingue l'ospedale da altre aziende di paridimensioni è l'enorme eterogeneità di tec-nologie. Da questo punto di vista l'ospedaleè una holding, rappresentata dai vari di-

partimenti e dai reparti, che arriva ad averequalcosa come 320 classi diverse di tecno-logie all'interno di un'unica struttura. So-no questi gli interlocutori con cui le startuphanno a che fare. Quando si sottopone unanuova tecnologia, il managementdell'ospedale deve capire come integrare ilnuovo strumento nello scenario generale.

Uno sguardo al trend mostra che gli annicaratterizzati da un incremento della nu-merosità delle attrezzature in servizio so-no finiti, mentre il valore della sostituzio-ne tende ad aumentare. Quello che invecetende a diminuire è il tempo di vita mediodi una tecnologia che si accorcia molto,perché il “nuovo” resta efficiente fino aquando qualcosa d'altro per effetto dell'in-novazione ne prevarica le funzioni ren-dendolo obsoleta.

Da un punto di vista del ciclo di vita diun prodotto, sono quattro le fasi: pro-grammazione acquisti, pianificazionedegli investimenti, valutazione della tec-nologia, progettazione funzionale. Tuttoquesto ha una durata di diversi mesi. Lafase più snella riguarda invece l’acceta-zione, l’installazione e la validazione del-l’attività funzionale.

A oggi il processo che consente di valuta-re quali sono gli impatti dell'introduzionedi una nuova tecnologia, oltre a essere di ti-po interdisciplinare, non distingue se sitratta di un device nuovo o se è innovativo.La trafila resta la medesima e chiama incausa clinici, infermieri, tecnici, ingegneri,amministrativi, associazioni dei pazienti...

«C'è una direzione generale che deve

dare gli indirizzi strategici nell'ambito diuna programmazione, c'è una direzionesanitaria che deve occuparsi dell'analisidei bisogni clinici e la validazione , c'è unadirezione tecnica che deve fare ricerche dimercato per identificare le tecnologie al-terantive». Ciò detto c’è il tema della cen-tralità degli acquisti. Il sistema pubblicoha ritenuto e valutato di centralizzare congrandissime gare di appalto l'acquisizio-ne dei prodotti, che se da un lato porta auna riduzione dei costi, dall’altro potreb-be non rispondere ai bisogni dell'utenzache li utilizza. In tema di innovazione, ilnuovo codice degli appalti ha introdottostrumenti specifici che consentono di co-struire dei percorsi specifici e adeguati nelcaso ci sia una tecnologia innovativa chedeve essere validata.

«La centralizzazione degli acquisti nonè il modo migliore per l'acquisto di unatecnologia che si affaccia per la prima vol-ta sul mercato – commenta Paolo Gazza-niga, direttore Centro sudi di Assobiome-dica -. In genere, viene provata in pochicentri e poi si diffonde. Se impera una lo-gica per cui una certa tecnologia viene ac-quistata da una stazione appaltante pertutti, difficilemnte verrà scritto che si deb-ba premiare il prodotto nuovo rispetto aquello che da vent'anni ha un certo prezzoe un collaudo. I paesi che hanno adottatoun modello di centralizzazione più spin-to, hanno visto diminuire e rallentare il si-stema di diffusione dell'innovazione, so-prattutto in ambito pubblico».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per introdurre un nuovoprodotto dobbiamo saperechi sono gli interlocutori

Lo stato patrimionale medtechdell’ospedale italiano

CELLDYNAMICS SRLAttrezzature tecnicheSviluppa una linea di dispositiviper analisi cellulare in real-timeche permettono di ottenere dei video delle cellule nel loro percorso di vita, anche durante la loro rispostaa stimoli esterni come farmaci, virus. Trova applicazioni specifichenel campo della fecondazione assistita e nello sviluppo di nuovi farmaci. 22 soci, 2 dipendenti,14 collaboratori. Finanziamenti:200mila da privati (professionistied aziende) 100 mila grant regionale startup innovative 2014

