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TRIBUNALE DI SAVONA
Procedimento per ATP ex art. 696 c.p.c. n° 922/2010 RG
promosso da CONDOMINIO VIA BELVEDERE 14 – NOLI (SV)
nei confronti / chiamati:
� Z&R srl
� ZOPPI srl
� Delfino Ing. Giovanni
� Delfino Ing. Marco
� Comune di NOLI
� SCAVO Ter srl
� T.P. Perforazioni srl
� Garbarino Dott. Roberto
� Filippi Dott. Giampiero
� Reale Mutua Ass.
� Zurich Insurance Company
� U.G.F. Ass.ni
� Milano Ass.ni
� Allianz spa
� Fondiaria Ass.
- o – o -
1. PREMESSE
Il sottoscritto, Prof. Ing. Riccardo Berardi, nato a Genova il 23/3/1963,
domiciliato in Genova, Via Albaro 14/9, nominato in data 2/8/2010 CTU
presso il Tribunale di Savona (Sezione Unica Civile, Giudice monocratico
Dott. Luca Fadda) per l’ATP ex art.696 c.p.c. n° 922/2010 promosso da
Condominio Via Belvedere 14 – Noli (SV), redige la seguente relazione di
Consulenza Tecnica di Ufficio.
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In sede di udienza di nomina è stato posto il seguente quesito:
“Esaminati gli atti, sentite le parti, ispezionati i luoghi, tenuto conto della
documentazione indicata dalle parti e quella eventualmente acquisita
presso la P.A. o Autorità Giudiziaria, verifichi il CTU, previa effettuazione dei
rilievi e delle indagini geologiche e geotecniche ritenuti opportuni
1) lo stato dei luoghi del cantiere di cui trattasi, con speciale riferimento
alle opere di scavo eseguite nella loro esatta collocazione cronologica,
agli studi geologici posti in atto ed alle precauzioni, opere e cautele
adottate da ciascuna delle parti in causa per ovviare il pericolo di
crollo e/o frana;
2) le opere in corso di esecuzione a seguito dei provvedimenti
dell’autorità amministrativa per il consolidamento e la messa in
sicurezza del versante;
3) le condizioni del terreno a monte del cantiere ed i sommovimenti
subiti dal medesimo per gli scavi effettuati;
4) le condizioni delle parti condominiali dell’immobile sito in Noli, via
Belvedere 14, con riferimento a quanto rilevato dai Vigili del Fuoco il
14/12/2009, evidenziando eventuali conseguenze dannose patite
dallo stesso a causa dei lavori di cui trattasi;
5) la sussistenza degli eventuali danni lamentati dal ricorrente e la loro
riferibilità all’imprudenza, negligenza ed imperizia dei resistenti e dei
terzi chiamati, con attribuzione e quantificazione delle rispettive
responsabilità.
Le operazioni peritali sono iniziate il giorno 02/09/2009 presso il
cantiere in Noli, Via Belvedere-area ex Stazione Ferroviaria. Di tale riunione
peritale è stato redatto verbale (allegato), approvato e sottoscritto dai
CC.TT. in sede di seconda riunione peritale, svoltasi il 25/11/2009 presso
una sala del Comune di Noli. Anche di tale riunione è stato redatto verbale
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(allegato) approvato e sottoscritto dai CC.TT. mediante riunione telematica
svoltasi il giorno 10/01/2011 e convocata tramite messaggio di posta
elettronica certificata (PEC) in data 06/01/2011 (corrispondenza tra i CC.TT.
allegata).
In data 14/01/2011 il sottoscritto ha depositato presso la Cancelleria
del Tribunale di Savona la prima relazione di CTU, in base alla quale,
trascorsi 45 gg., i CC.TT.PP. hanno presentato le loro note tecniche di
osservazione. Il sottoscritto, nei tempi concessi dall’Ill.mo Giudice (30 gg.)
ha redatto la presente relazione, contenente le note conclusive di sintesi e
risposta alle osservazioni dei CC.TT.PP. e le risposte al quesito posto.
2. DOCUMENTAZIONE CONSULTATA
Per assolvere al compito affidatogli, Il CTU ha consultato ed
analizzato la documentazione allegata ai fascicoli di parte ed inoltre
ulteriore documentazione che è stata reperita in data 12/11/2010 presso il
Tribunale di Savona–Procura della Repubblica, ove essa era depositata.
La documentazione, oltre a quella già a disposizione dei CC.TT.PP., è
stata messa a disposizione dei Colleghi dal CTU, in formato elettronico,
secondo quanto deliberato in sede di seconda riunione peritale.
La documentazione analizzata risulta , sinteticamente:
Doc 1. Stralci cartografici Accordo di Programma riqualificazione urbana
ex aree ferroviarie e zona archeologica di S.Paragorio - Comune di
Noli – Tavola 16 a firma Cattaneo-Castellari – Titolo: Parcheggio A2
Tipologie e sistemazioni esterne – Data non indicata (riporta pianta
e sezioni architettoniche dell’autorimessa impostata su due piani
interrati).
Doc 2. Relazione di fattibilità geologico-tecnica (S.U.A. Aree ex-ferroviarie-
Accordo di Programma riqualificazione urbana ex aree ferroviarie e
zona archeologica di S.Paragorio - Comune di Noli –. Allegato 9 –
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Data 19/12/2001) a firma Dott. Geol. Roberto Garbarino (Relazione
datata 30/11/1998).
Doc 3. Rapporto tecnico - Indagine geologico-tecnica esecutiva (Accordo
di Programma riqualificazione urbana ex aree ferroviarie e zona
archeologica di S.Paragorio - Comune di Noli –. Variante Comparto
A2) a firma Dott. Geol. Giampietro Filippi – Data 24/2/2007.
Doc 4. Deliberazione Consiglio Comunale Noli N° 18 del 28/5/2007 –
Oggetto: Assenso alla parziale modifica dell’Accordo di programma
– riqualificazione dell’assetto urbanistico e viario della zona
compresa tra la Via Aurelia e Piazza Aldo Moro. Data 28/5/2007
(riporta tra altre cose delibera per aumento di un piano interrato
dell’autorimessa in comparto A2).
Doc 5. Stralci cartografici Variante di modifica e aggiornamento
dell’Accordo di Programma del 15/2/2007 -Tavola 16ter a firma
Arch. R. Riba e Geom. M. Cinoglossa – Titolo: S.U.A Tipologie e
sistemazioni esterne subcomparto A2– Data Ottobre 2007 (riporta
pianta e sezioni architettoniche dell’autorimessa impostata su tre
piani interrati).
Doc 6. Accordo di programma 15 febbraio 2002. Ambito di riqualificazione
ex aree FF.SS. in Noli (Comparto A2. realizzazione di autorimessa
interrata) – Problematiche conseguenti al rinvenimento in sito di
interesse archelogico . Proposta transattiva. (Z&R s.r.l – Comune di
Noli). Data 19/10/2007.
Doc 7. Convenzione urbanistica per l’attuazione delle previsioni
edificatorie ed urbanistiche del piano particolareggiato relativo
all’Ambito A2 del comparto A dell’Accordo di programma
sottoscritto in data 15/2/2002 (così come da ultimo modificato
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dall’Accordo di programma siglato in data 23/11/2007). Comune di
Noli. Data 27/2/2008.
Doc 8. Permesso di costruire N°04/2008 – Accordo di programma –
Comparto A – sub comparto A2. Comune di Noli – Area tecnico
urbanistica (Arch. Raffaello Riba). Data 7/3/2008.
Doc 9. Relazione tecnico-illustrativa - (Accordo di Programma
riqualificazione urbana ex aree ferroviarie e zona archeologica di
S.Paragorio - Comune di Noli –. Variante Comparto A2) a firma Ing.
Giovanni Delfino e Arch. Danilo Abate – Data non indicata,
protocollata al Comune di Noli il 7/3/2008.
Doc 10. Denuncia ai sensi art.93 T.U. DPR 380 del 6/6/2001 n.380 (ex art.
17-19 L.64/74) depositata da Z&R s.r.l. c/o provincia di Savona –
Uff. Cementi Armati e Zone Sismiche in data 11/3/2008
(Committente Z&R s.r.l., indica come Progettista e Direttore Lavori
delle Strutture l’Ing. Giovanni Delfino e come Costruttore Zoppi
s.r.l.).
Doc 11. Relazione illustrativa opere di sostegno provvisionali – Relazione
sui materiali opere di sostegno provvisionali. Progettista Ing.
Giovanni Delfino. Data 18/2/2008.
Doc 12. Relazione di calcolo opere di sostegno provvisionali. – Tavole 1-2-3
(Pianta - Sezioni tipo - Prospetti opere provvisionali di sostegno) -
Progettista Ing. Giovanni Delfino. Data 18/2/2008.
Doc 13. Rapportini giornalieri di cantiere e libro di cantiere redatti dall’Ing.
Marco Delfino (in qualità di Direttore di cantiere della ditta Zoppi
s.r.l.) nel periodo 1/4/2008 – 22/12/2009.
Doc 14. Documentazione inerente la denuncia di inizio attività per
interventi da realizzarsi in zona soggetta al vincolo idrogeologico.
Novembre 2009.
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14.1. Relazione illustrativa e allegati - Indagine geologico-tecnica
esecutiva (Progetto di costruzione di nuova autorimessa
interrata sulle aree dell’ex stazione ferroviaria). Dott. Geol.
Giampietro Filippi. Data 9/11/2009.
14.2. Relazione tecnica descrittiva delle opere e dei movimenti
di terra e documentazione fotografica. (Progetto di
costruzione di nuova autorimessa interrata sulle aree
dell’ex stazione ferroviaria) - Progettista Ing. Giovanni
Delfino. Data 5/11/2009.
14.3. Relazione di calcolo opere di sostegno provvisionali
antistanti al civ. 14 di Via Belvedere.(Progetto di
costruzione di nuova autorimessa interrata sulle aree
dell’ex stazione ferroviaria) - Progettista Ing. Giovanni
Delfino. Data 5/11/2009.
14.4. Tavole progettuali allegate alla Relazione di Calcolo (Doc.
14.3) . Tav. 1 Planimetria quotata; Tav. 2 Sezioni A-A e B-B.
Progettista Ing. Giovanni Delfino. Data 6/11/2009.
Doc 15. Documentazione varia periodo Dicembre 2008-Dicembre 2009:
15.1 Amministrazione Condominio V.Belvedere 14. Richiesta
ditta Z&R srl per esecuzione tiranti provvisionali nel
sottosuolo condominio. Data 4/12/2008.
15.2 Amministrazione Condominio V.Belvedere 14. Carteggi
con condomini attestanti la volontà di alcuni e il diniego di
altri all’esecuzione dei tiranti provvisionali nel sottosuolo
condominio. Marzo 2009.
15.3 Carteggio tra Amministrazione Condominio V.Belvedere 14
e Comune di Noli riguardante intercettazione falda
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acquifera durante operazioni scavo area ex-ferroviaria.
31/3/2009 – 23/4/2009.
15.4 Risposta ditta Z&R srl e Direzioni Lavori in merito a
intercettazione falda acquifera durante operazioni scavo:
nessuna falda intercettata. Data 9/4/2009.
15.5 Amministrazione Condominio V.Belvedere 14. Lettera
riguardante comparsa crepe negli edifici a monte scavo
(Civv. 14-16-18) e sopralluoghi VV.FF. (inagibilità Villa
Introini civ. 16). Data 23/4/2009.
15.6 Lettere tra Avvocati V.Belvedere 14 – Z&R srl. 29/4/2009 -
4/5/2009.
15.7 Lettera Z&R srl a Comune di Noli relativamente a
Monitoraggio alle proprietà confinanti. Data 23/5/2009.
15.8 Parere tecnico Ing. Luca Romano (consulente V.Belvedere
14). Data 22/7/2009.
15.9 Carteggio Z&R srl – Ammnistrazione condominio
V.Belvedere 14 riguardante “Impegno alla realizzazione
opere conformi al parere tecnico formalizzato da Ing.
Romano in data 11/9/2009. 16/9/2009 – 25/9/2009.
15.10 Lettera D.L. Ing. G.Delfino riguardante sospensione lavori
esecuzione tiranti attivi. Data 8/10/2009.
15.11 Lettera Comune di Noli a Z&R srl e D.L. Ing. G. Delfino
riguardante esposto e nota Prov. Savona riferiti a lavori
eseguiti in zone soggette a vincolo idrogeologico non
debitamente autorizzate. Presunta comparsa lesioni negli
immobili. Data 9/10/2009.
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15.12 Richiesta del Comune di Noli a Z&R srl e D.L. Ing. G. Delfino
per deposito perizia tecnica strutturale giurata e
asseverata. Data 12/10/2009.
15.13 Perizia tecnica Ing. Giovanni Delfino. Data 14/10/2009.
15.14 Lettera Comune di Noli a Z&R srl e D.L. Ing. G. Delfino.
Ripresa scavi ma non tiranti. Data 16/10/2009.
15.15 Relazione tecnica Ing. Luca Romano (consulente
V.Belvedere 14). Data 4/11/2009.
15.16 Amministrazione condominiale V.Belvedere 14. Lettere a
Condomini, Z&R srl e Avv. Russo riguardanti evoluzioni
stati fessurativi nel condominio. 5/11/2009 – 7/12/2009.
Doc 16. Fonogramma Comando Provinciale dei VV.FF. di Savona. Data
14/12/2009.
Doc 17. Progetto dell’ “Intertervento di somma urgenza per la realizzazione
delle opere definitive di stabilizzazione del versante” a firma
dell’Ing. Valter Peisino – IG Ingegneria Geotecnica. Febbraio 2010.
17.1 Relazione geologica
17.2 Relazione illustrativa e geotecnica
17.3 Piano monitoraggio
17.4 Tavole progettuali
Doc 18. Documentazione e Relazioni inerenti i monitoraggi effettuati
all’intorno del cantiere. Studio Associato Ingegneria, Geologia,
Archiettura. (Dott. Vezzaro, Ingg. Torri e Marchiano). Relazioni n°
1-2-10-15-20-25-31. Periodo 4/1/2010 – 22/11/2010.
Doc 19. Documentazione fotografica inerente i sondaggi eseguiti nell’area
in vari periodi (v. anche Doc. 3 e 18).
Doc 20. Documentazione fotografica messa a disposizione del CTP Dott.
Garbarino inerente varie fasi del cantiere nel periodo Dicembre
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2008 – Dicembre 2009. (Tale documentazione non riporta in modo
inequivocabile le date di ripresa delle foto).
Alla documentazione così numerata si farà riferimento nel seguito.
3. ATTORI
Le diverse figure chiamate nel procedimento risultano essere:
� Comune di Noli (SV), con sede in Noli, P.zza Milite Ignoto, 6.
� Z&R s.r.l., con sede in Priero (CN) Stada Statale 28 bis, n. 42, in
qualità di Committente.
� Zoppi s.r.l. , con sede in in Priero (CN) Via Roma 2, in qualità di
Costruttore.
� T&P Perforazioni s.r.l., con sede in Savona, C.so Tardy e
Benech,9/8, in qualità di Subappaltatrice per l’esecuzione di
fondazioni speciali;
� ScavoTer s.r.l., con sede in Vado Ligure (SV), V. Bertola 1, in
qualità di Subappaltatrice per l’esecuzione di lavori di scavo in
terra e roccia;
� Dott. Ing. Giovanni Delfino, con sede in Cairo Montenotte (SV),
C.sp Stalingrado 50, in qualità di Progettista e Direttore Lavori
delle strutture.
� Dott. Geol. Giampietro Filippi, con sede in Savona, Via Servettaz
17/2, in qualità di estensore del “Rapporto sull’Indagine
geologico-tecnica esecutiva”.
� Dott. Geol. Roberto Garbarino, con sede in Noli (SV), via
Manzoni 16/2, in qualità di estensore della “Relazione di
fattibilità geologico-tecnica”
� Dott. Ing. Marco Delfino, in qualità di Direttore di cantiere
come dipendente della Zoppi s.r.l.
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4. SINTETICA RICOSTRUZIONE CRONOLOGICA
Dall’attenta analisi della documentazione disponibile è stato possibile
ricostruire cronologicamente lo stato dei fatti e gli avvenimenti verificatisi
(rispettivamente punto 2. e punto 5. del Quesito, a cui si rimanda). Nel
seguito viene riportata, per chiarezza, una sintetica successione cronologia
di eventi, rimandando, come detto, alle risposte al Quesito per l’esaustiva
analisi di tali fatti.
- Dopo un iter urbanistico/amministrativo iniziato circa nel 1993, il 15
Febbraio 2002 veniva sottoscritto dal Comune di Noli, dalla Regione
Liguria, dalla Provincia di Savona e dalle Soprintendenze per i Beni
Architettonici e per i Beni Archeologici un Accordo di Programma che si
proponeva una riqualificazione urbana di un’estesa area dell’abitato di
Noli, attraverso interventi tra i quali la riqualificazione urbana delle ex
aree ferroviarie nella zona archeologica di S.Paragorio, delle aree della
ex fabbrica refrattari e la rinaturalizazione del Rio Noli. Nella zona delle
ex aree ferroviarie, e in particolare nel sottocomparto oggi denominato
A2 (tra la Via Belvedere e la via C. Battisti, denominato originariamente
nella Relazione di fattibilità geologico-tecnica– Doc. 2 - come A1),
veniva prevista una autorimessa impostata su due piani interrati. L’area
su cui edificare l’autorimessa interrata è evidenziata in Fig.1, stralciata
dalla Tavola 3.1 - Carta della suscettività d’uso geotecnica del territorio
– Variante al P.R.G.C. del 1997 - approvata con D.P.G.R. n. 171 del
15.09.2003 (N.B.: la Fig. 1 è tratta dalla Relazione Geologica IG , Doc.
