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Universitando 01

Date post: 07-Mar-2016
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Il primo numero pubblicato
24
La pressione fiscale scolastica è in aumento, mentre diminuiscono le fasce ISEEU. Gli studenti vogliono delle risposte. Ed io pago! Disinvestire sul Turismo? • Islam e occidente • Il Muro era mio figlio• Siamo diventate donne oggetto? non solo studio Anno 01 - Nr. 1/2009 Tasse universitarie
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Page 1: Universitando 01

La pressione fiscale scolastica è in aumento, mentre diminuiscono le fasce ISEEU.

Gli studenti vogliono delle risposte.

Ed io pago!

Disinvestire sul Turismo? • Islam e occidente • Il Muro era mio figlio• Siamo diventate donne oggetto?

non solo studioAnno 01 - Nr. 1/2009

Tasse universitarie

Page 2: Universitando 01

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Periodico informativo a cura di:

R.I. Distribuzione interna

Direttore: Paolo Marchettoni

Vice Direttore: Emanuele Rocchi

Redazione: Arianna Vinti,

Alessandro Tassi,

Vito Soranno,

Valerio Martella,

Luigi Villani Delle Vergini,

Elio VIola,

Federico Aversa,

Francesca Boschi

Con le preziose collaborazioni di:

Grafica e impaginazione

Soluzioni per la comunicazione

Universitando nasce dal bisogno di conci-

liare la passione per il giornalismo con la

necessità di creare un giornale universitario

che sia in grado di garantire un’informazio-

ne libera e disinteressata, ma allo stesso tempo capace di

incuriosire e di avvicinare ancora di più gli studenti alle vi-

cende universitarie e a quelle notizie che vengono puntual-

mente presentate come grattacapo (rogne) riservate agli

addetti ai lavori. La nostra idea è quella di aprire le porte a

tutti coloro che avranno interesse nel seguire gli sviluppi e

le trasformazioni che in questo momento stanno investen-

do l’Università italiana, convinti che in situazioni di muta-

mento sia fondamentale l’informazione come strumento e

primo passo per compiere scelte consapevoli, dettate dal

buon senso di tutti noi. Ci preoccuperemo di diffondere e

discutere insieme attraverso articoli, interviste, rubriche,

le notizie che gravitano intorno al mondo universitario,

affrontando i temi e le problematiche che riguardano gli

studenti di tutte le facoltà. Ci sarà uno spazio dedicato alle

matricole, con tutte le informazioni e i consigli utili per

non rimanere “incastrati” negli ingranaggi della macchina

burocratica universitaria. Nelle nostre uscite sarà possibi-

le venire a conoscenza, in modo semplice ed efficace, di

tutte le notizie provenienti dall’A.Di.S.U., dal consiglio degli

studenti e dal Rettorato; non mancherà infine un’area dedi-

cata agli interventi e alle domande dei lettori. Spero che la

nostra idea venga colta nel suo vero intento, augurandomi

che sia condivisibile e soprattutto che non vi lasci indiffe-

renti o semplicemente annoiati.Paolo Marchettoni

Aprire le porte

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Gli studenti vogliono delle risposte !

Conosciamo meglio il CUS-Perugia

Il consiglio degli studenti

Disinvestire sul Turismo?

La riforma dell’Università e le sedi distaccate e decentrate

Un nuovo corso di laurea: Geologia degli idrocarburi

The italian job ?!

Gli studenti non ci stanno: basta con i professori fannulloni!

Islam e occidente

Il Muro era mio figlio

Il Faccia A Faccia: Franco Battaglia vs Carlo Rubbia

Il caso Brunetta e Gelmini, tutto ciò a… torto o ragione?

“Dove sarò domani che ne sarà

dei miei sogni infranti dei miei piani”

Sostegno ai giovani artisti,

un progetto che molti non conoscono.

Il Disagio

Eventi arte centro italia ottobre-novembre

Il film: L’auberge espagnole

Glossariosom

ma

rio

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Anno accademico 2009/2010: tasse universitarie in aumento, mentre diminuiscono le fasce ISEEU.

Gli studenti vogliono delle risposte !

Luigi, spiegaci il perché del consi-stente aumento delle tasse universi-tarie per questo anno accademico ?Innanzitutto non dimentichiamo che anche l’anno scorso ci fu una manovra tesa ad aumentare gli introiti provenienti dalla contribuzione studentesca. Tengo a precisarlo perché il tutto ha ori-gine l’anno scorso quando in commis-sione tasse venne presentato il bilancio dell’Ateneo che non era nella migliore delle situazioni. Nella stessa sede, dopo diverse riunioni, si giunse responsabilmente, seppur con delle riserve, ad avvallare la proposta avanzata dagli uffici incaricati d’Ateneo di un aumento della tassazio-ne studentesca per sanare le perdite di bilancio.

Accettaste la proposta consapevoli che l’aumento era inevitabile ?Accettammo lo “sforzo”. Al contempo come Consiglio degli Studenti, stilammo un documento di programmazione triennale dei servizi. Sostanzialmente chiedevamo un au-mento di servizi agli studenti in cambio del loro impegno economico.

Al termine delle “trattative” c’è stato

di Paolo Marchettoni

Cerchiamo di capire quali sono i motivi di questi

cambiamenti all’interno del nostro Ateneo

con un’intervista a Luigi Villani Delle Vergini,

Consigliere di amministrazione e componente

della commissione tasse dell’Ateneo.

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un effettivo aumento di servizi per gli studenti ?No. Il nostro documento era completo di ogni necessità avvertita per noi e per le sedi distaccate come Terni e de-centrate come Assisi. Era suddiviso in aree di interesse: didattica, innovazione tecnologica, biblioteche e aule studio, CUS, progetti Erasmus e Socrates, CLA e pianificazione dei sistemi di valuta-zione situazione patrimoniale (ISEE e ISEEU). Tra tutte le richieste l’unica ad essere stata concessa è l’attivazione di una casella mail con dominio unipg.it per ogni studente e la rete wireless ma altri servizi richiesti, come aula bunker e medico non se ne vede ombra. Ricor-do che sono servizi legati agli aumenti dell’anno scorso con patto triennale.

Perché allora nonostante gli aumenti dell’anno scorso, incrementare di nuovo le tasse?Perché l’anno scorso tutti gli accordi nacquero sulla base di previsioni di tipo economico-statistiche presentateci dagli stessi uffici di Ateneo che, sulla base di questi, scelsero dei criteri e dei valori di aumento da applicare. Quelle previsioni erano corrette e ci venne comunicato che serviva un ulte-riore aumento. Ecco perché ancora aumenti. Noi siamo dell’opinione che l’errore di calcolo di cui evidentemente siamo vittime, non debba essere corretto con un ulteriore appesantimento della contribuzione stu-dentesca (quello che sta succedendo); ma con la matura e legittima individua-zione dei responsabili di turno. Cosa succederebbe se anche le previsioni su cui si è lavorato quest’anno si rivelasse-ro errate l’anno prossimo?

