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Unifontane

Date post: 29-Mar-2016
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Cultura e società - Umbria
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unifontaneSommario

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Primo

PianoÈ un numero particolare questo di UNIFONTANE, un numero “in attesa” del rinnovo degli organi preposti alla guida dell’Università degli Studi di Perugia, i quali dovranno affrontare, con una nuova progettualità, gli scenari futuri, che si annunciano carichi non tanto di incognite quanto di problemi già ben conosciuti ai Governi degli Stati, agli operatori economici, ai cittadini: problemi che diventeranno sempre più grandi e pressanti. L’attuale crisi non solo economica, ma anche sociale, etica, culturale, saremmo tentati di parlare di crisi antropologica nel significato più ampio del termine, che ha colpito in modo duro l’Occidente sicuramente passerà, ma come ha rilevato un acuto osservatore della realtà sulle pagine di un quotidiano nazionale, nulla sarà

Vecchio o nuovo?A cura della Redazione

Editore:SIFA S.r.l.Via Pievaiola, 4506128 Perugiawww.sifa.itAmm.re Delegato: Andrea Brizi

Direttore Responsabile:Giancarlo Ferraris

E-mail:[email protected]

Comitato editoriale:Franco Baldelli, Giovanni Belardelli, Floriana Falcinelli, Fabrizio Figorilli, Anna Torti

Ideazione: Retologia di Alfredo Mommi

Hanno collaborato a questo numero:Carlo Andrea Bollino, Barbara Maccari, Alessia Malloni, Paolo Taticchi, Mauro Volpi

Stampa:ARTI GRAFICHE CECOM S.r.l. Salerno

Aut. Trib PG R.P. n. 47 del 14/09/2010

più come prima. La sfida al cambiamento è irrinunciabile, non si può tergiversare, bisogna cambiare. E che cosa può fare l’Occidente, che cosa può fare la cara, vecchia Europa, per secoli e secoli al centro del mondo, ora “costretta” a fronteggiare realtà gigantesche ed infide che vengono da lontano? Può soltanto fare una cosa: investire nell’uomo, investire cioè nella sua risorsa migliore, quella che l’ha fatta diventare l’Europa che tutti conosciamo, anche se alcune forze, in tempi sia lontani che vicini, hanno cercato di stravolgerla dapprima con la violenza poi con altre forme di ricatto economico e sociale. In questo contesto appare chiaro, come si evince dagli articoli presenti in questo Numero, che pur nella loro esaustività non

esauriscono lo spazio a disposizione per altre fruttuose collaborazioni, che un ruolo, anzi il ruolo più importante per la salvezza sarà svolto dalla cultura, dalle cosiddette agenzie educative, anche dall’università. E restringendo questa breve “analisi giornalistica” al nostro ambito regionale, è evidente che l’Università di Perugia dovrà sia rinnovarsi al suo interno, generando una Governance capace di fronteggiare il difficile momento, sia, una volta ottenute le adeguate risorse, fare un notevole scatto in avanti, in termini di qualità e di offerta formativa e diventare così sempre più competitiva: quello che richiederanno sempre di più i tempi che verranno.

Primo

Piano

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Risorse future per l’Università

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Lezioni nella Grande Mela

Un Ateneo in “proroga” 11

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“Divertissement: Ritratti inNaturali”

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FFocus

Fotografia della drammatica situazione in cui si trova l’Università in Italia, la

La questione universitaria va posta al centro del dibattito

economico, politico e sociale ita-liano, dopo l’infausta riforma del sistema universitario (Legge 240 del 2010) che ha portato nume-rosi tagli al finanziamento pub-blico dell’università. L’incredibile miopia di quel legislatore, che ha solo tentato di tagliare i costi per la finanza pubblica senza preoccuparsi dei danni di lungo periodo al sistema di produzione e sviluppo della conoscenza in un Paese povero di risorse naturali, è macroscopica. Ancor più delu-dente l’atteggiamento dell’attua-le Governo che dedica più sforzi a decidere quante farmacie o tassisti ci debbano essere per abitante invece che decidere quanto sia vitale il sostegno alla ricerca universitaria.Eppure, sin dai tempi del Machia-velli, nell’emergenza dell’assedio il Governante deve scegliere di sfamare prima i soldati che difen-dono le mura, per quanto odioso possa risultare far morire di stenti i civili asserragliati nella fortez-za. E sempre con Machiavelli, il Governante sa che “la Germania abunda di uomini, di ricchezze e d’arme .. per potere in una obsi-

di Carlo Andrea Bollino Facoltà di Economia, Università degli Studi

di Perugia

RIsoRse FUtURe peR l’UnIveRsItà

dione [assedio] pascere la plebe e quelli che vivono delle braccia, per uno anno intero sanza per-dita”. Ma non tutti si possono permettere tanta ricchezza, come dimostra la caduta di Pisa del 1509. Dunque, a costo di essere molto poco ”politically correct”, voglio affermare che la situazione dram-matica dell’Italia, che vive oggi assediata dalla crisi finanziaria della UE e dalla competizione dei Paesi emergenti, impone di sce-gliere a chi dare le scarse risorse che ci sono rimaste. Io scelgo di dare più risorse all’Università perché è nelle aule e nei laboratori universitari che si plasma il nostro futuro e meno risorse a politici, sindacalisti ecc. Occorre chiedere alla UE, alla Germania – Prof. Monti! – non il permesso di pagare i debiti alle imprese con i BOT per far piacere alla Confindustria, ma di scompu-tare immediatamente dal fiscal compact le spese per investimen-ti per la nuova società della cono-scenza (la famosa golden rule del Premio Nobel Modigliani). Sicuramente fra le spese per investimento nel futuro dell’Italia c’è la questione delle spese per