17.1).
- Tra i documenti progettuali allegati all’Accordo di Programma, compare
la Relazione di fattibilità geologico-tecnica (Doc. 2) nel Novembre del
1998.
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- Dopo un’asta pubblica indetta nel Settembre del 2003 per individuare il
soggetto attuatore dell’intervento, asta andata deserta, il Comune di
Noli aggiudicava con trattativa privata nel Novembre 2003 alle ditte
Zoppi e Rivarossa il diritto di proprietà delle aree comunali. Le succitate
ditte costituivano apposita società, denominata Z&R s.r.l, il 6/2/2004.
- Il ritrovamento nell’area di intervento di reperti di interesse
archeologico interrompeva di fatto l’iter avviato, portando a modifiche
rispetto al progetto previsto nell’Accordo di Programma del 2002.
- Nel periodo Gennaio-Febbraio 2005 venivano condotti alcuni sondaggi
geognostici esplorativi nel piazzale dell’ex stazione FFSS (zona
dell’intervento in esame), allo scopo anche della ricerca dei reperti
archeologici. Tale indagine venne seguita dal Geol. Filippi, estensore del
Rapporto tecnico di cui al Doc. 3, che riporta anche le evidenze di tali
sondaggi.
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FIGURA 1 (evidenziata nel riquadro in colore verde l’area oggetto di intervento)
- Nel 2007 il Comune di Noli predisponeva e approvava un Progetto di
Variante al progetto originario (Doc. 3÷6) che, stante al riduzione
dell’area disponibile, comportava, tra l’altro, un aumento dei piani
interrati dell’autorimessa (da 2 a 3).
- Nell’Ottobre del 2007 la Z&R s.r.l. rappresentava al Comune di Noli il
proprio perdurante interesse all’acquisto dell’area, ponendo alcune
condizioni sul numero di box da ricavare (da 170 a 174) e sulle
volumetrie, tra le quali uno spostamento dello scavo verso Est (verso il
pendio edificato, a filo del muro di sostegno lungo Via Belvedere - Fig.2)
(Doc. 6).
- Il 23 Novembre 2007 il progetto di variante viene definitivamente
approvato e sottoscritto dalle parti, con le modifiche citate apportate.
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- Il 27/2/2008 viene sottoscritta la Convenzione urbanistica per
l’attuazione delle previsioni edificatorie ed urbanistiche del piano
particolareggiato relativo all’Ambito A2 del comparto A dell’Accordo di
programma sottoscritto in data 15/2/2002 (così come da ultimo
modificato dall’Accordo di programma siglato in data 23/11/2007)
(Doc. 7).
- Il 7/3/2008 viene rilasciato il Permesso di Costruire n. 4/2008 (Doc. 8).
- Marzo 2008. Contrattti di subappalto a Scavoter e T.P. Perforazioni.
- Marzo 2008. deposito in Provincia documenti progettuali (Doc. 3, 10,
11 , 12)
- Aprile 2008. Inizio lavorazioni.
- Maggio-Luglio 2008 : esecuzione pali paratia sotto Via Belvedere e zona
Nord (zona tunnel e lato opposto).
- Agosto- Settembre 2008. esecuzione pali paratia zona Nord; scavi per
eseguire 1° ordine di tiranti zona Nord; scavi per eseguire 2° ordine di
tiranti zona Nord.
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FIGURA 2
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- Settembre 2008. Problemi per tesatura tiranti. Prove di tesatura danno
esito negativo.
- Ottobre 2008. Scavi e esecuzione tiranti 2° e 3° ordine in zona Nord.
Nuovamente problemi esecutivi per la realizzazione tiranti. Sostituiti
dalla D.L. alcuni tiranti attivi con pali inclinati. Completato scavo in zona
Nord.
- 17/10/2008. Inizio scavo sbancamento sotto civv. 12 e 14 Via
Belvedere. Scavo di circa 2.5 m per raggiungere 1° ordine.
- Novembre 2008. Scavi e demolizioni sotto muro V.Belvedere.
Lavorazioni interne zona Nord.
- Dicembre 2008. Z&R chiede permesso esecuzione tiranti sotto Via
Belvedere civ. 14. (Doc. 15.1)
- Dicembre 2008 - Gennaio 2009. Esecuzione pali e cordoli paratia sotto
V. Belvedere (civ. 14-16-18). Lavorazioni interne zona Nord.
- Febbraio 2009. Esecuzione pali e cordoli paratia sotto V. Belvedere
(zona tunnel). Sbancamento e trave contrasto fino a 1° ordine sotto V.
Belvedere (civ.12).
- Febbraio 2009. Esecuzione paratia e sbancamento fino 1° ordine, lato
Ovest di fronte civv. 14-16-18.
- Febbraio 2009. Sondaggi integrativi S1-S2-S3-S4 alla base del muro di
Via Belvedere, di fronte civ. 20 (Geologo Dott. Galliano per conto Z&R).
- Marzo 2009. Esecuzione e tesatura tiranti 1° ordine sotto Via Belvedere
civ. 12. Sbancamento e esecuzione tiranti 2° ordine sotto Via Belvedere
civ. 12. Lavorazioni lato Ovest di fronte civv. 14-16-18.
- Marzo 2009. Rifiuto permesso esecuzione tiranti sotto Via Belvedere
civ. 14. (Doc. 15.2).
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- Aprile 2009. Tesatura tiranti 2° ordine sotto Via Belvedere civ. 12.
Sbancamento e esecuzione tiranti 3° ordine sotto Via Belvedere civ. 12.
Lavorazioni lato Ovest di fronte civv. 14-16-18.
- 30/3 e 2-16-20-27/4/2009. PIOGGE INTENSE
- Aprile 2009. Danni rilevati ai civv. 14-16-18 V. Belvedere (Doc. .15.5).
- Maggio 2009. Tesatura tiranti 3° ordine sotto Via Belvedere civ. 12.
Sbancamento fino a fondo scavo sotto Via Belvedere civ. 12.
- Maggio 2009. Disponibilità Z&R per indagine monitoraggio (Doc. 15.7).
- Maggio 2009 – Gennaio 2010. Indagini geognostiche supplettive
(Sondaggi S1÷S9 tra civv. 14 e 18), Ditta Terra srl (Geol. Dott.ssa
Castano) per conto Z&R .
- Maggio – Ottobre 2009. Varie lavorazioni edili e in c.a. interne in zona
Nord.
- 15/9/2009. Inizio demolizione muro V.Belvedere.
- 6/10/2009. Ripresa esecuzione tiranti sotto V. Belvedere civ. 14 fino
proprietà Introini (civ.16).
- 8/10/2009. Sospensione esecuzione tiranti sotto V.Belvedere civ. 14.
- 9/10/2009. PIOGGIA
- 8÷16/10/2009. Esecuzione 2 fila pali inclinati sotto prop. Introini
(civ.16) per rifiuto esecuzione tiranti.
- 14/10/2009. Perizia asseverata Ing. Delfino attestante stabilità (Doc.
15.13)
- 19/10/2009. Tesatura tiranti sotto V. Belvedere civ. 14 fino proprietà
Introini (civ.16).
- 21-22/10/2009. PIOGGIA
- 23÷30/10/2009. Sbancamento sotto V.Belvedere zona civv. 14-16.
Previsione utilizzo puntoni.
- 30/10/2009. Sbancamento interrotto per comparsa lesioni civ. 18.
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- Novembre 2009. Modifica progetto paratia sotto V.Belvedere civ. 14 in
seguito a pratica Vincolo Idrogeologico
- Novembre 2009. Posa puntoni. Lavori edili interni vari in zona Nord.
- 2-8-29-30/11/2009. PIOGGE INTENSE
- Dicembre 2009. Esecuzione pali fondazione contrafforti e contrafforti.
- 14/12/2009. Fonogramma VV.FF.
- 21/12/2009. Sequestro Autorità Giudiziaria.
- 2010. Realizzazione progetto messa in sicurezza (Doc. 17) e attività di
monitoraggio (Doc. 18).
5. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
Al fine di meglio motivare alcune delle risposte al Quesito posto, si ritiene
necessario evidenziare quale sia stato, al tempo della progettazione ed
esecuzione delle opere dell’autorimessa, il quadro normativo tecnico (non
amministrativo) di riferimento. Si pone l’attenzione in particolare sulle
opere di sostegno degli scavi, e non su quelle edili interne, in quanto le
caratteristiche di queste ultime sono sostanzialmente ininfluenti in
relazione ai problemi in oggetto.
Vi è innanzi tutto da considerare a quale normativa tecnica i Tecnici
coinvolti si siano riferiti. Sia il Dott. Garbarino (Relazione geologico-tecnica
di fattibilità, 1998), sia il Dott. Filippi ( Rapporto tecnico-Indagine geologico-
tecnica esecutiva, 2007) sia l’Ing. G. Delfino (Progetto esecutivo Opere di
sostegno, 2008) hanno fatto riferimento al “D.M. 11-3-1988 - Norme
tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei
pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la
progettazione, l'esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e
delle opere di fondazione”, pubblicato nel Suppl. Ord. Gazz. Uff. 1° giugno
1988, n. 127.
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Per quanto riguarda la Relazione del 1998 il D.M. 11-3-1988 era la
unica norma “geotecnica” vigente all’epoca; per quanto riguarda le
Relazioni del 2007 e del 2008 erano già state promulgate, rispettivamente,
il D.M. 14-9-2005 e il successivo (e dal 1/7/2009 unico vigente) D.M. 14-1-
2008 “Norme tecniche per le Costruzioni”. Tuttavia nel periodo di deposito
delle due citate relazioni si era in una fase transitoria e piuttosto “confusa”
per quanto riguarda il regime normativo, con possibilità di applicare, a
descrizione del progettista, sia le norme appena emanate che quelle
antecedenti (nella fattispecie il D.M. 11-3-88).
Vi è poi da considerare il quadro normativo tecnico/amministrativo
“locale” (cioè riferibile specificamente all’intervento nel Comune di Noli). Si
fa riferimento alla “L.R. 24 del 8-7-1987 - Disposizioni per lo snellimento
delle procedure urbanistiche in attuazione della legge 28 febbraio 1985 n.
47 e disciplina degli strumenti urbanistici attuativi” (B.U.R. n.30 del 29-7-
1987) e alla “Variante Integrale al Piano Regolatore Generale Comunale
(approvata con D.P.G.R. n. 171 del 15-09-2003) - Norme Tecniche di
Attuazione”.
Nel seguito, quindi, si riportano alcuni stralci del citato D.M. 11-3-88
(e della CIRCOLARE M. LL.PP. 24/9/1988 Istruzioni per l’applicazione del DM
11/3/88) e delle Norme Tecniche di Attuazione della Variante al P.R.G.
nell’ottica, come premesso, di poter evidenziare, al punto successivo,
aspetti e eventuali carenze nelle “ precauzioni, opere e cautele adottate da
ciascuna delle parti in causa per ovviare il pericolo di crollo e/o frana” e
eventuali “imprudenza, negligenza ed imperizia dei resistenti e dei terzi
chiamati”. In entrambi i testi normativi, infatti, sono presenti articoli e
prescrizioni a cui i soggetti diversamente coinvolti avevano l’obbligo di
riferirsi.
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D.M. 11-3-1988 A.2. Prescrizioni generali. Le scelte di progetto, i calcoli e le verifiche devono essere sempre basati sulla caratterizzazione geotecnica del sottosuolo ottenuta per mezzo di rilievi, indagini e prove. I calcoli di progetto devono comprendere le verifiche di stabilità e le valutazioni del margine di sicurezza nei riguardi delle situazioni ultime che possono manifestarsi sia nelle fasi transitorie di costruzione sia nella fase definitiva per l'insieme manufatto-terreno. Le situazioni di esercizio tenendo conto delle possibili variazioni di sollecitazione e deformazione, devono ugualmente essere verificate con la dovuta sicurezza. La scelta dei coefficienti di sicurezza deve essere motivata in rapporto al grado di approfondimento delle indagini sui terreni, all'affidabilità dalla valutazione delle azioni esterne, tenuto conto del previsto processo costruttivo e dei fattori ambientali.
OMISSIS In corso d'opera si deve controllare la rispondenza tra la caratterizzazione geotecnica assunta in progetto e la situazione effettiva, differendo di conseguenza il progetto esecutivo. A.3. Elaborati geotecnici e geologici. I risultati delle indagini, degli studi e dei calcoli geotecnici devono essere esposti in una relazione geotecnica, parte integrante degli atti progettuali. Nei casi in cui le presenti norme prescrivano uno studio geologico, deve essere redatta anche una relazione geologica che farà parte integrante degli atti progettuali. B. Indagini geotecniche. B.1. Oggetto delle norme. Le presenti norme riguardano il progetto e l'esecuzione delle indagini geotecniche. Queste indagini hanno lo scopo di raccogliere tutti i dati qualitativi e quantitativi occorrenti per il progetto e per il controllo del comportamento dell'opera nel suo insieme ed in rapporto al terreno. B.2. Indagini nelle fasi di progetto e di costruzione. Nelle fasi preliminari della progettazione si potrà far riferimento a informazioni di carattere geologico e a dati geotecnici deducibili dalla letteratura oppure noti attraverso indagini eseguite precedentemente sulla medesima area. Per il progetto di massima dovranno essere effettuate indagini geologiche e geotecniche per valutare la stabilità di insieme della zona, prima ed a seguito della costruzione dell'opera in progetto, e per individuare i problemi che la natura e le caratteristiche geotecniche dei terreni pongono nelle scelte delle soluzioni progettuali e dei corrispondenti procedimenti costruttivi anche per confrontare le soluzioni possibili. Nella fase di progetto esecutivo le indagini devono essere dirette ad approfondire la caratterizzazione geotecnica qualitativa e quantitativa del sottosuolo per consentire la scelta della soluzione progettuale, di eseguire i calcoli di verifica e definire i procedimenti costruttivi.
OMISSIS La validità delle ipotesi di progetto dovrà essere controllata durante la costruzione considerando, oltre ai dati raccolti in fase di progetto, anche quelli ottenuti con misure ed osservazioni nel corso dei lavori per adeguare, eventualmente, l'opera alle situazioni riscontrate. (CIRCOLARE M. LL.PP. 24/9/1988 Istruzioni per l’applicazione del DM 11/3/88) Per definire il profilo geotecnico, le proprietà fisico-meccaniche dei terreni, la posizione delle falde idriche e le loro caratteristiche, si raccomanda di eseguire specifiche indagini, in sito ed in laboratorio, secondo un programma definito in base alle caratteristiche del sottosuolo e dell'opera in progetto.
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B.3. Ampiezza dell'indagine. Lo studio geotecnico deve essere esteso alla parte del sottosuolo influenzata, direttamente o indirettamente, dalla costruzione del manufatto e che influenza il comportamento del manufatto stesso (volume significativo). L'ampiezza dell'indagine deve perciò essere proporzionata alle dimensioni, al tipo, alle caratteristiche strutturali, all'importanza dell'opera, alla complessità del sottosuolo ed allo stato delle conoscenze sulla zona in esame.
OMISSIS B.5. Relazioni sulle indagini. I risultati delle indagini devono essere oggetto di apposite relazioni, parte integrante del progetto. Queste devono comprendere ed illustrare tutti i dati obiettivi e sviluppare le elaborazioni ed i calcoli necessari al fine di giungere alle scelte progettuali ed alle verifiche prescritte al punto A.2 e nelle sezioni seguenti. La relazione geologica è prescritta per le opere a cui fanno riferimento le sezioni E, F, G, H, I, L, M e O, della presente normativa e per le aree dichiarate sismiche o soggette a vincoli particolari. Essa deve comprendere ed illustrare la situazione litostratigrafica locale, con definizione dell'origine e natura dei litotipi, del loro stato di alterazione e fratturazione e della loro degradabilità, i lineamenti geomorfologici della zona, nonché gli eventuali processi morfologici ed i dissesti in atto o potenziali; deve precisare inoltre i caratteri geostrutturali generali, la geometria e le caratteristiche delle superfici di discontinuità e fornire lo schema della circolazione idrica superficiale e sotterranea. La relazione geotecnica sulle indagini è prescritta per tutte le opere oggetto delle presenti norme. Essa deve comprendere ed illustrare la localizzazione della area interessata, i criteri di programmazione ed i risultati delle indagini in sito e di laboratorio e le tecniche adottate, nonché la scelta dei parametri geotecnici di progetto, riferiti alle caratteristiche della costruenda opera, ed il programma di eventuali ulteriori indagini, che si raccomandano per la successiva fase esecutiva. Le relazioni devono essere corredate degli elaborati grafici e della documentazione delle indagini in sito ed in laboratorio necessari per la chiara comprensione dei risultati. La caratterizzazione geotecnica e la ricostruzione geologica devono essere reciprocamente coerenti. A tale riguardo la relazione geotecnica deve fare esplicito riferimento alla relazione geologica e viceversa.
