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UNA LINGUA - Fara Editore

Date post: 31-Oct-2021
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Page 1: UNA LINGUA - Fara Editore
Page 2: UNA LINGUA - Fara Editore

JOHAN THOR JOHANSSONUNA LINGUA PER L’EUROPA

FaraEditore

© Fara Editore 2002

via Emilia 160947822 – Santarcangelo di Romagna

e-mail: [email protected]/fara

Page 3: UNA LINGUA - Fara Editore

PREMESSA

Questa guida alla lingua internazionale espe-ranto semplificata presenta i fondamenti dellapiù diffusa lingua interculturale ausiliaria (LIA).Il suo iniziatore, il dottore e poliglotta polaccoL.L. Zamenhof, ne pubblicò la prima grammaticanel 1887 con lo pseudonimo di Doktoro Esperan-to (Dott. Speranzoso). Suo scopo era quello diproporre una lingua internazionale semplice, lo-gica e regolare. Oggi l’esperanto è parlato da mi-lioni di persone in più di cento paesi.

Esistono numerose grammatiche e pubblica-zioni su questa lingua ausiliaria,1 la presente gui-da apporta alcune novità legate ad una semplifi-cazione sia grafico-fonologica sia morfologica.Probabilmente le accademie esperantiste, giusta-mente preoccupate di difendere uno standard daestemporanee e gratuite innovazioni, non le aval-leranno d’emblée, ma poiché il loro scopo è quel-lo di rendere ancora più accessibile e agevole l’u-so della geniale lingua ideata da Zamenhof e cer-te semplificazioni ortografiche sono già utilizza-te, osiamo sperare che possano essere accettatee diffuse dall’uso: se questo non sarà ci saremoovviamente sbagliati.

Per quanto riguarda l’aspetto grafico-fonolo-gico abbiamo evitato di usare il più possibile i se-gni diacritici e di usare grafemi (le lettere) gene-

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– La desinenza -j (-y nella nostra grafia) delplurale viene sosituita da -s (terminazione pre-sente in importanti lingue euoropee largamentediffuse nel mondo: inglese, francese, spagnolo,portoghese).

– La -n(s) dell’accusativo la precede (la gepa-

troj amas la filojn diventa la gepatros amam la

filons i genitori amano i figli).– La -s delle desinenze verbali viene sostituita

da -m non solo per motivi eufonici ma anche persegnalare in modo fono-logico (per cui il suonorimanda a un relazione logica) il rapporto fra ilverbo e l’oggetto diretto marcato dalla desinenza-n, che è un’altra consonante nasale come la -m.

– Il suffisso femminile -in- diventa -y- (patri-

no “madre”, diventa patryo, knabino “ragazza”diventa knabyo): questo consente una maggioreequiparazione dei generi (il numero di sillabenon varia), il mantenimento dell’accento sulla to-nica della radice, una economia grafica.

Si tratta dunque di modifiche semplici, nonimmotivate, e comunque facilmenti convertibili,con pochi algoritmi, nella grafia esperanto stan-dard.

Consiglia di studiare una lezione alla settima-na facendo gli esercizi: è infatti dimostrato cherallentando il ritmo di studio si tende a dimenti-care quanto si è già appreso. Le liste di vocabolicontenute nelle lezioni dovrebbero essere memo-rizzate prima di fare gli esercizi, in modo da tra-durre senza aver bisogno di consultarle.

Una lingua per l’Euorpa

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ralemente presenti in tutte le tastiere. L’alfabetoideato da Zamenhof è il seguente di 28 lettere:

a b c ĉ d e f g ĝ h ĥ i y ĵ k l m n o p r s ŝ t u ŭ v z

noi lo riduciamo a 26 eliminando la ĥ (una h for-temente aspirata simile al ch tedesco in nacht,

già in via di sparizione) e utilizzando per il suonodella c (la z aspra di marzo) i fonemi (cioè i suo-ni distintivi) che lo compongono ts. Ecco dunquele modifiche:

c diventa tsĉ diventa cĝ diventa çĥ diventa k (o kw in caso di ambiguità: koro ‘cuore’, kworo ‘coro’; kolero ‘collera’,kwolero “colera”)j diventa yĵ diventa jŝ diventa xŭ diventa w

Proponiamo inoltre la semplificazione delnesso consontantico sts in ts:

stsii (scii, nella grafia di Zamenhof) “sapere”diventa tsii

Per quanto riguarda la morfologia adottiamole seguenti modifiche:

Johan Thor Johansson

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LETSIONO 1

ALFABETO E PRONUNCIA

In esperanto le parole si scrivono fonologica-mente, cioè ad ogni lettera corrisponde un solosuono distintivo (e viceversa). L’alfabeto qui pro-posto ha 26 lettere (anziché 28).

a b c ç d e f g h i j k l m n o p r s t u v w x y z

Per nominare le consonanti (bi, ci, di, ecc.),l’esperanto aggiunge la vocale o (bo, co, ço, do,ecc.). Le lettere:

a, b, d, e, f, i, l, m, n, o, p, r, t, u, v

si pronunciano come in italiano: le vocali e, o

non sono distinte in aperte e chiuse, ma hannouna apertura intermedia. Le altre consonanti sipronunciano come qui sotto indicato (solo i suo-ni della h e della j non sono presenti in italiano):

c come la c dolce in pece, ceciç come la g dolce di gelo, giàg come la g dura di gatto, gustoh come in inglese have, home

j come la j francese in je, jour

k come la c dura in cane, cosas sempre sorda come in sera, stelo w come la u nei dittonghi uomo, laurox come sc in scempio, ascia

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Trattandosi di una grammatica essenziale si ècercato di presentare il funzionamento essenzia-le della LIA nel modo più succinto possibile, maanche, speriamo, in modo chiaro e con un con-gruo numero di esempi che rendono immediata-mente evidente l’applicazione delle regole gram-maticali.

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y come la i italiana nei dittonghi miele, saiz come la s sonora in slitta, esegesi

SILLABAZIONE E ACCENTO

Ogni vocale a, e, i, o, u, forma con le (even-tuali) consonanti vicine una sillaba indipendente.Nelle parole di più sillabe, l’accento cade sempresulla penultima vocale (come provvisoriamenteindichiamo negli esempi qui sotto):

amìko amicoamìka amichevoleekzèrtso esercizioletsiòno lezionevèndi vendere

Nella parola amiko abbiamo tre vocali, dun-que tre sillabe: a-mi-ko; così nella parola soifi

(accento sulla -i-, che è la penultima vocale): so-i-fi. Le consonanti y e w si trovano sempre aggre-gate ad una vocale vicina. Infatti le vocali a, e, i,

o, u combinate con y o w formano un unico suo-no sillabico, chiamato dittongo; se la y si trova inmezzo a due vocali, forma sillaba con la vocaleseguente: ciò vale anche per le altre consonanti.Quando una vocale è seguita da due consonanti,la seconda apparterrà alla sillaba seguente (la di-visione sillabica indica un modo per andare acapo, l’altro separa eventuali prefissi e suffissi,es. con kayerego quadernone si può andare acapo con il suffisso accrescitivo -eg-).

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EKZERTSO

Pronunciate le seguenti parole (la sillaba ac-centato è qui in corsivo):

se-may-no, ma-yo, ka-yo;koy-no, vo-ya-çi, ço-yo;pley, mey-lo, ler-ne-yo, ven-de-yo;tuy, mo-nu-yo, An-glu-yo;naw, an-taw, jaw-do, aw-tu-no;Ew-ro-po, new-tra-la, Ew-kli-do.

ALCUNE DESINENZE IMPORTANTI

La LIA può essere considerata una lingua ag-glutinante come il turco o il basco: ciò significache le parole sono create a partire da radici inva-riabili (che forniscono il significato principale),alle quali vengono aggiunte desinenze che indica-no la categoria grammaticale (nome, aggettivo,verbo, avverbio) ed eventualmente prefissi e suf-fissi dalla funzione codificata, come vedremo piùavanti. Ecco tre importanti desinenze che indica-no altrettante categorie grammaticali:

– i sostantivi finiscono in -o;– gli aggettivi finiscono in -a;– i verbi all’infinito finiscono in -i.

I PRONOMI PERSONALI

In LIA i pronomi personali sono più usati chein italiano in quanto non possono essere (trannenei pochi casi che vedremo) sottintesi; essi sono:

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mi iovi tu (o tsi, pronome confidenziale)li luixi leiçi esso (ciò di cui non si specifica il sesso)oni si impersonale, uno ni noivi voiili loro

LE DESINENZE VERBALI

Al presente indicativo i verbi mutano la -i fi-nale dell’infinito (havi avere; doni dare; iri anda-re) in -am, desinenza valida per tutte le persone:per tale ragione in LIA il soggetto è sempreespresso (mi diram dico; vi diram dici; oni di-

ram si dice) a meno che non si tratti del soggettoimpersonale di verbi come xayni “sembrare”(xaynam al mi, ke li estam malsana mi sembrache sia malato) o dei verbi atmosferici (pluvam

piove; neçam nevica) o, come vedremo nella le-zione 8., della seconda persona con i verbi all’im-perativo.

Il presente indicativo del verbo esti (essere):

mi estam io sonovi estam tu seili estam lui èxi estam lei èçi estam esso è

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oni estam si, uno èni estam noi siamovi estam voi sieteili estam loro sono

Al futuro la desinenza verbale è -om, al pas-

sato -im:

mi parolim parlavo, parlaimi parolom parlerò

GLI AGGETTIVI POSSESSIVI

Gli aggettivi possessivi si formano semplice-mente aggiungendo la desinenza aggettivale -a aipronomi personali:

mia mio, miavia tuo, tualia suo, sua (di lui)xia suo, sua (di lei)çia suo, sua (di cosa o animale)nia nostrovia vostroilia loro

L’ARTICOLO

L’articolo indefinito in esperanto non esiste.C’è un unico articolo definito la valido per tutti igeneri e numeri. Non si usa l’articolo con gli ag-gettivi possessivi, né quando il sostantivo si rife-risce a una quantità indeterminata:2

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IL PLURALE

In LIA il plurale si forma aggiungendo una -salla forma singolare dei nomi e degli aggettiviche a quei nomi plurali si riferiscono (si ricordidi accentare sempre la penultima vocale). Eccoalcuni esempi:

La bona amiko estam fidela darà al plurale: La bonas amikos estam fidelas. I buoni ami-

ci sono fedeli.Mias libros estim tie. I miei libri erano là.Vias filos estam nias amikos. I vostri figli

sono nostri amici.Ilias kafos estom varmas. I loro caffè saran-

no caldi.La knabos estam grandas. I ragazzi sono

grandi.La pano estim seka. Il pane era secco.

IL SUPERLATIVO RELATIVO

Il superlativo relativo in esperanto adotta unacostruzione simile alla costruzione italiana: siforma infatti con l’articolo la, l’avverbio pley

(pli se si confrontano due soli termini di parago-ne) e l’aggettivo seguito dalla preposizione el

(en se si ha determinazione di luogo):

La pley bona el mias filos estam Marko.

Il più buono dei miei figli è Marco.La pli granda el xias filos estam Karlo.

Il più grande dei suoi (due) figli è Carlo.

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La awto estam mia. L’auto è mia.Li estam via instruisto. Lui è il tuo insegnante.Mi acetim lakton kay panon. Ho comprato

latte e pane.La lakto estam blanka. Il latte è bianco.La lakto estam sur la tablo. Il latte (una

quantità definita) è sul tavolo.Sur la tablo estam lakto. Sul tavolo c’è del

latte (una quantità non determinata).

Si evita di usare l’articolo anche con i nomigeografici o i titoli personali, a meno che non sia-no modificati da altre parole che si interponganofra articolo e sostantivo:

Frantsio estam granda lando. La Francia èun grande paese.

La bela Italio estam mia patrio. La bella Ita-lia è la mia patria.

Sinyoro Rossi estam tre fama. Il signor Ros-si è molto famoso.

La fama sinyoro Rossi estam mia amiko. Ilfamoso signor Rossi è mio amico.

PRONOMI POSSESSIVI

Quando gli aggettivi possessivi sono precedu-ti dall’articolo possono svolgere la funzione dipronomi possessivi:

Via awto estam bela, la mia estam granda.

La tua auto è bella, la mia è grande.