l’università, non le spese per le pensioni d’oro degli ex politici.Il declino del sistema universi-tario italiano viene da lontano: bisogna riconoscere che con l’avvio del processo di autonomia delle università del 1993 (legge 537/93 del Governo Ciampi), lo Stato ha abbandonato l’univer-sità a sé stessa, giustificando con l’autonomia i tagli di risorse, tollerando l’eccessiva frammen-tazione dell’offerta formativa, la moltiplicazione degli insegna-menti e l’aumento della domanda di nuovi posti. E se vogliamo trovare a tutti i costi il capro espiatorio di questa situazione nella “casta dei Pro-fessori”, si sappia che la recente, forte accelerazione delle uscite dai ruoli universitari, attraverso provvedimenti volti ad abbassare l’età pensionabile e a incentiva-re le uscite (che non sono state reintegrate), ha ormai depurato i ruoli, specialmente dei Professori Ordinari, della gran massa di quei “colpevoli”. Oggi i pochi Professori sopravvis-suti, anche se oberati di didat-tica, sono orgogliosi del proprio lavoro, la ricerca di eccellenza non è morta, nonostante i finan-

mancanza di finanziamenti e di risorse economiche da dedicare alla ricerca

scientifica e la sfida per il futuro dell’Università di perugia

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FFocus

ziamenti insufficienti. Dai con-fronti internazionali si rileva che la spesa per l’istruzione universi-taria in Italia nel 2008 ammonta a 19.542 milioni di euro pari allo 0,9% del Pil contro una media dei Paesi OECD (Organisation for economic cooperation and deve-lopment) dell’1,5% e una media europea (UE27) dell’1,3%. L’Italia spende per l’università circa il 50% in meno rispetto alla media degli altri Paesi. Ci si chiede: è il sistema universitario italiano che ha dimensioni più piccole, oppure è il finanziamento unitario che è più basso? Utiliz-zando come indicatore la spesa media per studente, secondo i dati Eurostat, calcolati a parità di potere d’acquisto, in Italia si spendono 7.200 euro per stu-dente, circa 2.000 euro in meno rispetto alla media europea; il rapporto tra spesa per studente e Pil procapite è pari al 28%, men-tre la media europea si attesta al 39%, come illustrato nella tabella 1. Dai confronti internazionali emerge che il sistema universita-rio italiano è sottofinanziato, non solo rispetto a Germania e Fran-cia – che sarebbe in linea con la nostra posizione relativa rispetto

a quei Paesi – ma anche rispetto a Spagna e Portogallo. E questo è più grave.Come noto, le risorse dell’univer-sità provengono principalmente dagli stanziamenti del MIUR (Mi-nistero dell’istruzione, dell’univer-sità e della ricerca) che ogni anno assegna alle università statali circa 8 miliardi di euro attraverso il Fondo di Finanziamento Ordina-rio (FFO), che si compone di due parti: una “quota base” ed una “quota di riequilibrio”. La quota base viene attribuita automati-camente alle Università, la quota di riequilibrio è invece assegnata sulla base di parametri quantita-tivi.

Nel 2009 il complesso delle entrate è pari a 13,2 miliardi di euro; la parte principale (56%) è costituito dal FFO. Le altre voci importanti sono le entrate fina-lizzate da altri soggetti pubblici e privati, come le convenzioni, i contratti, i trasferimenti, che incidono per il 18%, e le tasse universitarie (13%). Il modello utilizzato per la ripar-tizione del FFO nel 2010 si cal-cola in macrodimensioni quali la domanda di formazione, i risultati dei processi formativi e la ricer-ca scientifica, ponderate come segue: - 30% delle risorse allocate per numero iscritti;- 30% delle risorse allocate se-guendo l’indicatore di produttivi-tà didattica;- 30% delle risorse allocate in rapporto a capacità e qualità scientifica;- 10% incentivi al cambiamento. In riferimento alla domanda di formazione, si tiene conto dei seguenti aspetti: regolarità degli studi, verifica (ex post) della sostenibilità dell’offerta didattica, contesto territoriale in cui è inse-rito l’ateneo. Per quanto riguarda

