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UNA LUNGA ATTESA PER IL CAMPO SPORTIVO DI ...sa. Allora la giornata lavorativa era di 10 e più ore,...

Date post: 28-Aug-2020
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F a sempre male vedere istituzioni, comitati ed associazioni di citta- dini in opposizione, quando si stanno realizzando delle opere pubbliche. E’ forse una caratteristica tutta italiana, più nota come “sindrome” NIMBY (acronimo inglese che sta per Not In My Back Yard, letteralmente “Non nel mio cortile”). Si indica, infatti, così un atteggiamento che si riscontra nelle proteste contro opere di interes- se pubblico che hanno, o si teme pos- sano avere, effetti negativi sui territo- ri in cui verranno costruite, come ad esempio grandi vie di comunicazione, cave, sviluppi insediativi e così via. Lo stiamo vivendo proprio nel nostro territorio con la realizzazione delle Vie d’Acqua. L’atteggiamento in genere consi- ste nel riconoscere come necessari, o in ogni caso possibili, gli oggetti del contendere ma, contemporaneamente, nel non volerli in un determinato modo a causa delle controindicazioni sull’ambiente locale. Come si fa a met- tere tutti d’accordo? Lo so… è una battuta, visti sempre i mille interessi che gravitano attorno alle grandi opere, ma sono convinto che con il coinvolgimento nelle decisioni dei cit- tadini interessati, un’opera di media- zione è sempre possibile. Alcuni sostengono che la carenza di informazione ai cittadini sia spesso tra le cause delle opposizioni incontra- te da un progetto, asserendo che se i rapporti con questi ultimi fossero impostati in maniera più aperta, pro- babilmente molte contestazioni sareb- bero mitigate. Si sa che in Italia le cose piovono spesso dall’alto, senza troppe consultazioni, situazione che certa- mente scatena ancora di più l’opposi- zione dell’animo umano. Immaginate cosa accenderebbe la realizzazione di una discarica di scorie nucleari! Torniamo al nostro piccolo, si fa per dire, delle Vie d’Acqua per Expo. In questo caso quanto lascia interdetti, in particolare, sono le dichiarazioni di intenti, l’obbiettivo che si vuole rag- giungere che condiziona ovviamente anche il modo in cui lo si persegue. Inizialmente si parlava di “canale navigabile”, quindi aveva forse senso far passare un’arteria di comunicazio- ne in zone di pregio e naturalistiche (i parchi), poi lentamente ci siamo accorti che è diventato un “canale di scolo”, per portare via l’acqua dal laghetto dell’Expo, ora – è notizia dei giorni scorsi – si scopre che in alcuni tratti sarà addirittura un tubo sotter- raneo… quindi è persa ogni valenza estetica e funzionale, a parte l’idrauli- ca ovviamente. Anche la decantata “funzione agrico- la” lascia l’amaro in bocca, poiché passa in parchi e finisce nel Naviglio, nella Darsena, con un apporto d’ac- qua che poteva benissimo arrivare dal Naviglio stesso. Quindi? Che il cana- le si debba fare è giusto non metterlo in dubbio, vista la necessità di Expo, però con un minimo di coinvolgimen- to, con i dovuti tempi e con una picco- la dose di furbizia si poteva certamen- te studiare qualcosa di meglio. Un’opera del genere, pare addirittura con un progetto ancora non del tutto definito, gestita con il work in pro- gress si sa che, alla fine, va ad alimen- tare i soliti opportunisti. Discutere in corso d’opera cambiando le linee guida del progetto, lasciatemelo dire, non è la strategia migliore per un buon risultato. Siamo in Italia. UN SOGNO DA REALIZZARE E rano gli anni intorno al sessan- totto, quando il sogno tanto atteso di realizzare un vero campo sportivo a Muggiano si è tradotto in realtà. Non crediate sia stato facile, anzi… Immaginatevi la gioia di una dozzina di ragazzi, tra i quali anche il sottoscritto, nel poter entrare in quell’area dopo che il Comune di Milano l’aveva recintato e… basta! Ventiduemila metri quadrati di prato, “rubati” (si fa per dire) dall’assessore allo Sport di Palazzo Marino agli agri- coltori del nostro borgo e utilizza- ti per il gioco più amato dagli ita- liani come, del resto, anche da gran parte del mondo. Uno spazio che, a ragazzi come noi, sembrava immenso. Ricordo perfettamente la gioia di tutti nel vedere quel pallone, fatto di duro cuoio e con ancora la cucitura per contenere la camera d’aria, che rotolava davanti a noi, pronti a rincorrerlo e passarcelo l’uno con l’altro, immaginando di calpestare l’erba di San Siro. Bei tempi! Erano ancora tanti di problemi da affrontare e risolvere, ma nulla ci faceva paura, gasati come erava- mo. Mancava davvero tutto, me- no che il sorriso, la volontà e la partecipazione di tanti muggiane- si che hanno aiutato mettendoci idee, esperienza e soprattutto mano d’opera. Molti di noi già lavoravano ed era, quindi, poco il tempo che avanzava per quella che si delineava come un’impre- sa. Allora la giornata lavorativa era di 10 e più ore, per tutta la set- timana compreso il sabato matti- na, e ricordo ancora con piacere che il pomeriggio del sabato e gran parte della domenica era- vamo legati a quel rettangolo verde diventato la nostra priori- tà assoluta. Non è che i nostri genitori fossero tanto entusiasti di quei week-end, perché contavano anche sul nostro aiuto per attività non certamente ludiche, quali tagliare l’erba nei campi per i figli di agricoltori oppure procurare l’erba medica da dare ai conigli visto che quasi tutte le famiglie tenevano questi ed altri animali per risparmiare qualche soldo, o per altre attività come la mia che consisteva nel dare il cambio a mia madre nel- l’osteria di famiglia. Il richiamo del pallone era troppo forte, anche di qualunque giusto castigo che regolarmente ci veniva appioppa- to dopo essere tornati a casa stan- chi come somari. Non era certa- mente quello che ci preoccupava. La soddisfazione di aver lavorato alla realizzazione di un sogno andava oltre le fatiche materiali ed i predicozzi del papà o della mamma, rego- larmente dimenticati la mattina dopo. Naturalmente la stan- chezza non proveni- va soltanto dalle opere necessarie, per cominciare un regola- re campionato, ma anche dal fatto che metà del tempo era trascorso a giocare a calcio. Le prime volte usavamo le borse di qualche tesserato di lusso oppure i nostri stessi abiti come pali delle porte o come bandierine del cor- ner, per delimitare il rettangolo di gioco non rendendoci conto che lo spazio ricavato all’interno dell’area globale era sempre troppo con la conse- guenza di arrivare, davanti la porta avversaria, con fiato talmente corto da non essere più in grado di tirare il pallone con la forza sufficiente. Ma a noi sembrava stupi- do avere così tanti metri quadrati e non utilizzarli. La prima grande fati- ca è stata quella di tro- vare l’acqua… Avete capito bene! Non avendo l’acquedotto cittadino a disposizio- ne ci siamo attrezzati di impalcatura, del “martinett” in legno e dei tubi necessari – procurati dal “trumbée” del borgo – e di tanto sudore per cercare il prezioso elemento. Dopo tanta pazienza e due o tre tentativi ecco, a pochi metri di profondità, sgorgare acqua chiara di falda indispensabile per rinfrescarci e sciacquare via il sudore, la polvere e per fare la malta per le fondamenta degli spogliatoi e fissare i paletti della recinzione interna obbligatoria. Era estate, quel giorno che abbia- mo visto uscire l’acqua da quel tubo, eravamo talmente euforici che ci siamo fatti una fresca e rilas- sante doccia all’aperto. Immagi- natevi da soli come potevano esse- re conciate le nostre mani, oramai piene di calli, tanto che hanno impiegato parecchi giorni a guari- re. Ma all’idea di finire la giornata con una partitella come per magia tutto passava, tutto veniva dimen- ticato… Anche i genitori che ci aspettavano a casa. I lavori degli spogliatoi hanno dovuto attendere qualche tempo in più e soprattutto l’intervento di un “legnamée” nostrano e, in seguito, di una persona nota come il geometra Guido Baroni che molti considerano ancora oggi la vera anima del Campo Sportivo di Muggiano. Indubbiamente sen- za di lui, non so se saremmo arri- vati ad oggi. Non si poteva costruire questo fabbricato se non in legno, poiché eravamo su ter- reno agricolo vincolato e, quindi, sono stati eretti muri solo ed esclusivamente per i bagni e le docce piastrellati a dovere. Le attività erano svolte solamente di giorno, vista l’assenza d’energia elettrica. Solo in seguito si è potu- to effettuare l’allacciamento alla linea ed illuminare, oltre agli spo- gliatoi, anche lo stesso terreno di gioco. Era un grosso problema perché molte partite di campiona- to terminavano nel tardo pomerig- gio con il buio invernale o la neb- bia che la facevano da padroni in quest’angolo di Lombardia. A distanza di tanti anni mi viene ancora da sorridere a quei qua- dretti dopo la doccia alla ricerca al buio dei propri indumenti, stile caserma militare, tanto ingenui quanto stupidi, ma sempre sen- za nessun doppio senso. Ca- meratismo allo stato puro, che completava la giornata e faceva spogliatoio. Vinta o persa la parti- ta era subito lasciata alle spalle per ricominciare con gli allenamenti del martedì. Il primo “allenatore” del G.S. Muggiano era uno di noi anche se il rispetto per il suo gravoso inca- rico era d’obbligo. Le sue decisio- ni non si discutevano, al massimo si potevano mettere in pratica nuove idee e soluzioni tirate fuori da qualcuno che aveva più espe- rienza o aveva giocato in altre società. Erano tutte novità, biso- gnose di essere scoperte, e ad ogni idea che andava a buon fine era come vincere una sfida con la prima in classifica o addirittura un campionato. UNA LUNGA ATTESA PER IL CAMPO SPORTIVO DI MUGGIANO Quasi al via i lavori per la realizzazione del nuovo Campo Sportivo di Muggiano, che diventerà un polo d’eccellenza per tutto il territorio. L’Impianto Sportivo Polidisciplinare Comunale nascerà su iniziativa del Gruppo Sportivo Muggiano con il supporto del Comune di Milano, mentre lo studio “Architettura Luciano Messina” si occuperà della progettazione. Ci aspet- tano piscine coperte, palestre, due campi regolamentari di calcio con relativi spogliatoi e servizi, realizzati nel rispetto del- l’ambiente e con tecnologie innovative. In attesa di presentare nel dettaglio il progetto, Renato Delpero racconta come è nata questa struttura sportiva, oltre quarant’anni fa, con pochi mezzi e la sola volontà di fare di un manipolo di ragazzi. MUGGIANO & DINTORNI e-mail: [email protected] internet: www.muggiano.it ANNO XIV - NUMERO 2 Acqua ed Expo Febbraio 2014 (CONTINUA A PAGINA 10) R.B. Delpero [email protected] Marco Rossetti [email protected]
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Page 1: UNA LUNGA ATTESA PER IL CAMPO SPORTIVO DI ...sa. Allora la giornata lavorativa era di 10 e più ore, per tutta la set-timana compreso il sabato matti-na, e ricordo ancora con piacere

F a sempre male vedere istituzioni,comitati ed associazioni di citta-

dini in opposizione, quando si stannorealizzando delle opere pubbliche. E’forse una caratteristica tutta italiana,più nota come “sindrome” NIMBY(acronimo inglese che sta per Not InMy Back Yard, letteralmente “Nonnel mio cortile”). Si indica, infatti,così un atteggiamento che si riscontranelle proteste contro opere di interes-se pubblico che hanno, o si teme pos-sano avere, effetti negativi sui territo-ri in cui verranno costruite, come adesempio grandi vie di comunicazione,cave, sviluppi insediativi e così via.Lo stiamo vivendo proprio nel nostroterritorio con la realizzazione delleVie d’Acqua. L’atteggiamento – in genere – consi-ste nel riconoscere come necessari, oin ogni caso possibili, gli oggetti delcontendere ma, contemporaneamente,nel non volerli in un determinatomodo a causa delle controindicazionisull’ambiente locale. Come si fa a met-tere tutti d’accordo? Lo so… è unabattuta, visti sempre i mille interessiche gravitano attorno alle grandiopere, ma sono convinto che con ilcoinvolgimento nelle decisioni dei cit-tadini interessati, un’opera di media-zione è sempre possibile. Alcuni sostengono che la carenza diinformazione ai cittadini sia spessotra le cause delle opposizioni incontra-te da un progetto, asserendo che se irapporti con questi ultimi fosseroimpostati in maniera più aperta, pro-babilmente molte contestazioni sareb-bero mitigate. Si sa che in Italia le cosepiovono spesso dall’alto, senza troppeconsultazioni, situazione che certa-mente scatena ancora di più l’opposi-zione dell’animo umano. Immaginatecosa accenderebbe la realizzazione diuna discarica di scorie nucleari! Torniamo al nostro piccolo, si fa perdire, delle Vie d’Acqua per Expo. Inquesto caso quanto lascia interdetti,in particolare, sono le dichiarazioni diintenti, l’obbiettivo che si vuole rag-giungere che condiziona ovviamenteanche il modo in cui lo si persegue.Inizialmente si parlava di “canalenavigabile”, quindi aveva forse sensofar passare un’arteria di comunicazio-ne in zone di pregio e naturalistiche (iparchi), poi lentamente ci siamoaccorti che è diventato un “canale discolo”, per portare via l’acqua dallaghetto dell’Expo, ora – è notizia deigiorni scorsi – si scopre che in alcunitratti sarà addirittura un tubo sotter-raneo… quindi è persa ogni valenzaestetica e funzionale, a parte l’idrauli-ca ovviamente. Anche la decantata “funzione agrico-la” lascia l’amaro in bocca, poichépassa in parchi e finisce nel Naviglio,nella Darsena, con un apporto d’ac-qua che poteva benissimo arrivare dalNaviglio stesso. Quindi? Che il cana-le si debba fare è giusto non metterloin dubbio, vista la necessità di Expo,però con un minimo di coinvolgimen-to, con i dovuti tempi e con una picco-la dose di furbizia si poteva certamen-te studiare qualcosa di meglio. Un’opera del genere, pare addiritturacon un progetto ancora non del tuttodefinito, gestita con il work in pro-gress si sa che, alla fine, va ad alimen-tare i soliti opportunisti. Discutere incorso d’opera cambiando le lineeguida del progetto, lasciatemelo dire,non è la strategia migliore per unbuon risultato. Siamo in Italia.

UN SOGNO DA REALIZZAREE rano gli anni intorno al sessan-

totto, quando il sogno tantoatteso di realizzare un vero camposportivo a Muggiano si è tradottoin realtà. Non crediate sia statofacile, anzi… Immaginatevi lagioia di una dozzina di ragazzi, trai quali anche il sottoscritto, nelpoter entrare in quell’area dopoche il Comune di Milano l’avevarecintato e… basta! Ventiduemilametri quadrati di prato, “rubati”(si fa per dire) dall’assessore alloSport di Palazzo Marino agli agri-coltori del nostro borgo e utilizza-ti per il gioco più amato dagli ita-liani come, del resto, anche dagran parte del mondo. Uno spazio che, a ragazzi comenoi, sembrava immenso. Ricordoperfettamente la gioia di tutti nelvedere quel pallone, fatto di durocuoio e con ancora la cucitura percontenere la camera d’aria, cherotolava davanti a noi, pronti arincorrerlo e passarcelo l’uno conl’altro, immaginando di calpestarel’erba di San Siro. Bei tempi! Erano ancora tanti di problemi daaffrontare e risolvere, ma nulla cifaceva paura, gasati come erava-mo. Mancava davvero tutto, me-no che il sorriso, la volontà e lapartecipazione di tanti muggiane-si che hanno aiutato mettendociidee, esperienza e soprattuttomano d’opera. Molti di noi giàlavoravano ed era, quindi, poco iltempo che avanzava per quellache si delineava come un’impre-sa. Allora la giornata lavorativaera di 10 e più ore, per tutta la set-timana compreso il sabato matti-na, e ricordo ancora con piacereche il pomeriggio del sabato egran parte della domenica era-vamo legati a quel rettangoloverde diventato la nostra priori-tà assoluta. Non è che i nostri genitori fosserotanto entusiasti di quei week-end,perché contavano anche sul nostroaiuto per attività non certamenteludiche, quali tagliare l’erba neicampi per i figli di agricoltorioppure procurare l’erba medicada dare ai conigli visto che quasitutte le famiglie tenevano questied altri animali per risparmiarequalche soldo, o per altre attivitàcome la mia che consisteva neldare il cambio a mia madre nel-l’osteria di famiglia. Il richiamodel pallone era troppo forte, anchedi qualunque giusto castigo cheregolarmente ci veniva appioppa-to dopo essere tornati a casa stan-chi come somari. Non era certa-mente quello che ci preoccupava.La soddisfazione di aver lavoratoalla realizzazione di un sognoandava oltre le fatiche materiali ed

i predicozzi del papào della mamma, rego-larmente dimenticatila mattina dopo. Naturalmente la stan-chezza non proveni-va soltanto dalleopere necessarie, percominciare un regola-re campionato, maanche dal fatto chemetà del tempo eratrascorso a giocare acalcio. Le prime volteusavamo le borse diqualche tesserato dilusso oppure i nostristessi abiti come palidelle porte o comebandierine del cor-ner, per delimitare ilrettangolo di gioconon rendendoci contoche lo spazio ricavatoall’interno dell’areaglobale era sempretroppo con la conse-guenza di arrivare,davanti la portaavversaria, con fiatotalmente corto da nonessere più in grado ditirare il pallone con laforza sufficiente. Maa noi sembrava stupi-do avere così tantimetri quadrati e nonutilizzarli. La prima grande fati-ca è stata quella di tro-vare l’acqua… Avetecapito bene! Nonavendo l’acquedottocittadino a disposizio-ne ci siamo attrezzatidi impalcatura, del“martinett” in legno edei tubi necessari –procurati dal “trumbée” del borgo– e di tanto sudore per cercare ilprezioso elemento. Dopo tantapazienza e due o tre tentativi ecco, apochi metri di profondità, sgorgareacqua chiara di falda indispensabileper rinfrescarci e sciacquare via ilsudore, la polvere e per fare la maltaper le fondamenta degli spogliatoi efissare i paletti della recinzioneinterna obbligatoria. Era estate, quel giorno che abbia-mo visto uscire l’acqua da queltubo, eravamo talmente euforiciche ci siamo fatti una fresca e rilas-sante doccia all’aperto. Immagi-natevi da soli come potevano esse-re conciate le nostre mani, oramaipiene di calli, tanto che hannoimpiegato parecchi giorni a guari-re. Ma all’idea di finire la giornatacon una partitella come per magiatutto passava, tutto veniva dimen-ticato… Anche i genitori che ciaspettavano a casa. I lavori degli spogliatoi hannodovuto attendere qualche tempoin più e soprattutto l’intervento di

un “legnamée” nostrano e, inseguito, di una persona nota comeil geometra Guido Baroni chemolti considerano ancora oggi lavera anima del Campo Sportivodi Muggiano. Indubbiamente sen-za di lui, non so se saremmo arri-vati ad oggi. Non si potevacostruire questo fabbricato se nonin legno, poiché eravamo su ter-reno agricolo vincolato e, quindi,sono stati eretti muri solo edesclusivamente per i bagni e ledocce piastrellati a dovere. Le attività erano svolte solamentedi giorno, vista l’assenza d’energiaelettrica. Solo in seguito si è potu-to effettuare l’allacciamento allalinea ed illuminare, oltre agli spo-gliatoi, anche lo stesso terreno digioco. Era un grosso problemaperché molte partite di campiona-to terminavano nel tardo pomerig-gio con il buio invernale o la neb-bia che la facevano da padroni inquest’angolo di Lombardia. A distanza di tanti anni mi vieneancora da sorridere a quei qua-

dretti dopo la doccia alla ricercaal buio dei propri indumenti, stilecaserma militare, tanto ingenuiquanto stupidi, ma sempre sen-za nessun doppio senso. Ca-meratismo allo stato puro, checompletava la giornata e facevaspogliatoio. Vinta o persa la parti-ta era subito lasciata alle spalle perricominciare con gli allenamentidel martedì. Il primo “allenatore” del G.S.Muggiano era uno di noi anche seil rispetto per il suo gravoso inca-rico era d’obbligo. Le sue decisio-ni non si discutevano, al massimosi potevano mettere in praticanuove idee e soluzioni tirate fuorida qualcuno che aveva più espe-rienza o aveva giocato in altresocietà. Erano tutte novità, biso-gnose di essere scoperte, e adogni idea che andava a buon fineera come vincere una sfida con laprima in classifica o addiritturaun campionato.

UNA LUNGA ATTESA PER IL CAMPO SPORTIVO DI MUGGIANO

Quasi al via i lavori per la realizzazione del nuovo Campo Sportivo di Muggiano, che diventerà un polo d’eccellenza pertutto il territorio. L’Impianto Sportivo Polidisciplinare Comunale nascerà su iniziativa del Gruppo Sportivo Muggiano con ilsupporto del Comune di Milano, mentre lo studio “Architettura Luciano Messina” si occuperà della progettazione. Ci aspet-tano piscine coperte, palestre, due campi regolamentari di calcio con relativi spogliatoi e servizi, realizzati nel rispetto del-l’ambiente e con tecnologie innovative. In attesa di presentare nel dettaglio il progetto, Renato Delpero racconta comeè nata questa struttura sportiva, oltre quarant’anni fa, con pochi mezzi e la sola volontà di fare di un manipolo di ragazzi.

