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Ipab ed ex Ipab nel sistema territorio della Provincia di Torino ______________________ ___ Un’analisi attraverso il Progetto Scality Leaqual Marchio di qualità per la cura dei cittadini anziani
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Ipab ed ex Ipab nel sistema territorio della Provincia di

Torino_________________________

Un’analisi attraverso il Progetto Scality Leaqual

Marchio di qualità per la cura dei cittadini anziani

Società Ricerca e Formazione

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Luglio 2007

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Coordinamento editorialeA. Buonocore, A. B. Bisset, F. Olivero, R. Di Monaco

Redazione a cura Anna Buonocore, A. Barbara Bisset (Ufficio Programmazione Territoriale)1

Roberto Di Monaco, Francesca Olivero (Società Ricerca e Formazione)

Si ringraziano per la collaborazione il Dirigente Dr. Giorgio Merlo, i colleghi del Servizio Solidarietà Sociale:Adriana Ianuale e Andrea Navarra dell’Ufficio AmministrativoNatalina Vaschetti, Enrico Chiarle dell’Ufficio Sistema Informativo

Si ringraziano per la disponibilità i direttori delle Ipab ed ex Ipab che hanno consentito la realizzazione dell’indagine nella fase test ed in quella di diffusione.

Un ringraziamento speciale ai Direttori dei Consorzi ed ai Direttori di Strutture per la partecipazione al Seminario:Gaetana Cipriani CISS PineroloClara Genesio CISA 31 CarmagnolaTullio Renzulli Fondazione Masera e Pajsio – TrofarelloAntonella Schievenin Casa di Riposo Umberto I – Cuorgnè

1 Ufficio Programmazione Territoriale C.so G. Lanza, 75 – 10131 Torinoindirizzo del sito sul quale si potrà trovare questo report: www.provincia.torino.it/solidari.htm

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1. Il progetto Scality Leaqual...........................................................................................................42. L’avvio del progetto sulla qualità per Ipab ed ex Ipab.................................................................6

2.1 - La fase test: le strutture coinvolte.......................................................................................62.2. La ricerca...............................................................................................................................72.3 Gli obiettivi.............................................................................................................................92.4. Aspetti peculiari della presenza nel territorio......................................................................11

3. Uno sguardo ai dati.....................................................................................................................133.1 Le caratteristiche delle strutture e la loro distribuzione territoriale.....................................133.2 I destinatari del servizio.......................................................................................................153.3. I servizi disponibili..............................................................................................................163.4. L’organizzazione del servizio e la formazione del personale.............................................233.5. Tra dimensioni strutturali e scelte organizzative.................................................................24

4. Interviste alle case di riposo: commenti e osservazioni.............................................................335. Riflessioni esigenze e proposte delle Case di Riposo................................................................56La giornata seminariale..................................................................................................................57Conclusione: i due livelli attuali del progetto................................................................................61APPENDICI...................................................................................................................................62

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1. Il progetto Scality Leaqual

L’età media della popolazione europea è in crescita, se solo si consideri che il 16% dei cittadini ha un’età superiore ai 65 anni, come rilevato nell’ultima indagine Eurostat. Ne consegue che la necessità di prendere in carico la popolazione anziana rappresenta una priorità per gli stati membri, sia in termini di qualità che di quantità del servizio.La storia, la cultura e le tradizioni influenzano le diverse politiche sociali in materia di sostegno agli anziani nel panorama europeo, con notevoli differenze tra il nord ed il sud dell’Europa: ad es. in Grecia ed in Portogallo un terzo della popolazione anziana è a rischio di emarginazione e povertà, mentre tale quota è al di sotto del 10% nei Paesi Bassi, in Svezia ed in Finlandia.A fronte di questa disparità, si palesa quanto mai impellente la necessità di adottare sistemi di controllo del servizio di assistenza agli anziani, attraverso processi di qualità, che, se pur già presenti nella maggioranza degli stati membri, non convergono in alcun modo, impedendo così una visione unitaria ed integrata.In questo quadro, ed al fine di assicurare in ambito europeo una pari qualità di assistenza alla popolazione anziana, si ravvisano alcune necessità:conoscere le peculiarità delle politiche sociali di ciascun Paese europeo in materia di gerontologia e più in generale l’approccio all’età avanzata a fronte delle diversità culturali;verificare i diversi criteri di riferimento adottati nei paesi UE in sede di accertamento della qualità del servizio;determinare dei criteri comuni convergenti, al di là delle particolarità culturali, nella logica dell’ottimizzazione della qualità. Il progetto SCALITY-Leaqual si pone quindi l’obiettivo di proporre degli standards di qualità comuni, che possano essere adottati da tutti gli stati membri, al fine di determinare un label europeo per la qualità nei servizi di assistenza agli anziani.Il primo obiettivo del progetto è quello di fornire agli attori delle politiche sociali degli strumenti utili ed innovativi per sostenere gli anziani, formulati in

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modo da conformarsi ai diversi contesti economici, culturali e sociali dei paesi membri.In particolare il progetto prevede:

un’analisi dello stato dell’arte al fine di disporre di tutte le informazioni necessarie in merito all’esistenza di procedure di qualità nei diversi e numerosi territori coinvolti, che consentono di tracciare un quadro variegato e significativo;

uno strumento di analisi della qualità (il questionario Scality) : una griglia di valutazione in una prospettiva di convergenza europea, allo scopo di definire delle basi omogenee per quella che dovrà essere una risposta minima alle necessità delle persone anziane. Questo strumento sarà composto da diverse parti, definite dall’esito dell’analisi preliminare e dal confronto interno alla partnership, al fine di identificare in maniera esaustive le diverse tipologie di risposta e di buone pratiche in materia di sostegno agli anziani in Europa..

L’ultima fase del progetto si propone di creare un “label” europeo per la qualità in materia di sostegno agli anziani (LEAQUAL). Questo consentirà di standardizzare, attraverso un referenziale comune della qualità, le procedure di implementazione dei servizi offerti.Si richiederà il riconoscimento di LEAQUAL da parte della Commissione Europea e da parte delle Autorità Competenti di ciascuno stato membro.

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2. L’avvio del progetto sulla qualità per Ipab ed ex Ipab Con propria deliberazione n° 749-346652 del 7/12/2004 la Provincia ha aderito alla richiesta di partecipazione e cofinanziamento avanzata dalla S.R.F. Società di Ricerca e Formazione di Torino, per la realizzazione del progetto europeo Scality Leaqual.Al termine della fase preparatoria a livello europeo si è presentata l’esigenza di concretizzare la ricerca, sul nostro territorio, attraverso la somministrazione del questionario. In effetti questa azione specifica si è posta all’interno del lavoro dell’Ufficio Programmazione Territoriale come un processo logico di continuazione di temi già ampiamente rappresentati. L’ufficio, infatti, partecipa attraverso una struttura apposita e con i territori, all’elaborazione dei Piani di Zona ai sensi della Legge 328 del 2000 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali). Alla programmazione in tema d’invecchiamento della popolazione è importante inserire il ruolo che le strutture assistenziali sono chiamate a svolgere in favore del benessere e dell’autonomia dell’anziano, in questo quadro fornire un servizio qualitativamente adeguato può favorire l’invecchiamento in migliori condizioni di salute psicofisica. Sulla base di queste esigenze, rilevate anche nei tavoli dei piani di zona che si occupano di anziani, si è avviata la fase test del questionario Scality come previsto nel progetto europeo, a cui è poi seguita la somministrazione della griglia di validazione Leaqual.

2.1 - La fase test: le strutture coinvolte

In questa prima fase sono state scelte due strutture del territorio inserite in Consorzi Socioassistenziali con i quali si era in precedenza lavorato su temi diversi da quelli della vecchiaia e della condizione anziana, i territori scelti sono stati:

il CSSAC di Chieri, con la Casa di Riposo Vincenzo Mosso di Cambiano; il CISSP di Settimo, con la Casa di Riposo di S. Benigno Canavese

Alle strutture è stato somministrato il questionario, compilato in maniera assistita al fine di raccogliere in maniera puntuale i commenti e le

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osservazioni sulla funzionalità e la rispondenza degli items di valutazione previsti rispetto all’organizzazione del lavoro svolto dalle strutture. I commenti raccolti sono stati poi inviati al gruppo di progetto perché fossero inseriti nelle osservazioni raccolte da tutte le strutture testate dai partners, europei e nazionali del progetto.

Nella seconda fase, sono state somministrate a queste stesse strutture le griglie di validazione Leaqual, definite e condivise con il gruppo di lavoro a livello europeo, destinate a verificare l’esecuzione dei protocolli identificati all’interno della ricerca precedentemente svolta. Entrambi gli strumenti analizzano i processi di lavoro nelle strutture per anziani, identificando percorsi di attuazione di protocolli operativi di qualità della prestazione e la relativa esecuzione, nonché l’identificazione di possibili correttivi.Il lavoro svolto e i risultati ottenuti sono attualmente in fase di valutazione dalla Commissione Europea; l’eventuale approvazione degli strumenti testati potrebbe determinare l’istituzione di un marchio di qualità europeo appositamente creato per la certificazione di servizi assistenziali per anziani.

2.2. La ricerca

Il compito che la L. R. 1/2004 affida alla Provincia sulle Ipab ed ex Ipab è di vigilanza e controllo sul buon andamento della gestione amministrativa, funzione dell’Ufficio Amministrativo del Servizio Solidarietà Sociale, la cui storia di contatto con le strutture non entra nel merito del compito assistenziale. Il progetto europeo Scality Leaqual ha rappresentato per il Servizio un’occasione utile per attivare un rapporto attraverso il quale aggiungere a quello esistente un canale nuovo di comunicazione atto a rendere il senso della presenza di queste strutture nel territorio, a conoscerne il legame con la comunità sociale, sia quella spontanea sia quella delle istituzioni. Proprio l’esperienza dell’Ufficio Programmazione e la sua presenza nella formulazione dei piani di zona ha evidenziato il bisogno di avere quanto più possibile allargata la rete dei servizi e intensificare i rapporti al fine di conoscere le reali potenzialità territoriali; in quest’ottica si è lavorato per verificare la presenza propositiva delle Ipab nella programmazione dei servizi.

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Alla luce di queste considerazioni si è scelto di somministrare il questionario a tutte le Ipab ed ex Ipab del territorio, ad esclusione di quelle presenti nella Città di Torino in quanto, per la città capoluogo, il processo di preparazione del piano di zona è avvenuto con modalità diverse. Le Ipab ed ex Ipab a cui è stato somministrato il questionario Scality hanno sedi nei seguenti Consorzi Socioassistenziali:

InRete-Ivrea; ConIsa-Valsusa; Cidis-Orbassano; Cis Ciriè; Cissac Caluso; Ciss 38 Cuorgnè; CISSA Moncalieri; Ciss Chivasso; Ciss Pinerolo; Cssac Chieri; Cisa 31 Carmagnola; CISSP Settimo

In fase di compilazione sono state proposte domande specifiche che hanno fatto emergere la potenzialità delle offerte al territorio e la tipologia di partecipazione ai tavoli del Piano di Zona; i Direttori, in maggioranza, hanno detto che partecipa un componente del CdA, qualcuno ha dichiarato di partecipare personalmente e qualcun altro non partecipa assumendo una posizione critica nei confronti di riunioni di cui non percepisce benefici particolari.

Lo strumento deI Piano di Zona come concepito dalla legge di riferimento (328/2000) per essere realmente efficace, si trova ad affrontare una sfida cruciale nel divenire, da ambito di programmazione, a strumento di costruzione e rafforzamento di connessioni e rapporti tra i diversi soggetti nella promozione di sistemi locali basati su complementarietà e flessibilità. Tale sfida trova da un lato, le IPAB ed ex IPAB quali soggetti di diritto pubblico che, a pieno titolo, partecipano alla programmazione ed alla gestione del sistema integrato di interventi e servizi sociali ( art. 10 l.r.1 /2004) e

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dall’altro, i Piani di Zona come ambiti pubblici di riconoscimento di un nuovo rapporto tra centro e periferia e tra pubblico e privato.Gli elementi di conoscenza relativi alla partecipazione delle IPAB ed ex IPAB all’interno dei processi di predisposizione ed attuazione dei PdZ locali emersi dall’indagine, si rivelano interessanti per almeno due ordini di motivi: - in generale: è fondamentale conoscere se ed in che modo le IPAB partecipano ai PdZ per rafforzare sia le capacità di analisi condivise dei bisogni locali sia l’integrazione tra il quadro delle risorse/servizi (disponibili, offerti, potenzialmente attivabili) presenti nei diversi territori e realizzati dai diversi soggetti che operano nel sociale. In questo ambito si pensi, ad esempio, alla doverosa ed auspicabile integrazione su tematiche centrali quali le politiche abitative e su cui le IPAB ed ex IPAB con i loro patrimoni immobiliari possono rappresentare una risorsa importante tutta da esplorare.- in specifico: su alcune questioni, l’indagine sulla costruzione di un sistema di qualità per le IPAB ed ex IPAB ha messo in evidenza la necessità di potenziare e di rendere meno episodica la loro partecipazione (e non solo mera consultazione) ai percorsi di predisposizione ed attuazione dei PdZ allo scopo di favorire il raffronto ed il radicarsi di una prassi operativa fondata su reale sussidiarietà. In tal senso, emerge in parallelo la richiesta di programmazione e fruizione di percorsi formativi congiunti in favore degli operatori sociali che operano nelle strutture delle IPAB ed ex IPAB e negli Enti gestori della materia socio-assistenziale dal momento che, la formazione costituisce un importante capitolo di ciascun PdZ quale leva del cambiamento culturale che il sistema integrato di interventi e servizi richiede per essere realizzato.

La somministrazione del questionario Scality è stata concordata telefonicamente con i referenti delle singole strutture al fine di promuovere l’utilità di una certificazione dei processi interni di qualità e di verificarne la disponibilità Il compito non facile è stato superare la giusta diffidenza di chi teme di essere sottoposto ad un ulteriore, nonché indebito, controllo e di essere chiamati poi a comprare un prodotto costoso, non offerto dall’Ente pubblico. Molti direttori si sono lamentati di aver ricevuto offerte di prodotti privati da persone presentatesi come inviate da uffici pubblici.

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La buona adesione all’iniziativa è stato determinata dal grande interesse per la possibilità di avere un marchio di qualità europeo ed anche dalla sorpresa di ricevere attenzione per il lavoro svolto in termini di qualità e non di problemi delle case di riposo. Un’indagine sulla qualità dei servizi erogati, offerta e non richiesta ha connotato positivamente il progetto presso i destinatari ed alimentato le aspettative di affrontare insieme anche eventuali altre aree problematiche per le strutture.

2.3 Gli obiettivi

La ricognizione, effettuata attraverso il questionario Scality, è stata effettuata in 49 Ipab ed ex Ipab sul totale complessivo di 54 presenti nel territorio della Provincia; tra quelle non intervistate vi sono: una Ipab inattiva, un centro diurno, due strutture che hanno rifiutato l’intervista, ed un questionario poco significativo perché presentava troppi dati mancanti. Le interviste sono state realizzate tra il mese di marzo ed il mese di ottobre 2006.La somministrazione del questionario ha consentito di entrare in contatto con le strutture che si occupano di anziani attraverso un approccio caratterizzato dall’attenzione alla rappresentazione che i responsabili propongono del loro servizio.In precedenza l’Ufficio Programmazione Territoriale del Servizio Solidarietà Sociale, in collaborazione con il CISA 31 di Carmagnola e l’Associazione “Esperienza e Mappe Grezze”, aveva affrontato il tema tramite una ricerca-intervento nella quale si era affrontato il tema dell’anziano in Casa di Riposo, attraverso la raccolta della narrazione delle loro storie di vita. Tali storie, erano state raccolte dagli operatori di alcune strutture dopo una formazione all’uso dello strumento del “Genogramma” col quale si era stimolata la narrazione dei ricordi degli intervistati. L’obiettivo perseguito dal Servizio, a partire dalla conoscenza raccolta attraverso la partecipazione al processo di elaborazione dei piani di zona, era di valorizzare il lavoro svolto costruendo una mappa territoriale rappresentativa dei servizi presenti e delle opzioni diverse previste sia dai piani di zona sia ulteriormente attivabili sul territorio. In questo processo le Ipab sono state investite di un ruolo più efficace nella risposta ai problemi che il progressivo invecchiamento della popolazione fa emergere.

