PROVINCIA DI ORISTANOASSESSORATO AL TURISMO
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Identità e Tradizioni: un territorio dalle mille differenze
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CAMPI FERTILI DEL CAMPIDANO ORISTANESE
Quello che si propone è un percorso di 40 km per strade agevoli che attraversa un ambientestrappato alle paludi. Il panorama si presenta come un’oasi agricola dell’Italia settentrionale,diversa dal resto della Sardegna.
SANTAGIUSTAA tre chilometri da Oristano, poco distantedalla laguna omonima, si trova un centro diantiche origini, in quanto probabilmente inperiodo punico si trattò della città fenicia di“Öthoca”, passata poi ai Romani. Fra lemaggiori testimonianze dell’architetturaromanica in Sardegna la bellissima basilica diSanta Giusta: la sua costruzione risale al1135-1145 circa ed è oggi considerata unodei monumenti più importanti dell’isola. Fuedificata in gran parte con i conci d’arenariaprelevati da case e palazzi dell’anticaTharros, che sorgeva ad una ventina dichilometri. Lo stile è romanico, con influssipisani; nella facciata si notano traccelombarde e in qualche particolare unostampo arabeggiante. La torre campanaria,rifatta circa un secolo fa, ha sostituitol’originario campanile a vela.
Non lontano da Santa Giusta sorge il monteArci, da cui si gode un bellissimo panoramasulla pianura e sul golfo. Da Santa Giusta lastrada per Arborea attraversa un territorioflorido, di recente rimboschimento. Prima chenel 1919 venisse sottoposta a bonifica, lazona era alquanto diversa da quella che si puòammirare oggi, ricca di campi coltivati.
ARBOREADopo aver superata la pineta Barany, tralunghi filari di eucalipti si giunge ad Arborea,centro agricolo moderno e di notevoleinteresse economico sorto a sud del Tirso. Lagraziosa cittadina è costruita a misurad’uomo con viali e strade spaziose
ombreggiate da alberi e con palazzi in stileLiberty e neo gotico. Quando ai primi del ’900il territorio circostante fu bonificato venneroalla luce interessanti reperti punici, romani ealtomedievali, oggi conservati presso il Museodella Bonifica.
MARCEDDÌÈ un caratteristico borgo di pescatori; vicino si trovalo stagno omonimo in un paesaggio incontaminato,che rappresenta insieme alla bella spiaggia unavalida attrattiva per i turisti. Meritano una visita lachiesa della Vergine di Bonaria e lacinquecentesca Torre Vecchia.
La basilica di Santa Giusta
Comune diArborea
TERRALBAÈ un centro agricolo, importante soprattutto per laproduzione vinicola. La sua storia è antica, essendostato sede arcivescovile fino al XVI secolo.Purtroppo nulla resta della cattedrale romanica alposto della quale è stata costruita nel 1821 laparrocchiale di San Pietro, in stile tardobarocco.
Imbarcazioni da pesca a Marceddì
Museo della Bonifica diArborea
Lunghezza Percorso: km 40+200
Marina di Arborea
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TAPPETI E ARAZZI TRADIZIONI DA PRESERVARE
MOGOROÈ un grosso paese famoso per la produzioneartigiana, dalla lavorazione del legno e delleceramiche, alla tessitura, con raffinati tappeti,arazzi e coperte. Famosa la mostra deltappeto sardo e dell’artigianato, iniziata nel1962 e ripetutasi annualmente fino ad oggi.L’artigianato ha integrato la produzionevinicola, tipica della zona. Notevole lachiesetta del Carmine, costruita nel XIVsecolo e la parrocchiale di San Bernardinoche custodisce un famoso reliquiario.
MORGONGIORISuggestivo ed affascinante paese arroccatonell’ambiente naturale del Monte Arci. Centrodell’Alta Marmilla, a 36 chilometri daOristano, dove ancora vive il sensodell’ospitalità e delle antiche tradizioni, comele opere dell’artigianato locale. Di grandeimportanza è la lavorazione dei manufattitessili, in particolare degli arazzi, dei tappeti edelle bisacce che si possono ammirare nel“Museo vivente dell’Arte tessile”.Non vanno dimenticati i piatti della cucina
locale e in modo particolare le “lorighittas”,pasta tipica in passato cucinata solo per lafesta d’Ognissanti, ma che oggi è laprotagonista in tavola di tutte le feste edell’importante sagra che si svolge nel mesedi agosto. Questo particolare tipo di pasta,che riprende la forma dell’orecchino, in sardo“loriga”, viene condita con salsa di pomodoroe cinghiale, il tutto arricchito con l’aggiunta diformaggio pecorino locale.
PAUPau, territorio di natura vulcanica, sorge nell’areadenominata “Alta Marmilla”, nel versante orientaledel MonteArci.Paesaggio di incontrastabile bellezza, è importantepoiché il suo territorio è ricco di ossidiana; reperti edopere realizzate con questo minerale sono custoditinell’omonimo museo, ospitato presso la casacomunale. Nella piazza San Giorgio si possono
ammirare delle grandi sculture realizzate con “l’oronero”, una delle quali raffigurante un uomo primitivoè inserita nel Guinness dei primati in quanto risultaessere la più grande al mondo.In questo ambiente incontaminato, a pochichilometri dal centro abitato, sorge “Sennisceddu”,l’unico campeggio montano della provincia dove èpossibile trascorrere incantevoli vacanze in pienorelax.
Artigianato Tessile
ALESÈ un centro di notevole importanza nel campoartigianale, commerciale e terziario, situato
alle pendici del Monte Arci verso il qualepartono comode stradette asfaltate checonsentono di raggiungere i panoramicitorrioni di Trebina Longa e Trebina Lada. Dinobile e antica origine, per anni sedevescovile, Ales conserva la cattedrale di SanPietro, costruita dal genovese DomenicoSpotorno nel ’600, su una chiesapreesistente.Interessante la visita all’interno della chiesa edell’archivio capitolare. A fianco dellacattedrale si trova l’oratorio della Madonnadel Rosario, anch’esso del ’600.
