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1 Università degli Studi di Palermo Corso di Laurea Scienze e Tecniche Psicologiche Psicologia della Personalità 9 CFU – 60 ore aa. 2013/14 - 2° semestre prof. Maurizio Cardaci Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche e della Formazione Studio 312, Edificio 15, v.le Scienze Tel. 091-23897707 mcardax.weebly.com [email protected] [email protected]m
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Università degli Studi di Palermo Corso di Laurea Scienze e Tecniche Psicologiche

Psicologia della Personalità 9 CFU – 60 ore

aa. 2013/14 - 2° semestre

prof. Maurizio Cardaci Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche e della Formazione Studio 312, Edificio 15, v.le Scienze Tel. 091-23897707 mcardax.weebly.com [email protected] [email protected]

Inizio lezioni e ricevimento studenti

•  Inizio lezioni: 1/04/2014

Sede: Edif. 19 v.le Scienze

•  Ricevimento giovedì ore 10.15-13.00 c/o Studio 312 Edif. 15 v.le Scienze

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Presentazione del Corso •  La psicologia della

personalità s’interessa all’individuo, concepito come un insieme distintivo e indivisibile di cognizioni, motivi, atteggiamenti, emozioni, credenze, valori

•  Questioni: i.  Origini delle differenze

individuali (controversia eredità/ambiente)

ii.  Coerenza e stabilità dei tratti di personalità

iii.  Influenza della situazione sul comportamento individuale (controversia persona/situazione)

iv.   Influenza del passato sulla personalità

v.  Approcci metodologici più appropriati nello studio della personalità

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Obiettivi formativi Ø  Conoscere, comprendere,

utilizzare.... ...appropriatamente i principali costrutti teorici

e gli approcci metodologici riguardanti la personalità

Ø  Saper riflettere criticamente sui molteplici aspetti e livelli di analisi della personalità e del comportamento umano

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Argomenti del corso I.  Introduzione alla psicologia

della personalità –  Concetti e principi basilari

II.  Descrizione e spiegazione –  Differenze individuali e

disposizionalismo: tratti, temperamento e intelligenza

–  Coerenza della personalità e unicità dell’individuo. Interazionismo e sistemi social-cognitivi

–  Le situazioni –  Il determinismo triadico reciproco –  Spiegazioni top-down vs. bottom-

up

III.  Sviluppo della personalità nel ciclo di vita

–  Agentività umana –  Sviluppo del sistema del sé –  Stabilità, continuità e

cambiamento –  Variabili genetiche e

ambientali nelle differenze individuali

–  Relazioni interpersonali e attaccamento

IV.  Dinamiche della personalità –  Strutture conoscitive –  Esperienza affettiva –  Processi inconsci e consci –  Motivazione e autoregolazione

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Testo di riferimento G.V. Caprara, D. Cervone: Personalità

(Determinanti, dinamiche, potenzialità) (Raffaello Cortina Editore)

_________ •  NB Tutte le diapositive del presente Corso non

vanno diffuse né utilizzate fuori dallo specifico percorso didattico per il quale sono state elaborate. Devono essere considerate come una traccia programmatica degli argomenti, da integrare con le lezioni e con il testo di riferimento.

ü  Fotocopiare libri è illegale ed offende chi ha studiato

e lavorato anni per realizzarli

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Modalità di valutazione •  Gli studenti in Scienze e Tecniche Psicologiche,

immatricolati nell’anno acc. corrente (2013/14) e regolarmente frequentanti, al termine del Corso potranno accedere a una verifica finale di apprendimento consistente in un test a scelta multipla (o in altra prova scritta) –  Una volta superata la suddetta prova, lo studente potrà

accettare e registrare il voto proposto o chiedere di essere valutato anche all’esame orale.

•  In tutti gli altri casi (non-frequentanti, mancato superamento della verifica finale, appelli successivi ecc.) la valutazione si baserà su un esame orale, consistente in un colloquio finalizzato ad accertare la padronanza complessiva degli argomenti trattati, partendo da un argomento scelto dallo studente.

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La personalità in differenti prospettive

Personalità..... •  Sistema complesso di strutture e

processi psicologici che contribuiscono all’unità e continuità della condotta e dell’identità ed esperienza individuale

•  Personalità come costruzione sociale ..dal punto di vista dell’ individuo... (io.....me).... dal punto di vista degli altri…(osservazione del comportamento altruiè aspettative, credenze ecc.)… •  …dal punto di vista dello psicologo

–  La personalità media il funzionamento intrapsichico ed emerge dalle transazioni persona-ambiente

•  Configurazione unitaria e coerente nell’arco di vita

•  Formazione di un senso coerente e stabile di sé

•  Crisi e cambiamenti personali come sfide per il proprio senso di auto-coerenza

Ø  Temi comuni •  Differenze inter-individuali:

confronti fra individui differenti •  Coerenza e continuità intra-

individuale •  Interazione tra fattori biologici

e culturali •  Ruolo di eredità e ambiente

nella genesi della personalità –  Relazioni interpersonali e

influenze sociali sull’individuo

Questioni metateoriche e metodologiche

•  La personalità è un sistema complesso.... …le sue variabili possono essere misurate? ...come usare appropriatamente indicatori

comportamentali differenti? • Un esempio: l’ansia

– Variabili fisiologiche – Variabili comportamentali – Variabili cognitive

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Persona e cultura •  Lo studio della persona nel

contesto delle diversità culturali –  La cultura è una configurazione di

meccanismi di controllo, piani, ricette, regole, istruzioni per regolare il comportamento (Geertz, 1973)

•  In che misura la cultura plasma la personalità e le differenze individuali? –  p.e. individualismo/collettivismo

•  L’evoluzione culturale si intreccia con quella biologica –  co-evoluzione

•  Gli asiatici danno meno importanza degli occidentali alle caratteristiche individuali

•  Gli asiatici sono meno sensibili degli occidentali alla dissonanza cognitiva

•  Il legame tra autocritica e depressione non è stato rilevato tra i Giapponesi

•  Attualmente, la capacità di digerire il lattosio si ritrova in popolazioni dell’Europa del nord e in alcuni popoli del mediterraneo. Sono lattosio-intolleranti molti asiatici, africani e nativi americani

Disposizionalismo e differenze individuali Tratti, temperamento, intelligenza

•  I tratti o disposizioni sono considerati i componenti fondamentali della personalità – Tendenze, variabili da un individuo

all’altro, a mostrare specifiche e stabili configurazioni di cognizioni, affetti, comportamenti

•  I tratti sono usati per descrivere e per spiegare le differenze individuali

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Questioni aperte nel disposizionalismo

1.  Le tendenze psicologiche dell’individuo sono riferibili a dimensioni psicologiche universali (comuni a tutti) o invece si organizzano in maniera unica e peculiare per ognuno?

2.  Le differenze individuali possono essere spiegate in termini di tendenze abituali cui corrispondono specifiche risposte, oppure includono risposte diverse •  Persone con le stesse disposizioni possono reagire

diversamente? 3.  Le tendenze disposizionali dipendono da

meccanismi biologici, sono costrutti ipotetici, oppure sono sistemi di autoregolazione?

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Approcci allo studio dei tratti Concezioni nomotetiche

•  Tassonomie unitarie di tratti universalmente presenti in tutti gli individui (dimensioni psicologiche generali) –  Tali dimensioni sono

riconducibili a tipologie generali oppure a dimensioni quantitativamente misurabili

•  I tratti sono visti come tendenze globali della persona ad agire, pensare, provare emozioni e stati affettivi ecc.

