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Tutto misure 01/2015

Date post: 21-Jul-2016
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L'unica Rivista Italiana interamente dedicata alle misure e al controllo di qualità - Direttore Franco Docchio
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TUTTO_MISURE - ANNO 17, N. 01 - 2015 ANNO XVII N. 01 ƒ 2015 ISSN 2038-6974 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NO/ Torino - nr 1 - Anno 17- Marzo 2015 In caso di mancato recapito, inviare al CMP di Torino R. Romoli per restituzione al mittente, previo pagamento tariffa resi AFFIDABILITÀ & TECNOLOGIA GRUPPO MISURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ” TUTTO _MISURE TUTTO _MISURE EDITORIALE L’Arbitro e i giocatori IL TEMA: MISURE E STRUMENTAZIONE DALLE AZIENDE Tomografia industriale Le sei dimensioni della taratura Microscopia elettronica GLI ALTRI TEMI Misura dello stato di salute delle batterie Velocimetro laser self-mixing Misura della temperatura di fili ALTRI ARGOMENTI La visione industriale La 17025 - Audit parte IV La Giornata della Misurazione 2015 WWW .TUTTOMISURE.IT
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TUTTO_M

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NNO 17, N. 01 - 2

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ANNO XVIIN. 01 ƒ

2015

ISSN

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A F F I D A B I L I T À& T E C N O L O G I A

GRUPPO MISURE ELETTRICHEED ELETTRONICHE

LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORIORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

TUTTO_MISURETUTTO_MISURE

EDITORIALEL’Arbitro e i giocatori

IL TEMA: MISURE E STRUMENTAZIONE DALLE AZIENDETomografia industriale

Le sei dimensioni della taratura

Microscopia elettronica

GLI ALTRI TEMIMisura dello stato di salute delle batterie

Velocimetro laser self-mixing

Misura della temperatura di fili

ALTRI ARGOMENTILa visione industriale

La 17025 - Audit parte IV

La Giornata della Misurazione 2015

WWW.TUTTOMISURE.IT

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Editoriale: L’Arbitro e i giocatori (F. Docchio) 5Comunicazioni, Ricerca e Sviluppo, dagli Enti e dalle Imprese

Notizie nel campo delle misure e della strumentazione 7La Giornata della Misurazione 2015 si rinnova... 9

Il tema: Misure e strumentazione dalle aziendeTomografia industriale: una nuova filosofia(M. Moscatti, A. Scanavini, F. Rosi) 13Le sei “dimensioni” della Taratura (M. Aust) 17Non-magnetiche, compatibili con il vuoto e... precise(G. Hamann, E. Buffone) 21

Gli altri temi: Misure per l’energia Integrazione in rete di sistemi di accumulo (M. Landi) 25

Gli altri temi: Misure ottiche di fluidiVelocimetro ottico a bassa coerenza (L. Rovati, S. Cattini) 29

Gli altri temi: Misure ottiche di temperaturaMetodi di misura senza contatto per la misura della temperatura di fili (D. Scaccabarozzi, B. Saggin) 33

La pagina di AccrediaNotizie dall’Ente di Accreditamento (a cura di R. Mugno, S. Tramontin) 39

La pagina di A.L.A.T.I.Associazione dei Laboratori di taratura Italiani(a cura di P. Giardina) 43

La pagina di IMEKOImekofoods (a cura di P. Carbone) 45

Campi e compatibilità elettromagneticaMigliorare attraverso il confronto (C. Carobbi, M. Cati, A. Bonci, C. Panconi, M. Borsero, G. Vizio) 47

Le Rubriche di T_M: Visione ArtificialeLe lenti liquide (a cura di G. Sansoni) 51

I Seriali di T_M: Misure e FidatezzaTecniche di analisi della fidatezza (M. Catelani, L. Cristaldi, M. Lazzaroni) 53

Le Rubriche di T_M: Tecnologie in campoControlli e misure al centro dell’azienda competitiva(a cura di M. Mortarino) 55

Le Rubriche di T_M: Metrologia generaleLa nuova Guida all’Incertezza di Misura (a cura di L. Mari) 59

I Seriali di T_M: La misura del softwareQuanto è grande un requisito? (L. Buglione) 61

Le Rubriche di T_M: Metrologia legale e forenseAutovelox: finalmente! (a cura di V. Scotti) 67

Spazio Associazioni Universitarie di MisuristiDalle Associazioni Universitarie di Misuristi 71

Le Rubriche di T_M: Metrologia... per tuttiI materiali di riferimento certificati (a cura di M. Lanna) 73

Manifestazioni, Eventi e Formazione2015: eventi in breve 76

Commenti alle norme: la 17025Audit interno – Parte IV (N. Dell’Arena) 77

Abbiamo letto per voi 80News 62-64-68-70-75-78-79

TUTTO_MISUREIN QUESTO NUMERO

TUTTO_MISURE ANNO XVIIN. 01 ƒ

2015

Tomografia industriale: una nuova filosofia nel controllodell’Alluminio e dei materiali leggeriIndustrial tomography: a new philosophy in Aluminumand light materials control

M. Moscatti,A. Scanavini,F. Rosi

13

Migliorare attraverso il confronto:Disturbi Condotti 9 kHz-30 MHz edEmissione Radiata 30 MHz-6.000 MHzImprove by comparison

C. Carobbi, M. Cati,A. Bonci, C. Panconi,M. Borsero, G. Vizio

47Quanto è grande un requisito?Parte I - Requisiti funzionaliWhich is the size of a requirement? Part I - Functionalrequirements

L. Buglione

61

Velocimetro ottico a bassa coerenzasemplice e robusto basato sull’interferometria self-mixingA simple and robust single-arm low-coherence interferometer based onself-mixing detectionL. Rovati, S. Cattini

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EDITORIALE

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The Referee and the players

L’Arbitro e i giocatori

Cari lettori!Buone notizie dal mondopolitico istituzionale: abbia-mo il nuovo Presidente dellaRepubblica, Sergio Mattarel-la, già Giudice della CorteCostituzionale. C’è chi vole-va un Presidente Politico, chiTecnico, chi voleva soprattut-to un Arbitro. Ebbene, nelsuo discorso d’insediamentoSergio Mattarella ha rivendi-

cato questo ruolo di Arbitro, puntualizzando peròche “All’Arbitro compete la puntuale applicazionedelle regole. L’Arbitro dev’essere – e sarà – impar-ziale. I giocatori lo aiutino con la loro correttezza”.Sulla correttezza, o meglio sulla sua mancanza, ètornato subito dopo allorché, nel rivendicare il ruolodi Garante della Costituzione, ha giustamente rac-colto l’Assist di Papa Francesco per scagliarsi con-tro la grande e crescente piaga della corruzione,che “ha raggiunto un livello inaccettabile, divorarisorse che potrebbero essere destinate ai cittadini,impedisce la corretta esplicazione delle regole delmercato, favorisce le consorterie e penalizza glionesti e i capaci”. Buon lavoro, Presidente, avrà ilsuo daffare.Veniamo a noi. Finalmente siamo nel 2015, l’annoMondiale della Luce (di alcuni giorni fa è la tristenotizia che Charles Townes, uno dei teorici del Lasere Premio Nobel per la Fisica, ci ha lasciati a 99anni) e l’anno dell’Expo. Auguriamo al nostro Paeseun successo planetario per la qualità dell’evento e lapartecipazione di visitatori, che speriamo di esserein grado di accogliere degnamente. È anche ilmomento, a livello più modesto ma significativo, del-l’evento Affidabilità & Tecnologie, con le sue novitàorganizzative e i suoi convegni. A chi mi sta leg-gendo dentro uno stand o a spasso tra gli esposito-ri, buon A&T: ci vediamo a Torino, il 22-23 aprile.Novità di rilievo anche per la nostra Rivista. Innan-zitutto un’altra Rubrica si va ad affiancare alle altrequalificate Rubriche: quella della Metrologia Fonda-mentale, sapientemente guidata dal Prof. Luca Mari.In questa prima puntata si parla della nuova Guidaall’Incertezza di Misura, in fase di messa a punto. IlProf. Mari chiede a tutti commenti e suggerimentiper il lavoro del Comitato che la pubblicherà entrol’anno.La seconda novità riguarda innovazioni editoriali:alla Rivista cartacea si affianca, da quest’anno, laRivista sfogliabile online. È un’innovazione che per-mette agli affezionati della Rivista di poterla legge-

re su tutti i dispositivi: PC, tablet, smartphone. Dovun-que e in maniera facile. E altre sorprese sono in can-tiere.Nel corso degli ultimi due mesi ci hanno lasciato duecari amici e illustri colleghi misuristi: prima il Prof. ElioBava, poi il Prof. Giuseppe Zingales. Trovate la noti-zia nella Rubrica dedicata alle Associazioni dei Misu-risti Italiani. Elio e Giuseppe, ci mancherete.Nel Giugno 2015 viene riproposta la Giornata dellaMisurazione, giunta quest’anno alla XXXIV edizione.Trovate un’ampia sintesi degli argomenti che sarannodiscussi nell’articolo a pag. 9. Si tratta di un’edizionetutta speciale, ricca di tavole rotonde e dibattiti d’in-teresse per le imprese, con un’impostazione che lariporta alle origini secondo l’ideazione del Prof.Mariano Cunietti. Auguri agli organizzatori, Domeni-co Mirri e Mario Savino, per un ampio successo dellaGiornata!Il tema di questo numero è “Misure dalle Aziende”.Mi è sembrato opportuno dedicare alle Imprese la“pole”, in concomitanza con A&T 2015. L’invito adaltre aziende a presentare i propri casi di successo,le proprie tecnologie e la propria strumentazione dimisura è sempre pressante! Seguono, tra gli altri temi,ulteriori contributi dai Convegni GMEE e GMMT delloscorso settembre. I lavori inviati alla rivista sono stati,quest’anno, così numerosi che il Comitato di Reda-zione (oggi arricchito di numerosi altri colleghi,esperti dei vari settori delle Misure) ha dovuto lasciar-ne alcuni per il prossimo numero. Ci scusiamo con gliautori cui, a suo tempo, avevamo sollecitato l’invio.Chiudo con un’affermazione “forte” del giornalista eVicedirettore del Sole 24 Ore, Sebastiano Barisoni, auna conviviale rotariana a cui ho assistito, sul tema“uscire dalla Crisi?”. Barisoni, avendo premesso cheè velleitario pensare che usciremo dalla crisi ai livellipre-crisi e che ci dobbiamo rassegnare a ciò, si èchiesto “A questo punto che fare? Quali sono gliaspetti, le consuetudini, le modalità di pensiero e d’a-zione che devono essere cambiati?”. E si è rispostoaffermando che, al di là di una “spending review”vera, seria e incisiva, che ancora non è stata neppu-re iniziata, è necessario rispettare il bene comune, esottolineando le potenzialità insite nel percorrere stra-de dure, che richiedano sacrificio (quasi desueta,quasi scabrosa ma, nella sua natura etimologica, digrande intensità e potenza).

Buona lettura!

Franco Docchio

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Notizie nel campo delle misuree della strumentazione

La Redazione di Tutto_Misure ([email protected])

da Laboratori, Enti e ImpreseCOMU

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LETTERE PERDUTE DA POMPEI

Dal sito della Rivista Nature: alcuniricercatori, tra cui quelli dell’Istituto diMicroelettronica e Microsistemi delCNR di Napoli, guidati dal Dott. VitoMocella, hanno “letto” antichi papiriche non erano stati aperti fin dall’e-poca del loro danneggiamento nell’e-ruzione del Vesuvio duemila anni orsono. Attualmente sono state “lette” soloalcune lettere, ma la prospettiva chegli studiosi possano, in un futuro vici-no, scoprire lavori andati perduti dalmondo greco e romano, in centinaiadi papiri troppo fragili per essere sro-tolati, è promettente.“È una rivoluzione per i papirologi”,dice Mocella, citando la sua pubbli-cazione in Nature Communications.

A seguito dell’eruzione del Vesuvionel 79 d.C., la cenere che ha copertoPompei ed Ercolano ha conservatouna villa in pietra Lavica, supposta ap -partenente al suocero di Giulio Ce sa -re. La villa conteneva centinaia di pa -pi ri, seccati e abbrustoliti dai gas cal -di, e seppelliti nei secoli.Ritrovati nel 1752, i papiri sono statioggetto di tentativi di apertura, datol’enorme valore storico-letterario cheera loro associato. A oggi, i tentativisi sono dimostrati vani. Risalgono al2009 i primi tentativi d’ispezione coiRaggi X da parte di ricercatori dell’U-niversità del Kentucky. Questi esperi-menti permisero di esplorare l’internodei papiri, ma nessuna decifrazionefu possibile.Il nostro Dott. Mocella ha invece uti-lizzato la tecnica della tomografia a

Raggi X a contrasto difase, già usata in medi-cina per studiare tessutiche sono bassi assorbi-tori di Raggi X, come ilcervello, i polmoni e ilseno. Il funzionamentosi basa sulla rifrazione,e non sull’assorbimento,dei Raggi X da parte deitessuti. All’interno dei pa -piri di Ercolano i ca ratteria inchiostro apparivanoin rilievo di 0,1 mm

rispetto alla superficie del papiro, suf-ficiente per essere rivelati utilizzandofasci X coerenti dallo EuropeanSynchrotron Radiation Facility di Gre-noble.I ricercatori sono stati finora in gradodi decifrare un alfabeto greco e alcu-ne parole. Un raffronto con calligrafiedi altri scritti di Ercolano ha permessodi collocare questi papiri intorno alprimo secolo a.C. La decifrazione dialtri papiri è in corso, e la speranzadi poter decifrare ampie sezioni deipapiri è enorme.La possibilità che oggi si presenta didecifrare le scritte dei papiri di Erco-lano ha dato nuovo impeto agli scavidella villa, dove, in altre stanze, siritengono esistere altri papiri. Complimenti ai Ricercatori, autori del-l’articolo: V. Mocella, E. Brun, C. Fer-rero, D. Delattre – Nature Commun.6, 5895 (2015).

A.I.VE.LA. – BANDO PER IL PREMIO “GIULIO GUJ” EDIZIONE 2015

Riceviamo dal Prof. E.P. Tomasini diAncona il seguente annuncio relativoal bando per il Premio di Laurea “Giu-lio Guj” per il 2015.L’A.I.VE.LA. – Associazione Italiana diVElocimetria LAser e diagnostica noninvasiva indice un bando per l’asse-gnazione di un Premio di Laurea del-l’importo di 1.000,00 euro, da asse-gnare a un neolaureato in Ingegneriache abbia svolto negli anni accade-mici 2012-2013 e 2013-2014 la tesidi Laurea Magistrale sui temi d’inte-

NEWS IN MEASUREMENT AND INSTRUMENTATIONThis section contains an overview of the most significant news from ItalianR&D groups, associations and industries, in the field of measurement science and instrumentation, at both theoretical and applied levels.

RIASSUNTOL’articolo contiene una panoramica delle principali notizie riguardanti risul-tati scientifici, collaborazioni, eventi, Start-up, dei Gruppi di R&S Italiani nelcampo della scienza delle misure e della strumentazione, a livello sia teo-rico che applicato. Le industrie sono i primi destinatari di queste notizie,poiché i risultati di ricerca riportati possono costituire stimolo per attività diTrasferimento Tecnologico.

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resse dell’Associazione, indicati nello statuto della stes-sa.L’importo del premio è da considerarsi al lordo di qual-siasi ritenuta prevista dalle disposizioni di legge.Il Premio verrà assegnato secondo criteri di merito.Le tesi magistrali dovranno essere state discusse entroil 30.04.2015.Hanno titolo a partecipare i laureati in possesso deiseguenti requisiti alla data di scadenza del presenteBando:• laurea specialistica in Ingegneria;• non aver compiuto l’età di 28 anni alla data dellapresentazione della domanda;• aver svolto una tesi sui temi d’interesse dell’Associa-zione, indicati nello statuto della stessa.Il bando è disponibile anche sul sito dell’Associazioneall’indirizzo: www.aivela.org/edizione_2015.htmlA.I.VE.LA.- the Italian Association of LAser VElocimetryand non invasive diagnostics – c/o Dip. di Meccanica,Università Politecnica delle Marche, Via Brecce Bianche, 60131 Ancona tel: 071/2204489, fax: 071/2204813www.aivela.org

CEI – COMITATO ELETTROTECNICO ITALIANO

Pubblicate le Varianti alle Norme CEI 0-16 e CEI 0-21Il CEI ha pubblicato leVarianti V1 alle NormeCEI 0-16 e CEI 0-21, daoggi scaricabili gratuita-mente dal sito CEI www.ceiweb.it, alla voce“Applicazioni & Servizi”in home page.Le due Varianti riguarda-no principalmente le pre-scrizioni applicabili ai

sistemi di accumulo di energia elettrica che fanno parted’impianti di produzione. Lo scopo è di fornire linee guida per l’inserimento deisistemi di accumulo negli impianti di generazione con-nessi a reti BT e MT. Contengono anche le prove necessarie affinché talisistemi di accumulo siano compatibili con le necessi-tà di sicurezza del servizio delle reti cui sono con-nessi.Le Norme, complete delle Varianti, sono richiamatedalla Delibera 642/2014/R/eel del 18 dicembre2014 dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il si -stema idrico, a cui si rimanda per i dettagli delle datedi applicazione obbligatoria.

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THE “MEASUREMENT DAY”A brief outline of the Round tables of the XXXIV edition of the MeasurementDay, to be held on June 22nd and 23rd, 2015 in Rome, is presented.Emphasis is given to the importance of the meeting for all academic andindustrial measurement experts, to disseminate news in standards and appli-cations of Measurements in Italy and abroad.

RIASSUNTOÈ di seguito fornito un riassunto dei contenuti delle Tavole Rotonde che lanuova edizione della Giornata della Misurazione (Roma, 22 e 23 Giugno2015), la XXXIV dalla prima edizione a cura di Mariano Cunietti, offre atutti gli esperti di misure, di provenienza sia Accademica che Industriale,come mezzo di disseminazione delle novità in campo normativo e appli-cativo riguardanti le Misure in Italia e all’Estero.

La Giornata della Misurazione (GdM),nata nel 1982 e fondata da MarianoCunietti, rappresenta uno dei piùimportanti appuntamenti an -nuali in Italia nel campo delleMi sure. Essa è gestita congiuntamentedal GMEE (Gruppo Misure Elettriche edElettroniche) e dal GMMT (GruppoMisure Meccaniche e Termiche). Laprossima edizione è la trentaquattresi-ma e si terrà lunedì 22 e martedì23 giugno 2015 presso l’AulaMagna dell’Università degli Studi diRoma Tre, come ormai consolidata con-suetudine da diversi anni, dopo che si èabbandonata la sede iniziale di VillaOlmo a Como. La partecipazione allaGdM è libera e non è richiesta alcunaquota d’iscrizione.Quest’anno, seguendo l’iniziale impo-stazione voluta da Cunietti, si pubbli-cheranno sul sito della GdM i contri-buti di coloro che vorranno far cono-scere anticipatamente la loro espe-rienza, relativamente ai temi in di -scussione che sono di seguito riassun-ti. Tali contributi saranno posti all’at-tenzione dei diversi relatori che ani-meranno la Giornata, perché ne ten-gano conto nei loro interventi. Considerando che quanto in program-ma nella prossima GdM è oggetto diattenzione nelle diverse rubriche di T_M,

i suoi lettori, che ne saranno certamenteinteressati, sono invitati a contribuire alsuo successo con un’attiva partecipazio-ne, sia inviando in terventi scritti, sia conla loro presenza all’evento.

LA TAVOLA ROTONDA SULLA METROLOGIA FORENSE

La XXXIV GdM inizierà alle ore 14 del22 giugno con una Tavola rotonda(TR) sulla Metrologia Forense, coordi-nata da Alessandro Ferrero. È suf-ficiente leggere le pagine di cronacadei giornali per rendersi conto dicome i risultati di rilievi sperimentalistiano assumendo un ruolo sempre piùrilevante in ambito giudiziario, spe-cialmente, ma non solo, in ambito pe -nale. Già da tempo si parla d’Ingegneriaforense come di quella disciplina ingrado di fornire al giudicante, attra-verso attività peritali, i dati tecnici sucui basare la propria decisione quan-do le questioni da dirimere abbianosignificative implicazioni tecniche.L’importanza che, in questa attività,hanno assunto i rilievi sperimentali, equindi le misure, fa sì che oggi sipossa a buon diritto parlare più spe-cificamente di metrologia forense.

La TR ha lo scopo di mostrare, con in -terventi da parte sia di esperti di me -trologia e probabilità (Paolo Gar-bolino e Giovanni BattistaRossi), sia di esperti di giurispruden-za (Veronica Scotti), come un’inter-pretazione metrologicamente correttadel dato sperimentale possa essere divalido ausilio al giudicante, mentre,per contro, risultati privi di una corret-ta validazione metrologica possanofornire al giudicante una rappresenta-zione distorta della realtà fattuale,fino a indurlo a decisioni non corrette.Si vedrà anche come questi concettisiano (o non siano!) familiari nelleaule di giustizia italiane e non, equanta strada debba essere ancorapercorsa per farveli entrare.

LA TAVOLA ROTONDA SULLE NUOVE PROSPETTIVE DI RICERCA AL CERN

Sempre nel pomeriggio del 22 è pre-vista una seconda TR sulle Nuove pro-spettive della sperimentazione nellaricerca di base di frontiera al CERN,coordinata da Pasquale Arpaia.La realizzazione della macchina piùgrande mai costruita dal genereumano, il Large Hadron Collider(LHC) del CERN di Ginevra, ha deter-minato la messa a punto di tecnologieestremamente avanzate di misurazio-

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La Giornata della Misurazione2015 si rinnova...

Mario Savino, Domenico Mirri

...tornando alle origini!

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; 2015 COMUNICAZIONI, RICERCA E SVILUPPO

DA ENTI E IMPRESE�

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ne che hanno portato alla scopertadel bosone di Higgs nel 2012. LHC èil sito massivo più freddo dell’univer-so, con un grado di vuoto inferiore al -lo spazio libero (un decimo rispetto al -la superficie lunare) e sistemi di acqui-sizioni dati delle dimensioni di unacattedrale con milioni di canali. Que-st’obiettivo è stato raggiunto at tra ver -so la misurazione di diverse grandez-ze fisiche in gamme inesplorate, masoprattutto con una precisione senzaprecedenti.In questa Tavola Rotonda sono illu-strate le più interessanti prospettive disviluppo delle tecnologie sperimentalidi questo sforzo di ricerca di base: losviluppo delle nuove macchine acce-leratrici. In particolare Lucio Rossi,responsabile del progetto di upgradedi LHC, illustrerà la prossima genera-zione di acceleratori in studio alCERN, partendo dalle nuove tecnolo-gie sperimentali di LHC che avrà unanuova vita nel 2025, volte ad aumen-tare la luminosità di un fattore 5-10.Inoltre è iniziata la fase di studio peril progetto preliminare di una nuovamacchina acceleratrice per il post-LHC: si tratta di un collisore da 100 kmper compiere un ulteriore gigantescopasso per la tecnologia e la scienzaall’orizzonte del 2040.Marzio Nessi, ex coordinatore tec-nico di ATLAS, la più grande collabo-razione scientifica della fisica di LHC,e general project manager del pro-getto di realizzazione del corrispon-dente gigantesco rivelatore di parti-celle, illustrerà le prospettive speri-mentali della fisica delle particelle allesue più avanzate frontiere: quelledelle alte energie e delle alte intensi-tà. Inoltre, come attuale responsabiledel progetto CERN della nuova piat-taforma di neutrini, ne illustrerà gliobiettivi scientifici, le caratteristiche, ele prospettive sperimentali.Luca Bottura, responsabile delgruppo CERN di magneti, supercon-duttori e criostati, illustrerà con illu-minanti esempi pratici il fondamen-tale contributo della metrologia nellaprogettazione, nella costruzione, enell’operatività degli elementi por-tanti di LHC, i suoi 27 km di magne-ti superconduttori. In particolare evi-

denzierà casi pratici dove le misura-zioni di precisione hanno giocato unruolo chiave per il successo operati-vo e le future prospettive di sviluppoe innovazione.

LA TAVOLA ROTONDA SU MISURAZIONE E PROBABILITÀ

Il mattino del secondo giorno, il 23giu gno alle ore 9, si aprirà con la pre-sentazione del libro di GiovanniBattista Rossi “Measurement andProbability – A probabilistic theory ofmeasurement”. La TR sarà coordinatada Walter Bich, con gli interventiprogrammati di Nicola Giaquinto,Luca Mari e Simona Salicone.Giovanni Battista Rossi è un nome bennoto all’interno della comunità di chi,in Italia e non solo, lavora alacremen-te a sviluppare conoscenza nell’ambi-to delle misure. Da anni Rossi si occupa di modelli dimisure, con l’obiettivo di trovarneuno che sia sufficientemente genera-le da poter descrivere compiutamen-te un processo di misura, anche inambiti non immediatamente ricondu-cibili alle classiche misure di gran-dezze fisiche. Con lui si parla alloradi misure psicofisiche, di misure le -gali e, ovviamente, della loro incer-tezza di misura.Il libro di Rossi, edito da Springer Ver-lag, ha lo scopo di proporre una teo-ria generale delle misure basata sullateoria della probabilità, e di derivarele regole universali per la valutazioneed espressione dell’incertezza di mi -sura direttamente da questa teoria,anziché, come lui stesso dice nel cap.2, su “accordi pragmatici all’internodi un gruppo di lavoro”. Non manca-no, ovviamente, nella terza parte delli bro, le applicazioni pratiche dei mo -delli da lui proposti. Questo libro dovrebbe essere letto emeditato da tutti i ricercatori che si oc -cupano di misure, vogliono trovarenella probabilità un supporto mate-matico per la loro rappresentazionee, soprattutto, vogliono insegnare a“far misure” in modo scientificamenterigoroso, basandosi su un modelloma tematicamente valido e universale,

e non su consuetudini più o meno con-divise o su quegli accordi che sonogiustamente stigmatizzati da Rossi nelsuo libro.

LA NUOVA EDIZIONE DELLA GUM

Luca Mari e Walter Bich aggior-neranno poi i colleghi sugli sviluppidel Vocabolario Internazionale delleMisure (VIM) e soprattutto dellanuova Guida all’Espressione dell’In-certezza nella Misurazione (GUM),di cui in questi giorni è uscita laprima bozza pubblica con la richie-sta di osservazioni e suggerimenti,che devono pervenire ai suddettirelatori entro la fine di febbraio2015 (si veda al proposito la Rubri-ca di Luca Mari a pag. 59).Si auspica un’attiva partecipazione diDocenti di Misure nelle Università ita-liane. In particolare si cercherà diverificare se i suddetti Docenti trovanodifficoltà a presentare la GUM aglistudenti e come superano queste diffi-coltà. Purtroppo gli esempi presentinella GUM sono tutti di tipo metrolo-gico e raramente fanno riferimento aiproblemi delle esercitazioni svolte ne -gli insegnamenti universitari, con laconseguenza che la GUM è moltospesso ignorata a livello didatticodalla maggior parte dei docenti diMisure.

LA TAVOLA ROTONDA SU AFFIDABILITÀ COME REQUISITO DI PROGETTO

La mattina si concluderà con una TRsul Trasferimento tecnologico connes-so all’affidabilità e al controllo di qua-lità, coordinata da MarcantonioCatelani. È prassi purtroppo diffusamisurare le prestazioni di affidabilitàdi un oggetto, sia esso un componen-te o un dispositivo complesso, a pro-gettazione ultimata. Questo comportaevidentemente l’impossibilità d’inter-venire in maniera preventiva sullascelta ottimale degli elementi che co -stituiscono il dispositivo, con costi didesign review spesso elevati e, in certi

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COMUNICAZIONI, RICERCA E SVILUPPODA ENTI E IMPRESE

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contesti, con implicazioni di rischioan che gravi, generate dal non corret-to funzionamento nel tempo.La TR affronta il tema “l’affidabilità co -me requisito di progetto”, cercando dimettere in chiara evidenza le conse-guenze che una valutazione “a poste-riori” può comportare. In questa edi-zione della TR, che segue quella dellapassata GdM, si ritiene fondamentaleil coinvolgimento e il parere del mon -do della produzione: quali elementi dicriticità potrebbero emergere dall’im-piego di prodotti inaffidabili, e qualiconseguenze per gli utilizzatori e laSo cietà? Quali sanzioni?È sicuramente un tema, quello del-l’affidabilità, per il quale è interes-sante capire anche il livello di trasfe-rimento tecnologico e di collabora-zione tra mondo accademico e indu-stria. Iniziative di trasferimento che

possono essere diversificate: dallecompetenze e conoscenze acquisitedalla figura dell’Ingegnere attraversospecifiche attività formative, previstenei percorsi universitari, ai temi di ri -cerca applicata sviluppati nell’ambi-to dei corsi di Dottorato, dalle colla-borazioni Università-Impresa, al fi -nan ziamento di borse e assegni di ri -cerca. Tutto questo contribuisce auna maggiore diffusione e condivi-sione delle conoscenze?

LA CONCLUSIONE DELLA GDM NEL RICORDO DI SERGIO SARTORI

Il pomeriggio del 23 giugno alle 14 e30 si terrà una Tavola Rotonda suicontributi postumi di Sergio Sartorialla Storia delle Misure, coordinata

da Michele Gasparetto, con gli inter-venti programmati di Franco Doc-chio e Luca Mari. Nel corso dellaTR saranno presentati due libri di Sar-tori di recente pubblicazione.

SI SOLLECITANO LA PARTECIPAZIONE E LA PROPOSTA DI NUOVE TEMATICHE

Gli attesi contributi dei lettori di T_Mche vorranno partecipare all’eventovanno inviati agli indirizzi: [email protected],[email protected], o alla redazione di Tutto Misure. Saranno anche gradite proposte dinuove tematiche di discussione, che siesamineranno alla fine della giornata,quando si definirà il programma dellaGdM 2016.

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INTRODUZIONE

Inventata nel 1972 da Godfrey Houn-sfield e Allan Cormack, vincitori delpremio Nobel nel 1979, la tomogra-fia assiale computerizzata si è subitoaffermata come strumento irrinuncia-bile per la ricerca e la diagnosi medi-ca. Negli ultimi anni l’aumento espo-nenziale della potenza di calcolo el’affinamento delle tecnologie connes-se ne hanno permesso una forte evo-luzione consentendone l’applicazionein campo industriale. Leghe leggere,polimeri e materiali compositi posso-no oggi essere esaminati con preci-sioni micrometriche.Grazie alla tomografia industriale aRaggi X è possibile esplorare l’internodi componenti e assemblati, viaggiare

le, con particolare riferimento al setto-re delle fonderie di leghe leggere, nelquale si sta affermando come il meto-do di controllo più completo e com-plessivamente competitivo rispetto alletradizionali modalità di verifica difet-tologica e dimensionale.

LA TOMOGRAFIA PER LE FONDERIE DI LEGHE LEGGERE

Nel settore delle fusioni in alluminio latomografia risulta essere lo strumentoideale per la validazione del proces-so. Da un lato molti clienti, per assi-curare la massima qualità di control-lo, iniziano a richiedere esplicitamen-te tale metodo per l’ispezione di pri -mo componente a inizio produzione.Dall’altro sempre più fonderie in tuttaEuropa se ne avvalgono spontanea-mente, per trarre vantaggio dall’inte-grazione di questa tecnologia a finelinea e ridurre il numero degli scarti.Le procedure di validazione e control-lo qualità dei getti prevedono princi-palmente due tipologie di controllo:un’ispezione non distruttiva necessa-

TEC Eurolab srl – Campogalliano (MO)[email protected]

INDUSTRIAL TOMOGRAPHY: A NEW PHILOSOPHYIN ALUMINIUM AND LIGHT MATERIALS CONTROLNew development lines of materials and new technological processes areincreasingly catching on to meet the stringent demands of industrial markets,mostly the automotive and aeronautics ones, in terms of safety, performanceand, in parallel, weight reduction and consumption. The increasinglydetailed and complex design requirements, the very high level of qualityand the need to contain costs make the batch control extremely critical. Theadoption of rapid, accurate and cheap new control technologies is a deter-mining factor for the validation, launch and statistical monitoring of the pro-duction process. Industrial tomography is the technology that meets thesestringent requirements, leading control application towards new and excit-ing frontiers, thus opening application fields never seen before.

RIASSUNTONuove linee di sviluppo dei materiali e nuovi processi tecnologici stannosempre più prendendo piede per rispondere alle stringenti richieste dei mer-cati industriali, primi fra tutti l’automotive e l’aeronautico, in termini di sicu-rezza, prestazioni e, in parallelo, riduzione del peso e dei consumi. I requi-siti progettuali sempre più dettagliati e complessi, l’elevatissimo livello qua-litativo e la necessità di contenimento dei costi rendono il controllo dei lottiparticolarmente critico. L’adozione di nuove tecnologie di controllo rapide,accurate ed economiche, risulta fattore determinante per la validazione, illancio e il monitoraggio statistico del processo di produzione. La tomogra-fia industriale di ultima generazione è la tecnologia che risponde a tuttequeste stringenti esigenze, portando il controllo verso nuove e interessantifrontiere e aprendo campi di applicazione assolutamente inediti.

passo a passo nei loro strati e inda-garne la funzionalità. Partendo da unset d’immagini radiografiche, tramitel’apposito software di ricostruzione, siottiene il modello tridimensionale deicomponenti analizzati: si avrà a di -sposizione la loro immagine volume-trica, comprensiva di tutti i dettagli in -terni e navigabile in sezione. Tale vo -lume 3D, ottenuto senza dover in nes-sun modo aprire, sezionare o manipo -lare il pezzo stesso, consente di con-centrare in un unico controllo le ve ri -fiche difettologiche, dimensionali e diassemblaggio, a tutto vantaggio deitempi e dei costi del controllo, ol treche della completezza delle in for ma -zioni ricavate.In questo articolo si presentano le ap -plicazioni della tomografia industria-

MISURE E STRUMENTAZIONE DALLE AZIENDE

Tomografia industriale:una nuova filosofia

M. Moscatti, A. Scanavini, F. Rosi

nel controllo dell’Alluminio e dei materiali leggeriIL TEMA

Figura 1 – Componenti principali di un sistema tomografico

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venta possibile evidenziare quando ildifetto rilevato si trova in una posizio-ne che verrà asportata durante le la -vorazioni successive, rendendolo per-tanto ininfluente ai fini della tenuta delpezzo.In altri termini, l’utilizzo della tecnicatomografica consente di affinare enor-memente il controllo difettologico,apportando informazioni molto piùcomplete, riducendo il margine di er -rore e, di conseguenza, il margine disi curezza richiesto dal controllo stes-so. I tempi d’ispezione sono poi moltospesso confrontabili, se non inferiori,a quelli di un controllo radiograficotradizionale.

IL CONTROLLO DIMENSIONALE

Il controllo dimensionale tomografico,eseguibile in un’unica fase di verificae senza dover tagliare il componente,comporta un secondo significativovan taggio nel controllo dei getti.Avendo infatti a disposizione il volu-me 3D del componente scansionato,risulta possibile rilevare le quote al100%, comprendendo sia quelle avista, ovvero rilevabili anche con altrisistemi di misura, sia la totalità diquelle interne, portando la conoscen-za del getto al massimo livello possi-bile. Come per la verifica difettologi-ca, è possibile settare la precisione discansione in base alle tolleranzedimensionali dello specifico compo-nente, da alcuni decimi per le fusionidi grandi dimensioni fino a pochi mi -crometri per la componentistica diprecisione. Potendo controllare tutte lequote, la tecnologia tomografica con-sente d’impostare un controllo statisti-co di processo anche su dimensioniinterne senza dover sezionare, e quin-

inoltre impossibile riferire permanen-temente le misurazioni, perché i pezzivengono completamente distrutti e lemisure stesse vengono semplicementetrascritte su un foglio di registrazionerendendo impossibile qualsiasi verifi-ca posteriore.L’avvento della tecnologia tomografi-ca ad alte prestazioni rappresentaper questo settore una rivoluzione tec-nologica. La scansione ad alta risolu-zione del getto consente infatti dieffettuare sia l’esame difettologico siail controllo dimensionale in un’unicafase di controllo, senza dover esegui-re piazzamenti multipli e senza doversacrificare alcun componente.