IL PARCO DEL MONTEARCIIl parco naturale del Monte Arci, costituito il 9 marzo1998 dai comuni di Morgongiori, Ales, Pau, Siris,Masullas, Villa Verde, Villaurbana, Usellus, PalmasArborea, Santa Giusta e Marrubiu si estende perben 13.560 ettari di macchia mediterranea e diestesi boschi di lecci, pioppi, olivastri e sughere.
Dal punto di vista faunistico, esso è una vera epropria riserva naturale popolato da animali quali ilcinghiale, la lepre, la donnola, la volpe, il gattoselvatico e da numerose specie di uccelli come ilfalco pellegrino e il singolare barbagianni. Datal’importanza faunistica di questo ambiente naturale,si sta cercando di riportare nel loro habitat anche imufloni, i cervi e le aquile. Elemento ,di singolare
importanza per questo territorio è l’ossidiana, l’”oronero”, prezioso minerale utilizzato nel neolitico perla produzione di utensili e armi.
Telaio per la Tessitura
Parco del Monte Arci
Lunghezza Percorso: km 24+700
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Monte Arci
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TERME ROMANE E TRACCE PREISTORICHE
La zona delle terme, dove sono stati portati alla luce interessanti ritrovamenti archeologici èquella che comprende la riva sinistra del Tirso e la parte bassa della valle, le collinemioceniche della Marmilla e la fertilissima pianura del Campidano: un paesaggio verdeggiantedove sorgono caratteristici centri agricoli.
SILÌL’abitato di Silì, popolosa frazione diOristano, sorge sulla sponda sinistra delfiume Tirso.Notevole la chiesa della Maddalena, in stileromanico, costruita nella prima metà del XIV
secolo; accanto alla chiesa si trovano i restidi un convento seicentesco.
SIMAXISÈ un altro centro agricolo le cui antiche originituttavia non hanno lasciato tracce particolari:la parrocchiale è stata rifatta nel XIX secolo,prendendo il posto di una chiesa preesistente.Tuttavia partendo da Simaxis si può fare uninteressante percorso: superato il borgorurale di Siamanna si arriva al nuraghe di SanGiovanni, quindi al centro agricolo diVillaurbana, con la parrocchiale di Santa
Margherita che risale al ’600, infine nella valledel rio Granaxiu tra i versanti del monte Arci edel Grighini.
BUSACHIAntichissimo borgo agro-pastorale, composto dacaratteristiche case in pietra. La tradizione qui siconserva gelosamente e per le strade può capitareancora di incontrare donne in costume sardo.Merita una visita la ex chiesa di San Domenico,costruita nel ’500 e restaurata di recente, oltre allachiesa parrocchiale di Sant’Antonio da Padova e aquella di di San Bernardino entrambe risalenti al’700. Notevole è il convento di Santa Maria delleGrazie, che i Busachesi chiamano “Collegiu”poiché nacque nella seconda metà del ‘500 comecollegio dei padri Gesuiti, per poi passare ai fratiMinori Osservanti e conoscere, dopo la partenza diquesti ultimi, anni di decadimento e di abbandono.Un sapiente restauro lo ha riportato all’anticosplendore. Poco distante dal paese è degna di nota
la chiesa campestre di Santa Susanna, di originetrecentesca, all’interno della quale si trova un ciclodi affreschi riproducenti episodi della vita dellaSanta. Si consiglia la visita del “Museo del costumetradizionale e della lavorazione del lino” ospitatonell’ex chiesa di San Domenico.
FORDONGIANUSÈ un paese di antichissime origini: le proprietàcurative delle sue acque termali infatti eranoconosciute e sfruttate dai Romani, le cuiTerme, grandioso complesso composto dadue stabilimenti costruiti intorno al I° e al III°
secolo d.C., oggi si possono ammirare in tuttala loro imponenza. L’antica città termalesorgeva sulla via Tibula. Oltre alle Terme, aFordongianus sono stati scoperti altriinteressanti resti di costruzioni romane: alcuniruderi di edifici e una parte dell’acquedotto.Meritano una visita la chiesa romanica di SanLussorio, costruita all’inizio del XII secolo nonlontana dal paese e la Casa Aragonese (ocasa Madeddu) in stile tardogotico, oggi inparte adibita a biblioteca pubblica.
Fordongianus può vantare oggi grazie alcentro termale una delle strutture più moderneed attrezzate d’Italia per la cura e ilbenessere del corpo, adibita ai trattamentifatti con acque che sgorgano da sorgentinaturali ad una temperatura di 56° C.
Terme di Fordongianus
Terme di Fordongianus
SAMUGHEOSituato nella valle del rio Mannu, Samugheo è ungrazioso paese la cui economia oltre chesull’agricoltura e sulla pastorizia, si basa anche suun fiorente artigianato tessile (di cui ampiamente siparla nel capitolo dedicato all’arte tessile).Interessanti la seicentesca parrocchiale di SanSebastiano e la più antica chiesa di San Basiliorisalente al XVI secolo.Negli ultimi dieci-quindici anni è stata riproposta, acura dell’omonimaAssociazione Culturale, l’arcaicamaschera dei “Mamutzones” che ogni anno,durante il carnevale, anima le vie del centro storico. I Mamutzones di Samugheo
Casa Aragonese di Fordongianus
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TERME ROMANE E TRACCE PREISTORICHE
GENONISorge sul fianco di una collina di originevulcanica chiamata Santu Antine, sulla cuicima si trova una struttura punica, indicata damolti come il famoso tempio dedicato alla deaGiunone, da cui potrebbe derivare il nome delpaese.Da questa zona c'era la possibilità dicontrollare le vie di penetrazione dalCampidano verso l'interno e quindi il luogo hasempre rivestito notevole importanza. Moltosuggestivo è il panorama di cui si può goderedalla collina di Santu Antine, che sovrasta ilpaese. Lo sguardo da qui spazia infatti finoalla splendida Giara di Gesturi.
