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UgoLaMalfa

Date post: 30-Jan-2016
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Politica
54
Ugo La Malfa Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Nessuna nota a piè di pagina Questa voce o sezione sull'argomento politica è priva o carente di note e riferimenti bibliografici puntuali. Sebbene vi siano una bibliografia e/o dei collegamenti esterni, manca la contestualizzazione delle
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Page 1: UgoLaMalfa

Ugo La Malfa

Da Wikipedia, l'enciclopedia

libera.

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Questa voce o sezione

sull'argomento politica è

priva o carente di note e

riferimenti bibliografici

puntuali.

Sebbene vi siano una

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Ugo La Malfa

Ugo La Malfa.jpg

Ministro dei Trasporti del

Regno d'Italia

Page 3: UgoLaMalfa

Durata mandato 21 giugno

1945 –

8 dicembre 1945

Presidente Ferruccio Parri

Predecessore Francesco

Cerabona

Successore Riccardo

Lombardi

Ministro del commercio con

l'estero

Durata mandato 5 aprile

1951 –

7 luglio 1953

Page 4: UgoLaMalfa

Presidente Alcide De Gasperi

Predecessore Ivan Matteo

Lombardo

Successore Paolo Emilio

Taviani

Ministro del bilancio

Durata mandato 21 febbraio

1962 –

21 giugno 1963

Presidente Amintore Fanfani

Predecessore Giuseppe Pella

Successore Giuseppe Medici

Page 5: UgoLaMalfa

Ministro del tesoro

Durata mandato 7 luglio

1973 –

14 marzo 1974

Presidente Mariano Rumor

Predecessore Giovanni

Malagodi

Successore Emilio Colombo

Vicepresidente del Consiglio

dei Ministri

Durata mandato 23

novembre 1974 –

Page 6: UgoLaMalfa

7 gennaio 1976

Presidente Aldo Moro

Segretario del Partito

Repubblicano Italiano

Durata mandato marzo

1965 –

febbraio 1975

Predecessore Oddo Biadini

Successore Oddo Biadini

Dati generali

Partito politico UN

(1924-1926)

Page 7: UgoLaMalfa

Pd'A (1942-1946)

CDR (1946)

PRI (1946-1979)

on. Ugo La Malfa

Bandiera italiana Assemblea

costituente

Luogo nascita Palermo

Data nascita 16 maggio

1903

Luogo morte Roma

Data morte 26 marzo 1979

Page 8: UgoLaMalfa

Titolo di studio laurea in

Scienze diplomatiche e

consolari, laurea in scienze

politiche

Professione economista

Partito Partito Repubblicano

Italiano (1946-1979)

Gruppo Repubblicano

Collegio CUN

Incarichi parlamentari

Presidente della seconda per

l'esame dei disegni di legge

Pagina istituzionale

Page 9: UgoLaMalfa

on. Ugo La Malfa

Bandiera italiana Parlamento

italiano

Camera dei deputati

Ugo La Malfa nel 1969

Ugo La Malfa nel 1969

Luogo nascita Palermo

Data nascita 16 maggio

1903

Luogo morte Roma

Data morte 26 marzo 1979

Page 10: UgoLaMalfa

Titolo di studio Laurea in

scienze politiche, laurea in

Scienze diplomatiche e

consolari

Professione economista

Partito Partito Repubblicano

Italiano (1946-1979)

Legislatura I, II, III, IV, V,

VI, VII

Gruppo Repubblicano

Coalizione Centrismo

(1948-1963)

Circoscrizione Lazio

Page 11: UgoLaMalfa

Collegio Roma

Pagina istituzionale

Ugo La Malfa (Palermo, 16

maggio 1903 – Roma, 26

marzo 1979) è stato un

politico italiano. Con un

passato antifascista, fu tra i

fondatori del Partito d'Azione

nel 1942 e Ministro dei

Trasporti sotto Ferruccio

Parri. Eletto nel 1946

all'Assemblea Costituente

nelle file della

Concentrazione Democratica

Page 12: UgoLaMalfa

Repubblicana, da lui fondata

con lo stesso Parri, portò il

partito a confluire nel Partito

Repubblicano Italiano nel

medesimo anno.

Ininterrottamente deputato

dal 1948 fino alla morte, fu

Ministro del commercio con

l'estero nel sesto e settimo

governo De Gasperi, Ministro

del bilancio nel quarto

governo Fanfani, Ministro del

tesoro nel quarto governo

Page 13: UgoLaMalfa

Rumor e vicepresidente del

Consiglio dei Ministri del

quarto governo Moro.