Veniamo alle modifiche apportate quest’anno. Sostanzialmente sono individuabili in una duplice manovra: da una parte l’au-mento dei contributi richiesti, e dall’altra una diminuzione del numero di fasce di reddito di appartenenza della popolazio-ne studentesca. Ricordiamo che l’anno scorso (e solo per un anno) le fasce di reddito erano 20, quest’anno saranno 10. Senza dimenticare poi che fino a qualche anno fa erano 7.

Quindi, mi sembra di capire che con un minor numero di fasce è possibi-le garantire un’organizzazione più omogenea del sistema retributivo. Ma come funzionano le fasce ? Le fasce nascono con lo scopo di suddividere gli studenti contribuenti in diverse classi di appartenenza in base al reddito familiare. Ovviamente ad

un reddito più basso corrisponde una richiesta più bassa e viceversa. Quindi il meccanismo di creazione della tassa è più o meno questo: l’Ateneo prefissa l’introito da ottenere con i contributi studenteschi, analizza la popolazione, stima i redditi dichiarati con le certifica-zioni ISEEU e decide quanto chiedere per ogni classe di reddito. Facendo dei calcoli si arriva alla conclusione ritenu-ta migliore tra le proposte presentate da chi di competenza. Come dicevo prima, già l’anno scorso cambiarono le modalità di tassazione al fine di ottenere

maggiori introiti, ma le scelte prese non si sono dimostrate valide, anzi... Invece di ottenere qualcosa in più, la perdita è divenuta ancora maggiore. Da qui la ne-cessità di dover nuovamente intervenire sulla manovra.

Tu da rappresentante come tuteli gli interessi di noi studenti? Quale è stata la vostra posizione riguardo all’aumento delle tasse?Quando uno studente viene eletto, si ritrova poi a dover ricoprire diversi ruoli anche di una certa importanza, sedendo a tavoli di discussione con le più alte cariche dell’Ateneo come il Rettore, il Direttore Amministrativo, ecc. Negli organi collegiali in cui sediamo (ad esempio Consiglio degli Studenti, Consiglio di Amministrazione, Senato Accademico) le decisioni vengono prese su votazione e quindi anche la compo-nente studentesca esprime il proprio parere. Per ogni riunione formale viene stilato un verbale riportante tutte le argomen-tazioni trattate e tutte le decisioni e le perplessità emerse e, naturalmente, il risultato della votazione. Noi abbiamo sempre espresso “la nostra ferma contrarietà all’aumento delle stesse”, ciò significa che il nostro gruppo ha

votato sempre con un secco “no” ad ogni forma di aumento per quest’anno che fosse diversa da quanto pattuito lo scorso anno. Ricordo ai lettori che quando dico “noi” mi riferisco a Idee in movimento. E’ da sottolineare il fatto che stiamo parlando di accordi e patti triennali, per cui oggi non dovremmo neanche discuterne.

Come hai già accennato l’Ateneo di-chiarava di dover per forza chiedere un aumento per sanare il bilancio. Assolutamente sì! Infatti è quello che responsabilmente abbiamo fatto l’anno scorso. Voglio aggiungere inoltre che noi studenti abbiamo anche aiuta-to l’Ateneo, capendo il momento di difficoltà, indirizzando dei fondi che di prassi spettavano a noi per le attività studentesche, che tra l’altro erano state già ulteriormente tagliate. Quei fondi (nostri) dovevano essere utilizzati per riattivare il servizio del medico per gli studenti e non solo. Torno a ripetere che la nostra opinione è quella di dover trovare i responsabili che hanno pensa-to alla manovra errata dell’anno scorso. Non tocca a noi pagare i loro errori!

Notizia di qualche giorno fa: l’Ateneo di Perugia incassa il merito. Questo significa maggiori fondi dal Governo. Cambia qualcosa con questo nuovo scenario?Tutte le scelte che pesano su noi studenti, come l’aumento delle tasse, dipendono soprattutto da decisioni del Rettorato e non solo dello Stato. Mi spiego meglio: lo Stato decide di indirizzare tot fondi all’Ateneo di Perugia in base ad alcuni criteri che cambiano negli anni con nuove leggi e riforme. Poi l’Ateneo sceglie come e dove indirizzare e quindi quanto prendere da altre fonti di introiti come le tasse e i contributi studenteschi. L’aumento delle tasse di quest’anno è stato deciso su un bilancio preventivo che non teneva conto dei maggiori fondi di cui l’Ateneo disporrà poiché annoverato tra i virtuosi dal Ministero con la recente riforma. Fatto sta che si avranno a disposizione maggiori entrate del previsto. Tutto ciò conferma ancora una volta la tesi per cui l’aumento della tassazione è materia del Rettorato e delle sue scelte. Ora si aprono sicuramente nuovi scenari perché sui tavoli di trattativa tra noi rappresentanti e il Rettorato si sono inserite nuove argomentazioni su cui esigiamo risposte concrete e non il solito “E’ colpa del governo”. Riteniamo che sia arrivata l’ora di am-mettere anche le proprie di colpe.

Noi siamo dell’opinione che l’errore di calcolo di cui evidentemente siamo vittime, non debba esse-re corretto con un ulterio-re appesantimento della contribuzione studentesca (quello che sta succeden-do); ma con la matura e legittima individuazione dei responsabili di turno. Cosa succederebbe se an-che le previsioni su cui si è lavorato quest’anno si rive-lassero errate l’anno prossi-mo?

Tasse universitarie

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Il Centro Universitario Spor-tivo viene fondato nel 1946 con l’intento di svolgere attività

per la propaganda dello sport a livello universitario, venendo incontro alle esigenze degli studenti. Il CUS Perugia è un organo periferico del Centro Universitario Sportivo Italiano (CUSI), ente di promozione sportiva con personalità giuridica, riconosciuto dal Coni. Il consiglio direttivo dell’associazione sportiva è composto dl presidente Pier Luigi Cavicchi e da altri 10 membri, tra cui 2 delegati studenti (uno per l’Università Italiana ed uno per l’Università per gli Stranieri). Il compito istituzionale di questa asso-ciazione è quello di promuovere e orga-nizzare la pratica sportiva propedeutica ed agonistica degli studenti dell’Uni-versità degli Studi di Perugia e gestire gli impianti sportivi costruiti sull’area universitaria. A tal fine i programmi sono concordati con le due Università e con l’A.Di.Su. La crescita dell’Ateneo perugino è avve-nuta in maniera esponenziale negli ulti-mi anni, allo stato attuale il sodalizio ser-ve oltre 35.000 studenti universitari; in numerose discipline sportive partecipa con propri rappresentanti a campionati federali. Il club ha acquisito, nel frattem-po, una stabilità ed un prestigio dovuti ai risultati raggiunti sia sotto il profilo agonistico sia sotto quello dell’impatto sociale. Ogni anno accademico orga-nizza una serie di corsi propedeutici alla pratica sportiva, relativamente a diverse discipline (arti marziali, atletica leggera, beach-volley, danza, difesa personale, escursionismo, fitness, ginnastica, guida sicura, pallavolo, pallacanestro, rugby, sci alpino, Taekwondo, tennis) e numerosi tornei riservati agli studen-ti dell’Università di Perugia (calcio a cinque, pallacanestro, pallavolo, rugby, tennis). Il Cus Perugia partecipa, inoltre, con gli atleti che si sono maggiormente

