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UFFICIO COMUNICAZIONE/URP Direttore Dr … prof. Attilio Renzulli, uni ca cardiochirurgia pubblica...

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UFFICIO COMUNICAZIONE/URP Direttore Dr Sandro Cortese Rassegna Stampa 04 Luglio 2012 A cura dell’Ufficio Comunicazione/URP
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Page 1: UFFICIO COMUNICAZIONE/URP Direttore Dr … prof. Attilio Renzulli, uni ca cardiochirurgia pubblica fi nora inserita nell'emergenza regionale. Da quanto ieri reso noto dal rettore professor

UFFICIO COMUNICAZIONE/URP Direttore Dr Sandro Cortese

Rassegna Stampa

04 Luglio 2012

A cura dell’Ufficio Comunicazione/URP

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Numerose tuttavia le proteste degli utenti

Vaccino, mancano le dosi ma l'Asp

è già corsa ai ripari ALCUNI lettori hanno tele­fonato in redazione, giu­stamente imbufaliti, per segnalare quanto è accadu­to loro. In pratica, dovendo fare ai propri bambini il ri­chiamo per le normali vac­cinazioni, ieri mattina si sono recati alla Residenza sanitaria per anziani di Moderata Durant ma con loro grande disappunto si sono sentiti rispondere che... di dosi non ce n'era nemmeno una.

A nulla sono valse le pro­teste, evidentemente c'era stata qualche disfunzione nell'iter burocratico che ha impedito il normale ap­provvigionamento di quei vaccini.

Una telefonata in azien­da ha consentito al cronista

di appurare il motivo di tale carenza dovuta ad unbana-le errore nell'ordine invia­to per tempo alle case pro­duttrici.

Giàperònei giorni scorsi l'Azienda sanitaria di Vibo Valentia era corsa ai ripari rimediando all'errore sic­ché (questo almeno quanto hanno assicurato ieri mat­tina da palazzo ex Inani) la situazione dovrebbe nor­malizzarsi nel giro di qual­che giorno.

Questa è, almeno, la spe­ranza degli utenti che quo­tidianamente si recano presso la s t rut tura ubicata alle porte della città capo­luogo per richiedere il vac­cino.

f .p. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

ISTITUZIONALE ASP VIBO Pag. 3

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Nuovo ospedale, occorre completare l'iter d'appalto

La Cgd Calabria lancia l'appello sui costruendi nosocomi della regione

CORIGLIANO Un'occasione unica e concreta per migliorare l'of­ferta della rete ospedaliera calabrese e consegnare ai territori, fiaccati da un piano di rientro che taglia servizi senza offrire contestualmente rispo­ste alternative di cura, una rete ospe­daliera qualificata e innovativa fina­lizzata a superare gli attuali disser­vizi che pregiudicano la continuità assistenziale. Così la segreteria regio­nale della Cgil, attraverso una nota stampa, giudica la realizzazione dei nuovi ospedali calabresi, tra questo quello della Sibaritide. La nota pren­de le mosse dalla manifestazione or­ganizzata il 23 giugnoscorso inloca­lità Insiti, la quale «ha posto all'at­tenzione delle autorità competenti -recita la nota della Cgil - la necessità che venga superato lo stallo nell'av­vio dei lavori del nuovo ospedale del­la Sibaritide (oltre 143 mi) previsto dall'Accordo di Programma del 2007 tra Governo e Regione. Un im­pegno di risorse che i quadri econo-miri finanziari ctó primi 3 ospedali di cui sono aperte le procedure di gara (Sibaritide, Vibo V., Palmi) prevedo­no in circa 438 mi di euro. La Cgil Calabria - si legge ancora nella nota - ha sollecitato la propria struttura nazionale ad adoperarsi nei confron­ti del governo e del ministero alla sa­lute perché venga superato ogni ele­mento ostativo che segna dal 1 gen­naio 2012 ad oggi, il vuoto di gover­no regionale delle procedure per la

Il progetto del nuovo ospedale e il segretario regionale Gravano (riquadro)

cantierizzazione delle opere. Consi­derata anche la prossimità di scaden­za delle procedure di gara dei primi bandi avviati, la Cgil ritiene dirimen­te che il governo definisca: l'inter­pretazione attuativa da dare al Dlgs 59/2012 e l'indicazione delle proce­dure (ordinarie o commissariali in deroga) a cui la Regione dovrà atte­nersi per la costruzione delle opere e di ogni attività propedeutica attinen­te; e l'individuazione di "una figura competente e di garanzia" che porti a compimento in trasparenza e sicu­rezza, visti le esposizioni ambientali dei territori interessati, e nel confron­

to con i soggetti istituzionali e socia­li del territori interessati, ogni fase ri­guardante la realizzazione e la mes­sa in uso delle opere nell'ambito del­l'offerta assistenziale regionale. Ul­teriori ritardi rappresenterebbero una beffa intollerabile per i calabre­si ed una grave responsabilità poli­tica, considerato che a quasi 5 anni dalla programmazione delle opere in alcun territorio si è preceduto alla posa di un solo mattone e che ogni anno oltre 65.000 calabresi sono co­stretti a pesanti sacrifici per recar­si in altre realtà sanitarie dove riceve­re cure certe ed appropriate», (gdp)

SANITÀ CALABRIA Pag. 4

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CATANZARO L'Università non firma l'intesa

Betty Cafabretta CATANZARO

Si acceso un nuovo focolaio nel terreno "minato" della sanità ca­labrese stretta dalla tenaglia del piano di rientro. Ieri l'Università Magna Grada di Catanzaro non ha firmato, giudicandola «inac­cettabile», la bozza del nuovo protocollo d'intesa Regio­ne-Ateneo destinato a regolare, scaduta ormai da tempo la vec­chia convenzione, i rapporti tra le due istituzioni che gestiscono il policlinico universitario Mater Domini, unica Azienda ospeda­liera a conduzione "mista" della Calabria.