•  Tali tendenze sono dominio-generali, cioè decontestualizzate

Concezioni idiografiche •  Le caratteristiche individuali

sono uniche e irripetibili –  Non sono misurabili, ma sono

rappresentabili tramite descrizioni qualitative e/o narrative

•  Allport (1937): –  La personalità è

l’organizzazione dinamica di quei sistemi psicofisici che determinano il modo unico di adattamento dell’individuo all’ambiente

•  La psicologia della personalità si fonda sullo studio di casi particolari, non su leggi universali

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Confronto fra le tradizionali concezioni tipologiche (categoriali) dei tratti e quelle attuali (dimensionali) (da: Carver & Scheier Perspectives on Personality, Pearson 2014)

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Approcci disposizionali di tipo lessicale •  Obiettivo: cercare un lessico

universale per decrivere la personalità attraverso i termini del linguaggio comune

•  Allport e Odbert (1936) classificarono 17.953 parole della lingua inglese in: i.  Tendenze personali stabili:

p.e. aggressivo, socievole ecc.

ii.  Umori e stati mentali temporanei: p.e. imbarazzato, turbato ecc.

iii.  Valutazioni sociali del carattere: p.e. insignificante, rispettabile ecc.

iv.  Altre caratteristiche (p.e. fisiche)

•  Cattell (anni ‘40): ipotesi della sedimentazione linguistica –  Le differenze individuali

sono codificate nelle lingue naturali

–  12 fattori di personalità ricavati dalla lista di Allport e Odbert

•  Norman (1967) –  2797 termini relativi a tratti

(auto- ed etero-valutazioni)

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Approcci disposizionali basati su questionari

Questionari: –  Liste di

affermazioni su comportamenti e atteggiamenti individuali verso cui il soggetto esprime il proprio livello di accordo (p.e. per nulla, poco, abbastanza, molto, moltissimo)

•  Alcuni questionari •  16 PF (Personality Factors) di Cattell

–  16 fattori (riservatezza/espansività; alta/bassa capacità mentale; alta/bassa forza dell’Io; sottomissione/dominanza..ecc.

•  EPI (Eysenck Personality Inventory) –  3 super-fattori ( introversione/

estroversione; nevroticismo; psicoticismo)

•  CPS (Comrey Personality Scales) –  8 dimensioni (fiduciosità/

difensività; ordine/mancanza di controllo; conformismo/ribellione ecc.)

•  (Neo-PI) Neo Personality Index (basato sui Big 5)

...mancanza di accordo fra gli studiosi...

AUTOVALUTAZIONE ESEMPIO DI ITEM IN UN QUESTIONARIO DI PERSONALITA’

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Approcci fattoriali alla personalità

•  Analisi fattoriale –  Insieme di tecniche statistiche usate per: 1.  Ricondurre le variabili del questionario (risposte

dei soggetti alle affermazioni in esso contenute) a un numero limitato di fattori riassuntivi (costrutti ipotetici latenti)

2.  Determinare quanto “pesano” certi fattori nel misurare una variabile •  p.e. un punteggio elevato all’affermazione “ho

molti amici” può essere la risultante di 2 fattori: •  “gradevolezza” che contribuisce al 75% •  “estroversione” che contribuisce al 25%

Confronti basati sull’analisi fattoriale •  Confronti inter-individuali

(fra individui diversi) –  Ogni fattore (p.e.

nevroticismo, gradevolezza ecc.) i.  è presente in grado

diverso in diversi individui

ii.  accomuna individui diversi con disposizioni simili

•  p.e. individui con alti livelli di coscienziosità saranno precisi, accurati, affidabili, perseveranti, ecc.

•  Misurare le variabili della personalità individuale –  Un soggetto che

possiede in grado elevato un certo fattore, presenterà in grado elevato le caratteristiche influenzate da quel fattore

––––––––– –  A differenza del tratto, il

fattore consente di rappresentare in modo quantitativo le caratteristiche individuali e di misurare le differenze fra gli individui 19

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Big Five: 5 fattori di base della personalità 1.  Estroversione (sorgenza, energia)

•  Socievole, ottimista, assertivo, ricerca di stimoli

2.  Gradevolezza (amicalità) •  Gentile, disponibile, sensibile,

altruista ecc. 3.  Coscienziosità

•  Puntuale, scrupoloso, ordinato, disciplinato ecc.

4.  Nevroticismo (instabilità emotiva) •  Emotivo, instabile, ansioso,

impulsivo, vulnerabile ecc. 5.  Intelletto (cultura, apertura

all’esperienza) •  Curioso, originale, fantasioso ecc.

•  Big Five Questionnaire (BFQ)(132 item) (Caprara et al.)

1. Energia, 2. Amicalità, 3. Coscienziosità, 4. Stabilità emotiva, 5. Apertura mentale

•  TinSit (tratti-in-situazione) (Van Heck et al.)

•  Esplora i Big 5 in differenti situazioni (conflitto interpersonale, lavorare con altri, relazioni interpersonali, svago, viaggiare, rituali, sport, eccessi, servire, commerciare)

•  Modello circomplesso (Hofstee et al. 1992) –  90 possibili tipi di personalità

risultanti dalle combinazioni bidimensionali delle 5 dimensioni principali della personalità (Big 5)

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ESTROVERSIONE audace !" timido tenace !" sottomesso sicuro di sé !" insicuro loquace !" silenzioso spontaneo !" inibito

NEVROTICISMO nervoso !" posato ansioso !" calmo eccitabile !" controllato rilassato !" agitato

GRADEVOLEZZA amichevole !" ostile caloroso !" freddo gentile !" sgarbato educato !" ineducato ben disposto !" avverso

COSCIENZIOSITÀ attento !" avventato serio !" frivolo responsabile !" irresponsabile scrupoloso !" trascurato operoso !" pigro

INTELLETTO immaginoso !" semplice riflessivo !" non riflessivo raffinato !" grezzo i. curioso !" i. non curioso originale !" convenzionale

(adattato da Carver & Scheier 2014)

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Generalizzabilità linguistica e culturale dei 5 fattori •  Differenze linguistico-

culturali –  Punto di vista etico

•  esterno alla cultura (traduzione dei questionari da una lingua all’altra)

–  Punto di vista emico •  interno alla cultura

(impiego della lingua locale per costruire i questionari)

•  Studi basati sull’approccio etico hanno replicato la struttura dei 5 fattori in culture occidentali e non

•  Studi basati sull’approccio emico fanno emergere eccezioni e differenze rispetto al modello standard (inglese) –  Nella cultura ungherese non

emerge il 5° fattore –  A Taiwan i 5 fattori “emici” non

correlano con quelli “etici” –  In differenti culture, i singoli termini

possono passare da un fattore all’altro

•  p.e. il termine socievole può descrivere a volte l’estroversione, altre volte la gradevolezza

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Tutti possiedono i 5 fattori? •  I 5 fattori sono stati ricavati da

analisi statistiche su ampie popolazioni, ma sono applicabili al singolo individuo? –  Alcune ricerche dimostrano

che i tratti interni alle persone non sono riconducibili ai fattori che emergono dalla popolazione

•  p.e. in uno studio di caso singolo, “responsabile” saturava sull’estroversione e non sulla coscienziosità (Borkenau e Ostendorf, 1998)

•  Comportamenti quotidiani degli individui (Mischel e Shoda) –  I profili comportamentali

individuali sono stabili nel tempo e sono indicatori attendibili di personalità

–  Le medie e i punteggi globali non spiegano le differenze intra-individuali

•  p.e. 2 bambini ugualmente aggressivi possono manifestare in modo differente la propria aggressività (uno con i coetanei, l’altro con gli adulti)

Utilità pratica dei 5 fattori, ma controversie teoriche: descrizione o spiegazione?

Ipotesi biologica •  Sostenitori del “Modello Big 5”

–  Tratti come genotipi –  Spiegano le differenze

individuali •  Cause endogene del

comportamento abituale di una persona

–  Sistemi biologici poco influenzati dall’ambiente

•  Sostenitori dei “Big 5” –  Tratti come fenotipi –  Sono semplici etichette

descrittive di comportamenti abituali di una persona

Costrutti ipotetici

•  Sono entità o concetti esplicativi non direttamente osservabili, ma inferibili dal comportamento manifesto

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Temperamento e personalità •  Temperamento

–  Caratteristiche individuali influenzate dalle determinanti biologiche innate

–  Aspetti formali del comportamento

•  Il modo in cui l’individuo risponde a certe situazioni

–  Per alcuni studiosi il temperamento riguarda le componenti emozionali (Allport) o affettive (Eysenck)

–  Distinzione tra temperamento e personalità (Strelau, 1997)

•  Domande sul temperamento –  Le caratteristiche temperamentali

sono dimensionali o categoriali? –  Il temperamento è una sorta di

“essenza” immutabile o è suscettibile di cambiamenti durante l’infanzia?