OMISSIS D. Opere di sostegno. D.1. Oggetto delle norme Le norme contenute nella presente sezione si applicano ai muri di sostegno, alle paratie, alle palancolate ed alle armature per il sostegno di scavi e ad opere di sostegno costituite da terra mista ad altri materiali. D.2. Criteri di progetto. Il comportamento dell'opera di sostegno, intesa come complesso struttura-terreno, deve essere esaminato tenendo conto della successione e delle caratteristiche fisico-meccaniche dei terreni di fondazione e di eventuali materiali di riporto, interessati dall'opera; dalle falde idriche, del profilo della superficie topografica del terreno prima e dopo l'inserimento dell'opera; dei manufatti circostanti; delle caratteristiche di resistenza e di deformabilità dell'opera; dei drenaggi e dispositivi per lo smaltimento delle acque superficiali e sotterranee e delle modalità di esecuzione dell'opera e del rinterro. Deve essere verificata la stabilità dell'opera di sostegno e del complesso opera-terreno. Le verifiche debbono essere effettuate nelle condizioni corrispondenti alle diverse fasi costruttive ed al termine della costruzione, tenendo conto delle possibili oscillazioni di livello dell'acqua nel sottosuolo.
OMISSIS
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Nel caso di opere su pendio o prossime a pendii si deve esaminare anche la stabilità di questi secondo quanto indicato alla sezione G.
OMISSIS D.7. Verifica delle paratie.
OMISSIS D.7.2. Verifiche.
OMISSIS Per opere che ricadano in prossimità di altri manufatti devono essere valutati gli spostamenti del terreno ed i loro effetti sulla stabilità e funzionalità dei manufatti.
OMISSIS I valori dei coefficienti di sicurezza saranno assunti dal progettista e giustificati sulla base del grado di affidabilità dei dati disponibili e del modello di calcolo adottato.
OMISSIS G. Stabilità dei pendii naturali e dei fronti di scavo
OMISSIS G.2.2. Indagini specifiche. I rilievi e le indagini devono effettuarsi secondo le prescrizioni della sezione B e secondo i criteri particolari seguenti: - la superficie del pendio deve essere definita attraverso un rilievo plano-altimetrico
in scala adeguata ed esteso ad una zona sufficientemente ampia a monte e a valle del pendio stesso;
- lo studio geologico, anche con l'ausilio della fotogeologia, deve precisare l'origine e la natura dei terreni,
- il loro assetto tettonico-strutturale, i caratteri ed i fenomeni geomorfologici e la loro prevedibile evoluzione nel tempo e lo schema della circolazione idrica nel sottosuolo;
- lo studio geotecnico deve definire le caratteristiche fisico-meccaniche dei terreni, l'entità e la distribuzione delle pressioni dell'acqua nel terreno e nelle discontinuità, degli eventuali spostamenti plano-altimetrici di punti in superficie ed in profondità.
La profondità e l'estensione delle indagini devono essere fissate in relazione alle caratteristiche geometriche del pendio, ai risultati dei rilievi indicati ai punti precedenti, nonché alla più probabile posizione della eventuale superficie di scorrimento.
OMISSIS G.2.3. Calcoli di stabilità. Il metodo di calcolo per la verifica della stabilità deve essere scelto tenendo conto della posizione e della forma delle possibili superfici di scorrimento, dell'assetto strutturale, delle caratteristiche meccaniche del terreno, nonché della distribuzione delle pressioni neutre.
OMISSIS Il valore del coefficiente di sicurezza sarà assunto dal progettista e giustificato sulla base delle considerazioni relative al livello di conoscenze raggiunto ed al grado di affidabilità dei dati disponibili, alla complessità della situazione geologica e geotecnica, alla esperienza locale su pendii naturali in situazioni simili, nonché alle conseguenze di un'eventuale frana.
OMISSIS O. Ancoraggi. O.1. Oggetto delle norme. Le presenti norme si applicano a tutti i tipi di armature (ancoraggi), attive o passive, inserite in terreni od in rocce (tiranti, bulloni, chiodi) allo scopo di aumentare la resistenza al taglio, specie lungo superfici di discontinuità. O.2. Indagini specifiche. Le indagini da eseguire in conformità alle direttive riportate nella sezione B, devono raccogliere i dati occorrenti per il progetto degli ancoraggi, per la verifica della stabilità
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globale e per il controllo del comportamento dell'insieme costituito dall'eventuale struttura ancorata, dagli ancoraggi e dal terreno comunque interessato. Le indagini devono definire la composizione, le caratteristiche strutturali e le proprietà fisicomeccaniche dei terreni del sottosuolo interessato dal complesso delle opere e riconoscere se l'ambiente nel quale gli ancoraggi ricadono sia aggressivo per i materiali che li costituiscono.
OMISSIS O.3. Criteri di progetto.
OMISSIS Per la valutazione del carico limite, si può procedere in prima approssimazione con formule teoriche; è però necessaria la conferma sperimentale con prove di trazione in sito in fase di progetto e di collaudo.
OMISSIS Poiché la riuscita degli ancoraggi dipende in larga misura da dettagli tecnologici, il comportamento dell'insieme ancoraggio-terreno deve essere determinato con prove di carico su ancoraggi di prova realizzati nello stesso sito e con lo stesso sistema costruttivo.
OMISSIS Le prove di collaudo, al fine di controllare gli ancoraggi eseguiti, devono essere in numero sufficiente per accertare il buon funzionamento dell'opera. (CIRCOLARE M. LL.PP. 24/9/1988 Istruzioni per l’applicazione del DM 11/3/88) Per il progetto e l'esecuzione degli ancoraggi si potrà fare riferimento a: AICAP (1983). Ancoraggi nei terreni e nelle rocce - Raccomandazioni - Edizione provvisoria.
- o - Comune di Noli - Provincia di Savona VARIANTE INTEGRALE AL PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE (approvata con D.P.G.R. n. 171 del 15.09.2003) - NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE
OMISSIS Parte Terza. NORME GEOLOGICHE DI ATTUAZIONE Le norme geologiche di attuazione, che di seguito vengono esposte, riguardano, separatamente, la suscettività d'uso del territorio comunale sotto il profilo geotecnico e sotto il profilo della sua valorizzazione d'uso; esse si articolano in due Titoli separati (I e II), ciascuno dei quali composto da una Premessa (punto A) e da un Articolato (punto B); ambedue i Titoli fanno parte integrante delle Norme stesse. TITOLO I: Norme di tipo geotecnico A - PREMESSA A.1 - Elementi generali A.1.1 - L'elaborazione di "norme geologiche di attuazione" in relazione a quanto emerso dalla verifica della "suscettività d'uso del territorio comunale", in sede di indagine geologica per la redazione del P.R.G. del Comune di Noli, discende in via diretta dall'applicazione della "nota-circolare" della Regione Liguria (Servizio Difesa del Suolo e Servizio Strumenti Urbanistici), n° 2077 del 27/04/1988, ed in via indiretta dai seguenti fondamentali dispositivi: L.R. 08/07/1987, n° 24, art. 31; D.M. 11/03/1988 del Ministero dei Lavori Pubblici; L.R. 03/04/1990 n.14; L.R. 28/01/1993 n.9; D.G.R. 1411/1999;
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Piano di Bacino Stralcio sul Rischio Idrogeologico ai sensi dell’art. 1, comma 1, del D.L. 180/1998 convertito in L.267/1998. A.1.2 - Le norme debbono essere esaminate, discusse ed approvate dal Consiglio Comunale e formano parte integrante della più generale regolamentazione delle attività edilizie nel Comune di Noli per tutta la durata della validità del P.R.G. Esse, sulla base delle specifiche caratteristiche delle zone a diverso titolo individuate sul territorio comunale in relazione agli aspetti geologico, geomorfologico ed idrogeologico, definiscono i criteri generali di intervento sul territorio stesso e le verifiche areali e puntuali necessarie, sotto l'aspetto geologico-applicativo, per una sua corretta utilizzazione. In particolare esse definiscono, per ogni tipologia di zona, le problematiche fondamentali, le metodologie e gli strumenti di indagine, nonché gli atti specifici che sotto tale aspetto dovranno verificarsi in sede di studi di fattibilità, di progettazione esecutiva, di realizzazione e di collaudo dei diversi interventi edificatori. Inoltre esse individuano, ricompongono e/o tutelano le zone del territorio comunale caratterizzate da un evidente stato di dissesto idrogeologico, oppure dotate di valenze paesaggistiche ed ambientali tali da richiederne la preservazione. Fondamentale è l'osservanza del D.M. 11/03/88: "Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità di pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione ed il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione"; le presenti "norme geologiche di attuazione" non sono che una trasposizione in chiave locale, in funzione della caratterizzazione specifica del territorio del Comune di Noli, delle più generali norme dettate dal decreto suddetto. A.2 - Concessioni singole A.2.1 - L'osservanza del succitato D.M., al di là degli specifici contenuti delle verifiche, per i quali si rimanda all'articolato che segue, produce: - l'obbligatorietà della presentazione della documentazione geologica e geologico-
tecnica prescritta e redatta da un geologo iscritto al relativo Albo Professionale, pena la non completezza dell'istanza presentata all'Amministrazione Comunale ed il mancato rilascio della concessione, secondo le due seguenti fasi:
- in sede di presentazione di istanza di concessione o istanze assimilabili: risultanze di indagine geologica e geologico-tecnica, supportate da idonee verifiche-campione, relative alla valutazione della fattibilità dell'intervento, con indicazione sulle indagini di dettaglio da realizzare preliminarmente alla progettazione esecutiva;
- in sede di rilascio della concessione e quale clausola ineliminabile per il ritiro della stessa: risultanze di indagine geologica e geologico-tecnica di dettaglio, di supporto alla progettazione esecutiva dell'intervento edificatorio.
- l'obbligatorietà dell'attuazione delle prescrizioni di ordine geologico e geologico-tecnico conseguenti alle verifiche realizzate a tale titolo e di quelle eventuali altre prescrizioni dello stesso tipo introdotte dall'Amministrazione Comunale in sede di approvazione urbanistica o di rilascio di concessione od autorizzazione edilizia;
OMISSIS A.2.2 - Per quanto attiene alle metodologie da adottare in sede di effettuazione delle verifiche, fatta salva l'autonomia del professionista incaricato nell'individuare quelle più idonee alla specificità della situazione analizzata, nonché con riferimento al diverso grado di approfondimento previsto dalle norme e richiesto dall'intervento in progetto, resta in ogni caso obbligatoria la redazione e la produzione, da parte di un geologo iscritto all'Albo Professionale, di: - cartografia tematica sotto il profilo geologico, geomorfologico, idrogeologico e
geologico-tecnico, con ubicazione delle prospezioni e delle prove in situ eventualmente realizzate, se richieste o se comunque ritenute necessarie; tale cartografia dovrà
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essere prodotta su base topografica a curve di livello o quotata, in scala correlabile con quella del progetto;
- sezioni geologiche e geologico-tecniche in scala scelta con gli stessi criteri; - cartografia degli interventi previsti sotto il profilo geologico-applicativo; - stratigrafia del terreno, desunte da prospezioni geognostiche e/o geofisiche, in scala
con denominatore non superiore a 200 e rappresentazione grafica o certificazione di altre verifiche a diverso titolo realizzate (prove geotecniche in situ e/o di laboratorio, ecc.);
- relazione tecnica e di commento, con indicazioni operative. A.3 - Strumenti urbanistici attuativi A.3.1 - Nelle zone in cui gli interventi edificatori siano soggetti a preliminare redazione di strumenti urbanistici attuativi, secondo la normativa vigente a livello statale, regionale o provinciale, il progetto dovrà essere corredato dagli elaborati di ordine geologico e/o geologico-tecnico previsti dalla circolare della Regione Ligure n° 4551 del 12/12/1989. Le verifiche di ordine geologico l.s. in sede di redazione di S.U.A., mentre da un lato dovranno seguire i criteri generali esposti al precedente punto A, dall'altro dovranno essere suddivise in due fasi: una di "verifica di fattibilità" ed una di "progettazione esecutiva". A.3.2 - Per la fase di "verifica di fattibilità", le indagini, da svilupparsi essenzialmente in termini di tipo qualitativo, dovranno tener conto delle prescrizioni che compaiono nell'articolato che segue e definire prima di tutto, nei termini peculiari delle diverse tipologie di zona, l'ambito geologico, geomorfologico ed idrogeologico in cui vengono ad inserirsi gli interventi in progetto; realizzare inoltre, ove il tipo di zona lo preveda e comunque il geologo incaricato lo ritenga necessario ed utile, quelle verifiche specifiche di ordine geognostico e geologico-tecnico sufficienti a caratterizzare, sotto tale profilo, l'area investigata. A.3.3 - Per la fase di "progettazione esecutiva" saranno invece richiesti tutti gli approfondimenti di dettaglio di ordine geologico, geognostico e geologico-tecnico che la tipologia della zona in cui ricadono gli interventi e l'incidenza di questi ultimi sul terreno consigliano, secondo quanto prescritto nei successivi articoli. Si rimanda pertanto a quanto previsto nel precedente punto A.2.
OMISSIS B - NORME GEOLOGICHE DI ATTUAZIONE (N.B. Vedi Figura 1)
OMISSIS ART. 2 - ZONE TIPO B: CARATTERIZZATE DA DEPOSITI ALLUVIONALI E COLTRI DI COPERTURA DI VARIA NATURA ED ORIGINE (Tavola 3.1 - Sigla: B)
OMISSIS 2.3 - Non si individuano particolari problematiche sotto il profilo geologico l.s. Necessità di verifiche puntuali per la caratterizzazione geotecnica, con particolare attenzione alla valutazione della stabilità dei comparti, per qualsiasi tipo di intervento. (Sigla: B3)
OMISSIS Per interventi nelle zone di tipo B3, l'applicazione delle norme del D.M. 11/03/88 richiede l'accertamento,oltre che degli elementi previsti per le zone di tipo B2, di quanto segue: - verifica del grado di stabilità allo stato attuale ed a seguito di eventuali interventi di
sbancamento, nelle aree direttamente interessate;
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- verifica della stabilità dei terreni a seguito di interventi che comportino l'esecuzione di riporti, rilevati o, in genere, che determinino sovraccarichi;
- valutazione delle eventuali ripercussioni degli interventi sulla stabilità dei settori adiacenti, entro un raggio esteso in funzione dell'incidenza e dell'impatto degli interventi stessi sul territorio.
OMISSIS ART. 5 - ZONE TIPO E: CARATTERIZZATE DA UN'ALTA DENSITÀ DI INSEDIAMENTI, CONPRESENZA DI EDIFICI ED INFRASTRUTTURE CHE NE SCONSIGLIANO OGNI ULTERIORE UTILIZZO, SOPRATTUTTO IN TERMINI DI SBANCAMENTI E SOVRACCARICHI (Tavola 3.1 - Sigla: E/E*) Le zone di tipo E comprendono le porzioni del territorio comunale dove è presente una copertura urbana compatta, oppure dove sono stati segnalati riempimenti e rilevati completamente sistemati e già utilizzati a vario titolo (E),
OMISSIS Dette zone, soprattutto per quanto attiene la parte mediana e terminale della piana del T. Noli e le aree interessate dai vecchi terrapieni ferroviari, mostrano condizioni geotecniche complessivamente scadenti, per cui l'interferenza tra l'esistente e nuove opere può provocare notevoli problemi di stabilità all'esistente stesso (vedasi centro storico) o al versante sovrastante. Per gli interventi nelle zone di tipo E, l'applicazione delle norme del D.M. 11.03.1988 richiede l'accertamento, oltre che di quanto previsto per le zone ad analoga caratterizzazione geologica, geomorfologica ed idrogeologica di cui agli articoli precedenti, anche delle specifiche problematiche e delle relative soluzioni operative, riguardanti le possibili interferenze tra le opere in progetto ed i manufatti esistenti al contorno. In particolare, con specifiche metodologie di indagine, quali sondaggi geognostici a rotazione, a carotaggio continuo, con prelievo di campioni indisturbati, messa in opera di tubi piezometrici per la definizione dei regimi della o delle falde, prove di permeabilità in foro di sondaggio, prove geotecniche in situ, scelte in funzione della stratigrafia dei terreni, analisi e prove di laboratorio, vanno verificati natura e comportamento meccanico dei terreni, presenza e comportamento delle falde, condizioni di stabilità dei fronti di scavo nella piana e lungo i versanti immediatamente sovrastanti, anche in relazione alla presenza o meno di edifici nell'immediato contorno degli interventi. Il tutto dimensionando le verifiche, in termini di approfondimento e di metodologie adottate, in funzione della natura degli interventi in progetto e della loro incidenza sul terreno e sulle zone circostanti.
OMISSIS
ART. 6 - COMPETENZE E RESPONSABILITÀ PROFESSIONALI RELATIVE AGLI ACCERTAMENTI PRESCRITTI AI PRECEDENTI ARTICOLI Tutte le verifiche di ordine geologico, geomorfologico, idrogeologico e geologico-tecnico previste nei precedenti articoli per le diverse zone identificate alla tavola 3.2, dovranno essere effettuate da professionisti geologi, regolarmente iscritti al relativo Albo Professionale. Le risultanze delle stesse dovranno essere illustrate con opportuni elaborati grafici, cartografici, numerici, ecc., in forma esaustiva, sia per le valutazioni preliminari di fattibilità, sia per i progetti esecutivi degli interventi previsti sul territorio comunale. Detti elaborati costituiranno parte integrante della documentazione per l'istruttoria delle pratiche di concessione edificatoria o per il rilascio della stessa.
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Gli stessi professionisti dovranno esercitare la funzione di Direttore dei Lavori sotto il profilo geologico e geologico-tecnico in fase di realizzazione dei progetti e di Collaudatori, sotto lo stesso profilo, all'ultimazione degli interventi. Essi dovranno comunque attestare, a fine lavori, con succinta relazione tecnica, ai fini del rilascio del decreto di abitabilità o agibilità, l'avvenuta applicazione delle prescrizioni fornite in sede di indagine per la progettazione esecutiva o di loro motivate varianti in corso d'opera.
