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Uncem U n c e m otizi PERIODICO MENSILE DELL’UNIONE NAZIONALE COMUNI COMUNITA ’ENTI MONTANI Anno XIV - Numero 4 - aprile 2009 Spedito il 20 aprile 2009 POSTE ITALIANE S.P.A. - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - 70% - DBC ROMA. 4 No. Aprile 2009 COMUNITA’ MONTANE Patto di fiume per la Valle Trompia ACQUA E MONTAGNA Servizio idrico integrato Emergenza Abruzzo La solidarietà della montagna italiana EUROP.A. Riforme e Carta Autonomie
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UncemUncemo t i z i

PERIODICO MENSILE DELL’UNIONE NAZIONALE COMUNI COMUNITA’ ENTI MONTANI

Anno XIV - Numero 4 - aprile 2009 Spedito il 20 aprile 2009

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S.P.A.-

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POST

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-70%

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A.

4No.Aprile2009

COMUNITA’MONTANEPatto di fiume perla Valle Trompia

ACQUAEMONTAGNAServizio idricointegrato

EmergenzaAbruzzoLa solidarietà dellamontagna italiana

EUROP.A.Riforme e CartaAutonomie

2 UNCEMNOTIZIE APRILE 2009

SommarioAPRILE 2009

EDITORIALE

LE NORME

ISTITUZIONI

> Acqua, la sfida del territoriodi Valerio Prignachi

> Sentenza su agevolazioni enti locali> Incentivi fonti rinnovabili> Rischio idrogeologico: risoluzione> Comunità montane e fondo ordinario

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MONTAGNAFUTURA

26 > La fitodepurazionedi Patrizia Casarini

EUROPA> Agenzia Europea Ambiente su carenzaidrica e siccità

> Elezioni europee> Convenzione Protezione delle Alpi

di Maria Teresa Pellicori

di Massimo Bella

> La solidarietà della montagna italiana> Servizio idrico integrato nei territorimontani di Enrico Mattinzoli

> Fondi CM: Uncem chiede interventourgente Governo

> Uncem Sardegna: Umberto OppusPresidente

> EuroPA: Confederazione Uncem-Legautonomie

> Uncem Lazio: workshop su energierinnovabili

> Forestali: il lavoro forestale nel futurobiosostenibile di Salvatore Lo Balboed Ernesto D’AmbrosioL’OPINIONE

> Acqua: ricominciamo da 5di Francesco Saverio Coppola

L’AGENDA DEL MESE

15 > Il Governo locale nella transizionefederale di Fabrizio Clementi eVincenzo Antonelli

NOTIZIE DALTERRITORIO> Un patto di fiume per la Valle Trompia

di Fabrizio Veronesi> Acque del Sebino: coordinarsi peragire insieme di Yasin Yazid

18di Federica Demaria

6 Servizioidrico inmontagna

20Patto di fiumeper la Valle

Trompia

Uncem Lazio: ilworkshop

La solidarietàdellamontagnaitaliana

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APRILE 2009 UNCEMNOTIZIE 3

ACQUA,LASFIDADELTERRITORIO

Le modifiche di 144 sindaci, approvateall’unanimità il 27 gennaio scorso dal Consiglioregionale della Lombardia sulla legge relativa alservizio idrico, rappresentano una tappaimportante nel percorso di utilizzo delle risorsedel territorio da parte degli enti locali.

Tra le principali modifiche, introdottal’impossibilità, da parte dei privati, a partecipareal capitale delle società patrimoniali delle reti edegli impianti. Di conseguenza, la proprietàdelle reti resta di esclusiva competenza degli entilocali. Una conquista importante, per ribadire ilprincipio secondo cui l’acqua non è un prodottodi mercato ma un bene pubblico, e come taleappartiene ai cittadini.La legge lombarda rappresenta una vittoria dellademocrazia dal basso, che rimette al centro delledecisioni sull’acqua le scelte autonome deiComuni attraverso l’AmbitoTerritorialeOttimale, e al tempo stesso un esempio positivodi cooperazione tra i diversi enti che insistonosul territorio. Come dimostrano i progetti chepresentiamo nelle pagine di questo numero, una«governance pubblica» nella gestione del ciclodelle acque non solo è possibile, ma può esserecondotta con efficienza, garantendo sviluppo ecosti contenuti per l’utente finale.

L’Aato di Brescia, per esempio, che soddisfale esigenze di oltre un milione e 100mila utenti,è un esempio di buona pratica e di cooperazioneefficiente tra gli enti sul territorio: Comuni,Province e Comunità montane, all’insegna dellasussidiarietà.

Nel Manifesto lanciato da Asiago al radunodella montagna dello scorso ottobre abbiamoribadito che nell’Italia che si avvia a diventarefederale i diritti dei territori montani e delle loropopolazioni a concorrere sussidiariamente algoverno delle risorse naturali devono essere sanciti,riconosciuti e garantiti. Acqua in primo luogo,ma non solo. Basti pensare alla produzione dienergia da fonti rinnovabili: eolico, biomasse,idroelettrico, e oggi soprattutto solare, grandeopportunità da coniugarsi con il recupero delpatrimonio edilizio dei comuni montani.

Petrolio verde del futuro, che trova nellamontagna e nello spazio rurale il territorio idealesul quale applicare tecniche di sviluppo, econtribuire così a rilanciare l’Italia sulle frontierepiù avanzate dell’innovazione. Ma per realizzare

tutto questo, è necessario un cambio diprospettiva, che riporti la aree montane dalocalità marginali a territori nevralgici per farripartire la macchina Paese.

La tragedia che ha colpito l’Abruzzo neigiorni scorsi, per la quale esprimiamo ancorauna volta solidarietà ai cittadini e alle istituzionilocali, ha messo in evidenza un altro tema sulquale è necessario riflettere e operarecongiuntamente con le Regioni, i Comuni e leProvince, e cioè quello degli isolatori sismici,una tecnica innovativa per la protezione dellestrutture nei terremoti, molto diffusa all’estero,soprattutto in Giappone. Se non prevediamo neiregolamenti di edilizia urbana interventi diquesto tipo, se non riflettiamo sulle condizioninecessarie alla sicurezza dei nostri cittadini,continueremo ad essere esposti a rischi seri e acalamità naturali che possono abbattersi da unmomento all’altro su intere comunità.

L’utilizzo del legno, risorsa fondamentalenella bioedilizia, risponde in questo senso allanecessità di risparmio energetico e di messa inopera di tecnologie antisismiche.Il protocollo siglato di recente con la ProtezioneCivile ha trovato purtroppo un primo campo diapplicazione nell’emergenza abruzzese, e lenostre squadre e i nostri tecnici si sono attivatiimmediatamente a sostegno della popolazione.

Non possiamo però rimandare ancora lanecessità di una politica organica per lamontagna, in grado di garantire da una parte losfruttamento sostenibile e autonomo dellerisorse naturali e dall’altra le condizioni disicurezza degli oltre quattromila Comunimontani, la maggior parte dei quali piccoli epiccolissimi. E per l’attuazione di tali misure, leriformate Comunità montane rivestono unruolo strategico sul territorio, presentandosisempre più come vere e proprie agenzie disviluppo capaci di valorizzare il territorio e lefiliere produttive connesse alla green economy.

Comunità montane motore dello sviluppolocale, pronte a reinterpretarsi in funzione dellenuove esigenze di razionalizzazione istituzionaledefinite con la scorsa Finanziaria, ma al tempostesso custodi dell’importanza strategica digarantire la gestione associata della funzioni,come unico livello intermedio a salvaguardiadell’associazionismo e della sussidiarietà.

Il punto

Notiziario mensile dellaUnione Nazionale ComuniComunità Enti Montani

Anno XIV - Numero 4Aprile 2009

Direttore responsabileEnrico Borghi

CaporedattoreMaria Teresa Pellicori

RedazioneMassimo Bella, FedericaDemaria

Hanno collaboratoPatrizia Casarini, FrancescoSaverio Coppola, ErnestoD’Ambrosio,MarcoGemello, Salvatore LoBalbo, EnricoMattinzoli,Yasin Yazid

Art DirectorAlessandro Palmieri

EditoreUnione Nazionale ComuniComunità Enti Montani(UNCEM)Sede: 00185 Roma, viaPalestro, 30tel. 06/4927251fax 06/4441621

[email protected] internetwww.uncem.itReg. Trib. Roma n. 562/96

Finito di stamparenel mese di aprile 2009presso la SocietàTipografica Romana s.r.l.Via Carpi, 1900040 Pomezia (Roma)

Spedizione in abb. postaleArt. 2, comma 20/c, Legge662/96.Filiale di Roma25 gennaio 2005Spedito il 20 aprile 2009

� Manoscritti e originali,anche se non pubblicati, nonverranno restituiti. Il loro invioimplica il consenso dell’autorealla pubblicazione. E’ vietata lapubblicazione anche parziale ditesti, documenti e fotografie. Laresponsabilità dei testi e delleimmagini pubblicate èimputabile ai soli autori.

UNCEMN O T I Z I E

“già Montagna Oggi - Il montanaro d'Italia”

di Valerio Prignachi

Valerio PrignachiVICERESIDENTE VICARIO UNCEM

4 UNCEMNOTIZIE APRILE 2009

UNCEMEFEDERBIMADERISCONOALLARACCOLTAFONDI LANCIATADALCAI

Istituzioni

LASOLIDARIETA’DELLAMONTAGNAITALIANA

EMERGENZA ABRUZZO

APRILE 2009 UNCEMNOTIZIE 5

La montagna italiana apre un ContoCorrente per dare maggiore concretezza

agli interventi in aiuto della popolazioneabruzzese così duramente colpita dal sisma.Con una lettera congiunta inviata ai Presidentidelle Comunità montane, ai Presidenti deiConsorzi BIM, ai sindaci degli oltre 4 milaComuni montani, ai soci dell’Uncem, del Cai edella Federbim, il Presidente dell’Uncem EnricoBorghi, il Presidente Generale del Cai AnnibaleSalsa e il Presidente della Federbim EdoardoMensi esprimono piena solidarietà ai cittadini ealle istituzioni e invitano tutti i montanari a ungesto concreto di sostegno.“Le immagini che arrivano dall’Abruzzo – hadetto il Presidente dell’Uncem Enrico Borghi –ci impongono gesti di concreta solidarietà, nelsolco della più vera identità montanara. Lascomparsa di intere comunità e paesi montaninon può lasciarci insensibili ma al contrariodeve stimolare ciascuno di noi ad un’azione ditangibile sostegno ai montanari abruzzesi cosìduramente colpiti”.Sulla stessa linea il Presidente Generale delClub Alpino Italiano Annibale Salsa che haricordato: “Ancora una volta la montagna è alcentro di un accadimento naturale tragico. IlCAI è vicino alla popolazione delle Terre Altedell’Appennino, che vivono e presidiano ilterritorio della montagna. Questo conto disolidarietà vuole essere tra le altre, un’azioneconcreta, un aiuto per il territorio e per levittime di questa tragedia.”La Giunta Federbim, riunita a Bergamo,esprime solidarietà e vicinanza alla cittadinanzaabruzzese colpita dal terremoto. Il presidenteEdoardo Mensi sottolinea la volontà di stare afianco dei due Consorzi BIM presenti nellaregione per iniziative che queste vorrannoassumere a favore delle popolazioni colpite.“Federbim - afferma Mensi - è particolarmentevicina ai montanari abruzzesi, in questadifficilissima prova nella quale stanno ancorauna volta mostrando la loro straordinariadignità e forza d’animo, orgogliosamente legatialla loro identità”.

UNCEM AL VERTICE DI PALAZZO CHIGISU EMERGENZA TERREMOTO

� ‘’Le nostre squadre, già incardinate nellecolonne mobili della protezione civile, sonoal lavoro ma e’ importante anchel’impegno sul tema degli isolatori sismici,da prevedere nei regolamenti di ediliziaurbani per favorire la ricostruzione degliedifici anche valorizzando le tecnologieitaliane’’. Così il responsabile Uncem per laprotezione civile Marco Iachetta èintervenuto al vertice di Palazzo Chigisull’emergenza terremoto, alla presenzadel Presidente del Consiglio SilvioBerlusconi e del Governo. La segnalazionedi Iachetta è stata raccolta con interesse da

Berlusconi, che alla fine delconfronto ha chiesto alresponsabile Uncem per laprotezione civile ulterioridelucidazioni.

