+ All Categories
Home > Documents > Tra le iniziative Il tasso Il 5,6% · 2013. 12. 4. · è una sciamana, come suo non - no. La...

Tra le iniziative Il tasso Il 5,6% · 2013. 12. 4. · è una sciamana, come suo non - no. La...

Date post: 28-Mar-2021
Category:
Upload: others
View: 1 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
5
42 I 50epiu.it I DICEMBRE 2013 dedicate alle donne boliviane, corsi di cucito, ceramica, programmi di alfabetizzazione. Tra le iniziative di incremento demografico registrato nel 2013 è pari all’1,63%. Il tasso della popolazione è nella fascia d’eta 55-64 anni; il 4,8% sono over 65. Il 5,6% SOCIETÀ
Transcript
Page 1: Tra le iniziative Il tasso Il 5,6% · 2013. 12. 4. · è una sciamana, come suo non - no. La scoperta del suo “manda - to” una decina di anni fa. Le era stata riscontra - ta

42 I 50epiu.it I DICEMBRE 2013

dedicate alle donneboliviane, corsi di cucito,ceramica, programmi di alfabetizzazione.

Tra le iniziativedi incrementodemografico registratonel 2013 è pariall’1,63%.

Il tassodella popolazioneè nella fascia d’eta 55-64 anni; il 4,8%sono over 65.

Il 5,6%

SOCI

ETÀ

Page 2: Tra le iniziative Il tasso Il 5,6% · 2013. 12. 4. · è una sciamana, come suo non - no. La scoperta del suo “manda - to” una decina di anni fa. Le era stata riscontra - ta

43DICEMBRE 2013

«Situata nel cuore del Sud America e popolata da oltredieci milioni di abitanti, la Bolivia vive un rapporto spe-ciale con la propria terra, ritenuta sacra e inviolabile. Unviaggio attraverso un Paese che, malgrado povertà e formedi discriminazione, spera in un futuro più giusto»

o avuto la possibilità di vi-vere una seconda vita, eho deciso di dedicarla agli

altri». Luly Gutierrez è una don-na dall’aspetto possente, 61 an-ni compiuti da poco, si definisceun essere di un altro pianeta. Leiè una sciamana, come suo non-no. La scoperta del suo “manda-to” una decina di anni fa. Le erastata riscontra-ta una bruttamalattia, un tu-more, meno ditre mesi di vita.Ma lei ha chie-sto aiuto alla Pa-chamama, laMadre Terra, edè guarita. I me-dici ancora sichiedono comesia stato possibile. Adesso Luly vi-ve a Samaipata, una graziosa cit-tadina collinare il cui nome si-gnifica “Riposo sulle alture”, haaperto un centro culturale doveorganizza corsi di cucito, cera-mica, arte etc., e sono più di 200le persone che si sono formategrazie a lei, gratuitamente, inquesti ultimi anni.«Curo le malattie non soltanto

del corpo, ma anche dello spiri-to», dice sorridendo. E non èl’unica a servirsi di erbe ed amu-leti per guarire i malati. Sono mol-ti i curanderos in Bolivia, la nazio-ne con più popolazione indige-na dell’America Latina. «Medici-na ufficiale e indigena vanno dipari passo qui», racconta MariaEugenia Quiroga, psicologa e so-

ciologa che ètornata a viverea La Paz dopovent’anni spesiin Italia. «Alcu-ni sono ciarlata-ni e si approfit-tano della pove-ra gente - spie-ga -, altri invecesono erboristiche si traman-

dano le conoscenze ancestralidella farmacopea andina».La Bolivia ha un’estensione paria due volte la Germania e, al con-tempo, una popolazione che su-pera di poco i 10 milioni di indi-vidui, per una densità molto bas-sa. Si trova nel cuore del SudAmerica, abbraccia le Ande e laForesta Amazzonica, grande mi-niera di risorse naturali. «È una na-