IL CONTROLLO DIFETTOLOGICO

Il controllo difettologico tomografico,eseguito sull’intero getto, consente d’i-dentificare e localizzare nello spaziotutti i difetti compatibilmente con la riso-luzione di scansione impostata, daalcuni millimetri fino a pochi decimi ocentesimi per le applicazioni più criti-che. È quindi possibile visualizzare sulvolume tridimensionale del componentetutti i difetti presenti, e misurare quanti-tativamente la loro posizione nel siste-ma di riferimento CAD e la loro dimen-sione (lineare, superficiale e volumetri-ca). Grazie all’ottenimento di questeinformazioni in fase di controllo, anchei criteri di accettabilità possono essereraffinati facendo riferimento non soloalla presenza o meno di difettosità, maanche differenziandone la valutazionein funzione della posizione.È infatti noto che lo stesso difetto, inposizioni diverse del getto, può rap-presentare una criticità notevolmentediversa. Tenerne conto tramite unavalutazione critica dei singoli difettirilevati può quindi permettere la ridu-zione degli scarti. Ad esempio, nonsaranno ritenute scarto le fusioni sullequali è stato rilevato un difetto didimensione superiore a una certasoglia massima consentita, ma bensì igetti che presentano tali difettologienon accettabili in determinate posizio-ni considerate critiche per la funzionefinale del componente. Inoltre, graziealla sovrapposizione con il CAD, di -

ria alla verifica del livello di difettosi-tà e una verifica dimensionale com-pleta. Con le normali tecnologie d’i-spezione il controllo difettologico vo -lumetrico viene solitamente eseguitome diante radioscopia o radiografia.In questo modo i difetti interni al gettopossono essere valutati solamente suuna proiezione radiografica planare,consentendo di verificarne la presen-za ma non la localizzazione e il di -mensionamento quantitativo. Inoltrel’e same di componenti complessi econ variazioni di spessori richiedeun’elaborata messa a punto e l’esecu-zione di diverse esposizioni per l’otte-nimento delle corrette densità radio-grafiche per tutte le zone d’interesse.Tale metodo tradizionale risulta per-tanto adeguato per componenti noncritici e di geometria semplice, mentrepuò presentare complicazioni per l’i-spezione dei componenti più critici egeometricamente complessi.Il controllo dimensionale solitamenteviene invece eseguito per tracciaturautilizzando vari strumenti, quali mac-chine (CMM) di misura a coordinate,scanner laser e strumenti di misura dabanco. Tali strumentazioni consentonoperò il controllo delle sole superficiesposte, mentre per l’ispezione dellegeometrie interne (quali canali di raf-freddamento, sottosquadri, condotti eraccordi ottenuti tramite anime) l’ese-cuzione delle misure richiede il sezio-namento meccanico preliminare delgetto. Va da sé che con tale metodo siva incontro a un problema di efficien-za e di economicità del controllo.Infatti l’esecuzione dei sezionamenticostringe a sacrificare diversi getti,gravando sui costi indiretti del con-trollo e non consentendo la correla-zione delle misure (il componentemisurato non sarà infatti quello cheverrà posto in esercizio o che sarà te -stato a banco). Questo aspetto, sugetti complessi, grandi e costosi, rap-presenta un problema non trascurabi-le. Con le tecniche tradizionali risulta

ILTEMA

Figura 2 – Volume tomografico di testa motore in Alluminio (ingombro 500x270x110 mm3)

Figura 3 – La fusione in oggetto è stata scandita e sottoposta a determinazione quantitativa delle porosità. Di ciascun difetto, visualizzatoin trasparenza, sono indicate le proprietà

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di distruggere, i componenti. La tecno-logia digitale consente inoltre di con-servare i volumi 3D e le relative misu-razioni per una consultazione o elabo-razione successiva (ad esempio perverificare a posteriori la qualità dellaproduzione in un dato periodo, valida-re le simulazioni software del processodi colata, eseguire simulazioni struttu-rali a elementi finiti sui componentireali o, più semplicemente, posiziona-re e orientare nel modo ottimale le suc-cessive lavorazioni sul getto).

Rispetto alle tecniche tradizionali nonsi ha inoltre la necessità di cambiareripetutamente i piazzamenti dei pezzipiù complessi e/o molto grandi utiliz-zando diverse macchine specifiche(quali CMM, rotondimetri, profilome-tri, laser tracker) per misurare tutte lequote. Non si hanno infatti le tradizio-nali limitazioni dovute all’inaccessibili-tà delle quote interne, a sottosquadri ea riflessioni dei fasci ottici o laser.Il controllo dimensionale può essereeseguito sia tradizionalmente misu-rando le singole quote a disegno, siatramite il confronto diretto con il CAD.In quest’ultimo caso l’immagine tomo-grafica 3D viene allineata al modelloCAD e si rileva punto per punto loscostamento della geometria realerispetto a quella di progetto, oltre chela conformità di tutti gli spessori diparete. Tale operazione, eseguita infase di messa a punto del processo,può essere utilissima anche per valu-tare al meglio le criticità e le dinami-che dei ritiri, permettendo una più ac -curata e più economica progettazionedegli stampi con un’ottimizzata ge -stione dei sovrametalli nelle successi-ve fasi di lavorazione.

CONCLUSIONI E PROSPETTIVE

La tomografia industriale fornisce unservizio evoluto in tempi rapidissimi,anche in risposta a emergenze di pro-duzione. Permette alle aziende diaumentare la conoscenza dettagliatadei propri prodotti e processi, e di po -terli quindi migliorare in maniera effi-ciente riducendo i costi di ricerca esviluppo. Consentendo di riunire in ununico controllo la verifica dimensiona-le e difettologica, la tomografia indu-striale aumenta l’efficacia del control-lo qualità e riduce il time to market deinuovi prodotti in accordo con le ri -chieste del mercato globale. Oltre alrisparmio legato alla non distruttivitàdel metodo, la tomografia consenteinfatti di accorciare di un fattore da 3a 10 il lead time di controllo. Questoaspetto, andando ad abbattere iltempo del processo di validazione,garantisce un importante vantaggiocompetitivo, soprattutto per i settoripiù dinamici.È assolutamente evidente che per poterarrivare a tale risultato è necessariauna preliminare fase di messa a puntodel metodo di controllo e una sua vali-dazione che consenta di valutare almeglio le prestazioni metrologichedella macchina tomografica. In questomomento, la capacità di eseguire talemessa a punto rappresenta la maggio-re discriminante per il raggiungimentodi un buon risultato del controllo.Allargando l’esposizione al comples-so dei settori industriali, le applicazio-ni del metodo tomografico sono le piùvarie e in ciascun ambito seguono ilpro dotto dalla ricerca e sviluppo alcon trollo qualità passando dalla mes -sa a punto e validazione dei processiproduttivi. La tomografia risulta inoltreuna tecnica eccezionale per la failureanalysis, lo studio funzionale di as -sem blati e il reverse engineering dicomponenti esistenti. Le uniche limita-zioni sono date dalla dimensione de -gli oggetti da ispezionare, che devo-no poter entrare nel bunker tomografi-co, e dallo spessore di parete che de -ve essere attraversabile dai Raggi X.Da qui la necessità di una strumenta-zione all’avanguardia comprendenteun bunker walk-in di grandi dimensio-

ni e un manipolatore a 8 gradi di li -bertà per assicurare la massima flessi-bilità di utilizzo.La tecnologia si applica a ogni gene-re di componenti, da telai realizzati infibra di Carbonio a strutture in Titanioe leghe di Alluminio, sia realizzatecon tecnologie tradizionali sia contec nologie innovative di additive ma -nufacturing, oltre che a incollaggi, sal-dature e insiemi complessi come val-vole e sistemi elettrici ed elettronici(mo tori, circuiti, PCB). In particolare,gli eccellenti risultati ottenuti sui mate-riali leggeri (principalmente Carbonio,compositi polimerici, leghe di Allumi-nio e Titanio) rendono la tomografiain dustriale particolarmente vicina aisettori aerospaziale e sportivo, chetrovano nella leggerezza una caratte-ristica imprescindibile.

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ILTEMA

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Andrea Scanavini.Laureato in Ingegneriadei Materiali, direttoreTecnico e R&D di TecEurolab del quale è at -tualmente Consigliere di

Amministrazione, ha una pluriennaleesperienza in ambito di failure investi-gation e material selection, maturata an -che da esperienze con le principali a -ziende del settore Automotive e Aero-space del panorama internazionale.

Marco Moscatti. Lau-reato in Ingegneria Mec-canica presso l’Universitàdi Modena e Reggio Emi-lia, ha contribuito all’ana-lisi di mercato, alla sele-

zione della tecnologia e all’avviamentodel centro tomografico TEC Eurolab,dove ora lavora.

Fabrizio Rosi. Ingegne-re dei Materiali pressoTEC Eurolab Srl. Dopouna iniziale attività con-nessa all’analisi e caratte-rizzazione in ambito me -

tallurgico, si è approcciato al mondodella tomografia industriale, approfon-dendo come questa possa integrarsicon la failure analysis di componenti eil miglioramento di prodotti e processi.

Figura 4 – Quotatura diretta del volume tomografico ricostruito (sx.)

e analisi automatica degli spessori (dx.)

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Keysight Technologies

La fase di selezione di un fornitore alquale richiedere un servizio di taratu-ra adeguato può risultare più com-plessa del previsto. Molto spesso sipensa che, in fondo, “una taratura èuna taratura” e, purché il fornitoreoperi in regime di qualità e abbia tuttii necessari “segni distintivi” del caso(ISO 9000, accreditamento LAT oppu-re operi secondo la normativa ISO17025), si suppone che il servizio siaragionevolmente simile, indipendente-mente dalla tipologia del servizio odal fornitore che scegliamo.L’assenza di una specifica regolamen-tazione nel settore delle tarature con-sente infatti un’ampia variabilità nel ser-vizio e nel valore del prodotto fornito.Per aiutare chi debba scegliere il for-nitore avendo una provenienza e for-mazione diverse dall’ambito tecnico,abbiamo individuato le sei argomen-tazioni che maggiormente influenza-no, in termini di costi diretti e indiretti,l’acquisto del servizio di taratura:1. Estensione del test (quali para-metri e quanti punti di misura per cia-scun parametro?)2. Informazioni fornite (Qualidati/informazioni sono presenti all’in-terno del certificato? Sono disponibilii risultati prima e dopo eventuali alli-neamenti eseguiti?)3. Incertezze di misura (Comevalutare il grado di bontà del testeffettuato?)4. Periodicità (L’intervallo di taratu-

ra: ogni quanto tempo è necessarioeffettuare la taratura? Possiamo varia-re questo parametro?)5. Tempi di lavorazione (Quant’èil fermo macchina necessario a effet-tuare la taratura?)6. Soluzioni di servizi (Quali aspet-ti finanziari e soluzioni di servizi sonodisponibili? Cosa è incluso nel prezzo?)

DIMENSIONE #1: COMPLETEZZADELLE VERIFICHE ESEGUITE

THE SIX DIMENSIONS OF CALIBRATIONWe discuss the main aspects that influence the choice of a calibration service,to help industry managers and staff in the choice of the correct serviceprovider, in the absence of a specific regulatory system in the field.

RIASSUNTOSi riassumono in questo lavoro gli aspetti più importanti che influenzano lascelta di un adeguato servizio di taratura, come aiuto al manager azien-dale e al personale per la scelta del fornitore dei servizi, in assenza di unaregolamentazione specifica in materia di taratura.

MISURE E STRUMENTAZIONE DALLE AZIENDE

Le sei “dimensioni”della Taratura

Martin Aust

per la scelta dei fornitori di serviziIL TEMA

il fornitore, volendo offrire un servizioeconomicamente conveniente, omettaparecchi di questi test o punti di misu-ra. Spesso ciò implica che importantifunzioni dello strumento non venganoadeguatamente verificate e lo stru-mento possa fornire misure errate infase di normale utilizzo. Di conse-guenza, si possono creare alcune si -tuazioni critiche per l’utilizzatore fina-le, che è convinto di essere in posses-so di uno strumento affidabile in tuttele sue specifiche, e per l’Azienda, coni seguenti casi limite riferiti al collaudofinale di prodotti:Un prodotto “buono” può fallire il testdi qualità al quale è sottoposto, cau-sando così una rilavorazione dell’og-getto, e generare anomalie nel repar-to “controllo qualità” e un incrementodella condizione “problema non ri -scontrato in fase di riesame” (unadelle variabili chiave del processoproduttivo).

Al contrario, un prodotto fuoritolleranza può superare il testfinale e causare un intervento ingaranzia, con conseguente dan -no alla reputazione dell’Aziendaper la diminuita affidabilità deiprodotti.

DIMENSIONE #2: INFORMAZIONI FORNITE

Le informazioni relative al testeseguito, fornite dal laboratoriodi taratura, stabiliscono la base

per molte decisioni all’interno dell’A-zienda. È importante, quindi, disporredi tutte le informazioni necessarie,che devono essere accurate.È pertanto indispensabile che, insie-me al certificato di taratura, venganoforniti i risultati di tutte le misure ese-

È noto in qualunque contesto che,quanto più il test è esteso e dettaglia-to, maggiore è la confidenza nellemisure eseguite. Tale concetto è anco-ra più vero nell’ambito specifico deltest della strumentazione elettronica.In tale contesto, normalmente il co -struttore suggerisce le specifiche daverificare e i punti in cui eseguire lemisure. Ciononostante non è raro che

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guite, mostrando così l’effettiva pre-stazione dello strumento a ogni puntoin cui queste sono state eseguite. Que-ste informazioni danno l’evidenza diquanto sia stato esteso il test, costi-tuendo un primo elemento utilizzabileper fare confronti oggettivi tra due for-nitori di servizi di taratura.È facilmente intuibile quale sia lareale utilità di un certificato di taratu-ra completo. In esso, al fine di regi-strare il reale stato dello strumento,dovrebbero venire riportate tutte le mi -sure eseguite all’arrivo presso il labo-ratorio, senza cioè operare alcun alli-neamento (adjustment) durante que-sta prima fase di verifica. Solo al ter-mine, in caso di riscontro di misurefuori tolleranza, si procede con l’alli-neamento. Al termine di tale opera-zione viene registrato un secondo setdi risultati, con il quale si confermache lo strumento si trova in tolleranzanel momento dell’uscita dal laborato-rio e fornisce la necessaria confiden-za per l’utilizzo futuro.Un’altra informazione chiave è l’in-certezza di taratura. In particolare,occorre premettere che una “misura”è il risultato di un processo statistico:effettuando più misurazioni dello stes-so “misurando”, si ottengono valoridiversi. Una misura dovrebbe, quindi,essere sempre associata alla propriaincertezza e dev’essere noto il relativolivello di fiducia. L’accuratezza dellostrumento o sistema di riferimentousato dev’essere almeno quattro voltemigliore rispetto a quella dell’appa-recchio in taratura.

DIMENSIONE #3: INCERTEZZA DI MISURA

L’incertezza è indice della bontà deltest eseguito e rappresenta l’accura-tezza con cui il fornitore del serviziodi taratura ha effettuato le misure.Essa rappresenta una variabile impor-tante e può avere un impatto signifi-cativo nella valutazione di utilità dellataratura. L’incertezza fornisce, infatti, un’indi-cazione oggettiva circa la capacitàtecnica del fornitore nell’esecuzionedella misura. Le incertezze possono

essere autodeterminate o accreditate.Le incertezze accreditate (esempioAccredia, UKAS, ecc.) hanno mag-gior valore, in quanto sono state indi-pendentemente verificate dall’enteaccreditante e sono legalmente rico-nosciute tra gli enti di accreditamentointernazionali (Accredia in Italia, DKDin Germania, A2LA negli Stati Uniti,JCSS in Giappone, UKAS nel RegnoUnito, ecc.).Le incertezze accreditate rappresenta-no un elemento importante nella valu-tazione delle competenze tecniche dellaboratorio, poiché consentono diverificare le singole capacità di ese-guire un certo tipo di misurazioni infase di scelta tra i diversi potenzialifornitori. Anche l’ente certificatoresvolge un ruolo importante: spesso, incorso di audit ISO 9000, viene richie-sto all’azienda cliente che il fornitoredi servizi di taratura sia accreditatoLAT. Una verifica completa in tal sensopresuppone un approfondimento inmerito anche alle tarature fornite ealla compatibilità di queste con gli im -pieghi della strumentazione all’inter-no dell’azienda.

DIMENSIONE #4: INTERVALLO DI TARATURA

L’intervallo di taratura è indice dellafrequenza con la quale uno strumentoviene tarato.Normalmente il costruttore raccoman-da un intervallo di taratura per ognistrumento di misura. Questo periodo èspesso stabilito in 12 o 24 mesi. Un approccio generalmente accettatoè quello secondo il quale, se lo stru-mento rimane entro le specifiche pertre successive tarature, l’intervallo ditaratura può essere ragionevolmenteincrementato. Allo stesso modo, se è necessario unallineamento in occasione di due con-secutive tarature, è consigliabile ridur-re la periodicità di verifica dello stru-mento.Se le misure effettuate dallo strumentosono considerate “critiche” da partedell’azienda, allora può essere pru-dente mantenere l’intervallo di taratu-ra dello strumento entro un periodo

limitato, così da ridurre il rischio di mi -sure non allineate alla qualità richie-sta nell’applicazione specifica. In al -ternativa, l’utilizzo dello strumentopuò essere tale che eventuali misureerrate non influiscano sulla qualità diproduzione; in questo caso, l’interval-lo di taratura può essere ragionevol-mente esteso.Quando entrambi i parametri vengo-no tenuti nella debita considerazione,possiamo assumere che la gestionedegli intervalli venga effettuata nell’ot-tica di minimizzare il rischio di misu-razioni errate, pertanto ottimizzandoanche il controllo dei costi diretti e in -diretti che ne derivano.

DIMENSIONE #5: RAPIDITÀ

Verificare un’apparecchiatura signifi-ca toglierla dalla funzione per laquale è stato acquistata e inviarla intaratura presso un laboratorio. Ciòcomporta un arresto del ciclo produt-tivo oppure, in ambienti critici, signifi-ca fare ricorso a uno strumento sosti-tutivo di riserva (proprio o noleggiato)per il periodo necessario all’esecuzio-ne della taratura. Tutto questo presup-pone quindi un’attività di pianificazio-ne della taratura, del rimpiazzo o delnoleggio.Tuttavia, se il tempo stimato si allun-ga, i costi salgono e si rischia di per-dere il controllo della situazione. Èpertanto opportuno assicurarsi che itempi del fornitore siano brevi ma an -che affidabili.Un modo per evitare inconvenientidi questo tipo e mantenere attivitàproduttive e relativi costi sotto con-trollo consiste nel selezionare forni-tori in grado di fornire il serviziopresso la vostra sede produttiva. In

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TEMA�

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tal modo, il tempo di fermo macchi-na si riduce a poche ore, giusto iltempo di effettuare la lavorazione,dando luogo a una notevole riduzio-ne dei costi (di noleggio strumenta-zione, trasporto, ecc.), che giustifi-ca abbondantemente un’eventualemaggiore onerosità del servizio “inloco”.

DIMENSIONE #6: SOLUZIONI DI SERVIZI

Quando si guarda ai costi di taratu-ra, si pensa generalmente al purocosto insito nel servizio. Tuttavia, con-siderando anche tutte le attività colla-terali da questo generate e facendoun’attenta analisi, è possibile arrivarea un’ottimizzazione delle stesse, taleda ridurre i costi associati, che sonoanche quelli meno visibili: si pensi,

ad esempio, all’emissione degli ordi-ni, ai pagamenti delle fatture e a tuttele attività di carattere amministrativoche derivano dalla gestione deglistrumenti.In alcuni casi, esistono aziende ingrado di fornire un’ampia gamma diservizi accessori, attraverso i quali icosti diretti e indiretti relativi all’ac-quisto del servizio di taratura vengo-no ridotti drasticamente, eliminandomolte voci di spesa non previste; oltrea quanto già detto circa l’affidabilitàdella propria produzione, si pensi adesempio ai costi per il trasporto el’imballo della strumentazione, aicosti di assicurazione della spedizio-ne o, an cora, alle riparazioni di mi -nore entità.Inoltre, per un’azienda non avvezza aquesta tipologia di attività, possonoessere parecchie le voci di spesa nondeterminabili ma, utilizzando una

delle possibili soluzioni proposte dafornitori qualificati, prevedibili equantificabili anticipatamente, senzaincorrere in ulteriori “sorprese”.

CONCLUSIONI

Le sei “dimensioni” di cui abbiamodato breve sintesi in questo documen-to rappresentano variabili molto im -portanti nella determinazione del livel-lo di qualità espresso dal fornitore nel-l’erogare un servizio di taratura enella valutazione del costo che da taleattività deriva.Quanto descritto riteniamo possaessere d’aiuto nel prendere una deci-sione consapevole e informata, piutto-sto che una scelta totalmente basatasulla settima dimensione: il prezzo.Per ulteriori informazioni:www.microlease.com/keysight

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1 Business Development Managerper la Microscopia presso PhysikInstrumente (PI) GmbH & Co. KG2 Physik Instrumente srl, Bresso (MI)[email protected]

La microscopia elettronica consenteoggi di effettuare investigazioni conuna risoluzione laterale di meno di unnanometro. Questo implica natural-mente che agli elementi d’imagingsiano richieste altissime prestazioni,ma allo stesso tempo anche i campio-ni devono poter essere posizionaticon una precisione quantomeno dipari livello, per garantire che i risulta-ti delle misure siano significativi.Movimentazioni e sistemi di posizio-namento rivestono quindi un ruolod’importanza centrale nella microsco-pia elettronica.I metodi di microscopia elettronica adalta risoluzione (Fig. 1) entrano ingioco nei campi dove i classici stru-menti d’investigazione ottica nonsono più sufficienti a garantire l’ispe-zione strutturale, e laddove è possibi-le garantire un’adeguata preparazio-ne del campione. Grazie all’estremarisoluzione di questi metodi, è possi-bile arrivare a misurare la distanzatra singoli atomi. I microscopi a tra-smissione elettronica (TEM) in partico-lare raggiungono risoluzioni sino a0,1 nm; tramite scansione elettronica(SEM) si giunge a risoluzioni nell’ordi-ne di 1 nm. Queste tecniche sonoquindi considerabili migliori dei meto-

di ottici classici, tramite i quali si arri-va generalmente tra i 200 e 300 nmcon la microscopia a luce confocale,e sino a circa 20 nm con i sistemicommerciali basati su super risoluzio-ne ottica.

Le applicazioni tipiche della micro-scopia elettronica hanno oltrepassatogli originali confini del campo scienti-fico e abbracciano oggi un ampiospettro, spaziando nel campo indu-striale dove, oltre alla ricerca pura,consentono processi quali l’ispezionesuperficiale e gli studi strutturali, pro-cessi particolarmente centrali nellatecnologia dei semiconduttori e nellescienze dei materiali. Grazie all’utiliz-zo di un fascio di ioni in grado di ri -muovere singoli strati del campione,sono possibili anche investigazioni tri-dimensionali. Nel caso delle microstrutture presenti

nei semiconduttori, questoprocesso consente di mi -surarne lo spessore trami-te conteggio dei singolistrati atomici impilati. Nell’ambito delle scienzedella vita sono invecedivenute visibili anche lepiù piccole strutture cellu-lari. I campioni possonoin questo caso specificoessere preparati, tra glialtri, con speciali metodidi congelamento.

POSIZIONAMENTOSTABILE E ALTA RIPETIBILITÀ

Le applicazioni di micro-scopia elettronica hannotutte un tratto comune: iprocessi d’ispezione conlivelli di automazione cre-scenti richiedono soluzio-

NON MAGNETIC, VACUUM-COMPATIBLE AND… PRECISE: POSITIONING TECHNIQUES FOR ELECTRONIC MICROSCIOPYPositioning devices play a relevant role in ultra high-performance electronmicroscopy, to achieve single atom resolution. The paper highlights therecent developments of the PI company to provide piezo-based positioningsolutions that work in the absence of magnetic fields, with single- or multi-axisconfigurations.

RIASSUNTOI dispositivi di posizionamento e movimentazione giocano oggi un ruolofondamentale nella microscopia elettronica a elevatissime prestazioni, cheraggiunge risoluzioni a livello del singolo atomo. L’articolo mette in luce irecenti sviluppi della Società PI nel campo dei movimentatori piezo, per for-nire soluzioni di posizionamento che non necessitano di campi magnetici,e che possono essere combinate in soluzioni multi-asse.

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MISURE E STRUMENTAZIONE DALLE AZIENDE

Non-magnetiche, compatibilicon il vuoto e... precise

Gernot Hamann 1, a cura di Edoardo Buffone2

Tecnologie di posizionamento per la microscopia elettronicaIL TEMA

Figura 1 – Non essendovi nella microscopia elettronicalimitazioni dovute alla lunghezza d’onda della luce,

è possibile determinare anche la distanza tra singoli atomi.(Immagine: Dr. Reiner Ramlau, Max Planck

Institute for chemical physics of solid materials)

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ILTEMA

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ni di movimentazione altamente affi-dabili. Queste, sempre più spesso, de -vono operare in condizioni di vuoto,essere amagnetiche e possibilmentenon richiedere nessun tipo di lubrifi-cazione. Nel caso della microscopia TEM inol-tre il campione dev’essere mantenutonella posizione più stabile possibile:manipolazioni nanometriche dei cam-pioni sono obbligatorie, essendo l’in-tero campo di visione di soli 150 nm.Nel caso della microscopia SEM (Fig. 2)la risoluzione dipende direttamentedalla posizione del campione. Movi-mentando il campione durante lascansione, non solo la risoluzione, maanche la ripetibilità e la stabilità delsistema di posizionamento diventanocruciali per la qualità dell’immagine;la distorsione di quest’ultima può esse-re infatti evitata solo se, una volta po -sizionato il campione, non si verifica

nessun fenomeno dideriva.I sistemi di posiziona-mento devono infinesoddisfare anche i piùstringenti requisiti cir -ca la regolarità delmovimento, anche avelocità dell’ordine disoli pochi nm/s. Solo così è infatti pos-sibile muoversi con lamassima precisione (equindi senza distorsio-ni visibili) verso preci-se posizioni sulla su -perficie del campione,nel tempo in cui l’im-magine elettromagne-tica è acquisita e visio-nata direttamente dal-l’utente. Le motorizzazioni Pie-

Figura 2 – Schema generale di un Microscopio Elettronico a Scansione (SEM) (Immagine: PI)

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motorizzazioni pie-zoelettriche sono inve-ce particolarmente a -datti a effettuare lascansione dei campio-ni: in combinazionecon un en coder a mi -sura diretta e ad altarisoluzione, questi stru-menti assicurano altis-sima precisione e ripe-tibilità.

ALTISSIMA STABILITÀ E AFFIDABILITÀ DEL POSIZIONAMENTO

Ciò che tutte le motorizzazioni pie-zoelettriche hanno in comune è la ca -pacità di mantenere una posizione,stabilmente e senza alcun tipo di deri-va, senza che si verifichi generazionedi calore; condizione quest’ultimamolto vantaggiosa specialmente incondizioni di vuoto forzato, e dove ilposizionamento debba essere stabilee preciso anche durante lunghi perio-di di fermo. Allo stesso tempo le motorizzazionipiezo risultano particolarmente affida-bili lavorando in Direct Drive, ovverosenza l’interposizione di alcun siste-ma di trasmissione, quale ad esempioun riduttore. Questo esclude a priorilimitazioni tipiche, come il gioco mec-canico, eliminando al contempo lanecessità di effettuare manutenzionisul motore.Per tutti i sistemi sono disponibili elet-troniche di pilotaggio e controllori,tutti facilmente integrabili anche insistemi esistenti, grazie all’ampiapossibilità d’interfacce analogiche edigitali nonché all’ampio supportosoftware.

UNA TECNOLOGIA ADATTATA A OGNI ESIGENZA

All’interno di un motore PiezoWalk®

gli attuatori piezo lavorano in coppiaoperando da elementi di serraggio espinta di un carrello mobile (Fig. 3). Ilcontrollo induce una movimentazioneciclica degli attuatori sull’elementomobile, che può essere mosso avantio indietro per passi nanometrici. Lafamiglia NEXACT® è concepita perof frire risoluzione nanometrica a velo-cità sino a 10 mm/s, mentre la fa mi -glia di motori NEXLINE® è progettataspecificamente per la generazione diforza.I motori piezo ultrasonici della famigliaPILine sono invece concepiti per posi-zionamenti sub-micrometrici veloci. L’at-tuatore piezo-ceramico è indotto a ge -nerare vibrazioni ultrasoniche da unatensione di eccitazione in AC a una fre-quenza tra 100 e 200 kHz. La defor-mazione dell’attuatore causa un movi-mento periodico in diagonale dell’ele-mento connesso di accoppiamento conla parte mobile. L’alta frequenza di la -voro consente di raggiungere velocitàdi alcune centinaia di mm/s.Anche i motori PIShift sono di grande

zoelettriche risultano particolarmenteadatte a questo scopo.

UN CAMPO DI APPLICAZIONEIDEALE PER LE MOTORIZZAZIONIPIEZOELETTRICHE

Le soluzioni di movimentazione basa-te sulla tecnologia piezo soddisfanoalla perfezione le esigenze dellamicroscopia elettronica. Physik Instru-mente (PI) offre un’ampia gamma di a -zionamenti, attuatori e sistemi di posi-zionamento multiasse compatibili colvuoto e privi di lubrificanti. Tali azio-namenti, basati su tecnologie piezoe-lettriche completamente sviluppate incasa, non producono campi ma -gnetici e non ne sono a loro volta in -fluenzati, consentendo quindi la pro-duzione di sistemi di posizionamentocompletamente (nel caso delle guide)o parzialmente non-magnetici (altricomponenti).In operazioni di posizionamento, sem-plici attuatori o motori possono adesempio essere integrati direttamentea livello del fascio di elettroni, dovevengono utilizzati per la correzionedelle guide del fascio o per l’allinea-mento delle aperture. Slitte lineari e rotatori sono invece l’i-deale per il posizionamento del cam-pione, sia per la preparazione prece-dente al l’osservazione, sia per scan-sioni rapide o allineamenti di preci-sione all’interno del cammino delfascio.Questi posizionatori possono inoltreessere facilmente combinati per darevita a soluzioni multiasse. Ad esempiola rotazione del campione è spessonecessaria nella sua preparazioneper la microscopia SEM. Rotatori com-patti permettono il trasporto velocedel campione, ad esempio in installa-zioni a doppio raggio, dal percorsodel fascio di elettroni all’analisi e pro-cessamento FIB. I rotatori possonoinoltre essere usati per effettuare scan-sioni multiasse del campione all’inter-no di un SEM o per l’aggiustamentodegli angoli nel corso delle ispezionicristallografiche (Electron BackscatterDiffraction, EBSD).I posizionatori lineari che utilizzano

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TEMA�

Figura 3 – Esempio di schema funzionale di un motore PiezoWalk® con tecnologia NEXLINE®: le fasi di serraggio e spinta sono realizzate tramite attuatori che agiscono in spinta

e deformazione trasversale in fasi controllate. I motori NEXACT® generano il movimento semplicemente tramite attuatori in grado di piegarsi (Immagine: PI)

TUTTO_MISURETUTTO_MISURELA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORI

ORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

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interesse per l’uso al l’interno di microscopi elettronici (Fig. 4).Si tratta in questo caso di motori basati su un singolo attua-tore che sfruttano l’effetto stick-slip (principio inerziale): l’e-lemento piezo genera un’alternanza ciclica di attrito stati-co e attrito dinamico con l’elemento mobile. A una frequen -za operativa di ol tre 20 kHz, questo genera una spintacontinua della slitta a velocità oltre i 10 mm/s e con livellidi precisione nanometrici.La varietà di tecnologie introdotte mostra chiaramenteche l’utilizzo di attuatori e sistemi di posizionamentopiezoelettrici è particolarmente vantaggioso nella micro-scopia elettronica.

PI IN BREVE

Ben conosciuta per l’alta qualità dei suoi prodotti,Physik Instrumente (PI) è da sempre una delle aziende diriferimento nel mercato globale dei sistemi di nano-posi-zionamento, e può vantare un’esperienza di ormai 40anni nello sviluppo e nella fabbricazione di prodottistandard e OEM, su tecnologie convenzionali e piezo-elettriche. Quattro siti produttivi in Germania e dieci uffici all’esterodedicati alla vendita e all’assistenza fanno del Gruppo PIuna consolidata realtà internazionale che, grazie al contri-buto di oltre 700 dipendenti qualificati, è a oggi in gradodi soddisfare qualsiasi richiesta relativa al posizionamentodi precisione.Tutte le principali tecnologie sono sviluppate in casa, per-mettendo a PI di controllare ogni passo del processo, dallaprogettazione alla spedizione.I componenti piezoceramici sono prodotti dalla controllataPI Ceramic di Lederhose, Germania, tra i leader globaliper gli attuatori e la sensoristica.PI miCos GmbH, con sede a Eschbach, Germania, è l’uni-tà specializzata in posizionatori per l’ultra-alto vuoto, siste-mi a cinematica parallela a sei gradi di libertà e nella pro-duzione di sistemi chiavi in mano completamente persona-lizzabili sulle esigenze del cliente.

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Figura 4 – Il principio di funzionamento dei motori PIShift è basato su un singolo attuatore piezoelettrico: nella fase “attiva” l’attuatore

si espande lentamente portandosi appresso l’elemento mobile. Quando il piezo si contrae velocemente, invece, l’elemento mobile

non è in grado di seguirlo per via della propria inerzia e rimane in posizione (Immagine: PI)

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Università di [email protected]à di ricerca svolta come collaborazione fra l’Università di Salerno e la University of Illinois e supportata dal Gruppo di Misure Elettriche ed Elettroniche.Memoria presentata al Convegno dell’Associazione GMEE Gruppo Misure Elettriche ed ElettronicheAncona, 11-13/09/2014

ACCUMULO ELETTRICO BASATO SU BATTERIE

Necessità dei sistemi di accumuloIl sistema elettrico è caratterizzatodalla necessità che domanda e offer-ta di energia elettrica siano semprein equilibrio. Infatti, a differenza dialtri sistemi, nei quali la consegnadel bene o servizio venduto può es -sere ritardata, il sistema elettrico èun sistema di tipo just-in-time, nelquale il prodotto venduto è l’energiaelettrica, e la consegna non può nonavvenire esattamente in accordo alladomanda. Inoltre, essendo l’elettrici-tà un be ne e un servizio, esiste per igestori della rete elettrica un obbligodi servizio.Alle possibili fluttuazioni di carico si èfinora fatto fronte utilizzando genera-tori e riserve ausiliarie per coprire l’e-ventuale squilibrio fra domanda eofferta. L’energia in tal caso viene im -magazzinata sotto forma di combusti-bile primario, convertito in elettricitàsolo in caso di necessità. Un tale ap -proccio prevede perciò un sistema

integrato verticalmente, in cui i gesto-ri di rete hanno controllo sia sui siste-mi di generazione sia su quelli di tra-smissione e distribuzione. Il sistemaelettrico è invece oggigiorno orientatoalla liberalizzazione, con moltepliciat tori sia nei sistemi di generazionesia in quelli di distribuzione. Inoltre lagenerazione da fonti rinnovabili, perloro natura variabili e poco prevedi-bili, aumenta l’indeterminatezza nel-l’elettricità generata, e non consentel’accumulo di energia sotto forma difonte primaria.Variabilità dei carichi, imprevedibilitàdella produzione da fonti rinnovabilie contingenze della rete determinanodunque un’esigenza di maggiore fles-sibilità nel sistema elettrico. Tale esi-genza può essere affrontata facendoricorso a generatori “dispacciabili”,programmi quali Demand Response,e tramite i sistemi di accumulo di elet-tricità.

Una possibile soluzione: battery storageNumerosi fattori rendono le batterieuna delle tecnologie più promettenti:

esse sono caratterizzate da alta effi-cienza (fra il 60 e 90%), bassi tempidi risposta (dell’ordine dei millisecon-di) ed elevata scalabilità. Fra i princi-pali limiti a un’adozione di massa visono ancora (i) un impatto ambientalenon trascurabile, (ii) costi elevati peralcune tecnologie di batterie (adesempio quelle al Litio) e (iii) una du -rata limitata di questi sistemi, con pro-gressivo deterioramento dovuto all’u-so. Ciononostante le batterie trovanomolteplici applicazioni nella fornituradi diversi tipi di servizi: dipendente-mente dalla specifica tecnologia delsistema di batterie utilizzato, esso puòessere destinato a servizi quali loadleveling and shifting, facilitazione nel-l’integrazione di fonti rinnovabili,oppure servizi ancillari quali rampingo regolazione di frequenza [1].Tali servizi possono essere forniti dabatterie organizzate in sistemi di ac -cumulo centralizzato (è il caso deglistorage plants) o sistemi di accumulodistribuito (distributed energy resour-ces, come ad esempio dispositivi mo -bili funzionanti a batterie e collegatialla rete elettrica per tempi più o me -no lunghi per eseguire operazioni diricarica).A quest’ultima categoria appartengo-no anche i veicoli elettrici (EV): essirappresentano una soluzione di tra-sporto sostenibile, che può garantiretrasporto a costi più bassi e minoreimpatto ambientale rispetto a veicoli

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MISURE PER L’ENERGIAMarco Landi

Tecniche di misura per la stima dello stato di salute di batterieGLI

ALTRITEMI

Integrazione in retedi sistemi di accumulo

MEASUREMENT TECHNIQUES FOR BATTERY STATE-OF-HEALTHESTIMATIONBattery storage is gaining importance to answer power grid flexibilityneeds. Effective integration of battery systems in the grid requires advanceddevices and techniques for battery monitoring. In this article advanced measurement techniques, based on fuzzy logic and neural networks, forbattery state-of-health estimation, are presented. The algorithms can beeasily implemented on microcontrollers on-board the battery to realize onlinemonitoring. Results show estimation errors below 5%.

RIASSUNTOI sistemi di accumulo a batteria stanno acquisendo un ruolo fondamentaleper rispondere alle esigenze di flessibilità del sistema elettrico. In questoarticolo vengono presentate tecniche avanzate di misura per la stima dellostato di salute di batterie. I due approcci qui introdotti, basati su logicafuzzy e reti neurali, consentono la stima dello stato di salute con errori con-tenuti entro il 5% e possono essere facilmente implementati in microcontrol-lori integrati nelle batterie.

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ge, SoC); nel secondo caso, essendola massima energia immagazzinabiledeterminata dalla capacità della bat-teria, è necessario conoscerne la ca -pacità effettiva. La capacità della bat-teria non coincide con il valore nomi-nale ma, a causa delle reazioni elet-trochimiche che avvengono nella cel -la, diminuisce con l’aumentare del nu -mero di cicli cui la batteria viene sot-toposta. Pertanto stimarne il valoreeffettivo implica essere in grado di mi -surare lo stato di salute (State ofHealth, SoH) della batteria. Le tecni-che presentate nel prosieguo sono re -lative a misure per la stima dello statodi salute di batterie.Lo SoH rappresenta lo stato della bat-teria rispetto alle condizioni ideali:tale indice esprime la frazione dellacapacità della batteria effettivamentedisponibile e ha valori nell’intervallo[0-1]. Lo SoH ha valore iniziale pari a 1

vanti e utilizzati per fornire servizi an -cillari, fra i quali il più rilevante è laregolazione di frequenza [3].Le tecniche presentate in questo arti-colo, sebbene applicabili a tutti i tipidi sistemi di accumulo basati su batte-rie, sono state sviluppate per il moni-toraggio e la gestione di batterie inEV che forniscono servizi ancillari allarete.