LA PROPOSTA

L’INTERVENTODIMARCO IACHETTA

IL CC DELLA MONTAGNA

Conto corrente n° 500X36 intestato a“RACCOLTA FONDI IL CAI PER L’ABRUZZO”Banca Popolare di Sondrio – Agenzia Milano 21IBAN IT42 F056 9601 6200 0000 0500 X36

6 UNCEMNOTIZIE APRILE 2009

IstituzioniACQUA

“Le acque costituiscono una risorsache va tutelata ed utilizzata secondo

criteri di solidarietà; qualsiasi loro uso èeffettuato salvaguardando le aspettative e idiritti delle generazioni future a fruire di unintegro patrimonio ambientale”.Così recitano la legge 36/94 (la cosiddettaLegge Galli) e il D.Lgs. 152/2006, che ne haripreso e riconfermato i contenuti, fornendo, amio giudizio, una sintesi perfetta dellanecessità di considerare la risorsa idrica unbene di tutti e proprio per questo di operareperché venga preservata la sua disponibilitàsia in termini quantitativi, che in terminiqualitativi. E se ciò è importante in viagenerale, ancor di più lo diventa nel momentoin cui la risorsa idrica assume il connotato difonte per l’approvviggionamento potabile

dell’uomo. Una possibilità concreta perraggiungere questi obbiettivi è stata offertadalle stesse leggi nella misura in cui hannoindividuato nella riorganizzazione funzionale egestionale del servizio idrico lo strumentoattraverso il quale garantire un maggior livellodi efficacia ed efficienza del servizio e altempo stesso assicurare nel tempo la tutela ela salvaguardia di questa risorsa. Unariorganizzazione che passa attraverso dueacronimi coniati dal legislatore che neriassumono le modalità di attuazione: SII(ovvero Servizio Idrico Integrato) e ATO(ovvero Ambito Territoriale Ottimale),definendo con il primo l’insieme dei serviziidrici dalla captazione e la distribuzionedell’acqua potabile al convogliamento nellereti fognarie delle acque reflue fino alla

restituzione all’ambiente dopo gli adeguatitrattamenti di depurazione e quindiconsiderando unitariamente l’intero ciclodell’acqua, e individuando con il secondo ilcontesto all’interno del quale operare,intendendo con ciò non solo la dimensionegestionale ottimale su cui agire, ma anche lanuova circoscrizione amministrativa digoverno da parte degli Enti locali, Province eComuni, chiamati ad esercitare nonsingolarmente, ma in modo associato lefunzioni di programmazione e di regolazionedel servizio idrico. Si tratta dunque di unagrande opportunità per i Comuni che conquesto sistema hanno la possibilità dimantenere la governance nella gestione delservizio idrico e di rimettere in motosignificativi investimenti infrastrutturali sul

ILSERVIZIO IDRICO INTEGRATONEITERRITORIMONTANI

UNAFONTEDIVANTAGGIEDIOPPORTUNITA’PER LA MONTAGNA L’OCCASIONE DI TRASFORMARE UNA RISORSA NATURALEIN STRUMENTO DI CRESCITA E SVILUPPO

APRILE 2009 UNCEMNOTIZIE 7

loro territorio. Ed è soprattutto una grandeopportunità per i piccoli Comuni e per iComuni montani, questi ultimitradizionalmente legati alla risorsa idrica perragioni naturali, godendo da sempre di grandedisponibilità di acqua e di facile accesso allastessa, ma che di fronte all’evoluzione dellenorme in materia ambientale e alla necessitàdi adeguare via via le proprie infrastrutture, inparticolare nel settore fognario-depurativo,hanno palesato le inevitabili difficoltà direperire sul loro territorio le risorseeconomiche necessarie.Nel contesto dell’ATO, che come noto deveassicurare la copertura dei costi diinvestimento attraverso i corrispettivi tariffaripagati dall’utenza, questi Comuni hannoinfatti la possibilità di usufruire di risorse cheprovengono in buona misura da altre areeterritoriali. Quanto detto fin qui ha trovatopiena applicazione nell’ATO della provincia diBrescia, caratterizzato dalla presenza di realtàterritoriali diversificate dal punto di vistamorfologico e insediativo e dove circa la metàdei Comuni è inserita in un contesto montano(sono 102 i Comuni ricompresi nelle 5Comunità montane presenti nella provincia diBrescia) pur interessando solo circa un terzodegli abitanti della provincia. Vediamoperché.La significativa dimensione territorialedell’ATO di Brescia che coinvolge un bacinodi più di un milione di abitanti e genera unvolume di acqua fatturata di più di 120milioni di m3, contro una media di ATO alivello nazionale che superano di poco ilmezzo milione di abitanti e non raggiungono i50 milioni di m3 di acqua fatturata, ha resopossibile costruire un Piano d’Ambito ingrado di avviare investimenti che nell’arco di25 anni impegnano più di 800 milioni di euro,assicurandone la realizzazione dell’80% entroil tredicesimo anno, ma al tempo stesso dicontenere l’impatto tariffario sugli utenti, alpunto che le tariffe medie nella fase di avvio,se confrontate con i 70 ATO dove è statoavviato il servizio idrico integrato, si attestanoal terz’ultimo posto della graduatoria. Questinumeri hanno facilitato, inoltre, la scelta disuddividere il territorio dal punto di vistagestionale in tre aree omogenee,sostanzialmente coincidenti con i treprincipali bacini idrografici (Oglio, Mella-Chiese, Garda), soluzione che ha resopossibile un percorso di progressivaaggregazione gestionale, storicamente moltoframmentata, ma anche di garantire lasolidarietà tra le diverse aree geograficheall’interno delle singole aree omogenee con laprevisione di opportune compensazioni alivello tariffario. Il confronto infatti tra la tariffamedia prevista dal Piano e le tariffepreesistenti nei Comuni ha permesso in molticasi di applicare tariffe inferiori a quellamedia, compensando i mancati ricavi con leentrate dei Comuni dimensionalmente piùrilevanti e già allineati o addirittura al di sopradella tariffa media.Inoltre la modulazione della tariffa in funzionedegli usi e dei consumi, applicatauniformemente a livello d’ambito ha portato acreare situazioni di favore per alcune tipologie

di utenza, quale l’uso domestico residenziale,penalizzando i forti consumatori e gli usimeno pregiati ed individuando forme disostegno economico per particolari categoriein stato di necessità. Non è venuta meno inogni caso una visione unitaria in termini diprogrammazione e di pianificazione, sullabase degli obiettivi di investimento individuatiper la risoluzione delle criticità rilevate. Alivello di ambito il quadro generale dello statodei servizi ha evidenziato necessità diintervento soprattutto nel settore delcollettamento e della depurazione delle acquereflue. Se infatti, la copertura del servizio diacquedotto sfiora il 100% e si registrano lieviproblematiche solo in alcune zone per effettodi forti incrementi demografici negli ultimianni o per la presenza di flussi turisticistagionali, i dati riferiti alla fognaturaevidenziano che se la popolazione servitamediamente è pari al 94%, in quasi un quartodei Comuni bresciani non raggiunge l’80%.Tali percentuali si riducono ulteriormentequando si riferiscono al settore depurazione.La copertura del servizio raggiunge infattimediamente il 77% della popolazione, masono presenti ampie zone della provinciaancora sprovviste del tutto del servizio, inbuona parte interessanti le valli bresciane, osolo parzialmente servite e il dato è ancormeno confortante se si tiene conto che moltiimpianti esistenti risultano sottodimensionatio tecnologicamente superati.Queste sono le ragioni che hanno guidatol’Autorità d’Ambito di Brescia a privilegiarel’avvio degli investimenti in questo settore e acanalizzare le risorse disponibili verso larealizzazione di schemi intercomunali dicollettamento in corrispondenza delle vallibresciane, assicurando ai territori montani ilritorno di risorse economiche ampiamentesuperiore a quelle generate dai medesimiterritori. Sono oltre 50 i milioni di eurodestinati alla realizzazione di interventi neiComuni montani che entro il prossimotriennio riequilibreranno il gap infrastrutturaleper anni rinviato. Ma non si tratta degli uniciinterventi a favore dei territori montani. Lalegge regionale della Lombardia ha previsto

infatti il riconoscimento di una quota di tariffadel servizio idrico integrato da destinare alleComunità montane per interventi di tutela esalvaguardia dei bacini montani, rinviandonetuttavia la definizione ad atti successivi chenon sono ancora intervenuti.Anche in questo caso l’Autorità d’Ambito diBrescia ha anticipato questa previsione,vincolando una somma annuale pari ad unmilione di euro da riconoscere alle Comunitàmontane per la progettazione e larealizzazione di interventi infrastrutturali perla difesa dell’assetto idrogeologico e lasalvaguardia e la razionalizzazione dellerisorse idriche. Questa cifra è pari a quattrovolte la somma che complessivamente ilterritorio montano destina per alimentarequesto fondo economico. La previsione didestinare annualmente queste somme haanche permesso di capitalizzare questofinanziamento per attuare un piano diintervento articolato con inevitabiliripercussioni positive sullo sviluppo socio-economico dei territori montani.Va infine ricordato che dalla gestione delservizio idrico integrato derivano anche lesomme che l’Autorità d’Ambito riconosceannualmente ai Comuni per l’ammortamentodei mutui contratti per opere sulle reti idrichee gli impianti che liberano in questo modorisorse economiche nei bilanci comunali dadestinare ai propri cittadini. Nel primo bienniodi gestione si sono così resi disponibili per iComuni montani oltre quattro milioni di euro.In definitiva possiamo sostenere che,cogliendone appieno le opportunità, anche iComuni montani bresciani abbiano creato lecondizioni per partecipare attivamente ad uncontesto associativo che li unisce ai restantiComuni della provincia, superando ciò chemolte volte in passato ha prodotto una sortadi isolamento dei territori montani dalprocesso di sviluppo territoriale edeconomico. Con ciò capitalizzando al megliola presenza di una risorsa importante, quale èl’acqua, per la quale alla montagna, che ne èserbatoio naturale per la restante parte delterritorio, viene per certi versi attribuito unriconoscimento che si traduce in opportunitàdi crescita e di sviluppo anche e soprattuttoper le generazioni future.

ENRICOMATTINZOLIPRESIDENTE CONSIGLIOAMMINISTRAZIONECONSORZIO AUTORITÀD'AMBITO PROVINCIA DIBRESCIA

SII e ATO: opportunità per ipiccoli Comunimontani dimantenere la governance nellagestione del servizio idrico

ACQUAETERRITORIO: TUTTI I NUMERIDELL’ATODIBRESCIANumero abitanti 1.108.776Numero Comuni 206Numero Comuni montani 102Numero utenze totali 463.370Numero captazioni 357 pozzi - 536 sorgenti - 19 preseAcqua erogata ogni anno (mc) 120.629.792Investimenti totali nel Piano d’Ambito 2007-2031 (mil. di €) 836,8Investimenti già avviati nei territori montani (mil. di €) 51,5Somme messe a disposizione dei Comuni montani per rimborso mutui (mil €) 4,3Fondo annuale Comunità Montane (€) 1.000.000

Area Ovest: 0,908Tariffa reale media anno 2009 (€€/m3) Area Centrale: 0,987

Area Gardesana: 0,882

8 UNCEMNOTIZIE APRILE 2009

Istituzioni

L’Assemblea della Camera, nellaseduta del 17 marzo scorso, ha

approvato all’unanimità la Mozione, primofirmatario l’On. Dario Franceschini, cheimpegna il Governo a mitigare i vincoli delPatto di stabilità interno con riferimento allasituazione economico-finanziaria degli entilocali. Nella mozione non si considera lagrave condizione in cui versa la finanzaordinaria delle Comunità montane a causadei consistenti tagli previsti dalla finanziaria2008 (pari a complessivi 66,8 milioni dieuro) e dalla legge 133/2008 (30 milioni dieuro per ciascun anno del triennio 2009-2011) al Fondo nazionale di parte corrente,che di fatto realizzano il sostanzialeazzeramento di detto Fondo. Per questo,l’Ufficio di Presidenza dell’Uncem haapprovato il 19 marzo scorso l’ordine delgiorno per richiedere il tempestivo interventodel Governo affinché venga dato immediatoseguito all’impegno assunto con l’O.d.G.Quartiani, approvato il 3 dicembre 2008, chesollecita l’Esecutivo a garantire l’incrementodel fondo ordinario delle Comunità montane,senza aumenti di spesa per la finanzapubblica, tramite l’utilizzo del Fondonazionale per la montagna ex legge n. 97/94.Operazione che consentirebbe di superarenell’esercizio 2009 la drammatica situazionein cui versano i bilanci delle Comunitàmontane, a rischio di irrimediabile dissestofinanziario.L’Ordine del giorno è stato trasmesso aiMinistri competenti e ai Capigruppo diCamera e Senato. Il 24 marzo il Governo ha

inoltre accolto come raccomandazione, nelladiscussione sul federalismo fiscale, l’Odg,presentato sempre dall’On. Quartiani. Neltesto si chiede la massima attenzione per iltema delicato delle implicazioni derivantidalla frammentazione del sistema comunaleitaliano e la conseguente necessità disviluppare ulteriormente il temadell’associazionismo dei piccoli Comuni, lamaggior parte dei quali in montagna. “Inquesti anni – si legge nel testo dell’Ordine delgiorno – le Comunità montane hannoconsentito con la loro azione un livelloprogressivo di crescita e sviluppo territorialeattraverso investimenti nel campo dellascuola, sanità, assistenza, viabilità, trasporti,difesa del suolo, assetto idrogeologico,forestazione, servizi di tutela e valorizzazionedelle risorse idriche, prevenzione incendi,protezione civile, investimenti per lo sviluppo

socioeconomico locale mediante lavalorizzazione delle risorse montane,interventi nel campo dell’istruzione e delleidentità locali dentro un presidio territorialeche produce complessivamente il 17% delprodotto interno lordo”. Perciò si impegna ilGoverno “sia in sede di attuazione dei decretilegislativi di cui all’AC 2105 sia nel momentodella individuazione delle funzionifondamentali degli enti locali, a garantirel’esistenza e la funzionalità delle Comunitàmontane, come confermate e riordinate edalla legislazione regionale applicativa allalegge finanziaria 2008”. “L’accoglimento di questa raccomandazione– ha detto il Presidente dell’Uncem EnricoBorghi – rappresenta un passo importante,perché testimonia il fatto di non volerlasciare da soli i piccoli comuni montani nelcomplesso processo di applicazione del

RISORSE COMUNITA’ MONTANEUNCEM CHIEDE INTERVENTO URGENTE DEL GOVERNO

FONDI

� In data 18 marzo 2008 il Ministerodell’Interno ha reso noto che si rinvia lacomunicazione delle spettanze 2009 persingola Comunità montana allapubblicazione del decretointerministeriale di riduzione dei 30 milionidi euro e alla comunicazione da parte delleRegioni del nuovo assetto. Nel comunicatodegli Interni si legge che l’impossibilità didivulgare gli importi assegnati alle

Comunità montane per trasferimenti erarialidel 2009 è derivata dalla mancatadefinizione del quadro normativo diriferimento e dall’assenza di elementidefinitivi sull’avvenuto riordino delleComunità montane imposto dalla leggefinanziaria per il 2008, n. 244/2007, articolo2, commi da 17 a 22. In assenza di talipresupposti qualsiasi quantificazione degliimporti spettanti non sarebbe stata

MINISTERO DELL’INTERNO

Trasferimenti erariali 2009 per le CM

APRILE 2009 UNCEMNOTIZIE 9

federalismo fiscale”. “Si immagina quindi –aggiunge Borghi – un’ente come laComunità montana che sappia concretizzarerealmente i principi del federalismo,trattenendo a livello locale parte della fiscalitàprodotta dallo sfruttamento e dall’impiegodelle risorse naturali montane a favore deiterritori e delle collettività in un’ottica dilegislazione regionale. Desideriamoesprimere il nostro apprezzamento perl’azione dell’on. Erminio Quartiani e per ladecisione assunta dal governo per mezzo delministro delle riforme Roberto Calderoli chenell’accogliere tale atto di indirizzo politico haancora una volta tenuto fede agli impegniassunti nei confronti degli amministratorimontani italiani, buon viatico questo perl’ulteriore lavoro che sta per aprirsisull’importante capitolo della Carta delleAutonomie”.

possibile e anche l’elaborazione di previsionisarebbe risultata fuorviante. Le spettanze2009 potranno essere determinate soloquando sarà emanato il decreto del Ministrodell’Interno, di concerto con il Ministrodell’Economia e delle Finanze, che fissa lemodalità di distribuzione della riduzione di30 milioni (per il quale il parere dellaConferenza Unificata è stato reso il 12marzo) e ad avvenuta comunicazione, daparte delle regioni, delle Comunità montanenon soppresse e degli enti subentrati aquelle soppresse.

