ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “GULLO” COSENZA IV
Dirigente Scolastico: Prof.ssa Patrizia PASSARELLI
SCUOLA PRIMARIA “G. E F. FALCONE”CLASSI: V^ A - V^ B – V^ C
A.S. 2015/2016
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A cura di: Ins. Rosa Molinaro
«Un mondo di arte e letteratura per bambini e
ragazzi»
22 aprile 2016 «Città dei Ragazzi»
Cosenza
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A cura di: Rosa Molinaro 2
«Il B-book festival, alla sua secondaedizione, è nato con l’intento diconsolidare e potenziare il piaceredella lettura tra i bambini ed iragazzi attraverso la possibilità diinstaurare un rapporto diretto trascrittori e piccoli lettori,sperimentando forme interattive diconfronto, scambio e ricerca.E’ caratterizzato da numerosiincontri con autori, laboratori eworkshop sulla letteratura perl’infanzia, spettacoli, laboratoriscientifici, di illustrazione e di arte.»
“Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti,
ma perché nessuno sia più schiavo” Gianni Rodari
NON POTEVAMOPERDEREQUESTA
OCCASIONE...ED ECCOCI
PRONTIPER UN’ALTRA
NUOVAESPERIENZA!
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A cura di: Rosa Molinaro
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«Andrea Vico, torinese, 4 figli e una bicicletta,
è giornalista dal 1988 e da quasi 20 anni si
dedica esclusivamente alla scienza. Ha scritto
di ambiente, energia, frontiere della ricerca,
nuove tecnologie su TuttoScienze-La Stampa,
Il Sole 24 Ore e Le Scienze. Ha lavorato in Rai
(Hit Science, Rai Tre) e in radio. Accanto alla
attività giornalistica scrive libri e progetta
mostre interattive (Experimenta a Torino,
Muvita ad Arenzano). Ogni anno partecipa al
Festival della scienza di Genova, al Festival
dell’energia e alla Notte dei ricercatori come
autore e organizzatore di eventi ludo-didattici.
È fondatore e segretario dell’associazione
culturale ToScience. Dal 2005 al 2014 è stato
impegnato in Brasile per un progetto
internazionale di divulgazione della scienza
destinato ai bambini della favelas di Salvador
(Bahia).»
Cit. da Editoriale Scienza
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Sfogliando le pagine di un fumetto storico,come «TOPOLINO», Andrea mostra che ècomposto da sole pagine con fumetti a colori,ma dopo alcuni semplici gesti lo sfoglianuovamente e, come per magia, ecco compariregli stessi disegni ma ahimè in bianco e nero.Un secondo gesto magico ed ecco che il nostroautore sfoglia nuovamente le pagine delgiornalino: incredibile, i disegni sononuovamente tutti a colori! Un effettostraordinario che lascia increduli tutti ipresenti!I bambini sono chiamati a fare delle ipotesisul come può verificarsi questa strana «magia»ed Antonio con intuito ed «occhio attento aiparticolari» coglie il trucco che Andrea poispiega dimostrando che non si tratta di magiama di illusione ottica … costruita con sempliciaccorgimenti per far cogliere alla vista ilcambiamento cromatico!
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Giulia, dopo aver fatto un profondo respiro, deve
soffiare con forza in una lunga cannuccia
colorata. Andrea, dall’altro capo della
cannuccia, si prepara con un accendino a
verificare la «potenza del soffio». Quasi come un
«draghetto» l’aria immessa da Giulia nella
cannuccia si trasforma in una coreografica
fiamma che suscita lo stupore dei bambini!!!
Si passa alle ipotesi, così come richiede il
«metodo scientifico sperimentale», e si arriva
alla conclusione che il fenomeno è stato
possibile grazie ad una polverina, il licopodio,
che a contatto della fiamma prende fuoco!
Il «licopodio», o «erba strega» è una piccola
felce ritenuta utile per la notevole
infiammabilità. Un tempo la polvere di licopodio
era usata anche per confezionare fuochi
artificiali o come esca per accendere il fuoco
con la pietra focaia. Insomma, se qualcuno si
dimentica l’accendino, può sempre cercare il
licopodio…
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Per questo esperimento Maria Federica ha a
disposizione dell’acqua, una ciotola in vetro,
una cannuccia, del «liquido magico» (Andrea
dice che è bava di drago ma in realtà solo
detersivo), una bomboletta «magica», un
accendino, una mascherina per proteggere gli
occhi ed un coperchio per tenere a bada
l’eventuale fiamma. Dopo aver creato delle bolle
soffiando nella ciotola, in cui aveva sciolto del
detersivo, ha provato a farle scoppiare con
l’aiuto della fiamma dell’accendino ma… le
bolle non hanno preso fuoco…
A questo punto Andrea le ha chiesto di usare la
bomboletta per creare altre bolle e poi di dare fuoco
alla schiuma. Questa volta si è levata una alta e
calda fiamma, di grande effetto visivo!