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Il questionario Scality, indagando sulla qualità delle prestazioni, ha consentito nell’atto della stessa compilazione di avviare un discorso sulle procedure di lavoro e una riflessione sulle possibilità di miglioramento; in alcune realtà ha facilitato il rapporto e la visita della struttura.La partecipazione dell’Ente al progetto Scality Leaqual ha attivato un percorso che ha consentito di avviare con le Ipab ed ex Ipab delle riflessioni sulle modalità operative e la conoscenza dei progetti di certificazione avviati in alcune strutture.In una fase successiva, tramite le griglie Leaqual si potrà stabilire con precisione il percorso procedurale che garantisce l’efficacia e l’efficienza nel lavoro svolto e le modalità-responsabilità di controllo dei processi.L’indagine sulla qualità della prestazione erogata è un aspetto che molte strutture, tra quelle visitate, hanno affrontato sia in maniera autonoma attraverso dei questionari interni sulla qualità percepita dagli ospiti sia anche, per alcune realtà, attraverso la partecipazione a corsi che il Servizio Formazione Professionale dell’Ente ha finanziato con fondi FSE per lavoratori occupati. Questi corsi, in alcuni casi, sono finalizzati ad avviare dei processi di certificazione di qualità presso le agenzie di accreditamento. Si tratta, quindi, di sensibilità avvertite sul tema della qualità del servizio erogato. Alcune Ipab hanno già ottenuto la certificazione di qualità secondo le norme UNI –ISO, altre sono attualmente in trattativa con aziende private al fine di avviare il processo di certificazione. Occorre evidenziare inoltre, che in molte strutture visitate diverse figure professionali sono dipendenti di Cooperative socioassistenziali che hanno già ottenuto la certificazione di qualità.Risulta necessario evidenziare che i risultati della ricerca portano indubbiamente il segno delle peculiarità delle strutture, di antica storia, non create quindi a misura della rappresentazione che il questionario ipotizzava.La prosecuzione, auspicata, di questo progetto europeo, riuscirebbe comunque a soddisfare le aspettative di diverse strutture che hanno aderito alla ricerca; alcuni direttori hanno espressamente manifestato il bisogno di poter disporre di un marchio di qualità ideato per strutture assistenziali qual è Leaqual.Il secondo obiettivo della ricognizione era specificamente rivolto a sviluppare attenzione e ad entrare nell’orizzonte delle Ipab, per coglierne gli aspetti di

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funzionamento. In primo luogo, l’evoluzione delle metodologie di lavoro, in questi anni ha stimolato una crescita formativa che ha coinvolto quasi tutti gli operatori Adest/OSS; diversi responsabili sono giovani e con un tasso di scolarità alto, per cui si vuole verificare l’impatto determinato da queste novità. L’ipotesi è che ci possa essere stata una ricaduta positiva nel rapporto con gli ospiti e con il territorio di appartenenza e che si possa rilevare una connotazione positiva di queste strutture. Questa idea trova riscontro nell’esperienza della ricerca-intervento citata; la raccolta delle storie di vita ha messo in luce un atteggiamento positivo dell’anziano nei confronti della casa di riposo, vissuta come rifugio: “luogo dove qualcuno mi assiste più che luogo in cui l’impotenza e debilitazione dell’età prefigura solo la morte, da nessun anziano evocata, anche se esplicitamente stimolato”. Nelle visite effettuate per la compilazione del questionario Scality si è avuta spesso la possibilità di visitare la struttura invitati dal Presidente o dal Direttore al fine di mostrare e condividere tutte le innovazioni apportate, in primo luogo al fine di essere in regola con le normative, ma anche di garantire un servizio migliore e più attenzione ai bisogni dell’ospite.

2.4. Aspetti peculiari della presenza nel territorio

L’integrazione con il territorio si realizza attraverso la presenza di ospiti provenienti dal territorio, negli statuti delle Ipab infatti si prevede che abbiano la precedenza persone del luogo. Questo determina oltre alla conoscenza la familiarità con i temi del territorio e della vita materiale condotta dagli anziani ed una maggiore condivisione di temi conversazionali. L’offerta di luoghi di incontro e di svago, aperti alla partecipazione dei cittadini e l’interazione con la struttura sociale, per cui i vecchi raccontano e possono fornire memoria della realtà dei luoghi e di caratteristiche produttive e territoriali attualmente perdute. Questa integrazione si esprime attraverso i rapporti con le scuole (vd. Progetti comuni nonni-bambini e nonni-adolescenti sulle colture, sulla cucina del territorio, sulla storia del paese, sulle memorie della seconda guerra mondiale etc…) in quest’ottica la presenza dell’Ipab, aperta all’esterno ed il contatto con la continuità della vita porta benessere alle persone ricoverate ed ai giovani evitando la segregazione generazionale.

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Importante anche il ruolo di associazioni o singoli volontari, a testimonianza del legame storico fra il paese e la casa di riposo. I volontari in alcune realtà risolvono molti problemi sia dei residenti sia della struttura: curano il giardino, si preoccupano di far la coda dai medici di base, fanno le piccole manutenzioni e spesso anche l’attività di animazione.Queste istituzioni hanno una storia antica, sono conosciute dagli abitanti e sono parte costitutiva della realtà dei Comuni. I cittadini conoscono il ricovero per anziani, molti se ne occupano in qualità di volontari, alcuni lo usano per ricevere assistenza. In alcuni casi le porte sono sempre aperte e si chiede solo di rispettare l’orario dei pasti, per cui si possono far le visite e godere insieme all’amico il fresco del giardino d’estate o il caldo nei locali interni d’inverno. Anche gli anziani, se autosufficienti e non impediti, sono liberi di muoversi per andare a passeggio, al bar, curare l’orto, o la casa (nel caso l’abbiano ancora) e quando possibile fanno commissioni per tutti gli ospiti della struttura.

Le strutture sono situate in edifici antichi, frutto di donazioni, un tempo erano abitazioni, ospedali, ex conventi, non sono nate come case di riposo e sono state ristrutturate, alcune sono ancora in ristrutturazione, per rispondere ai bisogni degli ospiti. I direttori, nelle interviste evidenziano spesso questo aspetto, in quanto rappresenta un impedimento ad essere in regola con i parametri per il riconoscimento della qualità. Spesso le ristrutturazioni sono vincolate ad approvazione della Sovrintendenza ai beni architettonici ed artistici. Questo dato se rappresenta un problema per la struttura, è d’altra parte una particolarità che aumenta la qualità di vita degli ospiti: spesso infatti vi sono dei vasti giardini o addirittura parchi, muri spessi che difendono dal caldo e costruzioni antiche che conservano il fascino di epoche passate. Un altro aspetto caratterizzante è dato dalle dimensioni medie delle strutture che solitamente possono ospitare un numero contenuto di residenti, conservando un rapporto personale e più intimo sia con il personale sia con gli ospiti stessi; come evidenzierà meglio nell’analisi dei dati solo una piccola percentuale delle case di riposo coinvolte nella ricerca ha una disponibilità di posti letto maggiore di 90.Come già sottolineato in precedenza le Ipab coinvolte sono aperte al territorio esterno; tra i principali servizi offerti si evidenziano la fornitura di pasti, il bagno assistito e lavaggio indumenti, i centri diurni anche per anziani con il

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morbo di Alzheimer, i servizi infermieristici ambulatoriali, la palestra per fisiokinesiterapia.. Tutti i responsabili hanno dichiarato che da parte del territorio esterno c’è poca richiesta di servizi aggiuntivi, parecchi si sono però detti disponibili a nuove tipologie di offerte, in altri casi sono state espresse delle difficoltà in questo senso; per qualcuno potrebbe inoltre fornire l’occasione un introito utileIn molte interviste si è evidenziato il bisogno di avere un ruolo più incisivo nei confronti del territorio; ipotizzando nuovi percorsi di apertura e di accoglienza, un bisogno di re-inventare il ruolo delle case di riposo, favorendo una immagine nuova e “alberghiera” di queste strutture assistenziali.Si segnala inoltre tra i servizi offerti da Ipab ed ex Ipab la possibilità di utilizzo di molte strutture come sedi di tirocini per diverse categorie di operatori sociali e sanitari: OSS, assistenti sociali, educatori e psicologi. Queste disponibilità, laddove sono presenti evidenziano un ulteriore segno di apertura all’esterno e garantiscono alle stesse apporti e scambi professionali.Le Ipab presenti nel territorio svolgono anche una funzione di motore economico: attivano contratti con liberi professionisti e con cooperative per la fornitura di personale, di base e specialistico, per la gestione di servizi di pulizia, di cucina, di cura ed assistenza: OSS, infermieri professionali, fisioterapisti, animatori, psicologi. (cfr. Appendice 2). Hanno inoltre del personale dipendente, ed in molti casi dei liberi professionisti, che si occupano dell’assistenza infermieristica, della riabilitazione e fisioterapia.. Infine un altro settore di rilievo è la manutenzione e la messa in sicurezza dei beni strumentali delle strutture, si attivano infatti contratti di manutenzione con ditte ed artigiani.Alcune realtà si stanno organizzando per realizzare appalti in comune, per le forniture di beni e servizi al fine di ottenere un controllo più puntuale sulla dinamica dei prezzi e conseguenti economie di scala.

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3. Uno sguardo ai dati

La scheda di rilevazione Scality è articolata in quattro sezioni generali, suddivise in aree più specifiche al fine di renderla uno strumento chiaro e di facile fruizione per la comparazione di differenti strutture. Le sezioni in cui è articolata sono le seguenti:

i dati generali, la sezione comprende una breve presentazione della struttura (nome, indirizzo, destinatari del servizio, etc.) e due ulteriori aree relative all’organizzazione e alla struttura del presidio;

i servizi, l’accoglienza, l’igiene domestica, l’alimentazione, la socializzazione, i familiari, la preservazione dell’autonomia del paziente, la gestione delle cure mediche, etc.;

l’ambiente, che si propone di rilevare le dotazioni tecnologiche per la sicurezza;

il personale, si propone di rilevare le figure professionali presenti nella struttura e le attività di supervisione e di formazione.

Il questionario, oltre a descrivere le caratteristiche delle diverse strutture nei termini sopra riportati, si è posto l’obiettivo di rilevare, per ogni aspetto strutturale o funzionale, l’esistenza di specifici obblighi di legge, che le Ipab sarebbero tenute a rispettare. Quello che è utile sottolineare è che le risposte relative a questo aspetto sono apparse poco omogenee tra loro, il che, a nostro avviso, può evidenziare un’area di incertezza circa i livelli di conoscenza della pur complessa normativa, oltre che, probabilmente, la scarsa chiarezza della medesima. La difficoltà a individuare in modo nitido e univoco gli obblighi di legge, forse, potrebbe esplicitare un bisogno formativo dei dirigenti delle case di riposo, relativamente ai dettagli applicativi delle normative in essere a livello regionale e nazionale.

3.1 Le caratteristiche delle strutture e la loro distribuzione territoriale

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Come già specificato, la ricerca ha coinvolto 49 case di riposo presenti nel territorio provinciale, di queste 35 hanno una gestione pubblica, mentre 14 sono a gestione privata. Nessuna di queste ha finalità di lucro.

Tabella 3.1Frequenza Percentuale

Gestione Privata 14 28,6Gestione Pubblica 35 71,4Le strutture prese in esame ospitano, nel complesso, oltre 2500 anziani, e sono per la maggior parte di piccole-medie dimensioni, caratteristica che, come già evidenziato in precedenza può favorire una maggior personalizzazione del trattamento e delle relazioni tra ospiti e personale.

Tabella 3.2Numero di ospiti FrequenzaMinore di 30 11Tra 30 e 49 13Tra 50 e 69 12Tra 70 e 89 8Maggiore di 90 4

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Come si evince dalla tabella 3.2, 12 case di riposo ospitano più di 70 persone e solo 4 più di 90, mentre 23 strutture sono al di sotto delle 50 unità.

Mappa 3.3

La distribuzione territoriale nella provincia di Torino, evidenziata nella mappa 3.3, dove sono indicati i comuni di insediamento (in giallo) e il numero di ospiti (altezza colonna arancione), mostra una certa disomogeneità di presenza sul territorio provinciale.

3.2 I destinatari del servizio

Più della metà delle case di riposo oggetto della ricerca ospitano pazienti autosufficienti, parzialmente autosufficienti e non autosufficienti.

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..BARDONECCHIA

CESANA TORINESE

OULX

SAUZE D'OULX

SESTRIEREPRAGELATO

CHIOMONTE

GIAGLIONE

MONCENISIO

SAUZE DI CESANA

VENAUS

SALZA DI PINEROLO

FENESTRELLE

MATTIE

SUSA

USSEAUX

ANGROGNA

PERRERO

NOASCA

ALA DI STURABALME

GROSCAVALLO

BRUZOLO

BORGONE SUSA

LEMIEUSSEGLIO

VAIE

COAZZEGIAVENO

PEROSA ARGENTINA

VALGIOIE

CANTALUPA

PORTE

SAN PIETRO VAL LEMINA

PESSINETTO

CANTOIRA

CERES

TRAVES

VIU'

RUBIANA

ALMESE

REANOTRANA

PIOSSASCO

LOCANARIBORDONE

RONCO CANAVESE

SPARONE

VALPRATO SOANA

ALPIGNANO

GIVOLETTOLA CASSA

RIVOLI

SAN GILLIO

CAFASSE

CORIO

FIANO

MATHI

VOLVERA

AIRASCA

BRUINO

VINOVO

COLLERETTO CASTELNUOVO

CANISCHIO

CASTELNUOVO NIGRA

CHIESANUOVA

PRATIGLIONE

BARBANIABUSANO

FRONT

CASELLE TORINESE

CIRIE'

BOBBIO PELLICE

PRALI

CRISSOLO

TORRE PELLICE

BIBIANARORA'

BAGNOLO PIEMONTE

GARZIGLIANA

BURIASCO

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BARGE

ENVIEPAESANA

SALUZZO

CARDE'

PANCALIERI

SCALENGHE

VIRLE PIEMONTE

CASALGRASSOFAULE

MORETTA

CAVALLERLEONERUFFIA

NETROGRAGLIA

POLLONEANDORNO MICCA

SAGLIANO MICCA

BIOGLIOVALLE SAN NICOLAO

PIATTOVIGLIANO BIELLESE

CROSA

INGRIA

OGLIANICO

BROSSO

QUINCINETTO

TRAVERSELLA

AGLIE'SALASSA

FOGLIZZOFELETTO

LOMBARDORERIVAROSSA

CASTIGLIONE TORINESE

LEINI

SETTIMO TORINESE

SAN MARTINO CANAVESE

BUROLO

CAREMA

CHIAVERANOLESSOLO

QUASSOLO

IVREA

BARONE CANAVESE

CHIVASSO

SAN SEBASTIANO DA PO

CINZANO

MAGLIONE

ALBIANO D'IVREA

MONGRANDO

CIGLIANO

RONDISSONE

BROZOLO

CRESCENTINO

LAMPORO

PALAZZOLO VERCELLESE

BALDISSERO D'ALBA

BRATREISO

BARBARESCO

CANALE

CASTAGNITO

CAMO

GOVONE

TROFARELLO

CARIGNANO

BEINASCO

NICHELINO

TORINO

SANTENA

CARMAGNOLA

PECETTO TORINESE

PINO TORINESE

VILLASTELLONE

RACCONIGI

MONTALDO TORINESE

POCAPAGLIA

CERESOLE ALBA

SOMMARIVA PERNO

ISOLABELLA

PRALORMO

MONTA'

CELLARENGO

SAN PAOLO SOLBRITO

BUTTIGLIERA D'ASTI

CERRETO D'ASTI

COCCONATO

TIGLIOLE

MONALE

CORTAZZONE

ANTIGNANO

BALDICHIERI D'ASTI

CELLE ENOMONDO

CORSIONE

MONTIGLIO

MONCESTINOVILLAMIROGLIO

TONCO

CALOSSO

MONTEGROSSO D'ASTI

ZIMONE

BORRIANA

CANDELO

CERRIONE

ALICE CASTELLO

BIANZE'

LIVORNO FERRARIS

CAVAGLIA'

DORZANO

BENNA

SALUSSOLA

CROVA

TRINO

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Tabella 3.4N. casi Autosufficienti Parzialmente

autosufficientiNon

autosufficienti29 strutture X X X8 strutture X X -5 strutture X - X4 strutture X - -2 strutture - - X1 strutture - X -

Nella maggior parte dei casi in cui vengono ospitate diverse tipologie di utenti questi risiedono in parti diverse e separate delle strutture al fine di garantire una maggior efficienza nel trattamento.L’età all’ingresso nella struttura varia molto nel campione preso in esame: gli ospiti anagraficamente più giovani si trovano in quelle strutture che offrono servizi diversificati e prevalentemente diurni. Le case di riposo riescono quindi ad essere utile punto di riferimento e di aggregazione anche per persone mediamente giovani ma con problemi di salute o personali.

Tabella 3.5Età degli ospiti FrequenzaDa 37 a 59 anni 15Da 60 a 69 anni 23Da 79 a 80 anni 8

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3.3. I servizi disponibili

I servizi presenti all’interno delle strutture sono stati suddivisi in due ambiti: quelli relativi alla sistemazione, in ampia parte di carattere strutturale, e quelli inerenti l’assistenza.La situazione che emerge è illustrata nella tabella 3.6.

Tabella 3.6Sistemazione No Si Assistenza No SICentro diurno 40 9 Assistenza mobile 19 30Pernottamento e prima colazione

44 5 Comfort 3 46

Pernottamento e 3 pasti 5 44 Igiene - 49Soltanto pasti 17 32 Prestazioni sanitarie - 49Biancheria 7 42 Assistenza medica - 49Attività religiose 1 48 Riabilitazione 13 36Animazione 7 42 Assistenza alla persona - 49Altri servizi 35 14 Altri servizi 42 7

Come si evince dalla tabella 3.6 e come era facilmente ipotizzabile, tutte le 49 strutture forniscono il servizio di pernottamento ed i pasti per i loro ospiti: 5 di queste però offrono la possibilità a richiesta, di consumare i pasti all’esterno. Interessante notare che 32 case di riposo offrono la possibilità di accedere ai soli pasti e 9 hanno a disposizione un centro diurno ed è quindi presumibile che queste strutture favoriscano l’accesso di persone autosufficienti che frequentano la casa di riposo per venire a trovare gli ospiti o per accedere ad alcune attività di loro interesse. Questi aspetti facilitano indubbiamente il collegamento con il territorio, ma anche un confronto e un clima interno migliore e più vivace. Probabilmente la polivalenza delle strutture, capaci di offrire servizi diversi a gruppi diversi di destinatari, potrebbe ancora essere potenziata, individuando strategie chiare, attive e costruttive di gestione della complessità che ne deriva.Per quanto riguarda i servizi di assistenza, le prestazioni sanitarie, di assistenza medica, igiene e assistenza alla persona vengono effettuate all’interno di tutte le strutture, mentre i servizi maggiormente specialistici quali la riabilitazione sono presenti in 36 strutture.

