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Un “nuovo” Parlamento con un ... - Il Pensiero Libero · Pur dando atto al prof. Monti di aver...

Date post: 17-Feb-2019
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Un “nuovo” Parlamento con un “vecchio” sistema elettorale… Quali scelte economiche per l’Italia? di Sàntolo Cannavale S i dibatte stancamente in questa fase elettorale poco partecipata, quasi sof- ferta: sono state le vendite in massa dall’e- stero dei nostri BTP a creare la crisi in Italia nell’estate 2011 (alti tassi d’inte- resse, calo produttivo, disoccupazione) oppure il precedente Governo ha lasciato campo libero al tecnico Monti per inade- guatezza, mancanza di visione ed incapa- cità di raddrizzare l’economia italiana? Pur dando atto al prof. Monti di aver con- tribuito a rasserenare il clima pre-falli- mentare che attanagliava l’Italia a fine 2011, nei primi mesi del 2012 si è persa nel nostro Paese un’occasione unica ed irripetibile. Fidando sulla consistente ricchezza degli italiani - circa 8.500 miliardi di euro, pari al 6% di quella mondiale a fronte dell’1% della nostra popolazione e del 3% del no- stro PIL, un’imposta patrimoniale del 5%, con esclusione della 1° casa, decisa nel primo trimestre del 2012 avrebbe ridotto il nostro debito pubblico da 1.950 a 1.600 miliardi di euro, con immediato abbassa- mento dei tassi d’interesse sui BTP in emissione ed avvicinamento a quelli tedeschi. Anche la Confindustria ha proposto a suo tempo un intervento del genere. La novità non riguardava la misura in sé, quanto la capacità richiesta al capo del “governo tecnico” di spiegare agli italiani, in parti- colar modo a quel 10% delle famiglie por- tatrici del 45% della ricchezza privata nazionale, l’urgenza e l’efficacia di tale intervento straordinario. Dialogo convin- cente e costruttivo che doveva interessare anche i tanti cittadini con un piede in Ita- lia ed un’altro nella vicina Svizzera. La “borsa valori” avrebbe risposto con au- menti delle quotazioni del 50% e più, i ti- toli di Stato a lunga scadenza, all’epoca quotati intorno a 70-75, avrebbero rigua- dagnato il valore nominale con aumenti del 25-30%. Dunque il sacrificio del 5% da parte dei cittadini possidenti si sarebbe tramutato in un guadagno netto sul restante 95% del patrimonio. L’Italia poteva essere “stella di riferimento” e modello da replicare in Europa. Nel frattempo i beni degli italiani – lo at- testa la Banca d’Italia – hanno perso il 6% del loro valore: in particolare sono dimi- nuite le quotazioni di immobili, titoli azio- nari ed obbligazionari e dei fondi comuni d’investimento. Abbiamo dunque pagato una quasi-patrimoniale senza riceverne i vantaggi derivanti dagli apprezzamenti della finanza internazionale (minori tassi d’interesse ed afflussi di nuovi capitali). Il prof. Monti forse ipotizzava che il suo prestigio personale fosse bastato per az- zerare la differenza d’interessi con la Ger- mania (spread) e ridurre in maniera decisiva la spesa dello Stato. Sta di fatto che il debito pubblico è balzato a 2.014 miliardi di euro e l’Italia pagherà nel 2013 oltre 90 miliardi di euro a solo titolo d’in- teressi. Esborso che, per circa 50 miliardi, riempirà i portafogli degli investitori stra- nieri. Questi stanno lucrando da anni sulla nostra indolenza, cattiva volontà e spre- gio per l’onesta conduzione della cosa pubblica. - continua a pag. 6 - PERCHÈ VOTARE? PER CHI VOTARE? L a metà della popolazione italiana, in base ai sondaggi che consolidano sempre di più il dato, si pone queste domande da tempo, ormai. Le risposte non sono scontate od analoghe, ma i ragionamenti che conducono alle varie risposte sembrano avere fondamenti comuni. Innanzitutto perché votare? Qualcuno dirà che il voto è un diritto- dovere e che non esercitarlo potrebbe rappresentare una specie di eclissi della democrazia. Ma si vota per eleggere, cioè per sce- gliere. Qui non vi è proprio nulla da scegliere, in quanto si tratta semplicemente di vedere quale raggruppamento avrà più voti, per fissare le percentuali dei premi di maggioranza. E questo, di per sé, è già una patologia. I nomi degli eletti, in fondo, sono ormai decisi, con qualche pal- lida chance per quelli piazzati nelle zone basse delle liste. Si dirà che il sistema elettorale è questo, il “Porcellum”, che nessuno vo- leva e tutti intendevano cambiare. Ma le cose sono andate, si ag- giungerà poi, in modo da non poter consentire il cambiamento del sistema. Questa è una falsità. I partiti hanno avuto tempi lunghi, per giun- gere ad una modifica della legge elettorale, ma non hanno fatto il minimo sforzo per porre la questione davvero al centro di un im- pegno del Parlamento. Non vale, d’altra parte, che il PD sostenga di aver fatto le primarie per il leader e per le candidature ai due rami del Parlamento, garantendo la gestione democratica delle scelte. Lo ha fatto, del resto, anche qualche altro partito o movi- mento. Si tratta, come si vede, di una pallida ombra di gestione democratica del sistema, tanto è vero che il più autorevole rap- presentante dell’area progressista nel Sud, il sindaco di Salerno, De Luca, sta tuonando da giorni contro i vertici del partito, per il quale si era speso con grande impegno nei mesi scorsi. Tra candi- dati nel borsino e inviati da Roma ad occupare posti privilegiati, in molti casi, c’è poco da scegliere. Se votare è scegliere, allora si capisce quale sia la risposta alla domanda “perché votare?”. L’altro quesito “per chi votare?” è legato al precedente per motivi ovvi. I candidati, nelle liste, hanno lo stesso organigramma del sistema feudale. Accanto al re vi sono in prima fila i vassalli, poi i valvassori, quindi i valvassini ed infine i servi della gleba. E proprio come nel sistema feudale o delle caste chiuse, non è pos- sibile passare da una categoria all’altra o cambiare posizione, se non per una graziosa concessione del sovrano. Se vogliamo essere sinceri, è una condizione frustrante. La cosa ancor più grave è che il sistema sviluppa una dipendenza, per la quale la persona sarà legata alla speranza di ottenere un premio per il suo impegno, spesso a futura memoria. La prima cosa che doveva fare la casta della politica era eliminare il Porcellum, ma si trattava, a vedere con serenità le cose, chie- derle di fare un suicidio. Una occasione perduta. E poi ci si in- terroga sul come convincere le persone a votare ? E le primarie, qualsiasi partito le abbia svolte, stanno lasciando, come logico, una scia di malumori e brutture, che aggraveranno, in molti casi, il dissidio tra la politica ed il paese. Nel mezzogiorno, poi, la questione ha assunto dimensioni ancor più clientelari, con casi clamorosi di esclusioni o di ingressi del- l’ultima ora, in palese contrapposizione al principi da tutti pro- clamato, come sacro, della rappresentanza territoriale. Nel salernitano le candidature sembrano essere quelle della catego- ria dei “servi della gleba”. E ciò significa che non vi sono né par- titi, né uomini politici. I sondaggi commissionati sul territorio, e che girano anche in forma abbastanza nascosta nelle stanze di alcuni gruppi e partiti, danno in ascesa l’area moderata, non tanto però da sconvolgere gli attuali equilibri. Certo il PDL pagherà lo scotto di un grande disagio interno, che non potrà essere riequilibrato dal fatto che in molti centri della regione, come in altri territori del Sud, le amministrazioni locali siano a guida centro destra. Ma vi è un limite nelle previsioni che i vari istituti di statistica stanno elaborando. Il numero tanto elevato di indecisi corre il ri- schio di trasformare, ove decidesse per il voto o facesse la sua scelta, ogni previsione. Bisognerà allora attendere i primi exit- pool, per iniziare ad avere una idea chiara di come andrà a finire la partita, davvero. Quando in un paese vincono gli astenuti o gli indecisi, allora vuol dire che la politica non c’è. Indubbiamente la discesa, o salita come lui la definisce, in campo di Monti ha scompaginato i piani ed i percorsi delle forze politi- che. Il suo presentarsi come la realtà disgiunta dalla politica può avere un primo effetto immediato, ma poi svanirà la novità del di- scorso, in quanto non vi è governo senza politica e non vi sono tecnici che tengano dinanzi alle ragioni della politica. Purtroppo sono proprio queste, che mancano nel dibattito attuale. Ognuno presenta programmi, che rimangono nelle scansie am- muffite dei partiti o dei gruppi. Ma di questi programmi, che ol- tretutto si fanno con la tecnica del copia ed incolla, non si parla. Tutto ruota intorno alla vittoria del gladiatore più forte, come nelle arene antiche, senza chiedersi come vinca o a chi giovi la sua vittoria. Ci siamo scocciati in po’ tutti, ormai. Sta accadendo un fatto molto strano, oggi. Chi ricorda l’opera di Oscar Wilde, “Il ritratto di Dorian Gray”, saprà che il protagoni- sta Dorian aveva avuto la capacità di rimanere giovane, mentre il ritratto che lo rappresentava invecchiava e subiva le metamorfosi del tempo. Qui siamo agli antipodi. Non è il ritratto ad invec- chiare, ma i politici. Ed il ritratto, che diventa il simbolo delle il- lusioni, rimane inalterato dal punto di vista fisico, ma irreale, innaturale nella sua giovinezza, ove vengono, però, scavate, senza pietà, le progressive deformazioni dell’animo. editoriale mensile di cultura politica costume Febbraio 2013 - Anno IV - N. 2 www.ilpensierolibero.it di Mimmo Cozzolino* … dal Pessimismo Caro Gerardo, ci siamo: fra pochi giorni l’Italia va al voto. Gli italiani si ripresen- teranno nelle sezioni elettorali per celebrare il diritto-dovere dell’e- spressione della volontà popolare. Tutti alle urne allineati e storditi da una propaganda infernale, accecati da centinaia di simboli die- tro i quali si nascondono decine di migliaia di candidati spesso rap- presentanti di interessi assolutamente estranei a quelli della nazione. Eleggeremo un nuovo parlamento di nominati che dovranno obbe- dire ai pochi capibastone, pena la non candidatura che per tanti co- stituisce la sopravvivenza. Saranno lontani dal territorio ma pronti ad assecondare supinamente la volontà dei capi. Ci hanno ancora presi in giro come i ladri di Pisa o meglio ancora con il famoso gioco delle tre carte. Viva il Porcellum! Ma, amico mio, hai mai visto i tac- chini festeggiare il natale? Una classe dirigente che tutta in blocco ha dimostrato il suo fallimento abdicando alla sua funzione di guida ricorrendo al prof. Monti ed al governo tecnico, si ripresenta com- patta per essere rinominata. Avremo forse qualche novità: gratta gratta qualche cognato o qualche amante in più. Ma in quali condi- zioni andiamo al voto? La più alta percentuale di disoccupati, il pil sconquassato, il debito pubblico aumentato malgrado una tassazione che ha distrutto le piccole e medie imprese creando milioni di nuovi poveri, un meridione sempre più lontano dal nord, un sistema di cor- ruzione e mal governo primo al mondo, lo sfacelo del senso morale, la perdita di prestigio a livello internazionale, soprattutto il senso di una profonda depressione del cittadino che vede compromesso irri- mediabilmente il suo futuro in un paese che stà perdendo perfino la fiducia nelle istituzioni. Aggiungi a tutto questo la completa sostitu- zione dei partiti da parte delle lobbies costituitesi in coalizioni con la scomparsa di ogni identità ideologica e politica ed il quadro è quasi completo. Allora perchè vogliamo meravigliarci se i tre pila- stri della democrazia, il legislativo (nominato) l’esecutivo (governo tecnico non politico), il giudiziario (sempre in fermento) non rie- scono a trovare quel momento di sintesi mirabile che assicura un ci- vile vivere della funzione in uno stato libero e sovrano. Quale posto potrà avere questa nostra Italia, infine tra i popoli europei in un con- tinente che già di per sé non ha ancora risolti i suoi problemi di di- visione politica senza un governo centrale che rappresenti una vera confederazione di popoli uniti nel rispetto delle specifiche diversità, ma consapevoli di un comune avvenire? Malgrado tutto ciò andremo a votare. Ci sarà un forte astensionismo ma alla fine una minoranza crederà di aver vinto. Ma vinto per che cosa e per chi? * medico - già Senatore della Repubblica Lettera al Direttore editoriale di Francesco Fasolino G. VISCONTI Il contenimento dei costi per un verso e la necessità di dare il più ampio risalto all’attualità politica nazionale ed a quella paganese, ha richiesto la riduzione del numero delle pagine – dalle sei iniziali si è arrivati a quattordici pagine nell’ultimo numero - con il conse- quenziale sacrificio della non pubblicazione delle abituali Rubriche che si spera di ripristinare, anche se con qualche rivisitazione, con il prossimo mese. Da questo numero, finalmente, una pagina intera è riservata al Ci- lento, un’area della nostra provincia che merita la più grande atten- zione. Confido nella piena e puntuale collaborazione degli amici perché si mettano a fuoco le problematiche di un Territorio tutto da godere ma soprattutto da difendere dagli assalti e/o dagli abbandoni che potrebbero decretarne una morte precoce. Il Direttore editoriale D i recente Benigni è stato chiamato a spiegare la Costituzione agli Italiani; Pannella ci propone l’ennesimo sciopero della fame, Fini si schiera con lui, La Russa ci propina un altro partito, Berlu- sconi scende in campo di nuovo (ahimè!), Montezemolo non sa che pesci prendere, i piccoli partiti vogliono portare acqua, ma a chi? Casini continua a proporsi come un “mercenario”, Bersani non sa con chi stare, il saltimbanco leader a 5 stelle con- tinua a mandare tutti a “fare in c....Ma quale Italia? Benigni parlava di uo- mini come Calamandrei, De Gasperi, Einaudi. Bisognerebbe credere alla dottrina della reincarnazione, per trovare oggi almeno un barlume e presenza di spirito di uomini di tanto calibro. Siamo comunque costretti a difendere la nostra italianità, conquistata sui campi di battaglia e persa sui banchi del malgo- verno. Siamo costretti a vendere le nostre case, così come si offrì l’oro alla patria. Ma almeno ottenemmo la Costituzione, il riscatto dall’oppressione. Oggi svendiamo la storia dei nostri padri ed il futuro dei nostri figli. Negozi vuoti, ospedali che chiudono, di- soccupazione ai massimi storici, amma- lati terminali che si vedono rifiutare l’assistenza costosa, servizi sociali ridotti all’osso. … ALLA SPERANZA di Gianfranco D’Antonio Ai Lettori - continua a pag. 6 - - continua a pag. 6 -
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Un “nuovo” Parlamento con un “vecchio” sistema elettorale…

Quali scelte economiche per l’Italia?