Paesi Eur o PPS % in rapporto al PIL pro capite

Stati Uniti 22.293 59

Germania 12.649 44

Finlandia 12.192 42

Francia 11.574 43

Spagna 10.810 42

Media UE 27 9.425 39

Portogallo 8.179 42

Italia 7.241 28

Composizione %

Tipologia 2005 2006 2007 2008 2009

FFO 58,2 57,2 55,5 54,3 56,0

Finalizzate da MIUR 9,1 7,5 8,8 8,0 7,2

Finalizzate da altri soggetti 12,1 15,8 17,0 17,5 17,9

Entrate contributive 12,1 12,4 12,5 12,1 12,7

Alienazione beni patrimoniali e prestiti 3,5 3,2 3,4 2,8 2,8

Entrate diverse 4,9 3,8 2,8 5,2 3,5

Tabella 1. Spesa per studente delle istituzioni universitarie pubbliche (2008)Fonte: Eurostat

Tabella 2. Entrate delle università statali per tipologia – Anni 2005-2009

Fonte: MIUR

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FocusFi risultati dei processi formativi, si considerano: regolarità delle carriere degli studenti attraverso crediti formativi acquisiti, sbocchi occupazionali, valutazioni degli studenti sulla didattica. Per la va-lutazione dei risultati della ricerca scientifica si considera l’impatto in termini di migliori performance delle principali fonti di finanzia-mento a competizione internazio-nale: PRIN (Progetti di ricerca di interesse nazionale), FIRB (Fondo investimenti per la ricerca di base), CIVR (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e Programmi Quadro. La questione oggi particolarmen-te rilevante riguarda come e con quali criteri verranno distribuite le risorse tra le università, dati gli obiettivi di incentivazione della qualità della didattica e della ricerca su cui punta il Paese. Tra il 2009 e il 2010 è stata messa in atto una manovra redistributi-va di notevoli dimensioni, in cui tutti gli atenei a livello nazionale hanno subito riduzioni (ad ecce-zione di Trento e dei Politecnici di Torino e Milano). Nel 2011 è av-venuta una ulteriore riduzione del FFO di 284 milioni di euro (-3,9% del 2010): un ulteriore crollo del sostegno statale all’università che rischia di riflettersi sia sulla qualità della ricerca e dei servizi, sia sulle tasse di iscrizione. Eppure la tradizione accademica italiana è stata, da sempre, una delle più ammirate; il sottofinan-ziamento dell’università italiana porterà nel breve termine anche all’esaurimento della formazione di brillanti laureati che hanno successo anche all’estero. In questo quadro l’Università di Perugia soffre di varie criticità

e siccome “l’Università di Pe-rugia siamo noi” facciamo tutti un esame di coscienza: rispetto degli orari delle lezioni, presenza dei professori e loro disponibi-lità, chiarezza delle modalità di esame e qualità del materiale didattico, adeguatezza dei labo-ratori per la ricerca, ragioni del calo degli studenti attivi, dram-matico abbandono degli studenti con laurea triennale che vanno a fare la specialistica altrove senza un adeguato controflusso com-pensativo di studenti forestieri che vengono attratti dalle nostre lauree specialistiche, successo delle nostre attività di ricerca.L’Università di Perugia deve lotta-re per l’immediata sopravvivenza ed essere pronta a scattare in avanti non appena la battaglia per risorse migliori sarà vinta. Sono convinto che avremo più risorse per il sistema universitario anche in Italia perché in alcuni paesi, come gli Stati Uniti, la Germania e la Francia, sono stati aumentati i fondi della ricerca sulla base della convinzione che

dai finanziamenti all’università derivano benefici per l’economia e la società, in termini di prospe-rità, salute, ambiente e qualità della vita. Ci sono ragioni di ottimismo: pri-ma o poi anche il nostro sistema politico dovrà reagire e capire quanto sia importante aumentare gli investimenti nelle università per produrre innovazione, e quin-di occupazione (learn more, earn more). L’Università di Perugia sarà pron-ta per l’eccellenza? Ripropongo, da un blog in rete, questa citazio-ne di Albert Einstein e propongo a tutti i colleghi dell’Università di Perugia che diventi il motto del nostro Ateneo: “In tempi di crisi la gente è ge-neralmente ignara di tutto quello che è fuori dalle sue immediate necessità… Laddove la ricerca scientifica viene bloccata, la vita intellettuale della nazione si ina-ridisce, il che significa il prosciu-gamento di tante possibilità di futuro sviluppo. Ecco quello che dobbiamo prevenire”.

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FFocus

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FFocus

Gli ultimi rinvii alle elezioni di nuovi Rettori in numerose Università Italiane,

Quando nel 2011 negli Atenei italiani apposite Commissioni predisposero le bozze dei nuovi statuti, tutti davano per scontato che la proroga dei Rettori “fino alla fine dell’anno accademico successivo”, prevista dall’art. 2 comma 9 della legge Gelmini, riguardasse l’anno in cui lo statuto era stato “adottato” dal Senato Accademico, tant’è che vari Rettori in scadenza alla fine dell’a.a. 2010/2011 usufruirono della suddetta proroga per quello successivo. La tesi che l’anno in questione fosse quello della definitiva approvazione degli statuti dopo la fase di 120 giorni del controllo ministeriale non fu adombrata da nessuno, meno che mai dal Rettore dell’Ateneo perugino, il quale in un’intervista al Corriere dell’Umbria del 15.11.2011, dopo l’adozione dello Statuto da parte del S.A., così individuò le fasi

