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Università degli Studi Roma Tre...dell’Università degli Studi Roma Tre ed ha interessato il...

Date post: 04-Apr-2020
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Università degli Studi Roma Tre Dipartimento di Ingegneria Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria delle Infrastrutture Viarie e Trasporti Relazione di fine tirocinio Acquisizione delle competenze informatiche necessarie per l’elaborazione di segnali elettromagnetici acquisiti mediante indagine Georadar Tutor universitario: Prof. Ing. Calvi Alessandro Tirocinante: Pascale Maria Antonietta Anno Accademico 2016/2017
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Università degli Studi Roma Tre

Dipartimento di Ingegneria

Corso di Laurea Magistrale in

Ingegneria delle Infrastrutture Viarie e Trasporti

Relazione di fine tirocinio

Acquisizione delle competenze informatiche necessarie per

l’elaborazione di segnali elettromagnetici acquisiti

mediante indagine Georadar

Tutor universitario:

Prof. Ing. Calvi Alessandro

Tirocinante:

Pascale Maria Antonietta

Anno Accademico 2016/2017

- 1 -

SOMMARIO

1. PREMESSA 2

2. INTRODUZIONE 3

3. LA TECNOLOGIA GEORADAR GPR 5

4. ACQUISIZIONE DEI DATI GPR 7

5. VISUALIZZAZIONE DEL SEGNALE GPR 9

6. MATLAB – MATRIX LABORATORY 10

7. IL SEGNALE GPR IN AMBIENTE MATLAB 13

7.1 Apertura e lettura dei dati radar 13

7.2 Rappresentazione grafica dei dati della matrice 15

7.3 Normalizzazione del segnale 17

7.4 Taglio del segnale 18

7.5 Realizzazione di un codice di filtraggio 20

7.6 Calcolo della costante dielettrica relativa 21

7.7 Rappresentazione grafica post-processing 23

8. INTERPRETAZIONE DEL RADARGRAMMA 24

9. CONCLUSIONI 28

- 2 -

1. PREMESSA

L’oggetto della seguente attività di tirocinio riguarda il conseguimento delle competenze

informatiche necessarie per poter studiare ed analizzare la contaminazione della sovrastruttura

ferroviaria e, nello specifico, dello strato della massicciata ferroviaria, noto anche con il termine

“ballast”.

Ciò si è reso possibile attraverso l’utilizzo di specifici software progettati per l’acquisizione di dati

ottenuti tramite un sistema georadar (GPR), e l’elaborazione grafica dei suddetti tramite il software

MatLab.

Il tirocinio ha avuto luogo presso il Laboratorio di Infrastrutture Viarie – Dipartimento di Ingegneria

dell’Università degli Studi Roma Tre ed ha interessato il periodo intercorso tra la data del 10/04/2017

ed il 26/05/2017, per una durata complessiva di 150 ore, corrispondenti a 6 CFU (Crediti Formativi

Universitari).

- 3 -

2. INTRODUZIONE

L’attività di tirocinio segue un lavoro di ricerca iniziato già da diversi anni e che si pone come

obiettivo la valutazione dei livelli di inquinamento (fouling), il quale può interessare l’intera

massicciata che caratterizza la sovrastruttura ferroviaria.

Ciò è di notevole importanza, in quanto, la qualità e la condizione dello strato di ballast può portare a

considerevoli conseguenze e gravi ripercussioni sulla regolarità e la sicurezza dell’esercizio

ferroviario.

Il ballast si presenta allo stato vergine come un materiale sciolto, le cui caratteristiche di resistenza a

taglio sono, quindi, direttamente attribuibili allo scheletro solido. Inoltre questo aspetto spiega

efficacemente la prevalenza della componente di resistenza attritiva piuttosto che di quella coesiva.

La risposta alle sollecitazioni esterne è, difatti, attribuibile all’attrito che si viene a creare tra le

superfici di contatto dei singoli grani di pietrisco che costituiscono lo strato della massicciata.

La sollecitazione continua a cui la massicciata è sottoposta, dovuta principalmente alla circolazione

dei convogli che porta all’abrasione delle traverse e dei binari, data dall’attrito con le ruote degli

stessi, compromette le caratteristiche di resistenza meccanica e di permeabilità dello strato in

questione. Ciò perché queste attività ripetute provocano la risalita di materiale dagli strati più

profondi, così come anche la produzione di piccoli detriti o polveri derivanti dai grani stessi, i quali

si depositano nei vuoti presenti tra essi, alterando così la composizione granulometrica e la struttura

del ballast.

Il materiale fino, di cui sopra, andandosi a posizionare tra i singoli grani di pietrisco può generare

un’azione lubrificante, portando a uno scorrimento tra essi, il che comporta inevitabilmente la perdita

parziale delle proprietà e della funzione dello strato.