distinti du-rante l’anno nelle

di- verse discipline, ai Campionati Nazionali Universitari, organizzati dal Cusi in varie località italiane. Attraverso la propria struttura si propone prossima-mente di realizzare iniziative a sfondo sportivo-culturale (convegni, corsi, libri, mostre) per la rivalutazione del concetto di sport e dei suoi valori sportivi. Non meno importante l’attività ricreativa: an-che per l’anno accademico 2009-2010 è prevista l’organizzazione di soggiorni invernali (settimane bianche) ed estivi in diverse località italiane. Particolarmente significativa la partecipazione del CUS Perugia all’attività agonistica federale nell’atletica leggera, nel judo, nel karate, nella pallavolo, nella pallacanestro, nel rugby e nel tennis. Agli studenti universitari che si tesse-rano al Cus Perugia vengono riservate particolari condizioni economiche per l’utilizzo delle strutture sportive proprie e in convenzione. Nelle discipline coordinate diretta-mente, il Centro Universitario Sportivo consente agli studenti di praticare l’at-tività per un periodo di tempo in prova gratuita. La sede del Cus Perugia è in via Tuderte, 10 (praticamente di fronte alle segreterie degli studenti in zona Pallotta), sito internet www.cusperugia.it - telefono 075-32120.

CONSIGLIO DEGLI STUDENTIIl Consiglio degli Studenti è l’or-gano rappresentativo della com-ponente studentesca che svolge funzioni propositive, consultive e di controllo. In carica per due anni, conta al suo interno 30 studenti compre-so il Presidente. I suoi membri vengono eletti da ogni facoltà dell’ateneo perugino, dalla sede di Terni e dalle nume-rose sedi distaccate presenti in Umbria. Il suo numero è così rappresen-tato da una proporzione che lega il numero degli iscritti ad ogni facoltà, alla espressione di questi presenti nel Consiglio stesso. Per fare un esempio, la facoltà di Lettere e Filosofia elegge n 4 rappresentanti ( come anche la facoltà di Economia e Medi-cina) delle diverse associazioni universitarie che si rifanno ad associazioni che sono vere espressioni di volontà popolare a livello nazionale. Le restanti facoltà ne eleggono n 2 (proprio perché, in proporzio-ne, hanno un minore numero di iscritti). Il Consiglio elegge al suo interno anche n 4 studenti che sede-ranno nel Senato Accademico, l’organo collegiale di governo dell’Ateneo esercitante funzioni di indirizzo, programmazione, organizzazione, coordinamento e controllo dell’attività di ricerca e di didattica; e n 3 studenti in seno al Consiglio di Amministra-zione, l’organo di gestione finan-ziaria e contabile dell’Ateneo. Contattare i vostri rappresentanti risulterà quindi sempre molto utile e, sicuramente, risolutivo per i vostri problemi didattici e non solo. Tutte le informazioni le trovate sul sito dell’Ateneo www.unipg.it, oppure nelle bacheche delle vostre facoltà e siti attinenti.

Vito SorannoSegretario del

Consiglio degli Studenti

Conosciamo meglio il CUS-Perugia

di Alberto Aglietti

Organi Universitari

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Noi studenti della Facoltà di Economia dell’Università di Perugia, della sede decen-trata di Assisi, viviamo una

situazione di notevole disagio arrecata dall’eliminazione di alcune materie di studio, in particolare dei laboratori specifici, senza i quali non è possibile

appieno la formazione della nostra fi-gura professionale nel settore turistico, implicando una sorta di sovrapposizione agli altri corsi di Economia con oltretutto la conseguente riduzione del personale docente qualificato, o per meglio dire destinato alla ricerca turistica, dato il di-simpegno del Centro Studi Superiori del Turismo – CST che prima lo garantiva.Inoltre lo status di “sede decentrata” negli anni ha prodotto un continuo calo di personale non docente, generando disservizi che colpiscono proprio noi studenti. Gli uffici presenti nella struttu-ra di Assisi attualmente non riescono ad erogare servizi fondamentali come l’uf-

ficio orientamento e l’ufficio tirocini inerenti alla nostra materia: turi-smo ricettivo, ristorativo, agenzia-le ed organizzazione turistica nel campo pubblico; a tal proposito facciamo notare che tale servizio

era sinora garantito dal CST e grazie a quest’ultimo molti studenti laure-ati hanno trovato occupazione nelle più grandi e prestigiose aziende del settore. Chiediamo un impegno dell’Università affinché tale servizio sia ripristinato, anche da personale

già addetto a tale compito, opportu-namente formato.

Quotidianamente constatiamo problemi legati alla “tenuta dello stabile” (ampiamente documen-tati) per esempio le infiltrazio-ni, l’umidità, il logoramento e

conseguente rischiosità per gli

studenti frequentanti. A tal proposito portiamo l’esempio lampante dell’Aula Magna, chiusa dalla sessione di Laurea di novembre 2008 per lavori di manu-tenzione, che ha costretto i laureandi a discutere la propria tesi in aule spartane e non attrezzate. Il bar annesso alla struttura universitaria di Assisi è chiuso

dal gennaio 2008, nonostante le con-tinue richieste presentate al Consiglio di Intercorso ed al Consiglio d’Ammini-strazione, non è mai stato fatto il bando per l’attribuzione. Abbiamo due aule informatica, con attrezzatura abbastanza adeguata alle esigenze di noi studenti ma per mancanza di personale, e perciò di assistenza tecnica, una è proprio chiusa, l’altra non è aperta a pieno regime.Pensiamo che la perdita di valore del nostro Corso di Laurea si rispecchie-rebbe prima di tutto sull’Università di Perugia, che anni fa aveva colto l’im-portanza economica del turismo, oggi confermato dagli indicatori economici, e quindi investito proprio sulla ricerca e la formazione di figure altamente qualifica-te facendone la più importante d’Italia; poi sulla credibilità di una regione come l’Umbria, dalla grande valenza turistica, che non può permettersi il lusso di ridurre oppure ancora peggio ignorare un settore come il turismo, che, a pari di altri, ha una considerevole valenza economica e, ci teniamo ad aggiungere, anche sociale.La nostra volontà è di mettere sotto i riflettori, le problematiche sollevate da tutti gli studenti ed attirare l’attenzio-ne degli organi competenti dell’intera comunità studentesca su questi temi affinché il corso di Economia del Turi-smo possa continuare la sua mission di ricerca e formazione turistica interna-zionale.