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Introduzione

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teo tèurbo cittàvarma caldovento vento

EKZERTSO

Traducete in esperanto:

1. Il tè è caldo.2. Lui è un amico fedele.3. Il vostro amico era buono.4. Le nostre nazioni sono amiche.5. Mio fratello è un ragazzo.6. I vostri figli saranno amici.7. I dolci erano buoni.8. Il pane sarà secco.9. Tu sei un ragazzo sano.10. I ragazzi sani saranno grandi.11. Mio padre era un insegnante umano.12. I tuoi biscotti erano buoni. 13. Il signor Bianchi era là.14. Il più buono dei dolci è il tuo.15. Il più grande dei tuoi (due) figli è suo (di

lei) amico.16. Il nostro è il pane più buono della città.17. I miei libri sono belli.18. Il tuo libro è sul tavolo.19. Oggi c’è (estam) un vento caldo.20. Il latte e lo zucchero sono bianchi, il caffè

è nero.

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La pley fama instruisto en la urbo estam

mia amiko. Il più famoso insegnante della città èmio amico.

VORTARO

amiko amicobela bellobiskvito biscottoblanka biancabona buonafama famosofidela fedele (agg.)filo figliofrato fratellogranda grandehodiaw oggihoma umano, instruisto insegnantekafo caffèkay eknabo ragazzokuko dolce (sost.)lakto lattenatsio nazionenigra neropano panepatro padresana sano, in buona saluteseka seccosukero zuccherotablo tavolo

Alessandro Ramberti

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LETSIONO 2

IL FEMMINILE

I nomi che designano esseri viventi sessuatipossono prendere la marca del femminile, ovve-ro il suffisso -y- che precede immediatamente ladesinenza nominale -o:

viro uomo,maschio viryo donnaamiko amico amikyo amicafilo figlio filyo figliapatro padre patryo madrekoko gallo kokyo gallinacevalo cavallo cevalyo cavalla

Nella lezione 1. abbiamo visto che in LIA gliaggettivi concordano in numero con i nomi a cuisi riferiscono. Essi sono invece invariabili perquanto riguarda il genere:

La bonas amikos estam fidelas. I buoni ami-ci sono fedeli.

La bonas amikyos estam fidelas. Le buoneamiche sono fedeli.

La yunas amikyos estam belas. Le giovaniamiche sono belle.

La famas instruistyos estam de nia urbo. Lefamose insegnanti sono della nostra città.

La grandas viryos. Le grandi donne.La belas cevalyos estam la mias. Le belle ca-

valle sono le mie.

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Johan Thor Johansson

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Se anche mettiamo, per motivi stilistici o dienfasi, il complemento oggetto all’inizio della fra-se, possiamo subito individuarlo grazie appuntoalla desinenza -n:

La instuistyon li amim. Lui amava l’inse-gnante.

I complementi diversi dal complemento og-getto sono introdotti da preposizioni che ci per-mettono di riconoscerne subito la funzione. Nonsi usano invece gli equivalenti delle preposizioniitaliane a, di davanti all’infinito:3

Mi iram lavi mian awton. Vado a lavare lamia auto.

Li irim skribi leteron. È andato a scrivereuna lettera.

Con esti non si usa mai l’accusativo: “essere”(verbo intransitivo per eccellenza) implica infattiuna sorta di equivalenza fra soggetto e comple-mento: “lei è bella” significa qualcosa come “lei =bella” (lei appartiene alla classe delle cose belle).

LA NEGAZIONE

Le frasi negative si formano semplicementemettendo la negazione ne davanti al verbo:

Mi ne sukeram la kafon. Non zucchero ilcaffè.

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I CONTRARI

Il prefisso mal- permette di formare il contra-rio delle parole a cui si attacca:

amiko amico malamiko nemicobela bello malbela bruttonova nuovo malnova vecchiovarma caldo malvarma freddoami amare malami odiare

L’ACCUSATIVO

In esperanto c’è una desinenza molto utileche permette di riconoscere immediatamente inuna frase il complemento oggetto. Si tratta delladesinenza -n dell’accusativo: essa si aggiungealla fine di nomi, pronomi e aggettivi per indicareche si ha a che fare con un oggetto diretto, cioècol complemento più intimamente collegato e“intaccato” dall’azione espressa dal verbo.

Mi sukeram la varman kafon. Zucchero ilcaffè caldo.

Al plurale:

Ni sukeram la varmans kafons. Zuccheria-mo i caffè caldi.

Si osservi che la desinenza del plurale seguela desinenza dell’accusativo (in esperanto stan-dard avviene il contrario, es. kafojn).

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trinki berevendi venderevidi vederexayni sembrare

EKZERTSO

Traducete in LIA ricordando che potete for-mare, quando è possibile, il femminile e il contra-rio delle parole che già conoscete; che i verbi al-l’infinito terminano in -i e si coniugano all’indica-tivo sostituendo alla -i le desinenze -am per il pre-sente, -im per il passato, -om per il futuro.

1. Una ragazza sana beve latte caldo.2. Il nuovo negozio vende dolci secchi.3. La bella insegnante ha incontrato i suoi (di

lui) nuovi amici.4. Le mie buone amiche faranno un bel dolce.5. Lei ha incontrato le tue sorelle.6. Suo (di lui) fratello aveva la sorella piccola

malata e chiese dell’acqua per (por) lei.7. Berremo nelle (en la) tazze brutte.8. Il grande uccello ha catturato un piccolo in-

setto.9. Il vecchio negozio ha venduto della limona-

ta cattiva.10. Uno (oni) non lava tazze sporche con

(per) acqua fredda. Le tazze sporche si (oni) la-vano con l’acqua calda.

11. Il dolce mi sembra buono ma secco.12. Io non sono suo (di lei) fratello.

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Xi ne amam min, mi ne malamam vin. Leinon mi ama, io non ti odio.

Ili ne estam mias amikos. Loro non sonomiei amici.

VORTARO

akvo acquaal aami amarebirdo uccellobutiko negoziofari fareforgesi dimenticarehavi avereinsekto insettoiri andarekapti catturare, acchiapparelavi lavarelimonado limonatanova nuovopapero cartaper per (mezzo di), con (strum.)peti chiedere, richiedereplumo pennaporti portarepreni prenderepura pulitorenkonti incontraresed maskribi scriveretaso tazza

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LETSIONO 3

RIEPILOGO

Nelle precedenti lezioni abbiamo già impara-to diverse cose. Ecco una piccola tabella checontiene le desinenze grammaticali viste fin qui:

Soggetto Verbo Compl. oggetto Agg. Nome -im Agg. Nome-a -o -am -an -on

-as -os -om -ans -ons

Mia patryo lavim mian fraton.

Vias patryos vidim mians filons.

Xia fratyo estam bela viryo.

Xias fratyos estam belas viryos.

L’ORDINE DELLE PAROLE

Non è obbligatorio che le parole seguano unordine prestabilito, ma quello più comunementeusato è l’ordine soggetto-avverbio-verbo-comple-mento. Si può riconoscere la funzione delle paro-le anche alterando questo ordine.

EKZERTSO (A)

Rispondete alle seguenti domande dopo averben fatto attenzione alle desinenze delle parole.

1. Mian fraton lavim mia patryo.

Chi è stato lavato? Chi ha lavato?

Una lingua per l’Euorpa

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13. Lui è andato a prendere la tua penna.14. Vado a bere la mia limonata.15. Non ho una sorella, ma un fratello.16. Ho incontrato sua (di lui) madre.17. Penna e carta sono tue.

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I COMPARATIVI

Se vogliamo confrontare due termini relativa-mente a una loro qualità, possiamo usare leepressioni comparative. Il comparativo di mag-

gioranza premette all’aggettivo o all’avverbio laparticella pli, mentre il “di” che in italiano intro-duce il secondo termine di paragone si esprimein esperanto con la particella ol:

Mi estam pli alta ol vi. Sono più alto di te.Li kuram pli rapide ol vi. Lui corre più velo-

cemente di te.Vi estam pli malsata ol mi. Sei più affamato

di me.

Il comparativo di minoranza usa malpli an-ziché pli:

Vi estam malpli alta ol mi. Tu sei meno altodi me.

Vi kuram malpli rapide ol li. Tu corri menovelocemente di lui.

Mi estam malpli malsata ol vi. Sono menoaffamato di te.

ESPRESSIONI COMPARATIVE

Le locuzioni italiane (quanto) più/meno …(tanto) più/meno si traducono come segue:

Yu pli mi kurim, des pli mi estim latsa.

Più correvo, più ero stanco.

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2. Instruistons vians fratyos nias vidim.

Chi ha visto?Chi è stato visto?

GLI AVVERBI

Gli avverbi svolgono un po’ il ruolo degli ag-gettivi, ma anziché precisare il significato espres-so da un nome (molta carne), determinano il si-gnificato espresso da verbi (mangia molto) o ag-gettivi (molto bella). Il più delle volte gli avverbiindicano il modo, la causa, il tempo o il luogo.

In esperanto gli avverbi derivati da un’altraparola terminano per -e:

bona buono bone benesukero zucchero sukere zuccherosamentekuri correre kure di corsa

Come si può osservare, in esperanto il signifi-cato espresso dalla radice di una parola può es-sere utilizzato in più modi grazie al semplice mu-tamento della desinenza:

sano salute – Li havam bonan sanon.

sana sano – Li estam sana.

sani esser sano – Li sanam.

sane in modo sano – Li sane vivam.

In genere l’avverbio precede la parola di cuiprecisa il senso.

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minuto minutonokto nottesemayno settimanatago giornotagmezo mezzogiornovespero serayaro anno

lundo lunedìmardo martedìmerkredo mercoledìjawdo giovedìvendredo venerdìsabato sabatodimanco domenica

blua blubruna marroneflava giallogriza grigioruça rossoverda verde

EKZERTSO (B)

Traducete in esperanto:

3. Mio fratello piccolo passeggerà in mattina-ta (matene).

4. Il suo (di lui) amico ha risposto caldamente.5. La penna marrone scrive bene.6. La ragazza bianca corre male.

Una lingua per l’Euorpa

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Yu malpli mi legam, des malpli mi tsiam.

Meno leggo, meno so.Yu pli mi trinkam, des malpli mi soifam.

Più bevo, meno ho sete.

IL SUPERLATIVO ASSOLUTO

Il superlativo assoluto (es., molto buono) siforma semplicemente mettendo tre (assai, mol-to) prima dell’aggettivo o dell’avverbio:

Vi estam tre alta. Sei molto alto.Li tre bone skribam. Lui scrive molto bene.

VORTARO

atendi aspettaredawri duraredemandi fare una domandafumi fumareinteresi interessarekuri correrepezi pesare (essere pesante)promeni passeggiarerespondi risponderesati esser saziosoifi aver setevivi vivere

akvo acquahoro oramateno mattino

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I numeri ordinali si formano semplicementeaggiungendo la desinenza aggettivale -a:

unua primodua secondotria terzodudeka ventesimosepdek-unua settantunesimotsenta centesimo

La unuas knabos venim hodiaw matene.

I primi ragazzi sono arrivati stamattina.La dua knabyo estam la fratyo de mia patro.

La seconda ragazza è la sorella di mio padre. La sabato estam la sesa tago de la semayno.

Il sabato è il sesto giorno della settimana.

Dai numeri si possono creare degli avverbi:

unue in primo luogodue in secondo luogotrie in terzo luogo(kay tiel plu k.t.p. “ko, to, po” e così via, ecc.)

LE ORE

Per indicare le ore vengono usati gli ordinali:

Nun estam la kvina (horo) kay duono. Orasono le cinque (lett. è la quinta) e mezza.

Ni renkontom nin ye la deka matene. Ci in-contreremo alle dieci di mattina.

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7. Nostro padre fuma di sera.8. Il latte è più buono dell’acqua.9. Il tè è più freddo del caffè.10. Il dolce è meno buono dei biscotti.11. La tazza grigia è molto sporca.12. Il libro non è molto interessate.13. Il lunedi è un giorno della settimana.14. Ci vedremo a mezzogiorno (tagmeze).15. Più corro più sono stanco (latsa).16. Il libro più interessante (dei due) è quelli

(il) blu.17. La notte è meno bella del giorno.