MISURE SU BATTERIE

L’integrazione dei sistemi di accumuloin rete richiede, dal punto di vista delsistema elettrico, almeno due diversiti pi di misure. Infatti è necessario co -noscere quanta energia è immagazzi-nata nel sistema di accumulo e qual èla massima energia immagazzinabi-le. Nel primo caso ci si riferisce a mi -sure di stato di carica (State of Char-

che utilizzano combustibili fossili. Lacarica contemporanea delle batteriedi un numero rilevante di EV connessialla rete determina un notevole stressper il sistema elettrico. Tuttavia, gli EVnon rappresentano solo un mero cari-co, ma anche una risorsa: oltre checarichi dispacciabili (si parla in talcaso di ricarica intelligente dei veico-li), gli EV sono sistemi a batteria con-nessi per tempi relativamente lunghialla rete elettrica, che possono dun-que agire a tutti gli effetti come risor-sa energetica distribuita, fornendoservizi al sistema elettrico (si parla intal caso di Vehicle-to-Grid) [2]. In par-ticolare gli EV, attraverso un fornitoredi servizi che funga da interfacciaverso il sistema elettrico e un’infra-struttura avanzata che consenta l’ac-cesso bidirezionale dei veicoli alla re -te, possono efficacemente essere ag -gregati in flotte numericamente rile-

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GLIALTRI TEMI

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ALTRI TEMI�

quando la batteria è all’inizio dellapropria vita e la massima capacità,nell’intorno del valore nominale, è ef -fettivamente disponibile. Il susseguirsidi cicli di carica e scarica, determi-nando un decremento di capacità, fadiminuire lo SoH: in particolare, perapplicazioni in campo automobilisti-co, la batteria viene considerata allafine della propria vita utile quando lacapacità raggiunge l’80% del valoreiniziale.Il degrado di una batteria è inoltre in -fluenzato da fattori ambientali od o -perativi, che possono accelerare o ral-lentare la diminuzione della capacità.La temperatura influenza pesantemen-te il degrado della batteria: partico-larmente per batterie al Litio, un utiliz-zo in un intervallo di temperature al difuori di quello ideale riduce notevol-mente la vita della batteria [4]. Un’e-levata corrente di scarica tende a ri -durre la vita utile della batteria [5].Infine, anche la profondità di scarica(Depth of Discharge, DoD), che rap-presenta la porzione di energia estrat-ta dalla batteria ogni ciclo rispettoalla massima immagazzinabile, ha unimpatto sulla vita della batteria: più labatteria viene scaricata a ogni ciclo,più veloce risulterà il suo deteriora-mento [6]. Al fine di monitorare cor-rettamente lo stato di salute della bat-teria, tali fattori devono essere presi inconsiderazione nel sistema di misura.

Stima dello stato di saluteVengono ora presentate due tecnichedi misura che, adottando algoritmid’intelligenza artificiale, permettonola stima dello stato di salute di unabatteria [7]. Esse sono pensate perl’implementazione su microcontrollorida integrare a bordo della batteria epartono dalla caratterizzazione pre-ventiva di batterie della stessa fami-glia di quella da monitorare. Per losviluppo e calibrazione delle tecnicheimplementate sono stati adoperati idati sperimentali relativi a prove divita su celle Tenergy 18650 da2.200 mAh, messi a disposizionedalla NASA.Il primo approccio qui descritto fa usodella logica fuzzy per ricavare il valo-re dello SoH. Partendo dai dati speri-

mentali, è possibile caratterizzare l’ef-fetto di diminuzione di capacità alsusseguirsi dei cicli di carica/scaricaper batterie di una stessa famiglia. Siestrae dunque una curva di fitting rap-presentativa del degrado di batteriedi quella famiglia in condizioni ope-rative corrispondenti a quelle di test.Si ottiene così il doppio esponenzialein Eq. 1:

dove x rappresenta il numero di cicli.Per ridurre il numero di parametri datenere in considerazione, la curva difitting può essere approssimata local-mente con un singolo esponenziale:dati i due valori precedenti della fun-zione da approssimare yfit (k-1) e yfit(k), con k indice del campione, è pos-sibile calcolare l’esponenziale riporta-to in Eq. 2 sfruttando le Eqq. 3-6.

I valori di esponente e coefficiente,ricavati dalle curve ottenute in condi-zioni di test stan-dard, vengonomo dificati attra-verso un algorit-mo fuzzy per te -ner conto di tem-peratura, DoD ecorrente di scari-ca diverse. Come riportatonello schema ablocchi in Fig. 1,l’algoritmo fuzzyprevede in in -gres so non solo ivalori a(k) e β(k)

dell’approssimazione e sponenziale,ma anche i valori aD(k-1) e βD(k-1),risultanti dall’esecuzione dell’algori-tmo fuzzy al passo precedente (sup-ponendo di ricalcolare l’indice aogni ciclo), il valore di DoD al ciclocorrente, e i valori me di di tempera-tura e corrente du rante il ciclo.La seconda metodologia presentatanon prevede l’ottenimento di una fun-zione di fitting, ma si basa su una reteneurale artificiale (RNA) capace difornire in uscita il valore dell’indice,ricevendo in ingresso il numero dicicli, la temperatura cui la batteria staoperando, la corrente di scarica, laDoD e il valore dell’indice al passoprecedente. L’equazione che definisceil modello è:

La rete è composta da un livellonascosto e da un livello d’uscita: ilprimo adotta una funzione d’attiva-zione sigmoidale, il secondo è linea-re. Lo schema della RNA è riportato inFig. 2.

INCORAGGIANTI RISULTATI

I dati sperimentali usati per lo svilup-po e validazione delle procedure so -no relativi a diversi lotti della stessafamiglia di batterie: le batterie sonostate caricate e scaricate continuativa-mente, fintanto che la loro capacitànon era decrementata del 20% o 30%,in base allo specifico lotto considera-to. Le condizioni operative e ambien-

y a a e a efit

x x

= + +−

0 1 21

1

2

2

α

β

α

β

(1)

(2)

(3)

(4)

(5)

(6)

y aefitx= − β

∆x k x k x k( ) [ ( ) ( )]= − − 1

′ = − −y y k y k x kfit fit fit[ ( ) ( )]/ ( )1 ∆

β ( )

( )( )

ky ky k

fit

fit

= −′

a k

y k y ke e

fit fitk x k k x k

( )[ ( ) ( )]

[ ]( ) ( ) ( ) ( )=

− −−− − −

111β β ∆

Figura 1 – Schema a blocchi dell’algoritmo fuzzy

y k f y k x k x k( ) ( ), ( ), ( )= − −( )1 1 (7)

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to della batterie, permettendo l’ade-guamento delle strategie di gestionealla condizione attuale dei sistemi diaccumulo, rendendone l’utilizzo piùefficiente ed economicamente conve-niente.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1. A. Vassallo et al., “Leading theEnergy Transition Factbook: ElectricityStorage”, SBC Energy Institute, 2013.2. J. Tomi�, W. Kempton, “Using fleetsof electric-drive vehicles for grid sup-port,” J. Power Sour., vol. 168, no. 2,pp. 459-468, Jun. 2007.3. M. Landi, G. Gross, “BatteryManagement in V2G-based Aggrega-tions”, Proc. of 18th Power SystemsComputation Conference (PSCC),Wroclaw, Poland – August 18-22,2014.4. Kejun Qian, Chengke Zhou, YueYuan, Allan, M., “Temperature effecton electric vehicle battery cycle life inVehicle-to-grid applications“, CICED,13-16 Sept. 2010.5. M. Dubarry, B. Y. Liaw, “Identifycapacity fading mechanism in a com-mercial LiFePO4 cell”, J. Power Sour.,vol. 194, no. 1, pp. 541-549, Oct.2009.6. G. Ning, B. N. Popov, “Cycle LifeModeling of Lithium-Ion Batteries,” J.Electrochem. Soc., vol. 151, no. 10,pp. A1584-A1591, 2004.7. M. Landi, G. Gross, “MeasurementTechniques for Online Battery State ofHealth Estimation in Vehicle-to-GridApplications”, IEEE Trans. Instr.Meas., vol. 63, no.5, pp.1224-1234,May 2014.

La RNA è stata ad -destrata utilizzandoun training set con-tenente un sottoinsie-me pari al 70% deidati sperimentali pre -cedentemente de -scritti. L’addestra-mento è stato con-dotto su diverse retiaventi un numero

differente di neuroni nello strato na -sco sto: i risultati migliori sono statiottenuti con un numero di neuroni paria 12. Come riportato in Fig. 4, sotto-posto a test analoghi a quelli descrittinel caso fuzzy, il sistema riesce a ga -rantire anche qui un errore massimoentro il 5%.

LA GIUSTA DIREZIONE

I sistemi di storage avranno un ruolosempre più importante nel sistemaelettrico, e una loro efficace integra-zione in rete passa per l’essere ingra do di effettuarne il monitoraggioin maniera adeguata. Le tecniche pre-sentate in questo articolo sono ade-guate per la misura in linea dello sta -

tali sono differenti per i diversi lotti.Nel testare il sistema basato su logi-ca fuzzy è stata prima di tutto appu-rata la bontà della funzione di fitting:considerando batterie appartenentiallo stesso lotto, si è verificato che lafunzione ottenibile da una qualsiasidelle batterie poteva essere applica-ta a tutte quelle del lotto. In seguito,disponendo dei dati sperimentali dibatterie testate a parità di temperatu-ra e corrente ma con differenti DoD,si è verificata la capacità del sistemafuzzy di seguire tali variazioni. Co -me evidenziato in Fig. 3, l’indice de -terminato attraverso il sistema fuzzyriesce a inseguire correttamente idati sperimentali, con errori percen-tuali rispetto ai valori effettivi sempreinferiori al 5%.

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GLIALTRI TEMI

Marco Landi ha conse-guito il dottorato in Inge-gneria dell’Informazionepresso l’Università di Sa -lerno. I suoi interessi scien-tifici riguardano Smart

Me tering, Demand Response, monitorag-gio e modellazione di sistemi di accumu-lo a batteria, integrazione di veicoli elet-trici in rete.

Figura 3 – Risultati ottenuti dal sistema fuzzy a confronto con dati sperimentali

Figura 2 – Schema a blocchi della rete neurale

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MISURE OTTICHE DI FLUIDILuigi Rovati, Stefano Cattini

semplice e robusto basato sull’interferometria self-mixingGLI

ALTRITEMI

Velocimetro otticoa bassa coerenza

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La flussimetria Laser Doppler è unatecnica di misura nota e apprezzataper la sua capacità di fornire misureaccurate e non invasive. L‘assenza dicontatto con il misurando e la capaci-tà di operare anche in ambienti ostili,quali ad esempio alte temperaturee/o presenza di sostanze corrosive,ha reso tale metodica molto diffusa inambito sia industriale sia biomedicale[1-3].La flussimetria self-mixing (SM) utilizzail fotodiodo di monitor (MP), solita-mente presente all’interno delle sor-genti a semiconduttore, per la rivela-zione del segnale interferometrico.Ciò consente di eseguire la misurazio-ne con “limitati” livelli di potenza disegnale retrodiffuso. Infatti, la regioneattiva della sorgente amplifica questosegnale realizzando così un “shot-noise-limited quantum detector“ e ren-dendo pertanto possibile la misurazio-ne anche con potenze retrodiffuse infe-riori ai –100 dB e, ovviamente, senzal’utilizzo di fotorivelatori a elevata sen-sibilità, basso rumore ed “elevato”costo quali fotomoltiplicatori (PMT) eavalanche photodiode (APD).

Il fatto che lo stesso dispositivo vengautilizzato sia come sorgente sia comerivelatore comporta quindi evidentirisparmi economici, e fa sì che anchel’ottica sia estremamente semplificata.Infatti la stessa lente (o sistema dilenti) che forma il fascio di misura e lodirige sul campione è anche respon-sabile della raccolta dell’intensità otti-ca diffusa dagli scatteranti e quindidella sua rivelazione da parte del MP.Ciò, se da un lato costituisce un evi-dente e notevole vantaggio in terminidi costi, ingombri e semplicità d’alli-neamento e uso, fa anche sì che il vo -lume di misura (VdM) non sia definitoin modo preciso come nei flussimetriinterferenziali “classici“. Infatti, neiflussimetri classici il VdM è definitodall’intersezione dei due fasci di mi -sura (sistemi a frange), o dall’interse-zione dell’ottica d’illuminazione e diquella di raccolta (sistemi “referencebeam“) [1]. Di contro, dato che nei si -stemi self-mixing la stessa ottica agi-sce da ottica sia d’illuminazione siadi raccolta, i fasci d’illuminazione edi raccolta sono sostanzialmente ununico fascio. Quindi l‘intersezione

coincide con l’intero fascio, non per-mettendo un’accurata definizione delVdM, che viene sostanzialmente de -terminato dalla sola probabilità che ilfotone emesso sia diffuso e quindinuovamente raccolto dal sistema dimi sura.A causa di ciò, nei sistemi SM la for -ma dello spettro Doppler varia al va -riare della probabilità d’interazioneradiazione-particella e quindi, adesempio, al variare della concentra-zione degli scatteranti presenti nelcampione [4]. Ciò può costituire unproblema notevole in tutte le appli-cazioni in cui gli scatteranti sono en -dogeni e la loro concentrazione risul-ta variabile. Un tipico esempio è for-nito dalla flussimetria sanguigna, do -ve la concentrazione degli scatteran-ti muta al variare dell’ematocrito delpaziente.L’utilizzo di una sorgente a bassacoerenza (diodo superluminescente –SLD), può consentire una più precisadefinizione del VdM. Ciononostante,i sistemi a bassa coerenza prevedonogeneralmente l’utilizzo di un bracciodi riferimento, limitando pertanto ivantaggi in termini d’ingombro, com-plessità e costo tipici della metodicaSM.La configurazione ottica proposta inquesto articolo prevede di utilizzarela riflessione che si genera dalla pare-te interna del condotto come bracciodi riferimento. Tale strategia consentedi sfruttare appieno i vantaggi offertidalla metodica SM e di ridurre gli

A SIMPLE AND ROBUST SINGLE-ARM LOW-COHERENCE INTERFEROMETER BASED ON SELF-MIXING DETECTIONThe proposed measuring system is aimed at measuring flow in conditionswhere multiple scattering sets in, and has been designed for non-contactanalysis of scattering fluids also through highly diffusive media such as thebiological tissues.The system exploits the advantages offered by the self-mixing detection suchas reduced system complexity, cost and size, while overcoming the self-mixing limitations due to the poor definition of the volume under test.

RIASSUNTOIl sistema di misura sviluppato è volto alla misurazione ottica del flusso inregime di scattering multiplo ed è stato progettato per analisi senza contat-to di fluidi diffondenti anche attraverso mezzi altamente diffusivi quali i tes-suti biologici. Il sistema sfrutta i vantaggi offerti dalla metodica self-mixing(costi, complessità e dimensioni ridotti) consentendo però di superarne lelimitazioni dovute alla modesta definizione del volume di misura.

Laboratorio Optolab, DIEF, Università di Modena e Reggio [email protected] presentata al Convegno dell’Associazione GMEE Gruppo Misure Elettriche ed ElettronicheAncona, 11-13/09/2014

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GLIALTRI TEMI

artefatti di misura dovuti, ad esempio,a uno spostamento del condotto ri -spetto alla posizione del sistema dimisura.

SCHEMA CONCETTUALE DEL SISTEMA DI MISURA PROPOSTO

In Fig. 1 è mostrato lo schema otticoproposto. Nell’ipotesi di “weak-feed-

back“, ovvero potenza ottica re-iniet-tata in cavità di modesta entità e quin-di non perturbante il campo staziona-rio in cavità (condizione peraltrosostanzialmente necessaria anche pernon rischiare di danneggiare il SLD)e, considerando un solo scatterante,quattro campi elettrici raggiungono ilMP: (i) K0 relativo al campo emessodalla faccia “posteriore” del SLD, (ii)KR relativo alla riflessione speculareche si genera sulla faccia internadella parete del condotto (cammino diriferimento), (iii) KS relativo al camposcatterato dallo scatterante considera-to e, (iv) KRE relativo alla riflessionespeculare che si genera sulla facciaesterna della parete del condotto.Gli unici campi elettrici che possonodar luogo al battimento sono quelliche presentano una differenza dicammino ottico (optical path differen-ce � OPD) inferiore alla lunghezza dicoerenza della sorgente LC. Pertanto,dato che le sorgenti SLD presentanoLC dell’ordine di grandezza di alcune

decine di micrometri, e trascurando ilbattimento di omodina (ovvero quellotra campi scatterati), il segnale inter-ferometrico è generato dal solo batti-mento del campo riflesso dalla pareteinterna (KR) con i campi diffusi dagliscatteranti la cui posizione è tale dadar luogo a un OPD inferiore a LC [4-6].Grazie all’utilizzo di una sorgente abassa coerenza, il VdM è quindisostanzialmente determinato dalla lun-

ghezza di coerenza LC.La trattazione analiticadel problema risultacomplessa [4-6]: ciono-nostante, dato che unoscatterante che si muo -ve con velocità v dàluogo a un singolo tonoa frequenza DopplerfD, maggiore è il nume-ro di scatteranti convelocità v, maggiore èl’ampiezza dello spet-tro Doppler a frequen-za fD. Pertanto è possi-bile stimare il flusso Qsemplicemente valutan-do la frequenza fMAXrelativa alla massimaampiezza nel segnale

interferometrico [4].In Fig. 2 è riportata una fotografia delsistema di misura sviluppato. Il SLD(modello 8414-04, Hamamatsu) èalloggiato all’interno di un montaggiotermostatato (MT, modello TCLDM9,Thorlabs) e alimentato a correntecostante per mezzo di un driver(LDC200C, Thorlabs).La corrente fotogenera-ta dal MP è elaboratada un’elettronica di ela-borazione (EE) apposi-tamente sviluppata [4].Il segnale fornito dal-l’EE è quindi analizzatoper mezzo di un analiz-zatore di spettro (SRS785, Stanford ResearchSystem).

PRIME VERIFICHESPERIMENTALI

Al fine di verificare la

robustezza del sistema sviluppato avariazioni nella concentrazione degliscatteranti, si sono analizzate duesoluzioni di acqua e Intralipid® (S1 eS2) aventi diverse concentrazioni volu-metriche d’intralipid (S1 = 0,5% eS2 = 1,5%) e quindi differenti concen-trazioni di scatteranti. Come mostratoin Fig. 2, una pompa siringa (PilotAnestesia, Fresenius) è stata utilizzataper generare con precisione il flussodelle soluzioni all’interno di una mi -crocannula in vetro dal raggio internopari a circa 0,4 mm. A titolo di esem-pio, in Fig. 3 sono riportati alcunispettri Doppler ottenuti dall’analisidella soluzione S1.In Fig. 4 sono riportati gli andamentidella frequenza fMAX ottenuti variandola portata Q da 10 ml/h a 1.000 ml/hper entrambe le soluzioni S1 e S2. Leequazioni di taratura riportate in Tab. 1sono state ottenute per mezzo di unprocesso d’interpolazione ai minimiquadrati:

Q = m ⋅ fMAX + q (1)

CONCLUSIONI

Nonostante l’analisi del segnale inter-ferometrico si sia basata sulla sempli-ce valutazione della frequenza fMAX, irisultati ottenuti dimostrano una buonarobustezza del sistema di misura allevariazioni della concentrazione degliscatteranti. Infatti, variando la con-centrazione degli scatteranti da 0,5%

Figura 1 – Schema ottico proposto. Il fascio ottico è generato dal diodo superluminescente incidente sul condotto con un angolo θ� e quattro campi elettrici vengono emessi, riflessi o diffusi verso

il MP: K0 emesso dalla faccia posteriore del SLD, KRE e KRriflessi dalle pareti esterna e interna

del condotto, e KS diffuso dagli scatteranti

Figura 2 – Foto del sistema e del setup di misura

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ALTRI TEMI�

a 1,5%, ovvero del ±50 %, si è otte-nuta una variazione della sensibilitàdi circa ±10% (Tab._1). Si consideri, ad esempio, che i valorifisiologici del l’ematocrito variano cir -ca tra il 40% e il 50% per l’uomo e il36% e il 44% nella donna. Tali variazioni di ematocrito corri-spondono sostanzialmente a una va -riazione nella concentrazione degliscatteranti dal 36% al 50% ovvero,pari circa al ±15%. È quindi ragionevole supporre che levariazioni di sensibilità dovute a tali

variazioni fisiologichedi ematocrito siano del-l’ordine di grandezzadi alcuni punti percen-tuali.Si noti tuttavia che loschema ottico mostratoin Fig. 1 fornisce solouna rappresentazionesemplificata. Infatti, af -finché il sistema di mi -sura possa funzionarecorrettamente, è ne ces -sario che il campo KRgiunga sul MP. Ovviamente, solo seθ=90° il campo rifles-so ripercorre esatta-mente a ritroso il cam-mino ottico del fasciod’illuminazione. Di con -tro, però, se il vettored’onda della radiazio-ne emessa dal SLD (k)e la velocità v sono fraloro ortogonali, la fre-quenza Doppler risultanulla e, di conseguen-za, la sensibilità del si -stema di misura è nul -la.La dimensione finita deifasci e l’ottica del siste-ma di misura consento-no di raccogliere parte

del fascio riflesso (KR) anche perθ≠90°. L’angolo d’incidenza θ deve quindiessere scelto come compromesso trala capacità di raccogliere almenoparte della riflessione KR e la sensibi-lità del sistema di misura.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1. S. Donati, “Electro-Optical Instru-mentation: Sensing and Measuring

with Lasers”, PrenticeHall, 2004.2. G. Giuliani, M. Nor-gia, S. Donati, T.Bosch, “Laser diodeself-mixing techniquefor sensing applica-tions“, J. Opt. A: Pure

Appl. Opt. Vol. 4, pp. S283-S294,20023. S. Cattini, M. Norgia, A. Pesatori,L. Rovati, “Blood flow measurement inextracorporeal circulation using a self-mixing laser diode”, Proc. SPIE 7572,Optical Diagnostics and Sensing X:Toward Point-of-Care Diagnostics, pp.75720A, 20104. S. Cattini, L. Rovati, “A simple androbust optical scheme for self-mixinglow-coherence flowmeters“, Proc. SPIE8951, Optical Diagnostics and Sen-sing XIV: Toward Point-of-Care Dia-gnostics, pp. 895102, 2014.5. L. Rovati, F. Docchio, “Low-cohe-rence interferometry using a self-mixing super-luminescent diode“, Pho-tonics Technology Letters, IEEE Vol. 10(1), pp. 123-12, 1998.6. L. Rovati, S. Cattini, N. Palanisamy,“Measurement of the fluid-velocity pro-file using a self-mixing superlumine-scent diode“, Meas. Sci. Technol., vol.22, pp. 025402, 2011.

Figura 3 – Spettri Doppler ottenuti dall’analisi della soluzioneS1 con portate (nominali) Q da 10 ml/h a 1.000 ml/h.

Per ognuna delle 10 portate Q, la figura mostra 10 spettri Doppler ottenuti in condizioni di ripetibilità

Figura 4 – Andamento della frequenza fMAX al variare dellaportata Q per le soluzioni S1 (�) e S2 (o)

Luigi Rovati è Professo-re Associato di Misurepresso la Facoltà di Inge-gneria “Enzo Ferrari” del-l’Università di Modena eReggio Emilia. La sua atti-

vità scientifica ha come filo conduttorelo studio, la progettazione e la realiz-zazione di strumentazione ottica ed elet-tronica a elevate prestazioni. Svolgeinoltre attività di trasferimento tecnologi-co e valorizzazione dei risultati dellaricerca anche mediante società di Start-up. Dal Dicembre 2013 è Vicedirettoredel Dipartimento di Ingegneria “EnzoFerrari”.

Stefano Cattini si èlaureato in IngegneriaElettronica e ha consegui-to il titolo di Dottore diRicerca in Elettronica eTelecomunicazioni rispet-

tivamente nel 2004 e nel 2009. Attual-mente è assegnista di Ricerca presso ilDipartimento di Ingegneria “Enzo Ferra-ri” dell’Università di Modena e ReggioEmilia, dove si occupa dello sviluppo disistemi di misura per applicazioni indu-striali e biomedicali.

Tabella 1 – Costanti delle funzioni di taratura. R2 indica il coefficiente di Pearson

Soluzione m (ml�h-1�Hz-1) q (ml�h-1) R2

S1 0,010 -9,4 0,997S2 0,008 3,6 0,999

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Per informazioni:tel. 011/7634272 - 347/4834740e-mail: [email protected]

Distribuito in Italia dalla RAMICO S.r.l. di Torino

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Politecnico di Milano, Polo Territoriale di [email protected] presentata al Convegno del Gruppo Misure Meccaniche e Termiche (MMT)Ancona, 11-13/09/2014

CONTATTO O NON CONTATTO,QUESTO È IL DILEMMA

L’utilizzo di termometri infrarossi e ter-mocamere in applicazioni di tipo in -dustriale è stato caratterizzato negliultimi anni da una notevole espansio-ne, in primo luogo grazie a una dra-stica riduzione dei costi dei sensori in -frarossi. Accanto a una notevole faci-lità d’utilizzo dei sistemi commercialie ai vantaggi offerti dalle misure ditemperatura senza contatto, si devesottolineare che tali metodi di misuranon sono esenti da errori. Infatti, l’ac-curatezza della misura dipende ingenerale dalla conoscenza di diversiparametri legati sia alla sorgente os -servata, sia all’ambiente d’osserva-zione [1-3]. Fondamentale in questosenso è la definizione dell’emissività,parametro generalmente funzionedella temperatura e delle caratteristi-che della superficie della sorgente,quali l’ossidazione, la rugosità super-

ficiale e/o la pulizia della superficiestessa [2]. La stima dell’emissività èdifficile a priori, e in generale risultaaccurata solo a valle di un’adeguatacaratterizzazione sperimentale dellaspecifica sorgente e significativa solose la superficie d’interesse ha caratte-ristiche uniformi e stabili.Queste problematiche, tipiche dellemisure senza contatto, sono presentianche nel caso oggetto di questolavoro. Il processo di ottonatura deifili infatti utilizza saponi, solventi e lu -brificanti che variano l’emissivitàdella superficie del filo: si possonoinoltre generare ossidazioni locali,ovvero caratteristiche irregolari. Nelcaso in cui tale effetto non venga con-siderato e/o adeguatamente corretto,l’utilizzo di pirometri commerciali puòportare a elevati errori di misura. Inol-tre, il diametro dei fili più sottili d’inte-resse nel processo analizzato risultainferiore al millimetro, valore che ègeneralmente inferiore alla minima ri -

soluzione spaziale dei pirometri odelle termocamere commerciali [3], ameno dell’utilizzo di specifiche ottichedi focalizzazione. Questa situazioneprovoca un errore nella misura di tem-peratura, in quanto la sorgente d’inte-resse copre solo parzialmente ilcampo di vista dell’elemento sensibileche sarà oggetto di un flusso IR inparte dovuto allo sfondo. Inoltre, l’o-scillazione trasversale del filo è supe-riore al suo diametro quindi anchel’uso di ottiche di tipo macro non per-metterebbe di mantenere stabilmenteil filo nel campo di vista del sensore.Pertanto, lo scopo di questo studio èstato lo sviluppo e la comparazione didue metodi di misura della temperatu-ra di fili sottili senza contatto, basatisu pirometri a radiazione totale e bi -colore, che consentano di superare leproblematiche precedentemente de -scritte garantendo un’incertezza dimisura inferiore al valore obiettivo diun punto percentuale.

LA PROGETTAZIONE DEI PIROMETRI

Le equazioni di baseLa modellazione dei pirometri a radia-zione totale e bicolore si basa sulleequazioni che regolano lo scambioradiativo tra sorgente e sensore. L’in-tensità della radiazione emessa da uncorpo nero alla temperatura T perunità di lunghezza d’onda, cioè la

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MISURE OTTICHE DI TEMPERATURADiego Scaccabarozzi, Bortolino Saggin

della temperatura di fili sottili in movimentoGLI

ALTRITEMI

Metodi di misurasenza contatto

NON CONTACT MEASUREMENT METHODS OF THE TEMPERATURE OF THIN MOVING WIRESWe describe the design of two contactless temperature measurement instrumentsbased on total radiance and two-color pyrometry, conceived for processmonitoring in wire drawing of small brass coated steel wires. The pyrometersoptical layouts have been analysed by means of numerical simulations toevidence their sensitivity to the wire oscillations. The achievable measurementuncertainty has been used to compare the performances of various designsolutions considering different IR sensors, background temperature variationand wire emissivity changes.

RIASSUNTOSi descrive la progettazione di due sistemi di misura, senza contatto, dellatemperatura di fili sottili che sfruttano il principio base dei pirometri a radia-zione totale e bicolore. Gli schemi ottici degli strumenti sono stati analizzaticon simulazioni numeriche allo scopo di evidenziare la sensibilità delle con-figurazioni proposte all’oscillazione trasversale del filo. L’incertezza dimisura attesa è stata utilizzata per effettuare il confronto tra le prestazionidi diverse scelte progettuali con alcuni sensori infrarossi in presenza di tipi-ci effetti di disturbo, come la variazione della temperatura di background edell’emissività della sorgente.

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co stante. Con questo metodo è possi-bile quindi ricavare la temperaturasenza conoscere l’emissività. In que-sto caso le variazioni di emissivitànon producono effetti finché si man-tiene invariato il rapporto tra valorinelle due bande, ovvero se non cam-bia la pendenza dell’emissività spet-trale.

Le configurazioni otticheIl primo passo per lo sviluppo dei piro-metri è la progettazione dei layoutottici degli strumenti. A tale scopo sisono sviluppati modelli radiativi com-prendenti il sensore infrarosso, le otti-che, il filo e l’involucro dello strumen-to. La configurazione ideata per ilpirometro a radiazione totale sfruttauno specchio piano in alluminio sab-biato per diffondere la radiazioneemessa dal filo mentre, nel caso delpirometro bicolore, due specchi para-bolici dorati consentono di avere unariflessione speculare. La doratura èstata utilizzata anche per l’involucrodegli strumenti in entrambe le confi-gurazioni analizzate. La sensibilitàdei layout ottici all’oscillazione del filoè stata valutata confrontando il termi-ne complessivo, GR=AtGt,se da cuidipende il segnale, corrispondente anove differenti posizioni. In Fig. 2 siriassumono i risultati ottenuti dalleanalisi effettuate.Il risultato principale è che la configu-razione a radiazione totale risultamaggiormente insensibile all’oscilla-zione del filo, infatti lo scarto tipo delparametro al variare della posizionedella sorgente è inferiore all’unità per-

centuale. Nel caso del pirometro bico-lore, si evidenzia un notevole incre-mento del valore medio, fondamenta-le visto che i sensori raccolgono solola frazione di radiazione incidente inuna banda stretta, ma anche unamaggiore sensibilità all’oscillazionedel filo, con uno scarto tipo del 4%circa del valore medio.

CONTRIBUTI D’INCERTEZZA:OSCILLAZIONE, EMISSIVITÀ E BACKGROUND

L’obiettivo della progettazione è otte-nere una ridotta sensibilità all’oscilla-zione del filo, alle variazioni della suaemissività, alla temperatura ambientee in generale minimizzare l’incertez-za nella misura di temperatura. L’in-certezza di misura ha poi un valoreminimo dovuto al solo rumore elettricodel sensore [1]. La potenza associataal rumore del sensore (NEP) è valuta-ta conoscendo la caratteristica didetectivity D*, parametro che permet-te di confrontare le prestazioni otteni-bili con sensori differenti. Tre sensoridi comune utilizzo nel campo infra-rosso sono stati scelti per lo sviluppodei pirometri, ovvero sensori in silicio(Si), in solfuro di piombo (PbS) e inseleniuro di piombo (PbSe). Le carat-teristiche dei sensori utilizzati sonoriassunte in Tab. 1.Nel caso del pirometro a radiazionetotale, l’utilizzo del sensore PbSegarantisce il migliore rapporto segna-le/rumore, anche se in generale tutti isensori sono adeguati. Si sottolinea

radianza spettrale, è definita dallalegge di Planck:

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ALTRI TEMI�

Figura 1 – Conduttanza radiativa dei layout ottici studiati: pirometro a radiazione totale (a sx.) e pirometro bicolore (a dx.)

EC

en C

T

λλλ

=• −∗

1

52

1( )

(1)

O T R A G E T dt t s nmin

max( ) ( ) ( ),= ∫ λ ε λλλλ

λ (2)

dove l rappresenta la lunghezza d’on -da mentre C1 e C2 sono costanti. Ilsegnale in uscita da un pirometro “aradiazione totale” si può scriverecome segue:

Nell’eq. (2) lmin e �lmax rappresenta-no gli estremi del campo spettraledello strumento, R(l) è la sensibilitàspettrale del sensore (includendoeventualmente l’efficienza del sistemaottico) At è l’area della sorgente, G èil fattore di scambio radiativo chetiene conto di configurazione geome-trica ed emissività delle superfici coin-volte ed esprime la frazione dellaradiosità della sorgente assorbita dalsensore, el è l’emissività spettraledella sorgente, Enl�(T) è la radianzaspettrale di corpo nero alla tempera-tura della sorgente. È utile notare cheil segnale in uscita è direttamente pro-porzionale al fattore di scambio radia-tivo, parametro determinato dalla con-figurazione ottica dello strumento.Nel caso di un pirometro bicolore lamisura di temperatura è effettuatavalutando il rapporto delle intensità diradiazione a lunghezze d’onda diffe-renti e in genere vicine. Infatti, se sivaluta il rapporto del segnale in usci-ta tra i due sensori si ottiene:

OO

A G R e

A G R e

CT

CT

1

2

1 1 1 1 1 25

2 2 2 2 2 15

2

2

2

1

1

1

=

( ) ( )

( ) ( )

λ ε λ λ

λ ε λ λ

λ

λ

(3)

Il vantaggio della relazione preceden-te è che il rapporto a secondo mem-bro non dipende dall’emissività, bensìdal rapporto tra le emissività spettralinelle due bande, normalmente conti-gue e che dunque in molti casi si puòconsiderare unitario o quantomeno

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ALTRI TEMI�

che il sensore in silicio non risulta pe -rò utilizzabile per temperature inferio-ri ai 200 °C, a causa dello scarsorapporto segnale/rumore. Tali consi-derazioni risultano applicabili ancheal pirometro bicolore.L’oscillazione del filo nel caso delpirometro a radiazione totale è statavalutata a partire dal risultato dellaprogettazione dei layout ottici deglistrumenti. Si evidenziano piccoli erro-ri di temperatura (inferiori a 0,5 K)per tutti i sensori analizzati. Questorisultato è in qualche modo atteso,visto che il layout ottico del pirometroa radiazione totale è sta to concepitoproprio per essere in sensibile a taleeffetto. La scelta dei filtri del pirometrobicolore condiziona il rapportosegnale/rumore at teso. Analisi preli-minari su differenti filtri commercialihanno permesso di definire qualibande ga rantiscano il migliore rap-porto se gnale/rumore per i valori ditemperatura analizzati.A partire dalle caratteristiche dei sen-sori scelti e nel caso del pirometrobicolore dei filtri in banda adottati, sisono effettuate analisi di sensibilità adifferenti temperature del filo perdeterminare le prestazioni ottenibilicon i due pirometri. I principali para-metri analizzati sono, per quantoriguarda la sorgente, l’emissività glo-bale (pirometro a radiazione totale) ela pendenza dell’emissività spettrale(pirometro bicolore), e la temperaturaambiente che determina l’emissionedi background. Le figure e le tabelleriportate di seguito riassumono i risul-tati delle analisi effettuate.

CONCLUSIONI

L’emissione di background condizio-na le prestazioni di entrambi i piro-

metri: quelli basati su sensori PbSerisultano maggiormente sensibili comeconseguenza del range spettrale chesi estende a lunghezze d’onda mag-

giori. L’effetto è comunque significati-vo solo alle temperature più bassedella sorgente, e può essere ridottocon la stabilizzazione termica degliinvolucri degli strumenti. Sebbene ilPbSe sia il sensore che si comportameglio per misure a bassa temperatu-ra, la maggiore sensibilità ai disturbilo rende un candidato accettabile solo

laddove questi possano essere con-trollati. Il sensore in silicio è invece lasoluzione ottimale quando si rinuncialla misura a temperature in feriori ai

300 °C. L’accu-ratezza del pi -rometro a ra -diazione totalerisulta accetta-bile se si consi-derano gli ef -fetti di variazio-ne di tempera-tura ambiente,di oscillazionetrasversale delfilo ma tuttavia,già per varia-zioni di emissi-vità del 4%, siottengono erro-ri non accetta-bili. Tale confi-gurazione nonsarebbe quindiproponibile inpresenza di par -ziali ossidazio-ni del filo dovele variazioni diemissività atte-se eccedono il10%.La configura-zione bicolorepermette di

Tabella 1 – Caratteristiche dei sensori infrarossi utilizzati

Si PbS PbSeArea sensibile mm2 1 1 1Campo di lunghezze d’onda µm 0,4÷1,2 1÷2,8 1÷4,5D* cm Hz0,5 W-1 4,7⋅1012 1⋅1011 5⋅1010

NEP W 2,3⋅10-14 1⋅10-12 2⋅10-12

Figura 2 – Errore percentuale di temperatura per il pirometro bicolore per effetto della variazione della pendenza nella curva dell’emissività spettrale. Le ascisse evidenziate corrispondono alla variazione relativa di emissività nelle bande dei filtri infrarossi

scelti per ciascun sensore

Tabella 2 – Incertezza di misura simulando una distribuzionenormale dell’emissività totale del filo (m=0,4 e σ=0,04)

Temperatura del filo [K] σSi σPbS σPbSe

473 n.d. 0,69% 1,06%

673 0,49% 1,14% 1,69%

873 0,61% 1,38% 1,96%

1.073 0,72% 1,47% 2,10%

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GLIALTRI TEMI

Diego Scaccabarozzi è assegnista diricerca presso il Dipartimento di Meccanicadel Politecnico di Milano. Si occupa di pro-gettazione termo-meccanica di strumenta-zione per applicazione spaziale e di ridu-zione dell’incertezza in misure meccanichee termiche.