Noi studenti di Economia della sede di Assisi, più degli studenti di Perugia, non abbiamo costatato un conseguente aumento e/o miglioramento dei servizi dopo il recente aumento delle tasse universitarie.In questi ultimi anni abbiamo visto diminuire le borse di studio, il numero degli appelli d’esame ed abbiamo assistito alle mancate promesse dell’Università di Perugia, una fra tante la totale informatizzazione dell’Ateneo, in modo da gestire l’iscrizione degli esami ed altre pratiche legate al mondo universitario, TOTALMENTE tramite il web.

Disinvestire sul Turismo? I rappresentanti di Intercorso di

Laurea di Economia del Turismo – sede di Assisi

Disagio ad Assisi

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Quella delle sedi distaccate e decen-trate si presenta sempre e comunque come una situazione delicata a cui vanno indirizzate particolari ed attente riflessioni. Anche l’Ateneo di Peru-gia annovera tra le sedi distaccate o decentrate, strutture lontane anche diversi chilometri dalla sede centrale. I problemi evidenziati nel corso degli ultimi anni dagli studenti di Assisi (come dagli studenti di Terni, Narni, Foligno, Orvieto, Città di Castello) vanno ascolta-ti accuratamente poiché si inseriscono in un’attenta analisi che anche a livello nazionale si sta cercando di esaminare. Ma nessun calcolo o disegno statistico è in grado di dipingere, meglio di chi le vive in prima persona, le reali situazioni delle strutture, e quindi degli studenti, in questione. La realtà che ci viene presentata è che, per quanto ci si possa sforzare di dimostrare il contrario, gli studenti delle sedi distaccate non hanno

lo stesso trattamento degli studenti della sede centrale. I servizi di diritto come mensa e alloggi sono differenti (molto minori), gli uffici addetti come segreterie, tutorato, orientamento e ADiSu non sono per nulla presenti, o lo sono minimamente. Da qui la mancanza di tranquillità che caratterizza i NOSTRI COLLEGHI, che ricordiamo: pagano le nostre stesse tasse e quindi si aspetta-no stesso riconoscimento di diritti e di servizi.In uno scenario di questo tipo nasce la mia personale impressione, quella che vede nelle sedi distaccate un discorso non solo di tipo organizzativo da parte dell’Ateneo, ma soprattutto politico (e spero vivamente di sbagliarmi). La scel-ta di spostare o far nascere una sede distaccata è il risultato di compromessi e incontri che, e questo è a mio avviso il male dei nostri giorni, puntano più alla valorizzazione del territorio che non alla

valorizzazione degli studenti e quindi delle future professionalità create. Pa-radossalmente però, anche se i registi sono molteplici, il capro espiatorio se la cosa non funziona diviene l’Ateneo in questione. Questo non lo trovo giusto. Se si è sul lastrico, così come forte-mente si è voluti in gruppo la nascita della sede, allo stesso modo e con lo stesso spirito di gruppo si deve volere con determinazione il mantenimento e ognuno deve aggiungerci del proprio, anche e soprattutto a livello economico. Allo stesso tempo va garantita la tran-quillità degli studenti iscritti, uniche vere vittime del sistema. Non è ammissibile che quanto viene promesso al momento dell’immatricola-zione diviene un sogno che col passare del tempo va svanendo. Lo studente si iscrive perché crede in quello che ha deciso di studiare e non in dove è stato mandato dall’Ateneo che ha scelto. Per questo lottiamo: per avere chiari gli obiettivi. Al luogo di permanenza preferiamo il riconoscimento dei giusti diritti e la giusta inquadratura del piano di studi altamente professionalizzante spettanti agli iscritti. Tutti gli studenti dell’università degli studi di Perugia devono essere uguali.

Sarà operativo a Perugia da quest’anno, presso la facoltà di scienze matemati-che, fisiche e naturali, il corso di laurea magistrale in geologia degli idrocarburi. L’obiettivo è quello di fornire allo stu-dente, a partire da una solida preparazio-ne generale nei settori della stratigrafia, della sedimentologia e della tettonica, la possibilità di acquisire gli strumenti culturali, la preparazione professionale e la capacità di analisi critica necessari per l’inserimento nel mondo dei servizi di esplorazione e di sviluppo, anche attra-verso esperienze di lavoro sperimentale in campagna e in laboratorio. Il corso è sponsorizzato da ENI (Ente Nazionale Idrocarburi), che supporterà l’attività formativa mettendo a disposizione il proprio personale specializzato per parte delle attività didattiche e i mezzi neces-

sari per attività di orientamento, stages di formazione, tirocini e tesi di laurea. Tutto ciò servirà ad assicurare alle azien-de specializzate nel settore un numero consistente di geologi che abbiano acquisito un’approfondita formazione culturale e tecnico-professionale fina-lizzata al reperimento e utilizzo soste-nibile delle risorse del sottosuolo, con particolare riferimento all’esplorazione e alla modellazione dei sistemi naturali pe-troliferi ed a gas. La Laurea Magistrale consentirà anche, attraverso il succes-sivo Dottorato di Ricerca, la formazione di personale qualificato per la ricerca scientifica presso l’Università e gli altri enti di ricerca pubblici e privati. I laureati potranno inoltre accedere ad eventuali corsi di specializzazione per l’abilitazione all’insegnamento di alcune discipline

specifiche nelle Scuole medie inferiori e superiori. Inoltre, come se non bastas-se, il grado di qualificazione professio-nale raggiunto consentirà comunque al laureato Magistrale di svolgere efficace-mente compiti analoghi presso aziende operanti in altri campi (ad es. nella pro-grammazione e gestione del territorio e nella realizzazione di grandi opere di ingegneria), nonché di svolgere attività di consulenza professionale, in proprio o in associazione.

La durata del corso e di due anni: le lezioni sono iniziate il 5 ottobre 2009, ma le iscrizioni rimarranno aperte fino al 28 febbraio 2010…affrettatevi !!