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Grafico 3.7 : caratteristiche nella gestione della biancheria

Come si evince dal grafico (3.7) non si rilevano differenze significative nella gestione di questo servizio all’interno delle strutture oggetto della ricerca. L’elemento apparentemente meno omogeneo, su cui sarebbe utile un approfondimento con i responsabili, risulta l’utilizzo di protocolli: nel 17% delle strutture interessate infatti non è previsto l’utilizzo di un protocollo per lavarsi le mani e nell’8% dei casi per la preservazione da malattie contagiose.

Grafico 3.8: alimentazione e gestione pasti

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Interessante notare che nel 67% delle strutture i visitatori possono consumare i pasti con i residenti e nel 49% i residenti stessi possono apparecchiare e sparecchiare: questi aspetti possono svelare una impostazione della relazione con i residenti maggiormente orientata al coinvolgimento attivo nella gestione del quotidiano, rispetto a contesti dove si privilegia un maggiore ‘confinamento’ della persona residente nel ruolo di ‘degente’ o ‘ospite’ e forse una maggior rigidità nell’applicazione dei protocolli igienico-sanitari. La presenza di orientamenti culturali e organizzativi diversi dovrebbe forse essere oggetto di approfondimento, per comprendere meglio i pro e i contro delle diverse impostazioni e favorire l’evoluzione delle strutture verso le modalità di gestione ritenute più efficaci.

Grafico 3.9: pulizia e igiene

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Relativamente agli elementi maggiormente correlati ad aspetti igienico-sanitari, quasi tutte le strutture sono allineate, e quindi non presentano differenze sostanziali degne di nota. Notevolmente più eterogenee risultano le caratteristiche delle Ipab a livello strutturale.Gli elementi strutturali basilari (l’elettricità, il telefono, l’accessibilità ai diversi locali) sono, come prevedibile, presenti in tutte le strutture. Non è così, invece, per altri tipi di caratteristiche, dove la differenziazione è abbastanza marcata. Dietro queste differenze possono esservi tre ordini di fattori, che sono piuttosto rilevanti per comprendere le strategie di gestione e i problemi delle strutture.In primo luogo, la mancanza di alcune dotazioni, indubbiamente utili, come il sistema di condizionamento (presente nel 50% dei casi), può indicare delle difficoltà di tipo economico, che ostacolano investimenti utili a completare la dotazione delle case.In secondo luogo, però, le differenze di dotazione possono anche indicare differenti orientamenti rispetto alle priorità di investimento, che possono riguardare sia aspetti strutturali – sono più importanti le telecamere per la sicurezza (nel 23% dei casi sorvegliano l’ingresso principale) o l’aria condizionata? - sia altri aspetti della gestione. Può darsi, infatti, che alcune case privilegino investimenti nell’area sociale (ad esempio animazione) o nell’area sanitaria-riabilitativa (ad es. riabilitazione), piuttosto che nell’area delle dotazioni. Sarebbe anche rilevante considerare se queste scelte si investimento sono coerenti con alcune caratteristiche del contesto e dei residenti: se, ad esempio, dove i residenti sono più attivi e giovani si fa più

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conto sulla loro cooperazione – come nei borghi di campagna - per rispondere alle esigenze di sorveglianza e sicurezza.

Grafico 3.10: la struttura

Infine, alcune differenze possono essere riferite al contesto, e alla capacità di collegare la Casa al sistema sociale locale. E’ questo il caso dei trasporti pubblici, che in una casa di riposo su cinque non sono disponibili. Anche in questo caso, tuttavia, la rilevanza dei trasporti non può che essere vista considerando in primis la posizione in centro paese di molte strutture, le esigenze dei residenti, ed il livello di apertura della casa verso il contesto, riguardo alle relazioni sociali dei residenti e riguardo all’insieme degli scambi con il territorio.Per quello che riguarda i controlli per la sicurezza e la manutenzione della struttura vengono effettuati a norma di legge per tutte le attrezzature che lo richiedono (riscaldamento, ascensori, gas, etc.).Osservando la presenza di attività di animazione strutturata (grafico 3.11), e di più specifiche attività di riabilitazione fisica e sociale (grafico 3.12), si può supporre che esistano approcci diversi nell’ambito delle case di riposo

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riguardo alle attività rivolte ai residenti Infatti, mentre la presenza dell’intrattenimento televisivo e del servizio religioso è generalizzato a tutte le situazioni, vi sono case (17%) dove non è prevista attività di animazione ed altre dove non viene praticata la riabilitazione (31%) o la terapia occupazionale (46%). E’ anche vero, tuttavia, che queste differenze andrebbero contestualizzate, considerando le specifiche caratteristiche dei residenti e dell’ambiente delle case dove questi supporti non vengono previsti, che potrebbe già offrire stimoli e relazioni. Inoltre, occorrerebbe considerare le attività informali svolte dal resto del personale e il tipo di clima relazionale creato, che potrebbe comunque coinvolgere i residenti e portarli ad esprimere al massimo la propria autonomia.

Grafico 3.11: animazione e attività (correzione spazi e pre al posto di per)

Grafico 3.12: terapia fisica e occupazionale

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Grafico 3.13: relazione con residenti (correggere idde)

Per quello che riguarda le caratteristiche della relazione con i residenti, le case di riposo evidenziano in media un buon livello di personalizzazione e di interazione con gli anziani: nel 98% delle strutture infatti l’anziano viene orientato al suo ingresso, nel 90% le cure e l’assistenza vengono discusse direttamente con l’utente. E’ interessante sottolineare, però, che anche in

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questo caso emerge una differente impostazione tra le case, questa volta per quel che riguarda il rapporto con i familiari: infatti solo nel 47% delle case di riposo i familiari vengono coinvolti nella stesura del programma assistenziale, il che denota un livello di interazione differente nei confronti del contesto di appartenenza del residente. Anche rispetto alla personalizzazione degli interventi la differenza tra le case non è trascurabile, in quanto il 20% afferma di non avere un procedura di ricezione personalizzata.E’ evidente che gli elementi sintetici raccolti con il questionario non possono rendere conto della complessità delle situazioni, però è probabile che il confronto tra i responsabili sulle rappresentazioni del servizio, più o meno esplicite, che guidano il maggiore o minore coinvolgimento dei familiari, o le azioni di personalizzazione, potrebbe risultare utile, per mettere in evidenza i vantaggi e gli svantaggi che vengono associati alle diverse impostazioni.Questi elementi di diversità nelle metodologie di gestione emergono in qualche modo anche dalle risposte assegnate alle variabili relative al grado di autonomia del residente all’interno della struttura (grafico n. 3.14).Grafico 3.14: l’autonomia del residente

Grafico 3.15: assistenza medica

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0 25 50 75 100

% casi

Farmaci in appositi armadiettiFarmaci chiusi a chiave

Procedura scritta farmaciAssistenza fisica

Protocolli piaghe da decubitoEsami di routine e assistenza nelle camere

Relazioni formali residenze/ospedaliCartella clinica

Cartella clinica computerizzataInformazioni psico-sociali in cartella

Aggiornamento dati cartelleAccesso dati cartelle controllato

Preparazione farmaci affidata a personale qualificatoSomministrazione farmaci su base individuale

Il personale si assicura dell'assunzione dei farmaciTrattamenti farmacologici regolarmente prescritti dal medico

Controlli specifici su dietaPresa di responsabilità del residente riguardo al trattamento farmacologico

100100

969092

6974

9817

679898100100100100

9647

Per quello che riguarda l’assistenza medica e la relativa gestione della cartella clinica e dei farmaci il dato che emerge in maniera più significativa è l’ancora scarsa informatizzazione nella gestione delle informazioni. Solo nel 17% delle strutture la cartella clinica è computerizzata, questo è probabilmente in linea con le dimensioni ridotte delle case di riposo oggetto della ricerca, ma potrebbe anche identificare un ambito di azione e formazione da sviluppare per migliorare il passaggio di informazioni e la gestione del residente.Più difficile è la valutazione di altri aspetti su cui emergono differenze, che potrebbero avere un rilievo solo formale, come la strutturazione delle relazioni con l’ospedale (assente nel 26% dei casi), o la presa di responsabilità del paziente sul trattamento farmacologico (assente nel 53% dei casi), o ancora la presenza delle informazioni psico-sociali in cartella (assenti nel 33% dei casi). E’ chiaro che questi elementi sono segnali di differenze significative, solo se sono la ‘punta dell’iceberg’ di modi diversi di strutturare le relazioni con la persona residente o di differenti ‘visioni’ della gestione delle problematiche sanitarie.

3.4. L’organizzazione del servizio e la formazione del personale

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Il 98% delle strutture intervistate dichiara di avere una propria missione formalizzata con relativi obiettivi e l’organizzazione del lavoro sembra in media abbastanza proceduralizzata: sono infatti presenti riunioni di staff, quadro organizzativo e piano operativo dettagliato.Leggermente meno presenti le attività utili a orientare l’azione dell’organizzazione, come la definizione degli obiettivi e la valutazione dei risultati, non citate dal 15% delle case di riposo.Presenti nella metà delle organizzazioni mediatori di conflitti, sulla cui attività sarebbe interessante far circolare informazioni.

Grafico 3.16: organizzazione del servizio

Le figure professionali coinvolte nel servizio sono prevalentemente di natura socio-sanitaria; per gli aspetti prevalentemente sanitari molte case di riposo fanno riferimento all’ASL di zona, mentre per la parte relativa alle attività di animazione e trattamento genericamente inteso è alto il coinvolgimento delle cooperative. L’87% delle strutture indagate dichiara di avvalersi del sostegno di studenti e volontari presso la struttura.Per il personale interno è previsto un programma di formazione nel 71% delle strutture intervistate, in pochi casi, il 13%, finanziato con fondi esterni.Interessante notare che solo il 62% delle strutture coinvolte utilizza protocolli di valutazione.

Grafico 3.17: valutazione e formazione

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3.5. Tra dimensioni strutturali e scelte organizzative.

Come abbiamo visto, la grande varietà di indicatori relativi alle caratteristiche strutturali e organizzative delle case di cura mostra, al di là di un ampio set di servizi assicurati a tutti, situazioni piuttosto diverse: cambia la dimensione delle case, la dotazione, le scelte in fatto di impostazione del rapporto con i residenti, con i familiari, le priorità relative ai servizi offerti.In una situazione ricca e articolata di offerta, come quella che si presenta in Provincia di Torino, può essere interessante esplorare ancora queste diversità, per vedere se, considerando insieme più indicatori, possiamo evidenziare qualche caratteristica di rilievo dei diversi assetti della gestione. Attraverso questa via possiamo offrire, ai responsabili della gestione delle case di riposo, ulteriori elementi di riflessione sui margini di manovra che hanno a disposizione per orientare i servizi offerti dalle strutture che dirigono.Per far questo abbiamo isolato, nell’ambito degli indicatori disponibili, quelli che potevano più facilmente riflettere diversità nel servizio. Questi indicatori sono stati poi trattati con tecniche statistiche (analisi fattoriale) che hanno lo scopo di far emergere aspetti della gestione del servizio che ‘stanno dietro’, che possono sintetizzare, le informazioni fornite da indicatori diversi. Per fare un esempio, se una struttura dà priorità al rapporto con le famiglie, è

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probabile che tutti gli indicatori relativi al rapporto con le famiglie – informazioni, contatti, condivisione dei programmi, ecc. – abbiano un punteggio alto. Se un’altra struttura dà priorità al comfort alberghiero, è probabile che abbia investito su tutti gli aspetti che lo migliorano, trascurando magari altre caratteristiche del servizio.Abbiamo applicato quest’analisi a due aree dell’attività delle case: gli indicatori che descrivono il comportamento verso i residenti e quelli che descrivono i principali strumenti organizzativi utilizzati.Quali aspetti emergono dall’analisi?

Tabella 3.18: indicatori sul tipo di relazione con i residenti2

Pers

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zion

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Info

rmaz

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e

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Diverse aree di struttura sono facilmente identificabili -0,10 0,53E' sempre possibile telefonare 0,01 0,07Procedura facile e veloce per reclami 0,05 0,11Procedura di ricezione personalizzata 0,43 -0,51Possibilità visita dei familiari in qualsiasi momento -0,13 -0,05Cura e assistenza discusse con l'utente -0,07 0,70Residenti informati sui loro diritti rispetto a cartella personale 0,29 0,78Documentazione tecniche assistenziali utilizzate 0,57 0,20Possibilità per i familiari di dare idee per migliorare documentazione 0,14 0,08Programma assistenziale multi-disciplinare 0,80 -0,03Familiari coinvolti in stesura programma assistenziale 0,64 0,25Rispetto qualità della vita in fasi finali dell'esistenza 0,72 -0,24Incoraggiamento ad esprimere desideri 0,20 0,02Possibilità di decesso in casa 0,22 0,16

Riguardo alla prima area (tabella 3.18), dove sono stati esaminati indicatori di relazione con l’utente, sembra possibile sintetizzare gli orientamenti delle case attraverso due atteggiamenti di fondo, il primo più orientato a personalizzare i trattamenti – andando incontro alla volontà del residente e della famiglia, con strumenti multidisciplinari, personalizzando alcuni aspetti

2 Gli indicatori sintetici – atteggiamenti di fondo – in alto a sinistra, derivano dagli items elencati a destra. Quando l’incrocio è evidenziato in giallo, significa che l’atteggiamento poggia sull’indicatore. Ad esempio, una Casa di riposo che attua una ‘personalizzazione pianificata’ più della media, ha un alto punteggio sulla procedura di ricezione personalizzata (0,43, evidenziata in giallo)

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-, il secondo orientato, invece, a informare l’utente e a renderlo consapevole dei trattamenti (indipendentemente dal livello di personalizzazione).Se queste due dimensioni vengono incrociate, come mostra il grafico 3.19, si può osservare che alcune Case sembrano praticare sforzi di personalizzazione dei trattamenti e, contemporaneamente, sforzi di informazione (quelle collocate in alto a destra), mentre altre case, dagli indicatori disponibili, sembrano aver investito meno in entrambe le direzioni (quelle collocate in basso a sinistra). Le case collocate in alto a sinistra privilegiano la personalizzazione rispetto all’informazione, mentre quelle in basso a destra fanno l’opposto, informano di più ma adattano meno i trattamenti alle singole condizioni o volontà.

Grafico 3.19: incrocio tra gli indicatori sul tipo di relazione con i residenti

-3,0 -2,0 -1,0 0,0 1,0

Informazione e coinvolgimento dell'utente

-3

-2

-1

0

1

Pers

onal

izza

zion

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Nella tabella 3.21 vengono riportati i valori degli indicatori sintetici per le singole Case di Riposo, in modo che sia possibile, per ciascuna struttura, verificare la propria posizione, così come è emersa dagli indicatori del questionario.Che cosa concorre a determinare queste diversità? Certamente possono avere rilievo gli orientamenti culturali e organizzativi dei responsabili e dei gruppi i lavoro, che nella loro storia hanno tarato le proprie pratiche di gestione del

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servizio sulla base dell’esperienza. Per questo potrebbe essere di interesse il confronto tra esperienze diverse, per far tesoro delle valutazioni e degli apprendimenti che ciascun gruppo ha maturato nel suo itinerario di gestione del servizio.