DELEGAZIONI

UNCEM SARDEGNA

� L’assemblea regionale della delegazionesarda dell’Uncem ha eletto il 30 marzoscorso il nuovo Presidente. Umberto Oppus, sindaco di Mandas inprovincia di Cagliari, succede a PeppinoMureddu, che ha guidato l’UncemSardegna per oltre dieci anni.Ai lavori dell’assemblea ha partecipatoanche il Presidente dell’Uncem nazionaleEnrico Borghi e la presidente dellaprovincia di Sassari Alessandra Giudice.“L’avvio della nuova fase della politicaregionale - ha detto il presidente uscenteMureddu - necessita di un raccordonuovo tra gli enti sul territorio, e dirisposte adeguate alle esigenze dei piccolicomuni montani della Sardegna, che lalegge 12/2005, che aveva abolito leComunità montane, non è evidentementeriuscita a dare. E ne è prova il fatto che oltre il 90 percento del Comuni montani sardi hachiesto di ricostituirsi in Comunitàmontana”.A Mureddu ha fatto eco il neo Presidentedella delegazione, Umberto Oppus, che haribadito la necessità di rafforzare lacollaborazione con gli altri livelli sulterritorio e ha anticipato la volontà dilavorare insieme con la Regione a unanuova, vera legge per i piccoli Comunimontani e le loro forme associative, davarare entro il 2009.Intervento a sostegno del ruolo che leComunità montane svolgono sul territorioe piena disponibilità a lavorare insiemeanche da parte della presidente dellaProvincia di Sassari.“Quello che è successo qui in Sardegna -ha detto il Presidente Borghi ringraziandola delegazione Uncem per il delicatolavoro svolto in questi anni - èemblematico di quanto le Comunitàmontane svolgano un ruolo necessario a

sostegno dei piccoli Comuni montani,altrimenti non in grado di erogare servizifondamentali. L’Uncem non sarà il sindacato delleComunità montane, ma la casa comune diciascun livello istituzionale che ritiene dipoter incardinare al proprio interno lepolitiche di sviluppo dei territori montani”.Comunità montane, quindi, come unicolivello sovracomunale obbligatorio pressoil quale far aderire la libera scelta deiComuni.“I nostri territori non sono residuali - hacontinuato Borghi - al contrario, nell’eradella green economy questi territoristanno acquisendo a tutti i livelli centralitàassoluta nella prospettiva del rilancio dellacrescita del Paese. Ci auguriamo di poterriprendere su questo un dialogocostruttivo con la Regione, del qualel’appuntamento di oggi pomeriggio conl’assessore agli enti locali Gabriele Asunispuò rappresentare l’avvio”.

UMBERTO OPPUS PRESIDENTE

Ripartire dalle nuoveComunità montane insieme aComuni, Province e Regioni

10 UNCEMNOTIZIE APRILE 2009

Istituzioni"CONFEDERAZIONE UNCEM - LEGAUTONOMIE"

“Il percorso verso la Carta delleAutonomie e il federalismo fiscale è

complesso e rimangono ancora nodiimportanti da risolvere” - ha detto ilPresidente dell’Uncem Enrico Borghi,intervenendo ai lavori della mattina. “Puressendo state recepite nel federalismo -continua Borghi - alcune nostre istanze, tra lequali il principio di perequazione, ènecessario che nella nuova Carta si prevedal’obbligatorietà dell’associazionismocomunale intorno alle funzioni fondamentaliche il livello autonomo non riesce agarantire. In montagna, questo significa ununico livello associativo sovracomunaleobbligatorio. Alla vigilia della stagionecongressuale delle associazioni delleautonomie è inoltre necessario lanciareun’idea politica forte per il sistema delleautonomie locali, capace di rafforzare larappresentanza unitaria eliminando ognirischio di corporativismo”. Dai sindacipresenti, allarme per lo stato di dissestodegli enti locali alla vigilia delle sfideriformiste, mentre il direttore generale delComune di Legnano e presidente Andigel,l’associazione dei dirigenti degli enti locali,ha ribadito l’equazione autonomia-responsabilità, che deve essere alla base deiprovvedimenti della politica. “Dopo le banche- ha detto il sindaco di Imola Daniele Manca -è ora il turno degli enti locali. Siamo di frontea vincoli, patti e saldi incomprensibili.

L’eliminazione dell’Ici, il blocco delleaddizionali, i tetti al patto di stabilità e le suecontinue modifiche mettono a serio rischio ilsistema del welfare e dei servizi”.Allarme condiviso dal sindaco di Serra deiConti Bruno Massi e dal sindaco di FerraraGaetano Sateriale, che ha parlato di“controffensiva politica al potere dei sindaci”,chiedendo che si risolva la contraddizione tracentralizzazione e federalismo fiscale,attraverso l’attribuzione delle risorse aiComuni. Unioni di Comuni e Comunitàmontane a confronto l’altro tema che laConfederazione Uncem - Legautonomie hasottoposto alla platea di EuroPA. Lontani dauna contrapposizione strumentale efuorviante, la Confederazione ha riaffermatola necessità di rafforzare entrambi i modelli,rendendoli obbligatori e non sovrapponibili,con l’assegnazione di funzioni fondamentaliche rispondano al principio di adeguatezzaorganizzativa e finanziaria. Dopo le relazionidegli esperti - tra i quali Eduardo Racca perUncem, Patrizia Messina dell’Università diPadova, Elena Gamberini direttrice Unionedei Comuni Bassa Reggiana, Ezio Guerci per

Legautonomie, Luigi Gentilucci PresidenteCM Camerino e Tommaso Dal Boscodirettore generale Uncem - un campione diComunità montane ha partecipatoattivamente al Seminario, presentandonumerose esperienze sul territorio adimostrazione del ruolo attivo che questi entisvolge a sostegno dei Comuninell’erogazione dei servizi essenziali.Tra queste, la Comunità montana del CentroCadore,Val Cavallina, del Mugello,Lagonegrese, dell’Ufita, Lunigiana, ValleSabbia, Alta Valle Fiastrone, Chienti e Nera,del Brenta, Centro Cadore, Valli del Taro e delCeno, del Montefeltro. EuroPA è stata inoltre occasione per fare ilpunto sulle attività di protezione civile nelleautonomie locali. Aperto dai saluti delPresidente dell’Uncem Emilia RomagnaGiovan Battista Pasini e moderato dalresponsabile Uncem per le attività diProtezione Civile Marco Iachetta, il convegno“La Protezione Civile e le Autonomie locali”ha presentato inoltre il protocollo d’intesasiglato di recente tra Uncem e ProtezioneCivile. Una tavola rotonda sulle esperienze diComuni, Comunità montane, Volontariato ePolizie locali relativamente all’organizzazionedi strutture di Protezione civile è statamomento importante di scambio e confrontosul tema. Insieme alla dirigente del servizioenti locali della Protezione Civile CarmelitaAmmendola e al responsabile Uncem Marco

FEDERALISMO FISCALE E ASSOCIAZIONISMODA EUROP.A. - IL SALONE DELLE AUTONOMIE LOCALI, UNCEM E LEGAUTONOMIEESPRIMONO FORTE PREOCCUPAZIONE PER LO STATO IN CUI IL SISTEMA DELLE AUTONOMIE LOCALI ARRIVERÀ ALL'APPUNTAMENTO CON LE RIFORME

Borghi: “In montagna unicolivello associativosovracomunale obbligatorio”

APRILE 2009 UNCEMNOTIZIE 11

Iachetta si sono riunite 7 Comunità montanein rappresentanza di tutto il territorionazionale che hanno presentato punte dieccellenza meramente significative nelpanorama delle attività di protezione civileitaliane. CM Val Pellice: pianificazione intercomunale– sala operativa per le Olimpiadi invernali edata base relazionale per le risorse;CM dell’Ufita: sistema di monitoraggioprevenzione incendi boschivi attraverso retesensori a infrarossi;CM Forlivese: progetti europei nel settoredella protezione civile;CM del Mugello: sistema di ricerca personein montagna con supporto satellitare;CM Alto Agri: potenziamento dell’aviosuperficie per accoglienza canadair e altrivelivoli per lotta aerea;CM Camerino: sistema di gestione dellesquadre di intervento con palmari gps;CM Valnerina: modellizzazione del servizio diprotezione civile associato mistopubblico/volontariato.“La montagna italiana – ha detto MarcoIachetta – ha dimostrato ancora una voltache nel settore della protezione civile ci sonotesori nascosti in tutta Italia. Le esperienzeoperative, e non parlo di progetti futuribilima di azioni concrete e funzionanti,presentati a Rimini devono diventare unesempio da diffondere e trasferire alle altrerealtà montane”.

L’INIZIATIVA

UNCEM LAZIO

� “Gli impieghi delle fonti di energiarinnovabile per la tutela dell’ambiente” èun progetto predisposto dallaDelegazione Regionale Uncem Lazio traComunità gemellate nel quadrodell’attuazione di un processod’integrazione tra realtà locali italo-polacco-francesi. L’iniziativa gode delpatrocinio dell’EACEA-Educations,Audiovisual and Culture ExecutiveAtgency dell’Unione Europea e dellaRegione Lazio - Assessorato all’Ambientee Cooperazione tra i Popoli edell’Assessorato Affari Istituzionali, EntiLocali e Sicurezza. All’interno di questopercorso nasce l’idea di organizzare unworkshop in attuazione del programmaeuropeo “Europe for Citizen “2007-3013”.Scopo dell’iniziativa è di promuovereforme di collaborazione in applicazionedei bandi dell’Unione Europea riguardanti

lo sviluppo sostenibile dell’energia(Programma “Energia intelligenteEuropa” - azione Altener) che prevede lapromozione di fonti di energie nuove erinnovabili per la produzione centralizzatae decentrata di calore e freddo.Il workshop, che si terrà dal 18 al 21Giugno 2009 a Fiuggi (FR), è diretto agliamministratori degli enti locali (Regioni,Province, Comuni, Comunità montane,Distretti e Municipalità), alle aziendeimpiantistiche, allestitrici, industrie,import ed export del settore e al mondodella formazione professionale di Italia,Polonia e Francia. Il workshop, al qualeparteciperanno 126 delegati dei paesi

WORKSHOP SU IMPIEGHI ENERGIE RINNOVABILIPER TUTELA AMBIENTE

Il Workshop tra Comunitàgemellate di Italia, Polonia eFrancia si svolgerà a Fiuggi

patrimonio culturale locale e, pertanto, lepopolazioni della montagna sono in gradodi trarre dai prefigurati nuovi impegni inquesto campo quei risultati di dotazionioperative e di ritorno economico che sonodeterminanti nel processo di sviluppoorganico programmato per i territorimontani. Il potenziamento, poi, dell’impegnopromozionale attraverso il collegamento conesperienze imprenditoriali ed internazionali –fortemente voluto dai programmidell’Unione Europea – servirà amassimizzare l’apporto di collaborazione egli attesi ritorni”.

� L’argomento del Workshop è di talefondamentale importanza e coinvolge tutti isoggetti impegnati, in qualche modo, nellaconduzione e nella gestione del territorio,della società e delle loro funzionaliarticolazioni. L’Uncem Lazio si è da tempoimpegnata in iniziative di studio e dipromozione delle opportunità riscontrabilinel settore delle “fonti energeticherinnovabili” nella consapevolezza chel’ambiente montano esibisce in massimamisura i presupposti per una largaapplicazione delle relative tecnologie eproduzioni nel rispetto dell’ambiente e del

IVANO POMPEI

Rinnovabili: opportunità straordinariaper i territori montani

12 UNCEMNOTIZIE APRILE 2009

Istituzioni

I lavori si svolgeranno con l’ausilio della traduzione simultanea (Italiano, Francese, Polacco).

ARGOMENTI

Presentazione degli obiettivi e del programma del workshopLinee della politica europea in tema di energia e sostegni predisposti per losviluppo delle fonti rinnovabili e per le azioni di risparmio energetico.Linee politiche e sostegni definiti dalle autorità nazionali e regionali dei 3 Statidi appartenenza degli enti partecipanti.