All'esito del confronto tra la Regione - rappresentata dal pre­sidente Giuseppe Scopelliti e dal sub commissario ad acta per l'at­tuazione del Piano di rientro Luigi D'Elia - e l'Ateneo presente ai massimi livelli con il rettore Aldo Quattrone, il presidente della Fondazione Campanella Paolo Falzea e il prof. Ciro Indol-fi direttore dell'unità operativa di Cardiologia interventistica, l'Università ha lasciato Palazzo

Alemanni senza sottoscrivere l'accordo ritenendo che «non vi fossero le condizioni per farlo, né sul piano economico né a li­vello normativo». L'Università non soltanto reputa penalizzan­ti le proposte della Regione, ma ritiene che siano stati commessi errori nella riorganizzazione complessiva dei posti letto pub­blici calabresi. È stato «innesca­to - sostiene il rettore - un mec­canismo perverso che fa gravare tutto il peso della facoltà di Me­dicina e del policlinico universi­tario sull'area di Catanzaro. Vi­ceversa - argomenta Quattrone - l'Università è una plusvalenza che sforna medici per tutta la Re­gione e svolge un servizio per tutta la Calabria. Parliamo dell'unica facoltà di Medicina calabrese e del suo manteni­mento deve farsi carico tutta la Regione. Come? Togliendo qualche posto letto e un piccolo budget a ogni azienda sanitaria e ospedaliera regionale e non so­lo a quelle catanzaresi. Perché -insiste il rettore - non si vuole rendere veramente calabrese la facoltà di Medicina e far contri­

buire al suo sostegno tutta la re­gione? Il metodo adottato è sba­gliato enei fatti penalizza la città di Catanzaro, il policlinico uni­versitario Mater Domini, l'ospe­dale Pugliese che perde di suo più di 100 posti letto, e la Fonda­zione Tommaso Campanella che di questo passo sarà dismes­sa. Tutte queste strutture ospe­daliere verranno danneggiate, a vantaggio di Reggio e di Cosen­za. Bisogna rifare la program­mazione dei posti letto pubblici della Regione, che può essere ri­modulata, tenendo conto dell'importanza della facoltà di Medicina e prevedendo un ap­porto equilibrato di tutte le Aziende regionali».

Tra i motivi che hanno indot­to l'Università a non stipulare il protocollo d'intesa proposto dalla Regione, c'è l'estromissio­ne della Cardiologia interventi­stica e della Cardiochirurgia del Policlinico dalla rete d'emergen­za regionale - di cui entrambe le strutture fanno parte da anni -pur in presenza di un servizio salvavita che dispone anche di eliporto per l'elisoccorso. •$

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Estromessa anche la Cardiochirurgia

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O 1 I O I t i 1 l i t i I I t~t 2f l i I # . o Tra le considerazioni che han­no indotto l'Università Magna Graecia a non stipulare il nuo­vo protocollo d'intesa propo­sto dalla Regione c'è quella che riguarda un reparto di ec­cellenza dove affluiscono pa­zienti da tutta la Calabria: la Cardiologia interventistica che fa capo al prof. Ciro Indol-fi, pioniere in Calabria nell'im­pianto di stent negli infartuati, e la Cardiochirurgia diretta dal prof. Attilio Renzulli, uni­ca cardiochirurgia pubblica fi­nora inserita nell'emergenza regionale. Da quanto ieri reso noto dal rettore professor Al­do Quattrone, la Regione avrebbe intenzione di estro­mettere la struttura cardiolo­gica e cardiochirurgica dell'Università dalla rete dell'emergenza sanitaria cala­brese, pur in presenza di un servizio salvavita che lavora costantemente su pazienti tra­sportati dall'elisoccorso nell'eliporto del Campus uni­versitario di Germaneto. At­tualmente, va precisato, sono entrambe inserite nel sistema dell'emergenza ma nella boz­za di protocollo d'intesa con la Regione, che l'Ateneo non ha accettato di sottoscrivere, le

due strutture risultano escluse «dopo tanti anni - sottolinea Quattrone - di servizio regio­nale».

«La nostra preoccupazione -commenta il prof. Indolfi - è che si faccia un grave passo in­dietro rispetto ai risultati otte­nuti nel settore dell'emergen­za cardiologica. C'è il rischio che il lavoro fatto venga azze­rato, indebolendo peraltro il Policlinico universitario che viceversa andrebbe potenzia­to visto che qui affluiscono per la maggior parte pazienti da fuori provincia». Quella di voler estromettere le due strutture dal sistema dell'emergenza regionale è una intenzione della Regione -stando a quanto riferito -emersa solo ieri. Una doccia fredda per le professionalità del Policlinico universitario Mater Domini dopo tanti suc­cessi conseguiti sul campo.

«Sono particolarmente or­goglioso - aveva detto giusto due giorni fa il prof. Indolfi commentando un importante risultato clinico ottenuto gra­zie ad uno strumento innova­tivo che è stato utilizzato, tra i primi in Italia, nell'Unità ope­rativa da lui diretta - degli

straordinari progressi che la Cardiologia dell'Ateneo di Ca­tanzaro ha fatto negli ultimi anni, soprattutto nel campo dell'angioplastica con impian­to di stent per i pazienti con infarto, nel campo delle ma­lattie delle valvole con l'im­pianto percutaneo senza bi­sturi della valvola aortica e della correzione dell'insuffi­cienza mitralica con Mitra-Clip. Pertanto in Calabria è possibile effettuare un'eccel­lente qualità delle prestazioni evitando così un'inutile emi­grazione sanitaria». Ieri la de­lusione del protocollo che an­che per questo è stato ritenuto «inaccettabile». <* (b.c.)

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prof. Ciro Indolfi

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SANITÀ Gli ospedalieri replicano ai medici di famiglia

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Forse sarà il Dipartimento re­gionale alla Salute a pronun­ciarsi e dirimere, una volta per tutte, la querelle che vede schierati in trincee contrappo­ste, sul delicato terreno della prescrizione dei farmaci, i "me­dici di famiglia" e gli "ospeda­lieri".

Nei giorni scorsi la Fimmg, attraverso il segretario dell'or­ganizzazione catanzarese Gen­naro De Nardo, aveva eccepito la mancata sottoscrizione, da parte del direttore sanitario del "Pugliese", delle linee-gui­da che regolano la materia, ri­ferendo di «pazienti spesso co­stretti a recarsi dal medico cu­rante per ottenere ricette che invece dovrebbero essere com­pilate in ospedale e negli am­bulatori».