I NUMERALI

unu 1 dek unu 11 tridek unu 31du 2 dek du 12 tridek du 32tri 3 dek tri 13 dudek tri 23kvar 4 dek kvar 14 kvardek kvar 44kvin 5 kvindek 50 kvintsent 500ses 6 sesdek 60 sesmil 6000sep 7 sepdek 70 septsent du 702ok 8 okdek 80 okmil 8000naw 9 nawdek 90 nawtsent 900dek 10 tsent 100 mil 1000nulo 0 tritsent 300 mil tritsent 1300

dek plus4 unu estam dek unu 10 più 1 fa 11kvardek plus dudek tri estam sesdek tri 40

più 23 fa 63

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22. Il ragazzo pesa quarantacinque chili (kilo-

gramo = kg).23. Il film durò centodieci minuti.24. Lui la ama.25. Tu ami sua (di lei) sorella.26. Il negozio fa male il pane nero.27. Il primo uomo ama la seconda donna.28. La seconda donna odia il primo uomo.29. I ragazzi hanno richiesto tre dolci più due

limonate.30. In primo luogo tu non l’hai aspettata, in

secondo luogo lei non ti ha visto.

Una lingua per l’Euorpa

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Estam dek minutos antaw la dekunua. Sonole undici meno dieci (lett. 10 m. avanti le 11).

LE DATE

Si indica il giorno con l’ordinale all’accusativo:

Milano, la 5an de detsembro 1996.

La tridek-unuan de marto5 mi renkontim

xin. La incontrai il tredici di marzo.Vi kurom la dekan de oktobro. Correrai il die-

ci ottobre.

COMPLEMENTI DI MISURA

Si usa l’accusativo anche con i complementidi misura, quantità, durata, ecc.

La pano kostam du eurons. Il pane costa dueeuro.

La teatrajo dawrim tri horons. La piècedurò tre ore.

Mi atendim kelkans minutons. Attesi perqualche minuto.

Mi soifim la tutan tagon. Ebbi sete per tuttala giornata.

EKZERTSO (C)

18. Sessanta minuti fanno (estam) un’ora.19. Sedici ore fanno un giorno; otto ore fanno

una notte.20. Sette giorni fanno una settimana.21. Il terzo ragazzo è il mio secondo figlio.

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LETSIONO 4

SUI VERBI INTRANSITIVI

È intransitivo un verbo che esprime un’azionesenza coinvolgere un oggetto diretto, ma descri-vendo semplicemente una condizione del sogget-to. Spesso è seguito da un aggettivo, da un so-stantivo o da complementi preposizionali.

Li estam sana.

Li estam instruisto.

Xi xaynam via fratyo.

Mi soifim pro la varmetso. Avevo sete a cau-sa della calura.

Mi malsatim, sed vi ne zorgim min. Avevofame, ma non ti sei curato di me.

LE DOMANDE SÌ/NO

Osserviamo la domanda e la risposta corri-spondenti alla seguente affermazione:

La pano esta blanka. Il pane è bianco.

Domanda: Cu la pano esta blanka? Il pane è bianco?

Risposta: Yes, la pano esta blanka. Sì, il pane è bianco.

Ogni domanda viene costruita a partire dauna affermazione. Le domande alle quali si ri-

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edzo sposo, maritoen inEwropo Europagustumi gustare, assaggiarehieraw ieriinfano bambinojaluza gelosojurnalo giornalekio che cosa?kolekti collezionare, riunirekoro cuorekworo corolando paese, nazione, statolegi leggerelerneyo scuolalibro librolingvo lingualoçi abitaremançi mangiaremonuyo portamonetene no, nonovo uovopoxtmarko francobollosandvico paninosporto sportteatrajo opera teatrale, pièceveni venirevoyaçi viaggiarexuo scarpayam giàyes sì

Una lingua per l’Euorpa

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sponde con un “sì” o con un “no” si formano ini-ziando la frase con la particella interrogativa cu

che esprime la modalità interrogativa di una frase(in italiano basta l’intonazione ascendente), comese la frase fosse preceduta da “forse che … ?”.L’ordine delle parole non cambia: l’unico elemen-to di novità è costituito dalla particella cu. Qui diseguito presentiamo una affermazione, la interro-gativa corrispondente e una risposta negativa:

La knabyos vendam la kukon. Le ragazzevendono il dolce.

Cu la knabyos vendam la kukon? Le ragazzevendono il dolce?

Ne, la knabyos ne vendam la kukon. No, leragazze non vendono il dolce.

VORTARO

aceti comprareantaw prima di, davanti abitsiklo biciclettabildkardo cartolina illustratacambro cameracina cinesecokolado cioccolataçoyo gioiadantso danzade di, dadeziri desiderare, auguraredomo casa

Johan Thor Johansson

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Page 20: UNA LINGUA - Fara Editore

Potete utilzzare sed (ma) fra una negazione el’affermazione successiva:

Xi ne mançam cokoladon sed panon.

16. Cu la cambro estam malvarma? (Yes, tre

malvarma.)

17. Cu vi gustumim la kukon?

18. Cu lia edzyo estam la patryo de via

amikyo?

19. Cu vi yam legim la libron de geografio?

20. Cu vi vidim la novan teatrajon?

Una lingua per l’Euorpa

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EKZERTSO

(a) Trasformate in domande le frasi seguenti:

1. Lia patryo kore deziram al vi bonan tagon.

2. Mia filyo forgesim la libron en la lerneyo.

3. La tago estam griza kay malvarma.

4. Vi ne estam lia frato, sed la xia.

(b) Traducete le seguenti domande:5. Tuo padre colleziona francobolli cinesi? Sì,

li colleziona.6. Tuo figlio ha dimenticato di comprare il lat-

te? Sì, non aveva il portamonete.7. I bambini danzeranno giovedì sera? No, ve-

nerdì mattina?8. Un ragazzo sano beve latte e mangia uova.9. Nostro padre legge il giornale prima di

mangiare.10. La nuova insegnante ha dimenticato il li-

bro a scuola? Sì, l’ha dimenticato ieri.11. Che cosa vendono? Vendono tè, caffè, pa-

nini e cioccolata. Non vendono scarpe e biciclet-te sportive.

12. La figlia malata desiderava vedermi? Sì.13. Loro sono amici gelosi?14. Tua madre viene da(ll’)Europa?15. Lei sembra cinese, ma è del nostro paese.

Ora rispondete alle seguenti domande condelle frasi complete (non semplicemente con un“sì” o con un “no”).

Johan Thor Johansson

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Page 21: UNA LINGUA - Fara Editore

LETSIONO 5

FORMULE DI SALUTO

Saluton! Salve!Bonan tagon! Buona giornata!Bonan matenon! Buon giorno (mattino)! Bonan vesperon! Buona sera!Bonan nokton! Buona notte!Kiel vi fartam? Come stai?Bone, dankon. Kay vi? Bene, grazie. E tu?Sufice bone. Abbastanza bene.Ne tro bone. Non troppo bene.Bonan apetiton! Buon appetito!Ye via sano! Alla tua salute!Same al vi! Altrettanto (a te)!Çis revido! Arrivederci!Adiaw! = Addio!Çis morgaw matene! A domani mattina!Ni nin renkontom hodiaw vespere. Ci vedre-

mo stasera.

Come si può osservare, nelle formule di salu-to (a meno che non siano introdotte da preposi-zioni) si usa l’accusativo, in quanto sono sottinte-se espressioni come:

Mi deziram al vi … bonan tagon, bonan

apetiton; ktp. Ti auguro … buon giorno, buon ap-pettito; ecc.

Mi diram al vi … Io dico a te …

Una lingua per l’Euorpa

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Johan Thor Johansson

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Page 22: UNA LINGUA - Fara Editore

Il senso di ogni correlativo è la combinazionedi quello delle due parti. La parte iniziale (radice)indica se si tratta di una parola interrogativo-re-lativa, di un indefinito (quantificatore esistenzia-le: esiste almeno un x), di un dimostrativo, di unquantificatore universale (per tutti gli x) e dellasua negazione (per nessun x); la parte finale daràle informazioni indicate qui sotto:

quale, che cosa?ki- -o cosa indefinita-a genere, tipo di

quello/a ti- -e luogoun certo i- -u* (vedi qui sotto) ogni ci- -om quantitànessuno neni- -am tempo

-al ragione, causa-el modo, maniera-es** (vedi qui sotto)

* I correlativi interrogativo-relativi in -u

possono svolgere tre funzioni:

1) La funzione di pronomi interrogativi se im-piegati da soli (cioè, senza essere accompagnatida nomi):

Kiu venim? Iu. Chi è venuto? Qualcuno.Kiun vi vidim? Neniun. Chi hai visto? Nes-

suno.Kion vi deziram? Nenion. Cosa desideri?

Niente.

Una lingua per l’Euorpa

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PRESENTAZIONE PERSONALE

Potete ormai esprimere in LIA tutte le infor-mazioni essenziali che vi caratterizzano (età, pro-fessione, interessi, ecc.). Ecco un esempio:6

Mia nomo estam Roberto Bruno. Mi estam

35-yara viro. Mi loçam kay laboram en Italio.

Mi komentsim lerni la lingvon internatsian

antaw kvar semaynos. Çi estam tre facila ling-

vo. Mi loçam en domo kun mia edzyo kay nias

infanos. Ni havam unu filon kay du filyons. Mi

kolektam poxtmarkons kay bildkartons kay xa-

tam interxançi ilin kun kolektulos (collezioni-sti) el alias landos. Mi amam paroli la lingvon

internatsian kun amikos de multas natsios.

I CORRELATIVI

In esperanto esistono 45 parole assai utilicreate combinando cinque elementi iniziali connove finali.7

KI- TI- I- CI- NENI-

kio tio io cio nenio -o

kia tia ia cia nenia -a

kie tie ie cie nenie -e

kiu tiu iu ciu neniu -u

kiom tiom iom ciom neniom -om

kiam tiam iam ciam neniam -am

kiel tiel iel ciel neniel -el

kial tial ial cial nenial -al

kies ties ies cies nenies -es

Johan Thor Johansson

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Page 23: UNA LINGUA - Fara Editore

Mi acetim tiun libron. Ho comprato quel libro.Kia libro çi estam? Che tipo di libro è?Kioma horo estam? Che ore sono (lett. quan-

ta ora è)?La iama Italio estim pli malrica ol la ho-

diawa. L’Italia di un tempo era più povera dellaodierna.

Mi estam via ciama amiko. Io sono il tuoamico di sempre.

** I correlativi in -es indicano il possesso:

kies di chi, ties di costui, di quelloies di qualcuno cies di ognunonenies di nessuno

ANCORA SUI CORRELATIVI

Hanno una funzione pronominale o agget-

tivale i correlativi che terminano in:

-u (persona o cosa determinata) -o (cosa indefinita) -es (possesso) -a (qualità)

Hanno funzione avverbiale quelli in:

-e (luogo)- am (tempo)

Una lingua per l’Euorpa

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2) La funzione di pronomi relativi con riferi-mento a una persona o cosa di cui si è appenaparlato o comunque nota agli interlocutori:

Yen fruktos, kiun vi volam? Ecco dei frutti,quale vuoi?

Mi volam tiun. Voglio quello.

3) Possono essere impiegati come aggettivi sesi accompagnano a un nome:

Kiun frukton vi volam? Quale frutto vuoi?Mi volam tiun frukton. Voglio quel frutto.Mi volam neniun frukton. Non voglio nessun

frutto.

Si noti che in LIA è sufficiente una sola ne-

gazione nella frase; se neghiamo il verbo dovre-mo utilizzare un correlativo non negato:

Mi ne volam iun frukton. Non voglio alcunfrutto.

Mi volam neniun frukton. Non voglio nessunfrutto.

I correlativi in -a vertono sulle qualità, sullecaratteristiche determinanti del sostantivo cheessi modificano:

Kiun libron vi acetim? Che libro hai com-prato?