•  Il profilo temperamentale si mantiene stabile nel tempo, ma si esprime in modi diversi secondo l’età e dipende fortemente dal contesto

–  p.e. non si possono accomunare bambini che piangono in risposta a limitazioni fisiche con altri che piangono in risposta a stimoli sonori (Kagan)

•  Metodi di studio del temperamento –  Osservazioni del comportamento

infantile; interviste con i genitori

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Dimensioni del temperamento •  Forza, equilibrio, mobilità (Pavlov) •  Attività, ritmicità, avvicinamento/allontanamento,

adattabilità, soglia di responsività, umore, distraibilità, attenzione (Thomas e Chess, 1977, 1980, 1986) –  Bambini facili; difficili; lenti –  Interazione temperamento/ambiente ("bontà di

adattamento") •  Velocità, perseveranza, sensibilità sensoriale, reattività

emotiva, durata, attività (Strelau) •  Emozionalità, attività, socievolezza (Buss e Plomin)

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Personalità e intelligenza/e •  Dall’intelligenza… alle

intelligenze –  Il Q.I. –  Fattore G (Spearman) –  Abilità primarie (Thurstone) –  Intelligenza fluida/

cristallizzata (Cattell) –  Intelligenze multiple

(Gardner) •  Linguistica; logico-

matematica; spaziale; musicale; corporeo-cinestetica; interpersonale; intrapersonale

•  Intelligenza sociale –  Strategie personali di

soluzione dei compiti esistenziali (life tasks)

•  Intelligenza emotiva e saggezza –  Gestione e regolazione

delle emozioni proprie e altrui

–  Autocoscienza, automotivazione

Dal disposizionalismo all’interazionismo… ..influenze “se...allora” fra situazioni e tratti

•  Situazione A in cui raramente le persone iniziano a parlare tra loro...

•  Situazione B in cui spesso le persone iniziano parlare tra loro...

•  Persona 1: in A tende a irritarsi se pensa di essere ignorata

•  Persona 2: in B preferisce essere lasciata in pace e s’infastidisce quando gli altri iniziano a raccontare i fatti propri

•  Interazione persona çè situazione

•  ...Se si trova nella situazione A, allora la persona 1 tenderà a irritarsi (ma non la persona 2)...

•  ...Se si trova nella situazione B, allora la persona 2 tenderà a irritarsi (ma non la persona 1)...

(Mischel e Shoda, 1998)

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Interazionismo e sistemi social-cognitivi •  Il comportamento e le

esperienze personali derivano dall’influenza reciproca di fattori individuali e situazionali

•  Persona e situazione devono essere studiate congiuntamente

–  Le cause del comportamento vanno cercato nelle interpretazioni che le persone danno delle situazioni

•  Occorre prendere in considerazione le loro transazioni –  "scambi" reciproci persona/

situazione

•  Interazionismo statistico –  Approccio descrittivo,

misura separatamente le determinanti personali e quelle situazionali (e poi le confronta)

•  Interazionismo dinamico –  Considera il sistema

organismo-ambiente come una totalità (approccio olistico) (Magnusson)

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Contributi interazionisti •  Ricerche longitudinali su

ampi gruppi di soggetti (Magnusson) –  L’aggressività nella prima

infanzia predispone alla criminalità e all’alcol solo se sono presenti altri indicatori precoci di rischio

•  iperattività, scarsa concentrazione, scarso interesse scolastico, basso rendimento, scadenti relazioni con i pari

•  Endler: l’ansia di tratto è fortemente ancorata alle situazioni

•  Hettema: quando l’individuo percepisce una perdita del controllo sugli eventi ambientali può tentare di agire sulla situazione per modificarla o modificare la propria attività di pensiero

•  Lazarus e Folkman: coping centrato sul problema vs. sulle emozioni

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Tipi di interazione

1.  Adattamento Persona/ambiente –  Tratti personali e caratteristiche ambientali sono coerenti.

2.  Le persone scelgono gli ambienti –  Le persone a volte abbandonano la loro strada per scegliere

ambienti più idonei alle loro personali caratteristiche. 3.  Gli ambienti scelgono le persone

–  Le persone spesso devono dare prova di possedere i tratti idonei per accedere a particolari ambienti.

4.  Le persone trasformano gli ambienti –  Non solo le persone scelgono nuovi ambienti, ma li modificano

per adattarli a se stessi. 5.  Gli ambienti trasformano le persone

–  Pressioni ambientali protratte produrranno un cambiamento a lungo periodo della persona.

6.  Transazioni persona-ambiente –  Si verificano mutui cambiamenti di persone e ambienti nel tempo

(Hettema e Kenrick, 1992)

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Le situazioni •  Setting comportamentali

–  Spazi definiti dalle attività sociali che vi si svolgono

•  Analisi funzionale delle situazioni (Argyle et al.) –  Obiettivi –  Regole –  Ruoli

•  Analisi lessicale (basata sui termini delle lingue naturali, Van Heck) –  conflitto interpersonale, lavorare

con altri, relazioni interpersonali, svago, ecc.

•  Rappresentazioni mentali, mediate da credenze personali e da regole culturali, degli eventi sociali

•  Ambiti di vita sociale –  Credenze, cognizioni,

comportamenti i.  Relazioni condivise ii.  Ranghi di autorità iii.  Principio di uguaglianza iv.  “Prezzo di mercato”

(Fiske)

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Teorie social-cognitive della personalità •  Superamento del disposizionalismo (tratti, fattori), ma

anche del situazionismo (controllo ambientale immediato sul comportamento individuale)

•  Ricerca di unità di analisi alternative ai tratti –  Processi cognitivi e affettivi di base che si

sviluppano e sono attivati nei contesti sociali e generano la stabile organizzazione psicologica che costituisce la personalità individuale

–  La persona-nel-contesto •  I processi mentali dell’individuo interagiscono con il

contesto e producono le configurazioni di coerenza trans-situazionale (da una situazione all’altra) che caratterizzano il singolo individuo

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Determinismo triadico reciproco •  I tre elementi del determinismo triadico

reciproco: Persona, Comportamento, Ambiente (Bandura)

•  Determinanti personali –  le 5 capacità umane di base 1.  Capacità di simbolizzazione 2.  Capacità vicaria 3.  Capacità di previsione 4.  Capacità di autoregolazione 5.  Capacità di autoriflessione

•  Auto-efficacia percepita –  Valutazione e orchestrazione delle proprie

capacità di mettere in atto piani di azione per raggiungere determinati obiettivi e/o livelli di prestazioni in determinati contesti

Disposizionalismo e teorie social-cognitive: obiettivi comuni…..

•  Spiegare le differenze inter-individuali – Confronti

riguardanti individui differenti

•  Spiegare la coerenza intra-individuale trans-situazionale –  Confronti riguardanti

lo stesso individuo in situazioni differenti

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…e differenze fondamentali •  Teorie disposizionali... •  ...utilizzano i tratti ...sono teorie Top-down (dall'alto

verso il basso) ...hanno obiettivi tassonomici generali

(p.e. Big 5) –  Un piccolo numero di variabili

spiega le regolarità comportamentali osservate

...ma... –  ...incorrono in spiegazioni

"circolari" (non scientifiche) –  attribuiscono alle cause e agli

affetti gli stessi attributi (Nozick)

–  falliscono nel situare l’individuo all’interno di una tipologia generale fissa

•  Teorie social-cognitive... •  ......sono teorie Bottom-up (dal

basso verso l'alto) –  Studiano gli elementi

comportamentali particolari da cui emergono le regolarità osservate

–  ...non hanno obiettivi tassonomici generali

–  p.e. la coscienziosità è spiegata dal sistema di autoregolazione di obiettivi, di preferenze ecc. che motivano l’individuo “coscienzioso”

•  ...attribuiscono la coerenza intra-individuale non ai tratti, bensì alle rappresentazione del Sé e delle situazioni (Cervone)