di Sàntolo Cannavale

Si dibatte stancamente in questa faseelettorale poco partecipata, quasi sof-

ferta: sono state le vendite in massa dall’e-stero dei nostri BTP a creare la crisi inItalia nell’estate 2011 (alti tassi d’inte-resse, calo produttivo, disoccupazione)oppure il precedente Governo ha lasciatocampo libero al tecnico Monti per inade-guatezza, mancanza di visione ed incapa-cità di raddrizzare l’economia italiana?Pur dando atto al prof. Monti di aver con-tribuito a rasserenare il clima pre-falli-mentare che attanagliava l’Italia a fine2011, nei primi mesi del 2012 si è persanel nostro Paese un’occasione unica ed irripetibile. Fidando sulla consistente ricchezza degliitaliani - circa 8.500 miliardi di euro, parial 6% di quella mondiale a fronte dell’1%della nostra popolazione e del 3% del no-stro PIL, un’imposta patrimoniale del 5%,con esclusione della 1° casa, decisa nelprimo trimestre del 2012 avrebbe ridottoil nostro debito pubblico da 1.950 a 1.600miliardi di euro, con immediato abbassa-mento dei tassi d’interesse sui BTP inemissione ed avvicinamento a quelli tedeschi.Anche la Confindustria ha proposto a suotempo un intervento del genere. La novitànon riguardava la misura in sé, quanto lacapacità richiesta al capo del “governotecnico” di spiegare agli italiani, in parti-colar modo a quel 10% delle famiglie por-tatrici del 45% della ricchezza privatanazionale, l’urgenza e l’efficacia di taleintervento straordinario. Dialogo convin-cente e costruttivo che doveva interessareanche i tanti cittadini con un piede in Ita-

lia ed un’altro nella vicina Svizzera.La “borsa valori” avrebbe risposto con au-menti delle quotazioni del 50% e più, i ti-toli di Stato a lunga scadenza, all’epocaquotati intorno a 70-75, avrebbero rigua-dagnato il valore nominale con aumentidel 25-30%.Dunque il sacrificio del 5% da parte deicittadini possidenti si sarebbe tramutato inun guadagno netto sul restante 95% delpatrimonio. L’Italia poteva essere “stelladi riferimento” e modello da replicare inEuropa.Nel frattempo i beni degli italiani – lo at-testa la Banca d’Italia – hanno perso il 6%del loro valore: in particolare sono dimi-nuite le quotazioni di immobili, titoli azio-nari ed obbligazionari e dei fondi comunid’investimento. Abbiamo dunque pagatouna quasi-patrimoniale senza riceverne ivantaggi derivanti dagli apprezzamentidella finanza internazionale (minori tassid’interesse ed afflussi di nuovi capitali).Il prof. Monti forse ipotizzava che il suoprestigio personale fosse bastato per az-zerare la differenza d’interessi con la Ger-mania (spread) e ridurre in manieradecisiva la spesa dello Stato. Sta di fattoche il debito pubblico è balzato a 2.014miliardi di euro e l’Italia pagherà nel 2013oltre 90 miliardi di euro a solo titolo d’in-teressi. Esborso che, per circa 50 miliardi,riempirà i portafogli degli investitori stra-nieri. Questi stanno lucrando da anni sullanostra indolenza, cattiva volontà e spre-gio per l’onesta conduzione della cosapubblica.

- continua a pag. 6 -

PERCHÈ VOTARE? PER CHI VOTARE?

La metà della popolazione italiana, in base ai sondaggi checonsolidano sempre di più il dato, si pone queste domande da

tempo, ormai.Le risposte non sono scontate od analoghe, ma i ragionamenti checonducono alle varie risposte sembrano avere fondamenti comuni.Innanzitutto perché votare? Qualcuno dirà che il voto è un diritto-dovere e che non esercitarlo potrebbe rappresentare una speciedi eclissi della democrazia. Ma si vota per eleggere, cioè per sce-gliere. Qui non vi è proprio nulla da scegliere, in quanto si trattasemplicemente di vedere quale raggruppamento avrà più voti, perfissare le percentuali dei premi di maggioranza. E questo, di persé, è già una patologia.I nomi degli eletti, in fondo, sono ormai decisi, con qualche pal-lida chance per quelli piazzati nelle zone basse delle liste. Si diràche il sistema elettorale è questo, il “Porcellum”, che nessuno vo-leva e tutti intendevano cambiare. Ma le cose sono andate, si ag-giungerà poi, in modo da non poter consentire il cambiamentodel sistema. Questa è una falsità. I partiti hanno avuto tempi lunghi, per giun-gere ad una modifica della legge elettorale, ma non hanno fatto ilminimo sforzo per porre la questione davvero al centro di un im-pegno del Parlamento. Non vale, d’altra parte, che il PD sostengadi aver fatto le primarie per il leader e per le candidature ai duerami del Parlamento, garantendo la gestione democratica dellescelte. Lo ha fatto, del resto, anche qualche altro partito o movi-mento. Si tratta, come si vede, di una pallida ombra di gestionedemocratica del sistema, tanto è vero che il più autorevole rap-presentante dell’area progressista nel Sud, il sindaco di Salerno,De Luca, sta tuonando da giorni contro i vertici del partito, per ilquale si era speso con grande impegno nei mesi scorsi. Tra candi-dati nel borsino e inviati da Roma ad occupare posti privilegiati,in molti casi, c’è poco da scegliere. Se votare è scegliere, allora sicapisce quale sia la risposta alla domanda “perché votare?”.L’altro quesito “per chi votare?” è legato al precedente per motiviovvi. I candidati, nelle liste, hanno lo stesso organigramma delsistema feudale. Accanto al re vi sono in prima fila i vassalli, poii valvassori, quindi i valvassini ed infine i servi della gleba. Eproprio come nel sistema feudale o delle caste chiuse, non è pos-sibile passare da una categoria all’altra o cambiare posizione, senon per una graziosa concessione del sovrano. Se vogliamo esseresinceri, è una condizione frustrante. La cosa ancor più grave èche il sistema sviluppa una dipendenza, per la quale la personasarà legata alla speranza di ottenere un premio per il suo impegno,spesso a futura memoria. La prima cosa che doveva fare la casta della politica era eliminareil Porcellum, ma si trattava, a vedere con serenità le cose, chie-derle di fare un suicidio. Una occasione perduta. E poi ci si in-terroga sul come convincere le persone a votare ? E le primarie,qualsiasi partito le abbia svolte, stanno lasciando, come logico,una scia di malumori e brutture, che aggraveranno, in molti casi,il dissidio tra la politica ed il paese.Nel mezzogiorno, poi, la questione ha assunto dimensioni ancorpiù clientelari, con casi clamorosi di esclusioni o di ingressi del-l’ultima ora, in palese contrapposizione al principi da tutti pro-clamato, come sacro, della rappresentanza territoriale. Nelsalernitano le candidature sembrano essere quelle della catego-ria dei “servi della gleba”. E ciò significa che non vi sono né par-titi, né uomini politici.I sondaggi commissionati sul territorio, e che girano anche informa abbastanza nascosta nelle stanze di alcuni gruppi e partiti,

danno in ascesa l’area moderata, non tanto però da sconvolgeregli attuali equilibri.Certo il PDL pagherà lo scotto di un grande disagio interno, chenon potrà essere riequilibrato dal fatto che in molti centri dellaregione, come in altri territori del Sud, le amministrazioni localisiano a guida centro destra.

Ma vi è un limite nelle previsioni che i vari istituti di statisticastanno elaborando. Il numero tanto elevato di indecisi corre il ri-schio di trasformare, ove decidesse per il voto o facesse la suascelta, ogni previsione. Bisognerà allora attendere i primi exit-pool, per iniziare ad avere una idea chiara di come andrà a finirela partita, davvero. Quando in un paese vincono gli astenuti o gliindecisi, allora vuol dire che la politica non c’è.Indubbiamente la discesa, o salita come lui la definisce, in campodi Monti ha scompaginato i piani ed i percorsi delle forze politi-che. Il suo presentarsi come la realtà disgiunta dalla politica puòavere un primo effetto immediato, ma poi svanirà la novità del di-scorso, in quanto non vi è governo senza politica e non vi sonotecnici che tengano dinanzi alle ragioni della politica.Purtroppo sono proprio queste, che mancano nel dibattito attuale.Ognuno presenta programmi, che rimangono nelle scansie am-muffite dei partiti o dei gruppi. Ma di questi programmi, che ol-tretutto si fanno con la tecnica del copia ed incolla, non si parla.Tutto ruota intorno alla vittoria del gladiatore più forte, comenelle arene antiche, senza chiedersi come vinca o a chi giovi lasua vittoria. Ci siamo scocciati in po’ tutti, ormai.Sta accadendo un fatto molto strano, oggi. Chi ricorda l’opera diOscar Wilde, “Il ritratto di Dorian Gray”, saprà che il protagoni-sta Dorian aveva avuto la capacità di rimanere giovane, mentre ilritratto che lo rappresentava invecchiava e subiva le metamorfosidel tempo. Qui siamo agli antipodi. Non è il ritratto ad invec-chiare, ma i politici. Ed il ritratto, che diventa il simbolo delle il-lusioni, rimane inalterato dal punto di vista fisico, ma irreale,innaturale nella sua giovinezza, ove vengono, però, scavate, senzapietà, le progressive deformazioni dell’animo.

editoriale

mensile di cultura politica costumeFebbraio 2013 - Anno IV - N. 2 www.ilpensierolibero.it

di Mimmo Cozzolino*

… dal Pessimismo Caro Gerardo,

ci siamo: fra pochi giorni l’Italia va al voto. Gli italiani si ripresen-

teranno nelle sezioni elettorali per celebrare il diritto-dovere dell’e-

spressione della volontà popolare. Tutti alle urne allineati e storditi

da una propaganda infernale, accecati da centinaia di simboli die-

tro i quali si nascondono decine di migliaia di candidati spesso rap-

presentanti di interessi assolutamente estranei a quelli della nazione.

Eleggeremo un nuovo parlamento di nominati che dovranno obbe-

dire ai pochi capibastone, pena la non candidatura che per tanti co-

stituisce la sopravvivenza. Saranno lontani dal territorio ma pronti

ad assecondare supinamente la volontà dei capi. Ci hanno ancora

presi in giro come i ladri di Pisa o meglio ancora con il famoso gioco

delle tre carte. Viva il Porcellum! Ma, amico mio, hai mai visto i tac-

chini festeggiare il natale? Una classe dirigente che tutta in blocco

ha dimostrato il suo fallimento abdicando alla sua funzione di guida

ricorrendo al prof. Monti ed al governo tecnico, si ripresenta com-

patta per essere rinominata. Avremo forse qualche novità: gratta

gratta qualche cognato o qualche amante in più. Ma in quali condi-

zioni andiamo al voto? La più alta percentuale di disoccupati, il pil

sconquassato, il debito pubblico aumentato malgrado una tassazione

che ha distrutto le piccole e medie imprese creando milioni di nuovi

poveri, un meridione sempre più lontano dal nord, un sistema di cor-

ruzione e mal governo primo al mondo, lo sfacelo del senso morale,

la perdita di prestigio a livello internazionale, soprattutto il senso di

una profonda depressione del cittadino che vede compromesso irri-

mediabilmente il suo futuro in un paese che stà perdendo perfino la

fiducia nelle istituzioni. Aggiungi a tutto questo la completa sostitu-

zione dei partiti da parte delle lobbies costituitesi in coalizioni con

la scomparsa di ogni identità ideologica e politica ed il quadro è

quasi completo. Allora perchè vogliamo meravigliarci se i tre pila-

stri della democrazia, il legislativo (nominato) l’esecutivo (governo

tecnico non politico), il giudiziario (sempre in fermento) non rie-

scono a trovare quel momento di sintesi mirabile che assicura un ci-

vile vivere della funzione in uno stato libero e sovrano. Quale posto

potrà avere questa nostra Italia, infine tra i popoli europei in un con-

tinente che già di per sé non ha ancora risolti i suoi problemi di di-

visione politica senza un governo centrale che rappresenti una vera

confederazione di popoli uniti nel rispetto delle specifiche diversità,

ma consapevoli di un comune avvenire? Malgrado tutto ciò andremo

a votare. Ci sarà un forte astensionismo ma alla fine una minoranza

crederà di aver vinto. Ma vinto per che cosa e per chi?

* medico - già Senatore della Repubblica

Lettera al Direttore editoriale

di Francesco Fasolino

G. VIS

CO

NTI

Il contenimento dei costi per un verso e la necessità di dare il piùampio risalto all’attualità politica nazionale ed a quella paganese,ha richiesto la riduzione del numero delle pagine – dalle sei inizialisi è arrivati a quattordici pagine nell’ultimo numero - con il conse-quenziale sacrificio della non pubblicazione delle abituali Rubriche

che si spera di ripristinare, anche se con qualche rivisitazione, conil prossimo mese.

Da questo numero, finalmente, una pagina intera è riservata al Ci-lento, un’area della nostra provincia che merita la più grande atten-zione. Confido nella piena e puntuale collaborazione degli amiciperché si mettano a fuoco le problematiche di un Territorio tutto da

godere ma soprattutto da difendere dagli assalti e/o dagli abbandoniche potrebbero decretarne una morte precoce.

Il Direttore editoriale

Di recente Benigni è stato chiamato aspiegare la Costituzione agli Italiani;

Pannella ci propone l’ennesimo scioperodella fame, Fini si schiera con lui, LaRussa ci propina un altro partito, Berlu-sconi scende in campo di nuovo (ahimè!),Montezemolo non sa che pesci prendere,i piccoli partiti vogliono portare acqua,ma a chi? Casini continua a proporsi comeun “mercenario”, Bersani non sa con chistare, il saltimbanco leader a 5 stelle con-tinua a mandare tutti a “fare in c....”Ma quale Italia? Benigni parlava di uo-mini come Calamandrei, De Gasperi, Einaudi.Bisognerebbe credere alla dottrina dellareincarnazione, per trovare oggi almeno

un barlume e presenza di spirito di uominidi tanto calibro.Siamo comunque costretti a difendere lanostra italianità, conquistata sui campi dibattaglia e persa sui banchi del malgo-verno. Siamo costretti a vendere le nostrecase, così come si offrì l’oro alla patria.Ma almeno ottenemmo la Costituzione, ilriscatto dall’oppressione.Oggi svendiamo la storia dei nostri padried il futuro dei nostri figli.Negozi vuoti, ospedali che chiudono, di-soccupazione ai massimi storici, amma-lati terminali che si vedono rifiutarel’assistenza costosa, servizi sociali ridottiall’osso.