Il merito di questo esperimento è stato l’utilizzo del
gas butano che anche se a contatto con l’acqua
viene imprigionato nelle bolle ed essendo altamente
infiammabile a contatto con la fiamma brucia.
Anche questo esperimento spiegato e…. verificato!
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Giorgia e Giuseppe sfidano l’autore nel
gonfiare un palloncino inserito in bottigliette
di plastica. Nonostante gli sforzi i loro
palloncini restano sgonfi mentre Andrea,
senza troppe difficoltà, riesce a gonfiarlo
all’interno della bottiglia. Dopo aver
verificato l’integrità dei palloncini si passa a
fare le ipotesi sul perché ai bambini non sia
riuscito l’esperimento. Il pubblico partecipa
con entusiasmo e si giunge alla conclusione
che il nostro scienziato Andrea questa volta
ha bleffato poiché alla sua bottiglietta ha
praticato un minuscolo foro sul fondo per
permettere all’aria soffiata di dilatare il
palloncino che, in queste condizioni, non
trovando alcuna resistenza all’interno può
espandersi.
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Antonio Pio ed Antonio si cimentano nel
«sollevare» in aria delle palline colorate con
l’aiuto di un phon. Si prova con palline di
diversa grandezza e di differenti materiali.
L’esperimento dimostra che a parità di getto
d’aria le palline più leggere, anche se di
grandezza diversa, si sollevano di più rispetto
a quelle più pesanti poiché il getto d’aria
emesso dal phon incontra minore resistenza.
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Il segreto… dei fachiri
Aurora e Martina sperimentano con una bilancia edelle basi che contengono dei chiodi quantapressione riescono ad esercitare con la mano senzafarsi male. Si rilevano le differenze di pesoregistrate tra 1 e 4 chiodi e si dimostra che si puòesercitare una pressione maggiore dove ci sono piùchiodi perché la superficie di appoggio è più ampia.
Andrea si sdraia su un letto di chiodi senza sentire
alcun minimo dolore. Sostanzialmente sul pannello di
legno, che funge da letto, vengono piantati tanti chiodi
molto ravvicinati; il suo peso viene distribuito, di
conseguenza, in maniera omogenea e la superficie che
di fatto poggia su ogni chiodo è poco estesa ed ogni
chiodo si trova a dover sostenere solo una piccola
parte del peso corporeo del nostro scienziato in veste
di «fachiro».IC GULLO CS IV - SCUOLA PRIMARIA FALCONE
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Giocare con i libriLaboratorio di costruzione del libro
MATERIALE :
CARTONCINO BIANCO
MATITA E GOMMA
COLORI
RITAGLI DA RIVISTE
COLLA
.I GRUPPI SONO AL LAVORO...
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ENTUSIASMO E PROGETTUALITA’ … LE IDEE PIAN PIANO COMINCIANO A TRASFORMARSI IN «STORIE» FANTASTICHE
.
I GRUPPI SONO AL LAVORO...
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I bambini si confrontano
vivacemente su quali
storie inventare e quale
titolo dare alle loro
«creazioni»!
Fantasia, creatività ed
abilità linguistico
espressive sono le doti
richieste per garantire
dei risultati originali e
a loro di sicuro
non mancano!
QUALCHE ESEMPIO E
PER CHI HA BISOGNO
DI PIU’ TEMPO SI
CONTINUERA’
L’ATTIVITA’ A SCUOLA
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L’esperienza dei bambini raccontata…da uno di loroOggi 22 aprile 2016 noi ragazzi delle classi quinte della scuola “G. e F. Falcone” siamo andati per un
progetto alla “Città dei Ragazzi”.
Siamo usciti da scuola intorno alle 9.10, siamo saliti sui pulmini dove ci siamo seduti vicino a chi
volevamo. Io mi sono seduto vicino ad Andrea Campanaro, il mio ex compagno di banco. Quando la
maestra Rosa cercava un posto io mi sono stretto al massimo per farla entrare ma poi vicino a me si è
messa la maestra Francesca. Circa 10 minuti dopo, siamo arrivati alla Città dei Ragazzi .