Fu anche segretario del

Partito Repubblicano Italiano

dal 1965 al 1975 e suo

presidente dal 1975 al 1979.

Suo figlio è Giorgio La Malfa.

Indice [nascondi]

1 Biografia

Page 14: UgoLaMalfa

1.1 Prima del 1945

1.2 Dal dopoguerra agli anni

Sessanta

1.3 La "nota aggiuntiva"

1.4 Segretario del PRI

1.5 Gli anni Settanta

2 Note

3 Bibliografia

4 Altri progetti

5 Collegamenti esterni

Biografia[modifica | modifica

wikitesto]

Page 15: UgoLaMalfa

Prima del 1945[modifica |

modifica wikitesto]

Diplomatosi in Ragioneria,

nel 1920 ottenne anche la

licenza liceale. Si iscrisse alla

facoltà di giurisprudenza

dell'Università di Palermo, poi

si trasferì a Venezia per

frequentare alla Ca' Foscari la

Facoltà di Scienze

economiche e commerciali.

Fra i suoi docenti, Francesco

Carnelutti, Silvio Trentin e

Gino Luzzatto.[1]

Page 16: UgoLaMalfa

Influenzato principalmente

dal pensiero di Giustino

Fortunato, Gaetano

Salvemini e Benedetto

Croce,[2] fin dagli anni

dell'Università ha contatti con

il movimento repubblicano di

Treviso e con altri gruppi

antifascisti. Nel 1924 si

trasferisce a Roma con una

borsa di studio per

frequentare un corso sul

commercio italo-americano.

Page 17: UgoLaMalfa

Partecipa alla fondazione

dell'Unione goliardica per la

libertà che ebbe vita

brevissima ma guadagno

abbastanza autorevolezza da

essere citata sia sulle pagine

de "La Rivoluzione Liberale",

sia sul foglio "Non Mollare!" .

Il 14 giugno del 1925

interviene al primo congresso

dell'Unione nazionale

democratica fondata da

Giovanni Amendola. Il

movimento amendoliano è in

Page 18: UgoLaMalfa

seguito dichiarato fuori

legge: il giovane La Malfa

figura nella "Pentarchia" che

ha lo scopo di porre in

liquidazione il movimento. Si

laurea nel 1926 a Venezia

con una tesi di diritto

processuale civile, dal titolo:

Di alcune caratteristiche

giuridiche del contratto della

giurisdizione, dell'arbitrato,

della conciliazione nei diritti

intersindacale,

interindividuale ed

Page 19: UgoLaMalfa

internazionale. Il suo relatore

è Carnelutti. Dopo la laurea

frequenta la scuola allievi

ufficiali d'artiglieria di

Palermo per il servizio

militare, ma viene degradato

e trasferito in Sardegna per

aver diffuso la rivista

antifascista Pietre ma pochi

mesi dopo conegato per

motiti di salute. Nel 1928

viene arrestato nel quadro

delle retate seguenti

all'attentato alla Fiera di

Page 20: UgoLaMalfa

Milano, ma viene presto

prosciolto.

Nel 1930 è chiamato da

Giovanni Gentile

all'Enciclopedia Treccani

come redattore per la

sezione "Industria": qui

lavora sotto la direzione del

filosofo Ugo Spirito

frequentando altri giovani

intellettuali non fascisti. Qui

conosce anche la siciliana

Orsola Corrado, che sposa

Page 21: UgoLaMalfa

nel 1934. Quell'anno grazie a

Manlio Masi, direttore

dell'Istituto Nazionale per

l'Esportazione, viene assunto

da Raffaele Mattioli a Milano,

nell'ufficio studi della Banca

Commerciale Italiana del

quale diviene direttore nel

1938.

In questi anni lavora

intensamente, soprattutto

con funzioni di raccordo fra i

vari gruppi dell'antifascismo,

Page 22: UgoLaMalfa

per costituire una rete che

confluisce nel Partito

d'Azione, di cui egli sarà uno

dei fondatori. Il 1º gennaio

1943 La Malfa e l'avvocato

Adolfo Tino riescono a

pubblicare il primo numero

clandestino de Italia Libera;

nello stesso anno La Malfa

deve lasciare l'Italia per

sfuggire ad un arresto della

polizia fascista. Trasferitosi a

Roma, prende parte alla

Resistenza e rappresenta il

Page 23: UgoLaMalfa

PdA in seno al CLN, insieme

con Emilio Lussu. Esprimono

una linea di intransigenza

sulla questione istituzionale

che costituisce un'alternativa

alla linea che Palmiro

Togliatti imprime al suo

rientro in Italia con la svolta

di Salerno.