- o -
Da quanto sopra e per gli scopi prefissati si evincono in sintesi gli
aspetti più significativi.
In relazione a quanto contenuto nel D.M. 11-3-1988:
1. obbligo e importanza, tra gli atti progettuali di esaustiva
Relazione Geologica e di esaustiva Relazione Geotecnica;
2. necessità di controllare in corso d’opera la rispondenza tra la
caratterizzazione dei terreni assunta e quella effettiva,
3. differenza tra l’indagine per il progetto di massima e l’indagine
per il progetto esecutivo (indagini e prove specifiche, eseguite
in un “volume significativo” per l’opera e il suo intorno);
4. necessità di indagini geologiche e geotecniche specifiche sul
pendio a monte;
5. necessità di verificare la stabilità dell’opera e del complesso
opera-terreno;
6. necessità di valutare la stabilità del pendio a monte e gli
spostamenti dei manufatti presenti;
7. definizione di un opportuno e sufficiente fattore di sicurezza,
definito in funzione di approfondimento indagini;
qualità/quantità dei dati disponibili; complessità geologica;
metodo di calcolo adottato; conseguenze di eventuale frana;
8. necessità di indagini specifiche per gli ancoraggi e prove di
carico su ancoraggi di prova.
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In relazione alle indagini e alla caratterizzazione dei terreni si fa
ulteriormente osservare l’importanza, già evidente nel D.M. 11-3-88 e
ribadita e rafforzata nelle “Norme tecniche per le Costruzioni” di cui al
D.M. 14-1-2008, della cosiddetta “modellazione geologica” sottosuolo
(elemento di riferimento e propedeutico per la progettazione e per la
definizione di indagini specifiche) e della successiva “modellazione
geotecnica” del sottosuolo (scelta e valutazione di modelli specifici
parametri di calcolo per la progettazione della singola opera) la cui
definizione è di unica responsabilità del progettista.
In relazione a quanto contenuto nelle Norme Tecniche di Attuazione
alla Variante del P.R.G. :
9. definizione di criteri generali di intervento sul territorio e di
verifiche areali e puntuali in osservanza al D.M. 11-3-1988;
10. per il rilascio di concessioni, obbligo di indagini di dettaglio e di
analisi basate sui risultati delle stesse, entrambe contenute in
elaborati facenti parte la documentazione per il rilascio della
concessione edificatoria stessa;
11. per la fase di progettazione esecutiva, necessità di
approfondimenti di dettaglio di ordine geologico, geognostico e
geologico-tecnico e valutazione dell’incidenza degli interventi in
progetto sul terreno;
12. nelle zone di interesse (segnatamente zona E: sedime del
parcheggio e B3: versante a monte confinante – vedi Variante
P.R.G. e Figura 1), attenzione ai problemi di stabilità dei
versanti sovrastanti l’area in oggetto, alle possibili interferenze
tra opere in progetto e manufatti esistenti al contorno;
13. obbligatorietà dei Direzione Lavori sotto il profilo geologico da
parte di professionisti iscritti all’Albo dei Geologi.
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6. CONSIDERAZIONI RIGUARDANTI LE OSSERVAZIONI E LE NOTE TECNICHE
DEI CC.TT.PP. ALLA PRIMA RELAZIONE DI CTU DEPOSITATA
In seguito al deposito avvenuto in data 14 Gennaio 2010 della prima
relazione di perizia, il CTU ha ricevuto note tecniche e osservazioni di
replica dai seguenti CC.TT.PP.:
� Geol. Alberto Reale (CTP – Reale Mutua Ass – RC Z&R srl)
� Ing. Giovanni Consigli (CTP – Milano Ass. – RC Comune Noli e Fondiaria
Ass.- RC Dott. Filippi)
� Ing. Riccardo Torri e Geol. Vittorio Vezzaro (CTP . Comune di Noli)
� Ing. Claudio Bonavita (CTP – Zurich – RC Zoppi srl e T.P. Perforazioni srl)
� Ing. Sergio Vighetto (CTP Zoppi srl)
� Ing. Valter Peisino (CTP – Z & R srl)
� Ing. Giovanni Canetta (CTP – Dott. Filippi)
� Ing. Giuseppe Calvo (CTP – Ing. Giovanni Delfino)
� Ing. Vittorio Guerra (CTP – UGF Ass – RC Ing. Giovanni Delfino)
� Ing. Marco Borsarelli (CTP – Ing. Marco Delfino)
� Ing. Luca Romano (CTP – Via Belvedere 14)
Gli Ingegneri Paolo Domenico Taramasso (CTP – ScavoTer srl),
Roberto De Salvo (CTP – T.P. Perforazioni srl), Eros Cassissa (CTP – Allianz
spa – RC ScavoTer) e il Geol. Roberto Garbarino (CTP - sè stesso) hanno
comunicato al CTU di non intendere replicare alla prima relazione
depositata.).
Le note ricevute vengono allegate al fascicolo a disposizione
dell’Ill.mo Giudice. Nel seguito si sintetizzano le osservazioni dei CC.TT.PP.
e le considerazioni del CTU al riguardo. Tutti i CC.TT.PP. intervenuti
concordano sostanzialmente (a parte qualche modesta precisazione) con il
CTU in merito alle risposte 1,2,3,4 al Quesito, mentre differenziano le loro
opinioni in relazione alla risposta 5 al Quesito.
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� Geol. Alberto Reale (CTP – Reale Mutua Ass – RC Z&R srl). Secondo il CTP gli eventi succedutisi mettono in luce le inevitabili responsabilità del Comune di Noli che ha avallato con diverse licenze edilizie la realizzazione dell'autorimessa senza richiedere un diverso progetto ed una analisi geologica più accurata di quella riscontrata. Il Comune può essere contingentato in termini di responsabilità nella fattispecie della “culpa in vigilando”, andandosi ad accostare al progettista e al geologo. Di fondo poi emerge una carenza progettuale attiva e non una cattiva attività esecutiva. La Z & R srl e la ditta Zoppi, non avendo eseguito un lavoro di mero ardimento tecnico, non sono responsabili del progetto e al più possono considerarsi responsabili sotto lo stretto profilo della garanzia assicurativa “cedimento del terreno” sulla quale sussiste preciso massimale di polizza. � Ing. Giovanni Consigli (CTP – Milano Ass. – RC Comune Noli e Fondiaria Ass.- RC Dott. Filippi). Il CTP chiede di rivalutare l’attività tecnica svolta dal geol. Filippi e, giudicare lo stesso estraneo ai fatti dannosi . Gli studi geologici del 2007 del dott. Filippi costituiscono infatti una mera relazione tecnica finalizzata all’accordo di programma e non sono uno studio geologico-esecutivo sui cui progettare le opere di contenimento dei fronti di scavo e di fondazione. La relazione del febbraio 2007 e’ addirittura antecedente alla variante urbanistica ed era stata redatta proprio e solo per detto fine (la materia urbanistica). Era soprattutto l’ingegnere strutturista e geotecnico incaricato della progettazione esecutiva, oltre che lo stesso Committente, a dovere richiedere uno studio geologico esteso a tutto il versante per procedere così al giusto dimensionamento delle opere di sostegno dei fronti di scavo. Per il CTP l’ingegner Delfino ha ritenuto (sbagliando) che i fronti di scavo potessero essere contenuti senza eseguire, per un ampia lunghezza, i tiranti (causa prima del dissesto che ha coinvolto il versante a monte dell’area di cantiere). Ciò è in contrasto con le indicazioni della relazione geologica del dott. Filippi. Se l’ingegner Delfino ha ritenuto di non seguire le indicazioni contenute negli studio geologici circa le tecniche di contenimento dei fronti di scavo, in accordo altresì con il Committente, il CTP non comprende quale responsabilità possano essere addossate al geol. Filippi, che dette scelte non ha condiviso. � Ing. Riccardo Torri e Geol. Vittorio Vezzaro (CTP . Comune di Noli). Concordano sostanzialmente con il CTU, portando alcune considerazioni in merito al ruolo del Geol. Garbarino, del Geol. Filippi, dell’Ing. G. Delfino, della Committenza Z&R e dell’impresa costruttrice Zoppi. Riguardo alla
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relazione di fattibilità dal Geol. Garbarino, ritengono essa fosse conforme alle norme vigenti, rispondesse ai requisiti per cui venne redatta, individuasse i necessari futuri approfondimenti della fase esecutiva. Riguardo alla relazione del Geol. Filippi, nonostante fosse basata su informazioni non esaustive, in essa veniva individuata la zona di scadenti caratteristiche dell’ammasso roccioso. Nella relazione non si condussero analisi di stabilità in quanto di competenza del progettista strutturale e geotecnico che doveva redigere il progetto. Riguardo al progetto strutturale e alla D.L. (Ing. Delfino) vengono sottolineate le carenze iniziali del progetto e la mancanza di una critica revisione dello stesso alla luce dei dissesti segnalati e delle nuove evidenze acquisite. Viene inoltre lamentata la certificazione fatta al Comune riguardante l’assenza di problemi e l’esecuzione di scavi in assenza di tiranti (solo pali verticali e inclinati). Riguardo all ruolo di Committenza e Impresa, i CTP evidenziano le responsabilità in quanto hanno avallato e attuato le contraddittorie direttive progettuali del D.L., anche in presenza di danni lamentati e movimenti in atto. � Ing. Claudio Bonavita (CTP – Zurich – RC Zoppi srl e TP Perforazioni srl). Parere del CTP è che nella prassi edilizia corrente e secondo la normativa vigente in materia di costruzioni, il costruttore opera come “NUDUS MINISTER” in quanto esecutore di un progetto redatto da un tecnico abilitato, che si assume tutte le responsabilità del proprio operato, che viene realizzato sotto la guida di un direttore dei lavori, anch’egli tecnico abilitato, il quale si assume la responsabilità delle disposizioni impartite e delle modifiche che, eventualmente, apporta al progetto originario. All’impresa può essere ascritta una qualche responsabilità se le opere progettate da un professionista abilitato, dirette da un professionista abilitato, controllate da un collaudatore professionista abilitato, fossero palesemente incongruenti con la prassi costruttiva che un esecutore, ovviamente, è tenuto a conoscere. Nel caso specifico, il C.T.U riconosce che le opere eseguite rientravano nella prassi costruttiva corrente. Questa ultima constatazione, in particolare, conferma che anche il CTU ritiene che il Costruttore non aveva modo di rilevare errori o lacune progettuali. L’interesse dell’impresa era quello di attenersi con diligenza alle disposizioni del direttore dei lavori il quale, per quanto a conoscenza dell’Impresa fino a quel momento, era persona con capacità tecniche proporzionate all’opera in costruzione. Solo i futuri sviluppi degli eventi avrebbero consentito di evidenziare le carenze di progettazione e di direzione dei lavori al Costruttore.
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L’interesse del Costruttore ad approfondire le indagini geotecniche, che sarebbe alla base della responsabilità attribuita al costruttore dal CTU, può essere effettuata, quindi, solo a posteriori. E se l’impresa dovesse fare verificare ogni volta, per propria cautela, i progetti che deve realizzare, quale sarebbe la funzione dei “professionisti abilitati”? E’ difficile pensare che l’Impresa sia tenuta a far riverificare a proprie spese l’intero iter progettuale che ha preceduto la fase di realizzazione e, di fatto, non risulta che tale circostanza sia prevista da alcun disposto normativo, Decreto Ministeriale o Circolare. Per tutto quanto sopra, si ritiene che all’impresa costruttrice Zoppi non sia imputabile alcuna responsabilità, relativamente a questo aspetto. La responsabilità del progettista deriva, a parere del CTP, dall’esistenza di un’unica Relazione Geologico-tecnica e dalla mancanza della Relazione Geotecnica; consuetudine , forse, diffusa ma di certo al di fuori dei disposti normativi, di cui il progettista non poteva non essere al corrente. Di qui, deriva un’ulteriore elemento di negligenza e/o imperizia a carico del progettista, del geologo e del direttore dei lavori che, contestualmente, costituisce un elemento di discolpa per il Costruttore. A parere del CTP, era necessario un approfondimento, nel quale evidenziare maggiormente la complessità geologica dell’area interessata dei lavori: in particolare, il geologo e il progettista avrebbero dovuto porre la propria attenzione sullo studio del versante, data la presenza degli edifici. Per il CTP, quanto scritto individua come primo responsabile delle carenze progettuali il Dott. Geol. Filippi, la cui relazione è parte integrante del progetto. L’impresa, appare estranea a questo errore. Di fatto, se l’impresa avesse rifiutato di procedere nella costruzione, stante la presenza di un progettista e di un direttore dei lavori che non avevano rilevato alcuna anomalia, la stessa avrebbe infranto una delle clausole contrattuali, che le imponeva di osservare le disposizioni del direttore dei lavori. Per tutto quanto sopra, lo scrivente riterrebbe necessario che il CTU rivedesse la ripartizione delle quote di responsabilità. Per quanto concerne, infine, la posizione della ditta subappaltatrice T.P. Perforazioni S.r.l., il CTP condivide la mancanza di responsabilità “per motivazioni di natura tecnica” � Ing. Sergio Vighetto (CTP Zoppi srl). Il CTP non può non concordare con la osservazione circa il nesso di causa-effetto fra i lavori eseguiti ed i danni lamentati. Nel contempo sottolinea come, unitamente al committente Z & R s.r.l., l’impresa Zoppi abbia sempre dimostrato una fattiva collaborazione nell’adempiere alle richieste dei propri Consulenti
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Specialistici, dei privati confinanti, dei loro Tecnici e degli Enti a vario titolo ed in fasi diverse interessati e nell’accollarsi oneri relativi a studi, analisi, variazioni progettuali e monitoraggi. Il CTP attribuisce un particolare peso alla relazione geologico-tecnica esecutiva redatta dal Geol. Filippi, mancante di analisi prescritte dalle normative vigenti e le cui risultanze hanno contribuito a rafforzare la convinzione di ritrovarsi in una condizione ove applicare standard progettuali “usuali”. Il progettista strutturale ha portato un suo fattivo contributo con le carenze progettuali evidenziate dal CTU ma non ha operato in contrasto con i parametri geotecnici indicati nel rapporto tecnico del Geol. Filippi. L’analisi sulle prescrizioni normative svolta ha evidenziato come, dal punto di vista documentale, fossero mancanti alcuni documenti espressamente previsti dalle normative vigenti al momento della stesura del progetto, in particolare non sono state redatte la Relazione Geologica e la Relazione Geotecnica.La Relazione Geologica è espressamente prevista dal Regolamento Edilizio Comunale e le verifiche di ordine geologico, geomorfologiche, idrogeologiche e geologico-tecniche dovrebbero essere oggetto di appositi elaborati facenti parte della documentazione per l’istruttoria delle pratiche di concessione edificatoria o per il rilascio delle stesse ai sensi delle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G. del Comune di Noli. Sono previste, inoltre, le figure del Direttore dei lavori sotto il profilo geologico e geologico-tecnico in fase di realizzazione dei progetti e del Collaudatore, sotto lo stesso profilo, all’ultimazione degli interventi. Tuttavia il Comune di Noli, dotato di un apposito Ufficio Tecnico, ha rilasciato il Permesso di Costruire ed ha permesso la prosecuzione dei lavori, in assenza della specifica documentazione richiesta dagli stessi regolamenti comunali. La completa mancanza di alcuni elaborati obbligatoriamente richiesti avrebbe dovuto evidenziarsi ad una semplice verifica di completezza della documentazione prodotta. Un comportamento più attento, da parte del Comune di Noli, alla puntuale verifica delle prescrizioni normative avrebbe potuto far sì che le analisi integrative fossero effettivamente effettuate. Come per tutte le figure coinvolte anche alle imprese subappaltatrici va addebitata la mancata verifica del livello delle conoscenze raggiunto ed il grado di affidabilità dei dati disponibili. Nonostante durante le fasi di realizzazione dei primi tiranti compaiono problemi e le prove sugli stessi danno esito negativo, le imprese subappaltatrici hanno comunque continuato ad operare senza richiedere, esse stesse, i necessari approfondimenti.
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In conclusione, concordando sulle ricostruzioni relative ad iter autorizzativi, situazioni di fatto e ricostruzione delle fasi esecutive, in relazione all’imprudenza, negligenza ed imperizia dei resistenti e dei terzi chiamati, Il CTP ritiene di dover precisare i seguenti aspetti: 1) Equiparazione delle posizioni del Tecnico incaricato della Indagine Geologica-Geotecnica, dott. Filippi, e del Progettista e Direttore Lavori delle strutture ing. G. Delfino. 2) Corresponsabilità, anche se parziale, per le Ditte subappaltatrici SCAVOTer s.r.l. e T.P. perforazioni s.r.l. 3) Corresponsabilità per il Comune di Noli (SV) a seguito delle carenze rilevate nelle fasi verifica della documentazione prodotta per il rilascio delle Autorizzazioni Edilizie. � Ing. Valter Peisino (CTP – Z & R srl). Il CTP presenta una lunga e articolata memoria di cui si tenta di sintetizzarne gli aspetti salienti. Il CT ritiene che il parere espresso dal CTU risulti completamente condivisibile nella disamina dei fatti. Ritiene tuttavia che parte delle responsabilità siano da attribuire anche al Tecnico incaricato dell’Indagine Geologico-tecnica,al Comune di Noli e, anche se in misura minore, alle Ditte Subappaltatrici. Infatti, se è pur vero che una parte delle responsabilità debbano essere attribuite al Committente Z& R srl, al Costruttore Zoppi srl, al Progettista e Direttore Lavori delle Strutture, proprio la ricostruzione svolta dal CTU, con la relativa documentazione acquisita, pone bene in risalto il contributo non trascurabile, né accidentale, dell’azione di altri Soggetti all’insorgere dei danni agli edifici circostanti. Il CTP ritiene di poter affermare che Committente e Costruttore, pur perseguendo l’obiettivo della realizzazione dell’intervento, siano sempre stati attenti e sensibili alle problematiche – molte delle quali non previste, né segnalate chiaramente dai vari Attori ma emerse nella predisposizione del Progetto, prima, e nella conduzione delle attività di cantiere, successivamente. Basandosi proprio sulla successione degli eventi viene affermato che, a fronte di un impegno significativo e manifestato a più riprese, hanno fatto riscontro trascuratezze e omissioni da parte di figure Professionali e Pubbliche che hanno svolto un ruolo di primo piano nella definizione del Progetto dell’intervento. E proprio sull’attività o meglio sulle non attività condotte da queste Figure, e delle relative conseguenze, che il CTP vuole focalizzare l’attenzione, per una definizione più appropriata, con riferimento al quesito n. 5 proposto dal Sig. Giudice, delle responsabilità di natura tecnica connesse “all’imprudenza, negligenza ed imperizia dei resistenti e dei terzi chiamati”.