MUGGIANO& DINTORNI

e-mail: [email protected]: www.muggiano.it

ANNO XIV - NUMERO 2

Acqua ed Expo

Febbraio 2014

(CONTINUA A PAGINA 10)

R.B. [email protected]

Marco [email protected]

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2 Febbraio 2014Muggiano

&dintorni

Scuole civicheI genitori della Scuola Civica

Primaria di via San Giustoesprimono la loro gioia ai genitoridella Media Manzoni nel sapereche il Sindaco Pisapia e l’AssessoreCappelli hanno comunicato uffi-cialmente che la Scuola CivicaMedia Manzoni aprirà una classeprima per il prossimo anno scola-stico e per l’anno successivo. Siamo felici di verificare che ilComune di Milano sembra averfinalmente capito l’importanza dipreservare le scuole civiche eabbia rivisto il suo progetto di gra-duale dismissione. È evidente cheora si dovrà rivedere immediata-mente anche il futuro della ScuolaSan Giusto. Le motivazioni addotte per lachiusura delle due Scuole eranoidentiche e per gli stessi motivi ledue scuole devono continuare avivere come civiche. Tanto più sesi considera che poco più di unmese fa il Comune stesso ha rico-nosciuto il valore del progettoeducativo e didattico della SanGiusto conferendo alla Scuola l’at-testato di Emerita Benemerenza. Ci aspettiamo quindi di essereconvocati dal Sindaco e dall’As-sessore quanto prima, per rivederei progetti sul futuro della scuola. Per i genitori della Civica ScuolaPrimaria di Via San Giusto.

Francesca Trevese(Presidente Consiglio di Circolo)

Roberto Panzera(Presidente Assemblea dei genitori)

Paola Negri (Vice PresidenteAssociazione Genitori Ventizero)

________

Il futuro dei giovani

M olti lettori de Il Rile dellanostra zona, vista la risposta

redazionale data alla mia doman-da sull’Expo, pubblicata nel nume-ro scorso, ritenuta sufficiente, mihanno spinto a chiedervi un altro

parere che ora vi presento. Cosa sipuò pensare dei notiziari ripetitiviche propinano i nostri quotidianidi fama e anche la televisione? A noi sembra uno strano modo diragionare relativo al futuro rubatoalle giovani generazioni ed alla vitache li attende, destinata a peggiora-re. Si parla di una generazione desti-nata ad una vita peggiore dei lorogenitori e nonni, cosa che avvieneforse per la prima volta nella storiaumana. Si dice anche che qualchesacrificio darà frutti in futuro. Questo modo di parlare del futuroper noi nonni e genitori sembradimenticare che le fondamenta diuna costruzione solida, di qualsia-si forma, non si realizzano in unipotetico domani, ma in un onestoe realistico oggi. Questa dimenti-canza però, con un po’ di sfaccia-taggine e di malafede, cerca dimascherare quell’eredità che inostri giovani dovrebbero avere didiritto. Si tratta di quei beni comu-ni di cui nessuno, neppure lo statodovrebbe sentirsi padrone, se nonper salvaguardarli e vigilare, affin-ché ci sia disponibilità per tutti neltempo e nei luoghi. Sappiamo che la nostra classe poli-tica, che dovrebbe essere testimone,si fa sorprendere da qualche refe-rendum, ma quali sono questi benida mettere sotto tutela? In questigiorni di fine gennaio l’ufficio delleentrate comunica che le entrate tri-butarie sono aumentate di parecchimiliardi di euro. Anche questo, pernoi di Baggio e dintorni, apparecome una bufala, in quanto la crisipersiste, i disoccupati aumentano ele industrie si lamentano. Ma i nostri politici non riescono adimmaginare che in queste condi-zioni la disponibilità pubblica puòaumentare soltanto rubandomeno, magari per paura di esserescoperti? Io personalmente, ho lamoglie che è in dialisi da quattroanni, il trasporto all’ospedale eritorno lo faceva la Croce Blu diBuccinasco, ma il 31 dicembre2013 ha dovuto chiudere sembraper mancanza di soldi, tanto che ivolontari spesso erano costrettianche ad acquistare la benzina peri mezzi. Io non ci credevo e comin-ciavo a pensare male. Ma il 15 gennaio mi è arrivatodall’A.S.L. n° 5 un modulo dacompilare con tutti i viaggi fattidalla Croce Blu dal luglio 2013 afine dicembre e da riconsegnareentro febbraio 2014. Questo signi-fica che anche il nostro Comune diMilano trova i soldi per pagare glizingari, ma non trova quelli darimborsare le spese del volontaria-

to. Cosa possiamo dire noi vecchiche abbiamo lavorato una vita perdare questo benessere, e poi tro-varsi in queste condizioni? Scusandomi ancora porgo i miei piùsentiti saluti.

Olindo Lazzaron

E gregio signor Lazzaron, non cisono parole per commentare la

sua lettera. Ha perfettamente ragio-ne!

La Redazione________

Trezzano: centro diurno a pagamento?

D allo scorso mese di settembre,i cittadini di Trezzano sul

Naviglio devono pagare una quo-ta di frequenza per poter accedereal Centro Diurno per anziani di viaBoito. Fino a prima dell’estate,come previsto dal Regolamentocomunale vigente per l’area socia-le, era richiesto il solo pagamentodella quota per i pasti. Elena Felisatti, candidato sindacoalle Primarie per SEL IDV Socia-listi e Verdi Ecocivici, conoscebene i Regolamenti del Comune diTrezzano, e si è domandata se fos-sero stati modificati, con i poteristraordinari concessi dalla legge alCommissario Prefettizio. In effetti, il Regolamento dell’AreaSociale è stato modificato, preve-dendo che gli utenti del CentroDiurno debbano pagare una quotadi frequenza. Tale modifica è peròavvenuta molto di recente, conuna delibera assunta dal Com-missario il 12 dicembre scorso, invigore dal 2 gennaio di quest’an-no. Ci domandiamo se e quando lequote di frequenza versate da set-tembre a dicembre scorso, quandoera ancora in vigore il vecchioRegolamento dell’Area Sociale,saranno rimborsate ai cittadini:con tutta evidenza, infatti, taliquote non erano dovute in quantoancora in vigore il Regolamentoprecedente. SEL Trezzano, nel ribadire la pro-pria totale contrarietà a scelteamministrative che scaricano suicittadini di Trezzano – e in manie-ra particolare sulle fasce deboli diutenza – i costi dei servizi sociali,auspica una revisione delle scelteadottate e una pronta restituzionedelle quote di frequenza, versatenel periodo settembre-dicembre

2013 dagli utenti del CentroDiurno anziani di via Boito.

Sinistra Ecologia Libertà Trezzano sul Naviglio

________

Assiano: nessunariqualificazione

senza bandoS pettabile Redazione de Il Rile,

Vi porto a conoscenza di averefornito alcune risposte alle doman-de poste da Carlotta Benedetti nel-l’articolo pubblicato nel mese didicembre 2013, dal titolo “BorgoAssiano: da che pulpito la predi-ca”. La signora si è espressa rife-rendosi ad una lettera che il sotto-scritto ha inviato a nome delComitato Borgo Assiano e gentil-mente pubblicata nel mese di otto-bre 2013 dal titolo “Assiano: dubbisulla riqualificazione”.

Cogliamo l’occasione per ribadirele nostre perplessità sulla possibi-lità di vedere attivati interventi diriqualificazione non dell’interoBorgo, ma della sola Corte SanMartino di proprietà Aler Milano,così come illustrato nell’articolopubblicato nel mese di settembre2013 dal titolo: “La rinascita delBorgo”. Il Comitato Borgo Assiano è anco-rato alle proprie posizioni, pubbli-camente esposte: la riqualificazio-ne deve avvenire sulla base degliindirizzi e dei vincoli fissati dalla

delibera del Consiglio di Ammini-strazione di Aler Milano n° 8 del 12maggio 2011 avente per oggetto“Determinazioni in ordine allamanifestazione d’interesse per laricerca di soggetti interessati alrecupero e utilizzo attraverso con-cessione d’uso della CascinaAssiano e delle relative aree di per-tinenza, site in Comune di Milanodi proprietà di Aler Milano” e coe-rente con le indicazioni progettua-li, elaborate dal DipartimentoAgricolo Milanese, condivise epartecipate dai conduttori agrico-li operanti nella zona Assiano-Muggiano e limitrofi. La delibera di Aler Milano, essen-do basata sulla ricerca d’investito-ri privati, per essere attivata, abbi-sogna della pubblicazione dell’ap-posito Bando la cui stesura e pub-blicazione furono delegate alDirettore Generale della stessa. E’un atto obbligatorio per un entepubblico che mette sul mercato unbene patrimoniale pubblico anchese solo in concessione d’uso. Tornaquindi difficile per questo Comi-tato ragionare in termini di proget-to in elaborazione, poiché non puòesserci stata selezione del vincitorein quanto, in assenza del Bandostesso, non possono esserci statipartecipanti da giudicare, da partedi apposita commissione. Va da sé che solo colui che fossescelto come partecipante, con pro-poste più coerenti con gli indirizzied i vincoli indicati dalla deliberadel Consiglio d’Amministrazionedi Aler Milano, potrà passare allaproposta progettuale di riqualifi-cazione. Va inoltre segnalato chel’aspetto fondamentale di un inter-vento privato per la riqualificazio-ne di Corte San Martino, è lagaranzia finanziaria o, in parolepiù semplici, il denaro disponibilee certo per affrontare la spesa dellariqualificazione. Augurando ed augurandoci chesia rapidamente possibile realizza-re per EXPO 2015 quanto pubbli-cato da Il Rile nel mese di settem-bre 2013 relativo alla Rinascita delBorgo Assiano, ringrazio per l’at-tenzione e formulo i miglioriauguri per il 2014. Distinti saluti.

Luciano Cecchi per il Comitato Borgo Assiano

[email protected]

COME SOSTENERCIConsegna del mensile garantita a domicilio: contributoannuale di 10,00 euro, mediante bonifico intestato a:Associazione Il Rile - L.go Don Saturnino Villa, 2 - 20152Milano - Banca Intesa - Filiale n. 07585 - Ag. Muggiano -via A. Mosca, 180 - 20152 Milano - IBAN IT55 B030 69095766 1523 0603 435 oppure contattare la Redazione aln.ro di cell. 333.2152427 dalle ore 20.00 alle ore 21.30.

Anno XIV – Numero 2 – Febbraio 2014 – Copie 3.000Aut. Tribunale Milano N. 766 dell’1.12.2000

Editore: Associazione Culturale “Il Rile”

Redazione: Largo Don Saturnino Villa, 2 - 20152 MilanoTel. 333.2152427 - Fax 1782244934

Presidente: Marco Rossetti - [email protected]: Renato Bortolo Delpero - [email protected] Resp.le: Andrea Ferrari - [email protected]

Responsabile Pubblicità: Nadia Isola - [email protected]: Mariluz Ruso Perez - Guido Torti

Moreno Frigerio - Davide La Monaca - Andrea RossiSergio Bulgaro ed Elio Signorini (in memoria)Disegno in prima pagina: Roberta Canepa

Impaginazione: Renato Bortolo DelperoCorrettore bozze: Angelo Ferrari

Stampa: Elegraf - Settimo Milanese (MI) - [email protected]: Guido Torti, Andrea Rossi

Hanno collaborato a questo numero: M.E. Peinado, M.T. Anastasio, L. Malchiodi, F. Alessandro, E. Fantinati, B. De Vita, M. Baroni, S. Borgatti, G. Ciappina,

R. Radaelli, V. Sivieri, Associazione Culturale e AssistenzialeQuinto che Legge.

Chiuso in redazione il 20/01/2014. La prossima data per inviarci gli articoli è il 20/02/2014.

Il Rile pubblicherà, nei limiti di spazio disponibile, tutti gli articolifirmati fatti pervenire in tempo utile. Eventuali invii postali sonoda indirizzare a Guido Torti, via Lucera 13, 20152 Milano.

Muggiano&dintorni

“Il Rile” si può trovare ogni mese gratuitamente presso:Muggiano: Macelleria Rossetti, Panificio Muggiano, ParrocchiaSanta Marcellina, Cafè K2, Associazione Amici del Quadrato,Edicola, Merceria ‘Il Borgo’, Cooperativa Muggiano, ScuolaElementare, Parrucchiere ‘Millennium’, G.S. Muggiano Calcio,Banca Intesa, Lago dei Cigni, Laboratorio Odontotecnico ‘AR’,Parafarmacia, Panta Rei. - Quartiere degli Olmi: PanificioSenna, Edicola Olmi, Banca Intesa, Farmacia Olmi, FarmaciaComunale, Arci Olmi, Parrucchiere ‘Euro Fashion’, Bar Betulle,Elettro Olmi, AICS Olmi, Panettiere via Betulle, ScuolaElementare e Media, Simon's Bar. - Quarto Cagnino:Associazione ‘Mondo Donna’, ‘El Prestinee de Quart’. - QuintoRomano: Azienda Agricola Verga, Edicola, ParrocchiaMadonna Divina Provvidenza, Biblioteca ‘Quintochelegge’. -Baggio: Comando Vigili Zona 7, Consiglio di Zona (piazzaStovani), Consiglio di Zona (Sede), Croce Verde Baggio, Edicolavia Rismondo, Biblioteca di Baggio, Centro Culturale Ronchi,Centro Polispecialistico 33, Cava Aurora, Parrocchia S. Anselmo,Avis, Aido, Panificio di via Gianella, Libreria Lineadiconfine, OtticaMontesano, Edicola di via delle Forze Armate 346, SindacatoPensionati, Agenzia Viaggi ‘Il Folletto’, Poliambulatorio di viaMasaniello, A 4 Zampe. - Cusago: Cartolibreria Forni, Viridea,Ristorante ‘Il Magione’, Agenzia Girovaga, Biblioteca, CentroPrelievi, Mercatino Antiquariato, Bar Ravelli, Tabaccaio,Salumificio Mericco, Circolino Monzoro. - Cornaredo: OfficinaMagistrelli. - Settimo Milanese: Biblioteca Comunale Settimo,‘Matmar Graphic’, ‘L’Albero della Frutta’, ‘Garden Ravelli’ diSeguro. - Trenno: Cascina Campi - Trezzano sul Naviglio:Comune, Centro Socio Culturale. - Cesano Boscone:Cinema Cristallo, Caf ACAI, Zini, Edicola via Libertà,Farmacia dott. Camera, Torri Assicurazioni, Azienda AgricolaDornetti, Centro Culturale Villa Marazzi, Ottica Crepaldi,Benzinaio via Pasubio, Studio Medico ‘Dentaltre’, Lavanderia‘Arte e Sapone’, Edicola di via Garibaldi, ‘Spighe d'oro’ (CircoloAnziani), CesanoLab, Le Grotte di Sale. - Cisliano: ’Stilcasa’,Benzinaio Tamoil. - Magenta: Libreria ‘Il Segnalibro’.

Gli articoli e le note firmate esprimono l'opinione del-l'autore, non necessariamente quella della Redazione.L'invio di immagini e testi implica l'autorizzazione del-l'autore alla pubblicazione. In nessun caso verrannopresi in considerazione testi anonimi. La Redazionenon risponde di indicazioni errate nelle locandine chepubblicizzano (gratuitamente) eventi di qualunque genere.

Lettere [email protected]

Sentite condoglianze da parte dellaRedazione ai familiari per la prematuraed improvvisa scomparsa di

Antonio Pellicaniavvenuta lo scorso 22 gennaio.Un abbraccio affettuoso al figlio Andreaed alla nuora Simona Borgatti.

Lutto per la morte di

Vincenzo Barattieridi anni 79

La Redazione e la Ciclistica Muggiano sono vicine alla moglie ed ai figli Angelo e Flavio.

Assiano

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3Febbraio 2014Muggiano

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S pettabile Redazione de “IlRile”. Non conoscevo il Vostro

periodico, mi è capitato per caso inmano l’ultimo numero e l’atten-zione mi è caduta sull’articoloredazionale Ridateci la ‘mezza’ Lira,dove si sostiene che i commercian-ti, “con furbizia tutta italiana”, nel2002 hanno spostato la virgola ditre cifre trasformando allegramen-te le lire in euro. Mi permetto di dissentire. Parepossibile all’estensore che le fami-glie italiane abbiano perso dicolpo, all’inizio del 2002, il 50% delloro potere d’acquisto? Con la crisiin corso avvertiamo quanto siadrammatico perdere il 2 o il 3%!Qualche furbata ci sarà anchestata, però io, che da sempre anno-to tutte le spese di casa, sono ingrado di dimostrare che la realtàfu diversa. Ecco quanto annotai in queglianni per la mia famiglia (solaspesa alimentare). Anno 2000:10.155.000 lire; 2001: 10.553.000;2002: 5.767 euro; 2003: 5.898 euro;anno 2013: 5.392 euro (siamo piùvecchi e… consumiamo meno).Dagli scontrini Esselunga possoanche citare alcuni prezzi scelti acaso, ante e post-euro: Prosciuttocrudo (taglio fresco), 2001: 42.000lire/kg = oggi: 24/26,00 euro;Parmigiano Reggiano, 2001: 22/26.000 lire/kg = oggi: 12/18,00euro (secondo stagionatura);Salamella mantovana, 2001:14.700 lire/kg = oggi: 8,75 euro;Pane, 2001: 3.500/4.500 lire/kg =oggi: 3,00/3,50 euro (secondo iltipo). È evidente una certa lievitazionema, in dodici anni, mi sembra deltutto fisiologica. Una cosa poi chemi lascia perplesso è come si facciaa rimpiangere una moneta assur-damente imponderabile: con unalira non compravi nulla. E nemme-no con dieci: prendeva senso solodopo avervi aggiunto una sfilza dizeri al punto che si era persa lanozione di grandezze come milio-ne e miliardo. Ed era logico: nonerano che multipli del nulla. A me non sembra corretto che,solo per raccogliere consenso, sialimenti superficialità e disinfor-mazione già così diffuse nel BelPaese. Slogan e battute divertono,ma argomentare con numeri realiè più serio. Ed è un dovere special-mente per chi può influire in qual-che modo sull’opinione pubblica.

Claudio [email protected]

La “nostra” mezza Lira“S logan e battute divertono,

ma argomentare con numerireali è più serio”! E’ questo la sin-tesi della lettera, firmata dal signorClaudio Gallotti, che replica all’ar-ticolo di fondo Ridateci la “mezzaLira” del nostro mensile del mesedi gennaio.Bene! Cioè mica tanto… Non per-ché io voglia smentire i calcolimatematici fatti dal nostro lettore(frequentiamo la stessa catena disupermercati anche se con occhidiversi) o obiettare sulla sua presadi posizione sul nostro mensileche “…solo per raccogliere con-sensi alimenta superficialità edisinformazione già così diffusanel Bel Paese”. Vorrei soltantoconfermare la mia, a proposito diun passaggio epocale che troppiesperti in materia – non semplicicittadini come me – hanno definitopiù e più volte “…molto poco con-trollato dai nostri governanti”anche se, per dirla fuori dai denti,il mio punto di vista mi ha da subi-to portato a pensare che il passag-gio all’Euro è stato molto ben pilo-tato a favore di pochi. Per fare questo, però, non possolimitarmi all’anno prima e a quellodopo il cambio dalla Lira all’Euro,ma fare un passo indietro a quan-do qualche anno prima con nel-l’aria già da tempo questo passag-gio epocale ad una moneta euro-pea con i prezzi dei generi alimen-tari e di prima necessità cheaumentavano all’incirca del 10%ogni anno solare. Le motivazionierano generalmente dettate dairincari più o meno reali del petro-lio o all’inflazione. Non so lei,signor Gallotti, ma io ho assistito esoprattutto subito parecchi balzel-li ingiustificati dei costi dei deriva-ti dall’oro nero. Mi riferisco, oltreche alla spesa del supermercato,anche ad altre situazioni come, adesempio, una semplice pizza e bir-retta che è passata dalle 15.000 Lirecirca ai 15 Euro con buona pacedell’inflazione. Lei potrà puresostenere che è un esempio banale,ma è la realtà. Siamo così, con questo allegroandazzo, arrivati al 2002 con iprezzi delle materie prime gon-fiati a dismisura – a tal propositomi vengono in mente i dipenden-ti privilegiati che hanno godutodi promozioni e scatti gratuiti perpoter andare in pensione con ilmassimo possibile – per affronta-

re, dicevo, nel modo più soft ilcambio di moneta. Non così perla gente comune che la famosa“cinghia” aveva già cominciatoben prima di questa crisi a tirarlaben bene.Lei ha dettagliatamente portato atestimonianza gli scontrini dellaspesa effettuata in quattro anni(dal 2000 al 2003), considerandogli aumenti del dopo Lira sola-mente “…qualche furbata isolata”.A me non sembra proprio (a contifatti e sulla “sua” nota speseannuale) che la diversità tra il 2001(Lire 10.553.000) ed il 2002 (Euro5.767,00 = Lire 11.534.000) che è insostanza più o meno il 10% annua-le di aumento, che sia solamenteuna furbata. L’andazzo di primadell’Euro è continuato allegramen-te, sempre con le solite scuse.