Inoltre, la diminuzione del volume dei vuoti tra i grani portata dalla frapposizione di materiale

inquinante, implica la perdita delle condizioni che determinano il regolare deflusso delle acque

meteoriche, le quali teoricamente dovrebbero percolare attraverso il piano di regolamento ferroviario.

Attraverso l’utilizzo di moderne tecnologie per l’analisi di fenomeni come il fouling ferroviario, si

rende quindi necessaria una costante osservazione e monitoraggio delle tratte in esercizio, al fine di

preservare le caratteristiche tecniche e il corretto funzionamento dell’infrastruttura, e quindi

dell’intero sistema ferroviario.

- 4 -

Una di queste tecnologie, utilizzate nell’ultimo ventennio per la valutazione granulometrica del

ballast ferroviario e, in tempi più recenti, anche per la quantificazione dei livelli di inquinamento

dello stesso strato, è il GPR - Ground Penetrating Radar.

Tale strumentazione occupa oggi un ruolo di fondamentale importanza nelle attività di diagnostica

della massicciata, e riveste primario interesse per i gestori delle infrastrutture, grazie ai molteplici

benefici che l’utilizzo di questa apparecchiatura comporta.

Il vantaggio primario è attribuibile alla capacità dello strumento di effettuare misure anche in

movimento, così da riuscire ad ottenere dati significativi in tempi non frammentati, e garantendo

contemporaneamente il regolare svolgimento dell’attività di circolazione ferroviaria.

In secondo luogo, la tecnologia non distruttiva che caratterizza il georadar si distanzia dalle

tradizionali procedure diagnostiche, le quali si basano sul tipico prelievo in situ di campioni (tecnica

del carotaggio) che, oltre ad intaccare l’integrità della massicciata, non consentono l’analisi sulla

totalità del tracciato ferroviario preso in esame, ma piuttosto forniscono le informazioni indagate solo

al livello puntuale.

Dai dati acquisiti dalla sperimentazione con la tecnologia GPR si sono realizzate elaborazioni tramite

il software MatLab. L’apprendimento del funzionamento e la capacità di utilizzo del suddetto

software sono da considerarsi la finalità dello svolgimento di questo tirocinio.

- 5 -

3. LA TECNOLOGIA GEORADAR GPR

Come già accennato, la tecnologia GPR è una tecnica di diagnosi non distruttiva che sfrutta la

propagazione di onde elettromagnetiche irradiate nel corpo oggetto di indagine, individuando perciò

in modo continuativo e a differenti profondità, la presenza di discontinuità dovute alla differente

conduttività dei materiali incontrati. Esso consente, infatti, di ottenere misure in tempi brevi e con

bassi costi di esecuzione, aspetto fondamentale se si considera la significativa estensione

longitudinale delle infrastrutture di trasporto.

Le analisi georadar sono in grado di restituire una mappa completa delle condizioni di degrado delle

infrastrutture permettendo di identificare le cause di tale degrado ed i sui processi di evoluzione con

conseguenze positive in termini di efficacia ed efficienza della pianificazione sugli interventi

manutentori.

Tradizionalmente il GPR è costituito da un set di antenne funzionanti a diverse frequenze, ciascuna

caratterizzata da:

• un’unità di generazione del segnale, con un generatore di onde elettromagnetiche che produce

impulsi ad una specifica potenza e frequenza,

• un sistema di antenne, costituito da un’antenna trasmittente, che trasmette gli impulsi nel

mezzo di indagine ed un’antenna ricevente, che capta il segnale riflesso,

• un’unità di acquisizione del segnale, in grado di convertire il segnale in forma analogica,

quindi campionarlo.

L’attività di indagine consiste nell’emissione nell’oggetto indagato, in questo caso la sovrastruttura

ferroviaria, di impulsi elettromagnetici ad una certa frequenza nota e nel calcolo del tempo

necessario al segnale per tornare al ricevitore, dopo essere stato riflesso da possibili discontinuità.

Queste si possono circoscrivere a materiali con differente costante dielettrica o differente

conducibilità elettrica.

La sperimentazione è basata sul fenomeno fisico dell’attenuazione, ossia della riduzione di ampiezza

dell’onda elettromagnetica in funzione della distanza percorsa nel mezzo, dovuta in genere alla

cessione di energia al mezzo di propagazione. L’attenuazione è inoltre proporzionale alla frequenza

di lavoro dell’antenna: maggiore è la frequenza maggiore sarà l’assorbimento del segnale emesso.

- 6 -

In funzione della profondità e dimensioni del corpo che, per mezzo del rilievo em, si vuole

investigare, occorre scegliere correttamente la frequenza, ossia la lunghezza d'onda che l'antenna

prescelta è in grado di generare.