… ALLA SPERANZAdi Gianfranco D’Antonio

Ai Lettori

- continua a pag. 6 -

- continua a pag. 6 -

A cura di Giuseppe Candela, Nunzia Gargano, Maria Pepe

2culturaFebbraio 2013 - Anno IV - N. 2

Le nostre risorse: solidarietà cultura

Al viaggiatore che, da Salerno,passando per Pagani si dirige,

per orientarci, a Pompei difficil-mente può sfuggire il Santuariodella Vergine del Carmine, dettadelle galline, in Pagani; se poi do-vesse capitarvi nell’ottava seguentela Pasqua, allora si accorgerà di nonpoter più speditamente procedere,tanta è la folla che qui si addensa inquella occasione. Qui un SantuarioMariano edificato agli albori del se-colo XVII, ove un tripudio di fe-deli, talvolta rapiti da tanta pietàpopolare, si porta ai piedi della Ver-gine Santissima per venerarla. E ciòaccompagna l’occhio alla visionedi questo tempio che pare quasiapra le sue porte ai fedeli in segnodi invito al saluto alla Vergine, sottoil cui manto ognuno trova ristoro. Ilprimo Oratorio, l’Annunziatella,del secolo XVII, nella secondametà del ‘700 sarà nella denomina-zione accorpato al Santuario. Qui lainiziale Confrateria della nunciata

in Pagani sarà nel 1882 elevata adArciconfraternita e, guidata dalRettore del Santuario, come vuoleil vescovo Strambone, custodirà,dopo i Padri Carmelitani, quellachiesa che solo nel 1656 era stataliberata delle fabbriche antistanti laporta maggiore per dare più lumi-nosità al complesso architettonicobarocco. La facciata, infatti, slan-ciata, presenta colonne e lesene,mentre sul portale si staglia il bas-sorilievo in stucco raffigurante laMadonna e il Figlio avvolti in unamassa di leggere nuvole, oltre i me-daglioni decorativi posti sullebande laterali. All’interno il marmopolicromo s’impone per le sue ar-monie di colori e forme, particolar-mente sull’Altare privilegiato del1776. Rivolgendo lo sguardo allepareti, queste comprendono tre ar-cate per lato procedendo in alter-nanza di pseudo-pilastri corinzi, visi ammira poi il meraviglioso cas-settonato, uno scrigno di meravi-gliose (ventuno) tele il cui temariguarda l’Assunzione di Maria alcielo. Gli affreschi che incornicianola parte soprastante gli altari rap-presentano le virtù ed episodi diparticolare significato del Vangelo.Si respira, in verità, uno spirito leg-gero che aleggia in tanta preziositàarricchita inoltre da oro zecchinoche copre molti elementi lignei, dalpulpito, alle colonne, alla cantoria.

Il bello aspetto, le sue riacquisiteenergie, soprattutto l’eleganza e loslancio allo sguardo dell’osserva-tore appaiono segni del tempo,lungo il quale si è conservato unostrumento che tanto ha visto in quelSantuario, dedicato alla Beata Ver-gine del Carmelo elevato in Paganiagli inizi del secolo XVII. Si affermava infatti, agli inizi delsecolo XIX, che Questa Chiesa non

possiede altro di bello meno che un

Organo, che formò da circa anni

20. Lo stesso per l’esercizio conti-

nuato nelle Sacre funzioni che nella

Chiesa han luogo si è reso quasi

inutile. La Commissione amando

darvisi riparo perché necessario e

per non farlo inutilizzare, ne ha in-

caricato un Organaro. Con questeparole si rivolgeva la Commissioneamministrativa della Confraternitadel Santuario della Madonna delCarmine Incoronata, in Pagani, alConsiglio degli Ospizi del Princi-pato Citeriore, perché l’Intendenteaccogliesse la domanda di acco-modo dell’organo, viste le esigenzedel tempo. Era il 31 gennaio 1828,anno di moti rivoluzionari, ma gli

amministratori della confraternitainoltravano la richiesta e, grazieanche all’approvazione del Maestrodi Cappella dell’Ospizio di S. Fer-dinando, Padre Gabriele di Foria, siprocedeva all’accomodo dell’or-gano. Al maestro Organaro, Raf-faele della Monica, di Cava deiTirreni, si affidava, per la somma diducati 26, il compito di smontarel’intera macchina, dovendosi pulirele canne di piombo, accomodare icontrobassi, la pedaliera, dopo cheil 5 marzo dello stesso anno il Mi-nistro Segretario degli Affari In-terni, Marchese Amabile, avrebbeespresso il suo consenso ai lavori.Allo scadere dei successivi ventianni, 6 gennaio 1847, ancora ilDella Monica eseguirà i lavori sul-l’organo, in 15 giorni. Ora più det-tagliatamente ricaviamo notiziesulla struttura della macchina for-

mata da dodici registri, ottava

estesa, e di tagli numero cinquan-

tacinque [che] è stata riattata: cioè

avendo ritrovato tutte le canne am-

maccate, le ho dovuto passar per le

forme[…], riattar i controbassi, la

tastiera, la pedaliera, e le trombe e

finalmente accordarla a regola

d’arte. Da questo momento fino alprimo decennio del nuovo secolonon ci saranno riparazioni all’or-gano, se non nel 1917, in pienoconflitto mondiale, e precisamenteil primo luglio, alle ore 8:30 del

mattino si delibera, Previo avviso

dato con suono di campana per

otto sere consecutive giusta la re-

gola di fondazione, di riunirsi perriparare il mantice dell’organo, chegià da alcuni mesi non funziona.Data l’enorme spesa da affrontarsisarà convenuta la somma di lire150,00, considerata l’urgenza didover provvedere ad alcune ripara-zioni alle nicchie cimiteriali, ver-santi nell’acqua, per le pioggeinvernali. Tuttavia si decide di ese-guire i lavori all’ organo che da noi

si suona ogni sera in chiesa. Anchenei tempi difficili del conflittomondiale non ci si astiene dal rendere la solennità ai momenti li-turgici, che pur si vivono intensa-mente, se non forse ancor più chein altri tempi. Forse negli anni suc-cessivi qualche ripulitura sarà stataapportata all’organo, e ciò perchésu una trave di legno ad esso ap-partenente si legge una scritta inrosso recante la data ‘1925’. Al1949 risale l’ultimo Preventivo per

la Riparazione da farsi all’organo

della Madonna delle Galline in PA-

GANI, ma ora ci vorranno ben130.000 lire, come dal preventivopresentato dalla ditta cavense Ven-ditti Antonio. Certo, ne ha fatto distrada questo nobile strumento perconservarsi fino ai giorni nostri. Hadovuto sperare che gli uomini necomprendessero il valore, movendole corde dei loro cuori attraverso ilsuono melodioso delle sue canne.Non flatus vocis, ma armonia,gioia, serenità, compagno di gioiaanche nel dolore, questo è apparsoai più. Ora, che lo vediamo ripresodalle rughe, che pur gli hanno se-gnato i secoli, l’augurio che ancora,libero da ogni tempo, l’Organo chesolennizza e scandisce le ore litur-giche nel nostro Santuario dedicatoalla Vergine Incoronata del Car-mine, possa conservare la dolcezzadel suono che irrobustisce ogni pre-ghiera che porta al Paradiso.

Tanti soffi d’aria, una sola armoniadi Sigismondo Somma

1 - Richiesta per accomodo dell’Organo 31 gennaio

1828 Commissione Amministrativa del Santuario

2 - Autorizzazione del Ministro degli Affari Interni 8

marzo 1828

3 - Stiplula del Contratto col M° Organaro

La crisi che attanaglia l’Europa e l’Italia ha centuplicato il numero di coloro che man-cano dei presupposti essenziali per poter vivere come esseri umani. Questo mette adura prova la resistenza degli animi e distrugge gli ultimi segni di quella dignità chenecessita, per sentirsi persone degne di tale condizione. La Chiesa, più di tutte le altre Istituzioni “pro hominibus”, non può assistere impas-sibile a questo disfacimento dei corpi e delle anime dei fratelli, senza cercare di porvirimedio, sia pure nelle prime necessità.Di qui, la motivazione alla istituzione della “Mensa dei poveri”, che prenderà il nomedi uno dei paganesi più illustri, che tanto si adoperò per il bene dei suoi compaesani:Tommaso maria Fusco. L’idea mi venne nel Natale del 2011, quando, davanti al camino della cucina, pensaiai poveri della mia Parrocchia, che maceravano al freddo di quei giorni, per le umidestrade di Pagani.Rapidamente, il mio pensiero corse al regalo che potevo fare al Bambinello Gesù,

nella capanna del presepe, allestito al SS. Corpo di Cristo e fu così che pensai ai mieipoveri. Partii in quarta e parlai del mio “Progetto mensa” ai miei collaboratori dellaCaritas, di poi, ai membri del Consiglio di Amministrazione della “Fondazione Car-

minello ad Arco”; di cui sono presidente. Il loro entusiasmo mi convinse che erosulla strada giusta, per cui mi veicolai con forza verso la realizzazione del “Progetto”. Ora dopo un anno di incontri e preparazione del Progetto, siamo a buon punto, gra-zie agli sforzi di tutti coloro che sono accomunati a me, nella realizzazione della“Mensa di Tommaso”.I tempi stringono e troppa la gente che ha fame, ma occorrono ancora due mesi circadi lavoro intenso per essere operativi, per la qual cosa ogni aiuto è bene accetto. Quando parlo di ciò con amici e parrocchiani, capita che mi commuovo come unbambino. In fondo, sono queste le azioni che maggiormente ci avvicinano a Dio edè l’amore per gli altri l’unico vero veicolo per il Paradiso.

Don Flaviano Calenda

ProgettomeNsa PeR i PoVeRidi PaGaNi

Organo inizio sec. XIX

In un momento storico in cui le personesembrano essere concentrate solo su se

stesse e i propri consumi, a volte si regi-strano delle eccezioni di degno rilievo. Èormai una realtà uno dei traguardi ambitifortemente e caparbiamente dal parrocodel Corpo di Cristo di Pagani, don Fla-viano Calenda. “La mensa di Tommaso”,questo il nome della struttura nata per ga-rantire un pasto caldo ai più bisognosi. Lamensa è nata dall’esigenza manifestata inpiù occasioni dalle persone in difficoltàeconomiche che molto spesso stentanoper assicurarsi un pezzo di pane. L’inizia-tiva interpreta pienamente lo spirito di ca-rità cristiana di cui sempre si fa portavoceil parroco.E don Flaviano è stato anche uno dei pro-tagonisti dell’evento del 19 gennaio

scorso, la serata in cui è stato presentatoalla cittadinanza l’antico organo, final-mente ristrutturato, della Chiesa della Ma-donna delle Galline. Per raccogliere isoldi necessari per rendere di nuovo fun-zionale lo strumento, i confratelli dell’Ar-ciconfraternita omonima hanno dato vita auna vera e propria campagna di raccoltafondi facendo leva soprattutto sulla fedee sulla devozione della popolazione lo-cale. Ognuno ha contribuito per come po-teva. E così oggi Pagani può vantare unnuovo gioiello culturale che si va ad ag-giungere ai tanti altri di cui la cittadinanzapuò ancora godere, nonostante le diffi-coltà.Perché, è bene ricordarlo, Pagani rimanesempre “la città di S. Alfonso e del beatoTommaso Maria Fusco”.

Fermenti…di Nunzia Gargano

sabato, 19 gennaio 2013, alle ore 18:00, dopo una breve liturgia della parola, tenutadal nostro Vescovo, Mons. Giuseppe Giudice, assistito dal Rettore del Santuario (D.Flaviano Calenda) e dal P. Spirituale della secolare Arciconfraternita (P. Giovanni Pa-dovano), ancora una volta, presente un folto pubblico ansioso di ascoltare l’armoniaantica, si è aperto lo scrigno del Santuario della Madonna delle galline. Oltre lo splen-dore delle luci riflettenti sulle tele, sugli affreschi e tante porzioni lignee coperte di orozecchino, le canne del prezioso Organo di primissimo Ottocento sono state insufflatedi tanta aria, ora con mezzi elettronici e non con l’antico mantice, da distendere ilsuono come in una gran Cattedrale. Il M° Vincenzo Cipriani, giovane ma noto musi-cista dei nostri tempi, quasi passeggiando sulla tastiera, si è elegantemente esibitocon l’esecuzione di musiche di J.S. Bach (Toccata e fuga in Re min.), D. Zipoli (Of-fertorio, D. Paradisi (Toccata in La), J.S. Bach (Liebster Jesu wir sind hier) E Giguot,Albinoni (Adagio). Toccante la presenza del M° Organaro, autore del recupero dellostrumento, che lungo tutte le esecuzioni ha assistito il M° Cipriani, quasi a volergliconsegnare questa preziosa creatura, gioiendo nel vederla rivivere così vivacemente.Forse è proprio vero che nulla si crea e nulla si distrugge se l’uomo sa ben leggere sulpentagramma del tempo le armonie del creato. Ad meliora! Che Pagani vivacizzi sempre più le sue positività.

Chi volesse conoscere l’esatto testo si rivolga via e-mail:[email protected]

cultura3 Febbraio 2013 - Anno IV - N. 2

La biblioteca pubblica, via di ac-cesso locale alla conoscenza, costi-

tuisce una condizione essenziale perl’apprendimento permanente e lo svi-luppo culturale dell’individuo e deigruppi sociali. È il centro informativo che può offrireservizi efficaci anche grazie alla coo-perazione con gruppi di utenti e citta-dini. A partire dal 15 gennaio fino al 30aprile 2013 sono molte le iniziative gra-tuite che il Settore Socio - Culturale haorganizzato presso la Biblioteca da in-tendersi non solo come luogo deputatoal prestito o alla consultazione di libri edocumenti ma anche come centro pro-pulsore di cultura e formazione, grazieal contributo volontario di esperti e docenti.Le attività previste sono: un corso diuncinetto per avvicinare giovani e nonall’arte antica del tessere, valorizzare lamanualità e la creatività femminile; uncorso di scacchi, rivolto a tutte le fasced’età, per allenare e sviluppare le abilitàmentali, divertendo in maniera intelli-gente; incontri seminariali e workshopa carattere didattico e divulgativo sullaprevenzione dei rischi ambientali; se-minari di educazione sanitaria pensaticome glossario dei termini medici, peressere più consapevoli su come contra-stare i rischi per la nostra salute. Passi

omeopatici: un rimedio alternativo aifarmaci spesso troppo invasivi e abu-sati per ritornare a una dimensione piùnaturale del vivere. Destinati inoltre so-prattutto ai giovani i workshop interat-tivi: Capire l’economia per offrire unaguida utile ad orientarsi nel linguaggio

economico. I corsi e i seminari si realizzano grazieall’apporto volontario di esperti e per-sonale interno del Comune di NoceraInferiore, senza oneri a carico del Co-mune, per rispondere alla richiesta dipartecipazione alla vita culturale citta-dina, proveniente soprattutto da docentiin pensione, che necessitano di spaziaggregativi, opportunità di confrontoed impegno. Si auspica che tali inizia-tive possano creare la nascita di ungruppo informale di cittadini, “amicidella biblioteca comunale” allo scopodi avvicinare la città all’istituzione co-munale, valorizzando l’associazioni-smo e migliorando l’offerta culturale.I volontari, coinvolti a titolo gratuitonelle attività predisposte dalla Biblio-teca comunale, potranno mettere a di-sposizione una parte del proprio tempolibero, oltre che nella realizzazione dipercorsi formativi, anche nella anima-zione della lettura e promozione dellibro; nell’organizzazione di incontricon autori; cineforum; allestimento diesposizioni e mostre.Sede delle attività: la Biblioteca Comunale in C.so V. Emanuele 52. Per le iscrizioni recarsi presso la Biblioteca o contattare: Dirigente del Settore dott.ssa Anto-nietta Manzo, Direttrice della Biblio-teca e Informagiovani dott.ssa NiclaIacovino, Assessore alla Cultura prof.ssa Maria Laura Vigliar.