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Tabella 3.20: posizione delle Case di riposo sugli indicatori sintetici Nome struttura Pe

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Info

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1 CASA DI RIPOSO DON M. MANFREDI non disp. non disp. non disp. non disp. non disp.2 UMBERTO I Bassa Alta non disp. non disp. non disp.3 FONDAZIONE AVVOCATO GAGLIARDI Bassa Bassa Bassa Bassa Bassa4 CASA DI RIPOSO S. MARIA AL GETZEMANI non disp. non disp. non disp. non disp. non disp.5 RESIDENZA DELL'ANZIANO LA CONSOLATA Bassa Alta Bassa Alta Alta6 OSPEDALE GIACHINO Bassa Bassa Bassa Bassa Bassa7 ISTITUTO DI RIPOSO DENINA Bassa Alta non disp. non disp. non disp.8 OPERA PIA FACCIO FRICHIERI Bassa Alta Alta Bassa Alta9 CASA DI RIPOSO BIANCA DELLA VALLE Bassa Alta Alta Alta Bassa

10 CASA DI RIPOSO BRICHERASIO Bassa Bassa Alta Alta Bassa11 ISTITUTO SAN ANTONIO DA PADOVA Bassa Bassa Alta Bassa Bassa12 ING. DESTEFANIS Alta Bassa Bassa Alta Bassa13 OPERA PIA CEPPI DI BAIROLS Alta Alta Bassa Alta Alta14 CASA DI RIPOSO OSPEDALE RICOVERO DI CARITA' non disp. non disp. Alta Alta Bassa15 ASSOCIAZIONE ISTITUTO SAN VINCENZO DE PAOLI Alta Alta Alta Alta Bassa16 CASA DI RIPOSO "AVV. G. FORCHINO" Bassa Alta Bassa Alta Alta17 OSPEDALE CRONICI FONDAZIONE QUARANTA Bassa Bassa Bassa Bassa Bassa18 G. BAULINO Alta Alta Alta Alta Alta19 CASA DI RIPOSO PONSATI Alta Alta Alta Alta Bassa20 CENTRO SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI E SANITARI Alta Alta Bassa Bassa Bassa21 CASA DI RIPOSO SAN GIACOMO Alta Alta Alta Alta Alta22 FONDAZIONE RIPPA PERACCA ONLUS Bassa Bassa Alta Alta Alta23 CASA DI RIPOSO SAN LUIGI non disp. non disp. Alta Bassa Alta24 ISTITUTO GERIATRICO POIRINESE Bassa Bassa non disp. non disp. non disp.25 ISTITUTO DOMENICA ROMANA Alta Alta Alta Alta Bassa26 FONDAZ.OPERA PIA GLAUDO PIETRO E MADDALENA Bassa Alta Alta Alta Alta27 ENTE MORALE PIOVANO RUSCA Alta Bassa Bassa Bassa Bassa28 SAN GIORGIO Alta Alta Alta Alta Bassa29 RESIDENZA ASSISTENZIALE ALBERGO SANTA CROCE Alta Bassa Bassa Alta Alta30 ISTITUTO DI RIPOSO REBUFFO Alta Bassa non disp. non disp. non disp.31 OPERA PIA EUGENIO CLARA Alta Alta Alta Alta Alta32 CASA DI RIPOSO SAN BENIGNO CANAVESE Alta Bassa Bassa Bassa Bassa33 CASA DI RIPOSO Alta Alta Alta Alta Bassa34 MASERA PAJSIO Alta Bassa Alta Alta Alta35 OSPEDALE DI CAVOUR Alta Alta Alta Alta Bassa36 CASA DI RIPOSO GIOVANNI XXIII Alta Alta Alta Alta Alta37 FONDAZ.CASA DELL'ANZIANO MADONNA MISERICORDIA Alta Alta Alta Alta Alta38 ASSOCIAZIONE CASA DI RIPOSO JACOPO BERNARDI non disp. non disp. non disp. non disp. non disp.39 OSPEDALE DI LOCANA Alta Alta non disp. non disp. non disp.40 OSPIZIO FURNO Alta Bassa Alta Alta Bassa41 CASA DI RIPOSO ORFANELLE Alta Alta non disp. non disp. non disp.42 CASA DI RIPOSO VINCENZO MOSSO Alta Alta Bassa Bassa Bassa43 CASA DI RIPOSO DELLA CONSOLATA Alta Bassa non disp. non disp. non disp.44 PICCOLA CASA SACRA FAMIGLIA Alta Alta Bassa Alta Alta45 UMBERTO I Alta Alta non disp. non disp. non disp.46 OSPEDALE POVERI INFERMI Alta Alta Alta Bassa Alta47 PENSIONATO REGINA ELENA Alta Alta non disp. non disp. non disp.48 CASA DI RIPOSO TAPPERO non disp. non disp. Bassa Alta Alta49 CASA DI RIPOSO "OSPEDALE G. ARNAUD" Alta Alta Alta Alta Bassa

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Un aspetto rilevante, che deve essere considerato, riguarda l’effetto delle dimensioni strutturali, che possono essere sensibilmente diverse da Casa a Casa. In questo lavoro abbiamo esplorato l’effetto di tre aspetti, che tuttavia non esauriscono il campo: la dimensione della Casa in termini di numero di residenti, la tipologia di gestione, se pubblica o privata, e la presenza o meno di persone con basso grado di autonomia.Mentre il numero di residenti ha scarso effetto sugli orientamenti che abbiamo preso in considerazione, la tipologia di gestione e le caratteristiche dei residenti sono importanti: infatti le Case a gestione pubblica in media hanno un orientamento più marcato alla personalizzazione (grafico 3.21) e all’informazione dell’utente (grafico 3.22), mentre, rispetto alla tipologia dei residenti, l’effetto è più articolato.

Grafico 3.21: Personalizzazione per tipologia di gestione

Bassa AltaPersonalizzazione pianificata

0% 25% 50% 75% 100%

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Grafico 3.22: Informazione per tipologia di gestione

Bassa AltaInformazione e coinvolgimento dell'utente

0% 25% 50% 75% 100%

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tione

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Le Case nelle quali vi sono persone con elevata dipendenza personalizzano di più i servizi (3.22), però informano meno l’utente (grafico 3.23): quest’adattamento potrebbe in effetti essere congruente con le caratteristiche e i bisogni dei residenti, che hanno maggiori necessità di personalizzazione (ad esempio verso la famiglia), ma che spesso hanno minori possibilità di fruire effettivamente dell’informazione e del coinvolgimento.

Grafico 3.22: Personalizzazione per tipologia di residenti

Bassa AltaPersonalizzazione pianificata

0% 25% 50% 75% 100%

No

Si

Pres

enza

di p

erso

ne d

ipen

dent

i

Grafico 3.23: Informazione per tipologia di residenti

Bassa AltaInformazione e coinvolgimento dell'utente

0% 25% 50% 75% 100%

No

Si

Pres

enza

di p

erso

ne d

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dent

i

L’ultimo aspetto che possiamo esplorare riguarda l’utilizzo di diverse classi di strumenti organizzativi. L’analisi statistica (fattoriale) consente di far

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emergere tre tipi di orientamenti, che possono anche coesistere in alcune Case di riposo, che possiamo così sintetizzare (tabella 3.24):

l’uso di strumenti di valutazione della soddisfazione, che vuol dire rilevare la soddisfazione sia degli utenti che del personale, nel quadro dell’applicazione di specifici protocolli;

la personalizzazione e valutazione dell’assistenza, con costruzione di percorsi personalizzati e applicazione di strumenti specifici di valutazione dei medesimi;

l’utilizzo di consulenti di supporto e l’investimento in formazione del personale, che si accompagna anche alla ricerca e all’utilizzo di fondi esterni per la realizzazione di progetti.

Anche in questo caso abbiamo riportato la posizione delle diverse case nella tabella 3.20, e abbiamo esplorato l’importanza delle dimensioni strutturali già utilizzate. La numerosità dei residenti non ha effetto sulla presenza o meno di questi orientamenti, mentre possiamo dire che l’utilizzo di consulenza e formazione è maggiore nelle case di cura a gestione privata e nelle situazioni dove sono meno presenti persone con alto grado di dipendenza

Tabella 3.24: incrocio tra gli indicatori sul tipo di relazione con i residenti

Uso

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di

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Util

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a e

form

azio

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Percorsi personalizzati assistenza -0,07 0,78 -0,10Valutazione assistenza 0,31 0,77 0,15Soddisfazione utente 0,70 -0,39 0,18Soddisfazione personale 0,76 0,19 -0,29Applicazione protocolli valutazione 0,67 0,38 0,16Protocolli finanziati da fondi esterni 0,13 0,08 0,60Consulenti esterni per migliorare il servizio -0,04 0,11 0,81Programma di formazione -0,07 -0,20 0,56

Metodo estrazione: analisi componenti principali, rotazione Varimax Tabella 3.25: incrocio tra livelli di informazione e di formazione

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-2 -1 0 1 2

Utilizzo di consulenza e formazione

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1

Info

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22

25

33

39

3

7

10

24

3448

14

17 3042

20

3549

637

Per concludere, possiamo ancora osservare che sembra esistere una relazione positiva tra gli investimenti in formazione e consulenza svolti dalle Case di riposo, e la loro capacità di orientare il servizio verso la personalizzazione degli interventi, e soprattutto verso la cura dell’informazione e del coinvolgimento degli utenti. Come mostra il grafico 3.25, le case, mano a mano che accrescono gli investimenti formativi (si spostano verso destra), accrescono anche i livelli di informazione che dicono di assicurare agli utenti (si spostano verso l’alto)3.

3 Significatività della correlazione tra fattori 0,01

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4. Interviste alle case di riposo: commenti e osservazioni

Casa di Riposo di S. Giorgio C.se 7/3/06Coordinatrice Laura Biagiotti della Cooperativa Mary PoppinsAnticamente era una Casa Famiglia ma deriva da un vecchio ospedale del paese per cui ci sono ancora due suore in qualità di infermiere che garantiscono la presenza per i turni di notte e di giorno. Per la Coord. La presenza delle suore ha vantaggi indubbi sul piano della tranquillità per quel che riguarda la gestione dell’assistenza infermieristica e per la presenza continua, ma rappresenta un deterrente per l’acquisizione di autonomia e capacità decisionale da parte delle OSS.Attualmente la struttura è in fase di ristrutturazione che porterà la capienza a 20 posti lettoIl personale appartiene alla Cooperativa Mary Poppins.Commenti: la struttura del questionario le sembra logica e pertinente all’organizzazione di un percorso di qualità, rileva che la parte relativa al personale non esaurisce le casistiche.Alla domanda relativa alla partecipazione al piano di zona, risponde che pensa di partecipare in seguito.

Ospedale Poveri Infermi di Strambino 17/3/06Coordinatrice Annunziata Perrone La struttura ha 66 posti letto suddivisi in 3 nuclei vi opera la cooperativa Kursana Piemonte che fornisce OSS, fisioterapista e animatore.Commenti: pensa che il questionario sia ben strutturato e ritiene interessante la possibilità di acquisire un marchio di qualità Leaqual. Aggiunge che le sono stati offerti dei programmi per la gestione della qualità di difficile applicazione in quanto avrebbero sottratto all’assistenza tempo degli operatori i cui minutaggi sono rigidamente stabiliti per ciascun ospite. Commenta inoltre sulla condivisione della mission da parte degli addetti citando casi di operatori che non condividono gli obiettivi della struttura.

Casa di Riposo di Orio C.se 18/10/06Responsabile Gabriele Guelfo che è al contempo responsabile della Coop

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Capas la quale fornisce il personale di pulizia e di assistenza anche ad altre strutture della zona. Anche questa struttura si trova nel centro paese, di fronte al municipio ed alle scuole, e fornisce i pasti al territorio fino ad un numero di 110. Fruiscono del servizio le scuole materne ed elementari, una comunità alloggio ed una Casa di Riposo di Caravino. Per quel che riguarda fornire pasti ad anziani o lavare la biancheria a persone non in grado di farlo sono disponibili ma per ora non c’è richiesta.Commenti: il questionario sembra utile per ragionare sulla qualità di cui si sono già posti il problema. Il responsabile si occupa delle attività varie della cooperativa e si dichiara legato alla Casa di Riposo ed ai vecchi che vi sono ospitati in quanto quasi tutti del paese. Racconta che sua madre gestiva il negozio di generi alimentari per cui conosce fin da piccolo molti ospiti. Mi accompagna a visitare la struttura, mi fa notare la familiarità dei panni stesi sul balcone della stanza di un ospite e racconta che attualmente offrono ricovero di sollievo ad una signora di 47 anni che ha ricevuto lo sfratto, è stata investita da un’auto e non ha parenti che possano occuparsi di lei.

Presidio Residenziale per anziani G. Baulino di Caselle T.se 10/3/06Responsabile Maria DalbesioLa compilazione del questionario ha rappresentato l’occasione per parlare della realtà della Casa di Riposo ed anche di inserire nel questionario precisazioni sulle modalità di lavoro utili ad approfondire aspetti non evidenziati dalle domande.Commenti:. Osserva che da un questionario si riceve un’idea standardizzata/standardizzante di un presidio. Rispetto all’adeguatezza del contenuto del questionario, evidenzia che “lascia un po’ a desiderare per la scarsa attenzione alla relazione operatore/ospite del servizio. Ha comunque trovato interessante riflettere sulla sequenza di domande, le sembra che siano strutturate proprio in maniera utile ad attivare riflessioni. Si dichiara interessata al marchio Leaqual

Casa di Riposo Ing. De Stefani di Front C.se 20/3/06Responsabile Nadia Sivera Il personale e fornito dalla coop ASA Service

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Commenti: trova il questionario interessante, è responsabile anche della qualità e ritiene le domande adeguate all’individuazione di processi di qualità. Osserva che manca la parte sulla contenzione dell’ospite ed anche la previsione del coinvolgimento dell’ospite nell’individuazione di processi di qualità.

Casa di Riposo Piovano Rusca di Nole 20/3/06Responsabile Amministrativo e contabile Serafina Pizzocaro, Presidente Michele Appino, coordinatrice Del servizio Giusi Zimbardo, tutti partecipi alla compilazione del questionario.La Cooperativa Quadrifoglio fornisce personale di pulizia e OSS.L’intervista a questo presidio è stata un po’ disturbata da un avvio in ritardo, inoltre la lunghezza del questionario ha reso molto pesante il compito, giungendo quasi a coincidere con l’ora del pranzo.Poche le osservazioni senza riferimenti alle domande specifiche ma alla difficoltà per l’articolazione dei processi indagati dal questionario. Rispetto ai servizi presenti dicono che essendo in ristrutturazione non sono ancora pronti alcuni servizi come il centro diurno, le stanze per il personale, i lavandini e le stanze accessibili ad ospiti in carrozzella, la palestra.Commenti: Si dichiarano poco fiduciosi sui risultati di questa indagine. Comunque disponibili ad essere intervistati una seconda volta. Il presidente afferma di sapere, vista la saggezza dell’esperienza posseduta che l’iniziativa cadrà in un indefinito nulla: “sa signora io conosco bene queste istituzioni”.

Casa di Riposo di Rivarolo C.se 19/10/06Responsabile Paola EnriettoLa struttura è situata in una zona lievemente decentrata in una bella palazzina degli inizi del secolo. I servizi offerti al territorio sono i pasti e le borse lavoro per la manutenzione delle aree verdi, si dichiara comunque disponibile per altri servizi. La biancheria appartiene all’ospite mentre la Casa di Riposo la lava. Per l’animazione ci sono le feste di compleanno e quelle di rito, Natale…Commenti: il questionario è utile e non complicato in tante parti ripete lo schema della DGR 17. Tocca senz’altro i temi della qualità e sembra abbastanza completo. Sulla partecipazione ai PdZ non vi hanno partecipato

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personalmente in quanto vi partecipa l’associazione delle case di riposo del Canavese. E’ disponibile a continuare e anche a dare maggiori servizi al territorio.

Casa di Riposo Ospedale Giachino di Sparone 19/10/06Segretaria Responsabile Lina FasanaPer la compilazione del questionario la segretaria viene aiutata da una OSS, Sig.ra Francisetti Iva. La Casa di Riposo è molto piccola ed è gestita da personale laico e suore, il presidente è un prete la segretaria una volontaria un tempo impiegata comunale. Le suore sono tre e tengono saldamente la gestione della struttura, sono straniere e pare non conoscano bene l’italiano. In effetti si lamenta una distanza sofferta fra il personale OSS e le religiose che osservano orari rigidamente ospedalieri ed offrono per l’animazione solo le funzioni religiose, impedendo al personale laico di svolgere, come vorrebbe, altre attività di animazione. Esiste un Centro diurno aperto anche al paese. I pasti all’esterno sono stati offerti in caso di bisogno. Rispetto al comfort la responsabile sottolinea che “le ragazze danno molto”.

Piccola Casa Sacra Famiglia Ipab di Gassino 31/10/06Direttrice Daniela SilviLa casa, inizialmente era un ospedale per indigenti fondato nel 1902, è stata, da poco, ristrutturata nel corpo principale. Attualmente si stanno avviando i lavori per ristrutturare l’ultima ala, abitata da persone autosufficienti. Anche in questa struttura sono operanti vincoli posti dalla sovrintendenza ai beni artistici e architettonici, la casa infatti è antica e situata nel centro del paese. Il personale è di una cooperativa, la Larbs della provincia di Asti. Servizi al territorio, il Centro diurno è attualmente in fase sperimentale per una sola persona, che passa tutto il giorno in struttura consumandovi anche i pasti. Dal tavolo di lavoro del PdZ è emersa la necessità del servizio pasti all’esterno e si dichiara disponibile a fornirne. Su richiesta, lavano la biancheria, attualmente il servizio è utilizzato da una sola personaSi sta facendo il corso sulla qualità finanziato con i fondi FSE. Proprio quando io sono arrivata le operatrici stavano seguendo il programma di formazione sugli alimenti e sulla cucina. In relazione alla colonna obbligo di legge dice

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che sono protocolli adottati universalmente a norma della DGR 17.Commenti: trova il questionario aderente al percorso di qualità e ritiene che sia di aiuto alla riflessione, si ritiene fortunata in quanto avendo fatto il corso sono abituati a ragionare in termini di protocolli. E’ interessata a continuare la collaborazione con la Provincia e trova sia una buona idea il percorso avviato attraverso questo di approfondimento della conoscenza reciproca.

Casa di Riposo Umberto I° di Cuorgnè 13/3/06Direttore Antonella SchieveninLa direttrice di questa struttura era perplessa sulla richiesta, ha comunque accettato di compilare il questionario muovendo prima alcune critiche alla Provincia per le difficoltà che le strutture per anziani incontrano, soprattutto quelle economiche. Ritiene iniqua la differenza della tassazione Irpef fra le Ipab pubbliche e private (4% le prime 8,50% le seconde); segnala l’aumento del costo dei farmaci dovuto alla presenza dei medici di base e non del medico di struttura. Sottolinea che la ns iniziativa ci consentirà di fare bella figura con lo Stato mettendo in ombra le criticità presenti. Partecipa al PdZ. Non sono riuscita a raccogliere le osservazioni sul questionario perché era molto tardi. Servizio esterno è il lavaggio biancheria per interni ospedalizzati ed anche per anziani segnalati dall’A.S. ma su progetto, o per lavaggi importanti (vd. Tende, coperte etc…)

Ospedale Vernetti di Locana 13/3/06Responsabile Carla BoggioLa responsabile della struttura è molto disponibile all’intervista, spiega di aver preso questo impegno recentemente, che si trova in una situazione in evoluzione, vorrebbe apportare delle modifiche ma non ha ancora chiarito le linee di lavoro. Vi è una parte della struttura già rimessa a norma per arredi e servizi che non è mai stata utilizzata e vorrebbe poterlo fare, viste le spese sostenute ed i costi di gestione comunque presenti. Commenti: Ha trovato il questionario pertinente pur riscontrandovi qualche incongruenza. Ritiene che rispecchi l’idea procedurale di un percorso di qualità, si dichiara disponibile a proseguire nella collaborazione ed è interessata al marchio europeo Leaqual. Partecipa al PdZ.