zione che ha tutto per essere laSvizzera Latino Americana, echissà che un giorno non lo di-venti davvero». A nutrire que-sta speranza è Luigi De Chiara,ambasciatore italiano a La Paz.«La Bolivia per l’Italia è una per-fetta sconosciuta, e penso chesia uno dei segreti meglio con-servati al mondo». E quandoparla di segreti, l’ambasciatore,probabilmente si riferisce anchea quell’autentica alchimia chelega i boliviani alla loro terra. Unlegame così forte riconosciutoanche dalla nuova Costituzio-ne approvata per referendum il25 gennaio 2009, che infatti re-cita: «La Madre Terra è sacra, fer-tile e la fonte della vita, che nu-tre e si prende cura di tutti gliesseri viventi nel suo grembo». Lo sa bene il presidente Evo Mo-rales, che ha fatto della tutelaper l’ambiente il suo cavallo dibattaglia. A capo della Boliviadal 2006, si appresta a candidar-si per il suo terzo mandato nel-le elezioni del 2014. La Pachamama (tradotto “Ma-dre Terra”) è la massima divini-tà dei popoli andini, rappresen-ta fecondità e prosperità. È la suaprotezione che si invoca alla na-scita di un bebè o alla vigilia diun affare importante. E non sifanno brindisi senza versarne ilprimo goccio a terra, in suoomaggio. «Secondo la concezione boli-viana non si può avere un verosviluppo se non rispetta l’am-biente, perché questo impliche-rebbe dei risvolti negativi a li-vello ecologico, e sarà poi l’uo-mo a pagarne le conseguen-ze», spiega Marco Luigi Corsi,responsabile Unicef in Bolivia.Impera tra le Ande il desideriodi raggiungere un equilibrio tragli uomini e la terra. Agosto è il mese per eccellen-za dedicato alla Madre Terra,è “il tempo in cui la Pacha-

«La “Pachamama”è la massimadivinità dei popoliandini, rappresentafecondità eprosperità. Allanascita di unbambino si invocala sua protezione»

cattolica è praticatadal 95% dei boliviani. Le minoranze protestanti si attestano attorno al 5%.

La religionedella popolazione ha un’età compresa tra 0 e 14 anni; il 19,9%è nella fascia 15-24 anni.

Il 33,8%

»

BOLIVIA, UNA TERRA PER MADRE

[ ESTERO DI ROMINA VINCI ]

Page 3: Tra le iniziative Il tasso Il 5,6% · 2013. 12. 4. · è una sciamana, come suo non - no. La scoperta del suo “manda - to” una decina di anni fa. Le era stata riscontra - ta

44 I 50epiu.it I DICEMBRE 2013

SOCI

ETÀ

mama ha la bocca aperta evuole mangiare”. E così, neipiccoli paesi come nelle gran-di città, prendono vita molticerimoniali in suo onore. Si pre-parano banchetti con erbe, in-censo, foglie di coca, dolci, fi-gurine di zucchero, lana e -persino - feti rinsecchiti di la-ma. Il tutto viene bruciato inonore della terra, per nutrirla,affinché essa porti benessere aisuoi figli. A La Paz esiste un’in-tera strada, denominata Viadelle Streghe, in cui si vendo-no gli ingredienti per la prepa-razione di questi offertori. Ed è sempre nella fenomenolo-gia della Pachamama che van-no ricercati i perché di una so-cietà di stampo matriarcale. «Èla donna che prende le decisio-ni in casa, ha una totale auto-nomia nella conduzione dome-stica - spiega Luly Gutierrez - eallo stesso tempo è una grandelavoratrice, molto più che l’uo-mo». Lo è soprattutto quellaandina, una donna forte, avvez-za a sopportare il dolore, lo sfor-zo, la sofferenza. «Sono donneche, sovente, mostrano più deiloro anni», aggiunge la sciama-na di Samaipata. Ne è testimo-nianza il fisico robusto, la mu-scolatura grossa, i lineamentiduri e incavati, simboli inequivo-cabili della fatica. Eppure si tratta di donne sem-pre più soggette a discriminazio-ne. «Questa società sta diven-tando “machista“ - continuaLuly - non c’è uguaglianza intermini di diritti. Agli uomini èconcesso di avere più di unacompagna». Un altro dato rile-vante è la piaga della materni-tà precoce, le statistiche parla-no di ragazze madri a partiregià dai 13-14 anni. «È un gran-de problema sociale che afflig-ge la Bolivia», afferma Luly, chenel suo centro culturale a Sa-maipata lavora proprio affinchéle donne prendano coscienzadei loro diritti, a partire dall’edu-cazione sessuale. «Non sono vi-sta bene dagli uomini, mi accu-sano di trasformare le loro »