Johan Thor Johansson

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Page 24: UNA LINGUA - Fara Editore

VORTARO

afero faccenda, cosaajo cosa materialeapud accanto, vicino ace pressoduono metàfrue presto, in anticipofrui essere in anticipo indiki indicarekrayono matitakuiri cucinarekvarono un quartomaro maremiliti litigare, guerreggiarenun adesso, ora (avv.)ofte spessopluras parecchi, diversiprofiti approfittarerivero fiumeseço sediastudi studiaretserte certamenteyuna giovaneuniversitato università

EKZERTSO

Leggere e tradurre:

Mi loçim plurans yarons en Torino. Mi ha-

vim ne tro malgrandan cambron en malnova

Una lingua per l’Euorpa

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-el (modo)-al (causa)-om (quantità)

Alcuni esempi:

tio ciò, quella cosakio? che cosa?iam in un certo momento, un temponenie da nessuna partekiel? come? in che modo? kiam? quando? in che momento? kie? dove? in che luogo? kial? perché? per quale motivo? kiom? quanto? in che quantità?ciam sempreciel in ogni modocies di tutticiom del tutto, interamentetiel così, in questo modotiom tantotiel cosìie da qualche parteiom un po’

N.B.: Fate attenzione all’accento: nenìe, kìun,

tìal, ìom, nenìes. I correlativi in -a e -u posso-

no prendere, nei contesti appropriati, la marcadel plurale -s e dell’accusativo -n(s), i correla-

tivi indeterminati in -o (kio, tio, ecc.) possonoprendere solo l’accusativo, mai il plurale.

Johan Thor Johansson

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Page 25: UNA LINGUA - Fara Editore

LETSIONO 6

RIEPILOGO

Riassumiamo un po’ quanto abbiamo impara-to fin qui:

– i nomi terminano in -o((n)s)

– gli aggettivi in -a((n)s)

– l’accusativo (caso che identifica l’oggettodiretto, date e complementi di misura) si ottieneaggiungendo una -n alla forma singolare dei nomie degli aggettivi che si riferiscono all’oggetto.

– si possono creare degli avverbi aggiungen-do a radici opportune la desinenza -e: Mia pa-

tryo bone edukam mians malgrandans fratons.

– i verbi all’indicativo terminano in: -am al presente-im al passato-om al futuro

– per fare delle domande sì/no basta iniziarela frase con la particella interrogativa cu: Cu vi

bone kuiram?

VORTARO

afabletso gentilezza, cortesiaalveni arrivare, giungere

Una lingua per l’Euorpa

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domo apud la rivero Po. Tiam mi estim pli

yuna kay mi studim ce la universitato. Tiu pe-

riodo estim tre interesa. Mi legim multans li-

brons kay mi lernim multans novans aferons.

– Cu vi povam diri al mi kioma horo estam?

– Yes, nun estam la dudeka kay dudek mi-

nutos.

– Dankon! Mia horloço ofte fruam, çi in-

dikam la dudekan kay duonon. Nun mia edzyo

tserte kuiram por nias infanos.

Du militam, tria profitam. Inter diro kay

faro estam maro.

Traducete:

1. Che cos’è quella cosa?2. Dov’è la mia tazza?3. Qual è il mio libro?4. Chi ha mangiato il mio dolce?5. Quando mangerai?6. Ogni cosa è umida. (contrario di seka)7. Ho dimenticato tutto (ogni cosa).8. La mia matita è da qualche parte. 9. In quel tempo, era in buona salute.10. Quanti siete?11. Come corre (lei)?12. Che cosa scrivi?13. Non sono la sposa di nessuno.14. Non mi piace niente.15. Qualcuno è venuto.16. Che ore sono? Sono le 17 e (un) quarto.

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veturilo macchina, vetturaviando carne (vivanda)viryetso femminilitàvitrino vetrinavizaço voltoviziti visitarexati aprezzarextofo stoffayunularo gioventùyen ecco

EKZERTSO (A)

Traducete i seguenti correlativi:

1. kio

2. kia

3. cial

4. ciel

5. iam

6. iom

7. tie8. tiam

9. nenies

10. ciam

11. tial

12. kie

Distinguete:

nova nuovo malnova vecchio, anticoyuna giovane malyuna vecchio, anziano

Una lingua per l’Euorpa

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ankaw ancheawtobuseto pullminobatali combatterebezoni aver bisogno difianco fidanzatofixo pescegaraço garageglaso bicchiereinflatsio inflazioneinformo informazioneletero lettera, missivalitero lettera (dell’alfabeto)ligno legnolevi alzare, sollevareluno lunamarxi camminare, marciareokazi aver luogopartopreni en partecipare aplaci al piacere aplafono soffittopostagmezo pomeriggiopreskaw quasistari stare (in piedi)sidi sederesidiçi sedersisuno soletablo tavolotagmanço pranzoterglobo terra (pianeta)vando parete divisoriaveturi viaggiare con un mezzo

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Page 27: UNA LINGUA - Fara Editore

dum durante, mentre – Dum la letsiono ni ne dormam.

ekster fuori di/da, tranne – Li estam fixo ekster akwo. Ekster la domo

mi ne vidim iun. Ekster xi neniu alvenim.

el (fatto) di, da (luogo chiuso). – Tiu tablo estam el ligno. Li venam el la ler-

neyo.

en dentro, in – Via veturilo estam en la garaço.

inter fra – La seço estam inter la tablo kay la seço.

kontraw contro, verso – Li levim la vizaçon kontraw la plafonon

(c’è un movimento del volto, v. lezione 7.). Ni ba-

talam kontraw la inflatsio.

krom oltre a – Krom mi, neniu alvenim. Krom la viando

ni ankaw mançim panon.

kun assieme a, con (compagnia) – Ili parolim kun mi. Xi parolim kune kun

(assieme a) mi.

law secondo, lungo – Law mia opinio, ni marxim law la rivero.

malgraw malgrado, nonostante – Malgraw via malafabletso, mi ne mala-

mam vin.

per per (mezzo di) – Mi trancam la viandon per trancilo.

po si usa davanti a numerali ed ha significatodistributivo

Una lingua per l’Euorpa

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LE PREPOSIZIONI

Le preposizioni introducono i vari comple-menti indiretti. Ne diamo un elenco con esempi:

al a, verso – Mi donim çin al vi. Mi dezirim iri al Romo.

anstataw invece di – Mi venim anstataw li. Li kurim anstataw

marxi.

antaw davanti a, prima di – Xi staram antaw la vitrino. Antaw cio oni

devam peti informons.

apud accanto a, vicino a – La seço estam apud la tablo. Mi sidiçi

apud xi.

ce presso, a (casa di) – Mi loçam ce amikos. Xi studim ce la fama

universitato de Coimbra.

cirkaw intorno a, circa – Ni renkontom nin cirkaw la dua posttag-

meze. Li vojaçim cirkaw la terglobo.

çis fino a, finché– Mi veturim çis la mateno.

da di (dopo quantità e correlativi in -om) – Mi bezonam du metrons da xtofo. Mi

trinkim glason da vino. (distingui: Mi trinkim

en glaso de vino.)8

de di, da – Mi venam de Italio. Mi xatim la kukons de

via lando. Yen la letero skribita al mi de mia

fiancyo.

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VORTARO

admiri ammirareArkto Articoasotsio associazionebesto animaleçardeno giardinoengluti inghiottireenireyo entrata, ingressointeresa interessantekaço gabbiakanada canadesemulta molto, numerosokompleta completokontinento continentepovi poteresimio scimmiaurso orsozoo zoo

EZERCIZIO (B)

Leggere e tradurre:

Mi estam membro de yunulara asotsio kay

mi partoprenim en la kanada yuna-kunveno,

kiu okazim en Toronto. Dum preskaw sep horos

ni vojaçim de Kebeko en nia awtobuseto kay ne

haltim çis ni alvenim al Toronto. Tie ni ankaw

vizitim iuns amikons. Por la tagmanço ni

mançim sandvicons, kius estim sub la seços,

sur kius ni sidim dum la vojaço.

Una lingua per l’Euorpa

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– Mi donim al vi cius po du librons (ciascu-no ha ricevuto 2 libri).

por per, allo scopo di – Mi studam por lerni. Li laboram por vi.

post dopo, dietro – Xi marxim post mi. Mi manços post (fra)

tri horos.

preter oltre (in senso spaziale) – La veturilo estam preter la çardeno. Li

preterpasim min sen saluti.

pri riguardo a – Li parolim pri via patryo. Mi legam libron

pri filozofio.

pro per, a causa di– Mi ne laboram pro mia malsano. Pro la

granda malricetso de la nacios de la tielnomata

tria mundo ni okcidentanos estam ricas.

sen senza – Sen vi mi ne povam vivi.

sub sotto – La libro estam sub la tablo.

super al di sopra (senza contatto) – La suno brilam super la bonas kay la mal-

bonas homos. La lampo estam super la manço-

tablo.

sur sopra (con contatto) – La lakto estam sur la tablo.

tra attraverso – Placam al mi vojaçi tra la mondo.

trans al di là – La domo estam trans la rivero.

Johan Thor Johansson

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LETSIONO 7

COMPLEMENTI PREPOSIZIONALI

Abbiamo visto nella seconda lezione come in-dicare il complemento oggetto per mezzo delladesinenza -n: La birdo kaptam insekton. La -n èinfatti la desinenza dell’accusativo.

Quando una frase contiene più complementiverbali, uno potrà essere all’accusativo mentregli altri saranno necessariamente preceduti dauna preposizione. Per esempio:

Mi dankam vin pro via afableco al mi.

Li rigardim la viryon tra la vitrino.Xi ne mançam la kukon antaw la kafo.

Un verbo può reggere un solo complementooggetto. L’esperanto è chiaro e conciso. Si può,ad esempio, se non sono presenti altri comple-menti verbali, eliminare la preposizione e mette-re il complemento preposizionale all’accusativo,specialmente quando indichiamo il movimento, iltempo, la misura, come abbiamo già visto.

EKZERCO (A)

Sostituite le preposizioni delle frasi seguentimettendo i complementi all’accusativo.

1. Faru vian aferon, Dio zorgom pri la tsetero.

2. Mi feriim dum tri semaynos.

3. La strato estam larça ye 50 metros.

Una lingua per l’Euorpa

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Kion oni volam, tion oni povam. Fixo pli

granda, malgranda englutam.

Vizito en bestçardeno

Kun mia frato mi veturim per awtomobilo

al la zoo. Çi estam ekster nia urbo. Ni admirim

tie multans bestons el cius kontinentos. Al mia

frato tre placim la ursos apud la enireyo. Inter

la kaços de la brunas kay blankas ursos estam

la kaço de la nigra urso el okcidenta Kanado.

La blanka urso el Arkto estim ofte en la akvo. Al

mi la grandas simios estim tre interesas. Sen

tias bestos zoos ne povam esti kompleta.

EKZERCO (C)

Rispondete in esperanto facendo riferimentoai testi qui sopra.

13. En kiu klubo vi estam membro?

14. Kial vi veturim al alia urbo?

15. Kie vi vizitim vians amikons?

16. Kion vi mançim?

17. Kiun vi vizitim?

18. Kion oni povam?

19. Cu la malgranda fixo englutam la gran-

dan?

20. Kion vi vizitim?

21. Kio placis al via frato?

22. Kie estim la blanka urso?

23. Per kio vi veturim al la bestçardeno?

24. Cu placim al vi vidi la simios?

Johan Thor Johansson

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Page 30: UNA LINGUA - Fara Editore

Antaw unu semayno ni veturim al Milano.

oppure

Antaw unu semayno ni veturim Milanon.

PREFISSI E SUFFISSI

La seguente è una lista dei prefissi e dei suf-fissi principali, con esempi che ne illustrano l’ap-plicazione. Osservate con quale facilità si posso-no creare (come si è gia accennato nella lezione2.) parole nuove a partire da un limitato numerodi radici. Con le opportune desinenze, prefissi esuffissi possono essere utilizzati anche come pa-role autonome.

PREFISSI

bo- parentela acquisita (filo figlio, bofilo ge-nero; fratyo sorella, bofratyo cognata)

dis- dispersione (doni dare, disdoni distrui-buire; semi seminare, dissemi disseminare)

ek- inizio immediato di una azione (dormi

dormire, ekdormi addormentarsi, pluvi piovere,ekpluvi iniziare a piovere)

eks- cessazione di una funzione o stato (ed-

ziçi sposarsi, eksedziçi divorziare; urbestro sin-daco; eksurbestro ex sindaco)

fi- disprezzabile in senso morale (fi! puah!,fio disprezzo, fie con disprezzo, filibro libraccio)

ge- di entrambi i generi (patro padre, gepa-

Una lingua per l’Euorpa

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4. D-ro (Doktoro) Zamenhof naskiçim ye la

15a de detsembro 1859.

