Date post: | 08-Feb-2017 |
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Giovanni Fontana Antonelli Un laboratorio di idee per la salvaguardia del paesaggio di Battir, Distretto di Betlemme, Palestina
di Giovanni Fontana Antonelli
Il rovescio e il diritto
Il paesaggio storico di Battir ha una struttura fatta di giardini e orti irrigui posti in adiacenza al nucleo urba-no e, man mano che ci si allontana dal centro abitato, di piccoli campi coltivati prevalentemente a olivo, vite e mandorlo. Ogni appezzamento è protetto da muri a secco, degradanti in terrazzamenti che seguono la topografia del territorio. Il paesaggio storico di Battir è anche, e soprattutto, luogo simbolico e sociale. La conca terrazzata che si estende a partire dalla sor-gente naturale detta “Ain al-Balad” (fonte del paese) è conosciuta come “Al-Jinan”, che in arabo significa “i giardini del Paradiso”. Il Piano del Paesaggio di Battir, primo del suo genere in Medio Oriente, nasce proprio dall’esigenza di tutelare questo bene prezioso, capola-voro di tecniche costruttive e ingegneria idraulica, e di tramandare il suo contenuto alle generazioni future, in un’area del Mediterraneo dove la violenza dei con-flitti e le logiche perverse che ne derivano prevalgo-no sulla vita dei suoi abitanti, fino a sconvolgerne gli aspetti primari dell’esistenza.
ll Piano del Paesaggio di Battir come strumento di difesa del territorio e dei diritti umaniL’operazione di salvaguardia del paesaggio di
Battir prende le mosse dalla catalogazione dei beni culturali palestinesi avviata nel 2004 dal Mi-nistero del Turismo e delle Antichità in collabo-razione con l’UNESCO. In seguito all’individuazione di quest’area come campione significativo per lo studio del paesaggio e per la sua inclusione nella lista di beni culturali di particolare rilevanza ai fini di una futura iscri-zione al Patrimonio Mondiale, si è ritenuto indi-spensabile produrre uno strumento conoscitivo, progettuale e gestionale, considerata la mancan-za di leggi adeguate, e l’assenza di strumenti ur-banistici e di forme di gestione del territorio, fatta eccezione delle pratiche consuetudinarie.“Si comincia dalla lettura dei luoghi… La nostra progettazione è tentativa, nel senso che non mira a soluzioni univoche ma a confrontare il luogo del progetto con concatenazioni di ipotesi che svela-no la sua sostanza e aprono il processo della sua trasformazione.”1
Il riferimento a De Carlo è importante per due aspetti che sono alla base del lavoro di Battir: il primo si riferisce alla lettura profonda dei segni impressi con il passare del tempo sul territorio,
Battir è un villaggio palestinese situato sul confine che, dal 1948, separa la Cisgior-dania da Israele. L’integrità del suo paesaggio storico-archeologico, caratterizzato da terrazzamenti coltivati e antichi sistemi d’irrigazione ancora in uso, è minac-ciata. Un Piano del Paesaggio diventa lo strumento strategico per tutelare insieme luoghi e diritti umani.
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Nella pagina precedente: terrazze chiuse nella valle di Wadi Mahrour (Foto di Federico Busonero).In questa pagina, in alto: fotogra-fia aerea attuale del territorio di Battir (Foto di Piano del Paesag-gio di Battir).
In alto, a sinistra: una delle aree terrazzate interessata dall’at-traversamento della barriera di separazione israeliana (Foto di Lino Barone/Claudio Zagaglia).In alto, destra: interno della sor-gente ‘Ain al Balad (Foto di Lino Barone/Claudio Zagaglia).Al centro: due fotografie stori-che dell’area Al-Jinan (giardini del paradiso) di Battir, la prima è una veduta delle terrazze irrigue nel 1892 e, la seconda, è una veduta zenitale del 1926 (Foto di Palestine Exploration Fund).In basso: sequenza degli elabora-ti di rilievo sul campo e digita-lizzazione dei dati prodotti dal gruppo di lavoro del Piano del Paesaggio di Battir.