ITALIA

NI IN

BOLIV

IA

ITALIANI IN BOLIVIA

Alcuni connazionali raccontanole loro esperienze in questa terra, tra casefamiglia, centri medico-educativie attività commerciali.

ono venuto a dare unsenso alla mia vita». Co-sì Danilo Gotti, berga-

masco, racconta il perché delsuo arrivo in Bolivia. «Volevofondare una casa famiglianella quale i ragazzi norma-li convivessero con quelli conhandicap». A vederlo oggi,dopo oltre venticinque annidal suo arrivo a Cochabam-ba, si può dire che quel sen-so lui lo abbia trovato. La ca-sa di accoglienza “DaniloGotti“ è tutta colorata, ema-na calore ed allegria. Ospitaquaranta ragazzi, di cui ven-ticinque disabili. «La sanitàin Bolivia è privata, devi pa-garti tutto; quando vai inospedale, o porti con te i far-maci, oppure non troverainessuno pronto ad aiutarti».Danilo è un uomo sui cinquan-ta, i capelli sono brizzolati, gli

occhi azzurri e limpidi. Si de-finisce un missionario laico.Alla domanda se si è mai pen-tito di questa scelta di vita ri-sponde deciso: «No, questi ra-gazzi sono la mia famiglia, edanche se adesso sento di nonavere più le forze di un tem-po, voglio continuare a dareil massimo affinché la nostracasa continui a crescere». Anche Massimo è venuto inBolivia per cercare la sua di-mensione, e l’ha trovata. In Ita-lia lavorava come venditore diauto, ma ha lasciato l’attivitàed è partito, investendo la sualiquidazione. Ha realizzato uncentro educativo e ricreativoche, oggi, ospita più di 250ragazzi nella zona nord di Co-chabamba, in un quartiere diex minatori. Lo porta avantiassieme a sua moglie Veroni-ca, e a vederli, insieme, chia-

mare per nome uno ad uno iloro piccoli ospiti, si capiscecome, spesso, felicità e sem-plicità vadano di pari passo.E la bandiera italiana sven-tola alta, in Bolivia, per quan-to riguarda il volontariato ela cooperazione internazio-nale. Dal 1988 a Montero,una cittadina che dista me-no di un’ora da Santa Cruz,polmone industriale di tut-ta la nazione, operano ottomissionarie dell’ImmacolataPadre Kolbe, di cui cinqueitaliane (Giordana, Maria Lui-sa, Annalisa, Angela, Elena).Il centro medico che gesti-scono è un fiore all’occhiel-lo del territorio, sempre col-mo di pazienti. Così come ilcentro pastorale, in cui tro-vano rifugio moltissimi cre-denti. Adesso stanno dandovita ad un centro sociale, si

ITALIANI INBOLIVIA{ }

Page 4: Tra le iniziative Il tasso Il 5,6% · 2013. 12. 4. · è una sciamana, come suo non - no. La scoperta del suo “manda - to” una decina di anni fa. Le era stata riscontra - ta

L’Isla del Sol è la più grande isola del lago Titicaca, situato tra Bolivia e Perù. Con i suoi 3.800 metri di altitudine, è il lago più alto al mondo. Caratterizzata da terrazzamenti di epoca incaica, l’Isla del Sol è abitata prevalentemente dai gruppi indigeni aymara e quechua. Si vive di agricoltura, artigianato e pastorizia. È considerata un centro mistico e religioso; la leggenda, infatti,narra che da quest’isola partirono i fondatori dell’Impero Inca.