successive: “Via i rettori troppo longevi. Come il sottoscritto. Ora il rettore può rimanere solo sei anni. E questo già crea una prospettiva diversa. Poi via anche le facoltà, ci saranno i dipartimenti ai quali va tutta la responsabilità didattica e scientifica”, e indicò i mesi di

maggio e giugno 2012 come la scadenza “per l’elezione del nuovo rettore”. Cosa è cambiato da allora, tanto da convincere alcuni dei Rettori già prorogati di poter usufruire di un ulteriore

di Mauro VolpiFacoltà di Giurisprudenza

Università degli Studi di Perugia

Un Ateneo In “pRoRoGA”

anno di proroga? Le pressioni sul Ministro devono essere state molto forti, soprattutto da parte del vertice della CRUI, il cui Presidente è Rettore della Tuscia dal 1999 (per quattro mandati più un anno di proroga!). Ma il Ministro si è guardato bene dal presentare al Consiglio dei

Ministri un decreto legge di modifica della legge Gelmini. Dal Ministero sono uscite solo brevi note, firmate dal direttore generale, indirizzate ad alcuni Rettori richiedenti, favorevoli all’ulteriore proroga. Il Ministro si è fatto vivo solo per impugnare il decreto con il quale il Decano dell’Università de L’Aquila, applicando la legge e lo statuto, aveva indetto le

elezioni del nuovo Rettore. A dargli manforte ha trovato un TAR, quello dell’Abruzzo, il quale con ordinanza del 23 maggio ha bloccato le elezioni, senza pronunciarsi sulla questione

compreso l’Ateneo perugino, bloccano il rinnovamento e l’improrogabile cambiamento

della Governance, necessario in tempi di crisi come quelli attuali

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FocusFpregiudiziale se il Ministro fosse legittimato a ricorrere (dandogli ragione “a prescindere”!) e con sprezzo del ridicolo ha fissato l’udienza di merito al novembre 2013 (e quindi “a giochi fatti”).I vertici dell’Ateneo di Perugia hanno più volte evocato l’esistenza di una nota ministeriale, che non è mai stata resa pubblica neppure ai componenti del Senato Accademico e si è poi cominciato a vociferare della prossima uscita di un decreto ministeriale cioè di un atto comunque subordinato alla legge. Ma l’ “interpretazione” data in sede ministeriale ha qualche credibilità? No per due buone ragioni. Innanzitutto perché è in palese contrasto con il testo dell’art. 2 comma 9, che fa esplicito riferimento all’adozione dello statuto entro 6 o 9 mesi dall’entrata in vigore della legge (quindi entro fine ottobre del 2011). Né può essere fondata sulla legge n. 168/1989, che disciplina il controllo ministeriale, la quale precisa che i rilievi del Ministro possono essere anche respinti dal S.A., a conferma del fatto che essi, così come l’eventuale nuova approvazione dello statuto, appartengono ad una fase successiva e distinta da quella dell’ “adozione” dello stesso, che serve a dare efficacia ad un atto già di per sé valido. In secondo luogo per una ragione di ordine logico: la legge ha inteso vincolare la proroga di un anno ad un termine certo, quello stabilito appunto per l’adozione dello statuto, mentre se si desse per buona la tesi ministeriale, non

vi sarebbe alcun termine finale, il che potrebbe favorire ampie manovre dilatorie e consentire a qualche vetero Rettore di essere prorogato per due o anche tre anni. In pratica verrebbero ad essere premiati i Rettori più lenti per incapacità o per calcolo nel dare attuazione alla legge. Ma vi è di più: se si accogliesse la tesi ministeriale, potrebbero essere prorogati solo i Rettori in scadenza nell’anno in cui vi sarebbe stata l’approvazione definitiva dello statuto e quindi quelli che terminavano il

mandato a fine 2011 (come a L’Aquila e a Perugia) sarebbero da considerare già decaduti e gli atti da essi compiuti radicalmente nulli! Ma al di là degli aspetti giuridici, vi sono soprattutto considerazioni di merito, che hanno spinto molti docenti di ormai circa venti Atenei alla pubblica denuncia di quanto sta avvenendo e hanno indotto già tre Rettori (della Statale di Milano, dell’Insubria e di Chieti) a rinunciare all’eventuale anno di proroga. Vi è innanzitutto un’esigenza obiettiva di rinnovamento e di cambiamento della governance

degli Atenei, che è tanto più forte in presenza di una crisi grave (attestata tra l’altro dalla diminuzione delle iscrizioni, dalla penuria dei fondi di ricerca, dalla contrazione dell’offerta formativa basata su criteri quantitativi e non qualitativi, dal blocco del turn over e dalla mancanza di scorrimento per i ricercatori ecc.), certo determinata in larga parte da politiche nazionali, ma non contrastata e spesso favorita da Gerontorettori in carica da vari mandati. E poi può il vecchio continuare a

condizionare il nuovo? Gli organi uscenti dovrebbero limitarsi a stabilire le regole per un ricambio il più rapido possibile e adottare gli atti improrogabili ed urgenti, lasciando poi che siano quelli nuovi a prendere le decisioni in materia di didattica, di ricerca e di sviluppo degli Atenei. Ma possono essere condizionati i Dipartimenti nascituri da decisioni in materia di didattica adottate da una governance nella quale

hanno un ruolo determinante le Facoltà e il nuovo Consiglio di amministrazione dalla nomina dei componenti esterni da parte del Rettore uscente? In conclusione la battaglia contro la proroga di Rettori già prorogati o comunque improrogabili risponde non solo all’esigenza di riaffermare un principio di legalità all’interno dell’Università e nei confronti di un Ministro, ma anche alla necessità di procedere ad un forte rinnovamento della governance degli Atenei, da attuare con un dibattito pubblico e aperto alla più ampia partecipazione.