Tel. 0819211172 – 081924482 -3483403305

Presentare il libro di un’amica non è mai facile e questonon per il contenuto piuttosto appetitoso, bensì per l’emo-zione che nasce dal legame forte con l’autrice e cosa rap-presenta per lei questo libro.È un libro che al di là delle ricette, fin dalle prime pagine,si presenta come un Ricettario delle emozioni, ogni pre-messa, ogni descrizione della situazione, che anticipano laricetta, producono nel lettore un’emozione che si avvertegià dal titolo, così evocativo… il ricordo non scuoce mai,un titolo che contiene, oserei dire, una sana nostalgia, l’in-fanzia di una bambina amata, circondata dal calore fami-liare, dove tutto ruota intorno al cibo, alla produzione delpane, alla fatica e all’attività della famiglia.Questa bambina, osserva e impara, ma più di tutto, custo-disce non solo le competenze tecniche, ma quell’armonia,che in termini psicologici formerà la base tale da renderlala donna straordinaria e coraggiosa che è diventata.Un ricettario di emozioni dunque, il ricordo… la nostal-gia... e poi la tradizione. Quando leggi questo libro un po’ti riconosci, perché c’è Pagani, c’è “la pizzetta da Gior-gio”, e così anche nel lettore paganese “il ricordo nonscuoce mai”.Una tradizione che ha il sapore della rassicurazione, unasensazione che provi quando siedi a tavola e gusti le pie-tanze con le persone che ami, il cibo, così, non diventa soloun fatto di bisogno, ma assapori il tuo passato, riconosci letue radici e diventi consapevole del presente.In un contesto così armonico, fatto di accoglienza e di-sponibilità il cibo, così descritto nel libro, diventa comu-nicazione e socialità .Cucinare diventa cosi’ un atto creativo e nello stesso tempocoraggioso, ed è proprio il coraggio l’altra emozione, anziquell’aspetto che più caratterizza l’autrice.Tilde è una donna coraggiosa, una persona che non ha maismesso di mettersi in gioco, anche nei momenti più diffi-cili, possiede la forza di chi un bel giorno ha deciso diportare la cucina paganese in Giappone, e qui, ancora unavolta vengono fuori i ricordi del passato perché un sanopassato ben custodito, crea forza nelle donne.G.B. Schow diceva: “non c’è amore più sincero di quello

per il cibo; ora immaginate accanto alla sincerità c’è unadonna che, quando siedi alla sua tavola, ti accorgi che nonstai solo mangiando , ma di fronte c’è Tilde, che ècapace di incaricarsi anche della tua Felicità.Ed io l’ho sperimentato.

AL VIA

CORSI, SEMINARI E WORKSHOP GRATUITI PRESSO LA BIBLIOTECA COMUNALE DI NOCERA INFERIORE

Ormai è prassi consolidata scrivere ne-gativamente di Pagani. Più difficile è

invece analizzare problemi, personaggi econtingenze. È quanto ha realizzato NunziaGargano, collaboratrice anche di questogiornale. A momenti, infatti, il pubblicoavrà tra le mani due pubblicazioni dedicatealla città di S. Alfonso e del beato Tom-maso Maria Fusco.Perché Nunzia Gargano, tra l’altro, è dot-tore di ricerca in Storia, abilitata all’inse-gnamento per le classi A043 e A050. Sioccupa di storia contemporanea, storia so-ciale e promozione culturale. Collaboraalla cattedra di Storia della criminalità or-

ganizzata nel Mezzogiorno d’Italia (prof.Isaia Sales) dell’Università Suor OrsolaBenincasa di Napoli. Giornalista pubblicista, con le Edizioni del-l’Ippogrifo ha già pubblicato i volumi Pa-

gani. Guida turistica (2008) e Le ricette

dell’Agro Nocerino-Sarnese (2011). E sempre per le Edizioni dell’Ippogrifo hascritto due libri di tutto rispetto: Ritratto di

paese. Microstoria di Pagani tra Ottocento

e Novecento, rielaborazione e amplifica-zione della propria tesi di dottorato di-scussa nel 2008. Attraverso i documentiarchivistici, le memorie di famiglia, i ro-manzi autobiografici, lo statuto di un cir-colo sociale, l’apertura di una banca dipaese, la fondazione della locale squadradi calcio, le licenze edilizie si delinea l’e-voluzione della storia socio-amministrativadi Pagani tra l’Unità d’Italia e il boom eco-nomico. Fuoriescono così le strategie dirappresentanza delle classi dirigenti localifinalizzate all’occupazione di ogni spaziodella vita pubblica. In Resistenze. Esperimenti di microstoria

attraverso tre biografie, invece, NunziaGargano ricerca divergenze e tratti comunitra tre personaggi storici a cui Pagani hadato i natali: Antonio Guerritore, ErnestoDanio ed Emilia Buonacosa. Partendo daun dato apparentemente occasionale, congrande competenza metodologica ricostrui-sce un tessuto socio-politico che contribui-sce ad allargare il quadro interpretativosulle lotte per l’Unità d’Italia prima e per lacostituzione della Repubblica italiana poi.

Novità editorialidi Giuseppe Candela

Ricettario delle emozionidi Luciana Deiderio

CaleNdaRio delle aTTiViTÀ

• Corso di uncinetto

Febbraio: Martedì 5; Lunedì 11; Martedì 19; Martedì 26Marzo: Martedì 5; Martedì 12; Martedì 19; Martedì 26Aprile: Lunedì 8; Martedì 9 Orario delle lezioni: 17,00 – 18,00 a cura della sig.ra Luisa MuccioliLetture brevi ispirate alla donna, ape che crea

• Corso di scacchi

Febbraio: Martedì 5; Giovedì 14; Martedì 19; Martedì 26Marzo: Martedì 5; Martedì 12; Martedì 19; Martedì 26Aprile: Lunedì 8; Martedì 9; Martedì 16; Martedì 23; Martedì 30Orario delle lezioni: 16,00 – 18,00 a cura del dott. Bruno CirilloLetture brevi ispirate al gioco della vita

• Educazione sanitaria

Glossario dei termini medici. Un percorso dalla A alla Z per essere più consapevoli su come prevenire i rischi per la nostra salute.

Mercoledì 6 Febbraio; Mercoledì 13 Febbraio; Mercoledì 20 Febbraio Orario degli incontri: 17,00 – 18,30 a cura del dott. Alfredo Salucci

Passi omeopatici. Un rimedio alternativo ai farmaci spesso troppo invasivie abusati per ritornare a una dimensione più naturale del vivere.

Mercoledì 20 Marzo; Mercoledì 27 Marzo Orario degli incontri: 17,00 – 18,30 a cura del dott. Giambattista Visconti

Letture brevi su la mente e il corpo

• Capire l’economia

Mercoledì 27 Febbraio; Mercoledì 6 Marzo; Mercoledì 13 MarzoOrario degli incontri: 17,00 – 18,30 a cura del dott. Santolo Cannavale

Letture brevi su l’uso del danaro

• Progettare il sociale

Martedì 9 Aprile; Mercoledì 10 Aprile; Giovedì 11 AprileOrario degli incontri: 17,00 – 18,30 a cura della dott.ssa Nicla Iacovino

Letture brevi su la città dell’uomo

I corsi e i seminari sono gratuiti e si svolgeranno presso la Biblioteca Comunale di Nocera Inferiore in C.so V. Emanuele 52

Per le iscrizioni Tel. 081 9211172 - 081 924482 - 348 3403305

4cultura

L’Istituto alberghiero offretante possibilità di formarsi

professionalmente e cultural-mente in diversi settori.Domenica 20 gennaio, 2013,dalle 9,00 alle 13,00 e, nel pome-riggio dalle 16,00 alle 20,00, si èsvolto, presso l’Istituto Alber-ghiero I.P.S.S.E.O.A. M. Pittonidi Pagani, l’open Day atto ad il-lustrare alle famiglie ed ai ragazziinteressati le molteplici possibi-lità di formazione professionale eculturale offerte dalla scuola neivari settori. L’Istituto, infatti, con-templa professionalità nel campodell’enogastronomia, commer-cio, turismo, pasticceria e arti ausi-liarie delle professioni sanitarie,nella fattispecie, odontotecnico.Studenti e genitori sono stati accolti dal personaledella scuola e da una rappresentanza di alunni dei di-versi corsi. Oltre a visitare i laboratori di cucina, sala,ricevimento, informatica, gli stu-denti hanno avuto la possibilità digustare insieme ai genitori alcunepreparazioni gastronomiche realiz-zate dai nostri allievi.L’iniziativa ha riscosso l’interessedi moltissime famiglie che giàdalla prima mattinata hanno affol-lato l’Istituto. La Dirigente Scola-stica ha espresso la propriasoddisfazione anche in considera-zione della significativa partecipa-zione rispetto all’edizione delloscorso anno. I ragazzi della terzamedia, che stanno per scegliere lascuola superiore, sottolinea la Diri-gente, hanno potuto conoscere da vi-cino la struttura e i laboratori,ottenendo dai docenti informazioni sull’offerta for-mativa dell’Istituto, che prevede, oltre alle ore di in-segnamento curricolare, numerose attivitàextracurricolari professionalizzanti quali attività la-boratoriali, uscite sul territorio, stage all’estero, corsidi cucina amatoriale e realizzazione annuale di unarinomata rassegna enogastronomica nazionale.In pochi anni, infatti, l’Istituto ha registrato una con-siderevole crescita nell’offerta formativa qualifican-dosi come una scuola sempre più aperta alleinnovazioni culturali ed attenta alle istanze profes-sionali del territorio in cui si inserisce in modo taleda raggiungere alti livelli qualitativi in tutti i settoriche gli sono propri. Per questo, dall’a.s. 2012-2013,ai tradizionali indirizzi di studio per i servizi dell’“enogastronomia e ospitalità alberghiera” e “com-merciali”, l’Istituto Professionale “Ten.C.C. M. Pit-toni” ha avviato un nuovo indirizzo professionale nelsettore delle “arti ausiliarie delle professioni sani-tarie, odontotecnico” ed è in attesa di attivare, seconfermato, un nuovo indirizzo di studio “opera-tore del benessere, nell’articolazione estetica”.Inoltre la scuola al fine di costituire sistemi territo-riali integrati di formazione e sviluppo socio-cultu-rale è in rete con alcuni Istituti presenti sul territorio

per la valorizzazione della tradizione, la lotta alla di-spersione scolastica e la creazione di nuove oppor-tunità professionalizzanti.

L’Istituto comprende oggi una sedecentrale in una struttura edilizianuova e moderna ed una sede suc-cursale situata nel centro cittadinodi Pagani. Le aule sono complessi-vamente capienti e confortevoli. Ilaboratori per le esercitazioni sonodotati di attrezzature moderne e tec-nologie qualificate.Nella formazione si privilegianoelementi di fondamentale impor-tanza per lo sviluppo della profes-sionalità, quali la padronanza ditutti gli strumenti linguistici, cultu-rali ed operativi affiancati da strate-

gie informatiche di apprendimento,stage presso aziende ristorative ed al-berghiere, concorsi didattici, proget-

tazioni extracurriculari in collaborazione con Entistatali ed associazioni pubbliche e private. Partico-lare attenzione didattica è rivolta allo studio dei “pro-dotti” locali sia in termini di tradizioni edinnovazioni alimentari che di beni e servizi professionali. Alcuni genitori hanno dichiarato di aver partecipatoperché i figli, da sempre appassionati di cucina,avrebbero l’idea di iscriversi alla scuola. “L’impattoè positivo e la prima impressione è buona” - dichiaraun genitore. Infine molti genitori hanno manifestatouna certa apprensione per l’iscrizione on-line. Per farfronte alle esigenze delle famiglie l’Istituto offre dallunedì al sabato la propria consulenza presso la se-greteria didattica della sede centrale in via A. De Gasperi,302L’I.P.S.S.E.O.A. “Ten. CarabinieriMarco Pittoni di Pagani si è consolidatoed imposto non solo in ambito localema ben oltre, caratterizzando la sua pre-senza nell’armonizzare passato e fu-turo, tradizione e innovazione.

Prof.sse Behar Isabella, Ferrara

Luisa, M. Ermelinda Di Lieto

I.P.S.S.E.O.A. PAGANI

ISTITUTO PROFESSIONALE di STATO

“Ten. Carabinieri Marco PITTONI”

Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera

Servizi commerciali – Servizi Odontotecnici

Via A. DE GASPERI, 302/304 – 84016 PAGANI (SA)

Tel/Fax 0815151982 – Codice fiscale 94029550657 – codice mecc. SARH03000E

e-mail: [email protected] – indirizzo web: www.ipsarpittoni.it

Febbraio 2013 - Anno IV - N. 2

OPEN DAY

PROGETTI PON ANNO 2012 – IPSSEOA PAGANI

C-1-FSE04_POR_CAMPANIA-2012-670

“UNA LINGUA PER L’EUROPA” – STAGE MALTA/ST. JULIAN

“UNA NUOVA LINGUA PER L’EUROPA” – STAGE FRANCIA/

MONTPELLIER

C-5-FSE02_POR_CAMPANIA-2012-526

IMPRESA FUTURA – STAGE PAESTUM “HOTEL CERERE”

NUOVA IMPRESA – STAGE ASCEA “HOTEL VILLAGE OLIMPIA”

I GIOVANI E IL LAVORO – STAGE ROMA “HOTEL NOVADOMUS”

Gli studenti accolgono il pubblico

Genitori in visita dell'Istituto

Genitori in visita

del nuovo laboratorio linguistico multimediale

Studenti al lavoro LABORATORIO DI RICEVIMENTO Studenti al lavoro LABORATORIO DI SALA

Studenti al lavoro LABORATORIO DI CUCINAStudenti al lavoro LABORATORIO DI ODONTOTECNICA

La Dirigente scolastica

prof.ssa Rosanna Rosa

Buffet di benvenuto per i nuovi iscritti

ed i loro genitori

Genitori assistono

alle esercitazioni laboratorialiOPEN DAY

Le Malattie Reumatiche colpiscono trail 7 e il 18,5% della popolazione

mondiale e nel mondo ogni 33 secondiviene diagnosticata una malattia reuma-tica con un’incidenza in netta crescita perl’invecchiamento della popolazione. Essecolpiscono 5.500.000 italiani, occupandonella scala di morbosità il 2° posto tratutte le malattie (12,3%), dopo le malattiecardio-vascolari e il 1° posto tra quellecronico-degenerative .Sono la 1°causa divisita medica in Italia ed il costo socio-as-sistenziale supera i 20 miliardi di eurol’anno. Sono questi numeri che fanno ri-flettere e che danno una reale dimensionedel problema. Le patologie reumatichevengono solitamente diagnosticate conmolto ritardo rispetto all’insorgenza dellestesse, il che comporta costi elevatissimiper tutto l’articolato sistema socio-assi-stenziale e dall’altro, il più importante, unpeggioramento esponenziale della qualità

della vita del malato. Si è discussa la ne-cessità di sfruttare una “finestra di oppor-tunità” .Si tratta di una finestra temporaleche inizia quasi con l’insorgere della ma-lattia, durante la quale si determina ildanno strutturale: se si interviene con laterapia più efficace, si ha “l’opportunità”di impedire che ciò avvenga. Se invecel’intervento terapeutico inizia dopo,quando il danno si è già strutturato, la pro-gnosi della malattia peggiora. Con una ra-pida e corretta impostazione terapeutica,ottenuta attraverso una diagnosi precocedella malattia nei primi 3-6 mesi, ed unarigorosa valutazione della risposta alle te-rapie più del 50% dei malati potrebberoraggiungere una remissione stabile dellapatologia. Se non curate adeguatamente enei tempi giusti, dopo 10 anni circa il 50%delle forme più severe va incontro ad unainvalidità permanente, da qui la necessitàdi una una diagnosi precoce. La parteci-

pazione al convegno è stata cordiale e visono stati numerosi interventi da parte deimedici presenti ai lavori.