Siamo scesi dal pulmino e, attraversato il cancello d’ingresso, abbiamo notato che c’ erano altre
classi di altre scuole.
Ci siamo recati in una struttura e, attraversato un corridoio, siamo arrivati in una sala dove abbiamo
trovato due persone, una di queste persone si chiamava Andrea uno scrittore di un libro sulla chimica
e in generale sulla scienza. Lui ci ha mostrato alcuni esperimenti illustrati sul suo libro. L’altra
persona si chiamava Vittoria ed era una specie di supervisore che ci controllava tutti.
L’area del laboratorio era stata divisa in cinque settori, ognuno dei quali era stato destinato a una
classe. Una parte del laboratorio, a forma di trapezio isoscele, era stata delimitata da un nastro e da
dei birilli.
Andrea ci ha chiesto se avessimo fratelli perché se morivamo il dolore dei nostri genitori si sarebbe
alleviato, ma lo ha chiesto chiaramente con un tono ironico.
Lui ha iniziato a stupirci con un esperimento basato sull’illusione ottica, i materiali per l’esperimento
erano due giornalini di Topolino del 1970 con dei tagli ai lati agli angoli esterni prima dall’alto e dopo
due pagine in basso. Questo esperimento è cominciato con il racconto di quando era piccolo che non
era tanto ricco e siccome c’erano due versioni di “Topolino”, una a colori e una in bianco e nero, lui
si poteva permettere solo quella in bianco e nero, mentre il suo amico che era ricco si poteva
permettere quella a colori. Andrea allora andava dal suo amico e prendeva il colore e lo metteva nel
suo fumetto ma poi una parte la ridava al suo amico. Questa cosa non è possibile perché ogni cosa
che sembra magia è in realtà scienza, infatti la spiegazione di questo esperimento è che dipende dalla
parte da cui lo sfogli infatti se lo sfogli dall’alto le pagine bianche rimangono attaccate e viceversa.
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L’esperienza… continua così!Prima del secondo esperimento Andrea ha chiesto chi compiva gli anni ad Aprile, una mia compagna
di nome Giulia compie gli anni il 25 allora lui l’ha chiamata a partecipare al secondo esperimento. Nel
secondo esperimento Andrea ha avuto bisogno di una cannuccia lunga (ma poteva andare bene anche
corta anche se più pericolosa) con gli ultimi due centimetri impregnati di una sostanza infiammabile.
Andrea ha detto a noi bambini di contare fino a tre e poi si è rivolto verso Giulia e le ha detto che al
due doveva prendere fiato e che al tre doveva soffiare con tutta la forza che aveva in corpo. Andrea nel
frattempo aveva messo all’estremità un accendigas e quando Giulia ha soffiato una turbina di fuoco è
uscita dall’estremità e tutti noi presenti ci siamo spaventati molto e a Giulia è venuto quasi un infarto.
Questa cosa si può spiegare facilmente: la sostanza infiammabile spinta dall’aria è fuoruscita ed
entrando in contatto con il fuoco si è propagata nell’aria sotto forma di fuoco.
Per il terzo esperimento Andrea ha avuto bisogno di una tortiera di medie dimensioni, un accendigas e
un flacone di spray vuoto. Un'altra mia compagna di classe è stata invitata a partecipare; questa mia
compagna si chiama Maria Federica. Questo esperimento è consistito nel mettere dell’acqua in una
tortiera e diluirci dentro del sapone e un gas che ha fatto sviluppare una serie di bolle che, poi quando
Maria Federica ha utilizzato l’accendino, sono scoppiate tutte incendiandosi. Tutti abbiamo avuto
paura, ma siccome l’aria era stata delimitata, nessuno si è fatto male.
L’ultimo esperimento è stato realizzato nel provare a gonfiare un palloncino all’interno di una bottiglia.
Tre persone hanno partecipato a questo esperimento, ma solo una di loro è riuscita a gonfiare il
palloncino perché la sua bottiglia era bucata.
Abbiamo fatto merenda all’aperto seduti sull’erba, ognuno di noi aveva portato cose diverse.
Infine abbiamo fatto un laboratorio che consisteva nello scrivere un libricino di tre o quattro pagine ed
illustrarlo. A Carlo il disegno era venuto molto bene e la maestra ha voluto fotografarlo.
Poi siamo ritornati a scuola. Questa esperienza ci è piaciuta molto perché è stato interessante vedere
quegli esperimenti.
INFANTE ALFREDO CL. V^ B
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Prima di rientrare a scuola foto di gruppo con le nostre
insegnanti da aggiungereALL’ALBUM DEI RIcoRDI!
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