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Un esempio di ricerca social-cognitiva bottom-up

–  In una ricerca di Cervone (1997) i soggetti dovevano indicare:

–  Le proprie principali caratteristiche personali

–  Le situazioni nelle quali le manifestavano

–  ...inoltre dovevano rispondere ad un questionario di auto-efficacia

1.  Soggetto (F) –  Volitiva

Ø  Buoni voti a scuola (⇒coscienziosità)

Ø  Dà ordini alle persone (⇒assertività, bassa amicalità)

Ø  Rincuora un amico depresso (⇒alta amicalità, estroversione)

2.  Soggetto (M) –  Timido, ma abile socialmente

Ø  Sa agire in modo estroverso Ø  La disposizione tradizionale

introversione/estroversione non spiega le carattersitiche di questo individuo

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Lo sviluppo della personalità •  "Sviluppo" non è sinonimo di crescita fisica o

maturazione –  crescita fisica e maturazione sono suoi componenti

•  Lo sviluppo della personalità agentica coinvolge attivamente le persone stesse che contribuiscono a fissare i propri percorsi e obiettivi finali

•  Contestualismo evolutivo –  Lo sviluppo non implica solo il dispiegarsi di eventi

psicologici interni alla persona, ma soprattutto un insieme di transazioni con le altre persone e con l’ambiente

Orologi dello sviluppo e prospettive temporali

1.  Orologio biologico 2.  Orologio psicologico 3.  Orologio sociale

•  Transizioni psicosociali e determinanti personali delle traiettorie di vita

•  scuola, inserimento lavorativo, formazione di una famiglia, pensionamento

•  Divenire temporale …Passato…Presente…Futuro

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Approcci teorici e (meta-teorici) allo sviluppo •  Prospettiva meccanicistica

–  Sviluppo come cambiamento cumulativo e continuo

•  Lo sviluppo consiste in un aumento quantitativo delle componenti psicologiche

–  Determinismo •  Ricerca delle cause dello

sviluppo –  Riduzionismo

•  Fenomeni complessi spiegati come prodotto di elementi semplici

•  p.e. Comportamentismo –  Sviluppo=apprendimento

(aumento delle connessioni S-R)

•  Prospettiva organismica –  Sviluppo come sequenza

epigenetica di cambiamenti qualitativi

•  Nel corso dello sviluppo emergono funzioni che in precedenza non esistevano e che non sono riconducibili a cause precedenti; pertanto a differenti età anche comportamenti apparentemente simili possono avere motivazioni del tutto diverse

–  Teleologia •  Occorre considerare le finalità

dei processi di sviluppo, anziché le loro cause

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Prospettive contemporanee sullo sviluppo •  Teoria sistemico-ecologica

(Bronfenbrenner) –  Microsistema

•  Situazioni e persone ben definite (casa, scuola, ecc.)

–  Mesosistema •  Insieme di microsistemi

–  Ecosistema •  Ambiti più ampi

indirettamente rilevanti per lo sviluppo (p.e. le attività dei genitori)

–  Macrosistema •  Cultura e sistema sociale

•  COMPITI EVOLUTIVI –  Caratterizzano determinati

periodi della vita

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Lo sviluppo del sistema del Sé •  Aspetti del Sé (James 1890)

–  Sé materiale, Sé sociale, Sé spirituale

–  Io e Me

•  Auto-consapevolezza...auto-comprensione

i.  Ricordi personali ii.  Rappresentazioni cognitive dei

propri attributi iii.  Teorie del sé

•  Cambiano con l’età (p.e inizialmente basate sulle proprie abilità, poi sull’accettazione sociale)

(Hart e Yates 1997)

•  Rappresentazioni mentali degli attributi personali –  Visione di sé (Harter)

•  Sentimenti del proprio valore •  Autostima, sentimenti di

accettazione e padronanza •  Convinzioni di auto-efficacia

(Bandura) •  Conoscenza metacognitiva

delle strategie di autocontrollo –  capacità di dilazione della

gratificazione, tolleranza della frustrazione

•  Standard di autovalutazione –  Giudizi su di sé

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Stabilità delle caratteristiche personali nello sviluppo

i.  Stabilità assoluta –  mantenimento nel tempo di un

attributo ii.  Stabilità relativa

–  mantenimento nel tempo della posizione dell’individuo a confronto con altri

iii.  Stabilità strutturale –  mantenimento nel tempo delle

correlazioni in una popolazione (inter-individuale)

iv.  Stabilità ipsativa –  mantenimento nel tempo delle

correlazioni in singoli individui (intra-individuale)

•  Le autovalutazioni psicometriche longitudinali degli adulti sono abbastanza stabili (correlazioni 0.50÷0.70 a distanza di anni)

•  La relativa stabilità delle autovalutazioni personali può dipendere da una pluralità di meccanismi personali e/o sociali

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Continuità •  Coerenza, regolarità del

cambiamento temporale –  Discontinuità: cambiamenti

inaspettati in domini rilevanti per il Sé

–  Perché alcune difficoltà scompaiono nel corso dello sviluppo, mentre altre predispongono al disadattamento?

•  Quale continuità tra le caratteristiche di temperamento ed esiti quali depressione o condotte antisociali?

•  Adattamento –  Controllo dell’Io;

resilienza dell’Io (Block)

•  Reattività emotiva e controllo –  Studi sulla mancanza di controllo

precoce e su affetti negativi precoci (Rothbart e Bates, 1998)

•  Irritabilità e rabbia si associano a condotte antisociali nell’infanzia

•  La tristezza si associa a caratteristiche prosociali (empatia)

–  Studi longitudinali (Caspi et al.) •  Una scarsa controllabilità a 3 anni

predice alta emozionalità negativa e basso controllo a 18 anni

•  Ragazzi con temperamento difficile rimangono indietro a scuola e raggiungono un status socio-lavorativo più basso

•  Il temperamento difficile ha minori effetti in individui di basso status sociale perché non ne peggiora ulteriormente la già bassa condizione lavorativa

Strategie dello sviluppo ottimale (SOC)

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i.  Selezione degli obiettivi all’interno dei limiti biologici e culturali

ii. Ottimizzazione delle risorse personali e sociali disponibili

iii. Compensazione delle perdite di risorse personali e sociali

–  Esempi: Arthur Rubistein; Michael Jordan (Baltes,1997)

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Genetica e personalità •  Spiegazioni biologiche forti

vs. deboli del comportamento (Turkheimer,1998)

•  Alcuni concetti della genetica –  Eredità biologica

•  Genotipo/fenotipo •  Eredità poligenica

–  Ereditabilità •  Proporzione di

varianza fenotipica spiegata dalle differenze genetiche fra gli individui di una data popolazione

–  Ereditarietà •  trasmissibilità di alcuni

caratteri morfologici, fisiologici e psichici da una generazione all'altra

•  Lo sviluppo è il risultato di regolazioni che coinvolgono

–  Ambiente interno •  Intra-cellulare

–  Ambiente esterno •  Extra-cellulare

–  Ormoni –  Comportamento, funzioni psicologiche

•  Organismo e ambiente interagiscono nell’arco di vita

•  Differenze individuali –  Influenze genetiche sull’intelligenza:

70% –  Influenze genetiche su atteggiamenti e

credenze: 20-30% –  Le influenze genetiche variano con l’età

•  Con l’età, le influenze genetiche nel QI aumentano; quelle riguardanti estroversione e nevroticismo diminuiscono

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Il metodo dello studio dei gemelli •  Confronti fra gemelli monozigoti

(stesso patrimonio genetico) e dizigoti (50% patrimonio genetico comune)

–  Correlazioni fra misure di un tratto fenotipico rilevate separatamente in coppie di gemelli MZ e DZ

•  la somiglianza dovrebbe essere maggiore in gemelli MZ, minore in gemelli DZ

–  Alcuni tratti temperamentali hanno una componente genetica

•  p.e. emozionalità, attività

•  Varianza ambientale 1.  Gli effetti ambientali condivisi

(p.e. stesse esperienze educative in famiglia) aumentano le somiglianze fra gemelli più di quanto ci si possa aspettare in base a quelle solo genetiche