Dibattito

Presentazione di esempi di “buone pratiche” realizzate o in via di realizzazionenei 3 Paesi di appartenenza degli enti partecipanti

3 sessioni parallele di confronto sui seguenti temi:“Esperienze e prospettive di impiego delle fonti di energia rinnovabili”“Azioni di sensibilizzazione e educazione delle comunità alle caratteristiche eai vantaggi delle energie rinnovabili”“Tecnologie degli impieghi delle energie rinnovabili: opportunità di mercato”

Completamento dei lavori delle 3 sessioni parallele: sintesi dei risultati

Presentazione dei risultati delle 3 sessioni parallele e discussione plenaria

Confronto e dibattito per la selezione delle priorità progettuali e designazionedei partecipanti al tavolo di confronto finale

Tavolo di confronto per la definizione dei temi prioritari di cooperazione deglienti partecipanti e per l’impostazione di un progetto da avviare al ProgrammaUE “Intelligent Energy”

1° GIORNOMattino9,30-10,30

10,45-12,30

12,30-13,30

Pomeriggio15,00-17,00

2° GIORNOMattino9,30-13,00

Pomeriggio15,00-1700

3° GIORNOMattino9,30-13,00

Pomeriggio15,00-17,00

4° GIORNOMattino9,30-13,00

REGIONE LAZIOGli impieghi delle fonti di energia rinnovabili per la tutela dell’ambiente

e lo sviluppo sostenibileWorkshop tra Comunità gemellate di Italia, Polonia e Francia

Programma UE “Europe for citizens 2007-2013”18-21 Giugno 2009 - Fiuggi (Fr)

L’INIZIATIVA CRISI ECONOMICA

In tanti oggi si chiedono come si puòuscire dalla grave crisi economica,

che qualcuno continua a minimizzare, senon addirittura a negare. Tante soluzioni,tante scuole di pensiero. Tutti peròconcordano che occorre ritornare a darvalore alle “cose”, a ciò che ha solidità eprospettiva, poiché la finanza creativaproduce valori effimeri e virtuali, producesogni da cui ci si sveglia senza nulla inmano, sicuramente più poveri. E alloraguardiamo le “cose”, non già conl’atteggiamento di chi per timore del futurosi rifugia nel passato, bensì con l’occhio dichi torna a riguardare ciò di cui dispone e dacui può attingere risorse e possibilità primasottovalutate. Parliamo,in questo caso, delnostro patrimonio forestale, un beneimportante del nostro Paese, da cui èpossibile ricavare risorse, benefici di varianatura, ricchezza insomma. La superficieforestale italiana si estende per 10.673.589ettari, vale a dire per il 35% dell’interoterritorio nazionale. Tale dato è di notevolerilevanza se solo pensiamo alla necessità dirispettare le direttive comunitarie per ridurregli inquinamenti e il raggiungimento degliobiettivi di Kyoto, per ridurre fortemente ilCO2 e le polveri atmosferiche. In aggiunta,possiamo vantare un patrimonio particolareda salvaguardare: l’imponente mole dibiodiversità vegetale e animale presente.Alla luce di ciò, tale superficie forestale vaincrementata, soprattutto in quelle regioniche sono già a rischio di desertificazione oche non dispongono di aree boscatesufficienti. Parliamo della Puglia, dellaSicilia, del Veneto, dell’Emilia Romagna edella Lombardia. E’ possibile rimboschirealmeno 2.000.000 di ettari di terreno, cheora sono abbandonati o non utilizzati. Ma ilrimboschimento va ripensato anche sulpiano della qualità: in passato si è procedutoa piantumare essenze che avevano benpoco a che fare con gli habitat naturali,storicamente consolidati. Col risultato dinon ottenere uno sviluppo del sottobosco,con effetti negativi per gli equilibri e gliassetti ecologici. A tale obiettivo va aggiuntoun grande programma d’interventiall’interno delle aree urbane. Il rilancio e lariqualificazione dei boschi urbani, dei parchi,delle ville e dei giardini rappresentano unanecessità non più rinviabile, laddovemaggiormente si addensano i problemid’inquinamento ambientale. Piuttosto cheinsistere sui progetti di cementificazione,occorre ripensare alla difesa,riqualificazione,allargamento e manutenzione del verdeurbano. Si otterrebbero benefici per tutti enuovi posti di lavoro. Il quadro suddettoandrebbe completato con l’attenzionemaggiore che merita il bene “acqua”, poichétutti, anche qui, convengono che nelprossimo futuro, tale bene sarà, insieme allederrate alimentari, più strategico dellostesso petrolio. Va rivista la generazione e lagestione dei corsi d’acqua, con uno sforzodi grande e attenta progettualità, cheandrebbe posta anche per interventi a difesadei bacini naturali ed artificiali, oggi colpitida processi d’interramento che limitano lacapacità d’invasamento delle acque. Non va

� FORESTAZIONE

partecipanti provenienti dal mondouniversitario, dal settore delle energierinnovabili, dalle associazioniambientaliste, di categoria, ordiniprofessionali, autonomie locali e altro,articolerà i lavori in tre giornate, inoccasione delle quali saranno illustrate lepolitiche e gli indirizzi dei paesipartecipanti, le norme che disciplinanoed incentivano le iniziative, i risultaticonseguiti, le principali opere e leeconomie conseguite. Gli obiettivi delworkshop sono essenzialmente due:identificare le ipotesi di avvio di unacooperazione multilaterale stabile per lacreazione di una rete tra le Comunitàgemellate e favorire un confronto tra irappresentanti delle Comunità gemellate,teso all’impostazione di una piattaformaper un progetto da avviare al ProgrammaUE “Intelligent Energy”.Tre i tavoli di lavoro: uno politico

amministrativo, un secondo tra operatoridel settore e, infine, un terzo per laformazione di tecnici allestitori emanutentori delle strutture cheproducono energia alternativa. Scopi efinalità, pertanto, sono quelli di trovarepunti di incontro per una collaborazionetecnico progettuale nel contesto diprogrammi previsti per la realizzazione diopere ed impianti, a carattereintereuropeo, in parternariato attraversoun’agenzia che coordini le iniziative chesaranno sottoposte ai competenti organidell’Unione Europea, ministeriali eregionali. L’evento rappresenterà un importantemomento di confronto tra le esperienzedelle varie figure professionali cheoperano nel settore delle fonti rinnovabilinei tre Paesi coinvolti, per gettare le basidi una collaborazione effettiva edefficace.

APRILE 2009 UNCEMNOTIZIE 13

CRISI ECONOMICA

IL LAVORO FORESTALE NELFUTURO BIO-SOSTENIBILE

trascurata,infine, quell’emergenza che ormaipuntualmente torna ad affliggere in ogniestate i boschi italiani (a dire il vero, di ogniparte del mondo): gli incendi. Vapredisposto un piano nazionale, d’intesa conle regioni e capace di coordinare tutte leforze in campo, in grado di adottare misuredi prevenzione di contrasto degli incendirealmente efficace ed efficiante.La messa in moto di tali progettualità e ditali iniziative può generare giornate dilavoro e occupazione qualificata, siamanuale che intellettuale. Nel 2008 sonostati impegnati, nel nostro Paese, circa65.000 lavoratori forestali, presenti per il60% circa in Sicilia e in Calabria.Lapresenza prevalente in quelle due regioni èil frutto delle politiche assistenziali degliultimi 40 anni, ma le iniziative sindacalidegli ultimi anni hanno provocato una fortecontrotendenza, concordando il bloccodelle assunzioni e un utilizzo più razionale efinalizzato di tali, importanti risorse umane.Oggi, a giudizio della Flai, possono essereutilizzate le risorse finanziarie dei Piani diSviluppo Rurale 2007-2013, pari a oltre1.600.000.000 euro (pari al 9.6% dei PSR),capaci di realizzare quei progetti per laforestazione, in grado di utilizzare, inaggiunta agli attuali occupati, 75.000lavoratori, di cui 65.000 per sette mesil’anno e 10.000 a tempo indeterminato. Inquanto a risorse finanziarie disponibili, cisono anche i fondi per la formazione

l’obiettivo principale. La Flai Cgil ha giàpresentato e illustrato queste proposte alleproprie controparti. Le presenterà anche algoverno e alle istituzioni direttamente oindirettamente interessate. Su queste basisi può costruire un’importante fase per ilrinnovo contrattuale dei lavoratori forestalie perseguire l’obiettivo di uscire dalla crisieconomica, con soluzioni per i lavoratoridirettamente interessati e con benefici perl’intero Paese.Salvatore Lo Balbo > Segretario Nazionale FlaiErnesto D’Ambrosio > Dipartimento Agricoltura Flai

continua, per attuare un piano diformazione continua per tutti i lavoratori.Questi lavori andrebbero fattiprevalentemente in tutte le regioni. E’opportuno specificare che in Calabria sipone un problema di un miglior e piùproduttivo utilizzo delle risorse umaneesistenti e di sblocco delle assunzioni inalcuni bacini forestali, in Sicilia vàconfermata la positività fase di calo delnumero degli occupati e l’incremento dellavoro procapite, mentre in Valle d’Aosta laulteriore qualificazione degli interventi è

APPREZZIAMO LA SCELTA FATTA DALL’UNCEM DI APRIRE IL PROPRIO MENSILE A TUTTI I SOGGETTIDEL SETTORE E IN PARTICOLARE AL SINDACATO

QUADRO RIEPILOGATIVO DEGLI INTERVENTI (elaborazione Flai Cgil nazionale)

TIPOLOGIA DELL’INTERVENTO €€ PER SETTE ANNI GIORNATE DI LAVORO PER SETTE ANNIAcquisizione nuove aree 230.000.000 2.000.000e primo imboschimento Rinaturalizzazione delle aree boscate 230.000.000 2.000.000 Decementificazione e opere di 150.000.000 1.000.000bio-ingegneria dei corsi d’acquaAttività di prevenzione dagli incendi 400.000.000 3.200.000Attività di repressione degli incendi 200.000.000 1.600.000Interventi nelle aree urbane 200.000.000 1.400.000Tutela degli invasi dall’interramento 200.000.000 1.400.000TOTALE 1.610.000.000 12.600.000

Le giornate di lavoro sono da utilizzare per l’80% con rapporti di lavoro a tempo determinato pari all’80% delle giornate; inoltre le giornate andranno utilizzate sia per lavoro manuale sia per lavoro intellettuale e tecnico, pari rispettivamente al 70 e 30%.

NUMERO LAVORATORI A TEMPO DETERMINATO = 65.000 per sette mesi l’annoNUMERO LAVORATORI A TEMPO INDETERMINATO = 10.000NUMERO LAVORATORI INTELLETTUALI E TECNICI = 20.000NUMERO LAVORATORI MANUALI = 55.000

14 UNCEMNOTIZIE APRILE 2009

Cinque proposte che possonorappresentare l’avvio di unapolitica strutturata di rilanciodel comparto

Istituzioni

Le analisi e le elaborazioni svoltedall’Associazione Studi e Ricercheper il Mezzogiorno sul tema delle

risorse idriche nel Sud, i fattori dicompetitività evidenziati e le conclusioniformulate, hanno portato all’individuazione diproblematiche sulle quali mi sentirei di farealcune riflessioni utili al superamento dellecriticità riscontrate, allo sviluppo dellacompetitività nel settore idrico, ed alcontestuale miglioramento dello statoinfrastrutturale del paese. Le cinque propostepossono rappresentare una prima base peravviare un processo di definizione di unastrutturata politica di rilancio del comparto.Il quadro normativo di riferimento. L’estremavariabilità del panorama normativo,caratterizzata da repentini cambi di regole,non ha certo giovato al settore. Quello cheoccorre è, infatti, un sistema di regole certe,coerenti, trasparenti e stabili, sul quale poterfare programmi di sviluppo, adeguare lestrutture, elevare progressivamente glistandard di servizio. Ciò comporta lanecessità di un ripensamento delledisposizioni relative al ruolo ed ai contenutidei Piani d’Ambito. In particolare occorredefinire gli ambiti decisori degli enti locali daun lato e dei gestori dall’altro; gli enti locali,organizzati in Ato, indicherebbero gli standardqualitativi di prestazione come pure ifabbisogni di sviluppo delle reti e degliimpianti in un definito quadro di compatibilitàeconomico-finanziarie, riservando alladimensione imprenditoriale il ruolo diproporre soluzioni sul piano gestionale. Nellospecifico, per quanto concerne leinfrastrutture, dovrebbe spettare al Pianoindicare le opere da realizzare mentredovrebbe competere al gestore la definizionedei conseguenti programmi di investimento.Razionalizzazione delle competenzepubbliche. Occorrerebbe prevederel’istituzione di un ente di regolazione dotato diadeguati strumenti e competenze, ecaratterizzato da indipendenza ed autonomiarispetto al Governo, che definisca le regole perla tariffa e la sua revisione periodica, icontenuti minimi dei contratti, i livelli minimidi servizio, e consenta la comparazione delleprestazioni dei gestori su scala nazionale edinternazionale, e che quindi sia in grado dirappresentare un punto di riferimentoautorevole e qualificato per Ato, gestori econsumatori. E’ necessario ripensare l’interosistema di pianificazione nazionale, regionalee locale, in cui ad un baricentro nazionalevengano ad affiancarsi satelliti territoriali.L’attività delle diverse Autorità d’Ambito, piùvicine al territorio, potrebbe concentrarsimaggiormente sulla definizione del piano degliinvestimenti, sull’affidamento del servizio esul controllo degli obblighi delconcessionario, in termini di tutela dellaqualità della risorsa e di rispetto degli

standard di servizio. L’intervento del privato. La strada da seguireper rendere più appetibili gli investimenti delsettore al capitale privato dovrebbenecessariamente prevedere la realizzazione diuna serie di iniziative, quali ad esempio lariperimetrazione degli ambiti territoriali condimensioni tali da consentire sufficientieconomie di scala e l’individuazione di untasso di redditività che renda remunerabilel’investimento in modo da soddisfare leaspettative dell’investitore, compatibilmenteperò con una curva tariffaria sostenibile perl’utenza. In un tale contesto la presenza di unregolatore pubblico sarebbe una garanzia perdisciplinare il livello delle tariffe in modo danon farle aumentare oltre un certo limite;fissando equamente un margine che remunerii costi sostenuti dal privato. La competenza,l’indipendenza e la stabilità del regolatoresarebbero le condizioni più importanti perfavorire l’afflusso di capitali privati. Un quadronormativo stabile nel tempo, basato su criteritrasparenti e non discrezionali è essenziale perattrarre gli investitori privati.Il meccanismo di calcolo della tariffa.Occorrerebbe rivedere il sistema tariffario diriferimento, che dovrebbe essere concepito inmodo da garantire una tariffa di partenzaequamente remunerativa, che rispetti lasolidarietà sociale salvaguardando le fasce di

reddito più basse; articolando i diversi livelli diprezzo in funzione delle fasce di consumo.Dovrebbe inoltre includere componentiincentivanti la produttività, la qualità delservizio, gli investimenti, e infine lasostenibilità ambientale. Le tariffe dovrebberotenere maggiormente conto degli indicatori dicomplessità dei diversi territori,contemplando le esigenze degli operatori chegestiscono il servizio idrico, risultando in talmodo espressione dell’efficienza edell’efficacia delle gestioni. La determinazionedei livelli tariffari sulla base dellecaratteristiche dei diversi territori risulterebbeutile anche ai fini della composizione di unefficiente mix di fonti di finanziamento, in cuialla tariffa andrebbero affiancati strumenti difinanza pubblica locale, anche evoluti.Rimodulazione della pianificazione d’ambito.Occorrerebbe anzitutto rideterminare i tempiprevisti nei piani d’ambito per gli investimenti.L’esigenza nasce dal ritardo di attuazione dellamaggior parte dei piani di ambito edall’eccessiva ambizione dei programmi diinvestimento in essi contenuti. Ciò dovrebbeessere fatto fissando nel piano una serie diobiettivi che il gestore deve raggiungere, inuna piena concertazione tra quest’ultimo el’ATO che ha elaborato il piano degliinvestimenti e che deve controllarne larealizzazione. Garantire, dunque, una proficuadialettica tra i soggetti interessatisignificherebbe operare a vantaggio delterritorio e della clientela servita.Allora si riparte?