Le diverse antenne possono operare a basse frequenze (100 – 600 MHz), garantendo una elevata

profondità di indagine ma con una bassa risoluzione, oppure alle alte frequenze (1600 – 2500 MHz),

le quali grazie alla minore lunghezza d’onda, permettono una migliore risoluzione, a discapito però

della capacità di penetrazione nel mezzo.

L'informazione base ottenuta dal georadar è una singola traccia definita A-Scan, e assemblando le

diverse tracce acquisite durante la prospezione, si ottiene un radargramma o B-Scan. In pratica con il

termine radargramma si indica una visualizzazione della sezione georadar acquisita e/o elaborata che

consente

l'interpretazione delle

caratteristiche delle

diverse “riflessioni”

sotto forma di

geometria e di intensità

del segnale ricevuto

Le antenne prese in

considerazione per

l’attività di tirocinio

sono di tipo Horn e di

tipo Vee, con frequenze

di 1.000 e 2.000 MHz

per le prime, e di 1500

MHz per la seconda.

- 7 -

4. ACQUISIZIONE DEI DATI GPR

Affinché l’indagine Georadar possa essere condotta, si rende necessario l’impiego di software per

l’acquisizione del segnale. Per un’antenna di tipo horn, ovvero non a contatto con la superficie

d’analisi, viene utilizzato un software sviluppato dall’azienda “I.D.S. Ingegneria Dei Sistemi SPA”,

chiamato K2 Fast Wave.

Figura 1: Interfaccia grafica dei software K2 Fast Wave e GRED/S

La possibilità di impostare l’area di lavoro, di effettuare la calibrazione del segnale e di acquisire il

segnale, ovvero il dato, è correlata all’utilizzo in maniera opportuna di tale software.

Nella fase preliminare di preparazione dello strumento, i parametri base che caratterizzano K2 Fast

Wave sono:

• Time Window, intervallo di tempo espresso in nanosecondi (ns), in cui l’antenna

registra l’energia delle onde elettromagnetiche riflesse. Normalmente tale intervallo è

quello che va da qualche attimo prima dell’emissione dell’impulso radar nel mezzo,

alla ricezione di tutte le riflessioni che possono essere di un certo interesse. Se il

mezzo e la profondità di indagine sono noti, la time window può essere stimata. Al

contrario si calcola un tempo tale da ricevere riflessioni da una profondità superiore a

quella interessata dall’indagine.

- 8 -

• Samples per scan (Campionamento verticale), ovvero il numero di campioni per

scan o traccia. Questo caratterizza la qualità dell’informazione, poiché più elevato è il

numero di campioni, più definita è l’onda risultante. Naturalmente, una time window

più estesa necessita di un numero di campioni maggiore per ottenere una definizione

della traccia che risulti adeguata. È prassi utilizzare uno dei seguenti numeri di

campioni: 128, 256, 512, 1024, 2048, nonostante sia anche possibile scegliere

arbitrariamente un diverso numero. Nel caso in esame sono stati utilizzati 512

campioni per le antenne Horn (1000 e 2000 MHz) e 1024 campioni per l’antenna Vee

(1500 MHz).

Figura 2: Scansioni con differente numero di campioni

• Campionamento orizzontale, il numero di scansioni registrate dal sistema ricevente,

lungo la traiettoria di indagine.

• Posizione del segnale, consiste nella calibrazione del segnale. Al fine di poter

sfruttare al massimo la time window impostata, ci si deve assicurare che la prima

riflessione di ogni impulso ricada all’interno della time window stessa.

- 9 -

5. VISUALIZZAZIONE DEL SEGNALE GPR

Una volta effettuata la scansione, K2 Fast Wave fornisce i dati tramite file la cui estensione è “.dt”.

Per aprirli si deve fare ricorso ad un altro software, GRED HD Basic, anch’esso sviluppato da I.D.S.

Tale software consente di visualizzare in 2D i radargrammi ottenuti dalle prove con GPR,

consentendo sia la scelta della tipologia di grafico da impostare, sia di riconoscere più facilmente

eventuali stratificazioni presenti nelle mappe ottenute.

Per ottenere l’interfaccia grafica con cui visualizzare il segnale è necessario aprire i file .dt

selezionando il comando Average Trace.

Una volta ottenuto il grafico sarà quindi possibile cambiare la scala degli assi, effettuare zoom su

singole sezioni del segnale e salvare l’immagine in differenti estensioni.

Figura 3: Interfaccia grafica del segnale attraverso GRED HD Basic

Il software, attraverso la funzione View → Header consente di prendere visione dei parametri

descritti precedentemente nella fase di acquisizione del segnale.