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E’ stata molto contenta dell’iniziativa della Provincia.

Centro Servizi Socio Assistenziali e Sanitari di Vigone 22/3/06Segretario Direttore Albino Lomello Si tratta di due diverse strutture situate nel comune di Vigone una RSA e RAF ed una RAF e RA. Nella fase attuale il centro gestisce anche una comunità per l’handicap. Il responsabile della struttura si occupa di inserire commenti e precisazioni alle domande del questionario, specificando che partendo da una ultraventennale esperienza ha potuto attuare una trasformazione dei servizi con l’obiettivo di renderli moderni, a contatto con il territorio e con gli altri operatori socioassistenziali. Con tale apertura al territorio ha realizzato un progetto per persone con handicap con il CISS di Pinerolo. Partecipa al PdZ e sottolinea l’importanza di lavorare in modo coordinato fra le diverse strutture residenziali al fine di poter fornire servizi adeguati e risparmi sui costi di gestione. E’ riuscito a costruire un accordo con il segretario-direttore della Casa di Riposo di Virle per la gestione di alcuni servizi attraverso gare di appalto comuni. Sottolinea in più occasioni la necessità per le Ipab di confrontarsi e di creare prospettive nuove. Si dichiara disponibile a proseguire nella ricerca di Scality ed anche abbastanza interessato al marchio europeo Leaqual.

Istituto di Riposo Conti Rebuffo di Villafranca P.te 22/3/06Direttore Claudio Tuninetto La responsabile igiene e sanità Vautero Rosanna, ha compilato il questionario, era presente il direttore con commenti e suggerimenti in special modo per la parte amministrativa. La sig.ra Vautero ha partecipato al lavoro di stesura del regolamento dell’ASL 10 ed entra con precisione nelle domande differenziando fra regolamento e termini di legge senza esitazione alcuna. Entrambi i responsabili sono contenti dell’iniziativa e parlano volentieri del loro lavoro, mostrano le foto delle attività esterne raccontano delle esperienze di collaborazione con i gruppi di volontariato e le scuole del paese. Tutti abbiamo dimenticato di compilare la seconda parte dei servizi disponibili,

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sono stata invitata a visitare la struttura per verificare sia le modifiche apportate sia il rispetto delle caratteristiche della casa che è tutelata in quanto parte del patrimonio artistico regionale. Sono anche intervenuti con un piano colore per la sala mensa, utilizzando il colore arancione che servirebbe a stimolare l’appetito degli ospiti.Commenti: Valutano il questionario costrittivo, affermano che appiattisce le realtà e non lascia spazi all’individualità della struttura. Sono interessati al marchio Leaqual, se non costa. Sono disponibili a continuare nella collaborazione per la ricerca chiedono comunque di conoscere i risultati di questa prima parte.

Ospedale di Cavour di Cavour 23/3/06Segretario Giuseppe Giletta La visita ha coinciso con un incontro di formazione per il personale con medici dell’ASL 10 per cui il segretario era disturbato nella compilazione del questionario, siamo stati interrotti diverse volte per motivi di organizzazione della lezione. Rispetto all’iniziativa aveva qualche diffidenza iniziale in quanto era stato già contattato da persone che gli proponevano percorsi per la certificazione di qualità, molto costosi, presentandosi come personale della Regione. Chiarito l’equivoco si è tranquillizzato manifestando una lieve diffidenza quando ho chiesto quale cooperativa fornisse il personale. La casa anticamente era un ospedale e nello stesso edificio vi è anche una sede dell’ASL.Il lavoro di pulizia è affidato con appalto ad una ditta di pulizie di Cavour, il personale è formato sulle procedure dalla ditta stessa. Fornisce il personale la cooperativa Le Magnolie di Bagnolo P.te.Commenti: Si è dichiarato disponibile a proseguire nel lavoro evidenziando che queste procedure di qualità a volte costringono l’operatore a stare troppo tempo al computer per la descrizione dei passaggi procedurali a scapito dell’assistenza agli anziani. Rispetto alla partecipazione al PdZ si è mostrato un po’ scettico sui reali vantaggi del lavoro svolto nei tavoli.

Opera Pia Ceppi di Bairols di Cercenasco 23/3/06

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Segretario Omar QuarantaLa struttura è piccola e non possiede un centro d’incontro ma accoglie gli anziani del paese che vogliono partecipare ad attività o alle feste. In casi di richieste specifiche si da ospitalità e prima colazione. Danno ospitalità, su richiesta ad un disabile del paese che vive con la madre.Non esiste servizio lavanderia per esterni. Gli anziani residenti vengono sporadicamente accompagnati all’esterno per feste o manifestazioni. Il personale della struttura appartiene alla Cooperative Centro+Assistenza di VercelliLa biancheria piana è in affitto e viene lavata all’esterno. Vi è un accordo con il Centro Servizi di Vigone per la gestione degli appalti per le forniture di beni e servizi dall’esterno. Commenti: Ha giudicato il questionario troppo aderente alla realtà, si dichiara disponibile a continuare nella collaborazione. Per quel che riguarda il marchio di qualità Scality Leaqual si dichiara interessato … se avrà compreso che cosa è il marchio.Non partecipa ai tavoli del PdZ. Il direttore è responsabile anche dell’ex Ipab S. Vincenzo de’ Paoli di Virle P.te.

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Osp. Civile Bricherasio ora Casa di Riposo di Bricherasio 29/3/06Direttore Aldo Bonansea Il direttore della struttura compila il questionario in maniera autonoma, non fa domande né commenti durante la compilazione. A fine lavoro fa una fotocopia del questionario perché gli interessa conservare traccia del lavoro fatto.Commenti: Del questionario dice che è generico e per quel che riguarda la certificazione di qualità afferma che per la tipologia della struttura non è possibile avere il marchio di qualità. Pensa infatti che la qualità sia determinata in primo luogo dalla qualità della struttura che incide per il 50%, poi c’è la formazione del personale e la motivazione al lavoro. Per ora loro non hanno idoneità per ottenere il marchio. La cooperativa Le Magnolie che fornisce il personale è di Bagnolo P.te ed ha ottenuto la certificazione di qualità: riceve infatti le visite del servizio di certificazione ed il personale è controllato, aggiunge come riflessione finale: “in effetti il marchio questa struttura ce l’ha”.

Fondazione Residenza dell’Anziano “La Consolata”di Buriasco 20/10/06Presidente Giovanni Combacompila il questionario l’infermiera alla presenza di un consigliere e del presidente. Sono un po’ in apprensione anche ad entrare nello spirito della proposta che non è un controllo, pur entrando nel merito delle modalità di lavoro.Si rileva infatti un certo sconcerto e riflessioni accurate nel rispondere alle domande del questionario, fanno anche molti commenti miranti a distinguere fra le procedure di lavoro evocate dalle domande del questionario e le loro procedure: assimilabili non uguali. Sembrano preoccupati di questo pseudocontrollo operato dalla Provincia e colgono con difficoltà il messaggio che rimando sulla possibilità di usare il questionario come mezzo che aiuta a riflettere. L’infermiera sottolinea infatti a conclusione del lavoro che le ispezioni non si fermano in ufficio sottolineando la funzione di controllo, più che di stimolo, attribuita alla mia visita. La casa è piccola ed è stata ristrutturata recentemente. Rispetto alle offerte al territorio c’è la possibilità di mangiare nella struttura per 5 persone. La biancheria personale degli ospiti viene ritirata e lavata dalle famiglie, quella

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piana la lavano nella struttura.Commenti: il marchio sarebbe utile, speriamo che ci sia un aiuto a migliorare con suggerimenti sulle migliorie utili alla struttura che vorrebbe aiuti in beni, per esempio uno schermo televisivo!

Fondazione Casa dell’Anziano Madonna della Misericordia di Pinerolo 20/10/06Compila il questionario il Responsabile qualità: Davide Giovine; questa è la Casa di Riposo più grande della provincia con i suoi 168 posti letto di cui non tutti sono attualmente occupati, è una vecchia istituzione nata nella città nel 1800 che si è trasformata in fondazione. E’ stata ristrutturata recentemente secondo criteri moderni e nel rispetto delle caratteristiche architettoniche preesistenti creando un insieme gradevole, armonioso ed efficiente. La Casa di Riposo si è sottoposta alla procedura di accreditamento ed il sig. Giovine sottolinea quanto sia stato complesso trovare soluzioni adeguate all’inadeguatezza della strumento creato in origine per rispondere ai bisogni dell’industria, si è quindi dichiarato molto favorevole alla nostra iniziativa. Tra i servizi offerti al territorio dalla Casa di Riposo si annoverano: pasti alle scuole, centro diurno anche integrato per ricoveri estemporanei, comunità Alice che ospita 11 disabili psichici adulti. In questa struttura operano la Pronto Service ditta di pulizie e la Gemeaz per la cucinaL’animazione è fatta dai volontari dell’associazione Antea. Al Centro diurno sono le OSS che si occupano di attività manuali, uscite, gite, ci sono poi diversi gruppi di volontari che fanno musica e attività varie.Commenti: il questionario è molto dettagliato e si possono ricevere delle informazioni.

Casa di Riposo Jacopo Bernardi di Pinerolo 27/10/06Direttrice Silvia Zavatterostruttura che si trova sulla collina di Pinerolo ed è più grande della media delle altre Ipab della Provincia. Attualmente solo i pasti confezionati in struttura

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sono offerti al territorio come servizio aggiuntivo; è in progetto l’apertura di un Centro Diurno e la direttrice pensa che si potrebbe anche pensare ad un servizio di lavaggio biancheria offerto anche all’esterno, a persone del territorio. Rispetto al lavoro con i protocolli dice che sono abituati a lavorare con protocolli e mostra il faldone con tutti i protocolli che si usano nella struttura. La cooperativa che opera all’interno è la Pronto Service. Il servizio di animazione viene svolta da volontari dell’associazione AVASS.Commenti: il questionario è molto interessante e può aiutare a entrare nel metodo di lavoro, è particolareggiato mostra attenzione alle problematiche della struttura. Trova bello riuscire a raccontare ad altri il lavoro nella case di riposo per prevenire le diffidenze degli anziani ed i luoghi comuni su queste strutture assistenziali.

Associazione Istituto S. Vincenzo de’ Paoli di Virle 27/10/06Segretario Omar Quaranta che è anche segretario della CdR di Cercenasco. La CdR è molto grande situata in un castello protetto dalla Sovrintendenza ai beni architettonici e artistici, viene aperto per consentire le visite organizzate da associazioni culturali e dal progetto Città d’arte a Porte Aperte. L’ingresso della struttura per gli anziani è posto nella parte posteriore l’ingresso aulico è lasciato alle visite guidate. Il cortile è condiviso con le scuole materna ed elementare. Il segretario parla delle difficoltà incontrate per mantenere la casa e del progetto di donarla ad enti pubblici in grado di valorizzarla ed utilizzare al meglio gli spazi. Il Centro diurno, non c’è ma in effetti si ospitano anziani a titolo di visita ad altri ospiti fornendo a volte anche assistenza. Poiché manca l’autorizzazione dell’ASL non c’è una retta da pagare. Si sta approntando un ambulatorio di fisioterapia che sarà convenzionato con l’ASL e verrà aperto anche al territorio. Il personale segue corsi di formazione finanziati con fondi FSE.

Casa di Riposo Ponsati di Volvera 29/3/06Direttore Pietro Paolo PellisseroQuesta struttura è piccola fu donata al paese da un benefattore che ne affidò al parroco la gestione. L’Ipab possiede anche terreni, con un grande orto, proprio dentro il perimetro della casa. Questo favorisce la presenza e

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l’impegno di pensionati-volontari del paese che coltivano l’orto producendo verdure che vengono utilizzate per la mensa dei residenti. Il direttore racconta che questo sarebbe contrario alle norme, per cui i NAS che vanno a fare le verifiche dovrebbero denunciarli quando nel freezer trovano le verdure dell’orto conservate “alla maniera casalinga”, metodologia non conforme alle norme HACCP vigenti. Il direttore è anche maestro di musica per cui è molto coltivata l’animazione musicale, in special modo con la banda del paese.Attualmente giungono alla struttura ospiti dal sud, anziani genitori di persone immigrate da molti anni che si trovano costretti ad emigrare per ricevere assistenza e stare vicini ai parenti nella tarda vecchiaia. Segnala difficoltà a reperire le informazioni sanitarie dalle cartelle cliniche e differenze culturali.Commenti: Trova il questionario interessante e aderente ad un processo di qualità, riprende il discorso sottolineando il paradosso per cui non possono utilizzare le verdure, che sono qualitativamente eccellenti, e si salvano da una denuncia solo perché i carabinieri fingono di non vedere. Evidenzia che non ci sono domande rispetto alla struttura.

Casa di Riposo Bianca Della Valle di Rivalta 10/5/06Presidente Sergio Chiavazza Questa struttura si trova in una strada di grande traffico ma vicina al paese. Non esiste un centro diurno e non vengono offerti pasti all’esterno, entrambe le cose non sono richieste. Il Presidente si dichiara disponibile ad aprire all’esterno la struttura, se ci fossero richieste in tal senso. Gli anziani vanno in gita con il pullman del comune. Per le attività ricreative e l’animazione ci sono i volontari AVO, si da agli anziani la possibilità di fare dei lavori di bricolage e ricamo, c’è anche un desco da calzolaio. Ci sono anche volontari del gruppo degli alpini che si occupano del giardino e partecipano al funzionamento della casa di riposo: tinteggiano locali, ristrutturano il muro di cinta, stanno preparando un campo per il gioco delle bocce. Gruppi scout vanno a far visita agli anziani. I volontari AVO organizzano pranzi in occasione delle feste per gli anziani con fondi dell’associazione, perché non trovano molti spazi d’intervento. Un tempo questi pranzi venivano portati dall’esterno, forniti da ristoranti, ma il Presidente ha dovuto chiedere di far cucinare alle cuoche interne i pranzi offerti, perché gli anziani stavano male con quelli provenienti

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dal ristorante. Nella struttura esiste una saletta fumatori, ovviamente i parenti protestano che l’anziano non deve fumare, ma non si riesce ad evitare tale abitudine. Attualmente la biancheria degli ospiti la danno ai parenti ma si stanno attrezzando e per i nuovi ingressi ci sarà in servizio lavanderia interno. Per le pulizie c’è la cooperativa Solidarietà 2 di Carmagnola, per l’assistenza, a copertura delle assenze del personale c’è un’altra cooperativa. Nella struttura c’è un medico che va ogni sabato e si occupa delle cartelle cliniche e di compilare il PAI.Commenti: Il questionario risponde a percorsi di qualità, è adeguato e coerente, ma si sottolinea che occorrerebbe più personale. Il presidente scadrà dalla carica a fine anno corrente. Al PdZ partecipano gli amministratori.

Casa di Riposo S. Giacomo di Piossasco 12/6/06Segretario Learco GiacheroIl segretario è un funzionario del Comune di Piossasco che si occupa della casa di riposo in qualità di volontario. La struttura è piccola l’ingresso è direttamente dalla strada nel centro paese, senza vialetti d’ingresso ed ospita 22 persone. Un tempo era un’infermeria, trasformata poi in ospedaleSi dichiarano disponibili a fornire servizi all’esterno ma c’è un problema logistico, le dimensioni della struttura non consentono per esempio di consumare all’interno i pasti. Non sono stati evidenziati particolari legami con il territorio, tuttavia ogni anno gruppi di allievi delle scuole vanno a fare attività per le feste importanti, mentre la banda del Conservatorio di Torino fa dei concerti due o tre volte l’anno ed alcuni volontari si alternano all’animatore della cooperativa. Opera all’interno la cooperativa Astro di Moncalieri, che fornisce personale di pulizia ed OSS e ha ottenuto le certificazioni di qualità ISO, informazione data dall’OSS responsabile del servizio. Sono stata ricevuta con gentilezza ed una lieve preoccupazione, pensano di non essere organizzati per la certificazione di qualità e solo da pochi giorni c’è una impiegata che aiuta il segretario nell’amministrazione.Commenti: trova che il questionario dia la possibilità di riflettere su come si lavora e faccia emergere aspetti cui non si da sufficiente peso, aggiunge inoltre che aiuta a fare valutazioni. Rispetto alla qualità trova che attraverso la griglia emergano i passaggi delle procedure come prima non evidenziati. E’

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disponibile a continuare. Rispetto al PdZ partecipa il vice presidente del CdA.