La sollecitazione del respon­sabile catanzarese della Fim­mg è stata pertanto portata all'attenzione del Collegio di Direzione interno dell'Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio convocato dal direttore gene­rale aw . Elga Rizzo. I sette ca­pi Dipartimento (Mario Verre per l'Emergenza e Accettazio­ne, Vittoria Pascale per quello Materno-infantile, Stefano Molica per l'Ematoncologico; Franco Falvo per Specialità

Chirurgiche, Luigi Lombardi per le Specialità Mediche, Vin­cenzo Arcuri per il Dipartimen­to Servizi e Claudio Ceccotti per Neuroscienze, assieme al Direttore di Presidio Nicola Pelle), hanno ascoltato le per­plessità del direttore sanitario Alfonso Ciacci e condiviso una­nimemente l'opportunità di coinvolgere il Dipartimento Tutela della Salute «in consi­derazione delle ripercussioni che la firma del protocollo ri­verbererà anche sulle altre Aziende ospedaliere della Ca­labria».

L'attuazione del protocollo sulla questione dei farmaci è infatti attualmente al vaglio del Dipartimento alla Sanità della Regione; comunque - è stato sottolineato durante l'in­contro - l'attività dell'Azienda ospedaliera "Pugliese-Ciaccio" rientra a tutti gli effetti nel pie­no rispetto della normativa vi­gente.

Dopo aver informato il CdD sulla questione del rispetto della normativa in materia di prescrizione delle ricette e del­la relativa problematica solle­vata dal sindacato dei medici di famiglia, Ciacci ha illustrato le proprie determinazioni pun­tualizzando che «l'Azienda

"Pugliese-Ciaccio" sì è da tem­po adeguata alla normativa con i dovuti ed opportuni ac­corgimenti, nel pieno rispetto dell'art. 50 (DI n. 269 del 3 0 / 9 / 2003 convertito in legge col n. 326 il 24/11/2003), di­sponendo che ogni paziente esca dall'ospedale con la pro­pria ricetta rossa», cioè la pri­ma impegnativa per i farmaci necessari nell'immediato.

Nel merito delle proprie de­terminazioni - è stato poi riba­dito - il direttore sanitario Ciacci ed il Collegio di Direzio­ne intendono salvaguardare in particolare gli standard di pre­stazioni erogate dagli ospedali (di Catanzaro in primis, ma co­me si è detto anche dell'intera regione) che specie per quanto attiene i Pronto Soccorso in estate sono soggetti ad un forte incremento della domanda, al­le croniche carenze d'organico e ad una più difficile gestione del personale per via delle fe­rie.

«In relazione alla firma dello specifico protocollo - scrivono i Direttori di Dipartimento - si ritiene pertanto opportuno coinvolgere il Dipartimento re­gionale, visti i riflessi che tale atto proietterà sull'intero am­bito territoriale calabrese». ^

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Deficit delle Asl incrementato d'ufficio

ETTORE JORIO

U na bella tegola sulla testa della sanità. Di qui a poco, ci sarà un altro problema per

le Asl e le Ao, così come per i relativi manager tenuti a conseguire "per contratto" l'auspicato equilibrio tra costi e ricavi. Insomma, un ul­teriore dilemma per le Regioni, specie per quelle già borderline con i conti di esercizio. Meglio un pericolo per il loro deficit sanita­rio, destinato ad incrementare d'ufficio.

Scopriamo l'arcano. Il decreto le­gislativo 118/2011, recante "Di­sposizioni in materia di armoniz­zazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organi­smi" dispone, tra l'altro, che "I ce­spiti acquistati utilizzando contri­buti in conto esercizio, indipen­dentemente dal loro valore, devono essere interamente ammortizzati nell'esercizio di acquisizione". Un principio che trova pratica attua­zione dal corrente anno 2012, dal momento che è così previsto per tutto il Titolo II, attesa l'urgenza di dare ordine complessivo ai conti del Sistema sanitario nazionale.

Per meglio comprendere la por­tata della norma si rende necessa­rio inquadrare la sua esistenza nel-l'ottica di riformare la contabilità degli enti territoriali, tenuto conto dell'esigenza di migliorare i conti pubblici, pretesa dalla Commissio­ne Uè al fine di rafforzare la cosid­detta statistical governance. Un obiettivo perseguito sul piano in­terno, per l'appunto, con il decreto legislativo 118/2011, diretto ad as­sicurare l'armonizzazione dei si­stemi contabili sub-statali. Ciò nel­l'ottica dell'introduzione a regime del federalismo fiscale e in osse­quio ai principi sanciti nella recen­te revisione costituzionale che ha introdotto il "pareggio di bilan­cio", che prescrive il concorso ob­bligatorio delle Regioni a conse­

guire l'equilibrio dei bilanci nazio­nali e la sostenibilità del debito pubblico.

Qual è il problema concreto per le Asl/Ao e le Regioni? La prescri­zione (art. 29, lett. b) andrà a deter­minare un impatto traumatico sui bilanci 2012 di diverse aziende del­la salute e, quindi, delle regioni di riferimento. Ciò in relazione alla conseguente esplosione "tecnica" del disavanzo di esercizio.

Invero, non saranno poche le Asl e le Ao, specialmente quelle accorte nel realizzare in passato risparmi di esercizio attraverso l'ottimizza­zione della spesa, ad essere dan­neggiate da una siffatta disciplina, dagli esiti segnatamente negativi. Nello specifico saranno quelle che verranno a trovarsi, accidental­mente, nella circostanza di avere proceduto, nel 2012 e negli anni precedenti, ad acquisti di immobili utilizzando all'uopo risorse finan­ziarie correnti tesorizzate.

Per fornire le reali dimensioni della ricaduta negativa, che la nuo­va disciplina determinerà sulle economie del sistema salute, an­corché figurative, è appena il caso di precisare che, a differenza della previgente normativa, la novità le­gislativa obbligherà l'ammorta-mentoper intero nell'esercizio cor­rente dell'intero costo sopportato. Ciò avverrà anche per le compra­vendite perfezionate negli anni precedenti, a prescindere dalla di­versa disciplina all'epoca vigente. Conseguentemente, dovrà essere riassunto, nel 2012, l'ammorta­mento di tutto il residuo del fondo da ammortizzare dei cespiti acqui­stati anche negli anni precedenti.