- 10 -

6. MATLAB – MATRIX LABORATORY

MatLab (abbreviazione di MATrix LABoratory) è un ambiente virtuale per l’analisi statistica creato

negli anni ’70 da Ceye Moler, presidente del dipartimento di scienze informatiche dell’Università del

Nuovo Messico. È un ambiente di sviluppo, scritto in linguaggio C, che integra il calcolo

matematico, la grafica e la programmazion, oggi diffusamente impiegato in diverse discipline

scientifiche: consente di manipolare matrici, visualizzare funzioni e dati, implementare algoritmi,

creare interfacce utente, modelli e applicazioni, e interfacciarsi con altri programmi. È un software

molto noto in diversi settori grazie alla sua grande portabilità, alla semplicità d’uso e alle potenzialità

di calcolo.

MatLab è anche un linguaggio di programmazione di alto livello, giacché in esso si evidenziano 15

diversi tipi di variabili, ovvero un insieme di dati modificabili situati in una porzione di memoria

(una o più locazioni di memoria) destinata a contenere dei dati, suscettibili di modifica nel corso

dell’esecuzione di un programma.

Nel linguaggio MatLab, i dati sono espressi tutti secondo la medesima forma ovvero l’array: si può

immaginare un array come una sorta di vettore, le cui caselle sono dette celle (o elementi) dell’array

stesso. Ciascuna delle celle si comporta come una variabile tradizionale: tutte le celle sono variabili

di uno stesso tipo preesistente, detto “tipo base dell’array”. Si parla perciò di tipi come numeric

array, character array, cell array etc. . Quello che si ottiene dichiarandolo è dunque un contenitore

statico ed omogeneo di valori e variabili.

- 11 -

Nel linguaggio MatLab si possono quindi evidenziare:

• Array scalari, di due dimensioni, formati da una riga e da una colonna;

• Array vettori, di due dimensioni, formati o da una riga (vettore riga) o da una

colonna (vettore colonna);

• Array matrici, di due dimensioni, formati da almeno due righe e da due colonne.

Come operatori MatLab utilizza tre diverse categorie di questo tipo di linguaggio:

• Gli operatori aritmetici: +, -, ·, /;

• Gli operatori relazionali: >, <, >=, <=, ==, ~=;

• Gli operatoti logici o booleani: ~ not, end &, or | .

L’interfaccia grafica di MatLab si può riassumere in diverse sezioni:

• Barra dei menù, attraverso la quale accedere a tutte le funzioni di MatLab;

• Barra degli strumenti, attraverso cui è possibile accedere rapidamente alle funzioni

principali maggiormente impiegate;

• Command Window, in cui si digitano i comandi, script o funzioni supportate, e in

cui è possibile visualizzarne in tempo reale i risultati. Se vengono creati più comandi

nella stessa linea, è necessario distinguerli con una virgola. Se un comando è

terminato con un punto e virgola, i risultati ottenuti non verranno visualizzati

immediatamente nella Command Window, ma verranno solo salvati nel Workspace;

• Command History, contenuta all’interno della Command Window, in cui vengono

memorizzate le istruzioni già digitate ed eseguite in precedenza, divise per ora e data.

Ciò consente di lanciare un comando in Command Window semplicemente con un

doppio click sul comando all’interno della Command History;

• Workspace è lo spazio di memoria in cui è possibile visualizzare le variabili

dichiarate o calcolate. Questa sezione elenca tutte le variabili già create e dà la

possibilità di inserirne di nuove o di importarne dall’esterno;

- 12 -

• Editor è la finestra in cui si crea lo script, ovvero il comando da eseguire;

• Current Folder indica l’indirizzo di memoria in cui si sta lavorando e permette di

esplorare i file presenti sulla propria memoria e di aprirli direttamente nel programma.

Figura 4: Interfaccia grafica dell’ambiente di sviluppo MatLab

- 13 -

7. IL SEGNALE GPR IN AMBIENTE MATLAB

Lo studio del segnale ottenuto si sviluppa in MatLab attraverso una serie di operazioni che nel

complesso costituiscono quello che viene definito Processing. Esso si articola in:

• Apertura e lettura dei dati radar

• Rappresentazione grafica dei dati della matrice

• Normalizzazione del segnale

• Taglio del segnale

• Realizzazione di un codice di filtraggio

• Calcolo della costante dielettrica relativa

• Rappresentazione grafica post-processing

7.1 Apertura e lettura dei dati radar

K2 Fast Wave fornisce sul terminale una serie di cartelle (una per ogni scansione effettuata)

contenenti un file .dt, che per le antenne Horn prende il nome LID10001.

Figura 5: Esempio di cartelle ottenute da indagine con GPR

- 14 -

È possibile quindi la lettura di suddetti file in ambiente MatLab attraverso uno script, o codice,

inserito nella finestra Editor, che consente di cambiare estensione al file, passando da .dt a .MAT,

rendendo così il file compatibile con il programma. Tale codice è fornito da I.D.S. ed è denominato

“idsris_read.m”.