A forza del 10% annualequanti anni ci voglionoper rubarci la metà delvalore della moneta si-gnor Gallotti? E gli stipen-di? E le pensioni? Mi vergo-gno talmente tanto nel prende-re in considerazione questo datoche lascio i lettori rievocare quantopoco valeva il loro stipendio o laloro pensione e quanto si assotti-gliasse in quel frangente. Senza tira-re in ballo o prendere in considera-zione i dati dell’attuale periodo con-siderato “di crisi”. Ma di crisi perchi se ogni giorno saltano fuori“furbate” milionarie nelle ammini-strazioni di ogni genere e grado? Mi permetto, in ultima analisi, didissentire sulla sua affrettata con-clusione che noi “…rimpiangiamouna moneta assurdamente im-ponderabile” quando – leggendoattentamente quell’articolo difondo preso da lei in considerazio-ne – dichiariamo testualmente che“…siamo pienamente d’accordoche indietro non si debba torna-re…”. Guai a commettere uno sba-glio così stupido, mi permetto diaggiungere con fermezza.Senza bisogno di argomentare connumeri quel mio articolo di fondocredo e spero che, con il preziosis-simo aiuto dei suoi di numeri, sipossa sostenere che agli italiani siastato rubato – in un lasso di tempoabbastanza breve – la metà delvalore monetario dei loro soldini. La ringraziamo di tutto cuore,signor Gallotti, per averci scrittoed averci permesso di fare chiarez-za “rubando” un po’ più di spazionelle pagine de Il Rile rispetto alle

poche ed obbligate righe dell’arti-colo di fondo mensile dove, le assi-curo, non è facile esprimere strin-gatamente concetti, alle volte com-plessi. Sarebbe bello che anchealtri lettori scrivessero la loro opi-nione su questo delicato argomen-to che – sempre secondo il nostropunto di vista – ha condizionato lavita di tante famiglie europee enon soltanto italiane. Come sempre il nostro mensile èpronto ad accogliere chiunquedesideri far parte di una semplice,ma apprezzabile (a detta di tantinostri lettori) espressione culturaleche continueremo a diffondere sulnostro territorio, finché avremoconsensi e critiche costruttivecome la sua.

R.B. Delpero________

E gregio signor Gallotti, fa sem-pre piacere trovare un nuovo

lettore con delle osservazioni cor-rette e leali su qualche nostro arti-colo. Mi permetta solo di afferma-re che – a noi – non interessa rac-cogliere consenso con la disinfor-mazione, è fuori della nostra logi-ca, non ne sentiamo neppure ilbisogno. Se abbiamo dato que-st’impressione ci dispiace, perchésiamo e saremo sempre aperti atutto, mettendoci l’anima nel

nostro lavoro volontario – stiacerto – senza fini nascosti e

velati. Se ci seguirà ancorain futuro, lo speriamovivamente, avrà modo diconoscerci meglio ma,senza problema alcuno,

vista la sua diligenza ed accura-tezza, ci farebbe un gran piacereaverla tra le nostre pagine piùspesso, magari proprio trattandoargomenti economici. Ci faccia unpensiero! Tornando all’argomento delnostro ultimo articolo di fondo,apprezziamo i numeri che ha por-tato a testimonianza della sua tesi,tuttavia siamo sempre convintiche in oltre dieci anni di euro ilcosto della vita è praticamenteduplicato. La naturale inflazioneha certamente fatto la sua parte,ma gli arrotondamenti del cambiolira-euro, hanno inciso sul portafo-gli degli Italiani in modo incisivo.Le porto qualche esempio, anchefuori dell’ambito strettamente ali-mentare. Ovviamente non tutti gli articolihanno subito lo stesso aumento enaturalmente la forbice dei prezzi

varia da banco a banco, ma il trendè chiaro. Il costo del pane, anche isuoi numeri lo dimostrano, è rin-carato parecchio: chi non ricordaquando costava quattro o cinque-mila lire al chilo (un po’ menopresso le panetterie produttrici),mentre oggi, è sicuramente piùcaro, in media 3 o 4 euro al chilo.Le ultime tazzine di caffè “in lire”,costavano 1400 o 1500 lire. Nellasostanza è raddoppiato il litro dilatte, sono raddoppiate le sigarette(molti ricorderanno le Marlborogravitare intorno alle 5000 lire). Èrincarata, anche se non raddop-piata, la benzina che dieci anni faruotava intorno alle 2000 lire allitro mentre oggi gira intorno a1,7 euro. Gli hotel! Il prezzo dellecamere è duplicato: le vecchie50-60 mila lire a notte sono diven-tate 50-60 euro a parità di catego-ria. I divertimenti... I ragazzidegli anni novanta – cioè noi –andavamo a mangiare la pizzacon il classico “deca”, che consen-tiva di ordinare una margherita euna bibita. Oggi la pizza, che siacquistava a 6 mila lire, ha unprezzo che parte dai 6-7 euro eaumenta in base alla farcitura. Unconto da 20 euro a persona, anchein pizzeria, in questo periodo nonè scandaloso. Quaranta mila lire,solo poco più di 10 anni fa, era ilprezzo di un buon ristorante.Come vede anche noi abbiamodelle valide motivazioni. Ma nonè tutto.Alcuni studiosi della Banca d’Ita-lia hanno pubblicato in un libro(“L’euro e l’inflazione” a cura diPaolo Del Giovane, FrancescoLippi e Roberto Sabbatini, ilMulino) che “la concentrazionedei rincari in settori o canalidistributivi caratterizzati da unminor grado di concorrenza, indi-ca che il passaggio ad una nuovamoneta può accrescere tempora-neamente il potere di mercatodelle imprese che operano neisegmenti meno concorrenziali,favorendo aumenti dei prezzi”.Nel nostro caso forse non si trattadi veri e propri settori, ma sonosoprattutto i servizi, compresiquelli pubblici, in un paese che hauno dei più bassi gradi di concor-renza, ad essere aumentati. Quindi? Se tornassimo alla lira,sarebbe tutto a posto? Un belmodo di pensare l’impensabile,ma questa frase va consideratasolo una vera provocazione intel-lettuale. La ricetta magica per usci-re dalla crisi e far rinascere lanostra Italietta è rimboccarsi lemaniche, risanare la finanza pub-blica, ridurre le imposte, aumenta-re la produttività, liberalizzare iservizi, rendere flessibile il lavoro,espandere l’occupazione a donnee giovani, ridisegnare lo statosociale con nuove forme di welfareprivato, riformare le pensioni.Molti i fronti che si possono apri-re, non ci stancheremo di affer-marlo, la ricetta c’è, occorre ungrande chef, ma soprattutto lavolontà di fare.

Marco Rossetti

L’articolo di fondo, pubblicato nel numero di gennaio, ha fattodiscutere parecchio. Pubblichiamo l’intervento di un nuovo letto-re sull’argomento e le nostre considerazioni poi, ovviamente,ognuno è libero di esprimersi. L’importante – diciamo la verità –

è parlarne.

Lira o Euro?

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4 Febbraio 2014Muggiano

&dintorni

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Benedizione in cascinaE rano in tanti, domenica 19 gennaio, ad oltrepassare il

cancello della Cascina “La Corte” situata nel centro sto-rico del borgo di Muggiano, dove la giovane imprenditriceagricola Erica Alberti faceva gli onori di casa. Parecchibimbi e ragazzini, nonostante la leggera pioggerella e l’ine-vitabile fango che si crea nei vecchi cortili come questo,hanno seguito con particolare attenzione e curiosità il rac-

conto del “cicerone” Erica a proposito di manzi, vitelli,oche, galline, capponi eccetera eccetera che vengono quiallevati e accuditi con amore e dedizione, per poi esserevenduti nella macelleria posta sul lato opposto della strada. Nel bel mezzo di questo folto gruppo c’era, come ognianno, don Alberto con il suo immancabile aspersore porta-tile di acqua santa a benedire gli animali, continuandoquella tradizione dedicata a Sant’Antonio che si perde neitempi. Qualche tempo addietro, è vero, erano gli animali adessere accompagnati sul sagrato della chiesa per riceverequesta rituale benedizione. Le cose si modificano, purtrop-po, ed ora non è più possibile andare per il borgo con unamucca o un cavallo o con le oche… Al guinzaglio ora sivedono soltanto i cani domestici, che si sono impadronitidei marciapiedi e delle aiuole di tutta la città. Dovevate vedere le espressioni e gli sguardi increduli deibimbi (ma anche di tanti adulti) che un ambiente del gene-re se lo sono forse sognato guardando i cartoni di Peppa-Pig in televisione oppure pensando al pollo con sei gambeperché contenute nei vassoi al supermercato. Io che, comepochi altri presenti, ho anche vissuto il cortile e le stalle viassicuro che ho goduto e sorriso da solo nel rivivere alcunimomenti in questa realtà che è andata scomparendo, spe-cialmente dalle grandi metropoli come Milano. E’ anche vero che c’è una rinascita, anche se in parte nasco-sta, dell’attività agricola ai confini urbani, ma ha bisogno diessere sostenuta con fermezza (da parte degli amministra-tori locali) mettendo un freno al cemento ed all’asfalto chesi sono mangiati non soltanto il territorio agricolo, maanche parte della nostra esistenza. Forse dovremmo torna-

re a mettere altri ideali ai primi posti e non il denaro ed ilguadagno fine a se stesso. Con la nostra associazione culturale “Il Rile”, ad esempio, cisiamo resi conto di quanto siano importanti manifestazioniculturali come il Falò di Sant’Antonio, oppure il nostro men-sile, che da tanti anni offre soddisfazioni incredibili, che maiavremmo potuto godere senza quest’impegno collettivooltretutto divertente. E’ cultura… alla massima potenza,anche la semplice benedizione degli animali di questa casci-na cittadina. Basti solo pensare alle fantasie sprigionatenelle testoline di quei bambini che tornano a casa conti-nuando a fare domande ai genitori e andranno a scuola, ilgiorno dopo, raccontando alle insegnanti quell’esperienzaparticolare nella sua straordinaria semplicità. Infine come dimenticare, a completamento dell’escursione,la famiglia di Erica (sorella, mamma, papà e nonni) presi apreparare una tavolata di gustose fette di pane farcite consalame, pancetta ed altre leccornie da loro stessi prodotte emesse a disposizione degli ospiti che hanno gradito. Comenon farsi invogliare, vista anche l’ora del mezzogiorno,scandita dalle campane della chiesa di Santa Marcellina apoca distanza. Un eccellente ed aromatico “vin brulé”, preparato dallamamma di Erica con un sor-riso colmo di soddisfazione,ha riscaldato coloro che rite-nevano la gazzosa o il chinot-to un poco… indigesti.

R.B. Delpero

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Don Alberto benedice gli... animali

...il NonnoGanzo il manzo Gedeone l’ocone Serafina la gallina Giovannone il maialone Il gallo Apollo...

S volta verde per piazza Duomo.Nel primo concorso di idee

aperto a tutti per ridisegnare leaiuole della piazza simbolo dellacittà, vince un progetto che rilan-cia l’eredità agricola e orticolamilanese, in piena sintonia con lo

spirito di Expo 2015. È prevista,infatti, la realizzazione di due pic-coli boschetti ai lati, mentre lagrande aiuola centrale verrà siste-mata con una sequenza di orti suvari livelli, ispirati alla storia e allatradizione dell’agricoltura del ter-ritorio. Vi troveranno, infatti, postoalcune delle graminacee coltivatein Lombardia (grano, avena, sega-le, orzo) e alcune delle specie aro-

matiche più diffuse negli orti e neigiardini e, dal Medioevo sino aoggi: menta, ruta, lavanda, rosma-rino e altre ancora. Il progetto vincitore è stato pre-sentato da Nespoli Vivai diCarugate, in collaborazione conKonica Minolta e lo studio diarchitettura Lissoni.

“Cambiamo volto alla piazza piùcara ai milanesi – ha dichiaratol’assessora al Verde ChiaraBisconti – promuovendo un pro-getto in piena sintonia con Expo2015 sia nella scelta delle piantepresenti, sia nello spirito dellacura del verde: non più solo orna-mentale, ma legato alla storia delterritorio, alle specie presenti nellenostre campagne”.

“L’alternanza di diverse piantenei grandi contenitori centralidurante tutti i mesi dell’anno – haspiegato Chiara Bisconti – con-sentirà di avere verde e fiori intutte le stagioni. Sarà un ortodidattico: un cartello, discreto maesauriente, provvederà a infor-mare con precisione i cittadini dei

contenuti e del significato delnuovo verde di piazza delDuomo. Gli alberi daranno unaspetto più accogliente alla piaz-za. La nuova sistemazione sarà acosto zero per l’Amministrazionecomunale, in quanto sarà unosponsor privato a sostenere tuttigli oneri di realizzazione e suc-cessiva manutenzione per treanni”.

La struttura dei contenitori centralisarà realizzata in acciaio Cor-Tenche possiede un’elevatissima resi-stenza alla corrosione e un’elevataelasticità. La sua manutenzione èpressoché nulla. La posa delle nuovepiante e dei ‘terrazzamenti’ centraliavverrà nelle prossime settimane, aseconda delle condizioni meteorolo-giche. Per la prossima primavera lapiazza avrà già il nuovo aspetto. Gli alberi saranno di media gran-dezza, con un’altezza non supe-riore ai 3-4 metri. Favoriti nellascelta i carpinus betulus (carpinobianco) e clerodendrum trichoto-

mum (clerodendro): il carpino,specie sobria ed elegante, richia-ma alla mente il giardino otto-centesco, nel quale veniva diffu-samente utilizzato per creareparticolari atmosfere. Il clero-dendro viene invece dalla tradi-zione popolare del giardino pri-vato, e si fa amare per la sua fio-ritura tardo-estiva deliziosamen-te profumata.

Un orto in Piazza DuomoLa piazza più cara ai milanesi si tinge di verde. Il Comune diMilano ha scelto grazie ad un concorso di idee di premiare l’ere-dità agricola e orticola milanese in vista di Expo. Carpini o cle-rodendri ai lati, grano, menta e lavanda tra le specie scelte perla grande aiuola. Nei prossimi mesi, l’antica cattedrale saràquindi circondata da colori che richiamano la nostra campagna.

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5Febbraio 2014Muggiano

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La vicesindaco Ada Lucia De Cesaris

“L’incontro del gruppo dilavoro per Expo, che si è

svolto il 4 gennaio, è stato positi-vo. Con il commissario GiuseppeSala, il Ministro Maurizio Lupi e laRegione si consolida sempre più lacollaborazione tra gli enti e ladeterminazione a realizzare neitempi stabiliti le opere essenzialiper collegare il sito di Expo. Si prosegue nella linea di mante-nere i finanziamenti sulle opererealizzabili, al fine di ottimizzaretutte le risorse ottenute ed evitaresprechi. Inoltre, fatto importante, èstata confermata la comune volon-tà di continuare il confronto, peraltro già avviato dall’Amministra-zione, con i comitati cittadini nel-l’ottica di trovare una soluzione dimediazione per la realizzazionedel progetto delle Vie d’Acqua. Sitratta di un’opera strategica, cheporterà l’acqua al sito di Expo ealla Darsena, ed importante ancheper l’agricoltura milanese. L’8 gennaio ci sarà il prossimoincontro con i comitati per conti-nuare nella mediazione”. Lo hadichiarato la vicesindaco con dele-ga all’Urbanistica Ada Lucia DeCesaris in seguito un giro di rico-gnizione presso il sito di Expo.

Il Comitato No Canal

I l Comitato No Canal, in seguitoall’incontro svoltosi l’8 gennaio,

presso il Consiglio di Zona 8, conrappresentanti di Expo Spa, Co-mune di Milano e tecnici dellaMM, esprime profonda insoddi-sfazione circa l’esito dello stesso,ravvisando una preoccupantechiusura, quasi ideologica, dellacontroparte, nel voler imporre alterritorio, ai parchi e agli abitantidelle zone interessate dall’opera“Via d’Acqua – tratto sud”, uncanale che attraversa, spezzandolie sfregiandoli (senza alcuna utilità

pratica di irrigazione tanto menodi navigabilità) almeno tre parchiurbani (Trenno, Pertini e delleCave), senza nemmeno tenerconto dei vincoli paesaggistici edelle raccomandazioni di Mini-stero e delle autorità tecniche divigilanza e controllo (Consigliosuperiore lavori pubblici). La sbandierata disponibilità deigiorni scorsi (dichiarazioni diLupi, De Cesaris e Sala) si è mani-festata in tutta la sua pochezza,“concedendo” al Comitato e allemigliaia di cittadini che rappre-senta, la ripiantumazione di unaparte dei 270 alberi, che sarannoabbattuti, e dichiarando di volereventualmente bonificare incorso d’opera i terreni gravemen-te inquinati solo in stretta prossi-mità delle aree di scavo e ponen-do le bonifiche quasi come unricatto a fronte della realizzazio-ne del Canale.

Ancor più grave e sconcertante ilfatto che non è stata nemmenopresa in considerazione l’ipotesi diItalia Nostra di un tracciato alter-nativo a minor impatto sui parchiinteressati e sulle finanze pubbli-che, grazie all’utilizzo di percorsipreesistenti e in armonia con terri-torio e paesaggio. La gravità diquesto atteggiamento di chiusura,

che smentisce nei fatti le timidissi-me aperture politiche dei giorniscorsi, ci costringe a riprendere, abreve, tutte le iniziative di presidiodei cantieri e di mobilitazionepopolare che possano bloccare loscempio in atto. Expo, Comune di Milano e rappre-sentanti del Governo si assumonola responsabilità di vanificare conarroganza un confronto democra-tico e costruttivo con il ComitatoNo Canal e le migliaia di cittadiniche rappresenta ad oggi. Chiediamo la ricostituzione imme-diata di un tavolo di confronto,che coinvolga chi politicamentepuò decidere e non solo la partetecnica o Expo Spa. Se questo nonaccadrà e non vi sarà immediataconvocazione di un nuovo incon-tro, riprenderemo il presidio e ilblocco dei cantieri.

Alessandro Folli, presidente del ConsorzioETVilloresi

“Rispetto al progetto Vied’Acqua uno dei più strategi-

ci in funzione di Expo 2015, la posi-zione del Consorzio ETVilloresi èmolto chiara: occorre ricordare lafinalità originaria del nostro Ente cheè appunto quella agricola”, si espri-me in questi termini il Presidente delConsorzio di bonifica Est TicinoVilloresi Alessandro Folli in relazio-ne al progetto Vie d’Acqua. “Questo progetto – osserva Folli –è fondamentale per l’agricolturaa sud di Milano, ben oltre lavalenza di natura turistica e di

valorizzazione del territoriostrettamente connessa all’Esposi-zione Universale del 2015”. “LeVie d’Acqua – continua il Presi-dente di ETVilloresi – garantiran-no l’irrigazione nei territori a suddi Milano; le acque del CanaleVilloresi verranno infatti portatenel sito Expo, riqualificando ilreticolo irriguo a servizio del-

l’agricoltura dell’ovest e soprat-tutto del sud Milano”. In questo modo una zona ad altapotenzialità, rimasta per lungotempo in una situazione di caren-za idrica anche a seguito dellacostruzione dei depuratori locali,potrà essere recuperata e restituitaall’attività agricola. In quest’ottica,quindi, Folli rammenta le proble-matiche rispetto alla disponibilitàirrigua che sistematicamente siripropongono ogni estate neiperiodi di secca. “Le Vie d’Acqua – ricorda ilPresidente Folli – nella nostra pro-spettiva rappresentano una rispo-sta concreta e duratura a questaproblematica. Il Villoresi, in ulti-ma analisi, non fa che raccoglierele istanze delle istituzioni che giàsi sono espresse, in relazioneall’intervento, su quest’aspetto,garantendo una soluzione efficace.Noi non dimentichiamo – conclu-de il Presidente di ETVilloresi –che gli agricoltori rappresentanoda sempre i nostri interlocutoriprivilegiati, oltre che i principalicontribuenti; sono la storia stessadel nostro Ente, avendo contribui-to nel tempo a costruirlo”.

I Cittadini

L a conferma della non volontà avoler cambiare è l’esito dell’in-

contro con i responsabili dell’am-ministrazione milanese e dei tecni-ci interessati alla Via d’Acqua. C’èuna grave emergenza! Abbiamoperso il diritto di cittadinanza. Ilbene pubblico dipende dall’inte-

resse esclusivo deigrandi potentati, senon delle “vetrine” chesi vogliono far appari-re, per nascondereanomalie e schifezzeinsopportabili. E’ il caso della Viad’Acqua, chilometri difossato in cemento perfar defluire 2 metricubi (40 centimetri)d’acqua per scaricarequella del laghetto diExpo; chilometri difossato in cemento cheattraversa in manieradissennata quattroparchi di Milano soloperché deve apparirecome l’opera nuovache l’evento Expo harealizzato.