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FocusF International summer school on

sustainable Corporations,

Buildings & Investments: la facoltà di Ingegneria forma

Manager a new York.

opportunità per studenti, dottorandi

e professionisti

La prima edizione della “International Summer School”, da me fondata e poi diretta negli ultimi quattro anni con colleghi Italiani ed Americani, si è svolta nel 2009 presso la PACE University di New York. Questa edizione la ricordo con particolare affetto, non solo perché ha dato

Paolo TaticchiUniversità di Perugia / NYU Poly

Fondatore e Condirettore, ISSUNIPG

lezIonI nellA GRAnde MelA

inizio ad uno dei programmi internazionali più prestigiosi dell’Ateneo perugino, ma anche perché dedicata alla memoria di un caro amico, maestro e collega – il Prof. Piero Lunghi – brillante e giovane docente della Facoltà di Ingegneria prematuramente scomparso.

La personale formazione ed esperienza accademica negli USA è stata la motivazione per creare un progetto di education che mettesse insieme: università organizzatrici di prestigio internazionali, accademici internazionali di chiara fama, dirigenti d’azienda e partecipanti

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FFocus

da tutto il mondo.Il concept ha funzionato? Credo di sì. E credo che in questo caso sia opportuno dire che il buongiorno sia stato visto dal mattino: nell’edizione del 2009, 45 partecipanti da 8 nazioni e 4 continenti.Questi numeri si sono poi confermati negli anni.

Credo che la chiave del successo di questo programma, oltre al concept originale (una Università italiana che fa una summer school in prestigiose Università americane), sia l’eccellenza degli speakers coinvolti.Il riconoscimento dell’elevato livello di qualità credo sia stato testimoniato dal fatto che nel 2010 la seconda edizione della scuola, abbia ricevuto la sponsorizzazione della multinazionale Shell USA.

Oltre alla qualità, credo anche che le “topics” scelte siano state sempre di grande attualità. I temi gestionali affrontati nei vari anni (misura delle performances, sostenibilità, green economy) presentano infatti il vantaggio della multidisciplinarità e questo permette di attrarre partecipanti di qualunque background (anche se la maggioranza sono chiaramente studenti/laureati/professionisti provenienti da ingegneria ed economia).

Quest’anno la scuola estiva internazionale si svolgerà a New York dal 29 luglio al 4 agosto, presso il campus del prestigioso Polytechnic Institute of New York University.

La scuola si sviluppa su tre temi principali: sustainable corporations, sustainable buildings & sustainable investments. Sostanzialmente, si discute il ruolo delle aziende nella green economy per uno sviluppo più sostenibile.

Il set di speakers è semplicemente impressionate: agli accademici provenienti dalle Università di Perugia, Bari, Genova, New York University, Rutgers e Babson College, si aggiungono executives

di grandissime multinazionali americane quali Standard & Poor’s, ARUP, Perkins Eastman, UBS e Bloomberg.La scuola è diretta dal sottoscritto Paolo Taticchi (Docente dell’Università di Perugia e della NYU Poly), Paolo Carbone (Docente dell’Università di Perugia) e da Lawrence Chiarelli (Docente della NYU Poly).

Credo che la chiave del successo di questo

programma, oltre al concept originale (una Università

italiana che fa una summer school in prestiogiose

Università americane), sia l’eccellenza degli speakers

coinvolti.

La Summer School Internazionale è rivolta a studenti, dottorandi, professionisti, consulenti e dipendenti di grandi imprese interessati al tema della sostenibilità e della green economy.

Il costo della scuola estiva è di Euro 850. Le iscrizioni sono aperte fino al 30 Giugno. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito www.issunipg.com o via email [email protected].

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ArteA durante uno degli eventi realizzati

per dare nuova vita al centro

storico di perugia, è stata organizzata una mostra di

bozzetti acquerellati ad opera

di Manuela Mignini e dario Bavicchi, raffiguranti paesaggi

naturali e animali domestici

“dIveRtIsseMent: RItRAttI InnAtURAlI”