alla comprensione delle permanenze e delle tra-sformazioni del paesaggio2; il secondo riguarda la “progettazione tentativa” che, nella fattispecie dell’esperienza di Battir, ha assunto la caratteri-stica di “laboratorio di idee permanente”. A partire dal 2005, infatti, si sono susseguite una serie di azioni mirate alla lettura del paesaggio storico, archeologico e contemporaneo da un lato, e alla realizzazione di buone pratiche di tu-tela paesaggistica dall’altro. Allo studio delle di-namiche di rinaturalizzazione delle terrazze ab-bandonate, si è affiancata la ricerca sulle pratiche tradizionali di costruzione e manutenzione dei muri a secco e dell’utilizzo delle risorse idriche. Il rilievo del paesaggio e la sua restituzione car-tografica hanno occupato per circa un anno un team multidisciplinare di giovani tecnici locali. La produzione cartografica ha facilitato la ricostru-
zione dell’identità dei luoghi attraverso il recu-pero della toponomastica perduta, o cancellata. La definizione delle unità di paesaggio basate principalmente sulle varie tipologie di terrazze ha informato la redazione di un quadro norma-tivo di linee guida per la corretta gestione del territorio in base alle suddette unità. Sono state condotte esperienze di partecipazione attiva del-le istituzioni, abitanti del paese, e degli addetti all’agricoltura, con particolare riguardo alla per-cezione del paesaggio, come per esempio la rivi-talizzazione dei comitati locali di partecipazione popolare. La costituzione del primo ecomuseo3 del Medio Oriente dedicato al paesaggio ha contribuito alla costruzione di percorsi turistici e al restauro del-le strutture e infrastrutture del territorio, alla riqualificazione di aree dismesse e alla bonifica
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In alto: un contadino nel suo giar-dino nella zona di Al-Jinan (Foto di Lino Barone/Claudio Zagaglia).
Nicola Perugini/ politica del piano e rapporti con la Comunità Locale
committente Comune di Battir e Ufficio UnesCo di Ramallah (Fondi del Governo norvegese)
cronologia 2008-2012
dimensioni 12 km2
costo dell’opera 150,000 UsD
premi e riconoscimenti
2011, Premio Internazionale Melina Mercouri per la salvaguardia e la gestione dei paesaggi culturali
gestionee manutenzione
ecomuseo del Paesaggio di Battir
visitabile sì (possibilmente accompagnati da guide locali)
scheda di progetto
progetto Piano di Tutela, Gestione e Valorizzazione del Paesaggio di Battir
luogo Battir (parti del Territorio dei Comuni di Beit Jala e Husan), Distretto di Betlemme, Palestina
progettisti del paesaggio
Giovanni Fontana Antonelli/coordinamento del Piano, Formazione professionale e Partecipazione
altri progettisti e consulenti
Lino Barone/ pianificazione del paesaggioClaudia Cancellotti e Patrizia Cirino/antropologia del paesaggio, Francesco Cini/ geologia e idrologia
collaboratori Samir Harb e Mohammed Hammash/analisi territoriale e Gis,Hassan Muammer/ analisi territoriale e ingegneria del territorio,
Scale:
UNESCO RAMALLAH OFFICE in partnership with BATTIR VILLAGE COUNCIL
In cooperation with:THE MINISTRY OF LOCAL GOVERNMENTTHE MINISTRY OF TOURISM AND ANTIQUITIESTHE GOVERNORATE OF BETHLEHEMBATTIR BALADNA (LOCAL COMMUNITY COMMITTEE)
BATTIR LANDSCAPE CONSERVATION AND MANAGEMENT PLAN
PROJECT COORDINATION AND WORKING TEAM SUPERVISION: Arch. Giovanni Fontana Antonelli
LANDSCAPE SURVEY, GIS MAPPING AND ADVOCACY PLANNING: Arch. Samir Harb Arch. Mohammad Hammash Eng. Hassan Muamer (from February 2010) Arch. Mohammad Abu Hammad (until September 2009)
LANDSCAPE PLANNING SCIENTIFIC ADVISOR: Arch. Pasquale Barone
CONSULTANCY FOR GEOMORPHOLOGICAL ASPECTS: Mr. Francesco Cini