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Riguardo il ruolo del Geol. Filippi, il CTP rileva che egli non conduce e non sviluppa studi e analisi finalizzati al progetto e in coerenza con le indicazione della precedente relazione di fattibilità (Geol. Garbarino); non mostra particolare attenzione al versante soprastante egli edifici presenti, molte delle prescrizioni della normativa vigente vengono ignorate e disattese; nonostante riconosca complessità geologica, anche per esperienze dirette in cantieri limitrofi, non cita alcun approfondimento di indagine; in seguito all’apertura del cantiere, ai problemi verificatisi, ai dissesti, ai nuovi monitoraggi, non procede a alcun tentativo di interpretazione complessiva dei dati del sottosuolo perdendo mesi preziosi. Riguardo al Comune di Noli. Il CTP rileva gravi inadempienze in quanto la procedura di concessione del Permesso di Costruire è viziata da mancanze e irregolarità nella documentazione progettuale, non essendo rispettate le indicazioni del DM 11/3/1988, della Variante Integrale al PRGC, del regolamento Comunale, in relazione ad aspetti geologici, geologico-tecnici, geotecnici. Ad esempio, gli Elaborati di Piano Regolatore del Comune di Noli contenevano precise indicazioni operative sugli studi e le indagini da sviluppare con diretto riferimento alle caratteristiche geologiche, geomorfologiche e geotecniche delle porzioni di territorio, nonché agli elaborati tecnici da produrre per una ricostruzione adeguata del quadro di riferimento progettuale. Ciononostante, come documentano i contenuti del Permesso di costruire, il Progetto dell’intervento viene approvato senza esaminare, richiedere, verificare la presenza della documentazione di base prescritta dalla Normativa statale e contemplata, con ancora maggior grado di dettaglio, negli Strumenti urbanistici vigenti da vari anni a livello comunale. Si tratta evidentemente di una svista non di poco conto, poiché consente l’avvio, anzi la cantierizzazione di un intervento, non correttamente impostato e peggio definito, di notevole impatto sul territorio e il tessuto urbano circostante, come purtroppo si è avuto modo in seguito di constatare. Inoltre manca la figura (prevista nelle Norme Tecniche di Attuazione del PRGC) del D.L. geologico: della definizione di tale figura, e tanto meno della richiesta di una designazione, non c’è alcuna traccia nella documentazione relativa all’iter tecnico amministrativo che ha portato al rilascio del Permesso di costruire. L’assenza di tale figura professionale costituisce un’ulteriore irregolarità nella procedura seguita dall’Ufficio Tecnico del Comune che, quanto meno, evidenzia una scarsa conoscenza degli strumenti urbanistici dalla stessa Amministrazione comunale adottata. Riguardo alle ditte subappaltatrici T.P. Perforazioni e ScavoTer, il CTP ritiene che l’aver operato ai piedi di un pendio edificato, senza dati
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geotecnici e analisi di stabilità sullo stesso; a volte in presenza di soluzioni progettuali difformi rispetto al progetto depositato; in presenza di un ammasso alterato e fratturato; con evidenza di movimenti in atto, dimostri, almeno, scarsa perizia per non aver riconosciuto le effettive condizioni del cantiere e non aver adottato i necessari accorgimenti tecnici per una più corretta esecuzione delle opere. Il CTP ritiene quindi, in relazione all’imprudenza, negligenza ed imperizia dei resistenti e dei terzi chiamati (quesito n° 5 del Sig. Giudice), che: 1) al Tecnico incaricato dell’Indagine Geologico Tecnica Esecutiva debbano attribuirsi, per motivazioni di natura tecnica, responsabilità in misura almeno uguale al Committente Z&R srl, al Costruttore Zoppi srl e al Progettista e Direttore dei Lavori ing. G. Delfino; 2) responsabilità debbano essere attribuite anche all’Ufficio competente del Comune di Noli; 3) una parte, anche minore, di responsabilità debbano attribuirsi alle Ditte subappaltatrici TP Perforazioni srl e ScavoTer srl. � Ing. Giovanni Canetta (CTP – Dott. Filippi). Il CTP rileva che assolutamente nessuna responsabilità può essere attribuita al dott. Filippi, e che le. Responsabilità sono da addebitare per intero al Committente e al Progettista. Le motivazioni che il CTP porta sono svariate. Il dott. Filippi non era incaricato di redigere una relazione propedeutica alla redazione del progetto esecutivo. La relazione del dott. Filippi è un’indagine preliminare, deve dimostrare la fattibilità del progetto sotto gli aspetti geologico – ambientali, di vincolo idrogeologico e sismici. Poiché si tratta di una fase istruttoria viene redatto un documento basato su materiale disponibile che utilizza dati già disponibili (indagini svolte per il cantiere adiacente di comparto B1, indagini svolte per l’area archeologica), pervenendo ad una caratterizzazione di massima. Al dott. Filippi non viene dato il nuovo layout planimetrico (che verrà definito solo in un secondo momento) ma solo l’indicazione generica di autorimessa a tre piani interrati. La relazione è stata redatta ancora in vigenza dell’originale pianta del parcheggio interrato che prevedeva un parcheggio su un fronte mediamente ad una distanza di circa 5 m dal muro di sostegno di Via Belvedere. Delle successive modifiche, soprattutto dello spostamento verso il muro di Via Belvedere, il dott. Filippi non viene messo a parte, né viene a lui richiesto un parere di opportunità. La Committenza utilizza impropriamente e abusivamente la relazione redatta dal dott. Filippi Il CTP ritiene che tale spostamento abbia comportato l’asportazione di parte del materiale di scadenti caratteristiche che stabilizzava il pendio, messo in evidenza da Filippi nella sua relazione.
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Dall’approvazione del progetto e delle sue varianti il dott. Filippi non viene più interpellato, neanche quando vengono eseguite nuove indagini, seguite da altri geologi incaricati da Z&R. Verrà interpellato nel 2009 per redigere ulteriori note geologiche relative a interventi in fregio al civ.14. ll CTP considera che la mancanza di una indagine geologica di dettaglio non possa imputarsi al geol. Filippi in quanto non incaricato della stessa e non a conoscenza del progetto esecutivo. Per il CTP le indicazioni sulle scarse caratteristiche meccaniche dell’ammasso, riportate nella relazione del 2007 sono comunque implicitamente un’indicazione della necessità di eseguire una indagine mirata. Le indicazioni operative riportate nella relazione del dott. Filippi non sono state considerate dal progettista e dalla Committenza, che hanno del tutto sottovalutato il problema geotecnico. Il CTP critica le scelte operate dal progettista delle strutture, sia in merito ai parametri geotecnici adottati (dedotti dalla relazione Filippi) che in merito ad alcune soluzione progettuali per le opere di sostegno, e afferma che i dissesti sono stati innescati da errori e carenze esecutive, da sottovalutazione dei fenomeni di dissesto lamentati e osservati, indipendentemente dalle attività svolte dal Geol. Filippi. La disamina dei fatti da parte del CTP si conclude affermando che a) c’è una caratterizzazione geologico – tecnica preliminare (che viene utilizzata impropriamente); b) la caratterizzazione geotecnica di progetto però non ne tiene conto e adotta altri valori; c) il progetto contiene degli errori, indipendenti dai parametri geotecnici adottati; d) le modalità esecutive adottate appesantiscono la situazione; e) al manifestarsi dei primi problemi, vengono chiamati altri consulenti geologi. Ne consegue che tutto quanto ciò non ha alcun nesso con la relazione prodotta dal dott. Filippi, né con la sua attività di consulente Geologo. E pertanto si conclude che qualunque carenza eventualmente riscontrabile nella Relazione non è correlabile causalmente con il dissesto del civ. n° 14, né degli altri edifici prospicienti Via Belvedere.
Ing. Giuseppe Calvo (CTP – Ing. Giovanni Delfino). Il CTP si sofferma sulla ricostruzione cronologica dell’iter progettuale e, prevalentemente, sugli aspetti relativi alle modifiche progettuali intervenute (ma non completamente eseguite a causa del sequestro del cantiere) in seguito agli esposti e diffide legate all’esecuzione dei tiranti in zona sottoposta a Vincolo Idrogeologico (sotto edificio civ. 14). Il CTP allega una serie di documenti (già in buona parte disponibili e citati al punto 2 della presente relazione) tra cui documentazione relativa ai monitoraggi in atto tra Giugno e Ottobre 2009 (Dott. Peirone) e la trascrizione di un messaggio di posta elettronica invita all’Ing. G. Delfino dal Geol. Filippi, contenente dati e
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parametri per la caratterizzazione meccanica del terreno. Nelle sue conclusioni il CTP osserva: - Nella relazione conclusiva del CTU non si fa riferimento alla richiesta di
autorizzazione alla Comunità Montana che ha determinato l’impossibilità di procedere con la realizzazione dei 5 ordini di tiranti che avrebbero sicuramente determinato un diverso scenario nell’evoluzione dei fatti.
- La tecnica realizzata di berlinese intirantata è stata approvata anche dal tecnico di fiducia del Condominio Via Belvedere n. 14.
- Il Dott. Geol. G. Filippi, ribadisce che “il progettista, nel
dimensionamento della paratia di contenimento del fronte di scavo lato
monte, abbia assunto valori attendibili dei parametri geotecnici dei
materiali”. - Riguardo le lesioni riportate dagli edifici nella fattispecie del civico 14 di
Via Belvedere che, come pare, sono state cagionate da problemi di natura geologica, oltreché dalla presenza (da nessuna relazione geologica e/o geologico-tecnica mai rilevata), di una falda idrica di non facile identificazione. Da successivi accertamenti pare invece che la falda idrica, alimentata probabilmente anche in maniera imprevedibile dalle abbondanti precipitazione atmosferiche verificatesi nell’ultimo periodo 2009, possa aver favorito la modifica delle caratteristiche geomeccaniche dell’ammasso con conseguente movimento locale dello steSso non prevedibile; circostanza che ha contribuito in maniera determinante alle lesioni negli edifici in oggetto.
- Nella progettazione delle opere di sostegno del fronte di scavo, sia nella primaria stesura, sia nella revisione progettuale successiva del 05.11.2009, l’Ing. G. Delfino ha proceduto, seguendo le indicazioni circa le caratteristiche geomeccaniche riferite nelle Relazioni Geologiche – Tecniche –Esecutive prodotte dal Dott. G. Filippi, anzi relativamente alla prima stesura progettuale, considerato che nella relazione stessa non compariva una caratterizzazione meccanica dell’ammasso in cui si interveniva e sulla parte a monte di Via Belvedere, si faceva parte diligente richiedendole ripetutamente, tanto che le stesse venivano trasmesse successivamente alla stesura della relazione geologica mediante nota inviata a mezzo di e-mail che forniva un’unica coppia di valori dei parametri di resistenza c e φ. (considerati dal Dott. Filippi addirittura cautelativi).
- Nonostante la complessa situazione geologica riscontrata anche nella relazione del 09.11.2009 redatta dal Dott. Geol. G. Filippi, non venivano evidenziati sostanziali elementi di novità rispetto alla prima stesura se non prescrizioni che sono state impartite agli esecutori in cantiere e
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applicate ovviamente solo alle poche opere di intirantature eseguite da quella data.
- Nelle relazioni geologiche non si fa alcun riferimento al modello di comportamento del suolo.
In conclusione, il CTP ritiene che non possano essere ritenuti esenti da responsabilità oggettive il Comune di Noli e gli altri attori intervenuti e che, allo stesso modo, non possano essere ritenute minori le responsabilità del Dott. Geol. Giampietro Filippi, tecnico incaricato degli studi di indagine geologico-tecnica – esecutiva. � Ing. Vittorio Guerra (CTP – UGF Ass – RC Ing. Giovanni Delfino). Il CTP pur concordando tecnicamente con le analisi condotte dal C.T.U., ritiene di effettuare osservazioni e precisazioni in merito alla risposta al quesito formulato dal Giudice, con particolare riferimento al punto n.1 del quesito, per quanto attiene gli studi geologici posti in atto ed al punto n. 5 del quesito, per quanto attiene le attribuzioni di responsabilità. Lo scrivente non concorda con le conclusioni del C.T.U. che escludono responsabilità in carico al geol. Roberto Garbarino e all'Amministrazione Comunale. Sebbene infatti non si intenda negare in alcun modo la responsabilità del progettista esecutivo, del soggetto attuatore dell'intervento e del direttore dei lavori, come già accennato nella premessa, a parere dello scrivente, già nelle fasi di progettazione precedenti la redazione del progetto esecutivo da parte del soggetto attuatore, fasi predisposte direttamente dall’Amministrazione Comunale, avrebbero dovuto essere definiti in maniera compiuta tutti gli aspetti geologico-geotecnici pertinenti la stabilità del pendio, in accordo alle prescrizioni dettate dalla Legge Regionale n°24/1987. Poiché la stabilità del pendio e soprattutto l'entità dei cedimenti indotti sulle costruzioni esistenti a monte del cantiere dipendevano in modo essenziale dalla scelta tipologica dei sistemi di contenimento del terreno, coinvolgendo inoltre, come in effetti nel corso dei lavori si è verificato, anche terreni di proprietà di terzi, è convinzione dello scrivente che le indagini geologiche e geotecniche avrebbero dovuto essere condotte già nelle fasi precedenti il progetto esecutivo sino ad un livello di esaustività assimilabile a quanto previsto dalla Legge 109/94 e s.m.i. per i progetti definitivi. Tutto ciò premesso, già la relazione geologico – tecnica redatta dal geol. Roberto Garbarino per conto dell'Amministrazione si rivela essere del tutto insufficiente a descrivere l’effettivo stato dei luoghi sia da un punto di vista geotecnico che idrogeologico.
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In merito alle responsabilità dell'Amministrazione comunale, infine occorre aggiungere il fatto che essa risulta proprietaria dei terreni oggetto dell'intervento sino al 27 febbraio 2008. Essa va quindi considerata committente sia delle indagini geologiche e geotecniche del geol. Roberto Garbarino, sia di quelle eseguite dal geol. Giampietro Filippi, poste alla base del progetto. E' evidente che l'ufficio tecnico dell'Amministrazione che ha predisposto, sia il progetto alla base dell'Accordo di Programma, sia la variante successiva era in possesso di tutti i requisiti tecnici e professionali per la corretta valutazione dell'esaustività delle indagini eseguite e avrebbe dovuto pretendere i necessari approfondimenti. La scelta di eseguire tre piani interrati anziché i due previsti avrebbe seriamente dovuto suggerire all'Amministrazione di approfondire le indagini geognostiche; tuttavia, questa non la si ritiene la causa principale che ha provocato i danni. I danni si sono manifestati prima di raggiungere la maggiore profondità di scavo prevista dal progetto di variante. In merito alle scelte progettuali e alle responsabilità del progettista si osserva che, pur essendo queste certamente criticabili e forse non ottimali, tuttavia laddove sono state applicate, i cedimenti e i conseguenti danni non si sono verificati. A parere dello scrivente la causa diretta del cedimento è stata la scelta di sostituire, in sede costruttiva e per l'opposizione dei proprietari di alcune delle aree a monte dello scavo, all'esecuzione dei tiranti attivi, previsti in progetto, l’esecuzione di tiranti passivi. Tale scelta operata dal D.L. nell'urgenza delle necessità del cantiere, è stata negativamente condizionata dalle carenti informazioni geologiche ed analisi geotecniche eseguite nelle fasi progettuali. In ragione delle considerazioni sopra svolte, il CTP auspica che il C.T.U., tenendo in debito conto l’articolato quadro normativo vigente (norme tecniche e L.109/94) al momento della progettazione ed esecuzione dei lavori, possa integrare le proprie conclusioni, assegnando: - una quota di responsabilità al geol. Roberto Garbarino, redattore dello studio di fattibilità geologico-tecnica dell'intervento; - una quota di responsabilità all'Amministrazione comunale di Noli in quanto redattrice del progetto alla base dell'Accordo di Programma e committente di tutte le indagini geognostiche e geotecniche realizzate.