Bortolino Saggin è Professore Ordinariodi Misure Meccaniche e Termiche presso ilDipartimento di Meccanica del Politecnicodi Milano. Si occupa di sviluppo di stru-menti per applicazione spaziale, metodi dianalisi dati per la riduzione dell’incertezza,misura e riduzione delle vibrazioni trasmes-

se al corpo umano.

risolvere anche la sensibilità alle variazioni di emissivi-tà: infatti, anche assumendo va riazioni di pendenzadell’emissività elevate, lo strumento si comporta inmodo accettabile soprattutto adottando la configura-zione con sensore al silicio.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1. Michael F. Modest, “Radiative Heat Transfer ThirdEdition”, Academic Press, 2013.2. Krzysztof Chrzanowski and Marek Szulim, “Measureof the influence of detector noise on temperature-measu-rement accuracy for multiband infrared systems”, AppliedOptics, 1998, pp. 5051-5057, vol. 37, No. 22.3. Diego Scaccabarozzi and Bortolino Saggin, “Aboutthe dynamic characterization of microbolometric infraredcameras”, Sensors and Actuators A: Physical, July 2014.

Figura 3 – Errore percentuale di temperatura per il pirometroa radiazione totale (sx.) e bicolore (dx.) per effetto della variazione della temperatura di emissione

del background e per differenti temperature del filo

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La pagina di Accredia

A cura di Rosalba Mugno e Silvia Tramontin

Notizie dall’Ente di AccreditamentoLAPAGINA

DIACCREDIA

THE PAGE OF ACCREDIAACCREDIA, The Italian National Accreditation Bodyplays an active role in “TUTTO_MISURE”, as a per-manent strategic partner, ensuring a high added-value contribution to the quality of the Magazine, inthe context of the measurement and testing sector,for the benefit of the industry.

RIASSUNTOACCREDIA, L’Ente unico nazionale di accreditamen-to, gioca un ruolo attivo nella squadra di “TUT -

TO_MISURE”, garantendo valore aggiunto a livello contenutistico per quantoriguarda l’ambito delle misure e delle prove.

NUOVO DIPARTIMENTO LABORATORI DI PROVA

Il Consiglio Direttivo di ACCREDIA,nella riunione del 4 dicembre 2014,ha deliberato l’unificazione dei Dipar-timenti “Laboratori di Prova” e “Labo-ratori di Prova per la Sicurezza degliAlimenti”, affidandone la direzione aSilvia Tramontin.

Silvia Tra-montin, lau-reata in Me -dicina Vete-rinaria, da -gli inizi de -gli anni ‘90si è occupa-ta di sicurez -za alimenta-re nell’ambi-to del la con-sulenza, del -la for ma zio -

ne e dell’audit. Nel 2010 è entratanella struttura di ACCREDIA e dal2011 ha assunto il ruolo di Direttoredel Dipartimento Laboratori di Provaper la Sicurezza degli Alimenti. Èiscritta dal 1997 al registro dei Valu-tatori di Sistemi Qualità AICQ SICEVe dal 2006 anche al registro CEPASdei Valutatori di Sistemi di Gestione

per la sicurezza alimentare – ISO22000, settore packaging.Il nuovo Dipartimento Laboratori diProva di ACCREDIA, che dal 1° gen-naio 2015 incorpora le competenzeper l’accreditamento dei Laboratori diProva per la Sicurezza degli Alimenti,conta su 307 Ispettori, che nel 2014hanno svolto 8.023 giornate di valu-tazione. Gli accreditamenti vengonorilasciati ai Laboratori di Prova in con-formità alle seguenti norme interna-zionali:UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 –Requisiti generali per la competenzadei Laboratori di Prova e Taratura. Aoggi sono accreditati 1.103 Labora-tori che effettuano test in ambito chi-mico, biologico, meccanico, civile,IT&T ed elettrico, come illustrato inFig. 1.

UNI EN ISO 15189:2013 – Laboratorimedici – Requisiti particolari riguar-danti la qualità e la competenza. Aog gi risulta accreditato un solo Labo-

ratorio. Lo schema di accreditamentoregistra un interesse crescente daparte delle strutture mediche pubbli-che e private.UNI CEI EN ISO/IEC 17043:2009 –Valutazione della conformità – Requi-siti generali per prove valutative inter-laboratorio. Tale norma specifica irequisiti generali di competenza degliOrganizzatori di circuiti interlaborato-rio (Proficiency testing providers) cheoperano nei diversi settori (chimico,microbiologico, ecc.). A oggi risulta-no accreditati 6 providers.Tra i Laboratori di Prova accreditatiricoprono un ruolo particolarmenteimportante i Laboratori pubblici, chesono presenti sul territorio nazionalecon oltre 210 sedi, tra cui alcuniLaboratori Universitari, 6 dell’IstitutoSuperiore di Sanità, 92 degli IstitutiZooprofilattici Sperimentali, 64 delleAgenzie Regionali di ProtezioneAmbientale e 24 delle Aziende Sani-tarie Locali, 6 dell’Ispettorato Centraledella Tutela della Qualità e Repressio-ne Frodi e 17 delle Agenzie delleDogane.

Normativa per i Laboratori di ProvaDal 1° luglio 2014 i Laboratori cheeffettuano prove sui campioni prele-vati durante i controlli in agricolturabiologica devono essere iscritti nell’e-lenco istituito dal Ministero delle Poli-tiche Agricole Alimentari e Forestali(D.M. n. 2592 del 12 marzo 2014).

Rosalba Mugno, Vice Direttore Dipartimento Laboratori di Taratura,ACCREDIA,[email protected] Tramontin, Direttore DipartimentoLaboratori di Prova, [email protected]

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L’inserimento nell’elenco è subordinato all’accredita-mento per tali attività in accordo alla UNI CEI ENISO/IEC 17025. Il documento ACCREDIA DT-03-DCidentifica gli analiti per la valutazione di conformità diProdotti/Matrici a fronte del Regolamento (CE) n.834/2007 relativo alla produzione biologica e all’eti-chettatura dei prodotti biologici.A seguito dell’aggiornamento della norma UNI EN12732:2014, che definisce i requisiti per la produzio-ne e le prove di giunti saldati per l’installazione e lamodifica di canalizzazioni e di tubazioni in acciaio ter-restri utilizzate nelle infrastrutture del gas, molteDitte/Laboratori che effettuano controlli non distruttiviper la realizzazione di gas pipeline stanno richiedendoo hanno già ottenuto l’accreditamento in accordo allaUNI CEI EN ISO/IEC 17020 come attività d’ispezioneo l’accreditamento in accordo alla UNI CEI EN ISO/IEC 17025 per l’attività di prova.

Informazioni sulle prove accreditateTutte le informazioni relative agli accreditamenti rilasciatidal Dipartimento – per i Laboratori di Prova, i Laboratorimedici e gli Organizzatori di prove valutative interlabo-ratorio – sono consultabili nelle relative Banche Dati dis-ponibili sul sito di ACCREDIA www.accredia.it.Da gennaio 2015, per ogni Laboratorio accreditato, èpossibile scaricare, in formato pdf, oltre agli elenchiprove, anche il certificato di accreditamento in corso divalidità. È possibile inoltre accedere a tutte le informa-zioni circa le delibere e gli atti sanzionatori consultan-do la relativa area presente sul sito.

Accreditamento con scopo flessibileÈ stato pubblicato il nuovo Regolamento Tecnico ACCRE-DIA RT-26, per l’accreditamento con scopo flessibile. Larevisione .03 risponde alle criticità segnalate dalle partiinteressate – in particolare per la gestione delle emer-genze da parte dei Laboratori di Prova addetti ai controlliufficiali – e tiene conto dei commenti elaborati da unospecifico Gruppo di lavoro che ha visto il coinvolgimentodegli stakeholder e del Ministero della Salute. Lo scopoflessibile permette una descrizione più generica delcampo di accreditamento, riguardo ai materiali/matrici/prodotti di prova o alle grandezze da determi-nare. Inoltre il Laboratorio, sulla base di competenzegià valutate, può utilizzare nuove revisioni di metodinormalizzati (qualora la tecnica di prova sia la stessadella revisione precedente) o aggiungere nuovi metodibasati sulle stesse tecniche già accreditate. La Banca Dati dei Laboratori accreditati con il campoflessibile è in fase d’implementazione sul sito di AC -CREDIA. I Laboratori avranno la possibilità di pubbli-care direttamente on-line, sotto la propria responsabi-lità, il dettaglio delle prove gestite nell’ambito delloscopo flessibile. Gli utenti potranno dunque effettuarela ricerca delle prove accreditate contemporaneamen-te su due database, quello alimentato dai Laboratori

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(campo flessibile) e quello gestito daACCREDIA (campo fisso).

ACCORDI INTERNAZIONALI DI MUTUO RICONOSCIMENTO

ACCREDIA è full member di EA –European co-operation for Accredita-tion, ILAC – International LaboratoryAccreditation, IAF – InternationalAccreditation Forum ed è firmatariadei relativi Accordi internazionali dimutuo riconoscimento EA e IAF MLA eILAC MRA, per tutti gli schemi diaccreditamento vigenti: Certificazionedi sistemi di gestione – qualità eambiente, di prodotto e di Personale;Ispezione; Verifica EU ETS; Prova;Analisi mediche e Taratura.Le Assemblee congiunte di IAF e ILAC,che si sono tenute a Toronto a ottobre2014, hanno deliberato l’estensionedegli Accordi ILAC MRA all’accredita-mento degli Organizzatori di provevalutative interlaboratorio secondo lanorma UNI CEI EN ISO/IEC 17043.In qualità d’infrastruttura europea diaccreditamento ai sensi del Regola-mento (CE) n. 765/2008, EA staavviando il processo di peer asses-sment degli Enti di accreditamentodella UE, per la firma del corrispon-dente Accordo EA MLA. Gli Enti di accreditamento membri diEA, infatti, possono entrare a farparte degli Accordi di mutuo ricono-scimento solo dopo essere stati sotto-posti, con esito positivo, a uno speci-fico e accurato processo di valutazio-ne (peer assessment).La partecipazione di ACCREDIA agliAccordi MLA e MRA ne garantisce lacompetenza e il rigore procedurale,nonché l’uniformità del modo di ope-rare rispetto a quello degli altri Enti difirmatari all’interno del sistema diaccreditamento, gestito a livello inter-nazionale da IAF e ILAC e a livelloeuropeo da EA.In virtù di questa partecipazione, irapporti di prova, d’ispezione e diverifica, nonché i certificati di taraturae di prodotti, sistemi e personale,emessi sotto accreditamento ACCRE-DIA, sono riconosciuti e accettati alivello internazionale.

Il marchio di accreditamento di unEnte membro di EA, IAF e ILAC appo-sto sul rapporto di prova o d’ispezio-ne o sul certificato di taratura o diconformità funziona come un passa-porto sui mercati internazionali, doveil titolare non deve più sottoporre aulteriori test, ispezioni o verifiche ilproprio prodotto, servizio o la propriaprofessionalità.

MATERIALI DI RIFERIMENTO:AGGIORNAMENTI

La situazione normativaIl 10 e 11 dicembre 2014 si è tenu-ta la prima riunione del gruppo dilavoro ISO/CASCO JWG43 a cuiha partecipato la nostra collegaGiulia Suriani. Il JWG43 ha ilcompito di revisionare la ISO Guide34:2009 allo scopo di trasformarlanella norma ISO 17034: “Confor-mity assessment – General require-ments for the competence of referen-ce material producers”. Nella riunio-ne è stato predisposto un WD (wor-king draft) che recepisce i commentiemersi e che sarà finalizzato dallaSegreteria del JWG entro gennaio.La segreteria del JWG trasmetteràagli esperti il WD corretto per racco -gliere i commenti.Entro marzo 2015 saranno recepiti invia definitiva tutti i commenti e saràufficializzato il testo corrispondente informa di CD (Committee Draft). Il 7, 8e 9 luglio 2015 si terrà la riunione incui il JWG esaminerà il testo del CD efisserà i successivi passi da compiere.

AGGIORNAMENTI NORMATIVI:PROSSIMI APPUNTAMENTI

ISO/IEC 17025Nei giorni 10 e 12 febbraio 2015 siè tenuta a Ginevra la prima riunionedel gruppo di lavoro ISO/CASCOJWG44 cui ha partecipato la nostracollega Sabrina Pepa. La riunioneè successiva al risultato di un ballot-taggio dove la maggioranza deivotanti si è espressa per la revisionedella norma ISO/IEC 17025. Punto dipartenza per la revisione della norma

è il documento “ILAC Submission forthe New Work Item Proposal for therevision of ISO /IEC 17025” che con-tiene gli input su cui si è lavorato.

DIPARTIMENTO LABORATORI DI TARATURA: PROSSIMI APPUNTAMENTI

Il XXIX Convegno dei Centri di Taratura AccreditatiAnche quest’anno l’annuale conve-gno dei Centri di Taratura si terràall’interno della manifestazione Affi-dabilità & Tecnologie nelle gior-nate del 22 e 23 aprile 2015. L’or-ganizzazione di quest’anno ci con-sente di riprendere lo schema tradi-zionale della riunione che prevede lasessione plenaria organizzata daACCREDIA e più riunioni dei gruppisettoriali organizzati dai Centri stessialle quali il Dipartimento Laboratori diTaratura garantisce la presenza diproprio personale. Ci teniamo a sot-tolineare come questa giornata siaestremamente importante per noi per-ché ci consente il contatto diretto coni Centri, inteso come ascolto delle loroesigenze, ma anche come momentodi approfondimento di tematiche set-toriali.

UN RICORDO DI PAOLO BIANCO

Feder i coGra z io l i ,P res iden tedi ACCRE-DIA ricordaP a o l oB i a n c o ,Direttore delDipartimen-to Laborato-ri di Provadell’Ente diacc red i ta -m e n t o ,

scomparso il 4 ottobre 2014.Paolo Bianco ci ha lasciati all’improv-viso. Forte è il dolore per una scom-parsa che ci ha colti di sorpresa, get-tando nello sconforto, oltre la sua fa -miglia, tutti coloro che lo hanno cono-

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sciuto, nella professione e nei rappor-ti personali. I messaggi di cordoglio,numerosissimi e toccanti, ricevuti an -che da tanti colleghi stranieri, sono latestimonianza più bella e sincera delricordo che Paolo Bianco la scia in tuttinoi. La notizia ha colpito anche i col-leghi di EA e ILAC, dove ri coprivaruoli rilevanti, come quello di Presi-dente del Comitato per l’accredita-mento dei Laboratori di Prova. Paolo Bianco ha saputo mettere a di -sposizione degli altri la sua professio-nalità, con serietà e onestà intellettua-le, ma al tempo stesso con la creativi-

tà di chi ha dentro una profonda pas-sione per la ricerca e la sperimenta-zione.È in quell’ambito che Paolo Bianco hamosso i primi passi, nella sua Torinoalla quale è rimasto sempre legatoanche dopo essersi trasferito a Roma,chiamato da Sergio Allulli, per ini-ziare il percorso di Direttore delSINAL. In questo ruolo, ha saputo tra-smettere ai collaboratori la sua com-petenza e l’entusiasmo per il lavoro,contribuendo a rafforzare la credibili-tà di un sistema che da lì a dieci annisi sarebbe profondamente trasforma-

to. Anche nei passaggi per la costitu-zione dell’Ente Unico di Accredita-mento, importanti e certo non sempli-ci, ha saputo accantonare le aspira-zioni personali, per favorire le sceltepiù adeguate a mettere il nostro Paesein linea con i requisiti dell’Unione Eu -ropea.Non sarà facile fare a meno di Lui,ma la sua professionalità e la sua u -manità resteranno una guida per noie per tutti coloro che, con impegnoquotidiano, continueranno a far cre-scere il sistema dell’accreditamento incui tanto credeva.

DIPARTIMENTO LABORATORI DI TARATURA: POLITICA IN MERITO AGLI ILC

Con l’inizio, nel 2012, delle attività di accreditamento degli Organizzatori di Prove Valutative (PTP – ProficiencyTesting Providers), il Dipartimento Laboratori di Taratura di ACCREDIA ha affrontato il tema della conformità airequisiti della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17011 dell’organizzazione di Confronti Interlaboratorio (ILC – Inter-laboratory Comparison).Per Confronto Interlaboratorio si intende l’organizzazione, l’esecuzione e la valutazione di misure o prove suglistessi oggetti (o su oggetti simili) da parte di due o più Laboratori, seguendo condizioni prestabilite. Nel caso delletarature, uno dei laboratori che partecipa, detto laboratorio Pilota (spesso un Istituto Nazionale di Metrologia),stabilisce il valore di riferimento. Il confronto di misure è bilaterale se coinvolge due Laboratori di cui uno è il Pilo-ta; multilaterale se coinvolge più laboratori, tra i quali il Pilota.La materia è regolata a livello internazionale dal documento ILAC P13 “Application of ISO/IEC 17011 for theAccreditation of Proficiency Testing Providers“ in cui è stabilito che, se l’organismo di accreditamento accreditaPTP, non possa organizzare ILC come operazione commerciale. È tuttavia ammesso che ILC si continuino a orga-nizzare come elementi indispensabili alla valutazione dei Laboratori. La politica che l’organismo intende attuarein merito dev’essere approvata dalle parti interessate.ACCREDIA ha definito, attraverso i lavori di un Gruppo del Comitato d’Indirizzo e Garanzia a cui hanno parte-cipato rappresentanti dei Ministeri, degli Istituti Metrologici e dei Laboratori accreditati, la propria politica digestione dei Confronti Interlaboratorio con il documento “Attuazione di Confronti Interlaboratorio per Laboratoriaccreditati di Taratura”, basata sui seguenti principi:– ACCREDIA considera la partecipazione con esito positivo a Confronti Interlaboratorio organizzati in conformi-tà alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17043:2010 “Valutazione della conformità – Requisiti generali per le provevalutative interlaboratorio“, un elemento essenziale per la valutazione della competenza di un Laboratorio;– ACCREDIA organizza Confronti Interlaboratorio per la valutazione di Laboratori di Taratura senza offrirli comeattività commerciale, ma come parte essenziale del processo di attestazione della competenza di un Laboratoriodi Taratura;– ACCREDIA, tramite i Confronti Interlaboratorio, verifica che i Laboratori accreditati siano in grado di dissemi-nare la riferibilità metrologica dei risultati delle misurazioni ai campioni nazionali e internazionali delle unità delsistema SI delle unità di misura;– ACCREDIA riferisce alle Parti interessate all’accreditamento sui Confronti Interlaboratorio organizzati, e verificacon esse che i confronti rispondano alle esigenze di valutazione senza pregiudizio per i requisiti di obiettività eimparzialità;– ACCREDIA periodicamente rivede l’elenco dei Confronti Interlaboratorio con le Parti interessate per accertaredi non restringere il mercato ad altri possibili organizzatori.Il Dipartimento Laboratori di Taratura applica questa politica dal 2012, richiede con continuità che i LaboratoriAccreditati di Taratura si sottopongano ILC, e ha presentato ogni anno al Comitato d’Indirizzo e Garanzia i risul-tati della gestione dei confronti interlaboratorio bilaterali e multilaterali.

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Associazione dei LaboratoriItaliani di Taratura - A.L.A.T.I.

a cura di Massimo Mortarino

L'uso (o l'abuso) delle linee guidaLAPAGINA

DIA.L.A.T.I.

A.L.A.T.I. - THE ASSOCIATION OF THEITALIAN CALIBRATION LABORATORIESThis page is devoted to the discussion of associativeand technical aspects, the collection of contributionsfrom the Members of the Association, and the formulation of proposals in the framework of thecollaboration between the Association and theAccreditation Institution ACCREDIA.

RIASSUNTOQuesta rubrica è uno spazio permanente dedicato

all’Associazione per discutere temi, raccogliere contributi dagli associati,portare avanti proposte nell’ambito della collaborazione con l’Ente di Ac -creditamento ACCREDIA.

OLTRE LE LINEE GUIDA…

Cari lettori,contrariamente a quanto fatto fin orain seno alla presente rubrica che l’a-mico Franco mette a disposizione del -la nostra Associazione, vengo oggi aparlarvi di una problematica che for -se ai più sembrerà superficiale o addi-rittura superflua, ovvero il non uso, l’u -so o l’abuso della linee guida sulla ta -ratura della strumentazione.Prendo spunto da quanto emerso dalpiù che naturale “navigare” all’inter-no del forum www.misurando.org, nel quale mi onoro di moderare,a parte la sezione riservata ad A.L.A.T.I.,qualche altra sezione decisamentepiù tecnica come quella che ad esem-pio si riferisce al settore “massa” egrandezze correlate. In essa, da qual-che mese a questa parte, fervononumerose discussioni e numerosi con-fronti sull’applicazione dell’ormai nonproprio recentissima linea guida DT-06-DT che tratta della taratura di stru-menti per pesare a funzionamentonon automatico, chiamati ancora dai

non giovanissimi come me volgar-mente “bilance”.Per i non addetti ai lavori premetto chela linea guida di ACCREDIA-DT appe-na citata nasce, dopo una lunga gesta-zione, dal recepimento di un docu-mento prima EA e poi EURAMET(EURAMET_cg-18_v_3.0), operato inseno a un GL istituito da ACCREDIA-DTdel quale facevano parte, oltre cherappresentanti della segreteria diACCREDIA-DT e dell’I.N.Ri.M., anchequalche ispettore tecnico e qualche re -sponsabile di centri di taratura.Durante questa gestazione, il GL non siè fermato alla semplice traduzione in ita-liano della linea guida europea ma hacercato di mantenere una certa continui-tà con il precedente documento SIT/TEC-03/03; ricerca di continuità che è stataspesso oggetto di numerose e lunghe di -scussioni all’interno del GL stesso.La speranza era quella di emettere unalinea guida che fosse al passo con itempi e soprattutto che desse omoge-neità con quanto già era in essere nelresto d’Europa da qualche anno.Onestamente non so se l’obbiettivo siastato raggiunto o meno; ma questo èun problema secondario, visto che, co -me è noto, l’attuale documento Eura-met è già in fase di revisione: ci trove-remo quindi a dover affrontare la revi-

sione del documento di ACCREDIAcon il rammarico di non essere staticoinvolti (almeno a livello di Centri ditaratura accreditati) nella revisionedella linea guida europea.Cosa che, al di là di sterili polemiche,trovo alquanto anacronistica, visto chesono proprio i centri di taratura che stan-no subendo i costi dell’adeguamento(estensione) dal documento SIT/TEC-03/03 a quello ACCREDIA DT-06-DT, esono proprio i centri LAT che sono a con-tatto con i clienti e che meglio di chiun-que altro conoscono le problematiche ele necessità di questi ultimi; diciamotranquillamente che in questo caso la“customer satisfaction” non è stata moltopresa in considerazione.Detto ciò però volevo fare un passoindietro e ricollegarmi al forum www.misurando.org, in quanto prenden-do proprio spunto dalle discussioni na -te sulla linea guida di cui sopra, misono accorto, peccando forse di pre-sunzione, che i clienti normali, quindinon i centri di taratura, ma al limite enon sempre, gli usufruitori del servizioofferto da questi ultimi, presentavanoquesiti e problematiche che andavanoben oltre le differenze che pur ci sonotra la vecchia e le nuova linea guida,ma che appartenevano invece a quelloche io ritenevo fosse l’ABC del concet-to della taratura o dell’uso dei dati chescaturiscono dalle operazioni di taratu-ra in quanto tali.Quindi mi sono detto: “ci stiamo preoc-cupando della prossima revisione dellalinea guida Euramet, quando invecenel settore della taratura della bilancec’è fame di chiarimenti in merito aiconcetti basilari come ad esempio l’uti-lizzo dei dati di taratura o la scelta deicriteri di accettabilità delle prestazionidel proprio strumento in relazione alleaccuratezze che esso è in grado didar mi (ammesso e non concesso cheda un certificato di taratura queste sipos sano desumere), ecc.”.

Rubrica a cura di Paolo Giardina ([email protected] [email protected])

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o viceversa, perché così come si evol-vono le linee guida e i centri di taratu-ra, si evolvono anche i clienti, che semal consigliati rischiano di prenderecantonate rischiando d’inficiare quelloche potrebbe essere il giusto risultatodel loro lavoro che non sempre è quel-lo di essere esperti nelle tarature.Anche per questo ho visto subito dibuon grado la partnership della nostraAssociazione sia con T_M che conwww.misurando.org.Solo con la condivisione posso esseresuperati gli ostacoli che il presente e ilfuturo ci pone davanti.A.L.A.T.I. si pone proprio con il giustoequilibrio nel ruolo di fucina di condivi-sione in quanto sicuramente rappresen-tante di portatori d’interesse nel settoredella taratura, ma allo stesso tempocome terreno neutro dove tutti possonoesprimere le loro opinioni e dare il lorocontributo.

Mi auguro quindi che sia attraversoT_M sia con la partecipazione attiva alforum www.misurando.org si possanosciogliere i nodi creatisi nella gestionedella tarature della strumentazione, eche sempre più esperti del settore si met-tano a disposizione della enorme plateache si affaccia al mondo delle tarature avolte con ingenuità ma con quesiti benchiari e spesso circostanziati.È arrivato veramente il momento discendere dal piedistallo e di capire cheè passato il tempo dell’autoreferenziali-tà, ma è giunto quello di sapersi mette-re in gioco non solo in nome del pro-prio interesse o della propria azienda,ma in nome della comunità alla qualemalgrado tutto apparteniamo se voglia-mo veramente che il nostro Paese si ri -sollevi in qualche modo, per poter ga -rantire ai nostri figli un mondo migliore.Un caro saluto a tutti e alla prossima.

Paolo Giardina

Questo è, a mio avviso, un piccolocam panello di allarme, che nonostantegli sforzi anche e non solo di ACCRE-DIA, per rendere più “terreno” e fruibi-le il servizio di taratura, anche a utentinon esperti del settore in oggetto, ci facapire c’è ancora molto da fare.E ci sarà tanto da fare se penso che, sequesto problematica nasce su una tipo-logia di strumento abbastanza semplicecome la bilancia, non oso immaginarequale giungla di confusione possadeterminarsi in settori decisamente piùcomplicati come quello dei materiali diriferimento o delle grandezze elettricheo inerenti il campo ambientale.Ovviamente i centri di taratura non pos-sono esimersi da questo compito edevono evolversi, da fornitori di meroservizio a partner attivo verso i loroclienti.Non sono molto dell’idea che cono-scenza sia sempre sinonimo di potenza

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ImekofoodsMetrology in Food & Nutrition L

APAGINA

DIIMEKO

�A cura di Paolo Carbone ([email protected])Dip. di Ingegneria, Università di Perugiacon la collaborazione di Claudia Zoani e Giovanna Zappa(ENEA UT-AGRI – ROMA)

THE PAGE OF IMEKOIMEKO, International Measurement Confederation,has been added to the permanent collaborations tothe Journal starting from the beginning of 2014.This section contains information about the Asso-ciation, publications, events and news of interest toour readers.

RIASSUNTOIMEKO, International Measurement Confederation,si è aggiunta ai collaboratori stabili della Rivista a

partire dall’inizio del 2014. Questa Rubrica contiene informazioni sull’As-sociazione, pubblicazioni, eventi, e notizie di utilità per i nostri lettori.

La metrologia rappresenta per il settoreagroalimentare un fattore chiave perorientare in maniera efficace le azionid’innovazione tecnologica e per la so -stenibilità. Consente infatti di ottenere lacomparabilità e l’affidabilità dei risulta-ti delle misure, rendendo sempre più og -gettiva e misurabile la qualità e la sicu-rezza degli alimenti e facilitando quin-di innovazione, qualificazione e certifi-cazione delle produzioni.

http://utagri.enea.it

L’Unità Tecnica Sviluppo Sostenibile eInnovazione del Sistema Agroindu-striale (UTAGRI) di ENEA, che parte-cipa alle iniziative di coordinamentonazionali sulla metrologia per alimen-ti e nutrizione, è impegnata nello svi-luppo di metodi e materiali di riferi-mento e, grazie a diversi progetti na -zionali e internazionali, ha realizzato

importanti infrastrutture nell’ambitodella metrologia applicata al settoreagroalimentare. Partecipa all’Organodi Coordinamento del CLuster Agri-food Nazionale (CLAN) e ha la re -sponsabilità scientifica del progettoCLAN sulla Sicurezza Alimentare.

Con la responsabilità organizzativadi UTAGRI si è svolta a Roma, dal 12al 15 ottobre, la Conferenza Interna-zionale 1st IMEKOFOODS (http://imekofoods.enea.it), promossada IMEKO TC23 “Metrology in Foodand Nutrition” (Chairperson: IsabelCastanheira, INSA-PT) e organizzatadall’ENEA (Conference General Chair:Giovanna Zappa, ENEA-UTAGRI). Durante la conferenza, inserita tra leiniziative di accompagnamento diEXPO 2015, sono stati affrontati itemi connessi alla qualità e all’affida-

bilità delle misure per la qualità e lasicurezza alimentare e per la realiz-zazione di database sulla composi-zione degli alimenti, con l’obiettivo dipromuovere la discussione, il confron-to scientifico e l’incontro tra le diverserealtà che orbitano intorno al “mondodelle Misure” favorendo l’armonizza-zione e l’integrazione e indirizzandoil “mondo della Ricerca” verso i biso-gni emergenti della società civile edei settori produttivi.L’evento ha goduto di numerosi eimportanti patrocini1 e di significativesponsorizzazioni, e ha visto il coin-volgimento nell’International ProgramCommittee d’importanti organizzazio-ni internazionali (EU JRC-IRMM eEFSA), oltre a numerosi membri diIMEKO TC23, TC8 e TC24 prove-nienti da Istituti Metrologici Nazionalie altri Organismi di Ricerca di diversiPaesi (INSA, KRISS, CENAM,NMISA, TUBITAK, AECOSAN, PHI, INMETRO, CITA-UNJU, FAO/INFOODS, IFR Norwich, Sydney Un.,INRIM, NIS, LNE). Particolare attenzio-ne è stata rivolta al coinvolgimento – findalla fase organizzativa – dei gruppi diRicerca che operano nelle diverse Istitu-zioni Nazionali, al fine di favorire l’in-staurarsi di collaborazioni e sinergie epromuovere l’integrazione e il supera-mento della frammentazione del Siste-ma-Ricerca. Lo Scientific Steering Com-mitte ha infatti visto il coinvolgimento,oltre a ENEA-UTAGRI, di CNR, ISS,

Il comitato organizzatore: Giovanna Zappa, Edoardo Puglisi, Massimo Iannetta e Isabel Castanheira

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INRIM, ENTECRA, AIA-LSL, FEM, PTP,Università di Milano, Udine, Bologna,Firenze, Genova, Pisa, Roma TRE.Le sessioni di lavoro si sono svolte per iprimi 2 giorni presso il Centro Con-gressi EATALY e nel terzo giorno pressoil C.R. ENEA Casaccia. La partecipa-zione è stata particolarmente nu merosa(123 partecipanti), con oltre il 25% distranieri provenienti da differenti areegeografiche (19 Paesi). De gna di notala partecipazione femminile (70%) egiovanile. In particolare quest’ultima –anche se non esattamente quantificabi-le per via della mancanza di tutti i datianagrafici dei partecipanti - è stata sor-prendentemente elevata. Le 12 sessioniorali e le 2 sessioni poster hannoabbracciato sia temi trasversali dellaMetrologia (Development of Standardi-zed Tools, Molecular Biology, AnalyticalChemistry), sia le problematiche emer-genti nel settore Food and Nutrition(Food Composition and Nutrition, Sen-sory Analysis, Food Traceability andAuthenticity, Sensors for Food Quality &Safety, Nanoparticles in Food), che spe-cifiche filiere (Milk, Olive oil). Oltre a 3 keynote lectures e 5 invitedlectures, sono stati presentati 1 spe-cial lecture, 44 comunicazioni orali e35 poster. Per ogni sessione è stataprevista la partecipazione di persona-lità scientifiche d’eccellenza, tra cui:Elke Anklam, Direttore di EU JRC-IRMM; Franz Ulberth, Responsabiledell’Unità Standards for Food Bio-science EU JRC-IRMM; Paul de Bièvre,

delegato IUPAC alJCGM; Stephen Bu -stin, Professore all’An-glia Ruskin University.Il Presidente di IME -KO Pa squale Daponteha aperto i lavori del -la terza giornata, illu-strando il ruolo e leprospettive di IMEKOnel panorama dellaricerca metrologica in -ternazionale. Nel cor -so degli interventisono stati evidenziati ilruolo centrale dellaMetrologia per l’inno-vazione e la sicurezza

del sistema agroalimentare e l’impor-tanza degli strumenti che l’UnioneEuropea mette a disposizione degliStati membri al fine di migliorare e ren-dere sempre più competitivo il sistemaproduttivo e sempre più affidabile ilsistema delle verifiche e dei controlli suiprodotti agroalimentari per combatterefrodi e contraffazioni. Sono state altre-sì evidenziate le principali necessitàmetrologiche per il settore Food andNutrition, con particolare riguardo aitemi della sicurezza alimentare e dellasalute.

http://imekofoods.enea.it

Dal sito di IMEKOFOODS è possibileeffettuare il download dell’AbstractBook e della maggior parte delle pre-sentazioni orali. Il sito, che rimarrà atti-vo, verrà periodicamente aggiornatocon le informazioni sui prossimi eventi. USCITO IL QUARTO NUMERO DI ACTA IMEKO DEL 2014

All’indirizzo http://acta.imeko.org/index.php/acta-i m e k o / i s s u e /current potete trova-re il quarto numerodella rivista open-access ACTA IMEKO

del 2014. Si tratta di una issue checontiene la versione estesa di 7 arti-coli presentati all’ultimo congressoIMEKO TC10 che si è tenuto a Firen-ze. Buona lettura!

NOTA

1 EXPO 2015; CNI-UNESCO; MAE;MIPAAF; Ministero della Salute; Co -mune di Roma; INRIM; ISS; EU-RLCEFAO; Fondazione Edmund Mach;Università di Bologna; Università diUdine - Dip. Scienze degli Alimenti;SAPIEXPO; Università di Pisa; Acca-demia dei Georgofili; Società Chimi-ca Italiana (Divisione Chimica Analiti-ca e Gruppo Interdivisionale di Chi-mica degli Alimenti); Società Italianaper lo Studio delle Sostanze Grasse(SISSG); VAMAS Italy; PiattaformaTecnologica Nazionale Food for Life;FEDERALIMENTARE Servizi.

Un momento della premiazione: Pasquale Daponte, Isabel Castanheira, Giovanna Zappa e Felice Simeone

ERRATA CORRIGENello scorso numero (4/2014), per un disguido tecnico, sono state omes-se due formule dell’articolo a pag. 265 (Metodi di misura per alte correntiimpulsive con applicazione ai lanciatori elettromagnetici di Roberto Ferre-ro), correttamente apparse nella versione sfogliabile. L’articolo verrà ripub-blicato integralmente nel prossimo numero telematico di TUTTO_MISURENEWS di aprile p.v.Ci scusiamo con l’autore e con i lettori per l’inconveniente.

La Redazione di TUTTO_MISURE

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LA COMPATIBILITÀ ELETTROMAGNETICACAMPIECOMPATIBILITÀ

ELETTROMAGNETICA

Migliorareattraverso il confronto

C. Carobbi 1, M. Cati 2, A. Bonci 1, C. Panconi 3, M. Borsero4, G. Vizio4

I prossimi confronti interlaboratorio nazionali di Disturbi Condotti 9 kHz-30 MHz ed Emissione Radiata 30 MHz-6.000 MHz

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1 Università di Firenze, Dip. Ingegneria dell’Informazione 2 Powersoft spa - Scandicci (FI)3 Elettroinfegneria - Pistoia4 I.N.Ri.M., Istituto Nazionale di RicercaMetrologica - [email protected]

DUE NUOVE PROVE VALUTATIVE

Dopo il grande interesse suscitato dal-l’appena conclusa prova valutativaPTC(RE-30-1000) relativa alla misuradi emissione radiata tra 30 MHz e1.000 MHz che ha visto la parteci-pazione di 15 Laboratori (14 Labora-tori in Italia, 1 Laboratorio estero),oltre la metà dei quali accreditati inconformità alla norma UNI CEI ENISO/IEC 17025:2005, l’Universitàdegli Studi di Firenze (UNIFI) e l’Istitu-to Nazionale di Ricerca Metrologica(I.N.Ri.M.) hanno progettato e metto-no a disposizione due nuove provevalutative:- PTC(CE-9k-30M) - Scheme of the pro-ficiency test through interlaboratorycomparison of conducted emissionmeasurements in the 9 kHz to 30MHz frequency range;- PTC(RE-30-6000) - Scheme of theproficiency test through interlaborato-ry comparison of radiated emissionmeasurements in the 30 MHz to 6GHz frequency range;relative rispettivamente alla misura didisturbi condotti tra 9 kHz e 30 MHze alla misura di emissione radiata tra30 MHz e 6.000 MHz.Le prove valutative sono state conce-pite per essere conformi ai requisiti diISO/IEC 17043. I risultati delle provesaranno elaborati utilizzando le tecni-che statistiche indicate da ISO13528.