Decine di milioni d’euro di tassenostre che anziché ottimizzare ilvalore paesaggistico e storico diun bene pubblico come i Parchi, liviolenta con l’attraversamento diun’opera inutile e insignificante. E c’è la violenza nei confrontidella volontà manifesta dei citta-dini: 8000 firme raccolte a Trennoe Gallaratese, 5000 firme raccolte

a Baggio perché quest’opera nonsia fatta o comunque sia radical-mente modificata puntando deci-samente alla valorizzazione deinostri parchi. Dopo aver smontato tutte le obie-zioni di natura “tecnica” rispettoai tracciati, sono state avanzateobiezioni di natura politica: tempi,espropri, gare d’appalto; ma èappunto la politica finora è statalatitante e scoraggiante verso i cit-tadini, che pure si sono informati emobilitati, che non è capace e nonha la volontà di accogliere le pro-poste alternative avanzate. Un fatto è e rimane certo: la nostravolontà ha costretto la politica alconfronto; la nostra volontà (attra-verso il coinvolgimento d’altremigliaia di cittadini, il presidio aicantieri fino al blocco dei lavori)potrà e dovrà costringere la politi-ca ad assumersi la responsabilitàdi modificare il tracciato a favoredella valorizzazione dei Parchi.

L’appello

G entili concittadini, sono l’uf-ficio stampa di No Canal uno

dei comitati di abitanti delle zone7 e 8 che stanno chiedendo, dafine dello scorso ottobre, con pre-sidi e manifestazioni, modificheai tracciati e bonifiche dei terreniper il canale di Expo che coinvol-ge i parchi Cave, Trenno, Pertini eBosco in Città. Durante gli incon-tri avuti sia coi consiglieri di zonache con Expo spa ci è stato piùvolte riferito che quasi nessunadelle numerose associazioni sulterritorio (l’albo del Consiglio dizona 7 ne conta 103) ha espressonei due anni trascorsi tra la pre-sentazione dei progetti l’avvio deicantieri, il proprio dissenso o larichiesta di modifiche a tracciati eopere di servizio. Come saprete sia la soprintenden-za ai beni culturali che il Consigliosuperiore dei lavori pubblicihanno espresso modifiche al pro-getto, sottolineando l’alta criticitàsul paesaggio, la pericolosità delcanale nelle aree frequentate daibimbi, l’impatto dello scolo e delleciclovie in cemento dentro le areeverdi. Inoltre abbiamo raccoltotestimonianze dei cittadini piùanziani rispetto a probabili pre-senze di sostanze inquinanti erifiuti tossici in vari punti interes-sati dal tracciato: l’area in fondo avia Broggini e Sorrento, il bordoorientale della Cava Casati, lazona della Ex cabina Elettrica, lecave Ongari e Ceruti, specie sullato est del parco. Vi chiedo cortesemente una presadi posizione ufficiale da partedella vostra associazione riguardoal progetto. Attualmente si è aper-to un tavolo con Expo spa e Co-mune di Milano anche sul Parcodelle Cave e desidereremmo cono-scere un vostro giudizio comples-sivo per aiutarci, come meglio cre-derete, ad ottenere bonifiche emodifiche desiderate.Per qualsiasi informazione email:[email protected].

Semi-accordo sulle Vie d’AcquaMese di gennaio molto intenso sul fronte delle Vie d’Acqua in fasedi realizzazione per Expo. Considerate opera strategica, che por-terà l’acqua dal sito di Expo alla Darsena, non soddisfano molticittadini che riuniti in diversi comitati stanno dando battagliaall’amministrazione comunale che non ha intenzione di modifica-re il tracciato. L’obbiettivo principale dei comitati è quello di farpassare il progetto di Italia Nostra, considerato meno invasivo epiù economico. Finora l’unico risultato ottenuto è l’interramentodel canale in un tratto nel Parco di Trenno, ma ora si teme che ilavori nel Parco delle Cave portino alla luce rifiuti tossici. Milanorassicura su bonifiche e nuove piantumazioni, il tempo stringe, mai comitati annunciano l’occupazione dei cantieri. Abbiamo rac-colto diverse testimonianze e punti di vista sulla questione che

certamente farà discutere ancora molto nei prossimi mesi.

La [email protected]

La riunione del Comitato No Canal

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6 Febbraio 2014Muggiano

&dintorni

N ell’evoluzione della specie umana, adattandosi allaposizione eretta, gli organi pelvici (utero, vescica,

retto) si sono trovati nella parte più bassa della cavitàaddominale. Questi organi vengono sostenuti da uncomplesso di muscoli e di legamenti che si intrecciano fraloro (il pavimento pelvico). Le aperture degli organi pel-vici, ossia l’uretra dalla vescica urinaria, la vagina dal-l’utero e l’ano dall’intestino, passano attraverso i musco-li del pavimento pelvico la cui funzione quindi, oltre chedi sostegno è quella di partecipare all’azione degli sfinte-ri (trattenere urine e feci) e contrastare gli aumenti dipressioni intra-addominali dovuti dagli incrementi dicarichi (come sollevare le borse della spesa, prendere inbraccio un bambino, tossire, starnutire, ecc.).La gravidanza, il parto, attività lavorative o sportive cheinducono il sollevamento di pesi, variazioni ormonalicome la menopausa, una scarsa attività fisica, la tossecronica, interventi chirurgici ginecologici, proctologiciecc., creano condizioni che con il tempo possono causa-re una perdita del tono dei muscoli del pavimento pel-vico, provocando una discesa degli organi pelvici (pro-lasso) e/o una riduzione delle capacità sfinteriali.

I sintomi più frequenti che manifestano una cattivafunzionalità dei muscoli del pavimento pelvico sonolegati quindi all’incapacità di trattenere le urine, lefeci o i gas, ma si possono manifestare come necessi-tà di urinare spesso (più di 8 volte nelle 24 ore) inassenza di infezioni urinarie, difficoltà a svuotarecompletamente la vescica, senso di peso, doloredurante o dopo i rapporti sessuali, diminuzione dellapercezione sessuale, mancata percezione dello stimo-lo evacuativo, difficoltà a svuotare l’ano dalle feci,ecc. La disfunzione del pavimento pelvico modificaspesso la qualità di vita di chi ne è afflitto, peggioran-do notevolmente più aspetti della vita quotidiana(sociale, lavorativa, sessuale etc.), non tutti sanno cheil pavimento pelvico è un insieme di muscoli preva-lentemente volontari, e che come tali, con un tratta-mento riabilitativo mirato, possono essere potenziatiper prevenire situazioni sconvenienti. Il primo approccio per la cura di questi sintomi è unavisita specialistica (urologo, ginecologo, proctologo) cheescluda la presenza di malattie organiche. La riabilita-zione del pavimento pelvico può essere definita come

un insieme di tecniche specifiche di tipo conser-vativo (non si tratta di metodiche chirurgichee/o farmacologiche), si avvale del supportodella biotecnologia che contribuisce a prenderecoscienza e a potenziare le capacità muscolarianche in maniera passiva.Le tecniche per prevenire le disfunzioni e riabi-litare il pavimento pelvico sono rappresentateda: Chinesiterapia Pelvi-Perineale; BiofeedbackTerapia e Stimolazione Elettrica Funzionale.Il trattamento riabilitativo, prevede una primavisita con il terapeuta, il quale informa ilpaziente, con materiale scientifico di supporto,circa l’area da trattare e le varie possibilità diapproccio terapeutico, viene compilata unascheda-paziente dove vengono raccolti tutti idati necessari ed impostato il programma ria-bilitativo. Il ciclo di trattamento riabilitativo può variare:in genere con cinque sedute la donna vienemessa in grado di eseguire le tecniche neces-sarie e gli esercizi per attuare una buona pre-

venzione e risolvere i primi disturbi; dieci-dodicisedute possono essere necessarie nel caso in cui vi siagià una disfunzione o fenomeni di prolasso. I tempi di terapia vengono concordati e stabiliti inrelazione al problema da trattare e alla risposta delpaziente, per eseguire la terapia è necessaria unasonda vaginale o rettale ad uso personale che puòessere acquistata in sede. La cadenza delle sedute èalmeno bisettimanale con durata di mezzora ciascuna.Il successo della terapia è legato a diversi fattori.Prima di tutto all’impegno e alla collaborazione delpaziente nell’eseguire la terapia, soprattutto quelladomiciliare, di grande supporto durante il trattamen-to e fondamentale per mantenere nel tempo il risulta-to ottenuto, migliorando la qualità della vita. Nonultimo si consideri il risparmio, che a lungo andare siottiene: eliminando l’uso (peraltro fastidioso) di assor-benti e salva-slip che nel tempo se non si interviene èdestinato ad aumentare.In Casa di Cura Ambrosiana (Cesano Boscone, PiazzaMons. Moneta n° 1), è attivo un ambulatorio dedicatoalla riabilitazione del pavimento pelvico che funzionadalle ore 15 alle ore 16,30 nei giorni di lunedì, mercole-dì e venerdì. Per informazioni e prenotazioni rivolgersiallo sportello Accettazione Ricoveri o contattare i nume-ri 02.45876200, 02.45876258 dalle ore 8 alle ore 18.

M. Teresa Anastasio Enterostomista e Riabilitatrice del pavimento pelvico,

Coordinatrice del reparto di ChirurgiaCasa di Cura Ambrosiana

[email protected]

Capita di avere piccole perdite di urine o gasdurante uno starnuto, un colpo di tosse, una risatao mentre si solleva un peso: situazioni che posso-no creare imbarazzo, problemi di relazione fino asindromi depressive e che, con il tempo, possonopeggiorare. Gli spot pubblicitari invitano a risolvereil problema utilizzando assorbenti che “mantengo-no asciutti e limitano gli odori”, questo tipo di solu-zione però può rendere la persona sempre piùdipendente dal pannolino che dovrà essere sem-pre più assorbente (leggi “grande”). Cerchiamo dicapire il motivo con la dottoressa M. TeresaAnastasio, coordinatrice del reparto di Chirurgia

della Casa di Cura Ambrosiana.

Prevenire per... risparmiare

Muscoli del pavimento pelvico

L a definizione di Salute è cam-biata nel tempo, si parte con

la definizione data dall’Organiz-zazione Mondiale della Sanità(O.M.S) nel 1948, appena finita laguerra: La Salute è uno stato dicompleto benessere psichico e socia-le, non semplicemente assenza dimalattia. Tale definizione ha avuto il pregiodi estendere il concetto di Salutedalla sola dimensione fisica a quel-la psicologica e sociale, sorpassan-do il concetto che la Salute stessasia solo l’assenza di malattia einfermità. La Salute pertanto è data da piùcomponenti: benessere fisico, psi-chico, sociale e spirituale. Semprel’O.M.S. nel 1986 (Carta di Ottawa)rivede il concetto di Salute e neparla come: la condizione in cui unSoggetto, o una Comunità, è in gradodi realizzare le proprie aspirazioni,soddisfare i bisogni e tenere testa consuccesso alle situazioni ambientali. Si passa da un concetto iniziale diSalute come assenza di malattia,per passare ad un concetto diSalute come Benessere fisico, psi-chico e sociale.

Nel 2012 l’O.M.S. fa poi un ulterio-re passo avanti e istituisce il 20marzo – solstizio di primavera – laGiornata Internazionale della Fe-licità. Questo giorno ha lo scopo diriconoscere il benessere e la felici-tà, quali aspirazioni universali del-l’essere umano e dunque obiettivifondamentali delle politiche pub-bliche. Come enunciato da Ban Ki-Moon,Segretario Generale delle NazioniUnite, si tratta di un’occasione perriflettere sul bisogno di un nuovoparadigma economico, capace diriconoscere l’interdipendenza del-le tre dimensioni dello svilupposostenibile: il benessere sociale, ilbenessere economico ed il benes-sere ambientale. La comunità internazionale rico-nosce l’insufficienza del P.I.L. –Prodotto Interno Lordo – qualeindicatore dello sviluppo umano.Fin dagli anni ’70 un piccolo statodell’Asia, il Buthan, ha introdottoil parametro della F.I.L. - FelicitàInterna Lorda (Gross NationalHappiness - GNH) come standarddi riferimento sull’andamento delpaese. Oggi la Felicità si può misurare equantificare. L’indice di Felicità sibasa sulle seguenti variabili: red-dito pro capite, assistenza sociale,

qualità della vita, aspettativa dinascita, libertà di scelta, generosi-tà, percezione della corruzione... Allora, la domanda sulla quale stalavorando il mondo sanitario nonè più: Quali sono le cause dellamalattia e come si possono prevenire?Bensì: Quali sono le fonti della salu-te, come si crea, e come può essererinforzata? La risposta possiamo trovarla neiseguenti dati relativi ai fattori cheinfluenzano lo stato di salute dellesingole persone o delle popolazio-ni: i Determinanti. Immaginandola Salute come se fosse una torta;la genetica influenza la nostraSalute per il 20-30%, le condizionisocio economiche, culturali, illivello d’istruzione per il 40-45%(promozione), la qualità dell’am-biente per il 20-25% (promozione),solo il 10-15% è dovuto alla quali-tà ed efficienza del sistema sanita-rio (riparatore).Gli addetti ai lavori sostengonoche le ingenti risorse pubblichedestinate per la Salute vanno perla maggior parte ai servizi sanitari,l’aspetto riparatore del danno e nonsugli aspetti promozionali dellastessa. Le condizioni socio-econo-miche della popolazione e la quali-tà dell’Ambiente, sommate, rap-presentano il 60-70% del raggiun-gimento del benessere e della feli-cità dei popoli. La domandona sorge spontanea:ma le diverse politiche lavoranoin sintonia e sono informati diquesti dati? Ci assale un dubbioinevitabile. I GioveNott della Salute sono appe-na iniziati. Giovedì 13 febbraio verrà a tro-varci il dottor Roberto Boni Re-sponsabile Medicina Preventiva

nelle Comunità e dello Sportdell’ASL Milano 1 che approfondi-rà il tema: La promozione dell’attivi-tà motoria e i Gruppi di cammino.

Giovedì 27 febbraio sarà il tur-no di Daniela Cavagnini, ostetri-ca Dirigente del DipartimentoGovernance ASL Milano 1 conun tema molto importante e forseil primo tassello nella promozio-ne della Salute: La migliore difesa èl’attacco (...al seno). La bontà dellatte materno.Vi aspettiamo in biblioteca aCusago!

Come annunciato nel numero scorso, la manifestazione cusa-ghese del giovedì sera, nota come I GioveNott, prosegue suun tema delicato ed importante come quello della Salute.Giovedì 23 gennaio, si è tenuto il primo appuntamento conFortunato D’Orio – coordinatore del personale infermieristicodi Medicina Preventiva nelle Comunità e dello Sport (ASLMilano 1) – che ha fornito un quadro molto preciso e dettaglia-to del concetto di Salute e dei fattori che la determinano, i suoi

Determinanti.

La Salute e i suoi Determinanti

Mariàngeles Expòsito PeinadoCoordinatrice Banca del Tempo di Cusago

Cusago

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7Febbraio 2014Muggiano

&dintorni

Q uanti di voi hanno sentitoparlare di MLM (Multi-Level

Marketing) o Network Marketing?Forse è più semplice dire venditapiramidale, quella dove cominciauno e deve trovare tanti amici(passaparola su referenze) pervendere la stessa cosa e si gua-dagna da chi sta sotto, e via di-cendo. Amway, Stanhome, Just,Herbalife, Tupperware, Avon, tra ipiù conosciuti. Prodotti eccellenti,questo è innegabile. Idee buone ad alti costi, questo èaccertato. Molto l’impegno cheserve e il tempo da dedicare.Indubbiamente chi ne ha potutosviluppare uno ne parlerà bene one parlerà male secondo i risultatiche ha ottenuto. Ognuno di noipuò creare uno nuovo. Basta avereun buon prodotto, un mercato inforte espansione e naturalmenteuna formazione per gestire da neoimprenditori il lavoro creato conrelativo guadagno. Qualcuno forse ha visto il film “unsogno per domani” (ve lo consi-glio - Pay It Forward è un film del2000 diretto da Mimi Leder, ispira-to al libro La formula del cuore diCatherine Ryan Hyde), è la storiadi un bambino di 11 anni, Trevor edel suo compito ricevuto dalnuovo professore di scienze socia-li. Una domanda il primo giornodi scuola ai ragazzi in classe:“Cosa vuole il mondo da noi?”. Ilprofessore puntava a trovare e astimolare la bontà d’animo deglistudenti, e Trevor, nel momento diconsegna del compito, alla lava-gna, disegnò quattro omini spie-gando: « Questo sono io, e questesono tre persone a cui darò il mioaiuto, a cui farò una buona azione,ma deve essere qualcosa di impor-tante, una cosa che non possonofare da sole, perciò io la faccio perloro... e loro la fanno per altre trepersone... etc. ». Comincia così “passa il favore”, unmovimento che arrivò, a sua insa-puta, nelle più grandi città del-l’America. Non vi svelo la trama,ma questo è per farvi pensare a

quanto potrebbe essere semplicefare una buon’azione e a catena fararrivare il bene al resto del mondo.Ci vogliamo provare insieme? Serve un ottimo prodotto. L’ab-biamo: la nostra vita. Serve il mer-cato che deve essere in crescitaesponenziale. Purtroppolo abbiamo: le malattie.Serve la formazione chedeve prepararci adaffrontare il lavoro.Abbiamo i dati statisti-ci e la ricerca medica.Ma il guadagno? So-stanzialmente è questoche interessa di più!Non ci crederete mai,ma abbiamo un altissi-mo guadagno: un’altrapossibilità di vita! Se hobisogno di un cuore cheattendo come altri 100malati, ma i consensialla donazione organidati sono solo due,quante probabilità avròdi sopravvivere? Ma se ho biso-gno di un cuore e i malati cheattendono con me sono sempre100 ma i consensi alla donazionesono 1000, forse c’è più speranza,non solo per me, ma anche pergli altri malati. Soldi? No, grazie! Ho molto di più!Cominciamo. Se trovo tre donatori(o di più!) e questi a loro volta netrovano altri tre che a loro voltaper ciascuno ne troveranno altritre e via dicendo, ecco creato ilnostro multilevel della solidarietà,il multilevel della vita! Ma a diffe-renza di quelli, in cui c’è da inve-stire soldi, tempo, impegno o ven-dere qualcosa, qui basta solo averetre amici, o tre parenti o tre colle-ghi che a loro volta avranno amici,parenti e colleghi. Ricordate all’inizio? “Passaparolasu referenza”. Siamo noi i miglioriinformatori, quelli che danno fidu-cia a chi ha dubbi. Parlandone infamiglia è più semplice capireinsieme l’importanza del gesto,senza pregiudizi e senza la diffi-denza che potrebbe trasmettereinvece un estraneo. In questomodo si può combattere un altrobrutto preconcetto: mi sento spes-so dire da diverse persone (o

appartenenti ad associazioni rife-rendosi ai colleghi volontari) chela loro famiglia o associazione ècomposta da tot persone, di cuiuno o due iscritti AIDO o ADMO equindi il gesto vale per tutti. Èdavvero sconsolante.

Forse non si è ben compreso chenon giochiamo a nascondino, nonesiste il tana per tutti che libera glialtri da un problema. Le malattiepurtroppo ci trovano. Dovremmocercare di usare il realismo e nonperdere tempo a dire o fare gesti

stupidi scaramantici da Medioevo.Non funzionano. I malati sonotanti, troppi, i donatori non basta-no e questa è la cruda realtà!Nessuno è immune, non siamoeterni. Bisogna sempre pensare eaugurarsi di condurre una vitasana, lunga e felice, ma il destinonon lo conosce nessuno e quindiperché non fare in modo di poter-selo almeno in parte costruire? Ascolto persone sicure di sé, conlauree e alte posizioni sociali chedicono di decidere tutto, a livello

personale e lavorativo mapoi si bloccano di frontead una scelta che riguar-da loro stessi e che la-scerebbero piuttosto pe-sare sulle coscienze deifamiliari. I motivi? I soliti.Superstizione, insicurez-za, paura, informazionesbagliata, diffidenza,egoismo, certezza che aloro non servirà (!). C’è bisogno di più consa-pevolezza e rispetto perla nostra vita. Ci ricordia-mo d’averla solo quandotemiamo di perderla.Lavoreremo anche suquesto e sono fiduciosa dipoter raccogliere presto

quei consensi, perché a volte lepersone hanno solo bisogno ditempo per ripensarci serenamente. Noi del gruppo siamo molto sod-disfatti dell’anno appena conclu-so. Nel concreto abbiamo raggiun-to 201 iscrizioni AIDO e una quin-

dicina di ragazzi tipizzati ADMO.Il nostro grazie va a loro, perchésono la nostra grande forza. Grazie ad AIDO ProvincialeMilano e tutti i gruppi comunali, icomuni, le Proloco, i giornali loca-li, la redazione de “Il Rile”, il sitodell’editore Giampaolo Santiniwww.sportwork.net che ha rag-giunto risultati incredibili dandocispazio importantissimo, gli amicio anche perfetti sconosciuti chesostenendoci ci hanno aiutato nelnostro primo cammino facendociconoscere e contribuendo allanostra grande missione di vita.Grazie a tutto il gruppo giovani,volontari impagabili e unici, per ilgrande lavoro svolto con passionee affiatamento. Ci auguriamo un2014 d’importante informazione edi grande raccolta. Vi informo che la Proloco diCusago sta selezionando vivaistid’eccellenza di fiori e piante tipi-che, complementi d’arredo, anti-quariato e biologico per esporreall’evento “Cusago in fiore” del 12e 13 aprile prossimo. Per info pote-te contattare la Presidente dott.ssaVernazza Adriana [email protected]. Sul nostro sito le ultime novità(come la sezione convenzioni peri donatori che sta crescendo!):www.puntoinfoadmoaido.wee-bly.com. Passate al punto info eiscrizioni di via Cavour 22 aTrezzano s./N. nei mercoledì diapertura o scriveteci a [email protected].