Casa di Riposo Maria T. Fornasio di Beinasco 10/10/06Questa struttura, diretta da Ercole Ghirardotto ha un legame con la scuola materna essendosi le due Ipab costituite in associazione. Il tipo di organizzazione porta il segno di una gestione manageriale dell’organizzazione. Il presidente descrive l’organizzazione interna fatta da figure intermedie con funzioni di intermediazione fra il Presidente il CdA ed il personale. Si è costituito a tale scopo un gruppo di direzione in cui sono presenti: due OSS, uno quale controller sul bilancio ed un altro sulla manutenzione, la responsabile dell’ufficio, l’infermiera professionale responsabile in special modo della stesura e della realizzazione PAI. Con questo tipo di organizzazione si è rinunciato alla figura del direttore-segretario realizzando risparmi di gestione. Operano all’interno della struttura le cooperative ICS di Torino e la Coesa di Pinerolo. Fra i servizi offerti al territorio c’è un centro diurno che potrebbe ospitare sino a 6 persone, per ora funziona ma non è autorizzato. Si danno pasti all’esterno ed ai parenti in visita, un tempo fornivano pasti anche ai dipendenti comunali, si potrebbe lavare la biancheria per esterni, ed hanno già dato la loro disponibilità al tavolo del PdZ. Si offre al territorio: il servizio infermieristico, da dicembre si avvierà il centro prelievi in convenzione con il comune, momenti di animazione e feste. Nella struttura c’è un geriatra, il presidente definisce la CdR, viva. Attualmente sono in ristrutturazione e stanno modificando la destinazione dei posti letto per aumentare quelli a più intenso bisogno assistenziale. I medici di base vorrebbero poter avere un ambulatorio, presso la casa di riposo, da poter usare a rotazione con una segretaria unica che potrebbe gestirlo per tutti, alla Provincia chiede di poter essere aiutato a trovare finanziamenti. Hanno partecipato ai tavoli del PdZ

Casa di Riposo Umberto e Margherita di Savoia di Carmagnola 24/4/06Direttore Mauro Abrate questa struttura è una RAA, residenza alberghiera, una delle tre o quattro attive in regione, per cui a molte domande non c’è risposta in quanto sono riferite a servizi per persone con ridotta mobilità, che hanno bisogno di

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fisioterapia e/o animazione. Per quel che riguarda i servizi esterni il direttore si dichiara disponibile ma afferma che non c’è richiesta. Sarebbe disponibile anche a fornire pasti all’esterno ma tale fornitura nel territorio è affidata ad una struttura privata. “Noi costeremmo meno”, commenta in direttore. Ci sono dei volontari che frequentano la Casa. Il personale di cucina appartiene a una cooperativa, la Sodexo, i pasti si preparano dentro la cucina della casa. Fa alcune osservazioni sull’assistenza domiciliare che non è in grado di risolvere i problemi dell’anziano e sull’assistenza fornita da badanti; non si dichiara contro questa soluzione ma sottolinea l’esigenza di impiegare personale preparato, mentre ci sono persone di dubbia preparazione che si prendono cura di anziani. Di queste persone non si conoscono i percorsi formativi e qualche volta creano anche problemi ai loro assistiti. Chiede una maggiore attenzione al ruolo delle case di riposo che possono essere vissute e rappresentate in maniera meno negativa di come è stato in passato. In quest’ ottica va quindi letta la polemica con la soluzione della domiciliarità come unica risposta all’anziano. In fondo, dice, a volte è meglio stare in struttura, dove si può socializzare, che a casa da soli senza possibilità di contatti, come fanno tanti anziani. E’ disponibile a continuare nell’indagine ed è interessato al marchio Scality-Leaqual. Racconta di essere stato contattato più volte da agenzie per avviare la procedura di certificazione di qualità della struttura. Questa casa di riposo è situata in un ex convento, già ristrutturato in alcune parti. Attualmente si sta avviando una nuova fase di ristrutturazione per sostituire infissi e pavimenti d’epoca con nuove pavimentazioni ed infissi per questo lavoro ha chiesto ed ottenuto il permesso della Soprintendenza ai beni artistici e culturali.Commenti: Pensa che il questionario sia carente per quel che riguarda le caratteristiche della struttura, per esempio non si approfondiscono le caratteristiche del refettorio. Trova inoltre che non si entri nello specifico per le mansioni, “cosa fa l’Oss ? e l’infermiere? Per quel che riguarda il PdZ, partecipa l’amministratore delegato.

Casa di Riposo Regina Elena di Pancalieri 5/5/06

Direttore – Consulente: Maria Piovano La direttrice della struttura ha partecipato alla ricerca condotta nel CISA 31

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dall’Associazione “Esperienza e Mappe Grezze” ed alcune operatrici hanno anche fatto il corso dello psicologo dr. Bruni sul “Genogramma”, raccogliendo le storie di vita di anziani della struttura con questo strumento. Nella struttura ci sono ospiti autonomi e “parzialmente non autonomi” così li descrive la direttrice. Per le pulizie si avvalgono della cooperativa Solidarietà 5 di Carmagnola mentre le OSS sono dipendenti. In questa struttura, con finanziamento concesso dal Settore Formazione della Provincia, si è avviato un percorso di formazione sulla qualità, utilizzando fondi messi a disposizione dal bando per lavoratori occupati, dell’anno 2005, obiettivo E. Nella giornata in cui ho effettuato la visita c’era un coro di bambini delle scuole che cantava per i residenti, animazione organizzata da una insegnante della scuola locale e da un maestro di musica. In questa struttura, che anticamente era un ospedale, ci sono anche tre suore con la qualifica OSS e due con la qualifica di infermiere professionale.Commenti: il questionario sembra abbastanza completo, manca la definizione della capienza della struttura in relazione ai posti letto e la classificazione della struttura. Le sembra buona l’attenzione alla qualità per quel che concerne le modulistiche e le procedure. La sequenza delle domande le sembra logica e sufficiente per identificare la qualità. E’ disponibile a continuare nel percorso Leaqual. Partecipa ai tavoli del PdZ.

Residenza Ass.le Albergo S. Croce di Villastellone 12/5/06Direttore Francesco CavalloIl direttore fa diverse osservazioni sul ruolo di controllo della Provincia e quanto al questionario si dimostra leggermente scettico, non ne comprende il fine, si sottopone comunque al lavoro di compilazione con attenzione. Tiene a precisare che per lui sarebbe importante avere maggior aiuto e consulenza dal nostro ufficio amministrativo. In effetti sta affrontando con difficoltà un piano di risanamento finanziario ed è particolarmente impegnato fra gli obblighi della gestione corrente e quelli del risanamento della situazione finanziaria. Postula per la Provincia un ruolo di consulenza per gli obblighi delle Ipab verso altre istituzioni, per es. la Corte dei Conti. Propone di organizzare sul nostro sito un spazio dedicato ad un forum, anche allargato, per lo scambio di informazioni tra le Ipab. Anche le operatrici di questa struttura partecipano al corso finanziato dal Settore Formazione della Provincia, sulla qualità,

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utilizzando fondi messi a disposizione dal bando per lavoratori occupati, dell’anno 2005, hanno anche partecipato al progetto di ricerca del CISA 31 sulla condizione degli anziani.Commenti: trova il questionario coerente e sottolinea che soprattutto nell’ultima parte si entra nel pieno del processo di qualità. Anche da loro la pulizia e parte delle Oss sono fornite da una cooperativa: la “Punto Servizio” di Vercelli, mentre per la pulizia ed il servizio mensa c’è la Sodexo. Questa Ipab è dentro una struttura del 1700 bella ma con alcuni problemi di agibilità per persone con difficoltà motorie, peraltro di difficile soluzione per i vincoli imposti dalla Sovrintendenza ai beni culturali, è in preparazione un progetto per dotare tutte le stanze di bagno, previo assenso della Sovrintendenza.

Opera Pia Faccio Frichieri di Carignano 6/6/06Segretario-Direttore Renato MargariaCompila il questionario la sig.ra Ede Bianco adest-aiuto segretario. All’appuntamento preso il segretario non può essere presente perché impegnato, fuori dalla struttura ma nei momenti in cui si trova in ufficio da indicazioni alla Bianco quando si accorge che è in difficoltà. La Casa di Riposo Faccio Frichieri si trova in una struttura settecentesca opera dell’architetto B. Vittone, un tempo ricovero per orfani abbandonati e poveri, è nel centro di Carignano e possiede un bel giardino dove gli ospiti possono vedere l’esterno e comunicare con i visitatori. C’è anche una cappella nella quale si può assistere alle funzioni anche se non residenti. Sono presenti nella struttura delle suore. Per le pulizie e l’animazione opera la cooperativa Solidarietà 5. il servizio pasti all’esterno si da in primo luogo a persone che sono in fase d’inserimento nella Casa di Riposo, sulla disponibilità si deve verificare mentre su richiesta si fornisce il pasto per anziani e bisognosi.Commenti: il questionario è completo, sarebbe bene confrontarsi con altre strutture per poter avere scambi di esperienze e di tecniche. Potrebbe essere utile. Il questionario è tarato sulle RSA, mette in risalto bisogni di tipo sanitario, e le domande sono formulate conseguentemente per anziani patologici e più compromessi degli ospiti di una RA qual è questa struttura. E’ disponibile ad altre interviste ed interessata al marchio Leaqual. Rispetto al tavolo del PdZ partecipano membri del CdA.

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Ospedale Cronici Quaranta di Carignano 18/10/06La Casa di Riposo era il vecchio ospedale e condivide con l’Ospedale di Carignano il cortile. Si trova nel paese ed in un edificio di relativamente recente. La direttrice sanitaria è una geriatra, la dr.ssa Erica Giona. Vi è una Cooperativa, la Solidarietà 5 di Carmagnola che si occupa di pulizia ed OSS (ma non sono tutte qualificate). i pasti vengono cucinati all’esterno. La biancheria degli ospiti viene lavata in struttura ma i parenti se lo vogliono possono lavarla a casa. Si sta avviando, per le OSS, un corso di formazione e di educazione alla mobilizzazione con una parte generale sull’igiene, l’alimentazione l’idratazione sulle patologie e sui farmaci. Nella struttura vanno volontari per far compagnia agli anziani e chiacchierare con loro.Commenti: trova che vi sia qualche domanda ambigua e che entra molto nei particolari. Afferma: “I nostri limiti li conosciamo anche senza il questionario.”

Istituto Geriatrico Poirinese di Poirino 8/5/06Direttrice Rosa AvataneoLa compilazione del questionario è stata effettuata dal vice Presidente sig. Tommaso Minelli, con l’aiuto della direttrice. Il vice presidente è stato contento della nostra iniziativa ed appena si è iniziata la compilazione del questionario l’ha interrotta per farmi vedere come è organizzata la struttura, principalmente per la gestione della biancheria, domanda che lo ha stimolato a farmi verificare di persona l’organizzazione ed il trattamento della biancheria della casa e degli ospiti, con visita alla lavanderia-stireria-deposito. In questa struttura potrebbero anche ospitare le coppie garantendo la necessaria intimità cui sono abituati. In effetti non si è ancora registrato un ingresso in coppia, cosa che il vice presidente ritiene utile in quanto se gli ospiti arrivano quando rimangono vedovi è molto più difficile che si riprendano, mentre in coppia potrebbero vivere bene e insieme e non dovrebbero sommare allo stress per la morte del coniuge quello dell’abbandono della propria casa. Sporadicamente dei volontari dell’AVO portano gli ospiti a passeggio.Commenti: E’ difficile prevedere tutto in un questionario però mi pare che la tipologia della struttura emerga dalla descrizione. Per l’ASL e per la Regione loro hanno preparato un depliant illustrativo della loro struttura inserendo anche delle foto, perché potesse essere meglio identificabile. Rispetto alle

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possibilità di decisione dell’utente sull’organizzazione della quotidianità E’ interessato al marchio di qualità Scality Leaqual. Per quel che riguarda la partecipazione al PdZ dice che qualche volta vanno

Casa di Riposo Orfanelle di Chieri 14/6/06Direttrice Paola De NaleQuesta struttura ha sede in un antico edificio al centro città ed è stata ristrutturata secondo criteri moderni di qualità, non cioè esclusivamente funzionali al fine di ottenere l’accreditamento. Offre servizi al territorio diversificati consentendo diverse modalità di fruizione della struttura ai cittadini anziani, ha anche un centro diurno con flessibilità totale sia per i servizi alberghieri che per quelli assistenziali e sanitari (ci sono persone che vivendo a casa loro possono mangiare e dormire in Casa di Riposo). Opera all’interno della struttura la cooperativa Pulas di Agliano d’Asti con personale assistenziale, di pulizia ed animatori. All’ingresso nella struttura c’è una OSS tutor. Nel nucleo RAF c’è un medico per cinque ore al giorno e reperibilità. Hanno una scheda precompilata che accompagna l’ospite che va al Pronto Soccorso ospedaliero. Sila la struttura che la cooperativa fanno incontri formativi per il personale.Commenti: trova il questionario lungo e con poche domande sulla totalità del funzionamento delle strutture quali la presenza di liste d’attesa, l’entità delle rette. Sottolinea inoltre che il marchio di qualità sembra prescindere dalla formazione del personale. Avrebbe voluto domande sulla presenza di decubiti, parassitosi, indici di ricoveri ospedalieri, indici di mortalità, invii al pronto soccorso: da domande del genere si evince un aspetto qualitativo del funzionamento. Comunque è disponibile a continuare nel percorso e si dichiara interessata al marchio Leaqual. Partecipa alle riunioni del PdZ ed all’Ufficio di piano.

Casa di Riposo Giovanni XXII° di Chieri 14/6/06Direttore Mauro Risso Questa struttura ha sede in un antico edificio al centro città.Servizi esterni c’è una convenzione con il CSSAC per inserimenti giornalieri,

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offrono il servizio pasti al territorio, ne possono fornire da 5 a 15 al giorno. Lavavano in struttura la biancheria per una persona che andava a fare il bagno. Vi operano la cooperativa Pulas per l’animazione mentre per la pulizia vi è la Nuova Socialità.Hanno un pulman che utilizzano per portare gli ospiti in gita. Si fanno anche gite al mare con i volontari AVO, volontari aiutano a imboccare gli ospiti e fanno socializzazione, parlano di avvenimenti del giorno stimolando la memoria e l’orientamento spazio temporale. Si fanno corsi di formazione per il personale con i fondi UE.Commenti: manca una rilevazione della soddisfazione dell’utente interno ed esterno da parte del certificatore di qualità. Il questionario è approfondito per una serie di aspetti, fa una fotografia delle procedura ma manca il clima della vita relazionale nella struttura. Ritiene che parlare di qualità sia anche da intendere come qualità della vita, salute, farmaci assunti etc…E’ disponibile a continuare. Partecipa al PdZ.

Casa di Riposo Ospedale Ricovero di Carità di Riva di Chieri 21/6/06Direttore Franco Ferretti (attuale Maria Piovano)L’intervista è stata effettuata in un clima di preoccupazione e di fretta, in quanto il direttore aveva un impegno relativo alla gara d’appalto per la fornitura di servizi. Alcuni dati richiesti gli sono sembrati un doppione di quelli che chiede l’Istat e la regione (es numero ed età degli ospiti)Potrebbero consentire il pernottamento e la prima colazione ed anche offrire solo pasti a persone del paese, ma non viene richiesto. C’è il servizio iniettivo aperto a tutta la cittadinanza. Con altre case di riposo di paesi vicini hanno predisposto un gara per l’appalto congiunto dei servizi esternalizzati quali contratti per operatori socioassistenziali, acquisto derrate alimentari. L’animazione si fa con l’AVO e singoli volontari. Per il Direttore il comfort è più alto in piccole strutture come questa, ma per quel che li riguarda, la vetustà della casa che è situata in una struttura del 1600 ed in origine era un ospedale non si può considerare la struttura, da un punto di vista squisitamente qualitativo, confortevole. Commenti: entrando nel merito di ogni singolo aspetto ha trovato stimoli utili. Alcune domande sembrano meno attinenti alla realtà di una casa di riposo, comunque fa riflettere su come si lavora. Tocca aree della qualità e si intuisce

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che il desiderio è di indagare la qualità. Ha partecipato a riunioni del PdZ, ora non ha più tempo, ma gli sembra sia già finito.

Casa di Riposo Avv. Forchino di Santena 26/10/06Segretaria Floris Manuela Intervista effettuata dopo numerosi tentativi, nel realizzarla si comprendono le difficoltà ad aderire alla richiesta. La responsabile amministrativa si è occupata di rispondere all’intervista non ritenendolo un suo compito in quanto ella è solo personale amministrativo. Questa struttura si trova all’interno di un grande giardino, in un edificio condiviso con il Poliambulatorio dell’ASL ed ospita nei suoi locali il servizio di Guardia Medica. Queste caratteristiche rendono disponibili agli ospiti della Casa di Riposo una serie di servizi sanitari e fanno vivere agli operatori condizioni di tranquillità rispetto all’immediatezza del soccorso in qualsiasi orario. Al territorio viene offerto il servizio di emergenza abitativa in convenzione con il comune, vi sono infatti in un’ala della struttura 4 camere doppie a disposizione per casi sociali o emergenze abitative di persone segnalate dai servizi. Si da anche il servizio infermieristico per terapie iniettive. Il lavaggio della biancheria è stato dato in appalto ad una lavanderia esterna, quella personale degli ospiti viene lavata nella struttura. Il personale appartiene ad una cooperativa la New CIP 1 di MilanoCommenti: il questionario aiuta a comprendere i meccanismi del lavoro.

Casa di Riposo Vincenzo Mosso di CambianoDirettrice Gabriella MichelazzoIn questa struttura sono state fatte le due interviste del progetto il questionario e la griglia Leaqual.I commenti sono stati di congruenza degli strumenti con il lavoro che si svolge, sono disponibili a continuare a collaborare. Offrono al territorio i servizi dell’ambulatorio infermieristico e la palestra per attività motorie.