Ye è una preposizione dal senso indetermina-to che si utilizza con le espressioni di tempo (ye

la kvina alle cinque) e quando non si sa che altrapreposizione usare:

Mi kredam ye Dio.

Ciun tagon (oppure, ciutage) mi levam min

ye la sepa matene.

Ye via sano!

PREPOSIZIONI DI MOTO E ACCUSATIVO

Bisogna evitare di utilizzare due preposizioniindicanti moto a luogo una di seguito all’altra. Sidovrà piuttosto usare l’accusativo (v. anche lenote grammaticali di Zamenhof riprodotte in Ap-pendice):9

*Xi kurim al en la domo —› Xi kurim en la

domon.

*La kato kurim al sub la tablo. —› La kato

kurim sub la tablon.

*Vi levim vian vizaçon kontraw al la plafono.

—› Vi levim vian vizaçon kontraw la plafonon.

In casi come quelli qui sopra l’idea di moto aluogo è espressa dall’accusativo. Se è già presen-te una preposizione che implica un moto a luogo,l’uso dell’accusativo è da evitare:

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-cy- vezzeggiativo maschile applicato alla pri-ma o alle prime lettere di una parola (Petro Pie-tro, Pecyo Pierino; patro padre, pacyo babbo;onklo zio; ocyo zietto)

-ebl- possibilità passiva (vidi vedere, videbla

visibile; ebla possibile; eble forse, possibilmente)-eg- aumentativo (vento vento, ventego tem-

pesta; ege estremamente; ridi ridere, ridegi tor-cersi dalle risate), il suffisso -eg- ha un significa-to più forte dell’avverbio tre: quindi bonega (buo-nissimo, ottimo) è più forte di tre bona

-em- tendenza a (xpari risparmiare, xparema

economo; babili chiacchierare, babilema chiac-chierone; emi avere la tendenza a)

-end- obbligo passivo (legi leggere, legenda

da leggere; bruli bruciare, brulenda da bruciare)-er- unità costitutiva di una massa (salo sale,

salero grano di sale; mono denaro, monero mo-neta; ero dettaglio, pezzo, elemento)

-estr- capo (xipo nave, xipestro comandantedella nave; estri dirigere; estre in modo dirigista)

-et- diminutivo (varma caldo, varmeta tiepi-do; bela bello, beleta carino; eta piccolo; estreto

capetto, capoccia)-ets- stato o qualità astratta corrispondente

all’idea espressa dalla radice (viro uomo, viretso

virilità; bela bello, beletso bellezza; infano bambi-no, infanetso infanzia; etsa astratto)

-ey- luogo dell’azione (lerni imparare, ler-

neyo scuola; dormi dormire, dormeyo dormito-rio; eyo sito, luogo; paroleyo parlatorio)

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tros genitori, sinyoro signore, gesinyoros signo-ra/e e signore/i)

mal- contrario (fermi chiudere, malfermi

aprire; la malo il contrario)mis- azione errata, senza buon esito (kompre-

ni capire, miskompreni fraintendere, paxo pas-so, mispaxo passo falso)

pra- allontanamento nel tempo o nel grado diparentela (nepo nipote, pranepo pronipote; arba-

ro foresta; praarbaro foresta vergine)re- ripetizione, reazione (fari fare, refari rifa-

re; veni venire, reveni ritornare; reagi reagire;rebati ribattere).

SUFFISSI

-ac- peggiorativo (domo casa, domaco cata-pecchia; skribi scrivere; skribaci scribacchiare)

-ad- azione che perdura (paroli parlare, paro-

ladi discorrere; rigardi guardare, rigardadi con-templare), oppure un’istanza di una data azione(kroni incoronare, kronado incoronazione; te-

lefoni telefonare, telefonado telefonata)-aj- cosa (concreta) caratterizzata dall’idea

espressa dalla radice (sendi spedire, sendajo di-spaccio; nova nuovo, novajo novità)

-an- membro di una nazione o collettività,aderente (Kristo Cristo, kristano cristiano; Ka-

nado Canada, kanadano canadese)-ar- insieme di (vorto parola, vortaro vocabo-

lario; xafo pecora, xafaro gregge)

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-op- forma i numerali collettivi (triope a tre atre; unuopa individuale; kvaropo quartetto)

-ul- persona caratterizzata da quanto espres-so dalla radice (sanktulo santo; kontrawulo av-versario)

-um- non ha senso determinato (kolo collo,kolumo colletto; plena pieno, plenumi compiere;umilo gadget).

-uy- contenitore (saluyo saliera; supuyo zup-piera; Angluyo Inghilterra)10

-y- genere femminile (onklo zio, onklyo zia;koko gallo, kokyo gallina; ina femminile)

EKZERCO (B)

L’esperanto permette di creare a partire dapoche radici ed affissi un grandissimo numero diparole. Provate a tradurre le seguenti:

5. edzo (sposo), edzyo, edziçi, eksedzo, geed-

zos.

6. viro (uomo, maschio), viryo, vireto, vira-

co, vira.

7. bovo (bue), bovyo, bovido, bovaro, boveyo.

8. varma, malvarma, varmetso, varmeta,

malvarmiçi.

9. aro (gruppo, insieme), xiparo, abelaro

(abelo ape), stelaro (stelo stella).

Ora provate a crearne voi a partire dalle radi-ci e aggiungendo gli opportuni prefissi e suffissi:

Una lingua per l’Euorpa

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-id- discendente, figlio (kato gatto, katido gat-tino; reço re, reçido principe; ido discendente,cucciolo di un animale)

-ig- rendere, far diventare (pura pulito, puri-

gi pulire; morti morire, mortigi uccidere)-iç- farsi, diventare (sidi sedere, sidiçi met-

tersi seduto; ruça rosso, ruçiçi arrossire)-il- strumento, attrezzo (xlosi chiudere a

chiave, xlosilo chiave; razi radere, razilo rasoio;ilo strumento)

-ind- degno di (admiri ammirare, admirinda

degno di ammirazione; lawdi lodare, lawdinda

lodevole)-ing- contenitore parziale, fodero (plumo

penna, plumingo portapenne; tsigaredo sigaret-ta, cigaredingo bocchino; trancilo coltello, tran-

cilingo fodero del coltello)-ism- dottrina, ideologia (liberala liberale, li-

beralismo liberalismo; kristana cristiano, kri-

stanismo cristianesimo)-ist- professione, attività abituale (skribi scri-

vere, skribisto scriba, scrivano; buci macellare,bucisto macellaio)

-ny- vezzeggiativo femminile, si applica allaprima o alle prime lettere di una parola (patryo

madre, panjo mamma; Manjo Mariuccia)-obl- forma i moltiplicativi (duobla: doppio;

trioblo: (il) triplo)-on- forma i numeri frazionari (duono un

mezzo, metà; kvarono un quarto; duone permetà)

Johan Thor Johansson

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LECIONO 8

CONDIZIONALE E IMPERATIVO

Sappiamo già che all’indicativo i verbi posso-no terminare in -am (presente), -im (passato) e -om (futuro); abbiamo inoltre:

– il condizionale: -um

Se mi estum rica, mi vojaçum multe. Se fos-si ricco viaggerei molto.

Vi devum respekti la malyunans. Dovresti ri-spettare i vecchi.

Come si vede la desinenza -um non esprimesolo il condizionale italiano, ma anche il con-giuntivo imperfetto delle ipotetiche (delle frasiintrodotte da “se”).

– l’imperativo: -u

Fermu la pordon, sidiçu kay awdu min!

Chiudi la porta, siediti e ascoltami!Mi volam, ke vi venu. Voglio che tu venga.Bonvolu ne fumi en la cambro. Vi prego di

(lett. “vogliate bene”) non fumare in camera.Ne faru malbonans farons. Non commettere

azioni cattive.

Come si può constatare, i verbi in -u non tra-ducono solo il nostro imperativo ma anche quel-

Una lingua per l’Euorpa

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10. sobbollire (boli bollire)11. uomo riprovevole12. imbecille (stulta)13. tempaccio (vetero tempo atmosferico)14. notizia, novità 15. fiocco di neve (neço neve)16. solitudine (sola solitario)17. chiesa (preçi pregare)18. molteplicità (multa)19. cuoco 20. una ex sindaco21. un povero (rica)22. sala giochi (ludo)

23. Che ore sono? Sono le tre e un quarto.24. La metà di dodici è sei.

Johan Thor Johansson

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azione conclusa: -it-

La libro estam legita de li. Il libro è stato letto da lui.

azione da fare: -ot-

La libro estam legota. Il libro è (ancora) daleggere.

I participi utilizzano sempre l’ausiliare esti

che fornisce le coordinate temporali (passato,presente, futuro) o modali (indicativo, condizio-nale, imperativo), mentre il participio stesso con-tiene informazioni sull’aspetto e la voce (attiva opassiva) dell’azione: -a(n)t- indica un’azione incorso nel quadro temporale o modale espressodall’ausiliare; -o(n)t- indica un’azione non anco-ra iniziata; -i(n)t- indica un’azione conclusa.Consideriamo alcuni esempi:

Mi estum legonta libron. Starei per leggereun libro.

Mi alvenim, dum vi estim leganta libron.

Arrivai mentre stavi leggendo un libro.Mi alvenom, kiam vi estom studinta la letsio-

non. Verrò quando avrai studiato la lezione.Vi estim enironta la lerneyon. Stavi per en-

trare a scuola.Mi estum leginta vian libron, se mi estum

havinta çin. Avrei letto il tuo libro, se l’avessiavuto.

Una lingua per l’Euorpa

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le forme verbali, come ad esempio il congiuntivo,che in italiano esprimono un desiderio che sivuole esaudito, una richiesta, ecc.

I PARTICIPI

I participi (così chiamati perché si possonoimpiegare come verbi, aggettivi, avverbi e nomi,e quindi “partecipano” delle caratteristiche ditutte queste categorie grammaticali) sono formedeverbali importantissime in quanto permettonodi esprimere con estrema esattezza e in manieraconcisa molte informazioni sulla natura attiva opassiva dell’azione, sul fatto che essa sia in cor-so, oppure terminata o non ancora iniziata.

Voce attiva

azione in corso -ant-

Mi estam leganta. Sto leggendo.

azione conclusa: -int-

Mi estam leginta. Ho letto.

azione da fare: -ont-

Mi estam legonta. Sto per leggere.

Voce passiva

azione in corso: -at-

La libro estam legata de cius. Il libro vieneletto da tutti.

Johan Thor Johansson

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Page 35: UNA LINGUA - Fara Editore

bita. Una lettera da scrivere è una lettera non an-cora scritta.

La fermita pordo estam pordo kiun iu yam

fermim. La porta chiusa è una porta che qualcu-no ha già chiuso.

VORTARO

akuzi accusareaserti asserireautoveturado tragitto in autoazeno asinodawre continuamentedo dunqueestonta futuro (agg.)estonteco futuro (sost.)foriri partire, andar viaheyme a casaintsiti irritarekonflikto conflittokelka qualchekrei crearemoki prendere in giroobservi osservareobstine ostinatamenteparentso parentepreterpasi sorpassaresilenti taceresurtuto soprabitoyuçi giudicare

Una lingua per l’Euorpa

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IL GERUNDIO

I participi possono essere usati come sempli-ci aggettivi (la studita letsiono la lezione studia-ta), come avverbi utilizzando la desinenza -e (intal caso abbiamo l’equivalente del gerundio ita-liano: legante leggendo), o come nomi se prendo-no la desinenza -o (leganto colui che legge).

Come si è già detto, i participi possono essereutilizzati per esprimere con molta precisione e inmaniera concisa l’aspetto di un’azione, cioè se lasi considera conclusa, in corso o da fare. Adesempio:

La leganto havam belan vocon, sed la an-

tawa leginto havim pli belan. Mi opiniam ta-

men, ke la legonto havom la pley belan vocon el

cius.

Chi sta leggendo ha una bella voce, ma chi haletto prima l’aveva più bella. Ritengo tuttavia,che chi leggerà avrà la voce più bella di tutti.

Legante, ni lernam. Leggendo, impariamo.Skribinte la leteron, mi povim ripozi. Aven-

do scritto (dopo aver scritto) la lettera, potei ri-posare.

