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Una giornata di Cultura con Marco Valentini. Parlano i ragazzi. · Oggi i ragazzi progettano molto...

Date post: 28-Jul-2020
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Una giornata di Cultura con Marco Valentini. Parlano i ragazzi. A incontro concluso ci hanno colpito alcune cose dell'incontro. Le qualità umane e profonde dell'Autore che ci ha messo a nostro agio, che si è proposto in modo umile e molto sincero. La sua profonda cultura, che spaziava dalle leggi al diritto costituzionale, alle libertà, alla letteratura, la storia e la musica, senza mai un filo di retorica. La profondità di quello che ci raccontava e come lo raccontava, con una voce sempre equilibrata, narrante, come quella di un padre amorevole che racconta storie. Ne usciamo un po' migliorati e soprattutto più consapevoli. Una delegazione di studenti del VA con alcuni genitori era presente anche all'evento del pomeriggio, aperto al pubblico, presso l'ex chiesa di S. Giorgio della Fondazione Varrone (gli studenti partecipanti). Le nostre domande all'Autore Marco Valentini Le domande sono costruite per nuclei tematici con le parole chiave scaturite dalla lettura del libro, dalla preparazione in classe, dalla conoscenza del profilo biografico dell'Autore (le classi IV A/B e VA/B/C. PREMESSA: Il Libro è molto letterario e complesso per noi 1) Se dovesse sintetizzare il senso del suo racconto in una sola parola quale sceglierebbe? (VB Angeloni Sveva) 2) Scrivendo questo libro aveva intenzione di rivolgersi ad un determinato tipo di lettore oppure no? (VB Canicchio Simone) 3) Perché ha deciso di lasciare alcune parole in lingua originale? L’ha fatto per non rischiare di intaccare traducendole, il loro significato autentico o anche per altri motivi?(IVA GIOSAFATTO FRANCESCA)
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Una giornata di Cultura con Marco Valentini. Parlano i ragazzi.

A incontro concluso ci hanno colpito alcune cose dell'incontro. Le qualità umane e profonde dell'Autore che ci ha messo a nostro agio, che si è proposto in modo umile e molto sincero. La sua profonda cultura, che spaziava dalle leggi al diritto costituzionale, alle libertà, alla letteratura, la storia e la musica, senza mai un filo di retorica. La profondità di quello che ci raccontava e come lo raccontava, con una voce sempre equilibrata, narrante, come quella di un padre amorevole che racconta storie. Ne usciamo un po' migliorati e soprattutto più consapevoli. Una delegazione di studenti del VA con alcuni genitori era presente anche all'evento del pomeriggio, aperto al pubblico, presso l'ex chiesa di S. Giorgio della Fondazione Varrone (gli studenti partecipanti).

Le nostre domande all'Autore Marco Valentini Le domande sono costruite per nuclei tematici con le parole chiave scaturite dalla lettura del libro, dalla preparazione in classe, dalla conoscenza del profilo biografico dell'Autore (le classi IV A/B e VA/B/C. PREMESSA: Il Libro è molto letterario e complesso per noi 1) Se dovesse sintetizzare il senso del suo racconto in una sola parola quale sceglierebbe? (VB Angeloni Sveva)

2) Scrivendo questo libro aveva intenzione di rivolgersi ad un determinato tipo di lettore oppure no? (VB Canicchio Simone)

3) Perché ha deciso di lasciare alcune parole in lingua originale? L’ha fatto per non rischiare di intaccare traducendole, il loro significato autentico o anche per altri motivi?(IVA GIOSAFATTO FRANCESCA)

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4) Considerando che prima lei ha scritto saggi, come è nata l’idea di cambiare genere? (IVA GIOSAFATTO FRANCESCA)

5) A cosa ha pensato quando ha iniziato a scrivere questo libro? Pensava che avrebbe avuto successo o inizialmente l’ha scritto come una bozza che sarebbe rimasta nella sua sfera personale? (IVA GIOSAFATTO FRANCESCA)