2.  Gli effetti non condivisi (esperienze uniche di ciascun individuo) diversificano anche gemelli cresciuti nella stessa casa

(Plomin, Daniels, 1987)

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Fattori ambientali e differenze individuali •  Ambienti condivisi (p.e. stessa

educazione, scuola ecc.) sono generalmente poco importanti nel determinare le differenze individuali ... –  Gemelli MZ allevati

separatamente mantengono le loro similarità

–  ...tuttavia in certi casi il comportamento individuale è influenzato da ambienti condivisi

•  p.e. il comportamento antisociale è influenzato oltre che fattori genetici da ambienti condivisi

•  Ambienti non condivisi (esperienze diverse per ciascun individuo) sono invece importanti per le differenze individuali

•  Varie caratteristiche potrebbero dipendere principalmente da fattori genetici per alcuni individui, da fattori ambientali per altri –  p.e. Il comportamento antisociale

femminile è più influenzato geneticamente di quello maschile (Eley et al. 1999)

•  Correlazioni gene-ambiente (Plomin) 1.  di tipo passivo (influenze genetiche

condivise con i propri familiari) 2.  di tipo reattivo (esperienze provocate

dalle reazioni altrui alle proprie caratteristiche genetiche)

3.  di tipo attivo (scelta di situazioni correlate alle proprie caratteristiche genetiche)

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Sistemi cerebrali e personalità •  Pavlov

1.  Tipi collerici (eccitazione) 2. Tipi malinconici (inibizione) 3. Tipi sanguigni (vivaci, pronti) 4.Tipi flemmatici (tranquilli, pazienti)

–  Proprietà del sistema nervoso: 1) forza 2) equilibrio 3) mobilità

•  Eysenck –  Introversione/Estroversione

•  negli estroversi: inibizione corticale più alta (meno condizionabili)

•  negli introversi: più alto arousal (eccitabilità) del sistema reticolare (che regola il livello di vigilanza)

–  Nevroticismo: maggiore eccitazione del sistema limbico

•  Gray 1.  Sistema di inibizione (paura, ansia,

evitamento di stimoli nocivi) 2.  Sistema di avvicinamento (premi,

rinforzi, comportamenti impulsivi) 3.  Sistema lotta-fuga (aggressione,

fuga) •  Cloninger

•  Ricerca di novità •  Evitamento del pericolo/danno •  Dipendenza dal premio ...a fronte di questi modelli psico-biologici

si può tuttavia affermare che.... •  ...i modelli social-cognitivi

possono essere più appropriati di quelli biologici per spiegare la maggior parte dei comportamenti (Matthews, Gilliland, 1999)

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Le relazioni interpersonali •  Importanza delle relazioni

interpersonali –  Psicoanalisi –  Fenomenologia –  Approcci sistemico-

relazionali –  Apprendimento sociale –  Scambio sociale

•  Attaccamento (Bowlby, Ainsworth) –  Propensione a stringere relazioni

emotive con particolari individui •  È presente nel neonato e permane

durante l’intera vita •  Relazione stabile tra il bambino e il

caregiver (madre o altra figura affettiva)

•  Il comportamento di attaccamento del bambino e quello protettivo della madre formano un sistema interattivo complesso

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Stili di attaccamento •  Differenze individuali nelle

modalità di attaccamento (Ainsworth)

•  Strange situation –  Osservazione del comportamento

infantile in situazioni non familiari o con estranei

–  Variabili comportamentali 1.  Vicinanza e ricerca del contatto 2.  Mantenimento del contatto 3.  Resistenza 4.  Evitamento 5.  Ricerca 6.  Distanza dall’interazione

i.  Bambini sicuri –  Relazioni armoniose con il

caregiver, cooperativi ii.  Bambini insicuri-evitanti

–  Ansiosi e ambivalenti iii.  Bambini insicuri-resistenti

–  Aggressivi e distaccati •  Il temperamento del bambino e la

sensibilità della madre influenzano lo stile di attaccamento

–  p.e. un atteggiamento genitoriale negligente o rifiutante favorisce un attaccamento evitante

–  Emergono influenze culturali sullo stile di attaccamento

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Stabilità e pervasività attraverso le generazioni

•  Adult Attachment Interview (Kaplan, Main, 1985) –  Intervista semistrutturata basata sui ricordi autobiografici

degli adulti. Identifica modelli di attaccamento speculari a quelli infantili

i.  Adulto autonomo (circa il 60% della popolazione) •  riflessioni aperte e critiche sul proprio stile di attaccamento

ii.  Adulto preoccupato •  ansioso e preoccupato per le sue relazioni con i genitori

iii.  Adulto distaccato •  denigra o minimizza le sue prime esperienze di attaccamento

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Orientamenti interpersonali e personalità •  Configurazioni dei modelli

mentali di attaccamento e delle relazioni affettive tra adulti i.  Persone sicure

•  Stabiliscono con relativa facilità e fiducia rapporti affettivi

•  Big 5: più estroverse, amicali, coscienziose

ii.  Persone insicure-evitanti •  Hanno difficoltà a entrare in

contatto intimo con altri individui

iii.  Persone ansiose-ambivalenti •  Temono il rifiuto da parte degli

altri (Hazen, Shaver,1987)

–  Individui paurosi •  Temono l’intimità, visione

negativa di sé e degli altri •  Big 5: più nevrotici e introversi

–  Individui distaccati •  Visione positiva di sé,

negativa degli altri –  Individui sicuri

•  Visione positiva di sé e degli altri

•  Più interessati alla ricerca di informazioni, prosociali; più flessibilità cognitiva

–  Individui preoccupati •  Visione negativa di sé,

positiva degli altri •  Big 5: più nevrotici e introversi

(Bartholomew,1993)

Variabilità degli orientamenti interpersonali

•  Nel corso della vita, gli individui non si rappresentano, né utilizzano un unico stile interpersonale

•  Studi longitudinali evidenziano un 30-40% di cambiamento degli stili di attaccamento

•  Tale variabilità è correlata alla capacità social-cognitiva dell’uomo di adattarsi alle esperienze e circostanze sociali –  Nonostante la relativa stabilità (anche generazionale) degli stili di

attaccamento, le persone sono capaci di superare gli effetti nocivi di negative esperienze precoci

–  Non esistono quindi spiegazioni biologiche “forti” del comportamento di attaccamento

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Le dinamiche della personalità

•  Strutture e processi mentali attraverso cui attribuiamo significati agli eventi – Schemi (Bartlett)

– Costrutti personali (Kelly)

– Sistemi di convinzioni (Belief Systems) (p.e. Dweck) .…intervengono quando interpretiamo i motivi di un comportamento altrui, quando pensiamo a noi stessi, quando ci rappresentiamo un evento sociale o elaboriamo una prospettiva temporale ecc.

Attivazione conoscitiva temporanea •  Stimoli sociali (prime) producono la pre-

attivazione automatica del costrutto che con maggiori probabilità sarà utilizzato per interpretare l’evento (priming)

•  p.e. individui pre-attivati con aggettivi ostili possono interpretare una successiva situazione socialmente ambigua in termini di ostilità

– Un costrutto appena utilizzato per interpretare le azioni di una persona bersaglio, ha più probabilità di essere utilizzato per interpretare quelle di un’altra persona (Higgins, Rholes, Jones, 1977)

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Attivazione conoscitiva duratura •  Il priming è influenzato anche dalle

differenze permanenti nei sistemi individuali dei costrutti

i.  I costrutti presenti nel sistema di una persona possono non esserlo nel sistema di un’altra

ii.  Persone che hanno memorizzato lo stesso costrutto possono utilizzarlo con maggiore o minore facilità

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Inferenze spontanee sui tratti altrui •  Gli individui traggono

inferenze spontanee sui tratti altrui quando ne osservano i comportamenti –  Ciò vale soprattutto per gli

osservatori che ragionano in termini disposizionali

•  Differenze individuali nelle associazioni di concetti –  p.e. in uomini inclini alle

molestie sessuali, il priming del concetto di “potere” facilita la risposta a stimoli sessuali