UBT-UMBRIA BIOENGINEERINGTECHNOLOGIEImagingL’idea di un mammografoa microonde è del matematico Gianluigi Tiberi (socio di maggioranza della Ubt), che durante i suoi studidi Post PhD all’Università di Oxford, ha verificato la validità teorica dell’ipotesi. L’assenza di radiazioni ionizzanti e la grande semplicitàdi utilizzo rappresentano i puntidi forza in chiave di potenzialitàdi diffusione soprattutto perlo screening. Il progetto è stato interamente finanziato dai due co-inventori nei primi 4 anni,e un contributo dalla RegioneUmbria pari a 33.000 euro

PROBIOTIC CGB SRLBorderlineCostituita nell’ottobre 2015,Opera nei settori nutraceuticoe nutrigenetico.Il prodotto Probio-Cardioè un’ssociazione di probiotici,estratti vegetali e vitamine,che favorisceil metabolismodei trigliceridi e del colesterolo,la regolarità della pressione arteriosa e l’equilibrio della flora intestinale 2 soci, 1 advisor scientifico,3 dipendenti, autofinanziatadai soci

NISO BIOMED SRLBiomedicale strumentaleFondata nel 2009 da due soci,la startup ha subito esteso a livello mondiale il suo brevetto tecnologico, un dispositivo medico innovativo – EndoFaster – che analizza il succo gastrico migliorando le diagnosie il riconoscimento dei fattoridi rischio tumorale.Una sorta di esame in tempo realedel rischio in 15 secondi, minor numero di biopsie con una riduzione dei costi

W.I.S.E. SRLBiomedicale consumabileFondata nel 2011, produce e commercializza dispositivi medici impiantabili nel midollo spinaleo nel cervello. Il punto di forzaè una tecnologia innovativa (proprietaria) per la metallizzazione di polimeri estensibili e la manifattura di una nuova generazione di elettrodi per neurostimolazione Soci: 15 (6 Founders&Partners, 9 Investors) e 11 dipendneti. Ha chiuso a oggi 4 round di investimento per complessivi 4.240.000 euro

CELLPLY SRLDiagnostica in vitroHa creato una piattaformaper gli ospedali per lapersonalizzazione della curadel cancro. La startup è nata pocopiù di 2 anni fa: 2 soci fondatori,8 dipendenti, 2,1 milioni di eurodi finanziamento in capitale di rischio dai seguenti investitori:Italian Angels for Growth (IAG), fondo Ingenium II (Zernike Meta Ventures) e fondo Atlante Seed(IMI Fondi Chiusi)

BIOTECHWARE SRLServizi e softwareDue giovani ingegneri informatici hanno brevettato CardioPad Pro,un elettrocardiografo portatileche rende possibilel'elettrocardiogramma in mobilità, come ad esempio in farmacia, eliminando così il problema delle liste d'attesa Soci operativi:8 soci operativi, 48 fiannziatori,8 dipendenti. Finanziamenti:1 milione di euro da Davide Trabaldo Togna, Greentel srl e Victoria Asset Management

Fonte: Credit: Garde 2012 da mettere PANORAMA GLOBALE DEI MEDICAL DEVICE - (credit: Espicom, 2015), (Credit: Klass consulting, 2015), (Credit export, 2014), il mercato dei dispositivi medici - Credit The Whitaker Insitute, spesa sanitaria globale e in italia

35

LA RAPPRESENTAZIONEDati in percentuale

LA GEOGRAFIA DELLE STARTUPNumero di startup nelle regioni italiane

Per localizzazione

Per età

2000-2007

Incubate nei parchi scientificiNon incubate

2008-20112012-2015

65

35 27

38

-- 100

25 25

50

-- 100

67 33

--

9 91

56 11

33

15 85

34 40

26

59 41

24 38

38

38 68

38 31

31

29 71

14 14

72

27 73

45 19

36

-- 100

57 14

29

-- 100

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100

86 14

31 26

43

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20 20

60

63 38

12 38

50

33 67

38 24

38

46 54

29 26

45

18 82

82 --

18

25 75

67 --

33

21 79

21 29

50

2000 - 2007 2008 - 2011 2012 - 2015

NUMERO STARTUPBIOMEDICALIIN ITALIA A OGGI

Totale startup in Italia 6.000

321

Piemonte, Lombardia,Emila Romagna e Toscanarappresentano:

Il 35% ha meno di 4 anni

La distribuzione dell’innovazioneIl settore Life science è strategico per il nostro Paese. Le imprese attive solo nel settore dei dispositivi medicisono 4368, e danno lavoro a 70mila dipendenti. A queste si aggiungono le startup, a oggi 321, che nel loropiccolo hanno già creato un indotto. I dati sono forniti da Assobiomedica

PIEMONTE36

LOMBARDIA59

TOSCANA39

Sardegna16

Sicilia

16

Lazio16

Puglia10

25

Campania 11

Calabria

3

Marche

MoliseAbruzzo

Umbria

7

4

Veneto14

Friuli V.G.17

Trentino A.A.

Valled’Aosta--

Basilicata--

11

Liguria

7 EMILIAROMAGNA

55

LE REGIONI IN CUISI CONCENTRANOLE STARTUP IN ITALIA

Il 60%

del numerodelle startup

Il 63%

di startupinnovative

ITALIA Abruzzo Calabria Campania Emilia R. Friuli V.G. Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trentino A.A. Umbria Veneto

41 15

44

BiomedicaleImprese che produconoe/o distribuisconovari dispositivi medici,per lo più monousoo single-user, tra cui gliimpiantabili e i cosiddettidisposables

32 30

38

Biomedicale strumentaleImprese che produconoe/o distribuiscono strumentie apparecchiature perchirurgia, monitoraggio,riabilitazione, supporto

29 21

50

BorderlineImprese che produconoe/o distribuiscono prodottiche hanno una finalitàmedica, ma non esercitanoazioni farmacologiche,immunologiche ometaboliche, bensìagiscono solo tramiteazione meccanica e nonsono riconducibili adalcuna delle altre famigliedi dispositivi medici

20 43

37

Diagnostica in vitro (IVD)Imprese che produconoe/o distribuisconodispositivi per diagnosticadi laboratorio e diagnosticamolecolare, bedside-testinge self-testing

10 35

55

ImagingImprese che produconoe/o distribuisconodispositivi radiologici perimmagini e a ultrasuoni;dispositivi per monitoraggiodei parametri funzionali(ECG, EEG, ecc.)

56 16

28

Servizi e softwareImprese che fornisconoservizi di gestione emanutenzione di tecnologiebiomediche, di sterilizzazionedi dispositivi medici e dilogistica in ambito sanitarioe assistenziale; impreseche forniscono servizi ditelemedicina; imprese chesviluppano o commercianosoftware che trovanoun impiego connessoai dispositivi medici

53 12

35

Attrezzature tecnicheImprese che produconoe/odistribuisconoattrezzature ospedaliere,strumentazionedi laboratorio, per studimedici e odontoiatrici

46%

Sonospin offpubblici

4%

Spin offaziendali

35%

Startup incubatenei parchi

scientifico-tecnologici

49%

Registratecome startup

innovative

Il 14% meno di 2 anni

Il 35% sono incubate tra Piemontee Toscana

2013

7,83

2040

18,28

SPESA SANITARIA GLOBALE E IN ITALIAStima di come e quanto si andrà a spenderein futuro per la sanità, con un’estensionetemporale fino al 2040, in 184 Paesi.In trilioni di $

Per l’Italia si stima un tasso di crescita annualedel 2,6% che porterebbe nel 2040 a una spesa

sanitaria (pubblica e privata) procapitedi 5.968 dollari, a fronte dei 3.077 del 2013

In questo lasso di tempo la spesa sanitariapro-capite aumenterà annualmente del

+2,7%Nei paesiad alto reddito

+3,4%Nei paesia reddito

medio-alto

+3,0%Nei paesia reddito

medio-basso

+2,4%Nei paesia bassoincome

2010

164

OGGI

228

2018

440

IL PANORAMA GLOBALEValore del mercato globale di dispositivi medici.Mld di $

Nel settore dei medical device, la diagnosticaguiderà il settore, previsioni di vendita globali:

54,5 mld di $

+4,4%TASSO DI CRESCITA ANNUO

(relativo alla prescrizione di farmaci: 2,5%)