Soldi? No, grazie!Laura MalchiodiSupervisor Gruppo Giovani

“Caro amico, ti dono...”M i chiamo Valentina classe 1988. Il

giorno in cui ho compiuto 18 annimi sono iscritta all’AIDO (associazioneitaliana donatori organi tessuti e cellule),

ho cominciato a donare sangue all’ospedale SanPaolo di Milano, mi tipizzerò ADMO (devo attende-re il fermo di un anno perché sono diventata mammadel mio bellissimo Riccardo!) e sono volontaria nelgruppo giovani AIDO e ADMO di Trezzano s/N. Ho dato il consenso alla donazione organi, cometanti miei amici, a seguito, purtroppo, di una gros-sa perdita. Era l’estate 2006. Mi chiamarono al tele-fono per dirmi che un mio caro amico aveva persola vita a causa di un incidente stradale. Gli amicipiù vicini raggiunsero subito l’ospedale, io non riu-scii. Sempre al telefono mi raccontarono che i geni-tori dovevano scegliere se donare i suoi organi o no.Acconsentirono. Fu una scelta molto difficile, madonando gli organi il nostro amico avrebbe conti-nuato a vivere “in” qualcun altro e questo ci aiutò a

metabolizzare l’accaduto, dato che, egoisticamente,io e i miei giovani amici non eravamo d’accordo. Con il passare del tempo poi capimmo anche chenon era solo il nostro amico a continuare a viverenel corpo di un’altra persona, ma era anche l’altrapersona a continuare a vivere grazie al suo grandegesto. Iniziammo così a pensare al doppio lato dellavita. Da una parte una madre che piange la morte diun figlio, dall’altra una madre che vede una data discadenza per il figlio perché gli serve un cuore chenon arriva. Ho pensato così alla probabilità che sarei potutaessere io la madre, la sorella o la fidanzata di quelragazzo. Non ci ho pensato due volte, mi sonoiscritta all’associazione appena compiuto i 18 anni espero che molti altri lo facciano, per dare una spe-ranza di vita, quando la vita ci avrà lasciato e pertogliere la fatica alle famiglie in un momento didolore per dover prendere questa decisone.Iscriversi all’AIDO non costa nulla ma è una sceltadi vita a favore della vita.

Valentina Sivieri – Santo Stefano Ticino

Quinto che... leggeHo imparato che il problema degli altri è ugua-le al mio: sortirne insieme è la politica, sortirneda soli è l’avarizia. (Don Milani)

D ue vetrine d’angolo, qualche tavolo,molti scaffali e centinaia di libri accata-

stati che man mano sono catalogati e messia disposizione dei cittadini diQuinto Romano. E’ la piccolaBiblioteca che l’associazioneQuinto... che legge ha creato inquesti ultimi anni ed è gestitada un gruppo di personediversamente abili, con il sup-porto di alcuni volontari. Ci sono Lorenzo che si occupadel lavoro di archivio, Andreache sistema i libri, Rossana chetiene in ordine, Elena che acco-glie il pubblico alla reception,ma anche Paolo, Stefano, Carlo, Daniela,amici con qualche “fragilità” in più (o forsesolo più evidente) che in vario modo parte-cipano alla vita di questo luogo, interagendocon le persone del quartiere, con gli studen-ti del doposcuola e le loro famiglie, parteci-pando alle nostre gite, esponendo i propriquadri e declamando le loro poesie. Si parla tanto d’integrazione, nel nostropiccolo la stiamo praticando, in manierasemplice, ma quotidiana e di questo siamodavvero contenti. Vedere ragazzini di 12 o13 anni che si relazionano in modo natura-le con persone da tutti considerate diverse

da’ un significato alla fatica di mantenerein piedi questa struttura, che non goded’alcun appoggio politico, né usufruisce dicontributi pubblici, ma solamente sullequote associative delle famiglie e sulledonazioni di chi ci vuole bene. La società non cambia con le grandi rivolu-zioni, ma agendo dal suo interno, creandorealtà territoriali che vanno lentamentemodificando la struttura di un quartiere,perché sono luoghi vivi dove le persone

stanno insieme e si confronta-no. Luoghi dove l’altro non fa“paura” perché diverso, mami obbliga a ripensare la mia“normalità” e questo ha unimpatto molto forte sui giova-ni, perché i ragazzi hannobisogno di “respirare” cosebelle e vivere esperienzeautentiche, in modo da poterconvogliare le loro energienella costruzione di unmondo più umano. Venite a

trovarci, vi aspettiamo.Tante piccole gocce formano il mare dellasolidarietà, se vuoi dare una mano allanostra associazione puoi associarti oppurefare una donazione, vieni in sede e ne par-leremo insieme. “E’ grave essere diversi? E’ grave sforzarsi diessere uguali, perché questo significa andarecontro le leggi di Dio, che non ha creato unasola foglia identica all’altra”. (Paulo Coehlo)

Associazione culturale e assistenziale “Quinto… che legge”

via Ferrieri, 12 - Quinto Romano

Coordinamento delleBanche del Tempo

G rande partecipazione all’incontro “LeBanche del Tempo, una risorsa per la

città”. L’incontro, che si configurava comela presentazione del Coordinamento del-le Banche del Tempo della Lombardiaall’Associazione Nazionale Banche deltempo, presente con rappresentanti delFriuli Venezia Giulia e del Trentino AltoAdige, del Piemonte, del Lazio, oltre natu-ralmente della Lombardia, e inseritoall’interno del 3° Forum delle politicheSociali della città Milano, ha visto la parte-cipazione di un folto pubblico di rappre-sentanti della politica, operatori dei servi-zi sociali, giornalisti. Negli interventi degli Assessori del Co-mune di Milano Pierfrancesco Majorino(Servizi sociali) e Marco Granelli (CoesioneSociale), entrambi volti a sottolineare comele BdT siano, dove esistono, una parteimportante delle politiche sociali dei comu-ni italiani si è sottolineata la necessità diintegrarle e sostenerle con un interventocontinuativo che le veda come risorse delterritorio. Un esempio del sostegno ottenuto, nonsolo dalle BdT, ma dal mondo del volonta-riato in generale, sulla città di Milano, è lacasa delle associazioni di via Miramaredove si è svolto l’incontro. Donatella Paganoni nell’intervento in pro-gramma, ha parlato delle relazioni che il

coordinamento provinciale delle banchedel tempo di Bergamo ha intessuto in que-sti anni con l’amministrazione pubblica. Lascrittura di convenzioni è uno strumentoutile alle comunità perché dona stabilitàalle banche del tempo e rende loro più visi-bili e efficaci sul territorio. Grande enfasi èstata data alla necessità di utilizzare tutte lerisorse possibili, offerte dalle nuove tecno-logie, in modo da essere gratuiti e il piùpossibile capillari nella diffusione, anchetra le fasce giovanili della popolazione. Momento conclusivo della mattina, è statol’intervento di Grazia Pratella, Presiden-te del Coordinamento delle BdT dellaProvincia di Milano e Vicepresidentedell’Associazione Nazionale Banche delTempo che sostituiva la PresidenteMarialuisa Petrucci, assente per gravimotivi familiari. Punto centrale dell’esposizione è stata lacrescita delle BdT, dalla nascita del-l’Associazione nazionale nel 2007, e lastruttura normativa che le rende risorse peri territori e gli enti pubblici nonché la si-nergia che si è creata con gli enti pubbli-ci laddove esistono banche del tempo.L’associazione nazionale svolge un’intensaopera di formazione nei confronti dellenuove banche del tempo in Italia con labo-ratori che utilizzano strumenti e modalitàcondivise nel corso del progetto europeo diformazione permanente degli adulti attua-to con Spagna e Portogallo. Per ulteriori riferimenti o contatti: FlavioPasserini (cell. 328.6440118); Grazia Pra-tella (cell. 339.1453112) Mail: [email protected]

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8 Febbraio 2014Muggiano

&dintorni

Ingresso € 7,00È gradita la prenotazione al 333.8759408

La Compagnia teatrale

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Teatro Alfredo Chiesa via San Cristoforo 1 - 20144 Milano

www.cabaretmilanoduemila.it

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Regia di ������������������

Alla tastiera���������������

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S ono stati diversi genitori che cihanno imputato di organizzare

solo attività ed iniziative per bimbipiccoli: Spazio pesata e allattamen-to; Massaggio infantile; Musica perpulcini, Inglese. Hanno ragione.Così ci siamo dati da fare e in que-ste settimane abbiamo pensatoquale attività potrebbe interessare ibambini tra i 4 e gli 11 anni, ed eccol’intuizione: giocare con i colori. Ibambini amano esprimersi con leforme e i colori, amano disegnare,dipingere, mescolare. Insieme ad Erika Fantinati eBeatrice De Vita, due educatricidella Scuola dell’infanzia e fonda-trici di Consiglieria Bambini, abbia-mo messo a punto il LaboratorioEspressione del Colore. Questolaboratorio nasce come luogo dovei bambini possono vivere unmomento di gioia e libertà. Unospazio dove si sperimenta, ci si

esprime attraverso l’uso del colore,dove le nozioni tecniche non sonoinsegnate, ma scaturiscono libera-mente attraverso la sperimentazio-ne e la spontaneità. Il laboratorio prende ispirazioneda diverse esperienze tra cui quel-la sviluppata per sessant’anni daArno Stern. Dal 1950, a Parigi, A.Stern immaginò uno spazio tran-quillo, vuoto, raccolto e piacevolenel quale al centro vengono predi-sposti i 18 colori – La Tavolozza –ciascun colore ha il proprio pen-nello, sulle pareti ogni bambinoappende il proprio foglio e così ilgioco ha inizio. Questo spazio neiprimi anni fu chiamato L’Academiedel Jeudì poi diventerà le Closlieu. Dopo qualche anno che A. Sternosservava i bambini parigini,sentì la necessità di uscire dalsuo laboratorio d’eccellenza e diestendere i suoi studi. Viaggiò

per il mondo: Mauritania, Niger,Perù, Afghanistan, Nuova Gui-nea, Messico, Etiopia, Guate-mala... nel deserto, nella foresta,nella savana, nelle città occidenta-li e fece giocare i bambini con icolori e i pennelli utilizzando unatavolozza da campo. Confrontando tutti questi dipintiera ovvio che ci fosse un codiceautonomo, coerente e universalecomune a tutti. Le figure che com-pongono questo linguaggio sono,infatti, le stesse, qualunque sial’ambiente della persona che lotraccia. Una manifestazione cheattinge dal profondo della perso-na, indipendentemente da ognirapporto esterno, e che non invocanessun destinatario è designata daStern: Formulazione. Il gioco del dipingere non è un’inizia-zione all’arte né si tratta di una tera-pia, attraverso l’arte occorre vivereserenamente il gioco, abbandonareogni aspettativa e vivere il presente ecosì lasciare fluire la spontaneità. Ispirandoci ai laboratori di ArnoStern, vorremmo portare questa

straordinaria esperienza anche aCusago e proporre nel nostro pic-colo, un Closlieu. In ogni incontroci saranno Erika e Beatrice che pro-veranno ad essere le praticien es’impegneranno affinché sia cura-to ogni particolare. Il laboratorio sarà strutturato inotto incontri, da febbraio a giugno,della durata di un’ora e mezza ilsabato mattina nella biblioteca diCusago. Tutti gli incontri avrannoun tema che farà da sfondo ai labo-ratori, i temi pensati saranno: la

felicità, la rabbia, la paura, la tri-stezza, lo stupore, il sogno, l’ami-cizia, le emozioni del cuore.Durante ogni incontro sarà lettoun testo introduttivo e saranno poii bambini ad esprimersi, con lamassima libertà, attraverso il giocodel dipingere. Si parte sabato 22febbraio alle 10 in biblioteca. Per iscrizioni contattare la Bancadel Tempo di Cusago ([email protected] 380.4333163) oppurerivolgersi in biblioteca (bibliogra-fia A. Stern Il gioco del dipingereEdizioni Uroboros gennaio 2013,www.arnostern.com).

Mariàngeles Expòsito PeinadoCoordinatrice B.d.T. di Cusago

Erika Fantinati e Beatrice De VitaConsiglieria Bambini

Una nuova iniziativa targata Banca del Tempo di Cusago. Parteil 22 febbraio, infatti, un laboratorio dedicato ai più piccoli, un vero

e proprio luogo per accendere la spontaneità tra arte e colori.

Immagina... puoi!Anche tu diventi un eroe

“I mmagina… puoi!”, dice un celebre attore ame-ricano in una nota pubblicità telefonica. John

Lennon in una sua indimenticabile canzone pacifistadiceva: Immagina non ci siano nazioniNon è difficile da fareNulla per cui uccidere e morire……Immagina tutta la gente che vive in pace

E forse Michelangelo non immaginava lo splendidocapolavoro con il quale avrebbe affrescato laCappella Sistina? L’Uomo è probabilmente l’unicoessere vivente ad avere la possibilità di usare l’im-maginazione e di usarla per creare la realtà. Basta ri-acquisirne la consapevolezza e imparare a seguire lestrade tracciate da illuminati del presente e del pas-sato. Non possiamo sperare di ottenere ciò che primanon riusciamo ad immaginare. Immagina che tu sia su una trave sospe-sa a 800 metri di altitudine: immaginache stai per cadere. Hai due sole possibi-lità: o cadi, o ti rifiuti di avanzare. La tuaImmagine Mentale è la sola responsabiledi quello che farai: della tua traversatacon successo, o della tua caduta. Quandoti manca la fiducia in te stesso, le tue“Immagini Mentali” possono orientarela tua tranquillità o il tuo malessere. A chi non è mai capitato di non esseresoddisfatto di se stesso, del proprio lavo-ro e di sentire che la propria vita avreb-be bisogno di un nuovo “orientamento”,un passo in avanti, un obiettivo chiaro?Chi non si è mai trovato in una fase cri-tica della propria vita? Perché non tra-sformare una difficoltà in un’occasionedi crescita personale e in uno dei mo-menti più entusiasmanti e produttividella propria vita? Questo è un potereche abbiamo tutti dentro di noi: chiudia-mo gli occhi e proviamo ad immaginare

come possiamo diventare degli eroi, eroi di tutti igiorni, eroi per tutta la gente, sinceri, riconoscibili edai quali tutti siano grati. Visualizziamo quello che può rendere felice una per-sona in difficoltà alla quale tendendo la mano con unnostro piccolo gesto rendiamo un favore grandissi-mo, quello della vita. Diventiamo anche noi perqualche minuto degli eroi, eroi silenziosi, eroi disin-teressati. Vi siete mai immaginati qualcosa? E con ilforte desiderio che il vostro sogno possa realizzarsi?A me tante volte. Un giorno un amico mi chiede: “hai mai donato iltuo sangue?” Ho subito pensato: il mio? Cattivocome sono? Ma chi lo vuole il mio sangue? Peravvelenarsi? L’immagine del sangue evocavasiringhe, medici, disinfettanti. Poi ho immaginato,ho lasciato scorrere… che il mio pensiero prendes-se corpo ed ho visto: gli occhi di una bambina sor-ridere, il pianto di felicità di un genitore, il sollie-vo di un malato. Ed ho risposto: “quando andia-mo?” Così anch’io posso immaginare di essere uneroe, silenzioso, umile, disinteressato. Provateci anche voi: l’incontro tra Eroe e Vero pren-de corpo. La nostra visualizzazione è completa.

Francesco Alessandro

Laboratorio espressione del coloreCusago

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9Febbraio 2014Muggiano

&dintorni

U na lunga tradizione che affon-da le radici in un passato lon-

tano: anche quest’anno la festa deifalò di Sant’Antonio ha illuminatola città di Milano e la provincia.“Lilì, lilò, damm j legn de fà el falò” sidiceva un tempo, e ancora oggi,dal 16 al 19 gennaio 2014 per laprecisione, la bellezza suggestivadei grandi fuochi ha caratterizzatole campagne milanesi. Qualcheiniziativa è stata annullata o ridot-ta per il maltempo, ma nel com-plesso molti roghi sono stati accesied anche a Muggiano, seppur conmeno pubblico e una leggera piog-gia, la tradizione è stata rispettata.“Ogni anno che passa – prosegueGianni Bianchi, presidente diAmici Cascina Linterno – aumentail numero di partecipanti, grandi e pic-cini, che assistono ad uno spettacolounico, con lingue di fuoco che raggiun-gono decine di metri di altezza, ed espri-mono un gesto di vicinanza a chi lavo-ra la terra anche nella nostra città”. Anche se molti non lo sanno,Milano è il secondo Comune agri-colo d’Italia, con 3 mila ettari diterritorio coltivati e 110 aziendepresenti sul suo territorio. Per farconoscere anche ai non addetti ailavori la realtà agricola milanese,da qualche anno ha ripreso vigorela tradizione dei falò, grazie all’ini-ziativa sia d’aziende agricole chedi associazioni culturali.

Collegata alla festa liturgica diSant’Antonio Abate, patrono dimacellai e salumai, contadini eallevatori, e protettore degli ani-mali domestici, il 17 gennaio lecampagne milanesi sono da sem-pre illuminate dal fuoco: le fiam-me, con funzione purificatrice epropiziatoria per il nuovo raccolto,avevano anche un ruolo simbolico.Servivano, infatti, a bruciare le sof-ferenze e i dolori dell’anno prece-dente. Qualche disapprovazione per ifalò, ritenuti da alcuni inquinanti e“costosi” dal punto di vista ener-getico in periodi di crisi ma –diciamoci la verità – non sarà dicerto qualche falò a peggiorarel’aria che respiriamo, soprattuttoperché costruiti con legname epotature. Facile pensare ai quoti-diani roghi utilizzati per bruciare icavi di rame che, per davvero,

liberano nell’aria diossine e pro-dotti pericolosi. Perdere anchequesta secolare tradizione sarebbeveramente un peccato ed un impo-verimento per tutti.

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Falò di Sant’Antonioin GalleriaNotti di fuochi quelle dal 16 al 19gennaio nella ricorrenza di Sant’An-tonio Abate. Segno della presenzaagricola a Milano. Presentazionein Galleria mercoledì 15 gennaio. IlProgetto “AgriCultura”.

F alò di Sant’Antonio nella no-stra città? Sì, perché Milano –

capitale industriale prima e del

terziario avanzato poi – ha unapresenza agricola di tutto rispetto,con circa il 17% del suolo coltiva-to, potendosi così fregiare del tito-lo di 2° Comune agricolo d’Ita-lia… “anche se i milanesi sembra-no non saperlo – afferma WalterCherubini, portavoce di ConsultaPeriferie Milano – come evidenzia-to da una nostra indagine: la mag-gioranza degli intervistati appari-va addirittura sorpresa che potes-se essere posto il tema dell’agricol-tura a Milano (!!!) e ciò a prescin-dere dall’età, dalla professionesvolta o dal titolo di studio”. Così, proprio per affermare e farconoscere la realtà agricola mila-nese, ormai da qualche lustro haripreso sempre maggiore consi-stenza la tradizione dei falò. “Una presenza agricola che devesempre più entrare nella consape-volezza dei milanesi – precisa

Riccardo Tammaro, presidente diFondazione Milano Policroma – eproprio per questo è stato avviatoil Progetto AgriCultura”.