Casa di Riposo Masera e Pajsio di Trofarello 15/5/06Direttore Tullio RenzulliLa Casa di riposo è contigua ad una scuola materna e si è realizzata una

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collaborazione attiva fra le due realtà. I nonni coltivano l’orto e coinvolgono i bambini della scuola trasmettendo loro la cultura contadina da cui provengono. Al progetto partecipa Slow Food con incontri periodici legati alle colture. Vi è anche una iniziativa comune di mercatino dei prodotti sia dell’orto che di manufatti prodotti dai nonni durante le attività di animazione. Sono disponibili ad offrire per emergenze ospitalità per pasti e prima colazione a persone della valle. Sono garantiti al personale OSS incontri di formazione mensili con la fisioterapista e l’infermiera.Non partecipa ai tavoli del PdZ però si dimostra interessato, ritiene che sarebbe utile a conoscere meglio la realtà intorno alla struttura. Ritiene molto utile e sarebbe interessato ad avere momenti di confronto con altre strutture per anziani della zona, servirebbe ad aiutarsi fra responsabili, migliorare la loro professionalità e la qualità del servizio e venirsi incontro dal punto di vista economico.Commenti: il questionario è coerente e dettagliato, attinente a questi tipi di strutture. Copre ampiamente le aree di qualità. E’ interessato al marchio di qualità Leaqual, chiede che cosa significhi leaqual

Istituto di Riposo Denina di Moncalieri 17/5/06Presidente Enrica Viora La struttura è nel centro storico di Moncalieri in un edificio ottocentesco questa collocazione favorisce evidentemente il coinvolgimento dei parenti dei residenti. Sono infatti i familiari che si occupano di portare i loro congiunti alle visite mediche o alla fisioterapia in caso di bisogno, anche uscite e gite sono a loro carico. Gli anziani abili o abituati ad uscire possono farlo e qualcuno si occupa anche di fare le commissioni per la struttura. Per quel che riguarda fornire pasti a persone non residenti la Presidente dice di poterne offrire fino a 50, anche se naturalmente con numeri inferiori la qualità è migliore. Un tempo gli obiettori (fino a 15 ragazzi) andavano a mangiare nell’istituto ed attualmente lo fanno 2 volontari. La cucina è interna il personale appartiene alla Crane SpA. C’è un progetto di ristrutturazione della lavanderia. E’ in trattativa con la Cooperativa Frassati per avviare il servizio di animazioneCommenti: trova il questionario particolarmente difficile con alcune domande un po’ ostiche. Rispetto all’attenzione alla qualità pensa ci sia attenzione con

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tutti i limiti che un questionario comporta. Aggiunge che “la realtà è ben più complessa di una serie di domande e crocette”, comunque il questionario le sembra abbastanza articolato ed approfondito. E’ interessata al percorso per l’acquisizione del marchio Leaqual. Pensa che in tutte le strutture si lavori per dare buona assistenza dal punto di vista materiale, poco da quello affettivo. Ha partecipato alle riunioni del PdZ.

Opera Pia Eugenio Clara di Chivasso 26/5/06Responsabile Eugenio Chiello, un po’ sospettoso ha voluto vedere un mio documento per accertarsi che ero realmente dipendente della Provincia si è poi giustificato dicendo che molti si presentano come inviati di enti per vendere percorsi di accreditamento privati. Attualmente sono in trattative per l’accreditamento con il marchio Uni Iso 2002.La struttura è nel cuore della cittadina, vicina alla stazione ed all’ospedale. E’ un vecchio edificio nato come struttura per anziani attualmente restaurato e rinnovato nelle strutture interne ed esterne e molto curato. Gli ospiti mangiano in locali mensa diversi e non molto grandi. Ciò da l’impressione di maggiore intimità al pasto. Il responsabile mi ha fatto vedere il funzionamento della distribuzione pasti con i montacarichi in cui gli avanzi della tavola viaggiano in modo separato dai pasti, e le condotte per il trattamento della biancheria che dai piani va direttamente alla lavanderia senza attraversare locali e corridoi. Lavorano all’interno due cooperative: la Quadrifoglio per le OSS e la Sodexo per la mensa e la pulizia. I volontari dell’AVULS si occupano di far fare attività manuali agli ospiti. C’è anche il locale per il parrucchiere, e il podologoCommenti: trova che il questionario sia specifico e puntuale in quanto assolve tutte le problematiche di un ente socio-assistenziale. Lo trova un po’ meno efficace rispetto all’indagine sulle problematiche degli ospiti, alle loro condizioni, alla suddivisione fra i reparti. Alle riunioni del PdZ va il Direttore Sanitario. Per quel che riguarda fornire servizi all’esterno pone un problema di sicurezza igienico-sanitaria, ritiene infatti che la possibilità di far mangiare nella struttura persone segnalate dai S.S. creerebbe problemi (possibilità che portino malattie o parassiti). Potrebbero fornire pasti all’esterno il Consorzio lo ha già chiesto.

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Fondazione Rippa Peracca di Casalborgone 26/5/06Responsabile Zito Vincenzo, il Presidente è il Parroco del paese. La struttura è in una bella posizione un po’ elevata, vicina al Comune e ad altre abitazioni. Ha una ampia zona verde e gli anziani possono passare il tempo in giardino fra di loro e con i loro familiari. Hanno una convenzione con il Comune con la quale possono fornire pasti a domicilio a ultra65enni con difficoltà economico-sociali, ma attualmente non ci sono richieste. Per gli ospiti c’è il servizio di parrucchiere e, su richiesta, anche del podologo. Come attività ludiche e culturali portano gli ospiti in gite al lago, a santuari della zona, alle sagre ed al teatro a Casalborgone.Commenti: trova interessante l’iniziativa ed anche utile, se porta alla certificazione di qualità, in paese c’è una rete di professionisti che fanno consulenza e sono disponibili ad essere pagati … con i nostri soldi. Aggiunge, “poiché l’Ente pubblico ci controlla perché non ci qualifica anche?” E’ disponibile a proseguire nelle interviste per ottenere il marchio Leaqual. Rispetto ai PdZ partecipano i consiglieri.

Casa di Riposo S. Luigi di Brusasco 7/6/06Segretaria Paniati Gabriella Presidente Capello GigliolaLa Casa di Riposo è piccola e situata vicino alla chiesa nella piazza del paese. Anticamente era un ospedale, diventato poi struttura assistenziale, è stato ristrutturato, presenta tutte le caratteristiche di quelle Ipab piccole che avendo poche risorse non hanno possibilità di adeguare l’offerta, come sarebbe opportuno e nei loro desideri. All’intervista con il questionario era presente la presidente ed ha sostituito la segretaria, indaffarata per urgenze amministrative. La cosa ha determinato incertezze in alcune risposte riprese da precisazioni ed aggiunte della Segretaria. La qualità della struttura non è elegante, così la segretaria presenta la casa di riposo, ma gli anziani possono venire qui ed andare a casa in bici. D’ inverno nel pomeriggio gli anziani del paese vanno a far visita agli amici ricoverati passando un po’ di tempo con loro, garantendosi un pomeriggio al caldo ed anche una merenda offerta dalla casa di riposo. Per i servizi al territorio offrono i pasti, attualmente ad una sola persona ma sono in grado di accogliere altre richieste. Alla domanda sul comfort la segretaria mi fa notare che lei non crede di offrire dei comfort ai residenti perché non c’è la Tv in camera nè la possibilità di avere delle bibite a

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disposizione, ma solo un distributore di caffè. La parrucchiera va in caso di necessità, lo stesso fa il medico di base. Alle riunioni del PdZ non partecipano, i rapporti con il CISS sono attivi per la partecipazione degli operatori ai corsi di riqualifica OSS ed in altre occasioni specifiche ma sporadiche. Commenti: non sa se il questionario rispecchi le indicazioni di processi di qualità però rispetto alle procedure le sembra che siano trattate con attenzione. Non ritiene sia considerata la qualità relazionale. Gli impegni della segretaria non hanno consentito commenti più articolati

Casa di Riposo S. Maria al Getsemani di Almese 29/5/06Segretario Volontario Bruno Costantino, è presente alla compilazione del questionario suor M. Lina, che è infermiera e vive nella casa, si occupa del servizio infermieristico sia per gli ospiti sia per gli abitanti del paese. Ha una lunga esperienza e viene chiamata anche dalla Casa di Riposo di Avigliana per interventi vari: podologia, togliere tappi dalle orecchie etc. gli ospiti sono tutti del posto e vivono la struttura con naturalezza escono per andare in paese, al mercato, un contadino continua ad occuparsi del suo orto, si occupano del giardino della casa.. Forse influenzato dalla formazione specificamente sanitaria di suor M. Lina si nota uno spostamento dell’interesse dall’assistenza alla cura delle patologie dell’invecchiamento. Si evidenzia che mancano del tutto le OSS, figura sostituita dalle due suore che vivono nella casa; le operatrici si occupano a rotazione di cucina e pulizie. Si stanno preparando ad aprire un centro diurno ed hanno intenzione di fare delle convenzioni ad personam per poter continuare ad assistere l’ospite che si è aggravato e dovrebbe andare in altra struttura. E’ mancato il tempo per l’indagine, era l’ora di pranzo e Suor M. Lina era impegnata. Sul questionario malgrado ciò si può affermare che saranno disponibili a proseguire mentre per la qualità del questionario si sono meravigliati per la sua lunghezza.

Fondazione Avv. Gagliardi di Ceres 12/6/06Segretaria Laura CatellaLa signora è anche segretario comunale e si occupa della casa di riposo che ha sede nel centro paese, vicinissima al Comune. La casa ospita un numero di anziani variabile ( da 30 n° attuale, a 52) in quanto nei mesi freddi alcuni

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lasciano la propria abitazione per passare l’inverno in struttura. Invece nei mesi di luglio ed agosto alcuni anziani che abitano in città la usano come una casa di villeggiatura. La biancheria degli ospiti è fornita dalle famiglie, la Casa di Riposo fornisce solo le lenzuola. Animazione si fa solo d’estate con la banda musicale e nel periodo di Natale con le scuole. Comfort si deve intendere per la posizione in centro paese e la possibilità di fare passeggiate, per l’assenza di traffico e la bellezza del posto, Ceres è un paese turistico. Pulizia assistenza notturna e sostituzioni assenze sono garantite dalla cooperativa Eurotrend per l’assistenza e dalla coop Mucrone per la pulizia, entrambe di Biella.Commenti: il questionario è dettagliato e approfondito, ma noi siamo distanti dalla qualità. Nella CdR non ci sono molti servizi di base perciò non si possono accogliere molte persone. Non partecipa ai lavori del PdZ.

Istituto Domenica Romana di Castellamonte 15/6/06Segretario Rovetto Mauro L’istituto attualmente è in ristrutturazione. Servizi forniti all’esterno solo pasti per due o tre persone su richiesta, altri servizi podologo e parrucchiere.All’interno per il personale OSS/Adest opera la cooperativa GT che ha la ottenuto la certificazione di qualità ISO 9001, si sta inoltre facendo il corso sulla qualità e sulla privacy finanziato dal servizio formazione della Provincia con i fondi UE., potrebbero ricevere il marchio ma dovrebbero pagarlo.Commenti: ritiene che il questionario sia coerente e logico, non spiazza, afferma che non vogliono fossilizzarsi nel metodo di lavoro ed aggiunge che costruire le procedure rende le persone partecipi del lavoro e le arricchisce. E’ interessato al marchio Leaqual e disponibile a continuare. Ai tavoli del PdZ partecipa il presidente.

Ospizio Furno di Piverone 12/9/06Responsabile Stefania Brogliato (attualmente è Laura Lettini) è presente il Presidente Pier Luigi Ollearo che mi accompagna a visitare la struttura.La casa di riposo è piccola situata in un vecchio edificio, luminoso con molte finestre, affacciato sulla valle con vista del lago. La direttrice ha compilato il questionario in maniera autonoma ed in due momenti diversi per problemi imprevisti.

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Esiste un Centro diurno e si potrebbe offrire la semiresidenzialità (cena, notte, colazione) ad un massimo di dieci persone. Non è stato mai richiesto il lavaggio biancheria, perciò si fa solo per gli ospiti. C’è il podologo ed il parrucchiere su richiesta degli ospiti. Comfort la direttrice cita la TV in camera ed il cordless. Commenti: pensa che il questionario sia lungo, però trova che rispecchi bene il processo di lavoro delle strutture per anziani ed aiuta ad identificare metodi qualitativamente efficaci. E’ interessata al marchio di qualità anche se pensa che la struttura sia carente perché trattasi di una costruzione antica. Rispetto al rapporto con il territorio lo trova buono ma lamenta una scarsa attività di volontariato.

Casa di Riposo Tappero di Agliè inviato compilato il 17/7/06Direttore Dario Rosa il questionario è stato compilato autonomamente e spedito con mail. Si è potuto chiarire al telefono aspetti meno semplici ed intuitivi per la compilazione. Nella struttura operano OSS ed Adest, il direttore ha sottolineato che sono in regola con la DGR 17. L’assistenza mobile è garantita da un “assistente alla mobilità”, figura che collabora con il fisioterapista, anche l’animatore accompagna gli anziani all’esterno, per una passeggiata, mangiare un gelato… Sono disponibili a proseguire nel futuro ed a collaborare al progetto per l’acquisizione del marchio Leaqual. Non partecipa alle riunioni del PdZ, perché non sono stati invitati, mentre la responsabile dell’assistenza ha partecipato alle riunioni dell’ASL per la stesura del PAI.

Casa di Riposo Opera Pia Glaudo di Rueglio 17/10/2006Presidente Don Bartolomeo PellerHa compilato il questionario in collaborazione con un consigliere, Graziano Rossetti. Il Geometra Gallo che aveva preso l’appuntamento non è venuto. L’intervista è stata lunga e si è intrecciato al flusso di domande e risposte il contenzioso lieve ma continuo fra Don Peller ed il consigliere Rossetti in merito alle spese che questi caldeggiava ma di cui il Don svalutava la necessità. La discussione riguardava le spese sostenute e da sostenere per adeguare i sistemi di sicurezza e per rendere più accogliente la struttura attraverso la diversa colorazione delle pareti. La struttura è collegata alla

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scuola materna gestita dal Comune ed i pasti preparati al suo interno vengono forniti alle scuole materna ed elementare ed ai dipendenti del Comune. In estate a scuole chiuse gli anziani possono usare il giardino della scuola materna. La casa si trova comunque al centro del paese e gli ospiti possono uscire. Commenti sul questionario non ne hanno fatti ma il sig. Rossetti è stato contento della sequenza di domande che hanno messo in evidenza il bisogno di attenzione ai processi di qualità da lui caldeggiati ma osteggiati dal Don che sottolinea che lui vive in struttura dall’inizio e ci sta benone a 97 anni! Nel sottolineare che le spese affrontate sono state molte ed i soldi sono pochi il consigliere mi ha comunque detto che è suo obiettivo specifico occuparsi di un piano colore ed è ha riferito delle domande specifiche sul piano colore del questionario anche al geometra. Mi accompagna a visitare la struttura evidenziando le migliorie apportate con i corrimano di colori diversi a distinguere i piani, ma si ripromette di farlo anche con le pareti, nel frattempo Don Peller ci raggiunge mentre gli anziani aspettano nella cappella che celebri la messa.La fornitura pasti che è tra i servizi offerti al territorio non viene, attualmente, richiesta per gli anziani.P.S. il consigliere ha, bonariamente, minacciato di non rispondere più se gli avessi ancora chiesto dell’obbligo di legge.

Casa di Riposo S. Antonio da Padova di Vico C.se 17/10/2006Mi riceve il Consigliere Italo Tibaldi che mi spiega la composizione del territorio e mi racconta che la Casa di Riposo è in fase di ampliamento potrebbe arrivare fino a raddoppiare la capienza dai 30 posti letto attuali ai futuri 60 con un nucleo RAF, che cambierebbe l’attuale autorizzazione quale RA. Per la compilazione del questionario si attende che arrivi la presidente dell’associazione “Amici del ricovero” sig.ra Quilico. A fine compilazione mi accompagna a visitare la struttura e chiacchieriamo con gli ospiti che avevano già finito di mangiare, la struttura ha scale interne abbastanza alte … ma gli anziani si attrezzavano, a ristrutturazione ultimata ci sarà l’ascensore anche per quella parte. L’impressione che da la Casa di Riposo è di caos per i lavori in corso che costringono a fare percorsi obbligati all’interno mentre nella parte esterna è il cortile a dare la medesima sensazione. I responsabili della struttura intervistati si sono mostrati attenti alle risposte per non dire

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cose sbagliate senza molta enfasi sulla qualità del servizio erogato in quanto proiettati verso il futuro assetto della casa che consentirà migliori performance. Per ora sembrano orientati a gestire un ordinario di “normale buon funzionamento”. Commenti non ne hanno fatti.

Casa di Riposo Don Michele Manfredi – Alice Sup.re invio postale del 6/10/06Segretaria responsabile: Loredana JolieQuesta struttura è gestita da volontari per cui è stata fatta richiesta di inviare il questionario per posta. La responsabile non poteva assentarsi dal lavoro per compilarlo con il mio aiuto, è stato compilato quindi autonomamente. Pochi e sintetici i commenti raccolti al telefono: il questionario è complesso, pensato per grandi strutture, ci sono troppe domande. Aiuta a ragionare sul lavoro e sull’organizzazione.

Casa di Riposo di S. BenignoDirettore Edo GaetanoServizi esterni Casa di Riposo S. Benigno: Centro diurno sono disponibili a istituirlo, attualmente non c’èConvenzione con ASL per far prelievi nel loro ambulatorio due giorni a settimana servizio per i cittadini della zona; prelievi in convenzione con l’Avis ed il Comune anche per i donatori; l’Associazione “Sorriso” è ospitata nella Casa di Riposo da assistenza a bambini ed anziani; ospiterà il Servizio Civile; c’è un progetto di recupero delle tradizioni culinarie della zona in collaborazione con la scuola. In questa struttura sono state fatte le interviste con il questionario Scality e la griglia Leaqual.