La presenza nel territorio di parte della Giaradi Gesturi ha portato all'apertura in paese delMuseo del Cavallino della Giara.
LACONILaconi è immersa in un territorio che offre paesaggi unici e suggestividal punto di vista naturalistico. Pare che il nome derivi dal vocabololocale "lacane", con il significato di confine, ad indicare la zona dipassaggio tra la Barbagia e il Mandrolisai.Di Laconi colpiscono la roccia che circonda l'abitato e la suggestivaposizione in cui sorgono le rovine del castello Aymerich. Questafortezza, di cui si conservano alcune parti (una torre che risale al 1053,una sala del XV secolo e un portico seicentesco), si erge al centrodell'omonimo parco che si estende su di una superficie di quasi 22ettari.Grande importanza riveste poi il complesso archeologico del neoliticofinale (complesso Is Cirquittus) costituito da un grande "cromlech"affiancato da un allineamento di cinque menhirs. Il Museo Civico dellestatue menhirs si trova nel palazzo comunale e conserva quarantastatue di varie misure e in diversi stati di conservazione.Oggi paese di villeggiatura, ospita anche, non lontano dallaparrocchiale del '500, un piccolo museo dedicato al taumaturgoSant'Ignazio da Laconi, vissuto nella seconda metà del XVIII secolo, il santo più venerato in Sardegna.
Menhir in territorio di Villa Sant’Antonio
Cavallini nella Giara di Genoni
VILLASANT’ANTONIOÈ un bel paese alle pendici meridionali delmonte Grighini nelle cui vicinanze sono stateportate alla luce tracce di insediamentiprenuragici, le famose “domus de janas” inquesta zona dette forrus (forni): qui sorgono isuggestivi monumenti di quella civiltà (Genn‘e Xabisi), tra i più grandi che finora siano statiscoperti in tutta la Sardegna. Volendo fareuna bella escursione, dal borgo di Asuni si
possono raggiungere i ruderi del castello diMedusa; lungo la strada si può ammirare ungruppo di menhir, testimonianze di ritiprenuragici.
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Lunghezza Percorso: km 120+400
Lago Omodeo
Rovine castello Aymerich
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SULL’ALTOPIANO TRA I GRANDI NURAGHI
Attraverso un paesaggio indimenticabile, costituito da pascoli e dai caratteristici campi,chiamati “tancas”, cintati da muretti a secco, percorrendo gli altopiani, si giunge al lagoOmodeo, uno dei più grandi bacini artificiali. Questo percorso è interessantissimo dal punto divista ambientale e naturalistico, presentando oltre al lago Omodeo una varietà unica di foreste:di roverella, tasso, lecci, acero del Montiferru; tantissime sono le specie di uccelli che vitrovano ospitalità. Ma la zona è interessante anche dal punto di vista storico- archeologico, inquanto sono presenti numerosi nuraghi, e sono stati scoperti insediamenti fenici, punici eromani.
POZZO DI SANTACRISTINAÈ il nome della chiesa campestre dove sisvolgono in diversi periodi dell’anno variefeste religiose. La chiesa di Santa Cristina dàil nome al complesso nuragico che si trova lìvicino, con un tempio a pozzo, realizzato inblocchi isodoni di pietra basaltica finementelavorati incentrato sul culto delle acque.Durante gli scavi sono stati rinvenuti anchereperti fenici e punici.
PAULILATINOImportante centro della provincia situato nellaparte meridionale dell'Altopiano diAbbasanta, Paulilatino è caratteristico per lecasette scure costruite in basalto, dove lagente vive di un’economia agro-pastorale. Ilsuo nome deriva da “paludis a latere”, inquanto prima della bonifica del 1827 ilterritorio su cui sorge era occupato da unavasta palude. Meritano una visita laparrocchiale di San Teodoro in stile gotico-aragonese e la chiesa della Madonna d’Itriacon facciata settecentesca. Sicuramente danon perdere la visita al bellissimo palazzo
Atzori, un edificio disposto su tre livellicomposto da 14 sale espositive, il cui primoimpianto risalirebbe al XVIII secolo che ospitail “MuseoArcheologico Etnografico”.Nelle vicinanze si trovano resti archeologicitra i più interessanti dell’isola: l’imponentenuraghe Lughèrras, con una torre al centro,un cortile sorvegliato da una torretta ed altrequattro torri intorno. Nella zona sono statiritrovati reperti punici e romani.Poco lontano, a circa due chilometri, sitrovano i nuraghi Atzara e Zroccu e le tombedei giganti di Goronna.
ABBASANTAÈ un importante nodo di comunicazione, in quantosorge nel punto dove la superstrada Carlo Felice siincrocia con quella per Nuoro e centro agricolo e diallevamento bovino. Il nome Abbasanta (acquasanta) deriva probabilmente da alcune fontane chevi si trovavano, le cui acque si riteneva avessero
potere curativo. Basse e scure casette, costruite inbasalto, circondano la parrocchiale di SantaCristina, costruzione ottocentesca dallo stilerinascimentale. Di fronte si trova una bellaabitazione cinquecentesca ad un solo pianopreceduto dal loggiato, con elementi decorativigotico-aragonesi.
Pozzo di Santa Cristina - Paulilatino
LAGO OMODEOÈ un grande bacino artificiale costruito tra il 1918 e1924 lungo il corso del Tirso. Con la nuova digarecentemente ultimata e una capacità di 800 milioni
di metri cubi d’acqua, uno dei bacini artificiali piùgrandi d’Europa. Il suo nome deriva da quellodell’ingegner Angelo Omodeo che lo progettò.L’acqua del bacino è utilizzata per irrigare lapianura di Oristano e la zona di bonifica diArborea.La costruzione del bacino provocò alcuneconseguenze negative come la distruzione delnuraghe Su Pranu e del paesino di Zuri(quest’ultimo ricostruito sulle riva sinistra del lago),che vennero sommersi dalle acque. Altretestimonianze antichissime andarono perdute,come la foresta pietrificata di Zuri, risalente alMiocene; alcuni resti di questa famosa forestariemergono dalle acque basse, altri sono conservatial Museo di Geologia e paleontologia a Cagliari.