COMMUNITY PARTICIPATION: Dr. Claudia Cancellotti Dr. Patrizia Cirino Dr. Nicola Perugini
MAP OF PREVALENT LAND COVER / LAND USE
3.C
LEGENDA
31 August 2010
µ
0 150 300 450 60075m1:5,000
Olive Groves
Orchards
Vegetable Gardens
Vineyard
Crop Fields
Almonds
Green House
Uncultivated Land
Garigue
Maquis on Limestone terrsces (remnants)
Barren land colonized by conifers
Rocky Area
Rock Belts
Dry water course
Historic Core
Cemetery
Urban Sprawl
Urban space
Urban Park
Third Landscape
Excivated land
Dump Yard
Bypass Road
Ottoman-British Railway
Asphalted road
Gravel road
Checkpoint Terminal
New Israeli Generator
di siti contaminati da discariche, alla produzione alimentare di qualità, e a interventi di forestazio-ne su piccola scala in terreni incolti, come azione preventiva volta ad evitare la confisca delle ter-re. Le campagne di sensibilizzazione ambientale per i giovani, la promozione di attività culturali e artistiche legate al territorio, l’organizzazione di corsi residenziali di università locali ed europee su tematiche connesse allo spazio comune, ai di-ritti e alle trasformazioni del paesaggio, il coordi-namento di visite guidate per giornalisti, delega-zioni diplomatiche e parlamentari europei, sono anch’esse parte costitutiva del progetto. Infine, particolare importanza ha ricoperto il suppor-to all’azione legale per contrastare la barriera di separazione, l’advocacy planning, tanto caro a De Carlo. Questo processo di progettazione tentativa è in corso d’opera, così come i cantieri dei progetti pilota per il recupero del paesaggio. Non è un processo lineare, piuttosto un percorso empirico e irregolare, però virtuoso. Gli obiettivi diventano sempre più chiari ogni volta che si con-clude un’azione, sia essa strettamente disciplina-re nell’ambito del progetto del paesaggio, sia essa
complementare. Per la prima volta, in Palestina, le istanze di conservazione del paesaggio hanno prodotto risultati tangibili sul fronte giudizia-rio e politico: il paesaggio è diventato il cardine dell’azione di difesa degli abitanti di Battir e delle aree limitrofe; si è fatto portatore della difesa dei diritti umani. Riusciranno i piccoli muretti, costi-tuiti da milioni di pietre sapientemente murate a secco, generazione dopo generazione, ad ave-re ragione del grande muro di cemento pronto a distruggere l’armonia che regna nel giardino/paradiso?
Note1 Tratto da Giancarlo De Carlo, Franco Buncuga, Conversazioni
con Giancarlo De Carlo. Architettura e libertà, elèuthera, Mila-no 2000, pag. 118.
2 A tale proposito si legga Pasquale Barone, Claudio Zagalia, Landscape’s permanences and transformations in the Beth-lehem area, in Goffredo serrini, Giovanni Fontana Antonelli e Claudio Zagaglia (2012) Bethlehem Area Conservation and Management Plan. The Plan as an Alphabet, UnesCo Publi-shing, Parigi 2012, pagg. 107-125.
3 L’ecomuseo del Paesaggio di Battir è stato finanziato dalla Co-operazione italiana mediante il Programma di supporto alle Municipalità Palestinesi (PsMP).
english abstract
Battir is a small Palestinian village located on the border which separates the West Bank from Israel since 1948; the latter threatens the integrity of such a cultural landscape characte-
rized by stone terraces and ancient irrigation systems, yet in use. Hence, the Battir Landscape Plan becomes a strategic tool for the defence of territory and human rights.
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Nella pagina precedente, in alto: la carta dell’uso del suolo del Piano del Paesaggio di Battir.In questa pagina: olivi, vigne e campi arati nel fondo valle di Wadi Mahrour (Foto di Federico Busonero).