•  La conoscenza derivante dalle proprie esperienze influenza le ns. inferenze sociali –  “il poliziotto spinge Davide

fuori dalla strada” •  Azione aggressiva o

protettiva? –  Individui aggressivi attribuiscono ostilità

agli altri più frequentemente •  Priming e inferenze sociali sono

processi automatici, non consapevoli

Schemi del sé

•  Strutture interconnesse di conoscenze che guidano i pensieri e le azioni riguardanti se stessi, altre persone e/o situazioni sociali •  Gli schemi di sé influenzano la percezione di sé, degli

altri e le relazioni interpersonali – Possono essere generali, ma di solito si

riferiscono ad aspetti particolari della vita •  I due punti di “osservazione” del sé:

i.  punto di vista nostro… ii.  ...punto di vista di persone per noi significative

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Differenze individuali negli schemi del Sé •  Le persone “schematiche”

in un dato attributo –  Identificano l’attributo

come importante e danno autovalutazioni estreme (alte/basse)

–  p.e. donne fortemente centrate sull’attributo “indipendenza femminile”

–  Forniscono molti esempi collegati all’attributo

–  Rifiutano informazioni incongruenti con la loro immagine di sé

–  Rispondono più velocemente a parole associate all’attributo

•  Le persone “a-schematiche” in un dato attributo –  Non ritengono importante

l’attributo e si auto-percepiscono nella media

Markus (1977) •  Valenza degli schemi

–  Gli schemi possono includere informazioni positive o negative su se stessi in alcuni ambiti

•  p.e. donne “schematiche positive”, “negative”, “co-schematiche”, “a-schematiche” a proposito della sessualità

Standard internalizzati e domini del Sé

•  Criteri personali di valutazione delle proprie azioni o eventi (Super-Io freudiano)

•  Guide del Sé e domini del Sé: standard apprezzati o desiderabili per il soggetto (Higgins et al.1986)

1. Sé attuale. Caratteristiche effettive

2. Sé ideale. Caratteristiche desiderate

3. Sé imperativo.Caratteristiche che si dovrebbero possedere

•  L’impatto emozionale degli eventi dipende dall’attribuzione soggettiva di significati e dagli standard personali di valutazione

Vulnerabilità emozionale del sé •  Esempi…

–  Discrepanza sé attuale/sé imperativo: agitazione

–  Discrepanza sé attuale/sé Ideale: avvilimento

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Complessità del Sé

•  Gli individui differiscono nella complessità dei costrutti personali –  Maggiore/minore

articolazione degli attributi usati per categorizzare gli eventi

•  Persone con costrutti più semplici sovrastimano la probabilità che altri possano pensare/agire come loro (“falso consenso”) (Ross et al. 1977)

•  Effetti della complessità del Sé –  Secondo alcune ricerche una

maggiore complessità è protettiva rispetto a eventi stressanti (Linville, 1985, 1987)

–  ...secondo altre, un concetto di sé differenziato si associa a più alti livelli di depressione e minore autostima (Donohue, et al. 1993)

Altri aspetti dell’identità personale... •  Oltre che in attributi distinti, l’identità personale si

declina in narrazioni (memorie) autobiografiche di tipo narrativo...

•  ...in “copioni” emozionali (script) (Tomkins, 1979)... •  ...in “ricordi auto-definitori” associati ai motivi e

obiettivi personali più importanti (Singer e Salovey, 1993)

•  Anche il “dialogo interiore” è importante nell’auto-riflessione e nella rielaborazione del sé

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L’esperienza affettiva: emozioni e umore •  Umore

–  Sottofondo affettivo a tutto ciò che facciamo (Davidson, 1994)

–  Differisce dalle emozioni in quanto è durevole, meno specifico, meno intenso, non è riferibile ad eventi particolari

•  Emozione –  Esperienza affettiva

intensa, di breve durata e dotata di intenzionalità (riconducibile a un particolare evento)

–  4 aspetti dell'emozione 1.  Risposte fisiologiche 2.  Comportamenti 3.  Sentimento soggettivo 4.  Valutazione cognitiva

(appraisal)

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La struttura delle emozioni •  Approcci dimensionali

–  Ipotizzano uno spazio affettivo nel quale è possibile collocare tutte le emozioni. Esempio

•  Piacere ⇔ dispiacere •  Attivato ⇔ quieto

(Russell, 1979)

•  Non colgono le differenze qualitative tra le emozioni

•  Approcci categoriali –  Sono basati sul linguaggio –  Identificano emozioni

qualitativamente diverse a base biologica

•  Non vi è accordo su quante e quali siano le emozioni fondamentali

•  Approcci componenziali –  Ogni emozione è il risultato

della combinazione di elementi fisiologici, espressivi, tendenze motivazionali

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La struttura delle emozioni i.  Modelli dimensionali

–  Ipotizzano uno spazio affettivo nel quale è possibile collocare tutte le emozioni. Esempio

•  Piacere ⇔ dispiacere •  Attivato ⇔ quieto

(Russell, 1979) Non catturano le differenze qualitative tra le emozioni

ii.  Modelli categoriali –  Sono basati sul linguaggio –  Identificano emozioni

qualitativamente diverse a base biologica

–  Es. rabbia, disgusto, paura, gioia, tristezza, sorpresa (Ekman, Friesen, 1975)

•  Non vi è accordo su quante e quali siano le emozioni fondamentali

iii.  Approcci componenziali –  Ogni emozione è il risultato della

combinazione di elementi fisiologici, espressivi, tendenze motivazionali

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Dimensioni valutative e temi relazionali in alcune emozioni

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Confronti interculturali nei processi di appraisal Appraisal: valutazione cognitiva “automatica” tramite cui interpretiamo il significato e la valenza affettiva di un evento e conseguentemente reagiamo emozionalmente ad esso

•  Similitudini interculturali –  In Africa, Europa, Asia,

America la gioia è associata a eventi inaspettati ritenuti coerenti con i propri standard interni

–  Colpa e vergogna sono associate a circostanze dovute alla propria responsabilità personale

•  Differenze interculturali –  Individui di differente

provenienza usano differenti criteri di giudizio

•  Ad esempio, gli Africani giudicano “immorali” alcune situazioni più spesso dei Latino-americani

Basi neurofisiologiche delle emozioni

•  A differenti emozioni corrispondono differenti meccanismi fisiologici –  Ad esempio rabbia, paura e tristezza (ma non il disgusto) sono

associate ad aumento della frequenza cardiaca

•  Differenze individuali nella asimmetria emisferica –  Individui con dominanza dell’emisfero sinistro riportano più

esperienze affettive positive; rispondono in modo più positivo a spezzoni di film divertenti (Tomarken et al. 1992)

•  Anche la rabbia si associa ad una maggiore attivazione dell’emisfero sinistro

–  Individui con dominanza dell’emisfero destro rispondono in modo più negativo a film con contenuti paurosi o disgustosi

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Espressioni facciali ed emozioni primarie

•  Le 6 emozioni fondamentali 1.  Rabbia 2.  Disgusto 3.  Paura 4.  Gioia 5.  Tristezza 6.  Sorpresa

•  Altri indicatori –  Voce –  Gesti –  Postura

•  L’espressione facciale è considerata un indice di adattamento sociale o psicopatologia

(Ekman, Friesen, 1975)

Differenze individuali nell’espressione degli stati affettivi

– Esiste una tendenza individuale a

sperimentare particolari emozioni e tale tendenza è correlata ai tratti di personalità

–  Alcune persone sembrano cronicamente di buon umore; altre di cattivo; alcune sono affettivamente stabili, altre no ecc.