IL MERCATO DEI DISPOSITIVI MEDICIValore del settore(*) cresce del 20% all’anno, dal 2009

58,0Mld di euro

Europa

48,0*Mld di dollari

Cina

125,4Miliardi di dollari

Stati Uniti

Valutazione dei bisogni Processo di acquisto Interdisciplinare

Biomed forum Torino Collaborazione

17 luglio 2016 Nòva24 n. 540 Il Sole 24 Ore 11

venezia Non solo una scelta ambientale. Prediligere il motore elettrico ha molti vantaggi: è leggerissimo e di utilizzo semplice, fare il “pieno” non costa e non ci sono spese di manutenzione. Il giornalista Jacopo Giliberto, esperto di questioni ambientali e appassionato di nautica, ha provato per due anni la sua barca con motore elettrico. E spiega perché non tornerà sui suoi passi.

Soluzioni

La nautica e l’artedella motorizzazione elettrica

di Jacopo Giliberto

nòva aj

stoccarda Grazie a una tecnica di stampa 3D si possono realizzare obiettivi di precisione del diametro di un decimo di millimetro. tanto che è possibile farli passare all'interno di un comune ago da siringa. il metodo apre la strada a un gran numero di novità tecnologiche, come endoscopi estremamente piccoli inseribili all'interno del corpo umano o di parti meccaniche che non è possibile smontare

bari Esperti, studenti e tutta la community progetteranno a Bari la Scuola Open Source. Frutto di un progetto di un gruppo di designer, hacker, informatici, ingegneri, la Scuola vuole essere un centro di ricerca e di innovazione, stringendo collaborazione con le aziende e le istituzioni locali. Ma anche di divulgazione culturale, con corsi pensati per pubblici diversi: ragazzi, pensionati, immigrati.

Oggi, 7 ottobre 2025, ci hanno tolto il diritto al voto. Da oggi saremo costretti a passare un esame per conquistare la fiducia di un governo che finge di essere con noi. Ci accusano di non saper guardare lontano. Ci spiegano che la massa non è in grado di decidere per la massa. Io, Giovanni Mastini, dichiaro qui, sulla mia pagina pubblica, guerra allo Stato.

Tecnologia

Una videocamera grande come un granello di sabbia

di Marco Passarello

Le illusioni del possibile

Oggi 7 ottobre 2025, ci hanno tolto la libertà

di Aisha Cerami

Laboratorio Bari

Esperti, studenti e comunitàcreano la Scuola Open Source

di Alessia Maccaferri

genova Mantenere tutte le informazioni in un cloud dedicato, iperprotetto sotto l'aspetto della privacy e in grado di offrire dati in tempo reale, è la proposta che viene da Carestream Health, che grazie alla capacità di raccolta di tre “data center” europei è potenzialmente in grado di rispondere alle richieste di milioni di persone.E la gestione in cloud delle informazioni consente di averle a disposizione 24 ore su 24

Sanità

La narrazione informaticadel paziente

di Federico Mereta

CELLDYNAMICS SRLAttrezzature tecnicheSviluppa una linea di dispositiviper analisi cellulare in real-timeche permettono di ottenere dei video delle cellule nel loro percorso di vita, anche durante la loro rispostaa stimoli esterni come farmaci, virus. Trova applicazioni specifichenel campo della fecondazione assistita e nello sviluppo di nuovi farmaci. 22 soci, 2 dipendenti,14 collaboratori. Finanziamenti:200mila da privati (professionistied aziende) 100 mila grant regionale startup innovative 2014

UBT-UMBRIA BIOENGINEERINGTECHNOLOGIEImagingL’idea di un mammografoa microonde è del matematico Gianluigi Tiberi (socio di maggioranza della Ubt), che durante i suoi studidi Post PhD all’Università di Oxford, ha verificato la validità teorica dell’ipotesi. L’assenza di radiazioni ionizzanti e la grande semplicitàdi utilizzo rappresentano i puntidi forza in chiave di potenzialitàdi diffusione soprattutto perlo screening. Il progetto è stato interamente finanziato dai due co-inventori nei primi 4 anni,e un contributo dalla RegioneUmbria pari a 33.000 euro