L’apertura dei file LID10001 fornisce una structure array, che equivale ad un file strutturato in più

variabili, attraverso il quale è possibile consultare i dati acquisiti durante la scansione con GPR e i

parametri impostati in fase di acquisizione, come la Time Window (denominata “sweep_time”) e la

matrice che costituisce il segnale nel dominio del tempo (MAPPA). In questo studio le varie matrici

presentano un numero di righe pari a 512 e 1024 (a seconda del tipo di antenna utilizzata), e un

numero di colonne variabile in funzione della lunghezza della tratta di ferrovia analizzata. Il numero

di righe corrisponde al campionamento verticale, quello di colonne al campionamento orizzontale.

Figura 6: Esempio del contenuto di una structure array

- 15 -

La matrice che costituisce il segnale nel dominio del tempo e che contiene le informazioni più

importanti derivanti dall’indagine, ovvero la variabile MAPPA, al fine di poter essere analizzata deve

essere estratta dal file strutturato succitato: ciò è reso possibile tramite un codice inserito nella

finestra Editor. Nel rispetto della sintassi e della semantica del linguaggio, il codice è caratterizzato

dalle seguenti stringhe:

%% Horn f=1000Hz % Orientation 0 A0_10=idsris_read(['LID10001.dt']); A0_10=A0_10.MAPPA; save('A0_10','A0_10');

Si deve sottolineare come gli script sviluppati nella finestra di Editor, sono dei codici generali che

possono essere eseguiti ripetutamente su file differenti. MatLab richiede infatti all’utente di

specificare di volta in volta la cartella contenente le variabili da eseguire nel codice, le quali

naturalmente dovranno essere indicate con lo stesso nome utilizzato nel codice stesso.

7.2 Rappresentazione grafica dei dati della matrice

Come detto MatLab consente di rappresentare i dati numerici ottenuti attraverso la rappresentazione

di questi tramite grafico di una funzione. Mediante il comando plot(nomevariabile) digitato

direttamente nella Command Window, si può graficizzare una determinata singola colonna della

matrice (A-Scan) per poterne vedere l’andamento, visualizzando così la traccia richiesta dal

comando, in una versione però non ancora processata.

- 16 -

Figura 7-8: Esempio grafico di un A-Scan

Inoltre è possibile, tramite il comando imagesc(nomevariabile) ottenere un’immagine

dell’intero radargramma (B-Scan) ancora allo stato “grezzo” quindi non processato, nonostante il

comando effettui un riscalamento dei dati, tale da ottenere una migliore visualizzazione per l’utente.

- 17 -

Figura 9: Esempio grafico di un B-Scan

Il radargramma riporta tonalità di grigio che rappresentano le diverse intensità del segnale ricevuto

(maggiori intensità sono associate ad alti contrasti dielettrici tra i materiali).

7.3 Normalizzazione del segnale

Analizzando i singoli segnali (A-Scan) si osserva che questi sono sfalsati nel tempo. Ciò è

attribuibile alla fase di calibrazione. Perciò è necessario effettuare uno scostamento del segnale

rispetto alla prima riflessione: questo è possibile modificando le matrici relative alle diverse

configurazioni prese in considerazione.

Questa operazione, indicata con il nome di “Zero Offset Removal” consente di traslare il segnale nel

tempo rispetto allo 0 tramite una sottrazione del valor medio del segnale stesso mediante la funzione

mean. Ciò significa che ad ogni colonna della matrice di dati, ovvero ad ogni singolo A-Scan,

viene sottratto il valor medio, tramite il seguente codice:

%% ZERO OFFSET REMOVAL for j=1:512 eval(['BT' n '(j,:)=BT' n '(j,:) - mean(BT' n '(j,:));']); end

- 18 -

Il risultato di questa operazione è più facilmente comprensibile andando a confrontare un generico

A-Scan prima e dopo l’applicazione della stringa appena riportata.

7.4 Taglio del segnale

I radargrammi dopo l’acquisizione, risultano generalmente non chiari, in quanto presentano delle

riflessioni indotte dall’ambiente esterno e dallo strumento stesso, che vanno a falsare la

rappresentazione grafica degli stessi. Ragion per cui questo eccesso di informazioni deve essere

PRIMA

DOPO

- 19 -

eliminato in modo tale da poter visualizzare con maggiore facilità e chiarezza le riflessioni

significative, le quali possono fornire importanti dettagli sullo stato del mezzo preso in esame.

%% AIR CUT for i=1:9 n=num2str(i); eval(['BT' n '=BT' n '(79:end,:);']); end

Per comprendere meglio l’operazione appena esposta, viene riportato di seguito un B-Scan

esemplificativo prima e dopo la fase di taglio del segnale.