Una tale appostazione determi­nerà disastri nelle carriere dei ma­nager ivi impegnati e delle Regioni di riferimento, dal momento che saranno costrette, con le attuali re­gole, a sopportare la sottomissione ai piani di rientro dal disavanzo.

Una misura penalizzante per le ge­stioni riconosciute virtuose (in quanto resesi, ovviamente, anche adempienti nella erogazione dei Lea), costrette a sopportare gravi condizionamenti giuridici e patri­moniali.

Quanto di questo potrà accadere nella nostra regione? Credo molto poco. Per due ordini di motivi.

Primo. La virtuosità gestionale -quella che consentirebbe di capita­lizzare risorse correnti, sempre-ché adempienti a garantire i Lea al­la popolazione - è merce rara in Ca­labria. Meglio, inesistente.

Secondo. C'è stata sovrabbon­danza di fondi destinati ad investi­menti, ancorché spesi da sempre in modo disattento a realizzare ciò che effettivamente serve. Insom­ma tanti soldi, ma utilizzati peggio che non si sarebbe potuto. Basta ve­dere le nostre strutture ospedalie­re per renderci conto!

In buona sostanza, si è privile­giato l'apparire piuttosto che l'es­sere utile, disperdendo al vento le ingenti risorse messe a disposizio­ne ex art. 20dellalegge67/88, fun­zionali a realizzare la fortuna di progettisti e beneficiari privati. Ebbene sì, sono state, infatti, tante le strutture fotocopia, frequente­mente a un tiro di schioppo l'una dall'altra, che oggi occorre chiude­re ovvero "giustificarne" l'esisten­za, ancorché mutilata. Sono state numerose quelle costruite con fon­di pubblici per poi essere concesse, spesso a prezzi superconvenienti (per non dire stracciati), in "loca­zione" a privati per ivi realizzare le loro fortune. Ciò in (quasi) assenza di verifiche e controlli. Tanto da sperare, che se ne accorga "Stri­scia" o "le Iene", divenute oramai, in assenza di altro, le "istituzioni" più credibili. Da qui, Grillo che im­pera.

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I sindacati minacciano lo sciopero. Monti: non useremo l'accetta, Iva su di un punto dal 2013

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Via uno statale su io: il piano del go­verno sulla spending review prevede ri­

sparmi fino a 38 miliardi. Il premier Mon­ti: non useremo Faccetta. L'ira dei sinda­cati. L'Iva salirà di un punto dal 2013.

AUTO, ACQUISTI, SANITÀ: TUTTI I TAGLI

LA SCURE SUL PUBBLICO IMPIEGO Mobilità, obbligatoria: circa 100 mila dipendenti coinvolti Congelato l'aumento Iva previsto da ottobre, più 1% da gennaio

ROMA — La spending review per­metterà di risparmiare una decina di miliardi l'anno, servirà anche a fi­nanziare le spese «esigenziali», dal­le missioni di pace al 5 per mille, ma non ad evitare tutto fi previsto aumento dell'Iva. Invece di 2 punti e mezzo, due da ottobre e un altro mezzo punto dal gennaio 2014, l'im­posta sul valore aggiunto crescerà di un solo punto, dal 21 al 22% per l'aliquota standard e dal 10 all'i 1% per quella ridotta, a partire da gen­naio e di un ulteriore mezzo punto dal 2014.

Del decreto circola per ora una bozza, 19 articoli suddivisi in cin­que titoli, anche se Palazzo Chigi precisa che il testo è ancora In cor­so di stesura e di revisione dopo gli incontri di ieri con parti sociali ed enti locali. In ogni caso il decreto non conterrà solo tagli alla spesa pubblica. Oltre al rifinanziamento delie spese ancora scoperte, ci sarà anche l'attesa riduzione dell'aggio sulla riscossione dovuto a Equita­lia. Un punto dal 2013, dal 9 all'8%, ma la riduzione potrebbe essere an­che superiore: fino a quattro punti percentuali se i risultati della riscos­sione saranno superiori al previsto.

Dalla riduzione della spesa sanita­ria è atteso un contributo di un mi­liardo di euro già da quest'anno e di due miliardi a partire dal 2013, con

un'equivalente riduzione del Fondo Sanitario Nazionale. Il piano di ri­sparmi nella Sanità è drastico: ven­gono rideterminati i tetti della spe­sa farmaceutica territoriale e ospe­daliera, rinegoziati al ribasso i con­tratti di appalto, riviste le conven­zioni con le strutture private accre­ditate, ridotti i fondi per l'acquisto dei dispositivi medici, aumentato il contributo delle farmacie all'equili­brio del sistema e delle aziende far­maceutiche all'eventuale sfioramen­to dei tetti di spesa.

Per questi ultimi mesi del 2012 le farmacie dovranno concedere al ser­vizio sanitario un extrasconto sui farmaci del 6,5%, che a regime dal­l'anno prossimo sarà pari al 3,65%. Il tetto alla spesa farmaceutica ospe­daliera, che fa registrare sistemati­camente uno sforamento, viene al­zato dal 2,4% al 3,2%, e parallela­mente viene ridotto il tetto alla spe­sa territoriale (i farmaci a carico del Ssn forniti dalle farmacie) dal 13,3 all'i 1,5% del totale della spesa sani­taria. Nello stesso tempo viene au­mentato, e di parecchio, il contribu­to delle aziende farmaceutiche agli eventuali sfondamenti della spesa. Le imprese, infatti, dovranno farsi carico del 50% delle somme che ec­cedono il tetto fissato dal governo, mentre il restante 50% sarà a carico delle Regioni, ma solo di quelle che, nel complesso, non sono riuscite a

rispettare il tetto. La manovra sulla sanità non si

ferma, tuttavia, alla farmaceutica. Intanto le Asl, che potranno rinego-ziare i contratti con prezzi ecceden­ti il 20% rispetto al valore di riferi­mento, saranno obbligate ad ottene­re le forniture attraverso la Consip, la centrale pubblica per gli acquisti centralizzati. Il decreto legge preve-derebbe, poi, la riduzione del 5%, ri­spetto al 2011, delle spese per gli ap­palti di beni e servizi "non sanitari", mentre gli esborsi delle Regioni per le prestazioni sanitarie svolte dai privati accreditati in regime di con­venzione dovranno essere tagliati deU'i% nel 2012 e del 2% a partire dal 2013 rispetto ai valori del 2011.