Dal dopoguerra agli anni

Sessanta[modifica | modifica

wikitesto]

Page 24: UgoLaMalfa

Finito il conflitto, è chiamato

per il suo partito nella

Consulta Nazionale. Nel

giugno 1945 assume la guida

del dicastero dei Trasporti nel

governo guidato da Ferruccio

Parri. Nel dicembre, seguente

governo di Alcide De Gasperi,

è nominato ministro per la

Ricostruzione e in seguito

Ministro del commercio con

l'estero[3]. Nel febbraio del

1946 si tiene il primo

congresso del Partito

Page 25: UgoLaMalfa

d'Azione, nel quale prevale la

corrente filosocialista facente

capo a Emilio Lussu: La Malfa

e Parri lasciano il partito. A

marzo, La Malfa partecipa

alla costituzione della

Concentrazione Democratica

Repubblicana che si presenta

alle elezioni per l'Assemblea

Costituente del giugno 1946:

La Malfa risulta eletto

insieme a Parri. [4] Nel

settembre dello stesso anno,

incoraggiato da Pacciardi, La

Page 26: UgoLaMalfa

Malfa aderisce al Partito

Repubblicano Italiano (Pri);

si scontra, intorno agli

indirizzi politico-economici

della storica formazione, con

l'ostilità della vecchia

guardia, rappresentata

soprattutto da Giovanni

Conti.

Nell'aprile del 1947 La Malfa

viene designato a

rappresentare l'Italia al

Fondo Monetario

Page 27: UgoLaMalfa

Internazionale. L'anno

seguente è nominato

vicepresidente dell'Istituto.

Ma non lascia la politica

attiva. Nello stesso anno

infatti assume, insieme con

Belloni e Reale, la segreteria

provvisoria del partito. Eletto

nella I legislatura deputato

alla Camera nel 1948 nella

circoscrizione Emilia

Romagna (confermato fino

alla VII legislatura).[5].

Page 28: UgoLaMalfa

Nel 1950, assume l'incarico

di ministro senza portafoglio

con il compito di procedere

alla riorganizzazione dell'IRI.

Fondamentale per i destini

dell'economia italiana, l'opera

da lui portata a termine, nel

1951, divenuto ministro del

Commercio estero (fino al

1953), per la liberalizzazione

degli scambi e per la

soppressione dei

contingentamenti alle

importazioni. Il decreto sulla

Page 29: UgoLaMalfa

liberalizzazione apre la strada

al "boom" economico

italiano. Nel 1952 propone,

senza successo, una

"Costituente programmatica"

tra i partiti laici; dal 1956,

radicando la cultura

repubblicana nella tradizione

democratica e in particolare

nel New Deal di Franklin

Delano Roosevelt, elabora la

strategia del centrosinistra e

dell'incontro con il Partito

Socialista Italiano (PSI), con

Page 30: UgoLaMalfa

il duplice obiettivo di

allargare le basi

democratiche dello Stato e di

avviare una politica di

riforme. Dal 1953 al 1958 è

presidente della Giunta per i

trattati di commercio e la

legislazione doganale della

Camera.

Nel 1957 i repubblicani

ritirano l'appoggio esterno al

governo Segni; Randolfo

Pacciardi lascia la direzione

Page 31: UgoLaMalfa

del partito. Nel 1959 La Malfa

assume la direzione de La

Voce Repubblicana. Nel 1962

è nominato ministro del

Bilancio in un governo

tripartito Fanfani

caratterizzato da un'opera

riformatrice per preparare

l'ingresso del PSI nell'area

della legittimità.

La "nota aggiuntiva"[modifica

| modifica wikitesto]

Page 32: UgoLaMalfa

Nel mese di maggio presenta

la Nota aggiuntiva, che

fornisce una visione generale

dell'economia italiana e degli

squilibri da cui è

caratterizzata, delineando

inoltre gli strumenti e gli

obiettivi della

programmazione democratica

attraverso la politica dei

redditi. Il quadro diagnostico

di La Malfa si concentrava su

tre campi di intervento: il

settore agricolo;