PRIMA

DOPO

- 20 -

7.5 Realizzazione di un codice di filtraggio

I dati GPR, visualizzati graficamente in MatLab direttamente dopo l’acquisizione, contengono

generalmente un cosiddetto “rumore di fondo” (reverberation), che altera la comprensione degli

stessi.

Per migliorare la qualità di questi dati è stato creato un codice che, nel dominio delle frequenze, crea

un filtro del segnale reale a partire da una frequenza stabilita come campione di riferimento. Nel

codice va infatti indicato l’intervallo di frequenza ritenuto ideale alle analisi da effettuare: in questo

studio si è scelto di inserire come frequenza centrale di riferimento quella propria dell’antenna

utilizzata, e un range attorno a tale valore variabile a seconda delle diverse antenne adottate.

%% Filtro % % passa-banda dt=25e-9/512; fc=dt^-1; aa=size(BT1,1);

Il termine dt indicato sopra è l’intervallo di tempo dato dal rapporto tra la Time Window, pari a 15 o

25 (come in questo caso) nanosecondi e il numero di righe della matrice in esame, ovvero il numero

di campioni o samples (in questo caso 512). Il termine fc invece indica la frequenza centrale di

campionamento, inversa del distanziamento temporale dt.

Dopo aver definito i vettori tempo e frequenza, che possono essere diversi a seconda dell’antenna

presa in considerazione, si utilizza il vero e proprio “filtro passa banda” che consente di ripulire i dati

dal “rumore di fondo” e considerare solo valori delle frequenze racchiusi in un certo intervallo.

Tramite il filtro passa banda si utilizza la funzione calcola_fft in cui viene sfruttata una

funzione predefinita fft facente parte del linguaggio MatLab che consente di calcolare la

Trasformata di Fourier del segnale reale noto nel dominio del tempo. Il segnale ottenuto rende così

più evidente l’individuazione dei picchi di riflessione.

for n=1:9 i=num2str(n); eval(['B=BT' i ';']); j=1:size(B,2);

- 21 -

D=zeros(aa,size(B,2)); calcola_fft(B(:,j),fc,0); [A1, A2]=butter(3,0.5e9/(fc/2), 'high'); [A3, A4]=butter(3,1.7e9/(fc/2), 'low'); D(:,j)=filtfilt(A1,A2,B(:,j)); D(:,j)=filtfilt(A3,A4,B(:,j)); eval(['BT' i '=D;']); end

I numeri evidenziati in giallo costituiscono i valori scelti per l’intervallo di frequenze: in particolare

0.5, ovvero 500 MHz, è il limite inferiore di tale intervallo e viene definito “filtro passa ALTO”,

mentre 1.7, ovvero 1700 MHz è il limite superiore di tale intervallo e viene definito “filtro passa

BASSO”. Nell’esempio mostrato, la frequenza centrale all’interno dell’intervallo di frequenze

considerate è pari a 1000 MHz.

7.6 Calcolo della costante dielettrica relativa

La tecnica GPR permette di individuare discontinuità elettromagnetiche presenti nel sottosuolo,

causate dalla presenza in esso di strati o materiali differenti, quindi caratterizzati da proprietà

dielettriche variabili tra loro.

Per identificare tali discontinuità il GPR crea impulsi elettromagnetici, cioè onde istantanee capaci di

trasmettere una grande quantità di energia che viene trasferita nel mezzo in direzione verticale. Se

l’onda incontra una superficie di discontinuità, una parte di essa viene riflessa ritornando all’unità di

ricezione, mentre un’altra parte (più debole perché con minore energia) prosegue il suo percorso in

direzione verticale sino ad una certa profondità. Tale processo si ripete per ogni superficie di

discontinuità incontrata sino all’esaurimento di energia.

Lo strumento è capace di misurare intervalli di tempo tra le onde generate e riflesse molto brevi

(nell'ordine di 15÷25 nanosecondi). Supponendo nota a chi indaga la velocità di propagazione

dell’onda nel mezzo preso in esame, si può calcolare così la distanza verticale che intercorre tra la

superficie e la discontinuità evidenziata dal segnale, ovvero lo spessore. Attraverso l’analisi dei

picchi d’onda ottenuti, si può definire un intervallo temporale che sarà impiegato per il calcolo della

costante dielettrica relativa tramite l’utilizzo di un metodo di calcolo chiamato Time Domain Signal

Picking (TDSP).