AMATRICE 1) A tre anni dai disastrosi terremoti del 2016 Amatrice è ancora tutta da ricostruire nonostante i finanziamenti erogati. Ci potrebbe spiegare le ragioni di questo immobilismo? (VA Giulia Grifoni) MEMORIA 1) Le chiediamo ora di ricordare per noi i basilari. Ci può parlare della sua formazione letteraria? Ha un autore preferito a cui si ispira per scrivere? (VB Bresciani Luca) 2) In tutto il testo si fa continuamente riferimento al tempo e alla memoria. La biblioteca è metafora, scrigno di ricordi, nel corso della nostra vita leggiamo libri molto diversi per es. che si stratificano negli scaffali della nostra biblioteca. Ora le chiedo al di là del valore della memoria raccontata nel libro: quali episodi di “normalità” e quotidianità sono più vivi nella sua personale memoria oggi? A quale ricordo è più affezionato (Prof.ssa Benedetta Graziosi) 3) Nel suo scritto i ricordi diventano una sorta di filo conduttore dell’intera narrazione ragion per cui è stato anche definito un libro un po’ metafora, un po’ memoria, un po’ autoanalisi. Lei come lo definirebbe? (VB Canicchio Simone) 4) Oggi comanda la tirannia del presente, niente più passato, poco futuro. Il disinteresse verso la Storia, ogni storia , è una delle conseguenze, l'altra è la sfiducia. Secondo l'ISTAT i giovani (15-29 anni) che non studiano e non lavorano sono il 28 per cento, (in Germania l'8,7 e in Francia il 13 ca). Come si può restituire lo slancio che manca? Prima c'era la politica e la filantropia ad accendere, oggi una buona parte dei giovani sono cinici e vivono in un eterno presente, privo di slanci. Non è il caso di porre un freno a livello di società italiana e di sistema educativo nazionale? (Prof.ssa Ines Millesimi) CORAGGIO 1) Pensa che noi siamo la generazione che non ha il coraggio di pensare l’impensabile, come invece fecero i giovani partigiani? Lei avrebbe fatto a 18 anni quello che ha fatto suo padre? (Mariangela Ottaviani VC) 2) Tuo padre non ti ha mai raccontato la verità sulla sua terribile esperienza a via Tasso. Lo hai saputo prima in modo vago dai racconti di tua nonna, come scrivi nel libro, poi ti sei messo sulle sue tracce grazie a quella dedica galeotta trovata nel libro del '45, tra i recuperi delle cose di Amatrice. Secondo te si sentiva un reduce con sensi di colpa, come quelli che tornano dai campi di concentramento o da una guerra? (Prof.ssa Ines Millesimi) AMICIZIA 1) Mettersi in ascolto dell'altro. A pagina 100 lei ci fa riflettere sull'amicizia spirituale in carcere che ha legato suo padre, allora diciottenne, al generale Simone Simoni, di 64 anni, prima che quest'ultimo fosse trucidato nelle Fosse Ardeatine. Spesso leggiamo di storie di amicizia nate in luoghi di totale disumanità. Ritiene che l’amicizia sia ancora oggi, nell’età dei social e degli amici virtuali, l’antidoto più forte alla sopraffazione e all’indifferenza? (Prof.ssa Benedetta Graziosi) 2) Leggo a pagina 41 del valore della nostalgia. Lei dice che è un sentimento dalle molte facce, legato alla perdita di qualcosa e lo analizza con grande acutezza. Le chiedo: la nostalgia è legata ad

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un'età anagrafica? Oggi i ragazzi progettano molto di più di girare il mondo che di viaggiare dentro loro stessi. Si ritrova in questo giudizio? Cosa possiamo fare per diventare amici di noi stessi viaggiando dentro di noi? (Mariangela Ottaviani VC) PADRE - FIGLIO 1) Il suo libro, dopotutto, è un itinerario alla ricerca del padre e dunque alla ricerca di una più salda identità personale. Dopo la sua fatica, può dire di essere approdato a qualcosa di profondo? Scrivere per lei è stato terapeutico? (VA Simone Antonelli) 2) Nel libro traspare un grande rispetto per tuo padre ed è un crescendo di ammirazione per la sua discrezione e la sua sobrietà. Forse è lui che ti ha lasciato nel sangue un po' del suo impegno di servitore dello Stato? Tu che padre sei? Come ti sei rapportato con i tuoi figli adolescenti e le loro ribellioni? (Prof.ssa Ines Millesimi) RESISTENZA E DEMOCRAZIA

1) Lei crede che oggi ci siano ancora pericoli concreti per la democrazia? Ritengo pericoloso ad es. il linguaggio, tipico dei totalitarismi, che usano spesso le formazioni neonaziste dei nostri tempi. Cosa ne pensa? (Federico Pedetti VC)

2) Confrontando i valori e gli ideali che si volevano realizzare dopo la caduta del fascismo con l'attuale situazione politica italiana, secondo lei i capi e i partiti politici dei nostri giorni stanno riuscendo nell'intento di applicare quei valori e quegli ideali? (IVA Chiara Aguzzi) 2) Resistenza: noi giovani non ne parliamo. In alcuni casi parliamo di disobbedienza civile. Quali sono le analogie e le differenze? (Lara Colagé VA) MONTAGNE 1) Nel suo libro lei fa riferimento a Walter Bonatti: ci può parlare di questa mitica figura che ha rivoluzionato l’alpinismo moderno? Lei ha praticato l'alpinismo? (IIIA Irene Marri)