PROBIOTIC CGB SRLBorderlineCostituita nell’ottobre 2015,Opera nei settori nutraceuticoe nutrigenetico.Il prodotto Probio-Cardioè un’ssociazione di probiotici,estratti vegetali e vitamine,che favorisceil metabolismodei trigliceridi e del colesterolo,la regolarità della pressione arteriosa e l’equilibrio della flora intestinale 2 soci, 1 advisor scientifico,3 dipendenti, autofinanziatadai soci

NISO BIOMED SRLBiomedicale strumentaleFondata nel 2009 da due soci,la startup ha subito esteso a livello mondiale il suo brevetto tecnologico, un dispositivo medico innovativo – EndoFaster – che analizza il succo gastrico migliorando le diagnosie il riconoscimento dei fattoridi rischio tumorale.Una sorta di esame in tempo realedel rischio in 15 secondi, minor numero di biopsie con una riduzione dei costi

W.I.S.E. SRLBiomedicale consumabileFondata nel 2011, produce e commercializza dispositivi medici impiantabili nel midollo spinaleo nel cervello. Il punto di forzaè una tecnologia innovativa (proprietaria) per la metallizzazione di polimeri estensibili e la manifattura di una nuova generazione di elettrodi per neurostimolazione Soci: 15 (6 Founders&Partners, 9 Investors) e 11 dipendneti. Ha chiuso a oggi 4 round di investimento per complessivi 4.240.000 euro

CELLPLY SRLDiagnostica in vitroHa creato una piattaformaper gli ospedali per lapersonalizzazione della curadel cancro. La startup è nata pocopiù di 2 anni fa: 2 soci fondatori,8 dipendenti, 2,1 milioni di eurodi finanziamento in capitale di rischio dai seguenti investitori:Italian Angels for Growth (IAG), fondo Ingenium II (Zernike Meta Ventures) e fondo Atlante Seed(IMI Fondi Chiusi)

BIOTECHWARE SRLServizi e softwareDue giovani ingegneri informatici hanno brevettato CardioPad Pro,un elettrocardiografo portatileche rende possibilel'elettrocardiogramma in mobilità, come ad esempio in farmacia, eliminando così il problema delle liste d'attesa Soci operativi:8 soci operativi, 48 fiannziatori,8 dipendenti. Finanziamenti:1 milione di euro da Davide Trabaldo Togna, Greentel srl e Victoria Asset Management

Fonte: Credit: Garde 2012 da mettere PANORAMA GLOBALE DEI MEDICAL DEVICE - (credit: Espicom, 2015), (Credit: Klass consulting, 2015), (Credit export, 2014), il mercato dei dispositivi medici - Credit The Whitaker Insitute, spesa sanitaria globale e in italia

35

LA RAPPRESENTAZIONEDati in percentuale

LA GEOGRAFIA DELLE STARTUPNumero di startup nelle regioni italiane

Per localizzazione

Per età

2000-2007

Incubate nei parchi scientificiNon incubate

2008-20112012-2015

65

35 27

38

-- 100

25 25

50

-- 100

67 33

--

9 91

56 11

33

15 85

34 40

26

59 41

24 38

38

38 68

38 31

31

29 71

14 14

72

27 73

45 19

36

-- 100

57 14

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-- 100

-- --

100

86 14

31 26

43

-- 100

20 20

60

63 38

12 38

50

33 67

38 24

38

46 54

29 26

45

18 82

82 --

18

25 75

67 --

33

21 79

21 29

50

2000 - 2007 2008 - 2011 2012 - 2015

NUMERO STARTUPBIOMEDICALIIN ITALIA A OGGI

Totale startup in Italia 6.000

321

Piemonte, Lombardia,Emila Romagna e Toscanarappresentano:

Il 35% ha meno di 4 anni

La distribuzione dell’innovazioneIl settore Life science è strategico per il nostro Paese. Le imprese attive solo nel settore dei dispositivi medicisono 4368, e danno lavoro a 70mila dipendenti. A queste si aggiungono le startup, a oggi 321, che nel loropiccolo hanno già creato un indotto. I dati sono forniti da Assobiomedica

PIEMONTE36

LOMBARDIA59

TOSCANA39

Sardegna16

Sicilia

16

Lazio16

Puglia10

25

Campania 11

Calabria

3

Marche

MoliseAbruzzo

Umbria

7

4

Veneto14

Friuli V.G.17

Trentino A.A.