IMPROVE BY COMPARISONThe University of Florence, in collaboration with the Italian National Metro-logical Institute (I.N.Ri.M.) has been promoting, for the last few years, pro-ficiency tests in the field of Electromagnetic Compatibility (EMC). Two newproficiency tests through interlaboratory comparisons of conducted emis-sions measurement between 9 kHz and 30 MHz (PTC(CE-9k-30M)) andradiated emissions measurement between 30 Hz and 6.000 MHz (PTC(RE-30-6000)) have been launched in 2015. More information can be found inthe section “Prove valutative EMC” of the web site www.emc.unifi.it.

RIASSUNTOL’Università degli Studi di Firenze, in collaborazione con l’Istituto Naziona-le di Ricerca Metrologica (I.N.Ri.M.), sta promuovendo da alcuni anniprove valutative nell’ambito della Compatibilità Elettromagnetica. Nel corsodel 2015 saranno avviate due prove valutative relative rispettivamente allamisura di disturbi condotti tra 9 kHz e 30 MHz (PTC(CE-9k-30M)) e allamisura di emissione radiate tra 30 MHz e 6.000 MHz (PTC(RE-30-6000)).Per ulteriori informazioni visitare il sito www.emc.unifi.it nella sezione“Prove valutative EMC”.

INTRODUZIONE

I Laboratori che effettuano prove nelsettore della Compatibilità Elettroma-gnetica (EMC) hanno necessità, alpari dei Laboratori di prova operantiin altri settori, di disporre di un servi-zio di confronto interlaboratorio checopra i vari metodi impiegati nellaEMC. Tale servizio è, a oggi, pratica-mente assente.I confronti interlaboratorio possonoessere impiegati per diverse finalità.I confronti interlaboratorio intesi avalutare la qualità dell’esecuzionedi un prestabilito esercizio tecnico(detti “prove valutative”) assumonoparticolare importanza per i Labora-tori e per gli organismi di accredita-mento.I criteri generali da seguire per pro-gettare, gestire e valutare i risultati diprove valutative sono formalizzati indue norme tecniche: la ISO/IEC17043:2010 (Conformity assessment- General requirement for proficiencytesting) e la ISO 13528:2005 (Stati-

stical methods for use in proficiencytesting by interlaboratory compari-sons).Da alcuni anni il Laboratorio di Com-patibilità Elettromagnetica dell’Uni-versità degli Studi di Firenze, in col-laborazione con l’Istituto Nazionaledi Ricerca Metrologica (I.N.Ri.M.),sta conducendo prove valutative nel-l’ambito della Compatibilità Elettro-magnetica (EMC). In particolare leprove hanno lo scopo di valutare lacompetenza dei Laboratori parteci-panti attraverso un esercizio speri-mentale di confronto di misure digrandezze elettromagnetiche (p. es.campi radiati o disturbi condotti) se -condo uno schema predefinito. Coor-dinatore dell’attività è Carlo Carobbi(dell’unità GMEE dell’Università diFirenze) in collaborazione conMarco Cati (Powersoft spa, Firenze –Elettroingegneria, Pistoia), Car loPanconi (Elettroingegneria, Pi stoia),Alessio Bonci (Università di Firenze),Michele Borsero e Giuseppe Vizio(I.N.Ri.M., Torino).

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CAMPI E COMPATIBILITÀELETTROMAGNETICA

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SCHEMA DEI CONFRONTI E MODALITÁ DI PARTECIPAZIONE

Lo schema delle prove valutative èliberamente consultabile e scaricabiledal sito www.emc.unifi.it nellasezione “prove valutative EMC”. Ilpagamento della quota di registrazio-ne consente la partecipazione allaprova valutativa. La quota base d’i-scrizione è di 500 € per la provaPTC(CE-9k-30M) e di 1.000 € per laprova PTC(RE-30-6000). Sono inoltrepreviste quote supplementari nel casoin cui il Laboratorio necessiti di cono-scere il risultato della sua prestazioneprima della conclusione del confrontotramite l’impiego del valore di riferi-mento ottenuto tarando il campione(attraverso misure e simulazioni elet-tromagnetiche, un approccio assoluta-mente originale).Il primo confronto interlaboratorioPTC(CE-9k-30M) utilizza come cam-

pione di riferimento un generatore dipettine autocostruito, e una rete d’ac-coppiamento (Fig. 1) per collegare ilgeneratore alla rete artificiale (AMNo Line Impedance Stabilization Net-work, LISN). Sono stati realizzati duecampioni con caratteristiche di stabili-tà, prestazioni e valori di riferimentopraticamente identici.

Il secondo confronto interlaboratorioPTC(RE-30-6000) utilizza un’antennaa larga banda autocostruita, calcola-bile, compatta (circa 100 x 100 mm2),con un generatore di pettine inseritodirettamente all’interno dell’antenna,dotata di batterie ricaricabili (Fig. 2).Maggiori informazioni sono disponi-bili contattando gli autori e sul sitointernet del Laboratorio di Compatibi-lità Elettromagnetica dell’Universitàdegli Studi di Firenze www.emc.unifi.it.Per manifestare la volontà di parteci-pazione sono stati predisposti calen-dari di pianificazione dove il Labo-ratorio può selezionare la settimanadove si rende disponibile a effettuareil confronto assieme ai suoi riferi-menti:– PTC(CE-9k-30M)Sample #1 http://doodle.com/w48brnx2tmntf8fe

Figura 1 – Misure di Disturbi Condotti nellabanda 9 kHz – 30 MHz. Il campione itineranteè costituito da un generatore di pettine e da

una rete d’accoppiamento autocostruiti

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; 2015 CAMPI E COMPATIBILITÀ

ELETTROMAGNETICA�

Sample #2http://doodle.com/9tameczmxie6yrek

– PTC(RE-30-6000)Sample #1 http://doodle.com/6fy7265i6z9e4i4c

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

[1] Statistical Methods for Use in Pro-ficiency Testing by InterlaboratoryComparison, ISO 13528:2005. [2] Tutorial on the Statistical Basis ofACE-PT Inc.’s EMC Proficiency TestingSchemes, www.acil.org, consultatoil 19/06/2014. [3] Information about Statistical Meth-ods Used by IFM quality serviceswww.ifmqs.com.au/Information%20about%20statistical%20methods%20used.htm, con-sultato il 19/06/2014. [4] K. Osabe, T. Kato, “Considerationof Data Evaluation Criteria for Radiat-ed Emission Test in the PT Program”,Symposium EMC EUROPE, 17-21Sept. 2012, IEEE. [5] Carlo F.M. Carobbi, AlessioBonci, Marco Cati, Carlo Panconi,Michele Borsero and Giuseppe Vizio,“Design, Preparation, Conduct andResult of a Proficiency Test of RadiatedEmission Measurements”, IEEE Trans-actions on Electromagnetic Compati-bility, vol. 56, no. 6, pp. 1251-1261,Aug. 2014.

Carlo Carobbi si è laureato con lode in Ingegneria Elettronica nel1994 presso l’Università di Firenze. Dal 2000 è Dottore di Ricerca inTelematica. Dal 2001 è ricercatore presso il Dipartimento di Elettroni-ca e Telecomunicazioni dell’Università di Firenze dove è docente diMisure Elettroniche e di Compatibilità Elettromagnetica. Collaboracome ispettore tecnico con l’ente unico di accreditamento Accredia. Èpresidente del SC 210/77B (Compatibilità Elettromagnetica, Feno-

meni in alta frequenza) del CEI. Fa parte di gruppi di lavoro internazionali IEC.

Marco Cati si è laureato con lode ed encomio solenne in Inge-gneria Elettronica all’Università di Firenze nel 2001. Dal 2005 èDottore di Ricerca in Ingegneria dell’Affidabilità, Manutenzione eLogistica. Dal 2014 è responsabile della certificazione di prodottoe della qualità di produzione dell’azienda Powersoft spa. Collabo-ra come ispettore tecnico con l’ente unico di accreditamento Accre-dia. Svolge attività di consulente nel campo della Compatibilità Elet-

tromagnetica e della Sicurezza Elettrica.

Carlo Panconi si è laureato in Ingegneria Elettronica nel 2003presso l’Università di Firenze. Dal 2009 è Dottore di Ricerca in Con-trolli non Distruttivi. Dal 1989 è insegnante di Laboratorio di elet-trotecnica e macchine elettriche presso l’Istituto Tecnico TecnologicoStatale “Silvano Fedi - Enrico Fermi” di Pistoia. Svolge attività diconsulente nel campo della Compatibilità Elettromagnetica e dellaSicurezza Elettrica.

Giuseppe Vizio si è diplomato in Elettronica presso l’IstitutoTecnico Industriale “Ettore Majorana” di Torino nel 1985. Dal1987 lavora presso l’I.N.Ri.M., l’Istituto Metrologico Nazionaledi Torino dove il suo principale interesse di ricerca comprende letecniche di misura della Compatibilità Elettromagnetica (EMC)con particolare attenzione per lo sviluppo di test computerizzati.Nel corso degli ultimi anni, ha studiato problemi di tracciabilità

e di taratura di strumenti di misura EMC.

Michele Borsero si è laureato in Ingegneria Elettronica pressoil Politecnico di Torino nel 1977. Dal 1978 è ricercatore pressol’I.N.Ri.M., l’Istituto Metrologico Nazionale di Torino, dove èresponsabile dell’attività di Compatibilità Elettromagnetica (EMC)nella divisione Elettromagnetismo. Egli coordina la partecipazio-ne italiana ai confronti interlaboratorio organizzati dal “BureauInternational des Poids et Mesures (BIPM)” e dalla “European

Association of National Metrology Institutes (EURAMET)” nel settore delle misu-re EMC e dei campi elettromagnetici. Dal 1986 contribuisce ai lavori del comi-tato CISPR/A (Misure di radiodisturbi e metodi statistici) della IEC ed è attual-mente vice-presidente del comitato tecnico CT 210 “Compatibilità Elettroma-gnetica” del CEI.

Alessio Bonci si è laureato in Ingegneria delle Telecomunicazionipresso l’Università di Firenze nel 1999. Lo stesso anno è passato aMagnetek spa dove è stato coinvolto nel progetto e sviluppo di ali-mentatori a commutazione. Dal 2002 è insegnante del corso di siste-mi elettrici presso lo “Istituto Professionale Statale Francesco Buitoni”di Sansepolcro. Attualmente svolge il Dottorato di Ricerca in Inge-gneria Industriale e dell’Affidabilità presso l’Università di Firenze.

Figura 2 – Misure di Emissioni Radiate da 30 MHz a 6 GHz: il campione itinerante è costituito da un’antenna a banda larga

attiva autocostruita

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superficie di separazione fra i dueliquidi, in Fig. 3 sono visibili le dimen-sioni di queste lenti.Esse vengono utilizzate per dotare letelecamere di un autofocus che non pre-senta gli inconvenienti tipici dei sistemidi autofocalizzazione tradizionali.Questi, infatti, necessitano di tecnologieelettromeccaniche, come motori passo-passo o attuatori piezoelettrici per otte-nere, in un dato sistema di lenti, lavariazione della lunghezza focale. Ben-ché questi sistemi funzionino bene, essisono difficili da miniaturizzare e hannoalto costo e limitato numero di cicli.La lente liquida, invece, può esseremontata davanti all’ottica fissa di unatelecamera, e viene connessa elettri-camente alla scheda che comanda lavariazione di tensione. Il risultato èquello di ottenere un autofocus senzanecessità di parti in movimento: infat-ti è possibile valutare il grado di niti-dezza dell’immagine algoritmicamen-te e comandare in anello chiuso illivello di tensione che determina lavariazione di focale, fino a raggiun-gere la nitidezza voluta.

contatto con il lato esterno dello stratoisolante. L’applicazione di una tensio-ne fra questo elettrodo e il liquido con-duttivo induce la variazione di forma diquest’ultimo, determinando così lavariazione del raggio di curvaturadella superficie di separazione fra idue liquidi (fenomeno detto di elec-trowetting) e pertanto ne varia lalunghezza focale [1]. In Fig. 2 viene mostrata la deforma-zione indotta dalla tensione sulla

VISIONE

ARTIFICIALE

Le lenti liquideInnovazioni nell’ambito dei sistemi di visione

� Rubrica a cura di Giovanna Sansoni ([email protected])

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LIQUID LENSESThe section on Artificial Vision is intended to be a “forum” for Tutto_Misurereaders who wish to explore the world of components, systems, solutions forindustrial vision and their applications (automation, robotics, food&beverage,quality control, biomedical). Write to Giovanna Sansoni and stimulate discus-sion on your favorite topics.

RIASSUNTOLa rubrica sulla visione artificiale vuole essere un “forum” per tutti i lettoridella rivista Tutto_Misure interessata a componenti, sistemi, soluzioni per lavisione artificiale in tutti i settori applicativi (automazione, robotica, agroa-limentare, controllo di qualità, biomedicale). Scrivete alla Prof. Sansoni esottoponetele argomenti e stimoli.

Il mercato dellatelefonia mobileha determinatomolti dei cambia-menti che i siste-mi di visione han -

no subito negli ultimi anni. L’industriacontinua a richiedere telecamere nonsolo con prestazioni sempre più sofi-sticate, ma anche di costo e di men -sioni ridotti. Questo trend ha ispiratolo sviluppo di nuove tecnologie che,oltre che nel contesto applicativo peril quale sono state create, ben si pre-stano all’utilizzo anche in altri am biti.Quella delle lenti liquide è fra que-ste tecnologie.Il principio di funzionamento è mostra-to in Fig. 1. Esso prevede che venganoposti all’interno di una piccola cella diopportuna forma due liquidi nonmescolabili fra loro: uno è isolante (tipi-camente un olio), l’altro è una soluzio-ne a base di acqua, conduttiva. I dueliquidi sono trasparenti e con diversoindice di rifrazione. Essi hanno ugualedensità, in modo che la gravità nondeformi la superficie all’interfaccialiquido-liquido, che rimane sferica indi-pendentemente dall’orientazione dellacella. Il liquido isolante è una goccia incontatto con un sottile strato isolante.Un elettrodo trasparente viene posto a

FIgura 1 – Principio di funzionamento basato su electrowetting

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VISIONEARTIFICIALE

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La tecnologia si presta a soluzioniminiaturizzate, offre un ampio spettrodi lunghezze focali, ha un’alta qualitàottica, presenta un’ottima velocità dirisposta, alta ripetibilità, basso consu-mo e consente di ottenere dispositivirobusti, non prevedendo parti in movi-mento.Come detto, la spinta verso lo svilup-po delle lenti liquide è venuta dal mer-cato della telefonia mobile, con l’ob-biettivo di sviluppare sistemi OIS(Optical Image Stabilization). Essi“sentono” il movimento del dispositivomobile, ad esempio tramite un giro-scopio, e calcolano la variazione ditensione di comando della lente liqui-da in tempo reale, per stabilizzarel’immagine acquisita dalla telecameramontata sul dispositivo mobile.Tuttavia, per le loro caratteristiche, lelenti liquide stanno avendo impiegoanche in altri ambiti applicativi. Unesempio è quello del mercato dellewebcam. Esse, nate per trasmissionia basso frame rate d’immagini a limi-

tri commerciali ecc.) e in abitazioniprivate. Una recente applicazione èquella di lettura delle impronte digita-li senza contatto: in essa la condizio-ne di focalizzazione non vie ne rag-giunta meccanicamente (cioè po si -zionando le dita su una superficieposta a una certa di stanza dallalente), ma semplicemente avvicinan-dole al dispositivo di lettura. Natural-mente, in queste applicazioni servonoalta ripetibilità, tempi di risposta bassie semplice integrabilità del dispositivoautofocus nel sistema. Tutte caratteri-stiche che si possono trovare nellelenti liquide [6].Le applicazioni medicali sono unaltro bacino di applicazione molto in -teressante. Si pensi, ad esempio, agliapparecchi per endoscopia, o a quel-li che si utilizzano per le applicazionidentali: in questi casi si ha a che farecon una telecamera montata su unsupporto che inevitabilmente non puòessere manovrato con la precisionenecessaria a garantire che l’immagi-ne acquisita sia a fuoco. L’utilizzo dilenti liquide, invece, consente di otte-nere questo obiettivo.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1. E. Simon et al. “Optical designrules of a camera module with a liquidlens and principle of command for AFand OIS functions”, Proc. SPIE 7849,Optical Design and Testing IV,784903 (November 05, 2010)2. www.cognex.com3. www.varioptic.com4. C. W. Tsai et al. “Compact touchlessfingerprint reader based on digital vari-able focus liquid lens”, Proc. SPIE9193, Novel Optical Systems Designand Optimization XVII, 91930M (Sep-tember 12, 2014); doi: 10.1117/12.20612055. www.google.com.na/patents/US75192816. www.google.com/patents/US87505777. C. Cavallotti et al. “An integratedvision system with autofocus for wire-less capsular endoscopy2, Sensorsand Actuators A: Physical, vol 156-1,2009.

Figura 2 – Deformazione della superficie d’interfaccia fra i due liquidi indotta dal valore di tensione applicata (crescente da sinistra verso destra)

Figura 3 – Dimensione dei dispositivi

tata risoluzione, hanno subito un pro-fondo mutamento, di pari passo conl’aumentata banda di trasmissione adisposizione. Il mercato richiede quin-di, oltre a una maggior risoluzione,anche una migliore qualità dell’imma-gine e vede nell’utilizzo di dispositiviad autofocalizzazione una soluzionesmart per la generazione d’immagininitide di scenari in movimento.Il mercato dei lettori di codici abarre è un altro bacino di utilizzosignificativo delle lenti liquide: sonoattualmente disponibili lettori in gradodi leggere codici da distanze anchemolto variabili fra loro, semplificando ilprogetto dei dispositivi di lettura [2, 3].Un altro ambito di estremo interesse èquello dei dispositivi di lettura inambito biometrico. I sistemi di ri -conoscimento d’im pronte digitali [4, 5],dell’iride [6], dei tratti fisionomici co -stituiscono un mercato vasto per leforze di polizia, per le applicazionimilitari, per le applicazioni di sorve-glianza in strutture comuni (hotel, cen-

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MISURE E FIDATEZZAISERIALI

MISUREEFIDATEZZA

Tecniche di analisidella fidatezza

M. Catelani 1, L. Cristaldi 2, M. Lazzaroni 3

FTA – L’albero delle Avarie - Parte II

1 Università degli Studi di [email protected] Politecnico di [email protected] Università degli Studi di Milanoe INFN - Sezione di [email protected]

Dopo aver illustrato nelle precedentimemorie le basi dell’analisi dell’affi-dabilità [1-8] e gli elementi teorici del-l’albero delle avarie (FTA = FaultTree Analysis) può essere interes-sante illustrare qualche sempliceesempio d’applicazione di questa tec-nica d’analisi [9]. Gli esempi nel se -guito presentati sono assai semplici,ma ben si prestano a delineare le mo -dalità di costruzione e d’analisi del-l’albero delle avarie.Per condurre un’analisi sia qualitativasia quantitativa di FTA, è necessarioassociare a ogni evento la relativaprobabilità d’accadimento. Questodato, ovviamente, dev’essere disponi-bile o dev’essere possibile risalire alsuo valore attraverso informazioni sultasso di guasto, oltre che su MTTF,MTBF, ecc.La probabilità con cui una causa diguasto si manifesta è valutata solita-mente mediante un’approfondita ana-lisi ingegneristica del sistema allo stu-dio. Una tale analisi si rivela ancheassai utile per determinare l’indisponi-bilità del sistema. Per tale motivo ivalori di probabilità prima accennatisono spesso calcolati e/o già stimatianche per altri motivi.

ESEMPIO 1

Si studi, per esempio, il sistema illu-strato in Fig. 1.

Il Top Event, come si può semplice-mente intuire, è rappresentato dall’e-vento sfavorevole: “la luce non s’ac-cende” (considerando ovviamentecome evento desiderato il fatto che laluce si possa accendere). L’albero chene discende è illustrato in Fig. 2.Ovviamente la costruzione e l’analisidell’albero può rivelarsi assai compli-cata. Nel caso in esame, per esem-pio, non si tiene in nessun conto il fat -

to che alcuni eventi potrebbero avereoccorrenze multiple e/o che alcuniguasti potrebbero avvenire contempo-raneamente in punti differenti dell’al-bero.Nel caso in cui ogni evento base raf-figurato nell’albero di Fig. 2 si mani-festi con le probabilità indicate nellaTab. 1 è possibile calcolare la proba-bilità con cui si manifesta il TopEvent.Tale probabilità può essere calcolatatenendo presente che l’albero illustra-to in Fig. 2 mostra che il Top Eventsi verifica quand’anche una sola dellecause si dovesse manifestare. Ciò puòessere riassunto, anche se in manieranon rigorosa ma efficace, nel modoseguente:La lampadina non s’accende se ildeviatore A non funziona o se il devia-tore B non funziona o se la batteria èscarica (guasta) o, ancora, se i cavi

sono interrotti (circuito interrot-to).Ne discende che il TopEvent è la funzione logicaOR degli eventi base: in prati-ca è sufficiente che anche unosolo degli eventi che stannoalla base dell’albero si mani-festi affinché il Top Event siverifichi.Da ciò è immediato compren-dere che la probabilità P chesi manifesti il Top Event èesattamente la somma delleprobabilità che si manifestino

i singoli eventi base. Risulta pertanto:

FTA – FAULT TREE ANALYSIS PART IIAim of this paper is to propose simple examples of FTA, whose theoreticaland basic aspects were considered in the previous work. It is easy toobserve that, in any case, the evaluation of the probability of occurrence ofthe top event depends on the probability of occurrence of single events rep-resenting the system.

RIASSUNTOObiettivo di questo lavoro è presentare e discutere alcuni semplicissimiesempi di FTA sulla base di quanto già detto nella precedente memoria. Taliesempi aiutano a comprendere i meccanismi alla base di tale analisi. Lavalutazione della probabilità di accadimento dell’evento che si desiderascongiurare (Top Event) dipende dalla probabilità di accadimento dei sin-goli eventi che possono manifestarsi nel sistema in esame: ciò è quantomesso in evidenza dagli esempi proposti.

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Figura 1 – Un semplice esempio per lo studio dell’albero delle avarie [5]

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CONCLUSIONI

Lo scopo di questa brevememoria è quello di pre-sentare alcuni sempliciesempi d’applicazionedella tecnica FTA la cuitrattazione di base èstata affrontata in [9].Preme sottolineare che lavalutazione della proba-bilità d’accadimento delTop Event dipendecomunque dalla cono-scenza della probabilitàd’accadimento dei singo-li eventi. Come per altretecniche d’analisi delladisponibilità trattate inaltri lavori citati in biblio-grafia, occorre anche perFTA venire a conoscenzadei valori di tasso di gua-sto, tempo al guasto,MTTF e MTBF.

BIBLIOGRAFIA

1. M. Catelani, L. Cristaldi, M. Laz-zaroni, “Tecniche di Analisi della fida-tezza: FMEA – Analisi dei modi edeffetto dei guasti”, Tutto_Misure n. 4Anno 15, Dicembre 2013, pp. 281-286, ISSN 2038-6974.2. M. Catelani, L. Cristaldi, M. Laz-

zaroni, “Tecniche di Analisi della fida-tezza: FMEA – Casi di studio”,Tutto_Misure n. 1 Anno 16, Marzo2014, pp. 67 - 70, ISSN 2038-6974.3. M. Catelani, L. Cristaldi, M. Laz-zaroni, “Tecniche di Analisi della fida-tezza: FMEA – FMECA – FailureMode, Effects and Criticality Analysis– Parte 1”. Tutto_Misure n. 2 Anno16, Giugno 2014, ISSN: 2038-6974, pp. 137-140.4. M. Catelani, L. Cristaldi, M. Laz-zaroni, TECNICHE DI ANALISI DELLAFIDATEZZA: FMEA – FMECA – FailureMode, Effects and Criticality Analysis– Parte 2. Tutto_Misure n. 3 Anno 16,Ottobre 2014, ISSN: 2038-6974,pp. 205-207.5. M. Lazzaroni, L. Cristaldi, L. Peret-to, P. Rinaldi and M. Catelani, Relia-bility Engineering: Basic Conceptsand Applications in ICT, Springer,ISBN 978-3-642-20982-6, e-ISBN978-3-642-20983-3, DOI 10.1007/978-3-642-20983-3, 2011 Springer-Verlag, Berlin Heidelberg.6. M. Catelani, L. Cristaldi, M. Laz-zaroni, L. Peretto, P. Rinaldi, “L’affida-bilità nella moderna progettazione:un elemento competitivo che collegasicurezza e certificazione”, Collana Iquaderni del GMEE, Vol. 1 Editore:A&T, Torino, 2008, ISBN 88-90314907, ISBN-13: 9788890314902.7. A. Birolini: Reliability Engineering –

Theory and Practice.Springer, Heidelberg, 6Ed. 2010, ISBN: 978-3-642-14951-1.8. M. Catelani, L. Cristaldi,M. Lazzaroni, L’approccioprevisionale all’affidabili-tà: Modelli e banche dati.In: Tutto_Misure n. 4 Anno14, Dicembre 2012, ISSN2038-6974.9. M. Catelani, L. Cristaldi,M. Lazzaroni, Tecniche dianalisi della fidatezza: FTA– L’albero delle Avarie –Parte I. In: Tutto_Misure n.4 Anno 16, Dicembre2014, pp. 297-300, ISSN2038.

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I SERIALIMISURE E FIDATEZZA

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;2015

P = PA + PB + PC + PD + PE = 1,0 × 10-6 + 1,0 × 10-7 + 1,0 × 10-7 + 1,0 × 10-6 + 1,0 × 10-9 = 2,201 × 10-6

Tabella 1 – Probabilità degli eventi base [5]

Evento Descrizione Probabilità, P [×10-6 ]

A Lampadina guasta 1,0

B Guasto Deviatore A 0,1

C Guasto Deviatore B 0,1

D Batteria guasta 1,0

E Cavi interrotti 0,001

Figura 2 – Albero delle avarie per il caso in esame [5]

Figura 3 – Figura per l’esempio 2

Ciò detto risulta chiaro che per con-durre con un minimo di perizia un’a-nalisi dell’albero delle avarie è neces-sario avere conoscenze nel campodel calcolo delle probabilità e dellalogica booleana.

ESEMPIO 2

Un ulteriore esempio, per altro soloaccennato, è riportato in Fig. 3.In questo caso il Top Event si con-cretizza con una situazione di “ava-ria del sistema d’azionamento”. Ipo-tizzando per semplicità che talesistema sia influenzato dagli eventi“alimentazione” e “operatore”, unasemplice rappresentazione FTA èriportata in figura come combina-zione degli operatori OR e AND.Analogamente a quanto fatto nell’e-sempio 1, si otterrà:

Relazione booleana: E1•E2+E3TE=(E1∩E2) ∪E3

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per ogni biella, con una riduzione si -gnificativa rispetto ai metodi adottatiin passato.

Il pezzo campione deve essere conser-vato vicino alla macchina, ed espostoalle stesse condizioni climatiche deipezzi di produzione. Se la temperaturaambientale dovesse mutare improvvisa-mente, portando un pezzo fuori tolle-ranza, l’operatore deve semplicemente,prima di considerare il pezzo comescarto, misurare nuovamente il pezzocampione per reimpostare il sistema ericontrollare il pezzo misurato in prece-denza: qualora la variazione dimensio-nale fosse stata dovuta allo sbalzo ter-mico improvviso, il pezzo, dopo la rita-ratura, risulterà conforme.

Tracciabilità e capacità supplementariIn Kishan i pezzi campione sono vali-dati sulla macchina di misura, pergarantire tracciabilità, accuratezza equalità necessarie. Tuttavia, le condi-zioni climatiche con elevate variazioni

TECNOLOGIE

INCAMPO Controlli e misure al centro

dell’azienda competitivaControlli nell’automotive e misure di forza ispirate alle... formiche!

� Rubrica a cura di Massimo Mortarino ([email protected])

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TECHNOLOGIES IN ACTIONThe section “Technologies in action” presents a number of recent case studiesof industries or institutions gaining profit from the latest innovation in measuringinstruments and systems.

RIASSUNTOQuesta Rubrica “Tecnologie in campo” presenta un compendio di casi distudio di Aziende e/o istituzioni che hanno tratto valore aggiunto dallamoderna strumentazione di misura.

CONTROLLI PIÙ RAPIDI ANCHE CON OLTRE 20 °C DI ESCURSIONE TERMICA:L’INDIANA KISHAN AUTO RIDUCE DELL’80% I TEMPI DI CONTROLLO DEI PEZZI PRODOTTI, CON L’AUSILIO DI UN CALIBRO COMPARATOREDELLA RENISHAW

Questa case history dimostra unavolta di più come la tecnologia Reni -shaw sia diffusa e apprezzata nelmondo. Kishan Auto parts Pvt. Ltd.(Rajkot, Gujarat, India) è infatti leadermondiale per la produzione di bielleper i più grandi costruttori di autovet-ture, compressori, veicoli commercialipesanti, trattori, motori per imbarca-zioni e macchine movimento terra.Kishan ha recentemente acquistatoEquatorTM, il calibro comparatore fles-sibile Renishaw, e ha rilevato un’im-mediata riduzione del l’80% dei tempidi verifica e dei relativi costi.Le condizioni operative in Kishan so noveramente difficili: si registrano spes sovariazioni di temperatura in of ficinache superano i 20 °C. Per questo eranecessario un sistema di controllodella produzione che la svincolassedalle attese che, considerati i tempi diacclimatamento necessari, sarebberostate veramente insostenibili.Il calibro flessibile Renishaw superaquesto problema, in quanto confrontale dimensioni di un pezzo campione,validato in sala metrologica e poi por-

tato nell’ambiente di produzione, conquelle dei pezzi appena prodotti. Ilpezzo campione subisce quindi le stes-se deformazioni termiche di quelli inproduzione. Al variare della tempera-tura oltre il limite prefissato, basta farcontrollare il pezzo campione daEquatorTM per allineare lo strumentoalle nuove condizioni e poter prosegui-re con il controllo della produzione.

Tarature versatili in officinaKishan Auto utilizza EquatorTM per laverifica di varianti multiple di bielle,poiché una delle caratteristichesalienti del calibro flessibile è pro-prio quella di poter controllare piùpezzi semplicemente richiamando ilprogramma di controllo relativo alparticolare desiderato. Il numerodelle varianti di prodotto diventa digiorno in giorno sempre più ampiocon l’evolversi del mercato e il con-trollo viene realizzato verificandotutti gli elementi con un’unica opera-zione in modo passa – non passa. Altermine viene stilato un rapporto conle dimensioni del componente. No -n o stante le temperature nel Gujaratoscillino tra i 19 °C e i 40 °C, Kishanè in grado di ottenere risultati alta-mente ripetibili grazie al suo sistemaEquatorTM. Per raggiungere questorisultato è necessario rimisurare ilpez zo campione ogni 3 ore, oppureogni volta che si verifica un signifi-cativo sbalzo termico. I tempi di veri-fica sono nell’ordine di 55 secondi

Shantibhai Changela, AD di Kishan

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termiche impongono diutilizzare la macchinadi misura all’interno diuna stanza a temperatu-ra controllata. Equa-torTM consente invece aKishan di estendere l’ac -curatezza certificatadalla sala metrologicaall’officina, in qualsiasicondizione ambientale,con semplicità e rapidi-tà. Per questa specificaapplicazione, il calibrocomparatore ha elimi-nato la necessità diacquistare una seconda macchina dimisura ma, soprattutto, ha abbattuto itempi di attesa dovuti al necessarioacclimatamento dei pezzi di produzio-ne, fornendo una risposta immediata atutto vantaggio della produttività.Secondo Shantibhai Changela (Ma -naging Director di Kishan Auto), “Equa-torTM e la macchina di misura s’inte-grano a meraviglia: la seconda ga -rantisce accuratezza tracciabile e cer-tificata, mentre il primo consente digestire le variazioni termiche diretta-mente in produzione e forniscecapacità supplementari”.

Prima di EquatorTM

Per molti anni, Kishan Auto ha utiliz-zato tamponi pneumatici per il con-trollo delle circolarità, dei diametri edelle deflessioni. Per ciascuna delle360 varianti di bielle, era necessarioutilizzare tre o quattro tamponi diver-si. Nel caso delle bielle di grandidimensioni, per applicazioni pesanti,la media dei campioni misurati pote-va arrivare al 100%. Questo tipo ditamponi ha in media una durata mas-sima di 10.000 utilizzi, prima di ri -chiedere una rilavorazione. Per ciascu-na biella, 3 dei 4 tamponi costano cir -ca Rs 6.000 (circa 85 €), mentre il dis-play arriva a Rs 30.000 (circa 420 €).Tuttavia il quarto tampone, usato perle deflessioni, arriva a costare ancheRs 300.000 (oltre 4.000 €), perchéinclude un componente in oro che èsoggetto a danni e spesso de v’esseresostituito. Inoltre l’intero processo puòrichiedere fino a 120 se condi per cia-scun tampone, quindi un controllo

TECNOLOGIEIN CAMPO

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Biella automobilistica prodotta da Kishanin corso di verifica su Equator Auto con EQ33

completo dura più di 8 minuti perogni pezzo testato. Dato l’aumentodella domanda, Kishan doveva asso-lutamente trovare un sistema più rapi-do per eseguire le verifiche.

Riduzione dei costi di verificaSono state identificate 77 varianti dibielle che il sistema EquatorTM è ingrado di misurare e gli operatori uti-lizzano il sistema per misurare 500unità al giorno in turni da 10 ore.Se Kishan Auto dovesse investire intamponi per ciascuna delle 77 varian-ti, il costo totale sarebbe intorno a400.000 € per il solo hardware. Ebisogna anche contare l’impiego dimanodopera specializzata per l’impo-stazione e la manutenzione dei cali-bri, nonché i costi legati all’utilizzo eallo stoccaggio dei vari sistemi.La società, fondata nel 1988 daShantibhai Changela, iniziò l’attivitàcon una capacità produttiva di 2.000bielle al mese. Oggi ne produce finoa 50.000 al mese, in 360 varianti per

Biella master su una macchinadi misura in una stanza

a temperatura controllata

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IN CAMPO�

auto, compressori, veicoli commercia-li pesanti, trattori, motori marini emacchine di movimentazione terra.Kishan esporta il 90% della propriaproduzione nei Paesi industrializzati,fra cui USA, Regno Unito, Germania,Singapore, Italia, Cina, Polonia, Bra-sile e Paesi Bassi.L’introduzione di EquatorTM, ha per-messo di elevare significativamente laqualità della produzione e ora l’a-zienda è in grado di effettuare ispe-zioni sul 100% dei componenti. Il pro-cesso è semplice e rapido e consentedi ga rantire la massima qualità di tuttii pezzi prodotti. Conclude Changela:“La qualità è un fattore prioritario ecerchiamo di raggiungere il 100%.Allo stesso tempo, tentiamo sempre dimigliorare il nostro livello di efficien-za, per fornire al cliente un servizio dialto livello a prezzi contenuti. Equa-torTM ci ha consentito di compiere unsalto di qualità”.

LE FORMICHE CAMMINANOSULLA NUOVA PIATTAFORMA MINIATURIZZATA 3D DI MISURADI FORZA HBM DELL’UNIVERSITÀ DI JENA

Alla Cattedra di Scienze Motoriedell’Università Friedrich Schiller diJena, Lars Reinhardt e il Prof. Dr.Reinhard Blickhan hanno sviluppatouna nuo va piattaforma di misura,capace di rilevare in modo affida-bile le forze di reazione del suologenerate da una singola zampa diformica in movimento, in tutte le tredirezioni del moto. La nuova piatta-forma 3D si distingue per la suarobusta struttura, l’ampio campo dimisura fino a 4 mN e il basso livel-lo di diafonia fra i canali di misura.Ciò è stato verificato con numerose

prove, estese e dettagliate.Reinhardt e Blickhan hanno testatol’affidabilità e la durevolezza dellanuova piattaforma di misura per unperiodo di sei mesi. La piattaformaminiaturizzata 3D di misura dellaforza ha facilmente superato 3.000carichi con una zampa esercitati dalleformiche del legno della specie For-mica polyctena in movimento sullapiattaforma. La piattaforma non hamostrato alcun difetto del materiale oincertezze di misura. Ulteriori vantag-gi sono il basso costo di produzione,dovuto alla sua struttura, e l’ampiagamma di diverse applicazioni chevanno ben oltre gli esperimenti con leformiche.