FRANCESCO SAVERIO COPPOLADIRETTORE DELL’ASSOCIAZIONE STUDI ERICERCHE PER IL MEZZOGIORNOWWW.SRMEZZOGIORNO.IT

ACQUA: RICOMINCIAMO DA 5FRANCESCO SAVERIO COPPOLA, DIRETTORE DELL’ASSOCIAZIONE STUDI E RICERCHE PER IL MEZZOGIORNO. UNARIFLESSIONE SUL TEMA DELLE RISORSE IDRICHE NEL SUD E CINQUE PROPOSTE PER IL RILANCIO

RISORSE IDRICHE

L’OPINIONE

APRILE 2009 UNCEMNOTIZIE 15

L’AGENDA DEL MESEEventi, convegni, cultura…

Flash

Milano 7-8 maggio

Il convegno si rivolge alla comunitàscientifica e ai portatori di interessedell’agricoltura invitandoli ad interveniresul tema della risorsa suolo

www.ettarozero.irealp.it

EVENTO LUOGO DATA IN BREVE PER SAPERNE DI PIU’

Ettaro Zero - FarePaesaggio, CostruireNatura, PrendersiCura del Suolo

Italia 16 maggio

Una giornata tutta dedicata allapromozione dell’energia solare e dellefonti rinnovabili. Per capire comefunzionano, quanto costano, come siinstallano e quanto ci fanno risparmiare.

www.ecosportello.orgSun Day

Milano 27-29 maggio

Il mondo e il mercato delle rinnovabili è ingrado di garantire rendimenti elevati intermini di sviluppo economico e creazionedi posti di lavoro? Se ne parla con espertidel settore

www.enersolarplus.com/en/index_esp.aspEnerSolar+ 2009

Chiavenna/I;Castasegna/CH 29-30 maggio Colloquio sui mutamenti climatici nelle

Alpiwww.alpinestudies.ch/veranstaltungen.html

Le Alpi inmutamento tra rischie possibilità

Milano 3-5 novembre

Salone della Comunicazione Pubblica deiServizi al Cittadino e alle Imprese.Convegni e incontri sulle tematiche diattualità: e-government, social media,empowerment del cittadino

www.compa.itCOM PA

La Colle surLoup/FR 1-6 giugno

Eceee fornirà a politici, ricercatori, attivistie professionisti le informazioni suefficienza energetica del pensiero e dellepratiche.

www.eceee.org/summer_studyEceee 2009 SummerStudy

� Edizioni CEL, l’opera è ideata e curata daFabrizio Clementi e da Vincenzo Antonelli e,con le caratteristiche sperimentali propriedi una ricerca aperta in corso, vuoleaffrontare e confrontarsi con le principaliquestioni che sono all’ordine del giorno siadegli studiosi che degli operatori delsistema autonomistico italiano. La“grande” riforma delle Autonomie localiavviata con la legge n. 142 del 1990 stafinalmente raggiungendo l’apprododefinitivo? Dopo la riforma del 2001 delTitolo V della Costituzione e in presenza

ricerca sperimentale,con la quale siintende favorire laconvergenza nelleresponsabilità di ognioperatore, tra la dimensione culturale edinterpretativa del proprio ruolo e la capacitàdi individuare metodi e contenuti per larisoluzione delle principali problematiche.Al volume, è collegata una nuova BancaDati on-line “governo locale” – a cui siaccede digitandowww.governolocale.celservizi.it.

La pubblicazione fornisce strumenti utili agli enti locali per rendere effettive innovazioni già presenti in ordinamento

> Ordinamento governo locale

IL GOVERNO LOCALE NELLA TRANSIZIONE FEDERALE

dell’articolo 114 della Carta, che riconoscee legittima la pluralità degli ordinamenti(locali, regionali, statale) costituenti laRepubblica, è possibile affermare che ègarantito e praticabile un principio diresponsabilità degli attori politici eamministrativi delle istituzioni localiparitario con quello riguardante icorrispondenti attori regionali e statali? Ecome si può esercitare questaresponsabilità paritaria nell’ordinaria azionepolitica ed amministrativa quotidiana? Conquesto volume si tenta di avviare una

16 UNCEMNOTIZIE APRILE 2009

�� Il Comitato permanente per ilmonitoraggio sull’attuazione delle politichedell’UE (che lavora all’interno dellaCommissione per le politiche UE dellaCamera) ha avviato il 13 marzo l’esameistruttorio della sentenza della Corte digiustizia delle comunità europee dell’11settembre 2008 (cause da C-428/06 a C-434/06) avente ad oggetto agevolazionifiscali da parte di enti territoriali.La sentenza interviene sul rapporto tra lemisure fiscali di vantaggio adottate da unente territoriale (regionale o locale) e ladisciplina comunitaria degli aiuti di Stato,chiarendo i presupposti per l’individuazionedelle «misure regionali selettive» (soggettealla disciplina degli aiuti di Stato).Il pronunciamento fa riferimento allasentenza del 6 settembre 2006, con la qualela Corte di Giustizia ha chiarito la propriaposizione in materia di applicazione delladisciplina comunitaria degli aiuti di statocosiddetti «selettivi» e adozione di misurefiscali favorevoli (come l’adozione diun’aliquota fiscale ridotta) in determinatearee geografiche dei Paesi membri.Allorché si tratta di esaminare se unprovvedimento abbia carattere selettivo, laCorte afferma che è essenziale determinareil contesto di riferimento, ma che talecontesto non è necessariamente definitoentro i limiti del territorio nazionale.Conseguentemente, per valutare laselettività di una misura adottata daun’entità territoriale e intesa a stabilire,unicamente in una parte del territorio di unoStato membro, un’aliquota fiscale ridotta inconfronto all’aliquota in vigore nel resto deldetto Stato membro, occorre verificare se ildetto provvedimento sia stato adottato datale entità nell’esercizio di poterisufficientemente autonomi rispetto algoverno centrale e, eventualmente,accertare se il provvedimento si applichieffettivamente a tutte le imprese stabilite o atutte le produzioni realizzate nel territorio dicompetenza di tale entità.In una situazione in cui un ente regionale oterritoriale, nell’esercizio di poterisufficientemente autonomi rispetto al poterecentrale, stabilisce un’aliquota fiscaleinferiore a quella nazionale ed applicabileunicamente alle imprese presenti nelterritorio di sua competenza, il contestogiuridico rilevante per valutare la selettivitàdi una misura fiscale può limitarsi all’areageografica interessata dal provvedimento,

SENTENZA SU AGEVOLAZIONI ENTI LOCALIqualora l’ente territoriale soddisfideterminate condizioni, in virtù del suostatuto e dei suoi poteri, e dunque ricopraun ruolo determinante nella definizione delcontesto politico ed economico in cuioperano le imprese presenti nel territorio disua competenza.A tale proposito, la Corte distingue tra:misure di vantaggio relative a tributi erariali,stabilite dal governo centrale ed applicabilisolo con riferimento a determinate areegeografiche. In questa ipotesi, la Corte haaffermato ci si trovi sempre dinanzi ad unaiuto di Stato);misure di vantaggio relative a tributi erarialistabilite dalle collettività territorialinell’esercizio di facoltà ad essesimmetricamente attribuite. In questosecondo caso la Corte ha asserito che lasimmetrica attribuzione alle collettivitàterritoriali del potere di variare l’aliquotafaccia sì che non ci sia la possibilità diindividuare un livello imponibile «normale»di riferimento, che funga da parametro peripotizzare l’esistenza di una deroga altrattamento generale; pertanto la misuranon costituisce aiuto di Stato;misure che stabiliscono un trattamento difavore con riguardo ad un tributo nazionale,adottate da alcune collettività territoriali (edapplicabili unicamente alle imprese situateall’interno del territorio di loro competenza)che dispongono di una potestà preclusa allageneralità delle collettività territoriali di parilivello. Con riferimento a questa terzaipotesi, la Corte di giustizia ritiene che, nonessendoci la «simmetria», affinché «ilcontesto giuridico rilevante per valutare laselettività di una misura fiscale (possa)limitarsi all’area geografica interessata dalprovvedimento» debbano sussistere unaserie di condizioni. La sentenza in esame sioccupa, in particolare, di recare precisazionirelative sia ai requisiti di autonomiafinanziaria, sia ai poteri di verifica, da partedel giudice nazionale, dell’esistenza deirequisiti medesimi.In particolare, per quanto attieneall’autonomia procedurale, i giudici

comunitari hanno stabilito che essa sussisteanche a fronte di procedimenti diconcertazione, purché, precisano i giudici,la decisione finale presa in esito a taleprocedimento sia adottata dall’enteinfrastatale e non dal governo centrale.L’obbligo dell’ente territoriale di tenere inconsiderazione, nel processo decisionale,l’interesse dello Stato e il rispetto dei limitidelle competenze (anche dettati da normecostituzionali, come nel caso spagnolo, perquanto riguarda i principi della solidarietà edell’armonizzazione fiscale) non impediscedi qualificare l’ente come dotato diautonomia procedurale. Essa infatti non vavalutata tenendo conto dell’ampiezza dellacompetenza dell’ente locale, quanto dellapossibilità per lo stesso «di adottare unadecisione in maniera indipendente, cioèsenza possibilità di un intervento diretto delgoverno centrale in merito al suocontenuto». Di conseguenza l’obbligo perl’ente locale di rispettare l’interesse delloStato nell’esercizio delle propriecompetenze «non costituisce in linea diprincipio un elemento lesivo dell’autonomiaprocedurale».In relazione al criterio dell’autonomiafinanziaria, il fatto che - da una valutazionecomplessiva dei rapporti finanziari tra loStato centrale e le autonomie - risulti lasussistenza di trasferimenti finanziari dalloStato verso gli enti non può, in quanto tale,essere sufficiente a dimostrare che tali entinon si assumono le conseguenzeeconomiche delle misure fiscali da essiadottate e che, pertanto, non godono diun’autonomia finanziaria, dato che siffattitrasferimenti possono spiegarsi con motiviche non presentano alcun legame con lesuddette misure fiscali.Spetta dunque al giudice nazionaleverificare se gli enti territoriali si assumanole conseguenze politiche ed economiche diuna misura fiscale adottata nei limiti dellecompetenze ad essi conferite. È dunque ilgiudice nazionale l’unico soggettocompetente ad identificare il dirittonazionale applicabile e ad interpretarlo,nonché ad applicare il diritto comunitarioalle controversie che gli sono sottoposte.Con riguardo ad eventuali effetti che lasentenza della Corte di Giustizia in esamepotrebbe spiegare nell’ordinamento italiano,il relatore ha suggerito l’audizione delprofessor Luca Antonini, docente di dirittocostituzionale presso l’Università degli Studi

Avviata istruttoria sentenzaCorte Giustizia ComunitàEuropea su agevolazionifiscali per enti territoriali

Le norme

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COMUNITA’ MONTANE E FONDO ORDINARIO

� E’ a firma del senatore Lusi (PD) ed altril’interrogazione ai Ministri dell’Economia edelle finanze e per i rapporti con le Regionipresentata il 19 marzo e volta a conoscere:> quando il Governo intenda presentare i datisui trasferimenti erariali verso le comunitàmontane necessari per la compilazione delbilancio di previsione per il 2009;> quando il Governo intenda spostare lerisorse dal Fondo nazionale per la montagnaal Fondo ordinario delle comunità montanesecondo l’impegno assunto con il richiamatoordine del giorno 9/1891/71 del 3 dicembre2008;

> quali provvedimenti il Governo abbiaintenzione di adottare in caso di mancataapprovazione del bilancio di previsione ed inpresenza di contestuale ed oggettivaimpossibilità da parte degli enti di poterreperire le risorse necessarie alla coperturadel disavanzo;> in che modo e dove si intendano ricollocarei circa 5.000 dipendenti nel caso di chiusuradegli enti;> quali iniziative si intendano adottare in casodi inerzia o di oggettive difficoltà adintervenire nel caso di chiusura degli enti inquestione da parte delle regioni.

incentivi, subordinando il riconoscimentodella tariffa maggiorata all’eventualeemanazione del decreto del Ministro dellepolitiche agricole.

RISCHIO IDROGEOLOGICO:RISOLUZIONE� E’ a firma Guido Dussin (LNP) larisoluzione presentata in CommissioneAmbiente della Camera che intendeimpegnare il Governo a promuovere,sostenere ed attuare un organicoprogramma di interventi direttiprincipalmente alla prevenzione del rischioidrogeologico ed alla manutenzione delterritorio ed in tale ambito individuareconfacenti risorse economiche, inparticolare effettuando una ricognizione confinalizzazione convergente di quelle esistentima allocate in maniera non coordinata tradifferenti regie, oppure valutandol’opportunità di autorizzare pertinenti limitidi impegno o mutui quindicennali, tali dapermettere un investimento di almeno5.000 milioni di euro attraverso cui isoggetti competenti (tra cui i Comuni, leProvince, i Consorzi di bonifica e leComunità montane), possano provvedereall’adeguamento ed all’ammodernamentodelle strutture deputate alla funzione diregimazione delle acque quali canali,impianti idrovori, sistemazioni, idrauliche,canali collettori, vasche di laminazione,sistemi di consolidamento, ed altre operecon analoghe finalità.

Fonte: elaborazioni UNCEM su dati Westminster S.p.a.

di Padova ed esperto del settore, oltre checonsulente del Ministero dell’Economia. L’On. Gottardo ha salutato con estremofavore la sentenza in esame, “poiché siassiste in Europa ad una curiosa situazione,che vede taluni paesi, spesso quelli di piùpiccole dimensioni, che applicano misurefiscali vantaggiose al proprio sistemaeconomico, attivando dinamicheconcorrenziali molto forti, rispetto alle qualipaesi come l’Italia si trovano in notevoledifficoltà. In tal senso la sentenza dellaCorte di giustizia può rendere anche ilsistema imprenditoriale italiano piùcompetitivo”.Secondo l’On. Gozi la pronuncia della Cortedi giustizia obbliga la Commissione arivedere le sue posizioni sulla materia degliaiuti di Stato. Occorre tuttavia prestareattenzione al rischio di attivare forme diconcorrenza sugli aiuti di Stato ed ilverificarsi di casi nei quali alcune aree silancino in una gara al ribasso, o al rialzo, alfine di attirare imprese sul proprio territorio.