- 22 -

Dato tale Δt (in nanosecondi), che rappresenta l’intervallo temporale tra andata e ritorno dell’onda

elettromagnetica all’interno del mezzo preso in esame, al fine di ottenere il tempo di sola andata tale

valore deve essere dimezzato (Δt/2). Ipotizzando che la legge spazio-tempo nel campo dalle onde

elettromagnetiche sia di tipo rettilineo uniforme, il tempo ottenuto (Δt/2) è legato allo spazio

percorso dalla classica relazione:

𝑠𝑝𝑎𝑧𝑖𝑜 = 𝑣𝑒𝑙𝑜𝑐𝑖𝑡à · 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜

Essendo noto lo spazio percorso dall’onda em in un tempo Δt/2, dalla formula inversa si ricava che:

𝑣 = 𝑣 𝑜𝑛𝑑𝑎,𝑚𝑒𝑧𝑧𝑜 𝑑𝑖𝑒𝑙𝑒𝑡𝑡𝑟𝑖𝑐𝑜 =𝑠𝑝𝑎𝑧𝑖𝑜

𝛥𝑡2⁄

Infine il valore della costante dielettrica relativa viene definita secondo la seguente relazione:

𝜀𝑟 = (𝑐0

𝑣)

2

dove c0 = velocità delle onde em nel vuoto = 3·108 m/s.

Al contrario, nel caso in cui non si conosca la velocità di propagazione dell’onda nel mezzo, è

possibile ricavarla attraverso considerazioni riguardo le proprietà dielettriche dei materiali.

A partire da un valore di permittività noto del materiale indagato, ricavato da esperienze sperimentali

precedenti, ed essendo nota la velocità di propagazione delle onde em nel vuoto, è possibile calcolare

la velocità di propagazione dell’onda nel materiale in esame, tramite la relazione inversa:

𝑣𝑜𝑛𝑑𝑎,𝑚𝑒𝑧𝑧𝑜 𝑑𝑖𝑒𝑙𝑒𝑡𝑡𝑟𝑖𝑐𝑜 = 𝑐0

√𝜀𝑟

In questo modo lo spazio percorso, e quindi la profondità di propagazione dell’onda, si ottiene dalla

relazione:

𝑝𝑟𝑜𝑓𝑜𝑛𝑑𝑖𝑡à 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑎𝑔𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 = 𝛥𝑡2⁄ ∗ 𝑣𝑜𝑛𝑑𝑎,𝑚𝑒𝑧𝑧𝑜 𝑑𝑖𝑒𝑙𝑒𝑡𝑡𝑟𝑖𝑐𝑜

A titolo di esempio si riporta il codice inserito nell’Editor di MatLab e che riguarda proprio quanto

esposto in questo paragrafo:

perm=4; % adimensionale c0=3e8; % m/s v=c0/sqrt(perm); % m/s dp=(dt/2)*v; % m

- 23 -

7.7 Rappresentazione grafica post-processing

Dopo aver effettuato la pulizia del dato si rende necessaria la visualizzazione di esso su grafico, in

cui però il radargramma risultante non sarà più funzione di tracce e campioni, ma questi saranno

convertiti rispettivamente in “Distanza” e “Profondità” espresse entrambe in metri. Questa

conversione degli assi consente intuitivamente di conoscere i vari spessori che compongono la

sovrastruttura indagata, così come anche l’estensione di irregolarità lungo il tracciato, che possono

indicare eventuali anomalie della sovrastruttura stessa.

Per far ciò è stato creato un ulteriore codice inserito nell’Editor di MatLab e così definito:

%% STAMPA BSCAN dx=0.04758066; x=linspace(0,size(BT9,2)*dx,size(BT9,2)); y=linspace(0,size(BT9,1)*dp,size(BT9,1)); figure; imagesc(x,y,BT9(1:end,:)),colormap(gray); xlabel('Distanza [m]'); ylabel('Profondità [m]'); title(['Tratta 1']);

Il risultato di questa elaborazione può essere mostrato attraverso il seguente B-Scan, rappresentativo

di 1 Km di tratta ferroviaria esaminata nel corso delle attività sperimentali svolte in Puglia,

riguardanti il lavoro di tesi.

- 24 -

8. INTERPRETAZIONE DEL RADARGRAMMA

Una volta effettuato il lavoro di Processing sul segnale GPR ricevuto in fase di sperimentazione, si

ottengono una serie di radargrammi o B-Scan inerenti le diverse tratte ferroviarie esaminate. Questi

risultano più facilmente interpretabili grazie alla “pulizia” del dato da fenomeni come rumore di

fondo e riflessione del segnale all’interno dello strumento stesso.

Di conseguenza si può procedere all’analisi e all’interpretazione delle immagini. Sicuramente è

importante realizzare diversi zoom del radargramma processato in quanto esso rappresenta, in questo

caso, un intero Km e non rende facilmente distinguibili eventuali oggetti presenti o irregolarità nella

sovrastruttura.

❖ La prima superficie di discontinuità nettamente distinguibile è quella che separa l’aria dal

sistema ballast - traversine. Nella seguente immagine si può notare come vi sia una certa

differenza nell’intensità di scala cromatica, in quanto i picchi di riflessione dei singoli A-Scan

iniziano a raggiungere valori che, in modulo, sono nettamente superiori rispetto alla fase

iniziale di penetrazione dell’onda. Effettuando uno zoom su questa superficie di discontinuità

si possono facilmente distinguere le singole traversine.