Il bianco del sale e l’azzurro del cielo danno vita ad uno scenario di inaudito splendore. È il deserto del sale più grande al mondo, un’enorme distesa salina di oltre 12mila chilometri quadrati, che si estende nell’altipiano andino nella parte sud-ovest della Bolivia. Quando piove si formano degli specchi: il cielo si riflette nella terra facendo scomparire l’orizzonte. Nel mese di novembre diventa il luogo di riproduzione di tre specie di fenicotteri. A gennaio 2014, per la prima volta in assoluto, ospiterà il Rally Dakar.

È una piccola cittadina immersa nel verde, a 120 km dalla città di Santa Cruz. Ospita uno dei più importanti monumenti archeologici di epoca Pre-Colombiana: El Fuerte. Si tratta di un antico centro cerimoniale che si erige attorno alla Roccia Scolpita. Un enorme masso lungo 240 metri,largo 50, completamente ricoperto da figure scolpite che raffigurano motivi zoomorfi e geometrici. Presenti anche elementi architettonici come nicchie, scalinie sedili. Nel 1998 è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

Situata ad oltre 4mila metri di altezza, è una delle città più alte al mondo, famosa per le sue miniere d’argento. Scoperta nel 1545 dagli Spagnoli, per oltre 200 anni è stata la più ricca città della colonia spagnola. Nel Sedicesimo Secolo aveva più abitanti di Parigi e Londra. Il nome della cittàdivenne sinonimo di lusso: «Vale un Potosì», scrisse Cervantes nel suo Don Chisciotte. Dal Cerro Rico, la montagna sulla quale si distende la città, è stato estratto talmente tanto argento che, dicono, si sarebbe potutocostruire un ponte da qui sino a Madrid.

chiamerà “Arcobaleno della fe-licità”, servirà a dare appoggioscolastico e si preannuncia unospazio a misura di bambino. Ma non solo volontariato. C’èanche chi, in Bolivia, ci è arriva-to guidato dal cuore. «Mia mo-glie è boliviana maci siamo conosciu-ti in Italia, era venu-ta a Vicenza a stu-diare gioielleria.Siamo sposati dadodici anni». Aparlare è Marco Al-ba, che di anni neha 33 e, da qual-che mese, ha aper-to un ristorantenella zona sud diLa Paz, in un quar-tiere molto residen-ziale. La sua pizzeria/gelateria“Fellini“, offre un piccolo spacca-to di vita italiana, con le sue pa-reti rosse adornate dai poster deipiù celebri capolavori cinemato-grafici che hanno fatto grande ilBel Paese. «Offriamo anche laformula dell’aperitivo, e riscuotemolto successo...». Sì, perchémalgrado quel che si dica, l’Ita-

lian Style continua a fargola all’estero. E se c’è una meta obbli-gata per i connazionaliche vengono colti da unasaudade culinaria, è lapizzeria “O sole mio”, aCochabamba. A gestirlaAniello Vaccaro, origina-rio di Salerno, che l’haaperta con sua moglie 15anni fa. «Siamo venuti inBolivia per adottare duebambini, mia moglie eramalata - racconta - i me-dici ci consigliarono di tra-sferirci, perché il clima diCochabamba era miglio-

re. L’abbiamo fatto, ed ecco cheè iniziata per noi una nuova vita».In tutti questi anni i coniugi Vac-caro sono stati un sostegno pertantissime coppie italiane alle pre-se con le adozioni internazionali.Non è tutta rose e fiori la vita di

Aniello, un annofa la scomparsadell’amata moglie,e tutte le ostilità diun Paese che nonti regala niente. Ilristoratore salerni-tano racconta diuna convivenzanon sempre piace-vole: «Un dipen-dente una volta miha accusato di raz-zismo, ma comeposso essere razzi-

sta io che ho due figli boliviani?».Ma perché non tornare nella ter-ra d’origine? «A volte ci penso alfatto di ricominciare una vita lì -confida Aniello - ma poi, dopouna settimana che sono in Italia,la nostalgia di questi posti prendeil sopravvento. Perché la Bolivia haun qualcosa di magico, ed io nonriesco a farne a meno...».