Per ulteriori informazioni:http://www-b.unipg.it/cclgeol

La riforma dell’Università e le sedi distaccate e decentrate

Un nuovo corso di laurea: Geologia degli idrocarburi di Paolo Marchettoni

di Luigi Villani Delle Vergini

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C’era una volta ad Altamura una cen-trale operativa di presunti test truccati per le prove di ingresso nelle Facoltà di Odontoiatria di Napoli e Foggia. Grazie a un sofisticato e aggiornato sistema tecnologico di telefonini e pal-mari di ultima generazione un team di “esperti” sarebbero stati pronti a fornire le risposte giuste agli aspiranti dentisti. I test sarebbero arrivati poco prima via posta elettronica, per poi ripartire verso le aule dove si stavano svolgendo gli esami: Foggia, Napoli e altre due sedi che potrebbero essere state quelle di Verona e Milano. La mattina di venerdì 4 settembre 2009 i militari della Guardia di Finanza avrebbero fatto appena in tempo a impedire che la truffa fosse portata a termine. Made in Italy o Italian job in questi casi purtroppo non fa molta differenza, visto che i reati contestati sono associazione a delinquere finaliz-zata alla corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio, rivela-zione e utilizzazione dei segreti d’ufficio. Ma non c’è nemmeno motivo di pensa-re alla solita storia italiana, né che truffe e simili stratagemmi siano un’esclusiva del nostro paese; ne sanno qualcosa in Germania…Dove cento professori sono finiti nel mirino della giustizia tedesca perché

sospettati di avere “aiutato” studenti in numerosi atenei ad ottenere lauree e dottorati in cambio di tangenti. Le tariffe per una tesi di dottorato variavano dai 4 mila ai 20 mila euro.L’inchiesta, ha spiegato il procuratore capo di Colonia, «coinvolge professori in tutte le materie di studio, dalla Medici-na alla Giurisprudenza, dall’Economia all’Ingegneria». Sono finite nell’occhio del ciclone uni-versità prestigiose come Francoforte, Tubinga, Lipsia, Rostock, Jena, Ba-vreuth, Ingolstadt, Amburgo, Bielefeld, Hagen, Colonia e la Freie Universitaet di Berlino.Secondo gli inquirenti l’istituto avrebbe fatto da intermediario fra gli studenti e i professori, per concordare i prezzi dei tanto ambiti dottorati. Si, perché in Germania, al contrario di quanto avviene in Italia, una laurea non consente di poter usufruire del titolo di dottore, che è riservato solo a chi ha conseguito un dottorato di ricerca, so-litamente di una durata non inferiore ai tre anni. Titolo dunque, quello di “Herr Doktor”, che va al di là del semplice status symbol tipicamente italiano, ma che permette di “scavalcare” all’interno del mondo del lavoro, quindi sul piano sociale ed economico, i soli possessori di laurea (Magister Artium).

di Paolo Marchettoni

Gli studenti non ci stanno: basta con i professori fannulloni!

L’intento di chi scrive non è certo di inneggiare allo scandalo, bensì di riferire semplicemente ciò che alcuni universitari hanno denunciato durante la mia esperienza lavorativa pres-so l’Ufficio Orientamento dell’Università degli Studi di Perugia.Gli studenti di Biotecnolo-gie Mediche hanno prote-stato a gran voce contro i professori assenteisti: interi corsi mai tenuti, le poche lezioni affidate per lo più a ricercatori e dottorandi, mancato rispetto degli orari di ricevimento, creando non pochi disagi, in particolare agli studenti fuori sede.Una notizia pervenuta ad Agosto che al personale tecnico - amministrativo (me compresa) ha fatto saltare dalla sedia. Com’è possibile che un Corso di Laurea Speciali-stica così all’avanguardia, fortemente voluto dall’at-tuale Rettore Bistoni, da lui stesso coordinato per ben 3 anni, versi in questo stato? È una domanda a cui, per ora, non è ancora stato pos-sibile rispondere.Chiudo semplicemente ricordando che i docenti devono «svolgere perso-nalmente e con continuità il corso ufficiale di lezioni, conformandosi alla re-gola che la sostituzione, esclusivamente a perso-nale docente strutturato, è ammessa soltanto per concomitanti impegni scientifici o collegiali o per documentato impedimento personale». Una regola che giornalmente viene violata a scapito dell’istruzione e della formazione professio-nale degli studenti.

Michela Bigonzoni

The italian job ?!

News Universitarie

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Islam e occidentedi Valerio Martella

Comitato Studenti Fuori Sede

Sul rapporto tra il mondo occidentale e l’Islam e sulle difficoltà dei musulmani di in-tegrarsi in occidente specie in

Italia sono state scritte pagine infinite, non per questo bisogna però diminu-ire l’attenzione su una tematica che sembra tanto discussa già diverse volte in passato ma che allo stesso tempo continua a rimanere inserita nell’ordine del giorno. Causa di tutto ciò sono gli avvenimenti che continuano a riempire le pagine di cronaca dei nostri giornali, uno su tutti le continue richieste di moschee specie nelle grandi metropoli italiane e i due episodi degli ultimi giorni il caso Saana (la ragazza marocchina

uccisa dal padre in provincia di Porde-none) e l’aggressione alla leader del “movimento per l’italia” Daniela San-tanchè avvenuta a Milano in occasione della festa di fine Ramadan mentre protestava e distribuiva volantini contro l’uso del Burqa da parte di alcune donne musulmane in Italia. Inutile ricordare che la data che ha cambiato il modo di percepire e di comprendere il mondo islamico e che ha accentuato il difficile rapporto tra occidente e Islam è quella dell’11 settembre 2001, da quel giorno si sono aperti innumerevoli dibattiti sulla cosiddetta “questione islamica” e sul fatto che vi è nel mondo gente disposta a farsi uccidere e uccidere in

A colloquio con tre studenti

islamici a Perugia: “in

città ci troviamo bene, la

presenza della moschea

per noi è fondamentale”;

sul caso Saana:”la

tradizione ha prevalso

sulla fede”; “il burqa non è

obbligatorio”.

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nome di Dio, oltre al fatto che sono scoppiate due guerre, prima in Afgha-nistan poi in Iraq. Non sono mancate però le iniziative mirate ad approfondire tale argomentazione per cercare di attenuare l’odio e/o i pregiudizi da parte innanzitutto di noi italiani nei confronti del mondo islamico, tra le più diffuse quelle editoriali, in primis la distribu-zione gratuita in fascicoli del “Corano letto da Vittorio Feltri”, una traduzione in versione integrale del libro a cui fanno riferimento i fedeli musulmani su iniziativa dell’allora direttore di “Libero”, che pur dirigendo un giornale d’opinione vicino politicamente al centrodestra italiano allora forza di Governo che ap-poggiò gli Stati Uniti nelle due missioni, si è preoccupato di porre attenzione su un argomento di una certa delicatezza al fine di evitare idealizzazioni facili e sba-gliate. Ma ora a distanza di questi anni nel nostro Paese che atmosfera si vive a proposito del rapporto tra Occidente e islam? Nel mondo giovanile si stanno verificando dei cambiamenti? Come si sentono considerati i giovani musulmani ? Per quanto mi riguarda non posso fare una panoramica nazionale della situa-zione, non è il mio (nostro) compito, è giusto che ciò spetti a chi ha strumenti più efficaci di noi per poterlo fare, ci soffermiamo sulla realtà di Perugia che è la realtà di tutti noi, quella di una città universitaria e che a questo punto possiamo definire quasi multietnica. Sia chiaro non si tratta di un sondaggio, sarebbe azzardato definirlo tale, ma di un piccolo colloquio fatto con la gentile collaborazione di tre studenti di religione musulmana ma provenienti da tre paesi diversi: A.J. ragazzo di 24 anni libanese, Z.R. ragazza albanese, F.K. ragazza ma-rocchina tutti e tre in procinto di iniziare il loro 5’ anno di studi a Perugia. Con loro ho cercato di fare una chiac-chierata più che una vera e propria intervista ponendo delle questioni riguardanti la loro integrazione a Perugia, le tradizioni, la fede religiosa e soprattutto mi sono fatto aiutare a comprendere il delicatissimo confine tra credo religioso e tradizione. F.K. e Z.R. hanno innanzitutto dichiarato di essere delle religiose molto credenti e molto praticanti, frequentano la moschea di via Settevalli almeno una volta alla settimana, ritengono importantissima quindi la presenza di una Moschea nelle città italiane dove vi è folta presenza di musulmani:” serve a fare comunità, a pregare, a parlare dei nostri problemi e a non sentirci soli dice con un tono quasi nostalgico F.K.;”rappresenta uno stimolo per convincersi sempre di più della presenza di Dio, rafforzare l’amore