2) Il suo amore per la montagna traspare benissimo da quanto scrive: “In altitudine ci si sente giganti per avere, con perizia e fatica dominato mille asperità… Nello stesso istante, si resta basiti per la propria dimensione minuscola rispetto a quegli spazi smisurati”. Ci potrebbe dire, in sintesi, cosa la montagna rappresenti, forse un’occasione per conoscersi più a fondo? (VA Marika Cardellini)

3) Nel primo capitolo del suo libro, lei fa spesso riferimento ad alcune letture preferite inerenti la letteratura di montagna. Può spiegarci meglio quali sono quelle che hanno contribuito maggiormente alla sua formazione personale e culturale? (IIIC Franceschini Arianna) MUSICA 1) Nel suo libro ci sono moltissimi riferimenti alla musica classica e leggera, quasi a suggerire una sorta di “playlist” congeniale alla lettura. Che importanza ha avuto la musica nella sua formazione culturale? Perché ha inserito questo sottofondo che accompagna la lettura come un film? (IIIA Vittoria Fornari) 2) Oltre la musica e le montagne quali sono le sue passioni oggi e quelle da ragazzo ieri? (Alessio Guidi VA) ABITARE SPAZI DI LIBERTA' 1) Leggo a p. 38 della sua casa a Capricchia perduta per sempre col terremoto. Era legato e si sente dalle sue parole, era uper lei un buen ritiro, un rifugio per uscire dal flusso di stimoli e

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pressioni della vita contemporanea e immagino del suo lavoro. Quando pensa alla sua casa perduta a quale angolo è più legato e perché? (Prof.ssa Benedetta Graziosi) 2) Lei prende spesso il treno, nel libro all'inizio parla del senso di spaesamento che si prova nella nuova stazione di Berlino e poi, al contrario, del senso di identità e appartenenza delle stazioni in Appennino o nella periferia romana, dove tutto è lento, antico, familiare. Il viaggio, che per noi è libertà, per lei è promessa felice o nostalgia della partenza? (VA Aurora Cortella) 3) Perché decide di immaginare le stazione ferroviaria come la “pancia della terra”? (IVB Giulia Principessa) 4) Secondo lei che rapporto c’è tra lo spazio e il tempo? (IVB Giulia Principessa) RESPONSABILITA' 1) I ragazzi della generazione di suo padre hanno lottato per la loro patria, ma i ragazzi di oggi che vivono in una situazione di pace duratura in Italia (75 anni), come potrebbero dimostrare il loro amore per la patria? (VA Francesco Longhi)

2) Lei ha lavorato presso l’alto commissariato dell’antimafia. Questo fenomeno basa la sua forza anche sulle tante persone che non sono propriamente mafiose ma col loro atteggiamento di equidistanza tra legalità e crimine rendono la mafia potente. Ci potrebbe spiegare cos’è, nel concreto, un comportamento mafioso? (VA Sara Amedei)

3) C'è secondo lei, dal suo osservatorio privilegiato e di grande responsabilità, un'emergenza migranti in Italia e un pericolo attentati? Viviamo in perenne condizione di paura perché ci dicono questo, la stampa, i social, le fake news. Viviamo con Internet in un sistema di odiatori seriali e campagne di disinformazione. Secondo lei, internet ha bisogno di un'etica come stanno chiedendo gli ingegneri di Google e Facebook? (Prof.ssa Romina Giovanrosa) 4) A pag. 127 del libro si capisce quanto lei sia legato alla Carta costituzionale e ai valori della Repubblica Italiana, della Resistenza, della Pace. Cosa c'è che non va in questa Costituzione che alcuni vorrebbero rivedere? Cosa cambierebbe se lei fosse un decisore? (VA Arianna Trauzzi) 5) Nel suo libro ricorda spesso quanto l'intervento delle giovani generazioni in passato abbia contribuito alla Resistenza per far cadere il regime fascista. Anche ai giorni nostri ci sono molti giovani che combattono per far sì che vengano rispettati i valori della Costituzione e dei diritti umani. Lei cosa ne pensa lei dei giovani di oggi? (IVA Chiara Aguzzi)