Volpiano Casa di Riposo Ospedale Arnaud 16/11/2006Direttrice Marina Bessolo, un tempo questa casa di riposo era un ospedale e fino a circa venti anni fa vi erano le suore, le OSS più anziane hanno lavorato anche con loro. Era stato fondato da un donatore di cui ha preso il nome. Attualmente la Casa di Riposo è in ristrutturazione per cui una parte dei servizi saranno disponibili alla fine dei lavori. Fra i servizi che la Casa di

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Riposo offre al territorio ci sono i ricoveri di soccorso. Quest’opportunità viene usata da un’anziana che passa l’inverno in struttura e torna a casa in primavera. Vengono ospitati anche anziani che vivono abitualmente in casa dei figli durante il periodo delle ferie estive, anche di quelle delle badanti. Su richiesta si è data la possibilità di fruire dei pasti e si sono ospitati anche genitori anziani con i loro figli disabili. Durante l’estate organizzano uscite per gruppi di ospiti. Nella struttura c’è anche il servizio di parrucchiere e manicure/pedicure.La mensa è affidata ad una ditta esterna, la Sorico. Anche le pulizie ed i turni di notte sono affidati a personale esterno appartenente all’associazione Aurora di Chivasso, per la biancheria piana si affidano ad una lavanderia esterna quella degli ospiti viene lavata dai parenti. Commenti al questionario. Le sembra che nella serie di domande non manchi niente che sia quindi perfettamente aderente alla realtà di una Casa di Riposo. Ha chiesto “ma chi l’ha fatto?”Hanno partecipato al PdZ rappresentanti del CdA. E’ disponibile a proseguire.

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5. Riflessioni esigenze e proposte delle Case di Riposo

Dai commenti inseriti nei box dedicati a ciascuna struttura emergono una serie di temi relativi allo strumento questionario ed alle aspettative di un rapporto più ampio con la Provincia e con le altre istituzioni del territorio.In merito al rapporto con l’Ente, molti Direttori si sono espressi positivamente rispetto all’iniziativa ed hanno sottolineato l’importanza di avere maggiori rapporti reciproci anche attraverso il sostegno della Provincia, con l’obiettivo di scambiare informazioni e creare occasioni per percorsi formativi e informativi. Il questionario nella sua strutturazione ha ricevuto una buona accoglienza, tuttavia alcune osservazioni fatte ricalcano il diverso atteggiamento dei direttori nei confronti delle domande. In sintesi molti commenti sono stati dedicati alla scarsa attenzione al clima della struttura, si possono leggere in questo senso le osservazioni: poca attenzione al rapporto ospite operatore, non ci sono domande sulla contenzione dell’ospite né sulle loro problematiche. Un altro tema è quello relativo alla salute degli ospiti, infatti è stato rilevato che non ci sono domande rivolte a rilevare gli eventi sanitari della vita delle persone (che farmaci assumono, presenza di decubiti, particolari emergenze sanitarie). Questi rilievi pongono al centro dell’attenzione non il questionario nella sua astratta configurazione di guida all’organizzazione del lavoro, quali i controlli procedurali postulati dal questionario e precisati nella griglia Leaqual, ma una sorta di carenza dell’indagine storiografica sulla struttura come luogo di eventi specifici implicanti il benessere individuale. Queste osservazioni se lette come preoccupazione per i risultati ottenuti ed attenzione alle procedure per garantire il ben essere, si vedano i commenti relativi alla contenzione, rendono evidenti alcuni assunti di base nel lavoro di assistenza delle strutture testate. Il risultato, non atteso, che questa iniziativa d’indagine ha ottenuto può essere rappresentato dal bisogno di raccontare il lavoro svolto e gli obiettivi raggiunti; i commenti raccolti non intendono squalificare il questionario chiedono tuttavia un’attenzione più qualificante per l’impegno profuso.

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La giornata seminariale2 Aprile 2007

Della mattinata di seminario si presenta una sintesi degli interventi della tavola rotonda di cui sono stati protagonisti i direttori dei Consorzi:

CISA 31 di Carmagnola Clara Genesio CISS di Pinerolo Gaetana Cipriani,

i direttori di un’Ipab e di una Fondazione: Antonella Schievenin dell’Ipab Umberto I° di Cuorgnè Tullio Renzulli della Fondazione Masera e Pajsio di Trofarello

Il seminario è stato chiuso dall’Assessore Eleonora Artesio, del cui intervento si presenta una sintesi.Le istanze ed i progetti delle realtà protagoniste si possono riassumere nei seguenti temi:per il Consorzio di Carmagnola a partire dalla costituzione di un tavolo anziani nel 1999 si sono fatti molti passi verso una maggiore circolarità delle relazioni fra le persone, le associazioni e le istituzioni tramite i quali si sono realizzati molti progetti. Con le scuole si sono realizzate: interviste ai nonni per scoprire i mestieri, per conoscere la storia locale, e per l’introduzione dell’euro e della lira contando sulla memoria dei nonni. Si sono realizzate anche occasioni formative per gli operatori delle case di riposo, su argomenti scelti dagli stessi quali: la sindrome del burn out, la sessualità, la morte, e la gestione della quotidianità con l’attenzione ai protocolli per l’igiene. Per i Direttori si è fatta la formazione sulla DGR 17 e per altre figure professionali sui moduli UVG. L’esperienza fatta con il progetto di ricerca sulla condizione degli anziani, in collaborazione con la Provincia e l’associazione “Esperienza e

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Mappe Grezze” ha lasciato una fitta rete di relazioni fra le realtà del territorio e la possibilità di aggiornamento continuo dei dati raccolti con la ricerca di cui beneficiano, in primo luogo, tutti gli anziani residenti nel territorio del Consorzio.nel territorio del Consorzio di Pinerolo e della Comunità Montana si registra la presenza di numerose strutture con 1818 posti letto. L’abitudine a lavorare con la domiciliarità e la progressiva ingravescenza dell’utenza di questi servizi ha determinato la necessità di costruire diverse opzioni in risposta ai bisogni quali: il ricovero di sollievo, i centri diurni, i ricoveri notturni, i pasti a domicilio, il bagno assistito e la fisioterapia. Si è anche predisposto un progetto per malati gravi, ex DGR 19, e si è creata una comunità per disabili anziani gestita con le case di riposo. Anche in questo Consorzio si sono realizzati progetti di formazione e aggiornamento per i direttori di queste strutture.La direttrice della Casa di Riposo Umberto I° ha presentato riflessioni scritte riassunte nella tavola rotonda nella richiesta agli organi politici di essere attenti alle nomine nei consigli di amministrazione. E’ stato molto apprezzato il progetto sulla qualità dei servizi, ma viene sottolineato nell’intervento il bisogno di entrare nel merito della questione economica, con la richiesta di superamento della DGR 17 e la revisione delle rette. Ha chiesto alla Provincia un impegno ad ampliare le possibilità di confronto tra le strutture partendo dal presupposto che da soli non si può acquisire immagine positiva né forza contrattuale. Presenta poi i progetti che l’Umberto I° ha avviato in quanto struttura aperta al territorio: posti di tirocinio per inserimenti lavorativi di persone diversamente abili, i nonni docenti a scuola per insegnare “cose che non si trovano sui libri”, la possibilità di effettuare tirocini per OSS, associazioni di volontariato ed un progetto formativo per badanti. Si fanno inoltre incontri formativi a tema per volontari.Il direttore della Fondazione Masera e Pajsio, ha presentato alcuni progetti realizzati nel sistema locale di Valle Sauglio in cui si trova la casa di riposo. Innanzitutto il progetto realizzato con la vicina Scuola Materna, l’orto coltivato in comune nonni/bambini e la vendita dei prodotti nel mercatino del paese. Sono inoltre attivati percorsi di formazione per migliorare la qualità delle prestazioni e la vita degli ospiti. Richiesta una formazione gratuita alla Provincia, in quanto i costi non sono sostenibili per la struttura.

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Le conclusioni dell’assessore Eleonora Artesio, l’ intervento ha posto in evidenza la qualità del sistema dei Piani di Zona quale quadro di riferimento per la programmazione locale all’interno del quale le Ipab e le ex Ipab possono essere considerate una risorsa importante di un coordinamento sulla cooperazione sociale. Si accetta la proposta di divenire punto di raccolta di informazioni e scambi attraverso un sito ed un forum dedicato a questioni specifiche delle strutture.Per quel che riguarda la programmazione locale sono poste in evidenza le modalità di costruzione e condivisione dei processi di conoscenza al fine di rafforzare l’integrazione con altre esigenze territoriali quali per esempio le emergenze di tipo abitativo. In quest’ambito le strutture potrebbero fornire risposte alle emergenze abitative per alcune vulnerabilità temporanee: es. donne sole con figli, accoglienze per ricoveri di sollievo a disabili soli. Su queste questioni occorre individuare soluzioni innovative in grado di dare risposte flessibili a situazioni determinate da fatti non prevedibili. Per quel che riguarda il progetto Scality Leaqual è difficile il paragone fra i requisiti per la convenzione, previsti a livello regionale, con il livello europeo ma per quel che concerne la qualità delle prestazioni si possono ipotizzare modalità di raffronto fra i processi di qualità interni sia per le Ipab sia per le strutture a gestione diretta. A tale scopo si potrebbe ampliare la collaborazione con il Comune di Torino e la Regione per ampliare le funzioni di controllo con quelle di programmazione. Infine, si ritiene utile la diffusione alla generalità degli enti dell’impegno assunto da alcuni Enti Gestori sulla formazione per le Ipab. La proposta operativa è di portare l’esigenza di formazione al Coordinamento dei Consorzi per ampliare il concetto di vigilanza sulla gestione delle strutture con una opzione di progettazione della competenza.

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6.1) E’ stato distribuito il questionario di gradimento dell’iniziativa per capire il grado di accettazione della proposta e raccogliere, a caldo, i commenti dei presenti. Il questionario presentava quattro domande, tre delle quali chiuse:- Come giudicate il seminario odierno?- Come giudicate il progetto Scality Leaqual? - Come giudicate l’ iniziativa di fondare un marchio di qualità come Scality Leaqual? Per la risposta si poteva scegliere in una scala di aggettivi organizzati su due polarità di giudizio di valore dell’iniziativa: dal valore massimo 6 a quello minimo 1.Si sono scelti gli aggettivi: necessario, molto utile, utile, poco utile, inutile, dannoso

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Sembra opportuno segnalare come la totalità delle risposte ricevute siano di conferma all’iniziativa del progetto, sottolineando il bisogno di poter disporre di uno strumento specifico per la certificazione di qualità del lavoro con gli anzianiLa quarta domanda, la seguente, era aperta: - Cosa ritenete possa essere utile per consolidare la collaborazione tra le diverse realtà del territorio?Le risposte sono state:

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- incontrarsi periodicamente, conoscersi e confrontarsi, che la Provincia promuova collaborazioni, formazione e qualità per le Ipab, sportello almeno bimestrale, supporti e coordinamenti tra gli enti e le Ipab ed aggiornamenti periodici, rinforzare l’associazionismo fra le Ipab programmazione e studio sui PdZ, che la Provincia funga da riferimento istituzionale, incontri fra direttori, chiarimento dei ruoli fra organo politico e direzione dell’Ipab, sperimentazione di accorpamenti di strutture ad alcuni livelli gestionali, incontri zonali, coinvolgimento delle amministrazioni, conoscenza strutture limitrofe, confrontarsi su obiettivi e risultati raggiunti, riunioni periodiche creazione di una rete, informazioni e scambi anche solo attraverso i siti delle Ipab, diffondere un censimento delle realtà.Le risposte sono state come si evince, in linea con quanto si è detto nella giornata seminariale e suffragano l’idea presente di dedicare un’attenzione attiva alle strutture che, partendo dal bisogno di entrare nel merito della qualità del lavoro, costruisca una rete di relazioni e di saperi suscettibile di migliorarne l’efficienza, esigenza posta dagli operatori che si sono espressi.

Conclusione: i due livelli attuali del progetto

In questa seconda fase del progetto si ritiene utile dividere gli obiettivi sui due piani nei quali l’azione si è articolata: il livello europeo e quello locale.Per quel che riguarda il livello europeo si attende il pronunciamento della Commissione Europea e l’approvazione del marchio Scality Leaqual. A seguito dell’approvazione si potrà sviluppare la seconda fase con l’assegnazione del marchio alle strutture che presentano le metodologie di lavoro adeguate alle procedure individuate dal questionario e garantite nell’esecuzione dalle griglie Leaqual. Come questo processo si realizzerà sarà deciso dai partner del progetto solo a seguito dell’approvazione del marchio.Per quel che riguarda invece le realizzazioni degli impegni assunti nel seminario si prevede un lavoro congiunto che potrebbe partire con la creazione dello spazio sul sito web della Provincia, dedicato alle Ipab ed ex Ipab, con informazioni emerse dall’analisi dei questionari e le proposte avanzate dalle strutture. Un altro obiettivo da realizzare è la mappa dei servizi offerti al territorio come si conosce attualmente ma aperta a modifiche in relazione alle segnalazioni ricevute dai Consorzi o dalle strutture stesse. Saranno parte integrante di queste informazioni anche le possibilità formative

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offerte agli operatori delle Ipab dai Consorzi o dalla Provincia e la partecipazione delle strutture alla programmazione nei tavoli dei piani di zona.

APPENDICI1) Tabella riassuntiva sulla partecipazione al Piano di Zona 2) Un primo elenco delle cooperative operanti3) Elenco strutture presenti al Seminario4) Elenco Enti Locali presenti al Seminario

1) Tabella riassuntiva sulla partecipazione al Piano di ZonaConsorzi Socioassistenziali StruttureC.I.S.S.A.C. Caluso Ospedale Poveri Infermi di StrambinoC.I.S. Ciriè Partecipa l’associazione Case di riposo del

CanaveseC.I.S.A. Gassino Casa di Rip. di GassinoC.I.S.S. Cuorgnè Casa di Rip. Umberto I° Cuorgnè

Ospedale Vernetti di LocanaC.I.S.S. Pinerolo Centro Servizi Socio Assistenziali di VigoneC.I. di S. Orbassano Casa di Rip. Bianca della Valle di Rivalta

Casa di Rip. S. Giacomo di PiossascoCasa di Rip. Maria T. Fornasio di Beinasco

C.I.S.A. 31 Carmagnola Casa di Rip. Umberto e Margherita di Savoia di Carmagnola

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Casa di Rip. Regina Elena di PancalieriOpera Pia Faccio Frichieri di CarignanoOpera Pia Ospedale Cronici Fondazione Quaranta

C.S.S.A.C del Chierese Istituto Geriatrico di PoirinoCasa di Rip. Orfanelle di ChieriCasa di Rip. Giovanni XXIII° di ChieriOspedale ricovero di carità di Riva di ChieriCasa di Rip. Avv. Forchino

C.I.S.S.A: Moncalieri Istituto di Rip. Denina di MoncalieriC.I.S. Chivasso Opera Pia E. Clara di Chivasso

Fondazione Rippa Peracca di CasalborgoneCasa di Rip. S. Luigi di Brusasco

IN.RE.TE Ivrea Istituto Domenica Romana di CastellamonteOspizio Furno

C.I.S.S.P. Settimo Casa di Rip. Di S. Benigno C.seOspedale Arnaud

2) elenco delle cooperative operanti:Mary PoppinsKursana PiemonteCapasASA ServiceQuadrifoglioDaseinLarbsCentro+Assistenza di VercelliLe MagnoliePronto Service di VercelliPiemonte AssistenzaGemeazSolidarietà 2AstroI.C.S.Coesa

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SodexoSolidarietà 5Pulas di Agliano d’AstiNuova SocialitàNew C.I.P. di MilanoCrane SpAArceaCentro Armonia (di Chivasso)Eurotrend di BiellaMucrone di BiellaG.T.SoricoAssociazione Aurora (di Chivasso)

3) Elenco strutture presenti al seminario:Casa di Riposo Umberto I – CuorgnèCasa di Riposo Masera e Pajsio – TrofarelloOspedale Poveri Infermi di StrambinoEnte Morale Piovano e Rusca - NoleCasa di Riposo La Consolata - BeinascoFondazione Ing. Baulino – CaselleIstituto Domenica Romana – CastellamonteCasa di Riposo Conti Rebuffo – Villafranca Fondazione M. Ausiliatrice – Orio C.sePensionato Regina Elena – Pancalieri e Casa di Riposo Riva di ChieriAss. Istituto S. Vincenzo de’ Paoli – Virle e Opera Pia Ceppi di Bairols CercenascoSoc. Patrocinio dimessi Osp. Psichiatrici – TorinoCentro Servizi Socio Ass.li – VigoneOpera Pia Lotteri – TorinoOspizio Furno – Piverone

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Casa di Riposo Arnaud – VolpianoCasa di Riposo di Orio C.seFondazione Opera Pia Glaudo – RueglioCasa di Riposo Vincenzo Mosso – CambianoOpera Pia Crocetta – Torino

4) Elenco Enti Locali presenti al SeminarioConsorzi Socioassistenziali: In Rete di Ivrea, Ciss Pinerolo, CSSAC del Chierese, CISA 31 di Carmagnola e rappresentanti della Regione Piemonte e del Comune di TorinoErano rappresentate per il territorio provinciale le ASL 5, 6, 7, 8, 9, 10 e per il Comune di Torino le ASL 1 e 4

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