*Vice presidente dell’Associazione Medica

Marco Levi Bianchini di Nocera Inferiore

il paziente come si accorge di essereaffetto da una malattia reumatica?I sintomi possono essere differenti: perla comparsa di manifestazioni a caricodelle articolazioni, per manifestazionicontemporanee o differenziate neltempo a carico di due o più dei seguentidistretti: articolazioni, muscoli, cuore,polmoni, rene, apparato digerente e si-stema nervoso. Nell'ambito dei distrettiarticolari hanno particolare importanzaquelli di natura infiammatoria: doloripresenti a riposo associati a rigidità dopoil riposo ed a tumefazione articolare.

È importante la prevenzione?È molto importante la prevenzione se-condaria e cioè la diagnosi precoce; in-fatti le ricerche degli ultimi anni hannodimostrato in modo incontrovertibileche un intervento precoce migliora si-gnificativamente la prognosi sia sulpiano della qualità della vita che dellosviluppo della disabilità permettendo,soprattutto, il mantenimento dell'attivitàlavorativa che, in casi di attività preci-puamente manuale, è persa nella quasitotalità dei casi a circa dieci anni dall'e-sordio della malattia. Oggi sono statedefinite alcune cosiddette redflags (ban-

diere rosse) quali la presenza di tume-fazione articolare, rigidità al risveglio,l'interessamento delle articolazioni dellemani, la durata dell'artrite superiore adodici settimane. È qui che si innesta ilmedico di medicina generale che, se sitrova davanti a situazioni come queste,può inviare il malato allo specialista epertanto le strutture dovrebbero attivaredelle Early Arthrisis Clinics. Inoltre ac-canto ad un'artrite reumatica iniziale visono anche le spondilartriti iniziali; inquesti casi il quadro si presenta o condolori di tipo infiammatorio a caricodella colonna vertebrale o con un'artriteasimmetrica prevalentemente agli artiinferiori. Anche in questi casi l'inter-vento precoce permette di ritardare ocontrastare lo sviluppo di disabilità.

È facile diagnosticare l’artrite reu-matoide per un medico di base? eper lo specialista?Il medico di medicina generale deve in-dividuare gli indicatori della malattia: èsicuramente in grado di capire qualeammalato ha bisogno di un interventoprecoce. Per il reumatologo invece èmolto semplice diagnosticare questamalattia.

5cultura

Febbraio 2013 - Anno IV - N. 2

Il tema della reumatologia ha catturatol’attenzione dei tanti presenti, medici e

non, al convegno “Aggiornamento in Reu-matologia – Lo Specialista e il medico diMedicina Generale” organizzato dalla lo-cale Associazione dei medici di Medicinagenerale, con il supporto dell’Associa-zione Medica “Marco Levi Bianchini” diNocera Inferiore e della Roche.L’interessante convegno, benché fosse in-dirizzato principalmente ai medici, si è rivelato un’ottima occasione di divulga-zione scientifica destinata anche a chi nonè professionalmente impegnato nel settoresanitario. Numerose sono state le domanderivolte dalla variegata platea ai numerosirelatori. Moderati dal dottor Amedeo Ri-molo si sono alternati, infatti, il dottor Sal-vatore Annarumma che ha offerto unapanoramica generalizzata sulle problema-tiche legate alle patologie reumatiche e ilprofessore Gabriele Valentini della Se-conda Università di Napoli che nel suo in-tervento ha illustrato diverse metodologiediagnostiche e di approccio al pazientereumatico rimarcando la necessità, per imedici generici, di valutare con attenzionele patologie che colpiscono i propri assi-

stiti prima di indirizzarli verso gli specia-listi. La relazione del professor Valentini,ha promosso una interessante discussionea cui hanno partecipato anche i tanti pa-zienti presenti in sala, rendendo l’incontroun appuntamento di divulgazione scienti-fica rivolto a tutta la società civile. Hanno,infine, concluso il convegno le relazionidel dottor Salvatore Scarpato e della dot-toressa Virginia D’Abrosca che hannochiarito, mediante l’illustrazione di casiclinici, i meccanismi d’azione dei farmacitradizionali e biologici che oggi vengonoutilizzati per curare le patologie reumati-che. Le relazioni hanno, alla fine, pro-mosso un interessante dibattito a cui hannocontribuito, con le proprie considerazioni,i medici Angelo Scarpa, Paolo Arnone,Tommaso Genovese, Vittorio Borzi e Al-berto Buonocore. Tra gli interventi anchequello del dottor Alfredo Salucci, collabo-ratore di questa testata, a cui sono seguite,in conclusione, le considerazioni dei dot-tori Lucio Del Vecchio, Antonio Casalino,Francesco Califano, Pietro Viviani e Vin-cenzo Benigno.Impeccabile, come sempre, il prezioso ap-porto del dr. Nicola Cardillo.

Medici a confronto sul tema della reumatologia

di Francesco Amato

Dopo i saluti di rito dei responsabilidell’Associazione medica di Nocera

inferiore, il Dott. Salvatore Annarumma,Medico di Medicina generale, ha intro-dotto i lavori illustrando i numeri dellemalattie reumatiche: seconde solo allemalattie cardiovascolari come frequenza,le malattie reumatiche occupano il primoposto per quanto riguarda i costi sociali,dato che la cura di un paziente con artriteè più onerosa di quella di un infarto o diun paziente con sclerosi multipla. Il Dott.Annarumma ha quindi evidenziato la ne-cessità di una sinergia di azione tra il me-dico di medicina generale e lo specialistareumatologo per creare un adeguato filtroper l’accesso del paziente con problemireumatici allo specialista appropriato.

La seconda relazione è stata condotta dalProfessore Gabriele Valentini, Direttoredella Scuola di Specializzazione di Reu-matologia della Seconda Università diNapoli e stimato studioso in ambito inter-nazionale su alcune malattie autoimmuni,il quale ha illustrato con molta lucidità econ un forma molto apprezzata dalla pla-tea quale debba essere l’approccio dia-gnostico del medico che affronta unpaziente con problemi connessi ad unaeventuale artrite o connettivite all’esordio.Elencando i comportamenti dei sintomipiù frequenti di tali pazienti (dolore e ri-gidità) Egli ha dimostrato come già da unacorretta e minuziosa anamnesi sia possi-bile giungere ad un orientamento diagno-stico, da completare poi con esamibiochimici e con la diagnostica per im-magini. La sua relazione è terminata sot-

tolineando come già il medico di medi-cina generale abbia la possibilità di gestirenel suo ambulatorio le malattie che nonnecessitino di accesso ospedaliero o uni-versitario, come l’artrosi, la fibromialgia,le tendiniti croniche.

Il Dott. Salvatore Scarpato, Responsabiledella Unità Operativa di Reumatologiadell’Ospedale di Scafati, ha svolto una re-lazione sulle strategie terapeutiche da at-tuare nel paziente con artrite reumatoide,specificando quando sia il momento diadoperare steroidi e antinfiammatori,quando gli immunosoppressori classici, einfine quando, in casi più ostinati, sia ne-cessario ricorrere ai farmaci biotecnolo-gici più recenti. Egli ha elencato imeccanismi di azione e gli effetti collate-rali più frequenti dei vari immunosop-pressori classici adoperati, indicando cosìcome giungere ad una scelta strategicanella terapia dell’artrite. Infine ha illu-strato un caso clinico di una paziente conartrite reumatoide, spiegando come do-veva essere valutata la paziente prima diiniziare la terapia e come sia il medico dimedicina generale che lo specialista reu-matologo debbano adoperare alcuni para-metri per monitorare l’efficaciaterapeutica dei farmaci impiegati, e comeinfine sorvegliare la paziente per ridurrel’insorgenza di effetti collaterali dovuti aifarmaci impiegati.

L’ultima relazione è stata svolta dallaDott.ssa D’Abrosca, collaboratrice delProf. Valentini e specializzanda in Reu-matologia presso la Seconda Università di

Napoli. Il suo intervento è stato moltoesauriente nel descrivere quali pazienticon artrite reumatoide debbano praticareuna terapia aggressiva con i farmaci bio-tecnologici, quali il Tocilizumab, il Rituximab ed altri, da impiegare possibil-mente entro i primi 2 anni di esordio del-l’artrite per evitare il danno articolareirreversibile. Questi farmaci, apparente-mente più costosi degli altri, in realtà evi-tando le erosioni e il danno cartilagineoconsentono di portare il paziente in remis-sione dalla malattia, ed è stato dimostratoche curare il paziente con artrite al primostadio costi solo un quarto in termini dicosti sanitari e sociali rispetto ai costi diun paziente con danni articolari irreversi-bili e senza autonomia (e con gli intuitiviaspetti negativi della qualità di vita).

Al termine delle relazioni si è acceso unavivace discussione tra i medici di medi-cina generale e i relatori, con domandemolto pertinenti sugli aspetti diagnosticie terapeutici delle artriti in generale ed inparticolare dell’artrite reumatoide, e di-versi colleghi hanno proposto la propriaesperienza personale nel trattamento degliassistiti affetti da artrite, ricevendo pun-tuali risposte dal Professore Valentini edagli altri relatori.

Alla fine gli organizzatori del Convegnohanno salutato gli intervenuti dimostrandosoddisfazione per il successo dell’incon-tro e ripromettendosi di continuare taleesperienza con altre analoghe e indovinateiniziative.

dr. Salvatore Scarpato

Prof. Gabriele Valentini, direttore della Scuola di Specializzazione

in Reumatologia alla Seconda Università di Napoli

CONVEGNO REUMATOLOGIA

Sintesi della relazione del dott. Salvatore Annarumma*

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distribuito gratuitamente

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Dall’intervistaal Prof. Gabriele Valentini

Articolo che è stato stampato dal sito www.albatrosnews.com giovedì 29 settembre 2005

Contributi pervenuti nei mesi di Dicembre 2012/Gennaio 2013:- Associazione Medica “Marco LeviBianchini” Nocera Inf.

euro 1.000,00- Sig. Gaetano Noschese Pagani

euro 30,00

Tre diplomazie, o meglio tre interpreta-zioni delle relazioni interpersonali, stannomonopolizzando il panorama politico, inquesti giorni, e presumibilmente lo fa-ranno sino alla chiusura di una campagnaelettorale molto noiosa e subdola, in genere. La prima è quella berlusconiana, del pettoin fuori. La seconda è, invece, quella delloden, rappresentata da Monti. La terza èinterpretata dalla pacca sulla spalla, di unBersani, che tende a presentarsi come ilpolitico della porta accanto. Le altre figure di candidati leaders sonodestinate ad apparire e scomparire fuga-cemente, travolte in un meccanismo in-fernale di spot pubblicitari, potenzaeconomica ed organizzazione sistemicadelle masse.Così, in un clima di assoluta confusione,la seconda repubblica si accinge a la-sciarci, senza commozioni o malinconie,ma con il veleno che si presenta nellacoda. Come nel mito omerico il pomodella discordia è stato lanciato ed ognipartito o persona è pronta ad accapigliarsiper conquistarlo. Si seppellisce, ed è un primo dato cheemerge, il bipolarismo, che pure avevaentusiasmato tutti negli ultimi venti anni,lasciando sul suo monumento funebre unnumero infinito di liste. A valutarle conabbondante ottimismo, si dovrebbe direche indicano la vittoria della partecipa-zione e che finalmente i cittadini chiedonodi riappropriarsi di spazi, che apparten-gono loro.Ed invece non è proprio così. Sono ma-

cerie, detriti di una esplosione, che lasciasolo frammenti inutili ed inoperosi.Si sta, allora, con il fiato sospeso ad at-tendere la nascita della terza repubblica.Ma non vi sono neonati. E’ un mondo divecchi, in larga parte, quello che darà vitaa questa ipotetica terza repubblica. Il lin-guaggio dei leaders è estraneo al mondodei nativi digitali e non basta aprire unapagina su un social network, per procla-marti digitale. Processi mentali e parolesono ormai troppo diversi. E, poi, l’etàmedia dei candidati è abbastanza alta.Non raggiunge quella degli insegnanti,ma è ragguardevole e se la scuola faacqua, di certo le dimostrazioni dei nostrirappresentanti non sono state molto superiori.Ma, per fermarci a giudicare i tre espo-nenti dei raggruppamenti, ognuno cercadi imitare dei modelli. Quello berlusco-niano, almeno nelle recenti dichiarazioni

sull’essenza del parlamento e sui poteridel Presidente del Consiglio, è fin troppopalese. Abbiamo già avuto un ventennio.E ci sembra abbastanza.Il modello bersaniano rimane legato alleradici, alla sua terra, alla interpretazioneche Guareschi ne fece negli anni cin-quanta. Il limite è proprio questo, cioè deltempo ormai trascorso per rifarsi a queimodelli. Si pensi che in Francia il modello Hol-lande risulta ormai già superato. La poli-tica brucia in fretta i suoi idoli,specialmente quando ne scopre le medio-crità. Si comprende, quindi, quale staturadeve avere un leader, nella stagionedell’UE.A Monti, un po’ perché glielo hanno cu-cito, un po’ perché vi è una certa asso-nanza di origine, il modello è quello dellagrande tradizione democristiana. Forsel’ideale, per lui, sarebbe assomigliare aDe Gasperi. Per questo gli mancano duedoti, che si riconoscono a quello statista,la tenuta oratoria e la capacità di leggeregli animi. E non è poco.Se non fosse per la gobba che non c’è,

credo che stia assomigliando sempre piùad Andreotti, nel camminare, nel tenere lemazzette di documenti e di giornali, nelpungere con una ironia talvolta davveropenetrante come il curaro, nel misurare leparole e le dizioni. Un Andreotti deltempo di Internet, un algido notaio dellavita. E non gli dispiacerebbe un simile pa-ragone. Forse nemmeno al divo Giulio.Sarebbe bello chiederglielo.Come sarà, allora, definite le liste, la cam-pagna elettorale ? Di certo una torre diBabele delle lingue, visto il gran numerodi liste e candidati. Quanto ai programmi,non ci sarà molto da dividere. Sono quasitutti gli stessi, a parte posizioni interes-santi in alcune liste, come i radicalismi diGrillo ed Ingroia.Ed allora ci si lancerà all’americana, acercare i lati deboli della personalitàumana, culturale, politica degli avversari.Verranno fuori molti scandali e scheletrinascosti, veri o immaginari. C’è da atten-derlo, visti già gli esordi e le lame affilate.I partiti pensano di avere superato la crisi,di aver recuperato credibilità e ritengonoche il differenziale con i cittadini si stiacolmando. Ma i sondaggi da un lato pre-sentano ormai situazioni già fissate, convariazioni che non potranno avere chescarti minimi, in quanto il bacino deglielettori certi è ormai definito. Qualcunopensa di aver ormai la vittoria.Ma c’è un dato, che rimane stabile da

mesi, quello degli indecisi, al di sopra del40%. Proprio la sua stabilità deve indurrea preoccupazione.Se il dato sicuro, ad oggi, è solo quellodegli indecisi, allora la tenuta della de-mocrazia ed i risultati possono essere dav-vero drammatici.