per lui vedendo altri che già lo fanno con convin-zione” dichiara Z.R.. La presenza di una moschea è di fondamentale importanza anche per A.J. che pur dichiarandosi un credente non pra-ticante ci tiene a mettere in risalto l’importanza di tale luogo di pre-ghiera. I tre stu-denti dichiarano di non avere mai avuto problemi di relazionalità o a creare amicizia con studenti ita-liani nell’ambien-te perugino e di non essersi mai sentiti discrimi-nati. F.K. e Z.R. a differenza di A.J. essendo religiose praticanti, sono un pò anticonformiste rispetto alle “usanze” nei modi di vivere e di divertirsi dei loro coetanei occidentali, ma nonostante ciò non sentono il peso di tali rinunce:” non ho mai sentito che mi mancasse nulla, mi sforzo di vivere secondo la mia religione e sono contenta cosi”dice con convinzione F.K.;”all’inizio per me è sta-to molto difficile adattarmi alle usanze della religione non conformi a quelle della realtà occidentale -ammette Z.R.- poi però il rafforzamento della mia fede mi fa sentire bene uguale”. Venendo ai recenti fatti di cronaca sopra citati, sul caso Saana vi è una ferma condanna nei confronti del comportamento del padre assassino da parte di A.J.:”uccidere è sempre un azione atroce, posso comprendere la rabbia del padre nei confronti di una figlia che si comporta in modo difforme da quel che rappre-senta la religione e la tradizione islamica ma non si può arrivare all’omicidio. La tradizione quando prevale sulla religio-ne può portare a gesti folli è questo effettivamente è un problema serio”;”la fede islamica non ha nulla a che vedere con questo omicidio -tuona Z.R.- i media spesso speculano su questi fatti, il padre ha assassinato Saana perché non si è comportata bene secondo i suoi principi di moralità, potrebbe essere successo anche a un padre italiano nei confronti di una figlia che si sarebbe comportata in modo ad egli sgradito, il ché sia chiaro è sbagliato ma non sopporto il fatto che si fa credere alla

gente che ciò avviene per l’influenza dell’Islam. Anche F.K. condanna il gesto del padre ma tiene a precisare che quel che è accaduto è solo per comporta-mento anti-tradizionalista e non ha nulla a che vedere con la fede religiosa.Infine la questione del Burqa, tutti e tre tengono a precisare che il modo e il tempo della protesta della Santanchè è stato sbagliato in quanto ha avuto il sapore di una provocazione. Inoltre la religione non costringe nessuna donna a coprirsi il volto quasi per intero, secon-do A.J.:” in Italia è inutile usarlo perché è uno strumento che viene utilizzato soprattutto dalle donne molto belle per evitare di attirare l’attenzione di molti uomini, considerato il fatto che da noi le donne sono molto coperte dagli abiti, di conseguenza il viso resta l’unica parte del corpo che può portare alla seduzio-ne dal punto vista del piacere fisico, tut-to ciò nei paesi occidentali dove vi sono addirittura le minigonne non ha alcun senso”. Inoltre continua A.J.:”ritengo che se in Italia vi è una legge che vieta alle persone di circolare col volto coper-to è giusto che venga rispettata e che tentino di farla rispettare”.Infine sempre A.J. evidenzia il fatto che persino in Libano sembrerebbe esserci la volontà di fare una legge per vietare la circola-zione di persone con volto coperto per motivi di sicurezza. Secondo F.K. e Z.R. sarebbe giusto tentare di comprendere la scelta di tali donne anche se non ritengono sia fondamentale tutto ciò nel rapporto con la fede.

Religione e cultura

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Se Koch si considera il padre del Muro, un motivo c’ è; nel 1961, Hagen, cartografo dell’ esercito tedesco-orientale trac-

ciò sulle mappe la linea che si sarebbe poi trasformata in muro. Die Mauer (il Muro) era lungo 155 km, profondo

da 30 cm ad oltre due metri, secondo i tratti, ed alto circa tre. Quasi ovunque era composto da doppia cinta muraria, intramezzata da uno spazio vuoto, spianato, dove non poteva entrare nes-

suno. Il tutto corredato da 20 bunker, 302 torrette e chilometri di filo spinato. Senza contare poi la presenza di migliaia di vopos, le guardie di confine, che sparavano a tutto ciò che si avvicinava al muro e senza pensarci due volte. Precisiamo: questi dati riguardano l’

ultima versione del complesso, poiché furono quattro i muri costruiti nella Berlino del dopoguerra. Uno nel 1961, ampliato e rinforzato poi nel 1962, 1965 e 1975, fino a diventare una sorta di Grande Muraglia Tedesca. Negli anni cambiarono i materiali ma mai il tracciato, lo stesso dal 1961, data in cui Koch lo disegnò. Dai mattoni si passò al cemento armato, dalle fragili transenne a vere e proprie

pareti di filo spinato.Molti tedeschi trovarono la morte nell’ invano tentativo di attraversare quell’ insana barriera che divideva lo stesso popolo; dalle 133 alle 239 persone, le stime non concordano.Ma perché si arrivò a costruire un muro

di divisione? Cosa e chi doveva essere diviso?Beh, per rispondere a queste ed altre domande che potrebbero solleticarci il cervello, dobbiamo fare un piccolo pas-so indietro e tornare alla Berlino della Seconda Guerra Mondiale.Bisogna ricordare che in quegli anni la Germania era sotto la dittatura di Hitler, che finì il 30 Aprile 1945 con il suicidio dello stesso.