Mançonte la pomon, li ekvidim la vermon.

Sul punto di mangiare la mela, scorse il verme.Konstruata domo esta ne ankoraw konstrui-

ta domo. Una casa in costruzione è una casa nonancora (completamente) costruita.

Skribota letero estam letero ne ankoraw skri-

Johan Thor Johansson

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Page 36: UNA LINGUA - Fara Editore

Ciu persono havam sian karakteron. Ognipersona ha il suo carattere.

EKZERCO (B)

Leggete a voce alta e traducete i seguenti brani.

La lingvo internatsia estam kreita de Dokto-

ro Zamenhof, por ke la homos de la diversas

natsios povu interxançi sians ideons sen mal-

fatsilajo. Simpla, fleksebla, belsona, la lingvo

internatsia prezentam praktikan solvon al la

problemo de unu estonta lingvo por la Ewropo,

car çi estam preskaw sen peno komprenebla

kay lernebla en kelkas semaynos de cius.

– Intsitam mi, ke mia edzyo dawre parolam

pri sia antawa edzo.

– Tio estam nenio. La mia mia paroladam

pri sia estonta edzo!

En kafejo

– Kial vi rigardadam la pordo?

– Mi observadam, cu iu foriram kun mia

surtuto. Kun la via yam antaw dek minutos fo-

ririm iu.

En awto

La yunas geedzos havim konflikton heyme,

kay poste dum la awtoveturado ili ambaw ob-

stine silentim. Preterpasante aron da azenos la

edzo diram moke:

– Cu parentsos de vi?

– Yes, boparentsos!

Una lingua per l’Euorpa

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EKZERCO (A)

Siete ormai in grado di leggere e comprende-re dei semplici testi. Eccovi due barzellette:

Yuçisto: Cu vi do asertam, ke vi irim en la

domon opiniante, ke çi estam via domo?

Akuzito: Yes, sinyoro juçisto.

Yuçisto: Sed kial vi forkurim, kiam la

sinyoryo envenim?

Akuzato: Mi opiniim, ke xi estam mia edzyo!

Patryo en tramo: Yocyo, kial vi sidam kun

fermitas okulos? Cu vi estam latsa?

Yocyo: Ne! Ne placas al mi vidi starantans

viryons.

“SI” RIFLESSIVO

Si è il pronome riflessivo di terza persona, sin-golare o plurale, che fa riferimento al soggettodella frase. Sia è l’aggettivo riflessivo corrispon-dente. L’esistenza di questa forma riflessiva per-mette di evitare ambiguità presenti in altre lingue.

Johano lavim sin. Giovanni si è lavato.Johano lavim lin. Giovanni l’ha lavato (ha la-

vato un altro).Sofia dirim çin al si. Sofia lo disse a sé stessa.Sofia dirim çin al xi. Sofia glielo disse. Xi kisim sian edzon. Lei baciò suo marito.Xi kisim xian edzon. Lei baciò suo (di un’al-

tra) marito.

Johan Thor Johansson

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Page 37: UNA LINGUA - Fara Editore

LECIONO 9

Uno dei modi migliori di imparare una linguaè quello di cantare in quella lingua. Non avretecerto difficoltà ad applicare la melodia di FraMartino ai versi seguenti:

Frato Jako, frato Jako,

Levu vin, levu vin.

Yen la sonorilo (campana), jen la sonorilo;

Bim bam bom, bim bam bom.

Frato Jako, frato Jako,

Lavu vin, lavu vin.

Metu vian veston (veste), metu vian veston;

Bim bam bom, bim bam bom.

Frato Jako, frato Jako,

Kuru do, kuru do

Tuy (subito) al la lerneyo, tuy al la lernejo;

Bim bam bom, bim bam bom.

L’ELISIONE

L’elisione della -o finale è abbastanza comunein poesia con i sostantivi e anche con l’articolo laquando è preceduto da una preposizione che fini-sce per vocale:

En mezo de l’ voyaç’ de nia vivo

en arbareg’ malluma mi troviçim,

car mi de l’ rekta voyo forvoyicim

(dalla versione in esperanto di G. Peterlongo)

Una lingua per l’Euorpa

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Johan Thor Johansson

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ALTRE IMPORTANTI PAROLE INVARIABILI

Fra le parole invariabili più frequentementeusate, troviamo anche:

ci indica vicinanza – ci tio questa cosa, que-sto; ci tie qui; ci-matene questa mattina, ci-foye

questa volta; cio ci tutto ciò; ci-kune in allegatofor indica allontanamento, separazione –

Mias gepatros estam for. I miei genitori sono via.Li tuy forkurim. Scappò subito.

jus da poco, appena – Mi jus alvenim, kiam

mi awdim xian çemadon. Ero appena arrivato,quando sentii i suoi gemiti.

tamen tuttavia, però – Mi vere ne malamam

vin, tamen vi ne placam al mi. A dire il veronon ti odio, tuttavia non mi piaci.

ayn: esprime una indeterminatezza – iu ayn

non importa chi, una persona qualsiasi; io ayn

non importa cosa, una qualunque cosa; ie ayn

non importa dove, da qualche parte.

ALCUNI PROVERBI

Kiam kato dormam, la musos festenam.

Quando il gatto dorme, i topi fanno festa.Erante oni lernam. Sbagliando si impara.Kia patro, tia filo. Tale padre, tale figlio.Kiam lumam la suno, tiam paliçam la luno.

Quando brilla il sole la luna impallidisce.Per kia yuço vi yuçam, per tia vi estom

yuçatas. Con lo stesso metro di giudizio con cuigiudicate sarete giudicati.

Una lingua per l’Euorpa

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AVVERBI RADICALI

Nella terza lezione abbiamo detto che gli av-verbi derivati da altre parole terminano in -e. Di-versi avverbi appartengono però alla classe delleparole primarie (radicali). Fra i più usati quelliche terminano in -aw:

almenaw almeno – Donu al mi almenaw du

minutons.

ambaw entrambi (aggettivo o pronome) – Iliambaw estam en la çardeno. Sono tutti e due ingiardino.

ankaw anche, precede la parola che mette inevidenza – Ankaw Johano lavam sin (non soloMaria). Johano ankaw lavam sin (oltre a pettinar-si). Johano lavam ankaw sin (non solo gli altri).

ankoraw ancora – Mi ankoraw ne vidim xian

bopatron. Cu lia bofratyo ankoraw estam tie?

apenaw appena, solo – Li dormim apenaw

kvin minutons.

baldaw presto, fra poco – Venu baldaw, mi

petam.

hieraw ieri – Mi renkontim lin hieraw (an-

tawhieraw).

hodiaw oggi – Hodiaw estam belega tago.

morgaw domani – Kial plenumi (portare atermine) morgaw tion, kion oni povam fari ho-

diaw?

preskaw quasi – Li preskaw falim. Quasi ca-deva.

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meti mettterenombro numeroofitsiala ufficiale (agg.)oktsidenta occidentalepasintetso passato (sost.)pluras parecchi, numerosipolitika politico (agg.)prestiça prestigiosaproksima vicino (agg.)regiono regionesama identicosanskrita sanscritosituatsio situazionestato condizionesubteni sosteneresvahila swahilitio estam cioètraditsio tradizionetseli mirare avidebletso visibilitàuzi usarextato stato, nazioneyen…yen sia…sia

EKZERCO

Traducete il seguente brano:

La urbestro de Pau (Frantsio) fariçim mi-

nistro kay subtenim leçproponons, kius tselam

meti la lingvo internatsia en egalan situatsion

kun alias lingvos. En la hodiawa mondo oni

Una lingua per l’Euorpa

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VORTARO

adiministra amministrativoakkada accadicoalia altroalta altoaparta distinto, differentearamea aramaicoduonluno mezzalunaegala ugualeekzemple per esempioenhavi includereesprimi esprimereetna etnicofruktodona fertilegreka grecohavi averehelpa ausiliariohinda indianoiçi diventareimperio imperokalkuli calcolarekomertsi commerciarekomuna comune (agg.)komuniki comunicarekulturo culturalatina latinoleçpropono proposta di leggeliteratura letterarioloka locale (agg.)marki marcare, distinguere

Johan Thor Johansson

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LECIONO 10

Avete ormai appreso i fondamenti della helpa

lingvo internatsia: potete ora comprendere ecreare, per mezzo dei suffissi e dei prefissi checonoscete, un gran numero di parole nuove.

La presente lezione vi proporrà una letturache sarete in grado di comprendere senza pro-blemi: si tratta di una favola contenuta nell’Ek-zertsaro de la Fundamento de Esperanto di L.Zamenhof modificata secondo le linee indicatenel presente manuale. Per quanto riguarda lagrammatica presentiamo le frasi passive e le su-bordinate.

IL PASSIVO

Il passivo si costruisce con l’ausiliare esti e levoci passive del participio. Il complemento d’a-

gente è introdotto da de:

Li estim lawdita de cius. Venne lodato da tutti. La libro estom legita de la instruistyo.

Il libro verrà letto dalla insegnanteLi ne estam konata. Lui non è conosciuto.

Per evitare ambiguità, se è presente un altrocomplemento introdotto da de, l’agente viene in-trodotto dall’espressione fare de (da parte di):

La vizito de la fabriko fare de la ministro.

La visita della fabbrica da parte del ministro.

Una lingua per l’Euorpa

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kalkulam, ke estam parolatas cirkaw tri mil

apartas lingvos (v. Michel Malherbe, I linguaggidell’umanità, Milano, Sugarco, 1983). Tiu nom-

bro enhavam yen la natsians lingvons, kius

estam lingvos ofitsialas de unu xtato (ekzemple

la hispana) aw regiono (ekzemple la katalana),

ofte kun prestiça literatura traditsio, uzatas de

popolos havantas politikan videbletson por

esprimi kay marki sian unuopan kulturon; yen

etnans aw lokans lingvons ofte sen ofitsiala

stato. Ias lingvos povas içi interetnas aw inter-

natsias, tio estam lingvos uzatas kiel dua ling-

vo aw helpa lingvo de malsamas etnos kay de

pluras xtatos por komertsi kay interkomunika-

di: unu ekzemplo estas la svahila parolata en

oktsidenta Afriko de pluras etnos en almenaw

kvin xtatos. En la pasintetso la pley famas in-

ternatsilingvos estim: la cina en la malproksi-

ma Oriento, la sanskrita en la hinda subkonti-

nento, la akkada kay la aramea en la fruktodo-

na duonluno (poste anstatawitas de la greka,

kiel komuna lingvo de la orienta Mediteraneo

kay de la tuta proksima Oriento), kay la latina

en la oktsidentas Meditareneo kay Ewropo: ili

estim la administras kay altkulturas lingvos de

la multetnas imperios de la pasintetso.

Johan Thor Johansson

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Page 41: UNA LINGUA - Fara Editore

sia karaktero kay vizaço, ke ciu, kiu xin vidim,

povim pensi, ke li vidam la patryon; ili ambaw

estim tiel malagrablas (scontrose) kay tiel fie-

ras (orgogliose), ke oni ne povim vivi kun ili.

La pli yuna filyo, kiu estim plena portreto (ri-tratto) de sia patro law sia bonetso kay hone-

stetso, estim krom tio unu el la pley belas

knabyos, kiuns oni povim trovi.

Car ciu amam ordinare personon, kiu

estam simila al li, tial tiu ci patryo varmege

(assai calorosamente) amim sian pli malyunan

filyon, kay en tiu sama tempo xi havim teru-

ran (terribile) malamon kontraw la pli yuna.

Xi devigis xin (si costringeva) mançi en la kui-

reyo kay laboradi sencese (senza sosta). Inter alias aferos tiu ci malfelica infano de-

vim du foyons en ciu tago iri cerpi (attingere)akvon en tre malproksima loko kay alporti do-

men plenan grandan krucon (brocca).En unu tago, kiam xi estim apud tiu fonto,

venim al xi malrica viryo, kiu petim xin, ke xi

donu al xi trinki. “Tre volonte, mia bona,” di-

rim la bela knabyo. Kay xi tuy lavim sian kru-

con kay cerpim akvon en la pley pura loko de la

fonto kay alportim al la viryo, ciam subtenante

la krucon, por ke la viryo povu trinki pli opor-

tune.