ALLA COMMISSIONE STRAORDINARIA DEL COMUNE DI PAGANIe.p.c. Al sig. Prefetto di Salerno

P.zza G. Amendola 84121 - SALERNO

Il sottoscritto Prof. Armando De Virgilio, nato a Pagani il 27/07/1948 e ivi residente invia G. Marconi, 94,

• Preso atto che dall’inizio dell’anno non viene effettuata la raccolta dei rifiuti per laquaestio del Consorzio di bacino sulla quale non ci si sofferma;

• Constatata la lentezza da parte di questa commissione straordinaria nell’individuaredelle soluzioni per risolvere il problema ormai divenuto gravissimo, al limite dellacatastrofe sanitaria, soluzioni per le quali codesti Ill.mi Commissari sono deputatiper incarico ricevuto con annesse tutte le responsabilità;

• Considerati i dati allarmanti sulla situazione sanitaria in Campania e sulla possibilecorrelazione tra i rifiuti giacenti nelle strade e l’aumento dell’ insorgere delle ma-lattie tumorali;

• Visto che in qualche comune limitrofo è stata individuata qualche soluzione;

DIFFIDA

codesta commissione dal lasciare ancora a terra i rifiuti e

INVITA

la stessa a trovare una soluzione di contrasto immediato ed efficace che possa ripulirela città dai cumuli di rifiuti, anche con l’intervento dell’esercito. I piccoli interventi,cioè la rimozione con pochissimi mezzi a disposizione, che impiegano tantissimotempo, non riescono nell’intento perchè ogni giorno si produce lo stesso quantitativodi quelli rimossi.Si ricorda agli Ill.mi commissari che la tutela della salute in questa città è prioritaria eche di essa la commissione straordinaria è direttamente responsabile, e che per i citta-dini virtuosi che pagano regolarmente i tributi, in tema di TARSU poco è stato fatto, inquanto la città da quando la sua amministrazione è stata commissariata non è stata maipulita. Sarebbe, a tal fine, interessante sapere quali azioni siano state messe in campoda codesta commissione per stanare gli evasori tarsu (35/40%, soprattutto tra i com-mercianti) e se con questi ultimi è/è stata usata la stessa solerzia, con la quale, quasiai limiti della legalità, sono state recapitate comunicazioni datate 31/12/2012, riguar-dante l’ICI 2007 e notificate agli utenti nei primi giorni del 2013, in pratica prescritte.Questo “raschiare il fondo del barile”, all’ultimo momento certamente non depone acarico dell’efficienza e della professionalità perché può innescare una raffica di ricorsi,soprattutto se c’è oltretutto il dubbio della prescrizione..Si comunica che nel caso in cui la situazione di emergenza dovesse diventare insoste-nibile, non sarà tollerata più l’inerzia che sembra vigere in questa città, in tema di tu-tela della salute, in particolare dall’inizio dell’anno, per cui il sottoscritto non esiterà adadire le vie legali come singolo cittadino nei confronti degli Ill.mi commissari che reg-gono questa città.si prega, infine, di rispondere a chi, come il sottoscritto, e non è la prima volta,chiede spiegazioni. Risulta, invece, che questa commissione è parca di comunica-zione e che ama, invece, chiudersi nel castello dorato ed esprimere talvolta giudicisprezzanti sui cittadini paganesi, quando essi si lamentano dello stato della città.

Pagani, 10/01/2013 Distinti salutiVia G. Marconi, 94 Armando De Virgilio

spazio libero

Di fatto stiamo consumando i risparmi ac-cantonati in decenni di sacrifici, stiamofacendo crescere l’erba intorno ai capan-noni industriali, stiamo pagando più di unmiliardo di ore di cassa integrazione (conquali risorse?) e stiamo cancellando lapossibilità di veder impegnati proficua-mente i nostri figli dopo averli sostenutied istruiti.Agenda Monti, equità e sviluppo, atten-zione al sociale, dialogo con Bruxelles: ri-parliamone dopo le elezioni, a risultatiacquisiti.

Un “nuovo” Parlamentocon un “vecchio” sistema elettorale…

- segue da pagina 1 -

Tuttavia milioni di bottiglie di champagnesono state stappate per brindare al nuovoanno, foriero di speranze e di rinascita, seriusciremo a dare una spinta alla ripresadelle industrie, meno fondi alle banche, piùcredito ai giovani, più possibilità merito-cratica alle tante intelligenze zittite e mor-tificate dalle lobbies baronali. E quindi,anche se con ritardo, auguri per il 2013.Rimaniamo tutti uniti, affinché si possanorealizzare i sogni riposti nel cassetto, af-finché ai colori dell’arcobaleno di pace sipossano aggiungere i nuovi colori della ri-nascita con idee che si muovano su gambescattanti e non traballanti, con nuove maniche rimangano sempre pulite anche lavo-rando la farina, con nuovi docenti di di-ritto, che indirizzino al raggiungimentodelle pene certe e delle lodi meritate.Auguri, infine, a chi vuole fare della pro-pria vita il mezzo di traino per un futurodegno di tal nome, affinchè non si diventicoloni di chi ha appreso i principi dellademocrazia dai nostri avi e dalla grandetradizione classica (Germania/Francia).

Speranza

- segue da pagina 1 -

6Febbraio 2013 - Anno IV - N. 2

Questa pagina avrebbe dovutoospitare la pubblicazione delle listepresentate alla Camera dei Deputatiper Campania 2 (Avellino, Bene-vento, Caserta, Salerno) e al Senato(Regione Campania).Verificata la impossibilità a conte-nerle tutte, la pagina viene parzial-mente impegnata per Pagani ed, inparticolare, per dare voce a coloro iquali in questi ultimi giorni, stanno

mettendo la propria faccia, per ten-tare di risolvere l’ormai annosoproblema della raccolta e smalti-mento dei rifiuti solidi urbani. Insintesi per rendere Pagani final-mente pulita e vivibile. Impresa,questa, non facile, tuttavia.Questo giornale, da tempo, è impe-gnato a richiamare ciascuno alleproprie responsabilità. È stato

confortevole, quindi, ma non faròdei nomi, ritrovarci in tanti, as-sieme, con un unico sentire,

“amici” di diverso orientamentopolitico, taluni anche con ruolinelle Istituzioni nel passato.Andare avanti è un dovere di tuttiperché Pagani è di tutti, anche diquelle categorie particolari - mi ri-ferisco a commercianti, artigiani, li-beri professioni etc. - che hanno daguadagnarci, anche in termini eco-nomici, nel volere e nel presentarela propria Città con il volto piùbello, più pulito, dato per scontato,almeno da parte mia, che qualche“bruttura antropologica” non potràmai offuscare la tradizione, la labo-riosità, la civiltà della stragrandemaggioranza della Comunità nostra.

Gerardo De Prisco

Perchè votare? Per chi votare?

SPRAZZI DI LUCE

C’è sicuramente una caratteristica cheaccomuna un po’ tutti i popoli a sud

del mondo, ciò quella di avere poca curadel posto in cui si vive. La natura ci haconcesso di vivere in luoghi superbi conun clima mite e un’orografia che fa invi-dia a mezzo mondo. Eppure nel nostro in-torpedimento sociale che dura ormai dasecoli, continuiamo più o meno consape-volmente a violentare e distruggere i luo-ghi a noi cari.È curioso notare come le nostre massaiecurino la casa con estrema attenzione epulizia, mentre, al contrario non si indi-gnino ferocemente nel vedere i cumuli dimonnezza accumulati ai lati delle strade.La causa di questa anomalia tutta nostranacredo sia molto chiara: la casa è proprietàprivata, è “roba mia”, la strada invece nonmi appartiene, è “roba d’altri”, questi in-definibili altri che hanno il dovere di nonfarmi vivere in un luogo malsano.L’emergenza rifiuti in Campania, altronon è che l’esasperazione, la punta d’ice-berg di questa strana anomalia che con-traddistingue le nostre genti. Sono ormaidue anni e mezzo che il nostro circonda-rio vive l’emergenza monnezza, eppurefino a qualche giorno fa, salvo sporadichevoci che si sono alzate dal coro, non c’eraancora stata da parte della popolazione un

moto di ribellione, di vera protesta che po-tesse dare una spinta propulsiva alla riso-luzione di questo drammatico problema. A Pagani, forse, qualcosa è cambiato. La nostra amata città, spesso vittima deipiù severi giudizi, ha visto nascere nelgiro di pochi mesi una serie di comitati ci-vici e movimenti apartitici che mossi dallavolontà di fare del bene, cercano nell’ag-gregazione cittadina di analizzare, discu-tere e trovare delle soluzioni agli annosiproblemi che affliggono il nostro paese.Se le istituzioni dormono o comunquesono intrappolate nell’infernale macchinaburocratica, i cittadini più volenterosi econ un spirito civile più alto possono in-vece far qualcosa. Il 16 gennaio, alle ore 10, è partita dapiazza Sant’Alfonso un corteo di giova-nissimi, che con urla e striscioni hanno at-traversato tutto il Corso per arrivare aPiazza Municipio. Tra la folla erano pre-senti vari comitati civici che hanno mani-festato insieme ai ragazzi. Dopo unincontro tra i rappresentati dei movimentie i prefetti è arrivata la notizia che tuttiaspettavano: la nostra città verrà ripulitain otto giorni, e in breve tempo inizieràuna nuova fase di “ordinarietà” grazie aduna proroga del Consorzio di Bacino, checonsentirà al nostro Comune, le cui casse

languono, di poter avviare un ciclo di rac-colta dei rifiuti senza continui stop.Accantonando per un momento il pro-blema della monnezza, che si spera primao poi troverà una felice risoluzione, cer-tamente nella nostra città rimane la que-stione socio-morale. È triste notare comenelle fila dei manifestanti mancasse pro-prio la generazione che dovrebbe rappre-sentare l’attuale classe dirigente delnostro paese. Mancava la classe politica,ormai sparita dalla nostra città, mancavala categoria dei commercianti a cui do-vrebbe stare a cuore la pulizia della nostracittà se non altro per motivi economici, eancora quella delle mamme che per primedovrebbero preoccuparsi per la salute deiloro bambini. Oltre i ragazzi giovanissimi(tantissimi quelli del Liceo di Pagani),erano infatti presenti solo gli over60 che,se ogni giorno vengono criticati di non la-sciare spazio ai più giovani, nella realtàdei fatti sono gli unici che si sono messiin prima fila come rappresentati della Pa-gani perbene, quella che pretende di vi-vere in una società civile degna di questonome. La maggior parte delle coscienzedei nostri concittadini, ahinoi, sono an-cora addormentate, e mi chiedo a qualeevento drammatico si debba giungere perpoterle finalmente risvegliare.

Risvegliamocidi Rosa Torre

- segue da pagina 1 -

C I L E N T O

Finalmente si vota, come nelle più ita-liane delle tradizioni, difficilmente un

governo arriva al suo scadere naturale dimandato, e si va alle elezioni anticipate.Che poi tanto anticipate neppur lo sono, senon di qualche mese, stavolta. Ma non èquesto il punto. Si son presentate le liste,definiti gli schieramenti, aperti i giochi, edinizia la campagna elettorale. Anche nel Ci-lento, ovviamente! E rivediamo i muri co-perti di manifesti, le pagine di giornaleoccupate da volti più o meno noti, insommala solita solfa. Naturalmente ci sarà qualchecilentano che corre per un seggio in parla-mento, qualcuno potrebbe farcela, qualcunaltro ce la farà sicuramente (magie dellalegge elettorale) i più saranno i soliti porta-tori di voti. È ormai inconfutabile che il Ci-lento, come sempre, sarà un serbatoio divoti a cui tutti attingeranno, dando, poi,poco o nulla in cambio. Ed una volta pas-sata la tornata elettorale, come il giorno la-scia spazio alla notte, ripiomberemo nellanostra quotidianità. Una quotidianità fattadi uffici postali che hanno chiuso, stanno

chiudendo o chiuderanno a breve, di sta-zioni disabilitate o con un numero di trenisempre meno sufficiente alle esigenze deipendolari. Una quotidianità fatta, ancora, diospedali da chiudere, posti letto da ridi-mensionare, reparti da sopprimere od ac-corpare. Lo stesso dicasi per scuole ed altriservizi che la “legge del mercato” vuolechiusi perche non remunerativi. A tutto ciòsi aggiunga la difficoltà nel fare impresa, el’incessante fenomeno dello spopolamento,causato per lo più, dalla mancanza di aspet-tative e speranze nel futuro, dei nostri gio-vani. Probabilmente anche durante questacampagna elettorale ne sentiremo di cotte edi crude, magari qualcuno ci prometteràmeno tasse, qualche altro ci prometterà unfuturo migliore, magari ci prometterannoanche la luna. Il mio auspicio ed il mio in-vito ai novelli candidati, è quello di affron-tare questi problemi e darci più che unasoluzione, almeno una speranza, cosicchèpossiamo sperare in un futuro per il nostroCilento. E che vinca il migliore (almeno stavolta…)