Enti locali Come temuto da governatori,

sindaci e presidenti di provincia, la spending review si abbatte an­che sui trasferimenti dallo Stato centrale verso le amministrazioni locali. Alle Regioni a statuto ordi­nario viene chiesto un contributo di 700 milioni di euro nel 2012 e di 1 miliardo a partire dal 2013. Quelle a statuto speciale e le due province autonome di Trento e Bolzano dovranno contribuire con 500 milioni quest'anno e con un miliardo a partire dal 2013. Ài Comuni viene imposto un taglio delle risorse di 500 milioni que­st'anno, e addirittura 2 miliardi

LEGISLAZ.& POLITICA SANITARIA

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dall'anno prossimo, mentre le Pro­vince (al di là del piano di accorpa­mento) dovranno risparmiare 500 milioni nel 2012 e 1 miliardo dal 2013.

Anche per gli enti locali scatterà poi il limite alle assunzioni: il turn-over sarà possibile nei limiti del 20% da quest'anno al 2014, del 50% nel 2015 e solo dal 2016 sarà possibile assumere tanti nuovi di­pendenti quanti ne vanno in pen­sione. Con una clausola: nelle Re­gioni dove il rapporto tra spesa per il personale e spesa corrente

supera del 20% la media naziona­le, la possibilità di turn-over è ul­teriormente ridotta del 50%.

Per i comuni sotto i 5 mila abi­tanti (3 mila nelle Comunità mon­tane) scatta poi l'obbligo rafforza­to di mettere insieme le funzioni fondamentali con altri piccoli co­muni. Entro la fine del 2013 do­vranno essere gestite dalle Unioni dei comuni almeno tre delle fun­zioni fondamentali e tutte a parti­re dal 2015. Se i piccoli comuni non dovessero poi trovare degli accordi tra di loro, saranno le Re­gioni a provvedere d'imperio con una decisione da prendere entro la fine del 2013.

La prima parte del decreto sulla spending review è quella messa a punto dal commissario Enrico Ben­di che riguarda gli acquisti di beni e servizi da parte della amministrazio­ni pubbliche, «80 miliardi di euro — ha detto ieri Bondi alle parti so­ciali — sui quali si può risparmiare tra il 20 ed il 80%» con regole molto più incisive. A cominciare da quella che prevede la nullità dei contratti di fornitura siglati fuori dalle con­venzioni Consip, la centrale d'acqui­sto dello Stato, e che non rispettano i prezzi di riferimento da questa sta­biliti. Un'altra regola impone a tutte le amministrazioni pubbliche l'ac­quisizione obbligatoria attraverso le gare Consip dei contratti di fornitu­ra di luce, gas, carburanti, combusti­bili per riscaldamento, telefonia fis­sa e mobile, con relativa nullità de­gli acquisti effettuati in violazione della norma. La Pubblica ammini­strazione, inoltre, avrà il diritto di re­cesso dai contratti stipulati quando i parametri delle successive conven­zioni Consip «siano migliorativi ri­spetto a quelli del contratto stipula­to e l'appaltatore non acconsenta ad una modifica delle condizioni econo­

miche». Per risparmiare sugli acqui­sti viene poi abrogata la nonna del 2008 che impone la pubblicazione degli avvisi e dei bandi di gara sui giornali quotidiani.

ministeri Nella spending review non poteva

mancare un capitolo dedicato alia spesa dei ministeri. Anche se l'accor­do nel governo sul quanto e a chi ta­gliare ancora non è stato raggiunto. Nella bozza di testo dei decreto la mi­sura non è quantificata, ma il taglio ci sarà senza dubbio. Nel frattempo, vengono estese a tutti gli enti pubbli­ci alcune regole già valide per l'am­ministrazione centrale. A comincia­re dal taglio del 50% della spesa per la carta, con precisi obiettivi riguar­do la dematerializzazione degli atti, la riduzione dei costi della telefonia fissa e mobile, la razionalizzazione del patrimonio immobiliare. L'Inps, inoltre, dovrà procedere alla rinego­ziazione, in termini quantitativi e qualitativi, delle convenzioni stipula­te con i Caf. Razionalizzazione in vi­sta anche per le varie Scuole della Pubblica amministrazione, che sa­ranno accorpate, mentre scatta una

nuova sforbiciata sulle auto blu, che saranno ridotte di un ulteriore 50%. Pnbbllco impiago

Non c'è solo la conferma del taglio della pianta organica del 20% per i di­rigenti e del io% per tutti gli altri di­pendenti. Nessuno è in grado di fare stime precise ma considerando che il settore conta 3,5 milioni di lavorato­ri, l'impatto potrebbe variare tra le ioo mila e le 300 mila persone. L'obiettivo che sarà raggiunto con la messa in mobilità obbligatoria per due anni 0, per i più anziani, con un meccanismo di accompagnamento alia pensione.