Nell’ambito di Floralia, manifestazione che ha avuto il fondamentale obiettivo di contribuire a rilanciare la città di Perugia, valorizzando i fattori di unicità che la contraddistinguono, dal 31 maggio al 7 giugno hanno visto la luce due peculiari ed esclusive mostre.Infatti, in Piazza IV Novembre, gli storici locali sotterranei della Banca di Mantignana, nel Palazzo Conestabile della Staffa, hanno ospitato le esposizoni curate da Dario Bavicchi e da Manuela Mignini: l’una, avente ad oggetto dei bellissimi, storici, bozzetti acquerellati degli anni ‘20 che la Ditta Bavicchi aveva commissionato ad uno sconosciuto autore, per realizzare le cartine delle sementi; l’altra, frutto della passione per l’arte della sua eclettica autrice, dal titolo “Divertissement: Ritratti inNaturali”.La continuità tra passato e presente, i forti valori, le tradizioni, costituiscono i motivi fondanti che hanno mosso gli organizzatori della mostra a riunire, in un luogo traboccante di storia, due rappresentanti, discendenti di vecchie famiglie

perugine, che si sono distinte in campi diversi: Bavicchi, nonno di Dario, nel campo delle sementi e i Mignini, nonno e bisnonno di Manuela, due grandi scultori dell’800, le cui opere possiamo ancora ammirare nel Cimitero monumentale.Per quanto riguarda la mostra di Mignini, è stata un’occasione speciale per appassionati e non degli amici a quattro zampe, che hanno potuto ammirare le opere raffinate dell’artista, che con umorismo ha inventato il gioco del ritratto inNaturale. Cieli tempestosi, drappi teatrali, paesaggi di campagna o orizzonti cittadini fanno da sfondo suggestivo a questi dipinti ricchi di verità e tenerezza: le espressioni degli animali non lasciano indifferenti. Tutti i dipinti sono realizzati ad olio

su tela o su tavola, corredati da splendide cornici fatte a mano, personalizzate per ogni dipinto. Le opere, raffigurate secondo canoni che oscillano a metà tra iperrealismo e surrealismo, sono contraddistinte da un magnetismo che conferisce agli animali un’apparenza umana e una grande fierezza.

di Alessia Malloni

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ALTRO CANTOAC Il mondo degli studenti attraverso gli occhi di

di Barbara Maccari

lA sItUAzIone deGlI stUdentI peRUGInI

due associazioni, una con orientamento di sinistra e

l’altra di destra: Udu vs Alleanza Universitaria

Si parla di università e, inevitabilmente, non si può non parlare di loro, degli studenti. Una vera e propria risorsa economica per l’intera regione dell’Umbria, una macchina finanziaria che se salta può davvero mettere in crisi il sistema. Una risorsa che rischia, però, lentamente di scomparire a causa della forte crisi economica. Il ricambio dei nuovi iscritti non riesce a sopperire all’uscita dei vecchi e si evidenzia sempre più, gli ultimi dati sono quelli di novembre 2011, un forte trend negativo. In un anno la flessione degli iscritti è stata circa del 7,8%, con quasi 2.000 studenti in meno. Per cercare di capire meglio la situazione abbiamo parlato con i rappresentanti di due organizzazioni studentesche: Federico Fratrini di Udu Perugia, sinistra universitaria ed Errico Biagioli di Alleanza Universitaria Perugia, destra universitaria.

Se dovesse fare una fotografia della situazione degli studenti, cosa direbbe?Udu: La situazione degli studenti perugini non è molto buona. In seguito ai tagli dell’ex ministro Gelmini, ci troviamo di fronte a dei grandissimi problemi, soprattutto nella didattica e nel diritto allo studio. La prospettiva è piuttosto negativa anche se aspettiamo di

vedere come cambierà l’Università col nuovo statuto. Au: L’Università è in standby: abbiamo uno statuto nuovo approvato con la riforma Gelmini, ma il cambio di governo ha bloccato tutto. Siamo in un limbo, dove l’Università, e di conseguenza l’Adisu, non possono fare investimenti perché non sanno come sarà il futuro. La situazione degli studenti non è il massimo, molti ragazzi non vivono l’ambiente come si deve, non partecipano alla vita studentesca, ma si defilano… La struttura dispersiva dell’Ateneo poi non aiuta certo l’inserimento.

Parliamo di affitti, in che percentuale incidono sul costo dello studio?Udu: Gli affitti sono piuttosto alti e credo che con l’introduzione dell’Imu servirà più attenzione per quanto riguarda i contratti concordati che potrebbero subire delle variazioni. Si deve fare di più in questo campo, soprattutto ci devono essere più controlli, perché molti proprietari lo fanno in nero.Au: Sono cari e spesso si tratta di appartamenti mal tenuti. Inoltre abbiamo riscontrato un fenomeno preoccupante: alcuni proprietari anziché affittare una

singola stanza allo studente, gli affittano tutta la casa, incaricando poi lui del compito di trovarsi dei coinquilini. Se non li trova deve pagare per intero la locazione dell’appartamento.

Tema sicurezza e centro storico, come vive la città?Udu: Penso che gli studenti siano un’importante risorsa antidelinquenza: attualmente sono l’unico presidio civile di cittadinanza del centro, se li togliessimo rimarrebbero solo gli spacciatori. È importante, quindi, incentivare la loro presenza, perché un centro storico popolato non avrà problemi rispetto ad uno vuoto. Manca, e noi come Udu lo abbiamo chiesto da tantissimo tempo, una linea notturna circolare, cioè autobus che la notte colleghino il centro con tutte le zone a maggiore densità studentesca, in modo da agevolare gli spostamenti.Au: Il tema della sicurezza è drammatico, non ci sentiamo per niente tranquilli e la sera non usciamo mai da soli, ma in gruppo. Il centro storico è morto, non c’è un’iniziativa e i ragazzi si annoiano. Alcune zone non sono ben battute dalle forze dell’ordine, ci sono sì le telecamere ma senza intervento non servono a molto.