La HBM svolge un ruolo diprimo piano nella taratura,misurazione e analisi

La piattaforma di misura sviluppatadagli scienziati del movimento dell’U-niversità di Jena si basa sulla tecnolo-gia stereolitografica di alta precisio-ne. Il prototipo, realizzato con mate-riale simile alpolicarbonato(PC), è leggero,molto elastico,ben smorzato estrumentato con

estensime-tri a semi-conduttorepersonaliz-zati. LaHBM hafornito ilsistema diamplifica-

tori digitali MGCplus e il software dimisura e prova catman Easy per lamisurazione, acquisizione dati, visua-lizzazione e analisi.Il provato e collaudato sistema di am -plificatori MGCplus del la HBM èstato specificamente progettato perl’impiego in laboratorio e nei banchipro va. Grazie alla sua strutturamodulare, il si stema può ben adattar-si a nuovi compiti ed è virtualmenteusato in ogni area di ricerca. Essoconsente misurazioni sia statiche siadinamiche di forze, pesi, spostamen-ti, pressioni, temperature, coppie,accelerazioni, deformazioni, solleci-tazioni meccaniche, o tensioni, cor-renti, frequenze e resistenze con ele-vata risoluzione, stabilità a lungo ter-mine e, di primaria im portanza,immunità alle in terferenze.Il software di misura catman Easy

della HBM è lostrumento idea-le per i progettidi misura, adesempio incombinazionecon il sistemadi amplificatoriMGCplus. Essorappresenta laprima sceltaper l’acquisizio-ne, visualizza-zione e analisidei dati. È inol-

tre il perfetto supporto degli am -plificatori HBM e la sua gestione in -tuitiva e le numerose opzioni perso-nalizzate lo pongono al vertice dellemigliori soluzioni disponibili.

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semplicemente “tutti gli altri”, dunqueincludendo tipicamente componentid’incertezza da fonti assai diverse, dal-l’incertezza di taratura all’incertezza didefinizione del misurando. Una voltaaccettato il principio, la conseguenzanon è più così problematica: si puòragionevolmente concordare che tuttele componenti d’incertezza, a prescin-dere dalla categoria del metodo concui sono state valutate, sono combina-bili mediante un’unica procedura, ingrado di produrre quell’unica informa-zione d’incertezza cercata.La GUM reinterpreta in questo senso latradizionale “legge di propagazionedegli errori”, assumendo la combinazio-ne additiva in quadratura delle incertez-ze formalizzate come deviazioni stan-dard, al più con la necessità di tenerconto anche delle covarianze, dunquenell’ipotesi di linearità o quasi-linearitàdel modello di misura. Che la così ribat-tezzata “legge di propagazione delleincertezze” sia non l’origine ma la con-seguenza di una scelta strutturale gene-rale è dimostrato dal fatto che la stessastrategia è mantenuta anche per modellisignificativamente non lineari, attraversoil Supplemento 1 della GUM (JCGM101:2008, “Propagation of distributionsusing a Monte Carlo method”) che mo -stra come propagare numericamente di -stribuzioni invece che analiticamente de -viazioni standard, ma comunque sem-pre nella logica che una singola proce-dura è appropriata a prescindere dalledifferenze sulle cause che determinanole componenti d’incertezza.La GUM non nasconde questa impo-stazione operativa, riconoscendo pro-prio nella sua apertura che per poterconfrontare misure è necessario dispor-re un’indicazione quantitativa della lo -ro qualità, fornita appunto dall’incer-tezza di misura: le misure sono stru-menti di supporto alle decisioni, e dun-que occorre avere un’informazione uti-lizzabile circa la loro affidabilità. Inmo do perfettamente coerente, il passo

METROLOGIA

GENERALE La nuova Guida

all’Incertezza di MisuraGrandi cambiamenti in arrivo!

�Rubrica a cura di Luca Mari ([email protected])

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GENERAL METROLOGYA new permanent section of the Journal begins with this issue: our colleagueand friend Luca Mari, world-recognized expert in fundamental metrologyand member of several International Committees, will inform the readers onthe new development of the fundamental norms and documents of interestfor all metrologists and measurement experts. Do not hesitate to contact him!

RIASSUNTOUn’altra Rubrica permanente della Rivista, a partire da questo numero. Ilcollega e amico Luca Mari, internazionalmente riconosciuto quale espertodi metrologia fondamentale e membro di numerosi tavoli di lavoro per laredazione di Norme, informerà i lettori sui più recenti temi d’interesse esugli sviluppi delle più recenti Norme e Documenti. Scrivete a Luca per com-mentare i suoi articoli e per proporre ulteriori temi di discussione!

Cari Lettori di Tutto_Misure!È in corso di revi-sione il documentoJCGM 100:2008,“Evaluation of mea -surement data –Guide to theexpression of un -

certainty in measurement” (riferito an -che come ISO/IEC Guide 98-3:2008e recepito in Italia come UNICEI ENV 13005:2000, “Guida all’e-spressione dell’incertezza di misura”),solitamente identificato come “la GUM”e da qualcuno addirittura come “laGuida” tout court. In questa prima rubri-ca fornirò alcune informazioni di basea proposito della GUM e della bozzadella sua nuova edizione, disponi-bile dalla fine del 2014.L’importanza della GUM non è in di -scussione, per il ruolo di punto di riferi-mento che negli ultimi vent’anni haavuto a proposito dell’incertezza dimisura, un tema cruciale in tutto lo spet-tro dei problemi di misura, dalla metro-logia fondamentale degli Istituti Metro-logici Nazionali, chiamati a garantirela compatibilità dei campioni attraversole Key Comparisons nel contesto delMutual Recognition Arrangement(MRA), fino alla metrologia nell’indu-stria, per l’ambiente e la salute. Al mo -

mento della sua prima pubblicazione,nel 1993, la GUM poteva a buon dirit-to essere presentata come la prima solu-zione ampiamente condivisa al proble-ma tradizionale di come combinare inun unico valore numerico l’informazio-ne derivante dal riconoscimento dellapresenza contemporanea di erroricasuali ed errori sistematici in una misu-razione. Recependo una raccomanda-zione di un gruppo di lavoro coordina-to dal BIPM e formulata già nel 1980 aseguito di una richiesta del ComitatoInternazionale dei Pesi e della Misure(CIPM), la GUM propone una procedu-ra basata sull’ipotesi di distinguere nonla “natura” degli errori ma le modalitàdi valutazione dell’incertezza.È evidente qui l’atteggiamento pragma-tico: dato che non riusciamo a concor-dare sull’interpretazione delle cause(“sugli input”), concordiamo almenosulle azioni da compiere (“sugli out-put”). La nota distinzione tra metodi divalutazione “di categoria A” e “di cate-goria B” ha questa origine, e la suaconnotazione pragmatica rimane evi-dente nel fatto che se i metodi di cate-goria A sono caratterizzati positiva-mente, come quelli basati sull’uso dicampioni statistici e dunque sull’ipotesidi ripetibilità dell’interazione tra ogget-to sotto misurazione e strumento dimisura, i metodi di categoria B sono

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METROLOGIAGENERALE

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successivo è stato compiuto dal Voca-bolario Internazionale di Metro-logia (VIM), che nella sua ultima edi-zione nel 2007 (JCGM 200:2012,riferito anche come ISO/IEC Guide99:2007 e recepito in Italia comeUNI CEI 70099:2008) introduce i con-cetti di bilancio dell’incertezza (uncer-tainty budget) e d’incertezza di misuraobiettivo (target uncertainty), “incertez-za di misura specificata in forma dilimite superiore e stabilita sulla basedell’utilizzo previsto dei risultati dimisura”. Su questa base è stata svilup-pata, nella norma UNI EN ISO 14253-2:2011 sulle specifiche geometrichedei prodotti ma di applicabilità ben piùgenerale, la Procedure for UncertaintyMAnagement (PUMA), una proceduraiterativa per costruire il bilancio dell’in-certezza attraverso il confronto traincertezza di misura calcolata e incer-tezza obiettivo dichiarata.Dall’anno della sua costituzione, il1997, il Joint Committee for Guides inMetrology (JCGM) è incaricato delleattività di manutenzione e sviluppodella GUM e del VIM. Il gruppo di lavo-ro sulla GUM aveva scelto in questianni di non operare direttamente sullaGUM, producendo invece documenti aessa complementari: un’introduzione(JCGM 104:2009) e alcuni supplemen-ti, tra cui il citato Supplemento 1 a pro-posito di propagazione numerica di di -stribuzioni (si noti che da qualche annotutti questi documenti sono liberamenteaccessibili nel sito del BIPM, www.bipm.org/en/committees/jc/jcgm). Nella realizzazione di questi supple-menti l’impostazione alla base dellaGUM è stata messa alla prova, in par-ticolare circa l’effettiva compatibilità,nell’ambito di uno stesso contesto con-cettuale e formale, di valutazioni stati-stiche e valutazioni non statistiche. Que-sta duplicità richiama, naturalmente, lelunghe discussioni tra interpretazione“frequentistica” e “soggettivistica” dellaprobabilità (un’interessante interpreta-zione su questo “scontro d’interpreta-zioni” è proposta nel saggio di B.Efron, “Bayesians, frequentists, andscientists”, liberamente accessibile al -l’indirizzo http://statweb.stanford.edu/~ckirby/brad/papers/2005BayesFreqSci.pdf; anche Tutto_Misure ha

ospitato contributi critici sul tema, peresempio il recente “Incertezza di mi -sura: teoria coerente o edificio da ri -costruire?” di N. Giaquinto, nelle suetre parti su T_M di Settembre 2013,Dicembre 2013, e Giugno 2014), unarelazione in qualche modo ammessadalla GUM stessa, quando scrive che levalutazioni di categoria A si basano sudistribuzioni di frequenza osservate eper le valutazioni di categoria B sugge-risce d’intendere la probabilità comegrado di credibilità (degree of belief)nell’accadimento di un evento.In modo non equivoco, la bozza dellanuova edizione della GUM chiarisce ladirezione che è stata scelta, presentan-do la decisione come un “cambia-mento concettuale e tecnico”. Datala sua chiarezza, vale la pena di legge -re direttamente quanto è dichiarato nel-l’introduzione della bozza: “This editiontakes the Bayesian view of probabilityin the evaluation of measurement uncertainty; accordingly, the available knowledge is used to deduce a PDF forthe quantity concerned, and the stan-dard deviation of this PDF is used as thestandard uncertainty. As a conse-quence, a standard uncertainty resultingfrom a Type A evaluation is no longer anestimate of a standard deviation, but aparameter of a state-of-knowledge PDF.Thus, the concept of an uncertainty hav-ing effective degrees of freedom is nolonger needed. This change simplifiesuncertainty calculations involving suchquantities and places the Guide on afirmer, more consistent foundation”.Come si vede, la bozza propone l’inter-pretazione bayesiana come un punto divista informazionale alla probabilità, edunque de-enfatizza, benché in modonon esplicito, l’associazione tra interpre-tazione bayesiana e soggettivismo: ilconcetto di grado di credibilità, finoraassociato alle valutazioni di categoria Bin quanto tali, rimane solo in un’acce-zione specifica (“Guidance is given onthe determination of an interval that con-tains the value of the measurand with agiven probability, intended as degree ofbelief”), corrispondente al concetto clas-sico di livello di confidenza.Data questa unificazione, appare im -mediatamente la criticità di mantenerela distinzione tra valutazioni di catego-

ria A e di categoria B, da cui pure – co -me ricordato sopra – il processo che haportato alla GUM si era originato, apartire dalla raccomandazione del1980. È interessante, da questo puntodi vista, una nuova citazione dallabozza: “The standard uncertainty abouta quantity can be evaluated on thebasis of information either in the form ofrepeated indication values (sometimescalled a Type A evaluation of uncertain-ty), or else on the basis of other avail-able information such as provided bycalibration certificates, measuring sys-tem specifications, physical tables andexpert judgment (sometimes called aType B evaluation of uncertainty)”. Nelribadire l’enfasi sul ruolo dell’informa-zione nella misurazione, trovare nella(in una bozza della) GUM l’espressione“sometimes called a Type A/B evalua-tion” suona davvero strano a chi cono-sca la storia, e ricordi perciò che in pra-tica è stata proprio la GUM a proporrepubblicamente la distinzione tra cate-goria A e categoria B...D’altra parte, la volontà dichiarata disemplificazione, e non solo di maggiorecoerenza interna, è evidente non solonella scelta di mantenere come oggettole sole grandezze misurate in scale alge-bricamente ricche (“Nominal propertiesand ordinal quantities are not covered inthis Guide”), ma anche e soprattutto nel-l’ipotesi di trattare solo situazioni in cui“per tutti gli scopi pratici” il misurandopuò essere definito “con sufficiente com-pletezza” e dunque il suo valore puòessere considerato come unico (dunqueun numero reale con unità di misura?). Inconseguenza, “knowledge about themeasurand available before the measu-rement is not considered in this Guide”(una frase un po’ sorprendente, e cheevidentemente deve essere interpretata:come si può costruire il modello di misu-ra senza conoscenza sul misurandoprima della misurazione?), e perciò “inthis edition of the Guide, there is no con-sideration of ‘definitional (or intrinsic)uncertainty’”. Considerando che il con-cetto d’incertezza intrinseca, poi appro-priatamente rinominato “incertezza didefinizione” dal VIM, è stato introdottoproprio dalla GUM, si tratta di nuovo diuna scelta che, plausibilmente, farà di -scutere.

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GUFPI-ISMAISERIALI

LAMISURADELSOFTWARE

Quanto è grande un requisito?

Luigi Buglione

Parte I – Requisiti funzionali

GUFPI-ISMA - Gruppo UtentiFunction Point ItaliaItalian Software Metrics [email protected]

INTRODUZIONE

Nello scorso numero della rubrica [1]dicevamo che la misurazione del soft-ware (e non solo) deve essere pensa-ta e attuata considerando diversi a -spetti, complementari, di una entitàd’in teresse. Pertanto l’applicazionedell’analisi EAM [2] e della tecnicaBMP [3] può aiutare un’organizzazio-ne nel valutare un insieme di possibilimisure ‘bilanciate’ quale base per unpiano di misurazione utile e sostenibi-le. Un esempio pratico di attributi (A)da considerare per un prodotto soft-ware (E – Entità) è dato dal modello diqualità per i prodotti software propo-sto dall’ISO nella norma ISO/IEC25010:2011 [4], per ciascuno deiquali è possibile derivare una serie dipossibili misure (M). Tale modello rap-presenta l’evoluzione del precedentestandard 9126-1:2001 [5].Tali attributi rappresentano requisitinon-funzionali (NFR – Non Functional

Requirements), ovverossia a COME ilprodotto dovrà essere realizzato, enon COSA il prodotto realizzerà,ovverosia i c.d. requisiti funzionali.Nello scorso articolo si proponeva loschema ‘ABC’ [6] per indicare comel’analisi e il deployment di un UR(User Requirement) possa passare dinorma per tre possibili ‘flussi’: FUR(Functional User Requirements), NFR

(Non-Functional Requirements) e‘Altro’, intendendosi i primi due riferi-ti a un prodotto e il terzo all’entità‘progetto’. Una diversa rappresentazione delloscope da considerare è presentata inFig. 2, a sottolineare la complemen-tarietà di FUR-NFR di prodotto nel-l’ambito di un progetto, non potendoprescindere da ulteriori requisiti erelative attività per la ‘gestione’ diquanto richiesto dal ci clo di vita delsoftware (es: project management,misurazione, quality assurance, confi-guration management, ecc.).In quest’articolo iniziamo dal primostream, quello dei requisiti funzionaliutente (FUR), per poi trattare nei suc-cessivi articoli gli altri stream delloschema e come questi possano aiuta-re nella determinazione dei tempi ecosti complessivi di un progetto.

WHICH IS THE SIZE OF A REQUIREMENT? PART I – FUNCTIONALREQUIREMENTSOne of the main goals for a project manager is to determine effort and costsfor his project, trying to minimize the error between estimations and actualdata. The adoption of a proper set of quantitative measures is fundamentalfor achieving such goal. Quantifying FURs (Functional User Requirements) isthe first step for this path. This paper presents an introduction to the FPA(Function Point Analysis) technique, starting from its origin and rationale,paying attention to the IFPUG (International Function Point Users Group)method.

RIASSUNTOUno degli obiettivi di un project manager è di determinare effort e costi delproprio progetto cercando di minimizzare l’errore tra i due momenti tem-porali della stima e del consuntivo. Adottare un set ben individuato di misu-re quantitative è fondamentale per conseguire tale obiettivo. La quantifica-zione dei requisiti utente funzionali (FUR – Functional User Requirements)rappresenta il primo passo del percorso. L’articolo presenta un’introduzio-ne alla tecnica FPA (Function Point Analysis), partendo dalle sue origini emotivazioni, con attenzione al metodo proposto da IFPUG (InternationalFunction Point User Group).

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Fig. 1 – ISO/IEC 25010:2011 - Quality Model

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NEWS

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Keysight Technologies Inc.ha recentemente presenta-to IntegraVision, il primoanalizzatore di potenzache combina in un solostrumento accurate funzio-ni di misura con le capaci-tà di visualizzazione tipi-che di un oscilloscopio contouchscreen. Il nuovo stru-

mento è la soluzione ideale per i progettisti impegnati in atti-vità di ricerca e sviluppo e nel collaudo di sistemi di conver-sione di potenza, che possono accedere a visualizzazionidinamiche sull’andamento di correnti, tensioni, potenze e altriparametri utili per valutare e ottimizzare le prestazioni deiloro circuiti.I progettisti che lavorano sui sistemi di conversione di poten-za necessitano di misure a elevata accuratezza, per identifi-care e caratterizzare anche i più piccoli miglioramenti di effi-cienza nei dispositivi e nei sottosistemi elettronici (inverter oconvertitori di potenza, alimentatori universali, sistemi digestione delle batterie, alimentatori per veicoli o aeromobili,convertitori e alimentatori elettronici per lampade ed elettro-domestici di vario tipo). Alcuni analizzatori di potenza attual-mente sul mercato, pur offrendo un’adeguata accuratezza dimisura, risultano poco pratici da utilizzare e non consentonodi caratterizzare gli assorbimenti energetici in condizionidinamiche. Prima dell’avvento di IntegraVision, i progettistierano obbligati a usare un analizzatore di potenza per effet-tuare misure accurate, e un oscilloscopio per visualizzareeventi ripetitivi ed eventi isolati, come i transitori durante il fun-zionamento o all’accensione. Ora l’eliminazione di un oscil-loscopio dal banco di misura diminuisce la complessità deicollaudi e riduce il tempo necessario alla configurazione delleprove.I nuovi analizzatori di potenza Keysight sono ideali per valu-tare rapidamente e in modo interattivo i consumi energetici, incontinua e in alternata, il rendimento della conversione dipotenza e le caratteristiche dinamiche in risposta a variazionidei parametri caratteristici dell’alimentazione di rete (frequen-za, fase e armoniche), con un’accuratezza di base dello0,05 % e 16 bit di risoluzione. IntegraVision permette dicaratterizzare gli assorbimenti energetici in condizioni estre-mamente dinamiche, con una velocità di campionamento di5 Megasample al secondo e una larghezza di banda di2 MHz.“Con l’accuratezza di un analizzatore di potenza e la capa-cità di visualizzazione delle forma d’onda di un oscilloscopiointegrate in uno stesso strumento, gli analizzatori di potenzaIntegraVision rendono notevolmente più semplice a progettistie responsabili della validazione identificare e risolvere i pro-blemi che influiscono sull’efficienza energetica dei loro siste-mi”, afferma Kari Fauber, General Manager della divisionePower and Energy di Keysight. “Se un progettista sa usare unoscilloscopio, può utilizzare anche questo strumento: grazieallo schermo touch, le misure di potenza non sono più lunghee scomode”.

Per ulteriori informazioni: www.microlease.com/keysight

PRIMO ANALIZZATORE DI POTENZAINTEGRATO CON CAPACITÀ DI VISUALIZZAZIONE TIPICHE DI UN OSCILLOSCOPIO TOUCH

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I SERIALILA MISURA DEL SOFTWARE

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FUNCTIONAL USER REQUIREMENTS E FUNCTIONPOINTS: L’ORIGINE

La scelta di dimensionare i FUR èdatabile alla metà degli anni ’70,quando ancora i contratti erano for-mulati usando LOC (Lines of Code),con un confronto spesso difficile tra leparti contrattuali. Jones ha ben rias-sunto nel ‘paradosso della produttivi-tà’ l’effetto distorsivo nell’usare unitàdi prodotto per gestire tempi/costi diun progetto [7]. Due tipiche misurevalutate erano (a) costo unitario diuna LOC e (b) la produttività di svi-luppo per LOC. Il paradosso stava nelfatto che nel primo caso un maggiornumero di LOC implicasse un mag-gior lavoro e quindi maggiori costi,non un risparmio, mentre nel secondocaso produrre più LOC non necessa-riamente significa realizzare un mag-gior numero di funzionalità software:un programmatore che avesse realiz-zato la stessa funzione con meno istru-zioni in minor tempo sarebbe statopiù performante ed economico. Maanalizzare tali valori senza compren-dere cosa e come si stesse misurandoha portato ad applicare tali metrichein modo acritico (il costo/LOC rap-porta costi dell’intero progetto allalunghezza del source code che è inve-ce una misura di prodotto) confron-tando pertanto entità non omogenee.Ancora, misurare con LOC non è tec-nicamente possibile prima di aver giàrealizzato il prodotto. Come potervalutare e stimare quindi effort e costiPRIMA di realizzare il software?Allan Albrecht, ricercatore IBM, for-mulò tra il 1975 e il 1979 il metodo

FPA (Function Point Analysis) e i c.d.‘Function Points’ (FP) [8], rispettiva-mente tecnica e unità di misura dellefunzionalità software scambiate traclienti/fornitori, osservate in modoneutrale, escludendo i possibili impat-ti tecnologici [7]. Molta letteratura usaa tutt’oggi il confronto con i metri qua-drati di un appartamento: indipen-dentemente dai materiali usati o dalposizionamento in una data zona/città (requisiti non-funzionali), i FPesprimono esclusivamente un volume,come facevano invece le LOC, unalunghezza. L’idea vincente – conside-rando il periodo – fu quella di lavora-re partendo dai limiti delle LOC(dipendenza dalla tecnologia utilizza-ta e momento temporale per conteg-giarle) per creare una misura il piùpossibile neutrale tra le parti contrat-tuali e determinabile sin dalla primaformulazione degli UR (User Require-ments) con le dovute approssimazio-ni, proponendo nelle regole di con-teggio la logica di processo (IPO –Input, Processing, Output) e un livellodi granularità standard, al pari di un“etalon” [9] nel mondo metrologico.Per il primo aspetto (logica di proces-so), Albrecht considerò i due tipici ele-menti in gioco nello sviluppo di unprodotto software (dati e processi),mentre per il secondo (granularità)introdusse definizioni del livello mini-mo di ciò che va misurato, per rende-re confrontabili quantità standard,creando così una misura possibilmen-te robusta e ripetibile indipendente-mente dal misuratore.Gli elementi di conteggio sono cin-que: due tipologie di dati “logici”(interni ed esterni: ILF ed EIF) e tre pro-cessi (input, output e inquiry “ester-ne”: EI, EO, EQ – un output è unaquery con un’elaborazione associatae pertanto “vale” di più di una “sem-plice” query). A ciascun elementoviene associato un peso, determinatoda un’analisi di regressione linearemultipla effettuata su un set di ca. 20progetti IBM “lavorati” nella secondametà degli anni ’70, con tecnologie elinguaggi di quel periodo, ancoralegati al mondo mainframe e succes-sivamente revisionati con un secondoe ultimo studio del 1984 [10], a

seguito dell’introduzione dei primi PCe computer dipartimentali. I pesi sonopertanto l’espressione mediata deglieffort necessari a realizzare quellequantità di lavoro espresse attraversola determinazione delle frequenze deicinque elementi conteggiabili, a parti-re dall’analisi dei requisiti utente diprodotto.Per quanto riguarda la granularità de -gli elementi da conteggiare, i numerodi dati logici (non fisici) vanno consi-derati valutando lo schema dati in3NF (terza forma normale), mentreper i processi è stato coniato il con-cetto di “processo elementare” (la piùpiccola attività significativa per l’uten-te, autonoma e indivisibile dal puntodi vista funzionale). “Gestire” non èun verbo elementare, ma include piùprocessi elementari (il c.d. CRUDL:Create, Read, Update, Delete, List).Ciascuna delle tre tipologie di proces-so (EI, EO, EQ) ha poi un “intento pri-mario”, utile per classificarle: adesempio, l’intento primario di un Ex -ternal Input (EI) è quello di manutene-re uno o più ILF (Internal Logical File)e/o alterare il comportamento delsistema (prodotto, spesso invece con-fuso con il ‘progetto’, come si diràavanti nei possibili ‘limiti’ applicatividelle tecniche FPA-like). Nel caso del“CRUDL”, avremmo 3 EI (Create,Update, Delete), 1 EQ (Read) e 1EO/EQ (List), dovendosi valutare sela lista presenti calcoli (nel casosarebbe un EO) oppure no (quindi unEQ, una semplice query senza ulterio-ri elaborazioni). Un’analisi grammati-cale dei requisiti utente può pertantoes sere applicata, analizzando verbi/sostantivi per i processi e i comple-menti oggetto per i dati logici.

IFPUG FPA: un esempio di conteggio

Ecco un semplice esempio per illustra-re come determinare il numero di FPper il nuovo requisito “gestire una nuo -va anagrafica”. Ecco una serie d’ipo-tesi sulla numerosità dei campi e dei fi -le da considerare:• Gestire/Gestione (verbo/sostanti-vo) → processi → CRUDL → 5 Ele-

Figura 2 – Yin-Yang: i tre ‘stream’ dello schema ‘ABC’

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Marco Brusati, Sales Managerdella Divisione Strumenti di MisuraRohde & Schwarz Italia, è statorecentemente nominato ancheSales manager T&M e Broad-cast per la filiale spagnola.In Rohde & Schwarz Italia dal1990, Brusati s’inserisce nella retedi vendita della Divisione Strumentie si distingue subito per le propriecapacità e conoscenze tecniche suiprodotti del basket dell’azienda

tedesca. Per tre anni lavora presso il Quartier Generale a Mona-co di Baviera, in qualità di Product Manager, nel settore dei pro-dotti per il radiomobile. Tornato in Italia, occupa la posizione diKey Account Manager per l’industria e gli Operatori di Telefonia,fino a diventare Sales & Marketing Manager Div. T&M nel 2007.La sua recente nomina va ad aumentare la sinergia del per-sonale Rohde & Schwarz e il consolidamento delle strategiedi mercato nella Regione South Europe. Marco Brusati haaccolto questa importante sfida con slancio ed entusiasmo, inun attuale contesto difficile ma sicuramente stimolante.

Per ulteriori informazioni: [email protected]

NOVITÀ IN CASA ROHDE & SCHWARZ

Crase srl, da oltre 25anni punto di riferimen-to nel mercato dell’in-granaggio, è oggi ingrado di vendere, assi-stere e retrofittare Mac-chine di Prova per lamisurazione d’ingra-naggi cilindrici e conici.La Società, grazie allaconoscenza maturatanegli anni e alla tecno-logia disponibile, ri -spon de alle problemati-che legate alle misura-zioni nel controllo degliingranaggi presentando

un ventaglio di offerte molto esteso.Crase offre una vasta gamma di Evolventimetri manuali usati:MAAG, KLINGELNBERG, MAHR, FRENCO, HOFLER. Le mac-

chine manuali, con o senza disco base, sono una valida alter-nativa tecnico-economica per la misura degli ingranaggi; unavolta retrofittati, gli strumenti rimangono validi e aggiornati.I nostri tecnici specializzati sono in grado di aggiornare ilvostro evolventimetro a controllo e/o manuale: oltre adaggiornare il sistema di misura, abbiamo la possibilità di ripa-rare o revisionare le parti meccaniche e fornire accessori utilial controllo.Tra gli evolventimetri CNC troviamo varie macchine di misurache vanno da 200 a 2.000 mm di diametro, totalmente auto-matiche, che permettono di misurare in modo veloce e sempli-ce. Con un unico ciclo di misura, lo strumento fornisce reportdi prova per la misura dei parametri di elica, evolvente e divi-sione. Tutti i parametri di dentatura misurati rispondono allenormative DIN, AGMA e ISO. Il sistema di misura risulta esse-re semplice e di utilizzo immediato.I prodotti e l’assistenza sono Made in Italy, che vi garantisco-no elevata competitività nel lungo periodo.

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RETROFIT DI MACCHINE PROVA INGRANAGGI

Il nuovo lettore serie SR-1000 della Keyence include sorgenti diluce, sia polarizzata sia diretta: la selezione automatica del fil-tro di polarizzazione elimina il riflesso e consente un montaggioflessibile. Il lettore di codici rimuove automaticamente il riflessoed elimina la necessità di regolare l’angolo di montaggio o l’il-luminazione esterna durante l’installazione. Il lettore di codiciottimizza automaticamente l’esposizione, il filtro di elaborazio-ne delle immagini e altri parametri in base al target e alla distan-za d’installazione.Il montaggio è meno vincolato alle prestazioni o alle specifichedel lettore di codici stesso, quindi migliora la flessibilità dellaprogettazione delle macchine per linee di produzione e struttu-re di montaggio. È possibile utilizzare un solo lettore per targetcon altezze diverse. Le fluttuazioni nelle condizioni del codicesono previste durante la regolazione e vengono generate auto-maticamente impostazioni di lettura estese. Questo assicura unalettura stabile anche quando il contrasto del codice cambia, eli-minando la necessità di riconfigurare il lettore.La Serie SR-1000 è dotata di una funzione che valuta la qualitàdel codice, rilevandone l’eventuale deterioramento prima che siverifichino errori di lettura; questa modalità può essere usata perla manutenzione preventiva del processo di stampa. La configu-

razione può esserecompletata in soli quat-tro passi con un modu-lo domanda-risposta,che include spiegazio-ni visive.Nelle versioni prece-denti, l’utente dovevacapire le impostazionidisponibili sullo scher-mo e determinare qualiparametri inserire. Lanuova versione utilizzauna procedura guidata per eliminare la necessità d’individuarei parametri, riducendo le ore di manodopera necessarie perl’impostazione della comunicazione.I lettori di codice KEYENCE eseguono la scansione di codici 2Do 1D a velocità estremamente elevate e con una precisioneimpareggiabile.

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LETTORE DI CODICI 1D E 2D CON MESSA A FUOCO AUTOMATICA

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I SERIALILA MISURA DEL SOFTWARE

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mentary Process (EP): 3 EI, 1 EQ, 1EO (supposto un calcolo)• Nuova Anagrafica (complementooggetto) → dati logici → lettura/scrit-tura → 1 ILF.Per ciascun FT la complessità vienedeterminata da specifiche tabelle cheincrociano il numero di DET (Data Ele-ment Types, campi logici) con il nume-ro di RET (Record Element Types, sot-togruppi per i dati logici, ILF e EIF) odi FTR (File Type Referenced, file logi-ci referenziati nelle funzioni di tipoprocesso: EI, EO, EQ).

Supponendo, a titolo d’esempio, una complessità “bassa” per tutti gli elementisopra indicati, avremmo la seguente soluzione, con un totale di 23 FP:

Volendo valutare a una prima stima del requisito il rangepossibile, dalla complessità bassa a quella alta, senza

entrare nel dettaglio di quanti campi e dati siano usati,deriveremmo:

Si determina pertanto un ventaglio d’i-potesi che varierà tra 23 e 46 FP(bassa e alta complessità), passandoper ipotesi intermedie (Bassa-Media:28 FP; Medio-Alta: 39 FP). Un valore maggiormente affidabilesarà pertanto derivabile da unaanalisi dettagliata dei campi e file

coinvolti: conoscenza ed esperien-za maturata con tali tecniche per-mette in pochi minuti di poter ini-ziare a derivare un valore indicati-vo, che approssimi perlomeno ladimensione funzionale degli UR for-mulati a quel dato livello di granu-larità.

FPA ED ELEMENTI NON-FUNZIONALI: IL VAF(VALUE ADJUSTMENT FACTOR)

Quanto detto finora rappresenta ilmetodo e le regole ancora applicatedopo più di 35 anni: l’impianto dellaFPA rimane valido perchè legato a un

Tabella 3 – Esempio di conteggio: ipotesi di bassa complessità

Tipo Funzione Frequenza Complessità Peso Valore Pesato(A) (B) (C) (A*C)

ILF 1 B 7 7

EIF 0 —- —- 0

EI 3 B 3 9

EQ 1 B 3 3

EO 1 B 4 4

FP 23

Tabella 4 – Esempio di conteggio: range d’ipotesi con le diverse possibili fasce di complessità (B, BM, M, MA, A)

Complessità - Pesi Valore Pesato

Tipo Funzione Frequenza Bassa Media Alta Bassa Media Alta a (A) (B) (C) (D) (A*B) (A*C) (A*D)

ILF 1 7 10 15 7 10 15

EIF 0 5 7 10 0 0 0

EI 3 3 4 6 9 12 18

EQ 1 3 4 6 3 4 6

EO 1 4 5 7 4 5 7

23 32 46

Bassa-Media 28

Medio-Alta 39

Tabella 1 – IFPUG FPA: tabelle di complessitàper EIF (valori a sinistra)/ILF (valori a destra)

RET\DET 1-19 20-50 51+

1 B (5/7) B (5/7) M (7/10)

2-5 B (5/7) M (7/10) A (10/15)

6+ M (7/10) A (10/15) A (10/15)

Tabella 2 – IFPUG FPA: tabelle di complessità per EI (sinistra) e EO/EQ (destra)

FTR\DET 1-4 5-15 16+ FTR\DET 1-5 6-19 20+

0-1 B (3) B (3) M (4) 0-1 B (4/3) B (4/3) M (5/4)

2 B (3) M (4) A (6) 2-3 B (4/3) M (5/4) A (7/6)

3+ M (4) A (6) A (6) 4+ M (5/4) A (7/6) A (7/6)

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processo e non a una specifica tecno-logia. Ciò che è variato dalla primaformulazione di Albrecht alle attualiversioni dei metodi FPA-like era un‘aggiustamento del valore’ iniziale diFP in base a una serie di elementi non-funzionali, legati sia al prodotto soft-ware sia all’ambiente di sviluppo (per-tanto all’entità progetto). Il VAF (ValueAdjustment Factor) nella prima formu-lazione era calcolato partendo da 10GSC (General Systems Characteri-stics), poi passate a 14, proprio aindicare una crescente complessitàdei sistemi (ricordando però che“complessità” è un attributo distintodalla “funzionalità”, come indicatoanche dalla norma 25010 sopra cita-ta), ciascuna da valutare con un pun-teggio su scala ordinale da 0 a 5. Ta -le valore era rappresentato quale fat-tore moltiplicativo (non additivo) al nu - mero iniziale di FP, con una variabili-tà del ± 35%, pertanto esprimendouna “supremazia” della dimensionefunzionale (espressa in FP) su quellanon-funzionale (espressa dal VAF) chenon ha senso di esistere, dato che (co -me espresso graficamente nello sche-ma ABC) le quantità e i relativi effortdebbono essere sommati e non valu-tati come “quota parte” l’uno dell’al-tro, con l’effetto di una sotto-stima del-l’effort per le attività non-funzionali.L’applicazione del VAF comportavaalcuni paradossi nei valori calcolati,per cui è stato rimosso dall’ISO giàdal 1998 e poi dalla stessa IFPUG dal2003 con la versione 4.1 in formatoISO e ora nella v4.3 in modo definiti-vo, relegandola in appendice per solimotivi storici, a sanare tale anomalia.Pertanto nel caso di non applicazionedel VAF, esso deve essere quotato“N/A” e non pari a 1. Altrimenti in talmodo si assegnerebbe un valore di35 punti al TDI (Total Degree ofInfluence), ovverosia alla valutazionetotale delle 14 GSC per il sistema inesame.

FPA E METODI FSM: EVOLUZIONI, VALORE E POSSIBILI LIMITI APPLICATIVI

Dal 1986 il metodo di Albrecht è

stato ‘ereditato’ e fatto evolvere dal-l’IFPUG (International Function PointUsers Group – www.ifpug.org)[11] e già dalla fine degli anni ’80 sisono sviluppate una serie di varianti:COSMIC, NESMA, FISMA e Mark-II,divenute anche standard ‘de jure’ vali-date dall’ISO, denominate in modogenerico metodi FSM (Functional SizeMeasurement).Il valore di una fsu (functional sizingunit) – a prescindere dalla tecnicaadottata – risiede nel valorizzare gliaspetti “visibili” di un’entità d’interes-se, le funzionalità, in questo modo piùfacilmente individuabili da ambeduele parti contrattuali. Di contro, il ‘limi-te’ intrinseco di ciascuna misura, equindi le fsu non ne sono esenti, rima-ne quello di poter misurare ‘solo’ unaspetto di una entità d’interesse. Nelcaso dei FP, il principale limite appli-cativo risiede – nella pratica odiernacontrattuale – nell’utilizzarlo impro-priamente.Nei prossimi numeri della Rivista pro-seguiremo l’analisi parlando dellepeculiarità degli altri metodi FSM e diuna loro comparabilità e convertibili-tà, nonché di come tradurre le quanti-tà calcolate con tali metodi in effort eduration di progetto.