E che sarà affiancato da un blocco dei turn over che dovrà rispettare tre scadenze: le «facoltà assunzionali» per i posti che si libereranno saranno del 20% per il periodo 2012-2015, del 50% nei 2015 e torneranno al 100% a partire dal 2018. Per gli statali le novi­tà sono davvero tante. A partire dai primo ottobre di quest'anno il valore dei buoni pasto, anche per i dirigen­ti, non potrà superare i sette euro. Gli uffici pubblici resteranno chiusi nella settimana di ferragosto e in quella tra Natale e Capodanno quan­do i lavoratori saranno messi obbliga­toriamente in ferie. Diventerà impos­sibile «monetizzare», cioè vendere, i giorni di vacanza, i riposi e i permes­

si non goduti. Il divieto scatterà an­che in caso di dimissioni 0 pensiona­mento. Si procederà alla «tendenzia­le eliminazione» degli incarichi di studio e ricerca affidati ai dirigenti mentre sono vietate le consulenze af­fidate a chi è andato in pensione I contatti per il servizio di pagamento degli stipendi saranno rinegoziati con un abbattimento di «almeno il 15%». Etiti soppressi

Sono soppressi l'Istituto naziona­le di ricerca metrologica, la Stazione zoologica Anton Dohrn, l'Istituto ita­liano di studi germanici e l'Istituto nazionale di alta matematica. Cancel­lati anche l'Istituto nazionale di ocea­nografia e di geofisica sperimentale, l'Istituto nazionale di astrofisica e il Museo storico della fisica e il Centro di studi e ricerche Enrico Fermi.

I loro organi decadono, le loro fun­zioni sono redistribuite tra Cnr, Isti­tuto nazionale di fisica nucleare e Istituto nazionale di geofisica e vul­canologia. Patrimonio pubblico

Bloccati gli adeguamenti Istat per gli affitti pagati dalle pubbliche am­ministrazioni. 1 contratti in scadenza dal primo gennaio potranno essere rinnovati solo con un taglio del 15%. Fissati gli standard per le dimensioni degli uffici: tra i 12 e i 20 metri qua­dri a testa per quelli di nuova costru­zione tra i 20 e i 25 per quelli vecchi. CisÌP-»i

Si taglierà l'organico delie forze ar­mate «in misura non inferiore al 10%». 1 dipendenti delle forze di poli­zia con meno di 32 anni dovranno es­sere utilizzati per servizi operativi. Più che dimezzato, da 21 a 9 milioni, il fondo per le vittime dell'uranio im­poverito. Tagliati di 100 milioni le spese per la forniture militari mentre per le pluriennali è necessario il con­certo dei ministero dell'Economia. Province

Entro venti giorni il Consiglio dei Ministri delibera un'ipotesi di riordi­no delie province», che nel frattempo non potranno procedere ad assunzio­ni a tempo indeterminato. Saranno cancellate di sicuro quelle delle 10 cit­tà metropolitane. Tagliati 200 milioni dal fondo di finanziamento ordinario delle università mente la stessa som­ma è in arrivo per le scuole non stata­li. I commissari liquidatori di enti pubblici potranno avere un incarico complessivo non superiore ai 5 anni.

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||nili^pi L'apmontare I t e doweètte risparmiare lo Stato all'anno In seguito all'applicazione delle misure. Intanto il decreto che prevede il supercommissario Bondi è stato approvato ieri alla Camera, Ora è al

ttZiaTppffiWffefgrnQ aveva indiéato a fine aprile come condizione per evitare un nuovo aumento dell'Iva di 2,5 punti. Si sono però poi aggiunte due esigenze: il tema degli esodati e il terremoto in Emilia Romagna

©yntj^awentc|ffeir!va previsto peri^slroi-ffÉsi: l'imposta sul valore^aggiunto crescerà di un solo punto, dal 21 al 22% per l'aliquota standard e dal 10 al'11% per quella ridotta a partire da gennaio e di un ulteriore mezzo punto dal 2014

tontripto r»iestqpìle legioni a staftffb ordinìbi®*ffel 2012. La cifra sale a 1 miliardo dal 2013. Quelle a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano dovranno contribuire con 500 milioni e con un miliardo dal 2013

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di finanziamento ordinario delle università a partire dal 2013. Mentre per le scuole non statali è previst un contributo pari a 200 milioni di euro

# # Con revisione della spesa pubblica, in inglese spending • • review, si intende quel processo volto a migliorare l'efficienza della macchina statale nella gestione della spesa pubblica attraverso l'analisi e valutazione delle strutture organizzative, delle procedure di decisione e di attuazione, dei singoli atti all'interno dei programmi e dei risultati, I capitoli di spesa dei ministeri vengono passati al vaglio per vedere cosa può essere tagliato, per scoprire se ci sono sprechi o casi di inefficienza. La revisione della spesa pubblica investe anche gli acquisti delle amministrazioni. Principio dell'operazione dovrebbe essere quello ài identificare spese che non contribuiscono a raggiungere gli obiettivi affidati alle diverse amministrazioni o che li raggiungono solo in maniera inefficace, a fronte di spese molto più alte del necessario. In Italia un'operazione di questo tipo fu messa in atto una prima volta da Tommaso Padoa Schiappa, ministro dell'Economia e delle Finanze del secondo governo Prodi: la revisione, avviata in via sperimentale dalla legge finanziaria per il 2007, fu trasformata successivamente in programma permanente dalla legge finanziaria per il 2008. La Manovra 2007 creò una commissione che si occupasse di finanza pubblica. Con un risparmio, rivendicò l'allora ministro, ài 700 milioni di euro.

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Statali, iìrìgeil

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I Lagh del governo per risparmiare riguarderanno innanzitutto la Pubblica amministrazione: i dlrìgenlì saranno ridotti dei 20% mentre tutti gli altri dipendenti dei 10%. Considerando che il settore conta 3,5 milioni di lavoratori, il provvedimento potrebbe interessare tra le 100 mila e le 300 mila persone

Punto per punto

Clizia, spera! di under 32

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I dipendenti delle forze di polizia di età inferiore a 32 anni, salvo casi eccezionali, devono essere utilizzati a servizi operativi. Questo provvedimento si Inserisce nell'ambito della riduzione delie spese per il personale per garantire l'operatività

fu irsi sospi ìi 2016

Nella Pubblica amministrazione sono sospesi I concorsi per l'accesso alla prima fascia dirigenziale: nella bozza dei decreto legge sulla spending review, si legge infatti che sono sospese le modalità di reclutamento «non oltre il 31 dicembre 2015»

Gli statali non potranno monetizzare ferie, riposi e permessi non goduti. La disposizione si applica anche In caso di cessazione del rapporto di lavoro. Uffici pubblici chiusi nella settimana di Ferragosto e in quella tra Natale e Capodanno e statali messi in ferie