Fin dalla sua nascita, questo periodico,ha manifestato il lodevole intento di un

giornalismo culturale diretto principal-mente ad una popolazione studentesca,presente nel territorio con una informa-zione corretta e non manipolata, che pun-tava, in piena modestia, alla formazione dinuove generazioni, senza etichette politi-che, senza dipendenza economica da pa-droni che prima o poi avrebbero chiestoconto del loro “mecenatismo”, senza nes-sun condizionamento. Sposai il progetto fin dal primo numero,con una collaborazione costante poi so-spesa per motivi personali. Mi rimase il de-siderio di continuare a scrivere del mioCilento, cosa gradita al Direttore editorialeGerardo De Prisco, che avendo vissutoparte della sua giovinezza in questa terrameravigliosa si è sempre ritenuto un cilen-tano di adozione.Il suo invito a coordinare una pagina de “IlPensiero Libero”, dedicata al territorio ci-lentano con la collaborazione di autenticifigli di questa terra, mi ha convinto ad ac-cettare, a partire dal 2013, responsabil-mente, l’impegno di raccontare la storia delCilento attraverso gli eventi che inevitabil-mente si succederanno, cercando di smus-sare le opinioni di carattere politico perevitare che siano considerate, magari atorto, pretestuose e qualunquistiche, occu-pandoci di cultura, ambiente e territorio,con la visione e l’esperienza, di chi ha vis-suto in prima persona i molteplici problemisociali ed economici di questa grande co-munità. Con gli amici che fin da questo nu-

mero completeranno la pagina cilentana,con la speranza che, in futuro, se ne ag-giungano altri, scriveremo di agricoltura,di pesca, di turismo, scriveremo di beniculturali, racconteremo gli angoli più sco-nosciuti della nostra terra, faremo cono-scere le ricchezze ambientali, quellearcheologiche e contestualmente denunce-remo gli attentatori di quel patrimonio;scriveremo ancora della vita di questa ma-gnifica comunità troppo spesso offesa nellasua dignità dai masnadieri della politica,depauperata dall’emigrazione, in una an-tica guerra per la sopravvivenza e come inogni guerra ci sono quelli che hanno vintocon le loro intelligenze, la loro cultura, laloro capacità imprenditoriale diffuse intutto il mondo e quelli che hanno persoconservando intatta la loro dignità ed inquesto contesto non perderemo di vista ilsostegno a quelle giustizie sociali mistifi-cate da manipolazioni mediatiche.Abbiamo la pretesa di essere la voce anchedei cilentani che hanno perso, dei cilentanionesti vittime di soprusi e supponenze; maanche di cilentani distratti che non cono-scono il loro patrimonio, soprattutto quelloumano, fatto di artisti, di scrittori, di poeticontadini, di gente che umilmente si è rita-gliata la propria vita in un ambiente buco-lico, a molti sconosciuto, ma che siestrinseca in una sola parola, Libertà.È proprio la libertà che caratterizzerà il no-stro impegno in questa avventura con “IlPensiero Libero”, e mentre ci accingiamoal lavoro porgiamo un fraterno saluto allaRedazione ed ai Lettori.

7Cilento

IL NOSTRO IMPEGNOdi Corrado Lucibello

Bella la pubblicità delle Poste Italiane perricordare i 150 anni della loro storia. In-

teressante il titolo della cartolina diffusa in tuttigli Uffici “150 anni dedicati al futuro”. Il ser-vizio pubblico partì nel 1982. Ma propriol’anno appena trascorso, vale a dire quello chericordava l’anniversario, ha costituito, per lePoste, la fine del suo servizio sociale. Ufficichiusi definitivamente, uffici aperti a giorni al-terni, uffici con inspiegabili chiusure nella se-conda quindicina del mese. Il Cilento è la zonapiù colpita dal nuovo corso. Proteste delle po-polazioni, ricorsi al Tar da parte dei primi cit-tadini. Davvero bisognava arrivare a questo?Non parliamo del servizio di recapito. L’e-sempio più colossale del disservizio si è avutoa Pollica, Pioppi e Celso. Circa sette mesi fala portalettere che curava il servizio del capo-luogo e delle due frazioni, è andata in pen-sione. La nomina del nuovo portalettere non èavvenuta. Fino al 30 settembre si è visto al-meno qualche sostituto, ma dopo tale data sisono perse le tracce anche dei sostituti. I citta-dini hanno reclamato la propria corrispon-denza presso l’ufficio Postale di Pollica. Gliimpiegati, però, non sono tenuti, da quando lePoste Italiane hanno separato i due servizi(sportelleria e recapito), ad effettuare la con-

segna. E qua si parla della corrispondenza chedi tanto in tanto veniva inviata all’ufficio diPollica, perché la maggior parte ha fatto unlungo riposo presso il Centro Recapito diAgropoli che coordina il servizio. Qualcheportalettere si è visto solo per la consegna delleraccomandate o atti giudiziari, oppure per laconsegne di alcune bollette, peraltro scaduteda mesi, ma solo nelle vie principali dei paesi.Il disagio ha raggiunto limiti insopportabili enessuno ha cercato la soluzione. La nominadel nuovo portalettere dipende dal Centro Re-capito Regionale di Napoli, ma effettiva-mente, mentre si invoca con sollecitudine talenomina, ci si chiede cosa avverrà della corri-spondenza giacente da mesi, dove c’è di tutto.Passi pure per gli auguri di Natale non arri-vati, per le riviste e giornali che si ricevono inabbonamento, ma qua c’è qualcuno che èstato all’Estero e non riceve la pensione per-ché non ha potuto restituire il modello di esi-stenza in vita, necessario per l’erogazione delsussidio. Molti non possono utilizzare le tes-sere Banco Posta scadute perchè non hannoricevuto la lettera col nuovo codice. Bollettedi Enel, Telecom, Acquedotti, solleciti vari dipagamento, estratti conto, lettere di accreditodei bollettini di conto corrente postale. Un

susseguirsi di “posta” necessaria e di cui nes-suno si è preoccupato.Il portalettere che arriverà, peraltro non pra-tico della zona, potrà consegnare al massimola corrispondenza che arriva di giorno ingiorno. E qua la domanda è d’obbligo. Cosane sarà di quella giacente? Quale soluzionesi prospetta? Le proteste si fanno pressanti.Qualcuno parla di “occultamento” della cor-rispondenza altrui. Esagerazione forse. Ma èindubbio che non si può ignorare il problemae far finta di niente. Non riesce poi a trovareuna giustificazione lo scienziato americano,prof. Jeremiak Stamler, arrivato in questo pe-riodo dagli Stati Uniti e che dal Centro Studidella Dieta Mediterranea di Minnelea inPioppi lavora per corrispondenza con i suoiricercatori a livello mondiale. È arrivato in Ita-lia ed è rimasto “bloccato”. Certamente nonuna bella immagine della nostra Nazione”.Qualche sindaco ha lanciato la proposta, perevitare la chiusura, di creare degli Uffici po-stali come agenzia di servizi. È una propostada prendere in seria considerazione. E per ilrecapito, suggeriamo noi, il sostituto locale,come avveniva per il passato, potrebbe costi-tuire, nei momenti di assenza del titolare, unavalida alternativa.

LE POSTE: “150 anni dedicati al futuro”Nel Cilento meglio se fossero stati dedicati al passato.

di Dino Baldi

Non è facile affrontare l’argomento cheRosa Lenza tratta, nella sua prima opera,

come se la sua fosse una normale consuetu-dine, per la chiarezza dell’esposto e per laprofonda analisi dei mutamenti sociali deri-vanti dall’evolversi, nel tempo, dei concetti dicristianità, nella sua terra natale, il Cilento, edoltre i suoi confini.Rosa Lenza nasce a Vallo della Lucania nel1965, si laurea in Pedagogia presso l’Univer-sità degli Studi di Salerno e, successivamente,in Scienze Religiose, a Vallo, presso la Ponti-ficia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale.Che sia o no il suo primo scritto volto ad ap-profondire i fondamentali teologici, fede, spe-ranza e carità, attraverso la metafora delpellegrinaggio, specchio di vita e di vita cri-stiana, anche il profano impatta in una tratta-zione che sembra uscita dalla penna di unvecchio ed erudito teologo, assuefatto a pol-verose biblioteche, con la estrema chiarezzadei concetti e il preciso, determinato obiettivoda raggiungere, attraverso significative tappelungo un percorso di fede che potrebbe ai piùsembrare infinito.Le numerose e puntuali citazioni, la dotta bi-bliografia, che ordinatamente a supporto diconcetti illustrati con estrema chiarezza, av-viano il lettore sul sentiero voluto dall’autrice,sentiero sempre in salita che ha sullo sfondola nebulosa della fede, ogni tappa è una stellaconquistata ed ogni stella indica il nuovo per-corso lungo l’invisibile filo che inevitabil-mente unisce la vita alla morte. Il pellegrinaggio diventa così momento co-mune di riflessione, di solidarietà, di pa-zienza, lasciando alle spalle incertezze,

ROSA LENZA: IL PELLEGRINAGGIO METAFORA DELLAVITA CRISTIANA*di Corrado Lucibello

CILENTO AL VOTOdi Leonardo Giambattista Venneri

7 Febbraio 2013 - Anno IV - N. 2

NOTE DAL CILENTO

In questi giorni, grazie al mio caro amicoMario Romano di Gioi Cilento, pittore di

grande sensibilità e bravura, sono venuta a co-noscenza di una vicenda davvero interessante,che mi ha fatto riflettere e nello stesso tempomi ha inquietato. Nel 1991 è stato creato il Parco Nazionale delCilento e Vallo di Diano e nel 1997 il territo-rio cilentano è stato dichiarato area protettaper tutelare le biodiversità e “Riserva dellabiosfera del Mab – Unesco – Man and Bio-sphere, dunque questa penisola che si pro-tende tra i golfi di Salerno e di Policastro èdivenuta Patrimonio dell’Umanità. Nonostante ciò il Cilento è rimasto terra diemigrazione e, a parte qualche rara eccezione,nulla è stato fatto per sfruttare le immense po-tenzialità turistico/naturalistiche di questaarea, ricca di testimonianze architettonichecome castelli, conventi, chiese, resti archeo-logici, ecc. e immersa in una natura di unabellezza e di una ricchezza ineguagliabili.

I terreni, una volta coltivati, hanno continuatoa rimanere abbandonati ed incolti, nonostantela disoccupazione nessuno ha pensato allapossibilità di costituire cooperative per strap-pare all’incuria estese aree di territorio.La storia che mi ha colpito e che vi voglio rac-contare, ha una protagonista di nazionalità te-desca, che si chiama Gina Gonsior, provieneda Monaco di Baviera ed è stata colpita dalclassico colpo di fulmine, ma in questo caso,non nei confronti di un uomo, bensì nei con-fronti del Cilento.Nel 2002 Gina decide di acquistare 4 ettari diterreno nel comune di Gioi Cilento, sul qualevi erano 200 alberi di olivo e che era abban-donato da oltre 50 anni, dai proprietari emi-grati al Nord. Il suo progetto era quello direalizzare un luogo di villeggiatura per bam-bini tedeschi, che avrebbero potuto vivere acontatto con la natura, mettendo alla prova leloro capacità di adattamento e soprattuttoavrebbero potuto conoscere meglio i ritmi

delle stagioni, osservando da vicino la flora ela fauna di un luogo quasi selvaggio. Conl’aiuto di sponsor e di volontari tedeschi, intre mesi installa l’acqua, l’energia elettrica,docce e servizi igienici di compostaggio in-seriti nella macchia mediterranea.Pur non sapendo nulla della coltivazione del-l’olivo e della produzione dell’olio, grazie aiconsigli di pochi contadini locali, oggi pro-duce olio biologico extra vergine non filtrato– classe extra. Nel 2008 crea la Fondazione “Gioiadivita” epropone alle persone sensibili che credono nelsuo progetto di aiutare l’iniziativa,adottandoun olivo (40 Euro) e comincia a lavorare allarealizzazione dell’inesistente sistema fogna-rio. Bernhard Bleixner, geniale ingegnereidraulico autodidatta ha costruito un impiantodi riciclo delle acque reflue. L’acqua viene fil-trata mediante piante e grandi filtri orizzon-tali con diversi tipi di sabbia, ghiaia e roccevulcaniche, così da poter ripulire l’acqua dalle

scorie che vengono depositate in una stazionedi compostaggio e trasformate in preziosohumus per la concimazione della terra. Infinele acque reflue trattate e pulite vengono resti-tuite al riciclo normale. Rendendosi conto, della poca sensibilità chela circonda, nei confronti dell’ambiente, Ginatrova il tempo , sempre insieme a volontari,di costituire una cooperativa per la raccoltadei rifiuti (EcoArt-Cilento).È inutile dire che Gina, durante questi anni, èentrata in contatto con la burocrazia che pa-ralizza e che, a volte, impedisce la realizza-zione di progetti validi ed intelligenti, maanche con loschi figuri, che approfittano dipersone che vogliono spendersi per gli altri.(Ma questa è un’altra, vecchia storia).Viene da chiedersi, come mai, nonostantetutte le difficoltà che Gina ha dovuto affron-tare per realizzare il suo ambizioso progetto,abbia scelto di rimanere proprio nel Cilento. Aquesta domanda risponde lei stessa in un ar-ticolo pubblicato in Germania: “In questoluogo vi è una bellezza selvaggia, che non sipresenta a prima vista, una bellezza da sco-prire, un paesaggio spietato che ti pone, da

solo, davanti alla responsabilità di una scelta.Qui la mente non rimane indifferente, tutto èintenso, ogni cosa ha il suo posto. La parolache mi viene in mente pensando a ciò chesento nel Cilento è “Libertà”.”È singolare che persone venute dall’estero ab-biano messo in pratica ciò che mio suocero di93 anni va predicando ogni giorno: “Prima ilCilento era autosufficiente per quanto riguar-dava la produzione di vino, di olio, di grano, dilegumi ed altre verdure. Penso sia stato un gra-vissimo errore abbandonare completamente lacoltivazione dei terreni. A questo punto miosuocero ride e racconta la barzelletta in voganegli anni ‘70, che raccontava di tutti i conta-dini del sud, chiamati a produrre zappe nellefabbriche del Nord e che, ad un certo punto,si chiedevano chi mai avrebbe usato quellezappe, visto che loro erano tutti a Torino.”Mi sembra davvero preoccupante che a ri-chiamarci all’amore e al rispetto per la nostraterra sia una persona come Gina, che arrivadavvero da molto lontano. La cosa importante è fare tesoro dell’espe-rienza e delle capacità che persone come Ginaci possono offrire.

Cilento: Un tesoro da ricercaredi Amedea Lampugnani

inquietudini, paure, lo sguardo rivolto verso ilSignore che ha segnato il loro cammino. “Chiha fede non trema, non sgomenta il suo pros-simo. La mia serenità deriva da Dio, ordina-tore sapientissimo delle umane vicissitudini.”disse Giovanni XXIII ai vescovi.

Questa falsariga sembra guidare i passi del-l’autrice verso la santa Montagna, una scalatasicura e spedita con un bagaglio di certezze cu-stodito nel suo animo profondamente cattolico.