“The cost of standardisation is veryexpensive, but the cost of lack of

standardisation is enormous”(Brian L. Meek)

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

1. L. Buglione, Misurare per...credere:una breve overview della Misurazio-ne nel mondo ICT, Tutto Misure,#01/2015, URL:http://goo.gl/FkQbyK2. L. Buglione, C. Ebert, Estimation,Encyclopedia of Software Engineer-ing, Taylor & Francis Publisher, June2012, ISBN: 978-1-4200-5977-93. L. Buglione, A. Abran, ImprovingMeasurement Plans from multipledimensions: Exercising with Balanc-ing Multiple Dimensions - BMP, 1stWorkshop on “Methods for LearningMetrics”, METRICS 2005, 11th IEEEInternational Software Metrics Sym-posium, 19-22 September 2005,

Como(Italy), URL: http://goo.gl/mXKzU24. ISO/IEC 25010:2011, Systemsand software engineering — Systemsand software Quality Requirementsand Evaluation (SQuaRE) — Systemand software quality models5. ISO/IEC, IS 9126-1:2001 - Soft-ware engineering — Product quality— Part 1: Quality model6. L. Buglione, The Next Frontier:Measuring and Evaluating the Non-Functional Productivity, MetricViews,IFPUG Newsletter, Vol.6 Issue No.2,August 2012, pp.11-14, URL:http://goo.gl/BZnof7. C. Jones, Backfiring: ConvertingLines-of-Code to Function Points, IEEEComputer, 28(11), Nov 1995, pp.87-888. A. Albrecht, Measuring Applica-tion Development Productivity, Pro-ceedings of the IBM ApplicationsDevelopment Symp., Monterey, CA(USA), Oct.14-17, 1979, URL:http://goo.gl/wu7UFT9. BIPM, VIM – International Vocabu-lary of Metrology – Basic and GeneralConcepts and Associated Terms, 3rdEd., 2008 (rev. 2012), Bureau Interna-tional des Poids et Mesures, URL:http://goo.gl/ZN3Tbf10. A. Albrecht & J.E. Gaffney, Soft-ware Functions, Source Lines of Code,and Development Effort Prediction: ASoftware Science Validation, IEEETransactions on Software Engineer-ing, vol. 9, no. 6, Nov. 1983, URL:http://goo.gl/dBZ90U11. ISO/IEC 20926:2009, Softwareand systems engineering — Softwaremeasurement — IFPUG functional sizemeasurement method 2009

Luigi Buglione è il Pre-sidente di GUFPI-ISMA(Gruppo Utenti FunctionPoint Italia – Italian Soft-ware Metrics Association)e Direttore IFPUG Confe-rence & Education. At -

tualmente lavora in qualità di ProcessImprovement and Measurement Specia-list presso Engineering Ingegneria Infor-matica spa. È Associate Professor pres-so l’École de Technologie Supérieure(ETS) di Montréal.

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METROLOGIA

LEGALE

EFORENSE

Autovelox: finalmente!Una nuova attenzione alla conformità degli strumenti?

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A cura dell’Avv. Veronica Scotti ([email protected]) www.avvocatoscotti.com

LEGAL AND FORENSIC METROLOGYThis section intends to discuss the great changes on LegalMetrology after the application of the D.lgs. 22/2007, theso-called MID directive. In particular, it provides information,tips and warnings to all “metric users” in need of organiza-tions that can certify their metric instruments according to theDirective. This section is also devoted to enlightening aspects

of ethical codes during forensic activities where measurements are involved.Please send all your inquiries to Ms. Scotti or to the Director!

RIASSUNTOQuesta rubrica intende discutere i significativi cambiamenti in tema diMetrologia Legale a seguito dell’entrata in vigore del D.lgs. 22/2007, altri-menti detto Direttiva MID. In particolare, vuole fornire utili informazioni,consigli e ammonimenti a tutti gli “utenti Metrici” che si rivolgono per repe-rire informazioni su Enti e organizzazioni notificate per la certificazione delloro prodotto/strumento secondo la Direttiva. La rubrica tratta anche diaspetti etici correlati allo svolgimento di misurazioni legate ad attività inambito forense (CTU, CTP). Scrivete all’Avv. Scotti o al Direttore, e verreteaccontentati!

IL QUADRO

Sebbene negli ultimi anni siano au -mentati i ricorsi avverso le sanzionicomminate per eccesso di velocità eaccertate mediante rilevamento auto-matico effettuato tramite apparecchielettronici di misurazione della veloci-tà (cd autovelox), ricorsi motivati sullascorta della mancata conformità deglistrumenti di misura alle regole genera-li di metrologia, ovvero per assenza ditaratura di tali apparecchi, i giudicichiamati a pronunciarsi (dai Giudici diPace alla Corte di Cassazione) hannosempre, salvo rari casi, rigettato si miliargomentazioni confermando i prov-vedimenti adottati dalla PA.In particolare, a parte timide e pocofrequenti aperture giurisprudenziali(in specie pronunce di Giudici di Pa -ce), che imponevano la taratura del-l’apparecchiatura quale requisito perla validità degli accertamenti, la giu-risprudenza di legittimità ha semprefermamente difeso le ragioni della PA,

preservandone intatto il potere e rico-noscendole una sorta di autoreferen-zialità anacronistica attraverso la le -gittimazione di affermazioni prive difondamento, sia tecnico che giuridi-co, che attribuiscono all’accertamentouna veste d’infallibilità sacrale.Al riguardo si rammenta che le deci-sioni adottate dalla Corte di Cassa-zione affermavano la non necessarie-tà della taratura per la regolarità del-l’accertamento effettuato medianteautovelox, in quanto si riteneva suffi-ciente l’omologazione dell’apparec-chiatura mediante emanazione di ap -posito DM che ne garantiva la confor -mità ai requisiti richiesti per la messain funzione e l’utilizzo da parte deglior gani accertatori (Cfr. Cass civ23978/2007).Ritengo opportuno evidenziare chesuddetta interpretazione avrebbe po -tuto condurre, qualora fossero statime glio approfonditi alcuni aspetti(peraltro già visibili), alle diverse con-clusioni che oggi sembrano invece

profilarsi all’orizzonte. Infatti, a benvedere, nella differente ipotesi in cui igiudicanti non si fossero limitati a rite-nere rilevante la sola esistenza deldecreto di omologazione per l’appa-recchiatura di misurazione della velo-cità ma avessero, invece, consideratoanche i contenuti di suddetto provve-dimento ministeriale, in specie perquanto concerne il modello Autovelox104/C2 (dato che la fattispecie con-cretamente posta al vaglio della Corteconcerne detta apparecchiatura),avrebbero potuto verificare che, tra levarie condizioni di utilizzo dello stru-mento, erano previste e suggeritedal fabbricante le periodichetarature ai fini della regolaretenuta dell’apparecchio di misu-ra de quo, comportando, quindi, con-clusioni differenti.In ogni caso, considerato che tale valu-tazione non è stata svolta, risulta deltutto privo di utilità esprimere conside-razioni circa i possibili esiti che sisarebbero potuti manifestare a suotempo precorrendo quindi l’attuale sce-nario che, sebbene non abbia ancoradefinito in maniera inequivocabile laquestione, sembra tuttavia propendereper una maggiore aderenza alle buoneprassi e norme tecniche metrologiche inmateria di misura della velocità.

LA RILEVANZA COSTITUZIONALE

La vicenda prende le mosse da un ri -corso promosso da un automobilistaavverso un accertamento di violazio-ne della norma del codice della stra-da riguardante l’eccesso di velocitàrilevata mediante autovelox (ModelloAutovelox 104/C2). A seguito del ri -getto da parte del Giudice di Pace, ilricorrente promuove appello e, nuova -mente, vistosi respinto anche questo,

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NEWS

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Sotto il marchio echoLAB si riunisce un’offerta ampia e com-pleta di attrezzature e soluzioni per il laboratorio chimico,metallurgico e di prove fisiche, di cui fanno parte durometri,microscopi e macchine per test fisici. Una vasta gammad’offerta, che si completa con un sistema integrato di arrediper il laboratorio, facendo di echoLAB un partner pronto asupportarvi nelle vostre esigenze tecniche. Proviamo a riassu-mere con un minimo di dettaglio le proposte di echoLAB:– Arredi tecnici, sviluppati specificamente per il labo-ratorio - echoLAB ha definito un vero e proprio sistema inte-grato: banchi di lavoro realizzati con varie tipologie di mate-riali, cappe chimiche, pareti tecniche e moduli di lavoro attrez-zati. Un’offerta sviluppata per soddisfare tutte le esigenze diarredamento polifunzionale del laboratorio e interamente custo-mizzabile, su richiesta del cliente, nel layout e nei colori.– Durometri per prove Rockwell, Vickers, Micro Vickers e univer-sali – un assortimento di modelli che spazia tra strumenti manuali,motorizzati, digitali e interamente motorizzati, corredati di softwaredi gestione e accessori per soddisfare ogni richiesta del mercato.

– Microscopi - una gamma che com-prende microscopi industriali diritti e rove-sciati, microscopi metallografici diritti erovesciati, Stereo microscopi, completatada una serie di camere digitali e softwarededicati di gestione dell’immagine.– Macchine per test fisici - macchineidrauliche ed elettromeccaniche per provedi trazione e compressione, per prove dicompressione su calcestruzzi, pendoli perprove di resilienza, macchine per proved’imbutitura e di torsione, per prove dipiegamento e di rilassamento, sistemi difatica e per segnatura provini e macchineDrop-weight test.

Per ulteriori informazioni:www.echord.it/index.php/products/echo-lab

NOVITÀ PER IL LABORATORIO CHIMICO, METALLURGICO E DI PROVE FISICHE

Cosa misurare è deciso da specifiche e disegni; come misuraree con quali strumenti è frutto dell’esperienza maturata nel corsodegli anni. I requisiti indicati dai clienti (da sempre nel settoriautomotive e aerospace, ma ora anche nella produzione di rac-cordi e valvole acqua e gas) sono sempre più stringenti e le tol-leranze sono minime, mentre le misure e i controlli devono esse-re ormai tutti oggettivati tramite report, pena la perdita del pro-prio valore competitivo.Le difficoltà emergono soprattutto quando occorre misurare“dove non si vede e ciò che non si vede”, vale a dire all’internodei pezzi e la qualità delle superfici, interne o esterne.La IMTS, azienda svizzera specializzata nella produzione dimisuratori di profili e misuratori di rugosità abbinati, presenta almercato italiano i suoi profilorugosimetri T4HD e T4HD XL, dielevato livello tecnologico. Compatti, robusti e precisi, questistrumenti sono in grado di svolgere tutte le operazioni che fino-ra richiedevano l’impiego di due diversi strumenti (il profilome-tro, per la misura dei profili e il rugosimetro, per la misura dellesuperfici), delicati e difficili da programmare, quindi gestibilisolo da parte di personale altamente qualificato.I profilorugosimetri IMTS sono caratterizzati dalla massima faci-

lità di programmazione, da unbraccio tastatore con riconoscimen-to automatico USB, dall’azzeramen-to e dalla ricerca dello zenit auto-matica, dall’elevata velocità di ese-cuzione delle misure che, abbinata alla chiarezza della reporti-stica, rendono lo strumento unico nel suo genere. La taraturadello strumento avviene con un ciclo automatico. Con questatipologia di strumento le misure possono essere eseguite diretta-mente in produzione, da qualsiasi operatore con estrema sem-plicità, utilizzando un solo strumento.I prodotti IMTS vengono distribuiti in Italia dalla RAMICO srl diTorino, una nuova realtà che si affaccia sul mercato italianodegli strumenti di misura come “fornitore di soluzioni”, piuttostoche semplice distributore di strumenti. Soluzioni individuate infunzione delle precise esigenze dei clienti, in possesso del giu-sto rapporto costo/prestazioni e in grado di fornire valoreaggiunto, in ottica di miglioramento competitivo.

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mento di calibrazione, misura, acquisizione ed elaborazionedei segnali elettrici e resistivi per l’utilizzo, anche continuo, inlinee automatiche di assemblaggio e di produzione. In aggiunta alla sua universale compatibilità ai sensori, lo stru-mento palmare è adatto a dialogare direttamente con il SENSIT

Test & Software Measurement; in questo modo è possibile esten-dere la funzione grafica e di registrazione attraverso un PC. Iparametri misurabili sono tensione, angolo, potenza, velocità,resistenza del ponte estensimetrico, mentre i parametri visualiz-zati risultano essere: andamenti temporali, valore medio e dipicco, reset, unità ingegneristiche, tara, peso lordo, shunt. Laconnessione al PC avviene tramite USB.Futek Advanced Sensor Technology è una primaria azienda ame-ricana leader nelle soluzioni avanzate di misura, con oltre 3.500modelli di sensori di forza e un catalogo prodotti che copre le esi-genze industriali, militari, avioniche, spaziali e medicali. Una pre-rogativa di Futek Advanced Sensor Technology è di mantenerel’80% dei modelli a catalogo a stock per una consegna in 24 ore.

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METROLOGIALEGALE E FORENSE

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propone ricorso in Cassazione. La Corte, con propria ordinanza n. 17766/2014 del 07/08/2014,seppur rammentando il proprio con-solidato orientamento che, come so -pra accennato, rifiutava di riconosce-re qualsiasi valore alla (mancanza di)taratura dell’autovelox, ai fini dellavalidità dell’accertamento, in ragionedella considerazione (come affermatadalla Corte) che la taratura è atti-vità di rilevanza metrologicache non concerne gli accerta-menti della pubblica ammini-strazione (!!!), evidentemente per-suasa dalle argomentazioni dell’attua-le ricorrente, ha sollevato d’uffi-cio l’eccezione d’incostituziona-lità rimettendo la questione alla CorteCostituzionale.Le argomentazioni in base alle qualila Corte di Cassazione ha ritenuto disottoporre la fattispecie al vaglio dellaCorte Costituzionale sono così sinte-tizzabili:a) Mancata applicazione della legge273/1991 istitutiva del sistemanazionale di taratura;b) Mancata osservanza dell’art. 4Decreto Dirigenziale n. 1123 del163/05/2005 Ministero dei Trasporti;c) Mancata applicazione delle normeUNI EN 30012 e UNI EN 10012;d) Inosservanza delle raccomandazio-ni OIML d20 e d19;e) Precedenti pronunce sul puntoemesse dalla Corte Costituzionalerelative a soli profili di ammissibilitàdelle domande con esclusione di qual-siasi valutazione in ordine alla legitti-mità della norma di cui all’art. 45 delcodice della strada ove non prevedela taratura dello strumento utilizzatoper la misurazione della velocità.Ciò che maggiormente ha indotto laCorte di Cassazione a formulare unarichiesta di giudizio sulla legittimitàcostituzionale della norma indicata(art. 45 Codice della Strada) è rap-presentato dalle precedenti pronuncedella Corte Costituzionale, in speciela sentenza n. 277/2007 e l’ordi-nanza n. 423/2008, ove la Consultaha evitato di adottare una chiara einequivocabile posizione, ricorrendo

invece a meccanismi processuali checonsentono di dichiarare inammissi-bile una domanda, con evidenteesclusione di una decisione sul merito(in fatti, per entrambi i casi decisi, laCor te ne ha dichiarato l’infondatezzain ragione della mancata corretta in -divi duazione della norma da utilizza-re quale tertium comparationis al finedel giudizio di compatibilità costitu-zionale1).La Corte di Cassazione quindi hapreso atto della necessità di fare chia-rezza in materia, anche alla luce delcontraddittorio comportamento tenutodalla Pubblica Amministrazione. Questa, se da un lato dichiara l’inten-zione di volersi adeguare alle normemetrologiche per quanto concerne lagestione degli apparecchi di misuradella velocità2, dall’altro lato nei fattipersevera nel trascurare le più ele-mentari norme circa la corretta esecu-zione di un’attività di misura comequella relativa all’accertamento di vio-lazioni inerenti il superamento di uncerto limite di velocità. Infatti, come utilmente evidenzia l’or-dinanza emessa dalla Corte di Cas-sazione, una simile situazione (comequella che peraltro si verifica ordina-riamente e quotidianamente in mate-ria) “finirebbe per concretizzare unincredibile risultato: quello per cui unaqualunque bilancia di un mercato rio-nale è soggetta a verifica periodica ditaratura, mentre non lo è una com-plessa apparecchiatura, come quellaper la verifica della velocità, che svol-ge un accertamento irripetibile e fontedi gravi conseguenze per il cittadino.Fra l’altro appare incongruo rite-nere che la suddetta apparec-chiatura sia garantita, quantoalla sua efficienza e buon fun-zionamento (anche a distanzadi lustri), dalla sola conformitàal modello omologato”.In ogni caso, sul punto ritengo oppor-tuno precisare che, a prescindere dalvuoto normativo circa la necessità omeno della taratura (che depone afavore della non necessità ovviamen-te!) determinato dalla mancata impo-sizione di un simile adempimento,

molti Comuni in possesso di autovelox(in specie per quelli fissi) hannoprovveduto a sottoporli a tara-tura e procedono a eseguire dettaattività regolarmente secondo le sca-denze indicate nel certificato di tara-tura stesso (o nel manuale d’uso del-l’apparecchio). Pertanto, nell’ipotesiin cui la Corte Costituzionale dichia-rasse l’illegittimità della norma, comerichiesto dalla Corte di Cassazione,una simile pronuncia, ai fini della con-testazione di un verbale redatto sullabase di una rilevazione effettuata daautovelox già opportunamente taratodal Comune (che rientri tra gli enti vir-tuosi che hanno eseguito detta opera-zione), risulterebbe insuscettibile d’ef-fetto poiché l’ente accertatore avreb-be già preventivamente superato laquestione.In ogni caso, considerato che giàalcuni Comuni hanno provveduto,sebbene non obbligati, a sottoporre ataratura gli autovelox unitamente alfatto che ora la questione è posta alvaglio della Corte Costituzionale,sembra proprio che ormai cisiamo!! Auspico che tale percorsosia ora tracciato anche per gli eti-lometri3 che espongono i presuntitrasgressori a conseguenze penaliben più rilevanti rispetto a quelle deri-vanti da violazioni del codice dellastrada relative a eccesso di velocità.

NOTE

1 Ai fini di una valida domanda digiudizio costituzionale circa unanorma, la richiesta formulata deveindicare quali sarebbero le norme cheviolano la Costituzione e che devonoquindi essere annullate o meno.2 Si fa riferimento alla nota27/09/2000 n. 6050 inviata dalMinistero dei Lavori Pubblici al SIT.3 Gli etilometri sono soggetti a verifi-ca periodica e sono muniti di librettometrologico, ma la verifica non corri-sponde e non integra una vera e pro-pria taratura dello strumento comesarebbe invece prevista dal fabbri-cante nei manuali di uso.

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IMI Sensors, produttore di stru-mentazione per il monitoraggiodelle vibrazioni industriali, haannunciato il lancio dellanuova serie di MechanicalVibration Switches (modelli685A09, 685A19, 685A29,685A39). IMI ha sviluppatoquesta nuova serie di Linear AdjustMechanical Vibration Switch per l’u-tilizzo in diverse applicazioni: torri diraffreddamento, ventilatori, grandi sistemidi scarico e sfiato, sistemi HVAC, ventole e motori.Il nuovoMechanical Vibration Switch offre un significativo vantaggiotecnico: il design unico, patent-pending, fornisce una miglio-re regolazione della sensibilità rispetto ai modelli tradiziona-li e ciò consente all’utente di controllare meglio il livello discatto del commutatore e migliorare la protezione delleattrezzature. Inoltre, grazie ai processi di progettazione e difabbricazione utilizzati, il costo dello strumento è più compe-titivo rispetto a qualsiasi tipo di Mechanical Vibration Switchpresente sul mercato. Fra gli altri benefici offerti dal nuovoSwitch, segnaliamo la protezione a basso costo per le mac-chine critiche, la migliore ripetibilità della sensibilità dopo ilreset, il relè DPDT, i contatti puliti 10 amp e le opzioni120 VAC, 240 VAC o 24 VDC.Per maggiori informazioni: PCB Piezotronics srl: Tel. 035.201421 E-mail: [email protected]

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ACCELEROMETRI MEMS PER IMPIEGHIOEM

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A cura di Franco Docchio, Alfredo Cigada, Gabriele Bitelli e Stefano Agosteo

Dalle Associazioni Universitariedi MisuristiLutti nel mondo dei misuristi, CUN, abilitazioni

[email protected]

SPAZ

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SOCIAZ

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UNIVERSITARIEMISUR

ISTI

THE ITALIAN UNIVERSITY ASSOCIATIONS FOR MEASUREMENTThis section groups all the significant information from the main University Asso-ciations in Measurement Science and Technology: GMEE (Electrical and Elec-tronic Measurement), GMMT (Mechanical and Thermal Measurements),AUTEC (Cartography and Topography), and Nuclear Measurements.

RIASSUNTOQuesta rubrica riassume i contributi e le notizie che provengono dalle maggioriAssociazioni Universitarie che si occupano di scienza e tecnologia delle misu-re: il GMEE (Associazione Gruppo Misure Elettriche ed Elettroniche), il GMMT(Gruppo Misure Meccaniche e Termiche), l’AUTEC (Associazione Universitaridi Topografia e Cartografia) e il Gruppo di Misure Nucleari.

città core nell’ambito dell’iniziativaIEEE Smart Cities. A metà 2016 è pre-vista l’organizzazione a Trento di uncongresso da parte IEEE Italy Section,sempre sul tema delle smart cities.Ha inoltre comunicato ai Consiglieriche l’AEIT ha invitato a sottoporre la di -sponibilità per i quattro nuovi ComitatiTecnici che il CEI intende costituire:“Sistemi di trasmissione UHV in corren-te continua e in corrente alternata”,“Centrali solari termodinamiche”,“Smart cities”, “Active Assisted Living”.Congresso annualeIl Congresso annuale GMEE 2014 diAncona si è concluso con un bilancioconsuntivo che presenta entrate per43.312 € (di cui 10.000 € daglisponsor) e uscite per 26.588 €, conun utile di 14.724 €. Il Direttivo haringraziato i colleghi di Ancona perl’ottimo lavoro svolto.Alessandro Ferrero, anche anome di Michele Gasparetto, co-organizzatore, ha confermato le datedei Congressi GMEE e GMMT aLecco, dal 9 al 13 settembre 2015, eha il lustrato le attività finora svolte perl’organizzazione dell’evento, con ap -provazione del Consiglio. (v. seguito).Scuola di dottorato “Italo Gorini”Gregorio Andria ha presentato ilbilancio dell’ultima edizione della scuo-la. Le entrate sono state di 15.828 € ele uscite 13.872 €, con un utile di1.955 €, che sarà suddiviso al 50% trail GMEE e l’unità di Bari. Il Consiglio haringraziato i colleghi di Bari e di Pado-va per l’ottimo lavoro svolto. In seguito,Salvatore Graziani ha presentatol’edizione 2015, che si terrà a Catania,nei giorni 21-25 settembre 2015. Sonopreviste due visite: una a INGV o alLaboratorio INFN e l’altra a Catania osull’Etna. ST Microelectronics supporte-rà la scuola. Petri ha ricordato il dibat-

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IL MONDO DEI MISURISTI IN LUTTONei giorni scorsi il mondo delle misu-re è stato privato di due tra i suoi piùinsigni rappresentanti. Sono mancatiinfatti Elio Bava, già Direttore dell’I-stituto Galileo Ferraris prima e del-l’I.N.Ri.M. poi, uno dei massimiesperti della metrologia del tempo,Professore Ordinario di Misure Elettri-che al Politecnico di Milano e, da ulti-mo, al Politecnico di Torino. A pochi giorni dalla sua scomparsa èmancato Giuseppe Zingales, unodei fondatori del GMEE e ProfessoreEmerito dell’Università di Padova, auto-re di numerosi e apprezzati testi sullascienza delle Misure che hanno formatocentinaia di studenti delle Università Ita-liane.Alle famiglie dei due colleghi e amiciscomparsi la Rivista porge le sue piùsentite condoglianze. Siamo certi chela loro memoria rimarrà impressanelle nostre menti, e che il loro esem-pio servirà da stimolo per tutti noi.

CONSIGLIO UNIVERSITARIO NAZIONALE (CUN): I RISULTATIDELLE ELEZIONI PER IL RINNOVODEI RAPPRESENTANTI Si sono recentemente svolte le vota-zioni per il rinnovo dei rappresentantinel Consiglio Universitario Nazionale(CUN) per numerose Aree tra cuiquella (Area 09) di nostro interesse.

Di seguito riportiamo i risultati dellevotazioni, augurando, a nome dellacomunità dei misuristi, buon lavoro.Professori OrdinariVicino Antonio voti 507 (eletto),Wabnitz Stefan voti 35, schedebianche 16, % votanti 39,1.Professori AssociatiFregolent Annalisa voti 516 (elet-ta), schede bianche 21, % votanti31,6.RicercatoriAcierno Stefano 463 (eletto), BiniEnrico 196, schede bianche 31, %votanti 32,8.

GMEE: GRUPPO MISURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

Consiglio Direttivo dell’Associazione GMEEIl Consiglio Direttivo del GMEE si èriunito in data 6.12.2015 presso ilDipartimento di Elettronica del Politec-nico di Milano. Di seguito riportiamoun riassunto dei lavori.In apertura il Presidente Dario Petriha comunicato che:Ad Alessandro Ferrero è statoassegnato il titolo di Dottore HonorisCausa dall’Università Politecnica diBucarest.Paolo Carbone è stato nominatoIEEE Fellow.Trento è stata scelta dalla IEEE quale

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SPAZIO ASSOCIAZIONIUNIVERSITARIE MISURISTI

tito in Assemblea sull’opportunità d’in-ternazionalizzare la scuola e la deci-sione presa che le lezioni debbanoessere tenute in lingua inglese.Rivista Tutto_Misure.Ampio spazio è stato dedicato allaRivista Tutto_Misure, con la presenta-zione del Bilancio scientifico ed eco-nomico consuntivo da parte del Diret-tore Franco Docchio, e con alcuneproposte innovative nate da incontritra la Proprietà (GMEE) e l’Editore. Inparticolare si è convenuto che:– La rivista manterrà la periodicità tri-mestrale;– La rivista uscirà, nel 2015, sia inversione cartacea sia in versione onli-ne (a carico del GMEE la quota diabbonamento al sito ISSUU);– Vi sarà un restyling grafico ed edi-toriale di Tutto_Misure News;– Dal giugno 2015 i soci GMEE rice-veranno in abbonamento gratuito laversione online della rivista, oltre allaNewsletter Tutto_Misure News.Franco Docchio ha poi presentato ilnuovo Comitato di Redazione dellarivista. Al termine, Docchio è statoconfermato Direttore della Rivista finoalla prossima scadenza di Settembre2016 (in occasione dell’Assembleaannuale del GMEE).Borse di ricerca. Discussione sull’atti-vazione del bando 2014/2015; ana-lisi e approvazioneIl Presidente ha ricordato che nel2014 sono pervenute 2 domande.Dopo breve discussione il Consiglioall’unanimità ha deliberato di bandireuna Borsa di Studio per il 2015.Bando del Premio di Dottorato “CarloOffelli” 2015Il Presidente ha ricordato che nel2014 e nel 2013 ci sono state 4 do -mande. Dopo breve discussione ilConsiglio all’unanimità ha deliberatodi ribandire il Premio per il 2015.Situazione SociIl Presidente ha comunicato lo statodelle iscrizioni all’Associazione, chevedono un totale di poco meno di 300Soci, e ha deliberato di confermareper il 2015 le quote associative deglianni precedenti, ossia: 40 € per i sociordinari, 10 € per i soci ordinarijunior, 200 € per i soci sostenitori.Giornata della Misurazione 2015

Mario Savino ha comunicato che laGiornata della Misurazione (GdM) siterrà lunedì 22 e martedì 23 Giugnoa Roma 3 (vedi ampio spazio in que-sto numero della Rivista). Il Consiglioha deliberato di organizzare un Con-siglio Direttivo il 22 mattina per poiproseguire con la GdM fino al pome-riggio del 23 Giugno.Stato dell’offerta formativa degli inse-gnamenti di misure Pasquale Daponte ha illustrato illavoro svolto da Sergio Rapuanosull’analisi degli insegnamenti afferen-ti al raggruppamento d’interesse delGMEE. Il Consiglio ha ribadito l’inte-resse alla prosecuzione dell’analisi eha ringraziato Rapuano per il lavorosvolto.

GMEE - GMMT: I CONGRESSI2015 DAL 9 AL 13 SETTEMBREÈ stata preparata la pagina inizialedel sito all’indirizzo www.misure2015.polimi.it. Per ora il sito con-tiene solo le date e i link ad alcuni al -berghi di Lecco. L’organizzazioneraccomanda, vista la coincidenza conExpo 2015, di anticipare la preno-tazione delle camere sia per assicu-rarsi il posto, a rischio dato il previstoafflusso di visitatori per Expo, sia perevitare eventuali aumenti di costo.Infine un’avvertenza: è in fase di com-pletamento una nuova residenza pergli studenti nel complesso del Politec-nico che ospiterà i convegni, l’orga-nizzazione spera sia possibile riser-vare un certo numero di camere pergli assegnisti e dottorandi che parteci-peranno; si invitano pertanto assegni-sti e dottorandi a rimandare, per ora,ogni prenotazione. Si conta di avereconferma della eventuale disponibili-tà, e del numero di camere, entro lafine del mese di marzo.

ABILITAZIONI SCIENTIFICHE NAZIONALI – ELENCHI DEGLI ABILITATI NEL SETTORECONCORSUALE MISURESi sono conclusi, per molti settori con-corsuali del MIUR, i lavori delle Com-missioni per le Abilitazioni Scientifi-che Nazionali (ASN), tornata 2013.Pubblichiamo qui i nominativi dei can-didati abilitati alla seconda Fascia

(Professore Associato) e alla PrimaFascia (Professore Ordinario) nel set-tore concorsuale MISURE (09/E4) cheraggruppa, come è noto, i SettoriScientifico Disciplinari ING-INF/07(Misure Elettriche ed Elettroniche) eING-IND/12 (Misure Meccaniche eTermiche).A tutti i neoabilitati le felicitazioni daparte del Comitato Editoriale dellaRivista!

Abilitazioni alla Seconda FasciaADAMO Francesco, CALONICO Davi-de, CAPRIGLIONE Domenico, CATAL-DO Andrea Maria, COSENTINO Valen-tina, D’ARCO Mauro, DE VITO Luca,DEPARI Alessandro, DI CARA Dario, DISANTE Raffaella, FABBIANO Laura,FAIFER Marco, FERRARI Paolo, FIORUC-CI Edoardo, LAMONACA Francesco,LANZOLLA Anna Maria Lucia, LARAC-CA Marco, LAY EKUAKILLE Aime’, LIC-CARDO Annalisa, LUISO Mario, MACIIDavid, MANZONI Stefano, MARI-SCOTTI Andrea, MARRACCI Mirko,MARTARELLI Milena, MASI Alessandro,MIELE Gianfranco, MORELLO Rosario,MOSCHITTA Antonio, MUGNAINIMarco, PACIELLO Vincenzo, PAOLILLOAlfredo, PASQUINO Nicola, PERTILEMarco, PESATORI Alessandro, PIUZZIEmanuele, ROSSI Stefano, SALICONESimona, SCALISE Lorenzo, SCHENAEmiliano, SCHIANO LO MORIELLORosario, SERPELLONI Mauro, SISINNIEmiliano, SPATARO Ciro, SULIS Sara,TARABINI Marco, VADURSI Michele,VALLAN Alberto, ZAPPA Emanuele.

Abilitazioni alla Prima FasciaARPAIA Pasquale, ATTIVISSIMO Filip-po, CASTELLINI Paolo, CATALIOTTIAntonio, D’ANTONA Gabriele, D’AR-CO Mauro, FERRIGNO Luigi, FLAMMI-NI Alessandra, FORT Ada, GALLODaniele, MALCOVATI Piero, MO -SCHIONI Giovanni, MUSCAS Carlo,NORGIA Michele, RAPUANO Sergio,REVEL Gian Marco, SILVA Enrico, TELLI-NI Bernardo, VADURSI Michele.

Arrivare a Lecco, da Milano, è semplice e rapido:in treno: www.trenord.it

in auto: SS 36in aereo:

aeroporti di Linate e di Malpensa

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I materiali di riferimento certificatiQuale uso farne e come gestirli?M

ETROLOGIA...

PERTUTTI

METROLOGY FOR EVERYONEThis new permanent section of the Journal is now fully active: our colleague andfriend Michele Lanna, leading expert in metrology, calibration, accreditation ofcompanies, will discuss topics of interest for the majority of industrial measure-ment users, in simple and immediate terms, with reference to the mostrecent Standards. Write to Michele to comment his articles and to pro-pose other subjects!

RIASSUNTOLa Rubrica permanente “Metrologia… per tutti” è ora attiva. Il collega eamico Michele Lanna, esperto di metrologia, taratura, accreditamento indu-striale (già apprezzato autore di numerosi articoli negli scorsi numeri dellaRivista), discute aspetti d’interesse per la maggior parte degli utenti indu-striali delle misure, con terminologia semplice e immediata, e facendo rife-rimento alle più importanti e recenti Norme. Scrivete a Michele per com-mentare i suoi articoli e per proporre ulteriori temi di discussione!

AGENZIA DELLE DOGANE E CENTRO SVILUPPO MATERIALI

Continuiamo in que-sto numero a parla-re di Materiali diRiferimento Certifi-cati. In precedenzaavevamo considera-to per la nostra bre -ve trattazione leISO Guide 30-31, esuccessive, che ci

hanno fornito un quadro chiaro sulla lo -ro classificazione e sui relativi criteri digestione. La loro importanza nella ge -stione del sistema qualità del Laborato-rio è in discussa, sia per la riferibilità dellemi sure, sia come riscontro oggettivo perla misura stessa. In questo numero voglia-mo brevemente conoscere come alcuniLaboratori italiani gestiscono i CRM perle attività di prova o di taratura.

L’Agenzia delle DoganeÈ un ente pubblico che esercita, nellasua veste di autorità doganale, con isuoi circa 9.000 occupati su tutto ilterritorio nazionale, a garanzia dellapiena osservanza della normativa co -munitaria, attività di controllo, ac -

certamen-to e verifi-ca relati-ve alla cir-colazionedelle mer -ci e alla fi -scalità in -terna con-nessa agliscambi in -ternazio-nali. Svol-ge inoltreattività dip r e v e n -zione e

contrasto degli illeciti di natura extra-tributaria, quali i traffici illegali di pro-dotti contraffatti o non rispondenti allenormative in materia sanitaria o disicurezza, armi, droga, beni del patri-monio culturale, traffico illecito di rifiu-ti, nonché commercio internazionaledi esemplari di specie animali e vege-tali minacciate di estinzione, protettedalla Convenzione di Washington.L’agenzia provvede altresì alla raccoltadei dati statistici per la redazione dellabilancia commerciale. Per fare ciòdispone di Laboratori. I Laboratori Chi-

mici dell’Agenzia delle Dogane e deiMonopoli (vedi Fig. 1) nascono nell’an-no 1886 come Organo consultivo del-l’Amministrazione Finanziaria, o megliodoganale, italiana (l’allora “Laboratoriochimico delle Gabelle”). Per esercitarela sua attività di controllo, dispone diavanzati Laboratori chimici, in gradocon le metodiche utilizzate di effettuareattività di analisi tese a scoprire non soloilleciti, ma anche esercizio di controllosui prodotti immessi sul mercato italiano.In oltre un secolo di attività i LaboratoriChimici hanno assunto sempre più rile-vanza e importanza, sotto il profilo siatecnico sia scientifico.

Il Centro Sviluppo Materiali Azienda privata con una lunga storiae tradizione che opera da oltre 50anni nel campo della ricerca e dell’in-novazione, inizialmente solo nel setto-re siderurgico e dei relativi materiali,successivamente il C.S.M. ha esteso ilsuo raggio d’azione a una serie di al -tri settori merceologici, quali:AerospazialeGrande consumoEnergia e ambienteMeccanica e trasporti Dispone di avanzati Laboratori diricerca e sperimentazione.

LE INTERVISTE

Abbiamo rivolto alcune domande aSilvia Fremiotti, Responsabile delsettore Proficiency Test dell’Agenziadelle Dogane, e a Vito Rustia eFabrizio Falcioni del Centro Svilup-po Materiali. Le domande erano:• L’utilizzo dei CRM nel Laboratorio;• Come sono stati scelti i CRM in base aicriteri di classificazione: concentrazione,matrice, forma, quantità, stabilità;• Esistenza o meno di una proceduradi gestione dei CRM;• Criterio di utilizzo dei valori d’incer-

A cura di Michele Lanna ([email protected])

Figura 1 – Agenzia delle Dogane: prove di laboratorio

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tezza di misura dichiarati nei certificati;• Come il Laboratorio assicuri che leproprietà e i valori dei CRM si con-servino costanti in un arco di tempodefinito, tenuto conto dei criteri di usoall’interno del Laboratorio e delleeventuali condizioni di trasporto;• Come il Laboratorio assicuri il man-tenimento del livello di omogeneitàdei valori misurati, all’interno di limitiaccettabili e con livelli d’incertezzaadeguati alle caratteristiche delle mi -sure da effettuare;• Se il Laboratorio utilizza i CRM comestrumento per ottenere unità derivatedel SI e (in caso affermativo) come;• Come il Laboratorio utilizzi i CRMper controllare la precisione della misu-ra e la giustezza dei valori misurati.Le esaustive risposte fornite dimostra-no l’acquisizione di una competenzanon solo tecnica ma anche gestionaleper quanto attiene ai CRM, con laconoscenza e applicazione delle ISOGuide citate. Innanzitutto si evincedalle risposte un utilizzo diffuso deiCRM, come premessa per una “buo -na misura”. In secondo luogo il loroutilizzo risulta fondamentale per carat-terizzare al meglio i risultati dellamisura, fornendo alla misura elementidi maggiore “certezza”, consentendodi stimare meglio gli errori che inevi-tabilmente l’accompagnano.Silvia Fremiotti (Agenzia delle Do -gane) evidenzia: “oltre ad avere unruolo fondamentale nella verificadella giustezza o del recupero, in fasedi convalida o di sviluppo di nuovimetodi analitici, i CRM possono veni-re utilizzati dai Laboratori doganaliper una stima dell’incertezza di misu-ra o per costruire carte di controllo”.Fabrizio Falcioni (C.S.M.) mette inevidenza l’utilizzo dei CRM per “tara-re la strumentazione e per il controlloqualità dei risultati di prova”.