NURAGHE LOSASulla superstrada “Carlo Felice” nellevicinanze di Abbasanta si incontra il nuragheLosa, uno dei più grandiosi e interessantimonumenti di quella antichissima civiltà chefiorì in Sardegna prima dell’arrivo deiCartaginesi. Il complesso è possente eintricato; di tipo trilobato con cinte di mura,
risalenti a epoche diverse: età del Bronzomedio, Bronzo tardo; alcune sembra sianostate rimaneggiate nel VII secolo a.C. I repertiritrovati sono conservati nel MuseoNazionale di Cagliari.
Nuraghe Losa - Abbasanta
GHILARZADi probabili origini fenicie, assunse importanza nelXV secolo; oggi è un centro con un’economiaprevalentemente agr icola, art ig ianale ecommerciale. Nell’abitato potrete visitare lacinquecentesca parrocchiale dell’Immacolata e lachiesa di San Giorgio del XIII secolo. Di maggiorrilievo la chiesa romanica di San Palmerio diGhilarce risalente al XII secolo, che sorge verso la
periferia e la vicina torre Aragonese del ’600, usatain passato come carcere, oggi restaurata e adibita apinacoteca. Ghilarza è nota soprattutto per essere ilpaese dove Antonio Gramsci trascorse lafanciullezza e frequentò la scuola elementare. Lasua casa, che conserva opere, scritti e oggettipersonali, si trova in corso Umberto al numero 57ed è aperta al pubblico.
San Pietro di Zuri - Chiesa ricostruita
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SULL’ALTOPIANO TRA I GRANDI NURAGHI
SEDILOSorto in posizione dominante sulla valle delTirso, è di origini molto antiche, data lapresenza di reperti megalitici e nuragicinella zona. Iloi è sicuramente la parte piùinteressante sotto questo punto di vistagrazie alla grande concentrazione dimonumenti nuragici e prenuragici presenti.La parrocchiale di San Giovanni Battista,ricostruita nel 1703, risale al ’400. Famosoè il santuario di Santu Antinu, dove ognianno a luglio si svolge una grande festareligiosa che ha come momento culminanteuna spericolata corsa equestre: la famosa“Ardia”.
SAl centro dell’abitato, su una grande piazzapanoramica sorge la parrocchiale di SanSebastiano, ricostruita nel 1642 su una chiesa
preesistente. Costituisce un bell’esempio deilavori dei “maestros piccapedreris” (maestripiccapietre) che in quel periodo operavano inSardegna. Vicino alla chiesa si trova il palazzoEfisio Carta, in stile gotico. Le attività principalisono l’agricoltura e la pastorizia.Poco lontano, a circa due chilometri, sitrovano i nuraghi Atzara e Zroccu e le tombedei giganti di Goronna.
ORRADILE
Diga sommersa sul Lago Omodeo
L’Ardia di Sedilo
Sorradile ed il Lago Omodeo
Lago Omodeo
Nughedu Santa Vittoria
Busachi
Ula TirsoNeoneli
Ardauli
Bidonì
Sorradile
Tadasuni
SoddiNorbello
Ghilarza
Aidomaggiore
Pauliatino
Sedilo
Boroneddu
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Lunghezza Percorso: km 57+300Nautica sul Lago Omodeo
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L’AVVOLTOIO GRIFONE PLANA TRA UN MARE DI VIGNETI
La Planargia è un vasto e fertile altopiano vulcanico che si estende dal Marghine fino al mare. Ilnome deriva dall’andamento del territorio che, attraverso una serie di colline, degrada fino almare. Qui, pur nelle ridotte dimensioni territoriali, troviamo una notevole varietà di ambienti,dalle selvagge falesie alle spiagge dorate, dai prati montani alle colline coperte di vigneti. Zonadal clime mite tutto l’anno è meta ideale non solo per una vacanza a contatto con la natura, maanche per scoprire le vere tradizioni contadine del popolo sardo, protagoniste dellaoriginalissima casa museo di Suni.
MAGOMADASIl territorio di Magomadas fu popolato sindall'epoca preistorica, come dimostrano inuraghi San Nicola, S'Ebas e Santa Barbara;in epoca punica sulla collina di San Nicolasorse insediamento di Magomadas. Il 24gennaio del 1388, nella chiesa di SanGiovanni, venne stipulato il trattato di pace fraEleonora D’Arborea e il Re Giovanni I diAragona.Da segnalare il Pozzo Sacro in località Puttu, ilnuraghe S’Ebas, e la parrocchiale di San
Giovanni Battista.
SAGAMAIl paese sorge su una collina calcarea in mezzo aduna vallata quasi circolare, il cui colore bianco-giallastro contrasta con il colore scuro del basalto.Fu popolato dall’epoca preistorica fino all’epocaromana come dimostrano alcuni ritrovamenti quali inuraghi Funtanedda e Mulineddu.
Sagama fu poi abitata dai Cartaginesi e dai Romani.Il sito in cui sono stati trovati la maggior parte deisegni di colonia romana è quello chiamatoMurenda, nel quale si scoprirono embrici, sepolturee frammenti di bronzo.Notevole per le sue forme architettoniche laparrocchiale di San GabrieleArcangelo.
Un “Carretto” di Vino durante una sagra
FLUSSIOIl paese è situato sul bordo dell'altopiano dellaPlanargia che domina la ridente vallata diModolo verso il mare occidentale dellaSardegna.Gli anziani del paese raccontano che in tempiremoti Flussio si chiamasse "Mura de Figos",nome derivante dalla moltitudine di piante difico d'india presenti in quell'area.Insieme a Tinnura, costituisce il punto diriferimento dell'artigianato dell'asfodelo, disalice e canna.Caratteristici Cesti in Asfodelo
TINNURAIl paese, abitato già in epoca nuragica, siaffaccia sulla ridente vallata di Modolo chedegrada tra uliveti, frutteti e vigneti, verso ilmareL'attività tipica è rappresentata dallalavorazione dell'asfodelo, con la produzionedi cestini, ricchi di decorazioni tradizionali,
che un tempo costituiva parte integrante delcorredo delle spose e che l'ha reso rinomatoinsieme al vicino Flussio.Si segnala la semplicità della parrocchialededicata a Sant’Anna, con l'elegante eslanciato campanile caratterizzato da bandeorizzontali rosso mattone.