In quei giorni Berlino era teatro dell’ offensiva Russo-Ame-

“Un figlio non si ripudia, anche se sbaglia. Io l’ ho messo al mondo, l’ho amato e

non sopporto l’ idea che sia stato fatto a pezzi”. Queste le parole di Hagen Koch,

68 anni, ex agente della Stasi, il servizio segreto della Germania Comunista.

di Alessandro Tassi

Il Muro era mio figlio

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ricana che si concluse il 1 Maggio con la caduta di Berlino. Berlino venne poi divisa in quattro “zone”, ognuna di pertinenza di uno dei vincitori, vale a dire: russi,americani, francesi e inglesi. Una spartizione solo formale poiché era possibile passare

da un quartiere all’altro senza alcun problema. I problemi nacquero nel 1948. In quell’ anno infatti, America, Inghil-terra e Francia (occidentali) decisero di reintrodurre la storica moneta tedesca, cioè il marco, sostituito già nel primo dopoguerra dal “military payment certificate”.Dietro questa iniziativa c’era la volontà di rendere indipendente la Germania, cosa impensabile a Mosca. Stalin passò così al contrattacco. Il 24 Giugno 1948 bloccò gli accessi a Berlino e questa fu la data in cui cominciò la guerra fredda, cioè la guerra tra Russia-oriente, contro America-occidente. Per tutti gli anni 50 non si parlò di muri.

Le migrazioni erano all’ordine del giorno basti pensare che fino al 1961 migraro-no dalla Germania dell’est alla Germania dell’ovest oltre due milioni di Persone, che l’ occidente considerava come rifu-giati politici che sceglievano di scappare dal comunismo.

Così tra continue migrazioni, molto più frequenti quelle da Est ad Ovest, si arrivò al 1961, alla costruzione di die Mauer per “necessità vitale” dice Koch, più precisamente per fermare il salasso della Ddr, la Repubblica demo-cratica tedesca, quella cioè controllata dalla Russia. La divisione della città richiese una sola notte (12-13 Agosto), La guerra fredda durò oltre quaranta anni e non fu una guerra combattuta con i soliti sistemi, cioè con aerei, carri armati e bombe, ma fu una guerra anomala, il cui campo di battaglia era rappresentato dalla corsa allo spazio, dalla letteratura, dalla musica, dalla cinematografia,dalla letteratura, dall’ architettura, dallo sport, dagli scacchi e

anche dal modo di vivere. Tutto quello che permetteva alle due potenze lo scontro, era un buon campo di battaglia. Bisognava vincere ovunque. Il muro di Berlino era uno dei tanti modi per fare battaglia, per fronteggiarsi,

ognuna delle superpotenze voleva avere la supremazia nella propria parte e que-sto spingeva Il muro cadde nel 1989, più precisamen-te il 9 Novembre 1989. Fu preso d’ as-salto da una folla festante, che cominciò a farlo a pezzi, a seguito dell’ annuncio di Gunther Schabowski, portavoce del governo Ddr. Gunther annunciò l’ aper-tura delle frontiere. Quello stesso 9 Novembre fini l’ incubo di una nazione.La guerra Fredda era finita. Di li a breve anche l’ URSS cadde, proprio come il muro; quel muro che volle creare, quasi fosse un figlio, e si sa, Hagen Koch lo asserì più volte: “Un figlio che sbaglia resta figlio sino alla fine”

Il muro di Berlino

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“Se volete divertirvi a terrorizzare la gente, pronunciate la parola “nucleare” ed il gioco

è fatto: una parola, una garanzia.”. Non mi stupisce il Prof. Franco Battaglia quando afferma una cosa del genere, né quando mi accorgo che anche tec-niche diagnostiche mediche col tempo si sono viste amputare il proprio nome per la stessa fobia, come la risonanza magnetica nucleare, che oggi chiamia-mo semplicemente risonanza magne-tica (ma sempre nucleare è). Non solo. Una passeggiata in Piazza San Pietro, lastricata con cubetti di porfido, natu-ralmente radioattivo per via del torio in esso contenuto, ci espone ad una dose quasi doppia di quella presente nell’arco di 30 Km dell’area proibita intorno a Chernobyl. Ma tutto questo un fisico è molto più abile di me a spiegarlo e non è mia intenzione tediarvi con queste curiosità. Si sa, il dibattito sulle politiche energetiche suscita un certo fascino e pertanto tutti siamo portati a discuter-ne e a curiosare tra i diversi mezzi di informazione a nostra disposizione, ar-rivando anche ad accesi dibattiti, anche abbastanza turbolenti, come quello che

vi riporterò di seguito. Il terrore dei contrari al nucleare ha generato tra le tante situazioni -posi-tive o negative, sta ad ognuno di voi valutare- la necessità di pensare a fonti energetiche alternative, fino ad arrivare alla mastodontica creatura, sostenitori scusatemi se mi permetto di annove-rarla in tale maniera, chiamata desertec. Mastodontica perché sto parlando di un superconsorzio di 20 grandi imprese dell’energia, con un investimento totale di 400 miliardi di Euro per riuscire a ricoprire il 15% del fabbisogno dell’UE. Sapete in cosa consiste? In un letto di specchi nel deserto del Sahara, che garantirebbe una copertura totale di 114.090 Km2, per trasformare l’energia solare ( convogliando il calore del sole per produrre vapore che, azionando delle turbine, produca energia elettrica) e trasportarla nei paesi del Nord Africa e in Europa. Appena letta mi sembrava una cosa innovativa, invece si riface-va ad un vecchio progetto, chiamato Archimede, creato dal Nobel prof. Carlo Rubbia. Con la tecnologia del progetto di Rubbia venne realizzato già negli USA, nel deserto della California, il Solar One, con l’obiettivo di produrre 10 MW. Ma, per sfortuna, errori umani o di progettazione, venne distrutto da un incendio del fluido collettore. Ci riprovarono con il progetto Solar Two, che però non ha mai mostrato un rendimento superiore all’11%, non raggiungendo di fatto la competitività economica del costo del Kwh. Al nobel Rubbia rispose, in maniera estremamente negativa, lo stesso Franco Battaglia con lettera datata 21/02/2007. Le critiche erano molte-plici, partendo dai più banali problemi logistici: ad esempio chi avrebbe lavato quella moltitudine di specchi da mantenere pulita per avere la massima efficienza? Fino ad arrivare alle stime che non vedevano nel solare termodina-mico un buon investimento. Il progetto Archimede prevede in Sicilia la messa in opera di 16 Km2 di specchi. Una piccola centrale nucleare per produrre 1000MW

costa la metà del progetto Archimede che ne produce 500MW (a causa di perdite dovute all’efficienza dei diversi assaggi fisici) e costa 5 miliardi di Euro. In più bisogna essere ottimisti e sperare che ci sia il sole tutti i giorni, senza considerare i 16 milioni di metri quadrati sottratti al paesaggio siciliano. Rubbia replicò dicendo che quanto espresso fosse giusto, se non per l’effi-cienza del suo progetto che arrivava ad una produzione di 1000MW, dichiarando così che era la stessa quantità di ener-gia generata dalla centrale nucleare. La controreplica di Battaglia non si fece attendere e, seguendo grosso modo lo stesso ragionamento e gli stessi calcoli, affermò che a livello energetico poteva anche esserci la stessa produzione, ma i costi erano differenti. Per la sola spesa dei pannelli Fotovoltaici, produttivi per l’1% del fabbisogno energetico italiano, la spesa si aggirerebbe intorno ai 20 miliardi di Euro, lo stesso prezzo di sei reattori grandi e di ultima generazione, che coprirebbero da soli il 25% del fab-bisogno. Battaglia non si spiegava per-ché Rubbia puntasse ancora sul sole. A questo punto non ci fu una controre-plica e la controversia terminò così...