INCENTIVI FONTIRINNOVABILI� Il Sottosegretario per lo sviluppoeconomico, Romani, ha rispostoall’interrogazione Pignedoli (PD) volta asollecitare l’emanazione dei decretiministeriali al fine di riconoscere alleimprese i benefici previsti in materia diutilizzo delle fonti rinnovabili.In via preliminare, il sottosegretario ha fattopresente che i commi da 143 a 149dell’articolo 2 della legge finanziaria 2008prevedono una serie di meccanismiincentivanti per la produzione di energiaelettrica mediante impianti alimentati dafonti energetiche rinnovabili. Talidisposizioni hanno trovato attuazione neldecreto ministeriale del 18 dicembre 2008,pubblicato sulla GU n. 1 del 2 gennaioscorso e, nel decreto interministeriale, inmateria di incentivazione della produzione dienergia elettrica da conversionefotovoltaica.Per quanto riguarda l’emanazione deidecreti attuativi di competenza primaria delMinistro delle politiche agricole, di cui allalegge n. 222 del 2007, la predettaamministrazione ha precisato che nel corsodell’anno 2008 ha svolto un lavoro tecnicodi approfondimento interministeriale, anchecon la partecipazione degli operatoriinteressati. In considerazione delle esigenze

espresse dalle altre amministrazionicoinvolte, a fine 2008 sono state definiteproposte emendative della norma, capaci dimigliorarne l’efficacia applicativa. Il citatoMinistero ha, altresì, comunicato che è invia di predisposizione la bozza di decretoattuativo, diretto a dare esecutività alledisposizioni normative, relative allapromozione dell’energia elettrica dabiomasse di filiera corta. Secondo quantoprecisato, tale bozza, entro la fine delcorrente mese di marzo, verrà diramata perla condivisione interministeriale e lasuccessiva presentazione agli operatoriinteressati.Evidenziato, inoltre, che l’articolo 3 deldisegno di legge, recante «Disposizioni peril rafforzamento della competitività delsettore agroalimentare», modificaparzialmente le modalità di assegnazionedegli incentivi alla produzione di energiaelettrica mediante impianti alimentati dabiomasse, rendendo tali incentiviimmediatamente operativi per gli impianti dipotenza inferiore a 1 MW. Nel caso diapprovazione di tale disegno, nella suaforma attuale, dunque, non sarebbe piùnecessaria l’emanazione del decreto delMinistro delle politiche agricole perconsentire l’accesso agli incentivi.In ogni caso, il citato decreto attuativo del18 dicembre 2008 prevede che, nelle moredell’emanazione del decreto di competenzadel Ministro delle politiche agricole, ovverodell’approvazione del sopraccitato disegnodi legge, sia riconosciuto anche allebiomasse da filiera il valore “base” degli

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Notizie dal Territorio

UN PATTODIFIUME PER LAVALLE TROMPIA

IL PROGETTO

A partire dall’elaborazione dellaDirettiva Quadro sull’Acqua

2000/60/CE inizia a diffondersi tra i paesimembri della Comunità Europea laconvinzione che il fallimento dellepolitiche settoriali in materia di tutela delleacque, impone un radicale cambiamentodi prospettiva rispetto alla tradizionalelogica di intervento. Un mantenimento eun miglioramento delle condizioni degliecosistemi acquatici e terrestri deve e puòessere affrontato esclusivamenteattraverso un approccio olistico, che trovafondamento nella capacità d’integrare laprotezione, l’uso e la gestione sostenibiledelle acque nelle varie politiche di settorea scala di bacino e sottobacino in

un’ottica di pianificazione delletrasformazioni territoriali di naturastrategica. A ciò si aggiunge laconsapevolezza che il successodell’applicazione di questo nuovoapproccio in larga misura dipendente -oltre che dalla volontà di adottare, a livellolocale, azioni coerenti con gli obiettivi diqualità paesistico-ambientale - dallacapacità di garantire lo sviluppo diprocessi partecipati e trasparenti,inclusivi, sin dal principio, di tutte le partiinteressate. Per passare dall’integrazionedei diversi punti di vista all’integrazionedei diversi portatori d’interessi, compresi icittadini, al fine di assicurare ilraggiungimento degli obiettivi previstidalla Direttiva è necessario quindi unprofondo cambiamento culturale: aperturae partecipazione stanno alla base delnuovo sistema di governance di bacino incui responsabilità, efficacia e coerenzacaratterizzano scelte gestionali sostenibilinell’interesse di tutta la comunitàinsediata.Ed il termine “comunità” non è scelto acaso: se il livello territoriale piùappropriato per affrontare questa tematica

COMUNITA’ MONTANA VALLE TROMPIA:COORDINAMENTO TRA COMUNI E PROVINCIA PERUN NUOVO SISTEMA DI GOVERNANCE DI BACINONELL’INTERESSE DI TUTTA LA COMUNITA’

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Notizie dal Territorio

frequentazione del fiume nel corso degliultimi cinquant’anni. Ci si è quindi subitoavveduti del fatto che questo processonon può pretendere di essere moltorapido, poiché è chiaro che senza unprofondo e diffuso mutamentodell’approccio politico e culturale che finoad oggi si è manifestato sui temi

La Protezione Civile,coordinata da Comunitàmontana Valle Trompia, hacoinvolto 26 scuole su culturadell’acqua

IL PROGETTO

è quello del bacino idrico, possiamoosservare come spesso questo si trovi acoincidere naturalmente con l’ambitoterritoriale di una Comunità montana:almeno questo è ciò che si sta tentando diverificare in Valle Trompia, Provincia diBrescia, dove una popolazione di oltre110.000 abitanti, insediati a nord dellacittà di Brescia, sviluppa da sempre leproprie attività di residenza, lavoro esvago lungo i 40 chilometri del corsomontano del fiume Mella, affluentedell’Oglio e quindi del PO.Stimolato da un bando Cariplo che hamesso a disposizione le risorseeconomiche per un accompagnamentoesperto al percorso di elaborazione di unprocesso “partecipato” di riqualificazionedel bacino del fiume Mella, le cui acquesono state classificate prima “scadenti” epoi “pessime” già pochi chilometri più avalle della sua sorgente dallo studioAquanet di ARPA Lombardia (2002),Antonio Bazzani, assessore all’Ecologiaed Ambiente della Comunità montana diValle Trompia, ha raccolto le adesioni diComune di Brescia, Provincia di Brescia edi tutti i 19 Comuni della Valle Trompia, adun “Protocollo d’Intesa per l’avvio delleAzioni funzionali alla definizione delContratto di Fiume del Bacino del Mella”,sottoscritto formalmente l’8 luglio del2006.Questi sono stati i primi passi: con ilcoordinamento dell’architetto MarcoPrusicki, docente del Politecnico diMilano, e dei suoi collaboratori, si ècostituita una Segreteria Tecnica formatadai funzionari dei principali enti coinvoltiche ha promosso numerosi incontri sulterritorio per la raccolta, l’elaborazione el’approfondimento di tutte le informazionie le tematiche afferenti alle problematicheambientali del bacino (assettoidrogeologico, tutela ed uso delle acque,paesaggio, fruizione, riqualificazioneterritoriale ed ecosistemica, pianificazioneambientale strategica) stimolando ilcoinvolgimento dei tecnici e degliamministratori dei comuni della valleanche grazie al contributo di funzionari“esperti” provenienti dai settori specificidi Regione Lombardia e della Autorità diBacino del Fiume Po. Non poche sonostate le difficoltà incontrate nell’introdurrelocalmente modalità partecipative e diinterscambio all’interno di meccanismiistituzionali abituati allacompartimentazione dei ruoli:compartecipazione e maturazioneculturale sono del resto ingredientinecessari per lo sviluppo di questiprocessi. Peraltro, fin dalle prime analisi,è apparso come il fiume Mella scontasse,anche a livello di rappresentazionecartografica nella documentazioneraccolta, una sintomaticamarginalizzazione all’interno del contestodella valle, assolutamente simmetrica alprocesso di rimozione dall’immaginariocollettivo che una società tutta rivolta allaproduzione industriale ed alla mobilitàveicolare ha consumato rispetto alla

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ambientali in questo territorio non potràdarsi un’improvvisa inversione ditendenza. Tuttavia la sottoscrizione del“Protocollo”, al quale nel frattempo haaderito anche Collebeato, un comuneesterno al perimetro della Valle, ma chene condivide il corso del Mella, ed hannomanifestato attenzione i comuni dipianura a sud di Brescia, induce a lavorarecon insistenza sulle componentifondamentali del percorso, nelconvincimento che “fondamento di ogniprocesso di riqualificazione appare laricostruzione del senso di appartenenzaad una comunità che passa per lariconfigurazione nell’immaginariocollettivo di una visione identitaria deiluoghi in cui permanga memoria dellastoria, ma contemporaneamente appaiaun nuovo progetto di sviluppo durevolefuturo”, il tutto con un “approccio chepermette di passare da una molteplicità divisioni settoriali ad una visione integrata,capace di interpretare l’evoluzione dei

paesaggi in quanto sistemi unitari neiquali le componenti ecosistemicheinteragiscono con quelle insediative,economiche e socio-culturali” (L.O.T.O. -Interreg III CADSES – Linee guida perorientare le scelte di trasformazioneterritoriale).Per quanto si tratti solo dell’avvio di un

percorso destinato a svolgersi nel tempo,alcuni frutti cominciano comunque a farsivedere: la Comunità montana hacoordinato la candidatura di sette diverseamministrazioni del bacino per larealizzazione all’interno di 12 areeperifluviali di nuovi sistemi verdimultifunzionali, che Regione, Provincia eComunità hanno interamente finanziato,consentendo di recuperare areeabbandonate alla ritrovata capacità disvolgere contemporaneamente funzioniambientali, paesistiche, produttivo-agricole, ecosistemiche, sviluppandopotenzialità di fruibilità collettiva,energetica, culturale ed occupazionale.La partecipazione della Comunità montanaalle sessioni di Valutazione AmbientaleStrategica della formazione dei nuovistrumenti di pianificazione locale deicomuni ha assicurato la mappaturaall’interno di questi piani di un corridoiofluviale di tutela paesistico ambientale cheaccompagna il corso del fiume Mella, conuna continuità finalmente ritrovata, dallafonte fino alla città di Brescia, e che saràforiera di successive importanticaratterizzazioni (rete ecologicapermanente, pista ciclabile ed ippovia,canoing, percorsi di riscoperta paesisticae storico culturale).Il contributo dell’AATO di Brescia hamesso a disposizione risorse per la messain cantiere di interventi di tutelaidrogeologica e di risanamento qualitativodelle acque che la Comunità montana staelaborando sia direttamente che con lapartecipazione dell’ente locale chegestisce acquedotti e fognature. Sono allostudio – fra l’altro – interventi difitodepurazione per i nuclei isolati che nonpossono essere raggiunti dalcollettamento generale di fondovalle,nonché la realizzazione all’interno

dell’alveo fluviale di ambiti di fascetampone per la depurazione naturale delleacque, che si renderanno provvidenzialinon appena –a breve- entrerà in funzioneil collettore fognario già realizzato per lamaggior parte dei comuni vallivi, chedistoglierà dal fiume l’apporto dei refluicivili che oggi ancora vi recapitano.Molte sono state anche le iniziative svoltein campo culturale, per contribuire adiffondere, soprattutto tra i giovani, lasensibilità alla risorsa dell’acqua ed ilvalore ambientale, ma anche storico ecivile della sua difesa. Fra questel’iniziativa promossa dagli organismi dellaProtezione Civile, coordinati dallaComunità montana, che ha coinvolto 26scuole del territorio, per un numerocomplessivo di un migliaio di alunni,culminata in un concorso ed una mostrapresso un monumento dell’archeologiaindustriale locale, che non a casotestimonia dell’antico legame tra il fiume ela nostra terra: il forno Fusorio diTavernole sul Mella.La nostra attività, che si può approfondireanche sul sito www.fiumemella.org, haricevuto infine l’approvazione dell’Autoritàdi Bacino del Fiume Po e di RegioneLombardia, che dopo il 17 di Aprile hannoaderito formalmente al nostro Protocolloper testimoniare l’interessamento diqueste istituzioni allo sviluppo delprocesso. Da questa collaborazione laComunità montana di Valle Trompia contadi trarre vigore per sviluppare nuoveiniziative per il proseguimento delpercorso, come l’adesione al ProtocolloManumont (piano direttore per lamanutenzione del territorio montano delbacino) e la caratterizzazione degliscarichi fognari, in attuazione del PianoRegionale di Risanamento delle Acque.ARCH. FABRIZIO VERONESI > CM VALLE TROMPIA

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Notizie dal TerritorioACQUA

COORDINARSIPER AGIREINSIEME

ACQUE DEL SEBINO

UN PROGETTO DELLACOMUNITÀ MONTANAMONTE BRONZONE E DELBASSO SEBINO

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A seguito alla pubblicazione del bandodi finanziamento promosso dalla