Valled’Aosta--

Basilicata--

11

Liguria

7 EMILIAROMAGNA

55

LE REGIONI IN CUISI CONCENTRANOLE STARTUP IN ITALIA

Il 60%

del numerodelle startup

Il 63%

di startupinnovative

ITALIA Abruzzo Calabria Campania Emilia R. Friuli V.G. Lazio Liguria Lombardia Marche Molise Piemonte Puglia Sardegna Sicilia Toscana Trentino A.A. Umbria Veneto

41 15

44

BiomedicaleImprese che produconoe/o distribuisconovari dispositivi medici,per lo più monousoo single-user, tra cui gliimpiantabili e i cosiddettidisposables

32 30

38

Biomedicale strumentaleImprese che produconoe/o distribuiscono strumentie apparecchiature perchirurgia, monitoraggio,riabilitazione, supporto

29 21

50

BorderlineImprese che produconoe/o distribuiscono prodottiche hanno una finalitàmedica, ma non esercitanoazioni farmacologiche,immunologiche ometaboliche, bensìagiscono solo tramiteazione meccanica e nonsono riconducibili adalcuna delle altre famigliedi dispositivi medici

20 43

37

Diagnostica in vitro (IVD)Imprese che produconoe/o distribuisconodispositivi per diagnosticadi laboratorio e diagnosticamolecolare, bedside-testinge self-testing

10 35

55

ImagingImprese che produconoe/o distribuisconodispositivi radiologici perimmagini e a ultrasuoni;dispositivi per monitoraggiodei parametri funzionali(ECG, EEG, ecc.)

56 16

28

Servizi e softwareImprese che fornisconoservizi di gestione emanutenzione di tecnologiebiomediche, di sterilizzazionedi dispositivi medici e dilogistica in ambito sanitarioe assistenziale; impreseche forniscono servizi ditelemedicina; imprese chesviluppano o commercianosoftware che trovanoun impiego connessoai dispositivi medici

53 12

35

Attrezzature tecnicheImprese che produconoe/odistribuisconoattrezzature ospedaliere,strumentazionedi laboratorio, per studimedici e odontoiatrici

46%

Sonospin offpubblici

4%

Spin offaziendali

35%

Startup incubatenei parchi

scientifico-tecnologici

49%

Registratecome startup

innovative

Il 14% meno di 2 anni

Il 35% sono incubate tra Piemontee Toscana

2013

7,83

2040

18,28

SPESA SANITARIA GLOBALE E IN ITALIAStima di come e quanto si andrà a spenderein futuro per la sanità, con un’estensionetemporale fino al 2040, in 184 Paesi.In trilioni di $

Per l’Italia si stima un tasso di crescita annualedel 2,6% che porterebbe nel 2040 a una spesa

sanitaria (pubblica e privata) procapitedi 5.968 dollari, a fronte dei 3.077 del 2013

In questo lasso di tempo la spesa sanitariapro-capite aumenterà annualmente del

+2,7%Nei paesiad alto reddito

+3,4%Nei paesia reddito

medio-alto

+3,0%Nei paesia reddito

medio-basso

+2,4%Nei paesia bassoincome

2010

164

OGGI

228

2018

440

IL PANORAMA GLOBALEValore del mercato globale di dispositivi medici.Mld di $

Nel settore dei medical device, la diagnosticaguiderà il settore, previsioni di vendita globali:

54,5 mld di $

+4,4%TASSO DI CRESCITA ANNUO

(relativo alla prescrizione di farmaci: 2,5%)

IL MERCATO DEI DISPOSITIVI MEDICIValore del settore(*) cresce del 20% all’anno, dal 2009

58,0Mld di euro

Europa

48,0*Mld di dollari

Cina

125,4Miliardi di dollari

Stati Uniti

Biomed forum Torino Collaborazione

TOMMASO CARMASSI


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