Kiam la bona viryo trankviligim (calmò)sian soifon, xi dirim al la knabyo: “Vi estam

tiel bela, tiel bona kay tiel honesta, ke mi de-

vam fari al vi donatson” (car tio ci estim feyo

Una lingua per l’Euorpa

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CONGIUNZIONI E SUBORDINATE

Le frasi subordinate possono essere introdot-te da varie congiunzioni, ne ricordiamo alcune:

se “se” ipotetico, “qualora” – Se mi volum,

mi povum lerni la germanan (lingvon). Se vo-lessi potrei imparare il tedesco.

cu “se” introduce le interrogative indirette(quando non si sa se una proposizione è vera ofalsa) – Mi ne tsiam, cu li fartam bone. Non sose sta bene.

ke “che” introduce le oggettive – Li dirim al

mi, ke li venom. Mi disse che sarebbe venuto(lett., che verrà).

malgraw ke “benché, nonostante” – Malgraw

ke (= kvankam) li ne fartim bone, li alvenim

unua. Benché non stesse bene, arrivò per primo.por ke “affinché” – Mi laboram, por ke mia

familio havu la panon. Lavoro affinché la miafamiglia abbia il pane.

tial, ke perché, per il motivo che – Mi ne ve-

nim tial, ke mi ne fartim bone. Non venni per-ché non stavo bene.

car perché, poiché si usa come la locuzioneprecedente – Mi ne venim, car mi ne fartim bone.

LA FEYO (DAL FUNDAMENTO)

Unu vidvyo (vedova) havim du filyons. La

pli malyuna estim tiel simila al la patryo per

Johan Thor Johansson

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Page 42: UNA LINGUA - Fara Editore

“Estum tre bele,” respondim la filyo malçen-

tile, “ke mi iru al la fonto!” – “Mi volam ke vi

tien iru,” dirim la patryo, “kay iru tuy!” La

filyo irim, sed ciam murmurante. Xi prenim la

pley belan arçentan vazon, kiu estim en la

loçeyo (alloggio). Apenaw xi venim al la fonto, xi vidim unu

sinyoryon, tre rice vestitan, kiu elirim el la ar-

baro kay petim de xi trinki (tio ci estim tiu

sama feyo, kiu prenim sur sin la formon kay la

vestons de printsyo (principessa), por vidi, kiel

granda estom la malbonetso de tiu ci knabyo).

“Cu mi venim tien ci,” dirim al xi la malçen-

tila kay fiera knabyo, “por doni al vi trinki?

Tserte (certo), mi alportim arçentan vazon spet-

siale (specialmente) por tio, por doni trinki al

tiu ci sinjoryo! Mia opinio estam: prenu mem

(da sola) akvon, se vi volam trinki.” – “Vi tute

ne estam çentila,” dirim la feyo sen kolero.

“Bone, car vi estam tiel servema (servizievole),mi faram al vi donatson, ke ce ciu vorto, kiun

vi parolom, elirom el via buxo aw serpento aw

rano.”

Apenaw xia patryo xin rimarkim (scorse),xi kriim (gridò) al xi: “Nu (allora), mia filyo?”

– “Yes, patryo,” respondim al xi la malçenti-

lulyo, eljetante (sputando) unu serpenton kay

unu ranon. – “Ho, cielo!” ekkriim la patryo,

“kion mi vidam? Xia fratyo en cio estam kulpa

(colpevole); xi pagom (pagherà) al mi pro tio

ci!” Kay xi tuy kurim bati xin. La malfelica in-

Una lingua per l’Euorpa

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(fata), kiu prenim sur sin la formon de malrica

vilaça viryo, por vidi, kiel granda estom la çen-

tiletso de tiu ci yuna knabyo).

“Mi faram al vi donatson,” dawrigim la feyo,

“ke ce ciu vorto, kiun vi dirom, el via buxo (boc-ca) elirom (uscirà) aw (o) floro (fiore) aw mul-

tekosta (preziosa) xtono (pietra).”Kiam tiu ci bela knabyo venim domen, xia

patryo insultim xin, kial xi revenim tiel mal-

frue (tardi) de la fonto. “Pardonu al mi, pa-

tryo,” dirim la malfelica knabyo, “ke mi restim

tiel longe”. Kay kiam xi parolim tiuns ci vor-

tons, elsaltim (saltarono fuori) el xia buxo tri

rozos (rose), tri perlos (perle) kay tri grandas

diamantos! “Kion mi vidam!” dirim xia patryo

kun grandega miro (meraviglia). “Xaynam al

mi, ke el xia buxo elsaltam perlos kay diaman-

tos! De kio tio ci venam, mia filyo?” (Tio ci

estim la unua foyo (volta), ke xi nomim (chia-mava) xin sia filyo).

La malfelica infano rakontim al xi naive (in-genuamente) cion, kio okazim al xi, kay dum

(mentre) xi parolim, elfalim (cadevano) el xia

buxo multego da diamantos. “Se estam tiel,” di-

rim la patryo, mi devam tien sendi mian

filyon. Marinyo, rigardu, kio eliram el la buxo

de via fratyo, kiam xi parolam; cu ne estum al

vi agrable (non ti piacerebbe) havi tian saman

kapablon (capacità)? Vi devam nur iri al la fon-

to cerpi akvon; kay kiam malrica viryo petam

de vi trinki, vi donom çin al xi çentile.”

Johan Thor Johansson

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Page 43: UNA LINGUA - Fara Editore

SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI

Letsiono 1

La teo estam varma. Li estam amiko fidela. Via

amiko estam bona. Nias natsios estam amikas. Mia

frato estam knabo. Via filos estom amikos. La kukos

estim bonas. La pano estom seka. Vi estam knabo

sana. La knabos sanas estom grandas. Mia patro

estim instruisto homa. Via biskvitos estim bonas.

Sinyoro Bianchi estim tie. La pley bona el la kukos

estam la via. La pli granda el vias filos estam xia

amiko. La nia estam la pano pley bona en la urbo.

Mias libros estam belas. Via libro estam sur la tablo.

Hodiaw estam vento varma. La latko kay la sukero

estam blanka, la kafo estam nigra.

Letsiono 2

Sana knabyo trinkam varman lakton. La nova

butiko vendam kukons sekans. La bela instruistyo

renkontim lia novans amikons. Mias bonas amikyos

farom belan kukon. Xi renkontim vians fratyons.

Lia frato havim malgrandan fratyon malsanan kay

petim akvon por xi. Ni trinkom en la malbelans ta-

sons. La granda birdo kaptim malgrandan insekton.

La malnova butiko vendim limonadon malbonan.

Oni ne lavam malpurans tasons per malvarma akvo.

Malpurans tasons oni lavam per varma akvo. La

kuko xaynam al mi bona sed seka. Mi ne estam xia

frato. Li irim preni vian plumon. Mi iram trinki

mian limonadon. Mi ne havam fratyon, sed fraton.

Mi renkontim lian patryon. Plumo kay papero estam

vias.

Una lingua per l’Euorpa

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fano forkurim kay kaxis sin (si nascose) en la

pley proksima arbaro.

La filo de la reço (re), kiu revenim de caso

(caccia), xin renkontim; kay, vidante, ke xi

estam tiel bela, li demandim xin, kion xi fa-

ram tie ci tute sola kay pro kio (per quale moti-vo) xi ploram (piange). “Ho ve (ahimè), sinyoro,

mia patryo forpelis min (mi ha cacciato) el la

domo.”

La reçido, kiu vidim, ke el xia buxo elirim

kelke da perlos kay kelke da diamantos, petim

xin, ke xi diru al li, de kie tio ci venam. Xi

rakontim al li sian tutan aventuron.

La reçido konsiderim, ke tia kapablo havam

pli granda indon (valore, dignità), ol cio, kion

oni povum doni dote al alia frawlyo (di quantosi sarebbe potuto dare in dote ad un altra donz-zella), forkondukim (condusse) xin al la palatso

de sia patro, la reço, kie li edziçim ye xi. Sed

pri xia fratyo ni povam diri, ke xi fariçim tiel

malaminda, ke xia propra patryo xin forpelim

de si; kay la malfelica knabyo, multe kurinte

kay trovinte neniun, kiu volum xin akcepti,

baldaw mortim en angulo de arbaro.

Johan Thor Johansson

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Page 44: UNA LINGUA - Fara Editore

Cu la infanos dantsom en la lerneyo jawde vespere?

Ne, vendrede matene. 8. Sana knabo trinkam lakton

kay mançam ovons. 9. Nia patro legam la jurnalon

antaw mançi. 10. Cu la nova instruistyo forgesim la

libron en la lerneyo? Yes, xi forgesim çin hieraw. 11.

Kion ili vendam? Ili vendam teon, kafon, sandvi-

cons kay cokoladon. Ili ne vendam xuons kay spor-

tans biciklons. 12. Cu la malsana filyo dezirim vidi

min? Yes 13. Cu ili estam jaluzas amikos? 14. Via

patryo venam de Ewropo. 15. Xi xaynam cina, sed

xi estam de nia lando.

Letsiono 5

Ho abitato per diversi anni a Torino. Avevo una ca-mera non troppo piccola in una vecchia casa presso ilfiume Po. Allora ero più giovane e studiavo all’univer-sità. Quel periodo è stato molto interessante. Lessimolti libri e imparai molte cose nuove.

– Mi può dire che ore sono? – Sì, ora sono le venti e venti minuti.– Grazie! Il mio orologio va avanti, indica le venti e

mezza. Ora mia moglie di certo sta cucinando per i no-stri bambini.

Fra due litiganti il terzo gode.Tra dire e fare c’è (di mezzo) il mare.

1. Kio estam tio? 2. Kie estam mia taso? 3. Kiu

estam mia libro? 4. Kiu mançim mian kukon? 5.

Kiam vi mançom? 6. Cio estam malseka. 7. Mi for-

gesim cion. 8. Mia krayono estam ie. 9. Tiam, li far-

tim bone. 10. Kiom vi estam? 11. Kiel xi kuram? 12.

Kion vi skribam? 13. Mi estam nenies edzyo. 14. Ne-

Una lingua per l’Euorpa

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Letsiono 3

(a) 1. Mian fraton. Mia patryo. 2. Fratyos nias.

Instruistons vians. (b) 3. Mia frato matene prome-

nom. 4. Lia amiko varme respondim. 5. La plumo

bruna bone skribam. 6. La knabyo blanka malbone

kuram. 7. Nia patro fumam vespere. 8. La lakto

estam pli bona ol la akvo. 9. La teo estam pli malvar-

ma ol la kafo. 10. La kuko estam malpli bona ol la bi-

skvitos. 10. La taso griza estam tre malpura. 12. La

libro ne estam tre interesa. 13. Lundo estam tago de

la semayno. 14. Ni nin tagmeze renkontom. 15. Yu

pli mi kuram des pli mi estam latsa. 16. La libro pli

interesa estam la blua. 17. La nokto estam malpli

bela ol la tago. (c) 18. Sesdek minutos estam unu

horo. 19. Dek ses horos estam unu tago; ok horos

estam unu nokto. 20. Sep tagos estam unu semayno.

21. La tria knabo estam mia dua filo. 22. La knabo

pezam kvardek kvin kilogramons. 23. La filmo daw-

rim tsent dek minutons. 24. Li amam xin. 25. Vi

amam xian fratyon. 26. La butiko malbone faram la

nigran panon. 27. La unua viro amam la duan

viryon. 28. La dua viryo malamam la unuan viron.

29. La knabos petim tri kukons plus du limonadons.

30. Unue vi ne atendim xin, due xi ne vidim vin.

Letsiono 4

(a) 1. Cu lia patryo kore deziram al vi bonan ta-

gon? 2. Cu mia filyo forgesim la libron en la lerneyo?

3. Cu la tago estam griza? 4. Cu vi ne estam lia fra-

to? (b) 5. Cu via patro kolektam cinans poxt-

markons? Yes, li kolektam ilin. 6. Cu via filo forge-

sim aceti la lakton? Yes, li ne havim la monuyon. 7.

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trons larça. 4. D-ro Zamenhof naskiçim la 15an de

detsembro 1859.

(b) 5. moglie, sposarsi, divorziato, coniugi. 6. don-na, ometto, brutto uomo, maschile. 7 mucca, vitello,mandria, stalla. 8. freddo, calore, tiepido, raffreddarsi.9. flotta, sciame, costellazione. 10. boletigi. 11. fiviro.