Scene di vita quotidiana nei murales di Tinnura
SUNIIl paese di Suni (il cui nome deriva da Asùni, chesignifica custode di cavalli, buoi, asini) sorge sulcaratteristico altopiano basaltico della Planargia.La presenza umana nel territorio risale al periodoprenuragico e si hanno testimonianze di successivefrequentazioni romane e puniche.Da segnalare il complesso Archeologico di Suni che
comprende il nuraghe Nuraddeo, la necropoliipogeica a domus de janas "Chirisconis", il nuraghea corridoio "Seneghe" e la Casa Museo "TiuVirgilio". Soprattutto importante la necropoliipogeica di Chirisconis che risulta essere una dellepiù antiche testimonianze della frequentazioneumana in Sardegna e dovrebbe risalire al Neoliticorecente - Cultura di Ozieri (3500-2700 a.C).
MODOLOLa sua fondazione è da riferire al III secolo a.C. ed isuoi abitanti annoverano, oltre ai nuragici, gentefenicia prima e romana poi. Nel VII secolo d.C. vi sistabilirono alcuni frati bizantini che costruirono laprima chiesa parrocchiale in onore di Sant'Andreaapostolo, ancora oggi patrono del paese.In questa chiesa si possono ammirare alcune statuelignee antiche, ben restaurate e di un certo valore,
risalenti al XVII secolo così come il crocefisso dellachiesa di Santa Croce.Attorno al paese, quasi a corona in cima alle colline,restano ancora le basi di nuraghi, domus de janas eresti di una villa romana.In regione S'Iscala e S'Arcu si possono visitare legrotte carsiche, ricche di stalattiti e stalagmiti.L'accesso non è facile e si consiglia una guida delposto. Segue ...
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L’AVVOLTOIO GRIFONE PLANA TRA UN MARE DI VIGNETI
BOSALa leggenda vuole che sia stata fondata daCalmedia, figlia di Sardo, eroe eponimo deiprimi abitatori dell'isola. Di origini fenicie,Bosa, il cui nome risulta attestato inun'iscrizione risalente forse al IX secolo a.C.,si sviluppò successivamente in epocapunicoromana.
Il territorio passò nell'XI secolo alla famiglialigure dei Malaspina, che eressero il lorocastello sul colle di Serravalle, presso il quale,intorno al 1112, sorse il primo nucleodell'attuale entro cittadino. Dopo un breveperiodo sotto i Giudici D’Arborea, con laconquista catalano-aragonese Bosa fuconcessa in feudo al catalano Pietro Ortiz nel1330. La città tornò agli Arborea con MarianoIV, e rimase alla casata sarda per circa unsecolo. Riconquistata dai catalano-aragonesi, fu iinfeudata a Giovanni diVillamarì nel 1468, per poi entrare a far partedel patrimonio regio sotto il sovrano spagnoloFilippo II.
Entrando a Bosa attraverso il vecchio ponte atre arcate si incontra subito la cattedraledell’Immacolata, con le sue caratteristichecupolette ed un grande campanile. Di quiparte il caratteristico corso Vittorio Emanuele,la principale arteria di Bosa, fiancheggiato dacase piuttosto alte con tipici balconcini ed
androni “importanti”. Scendendo per il corsosi giunge alla chiesetta del Rosario, con ilcaratteristico orologio sporgente bifacciale eduna slanciata struttura campanaria. Si arrivaquindi a piazza Costituzione, ornata da unfontanone marmoreo dell’ottocento, e pocooltre alla chiesa di Santa Croce, decorataall’interno da Emilio Scherer.
Da visitare in città anche la chiesa di NostraSignora del Carmelo, con una facciata in stile“barocchetto piemontese” e, un po’ fuori, lachiesetta di San Giovanni Battista, pregevoleesempio di gotico catalano. In pienacampagna meritano una deviazione labasilica di San Pietro extra muros, con moltaprobabilità l’antica cattedrale della diocesi diBosa e, soprattutto, il già citato castelloMalaspina, eretto nel 1112 (data per altromessa in discussione) ed ampliato nel 1300quando venne eretta la grande torre sul latonord per difendersi meglio dall’invasionearagonese.
Una zona della città che merita una citazioneè anche il quartiere “Sas Conzas”, il piùespressivo complesso architettonico dellaBosa ottocentesca, sede di una fiorenteindustria conciaria che ha visto la fine nel1962 con la chiusura dell’ultima azienda.
Nel territorio del comune di Bosa è possibileidentificare tre tipi di ambienti:- il paesaggio fluviale, caratterizzato dalla presenzadel fiume Temo e della sua valle;- il paesaggio dei rilievi vulcanici, contraddistintodalla dominante dei rilievi montani di originevulcanica;- l'area costiera risulta scandita in promontori einsenature. In questo ambito sono da segnalare laRiserva naturale orientata di Badde Aggiosu,
Marrargiu e Monte Mannu e il Parco Biomarino diCapo Marrargiu. La Riserva naturale orientata diBadde Aggiosu, Marrargiu e Monte Mannu, dalpunto di vista faunistico assume importanza
comunitaria e nazionale in quanto ospita il nucleopiù consistente di avvoltoio grifone su tutto ilterritorio nazionale (l'80% della popolazionenazionale). Sono presenti, inoltre, specieavifaunistiche come il nibbio reale, l'aquila reale,l'aquila del Bonelli, il falco pellegrino.Il Parco Biomarino di Capo Marrargiu comprende iltratto di costa tra la foce del Temo e l'isolotto di SaPagliosa. È da segnalare la presenza di avifaunamolto ricca che comprende uccelli acquatici come ilgabbiano corso, il martin pescatore e il cormorano,e rapaci come il grifone, il falco pellegrino, l'aquilareale, il nibbio reale. Uno dei tratti di costa degni dimaggiore interesse naturalistico può essereindividuato intorno a Capo Marrargiu, i cui fondalicaratterizzati dalla presenza di canyons e grottefino alla profondità di 50-60 metri, sono frequentatida una abbondante e ben differenziata fauna ittica.Merita inoltre particolare attenzione la possibilepresenza della foca monaca, specie minacciata diestinzione a livello mondiale. Il fondale attorno aCapo Marrargiu è ricco di corallo, da cui gli orafibosani realizzano finissimi gioielli.