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ALTRO CANTO

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ACCollegamento tra università e mondo del lavoro, come giudica il livello proposto?Udu: Il collegamento è buono, vengono proposti molti stage e tirocini formativi retribuiti. Nella Facoltà di Economia si tiene il Job Day, una giornata importante dove gli studenti incontrano e si relazionano col mondo del lavoro. Anche la mobilità studentesca è buona, c’è un’ampia scelta di mete per Erasmus, funzionano bene anche gli scambi internazionali.Au: Per quanto riguarda la Facoltà di Economia, dalla quale provengo, l’ufficio placement è ottimo, tiene sempre ben informati i ragazzi con una mailing list sulle proposte di stage e tirocini, non gratuiti, ma con dei piccoli rimborsi. Inoltre si tiene due volte all’anno il JobDay, una giornata organizzata per far incontrare gli studenti col mondo del lavoro. L’iniziativa coinvolge più facoltà e porta dei notevoli risultati: alcuni ragazzi sono stati selezionati dalle aziende proprio durante queste giornate. Inoltre la manifestazione si mantiene da sola, senza costi aggiuntivi per l’Università, visto che le imprese pagano un ticket per partecipare.

Mense universitarie e servizi ristorazione convenzionati sono funzionanti?Udu: Quest’anno gli studenti che non hanno una borsa di studio hanno visto lievitare il costo del servizio mensa di otto euro. Capisco che l’aumento sia stato fatto per non andare ad intaccare le borse di studio, ma uno studente normale quando deve pranzare va direttamente al ristorante, dove forse trova un prezzo minore. Secondo me si deve far tornare la mensa a punto di ritrovo centrale per tutti gli studenti, non solo borsisti. C’è poi il problema

della mensa di Medicina: è stata aperta recentemente ma non è convenzionata con l’Adisu, quindi tutti gli studenti borsisti non ne possono usufruire.Au: La mensa centrale funziona piuttosto bene, certo per gli studenti non borsisti c’è stato un notevole aumento sul prezzo del pasto. Quello che noi chiediamo come associazione sono maggiori controlli perché ci è spesso capitato di vedere dei ragazzi che arrivavano in facoltà col macchinone e poi usufruiscono dei buoni Adisu per mangiare gratis, a discapito di chi ne ha veramente bisogno.

Sistema bibliotecario degli atenei, è sufficiente?Udu: È stata aperta da poco la biblioteca di Medicina che è molto bella, per le altre il problema principale restano le chiusure anticipate. Secondo noi andrebbero tenute aperte almeno fino alle 22, o quantomeno quella di Giurisprudenza che è la più centrale e raccoglie il più ampio bacino d’utenza.Au: Dopo la riduzione dell’orario di apertura delle biblioteche molti ragazzi non sanno dove andare a studiare. Personalmente proporrei di fare una grande biblioteca centrale aperta 24 ore su 24 che permetta agli studenti di dedicarsi al loro lavoro senza distrazioni.

La segreteria universitaria è ben organizzata?Udu: La segreteria è stata spostata a Medicina e ciò ha creato dei disagi incredibili. Stiamo chiedendo con tutta la nostra forza che venga ripristinato il servizio in centro, in modo da renderla più accessibile. In alternativa proponiamo l’aumento delle linee degli autobus in direzione San Sisto, anche se speriamo che i lavori di ristrutturazione che sono

cominciati nell’ex sede, in Via della Pallotta, terminino presto.Au: Possiamo ripartire il giudizio in due parti. A livello di personale ogni impiegato incide sul servizio: chi è preparato ed efficace dà sempre le informazioni giuste. A livello logistico invece è un vero disastro. Con lo spostamento a Medicina è diventato tutto più complicato, i trasporti non sono sufficienti a coprire le esigenze degli studenti.

Livello delle tasse universitarie, equo o iniquo?Udu: Le tasse non sono aumentate rispetto all’anno scorso e questa è una buona cosa, ma è un livello che riteniamo comunque alto. Stiamo molto attenti che l’Università non superi il tetto massimo di legalità del 20% dell’Ffo, il fondo ordinario per le università. Siamo stati promotori di iniziative simili come Udu anche in altre città d’Italia, come Pavia, dove abbiamo partecipato al ricorso al Tar di Milano perché l’università aveva sfondato la soglia massima. Alla fine abbiamo vinto e ci sono stati dei rimborsi. A Perugia la situazione è sotto controllo, siamo in una percentuale di circa il 18%. Au: Le tasse sono ad un livello troppo alto e sfondano il tetto fissato dal Ministero. D’altro canto senza una seria politica di riduzione degli sprechi non credo che le cose possano migliorare. La nostra proposta come associazione è quella di dilazionare le rate in quattro parti durante l’anno, con conseguente addebito sul conto corrente dei ragazzi, in modo da evitare more sui pagamenti e dei notevoli risparmi di carta rendendo tutto il sistema informatizzato. Qualche giorno prima della scadenza arriverebbe una e-mail per avvertire lo studente del pagamento come promemoria.