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Farmacìe, sconto sii medicinali Per questi ultimi mesi del 2012 le farmacie dovranno concedere al servizio sanitario un extxasconto sui farmaci del 6,5%, che a regime dall'anno prossimo sarà pari al 3,65%. Il tetto alla spesa farmaceutica ospedaliera viene alzato dal 2,4% al 3,2%

tosai llu ss Si ss

ili Il Fondo sanitario nazionale viene tagliato di tre miliardi in due anni: un miliardo per il 2012 e due per il 2013. inoltre taglio del 5% per l'acquisto di beni e servizi da parte della sanità pubblica, fatta eccezione per gii acquisti dei farmaci

Auto blu, ridotta l i

ipesa

Nel 2013 la spesa per le auto blu non dovrà superare il 50% di quanto speso nel 2011. Nel decreto forbici anche per la presidenza del Consiglio: è prevista la riduzione delle spese di funzionamento per un totale di 1.5 milioni di euro al 2013

f ì l i n d O I T i f l £ S ! ! l 3 U l l n n l l f s 3 3 i rY1 i ' T l l ! r 1 iC l rF !37 iAJHO i i I J I i i ik I I 1 1 «™ i 1 ss s^ s s a I I 1111 glt o i i l i i i i l i l T& § 1 «a -y 1 * J i 1 tT^

ipenaiiìti puDDiici

t.375.000 in totale

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1 7 0 miliardi di euro

li costo annuo complessivo

§0 iQ,QQQ

'70.000 55,000

Altri Polizia e Forze a r i l t i

Regioni ed enti locali Sanità

Scuola e Università

0/26 no

Omin HHHÌJH puf c^nt f i imÉi i f i Valori in euro, dato 2005

Lussemburgo ^ J ^ ^ ^ B S.213,f

Finlandia & ^ ^ « 4.134

Francia ^ j ^ ^ K 3.637,1

Regno Unito | | ^ B 3.363,8

Paesi Bassi w l i i i i 3.077,1

| | ITAIM | J p n 2.660,4

S p ^ p ^ H É ^ 1,104,4

Germania | | j ^ 1.830,4

Danimarca Q i6S3 , lS

Fora i: gtssIsgKS. Cotti! sM twin , i a g s m H i sMs $ M » CORRIERE DELLA SERA

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SPECIALE SPENDING REVIEW La bozza: 7,2 miliardi in meno agli enti locali - In forse la stretta sui sindacati

Tagli su statali e affitti pubblici chiusura per 216 mini-ospedali Esodati, tutele estese ad altri 55mila - Squinzi: un buon inizio

Pronta la bozza sulla spending re-view: 7,2 miliardi in meno agli enti loca­li. Tra le novità tagli su statali e affitti pubblici, tutele estese ad altri 55mila eso­dati: in forse la stretta sui sindacati della Pa. Giorgio Squinzi: un buon inizio.

Gli interventi allo studio

SANITÀ

Colpo di forbice ai piccoli ospedali Fondo sanità rio ridotto dì 3 miliardi. Trentamila posti lettoin meno negli ospedali:a rischiodi chiusura 216 strutture. •pagina?

ESODATI

ACQUISTI PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Razionalizzazione della spesa Centrali uniche di acquisto per ministeri e Asl. Il taglio di beni e servizi nella sanità non sarà in percentuale fissa ma variabile. • pagina 8

SINDACATI o o o

nnn

ENTI LOCALI

Tagli alle autonomie per 7,2 miliardi Ad enti locali e Regioni chiesto un sacrificio di 7,2 miliardi. Tra fusioni e città metropolitane salteranno 61 Province. •pagina io

STATALI

Salvi altri 55mila esodati Accesso alla pensione con le vecchie regole pre riforma Fornero alla nuova platea di 55mila addetti, oltre i 65mila già tutelati. • pagina i l

Taglio a permessi, Caf e patronati Riduzione del 10% ai compensi per permessi sindacali. Riduzione anche dei fondi ai Caf e dei trasferimenti ai patronati (-10%). • pagina 12

In 4 mesi lOmila posti in meno Stretta sul pubblico impiego: lOmila posti in meno entro 4 mesi. Blocco degli stipendi. Ferie non godute non più monetizzabili. • pagina 13

Monti: non useremo l'accetta «Avanti fino al 2013» - Grilli: tagli del 10% al personale e del 20% ai dirigenti in tutta la Pa

Marco Mobili ROMA

Taglio del 20% dei dirigenti della Pubblica amministrazione, del 10% dei dipendenti e di un al­tro 20% delle consulenze. È lancet­ta estesa a tutte le amministrazio­ni, seppur nel rispetto delle auto­nomie, per ridurre da subito i costi della Pa e confermata a Palazzo Chigi dal viceministro all'Econo­mia, Vittorio Grilli, nell'incontro suUaspendingreviewconpartiso-

cialiedentilocali. Mario Monti, dal canto suo, ha

confermato la linea del Governo, «contrario a tagli lineari fatti con l'accetta». Ciò che vuole proporre è un intervento chirurgico: «Elimi­nare sprechi senza ridurre servi­zi» e facendo emergere «le priori­tà che vanno maggiormente salva­guardate e cosa invece può essere ridotto». L'obiettivo resta anzitut­to quello di evitare l'aumento dell'Iva previsto per ottobre.

Nella stessa bozza del decreto al Titolo V viene espressamente previsto il differimento al 1 "genna-Ì02013 del termine deh°ottobre in­dicato dal decreto "Salva-Italia". Non solo. Sempre secondo laboz-zal'aumento di 2 punti si ridurreb­be a un solo punto e quello even­tuale dello o,5fissato per il 2014 ver­rebbe cassato del tutto. Monti ha ribadito che «non è nuova mano­vra» difinanza pubblica. «Pernon lasciarla sospesa nel vuoto e per

darci una dimensione da raggiun­gere», avrebbe aggiunto il pre­mier, «abbiamo guardato in faccia alcune esigenze chiare». Oltre ai 4,2 miliardi per scongiurare l'au­mento dell'Iva di ottobre si è ag­giunto il tema dei salvaguardati (esodati) e poi il terremoto. «La ci­fra arriva così parecchio più in al­to». Anche per questo l'ipotesi più accreditatarestaquelladiun inter­vento tra gli 8 e i 10 miliardi.