� Ing. Marco Borsarelli (CTP – Ing. Marco Delfino). Per il CTP l’Ing. Marco Delfino, ha svolto il mero compito di direttore dei cantiere e tale mansione è stata esercitata nell’ambito di un rapporto di lavoro subordinato con la Ditta Zoppi S.r.l. L’Ing. Marco Delfino ha svolto l’incarico di organizzare logisticamente il cantiere, (ordini dei materiali, rapporto con i subappaltatori ecc.), in tale sua funzione, si è uniformato a quanto
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indicato nel progetto esecutivo, delle disposizioni del Direttore dei Lavori e delle scelte da parte della Committenza (Ditta Z&R S.r.l.). Alla luce di quanto sopra è chiara l’assoluta non responsabilità dell’Ing. Marco Delfino nei fatti contestati. come del resto concluso nella CTU. Per tale motivo il CTP ha ritenuto non necessaria una controdeduzione. Tuttavia, per una migliore comprensione dei fatti, vengono precisati una serie di aspetti riguardanti alcune lavorazioni. I più significativi in relazione al quesito posto sono: - I problemi riscontrati a Settembre 2008 sui tiranti sono stati relativi ad alcuni tiranti del primo ordine nella parte a Nord (oltre il tunnel) determinati principalmente da una errata esecuzione. Per tale ragione, venivano nuovamente eseguiti con esito positivo. Lo scavo di sbancamento non veniva pertanto proseguito fino alla tesatura dei nuovi tiranti. Nella zona ad est invece si riscontravano problematiche inerenti la natura del terreno. Sostanzialmente il foro si chiudeva prima di riuscire ad infilare completamente i trefoli. Ritenendo che tale situazione non potesse garantire una corretta esecuzione dei tiranti, il D.L. decise di eseguire “cavaletti” ovvero pali inclinati con funzione di tiranti passivi già adottati per la parte a Nord (sotto la casa esistente). In tale caso l’adozione dei tiranti passivi inclinati erano stai adottati per mancanza di autorizzazione da parte del privato. - Nell’ottobre 2008 non veniva eseguito un vero e proprio sbancamento sotto i civici 12, 14. In realtà veniva eseguito uno scavo in trincea di massimo 2,5 mt di profondità e mt. 3 di larghezza per consentire l’esecuzione della trave di collegamento in corrispondenza del primo ordine di tiranti. Nello stesso periodo veniva eseguita la berlinese (pali verticali + cavalletti + cordolo testa palo) sotto via Belvedere nella parte sotto il civ.16 e il civ. 18. In questa fase veniva scavato solamente la parte di ballast ferroviario (circa cm.80-90) dal piano stradale. - È necessario precisare che non sono mai stati eseguiti lavori di sbancamento prima della tesatura dei tiranti dell’ordine superiore e che durante le fasi di lavoro, le quote di sbancamento dei vari step e le modalità esecutive sono stati rispettati rigorosamente le indicazioni progettuali. � Ing. Luca Romano (CTP – Via Belvedere 14). Il CTP nelle sue note rileva le carenze progettuali in relazione alla mancanza di una esaustiva Relazione Geologica, della Relazione Geotecnica, della relazione di progettazione esecutiva dei tiranti, del collaudo degli stessi, delle analisi di stabilità del versante a monte dello scavo. Osserva anche la mancanza della cosiddetta D.L. geologica, in affiancamento alla D.L. strutturale. Il CTP
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sottolinea il comportamento non professionale della ditta specialistica esecutrice delle opere di sotegno speciali (T&P) in merito ai problemi realizzativi di alcuni tiranti e al mancato rifiuto di eseguire le opere in assenza di una progettazione specifica, soprattutto in fregio ad un pendio fortemente edificato. Il CTP critica il progetto esecutivo geotecnico nel suo complesso, osservando che il progettista doveva rifiutarsi di progettare in assenza di una indagine geologica veramente esecutiva. Critica fortemente la scelta di affidarsi a strutture di sostegno “passive” (pali “a cavalletto”). Per quanto riguarda la relazione geologica Filippi – 2007, il CTP non ritiene che la stessa possa essere considerata esecutiva visto che si riferisce sì al progetto di variante (tre piani interrati) ma fa riferimento ad un progetto che non è stato ancora ideato e quindi tale relazione non è certo in linea col progetto esecutivo strutturale. In più è grave che nella stessa siano state date indicazioni operative sulle opere di sostegno degli scavi monitoraggio dei tiranti, completamente disattese nel progetto strutturale. Il CTP cita la figura del coordinatore alla sicurezza in fase di costruzione, geom. Aldo Botto, figura che deve garantire che le operazioni programmate possano essere compiute senza rischi per i lavoratori e le situazioni al contorno. Il CTP ritiene che il coordinatore alla sicurezza dovesse formalizzare, nelle sue visite obbligatorie in cantiere, il coordinamento tra le varie imprese specialistiche ed evidenziare rischi e criticità e chiedere al progettista le verifiche di stabilità del versante, senza le quali non doveva autorizzare le lavorazioni. Per questo Il CTP indica che ci siano responsabilità anche da parte del coordinatore alla sicurezza in merito ai danni occorsi. Il CTP ritiene si debba evidenziare che le denunce fatte al Comune di Noli per i primi danni nei fabbricati a monte di via Belvedere, non hanno avuto riscontro in atti del Comune stesso, nonostante il Comune fosse a conoscenza dell’estrema delicatezza della zona. In conclusione, in relazione all’imprudenza, negligenza ed imperizia dei resistenti e dei terzi chiamati, il CTP ritiene che tra i principali responsabili debba essere ascritta anche la Ditta subappaltatice T&P Perforazioni s.r.l. Inoltre tra i responsabili in misura minore debba essere inserita la Ditta subappaltatrice ScavoTer s.r.l. ed il coordinatore alla sicurezza in fase di esecuzione geom. Aldo Botto. Sempre tra i responsabili in misura minore il CTP ritiene debba essere inserito il Comune di Noli, per non aver dato seguito con opportuni atti amministrativi alle denunce di danno in corso, sospendendo cautelativamente i lavori e chiedendo autonoma perizia specialistica sulle opere.
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Esaminate le osservazioni e le note tecniche dei CC.TT.PP., il
sottoscritto replica sinteticamente ad alcune di esse, nell’ordine sopra
riportato, e rimanda per la sintesi finale alle risposte al Quesito posto. Nel
caso le deduzioni dei CC.TT.PP. siano state concordi con la valutazione del
CTU riportata nell prima relazione, si omette ogni commento in merito.
- Geol. Alberto Reale (CTP – Reale Mutua Ass – RC Z&R srl): il
Committente Z&R e l’impresa Zoppi, pur non responsabili direttamente
del progetto, ne sono il committente e l’esecutore. Hanno condiviso,
avallato e attuato scelte discutibili e a volte azzardate, anche in
presenza di fenomeni in atto che consigliavano (imponevano) maggiore
cautela e attenzione. Inoltre dovevano conoscere il progetto nella sua
interezza prima dell’apertura degli scavi, progetto dimostratosi
incompleto e carente sotto l’aspetto amministrativo e tecnico (geologia
e geotecnica). Si concorda sostanzialmente riguardo a una
corresponsabilità del Comune di Noli.
- Ing. Giovanni Consigli (CTP – Milano Ass. – RC Comune Noli e Fondiaria
Ass.- RC Dott. Filippi). Il dott. Filippi non può considerarsi
completamente avulso dalle scelte progettuali e dalle loro
conseguenze, avendo indicato e fornito al progettista, in diverse
occasioni, in relazioni ufficiali come in comunicazioni dirette (v.
documentazione fornita dal CTP Ing. Calvo), parametri di calcolo.
Inoltre nelle sue relazioni tecniche indica criticità del sottosuolo, ma
non sottolinea prescrizioni “geologiche” atte a identificarne meglio le
caratteristiche. Il CTP inoltre sottolinea che la Relazione tecnica a firma
Dott. Filippi è riferibile solo alla materia urbanistica: in tal caso
risulterebbe in parte carente dal punto di vista delle richieste della
normativa urbanistica (P.R.G. Comune di Noli e sua Variante Integrale ,
v. paragrafo 5. della presente relazione ).
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- Ing. Claudio Bonavita (CTP – Zurich – RC Zoppi srl e T.P. Perforazioni srl).
Per quanto riguarda le osservazioni relative alla impresa Zoppi, valgono
le considerazioni fatte in precedenza alle note del Dott. Reale.
- Ing. Sergio Vighetto (CTP Zoppi srl). Attribuendo una quota di
responsabilità agli Uffici Tecnici del Comune di Noli, sui cui
sostanzialmente si concorda, ammette esplicitamente l’importante
mancanza di documenti progettuali (di tipo tecnico, quali una Relazione
Geologica (veramente!) Esecutiva e la Relazione Geotecnica) che
l’impresa doveva notare e richiedere, prima di eseguire interventi al
piede di un pendio edificato e con indicazioni di criticità geologiche
(seppure solo accennate).
- Ing. Valter Peisino (CTP – Z & R srl). Non si concorda in pieno con la
posizione del CTP in merito al ruolo del Geol. Filippi, che ha sì delle
responsabilità ma non poteva (citando testualmente) “nonostante le
avvisaglie sempre più critiche del progressivo ampliamento del
fenomeno, i richiami dei Proprietari degli edifici circostanti e la
sorveglianza dell’Amministrazione comunale, procedere a un tentativo
di interpretazione complessiva dei dati di sottosuolo e dei rilievi di
monitoraggio, perdendo così alcuni mesi preziosi e, soprattutto, dando
modo al fenomeno gravitativo di evolvere in modo dapprima
incontrollato e quindi incontrollabile”. Il dott. Filippi non aveva, fino
all’Ottobre/Novembre 2009, alcun incarico ufficiale agli atti per
intervenire in fase di esecuzione. (Lo aveva avuto, e assolto, prima della
costuzione). In relazione all’imperizia di T.P. Perforazioni e ScavoTer,
non ci sono sufficienti riscontri oggettivi di cattive lavorazioni (v. note
tecniche Ing. Borsarelli). Si concorda sull’insufficiente sorveglianza e
negligenza del Comune di Noli.
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- Ing. Giovanni Canetta (CTP – Dott. Filippi). Non si concorda con alcune
delle affermazione del CTP in merito alla natura della Relazione tecnica
del Geol. Filippi. Se è vero che essa è stata predisposta subito prima
della redazione del progetto esecutivo (e prima di varianti anche
sostanziali rispetto al progetto iniziale) e che la stessa è basata su
indagini eseguite per altro scopo, è anche vero che (e il CTP ammette):
1. il tecnico conosce molto bene l’area per diverse esperienze
professionali in loco; 2. il pendio edificato a monte esisteva già,
indipendentemente dalla posizione del filo di scavo del parcheggio; 3. i
problemi geologici dell’area sono stati riconosciuti e evidenziati proprio
dal dott. Filippi; 4. nella relazione vengono date delle “indicazioni
operative” (anche se non richieste dall’incarico ?) quali tipologia della
paratia, lunghezze pali, numero ordini di tiranti, aspetti fondazionali,
ecc.., suggerendo, in un certo senso, al progettista, che con tali
accorgimenti (che necessitavano comunque di una attenta verifica da
parte del progettista stesso) l’intervento è fattibile. In relazione alle
conclusioni del CTP, che suggerisce come non esista un nesso di
causalità tra danni e attività del dott. Filippi, si obietta con una
considerazione: se in base a quanto sopra osservato fosse stato
previsto un approfondimento di indagine (poi eseguito in quanto
prescritto), così come sono state indicate le prescrizioni operative (in
parte adottate), la conoscenza della situazione del sottosuolo sarebbe
stata migliore, guidando, auspicabilmente, a scelte differenti.
- Ing. Giuseppe Calvo (CTP – Ing. Giovanni Delfino). Il CTP osserva che
nella prima relazione di CTU non si cita la nuova configurazione della
paratia sotto il civ. 14, con 5 (anziché 3) ordini di tiranti di lunghezza 28
m (anziché 20 m). A parte che tale osservazione non è corretta (cfr.
pag. 46, punto 9.), la precisazione sembra confermare l’idea che la
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progettazione originaria non fosse del tutto cautelativa e sicura.
L’affermazione del CTP che la Relazione Geologica non conteneva
indicazioni sul comportamento meccanico del terreno è corretta, ma
così deve essere, essendo compito e onere del progettista la Relazione
Geotecnica di calcolo, ove appunto (per legge) si definisce il modello
geotecnico del sottosuolo, la sua parametrizzazione, i modelli di calcolo
adottati. Tale relazione manca agli atti progettuali.
- Ing. Vittorio Guerra (CTP – UGF Ass – RC Ing. Giovanni Delfino). Il CTU
non concorda sul ruolo di responsabilità del Geol. Garbarino: è parere
dello scrivente che nella sua Relazione di Fattibilità Geologico-tecnica,
pur redatta come atto preliminare, fossero già comprese molte delle
indicazioni che, se applicate, avrebbero permesso una molto migliore
conoscenza del sito (sondaggi, indagini estese al pendio, verifiche di
stabilità, prove in sito e laboratorio, ecc..). Si concorda sull’insufficiente
sorveglianza e negligenza del Comune di Noli.
- Ing. Marco Borsarelli (CTP – Ing. Marco Delfino). Può essere importante
sottolineare il contributo fornito dal CTP, nell’ambito dell’attribuzione
di responsabilità, che attesta come non siano mai stati eseguiti lavori di
sbancamento prima della tesatura dei tiranti dell’ordine superiore e
come, durante le fasi di lavoro, per le quote di sbancamento dei vari
abbassi e per le modalità esecutive, siano state rispettate
rigorosamente le indicazioni progettuali.
- Ing. Luca Romano (CTP – Via Belvedere 14). Il CTP chiama in causa il
coordinatore della sicurezza Geom, Botto, che non compare tra gli
attori. In relazione alla tempistica di alcuni sondaggi integrativi (per il
CTP eseguiti a Maggio 2009 anziché a Febbraio 2009) il CTU osserva di
aver fatto riferimento all’unico documento disponibile (Rapportini di
cantiere) che colloca la data nel Febbraio 2009 (confermata dalla
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Relazione Geologica di IG). Per quanto riguarda il ruolo delle ditte
subappaltatrici T.P e Scavoter si rimanda alle osservazioni precedenti
(Ing.Peisino). Si concorda (anche se per altre motivazioni, legate più
all’iter di concessione e meno sulla sorveglianza in corso d’opera) su
una responsabilità del Comune di Noli.
7. RISPOSTA AL QUESITO
In stretta continuità con gli argomenti e le osservazioni riportate ai
punti precedenti e attibuendo ad essi valore di premessa, si forniscono le
risposte al Quesito posto.
“Esaminati gli atti, sentite le parti, ispezionati i luoghi, tenuto conto
della documentazione indicata dalle parti e quella eventualmente acquisita
presso la P.A. o Autorità Giudiziaria, verifichi il CTU, previa effettuazione dei
rilievi e delle indagini geologiche e geotecniche ritenuti opportuni:
1) lo stato dei luoghi del cantiere di cui trattasi, con speciale
riferimento alle opere di scavo eseguite nella loro esatta
collocazione cronologica, agli studi geologici posti in atto ed alle
precauzioni, opere e cautele adottate da ciascuna delle parti in
causa per ovviare il pericolo di crollo e/o frana;
Nel paragrafo 3 si è riportata una dettagliata ricostruzione cronologica
degli eventi, sia nelle fasi precedenti all’apertura del cantiere sia in quelle
direttamente riferibili alle opere di scavo e, più generalmente, di
realizzazione delle opere della costruenda autorimessa. A tale
riscostruzione si rimanda; tuttavia, per chiarezza, se ne sintetizzano alcune
parti, considerando “blocchi” di lavorazioni globalmente eseguite nel
cantiere e indicando alcuni fatti ritenuti rilevanti.
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- Dall’apertura del cantiere (Aprile 2008) a Luglio 2008 vengono
eseguiti parte dei pali sotto Via Belvedere e nella zona Nord.
- Nel periodo Agosto-Ottobre 2008 viene completato lo scavo e la
realizzazione della paratia intirantata nella zona Nord. Si verificano
problemi esecutivi per alcuni tiranti in progetto (che non riescono a
essere perforati e/o tesati) e che vengono riperforati o sostituiti con
pali inclinati.
- Dall’Ottobre 2008 iniziano le lavorazioni sotto Via Belvedere (civv. 12-
14-16-18) con demolizioni, sbancamenti, esecuzioni pali e cordoli,
esecuzione tiranti.
- Nel Febbraio 2009 si eseguono quattro sondaggi integrativi sotto Via
Belvedere (commissionati da Z&R a Geol. Galliano).
- Dal Febbraio 2009 si iniziano lavorazioni (paratia e sbancamenti) nel
lato Ovest – zona centrale, opposto a V.Belvedere, davanti a civv. 12-
14-16-18.
- Nel periodo Marzo-Maggio 2009 si eseguono le lavorazioni (scavi,
tiranti, travi in c.a. di contrasto) fino a fondo scavo nella zona sotto
civ.12 di V.Belvedere e lavorazioni nel lato Ovest – zona centrale,
opposto a V.Belvedere, davanti a civv. 12-14-16-18.
- In Aprile 2009 vengono denunciati i primi danni nei fabbricati a
monte di V. Belvedere.
- Nel periodo Maggio 2009-Gennaio 2010 si eseguono nove sondaggi
integrativi sotto Via Belvedere (commissionati da Z&R a Terra srl,
Geol. Castano).
- Nel Settembre 2009 iniziano demolizioni del muro di V. Belvedere.
- Nel Ottobre 2009 : esecuzione di pali inclinati (anziché tiranti) e
tiranti (subito sospesa) sotto V.Belvedere (sotto civv. 14 e 16);
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sbancamento nella stessa zona; comparsa ulteriori lesioni (e piogge
intense).
- Da Novembre 2009 la situazione velocemente degenera fino al
sequestro.