Veduta del Castello dei Malaspina
Lungo Temo De Gasperi
MONTRESTAIl paese è ubicato su un pendio delimitato da bassipicchi, da boschi di sughera e da macchiamediterranea. Di particolare pregio ambientale è ilbosco che viene denominato "Silva Manna".La costituzione del primo nucleo abitato del paeserisale al 1750 con l'insediamento di 52 famiglie (148persone) di greci cattolici, provenienti dalla Corsica,su invito del Re di Sardegna Carlo Emanuele III.Ancora oggi alcuni elementi architettonici e diartigianato locale, basato sulla lavorazione deicestini in asfodelo e rafia, ricordano l'arte greca.Merita di essere menzionata la torre denominata"Sa Turre o Nuraghe Turre" che rappresenterebbel'unico insediamento punico del territorio.Si tratta diuna fortezza cartaginese di forma quadrangolarecon lati di circa 14 m. ed altezza di 3 m. La chiesaSan Cristoforo Martire costituisce un chiaro
esempio di chiesa rurale e le sue origini risalgono al1606.
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Montresta
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Bosa Marina SuniModolo
MagomadasTinnura
Flussio Sagama
TresnuraghesPorto Alabe
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Lunghezza Percorso: km 40+050
Lungo Temo De Gasperi e le “conce”
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AGRUMETI IN FIORE TRA ANTICHI VILLAGGI
Questo itinerario si snoda attraverso zone agricole suggestive, particolari dal punto di vistapaesaggistico e interessanti soprattutto per i loro aspetti storici ed architettonici.
MASSAMAÈ un borgo agricolo notevole per la presenzadi due edifici religiosi: la parrocchiale di SantaMaria Assunta, che risale al ’600, il cui stilefonde armonicamente il gusto sardo conquello gotico-catalano. Al suo interno sonoconservate preziose tele settecentesche e unfonte battesimale in marmo intarsiato. Poco
distante l’antichissimo oratorio delle Anime,un’originale costruzione di stile bizantino cherisale all’VIII-IX secolo.Proseguendo si giunge a Zeddiani, situato nelfamoso triangolo di produzione dellavernaccia e importante centro agricolo per lacoltivazione del pomodoro e del riso.
SENEGHEIl paese si estende su un vasto pianoro, alle pendicidel Montiferru e conserva un centro antico, dove sitrovano la parrocchiale e l’oratorio del Rosario,risalenti al XVII secolo e la chiesa di Santa Mariadella Rosa, del XV secolo. Ma la vera perla diSeneghe è “Il Monte”, raggiungibile percorrendo la
strada che si trova all’uscita per Bonàrcado. Il fittobosco di sugherete e leccete termina nel parcocomunale, area attrezzata e curata, dal quale si puògodere una splendida vista che spazia dal Golfo diOristano e la Penisola del Sinis sino al Bosano e allaNurra. Da Seneghe si può scendere per una stradapanoramica fino al borgo pastorale di Narbolia.
SAN VERO MILISUn altro esempio di edificio religioso in cui stilidiversi si fondono con il gusto particolaresardo, lo si può ammirare visitando il piccolocentro, dove svetta il maestoso campanile concupola a cipolla della chiesa di Santa Sofiaedificata nel XVII secolo. Da ammirare al suointerno una scultura in legno di San
Sebastiano della metà del ’600. Un’altrainteressante scultura lignea è conservatanella vicina chiesa barocca di San MicheleArcangelo. A poca distanza dall’abitato si puòvisitare il nuraghe S’Uraki, un vastocomplesso tra i più importanti di tutta laSardegna, che non è stato ancora portatointeramente alla luce. È costituito daun’imponente fortezza centrale, in parteancora interrata e dalle mura grandiose checomprendono dieci torri. Nel villaggio sonostate scoperte interessanti tracce fenicio-cipriote risalenti al VII secolo a.C. È statoportato alla luce un intero villaggio punico; ireperti recuperati (ceramiche, terrecotte, ecc.)sono stati raccolti nel Museo ArcheologicoNazionale di Cagliari.
Spiagge di Sa Mesa Longa
MILISMilis è circondato da agrumeti che hanno resocosì apprezzate queste località: il villaggio èun centro agricolo antico, nella valle percorsadal Mannu e dal Cìspiri. Nella bella piazzaprincipale sorge la parrocchiale di SanSebastiano (XV secolo) e di frontel’imponente palazzo Boyl recentementerestaurato e sede di un centro culturale.L’edificio più importante della cittadina è
comunque la chiesa romanica di San Paolo,costruita tra i secoli XII e XIII: al suo interno, anavata unica, si possono ammirare tre tavoledipinte da artisti catalani nel XVI secolo.
A 3 km, nella campagna, sorge la bella chiesaromanica di San Pietro di Milis Piccinnu delXIII secolo. Di notevole interesse la rassegnavinicola che si tiene ai primi di novembre in cuiè possibile degustare i vini novelli.
Sorgente di San Leonardo
BONÀRCADOAlle falde del Montiferru si trova il borgo agricolopastorale di Bonàrcado. Due antichi edifici religiosiattirano l’attenzione dei visitatori: la chiesaromanica di Santa Maria di Bonacattu, costruitanella prima metà del XII secolo, recentementerestaurata e il santuario della Madonna diBonacattu, di origine bizantina, meta dipellegrinaggi per le feste religiose di settembre, alcui interno e stato rinvenuto, durante i lavori direstauro, un tratto di pavimentazione a mosaicoche lo farebbe risalire al 400. Da ammirare inoltreun bassorilievo cinquecentesco in terracottapolicroma raffigurante la Madonna col Bambino.