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SStudenti/Docenti

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In evIdenzALa base scientifica di partenza della nostra scuola estiva in “Bio-Economia” si colloca nell’ambito della cultura valutativa riguardante l’analisi costi-benefici applicata a progetti di fattibilità e/o esecutivi in campo ambientale ed energe-tico. La scuola estiva dura 1 setti-mana (dal lunedì al venerdì) dal 9 al 13 Luglio 2012. Le lezioni sono presso il Dipartimento di Econo-mia, Finanza e Statistica, in via Pascoli e saranno tenute da docen-ti a contratto ed interni per 5 ore giornaliere e per un totale di 25 ore settimanali; sono in lingua ita-liana. Il costo d’iscrizione è di 150 euro a persona ed è aperta a tutti i possessori di laurea triennale e su-periore. Al termine viene rilasciato un attestato di partecipazione.

sCUolA estIvA dI BIoeConoMIA

CNIT, consorzio interuniversitario per lo svolgimento di attività di ricerca e formazione avanzate nel settore delle telecomunicazioni e dell’elettro-magnetismo, riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e che raggruppa 37 Università italiane, offre 12 borse di studio annuali per neolaureati da usufruirsi presso i propri Laboratori Nazionali e le proprie Unità di Ricerca. Le tematiche sono relative alle seguenti macroaree di ricerca: Elaborazione dei segnali Cod. 01/012, Sistemi e reti di telecomu-nicazioni Cod. 02/012, Radar e telerilevamento Cod. 03/012, Elettromagne-tismo applicato.Ai candidati è richiesto il possesso della laurea (conseguita successivamente al 1.11.2011 e prima della scadenza dell’avviso) speciali-stica o magistrale nell’area dell’ingegneria dell’informazione (telecomuni-cazioni, elettronica, informatica, o equipollenti) o in fisica o in matematica o scienza dell’informazione o ingegneria matematica o ingegneria fisica. La domanda, redatta secondo il modello scaricabile dal sito www.cnit.it deve riportare gli elementi sotto indicati e dovrà essere inviata entro il 30.6.2012.

Il 14 Marzo u.s. è uscito sulla gazzetta ufficiale il Decreto Ministeriale relativo alle definizione dei posti per le immatricolazioni ai corsi di Tirocinio Formativo Attivo, necessari a chi volesse avvalersi dell’abili-tazione all’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Per l’anno accademico 2011/2012, i posti disponibili a livello nazionale per le immatricolazioni al Tirocinio Formativo Attivo per l’insegnamento nella scuola secondaria di I grado sono pari a com-plessivi 4.275 posti, definiti in ambito regionale per ciascun Ateneo e nel numero indicato per singola classe di concorso. I prossimi test preliminari per l’accesso al Tirocinio Formativo Attivo si terranno nel mese di Luglio a partire dal 6 fino al 31. Tutte le informazioni sul sito www.miur.it alla sezione Ricerca.

deFInIzIone deI postI dIsponIBIlI A lIvello nAzIonAle peR le IMMAtRIColAzIonI AI CoRsI dI tIRoCInIo FoRMAtIvo AttIvo peR l’ABIlItAzIone All’InseGnAMento nellA sCUolA seCondARIA dI pRIMo e dI seCondo GRAdo, peR l’A.A. 2011-12

è in fase di progettazione un accordo quadro di collaborazione tra il Cnr ( Consiglio na-zionale delle ricerche) e l’omologa Agenzia nazionale di ricerca dell’Uruguay. L’obiettivo, fattibile e realizzabile, consiste nel dare un organizzazione programmata alle innume-revoli iniziative di carattere scientifico e accademico che riguardano l’Italia e L’Uru-guay. L’idea si potrebbe concretizzare già nel mese di ottobre in occasione della settimana della lingua italiana nel mondo, che oltre a svolgersi in Uruguay viene celebrata in altri paesi. Illustrando le parecchie iniziative che caratterizzano l’anno della cultura italiana in Uruguay l’ambasciatore italiano in Uruguay Andrea Leggeri ha dichiarato che “si tratta di creare un punto di raccordo per i progetti che sono già in atto da diverso tempo”. L’iniziativa prevede tutta una serie di appuntamenti, che riguarderanno la musica, l’arte ed il cinema, realizzati anche grazie al supporto di sponsor privati. In calendario sono previsti inoltre seminari dedicati alla ricerca ed all’ambiente. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, ha rimarcato Leggeri, che “l’Uruguay è un paese che sta puntando molto sulle nuove energie ed ha un quadro di riferimento giuridico mol-to interessante per gli investitori”.

BoRse dI stUdIo pResso CnIt A GIovAnI lAUReAtI

RICeRCA: ACCoRdo tRA Il CnR e l’AGenzIA dI RICeRCA dell’URUGUAY

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