Fondazione Cariplo, nell’anno 2005 inmerito alla gestione sostenibile delle acquecon l’intento di promuovere forme digestione integrata e partecipata delle acquesuperficiali, la Comunità montana del MonteBronzone e del Basso Sebino, in qualità diEnte capofila, ha stipulato, nell’Ottobre2006, un Protocollo d’Intesa con laProvincia di Bergamo, la Provincia diBrescia, la Comunità montana Alto Sebino,la Comunità montana Sebino Bresciano, ilConsorzio dell’Oglio, il Consorzio GestioneAssociata dei Laghi d’Iseo Endine e Moro, laTutela Ambientale del Sebino S.p.A.,l’Agenda 21 Costa Volpino e l’Agenda 21Iseo con l’obiettivo di presentare allaFondazione Cariplo il progetto dimiglioramento della qualità ambientale e digestione delle risorse idriche afferenti ilSebino.Valutato e promosso il progetto sono statiquindi ottenuti i finanziamenti per l’avviodell’iniziativa avente l’obiettivo di definirepolitiche ed azioni da attuare per migliorarele condizioni ambientali del Lago d’Iseononché preparare il terreno per una futurasottoscrizione di un Accordo Quadro diSviluppo Territoriale nella forma delContratto di Lago, quale strumento previstodalla Legge Regionale della Lombardia n°2/2003 e dalla Legge Regionale dellaLombardia n° 26/2003 e loro successivemodifiche ed integrazioni e dal programmadi Tutela ed Uso delle Acque.Il coinvolgimento attivo delle due Province edelle tre Comunità montane, territorialmentecompetenti, nonché del Consorzio dell’Oglio(gestore della diga di regolazione del lago),del Consorzio per la Gestione associata deilaghi d’Iseo, Endine e Moro (gestore dellanavigazione e delle aree demaniali), dellaSocietà Tutela Ambientale del Sebino S.p.A.(che gestisce il servizio di collettamento edepurazione sull’anello circumlacuale) edelle due Agende 21 Iseo e Costa Volpino,avrebbe permesso il coordinamento e lagestione di una strategia di sviluppo del“Sistema Sebino”, attraverso una sinergiainteristituzionale.Il Progetto “Coordinarsi per Agire Insiemesulle Acque del Sebino”, ha perseguitoproprio questa linea: costruire un sistemaorganizzativo, mediante l’aggregazione deiPortatori d’Interesse e la realizzazione di unarete di contatti e coinvolgimenti chepermettano di mettere in funzione una“Cabina di Regia” autorevole; costruire unsistema di azioni basato su una visioned’area vasta che aggreghi obiettivi erisponda a criticità ampiamente condivise;costruire ed individuare il più opportunosistema dei finanziamenti su misura rispettoai risultati ottenuti dai primi due passaggi.Per un miglior raggiungimento degliobiettivi e per la costruzione di un quadroconoscitivo bilanciato e completo, durante la

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Notizie dal TerritorioACQUA

stesura si è sostenuto un percorso dipartecipazione della comunità locale,coinvolta direttamente sia nell’analisi delleproblematiche sia nella individuazione delleprincipali esigenze di valorizzazione delterritorio, cooperando con i principaliPortatori di Interesse, cioè coloro che hannocon il lago un rapporto di convivenza einterazione stretta (Consorzi, Associazioni,Comitati, Circoli, Società e Imprenditoria) oche sono attori istituzionali con direttaresponsabilità nella pianificazione e gestionedelle risorse (Regione Lombardia, Provinciadi Bergamo, Provincia di Brescia, Comunitàmontana Monte Bronzone e Basso Sebino,Comunità montana Alto Sebino, Comunitàmontana del Sebino Bresciano,Amministrazioni Comunali). Sono statiorganizzati numerosi incontri con i diversisoggetti coinvolti, descritti anche neicontenuti da apposite schede contatto, esono state acquisite in modo rigoroso,sistematico ed omogeneo numerosissimeinformazioni sul lago e su come esso vienepercepito ai diversi livelli: ente pubblico,cittadinanza, utilizzatori e fruitori.Per facilitare la comunicazione tra le parti èstata creata una casella di posta elettronica,gestita direttamente dal gruppo di lavoro,per il contatto con gli Enti, che è risultatouno strumento prezioso in tutte le fasi dellostudio.

L’obiettivo della prima fase del progetto,oltre la raccolta di tutte le informazioniconoscitive del Lago d’Iseo, è la formazionedi uno strumento che indirizzi ilmiglioramento della qualità ambientale edella gestione delle risorse idriche,analizzando le criticità ed individuando ipunti di forza, anche quelli effettivamenteestrapolati dalla percezione del territorio, perarrivare alla redazione di una strategiaefficace che risponda ai problemi edindividui le azioni maggiormentesignificative da intraprendere. L’analisi delleconoscenze ha permesso quindi dieffettuare una circostanziata diagnosi delSebino, organizzata per quadri cheintegrano ed organizzano i principali aspettiterritoriali, ambientali e socioeconomici. Peraffrontare meglio questa fase di studio sisono analizzati ed utilizzati i risultati dinumerosi studi pregressi che, in molti casi,oltre a fornire dati diretti su aspetti specifici,hanno evidenziato la necessità di mettere a

punto azioni mirate sia per l’integrazionedelle conoscenze sia per la soluzione delleprincipali problematiche.Dopo l’analisi dei principali comparti checaratterizzano le condizioni ambientali delterritorio del Lago d’Iseo, l’obiettivosuccessivo è stato quello di costruire unquadro di sintesi e di approfondimento dialcuni elementi di particolare rilievo perl’area di studio, come le pressioniantropiche che alterano le condizioniambientali. In particolare si è postal’attenzione sull’utilizzo proprio ed impropriodella risorsa idrica del Sebino considerandosia i diversi tipi di uso delle acque (potabile,idroelettrico, irriguo e industriale), sia glieffetti della regolazione del lago. E’ statainoltre condotta un’analisi degli scarichi edel sistema di depurazione e dei carichiefferenti al lago. Le criticità emerse sonolegate l’una all’altra da interazioni causa-effetto dirette o indirette, e analizzate ledeterminanti, le pressioni e lo statodell’ambiente sul territorio del Sebino, ilpassaggio alla programmazione delle azionida implementare è stato condotto mediantel’identificazione di “opzioni portanti” ingrado di generare le linee di interventomigliori, e quindi lo studio di queste intermini di effettiva capacità di miglioramentodel sistema.Sulla base di questo quadro, attraverso la

Tra gli obiettivi principali il miglioramento della qualitàambientale e della gestionedelle risorse idriche

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valutazione integrata dell’alterazione sullostato qualitativo e quantitativo (impatto) el’individuazione di obiettivi specifici nonchéla definizione di opzioni portanti chesintetizzano indirettamente i benefici attesisul sistema - opzioni su cui è necessarioperò, nell’ambito di un processo partecipato- condividere la convergenza delle sceltedecisionali, si è potuto predisporre unpacchetto organico di linee di azione, riferite,quando possibile, ai traguardi temporalistabiliti per legge, che consenta di limitare lepressioni gravanti sulla risorsa acqua esull’ambiente ad essa connesso, disviluppare nuova conoscenza e nuovacultura.Le azioni individuate, anche in relazione aldiverso livello di competenza sul territorio,sono state distinte nelle seguenti macrocategorie, raggruppate in due classi, misuredi applicazione generale che riguardanol’intero ambito del Sebino e sono in partelegate anche alla pianificazione su scalaprovinciale e regionale, e misure diapplicazione specifica, che risolvonocriticità/problematiche in ambito locale. Le80 azioni e misure che sono stateindividuate, sono poi state dettagliatesingolarmente ed oggi costituiscono il“Documento Strategico del Sebino” cherappresenta l’agenda programmatica,ampiamente condivisa, sull’agire per il Lago

d’Iseo. Il complesso del lavoro conclusodall’A.T.I. G.R.A.I.A. S.r.l. ed HYDRODATAS.p.A., rappresenta pertanto il punto dipartenza che deve guidare l’azionerealizzativa. Proprio la concretezza di taleazione era emersa come elementoimprescindibile per tutti gli attori coinvolti.Le fasi e le attività di sviluppo del progettosono stati accompagnati fin dall’inizio, oltredal processo partecipativo precedentementedescritto, da un processo comunicativoattraverso i mass-media ed un percorso dieducazione nelle Scuole nonché la tenuta diben due convegni per illustrarepubblicamente il progetto ed i risultati dellevarie attività. L’impegno del ComitatoGarante (costituito dai rappresentati degliEnti riuniti in partenariato) è stato quindisviluppato ed orientato al futuro, con laprimaria preoccupazione di dare continuità esempre maggiore concretezza al processoavviato. I risultati raggiunti e l’agenda degliinterventi da pianificare, ha portato allacostruzione della Cabina di Regiapermanente sul Lago d’Iseo che rappresentala naturale evoluzione del Comitato stessonell’ottica di ampliarne efficacia,distribuzione territoriale e rappresentanza.La sfida con cui si guardava al futuro eradunque quella di passare dalle parole ai fatti,concretizzando quanto prima le azioni dirisanamento, potenziamento e sviluppo delsistema Sebino derivate da una largacondivisione. Appariva chiaro che la stradadi un ampio e responsabile coinvolgimentoamministrativo era apparsa fruttifera. Ilmotto vincente era risultato “sommare permoltiplicare”: sommare gli sforzi deiPortatori d’Interesse legati al bacino delLago d’Iseo per perseguire i miglioririsultati, evitare le sovrapposizioni,velocizzare le concretizzazioni e raggiungereil maggior beneficio nell’interesse di tutto ilterritorio. Era l’Aprile 2008 quando apparvechiara una reale possibilità di concretizzare iprimi interventi. Un nuovo bando di

cofinanziamento della Fondazione Cariplo –Qualità delle Acque 2008 – poteva esserel’occasione giusta per predisporre epresentare il progetto denominato“Realizzazione di interventi condivisifinalizzati al miglioramento delle condizioniecologiche, dello stato qualitativo e allarinaturazione del Lago d’Iseo”. Il progettoapprovato (ammesso a finanziamento dallaFondazione Cariplo con comunicazioneufficiale a gennaio 2009) presenta unquadro economico complessivo di € 850.000,00 di cui € 450.000,00 qualicontributo della Fondazione Cariplo ed € 400.000,00 verranno sostenutidirettamente dalla Cabina di Regia (divisi invarie quote dagli Enti coinvolti). Taleprogetto concretizza la volontà istituzionale,certificata dall’impegno economico messo adisposizione, e verrà realizzato in un arcotemporale di circa tre anni (i primi interventisono avviati) per completarsi nel 2011. Treanni di intenso lavoro per perseguire i primiobiettivi e cogliere le prime opportunità.L’impegno della Cabina di Regia apparequindi quello di trovare linee difinanziamento settoriali che permettano diampliare le risorse economiche disponibili,sfruttando l’efficacia del coordinamentoistituzionale e l’aggregazione politica perattirare capitali da investire sul territorioSebino moltiplicando quindi le possibilità diazione. La ricerca su più fronti delle risorse edi eventuali altri partner finanziari interessatidi volta in volta al raggiungimento di singoliobiettivi permette la realizzazione dei risultatiauspicati dal Documento Strategico delleAcque del Sebino. Un’agendaprogrammatica fatta sì di priorità maconcretamente interessata anche a coglierele opportunità nell’ottica di un obiettivocondivisibile: realizzare quante più soluzionipossibili nell’interesse del territorio.

ARCH. YASIN YAZID > RESPONSABILE DELSERVIZIO TECNICO CM MONTE BRONZONE E DELBASSO SEBINO - WWW.BRONZONE.IT

26 UNCEMNOTIZIE APRILE 2009

LA FITODEPURAZIONE

GLI IMPIANTI

Montagna futura

UNA TECNICA DEPURATIVA DIFFUSASOPRATTUTTO IN GERMANIA EREGNO UNITO, MA CHE STAPRENDENDO PIEDE ANCHE INITALIA, SOPRATTUTTO IN TOSCANAED EMILIA ROMAGNA

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LA FITODEPURAZIONE

28 UNCEMNOTIZIE APRILE 2009

Montagna futuraLo sviluppo sostenibile nel settoredella depurazione richiede una

gestione degli scarichi domestici e urbaniche si avvalga di tecniche naturali e ingrado di consumare la minor quantitàpossibile di energia.Le tecniche di depurazione più diffuse per iltrattamento delle acque reflue urbaneconsistono in processi biologici intensivi,che si possono definire “ecosistemiartificiali in condizioni estreme”, dalmomento che riproducono, in spazi ristrettie tempi brevi, ciò che avviene in naturagrazie al potere autodepurante dei corsid’acqua.Ci sono impianti di depurazione biologica abiomassa adesa, quali i letti percolatori e idischi biologici, ma il tipo di processomaggiormente utilizzato è quello abiomassa sospesa, a fanghi attivi.I vantaggi di questi ultimi sistemi didepurazione sono molteplici: sono efficientinella rimozione degli inquinanti, sono adattiad insediamenti di qualsiasi dimensione,ad eccezione di quelli molto piccoli, mahanno costi di investimento piuttostoelevati, un elevato consumo energetico eper la gestione necessitano di personalequalificato e di sorveglianza regolare.La fitodepurazione, che non necessita dimolti manufatti e con costi inferiori sia dalpunto di vista del consumo di energia chedella gestione, permette di ottenere reflui anorma di legge per piccoli e mediinsediamenti e permette altresì dimigliorare le caratteristiche degli effluentidi impianti di depurazione “tradizionali”,realizzando un trattamento terziario, difinissaggio.In Europa sono attivi migliaia di impianti divarie tipologie, diffusi soprattutto inGermania e Regno Unito. Anche in Italia lafitodepurazione si sta diffondendo enumerose sono le esperienze soprattutto inToscana ed Emilia Romagna, regioni chenelle linee guida per il trattamento di acquereflue domestiche ed assimilate in aree nonservite da pubblica fognatura e per impiantiper piccole comunità prevedono il ricorso aqueste tecniche depurative. Un incentivo è venuto dal D.Lgs 152/99: alparagrafo 3 dell’allegato 5, relativo agliscarichi degli insediamenti con A.E.(abitanti equivalenti) con popolazionecompresa tra 50 e 2.000, introducendo ilconcetto di “trattamento appropriato” siauspica il ricorso a tecnologie didepurazione naturale. Il Decreto 152/2006,denominato Codice dell’Ambiente, haripreso tal quale la tematica.La Regione Lombardia, nell’allegato 17 allaproposta di “Programma di Tutela ed Usodelle Acque”, relativo ai “Trattamentiappropriati per scarichi di acque reflueurbane provenienti da agglomerati conmeno di 2000 abitanti equivalenti”,suggerisce anche la fitodepurazione conmacrofite emergenti a flusso sub-superficiale orizzontale e verticale, dautilizzare come trattamento secondario,indicazione ripresa nelle “Norme tecnicheregionali in materia di trattamento degliscarichi...” (D.G.R 5/04/2006, N.8/2318)Gli impianti di fitodepurazione sono sistemidi trattamento delle acque reflue cheriproducono i processi autodepurativi che

avvengono nelle zone umide naturali. Daqui la definizione di “constructedwetlands”. In queste zone umide artificialila depurazione avviene attraversomeccanismi fisici, quali la filtrazione e lasedimentazione, chimici, quali laprecipitazione di composti non solubili,l’adsorbimento all’interno del substrato, ladecomposizione tramite reazioni diossidazione e di riduzione e biologici,attraverso processi batterici aerobici edanaerobici (degradazione della materiaorganica, nitrificazione, denitrificazione) edassunzione di nutrienti da parte deivegetali.La fitodepurazione può essere utilizzataper trattamenti secondari, doposedimentazione, di reflui di insediamenticivili (abitativi, ricreativi quali campeggi,centri di agriturismo, centri commerciali,ecc.), soprattutto in siti abitativi rurali dovenon è possibile o si rivela troppo costoso

l’allacciamento a fognatura o in siti conpopolazione fluttuante, per trattamentiterziari a valle di impianti di depurazione ditipo civile o misto soprattutto in funzionedell’abbattimento della carica batterica eanche per trattamenti secondari o terziaridi reflui di provenienza industriale (cantine,frantoi oleari, caseifici, industria tessile,alimentare) e di reflui di provenienzaagricola. I trattamenti di fitodepurazione possonoessere di vario tipo, ma i sistemi a flussosub-superficiale orizzontale e a flusso sub-superficiale verticale sono quelli conmaggiori applicazioni per trattamentisecondari, sia per gli spazi più limitati cheoccupano rispetto ai precedenti che per laloro efficienza ed adattabilità.Consistono in bacini naturalmenteimpermeabili o resi tali, con un substrato dimateriale inerte ove vengono piantumatemacrofite emergenti radicate.