Esse sono rappresentate dall’andamento a “zig-zag”, il quale consente di dedurre come il

Georadar, nella fase di avanzamento lungo la tratta, incontri alternativamente superfici più o

meno riflettenti a seconda che attraversi il calcestruzzo costituente la traversina, o il ballast

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interposto tra una traversina e l’altra. Com’è facilmente intuibile, la traversina in calcestruzzo

costituisce un materiale con pochissimi vuoti: poiché, per ipotesi, si è supposto che il moto

dell’onda elettromagnetica sia rettilineo uniforme con una velocità di propagazione, calcolata

nei capitoli precedenti, mantenuta costante, allora si può certamente affermare che l’onda

impiegherà più tempo nel penetrare attraverso la traversina, e quindi lo spessore della

traversina ottenibile dalla lettura del valore nelle ordinate nel radargramma risulterà essere

maggiore dello spessore effettivo. In altri termini, fissata una velocità di propagazione

costante, se il tempo di propagazione aumenta, anche lo spazio percorso aumenterà, ovvero la

profondità.

❖ Un’altra superficie di discontinuità particolarmente evidente è quella che separa lo strato

della massicciata dal sottofondo: in questo caso però la regolarità di tale interfaccia non si

mantiene costante lungo lo sviluppo della tratta, come si evince dall’immagine seguente.

Questo andamento induce a ritenere che tale superficie abbia subito dei cambiamenti interni

dal momento della messa in opera della sovrastruttura, cambiamenti che possono essere

dovuti al ripetuto esercizio ferroviario, alle condizioni ambientali o a un comportamento

anomalo del terreno sottostante. Tali considerazioni saranno approfondite nell’ambito dello

sviluppo del lavoro di tesi.

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❖ Altrettanto interessante risulta essere l’analisi del radargramma in corrispondenza dei

sottopassi. Essendo nota la localizzazione di questi tramite informazioni circa la planimetria e

altimetria riguardanti il tracciato ferroviario analizzato, è possibile individuare la loro

posizione anche grazie all’andamento anomalo del radargramma.

In particolare nella seguente immagine:

si può notare come vi siano due sezioni, distanti circa 15 m, in corrispondenza delle quali vi

sono forti riverberi verso il basso, mentre nell’intervallo compreso tra queste due sezioni, è

evidente un andamento a campana della superficie di discontinuità, che fa presuppore che in

quell’area si sviluppi un ponte. Ciò trova effettivamente riscontro nei documenti cartografici

del tracciato ferroviario, che proprio in quel punto indicano la presenza di un sovrapasso.

❖ Un altro elemento particolarmente evidente che risalta immediatamente alla vista è situato

nella parte centrale della successiva immagine, all’incirca dopo 400 m dall’inizio del Km

preso in esame. In particolare per una lunghezza di circa 40 m vi è un oggetto fortemente

riflettente: infatti l'onda elettromagnetica penetra con più difficoltà oltre gli strati superficiali

del mezzo in questione, e viene per la maggior parte riflessa.

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Andando ad analizzare il tracciato planimetrico dell’infrastruttura si è potuta riscontrare la

presenza, in quel punto, di un deviatoio ferroviario, che si sviluppa appunto per circa 40 m, e

che ha di conseguenza provocato questa forte riflessione nel radargramma, con un’evidente

deformazione dell’onda.

❖ Un’ultima osservazione si può fare circa la raffigurazione di un ponte a travata in acciaio, la

cui posizione era già nota, attraverso il radargramma. È facilmente riconoscibile in quanto le

riflessioni indotte dalla struttura sono ben visibili nel B-Scan, così come la superficie di

separazione tra intradosso del ponte ed ambiente esterno sottostante. Nella figura seguente

viene mostrato quanto appena esposto.

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9. CONCLUSIONI

La presente attività di tirocinio ha avuto come fine l’acquisizione delle conoscenze necessarie per

impiegare il linguaggio di programmazione per l’elaborazione e la processazione dei segnali

elettromagnetici, con l’obiettivo di sottoporre ad analisi le caratteristiche della sovrastruttura

ferroviaria tramite tecnologia a onde elettromagnetiche GPR, in termini di elaborazione dati, ma

anche di visualizzazione del segnale radar.

Si è evidenziata l’importanza del software MatLab, in quanto interfaccia su cui è possibile applicare

le tecniche di pulizia del segnale, al fine dell’individuazione e dell’interpretazione dei picchi di

riflessione più rappresentativi. Questo aiuta a comprendere la natura e la causa delle discontinuità

elettromagnetiche presenti nel mezzo preso in analisi e contribuisce a sviluppare significative

considerazioni sullo stato d’arte dell’infrastruttura.


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