12. stultulo. 13. veteraco. 14. novajo. 15. neçero. 16.

soleco. 17. preçeyo. 18. multobletso. 19. kuiristo. 20.

eksurbestryo. 21. malriculo. 22. ludeyo. 23. Kioma

hora estam? Estam la tria kay kvarono. 24. La duo-

no de dek du estam ses.

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nio placam al mi. 15. Iu venim. 16. Kioma horo

estam? Estam la deksepa kay kvarono.

Letsiono 6

(a) 1. Che cosa, ciò. 2. Che tipo di. 3. Per ogni moti-vo. 4. In ogni modo. 5. Un tempo (ankaw estonta). 6.Un po’. 7. Là. 8. Allora, in quel tempo. 9. Di nessuno.10. Sempre, in ogni momento. 11. Perciò, per quella ra-gione. 12. Dove.

(b) Sono membro di una associazione giovanile eho partecipato al congresso canadese dei giovani cheha avuto luogo a Toronto. Per quasi sette ore abbiamoviaggiato da Quebec nel nostro pullmino e non ci sia-mo fermati fino a che non siamo arrivati a Toronto. Làabbiamo visitato anche alcuni amici. Per pranzo abbia-mo mangiato dei panini che erano sotto i sedili su cuistavamo seduti durante il viaggio.

Volore è potere. Il pesce grande mangia il piccolo.(c) 13. Mi estam membro en kanada yunulara

asotsio. 14. Ni veturim al alia urbo por partopreni

en al kanada yuna-kongreso. 15. Ni vizitim nians

amikons en Toronto. 16. Ni mançim sandvicons. 17.

Ni vizitim nians amikons. 18. Tion oni volam. 19.

Ne, la granda fixo englutam la malgrandan. 20. Ni

vizitim la bestçardenon. 21. Al mia frato tre placim

la ursos. 22. La blanka urso estim apud la enireyo.

23. Ni veturim per awtomobilo. 24. Yes, tre placis al

mi viziti çin.

Letsiono 7

(a) 1. Faru via aferon, Dio zorgos la tseteron. 2.

Mi feriim tri semaynons. 3. La strato estam 50 me-

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NOTE

1 Fra le tante menzioniamo: La grammatica del-

la lingua esperanto, Isituto Italiano di Esperanto, Ve-rona, 1983 (sesta ed.). Una grammatica ormai classicaè quella del linguista Bruno Migliorini (Milano, Coop.Editoriale Esperanto). Fra le più recenti pubblicazionimenzioniamo Parlo esperanto di Davide Astori (Milan-no, Vallardi, 1996) e il Nuovo Corso di Esperanto diUmberto Broccatelli (Coop. Editoriale Esperanto,s.d.). L’Associazione Mondiale di Esperanto (Universa-la Esperanto-Asocio) ha sede a Rotterdam. La Federa-zione Esperantista Italiana ha sede a Milano, via Villo-resi 38, tel. e fax 02-58100857.

Si visitino anche i seguenti siti: http://www.esperanto.it/corsi/index.htmlhttp://www.arpnet.it/~esper/http://users.pandora.be/pecop/ekc/vortaroj.htmlhttp://esperanto.nuhttp://welcome.to/vortarohttp://www.ikue.org

2 Sull’articolo si veda anche l’Appendice.

3 Non si usano quindi le preposizioni al e de da-vanti all’infinto, che può essere però preceduto dallealtre:

Mi mançam por vivi. Mangio per vivere.Vi ludam anstataw studi. Giochi invece di stu-

diare.

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Bulgario, Cekio (Repubblica Ceca), Cilio, Cinio,

Danlando aw Danio, Egiptio, Filipinos aw Filipi-

nio, Finlando aw Suomio, Frantsio, Germanio, Hin-

dio (India), Hispanio, Indonezio, Iranio, Irako aw

Irakio, Irlando aw Hibernio, Islando, Italio, Izraelo

aw Izraelio, Koreio, Kroatio, Meksikio, Nederlando,

Norvegio, Peruo, Pollando aw Polio, Portugalio, Ru-

manio, Ruslando aw Rusio, Serbio, Slovakio, Slove-

nio, Sudafriko, Svedio, Svislando aw Svisio, Turkio,

Usono (Stati Uniti), Yapanio.

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4 In esperanto ci sono vari modi di esprimere ilnostro ”più”. Abbiamo visto che con i comparativi siusa pli, con il superlativo relativo pley, nel senso ma-tematico si usa plus. C’è inoltre plu, che significa “ul-teriormente”:

Mi ne plu vidim xin. Non la vidi più.Xi plu fidam min. Si fida di più di me.

5 Ecco la lista completa dei mesi: yanuaro, fe-

bruaro, marto, aprilo, mayo, yunyo, yulio, awgusto,

septembro, oktobro, novembro, detsembro.

6 Per informazioni sul modo di creare le parolecomposte si veda la sezione intitolata Vortos kunmeti-

tas nell’Appendice.

7 Sui correlativi si veda anche la voce La korela-

tivos in Appendice.

8 Glaso da vino significa dunque “un bicchieredi vino”; glaso de vino significa “un bicchiere da vino”.

9 L’asterisco indica forme scorrette. Se non c’èmoto a luogo non si usa l’accusitivo:

Xi kuras en la domo. Lei corre in casa (è già den-tro casa).

Si veda anche l’Appendice.

10 Oggi si tende a sostituire, con qualche rara ec-cezione, il suffisso -uyo con -io: Argentinio, Awstra-

lio, Awstrio, Belgio, Bosnio, Brazilo, Britanio (GB),

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Appendice

Gramatikas notos (el la Fundamento

de Esperanto verkita de L.L. Zamenhof)

LA ARTIKOLOLa artikolo “la” estam uzata tiam, kiam ni parolam

pri personos aw obyektos konatas. Çia uzado estamtia sama kiel en la alias lingvos. La personos, kius nekomprenam la uzadon de la artikolo (ekzemple rusosaw polos, kius ne tsiam alian lingvon krom sia pro-pra), povam en la unua tempo tute ne uzi la artikolon,car çi estam oportuna sed ne netsesa. Anstataw “la”oni povam ankaw diri “l” (sed nur post prepozitsio, kiufiniçam per vokalo).

VORTOS KUNMETITASVortos kunmetitas estam kreatas per simpla kunli-

gado de vortos; oni prenam ordinare la purans ra-dikons, sed, se la bonsonetso aw la klaretso postulam[lo richiedono], oni povam ankaw preni la tutan vor-ton, t.e. la radikon kune kun çia gramatika finiço. Ek-zemplos: skribtablo aw skribotablo (= tablo, sur kiuoni skribam); internatsia (= kiu estam inter diversasnatsios); tutmonda (= de la tuta mondo); unutaga (=kiu dawram unu tagon); unuataga (= kiu estam en launua tago); vaporxipo (= xipo, kiu sin movam per va-poro); matenmançi, tagmançi, vespermançi; abonpago(= pago por la abono).

PREPOZICIOS KAY AKUZATIVOCius prepozitsios per si mem postulam ciam nur la

nominativon. Se ni iam post prepozitsio uzam la aku-

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Ye la lasta foyo mi vidam lin ce vi (aw la lastanfoyon).

Mi veturim du tagons kay unu nokton.Mi sopiram ye mia perdita felico (aw mian perdi-

tan felicon).El la dirita regulo sekvam, ke se ni pri ia verbo ne

tsiam, cu çi postulam post si la akuzativon (t.e. cu çiesta aktiva) aw ne, ni povam ciam uzi la akuzativon.Ekzemple, ni povam diri “obei al la patro” kay “obei lapatron” (anstataw “obei ye la patro”). Sed ni ne uzamla akuzativon tiam, kiam la klaretso de la sentso tionci malpermesam; ekzemple: ni povam diri “pardoni alla malamiko” kay “pardoni la malamikon”, sed ni de-vam diri ciam “pardoni al la malamiko lian kulpon”.

LA KORELATIVOJIa, ial, iam, ie, iel, ies, io, iom, iu. – La montri-

tans naw vortons ni konsilam bone ellerni, car el ili ciupovam yam fari al si grandan serion da alias pronomoskay adverbos. Se ni aldonam al ili la literon “k”, ni rit-sevam vortons demandans aw rilatans [relativi]: kia,

kial, kiam, kie, kiel, kies, kio, kiom, kiu. Se ni aldo-nam la literon “t”, ni ritsevam vortons montrans [dimo-strative]: tia, tial, tiam, tie, tiel, ties, tio, tiom, tiu.

Aldonante la literon “c”, ni ricevam vortons komunans[totalizzanti]: cia, cial, ciam, cie, ciel, cies, cio, ciom,

ciu. Aldonante la prefikson “ne-”, ni ritsevam vortonsneans [negative]: nenia, nenial, neniam, nenie, ne-

niel, nenies, nenio, neniom, neniu. Aldonante al lavortos montras la vorton “ci”, ni ritsevam montron pliproksiman; ekzemple: tiu (pli malproksima), tiu ci (awci tiu) (pli proksima); tie (malproksime), tie ci aw ci

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zativon, la akuzativo tie dependam ne de la prepozit-sio, sed de alias kawzos. Ekzemple: por esprimi direk-ton, ni aldonam al la vorto la finon “-n”; sekve: tie (=en tiu loko), tien (= al tiu loko); tiel same ni ankaw di-ram: “la birdo flugim en la çardenon, sur la tablon”,kay la vortos “çardenon”, “tablon” staram tie ci enakuzativo ne car la prepozitsios “en” kay “sur” tion cipostulam, sed nur car ni volim esprimi direkton, t.e.montri, ke la birdo sin ne trovim antawe en la çardenoaw sur la tablo kay tie flugim, sed ke çi de alia lokoflugim al la çardeno, al la tablo (ni volam montri, ke laçardeno kay tablo ne estim la loko de la flugado, sednur la tselo de la flugado); en tias okazos ni uzum la fi-niçon “-n” tute egale cu ia prepozitsio starum aw ne.

Morgaw mi veturom Parizon (aw en Parizon). Mi restom hodiaw dome. Yam estam tempo iri do-

men.Ni disiçim kay irim en diversans flankons: mi irim

dekstren, kay li irim maldekstren.Flanken, sinyoro!Mi konam neniun en tiu ci urbo.Mi neniel povam kompreni, kion vi parolam.Mi renkontim nek lin, nek lian fraton (aw mi ne

renkontim lin, nek lian fraton).Se ni bezonam uzi prepozitsion kay la sentso ne

montram al ni, kian prepozitsion uzi, tiam ni povamuzi la komunan prepozitsion “ye”. Sed estam bone uza-di la vorton “ye” kiel eble pley malofte. Anstataw lavorto “ye” ni povam ankaw uzi akuzativon sen prepo-zitsio.

Mi ridam ye lia naivetso (aw mi ridam pro lia nai-vetso, aw mi ridam lian naivetson).

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tie (proksime). Aldonante al la vortos demandas lavorton “ayn”, ni ritsevam vortons sendiferentsans: kiaajn, kial ajn, kiam ajn, kie ajn, kiel ajn, kies ajn, kioajn, kiom ajn, kiu ajn. Ekster tio el la diritas vortos nipovam ankoraw fari alians vortons, per helpo de gra-matikas finiços kay alias vortos (sufiksos); ekzemple:tiama, ciama, kioma, tiea, ci-tiea, tieulo, tiamulo, k.t.p.

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ia qualchenenia nessunocia ognikia quale (?)tia tale

ial per qualche motivonenial per nessun motivocial per ogni motivokial perché (?)tial per tal motivo

iam una voltaneniam maiciam semprekiam quando (?)tiam allora

ie in qualche luogonenie in nessun luogocie dovunquekie dove (?)tie là

iel in qualche modoneniel in nessun modociel in ogni modokiel come (?)tiel così

ies di qualcunonenies di nessunocies di ognunokies di cui, di chi?ties di quello

io qualche cosanenio nientecio ogni cosakio la qual cosa, che cosa?tio ciò

iom un poconeniom per nullaciom del tuttokiom quanto (?)tiom tanto

iu qualcunoneniu nessunociu ognunokiu il quale, che, chi?tiu quello

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