Dalle diverse ricostruzioni cronologiche effettuate appare uno stretto
legame di causa-effetto tra le fasi di lavorazione poste in essere e il
verificarsi e aggravarsi dei danni, legame accentuato e principalmente
dovuto alla particolare condizione dei terreni interessati dalle operazioni di
scavo e alle soluzioni progettuali adottate.
Su questi punti del quesito ci si sofferma dettagliatamente.
Studi geologici posti in atto Sostanzialmente quattro: la “Relazione
Garbarino” del 1998 (Doc. 2); la “Relazione Filippi 2007” del 2007 (Doc. 3);
la “Relazione Filippi 2009” del 2009 (Doc. 14.1); la “Relazione IG” del 2010
(Doc. 17.1).
Se ne evidenziano gli aspetti ritenuti salienti per rispondere al quesito.
“Relazione Garbarino – 1998” (Relazione di fattibilità geologico-tecnica). Le
analisi furono finalizzate ad una verifica preliminare e alla “zonizzazione” di
ambiti geologicamente omogenei, nonché alla definizione di problematiche
da studiare dettagliatamente in sede di stesura del progetto esecutivo (in
accordo con la L.R. 24 del 8-7-87 e la Circ. R.L. n.4551 del 12/1289).
Vennero evidenziate la possibile presenza di una falda nell’allora esitente
rilevato ferroviario (dovuta a apporto e percolazione da monte) e la
presenza di una coltre di spessore circa 5 m al di sopra del substrato
roccioso quarzitico. I sondaggi e le prove eseguite (per le specifiche finalità
richieste) non permisero di osservare situazioni geologicamente e
geomorfologicamente complesse (un’unica formazione rocciosa presente
in zona). Venne però specificata la necessità di eseguire indagini aggiuntive
per la migliore conoscenza del sottosuolo, la stabilità dei fronti di scavo, le
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opere di presidio degli stessi, il drenaggio (4/5 sondaggi di lunghezza
minima 15 m, di cui almeno 2/3 lungo Via Belvedere; prove in sito e in
laboratorio, prove di permeabilità e piezometri; assaggi su muro Via
Belvedere; prove a monte muro Via Belvedere). Venne redatta una “Carta
di sintesi della zonizzazione geologico-tecnica” in cui si indicava che sulle
zone a monte dello scavo si sarebbero dovute effettuare verifiche di
stabilità.
“Relazione Filippi – 2007” (Rapporto tecnico - Indagine geologico-tecnica
esecutiva). La relazione viene preparata nel Febbraio del 2007 prima della
completa definizione della variante urbanistica che porta il profilo
dell’autorimessa a filo di Via Belvedere (richiesta di Z&R dell’Ottobre 2007).
Tuttavia i piani interrati previsti sono già tre, come dichiarato
espressamente dallo stesso Tecnico nella Premessa della Relazione. La
relazione si basa su rilievi effettuati ad altro titolo in area limitofa e sui
risultati di sondaggi eseguiti nell’area dell’ex stazione FFSS a scopi
“archeologici”(2005). Questo implica che i sondaggi siano molto corti, (max
10 m) e che quindi interessino solo i terreni che verranno escavati durante i
lavori della costruzione dell’autorimessa. Non vengono rilevate condizioni
di franosità potenziale o in atto e presenza di falde. Viene rilevata la
presenza di due formazioni rocciose, in contatto tettonico nella zona
centrale dell’area. Viene quindi evidenziata la particolare e complessa
condizione dei terreni che presentano zone molto alterate e fratturate, non
assimilabili a quelle di un ammasso roccioso ma a quelle di una ghiaia
diagenizzata. I sondaggi (ancorchè corti) chiaramente illustrano tale
situazione, con valori di RQD spesso prossimi a zero e carote
completamente alterate e destrutturate. Viene rilevata la giacitura
prevalente delle discontinuità, con bancate molto inclinate e orientate
verso Nord. Viene fornita una parziale caratterizzazione meccanica
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dell’ammasso e della roccia, mediante singole prove (molto poco
rappresentative della complessa situazione) e mediante questionabili
(soprattutto in relazione alla scarsità dei dati disponibili) approcci di
parametrizzazione. La caratterizzazione meccanica non è differenziata da
zona a zona (un’unica coppia di valori dei parametri di resistenza c e φ).
Vengono fornite alcune indicazioni operative (e specifiche) per le opere di
sostegno e di fondazione ma non vengono suggerite ulteriori indagini più
esaustive, nonostante la complessa situazione riscontrata, e quanto
previsto dalle norme di riferimento.
“Relazione Filippi 2009” (Relazione illustrativa e allegati - Indagine
geologico-tecnica esecutiva.) Relazione predisposta per la pratica di
revisione del progetto nel tratto prospicente Via Belvedere 14, operata nel
Novembre 2009 in seguito a danni e denuncia di mancanza autorizzazione
in zona soggetta a vincolo idrogeologico. (Doc. 14). Nella sostanza identica
alla relazione del 2007, porta solo alcuni aspetti di novità. Alcune prove su
spezzoni di roccia prelevati da sondaggi eseguiti in zona (Febbraio 2009);
possibilità di percolazioni (nessuna presenza di falda) nell’ammasso
roccioso in seguito a precipitazioni. Viene sostanzialmente confermata la
sommaria caratterizzazione geomeccanica dei terreni; vengono forniti
valori dei parametri di resistenza dell’ammasso (c=0.044 MPa; φ=36.69°)
leggermente differenti da quelli adottati nella Relazione di Calcolo del 2009
dell’Ing. Delfino (c=0.0 MPa; φ=40°) che sono identici a quelli suggeriti dal
lo stesso Dott. Filippi in un’altra Relazione del 31/7/2009, non agli Atti , ma
prodotta dal CTP Ing. Calvo in sede di replica.
“Relazione IG 2009”. Relazione geologica predisposta nel 2010 da IG-Torino
(Ing. Valter Peisino) su incarico di Z&R s.r.l. per la progettazione degli
interventi di messa in sicurezza dell’area. Non ci si sofferma molto su tale
elaborato in quanto successivo al verificarsi dei danni e propedeutico alla
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progettazione degli interventi di messa in sicurezza. Viene ricostruita la
complessa situazione geomorfologica dell’area. Vengono eseguiti e
analizzati numerosi sondaggi che permettono una esaustiva conoscenza del
sottosuolo, soprattutto nel pendio di monte. Viene evidenziata la zona di
faglia sede della superficie di frana, al contatto tettonico tra le quarziti e gli
scisti quarzosi, posta planimetricamente nella zona tra il civ. 18 e il civ. 14
di Via Belvedere, a monte della stessa. Viene osservata la rilevanza delle
elevate precipitazioni registrate, in diversi periodi, nell’areale in esame.
Relazione completa e soddisfacente i dettami normativi. Le analisi di
stabilità sul pendio a monte dello scavo sono condotte nella Relazione
Geotecnica predisposta nel 2010 da IG-Torino (Ing. Valter Peisino) su
incarico di Z&R s.r.l. per la progettazione degli interventi di messa in
sicurezza dell’area.
Precauzioni, opere e cautele adottate. In questo caso si fa riferimento al
Progetto delle opere di sostegno provvisionali - Ing. Giovanni Delfino –
2008 (Doc. 12) e 2009 (Doc. 14.2/3/4) (“Progetto Delfino”) e alle sue “Fasi
realizzative”.
Le opere di sostegno degli scavi consistono in paratie di micropali
verticali dotate di file di tiranti (dichiarati provvisionali) pre-tesi ovvero di
file di pali inclinati, in entrambe i casi posti su più livelli a seconda
dell’altezza di scavo e disposti ad interassi verticali e orizzontali variabili.
In tutte le sezioni, a partire dal cordolo di collegamento testa pali in
c.a., sono previsti micropali inclinati, a interasse prefissato, a formare
quella che viene denominata correntemente struttura “a cavalletto”.
I tiranti sono collegati alla paratia, e con questa interagiscono,
mediante travi di collegamemento in c.a. I tiranti pre-tesi sono strutture
“attive”, cioè esplicano la loro funzione di contrasto alle spinte grazie alle
pre-tensione impartita prima della fase di scavo del concio di terreno
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sottostante (pretensione che deve mantenersi nel tempo). Lo scavo deve
essere quindi eseguito dopo la tesatura della relativa fila di tiranti subito
soprastante.
I pali inclinati sono invece strutture “passive” che esplicano la loro funzione
di stabilizzazione in seguito all’attivazione di spostamenti.
I materiali dichiarati e adottati sono conformi alle usuali
consuetudini e regole progettuali.
Le fasi esecutive (si veda Ricostruzione cronologica), desunte
sommariamente dai Rapportini di Cantiere (Doc. 13) e dall’osservazione
diretta della situazione attuale, ha previsto dapprima il completamento
delle opere nella zona Nord, con lavorazioni sotto Via Belvedere e in fronte
ad essa a volte contemporanee , a volte successive cronologicamente.
Si può ipotizzare che, in generale, le fasi di realizzazione delle opere di
sostegno (esecuzione pali e cordoli, scavo e realizzazione tiranti e travi di
contrasto, tesatura tiranti, scavo, ecc..) siano state seguite nell’ordine
corretto. Non è possibile stabilire con esattezza l’entità dei fronti di
sbancamento nelle zone centrali del cantiere (a sufficiente distanza dai
fronti di scavo) per la realizzazione di rampe e piste di servizio.
Dall’analisi dei documenti progettuali e di tutta la documentazione
inerente, è parere dello scrivente che, nonostante il progetto proposto e in
parte realizzato sia stato impostato secondo standard progettuali “usuali”
(almeno così pare limitandosi all’osservazione delle Tavole progettuali
illustranti le opere da eseguire), volti a garantire la sicurezza e la
funzionalità delle opere in realizzazione e di quelle limitrofe, esso sia viziato
da una serie di carenze che possono aver concorso, insieme a eventi
comunque probabili, quali le intense piogge verificatesi in alcuni periodi,
allo stato di dissesto in esame.
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Rimandando alla risposta al quesito n. 5 l’elencazioni di tali carenze,
si cita fin d’ora che nella fase preliminare dell’iter progettuale erano state
eseguite a carico del Committente Z&R s.r.l. le”indagini geologiche e di
studio dell’area di intervento” (c.f.r. Convenzione urbanistica del
27/2/2008, Doc. 7), indagini risultate però non sufficientemente
significative ai fini progettuali in quanto poi rivolte al reperimento dei
reperti archeologici.
Dalla analisi di alcune vicende emerse della documentazione
consultata, è doveroso comunque osservare come, durante le lavorazioni,
qualora si sia presentato qualche fatto inatteso e contestato, sia la D.L. che
le Ditte coinvolte abbiano cercato di operare in un’ottica attiva e
collaborativa. Si citano ad es. i casi dei monitoraggi, delle indagini
geognostiche integrative (seppure eseguite troppo in ritardo), delle
assunzioni di responsabilità anche assicurative, di alcune modifiche al
progetto legate a istanze poste dai condomini e dai loro Tecnici.
È infine necessario far osservare come molti degli aspetti volti a limitare
potenziali dannose influenze degli scavi sull’esistente (versante e manufatti
presenti), chiaramente esplicitati e previsti nelle normative (D.M.
11/3/1988 e Norme Tecniche di Attuazione-Variante Integrale al P.R.G.C.-
D.P.G.R. n. 171 del 15-09-2003) e sinteticamente riportati al par. 5, punti
1÷13, siano stati, dalle diverse Parti, disattesi e ignorati. Questo fatto è
certamente da configurararsi come una mancanza di precauzione e cautela
su cui si ritornerà nella risposta al punto 5. del Quesito.
2) le opere in corso di esecuzione a seguito dei provvedimenti
dell’autorità amministrativa per il consolidamento e la
messa in sicurezza del versante;
Le opere in corso di esecuzione constano sostanzialmente in:
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a) opere edili di completamento dell’autorimessa nelle zona Nord
(circa da filo Nord edificio civ. 14 verso Noli centro);
b) opere di stabilizzazione del fronte di scavo e del pendio a monte;
c) interventi e attività di monitoraggio.
Per quanto riguarda il punto a) il progetto degli interventi è stato affidato
da Z&R s.r.l. a IG- Ingegneria Geotecnica (Ing. V. Peisino – Doc. 17). Nella
zona al di sotto di Via Belvedere, tra i civv. 14 e 18 sono stati posti in opera,
dal Dicembre 2009, dodici puntoni metallici posti altimetricamente su due
file e collegati alle due paratie opposte su cui essi riscontrano mediante
travi in c.a. e/o metalliche. I puntoni contrastano (con azione “passiva”) le
spinte provienti dal pendio a monte. Alcuni puntoni sono stati strumentati
per misurarare l’andamento e i valori delle forze a cui essi sono sottoposti.
Nella stessa zona sono stati inoltre realizzati quattro contrafforti in c.a.,
fondati su micropali circa alla quota del 2° ordine di tiranti della paratia lato
V. Belvedere e cioè circa 5-6 m dalla quota del piede del muro di sostegno
della V.Belvedere stessa. Come i puntoni i contrafforti contrastano
“passivamente” le spinte esercitate da monte sulla paratia in micropali.
All’esterno dello scavo e a monte di esso sono stati eseguite e sono
in corso di esecuzione alcune file di ancoraggi “attivi” (tiranti pre-tesi)
agenti direttamente sul muro di sostegno di V.Belvedere e sul muro di
sostegno tra V.Belvedere e le propietà dei civv. 14 e 16. Tali tiranti
esercitano la loro funzione di sostegno tramite piastre e putrelle metalliche
poste in aderenza ai muri di sostegno.
Si vedano le Foto allegate.
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In relazione al punto b) (Attività di monitoraggio), è in corso un
estesa campagna di misure relativamente ai terreni limitrofi all’area di
scavo, ai manufatti (muri e edifici) esistenti e alle opere eseguite nel
cantiere (paratie, tiranti e puntoni). I sistemi di monitoraggio sono da
considerarsi interventi per la messa in sicurezza del versante in quanto
permettono di seguire l’evoluzione dei fenomeni ad esso connessi (si
ricorda che il monitoraggio era attività prevista dal Fonogramma dei VV.FF.
intervenuti il 14/12/2009 nel sito – Doc.16). Sono in atto:
a) misure sugli spostamenti del terreno, a varie profondità, tramite sei
inclinometri in foro (inizialmente in numero di nove di cui tre
successivamente andati fuori servizio);
b) misure topografiche su mire poste sui manufatti presenti a monte
dello scavo;
c) misure di spostamento sulle facciate dei civv. 14-16-18;
d) misure di spostamento sulle lesioni presenti (fessurimetri) negli edifici
a monte dello scavo;
e) misure di forza in due tiranti appartenenti alla paratia di sostegno
(celle di carico);
f) misure di sforzo in quattro puntoni metallici.
3) le condizioni del terreno a monte del cantiere ed i
sommovimenti subiti dal medesimo per gli scavi effettuati;
Il terreno a monte dello scavo si presenta variamente acclive, con
terrazzamenti, presenza di edifici e altri manufatti, comunque
intensamente urbanizzato.
Tra la quota di imposta degli scavi (circa q. +9.0) e la quota di
imposta dell’edificio civ. 14 si ha un dislivello minimo di circa 12 m. Tra
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quota +9 e la quota di imposta del limitrofo edificio al civ. 16 si ha un
dislivello di circa 18 m. In relazione a queste due situazioni (zona di
interresse) le pendenze medie sono quindi piuttosto significative, anche se
raccordate con salti di quota ottenuti tramite muri e terrazzamenti.
È indubbio che in tale situazione geometrica e morfologica le azioni
di spinta del pendio sulle opere di sostegno degli scavi non siano
trascurabili, anzi possano essere, in condizioni stratigrafiche quali quelle
che sono state successivamente accertate, molto elevate. Tale fatto, come
si vedrà, non è stato tenuto in debito conto in sede progettuale.
Per quanto riguarda le condizioni del sottosuolo (successione
stratigrafica, caratteristiche dei terreni) si rimanda alle risposte ai punti 1 e
5 del Quesito.
Le evidenze dei movimenti del terreno a monte dell’area di cantiere
sono ottenibili unicamente dal quadro fessurativo degli edifici e dalle
misure effettuate a partire da Settembre-Novembre 2009 (attività
monitoraggio). In particolare, in relazione alle misure inclinometriche
analizzate, precedenti al Novembre 2010 -Doc. 18, (si veda tabella con
posizione inclinometri):
- spostamenti rilevanti (circa 2 cm) e diffusi fino a prof. ~ 9m da testa
tubo in S1;
- spostamenti rilevanti (oltre 5 cm) e concentrati a prof. ~ 9m da testa
tubo in S2 (tubo danneggiato da spostamenti);
- spostamenti rilevanti (oltre 4 cm) e concentrati a prof. ~ 5m da testa
tubo in S4;
- spostamenti rilevanti (oltre 2 cm) e concentrati a prof. ~ 9-10m da
testa tubo in S7 ;
- spostamenti minori ma comunque non trascurabili (dell’ordine di 0,5
cm) nelle altre verticali inclinometriche.
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Delle evidenze del quadro fessurativo del civ. 14 si farà menzione nella
risposta al punto 4 del Quesito. È necessario osservare che cedimenti e
lesioni anche molto rilevanti sono osservabili negli edifici limitrofi (civv.
16 e 18), ad attestare i movimenti verificatisi e parzialmente ancora in
atto (Foto seguenti).