Page 33: UgoLaMalfa

l'industrializzazione nel

Mezzogiorno e lungo la

dorsale adriatica; i consumi e

servizi pubblici, in particolare

istruzione, sanità, previdenza

sociale e gestione del

territorio. Strumenti per

raggiungere questi obiettivi

vengono identificati negli Enti

di sviluppo per le zone

agricole; nella

programmazione regionale; e

nella volontà politica di

perseguire un'espansione dei

Page 34: UgoLaMalfa

consumi pubblici superiore a

quelli privati. Nel campo dei

consumi e dei servizi

pubblici, di particolare

rilevanza è la discussione

sulla scuola, in cui «la crisi è

gravissima» con il rischio di

innescare «un processo

cumulativo, pericolosamente

vicino al punto in cui diverrà

irreversibile». Tre in

particolare le preoccupazioni:

modesta spesa in istruzione

delle famiglie, struttura delle

Page 35: UgoLaMalfa

remunerazioni e del

riconoscimento sociale che

scoraggia l'investimento in

capitale umano; e scarsità

dei fondi destinati alla ricerca

scientifica e all'istruzione[6].

Segretario del PRI[modifica |

modifica wikitesto]

Deve affrontare l'ostilità dei

sindacati e di Confindustria.

Nello stesso anno concorre

alla decisione del governo di

Page 36: UgoLaMalfa

nazionalizzare l'industria

elettrica. Dal 1963 al 1965 è

presidente della

Commissione bilancio e

partecipazioni statali della

Camera.

Espulso Randolfo Pacciardi

dal Partito Repubblicano

Italiano per avere votato

contro il primo governo

organico di centrosinistra, nel

marzo del 1965 è eletto

segretario del PRI. Si avvede

Page 37: UgoLaMalfa

immediatamente delle

insufficienze della coalizione

di centrosinistra. Nel 1966,

La Malfa apre un dibattito

con il PCI che coinvolge

Pietro Ingrao e Giorgio

Amendola, col quale aveva

condiviso le prime esperienze

antifasciste, comunista, figlio

di Giovanni: il leader

repubblicano invita la sinistra

a lasciare la sua vecchia

ortodossia, ponendosi come

forza in grado di sviluppare

Page 38: UgoLaMalfa

un approccio riformatore,

consonante con la

complessità di un paese

radicato nell'Occidente.

Gli anni Settanta[modifica |

modifica wikitesto]

Nel 1970, dopo la caduta del

terzo governo Rumor, La

Malfa rifiuta l'invito di Emilio

Colombo ad assumere la

carica di Ministro del tesoro:

per il leader repubblicano il

Page 39: UgoLaMalfa

governo non è stato in grado

di delineare un piano

strategico di finanziamenti

per le riforme dell'università,

della sanità, dei trasporti e

della casa.

Nel quarto governo Rumor

(1973), La Malfa assume

l'incarico di ministro del

Tesoro; blocca la strada alla

richiesta di aumento del

capitale della Finambro,

aprendo la strada al

Page 40: UgoLaMalfa

fallimento delle banche di

Michele Sindona. Nel febbraio

dell'anno seguente si dimette

dall'incarico a seguito di

contrasti col ministro del

Bilancio Antonio Giolitti sulle

condizioni poste da Fondo

Monetario Internazionale al

prestito di 1.235 miliardi di

dollari all'Italia[7]

Page 41: UgoLaMalfa

Francobollo emesso nel

centenario della nascita.

Dopo un periodo di lunga

incomprensione con Aldo

Moro, a partire dal 1968,

nell'ottobre 1974 assume la

vicepresidenza del consiglio

nel quarto governo dello

statista pugliese (bicolore Dc

- Pri). I rapporti con Moro

sono cementati dalla

convergenza nell'analisi delle

difficoltà della democrazia

italiana. Il quarto governo

Page 42: UgoLaMalfa

Moro avvia un dialogo col PCI

di Enrico Berlinguer nella

comune visione della

necessità di una nuova fase

che conduca a compimento il

percorso avviato con la

costruzione del sistema

democratico. La Malfa ebbe

un'influenza notevole

soprattutto nelle scelte

economiche (ad esempio per

la nomina a governatore

della Banca d'Italia del laico

Paolo Baffi). Nel 1975

Page 43: UgoLaMalfa

assume la presidenza del

PRI, di cui Oddo Biasini

diviene segretario. Nel

gennaio del 1976, dopo la

crisi di governo decretata dal

PSI, crescono le sue

preoccupazioni

sull'evoluzione della

democrazia italiana. Intanto,

in una prospettiva europea,

La Malfa porta il partito nella

Federazione dei partiti liberali

e democratici europei

(attuale ALDE), nonostante la

Page 44: UgoLaMalfa

contrarietà della sinistra del

Pri, che avrebbe preferito

un'adesione all'Internazionale

Socialista.