Gli impianti di fitodepurazione sono sistemi di trattamento delle acque reflue cheriproducono i processi autodepurativi che avvengono nelle zone umide naturali

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Il principio utilizza la capacità delle piantedegli ambienti umidi di trasferire l’ossigenodalle parti aeree a quelle sommerse:l’ossigeno atmosferico assunto dalle fogliee dagli steli viene trasferito e rilasciato alivello della rizosfera creando, nel mediumanaerobico, delle piccole zone aerobiche,condizione indispensabile per l’attività diquei batteri che necessitano di ossigenoper la loro attività.Il vegetale più utilizzato in Europa è ilPhragmites australis, una specie moltodiffusa con ampia tolleranza alle condizioniclimatiche, dovuta alla molteplicità dei suoibiotipi. Ha una crescita molto rapida, nonviene attaccato da ratti e nutrie e possiedeun’elevata capacità di trasferimentodell’ossigeno dalle parti aeree alle partisommerse, il che favorisce i processi dinitrificazione. Il suo insediamento puòavvenire per semina, trapianto di piccolepiantine, trapianto con talee o

ambientale ed igienico-sanitario nullo,perché non si ha scorrimento in superficiedel liquame da depurare, richiede un’areadi utilizzo inferiore rispetto a sistemi ascorrimento superficiale in quanto lapresenza del medium attraverso cui passail refluo aumenta la superficie utile per iprocessi depurativi, richiede una gestioneed una manutenzione estremamenteridotte e l’efficienza depurativa è costantetutto l’anno. I sistemi a flussosubsuperficiale verticale sonoschematicamente costituiti da una vasca disedimentazione primaria, da una vasca diequalizzazione delle portate giornaliereinfluenti e dall’impianto di fitodepurazione.Prevedono un’irrigazione intermittente delsuolo artificiale, che porta ad un costantericambio dei gas presenti nel suolo stesso.La permeabilità del substrato garantisceuna costante aerazione rispetto allafitodepurazione orizzontale nonchéun’elevata ossidazione e degradazionedella sostanza organica e degli inquinantianche nel periodo invernale e la presenzadelle piante consente di proteggere lepiante dalle basse temperature invernali(elevata efficienza depurativa anche contemperature esterne di -10 °C), diassorbire dal suolo le sostanze mineralirese disponibili nel corso del processo didegradazione microbica, di assicuraremediante il sistema radicale unamicrofauna batterica con maggiore spettrodi azione, arricchendo in questo modo lecapacità di degradazione e rimozione degliinquinanti del sistema.Il refluo che viene distribuito sullasuperficie del medium filtra gradatamenteverso il fondo delle vasche e losvuotamento progressivo permette all’ariadi infiltrarsi negli interstizi, il riempimentosuccessivo intrappola l’aria e la spinge inprofondità, permettendo in questo modoun’elevata ossigenazione anche nelperiodo del riposo vegetativo. Questosistema depurativo richiede una superficiedi 2-2,5 mq per ogni abitante.Particolarmente indicati in zone dal climacaldo e con scarse precipitazioni sono i“vassoi fitoassorbenti”. Si tratta di sistemiche hanno un ottimo inserimentoambientale, basati sull’evaporazionedovuta al riscaldamento da parte del sole esull’evapotraspirazione operata da vegetalia foglia larga, possibilmente sempreverdi(alberi, arbusti, piante erbacee). Sonocostituiti da vasche impermeabilizzate,riempite di materiale drenante ricoperto datorba e terreno autoctono. I campi d’impiego della fitodepurazionesono molteplici, i costi di impianto egestione limitati, vantaggiosi rispetto allealtre tecniche di depurazione, l’impatto dalpunto di vista paesaggistico è buono, dalmomento che al posto di manufatti in ferroe cemento si creano aree verdi ed infine lerese depurative risultano soddisfacenti.Si auspica quindi che questa tecnicadepurativa “ecocompatibile”, che stadestando sempre maggior interesse, sidiffonda sempre di più nel nostro Paese,perché oltre a soddisfare gli obblighinormativi è anche in grado di diminuirel’effetto antropico sull’ambiente.PATRIZIA CASARINI > ARPA LOMBARDIA

interramento di rizomi, ma quest’ultimosembra il metodo più idoneo, ricorrendosia a vegetazione spontanea che di vivaio.Nei sistemi a flusso subsuperficialeorizzontale il refluo da trattare, dopo unpretrattamento per ottimizzare i rendimentidi depurazione e limitare l’impiego disuperfici (vasca Imhoff ed eventualmentegrigliatura, disoleazione), attraversaorizzontalmente il medium di crescita dellavegetazione emergente in modo che lazona sub-superficiale si mantenga satura enon si abbia scorrimento superficiale. Ilmedium è costituito da sabbia, ghiaia,roccia, preferibilmente locali, svolgeazione di filtrazione meccanica ecostituisce, con l’apparato radicale dellemacrofite, il substrato per l’adesione dellapellicola biologica (batteri, funghi,protozoi, piccoli metazoi), responsabiledella depurazione biologica. Questo sistema determina un impatto

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EuropaACQUA

RELAZIONE SU CARENZA IDRICA E SICCITA’

Una recente relazione dell’Agenziaeuropea dell’ambiente (AEA),

presentata alla stampa nel corso del 5°Forum mondiale dell’acqua ad Istanbul,conferma che in molte parti d’Europal’utilizzo dell’acqua è insostenibile econtiene raccomandazioni relative a unnuovo approccio nei confronti dellagestione delle risorse idriche. La relazionedell’AEA “ Water resources across Europe –confronting water scarcity and drought “(Risorse idriche in Europa – affrontare ilproblema della carenza idrica e della siccità)sottolinea che, mentre nel sud dell’Europacontinuano a sussistere i maggiori problemidovuti a carenza di acqua, lo stress idrico èin aumento anche in alcune regioni delnord. Inoltre il cambiamento climaticoprovocherà un aumento della gravità e dellafrequenza delle siccità in futuro,esacerbando lo stress idrico, soprattutto neimesi estivi.“Viviamo al di sopra delle nostre possibilità

per quanto riguarda l’acqua. La soluzione abreve termine al problema della carenzad’acqua è stata di estrarre quantità sempremaggiori di acqua dalle nostre risorse disuperficie e sotterranee. Lo sfruttamentoeccessivo non è sostenibile conripercussioni sulla qualità e sulla quantitàdell’acqua rimanente, come pure sugliecosistemi che da essa dipendono”, hadetto la professoressa Jacqueline McGlade,direttore esecutivo dell’AEA. “Dobbiamodiminuire la domanda, ridurre al minimo laquantità di acqua che estraiamo eaumentare l’efficienza del suo uso”.Risultati principali e raccomandazioniAffinché a livello gestionale si passidall’aumento dell’offerta alla riduzione alminimo della domanda, occorre avviarediverse politiche e prassi:> in tutti i settori, compresa l’agricoltura, ilprezzo dell’acqua deve essere stabilito inbase al volume utilizzato; > i governi devono attuare piani di gestione

della siccità più ampiamente e concentrarsisulla gestione dei rischi piuttosto che suquella delle crisi; > le colture bioenergetiche che richiedonomolta acqua dovranno essere evitate in zonecaratterizzate da carenza idrica; > attraverso una combinazione di selezione dicolture e metodi di irrigazione, se sostenutida programmi di assistenza per gliagricoltori, è possibile migliorare in modoconsiderevole l’efficienza idrica in agricoltura;i fondi nazionali ed europei, compresa lapolitica agricola comune dell’Unione europea,possono svolgere un ruolo importante nellapromozione dell’uso efficiente e sostenibiledelle risorse idriche in agricoltura; > le misure di sensibilizzazione dellapopolazione, quali l’etichettatura ecologica, lacertificazione ecologica e i programmi dieducazione nelle scuole sono essenziali perconseguire un utilizzo sostenibile dell’acqua; > devono essere affrontati i problemi relativialle perdite nei sistemi di

AGENZIA EUROPEA AMBIENTE

APRILE 2009 UNCEMNOTIZIE 31

approvvigionamento idrico; in talune partid’Europa, la perdita d’acqua dovuta a questacausa può superare il 40 % della fornituratotale; > l’estrazione illegale di acqua, spesso peruso agricolo, è diffusa in determinate areed’Europa; per affrontare la questione deveessere attuato un monitoraggio adeguato edeve essere introdotto un sistema di multe osanzioni; > le autorità devono creare incentivi per unmaggiore utilizzo di forniture alternative diacqua, quali le acque reflue trattate, le acquegrigie e le acque piovane “raccolte”, al fine dicontribuire alla riduzione dello stress idrico. Panorama dell’utilizzo dell’acqua in EuropaIn tutta Europa, il 44 % dell’acqua estrattaviene utilizzato per la produzione di energia, il24 % per l’agricoltura, il 21 % perl’approvvigionamento idrico pubblico el’11 % per l’industria. Tuttavia questi datimascherano notevoli differenze nell’utilizzosettoriale di acqua nell’intero continente.

Nell’Europa meridionale, per esempio,l’agricoltura impiega il 60 % dell’acquaestratta e in alcune zone anche l’80 %.In Europa, le acque di superficie, quali laghi efiumi, forniscono l’81 % del totale delle acquedolci estratte e rappresentano la fonte idricaprincipale per l’industria, l’energia el’agricoltura. Invece, l’approvvigionamentoidrico pubblico dipende principalmente dalleacque sotterranee perché generalmente sonodi migliore qualità. Quasi tutta l’acquautilizzata nella produzione di energia èrestituita a un corpo idrico, cosa che nonavviene per la maggior parte di quella estrattaper l’agricoltura. La desalinazione è ormaiun’alternativa sempre più frequente alle fonticonvenzionali di acqua, specialmente nelleregioni europee che soffrono di stress idrico.Tuttavia, nel valutare l’impatto globale delladesalinazione sull’ambiente occorre tenereconto del suo elevato fabbisogno energeticoe del risultante accumulo di “brine” (fluidosalino scarto del trattamento).

CDR

ELEZIONIEUROPEEPARLAMENTO E COMITATO DELLEREGIONI SOLLECITANOPARTECIPAZIONE REGIONI E CITTA’

� Il Presidente del Parlamento europeoHans-Gert Pöttering e il suo omologo delComitato delle Regioni Luc Van den Brandechiedono ai rappresentanti eletti a livellolocale e regionale di tutta l’UE di invitare icittadini ad andare a votare in occasione delleelezioni europee di giugno. In una letteraaperta firmata da entrambi i Presidenti sisottolinea l’importanza del voto imminente,che dal 4 al 7 giugno coinvolgerà 375 milionidi cittadini e cittadine, di cui 36 milionivoteranno per la prima volta. La lettera è statainviata ai presidenti delle associazioninazionali degli enti locali e regionali diciascuno Stato membro. L’obiettivo èincoraggiare gli enti locali e regionali amigliorare il livello di informazione dei propricittadini sull’Europa, ad esempio medianteincontri locali con i membri del CdR, glieurodeputati o i candidati, oppure attraversole pagine dei loro siti web dedicate alleelezioni europee. La lettera è disponibile intutte le lingue dell’UE sulla pagina web delCdR dedicata alle elezioni. Il CdR ha inoltrepreparato alcune brevi interviste filmate dileader regionali di ciascuno Stato membroche sottolineano l’impatto dell’Europa el’importanza della partecipazione dellecomunità locali al voto di giugno. I filmatipossono essere scaricati dalla pagina web delCdR dedicata alle elezioni e utilizzatiliberamente (per formati professionali o altriservizi correlati si prega di contattare l’ufficiostampa del CdR).Per maggiori informazioni:Sito web del CdR: www.cor.europa.eu

CONVENZIONEPROTEZIONEDELLE ALPIRATIFICA ED ESECUZIONEPROTOCOLLI DI ATTUAZIONE

� Il Consiglio dei ministri ha licenziato per ilParlamento un disegno di legge per la ratificae l’esecuzione dei Protocolli di attuazionedella Convenzione internazionale per laprotezione delle Alpi. Obiettivo dellaConvenzione, realizzata nell’ambito dei Paesidell’arco alpino e già ratificata, è quello divarare una strategia di salvaguardia a lungotermine dell’ecosistema naturale delle Alpi,del loro sviluppo e della tutela degli interessieconomici della popolazione residente; iProtocolli attuativi definiscono pertanto lestrategie da adottare negli specifici settoridelle foreste montane, della pianificazioneterritoriale, della composizione dicontroversie, della difesa del suolo,dell’energia, della protezione della natura etutela del paesaggio, dell’agricoltura dimontagna, del turismo e delle attività ditempo libero, dei trasporti.

CONSIGLIO DEI MINISTRI

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CONTO CORRENTE N° 500X36Intestato A “RACCOLTA FONDI IL CAI PER L’ABRUZZO”

Banca Popolare di Sondrio – Agenzia Milano 21IBAN IT42 F056 9601 6200 0000 0500 X36

EMERGENZAABRUZZO

LA SOLIDARIETA' DELLAMONTAGNA ITALIANA


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