La scelta dei CRM per l’Agenzia delleDogane è “una condizione necessariaaffinché la riferibilità del CRM possaessere applicata ai risultati del proprioLaboratorio è che si scelga un CRM ilpiù possibile simile in matrice e livellodi concentrazione ai campioni da sot-toporre ad analisi. Non sempre peròtale scelta è possibile a causa dellascarsa disponibilità dei CRM sul mer-cato”. Il Settore Proficiency Testing del-l’Agenzia delle Dogane e dei Mono-poli, “primo provider italiano accredi-tato sulla norma ISO 17043 per l’or-ganizzazione di test valutativi dellecompetenze dei Laboratori, nell’ambitodella sua attività, mette a disposizionedei Laboratori partecipanti campionicaratterizzati con matrici e concentra-zioni adeguate, utili per garantire laqualità dei risultati analitici”.È evidente come i Laboratori che utiliz-zano sistematicamente CRM per le loroattività di misura e per l’acquisizioned’informazioni che ben caratterizzanola misura abbiano definito in appositeprocedure criteri e modalità di gestionedei CRM. La ISO Guide 33 definisce icontenuti generali di una procedura, icui contenuti e criteri sono stati illustra-ti nel precedente articolo pubblicato suTutto Misure (T_M 3/2014).Entrambi i Laboratori intervistati pos-seggono una procedura per la gestio-ne dei CRM, in grado di assicurare:• La stabilità di valori relativi allecaratteristiche in essi contenute in unaccettabile periodo di tempo, in con-dizioni realistiche di conservazione,trasporto e utilizzo;• Che il CRM deve essere sufficiente-mente omogeneo (ciò è molto impor-tante in particolare nelle prove chimi-che) e i valori delle caratteristiche mi -surate non dovrebbero differire moltoda parte a parte;• Che i valori delle caratteristiche deiCRM dovrebbero essere stabiliti conun livello d’incertezza sufficiente all’u-so finale dei CRM;• Che dovrebbe essere disponibileuna chiara documentazione relativaai CRM e ai valori delle caratteristicheda essi possedute.Detti requisiti, espressi nella ISOGuide, richiedono l’adozione di unaprocedura, che entrambi i Laboratori

hanno adottato.Un altro aspetto importante nellagestione dei CRM all’interno dei Labo-ratori è quello dell’utilizzo dei valorid’incertezza dei CRM per la misura.“È sempre necessario – ci dice SilviaFremiotti - tenere conto dell’incertezzadichiarata nei certificati, in tutti gli uti-lizzi che i Laboratori fanno dei mate-riali di riferimento, quali ad esempiola verifica della giustezza o del recu-pero, la stima dell’incertezza di misu-ra, la costruzione di carte di controllo,ecc. Per ogni CRM il Laboratorio effet-tua una valutazione delle possibilitàdi utilizzo, nel campo di misure am -messe, anche in funzione dei valorid’incertezza richiesti”, mentre Fabri-zio Falcioni dichiara che “se ne tieneconto nella stima dell’incertezzaquan do utilizzati per tarare”.Uno dei problemi nell’utilizzo dei CRMè quello della costanza dei valori in unarco di tempo definito, tenuto conto deicriteri di uso all’interno del Laboratorio,aspetto molto importante all’interno dimolti Laboratori. “I Laboratori doganali- ci dice Silvia Fremiotti - hanno specifi-che procedure che descrivono comevalutare le condizioni dei CRM in fasedi accettazione all’interno del Laborato-rio, e come definire una data di sca-denza del prodotto dopo l’apertura inbase a prove di stabilità o dati di lette-ratura. Tali procedure garantiscono chele proprietà dei CRM si conservino neltempo stabilito”. Le specifiche procedu-re di conservazione a seconda dellatipologia dei CRM utilizzati (solidimetallici, polveri, soluzioni) che tenga-no conto di quanto stabilito nei certifi-cati dei CRM, nonché dell’esperienza,è quanto ci riferisce Fabrizio Falcioni.Il livello di omogeneità dei CRM puòessere controllato attraverso carte dicontrollo, come richiesto dalla ISOGuide 33 e come attuato dall’Agenziadelle Dogane per “individuare le lineedi tendenza dei processi, consentendola pronta adozione di azioni correttive.Inoltre le prestazioni dei processi dianalisi (ripetibilità e recupero) sonoverificate sottoponendo all’intero ciclodi prova, ove esistenti, materiali di rife-rimento”. Le carte di controllo sonoadottate come strumento sistematico dicontrollo anche dal C.S.M.

Figura 2 – C.S.M.: Un esempio di apparecchiatureutilizzate

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METROLOGIA...PER TUTTI

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LE UNITÀ DERIVATE

L’utilizzo dei CRM può aiutare anchenell’ottenimento di unità derivate, par-tendo da quelle base del SI. È un pro-blema molto sentito dai due Laboratoriintervistati, che si avvalgono di strumen-ti consolidati di gestione in grado diassicurare l’esistenza di unità derivate.“Ciò è particolarmente frequente neiLaboratori chimici, dove è utilizzato perla misura della concentrazione di unanalita – ci riferisce Silvia Fremiotti – aifini della verifica della giustezza, inbase al valore certificato e all’incertez-za associata. La riferibilità può esseredimostrata mediante la misurazione diun campione costituito da una quantitànota di una sostanza pura certificata, ocontenente tale sostanza, attraverso ilmetodo delle aggiunte note (spiking),oppure mediante il confronto dei risulta-ti di misurazione su un CRM in matricecon il valore certificato. Se il CRM è rife-ribile al SI, lo sono anche tali misure”.

ASSICURAZIONE DELLA PRECISIONE DELLA MISURA

L’assicurazione della precisione dellamisura e la giustezza dei valori misu-

rati sono prerogative precipue deiCRM. In particolare nei Laboratori chi-mici sono utilizzati per valutare la giu-stezza utilizzando un materiale di rife-rimento (CRM o secondari) con carat-teristiche chimico-fisiche molto similiai materiali esaminati di routine. Perfare questo si eseguono alcune repli-che dell’analisi col metodo da conva-lidare sul materiale di riferimento, siverifica se i risultati ottenuti seguonouna distribuzione normale, si scartanogli eventuali dati anomali (outliers), esi calcola lo scarto tipo di ripetibilitàsui risultati considerati accettabili.La giustezza del metodo si ritiene ac -cettabile se lo scarto tipo di ripetibi-lità e lo scarto tipo associato al valo-re di riferimento sono compresi fra Ae B. Tali parametri sono i limiti difiducia del rapporto di scarti tipo, edi pendono dal livello di probabilitàprescelto e dal numero di gradi dilibertà.Una volta verificata la compatibilitàdegli scarti tipo, si valuta lo scosta-mento tra il valore medio dei risultatiaccettabili ottenuti e il valore di riferi-mento accettato. Tale scostamento (invalore assoluto) è accettabile se èinferiore o uguale alla radice quadra-ta della somma quadratica dei due

scarti tipo, moltiplicata per la variabi-le di Student.Nel caso in cui si hanno a disposizio-ne solo piccoli quantitativi di un cam-pione a titolo noto (campione caratte-rizzato, materiali di riferimento secon-dari) o di un CRM, è possibile utiliz-zare il metodo delle aggiunte pervalutare la giustezza del metodo sot-toposto a validazione/convalida,mediante il recupero.

CONCLUSIONI

Pur se limitata, la casistica esaminataci permette ugualmente di trarre alcu-ne conclusioni:1. I CRM ricoprono un ruolo fondamen-tale nel processo di misura, assicurandomisure affidabili e quindi riferibili;2. I CRM richiedono una gestioneattenta e mirata e quindi l’adozionedi una procedura che specifichi le atti-vità da svolgere;3. L’adozione dei CRM contribuisce inmaniera determinante alla creazionedi quella “quality culture” che faacquisire al personale che vi operaindirizzi di gestione certi e affidabili,soprattutto con riferimento alla esau-stiva normativa di riferimento.

KISTLER GROUPSUPERA IL TRAGUARDO DEI 300 MILIONI

Il Gruppo Kistlerha fatturato, nel2014, 319 mi -lioni di franchisvizzeri, con unacrescita di circail 12% rispettoall’anno prece-dente. Il valoretotale degli ordi-nativi ha addirit-

tura superato questo importo record, rag-giungendo i 322 milioni di CHF. In tuttoil gruppo sono stati creati 103 nuoviposti di lavoro, 21 dei quali nella sedesvizzera. Il Gruppo Kistler, quindi, impie-ga attualmente oltre 1.350 dipendenti

NEWS �

(equivalenti a tempo pieno) in tutto ilmondo.Il fatturato di 319 milioni di CHF ha chia-ramente superato le aspettative: le venditesono aumentate in quasi tutti i mercati e,dal momento che i volumi degli ordinisono superiori ai ricavi di vendita, il Grup-po ha potuto iniziare il nuovo anno conun livello confortante di ordini in portafo-glio.Presso la sede di Winterthur sono staticreati nuovi posti di lavoro ed effettuatiingenti investimenti, per un ammontare dicirca 7 milioni di CHF. Grazie agli inve-stimenti in automazione e al relativoaumento del rendimento, Kistler dovrebbeessere in grado di gestire gli effetti dellabrusca rivalutazione del franco svizzero,senza dover tagliare posti di lavoro oridurre gli orari lavorativi.Il CEO, Rolf Sonderegger, è convintoche il Gruppo Kistler abbia scelto la giu-sta strategia in questi ultimi anni. “Cisiamo concentrati su efficienza e innova-zione e spostato alcune sub-unità in luoghi

meno costosi: ad esempio, lo sviluppodel software è stato rilocalizzato a Bra-tislava. Nello stesso tempo, stiamomigliorando la nostra competitività attra-verso la creazione di postazioni di lavo-ro ‘snelle’ in tutti i Centri di Produzionedel Gruppo. Soprattutto a Winterthur, èimportante essere in grado di compen-sare l’elevato livello dei prezzi con unasempre maggiore efficienza”.Le prospettive per l’anno in corso sem-brano generalmente positive: in partico-lare, l’industria automobilistica continuaa innovare in modo significativo. Leinfluenze geopolitiche sulla domanda,tuttavia, sono e continuano a essereimprevedibili. Anche a questo livello,secondo Sonderegger, “la chiave giustaè quella di prendere le opportune misureprecauzionali in modo da poter rispon-dere rapidamente, in particolare, a uninaspettato calo della domanda”.

Per ulteriori informazioni: www.kistler.com

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2015eventi in breveSegnalazione di manifestazioni ed eventi d'interesseM

ANIFESTAZION

IEV

ENTI

EFORM

AZION

E

T_M N. 1/15 ƒ 76

201511-12 aprile

13-15 aprile

13-15 aprile

18-19 aprile

22-23 aprile

25-28 aprile

3-5 maggio

6-8 maggio

11-14 maggio

13-15 maggio

20-22 maggio

22-26 maggio

24-29 maggio

24-26 maggio

1-5 giugno

4-5 giugno

10-13 giugno

18-19 giugno

22-23 giugno

28 giugno-1 luglio

28 giugno-2 luglio

6-9 luglio

7-10 luglio

8-10 luglio

13-15 luglio

20-22 luglio

22-24 luglio

18-22 agosto

23-28 agosto

23-28 agosto

23-29 agosto

24-27 agosto

9-13 settembre

9-13 settembre

16-18 settembre

21-24 settembre

29-30 settembre

30 settembre-3 ottobre

10-12 novembre

KL City, Malaysia

Dubrovnik

Zadar, Croatia

Roma, Italy

Torino, Italy

Nanjing, China

Goyang, S. Korea

Torino, Italy

Pisa, Italy

Istanbul, Turkey

Firenze, Italy

Osaka, Japan

Roma, Italy

Beijing, China

Leuven, Belgium

Benevento, Italy

Roma, Italy

Gallipoli, Italy

Roma, Italy

Seoul, Korea

Shanghai, China

Prague, Czech Republic

Thessaloniki, Greece

Golden, Colorado - USA

Basel, Switzerland

Colmar, France

Cambridge, UK

Daejon, South Korea

Venezia, Italy

Venezia, Italy

Incheon, South Korea

Miedzyzdroje, Poland

Lecco, Italy

Lecco, Italy

Torino, Italy

Paris, France

Roma, Italy

Kaohsiung, Taiwan

Santa Barbara, USA

Third International Conference On Advances in Mechanical, Aeronautical and Production Techniques - MAPT 2015

Fifth conference on advanced methods in vibration and acoustics (NOVEM 2015)

10th IEEE Sensors Applications Symposium (IEEE SAS 2015)

2° MAE - International Conference on Advances in Mechanical and Automation Engineering

Affidabilità & Tecnologie - 9a edizione

8th Annual world congress of Industrial Biotechnology-2015 (ibio-2015)

28th International Electric Vehicle Symposium & Exhibition

Fotonica 2015 - 17° Convegno Nazionale sulle Tecnologie Fotoniche

IEEE International Instrumentation and Measurement Technology Conference

International Conference on Advances in Mechanical Engineering Istanbul 2015 (ICAME’15)

The 3rd International Conference on BioPhotonics

2015 International Conference on Applied System Innovation (ICASI 2015)

BIOTECHNO 2015, 7th Int.l Conference on Bioinformatics, Biocomputational Systems and Biotechnologies

The 7th International Conference on Computational Intelligence and Software Engineering (CiSE 2015)

Euspen’s 15th International Conference & Exhibition

2nd IEEE International Workshop on Metrology for Aerospace

15th IEEE International Conference on Environment and Electrical Engineering

IWASI 2015

XXXIV Giornata della Misurazione

2015 IEEE Intelligent Vehicles Symposium

OptoElectronics and Communications Conference (OECC)

36th Progress in Electromagnetics Research Symposium (PIERS)

12th International Conference on Nanosciences & Nanotechnologies (NN15)

ASPE 2015 Summer Topical Meeting Precision Interferometric Metrology

4th International Symposium on Sensor Science (I3S2015)

10th International Joint Conference on Software Technologies ICSOFT

IEEE International Conference on Industrial Informatics (INDIN 2015)

Advances in Aeronautics, Nano, Bio, Robotics and Energy (ANBRE15)

CENICS 2015, The Eighth International Conference on Advances in Circuits, Electronics and Micro-electronics

SENSORDEVICES 2015, The Sixth International Conference on Sensor Device Technologies and Applications

Advances in Structural Engineering and Mechanics (ASEM15)

MMAR - Methods and Models in Automation and Robotics

Congresso GMEE 2015

Congresso GMMT 2015

1st International Forum on Research and Technologies for Society and Industry: Leveraging a better Tomorrow

17th International Congress of Metrology (CIM 2015)

FIRST IEEE INTERNATIONAL SYMPOSIUM ON SYSTEMS ENGINEERING

The International Multi-Conference on Engineering and Technology Innovation 2015 (IMETI2015)

Avionics and Vehicle Fiber-Optics and Photonics Conference 2015 (AVFOP)

www.mapt2015.theired.org

novem2015.sciencesconf.org

http://sensorapps.org

www.mae.theired.org

www.affidabilita.eu

www.bitcongress.com/ibio2015

www.evs28.org

www.fotonica2015.it

http://imtc.ieee-ims.org

http://eds.yildiz.edu.tr/journal-of-thermal-engineering/Announcements/25

http://biophotonics2015.ifac.cnr.it

http://icasi2015.org/

www.iaria.org/conferences2015/BIOTECHNO15.html

www.scirp.org/conf/CiSE/2015may/?utm_campaign=cise&utm_source=e_cp&utm_medium=conf_ws5_cise_20141030_cfp

www.euspen.eu/OurEvents/Leuven2015.aspx

www.metroaerospace.org

http://eeeic.eu

http://iwasi2015.poliba.it

www.iv2015.org

www.oecc2015.sjtu.edu.cn

www.piers.org/piers2015Prague

http://nnconf.physics.auth.gr

http://aspe.net/technical-meetings/aspe-summer-2015

www.sciforum.net/conference/I3S2015

www.icsoft.org

www.indin2015.org

http://anbre.cti3.com/anbre15.htm

www.iariajournals.org

www.iaria.org/conferences2015/SENSORDEVICES15.html

http://asem.cti3.com/asem15.htm

www.mmar.edu.pl

www.misure2015.polimi.it

www.misure2015.polimi.it

http://rtsi2015.tr.unipg.it

www.metrologie2015.com/index-en.html

http://ieeeisse.org

www.imeti.org

http://avfop-ieee.org

Page 79: Tutto misure 01/2015

Audit interno - Parte QuartaLa posizione di ACCREDIA sul punto 4.14.1C

OMMENTI

ALLENORME

COMMENTS ON STANDARDS: UNI CEI EN ISO/IEC 17025A great success has been attributed to this interesting series of comments byNicola Dell’Arena to the Standard UNI CEI EN ISO/IEC 17025.

RIASSUNTOProsegue con successo l’ampia e interessante serie di commenti di Nicola Dell’Arena alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025. I temi trattati sono: Lastruttura della documentazione (n. 4/2000); Controllo dei documenti e delleregistrazioni (n. 1/2001 e n. 2/2001); Rapporto tra cliente e Laboratorio (n. 3/2001 e n. 4/2001); Approvvigionamento e subappalto (n. 3/2002 e n. 1/2003); Metodi di prova e taratura (n. 4/2003, n. 2/2004e n. 3/2004); Il Controllo dei dati (n. 1/2005); Gestione delle Apparecchia-ture (n. 3/2005, n. 4/2005, n. 3/2006, n. 3/2006, n. 4/2006, n. 1/2007e n. 3/2007); Luogo di lavoro e condizioni ambientali (n. 3/2007, n. 2/2008 e n. 3/2008); il Campionamento (n. 4/2008 e n. 1/2009); Mani-polazione degli oggetti (n. 4/2009 e n. 2/2010), Assicurazione della quali-tà parte 1.a (n. 4/2010); Assicurazione della qualità parte 2.a (n. 1/2011);Assicurazione della qualità parte 3.a (n. 2/2011). Non conformità, azioni cor-rettive, ecc. parte 1.a (n. 4/2011), parte 2.a (n. 1/2012), parte 3.a (n. 2/2012), parte 4.a (n. 3/2012), parte 5.a (n. 4/2012), parte 6.a (n. 1/2013), parte 7.a (n. 2/2013), parte 8.a (n. 3/2013), parte 9.a (n. 4/2013), parte 10.a (n. 1/2014); Audit interno parte 1.a(n. 2/2014),parte 2.a (n. 3/2014), parte 3.a (n. 4/2014).

ACCREDIAinizia, perambedue letipologie diLaboratori,con “si ap -plica il re -quisito dinorma”, mapoi prescri-

ve numerosi requisiti aggiuntivi. Ilprimo, al di là della forma, vale perentrambi, e prescrive che “i valutatoridevono essere indipendenti dall’areaverificata e devono assicurare l’obiettivi-tà e l’imparzialità della verifica”. La17025 pone il requisito dell’indipen-denza con incertezza con la frase“quando le risorse lo consentono” men-tre il requisito aggiuntivo lo rimette comeobbligatorio. Ho già esposto che questoè un problema per i piccoli Laboratori.Il requisito dell’obiettività e dell’impar-zialità rientra tra le caratteristiche deon-

tologiche del verificatore. Certo, se cisono la situazione è migliore per tutti:per il verificatore, per il responsabiledell’area verificata e per la direzione.Durante la mia attività ho sempre appli-cato questo principio che dipende dallapersonalità del verificatore, poichéimporlo per legge è difficoltoso e non“carino”. Sinceramente non so se sia unbene o no aver inserito questi due prin-cipi che la norma non chiede.Il secondo requisito vale per entrambii Laboratori, con qualche piccola ag -giunta per i Laboratori di taratura, e idue regolamenti recitano “dev’esserefornita evidenza della formazione,dell’addestramento e della qualificadei valutatori” e per quelli di taraturasi aggiunge “dell’affidamento dell’in-carico comprensivo dell’impegno allariservatezza”. Tutto il capitolo 4.14non dice nulla sulle registrazioni rela-tive al personale. Nel caso di perso-nale qualificato è sufficiente l’Attesta-

to di qualifica, che comprende sia laformazione sia l’addestramento. Ne -gli altri casi bisogna preparare e con-servare tutte le registrazioni richiesteda ACCREDIA.L’affidamento dell’incarico non de -v’essere per forza una lettera, comesembra leggendo il regolamento ma,essendo una questione interna alLaboratorio, può essere contenuto nelPiano della Qualità o nella Notifica.L’impegno alla riservatezza, nonrichiesto dalla norma, non so quantosia valido per questo argomento, vistoche poi vengono emessi documentiche sono alla portata di tutti. Quandosi affida l’incarico a personale ester-no, le due ultime registrazioni sonoobbligatorie da preparare e conser-vare, soprattutto quella della riserva-tezza. Bene ha fatto ACCREDIA ainserire questi re quisiti essendo unamancanza grave della 17025 nonrichiederli in un si stema basato sull’e-videnza delle azioni e dei fatti.Il terzo requisito, al di là del lungo di -scorso riportato per i Laboratori ditaratura, prescrive la stessa cosa. Peri Laboratori di prova il regolamentoriporta la seguente frase concisa, pre-cisa, chiara (non c’è nulla da spiegarepoiché si capisce da sola): “gli auditinterni possono essere effettuati, senon esistono risorse interne, da valu-tatori qualificati esterni al Laborato-rio”. Per i Laboratori di taratura il re -golamento riporta “nel caso in cui ilRe sponsabile del Laboratorio svolgaan che la funzione di Responsabiledella Qualità e l’organizzazione dicui il Laboratorio/Centro è parte nondisponga di personale addestrato equalificato per l’esecuzione di verifi-che ispettive interne, il sistema qualitàdel Laboratorio/Centro deve prevede-re, nel corso dell’anno, almeno un au -dit interno relativo alla parte di siste-ma di gestione, svolta da un ispettoreesterno, con comprovata esperienza

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COMMENTI ALLE NORMEA cura di Nicola Dell’Arena ([email protected])

Page 80: Tutto misure 01/2015

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COMMENTIALLE NORME

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in merito sia ai processi di taratura siadi pianificazione e conduzione di au -dit in accordo alla norma UNI CEI ENISO/IEC 17025”.Il requisito è scritto in modo contorto,complicato e con alcune ambiguità.Nell’analizzarlo si parte dalla primaaffermazione “Responsabile del Labo-ratorio che coincide con il Responsa-bile della Qualità”. La norma, eanche la ISO 9001, ammettono che ilcompito di Responsabile della Qualitàpossa essere svolto da personale cheeffettua altre funzioni, però unire ledue funzioni principali di un Labora-torio mi pare esagerato. Purtroppo nelsistema Italia, fatto di Laboratori dipiccole dimensioni, può capitare cheavvengano questi accorpamenti chepossono essere accettati anche se amalincuore, purché ciò non diventiuna regola generale. Il requisito parlasolo di accorpamento di funzioni, mapuò capitare che le due funzioni sianoseparate ma non esiste personale pre-parato a condurre audit: anche perquesto caso è necessario ricorrere apersonale esterno.Il requisito è ambiguo quando parla“almeno un audit relativo alla parte delsistema di gestione”: il termine relativo

fa sembrare che il personale esternodebba effettuare l’audit solo sulla parte4 della 17025, mentre la stessa normaprescrive che sia fatta su tutti gli ele-menti. Non era necessario riportaretutta la frase. Il requisito parla di “ispet-tore con comprovata esperienza inmerito sia ai processi di taratura sia dipianificazione e conduzione di audit”.E’ da notare il termine “ispettore” alposto di “valutatore”, non più utilizza-to dal 1990. Si parla di “esperienzasia tecnica sia di qualità”, mentre lanorma prescrive addestramento e qua-lificazione: certo l’esperienza è un tas-sello importante della qualificazione,ma da sola non è sufficiente. Inoltre ledue esperienze, quella tecnica e quelladi qualità, non devono per forza coin-cidere: può capitare che il valutatorepossieda entrambe le professionalitàma ciò non dev’essere una regola daprescrivere.Nonostante le difficoltà che s’incon-trano nei piccoli Laboratori, al perso-nale esterno dev’essere affidato il solocompito della conduzione dell’audit,ma non quello della pianificazioneche deve rimanere nelle mani delLaboratorio.Un quarto requisito, comune per en -

trambe le tipologie di Laboratori, è ilseguente: “gli audit di seconda eterza parte non possono sostituire gliaudit interni del Laboratorio”. A partela incongrua precisazione tra audittecnici e di sistema fatta per i Labora-tori di taratura, il requisito non era ne -cessario da riportare: infatti la normanon ne parla, ma è invece chiarissimaa obbligare che bisogna effettuare gliaudit interni.Gli altri requisiti sono differenti per ledue tipologie di Laboratori. Per i Labo-ratori di prova si prescrive che “ilciclo di audit deve essere completatoin un anno”. Non era necessario maACCREDIA ha fatto bene, in quanto la17025 riporta integralmente la frasenella nota del paragrafo 4.14.1 sa -pendo che le note delle norme hannocarattere volontario e non obbligato-rio. Lo stesso regolamento riporta laseguente nota: “è consigliabile nellapianificazione degli audit interni tene-re conto delle carenze evidenziate nelcorso degli audit precedenti”. Questorequisito era meglio riportarlo nellatrattazione del paragrafo 4.14.4 equando lo commenterò dirò che cosabisogna fare per rispettare il requisitodi ACCREDIA.

BANCO DINAMOMETRICOMOTORIZZATO CONTROLLABILE VIA PC

ESM1500 è un banco dinamometrico acolonna singola, per applicazioni dimisura della trazione e della compres-sione fino a 1.500 lbF (6,7 kN). Adattoper laboratori e ambienti di produzione,ESM1500 può essere utilizzato con undinamometro digitale oppure con unacombinazione d’indicatore e cella dicarico separata. La preparazione delprovino e il posizionamento sono moltosemplici grazie alla funzione di posizio-namento basato sulla forza FollowMeTMche, utilizzando la vostra mano comeguida, spinge e tira la cella di carico o ildinamometro per muovere dinamica-mente l’afferraggio a velocità variabile.

NEWS �

Grazie a una corsa generosa, allospazio e alle dimensioni a disposi-zione, possono essere eseguitevarie tipologie di prove, comeprove di rottura, prove cicliche,sotto carico o allungamento costan-te, mantenimento del carico,test di allungamento, prove ditrazione, prove di compressio-ne e altro ancora. Si possonosoddisfare i vari metodi testattraverso un menù di facileutilizzo, che consente la confi-gurazione della velocità diprova, della forza e distanze limi-te, tempi di ciclo, precarico e moltealtre funzioni, il tutto protetto dauna password.Le funzioni del controller sono offer-te singolarmente attraverso un’unicapiattaforma di configurazione“build-your-own”. È possibile ordi-nare qualsiasi combinazione difunzioni per personalizzare ilbanco di prova in base allespecifiche esigenze; le fun-

zioni originariamente non ordina-te possono essere attivate succes-sivamente sul campo.I dati relativi alla forza e allospostamento possono essereinviati a un PC per la rappre-sentazione grafica e l’analisi

utilizzando il MESURTMgauge software. È pos-sibile controllare com-pletamente il banco daun PC, attraverso un

programma personalizzatoscritto in qualsiasi linguaggioche supporti le comunicazioniASCII. Tutti i cavi di comunica-zione necessari al controllo tra-mite PC e la raccolta dei datisono inclusi con il banco prova.I banchi dinamometrici dell’a-zienda americana Mark-10 sonodistribuiti in Italia da LUCHSIN-GER srl.

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Page 81: Tutto misure 01/2015

T_M ƒ 79

COMSOL è lieta diannunciare il lancio diCOMSOL Server™, unnuovo prodotto sviluppa-to specificamente per ese-guire le app costruite conl’Application Builder, rila-sciato pochi mesi fa.L’Application Builder per-mette agli utenti del soft-ware COMSOL Multiphy-sics® di costruire, sulla

base dei propri modelli COMSOL, un’intuitiva interfaccia che puòessere utilizzata da chiunque, anche privo di precedenti espe-rienze di simulazione. COMSOL Server rende possibile la distri-buzione delle app, permettendo a team di progettazione, Dipar-timenti di produzione e non solo, di condividerle all’interno dellapropria organizzazione, usando un client nativo Windows® o unweb browser.COMSOL Server è il motore che permette di eseguire le appCOMSOL e l’hub che ne controlla l’accessibilità, la distribuzio-ne e l’uso. Dopo aver creato una app con l’Application Builder,

il server fornisce a tecnici e ricercatori una soluzione economi-camente vantaggiosa per gestirne l’uso, sia all’interno della pro-pria organizzazione sia all’esterno, in tutto il mondo.“COMSOL Server offre un ambiente facilmente accessibile esemplice da utilizzare, per lanciare app create con l’ApplicationBuilder” afferma Svante Littmarck, Presidente e CEO delGruppo COMSOL. “Usando l’Application Builder e COMSOLServer insieme, ad esempio, un tecnico che si occupa di R&Savrà gli strumenti per creare app che soddisfino nel migliore deimodi le esigenze di quello specifico settore produttivo, in un for-mato di semplice utilizzo, rapido da implementare e adattabilesecondo le necessità”.“Non solo COMSOL Server offre agli esperti di simulazione unmodo efficace per distribuire le proprie app, ma consente anchea tutti gli utenti di accedere subito a eventuali aggiornamenti,con tutte le opportune garanzie di sicurezza” spiega BjornSjodin, VP of Product Management presso COMSOL, Inc.

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HBM offre convenienti contratti di manutenzione per il softwaredi acquisizione dati catman, di durata fino a cinque anni. Lamultinazionale tedesca garantisce così ai propri clienti l’acces-so diretto all’assistenza tecnica e mette a disposizione gratuita-mente nuove versioni del software entro la scadenza, informan-do proattivamente i clienti della loro disponibilità. Nell’ambito delle ultime versioni, HBM ha sviluppato importantiinnovazioni mirate ad aumentare l’efficienza delle misurazioni eoffrire agli utenti la sicurezza futura. È disponibile una biblioteca difunzioni per prestazioni elettriche ed è possibile integrare sensoridi forza delle ruote; catman permette di acquisire fino a 4 segnalidi fotocamera, contemporaneamente all’acquisizione dei valori dimisura. L’operatore può esportare le visualizzazioni dei dati di

misura elaborati, per creare automati-camente rapporti in MS Word o MSExcel. Sono stati realizzati numerosinuovi formati di memoria ed esporta-zione, anche per altri pacchetti soft-ware comuni per il post processing. Leclassificazioni (Rainflow e Time-at-Level) sono possibili online e inpost processing. L’operatore può ottenere le automazioni, grazie asequenze automatiche, ed eseguire valutazioni automatiche di testmediante script.

Per ulteriori informazioni: www.hbm.com/it/menu/prodotti/software/software-per-acquisizione-dati

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COMSOL SERVER™ LANCIA LE SIMULAZIONI DA APP

RISPARMIARE SUI COSTI DI MANUTENZIONE DEL SOFTWARE PER ACQUISIZIONE DATI

Il sistema di datalogging wireless Delta OHMserie HD35xx permette di monitorare una mol-teplicità di grandezze fisiche nei più svariaticampi di applicazione. Sono disponibili data-logger per il monitoraggio di: Temperatura -Umidità relativa - Pressione atmosferica - Pres-sione differenziale - Illuminamento (lux) e irra-diamento (UV) - Monossido di carbonio (CO) -Biossido di carbonio (CO2) – Accelerazione -Corrente 4 ÷ 20 mA - Tensione 0 ÷ 1 V o0 ÷ 50 mV - Pt100 / Pt1000 - Termocoppie K,J, T, N, E. Alcuni modelli calcolano anche gran-dezze derivate: temperatura del punto di rugia-da, di bulbo umido, umidità assoluta, rapportodi mescolanza, pressione di vapore parziale.Il sistema è composto da unità base, sensori con datalogger(fino a 255 per ogni unità base), eventuali ripetitori (coprendocosì distanze fino a 1.500 metri in campo aperto) e unità di con-trollo (permette il controllo in uscita a contatto pulito a relay opotenziometrica). Il segnale è anche gestibile in rete Ethernet, anche via WiFi, conprotocollo Modbus o può comunicare via GPRS inviando anche

messaggi SMS e Mail di allarme. La batteriapermette un utilizzo senza alimentazionefino a 3 anni. I datalogger sono conformialla normativa EN 12830 e il software PLUSopera in accordo alle raccomandazioni delFDA 21 CFR parte 11.Tra i campi di applicazione del sistema,ricordiamo: settore alimentare (contenitorirefrigerati, banchi frigo, celle frigorifere, pro-duzione e trasporto alimenti), strutture sani-tarie e farmaceutiche (sale bianche, labora-tori, conservazione farmaci, monitoraggioincubatori, EN 12830), serre, analisiambientali (qualità dell’aria, fotovoltaico,meteorologia, idrologia), sale museali e

archivi, trasporto di merci deperibili e fragili (monitoraggiodegli urti subiti mediante misura dell’accelerazione), condizio-namento dell’aria e Building Intelligence, luoghi pubblici ingenerale (scuole, enti, fiere, sale convegni, grande distribuzio-ne).

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Page 82: Tutto misure 01/2015

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T U T T O _ M I S U R EAnno XVII - n. 1 - Marzo 2015ISSN: 2038-6974Sped. in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di TorinoDirettore responsabile: Franco DocchioVice Direttori: Alfredo Cigada, Dario PetriComitato di Redazione: Luca Mari, Renato Ottoboni, Aldo Baccigalupi, Salvo Baglio, Lorenzo Peretto, Carmine Landi, Lorenzo Scalise, Gaetano Vacca,Rosalba Mugno, Carmelo Pollio, Michele Lanna,Luciano Malgaroli, Massimo Mortarino

Redazioni per:Storia: Emilio Borchi, Riccardo Nicoletti, Mario F. Tschinke, Aldo RomanelliLe pagine delle Associazioni Universitarie di Misuristi: Franco Docchio, Dario Petri, Alfredo Cigada, Gabriele Bitelli, Stefano AgosteoLe pagine degli IMP: Maria Pimpinella

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La Redazione di Tutto_Misure ([email protected])

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STORIA DELLE MISURE NELLA SOCIETÀ DAL 1875Sergio Sartori – A cura di Franco Docchio,Luca Mari e Michele Gasparetto277 pp. – Pavia University Press (2014)ISBN: 978-88-96764-93-0Prezzo: € 23,00 – Edizione ebook gratuitaA

BBIAMO

LETTOPERVOI

NEL PROSSIMO NUMERO• Misure delle ceneri dell’Etna• Sensori indossabili• Naso elettronico• Sensori colorimetriciE molto altro ancora...

Obiettivo di questo libro è quello d’inquadrare lo sviluppo della metrologia –intesa come scienza e pratica della misurazione, per propria natura interdi-sciplinare per eccellenza – nel contemporaneo contesto storico, economico,culturale e sociale, presentandola a partire dal 1875, la data della firma dellaConvenzione del Metro.Il libro si rivolge a un insieme ampio di potenziali lettori, in particolare a tutticoloro che utilizzano strumenti – concettuali e pratici – per eseguire misure,da cui trarre elementi per prendere decisioni, e che desiderano acquisire con-sapevolezza di tali strumenti, potendo disporre anche d’informazioni correttee complete sul linguaggio da adottare nella comunicazione.La narrazione parte dal 1875, anno in cui, per la prima volta nella storia,molte e importanti Nazioni decidono di adottare lo stesso sistema di unità dimisura e d’istituire infrastrutture per la realizzazione e la disseminazione deicampioni di misura.La storia della metrologia viene poi suddivisa in cinque periodi: dal 1875 allafine del XIX secolo; la prima metà del XX secolo; gli anni dal 1950 al 1980;l’ultima parte del XX secolo; i primi anni del XXI secolo. A ciascun periodoscelto è intimamente associata una fisionomia dello sviluppo della metrologia,che determina e condiziona gli sviluppi successivi ma che a sua volta è deter-minata e condizionata dalle storie che in parallelo si compiono.

L’autoreSergio Sartori, laureato nel 1961 al Politecnico di Torino in Ingegneria Elet-tronica, è stato autore di oltre 140 articoli scientifici e di tre libri (incluso il pre-sente) nei settori delle misure elettriche, termiche e meccaniche, della fisicadello stato solido, dell’interferometria con laser, della modellistica di sistemimeccanici, dell’optoelettronica, dell’informatica, dell’epistemologia, dellaqualità nei sistemi di produzione.

LE AZIENDE INSERZIONISTE DI QUESTO NUMEROAR Europe 3a di cop.Aviatronik 4a di cop.Bocchi p. 34Cibe p. 48Comsol pp. 18-79Control Messe p. 56Crase pp. 22-64Delta Ohm pp. 50-79DSPM pp. 20-68Echo R&S pp. 10-68HBM Italia pp. 8-57-79Hexagon Metrology p. 4IC&M p. 44Instrumentation Devices pp. 64-70

Keyence pp. 3-64Kistler Italia pp. 12-75Labcert p. 36LTF p. 26LTTS p. 58Luchsinger pp. 24-78Microlease-Keysight Techn. pp. 3-17-62PCB Piezotronics pp. 62-70Physik Instrumente pp. 21-40Ramico pp. 32-68Renishaw pp. 6-55Rohde & Schwarz pp. 38-64Rupac 2a di cop.Tec Eurolab pp. 13-14

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ISURE - A

NNO 17, N. 01 - 2

015

ANNO XVIIN. 01 ƒ

2015

ISSN

2038-6974 - Po

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.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, com

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O/ Torino - nr 1

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no 17- Marzo 2015

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A F F I D A B I L I T À& T E C N O L O G I A

GRUPPO MISURE ELETTRICHEED ELETTRONICHE

LA RIVISTA DELLE MISURE E DEL CONTROLLO QUALITÀ - PERIODICO FONDATO DA SERGIO SARTORIORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE “GMEE” E DI “METROLOGIA & QUALITÀ”

TUTTO_MISURETUTTO_MISURE

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