–  Alcune persone si mostrano ambivalenti o conflittuali nell’espressione emozionale

–  L’espressione facciale è stata messa in relazione all’adattamento sociale o alla psicopatologia

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Altre differenze individuali nell’esperienza affettiva

•  Dimensioni dell’umore 1.  Positività-negatività 2.  Alta/bassa attivazione

–  Lungo tali dimensioni emergono differenze individuali –  In alcune persone è più

importante la dimensione positività/negatività, in altre quella alta/bassa attivazione

–  Tali differenze sono relativamente coerenti in differenti situazioni e in confronti tra autovalutazioni ed eterovalutazioni

•  Differenze individuali e culturali nel benessere soggettivo

–  In uomini sposati l’esperienza di affetto negativo declina con l’età dai 25 ad oltre 70 anni (ciò non si verifica con uomini non sposati)

–  Nella cultura occidentale benessere e felicità sono maggiormente correlati che in altre culture

•  Relazioni tra espressione affettiva e attivazione fisiologica –  Soggetti istruiti a inibire la propria

espressione emozionale in presenza di shock dolorosi, avevano più bassi livelli di attivazione fisiologica (Lanzetta et al. 1976)...ma

–  ...soggetti a più bassa espressività facciale, manifestavano una maggiore attivazione fisiologica

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Processi inconsci ed esperienza cosciente •  Domande sulla coscienza...

–  Come nasce a partire da stati cerebrali?

–  Qual è la relazione tra processi mentali consci e inconsci?

•  ...coscienza e inconscio non si riferiscono a sistemi unitari, ma ad una molteplicità di processi

–  Ad esempio, un contenuto può essere inconscio non solo perché emotivamente indesiderabile (Freud), ma anche perché immagazzinato in formato non verbalizzabile in forma dichiarativa..

•  Molti modi di elaborare le informazioni

•  Pensiero conscio intenzionale; pensiero automatico; struttura profonda (Harré et al. 1985)

•  Forme e livelli della coscienza... –  Coscienza primaria (delle cose)/c. di

ordine superiore (di sé) (Edelman, 1992)

–  Coscienza fenomenica (sensazioni, percezioni, sentimenti, desideri)/ c. di accesso (riflessione) (Block, 1995)

–  Consapevolezza sensoria (sensazioni)/c. cognitiva (riflessioni sui propri stati interni)/c. del controllo (scelta tra azioni)/c. delle proprie caratteristiche (Kagan, 1998)

–  Sistema esperienziale/s. razionale (Epstein, 1994)

•  Cognizione implicita: influenza psicologica di eventi dei quali non si ha memoria esplicita e cosciente

–  Stimoli subliminali (millisecondi) presentati in esperimenti di laboratorio influenzano la categorizzazione di parole-bersaglio

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Coscienza e forme di autoconsapevolezza

•  Funzioni della coscienza: riflessione, previsione e controllo comportamentale

–  Osservare e prevedere il comportamento proprio e altrui

i.  Autoconsapevolezza oggettiva: capacità di differenziare il me dal non me

ii.  Autoconsapevolezza soggettiva: conoscenza di sé come agente diretto all’obiettivo ed emotivamente impegnato a raggiungerlo

i.  Autoconsapevolezza privata dei propri pensieri e sentimenti

•  Autoconsapevolezza pubblica della percezione che gli altri hanno di noi

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Componenti della coscienza •  Componenti percettive

(consapevolezza di stimoli esterni)

•  Componenti esecutive (attenzione, memoria di lavoro)

•  Componenti linguistico-simboliche (rappresentazioni mentali, dialogo interno ecc.)

(Edelman, 1992)

•  Perché è difficile controllare intenzionalmente la nostra coscienza (pensieri, desideri ecc.)?

–  quando si è cognitivamente indaffarati, bandire dalla propria coscienza i pensieri non attinenti al compito, può paradossalmente rinforzare tali pensieri (Wegner, Wenzlaff, 1996)

–  ... il fallimento del controllo provoca un aumento dell’attivazione fisiologica (ansia)

_______________

•  Stati di flow (“flusso”) –  stato di coscienza focalizzato, ottimale e

piacevole, sperimentato soprattutto quando le persone svolgono compiti impegnativi nei quali si sentono competenti (Csikszentmihalyi et al. 1990)

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Stati affettivi e pensiero cosciente •  In che modo stati d’animo affettivi possono influenzare il pensiero

cosciente? i.  L’individuo è incline a considerare contenuti mentali coerenti

con il suo stato d’animo (fissamento) –  p.e. chi si trova in uno stato d’animo positivo, può concentrarsi su eventi

o ricordi a valenza positiva ii.  Gli stati d’animo possono influenzare le strategie cognitive

–  p.e. chi si trova in uno stato d’animo negativo, può elaborare in modo più metodico le informazioni prima di una decisione

iii.  Gli stati d’animo possono spingere l’individuo a regolare la propria esperienza cosciente –  p.e. attività della persona finalizzate a “riparare” uno stato d’animo

negativo iv.  Lo stato d’animo (sia positivo che negativo) può accentuare

l’attenzione su di sé della persona v.  Giudizi e decisioni personali riflettono lo stato affettivo (anche

transitorio) dell’individuo (affetto-come-informazione, Schwartz, 1990) –  p.e. è differente giudicare la propria vita in una giornata di sole o in una

di pioggia

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Rimozione e stile di coping repressivo •  Esiste la rimozione postulata da

Freud? Come funzionano i meccanismi di difesa?

–  Esistono prove che le persone bandiscono dalla coscienza contenuti sgradevoli per preservare un’immagine positiva di sé?

•  Da studi empirici si evince che non tutti gli individui, ma solo alcuni (“soggetti R”) tendono ad reprimere materiale ansiogeno, negando di provare ansia o di essere ansiosi, pur essendolo

–  Nella prospettiva evolutiva, alcuni meccanismi di difesa da impulsi indesiderabili sono più primitivi (p.e. negazione), altri più maturi (p.e. sublimazione)

–  Bambini in età prescolare usano la negazione più spesso di bambini più grandi, i quali p.e. utilizzano la proiezione (Cramer, 1997)

•  In compiti ansiogeni (p.e. descrivere in pubblico le proprie caratteristiche indesiderabili) i soggetti R, pur apparentemente calmi, manifestano forti indici fisiologici di ansia (conduttanza cutanea)

•  I soggetti R riportano scarsa memoria non solo delle esperienze negative, ma anche di quelle positive, pertanto...

•  ...lo stile di coping repressivo potrebbe consistere nella tendenza generale a reprimere tutti i vissuti emotivi

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Espressione delle emozioni e salute L’espressione di vissuti emotivi riduce lo stress? i.  La discussione scritta di questioni

emotive ha effetti positivi…(Pennebaker et al. 1990)

ii.  …tuttavia, rimuginare eccessivamente sui propri problemi non attenua, anzi a volte aumenta, i propri problemi (soprattutto in individui disforici)

i.  ...in contrasto allo studio di Pennebaker et al. persone che si impegnano poco in auto-analisi sono meno inclini alla depressione (Nolen-HoeKsema et al. 1997)

•  differenti metodi di ricerca e popolazioni, nonché l’entità delle esperienze stressanti potrebbero spiegare questi differenti risultati...

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Motivazione e autoregolazione •  Prime elaborazioni teoriche

–  Istinto (James) •  Tale nozione non

tiene conto della forte variabilità culturale delle motivazioni umane

–  Pulsione, bisogno (Freud, Hull, Murray, Maslow)

•  I vari modelli pulsionali non sono basati su criteri oggettivi

•  Una stessa azione può essere espressione non di uno, ma di più bisogni

•  Motivazione e personalità –  Successo, appartenenza,

potere (McClelland, 1985)

–  Motivazione alla riuscita (Atkinson, 1964): aspettativa (di raggiungere la meta) x valore (attribuito alla meta)

–  Teoria dell’attribuzione (p.e. Weiner, 1996): giudizi soggettivi sulle cause delle azioni

–  Teoria del controllo (Carver, Scheier, 1998): feedback negativi riducono le discrepanze tra azione e standard del sé (esiti desiderabili); feedback positivi aumentano le discrepanze tra azione e standard del sé (esiti indesiderabili)

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Le teorie social-cognitive della motivazione Le credenze e le anticipazioni sul futuro guidano le azioni attuali (Bandura, 1991) i.  Aspettative riguardanti l’esito

delle azioni (conseguenze) ii.  Percezioni di auto-efficacia

(convinzione di essere capaci di eseguire determinate azioni)

iii.  Obiettivi e standard (scopi desiderati dell’azione)

iv.   Reazioni affettive riferite a sé Teoria degli obiettivi (Locke, Latham, 1990) (Goal setting) •  Rappresentazioni mentali di scopi

ed esiti futuri

Teoria dell’azione pianificata (Ajzen, 1996) i.  Atteggiamento della persona

verso un certo comportamento ii.  Percezione della pressione

sociale a metterlo (o non metterlo) in atto

iii.  Controllo percepito (percezione della facilità/difficoltà di esecuzione)