Infine si può osservare che i movimenti del terreno a monte
degli scavi hanno avuto una direzione prevalente verso Nord-Nord/Ovest
(in pratica dall’area coperta dai civv. 18-16-14 verso la zona Nord dell’area
di cantiere), seguendo sia l’assetto morfologico-giaciturale del sottosuolo
sia la sequenza delle lavorazioni (scavi iniziati e completati nella zona Nord
e successivi sbancamenti nella zona centrale).
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Civico 16 – V. Belvedere
Civico 18 – V. Belvedere
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4) le condizioni delle parti condominiali dell’immobile sito in
Noli, via Belvedere 14, con riferimento a quanto rilevato
dai Vigili del Fuoco il 14/12/2009, evidenziando eventuali
conseguenze dannose patite dallo stesso a causa dei lavori
di cui trattasi;
Il fonogramma del Corpo provinciale dei VV.FF. redatto in data 14/12/2009
in seguito all’intervento in V.Belvedere, indica, qui in merito al solo
condominio civ. 14:
- profonde lesioni sul pavimento e sulle pareti dell’ascensore esterno a
servizio del condominio;
- lesioni orizzontali sulle pareti delle cantine;
- diffuso stato fessurativo su pareti e solai (lesioni orizzontali, verticali,
inclinate) e disassamento del pavimento all’int. 1 – prop. Sig.ra Cioffi.
Durante i sopralluoghi effettuati è stato possibile riscontrare:
Ingresso impianto ascensore (Foto 1 e 2) � Vistose lesioni in tutto l’atrio di accesso (pareti, pavimentazione,
soffitto ) all’altezza della V.Belvedere; � possibile lieve inclinazione struttura metallica impianto ascensore; � impossibile verificare se in altre zone dell’impianto vi siano altri
danni. Muri di contenimento scalinate di accesso a fasce laterali (Foto 3) � Vistose lesioni diffuse in più punti. Facciata lato portone ingresso (Foto 4-5-6) � Vistose lesioni passanti nella zona cantine all’altezza ultima rampa
di scale di accesso ed alla sinistra del portone di ingresso; � vistose lesioni sulla parete all’altezza del vano macchine ascensore; � rottura spalline portone di ingresso; � altre fessurazioni diffuse. Facciata lato Finale Ligure (Foto 7-8) � vistosa lesione che parte dal piano di campagna e sale
verticalmente e orizzontalmente fino almeno 2° piano.
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� rottura tubazioni scarico fognario e adduzione acqua potabile nella medesima zona (segnalata in Doc. 15.16);
� altre fessurazioni diffuse. Cantine (Foto9-10-11) � distacchi e rotture pavimentazione e muri di tamponamento; � vistose lesioni passanti in corrispondenza di quelle cui al punto in
facciata portone ingresso; Androne e vano scale interno (Foto 12) � Lesioni diffuse di varia entità, prevalentemente concentrate in
corrispondenza spigoli finestre a vari piani.
Foto 1
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Foto 2
Foto 3
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Foto 4
Foto 5
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Foto 6
Foto 7
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Foto 8
Foto 9
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Foto 10
Foto 11
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Foto 12
Non essendo disponibile (o per lo meno non avendolo potuto acquisire
agli atti) un documento testimoniale che attestasse un eventuale
quadro fessurativo pre-esistente, è difficile stabilire con assoluta
certezza se i danni osservati possano essere tutti e unicamente
ascrivibili ai lavori dell’autorimessa. Tuttavia la loro entità e
distribuzione, il riscontro con documenti analizzati attestanti la
comparsa di danni durante le lavorazioni, nonché il confronto con le
misure di monitoraggio in corso e le testimonianze dei consulenti delle
Parti in causa, permettono di indicare che i danni oggi presenti (o il loro
evidente aggravamento) siano ampiamente riconducibili ai fenomeni di
dissesto subiti nell’area a causa delle operazioni di realizzazione
dell’autorimessa interrata.
5) la sussistenza degli eventuali danni lamentati dal
ricorrente e la loro riferibilità all’imprudenza, negligenza
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ed imperizia dei resistenti e dei terzi chiamati, con
attribuzione e quantificazione delle rispettive
responsabilità.
Non vi è dubbio sulla sussistenza dei danni lamentati (almeno nello spirito
di quanto appena riportato al punto precedente), così come non vi è
dubbio del nesso di causa-effetto tra comparsa dei danni e lavorazioni
nell’area dell’autorimessa, come ampiamente dimostrato anche con la
ricostruzione cronologica degli eventi.
In merito alla seconda parte del quesito, assumendo tutto quanto
premesso nella presente relazione peritale, si fornisce una sintetica
schematizzazione degli eventi che, secondo lo scrivente, hanno portato alla
situazione per cui è causa, da cui tentare di dedurre le responsabilità.
I) L’area in esame presentava una particolare complessità geologica-
geotecnica, solo molto parzialmente evidenziata nelle indagini
effettuate.
II) La variante apportata ha reso la situazione più complessa, dati i nuovi
volumi di scavo e l’avvicinamento al pendio del profilo di scavo.
III) Un approfondimento di indagine, accurato ed esaustivo, previsto
dalle normative e suggerito nella prima relazione di fattibilità
geologico-tecnica, avrebbe dovuto guidare verso soluzioni progettuali
ed esecutive più responsabili.
IV) Alcune indagini vennero compiute, ma non con le necessarie finalità
propedeutiche ad un progetto di rilevanza, quale quello in oggetto.
V) Alla luce di quanto sopra, appare una carente attenzione alle norme
nazionali e “locali” vigenti, soprattutto se si considera che le Norme
Tecniche di Attuazione del P.R.G.C. riportano testualmente, per le
aree oggetto dell’intervento in esame (cfr. paragrafo 5):
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- l'obbligatorietà dell'attuazione delle prescrizioni di ordine geologico e
geologico-tecnico conseguenti alle verifiche realizzate a tale titolo e di
quelle eventuali altre prescrizioni dello stesso tipo introdotte
dall'Amministrazione Comunale in sede di approvazione urbanistica o
di rilascio di concessione od autorizzazione edilizia;
- Per la fase di "progettazione esecutiva" saranno invece richiesti tutti
gli approfondimenti di dettaglio di ordine geologico, geognostico e
geologico-tecnico che la tipologia della zona in cui ricadono gli
interventi e l'incidenza di questi ultimi sul terreno consigliano,
secondo quanto prescritto nei successivi articoli.
- Per interventi nelle zone di tipo B3, l'applicazione delle norme del
D.M. 11/03/88 richiede l'accertamento,oltre che degli elementi previsti
per le zone di tipo B2, di quanto segue: :verifica del grado di stabilità
allo stato attuale ed a seguito di eventuali interventi di sbancamento;
OMISSIS; valutazione delle eventuali ripercussioni degli interventi
sulla stabilità dei settori adiacenti, entro un raggio esteso in funzione
dell'incidenza e dell'impatto degli interventi stessi sul territori;
- le aree interessate dai vecchi terrapieni ferroviari, mostrano
condizioni geotecniche complessivamente scadenti, per cui
l'interferenza tra l'esistente e nuove opere può provocare notevoli
problemi di stabilità all'esistente stesso (vedasi centro storico) o al
versante sovrastante.
VI) È parere dello scrivente, oltre che di molti CC.TT.PP., che l’obbligo del
rispetto di tali prescrizioni normative doveva essere assolto sia dal
Committente e dai Tecnici incaricati, sia dal Costruttore, sia dall’Ente
che ha concesso l’area e le autorizzazioni e che era tenuto per primo,
a conoscerne la rilevanza (non solo amministrativa ma anche tecnica).
VII) Il progetto e la sua realizzazione presenta complessivamente delle
carenze, come di seguito meglio specificato.
VIII) Nessuna particolare attenzione venne dedicata agli edifici presenti ed
al pendio adiacente all’area di scavo.
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IX) La cantierizzazione adottata ha comportato che i movimenti si
attivassero nella direzione più pericolosa, con sviluppo progressivo.
Anche questo fatto avrebbe potuto essere meglio compreso tramite
una migliore conoscenza del sottosuolo.
X) Certamente non ha giovato la decisione dei Proprietari delle aree
limitrofe di non far eseguire opere efficaci a contrastare le spinte (pur
nel loro pieno diritto), anche se si è visto come i dissesti maggiori si
siano verificati a tergo di zone soggette a modesti sbancamenti,
segno che la situazione era già molto compromessa per le lavorazioni
eseguite più a Nord, situazione anche complicata da particolari eventi
atmosferici (comunque probabili anche se non prevedibili).
Come già precedentemente citato, dall’analisi dei documenti
progettuali e di tutta la documentazione inerente, è parere dello scrivente
che nonostante il progetto (nella sua interezza) proposto e in parte
realizzato sia stato impostato secondo standard progettuali “usuali”
(almeno così pare limitandosi all’osservazione delle Tavole progettuali
illustranti le opere da eseguire), volti a garantire la sicurezza e la
funzionalità delle opere in realizzazione e di quelle limitrofe, esso sia viziato
da una serie di carenze che possono aver significativamente concorso, allo
stato di dissesto in esame.
Tali carenze vengono sinteticamente elencate :
1. Molte delle prescrizioni normative (del richiamato e utilizzato D.M.
11-3-88) riportate al punto 5 della CTU sono ignorate e disattese,
soprattutto quelle evidenziate proprio alla fine del paragrafo 5,
prescrizioni che avrebbero potuto fornire ad es. maggiori indicazioni
sulla complessità del sottosuolo, su corretti parametri di progetto,
sulla stabilità e sui movimenti del pendio a monte e dei manufatti
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presenti, sulle fasi esecutive, sulla necessità di un continuo ed
estensivo controllo dei lavori e delle loro ripercussioni in corso
d’opera.
2. Mancanza di una indagine geologico-geotecnica specifica e
finalizzata al progetto, con sondaggi spinti in profondità e sul
versante e prove ad hoc. Anche se non incaricato in tal senso, la
necessità di tale indagine avrebbe dovuto essere fortemente messa
in luce dal tecnico che venne incaricato di redigere una “Relazione
di indagine geologico-tecnica” (Dott. Filippi), soprattutto dopo
avere lui stesso riscontrato (per primo!) la complessità geologica-
geotecnica dell’area ed essendo un tecnico qualificato (oltre che
diretto conoscitore della zona per altri in carichi professionali) per
riconoscere i potenziali rischi di uno scavo al piede di un versante
intensamente edificato. Nella sua relazione il Dott. Filippi non indica
la necessità di un supplemento di indagine ma fornisce indicazioni
operative per i lavori di scavo. Tale indagine avrebbe dovuto essere
richiesta e fortemente voluta e auspicata dal progettista (Ing.
G.Delfino) nel rispetto delle norme e come garanzia e supporto alla
sua progettazione. Tale indagine avrebbe dovuto essere
fortemente voluta, auspicata ed effettuata dal Committente e dal
Costruttore (Z&R s.r.l. e Zoppi s.r.l) a garanzia dei propri
investimenti e dei propri interessi e, ancora, nel rispetto delle
norme. L’indagine solo “archeologica”, già effettuata, non poteva e
doveva sembrare, a chi del mestiere, sufficientemente esaustiva.
Tale indagine, infine, (come la Relazione Geotecnica di cui al punto
successivo) avrebbe dovuto essere richiesta e obbligata dall’Ufficio
Tecnico del Comune, come previsto dalle stesse Norme Tecniche
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del Comune stesso e da quelle nazionali, se non altro come atto
amministrativo dovuto.
3. Mancanza di una esaustiva Relazione Geotecnica, a firma del
Progettista o di un suo Consulente, richiesta dalla norma adottata,
contenente motivazioni per le scelte progettuali adottate (parametri,
schemi, progetto tiranti, ecc.).
4. Mancanza della figura del D.L. sotto il profilo geologico, previsto nelle
Norme Tecniche del P.R.G.C. (cfr. par. 5), che affiancandosi al D.L
delle strutture, avrebbe dovuto dare indicazioni in corso d’opera sulle
reali condizioni del terreno per, eventualmente, apportare modifiche
alle ipotesi progettuali.
5. La schematizzazione di calcolo adottata dal Progettista Ing. G.Delfino
è oltremodo semplificata, insufficiente e in parte non corretta, essa
stessa viziata dall’insufficienza di dati di cui, in ultimo, è responsabile
il progettista stesso. In particolare si osserva:
a. Valori adottati non realistici dei parametri di resistenza del
terreno (coesione e angolo di resistenza al taglio) stante la
complessità e alterazione del terreno a monte dello scavo. La
giustificazione della scelta di tali valori è posta nelle varie
indicazioni fornite dal Geologo Filippi (valori adottati addirittura
leggermente superiori).
b. Valori adottati dei parametri di deformabilità del terreno
(modulo elastico) apparentemente eccessivi, stante la
complessità e l’alterazione del terreno a monte dello scavo.
Valori adottati senza una opportuna motivazione.
c. Modello di calcolo questionabile, in quanto non fornisce alcuna
indicazione sugli spostamenti del terreno a tergo scavo (solo
spostamenti della “trave” che simula la paratia).
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d. Adozione di un sovraccarico distribuito a tergo della paratia
anziché modellazione dell’intero versante. Valore del
sovraccarico oltretutto in difetto (simula solo il primo
terrazzamento di circa 5 m di altezza). (Nella modifica
progettuale del 2009, solo in corrispondenza V. Belvedere 14, il
sovraccarico aumenta (su richiesta del Consulente del civ. 14
Ing. Romano) per simulare profilo altimetrico del pendio e la
presenza dell’edificio, comunque schematizzazione non
realistica e a sfavore di sicurezza). Tale scelta condiziona il
valore delle spinte sulla paratia (Nella Relazione del progetto di
messa in sicurezza del 2010, le analisi numeriche prodotte da
IG-Torino indicano che le strutture del parcheggio sono “al
limite di resistenza” – Doc. 17.2. In aggiunta il monitoraggio ha
indicato un aumento delle forze sui tiranti della prima fila, circa
480 kN , ma con puntoni già in opera, rispetto a 450 previsto dal
progetto – Doc. 18).
6. Nel progetto mancano analisi di stabilità che verifichino l’effetto dello
scavo sul pendio a monte e, conseguentemente, gli effetti sui
manufatti esistenti.
7. Stanti il modesto livello di conoscenze raggiunto ed il grado di
affidabilità dei dati disponibili, la complessità della situazione
geologica e geotecnica, nonché le conseguenze di un'eventuale frana,
maggiori cautele e attenzioni avrebbero dovuto essere adottate nella
progettazione e nella esecuzione delle opere (ad es. maggiori fattori
di sicurezza, evitare sbancamenti in assenza di permessi per
esecuzione tiranti).
8. Nel progetto vengono adottati anche pali inclinati (in assenza di
tiranti pre-tesi): essendo strutture “passive”, cioè che mobilitano la
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loro resistenza in seguito a spostamenti, questi ultimi erano
inevitabili.
9. I tiranti sono stati pre-tesi a valori di forza risultante dai calcoli di
progetto (come detto criticabili) minori (del 25%) del loro valore
ammissibile, di fatto limitandone l’efficacia.
10. I tiranti sono stati fondati in zone ove le caratteristiche dei terreni
sono risultate critiche (dalle indagini successive). Anche in fase di
realizzazione tale possibilità era stata evidenziata (in zone limitrofe,
Ottobre 2008) inducendo la D.L. a modificare la soluzione
progettuale. Di nuovo indagini esaustive e prove di collaudo
avrebbero aiutato in tale senso. In aggiunta si osserva che nella
modifica progettuale del 2009, solo in corrispondenza V. Belvedere
14, i tiranti aumentano significativamente in numero (5 file anziché 3)
e in lunghezza (28 m anziché 20 m).
11. Nonostante dalla ricostruzione desunta dai rapportini di cantiere
(Doc. 13) si possa ipotizzare che, in generale, le fasi di realizzazione
delle opere di sostegno (esecuzione pali e cordoli, scavo e
realizzazione tiranti e travi di contrasto, tesatura tiranti, scavo, ecc..)
siano strate seguite nell’ordine corretto, in qualche caso sembra che
alcuni sbancamenti siano stati eseguiti prima della tesatura dei tiranti
dell’ordine superiore. Questo fatto è però non compiutamente
dimostrabile (anzi viene escluso dal’Ing. Borsarelli, CTP del Direttore
del cantiere Ing. Marco Defino) e le sue eventuali conseguenze sono
comunque difficilmente quantificabili.
In conclusione, in relazione all’imprudenza, negligenza ed imperizia dei
resistenti e dei terzi chiamati, si ritiene di attribuire, per motivazioni di
natura tecnica:
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- le principali responsabilità della causa dei danni lamentati parimenti al
Committente Z&R s.r.l; al Costruttore Zoppi s.r.l. e al Progettista e
Direttore Lavori delle Strutture Ing. Giovanni Delfino;
- in misura minore al Comune di Noli (SV);
- in misura minore al Tecnico redattore della Indagine Geologico-Tecnica
Esecutiva Dott. Geol. Giampietro Filippi;
- per mancanza di riscontri oggettivi nessuna responsabilità alle Ditte
subappaltatici T.P. Perforazioni s.r.l. e ScavoTer s.r.l.;
- nessuna responsabilità al tecnico incaricato della “Relazione di
fattibilità geologico-tecnica” Dott. Geol. Roberto Garbarino;
- nessuna responsabilità al Direttore di cantiere Dott. Ing. Marco Delfino.
Ritenendo di aver svolto l’incarico assegnato con il deposito della presente
relazione, redatta su 75 pagine più 28 pagine allegate , il sottoscritto resta
a disposizione del Sig. Giudice per ogni chiarimento si rendesse necessario.
Prof. Ing. Riccardo Berardi
Genova , 30 Marzo 2011