SANTU LUSSURGIUGrosso centro ubicato sul versante orientale delMontiferru, dedito alla pastorizia ed all’allevamentodi cavalli e bovini. Fiorente l’artigianato delle pelli(selle e finimenti per cavalli), del legno e del ferro-battuto. Notevole la produzione di coltelli aserramanico e attrezzi per l’agricoltura e lapastorizia. Nella chiesa di Santa Maria degli Angelisi conserva una pregevole statua lignea del 1500
raffigurante la Madonna con gli Angeli e vari quadridel 1600 e 1700 di autori ignoti. Durante laSettimana Santa i riti vengono accompagnati dallevoci degli appartenenti alla confraternita delRosario. Interessante il “Museo della tecnologiacontadina” ospitato in un’antica casa padronale delXVIII secolo, che raccoglie una vasta collezione dioggetti che testimoniano la vita quotidiana e l’attivitàlavorativa del passato dei lussurgesi.
SAN LEONARDO DI SIETE FUENTESBorgata montana di Santu Lussurgiu posta a circa700 metri s.l.m. è famosa per le sue sette fonti le cuiacque hanno riconosciuti poteri curativi. Notevole lachiesa in stile romanico-pisano fondata in epocamedioevale dall’Ordine degli Ospedalieri diGerusalemme, poi di Malta.
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Chiesa Romanica di S. Maria a Bonarcado
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AGRUMETI IN FIORE TRA ANTICHI VILLAGGI
SCANO MONTIFERRORidente paese collinare situato alle pendicidella catena del Montiferru al confinesettentrionale della provincia, Scano vantaorigini molto antiche. Lo testimoniano i 46nuraghi, le “domus de janas”, le “tombe deigiganti”; una in particolare, quella di “PedrasDoladas”, merita di essere menzionata,poiché unica in Sardegna per tecnicacostruttiva. Il territorio è ricco di sorgentid’acqua disseminate fra boschi di querce,lecci e macchia mediterranea. Presso la
località di Funtana ‘e Amenta si trova “SaRoda Manna”, un pittoresco bosco digiganteschi agrifogli secolari da cui pendonolunghissime liane che risultano uniche nelleformazioni mediterranee, recentementeinserito fra i monumenti naturali dell’isola. Letradizioni sono tuttora vive, soprattutto quellelegate alle ricorrenze religiose. Suggestiva laSettimana Santa, in particolar modo“S’Iscravementu”, cerimoniale che ripercorredrammaticamente la deposizione del Cristodalla croce.
PUTZU IDU, MANDRIOLAE SU PALLOSUBorgate marine di San Vero Milis, meta estiva dituristi e villeggianti, hanno un’alternanza di litorali e
coste rocciose con numerose cale che offronoriparo dai venti ai bagnanti e alle imbarcazioni.Prima di arrivare a Putzu Idu la strada costeggiaper un tratto lo stagno di Sal ‘e Porcus, specchiod’acqua dolce-salata, molto importante dal punto divista naturalistico per l’ecosistema che consente lavita e la riproduzione di importanti colonie difenicotteri rosa, cavalieri d’Italia, aironi ed altrespecie di avifauna. Da qualche anno a San VeroMilis: le spiagge di Sa Mesa Longa. Capo Mannugli appassionati di surf-tavola si cimentano inspericolate acrobazie in quanto periodicamente sicreano onde di tipo oceanico che consentono lapratica di questo sport.
CUGLIERIImportante centro agricolo, a mezza costa delmassiccio del Montiferru, detiene conSeneghe il primato provinciale per laproduzione di olio d’oliva di ottima e rinomataqualità. Nel suo territorio sono ubicatinumerosi nuraghi, domus de janas, tombe di
giganti e betili. Dal sagrato della basilica diSanta Maria della Neve si gode unospettacolare panorama della costa che nellegiornate particolarmente limpide puòestendersi sino alle falesie di Porto ContepressoAlghero.
Monumento Naturale “S’Archittu”
SANTA CATERINA DI PITTINURI , S’ARCHITTU E TORRE DEL POZZOSono le tre borgate marine di Cuglieri chedurante la stagione estiva ospitano migliaia divilleggianti non solo per la bellezza delle coste- a S’Archittu possiamo ammirare losplendido arco naturale da cui il paesinoprende il nome - ma anche per le importantivestigia storico-archeologiche (nei pressi diSanta Caterina di Pittinuri troviamo i restidella città Punico-Romana di Cornus). Sulsagrato della chiesa è possibile ammirare trebetili provenienti da vicini siti archeologici.
RIOLAA pochi chilometri da Oristano, è punto di partenzaper numerose escursioni sulle belle spiagge diPutzu Idu, S’Arena Scoada, S’Archittu, PortoMandriola, Su Pallosu e Sa Rocca Tunda. Merita
una visita la parrocchiale di San Martino, concampanile tipicamente oristanese e, all’interno, unacquamanile seicentesco di buona fattura locale.Riola, assieme a Nurachi e Baratili, è un importantecentro agricolo per la produzione della “Vernaccia”.
NURACHISituato nella pianura bonificata, Nurachi è famosoper i ritrovamenti archeologici: è stato portato allaluce infatti un insediamento di origine neolitica,trasformato in necropoli dai Romani e rimaneggiatodai Cristiani. Sovrapposizioni sono state accertateanche nel VI secolo, quando fu costruito ilbattistero e la basilica, e nei secolisuccessivi, quando la basilica vennemodificata. Da visitare laparrocchiale di San GiovanniBattista del secolo XVII.