* Edizioni dell’Ippogrifo – Sarno (Sa) 2012- pp.115

Un consiglio, compratevi un “cuorno”portafortuna, now, ciclisti attenti al pic-

colo Zoncolan, 28 marzo 2013, ore 13, c’è laCorsa verso le nuvole, Memorial Raciti; labestia nera dei ciclisti, salita di colle San Do-nato, Montecorice, poco più di 2 chilome-tri, forte pendenza, tratti di sterrato, altro su,una gara eroica, una sfida, chi batterà il re-cord della cronoscalata che appartiene al te-desco Daniel Leder di 8 minuti netti?Cronoscalata Corsa verso le nuvole, nonsolo il tedesco Daniel Leader ma ancheWerner Muller Schell con il napoletanoDario De Lucia; il record appartiene ancoraal ciclista stecchino (un peso piuma) DanielLeader (cicli Monaco); 8 minuti netti, Wer-ner Muller Schell, 8.16; Dario De Lucia,8.32; colle San Donato Zoncolan, su Grim-peur.it, Cilento, Italia; chilometri 2,135metri, pendenza media 10 per cento constrappi del 24 per cento e tratti di sterrato.Non ci sono solo Leader, Muller Schell, DeLucia; c’è l’americano di San Diego (Ca-lifornia) Max Fryar, 8.43, l’altro tedescoThomas, 8.44; la fila dei migliori 13 tempiCorsa Verso le nuvole - colle San donatoZoncolan, la chiude un piemontese con mo-glie cilentana, Ezio Cauda, tempo, 10.41.35;una cronometro che dura. Si pedala su-dando, aspettando il vento fresco dell’arrivo.Colle San Donato, una pittoresca quiete ru-

rale, collina di 240 metri nel Parco del Ci-lento, Vallo di Diano e Alburni, comune diMontecorice, dove ciclisti spavaldi diven-tano povere oche: ci vuole forza telluricanelle gambe per superare i tratti al 14 percento solo in parte asfaltati, ma facilmentepercorribili anche con la specialissima.Colle San Donato: luogo ideale per tutti i ci-clisti che vogliono misurarsi con la grandemontagna; battezzato lo Zoncolan del Ci-lento; chilometri 2 e 135 metri, già in par-tenza una pendenza molto forte, intorno al14 per cento.A metà percorso la strada spiana, ma dipoco, iniziano subito una serie di strappi,curve, brevi rettilinei; il tratto più difficile,così fino alla fine di colle San Donato, dadove si gode una magnifica vista sulle col-line del Cilento; golfo di Salerno, costieraamalfitana e Capri.Attenzione allo scollinamento al Km. 1,5dove bisogna proseguire sulla sinistra.E sullo Zoncolan del Cilento, si svolge unaclassica del ciclismo dilettantistico, il gio-vedì prima della Pasqua; Corsa verso le nu-vole, cronometro individuale; la crono trovala sua massima difficoltà sul colle e mette adura prova l’estro e il talento dei ciclisti; gliscalatori puri hanno un vantaggio in più; icorridori poco convinti escono presto discena.

Ciclismo nel Cilento 2013Eroica corsa verso le nuvole

di Giovanni Farzati

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la sesta pagina

Dopo più di una secolo e mezzo solo direcente è tornato d’attualità il pro-

blema di rimettere assieme le due munici-palità nocerine. E quasi subito si sono fatterisentire le dolenti note di chi è contrario alprogetto e teme catastrofiche conseguenzeeconomiche e finanche sul piano dell’i-dentità storica dei due Comuni.Costoro accantonano con troppaleggerezza la disastrosa storiamunicipale che pesa sulle spalledi città divise e senza più peso.C’è davvero da ammutolire di-nanzi alle posizioni preconcette,ma la storia dei nostri luoghi ciinsegna la perseveranza. Non peri vantaggi personali che qual-cuno potrebbe illudersi di rica-varne ma per un dovere moralenei confronti di quelli che ver-ranno. Questi leveranno il ditoaccusatore nei confronti degliignavi, e lo faranno senza ecce-zione perché è stata un’intera

classe dirigente che continua a renderseneresponsabile. Eppure questa classe diri-gente ha avuto un’opportunità che i noce-rini di domani non avranno più: di averfrequentato, quasi tutti, le aule del LiceoClassico “Giambattista Vico” dove nonc’erano divisioni di sorta tra i vari campa-

nili, ma sete di conoscenza che tutti univa.Ora, torniamo a dire che solo l’unifica-zione amministrativa tra Nocera Inferioree Nocera Superiore è il primo passo da fareper riprendere il nostro futuro di città riccadi storia che ben potrebbe candidarsi ad es-sere patrimonio dell’Umanità. Solo a No-

cera si ha l’opportunità dicogliere in maniera evidentis-sima gli esiti di una stratifica-zione lineare da oriente, dovesorse la città di età classica, adoccidente, verso la collina delParco, attorno alla quale si sedi-mentò l’insediamento medie-vale. Senza poter utilizzare ai finituristici questa peculiare caratte-ristica, che ha pure il merito diproiettarsi verso la costiera amal-fitana, un tempo territorio noce-rino, dovremo solo rimproverarciper l’ignavia che tuttora affliggequesta città e che ben merita ilrimprovero dei nostri padri.

Siamo stati solo capaci di sacrificare il me-glio del nostro territorio alla speculazioneedilizia: finanche i platani che re Gioac-chino piantò lungo la via Arenata che portaal ponte di San Clemente e quelli che fecemettere in Piazza Sant’Antonio, nei pressidella caserma. Come scriveva con stile ni-tido il Prof. Ciro Gambardella, che nel

1944 ebbe anche il ruolo di CommissarioPrefettizio di Nocera Superiore, e nella suapersona legò le due parti della Noceraspaccata a metà, gli antichi Nocerini, cheerano stati testimoni del rinnovamento diNocera per mano di quel re francese, sole-vano ricordarne l’impegno tirando dal ta-schino la moneta con l’effigie del sovrano.

Nocera per sempre divisa?di Antonio Pecoraro

8Febbraio 2013 - Anno IV - N. 2

ZenoneDiscepolo di Parmenide.I suoi scritti furono solo e sempre a soste-gno e difesa della dottrina del maestro: l’es-sere è uno, immutabile, aprocessuale,immobile, atemporale.Egli, contro la teoria pitagorica che conce-piva il numero come entità fisica, sostenneche esso non è altro che una proiezione dellamente, un concetto astratto: nous = nomen,numerus.Nota come i tre nomi hanno la stessa radice.Scoprì per primo la incommensurabilità dialcune figure geometriche o aritmetiche, di-stinguendole in indivisibili, discrete e continue.Per es., volendo misurare un segmento di 17palmi con uno di tre palmi uguali si ha unnumero irrazionale come 17:3 = 3,6666666.Concepì il concetto di relatività, come del-l’esempio di due coppie di quattro masse inmovimento contrario rispetto alle quattroferme, come se due treni che si incrociano,sulla stazione, alla velocità di 60 km/h, ri-spetto al capostazione sulla banchina e aitreni in movimento: essi corrono a 60 km/hrispetto al capostazione fermo e a 120 ri-spetto a quello in movimento.

Nega il movimento, perché, per esserci mo-vimento, dovrebbe esserci il vuoto che nonesiste, perché l’essere è uno, compatto, fuoridel tempo.Il tema del movimento è trattato nel temafondamentale di Achille che non raggiungela tartaruga che ha avuto un margine di lun-ghezza nella partenza, perché Achille, primadi raggiungere la sfidante, dovrà percorrereprima la metà dell’intero percorso, poi lametà della prima e poi della seconda e terzametà all’infinito; oppure, considerando lesfide singolarmente, ad ogni sfida, Achilleraggiunge il punto di partenza della tarta-ruga, mentre essa si è spostata ache di unpiccolo spazio sempre più avanti all’infinito,cioè farà sempre un tac di salto in avanti, li-berando il posto che occuperà Achille.

melissoÈ stato il filosofo che ha saputo trasmettereagli altri il pensiero di Parmenide.Egli ha usato la prosa, mentre Parmenide lapoesia.In Parmenide è una dea che istruisce il suoallievo ed usa spesso il verbo conoscerai…imparerai… è necessario che tu sappia;

Melisso usa invece un linguaggio discorsivoed i verbi: mi sembra… io penso… ci sembra…Egli operò una evoluzione nel pensiero diParmenide, in quanto l’essere sempre era,sempre è e sempre sarà, di contro al pensierodel maestro che ne sostenne la atempora-lità…; l’essere inoltre è infinito, immate-riale, tutto spirito ed operò il passaggio dallasfera logico-verbale a quello logico-metafi-sico, in quanto se l’essere esiste nel pensiero,esso esiste anche come entità metafisica.Egli operò anche la definitiva frattura traaleteia e doxa, perché il divenire è un’appa-renza per noi che crediamo che tutto muta,mentre l’essere è eterno immutabile, tuttospirito.Allora la filosofia di Melisso chiude l’Elea-tismo, perché ha antecipato le premessedella nuova speculazione filosofica che sa-ranno sviluppate dal pensiero cristiano, percui l’essere è il dio di sant’Anselmo, o di sanTommaso, unico e solo come il dio di Seno-fane e l’Essere di Parmenide!.La natura, con Melisso, ubbidisce a ciò chela ragione stabilisce ed anticipa tesi filoso-fiche acosmistiche e anche spiritualistichedella filosofia successiva occidentale.

Zenone e Melissodi Antonio Rizzo

Cari deputati e senatori, quanti anni avete?E quanti ne avete trascorsi sugli scanni

delle Camere: dieci, quindici, venti o più? Peril bene del Paese andate a casa, godetevi lapensione. Tanto se non avete combinatoniente in tanti anni, è evidente che non siete ingrado di farlo e non potete richiedere il voto aun popolo che avete ridotto in miseria. Vi ab-biamo conosciuto, tanti anni fa, giovani bril-lanti, con tanta voglia di fare, vi ritroviamocanuti, stanchi, smemorati, ma sempre con lostesso convincimento assurdo che senza di voil’Italia crollerà. Se non ve ne siete accorti, ègià crollata. Adesso non ci resta che racco-gliere i cocci e tentare di sistemarli, se si può.Ma non dovrete farlo voi, per carità, avete giàdato, adesso basta. In nessuna Nazione de-mocratica, che io sappia, i governanti sono avita. Certo, la colpa non è solo vostra maanche di tanti imbonitori televisivi e giornali-sti di fama che nemmeno si sono accorti cheda anni parlano e scrivono, nel bene o nelmale, sempre delle stesse persone. La colpa èanche nostra a non avervi mandato via prima.Oggi le cose starebbero diversamente. Invece,ci ritroviamo le solite facce invecchiate, glistessi banditori televisivi del voto, avvizzitipure loro, i soliti articoli delle grandi firme.Qualche giornalista, poi, avvilito dagli anni,ha perso pure la memoria e scrive il contrariodi quello che diceva da giovane. Ma ci siamoresi conto che abbiamo trascorso una vita die-

tro a tanti personaggi: deputati, senatori, gior-nalisti, magistrati, opinionisti, senza aver fattoun solo passo in avanti? Ancora oggi, comerimbambiti, continuiamo a contribuire agliascolti televisivi per udire le stesse frottoledette durante la tornata elettorale scorsa equella prima ancora. I programmi sono glistessi da decenni. Ridurre il debito pubblico,riformare la magistratura, snellire la burocra-zia, riforma carceraria, creazione di nuoviposti di lavoro, maggiore attenzione ai gio-vani, più risorse alla scuola, salvaguardia delpatrimonio artistico e naturale, tutte cose cherestano una chimera. Purtroppo, non abbiamopossibilità di scampo se ci bastano le solite vi-gnette, i consueti sondaggi, statisticamentenon significativi, i comici noti che vorrebberoancora farci ridere sulle nostre disgrazie e suinostri ammuffiti governanti. Che cosa fare? Nessuno ha la bacchetta ma-gica, ma qualcosa si deve pur tentare. Innan-zitutto, convincerci che chi ha amministratoper decenni con questi risultati non può pre-tendere di ritornare alle Camere. Inoltre, giac-ché una legge per un massimo di due mandatielettorali non è stata mai approvata, è beneche sia il popolo a mandarli a casa. La fiduciaricevuta è stata anche troppa. Osservate comele liste di tutti i partiti sono state confezionatein modo da salvaguardare gli attempati di Ca-mera e Senato, ultra ottantenni compresi. Maun centenario non può essere candidato?

Certo, ci mancherebbe. Però, dovrebbe dire:no grazie, ho una certa età. C’è bisogno di gente giovane, entusiasta, noncompromessa, con idee nuove, voglia di fare,e che non rimandi le riforme all’infinito. Cosache non possiamo fare perché siamo prigio-nieri di un sistema elettorale fraudolento cheimpedisce anche a chi dare la preferenza.Anche di questo sconcio, politologi e anima-tori mediatici della politica si sono ben guardati di sbandierarlo a tempo debito. Per-sonalmente sono stufo di sentire sempre lestesse cose da decenni, promesse che non siavverano mai. Spero sia chiaro a tutti: ab-biamo avuto una classe politica incapace,spesso compromessa, intenta a badare soloagli interessi personali. Almeno prendiamoneatto per il futuro Sono convinto che presto ri-torneremo alle urne, mi auguro con un si-stema elettorale diverso. Ricordiamoci quelloche diceva De Gasperi, dimenticato dai più,politici in particolare: «Un politico guardaalle prossime elezioni, uno statista alle pros-sime generazioni». Noi abbiamo bisogno distatisti non di politicanti. Platone riteneva lademocrazia fra i peggiori governi, seguitasolo dalla tirannide. Da democratico con-vinto, non vorrei ricredermi; però, tiranneg-giati già lo siamo da una schiatta incanutitaalle Camere capace solo di aumentare le tasseall’infinito e di impedirci di scegliere chimandare a Roma.

Mandiamoli tutti a godersi la pensione,ma non si può

di Alfredo Salucci

Il Portale ..... per chiosare pungolare.....

Satira di Mario Bottone - vignetta di Salvatore Donato

Un poco per "davvero"e un po' per "celia"

ovvero… Ridenno...'a "verità"

UNa PaGiNa NUoVa di sToRia

Sono avvilito e piuttosto arrabbiato

per questo mondo di ladri e imbroglioni

perché ciascuno al “Governo” è un ingrato

così è la “Lega” con Bossi e Maroni.

Monti con l’ “IMU” son certo ha sbagliato

non ha pensato a chi è debole e solo

è un insensibile, un uomo spietato

che vuole il tutto prendendolo a volo.

Silvio è già pronto di nuovo a suonare

con il suo piffero in tutto il paese

per farci tutti per sempre annegare

come quei topi e ridurre le spese.

Si apra una pagina nuova di storia

con la speranza di onesti domani

colmi di gioia, di pace e di gloria.

S’attende un forte progresso sociale

basato sopra i principi del cuore

là dove il bene sconfiggerà il male

dove gli abbracci saranno d’amore.

Casema Libroia

Battistero di Nocera Superiore


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