Il menù del Governo è molto

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ampio e sarà destinato a mutare fi­no all'ultimo visto che sui cinque titoli della bozza del decreto leg­ge, dopo le prime anticipazioni delle agenzie di stampa, Palazzo Chigi si è affrettato a precisare che il provvedimento è in corso di stesura proprio per recepire le osservazioni degli incontri con le parti sociali, i sindaci e i governa­tori e alla luce del confronto con i ministeri interessati

I pilastri della spending review restano la spesa per l'acquisto di beni e servizi, secondo le direttri­ci dettate dal piano Bondi, non­ché la razionalizzazione del patri­monio pubblico e lariduzione dei

costipergliaffittLC'èlariorganiz-zazione degli enti pubblici di mi­nori dimensioni e il taglio dei Cda delle società interamente parteci­pate dallo Stato. E non mancano, come anticipato nei giorni scor­si su queste pagine, tagli consi­stenti alla sanità, all'università e al pubblico impiego. Compare an­che la promessa di un taglio dell'aggio della riscossione di 4 punti. Ma anche agli enti locali e alle regioni viene chiesto un con­tributo nel biennio pari a 7,2 mi­liardi Il decreto, almeno inbozza, imbarcaanche un'ipotesi di inter­vento ad hoc sugli esodati e le co­siddette spese indifferibili

(dall'autotrasporto al 5 per mille, dalle scuole private alle universi­tà non statali dalle missioni di pa­ce al Fondo Letta).

Le carte saranno scoperte de­finitivamente venerdì, quando il Governo varerà le prime misu­re. Infatti, anche se Monti alle parti sociali ha indicato che la spending review si realizzerà in più fasi, c'è chi all'interno dello stesso Governo spinge per chiu­dere la partita con un solo decre­to legge evitando "tempi supple­mentari" e code polemiche fino a inizio agosto 0 alla ripresa dei lavori parlamentari con la pre­sentazione di un terzo provvedi­mento sulle norme ordinamen-

tali (il primo resta quello sulle dismissioni e il taglio delle agen­zie fiscali). Ma a prescindere da ciò Monti è intenzionato a so­printendere all'intero processo di revisione della spesa visto che ieri al Senato, nel riferire sul vertice europeo, ha detto che il Governo resterà «fino al 2013».

LA BOZZA DI DECRETO Oltre ai 4,2 miliardi per scongiurare l'aumento dell'Iva fino a fine 2012 entra no gli «esodati» e il terremoto in Emilia

Le ipotesi allo studio

SANITÀ

Ilfondosanitarioviene ridottodi3 mìlìardiìndueanni(un miliardo penì2012edue miliardi peni 2013). Circa 30mila posti letto in meno negli ospedali pubblici, con un rapportodi 3,7 posti letto per mille a bita nti contro gli attua li 4,2. Allo studio del Governo la chiusura degli ospedali con meno di 120 posti letto: si perderebbero in questo modo 216 strutture

TAGLIO POSTI OSPEDALI

30 mila

ENTI LOCALI

Agli enti locali e alle regioni viene chiesto un contributo da 7,2 miliardi. L'ultima bozza del decreto sulla spending review non prevede l'accorpamentodelle province che invece sarà contenuto nella parte che riguarda la ristrutturazione dello Stato, la nascita di 10 città metropolitane, la stretta sui cda delle società statali prevista nella terza fase

CONTRIBUTO IN DUE ANNI

/\2* miliardi

ACQUISTI BENI E SERVIZI

Centrali uniche di acquisto per ministeri easl. La razionalizzazione della spesa resta uno dei pilastri della spending review secondo le direttrici del Piano Bondi. Il taglio di beni e servizi nella sanità non sarà in percentuale fissa ma variabile. La spesa analizzata da Bondi è paria 60 miliardi

NEL MIRINO DI BONDI

60 miliardi

ISTRUZIONE

Secondo la bozza del provvedimento il Fondo peni finanziamentoordinario delle università sarà ridottodi 200 milioni. Allo studio incentivi alla fusione tra piccole università, la raziona lizzazione delle sedi decentrate. Peril2013 autorizzata la spesa da 200 milioni per scuole non statali e la spesa di 10 milioni per le università non statali.

FONDO RIDOTTO

200 milioni

STATALI

Diecimila posti in meno entro 4 mesi. Taglio del 20% dei dirigenti della Pa,dellO%deidipendentie di un altro 20% delle consulenze. Blocco degli stipendi, assunzioni ridotte e concorsi sospesi. Uffici pubblici chiusi nella settimana di Ferragostoe inquella tra Natale e Capodanno. Non si potranno monetizza re ferie, riposie permessi non goduti

CONSULENZE RIDOTTE

-20% ESODATI

Sonostatifissati i criteri per garantire l'accessoalla pensione con le vecchie regole pre riforma Forneroalla nuova platea di 55mila addetti che era stata indicata i l l9 giugno scorso a Ila Ca mera e che si aggiunge ai primi 65mila lavoratori già tutelati con un decreto ministeriale ad hoc. Ilcostodella misura dovrebbe essere di circa 4 miliardi tra il2014eìl2020

NUOVI ADDETTI TUTELATI

55 mila

SINDACATI

Secondo la bozza del decreto a Ilo studiodelGovernoa partire da gennaio 2013 è previsto un ulteriore tagliodellO% ai compensi perdistacchi e permessi sindacali retribuiti nella Pa. Riduzione anche dei compensi pagati ai Caf: da 14 a 13 euro e da 26a24euro. Ipotizzata anche una riduzione del 10% ai trasferimenti in favore dei patronati.

TAGLI AI PATRONATI

-10% GIUSTIZIA

I risparmi che dovrebbero arriva re dal taglio dei Tribunali. La situazione è fluida ma sembra certa una riduzione del numero dai 56 inizialmente previsti a 32 come possibile compromesso rispetto alla richiesta della maggioranza di ferma rsi a 27-28. Allo studio a nche un taglio di 674 uffici del giudice dipacedecisoagennaiodal Consiglio dei ministri

RISPARMI

76 milioni

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