SENNARIOLORinomato per la presenza di una fiorente attivitàdi avicoltura e per la produzionedi olio d'oliva, è uno fra i comuni più piccoli dellaprovincia di Oristano e dell'interaregione.Accogliente e ordinato, è caratterizzato dallapresenza, tra le vie lastricate dell'abitato, di unavasta gamma di murales che raccontanoscene di vita quotidiana, della cultura e dellatradizione sarda.
Murales a Sennariolo
Putzu Idu
Su Pallosu
San Leonardo
Santu Lussurgiu
Is Arutas
Montiferru
Bonarcado
Santa Caterinadi Pittinuri
S’Archittu Seneghe
Is Arenas
MandriolaNarbolia
Milis
San Vero Milis Bauladu
TramatzaZeddiani
Baratili San Pietro
Riola Sardo
NurachiZerfaliuSolarussa
Scano MontiferroSennariolo
Cuglieri
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Mari Ermi
Lunghezza Percorso: km 132+800
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L'EDEN DI CABRAS E THARROS FENICIA
Questo percorso si svolge nel Sinis, il nome della zona che chiude il golfo di Oristano:ricchissima di stagni, di campi coltivati e pascoli, ospita alcune specie di uccelli rari e bellissimi,come il fenicottero rosa, il falco pellegrino, il gabbiano reale e tanti altri. Oltre a questiimportanti valori paesaggistici e naturalistici il Sinis è ricco di presenze storico-archeologiche,essendo stato abitato dalle popolazioni nuragiche (oggi infatti moltissimi nuraghi sono visibiliin tutta la zona), dai Fenici, dai Cartaginesi e dai Romani.
Oggi alla città morta si accede con l'antica stradaromana lastricata. Tra le rovine romane piùinteressanti si trovano i resti dell'acquedotto, dueedifici termali, di cui uno veramente grandioso.Imponente è il tempio punico con tre grossi muri esemicolonne doriche, capitelli, oltre ad interessantibassorilievi. Ancora da ammirare sono un piccolotempio fenicio o punico, e il “tophet”, l'altaresacrificale dei Cartaginesi, oltre al battisteropaleocristiano con vasca a pianta esagonale. Infineuna “presenza nascosta”, ma di indubbio interesse:il porto, che sommerso dal mare, è stato ricostruitodalle riprese fotografiche aeree. Poco distantesorge il borgo religioso di San Salvatore, con lecaratteristiche tradizionali casette, le “cumbessias”:qui gli abitanti di Cabras si trasferiscono prima dellafesta del Santo. La chiesa intorno alla quale sonoradunate le case sorge sull'ipogeo di San Salvatore,
santuario di origini pagane, nato per il culto delleacque. È composto da cinque stanze scavate nellaroccia; nella parte absidale si trovano un pozzosacro e diverse iscrizioni di origini puniche, arabe,greche, oltre a pitture romane.
CABRASA pochi chilometri da Oristano, Cabras è ungrosso paese che sorge lungo lo stagnoomonimo, il più ampio dell'Oristanese.Lungo la strada che raggiunge il paese siincontra tra gli alberi il santuario dellaMadonna del Rimedio, dove annualmente l'8settembre si svolge una festa religiosa cheattira moltissimi fedeli. Arrivati nell'abitato sitrova la parrocchiale, costruita nel '500, e piùvolte rimaneggiata. Ma il paese è rinomatosoprattutto per lo stagno di Cabras, sulle rive
del quale esso sorge. Con una superficie di2.200 ettari, offre ai visitatori uno spettacolonaturalistico di indubbio interesse, ospitandouccelli rari e bellissimi. Anche la fauna ittica èabbondante.La pesca è esercitata sin da epoche remote,quando i pescatori si muovevano con i“fassonis” primitive imbarcazioni, costruitecon giunchi lacustri e paragonabili con la loroprua appuntita alle antiche barche egizie dipapiro. In mezzo allo stagno sorge l'isolotto diCùccuru is Arrìus dove sono state scoperte letombe della più antica necropoli di tutta laSardegna. Separato da una striscia di sabbiasi trova un altro stagno:quello di Mistras, chesi collega al mare ed è popolato daun'avifauna stanziale e migratoria. Pocodistante si può visitare l'antico nuraghe diAngius Corruda, accanto al quale sorgel'antica chiesa di San Giovanni di Sinis, il cuiprimo impianto risale al VI secolo. È costituitodal corpo centrale che si articola in quattropiloni raccordati da arcate, con copertura acupola.
Veduta aerea di Tharros
ROVINE DI THARROSLa città di Tharros, che sorge sul Capo SanMarco all'estremità della penisola del Sinis, fufondata dai Fenici alla fine dell'VIII secoloa.C. Divenne un porto fiorente e continuò adesserlo anche sotto il dominio dei Cartaginesie dei Romani. Improvvisamente verso il Millela città fu abbandonata, non si sa per qualeragione e i monumenti antichi scomparveroper quasi un millennio.
SPIAGGE DI MAIMONI, ISARUTAS E MARI ERMILa costa di Cabras annovera più di 20 chilometri dicoste e comprende un litorale sabbioso con dune e
arenili intercalati da falesiee scogliere. L'ambientecostiero costituisce unadelle poche zone ancorain ta t te . Ovunque i lprofumo tipico dellamacchia mediterranea,dato dal rosmarino, dallentisco, dalle filliree e qui
arr icchi ta dal la f loraretrodunale della vegetazione spontaneadella psammofila. Il contrasto con l'acquacristallina, dai colori forti e luminosi e dallatrasparenza dei fondali è grande. In questocontesto sono inserite le candide spiagge diMaimoni, Is Arutas e Mari Ermi, la cuicaratteristica è data dai bianchi granuliquarziferi che assumono la forma di “chicchi diriso”, dovuti allo sgretolamento delbasamento granitico.Tharros: il cardo maximus
Volo di fenicotteri
Spiaggia di Is Arutas
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Scogliodel Catalano
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Torre Grande
Riola Sardo
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Donigala
CabrasSan Salvatore
San Giovannidi Sinis
ORISTANO
Tharros
Mari Ermi
Maimoni7
Isola diMal di Ventre
Lunghezza Percorso: km 37+400