********* Dall’articolo, apparso martedì 12 novembre 2019 su Il Corriere di Rieti, di Paola Corradini: “La chiesa di San Giorgio ha ospitato la presentazione di “Quando sale la notte”, vincitore del Premio Cultura Orsello 2019, scritto da Marco Valentini, prefetto, docente universitario e scrittore con la passione per l'alpinismo. La storia inizia il 24 agosto 2016 con il terremoto che alle 3.36, devastò Amatrice (anche se questa parola nel libro non compare mai) e le sue frazioni. A Capricchia, c'era la casa di Valentini dove lo scrittore conservava i suoi libri che riesce però a mettere in salvo prima che venga abbattuta. Tra i tanti ne ritrova uno del 1945 e da lì da parte per ricostruire un pezzo della vita di suo padre che a 18 anni fu detenuto a via Tasso scampando all'Eccidio delle Fosse Ardeatine. Con il sisma Marco scopre una storia di valori e libertà. E la racconta dialogando con la storica dell'arte Ines Millesimi e il giornalista Alessandro Toniolli. Organizzato dall'Associazione Culturale Macondo e dal CAI di Amatrice,

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con il patrocinio di Sabina Universitas e l'apporto del Liceo Artistico Calcagnadoro di Rieti, l'incontro è stato introdotto dai saluti di Daniele Mitolo direttore della Sabina Universitas, dal presidente del CAI di Amatrice Franco Tanzi e il dirigente Lorella Gallone in sostituzione del Prefetto Reggiani. E' lei a ricordare i giorni del terremoto ad Amatrice dove arrivò “che albeggiava e ancora sento il silenzio assordante e la desolazione più totale”. Il presidente del Cai di Amatrice Franco Tanzi dice: “il destino mi ha voluto protagonista quella notte del 24 agosto. Ho iniziato a leggere il libro ma non ce l'ho fatta; ho atteso qualche giorno e l’ho finito in due ore. Da noi tutto si è fermato, ma torneremo a vivere. Non abbiate pietà del nostro paese, ma venite e portate il vostro sorriso”. Il direttore della Sabina Universitas Daniele Mitolo ha sottolineato come sia stato “importante essere riusciti a portare a Rieti la facoltà di Scienza della Montagna, perché il nostro è un territorio dove il paesaggio e l'ambiente hanno un ruolo fondamentale”. Poi Valentini racconta il suo 'ritorno' a Capricchia “dove ho trovato l’iconografia della guerra perché erano solo macerie. Quando i vigili del fuoco mi hanno chiesto cosa volessi salvare ho risposto i libri”. E tra quelle pagine ritrova le lettere che il padre aveva scritto giovanissimo “scoprendo una parte della sua vita che non conoscevo”. E così il desiderio di conoscere una storia di coraggio e di eroi. “Questo libro – dice Valentini - è l’amore per il nostro Paese che si unisce a storie singole attraverso la memoria”. Di memoria lo scrittore ha parlato con gli studenti del Liceo Artistico “Calcagnadoro” e a chi gli ha chiesto quale è stata l’urgenza di scrivere questa storia risponde “forse comunicare un percorso interiore guardando al proprio passato perché la memoria e la nostalgia sono gli elementi del futuro di ogni persona”. Del silenzio di suo padre Marco dice che “il tacere accomuna molti sopravvissuti. Ricordo che quando ero ragazzino mio padre non sopportava sentire parlare tedesco. Poi ho capito perché. Mi sono chiesto spesso cosa penserebbe di questo libro e oggi ne sento l’approvazione”. Alla domanda “Che padre è Marco?” risponde “Io non posso dirlo. Mia figlia ha letto il libro e poi si è iscritta al Cai di Amatrice. Adorava il nonno, ma non mi ha chiesto nulla, verrà il momento in cui sarà lei a volerne parlare”. Importante l'incontro con gli studenti del Liceo Artistico “Calcagnadoro” che, dopo aver letto il libro, hanno preparato delle domande per Marco Valentini. Ed è lo scrittore che, nell'incontro pubblico ne ricorda alcune, tra cui quella di Francesca che gli ha chiesto quale sia stato il suo pensiero quando ha iniziato a scrivere il libro e quale è stata l’urgenza che lo ha spinto a raccontare questa storia.

Durante la mattina Marco Valentini ha raccontato ai ragazzi dei “padri della patria confinati a Ventotene che, quando cade il fascismo, non fanno festa ma iniziano il lavoro che sarebbe servito ai padri costituenti per scrivere la Costituzione perché non pensavano alla vendetta ma a costruire l’Italia del futuro”. E nell’ultima parte del libro ci sono alcune pagine dedicate all’etica perché “i giovani rappresentano il futuro e penso che il passaggio di testimone tra ieri e oggi sia fondamentale”.


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