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Motivazione e cognizione

Aspetti cognitivi della motivazione Pensieri, convinzioni, aspettative influenzano i nostri scopi

Aspetti motivazionali della cognizione I nostri scopi influenzano il modo in cui pensiamo

•  Le tassonomie motivazionali universali (top-down, p.e. scala di Maslow) non spiegano l’interazione fra motivazione e sistema personale del sé

–  ....per spiegare tale interazione nel corso del tempo e attraverso le varie situazioni è preferibile un approccio bottom-up

•  Autoregolazione –  Capacità degli esseri

umani di valutare e riflettere sulle proprie capacità di eseguire determinati corsi di azione

•  Capacità di autoregolare i propri corsi di azione

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Processi di autoregolazione motivazionale i.  Standard personali

•  Gli esseri umani hanno la capacità di valutare le azioni secondo criteri interni (standard personali) di valore, adeguatezza ecc.

ii.  Reazioni autovalutative emotive •  Le persone si sentono bene (o male) quando il loro

comportamento è (o non è) all’altezza dei loro standard iii.  Autoefficacia (Bandura) –  Le persone sono motivate a impegnarsi in una prestazione (anche

difficile) se si sentono capaci di affrontarla –  Chi dubita della propria efficacia evita il compito o abbandona alle

prime difficoltà (ansia) –  L’autoefficacia (da non confondersi con autostima) è un buon

predittore della prestazione in differenti ambiti (scolastico; lavorativo; sociale, ecc.)

iv.   Scopi •  Rappresentazione mentale di un esito futuro cui le persone

dirigono i propri progetti e il proprio impegno

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Convinzioni di auto-efficacia/convinzioni di esito •  Convinzioni/aspettative di efficacia

–  autoregolazione del comportamento; capacità di mettere in atto un comportamento

•  Relazione agenti-mezzi (E. Skinner, 1996)

•  Convinzioni/aspettative di esito –  controllo del risultato; conseguenze

gratificanti (o meno) del comportamento •  Relazione mezzi-fini (E. Skinner, 1996)

•  Distinzione aspettative vs. fantasie di successo –  Aspettative di controllo

ottimistiche hanno positivi effetti sulla motivazione

–  Fantasie positive possono invece indurre a sottovalutare lo sforzo richiesto per raggiungere il successo e quindi possono essere controproducenti

•  p.e. perdere peso (Oettingen, Wadden, 1991)

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(Bandura, 1977)

Persona⇒ Comportamento⇒ Esito Convinzioni

di auto-efficacia

Aspettative di esito

Aspettative di auto-efficacia/aspettative di esito

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Attivazione differenziata del sistema del sé •  La riflessione cosciente su di sé

non è utilizzata di continuo –  p.e. attività familiari richiedono

un basso monitoraggio cosciente

–  in situazioni che coinvolgono standard interpersonali, le persone possono trascurarli, elaborando giustificazioni per le proprie azioni o svalutando coloro cui hanno arrecato danno (disimpegno morale)

•  L’auto-riflessione cosciente interviene in momenti decisionali particolarmente importanti o impegnativi

•  Agenticità e volizione personale –  Atti di volontà (volizione)

•  Comandi per il sé •  Metacognizione, modelli

mentali di sé (Johnson-Laird, 2005)

–  Limiti dell’agenticità personale •  Azioni dannose o impulsive;

sovrastima delle proprie capacità di affrontare il compito, rinuncia, ecc.

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Autoefficacia, automotivazione e goal setting •  Quanto sono generalizzabili in

situazioni differenti le convinzioni individuali di autoefficacia? –  La generalizzazione

dell’autoefficacia (alta/bassa) è maggiore quando è coerente con gli attributi schematici (positivi/negativi) di sé (Cervone, 1999)

•  Automotivazione e goal setting –  Porsi obiettivi dipende da… ...Livello dell’obiettivo

•  Obiettivi impegnativi o complessi richiedono feedback per la riuscita

…Specificità dell’obiettivo •  Obiettivi più specifici facilitano

la riuscita …Prossimità dell’obiettivo

•  Obiettivi distali richiedono di essere suddivisi in sotto-obiettivi prossimali

–  In compiti semplici un aumento dello sforzo dovuto a insoddisfazione per il proprio rendimento migliora la prestazione (ciò non vale con compiti complessi)

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Obiettivi e differenze individuali •  Obiettivi complementari

–  p.e. studiare all’università e farsi amici

•  Obiettivi conflittuali –  p.e. essere un buon

genitore vs. obiettivi professionali

•  Le persone con obiettivi conflittuali sperimentano più stress

•  Controllo degli impulsi –  Persone sovra/sotto

controllate

•  Ottimisti –  Persone con alte aspettative di

raggiungere i propri obiettivi; minori livelli di ansia

•  Pessimisti difensivi –  Persone con aspettative basse di

raggiungere i propri obiettivi, nonostante buoni livelli di prestazione o successi (maggiori livelli di ansia)

–  Più ampie discrepanze sé attuale/sé ideale, ma maggiore successo accademico (Cantor et al. 1987)

•  Orientamento all’azione (Kuhl,1994) –  Individui interessati ai passi da fare per

raggiungere gli obiettivi •  Orientamento allo stato (Kuhl,1994)

–  Individui preoccupati per come si sentono e non per l’obiettivo

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Il paradigma della dilazione della gratificazione

•  Durante un esperimento (Mischel at al.), ad alcuni bambini era offerta la possibilità di avere uno fra due premi: uno immediato (minore); uno più desiderabile che richiedeva di attendere

–  Quando i bambini vedevano i premi erano più insofferenti

–  Quando i premi non erano visibili, i tempi di attesa erano maggiori

–  L’autocontrollo dipende da strategie mentali di rinvio della gratificazione

–  I bambini più capaci di rinviare la gratificazione, erano più abili a controllare gli impulsi, a pianificare le proprie azioni, anche durante l’adolescenza

•  Due sistemi di regolazione dell’autocontrollo (Metcalfe, Mischel, 1999)

i.  Sistema caldo •  Azione immediata

ii.  Sistema freddo •  Strategie cognitive che

mitigano gli impulsi e riorientano lìattenzione

–  Come interagiscono questi due sistemi a livello di regolazioni (e differenze) individuali?

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Lo stato attuale della psicologia della personalità •  Questioni cui oggi possiamo rispondere grazie ai progressi empirici

nello studio della personalità •  Esistono continuità significative nella personalità

dall’infanzia all’età adulta? Vi è accordo sul numero di dimensioni necessarie per descrivere le differenze individuali fenotipiche?Le eterovalutazioni e le autovalutazioni convergono quando si valuta la personalità di un individuo? Gemelli identici cresciuti in famiglie diverse avranno una personalità simile? Le persone precocemente colpite da avversità possono raggiungere uno stato di adattamento e di benessere normali negli anni successivi? Emozioni diverse sono associate a configurazioni neurofisiologiche diverse? Le emozioni influenzano la memoria e il pensiero? Il pensiero riferito al Sé contribuisce in modo causale al cambiamento motivazionale, emozionale e comportamentale? ...ecc

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...Verso un’unificazione teorica

•  Due cornici teoriche generali nella ricerca attuale sulla personalità

•  Teorie tratto/disposizionali

vs. •  Teorie social-cognitive

–  Teorie disposizionali •  Il modello dei 5 fattori

–  Prove transculturali, autovalutazioni ed eterovalutazioni, studi sui gemelli, ecc.

–  Teorie social-cognitive •  Interazionismo

–  Il funzionamento della personalità comporta interazioni reciproche tra le persone, il loro comportamento e l’ambiente socioculturale

•  Agentività umana –  Le persone sono agenti causali

che contribuiscono proattivamente al proprio sviluppo


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