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Gaggiano: questo falònon s’ha da fare! Sì, no, però…

T utti gli anni, a ridosso dellafestività di S. Antonio Abate,

ci si prepara a organizzare il falò.Comuni e privati si adoperano traburocrazia e organizzazione affin-ché la notte del 17 gennaio sia

rispettata la tradizione agricola“del santo del porcello”, ma quelloche è successo quest’anno allaCascina Guzzafame ha dell’incre-dibile. Jessica Caterino, responsabiledella didattica e delle attivitàricreative della cascina, ligia alleregole, aveva chiesto per tempo ilpermesso per accendere la piranella cascina dei Fratelli Monti. Ilpermesso, arrivato dall’Unione deiComuni I Fontanili, le era statoaccordato lo scorso 3 gennaio, maall’alba del 14, a tre giorni dall’ac-censione del falò, ecco ladoccia fredda: permessorevocato dallo stesso re-sponsabile che aveva fir-mato l’autorizzazione.Curiosità: entrambe lemissive recavano la stessadata di protocollo, come secontemporaneamente sidava e si toglieva l’auto-rizzazione. La lettera di revoca facevariferimento ad una notadell’ASL 1 della Provinciadi Milano U.O.S. MedicinaPreventiva inviata a tutti icomuni dell’Abbiatensevenerdì 10 gennaio nellaquale si fa richiamo aldecreto legge 205/2010 di ArpaRegione sul reato di combustionerifiuti. L’Abbiatense come la Terradei Fuochi? Secondo il decretolegge e l’assistente sanitario firma-tario della lettera, sembrerebbeproprio di sì: i falò sono da consi-derarsi incendio/incenerimento

illecito di rifiuti, pertanto inqui-nando e liberando sostanze cance-rogene e tossico-nocive non sidevono fare. Con buona pace diSant’Antonio Abate che, peraltro,si legge nella nota dell’ASL“Ovviamente la ricorrenza del

santo… può essere festeggiata conmodalità più sane ed ecologiche”. “Sono sbalordita e arrabbiata – èstato il commento a caldo (è pro-prio il caso di dirlo) di Jessica –prima ci danno il benestare e poice lo revocano. Qui in cascina stia-mo già allestendo, ma soprattuttoabbiamo già iniziato a comunicarel’evento… e ora come facciamo?Dobbiamo pensare ad un piano diriserva e il tempo stringe. L’annoscorso abbiamo seguito la stessaprocedura e tutto è filato liscio…non capisco … il falò fa parte dellanostra tradizione contadina, nonfarlo sarebbe davvero un pecca-to!”. La storia potrebbe finire qui:rispetto della normativa e piano Bcon cena (già prevista per il falò),benedizione degli animali, labora-torio di candele con la ceraprodotta dalle api dellacascina, ma Jessica purcomunicando alla clientelala revoca per motivi orga-nizzativi ha provato a nonarrendersi. Infatti, l’assi-stente sanitario Crivellarise da un lato ha fatto riferi-mento al decreto legge205/2010, dall’altro non ha

menzionato un altro documento,ovvero la delibera regionale 2820del 22 dicembre 2011 che mette inderoga il D.L. del 2010 in quanto“Potranno comunque essere con-sentiti, previa autorizzazione dalSindaco competente, falò e fuochiin occasione di feste, sagre di

paese o comunque di eventi atti-nenti ai rituali calendariali dellatradizione popolare culturale dellaLombardia…”. Tant’è che a Milano la presentazio-ne del calendario dei falò è statafatta addirittura nell’Urban Center

del Comune. Jessica, impugnandoquesta delibera regionale potrebbeaccendere la pira, ma consideratoche la Cascina Guzzafame è priva-ta occorreva avere l’autorizzazio-ne del sindaco Miracoli. Ha cosìtrascorso buona parte della matti-nata del 16 gennaio a rincorrere ilprimo cittadino, ma dopo tantiaffanni è arrivata la decisione“Preferiamo non fare più il falò”.Ma non è finita prosegue Jessica “apoche ore dalla ricorrenza mi chia-mano da “Unione dei comuni iFontanili” per dirmi che il falò sipuò fare, che c’è stata una revocadalla regione Lombardia. Sonosenza parole”. Ormai era tardi. “I tempi eranodavvero molto stretti e ormai ave-vamo già avvertito la clientela, cihanno anche scoraggiato le previ-

sioni meteo, ma ad essere sinceri cisono cadute le braccia per tuttaquesta burocrazia e l’Unione deiComuni I Fontanili non ha nem-meno chiesto scusa per i numerosidisguidi”. Così avanti col piano B:cena e laboratorio delle candele,ma neppure la benedizione deglianimali è andata in porto: “Il pretedi Gudo non può venire a benedi-re gli animali nell’orario che ave-vamo richiesto cambiando il pro-gramma perché deve presenziareal falò”. “Ma come?” abbiamochiesto “Eh sì – ha risposto Jessica– ...a Gudo il falò si farà anche conla pioggia...!”

Simona Borgatti

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Gianluca Spinelli�����������������

393.9423568 - [email protected]

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328.7215231 - [email protected]

Dott.ssa Giancarla Pancera ���������

339.2616293 - [email protected]

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�����������������������������via G. Pascoli, 5 - Cusago (Milano)

STUDIO di RIABILITAZIONE

Aut. San. 8267 del 24/10/2011

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Fuoco purificatore

Legna vecchia e nuova a Muggiano

Tutto esaurito all’Urban Center

I mobili del nonno

Irriducibili!

...Spostalo un po’ più in là!

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10 Febbraio 2014Muggiano

&dintorni

La Terza Categoria (praticamentel’ultima) era alla nostra portata. Lesquadre che partecipavano aveva-no tutte più o meno le nostre forzemesse in campo con orgoglio epassione. Sin dall’inizio, però, èstato categorico il puro diverti-

mento di tutti. Tutti dovevano,alternandosi, poter sfogare lavoglia incontenibile di vestire quel-la maglia granata, color mattonebruciato, scelta di comune accordocome pure il nome “GruppoSportivo Muggiano”. Anche imeno bravi avevano questo fonda-mentale diritto. Giocare a calciodivertendosi ed allo stesso tempoimparando a convivere e condivi-dere le gioie di una vittoria o lo sco-ramento di una sconfitta. Far parte del gruppo dirigente èsempre stato motivo d’orgoglio,magari anche come semplice ma-gazziniere come l’amico ToninoCarrettoni che brontola semprema che è sempre stato disponibile.Ti vogliamo bene Antonio, anchese non hai mai tirato un calcio adun pallone! Con il suo presidentis-simo Guido Baroni ha affrontato

problemi a dir poco insuperabili.Quante preziose pedine di questameravigliosa scacchiera potreicitare, ma perdonatemi se non lofaccio per paura di lasciar fuoriqualcuno. Ridendo e giocando se ne sonoandati più di quarant’anni dellanostra vita e mi sto chiedendo

come fare a rammentarmi ancoraquegli avvenimenti che hannomodificato l’esistenza di un borgofino ad allora semi-sconosciuto.Parlo di avvenimenti perché glistessi attori hanno lottato in quelperiodo anche per ottenere altridiritti sacrosanti come un autobusche collegasse il borgo alla città(dovete sapere che fino allora siandava a piedi o in bicicletta aBaggio a prendere il tram “18” cheportava in Centro). Come anchecreare un Comitato di Quartiereche lavorasse con le istituzioni cit-tadine che hanno sempre pratica-mente accantonato Muggiano. In ambito sportivo c’è stata, inseguito, la creazione del GruppoPodistico non Competitivo, con larelativa invenzione della “QuattroComuni”, gara che calcava le stra-de dei comuni limitrofi partendo

ed arrivando al Campo Sportivo diMuggiano. Il mio attuale desiderio è, però,ancora una volta un bel sogno darealizzare che riguarda questoluogo bisognoso di un restauro acausa dell’età ed anche dei bisognimoderni che contraddistinguonouna realtà completamente diversa

dalla mia di quei favolosi anni delsecolo scorso che, fin qui, ho rac-contato sperando di non averviannoiato più di tanto. Vorrei, in pratica, che quel proget-to – presentato nel nostro Borgo,qualche anno addietro, con il con-tributo dell’ex sindaco Moratti – siavverasse di nuovo come il nostrodi allora. Vorrei che la lentezzaburocratica che ci contraddistin-gue si facesse largo nella nebbia esbloccasse quel sogno facendolodiventare realtà. Vorrei poter entra-re nel nuovo Campo Sportivo epoter tirare un calcio, magari anche

soltanto simbolico, ad un palloneche potrà essere nuovissimo com’èd’obbligo ma pur sempre uguale aquella sfera di cuoio che ti facevadiventare prima rosse e poi viola ledita ed il collo dei piedi. Vorrei semplicemente – al di làdelle condizioni e dei regolamentiche si sono accavallati e modificatinel tempo – che questo sogno siavverasse per il bene di quei ragaz-zi che popolano le squadre del G.S.Muggiano, che sono diventate dav-vero numerose, e che abbisognanodi condizioni ambientali più agibilie confortevoli di quegli spogliatoi

in legno – che ancora resistono gra-zie agli interventi dei pochi addettiai lavori rimasti – da me tantoamati e desiderati. Le piscine, comprese nel progetto,le palestre, i campi di calcio in erbasintetica non potranno che essereun’occasione per tanti cittadini chehanno necessità di queste diversee particolari attività motorie. Sispera solo che il loro costo riman-ga contenuto, com’è stato contenu-to il costo di quel sogno avveratositanti anni fa e che continua a mani-festarsi ogni qualvolta il cancellodi quello spazio si apre.

(SEGUE DALLA PRIMA PAGINA)

Il cancello d’ingresso al Campo Sportivo Gli spogliatoi restaurati

Alunni/e Scuola Elementare

Alunni/e Scuola Elementare

Alunni/e Scuola Elementare e Media

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Il punto di ristoro di più recente costruzione

La prima squadra ufficiale del G.S. Muggiano

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11Febbraio 2014Muggiano

&dintorni

Vigevano-Malpensa: (forse) al via la superstrada

A lla salute di Expo e dei suoi slogan agricoli, alla fac-cia del consumo di suolo, Vigevano avrà il suo colle-

gamento con Malpensa. Così ha promesso il presidentelombardo Roberto Maroni al sindaco leghista diVigevano, Andrea Sala “…ANAS realizzerà il progettodel primo stralcio entro sei mesi”. Se la strada di collega-mento Tangenziale Ovest/Malpensa dopo moltepliciinterventi che videro qualche anno fa alleati i sindaci diCisliano, Albairate, Ozzero, Cusago e Cassinetta, seppurcon qualche differenza (No totale da Cassinetta, amplia-mento della SP114 dagli altri sindaci), attualmente è con-gelata, così non è per Vigevano, che non vede l’ora ditogliere il traffico sull’unica strada di collegamento conAbbiategrasso. Il progetto vigevanese sarà diviso in tre tratte. Dieci chilo-metri tra la SS 11 nei comuni di Magenta e Albairate; 12chilometri tra l’interconnessione di Albairate alla tangen-ziale Ovest e infine la terza tratta che partirebbe daAlbairate e arriverebbe fino al Ticino passando daAbbiategrasso. E paradossalmente sarà proprio Albairate,promotore di tante iniziative contro il progetto ANASMalpensa-Castelletto volute dalla giunta Tarantola e daiComitati No Tangenziale, il comune a pagare lo scottoambientale più alto visto che sarà il nodo centrale dellanuova infrastruttura. La preoccupazione rimane soprattutto in previsione delleprossime elezioni comunali nelle quali Tarantola non sipresenterà: impossibile in questi mesi predisporre tavoli,dibattiti, iniziative e interventi come fatto in passato perla Castelletto-Baggio. ANAS finanzierà l’opera e si occu-perà del progetto definitivo dell’infrastruttura e, anche seil CIPE non si è espresso, sarà il Ministero alleInfrastrutture a fare da garante per la realizzazione delcollegamento. Sempre che i 212 milioni stanziati sianotutti effettivamente disponibili.

Superstrada: chiesto incontro con Maroni

S ette sindaci del Sud Ovest Milanese hanno chiesto alpresidente della Regione Lombardia Roberto Maroni

di poter conoscere e condividere le scelte strategiche sullamobilità che investono il loro ter-ritorio. È il caso del progettoANAS, riguardante la superstra-da di collegamento tra la S.S. 11“Padana Superiore” a Magenta ela Tangenziale Ovest di Milano evariante di Abbiategrasso conadeguamento della S.S. 494 “Vi-gevanese” da Abbiategrasso aVigevano. I sindaci Pierluigi Arrara (Ab-biategrasso), Luigi Alberto Ta-rantola (Albairate), Daniela Ac-cinasio (Cassinetta di Luga-gnano), Luca Durè (Cisliano),Daniela Pallazzoli (Cusago),Willie Chiodini (Ozzero) eGiuseppe Zanoni (Robecco sulNaviglio), hanno appreso dagliorgani di stampa di un recenteincontro sul progetto stradaleavvenuto in Regione tra Maroni ei soli esponenti del Comune diVigevano, in cui sarebbero statiillustrati le tempistiche progettua-li e il cronoprogramma per la rea-lizzazione dell’opera. Pertanto, come sindaci dei Comuniprincipalmente interessati dal tracciato autostradale, hannosubito chiesto un incontro urgente con Maroni e l’assessoreregionale alle Infrastrutture e Mobilità Maurizio DelTenno, al fine di essere adeguatamente informati su quan-to sta accadendo e poter così partecipare in modo consape-

vole ai processi decisionali che riguardano la realizzazionedi grandi opere stradali nel loro territorio. Dal 2009 i sindaci attendono di conoscere la posizione uf-ficiale del CIPE (Comitato Interministeriale per laProgrammazione Economica) in merito al Progetto ANASe l’effettività disponibilità dei fondi necessari per la realiz-zazione degli interventi. Nel territorio ci sono sindaci favorevoli al progetto che con-siderano la superstrada l’unica soluzione possibile per

risolvere i diversi problemi dellamobilità locale; altri che invecehanno più volte espresso nonpoche perplessità sull’effettivanecessità di questa opera di gran-de impatto ambientale proponen-do in alternativa la riqualificazio-ne della rete stradale esistente permigliorare i collegamenti da e perMilano senza compromettere ilterritorio e riducendo drastica-mente il costo complessivo degliinterventi. In ogni caso, i sette sin-daci auspicano: “Un confrontodemocratico, serio e costruttivotra tutti i Comuni interessati e gliEnti superiori per affrontareinsieme il tema della mobilità, inmaniera trasversale e nell’esclusi-vo interesse del territorio e dei cit-tadini. Non è pensabile agire dasoli per poi calare dall’alto pro-getti o relativi stralci senza coin-volgere tutti gli enti locali. Lepoche risorse pubbliche disponi-bili dovrebbero essere impiegate

per finanziare progetti fattibili e utili a soddisfare le realiesigenze del Sud Ovest Milanese”. Non resta che attendere la risposta del presidente Rober-to Maroni, per conoscere la sua disponibilità a un con-fronto con gli Enti locali direttamente interessati dal pro-getto ANAS.

Q uante volte in questi anni cisiamo occupati di tutela del

territorio sia urbano sia agreste?Quanto abbiamo scritto sullacementificazione del Parco Agri-colo Sud e sulle sue infrastruttu-re? Tanto. Quante iniziative sonopartite dai comitati, dalle associa-zioni in difesa delle nostre zone?Decine. E siamo negli anni 2000,anni di progresso, anni di tecno-logia. E invece nei lontani 1980 e 1981circa tremila persone, senza i socialnet-work e senza strumentazionitecnologiche di comunicazione,ma con la sola volontà e passione,evitarono che nella zona denomi-nata “Lo Zingaro” fosse costruitauna strada provinciale litoranea,che unisse il comune di Scopello aSan Vito Lo Capo, per proseguirela rete stradale da Palermo fino aSan Vito. Il progetto, finanziato dall’Asses-sorato Regionale al Turismo, perl’epoca era faraonico e avrebbeavuto lo strascico dell’inevitabilespeculazione edilizia. Queste le parole di Valeria Re-stuccia, direttrice della riserva.“Fino agli anni ’70 del 1900 la zonaera abitata dai contadini che coltiva-vano il sommaco che serviva per laconcia delle pelli, il frassino e lamanna utilizzata nella farmacopea.Addirittura fino al 1972 era stataaccertata l’esistenza della Foca Mo-naca… Un’economia agricola locale:

si consumava e si vendeva quello chesi produceva. Quando queste coltiva-zioni non divennero più convenienti earrivò l’avvento della meccanica nel-l’agricoltura, i contadini abbandona-rono l’area che divenne incolta e nella

quale trovarono rifugio delle comuni-tà hippy le quali trascorrevano alloZingaro il tempo tra falò, chitarra eamore libero. Così fino alla fine deldecennio quando nacque il progettodella strada, tutto finanziato da fondipubblici, ma parallelamente nacque ilWwf e i palermitani iniziarono adacquistare le case dei contadini perristrutturarle anche in modo abusivo.La sovrintendenza però, ad un certopunto, bloccò l’opera perché il proget-

to prevedeva l’innalzamento di piloniper sopraelevare la strada. Gli abitan-ti di Castellammare del Golfo, l’azien-da gestore e gli ambientalisti, con ilneonato Wwf, iniziarono a muoversi.Con loro anche i proprietari terrieriche temevano di essere espulsi da unalottizzazione a tappeto. Le associazio-ni avevano raccolto circa 4.000 firme(tra i firmatari c’erano anche magi-strati, professori universitari, operato-ri forestali n.d.r.) per un appello alpresidente dell’Assemblea RegionaleSiciliana, Michelangelo Russo, affin-ché una legge regionale istituisse inquesta zona la prima riserva naturaledella Sicilia”. Arriviamo così al 18 maggio 1980quando nella galleria di Scopellogiungono circa 3.000 persone,secondo le cronache dell’epoca,

che occupano la futura riserva.Una grande mobilitazione pacificasostenuta da Wwf, Legambiente,Italia Nostra, Arci, Club AlpinoSiciliano, Associazioni forestali. Ilprogramma della marcia sembraquasi quello di una scampagnata“Si raccomanda… di portare con séscarpe comode..., colazione al sacco,borraccia con acqua”. E’ singolare latestimonianza dell’incontro traalcuni ambientalisti e un contadi-

no, furioso davanti a quelle ordedi gitanti verdi, il quale dice lorodi venire allo Zingaro quandopiove e allora sì che “…vi passereb-bero le voglie ecologiste e la vorresteanche voi la strada asfaltata che orarifiutate”. Nulla è cambiato da allora: alposto del mare mettete la PianuraPadana, cambiate il 1980 con il2014 e la voce potrebbe essere“Dovreste stare in coda sulla SP114tutte le mattine e allora vi passerebbe-ro le voglie ecologiste e vorreste anchevoi il collegamento tra Malpensa e laTangenziale Ovest!”. Ma come hanno potuto più di2.000 persone e le associazionibloccare una colata di cemento inuna regione dove impera la mafia?“L’intervento dell’ingegner Corrao,direttore dell’associazione forestalefu determinante – racconta FrancoRusso, promotore della marcia eall’epoca direttore dell’Istituto diconservazione dell’Azienda delleforeste demaniali – aveva rapportimolto stretti con il mondo politico epoi la trasversalità della politicalocale che mise insieme DC con PCI,arrivando a coinvolgere persino ilvecchio MSI. Ma ci furono anchedelle cose singolari. Ricordo che unpolitico della DC di Catania capivala protesta ambientalista, ma nonsapendo dove si facesse la strada,disse che lui era contrario alla strada

perché coinvolgeva la zona diTrapani e non la sua provincia: coseda matti! Oppure ci fu l’allora presi-dente della Regione e assessoreall’Ambiente, che fu convinto a nonopporsi da un suo seguace che avevaraccolto le firme. E poi ricordo icomizi nei quali quelli del sì allastrada dicevano che su 2.500 km dicosta, su una parte avrebberocostruito gli hotel, mentre avrebberolasciata intatta un’altra parte! Infineva ricordato il grande sostegno datodalla stampa come Il Giornale diSicilia e il Corriere della Sera chescrissero molto di noi. Lo Zingaroper circostanze particolari è stato unesempio di mobilitazione civile cheha saputo superare i partiti politici efirmata dalle associazionismo”. Secondo la dottoressa Restucciaciò che avvenne in quegli anni fudato dal cambiamento di mentalitànel concepire il territorio e l’azionedell’uomo, poiché la Sicilia vive diturismo, territorio e cultura. E così, si arrivò al 6 maggio 1981quando finalmente venne pubbli-cata la legge regionale, votata datutti i gruppi parlamentari regio-nali, che istituiva la riserva e con-testualmente si pianificava l’istitu-zione dei parchi regionali sicilianiEnta, Ebrodi e Madonie oltre adanticipare di diversi anni la leggequadro nazionale sui parchi e sulleriserve naturali.

Questa è una bella storia. Una storia che, se raccontata sul gran-de schermo, farebbe uscire gli spettatori dalle sale con il sorrisostampato in faccia e la voglia di cambiare il mondo. Purtroppo èuna storia che nessuno ha sceneggiato, ma che è successa perdavvero, esattamente nel maggio 1980: la vicenda di come nac-que la Riserva Naturale Orientata dello Zingaro in Sicilia, nelTrapanese, 1500 ettari tra cielo e mare, uno degli ecosistemi piùpregiati per natura e paesaggio di tutta l’isola. E forse di tutta Italia.Il risultato di una mobilitazione popolare contro una strada cheavrebbe attraversato un territorio di pregio, facile la similitudine conil nostro collegamento tra Malpensa e la Tangenziale Ovest, che– notizia dell’ultim’ora – pare tornare in auge, almeno in un tratto.

La riserva dello Zingaro

Una suggestiva immagine della Riserva dello Zingaro

Simona [email protected]

L a Riserva Orientata dello Zingaro si estende nella parteOccidentale del Golfo di Castellammare, nella penisola di San Vito

lo Capo che si affaccia sul Tirreno tra Castellammare del Golfo eTrapani. Il territorio ricade per gran parte nel comune di San Vito loCapo e in misura minore nel comune di Castellammare. Lo Zingaro hauna superficie di 1650 ettari, una fascia litoranea di circa 7 km., forma-ta da una costa rocciosa di calcari del Mesozoico, intercalata da nume-rose calette e caratterizzata da strapiombanti falesie che da un’altezzamassima di 913 mt. (Monte Speziale) portano rapidamente al mare lacui purezza delle acque è testimoniata dall’alga Cystoseira. Tutta la riserva presenta una spiccata diversità d’ambienti che in parteospitano fitocenosi di grande interesse naturalistico e talvolta anchepaesaggistico. Numerosi e interessanti sono i cunicoli e le grotte som-merse tanto da essere oggetto di tesi di laurea. Le più conosciute sono:la grotta del Colombaccio, Grotta della corvina, grotta della Craperia,grotta della Mustia, grotta della Ficarella. Decisivo per la vegetazioneè il clima generale, definito da una temperatura media annua di 19°Ce da una piovosità di 645 mm. Anche quando non piove spesso rista-gnano sui monti benefici banchi di nebbia provenienti dal mare, chesostengono microclimi umidi locali. All’interno della riserva si trovano il Museo Naturalistico, il Museodelle Attività Marinare, il Museo della Civiltà Contadina, dove è ripro-dotto il ciclo completo del grano, il Centro di Educazione Ambientale,due aree attrezzate e dei caseggiati rurali adibiti al bivacco. Per info:www.riservazingaro.it.