45DICEMBRE 2013

ISLA DEL SOL

SALAR DE UYUNI

SAMAIPATA

POTOSÌ

«La sanitàin Bolivia è privata...Quando vai in ospedale,o porti ifarmaci o non troverainessunodisposto ad aiutarti»

[ IN QUESTE PAGINE, ALCUNI SUGGESTIVI SCORCI

DEL PAESE. A SINISTRA,MASSIMO CESARIE

CON I BAMBINI DEL CENTRO

EDUCATIVO-RICREATIVO

CHE GESTISCE CON LA MOGLIE

VERONICA. SOTTO, A SINISTRA,LA SCIAMANA LULY GUTIERREZ

E, ACCANTO, MARCO ALBA,PROPRIETARIO DELLA

PIZZERIA-GELATERIA “FELLINI”. ]

Page 5: Tra le iniziative Il tasso Il 5,6% · 2013. 12. 4. · è una sciamana, come suo non - no. La scoperta del suo “manda - to” una decina di anni fa. Le era stata riscontra - ta

«La Madre Terra è sacra, fertile e la fonte dellavita, che nutre e si prende cura di tutti gli esse-ri viventi»

Nuova Costituzione Boliviana

mogli in rivolu-zionarie».Anche Daria Ta-cachiri, a Co-chabamba, unadelle città piùpopolose dellaBolivia, sette an-ni fa ha dato vi-ta ad un pro-getto di forma-zione a soste-gno femminile:l’associazione“Prosasere”.Opera nel quar-tiere popolarePrimero de Ma-yo, una collinet-ta che si esten-de a sud di Co-chabamba eche si sta popo-lando in questiultimi anni, gra-zie all’emigra-zione dalle pro-vince di Sucre,Oruro, Potosì.«Sono tutte fa-miglie povereche vengono dal campo per cer-care fortuna - spiega Daria - svi-luppando un’urbanizzazione po-co controllata che provoca mol-te problematiche». L’associazio-ne “Prosasere” ha formato i co-siddetti Club de Madres, sonogruppi di donne che si riunisco-no due volte a settimana ed im-parano a cucire, a tessere, a con-frontarsi tra loro. Donne che, inquesto modo, hanno la possibi-lità di apprendere un mestiere edi avere una propria indipen-denza economica. E lo fannoprendendo sempre più consape-volezza dei propri diritti, così co-me doña Obenias, presidentedel Club de Madres Zona 1:«Dobbiamo farci rispettare dainostri mariti!», urla con grinta al-

le altre com-pañeras, chela ascoltano,in cerchio, inun p icco locampo di ba-sket. Le fa ecoanche doñaRosa, 28 annie due figli cheporta con séagli incontri:«Nel nostroquot id ianosiamo circon-date dall’indif-ferenza, inquesti gruppiinvece svilup-p iamo unabella rete disolidarietà».Perché qui im-parano a con-frontarsi suproblemi qua-li alcolismo,violenza do-mestica, dro-ga, tutti temiche le toccano

molto da vicino. «Ultimamentela figlia di una nostra vicina èstata violentata - continua Rosa-, noi le siamo state vicino, ave-va bisogno di un appoggio mo-rale». Se dovesse stilare un bi-lancio di questi sette anni di at-tività, Daria Tacachiri si dice sod-disfatta: «Da qualche tempo ab-biamo iniziato anche corsi di al-fabetizzazione, e si sono unitemolte mamme che non sannoné leggere né scrivere». Dariadescrive i loro occhi, colmi digioia, mentre apprendono a pro-nunciare le vocali, le sillabe, eda scrivere il loro nome: «Stannoscoprendo un mondo nuovo,ne sono entusiaste». Ed una Bo-livia più giusta, forse, potrà na-scere proprio da qui.

?LO SAPEVATECHE...«La comunità bolivianapiù numerosa in Italiaè a Bergamo. Sono qua-si 22mila, infatti, i Bo-liviani che vivono nelBergamasco, una co-munità numerosa emolto legata alla sua ter-ra d’origine, tanto cheil presidente Evo Mora-les, nella sua ultima vi-sita in Italia, dopo averincontrato papa France-sco ed il presidente Na-politano, ha ben pensa-to di far visita ai suoiconnazionali bergama-schi. Si è anche intrat-tenuto giocando unapartita di calcio, se-gnando un gol»


Recommended