Tra il 1976 e il 1979 è

convinto sostenitore della

politica di "solidarietà

nazionale" tesa a condurre il

PCI nell'area della legittimità.

La Malfa ha presente le

difficoltà crescenti del

sistema democratico e

giudica positivamente la

Page 45: UgoLaMalfa

revisione ideologica e politica

che Enrico Berlinguer

imprime al PCI. Si impegnò a

far conoscere questa

revisione del PCI anche

all'estero, ad esempio con un

articolo sulla prestigiosa

rivista USA “Foreign affairs”

nella primavera del 1978 [8]

Nel 1978 la sua azione risulta

determinante nella decisione

italiana di aderire al Sistema

monetario europeo; nello

Page 46: UgoLaMalfa

stesso anno, nel periodo del

sequestro Moro, La Malfa fu

uno dei più attivi alfieri del

cosiddetto "fronte della

fermezza", ostile ad ogni

forma di trattativa con le

Brigate Rosse. Scorse nel

terrorismo rosso una

devastante azione tesa a

bloccare l'evoluzione della

democrazia italiana e a

colpire il faticoso processo di

revisione del PCI. Sconfitto

nelle elezioni presidenziali del

Page 47: UgoLaMalfa

1978 dal veto di Bettino

Craxi, fu determinante

nell'elezione di Sandro Pertini

alla presidenza della

Repubblica.

Dopo la caduta del IV

Governo Andreotti (31

gennaio 1979) Pertini gli

affida un incarico esplorativo

al fine di sondare la

possibilità di trovare una

maggioranza. L'incarico non

ha esito positivo, ma La

Page 48: UgoLaMalfa

Malfa rimane il primo laico

dopo l'azionista Ferruccio

Parri (1945) ad aver ricevuto

l'incarico di formare un

governo. Il 20 marzo 1979

viene nominato

vicepresidente del consiglio e

Ministro del bilancio del V

governo Andreotti. La Malfa

aveva l'obiettivo di favorire

una ricomposizione tra PCI e

PSI i cui rapporti, in verità,

conoscevano un

deterioramento che si rivelò

Page 49: UgoLaMalfa

negli anni successivi

irreparabile. Del PRI

Spadolini accettò di entrare

nel governo mentre Bruno

Visentini rifiutò, per poi

prendere il suo posto con la

sua morte[9]: quattro giorni

dopo, infatti, il 24 marzo La

Malfa è colpito da emorragia

cerebrale: muore dopo due

giorni di agonia.

Note[modifica | modifica

wikitesto]

Page 50: UgoLaMalfa

^

http://www.treccani.it/encicl

opedia/ugo-la-malfa_(Diziona

rio_Biografico)/

^ Antonio Duva, Ugo La

Malfa: l'idea di un'altra Italia,

Scheiwiller, 2003, p. 49

^

http://storia.camera.it/deput

ato/ugo-la-malfa-19030516/l

eg-transizione-consulta_nazi

onale/governi#nav

Page 51: UgoLaMalfa

^ Sul contributo di La Malfa

ai lavori dell'Assemblea

Costituente, si veda

Fondazione Lelio e Lisli

Basso. La via alla politica.

Lelio Basso, Ugo La Malfa,

Meuccio Ruini protagonisti

della Costituente, a cura di

Giancarlo Monina, Milano,

Franco Angeli, 1999.

^

http://storia.camera.it/deput

ato/ugo-la-malfa-19030516/l

eg-repubblica-I/governi#nav

Page 52: UgoLaMalfa

^ « La nota del '62 e il paese

che non fu », di Andrea

Goldstein, Il Sole-24 Ore, 2

giugno 2012.

^ Testimonianza di Luigi

Spaventa al colloquio del 4

maggio 2010 su Antonio

Giolitti all'Istituto Treccani..

^ Ugo La Malfa e la Sinistra

^

http://storia.camera.it/gover

ni/v-governo-andreotti#nav

Page 53: UgoLaMalfa

Bibliografia[modifica |

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Paolo Soddu, Ugo La Malfa. Il

riformista moderno, Carocci,

Roma 2008.

Ugo La Malfa, Scritti

1925-1953, Mondadori,

Milano 1988

Sergio Telmon, Ugo La Malfa.

Il professore della

Repubblica, Rusconi, Milano

1983

Page 54: UgoLaMalfa

Ugo La Malfa, L'avvenire che

ho voluto: scritti e discorsi

dell'ultimo anno, Edizioni

della voce, Roma 1979

Ugo La Malfa, L'altra Italia,

Mondadori, Milano 1975