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12 Febbraio 2014Muggiano

&dintorni

Milano: regolamentooggetti smarriti

I l Consiglio comunale milanese ha appro-vato con 28 voti favorevoli, 7 contrari e nes-

sun astenuto, la modifica al regolamento perla gestione degli oggetti rinvenuti nel territo-rio del Comune di Milano. Questa la novitàintrodotta dall’Aula: sarà il tempo di custodiadegli oggetti smarriti e giacenti presso glispazi del deposito di via Friuli e non più lastima del valore del bene – oggi stabilito daun perito – a determinare il corrispettivodovuto all’Amministrazione dal cittadinoall’atto della restituzione dell’oggetto. Il provvedimento approvato oggi va nelladirezione dell’efficienza e dell’economicità,perché permette di individuare tariffe piùsemplici e trasparenti che superano il crite-rio del valore dell’oggetto a favore delladurata della custodia. Le tariffe saranno sta-bilite calcolando un corrispettivo fisso per laregistrazione e l’erogazione del serviziouguale per tutti gli oggetti, esclusi i docu-menti. A questo si aggiungerà una cifra atitolo di custodia commisurata alla duratadel deposito. Le tariffe sono poi rivalutateperiodicamente secondo gli adeguamentiIstat e arrotondate ai 50 centesimi di euro. Oggi, solo il 30% degli oltre 15 mila oggettipresenti in via Friuli viene ritirato entro iprimi tre mesi. Tra gli oggetti maggiormen-te dimenticati dai milanesi ci sono i docu-menti (quasi 4.000), seguiti dai portafogli(circa 2.300). Persi anche numerosi assegnibancari, ticket e carte di credito, per un tota-le di 1.100 pezzi e altrettante tessere varie,dalle biblioteche ai badge. Infine, gli occhia-li smarriti (200) superano l’ombrello consolo 77 esemplari custoditi nei primi novemesi del 2013.

Cesano: al Cristalloarriva il CantaStoria

C hi è il CantaStoria? Che cosa accadràmercoledì 12 febbraio e mercoledì 12

marzo? Per gli alunni di scuola primaria siesibirà al Teatro Cristallo di CesanoBoscone il CantaStoria: una persona chenon racconta “storie”, ma la Storia con laesse maiuscola. Si tratta di due recital in cui sono spiegate lapreistoria e la storia antica attraverso le can-zoni: mercoledì 12 febbraio (per le classiterze) e mercoledì 12 marzo (per le classiquarte). Questi spettacoli musicali sono unmodo diverso, nello stesso tempo diverten-te e istruttivo, per ripassare alcuni impor-tanti argomenti di studio. La rassegna ha per titolo “Da Lucy aCaligola” e attraversa la preistoria dagli omi-nidi fino all’Homo Sapiens, intervistando

anche gli animali. Ma non solo: si parla can-tando dell’invenzione della ruota e del MarMediterraneo, centro d’importanti civiltà,fino alle prime Olimpiadi in Grecia e almondo degli Etruschi. Del mondo Romano siesplorano alcune curiosità (i gladiatori, leoche del Campidoglio, il Colosseo…) e lanumerazione (è poi così difficile?). Parole e musica sono di Luigi Gaudio, leschede didattiche sono curate da Maria PaolaViale. Le canzoni saranno precedute da unaserie di domande di Storia rivolte ai bambiniin modo ludico, stimolando contemporanea-mente la loro memoria e la loro intelligenza.È disponibile anche il cd con tutte le canzonidello spettacolo (e altre ancora). Torna il teatro per le scuole nel nostro terri-torio, non perdiamo quest’occasione. Ognispettacolo dura circa un’ora e dieci minuti(settanta minuti) dalle 14,30 alle 15,45. Ilbiglietto costa 7 euro per ogni alunno effet-tivamente presente. Prenotazioni e informa-zioni: Luigi Gaudio (cellulare 347.8318450,email: [email protected]).

Amsa: penali per la qualità del servizioÈ stato definito, il nuovo contratto di ser-

vizio tra il Comune di Milano e la socie-tà Amsa per gli anni 2014, 2015 e 2016. È ilprimo messo a punto da quest’Ammini-strazione e prevede rilevanti novità rispettoal precedente. Il nuovo contratto prevedeservizi aggiuntivi per i cittadini e costi iden-tici al 2013 per i prossimi tre anni (286 milio-ni di euro l’anno).

Così, viene stabilita una maggior frequenzanel passaggio dei mezzi per la vuotatura dicestini e cestoni (600 mila in più l’annorispetto al 2013), insieme alla conferma del-l’estensione dell’area di spazzamento (circa20.000 km in più rispetto al 2012). Inoltre, laraccolta dell’umido, che entro la fine del

2014 interesserà tutta la città, ècompresa nella quota riconosciutadal Comune all’Amsa. Tutto ciò afronte di un risparmio di 34,3milioni di euro nei tre anni (11milioni nel 2014, 11,6 milioni nel2015 e 11, 7 milioni nel 2016):minori costi calcolati rispetto alcontratto sottoscritto nel 2010 econ efficienze parzialmente antici-pate negli scorsi anni. Un’altra importante novità riguar-da il sistema dei controlli e dellepenali, a garanzia della qualità deiservizi. Infatti, gli standard mini-

mi che devono essere garantiti in terminiquantitativi e qualitativi da Amsa sono labase sulla quale è possibile calcolare le pena-li. Ai servizi è assegnato un nuovo indice diqualità da raggiungere. Sotto a questo ilComune può intimare ad Amsa di raggiun-gere l’obiettivo in un periodo definito oppu-re comminare direttamente una penale. A titolo esemplificativo, se la pulizia di unastrada vale 100 e lo standard minimo daraggiungere previsto dal Comune di Milanoè del 95% ci sono tre possibilità: servizioeseguito al 100%, servizio compreso tra 95 e100% (in questo caso è previsto il periodoper raggiungere il massimo) o non raggiun-gimento del 95% (applicazione diretta dellapenale calcolata per ogni punto percentualein meno al di sotto dell’obiettivo). Inoltre, per garantire la piena funzionalitàdi questo processo, è previsto il “controllodocumentale unilaterale”: dipendenti co-munali, appositamente formati, effettueran-no riscontri periodici a campione. Se le rile-vazioni del personale del Comune sarannodifferenti da quanto riportato dai report diresoconto dell’attività, inviati quotidiana-mente da Amsa (nel precedente contrattotali report erano solamente periodici), ilComune potrà contestare il disservizio e,una volta accolti i chiarimenti dell’azienda,valutare le eventuali penali da applicare.

Milano: meno incidenti stradali

I l numero di incidenti con feriti nelComune di Milano è in calo, siamo a

–60% a oggi rispetto al 2001, con una mediaannua di decrescita del –4%. Il dato registra-to prima degli anni 2000 era +51% tra il 1997e il 2001. Nel 2013, sono stati rilevati 7.763incidenti con feriti, registrando un ulterioree importante decremento, erano 17.468 nel2001. Il trend continua, anche tra il 2013 e il2012 si registra un calo del 25%. Dal 2001 siregistra anche un calo del 66,6% di mortali-tà da incidenti. Nel 2013 i morti a Milano acausa di incidenti in auto sono stati 30, nel2001 erano stati 90, è il numero più bassodegli ultimi 13 anni. “L’andamento progressivo indica un costan-te e oggettivo calo e questo è per noi unosprone moltiplicare ogni giorno gli sforzi,soprattutto sul fronte delle utenze più vulne-rabili, affinché questi numeri possano subireun ulteriore e definitivo calo” dichiara MarcoGranelli assessore alla Sicurezza e Coesionesociale e Polizia Locale.

Strettamente connesso al tema degli inciden-ti è quello delle indagini sulle omissioni disoccorso. Nel 2013 la Polizia Locale ha segui-to 110 casi in incidenti stradali con danni acose e/o persone e nel 90% dei casi è risalitaal responsabile. Tra il 2008 e il 2013 sonostate effettuate 107 indagini che riguardava-no incidenti con esito mortale o molto grave– anche riferite a investimento di bambini oanziani –. Anche in questo caso il responsa-bile è stato individuato nel 90% dei casi. “Un’ulteriore e importante attività di conte-nimento degli incidenti effettuata dallaPolizia locale è relativa all’attività di con-trollo sui comportamenti più pericolosi,anche attraverso una mirata attività sanzio-natoria” dichiara Tullio Mastrangelo co-mandante della Polizia locale.

Presentato “Solo l’amore”

I l 23 novembre presso il prestigioso circo-lo culturale Alessandro Volta di Milano è

stato presentato il libro del poeta milaneseFabio Amato “Solo l’amore“ nella traduzio-ne rumena di Doar Iubirea. Fabio Amato èeducatore presso la Fondazione SacraFamiglia di Cesano Boscone e la sua poeticaaffronta tematiche sociali, ma anche intimi-ste ed è spesso legata alla disabilità comerisorsa e nuovi occhi con cui guardare larealtà del quotidiano. La traduzione, a curadi Daniela Alexandru Vasilica, cantante liri-ca che risiede a Massa Carrara, è frutto del-l’amicizia che lega i due artisti. Nell’arte in tutte le sue forme si trova lamaggiore espressione della fratellanza trapersone e popoli. L’incontro attraverso iversi poetici unisce e agevola la comunica-zione e la condivisione delle emozioni, dellagioia come della sofferenza, che sono comu-ni a tutti gli esseri umani, a qualunque lati-tudine essi vivano. Il pomeriggio, che havisto la partecipazione di una rappresentan-te del Consolato di Romania a Milano,Veronica Stefan, si è snodato attraverso l’al-ternarsi della lettura delle liriche in rumenoe in italiano. La musicalità della lingua rumena ha per-messo di rendere al meglio i versi del poetaitaliano e la lettura dei testi ha visto la par-tecipazione di un pubblico attento a coglier-ne ogni sfumatura. Il pomeriggio ha avuto il suo epilogo con unregalo della Alexandru che ha intonato acappella un canto della tradizione nataliziadel suo paese. Al poeta è stata anche conse-gnata da parte di una sezione dei Cavalieridi Malta una targa per alti meriti nel socialee nell’arte per la divulgazione della poesia ela conoscenza di nuovi poeti, tramite prefa-zioni ai loro libri e presentazione degli auto-ri in manifestazioni pubbliche.

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13Febbraio 2014Muggiano

&dintorni

Buone e cattivesullo smog

L e ha annunciate Carlo Monguzzi, presi-dente Commissione Ambiente del

Comune di Milano. Una notizia buona eduna cattiva sul fronte smog a Milano. Labuona: per la prima volta la concentrazionemedia annuale di PM10 è scesa a 37 µg/m3sotto il limite di 40, imposto dall’UnioneEuropea. È un fatto importantissimo perchéil superamento della media annuale produ-ce molti più danni alla salute anche rispettoa molti superamenti giornalieri, che vannocomunque diminuiti il più possibile.Ovviamente hanno contribuito le condizio-ni meteorologiche e la crisi, ma una parteimportante di questa riduzione di smogsono sicuramente le iniziative messe in attodall’Amministrazione.

La cattiva: il 40% degli impianti termici dariscaldamento (le caldaie murali a gas indi-viduali) non sono conformi ai limiti di rife-rimento. Questo vuol dire che non solol’Amministrazione pubblica deve fare il suodovere, ma che anche noi cittadini dobbia-mo mettere la massima attenzione all’effi-cienza e alla pulizia degli impianti di nostraproprietà e quindi attivare i controlli.Quindi senza rubare meriti a pioggia evento, questi dati spingono a continuare conmaggiore decisione sulla via intrapresa perla riduzione dell’inquinamento.

Trezzano: negatopatrocinio ANPI

“P er la prima volta l’Amministrazionecomunale, per decisione del commis-

sario Scaduto, nega ad ANPI il patrocinioper il Giorno della memoria” dichiara ElenaFelisatti candidato sindaco alle primarie delCentro Sinistra” istituito per ricordare laShoah, le leggi razziali, gli italiani chehanno subito la deportazione, la prigioniae la morte, nonché coloro che si sono oppo-sti a questo disegno criminale”. Il Commissario ha motivato la sua decisio-ne con l’esigenza di non esporre l’Ente ariconoscere il patrocinio ad iniziative chepotrebbero assumere carattere politico e inottemperanza alle disposizioni della Com-missione indipendente in materia di pre-venzione e contrasto alla corruzione conparticolare in riferimento alla concessionedi contributi. “Il riferimento alla concessione di contribu-ti, in realtà non richiesti da ANPI” prosegue

la candidata alle primarie del CentroSinistra“la negazione anche del semplice patrocinionon oneroso, svelano la scarsa conoscenzadi ANPI e del suo impegno a fianco delleIstituzioni per la legalità. Preferisco noncommentare il riferimento alle misure dicontrasto con la corruzione riferite allarichiesta avanzata da ANPI”. “Ritengo assai grave” conclude Felisatti “larinuncia dell’Amministrazione al riconosci-mento di un evento di riflessione su un tragi-co ed oscuro momento della storia del nostroPaese e dell’Europa, specie in un momentostorico in cui fenomeni quali negazionismo erigurgiti xenofobi stanno assumendo formesempre più inquietanti. La decisione delCommissario, infine, è ancor più inspiegabi-le ed inaccettabile poiché nega quanto nes-sun sindaco, quale che fosse la sua colloca-zione politica, ha mai fatto”.

Letture in LibertàL’Associazione Culturale Arte Ba-Rocco

di Milano inizia un ciclo culturale di let-tura di poesie con dibattito, a partecipazio-ne gratuita, dal titolo “Letture in Libertà”presso la sede in via Cascina Barocco 10,Milano, a partire da mercoledì 19 febbraio2014 alle ore 20.30. L’invito è rivolto a tutti i poeti e scrittori.Per informazioni tel. 02.4564212, e-mail:[email protected]. www.roccobasciano.it.

I trii dì de la merlaL a tradizione é rimasta ed il 29, 30 e 31

gennaio, “i trii dì de la merla”, sono con-siderati i più freddi dell’anno. Una leggen-da, una tradizione popolare, una realtà cli-matica, ognuno è libero di pensarla comecrede, fatto sta che anche quest’anno le con-dizioni meteorologiche di fine gennaio sonopeggiorate con freddo e qualche spruzzatadi neve anche a bassa quota. Le varianti di questa leggenda sono tante,alcune a lieto fine, altre con un finale triste,in ogni paese se ne racconta una versionedifferente. La più diffusa narra che tanti,tanti anni fa, i merli erano bianchi e il mesedi gennaio, che aveva vent’otto giorni, sidivertiva a far soffrire con un freddo tre-mendo, una famigliola di merli che vivevain cima ad una grande quercia. Mammamerla, ogni anno, supplicava gennaio diessere più mite: nulla da fare. Il gelido mesesi divertiva a far soffrire i poveri uccelli,dicendo che quello era il suo mestiere... Ma un anno, la merla decise di cambiare tat-tica e, così, si nascose con tutta la famigliolasotto un tetto, in modo che gennaio non lavedesse. Questi, non vedendo nessuno, sidimenticò di tormentare gli uccelli fino ache l’ultimo giorno del mese, il ventotto,sentendosi ormai al sicuro, la merla uscì dalsuo nascondiglio per godersi i tiepidi raggidel sole. Lo fece con sicurezza, senzanascondere la sua soddisfazione per aver,finalmente, gabbato Gennaio ed i suoi trevecchi Mercanti della neve con una grandebarba bianca: Sant’Antonio Abate (17 gen-naio), San Gaudenzio (22 gennaio) e SanGiulio (31 gennaio).Gennaio, indispettito per essere stato presoin giro, si vendicò chiedendo in prestito tregiorni a Febbraio che, allora, ne aveva ben

trentuno. Quei giorni furono trasformati inuna vera ghiacciaia, tanto che neve e gelostavano per congelare la famiglia dei poverimerli. Mamma merla, fortunatamente, videun camino che fumava: portò lì marito efigli per proteggersi da quell’inaspettatofreddo polare. Ma se il calore della cannafumaria salvò le vite dei merli, il fumo e lacaligine impregnarono talmente le loropenne che la famigliola con tutti i discen-denti, diventò per sempre nera. Gennaio, soddisfatto per la vendetta, se neandò senza restituire i giorni a febbraioche si ritrovò ad essere, suo malgrado, ilmese più corto dell’anno. Da allora, queitre giorni “rubati”, sono conosciuti come“i giorni della merla”. I tre giorni dellamerla sono considerati i giorni più freddidell’anno. Se sono freddi, la primaverasarà bella, se sono caldi la primavera arri-verà tardi... abbiamo solo belle speranzeper quest’anno!

Cusago: Falòe ringraziamento

N onostante il tempo inclemente, il finesettimana di metà gennaio a Cusago è

stato movimentato da due avvenimenti tra-dizionalmente di grande richiamo per lapopolazione: il falò di Sant’Antonio ed ilRingraziamento agricolo. L’accensione del falò, la sera di venerdì 17,ha suscitato grande entusiasmo, e sono statemolto apprezzate le ottime salamelle e il vinbrûlé. I ringraziamenti dell’amministrazio-ne agli organizzatori del falò con il contornogastronomico, alla ditta Mericco, ai volon-tari del gruppo Maria Bambina anche que-sta volta disponibili epresenti, e a tutti coloroche hanno fatto perveni-re in parrocchia molti ebellissimi premi, indi-spensabili per il successodalla lotteria. “La gioia manifestata daibambini presenti ha ripa-gato l’impegno profusoda tutti”, ha commentatol’assessore alla Cultura eal Tempo libero MaraRiva. L’assessore all’Agricol-tura Aldo Galbiati hainvece così commentatola giornata del Ringra-ziamento agricolo, dome-nica 19 gennaio: “Questagiornata dedicata a SanVincenzo sa comunicaresempre emozioni a chi laterra la lavora quotidia-namente. Sarà il ritrovar-si insieme dopo un annodi lavoro, sarà l’affioraredi antichi ricordi, saràl’esposizione dei trattoriche vengono benedettida don Carlo... tutti que-sti motivi rendono tantocaro l’annuale appunta-mento.” I ringraziamenti dell’as-sessore sono rivolti alpresidente Albino Bra-

mani che ha seguito l’organizzazione dellagiornata, al sindaco Daniela Pallazzoli e alsegretario di zona di Abbiategrasso dellaColdiretti provinciale Enzo Locatelli perle parole sentite pronunciate durante ilpranzo. “Un pensiero va a chi ci ha lasciato in que-st’anno ed in particolare a mio padre Pep-pino, scomparso qualche giorno fa, che èstato non solo agricoltore, ma anche asses-sore di Cusago per venti anni”, ha conclusocommosso l’assessore Galbiati.

Jazz Gospel Alchemy“U no spettacolo nello spettacolo”.

Miglior definizione non si potrebbedare al concerto tenutosi lo scorso 11 gen-naio presso la parrocchia Santa Marcellinadi Muggiano. Un elogio al GORM e alGruppo famiglie “Ritrovarsi in famiglia”,organizzatori della serata, che hanno fattoconoscere al numeroso pubblico intervenu-to il gruppo Jazz Gospel Alchemy. In diecianni d’attività hanno al loro attivo ben 200concerti, calpestando anche palcoscenici ditutto rispetto, quali il Teatro San Babila o ilTeatro F. Parenti. Concerto brioso e divertente sotto moltiaspetti con una diversità di generi, dai ritmiafricani al gospel-spiritual, dalle melodiedella tradizione natalizia al jazz. Grandecapacità del maestro del coro AlfredoLazzari di coinvolgere il pubblico presente,facendo cantare motivi del Natale, comeAdeste Fideles e Stille Nacht ed il classico delgenere gospel Happy day. Singolari i cambi d’abito degli oltre 20 ele-menti del coro: dai costumi della tradizioneafricana, confezionati proprio in quel conti-nente, alle classiche tuniche “gospel” dalcolore dorato, allo stile elegante per il reper-torio jazz. Il debutto a Muggiano è stato più che posi-tivo e non resta che aspettare una nuovaperformance nel corso del 2014.

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Il museo dei bambiniE’appena nato MUBA, il museo dei bam-

bini alla Rotonda della Besana (via E.Besana 12, tram 9 e 16), un centro perma-nente di progetti culturali e artistici dedica-ti all’infanzia. Saranno tre le grandi mostreogni anno, affiancate da progetti in sinergiacon gli eventi di punta della città (Salone delmobile, PianoCity, BookCity, etc.), laborato-ri per famiglie in collaborazione con KinderSorpresa, progetti e laboratori in corrispon-denza delle giornate/mesi dedicati all’am-

biente, all’ali-m e n t a z i o n e ,all’integrazione,servizi alle fami-glie, campus efeste. Fino al prossimo31 marzo, si puòvisitare la primamostra-gioco,“Scatole”: diver-se aree temati-che propongonoe s p e r i e n z e

dirette sui concetti di volume, dentro-fuori,tridimensionalità e percezione e, semprefino al 31 marzo, inoltre, sarà ospitata lamostra ‘L’essenza e l’eccesso’, alla sua terzatappa in Italia: una riflessione sui temi delconsumo e della produzione. MUBA ospitain modo permanente anche Remida Milano,il progetto didattico e artistico che si basasul riuso creativo dei materiali di scarto.

Tutte le informazioni, le tariffe e gli orarid’apertura si possono consultare sul sitowww.muba.it. MUBA nasce nel 1995 conl’obiettivo di realizzare il Museo dei Bam-bini di Milano. Dal 1997 ad oggi, pur nonavendo una sede permanente, MUBA haprogettato e prodotto 13 grandi mostre inte-rattive e numerose attività laboratoriali, svi-luppate secondo specifici criteri pedagogiciche intendono favorire ed incoraggiare ilpensiero creativo dei bambini e prepararliad una società che richiede sempre maggio-ri atteggiamenti responsabili. Ha realizzatoprogetti didattici in oltre 50 città in Italia edin Europa ed i bambini coinvolti sono statiquasi 800.000, di cui il 50% in gruppi classicon 50.000 insegnanti.Dal 2007 MUBA è una Fondazione senzascopo di lucro, riconosciuta a livello regio-nale che ha come scopo quello di formare ediffondere espressioni della cultura cheintendano promuovere nei bambini un pen-siero creativo e libero dagli stereotipi prepa-randoli ad una società che richiede sempremaggiori attitudini creative. Dal 2013 il MUBA, Museo dei Bambini diMilano ha finalmente una sede perma-nente, Fondazione MUBA si è infatti aggiu-dicata la concessione per 8 anni dellaRotonda di via Besana, uno degli edificiarchitettonici più rappresentativi del XVIIIsecolo a Milano.

Palazzo Marino in musica

D omenica 2 febbraio, 2 marzo e 6 aprilein Sala Alessi a Palazzo Marino: ecco i

tre nuovi appuntamenti gratuiti, dedicatialla musica, della terza edizione di PalazzoMarino in Musica. I concerti sono promossidall’associazione EquiVoci Musicali con ilpatrocinio del Comune di Milano e la colla-borazione del Conservatorio “G. Verdi” diMilano, della Civica Scuola di Musica –Fondazione Scuole Civiche di Milano. In questa nuova edizione di Palazzo Marinoin Musica, che segue il successo delle dueprecedenti rassegne (gennaio 2012 e genna-io-febbraio 2013) e del concerto di Nataleospitato a Palazzo Reale lo scorso dicembre,si vuole raccontare attraverso suoni, parolee brevi introduzioni, la storia di tre impor-tanti famiglie che hanno segnato profonda-mente lo sviluppo della musica milanese einternazionale. La musica, infatti, è da sem-pre espressione del suo tempo, di un perio-do particolare o di un luogo, nasce da unavvenimento importante o dall’energiacreativa di un gruppo di persone. Esistono anche le correnti artistiche, le scuo-le e, come nel caso di Bach, le grandi fami-

glie di musicisti. Protagonista del primoconcerto, domenica 2 febbraio, è stata lafamiglia Bach, che con gli oltre cinquantamembri attivi per oltre due secoli, ha tra-mandato il “mestiere” del musicista, por-tando avanti un linguaggio certamenteadatto alle mode del momento ma provvi-sto anche di una radice comune. Il secondoconcerto, domenica 2 marzo, sarà dedicatoalla Famiglia Ricordi e ad alcuni dei nume-rosi compositori, in particolare operisti, chegrazie all’intraprendenza della casa editricemilanese hanno pubblicato pagine tra le piùimportanti della storia della musica. L’ultimo appuntamento, in programmaper domenica 6 aprile, sarà un omaggioalla famiglia degli archi e ai numerosi cam-biamenti avvenuti nella scrittura musicale,sia per violino solo che per quartetto d’ar-chi, dai tempi di Bach, passando perHaydn fino alle sonorità più astratte diWebern. Il progetto è affidato alla direzio-ne artistica di Ettore Napoli e Davide Santiall’interno di una produzione curata daRachel O’Brien. La rassegna nasce dal desiderio di proporrealla città di Milano e ai suo palazzi storici unantico modo di fare cultura offrendola achiunque abbia voglia o senta il piacere difarla propria nell’ambito di incontri musica-li nel corso dei quali la musica è precedutada brevi introduzioni e/o letture di testi. I biglietti saranno disponibili presso lo spazioUrban Center dal martedì precedente il con-certo. Sarà possibile ritirare fino ad un massi-mo di due biglietti a persona. Per informazio-ni: www.palazzomarinoinmusica.it.

N O T I Z I E F L A S H

C hiacchierando con le personeche vengono da me in para-

farmacia per consigli, per deluci-dazioni su farmaci o terapie, misono accorta che non sempre èchiara la differenza tra fitoterapiae omeopatia. Per questo motivo misembra doveroso fare un po’ diordine tra le due discipline, spe-rando sempre di essere d’aiuto pertutti. Iniziamo a capire meglio checosa s’intende per fitoterapia eprendere in esame le varie formefarmaceutiche. La fitoterapia è quella branca dellamedicina che studia l’utilizzo dellepiante medicinali che hannoun’azione farmacologica sull’orga-nismo umano. La fitoterapia ècomplementare alla medicina tra-dizionale basata sui farmaci di sin-tesi, grazie soprattutto ai numerosistudi scientifici e clinici sulle pro-

prietà delle piante che negli ultimianni stanno avvalorando la loroefficacia, prima spesso solo attesta-ta dall’empirismo popolare. Come considerazione personale,mi preme rilevare che la fitoterapiapotrà assumere la dignità terapeu-tica che le compete solo se, in pri-mis, il medico poi il farmacista einfine l’erborista approfondirannola propria conoscenza in merito perprescrivere e dispensare i rimedi. Tralasciando al momento le fito-medicine, di cui parleremo prossi-mamente, al momento mi soffer-mo sulle preparazioni ottenutepartendo dalla pianta essiccata. Latisana è la preparazione farmaceu-tica liquida, che appartiene agliidroliti, ovvero una soluzioneacquosa diluita di sostanze medi-camentose, formate da fitocom-plessi da assumere oralmente. La tisana può essere preparata conuna o più piante. Nella tisana com-posta si riconosce il rimedio dibase, o cardinale, una o più erbe

con specifiche proprietà, l’adiuvan-te (audiuvans), una o più pianteche sinergizzano con il rimediobase, il complemento (o costituen-tes), che dona un aspetto piacevo-le alla tisana ed infine il correttore,(o corrigens), per migliorare lecaratteristiche organolettiche delcomposto e quindi il sapore dellatisana stessa. Si parte dalla piantaessiccata più o meno sminuzzatameccanicamente e la miscela. Generalmente per preparare unatisana si usano da uno a due cuc-chiai da minestra per tazza, quel-la del latte del mattino tanto perintenderci, per cui rappresenta unmedicamento che contiene picco-le quantità di fitocomplesso,quindi può essere assunto ancheabitualmente senza timore dieffetti collaterali (tale discorsonon vale se si assumono farmaciparticolari tra cui quelli che con-tengono warfarin). La tisana può essere preparata perinfusione, per decozione o macera-zione. L’infuso si prepara da pian-te essiccate ridotte a pezzi più omeno piccoli, mediante lavorazio-ne meccanica. Può essere di unasola pianta o più, mescolate inparti variabili tra loro. L’infuso siprepara versando l’acqua bollentesul preparato messo in un conteni-tore adatto, coperto per non farallontanare i principi attivi volatili,lasciato raffreddare per alcuniminuti e a questo punto si filtrasenza comprimere e si beve. Generalmente si usano da due adieci parti di pianta essiccata perpepare cento parti d’infuso, adat-to a questa preparazione sono

parti della pianta come i fiori e lefoglie. Il decotto parte sempredalla pianta essiccata più o menosminuzzata, anche in questo casosi può usare una sola pianta o unamiscela. Il materiale si mette inacqua fredda e si porta ad ebolli-zione per alcuni minuti, semprecon il coperchio, quindi si fa raf-freddare si filtra senza comprime-re e si beve. Normalmente il decotto si utilizzaquando nella miscela ci sono deisemi, delle scorze odelle radici che,per rilasciare le lo-ro proprietà, han-no bisogno di piùtempo rispetto l’in-fuso. Di regola siusano da due a cin-que parti di piantaper prepararnecento di decotto. Questa metodicanon deve essereapplicata a piantecontenenti principi attivi volatilio termolabili, per cui l’ebollizioneandrebbe a inficiare la loro attivi-tà. La macerazione è un procedi-mento a freddo per la quale sipossono usare diversi liquidi:acqua, alcool e vini. Si esegue atemperatura ambiente per alcuneore, generalmente da due a dodi-ci. Trascorso il tempo prestabilito,si filtra e si beve.Le piante essiccate devono essereconservate in contenitori adatti, alriparo dalla luce e da fonti di calo-re e arieggiate. Generalmente infu-si, decotti e tisane devono esserebevuti al momento della prepara-

zione o al più entro un paio di ore.Poiché sono forme farmaceutichefacilmente deperibili, infatti fer-mentano facilmente, soprattutto inestate o se poste vicino a fonti dicalore, compromettendo l’efficaciadel preparato. La dose massima èdi tre tazze al giorno, sorseggiatecosì senza zucchero o un po’ dimiele. Importante porre l’accento chequeste forme farmaceutiche sonoottenute per estrazione acquosa

del fitocomplesso,per cui sono utiliz-zabili solo se i costi-tuenti o la maggiorparte di essi sonosolubili in acqua.Inoltre il calore del-l’acqua bollentepuò alterare i prin-cipi attivi presentinella pianta ridu-cendone l’efficacia. Tutte le preparazio-ni a base di erbe

hanno una scadenza massima disei mesi, ovviamente previa cor-retta conservazione delle stesse.Inoltre la buona riuscita di questipreparati ha alla base una buonamateria prima la quale deve esseregarantita dal preparatore che deveseguire le indicazioni riportatesulla farmacopea ufficiale italianache ogni buon farmacista dovreb-be conoscere. Il mio consiglio è al solito di affi-darsi sempre a professionisti qua-lificati per l’utilizzo delle erbe epiante officinali. Sono a disposi-zione per qualsiasi dubbio e pre-parazione.

Tisana, infuso, decotto e macerazione sono alcuni dei metodi diutilizzo delle erbe e delle piante officinali, che abbiamo visto inquesti mesi. In una parola “fitoterapia”, ovvero, quella praticache prevede l’utilizzo di piante o estratti di piante per la curadelle malattie o per il mantenimento del benessere umano, cherappresenta certamente il primo esempio di pratica terapeutica

umana. L’articolo della nostra esperta sull’argomento.

Dott.ssa Roberta [email protected]

L’Angolo dello “Speziee”

La Fitoterapia

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15Febbraio 2014Muggiano

&dintorni

SSPP OO RR TT && DDII NN TT OO RR NN IIIIl Muggiano l Muggiano ospitato ospitato da amicida amiciI campionati sono in pausa inver-

nale, si riprende ai primi di feb-braio, ma l’attività del G.S. Mug-giano non si è fermata, anzi è pro-seguita intensamente. Non parlodi attività sportiva, ma mi riferiscoai lavori del nuovo centro sporti-vo, che inizieranno a breve (larecinzione provvisoria di cantierela stanno già facendo), che hacostretto il gruppo di lavoro crea-tosi per l’occasione, agli straordi-nari per definire le ultime cose tec-niche e burocratiche. Come dicevo, l’imminente iniziodei lavori ha portato alla decisio-ne di trasferire le attività di tuttele squadre del Muggiano su altriimpianti sportivi. La quasi totalitàdelle categorie, si allenerà e gio-

cherà le partite ufficiali, sull’im-pianto sportivo degli Olmi, messoa disposizioni dai “cugini”, che sisono prontamente attivati perdare una mano a risolvere i pro-blemi del G.S., dimostrando colla-borazione e disponibilità, nono-stante le inevitabili criticità orga-nizzative che si sono venute acreare anche per le proprie squa-dre. Di questo va dato atto, e ungrosso ringraziamento mi sembrad’obbligo. Altre tre squadre si trasferirannoper gli allenamenti, sul campo par-rocchiale di Cusago, ed anche inquesto caso la disponibilità è statototale ed immediata. Veramenteun grazie sentito anche a loro.La situazione si protrarrà fino allafine della stagione sportiva, perpoi riprendere a settembre suicampi del nuovo centro sportivo.In altre pagine del giornale trove-rete notizie in merito al progettodell’impianto. Si sta aprendo un nuovo capitoloper il G.S. Muggiano, sta a tutti noicercare di scriverlo al meglio.

Maurizio Baroni

MAGISTRELLIDARIOs.n.c.

di RRoberto & Tiziano Magistrelli - viale della Repubblica,140 - 20010 Cornaredo (Milano)tel. e fax 02.9362940 - e-mail: [email protected]

Podismo MuggianoI l 24 gennaio si è tenuta la prima riunione annuale

del Podismo Muggiano: riunione di notevoleimportanza in quanto è stato rieletto in toto il quadrodirigenziale così composto: presidente, GiuseppeCiappina; consiglieri, Gianluca Petrosino, BarbaraFerrari e Mirko Tasso. L’associazione sta crescendo, in poco più di quattroanni, i soci, sono quadruplicati e la gestione deglistessi comporta maggior tempo e maggior impegnoper cercare di risolvere problematiche tecniche,amministrative e “caratteriali”. Sono un bel gruppofresco anche se eterogeneo; dentro la loro casa coabi-

tano, sia i runners puri, sia i tapascioni, come i podistiper diletto. Si cerca di venire incontro a tutti e a tuttele singole esigenze e non sempre è facile. A nome del presidente, un ringraziamento a tutti isoci per la fiducia riconfermata con l’impegno affin-ché il Podismo Muggiano cresca sempre in buonasalute e con spirito aggregativo. Tantissime gare liaspettano, dalle 10 km, alle mezze maratone e allamadre di tutte le corse, la maratona classica. Per chi volesse avvicinarsi al PM e scoprire nuoviamici e nuovi stimoli, può contattare: GiuseppeCiappina 366.5999959, 339.6025701 oppure [email protected], www.podismomuggiano.org.L’associazione è presente su facebook come Podi-smo Muggiano.

G. Ciappina

Milano: iscrizione nidi e materne

D al 14 febbraio al 14 marzo sarà possibile pre-sentare le domande on line per l’iscrizione ai

nidi e materne nell’anno scolastico 2014/2015. Il Comune di Milano ha pubblicato sul sitowww.comune.milano.it (Come fare per >Educazione e Istruzione > Scuole materne > Nidid’infanzia: come iscriversi) le procedure perl’iscrizione e i criteri per la formazione delle gra-duatorie, elaborati insieme alle rappresentanze cit-tadine dei genitori. Entro la fine di maggio verran-no rese pubbliche le graduatorie definitive. “In questo momento di crisi abbiamo rivolto unaparticolare attenzione ai genitori che hanno persoil lavoro – ha detto l’assessore all’Educazione eIstruzione Francesco Cappelli – attribuendo un pun-teggio alto anche ai lavoratori atipici oggi disoccupa-ti. L’Amministrazione ha lavorato insieme alle fami-glie per la definizione dei criteri d’iscrizione: conti-nueremo a confrontarci con i genitori, perché la loropartecipazione è fondamentale alla vita dei serviziall’infanzia”. Le iscrizioni avvengono online, così come accaderegolarmente dall’anno scolastico 2005-06. A partiredal 14 febbraio sarà disponibile sul sito webwww.comune.milano.it un apposito percorso:“Iscrizioni 2014 – Servizi all’Infanzia”. Inoltre, perchi non ha la possibilità di accedere al web, è previ-

sta la raccolta delle iscrizioni in alcuni sportelli incittà, prenotando un appuntamento allo 02.02.02(attivo 24 ore su 24) da martedì 18 a giovedì 27 feb-braio. È importante ricordare che l’ordine cronologi-co di presentazione delle domande non costituisce inalcun modo un titolo di priorità nella formazionedelle graduatorie.

Interno di un nido

Amianto:nuovo protocollo

L a Giunta comunale milanese ha approvato alcune modifiche alProtocollo con Asl, che permetteranno controlli ancor più efficaci da

parte dell’Azienda Sanitaria e un’azione di sensibilizzazione verso i pro-prietari, per far conoscere le leggi nazionali e regionali in materia e dif-fondere informazioni scientificamente corrette. In particolare, è stata raf-forzata la parte relativa alle verifiche di Asl, per rendere più efficaci edefficienti il monitoraggio e gli interventi. Fino ad oggi, infatti, il Protocollo prevedeva che Asl effettuasse unsopralluogo di valutazione generale nel caso in cui il proprietario del-l’edificio non si attivasse tempestivamente. Grazie a questa modifica,invece, Asl potrà sostituirsi al privato nella stesura del documentoapprofondito di valutazione sullo stato di conservazione dell’amianto:anche in questo caso, ovviamente, intervenendo solo in caso di manca-ta risposta del diretto responsabile, che sarà poi chiamato a risarcirel’operazione. Chi non ottempera agli obblighi di legge non solo saràsanzionato, ma dovrà accollarsi le spese del controllo Asl, sopralluogo,campionamenti, analisi relazione. Inoltre, il Comune di Milano, per favorire la risoluzione di situazioniparticolarmente complesse, potrà mettere a disposizione in via eccezio-nale alcune attrezzature del Nuir, il Nucleo di intervento rapido delComune, utili a effettuare verifiche e campionamenti in zone difficil-mente accessibili (per esempio sui tetti).

Comune di Milano e Asl Milano incrementeranno forme congiunte disensibilizzazione verso i cittadini, con l’obiettivo di favorire una corret-ta ed equilibrata informazione e di accompagnare gli interventi pro-gressivi e completi di dismissione e smaltimento dell’amianto. Tra il2010 e il 2013 sono stati 692 gli interventi effettuati e conclusi dai pri-vati in edifici con presenza di amianto. È importante sottolineare chesul tema amianto, per quel che riguarda gli stabili privati, sono i citta-dini stessi le prime sentinelle delle proprie città. Nel Comune di Milano per avviare un procedimento è possibile effet-tuare una segnalazione tramite mail ([email protected]) o via fax (02.884.54309). Inoltre, per avere informazionisullo stato di avanzamento di una pratica già in corso è possibile telefo-nare al numero 02.884.52728.

Rimozione di un tetto in amianto

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16 Febbraio 2014Muggiano

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Scomparso don Paolo VillaG rande cordoglio della comunità di Quinto Romano per

la scomparsa lo scorso 23 gennaio di don Paolo Villa.Il sacerdote, nato a Milano il 6 giugno 1924, era residente aMilano presso la parrocchia Madonna della DivinaProvvidenza, dove è stato parroco dal 1981 al 1999. Ordinato sacerdote nel 1967, è stato anche vicario parroc-chiale a Milano in S. Maria del Suffragio, dal 1967 al 1981.L’arcivescovo di Milano si è unito ai fedeli della ParrocchiaMadonna della Divina Provvidenza di Quinto Romano nel-l’elevare la preghiera cristiana di suffragio. “Quella di don Paolo – scrive l’arcivescovo di Milano – fuuna vocazione adulta. Visse gli anni difficili della guerradurante i quali si prodigò attivamente nel gruppo di donEnrico Bigatti, che gli fu maestro nel percorso dell’esisten-za e della fede, s’inserì nel mondo del lavoro e infineavvertì la chiamata del Signore. Venne, infatti, ordinatonel 1967 a quarantatré anni. Dopo il primo incarico come

coadiutore nella Parrocchia S. Mariadel Suffragio in Milano, assunse laresponsabilità della vostra comunitàdella Madonna della Divina Prov-videnza, dove scelse di rimanereanche quando rimise il mandato.Ognuno di voi avrà certo un ricordoparticolare della propria vita in cuidon Paolo era presente. Vi ha accom-pagnato nel cammino, nella gioia enei momenti di dolore, sempre pre-sente, sorridente, pronto alla condivi-sione. In tanti anni era diventato unapersona di famiglia, qualcuno su cuisi sa di poter contare, di poter fareaffidamento. E questo avveniva ancheper i confratelli che si sono sentitisostenuti nel loro ministero, grati delsuo aiuto, della sua disponibilità,della sua apertura al confronto su

tanti temi. La ricchezza spirituale didon Paolo si manifestava inoltre inuna carità sollecita e una delicataattenzione ai malati dell’OspedaleSan Carlo, che visitava ogni giovedì.È bello ricordare anche il suo amoreper il verde, la sua cura per quanto dirasserenante può dare la naturaanche in città. Poi, purtroppo, la suapassione per la bicicletta, che l’avevaspinto ad allenarsi per andare a Romacome fece il suo maestro don Enrico,l’ha tradito e un brutto incidente, cosìcome per don Enrico, ha avuto lameglio sulla sua forte fibra. Salutiamoun’ultima volta don Paolo e gli chie-diamo di accompagnarci dal cielo nelpellegrinaggio terreno, così comeaveva fatto durante il suo ministeroin tanti percorsi in bicicletta”.Don Paolo Villa


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