IL FACCIA A FACCIAL’avvincente botta e risposta sulle politiche

energetiche nazionali tra il prof. Franco Battaglia e il Nobel Carlo Rubbia

di Luigi Villani Delle Vergini

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Questa che vedete è la foto del manife-sto “scandalo” per la promozione delle sedi universitarie distaccate di Bologna dal titolo “LE FANTASTICHE 4, IL MAS-SIMO PER I TUOI STUDI”. Nell’Ateneo è nata una polemica, divenuta in breve tempo questione nazionale, sull’uso irrispettoso del corpo della donna. Fatto, questo, posto al centro del dibattito tra Gad Lerner e Antonio Ricci riguardo l’attuale figura della velina. Si ha sempre più l’impressione che il “presentarsi come donna-oggetto” e l’ “essere con-siderata donna-oggetto” non sia proprio esclusivamente delle donne, ma anche della profonda crisi culturale che affligge il popolo italiano e non solo, in questi ultimi anni. Ciò che a mio avviso dobbia-

mo chiederci è: PERCHE’ GLI IDEATORI DELLA CAMPAGNA HANNO VOLUTO UTILIZZARE 4 SUPERGIRLS VESTITE CON TUTINE ATTILLATE? E inoltre… SI E’ AUTORIZZATI A PENSARLE COME DONNE-OGGETTO? Probabilmente sì, anche se forse si è esagerato nei modi con cui le studentesse, regolarmente iscritte nelle rispettive sedi pubblicizza-te, si sono ritrovate ad essere ghettizza-te e fischiate durante le lezioni. I docenti, che chiedevano loro di allonta-narsi dall’aula, perché ai loro occhi non rappresentavano più l’immagine che dell’Ateneo sarebbe emersa a seguito della campagna pubblicitaria, hanno però sicuramente esagerato nel manife-stare il loro dissenso! Non è in questo

modo che si combatte il sistema viziato, si rischia di fare lo stesso errore (perché di fatto osserviamo le ragazze come modelle-immagine anche se sappiamo essere studentesse e come tali merita-no di essere trattate). Ragazze dotate di super poteri, dal-lo sguardo intrigante e sicuramente vincente, non scoraggerebbero di certo nessuno ad iscriversi…ma…è per caso questo un episodio in cui il fine giustifi-ca il mezzo??? Respiro di sollievo: la de-cisione del Rettore e dell’intero Ateneo è stata quella di bocciare il Manifesto! Vale dunque la logica degli ideatori della campagna o è più ragionevole invece la posizione di coloro che si sono opposti (forse in maniera eccessiva ed errata)? Per cui: DONNA-OGGETTO o DONNA-CERVELLO? L’unica certezza è che le ragazze sono state trattate per uno scopo e di certo non sono state valorizzate per quello che realmente sono.

Siamo diventate donneoggetto?di Arianna Vinti

Donna-immagine, donna-oggetto, sono questi i modelli di femminilità che oggi ci rappresentano? Qualcuno parla di “confor-mismo velinario”, quella tendenza-devianza che caratterizza il sistema mediatico ma non solo, di questi ultimi anni. Un modello-specchio della cultura italiana. Ragazze, diventate veline, escort e magari anche parlamentari, aspirano alla notorietà senza pensare alla loro reputazione. Perché farlo, perché una grande percentuale di ragazze nel nostro paese pensa che per emergere sia necessaria questa forma di prostitu-zione? Siamo di fronte ad un processo di as-soluta degenerazione culturale che investe i mezzi di comunicazione - non esiste infatti canale televisivo in cui non faccia comparsa un gruppetto di stupide ragazze rifatte chi-rurgicamente che sorridono ai telespettatori - e la mentalità stessa della gente, priva di scrupoli, di autostima mirata solo al succes-so. Ritengo che sia semplicistico addurre ad

un solo elemento il fattore di colpevolezza di questi eventi, eventi che hanno inondato i giornali e le televisioni di questi mesi. Ora, che le “garçonnières” siano sempre esisti-te, a partire dal lontano Impero cinese, dalla Civiltà greca e dall’antico Impero romano, non vi sono dubbi, ma ora, che viviamo nel XXI secolo e pensiamo di aver raggiunto un alto livello di civiltà, di sviluppo, di progres-so, dobbiamo ancora ricorrere a forme di baratto, di mercificazione del corpo fem-minile per sentirci apprezzate ed ambire al successo non è proprio ammissibile! La mia convinzione è che esisterà sempre chi vorrà “il facile e il veloce” più di ogni altra cosa, senza guardarsi indietro e riflettere sul fine etico delle proprie azioni. Per molte ragazze è piacevole lasciarsi trascinare, non sono in grado di guidare se stesse, sono persone deboli, che con l’arma della seduzione e del loro appagante aspetto estetico si fanno oggetto di proposte sessuali per ottenere

in cambio le prime pagine dei giornali, stimolando così la generale stupidità della gente che applaude i frutti del duro impe-gno consumatosi nelle bellissime ville! La donna non dovrebbe tollerare di diventare l’oggetto del maschio forte conquistatore. La donna, al pari dell’uomo, deve combatte-re ogni giorno per se stessa, per difendere la propria identità ed il proprio desiderio di emergere e di contribuire col suo sforzo, lavoro e passione alla società in cui vive. Il motivo per cui questi modelli di donne sono così esasperatamente presenti nell’imma-ginario collettivo deriva innanzitutto dalla mancanza di responsabilità di noi italiani che aspiriamo al grande, al bello e al famoso. Il mio intento è quello di denunciare ciò che sta succedendo intorno a noi. Tali compor-tamenti, quelli della mutata considerazione verso la donna e della diversa prospettiva che questa si pone dinnanzi, sono indice di indubbia e manifesta crisi culturale.

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Noi che non vogliamo in alcun modo aprire delle polemiche ci limiteremo (da cronisti) a raccontare i fatti: i dati

della crisi: nessuna università italiana è tra le prime 150 al mondo; 37 corsi di laurea hanno 1 solo studente iscritto; 5 Università tra le più prestigiose hanno dei buchi di bilancio enormi; abbiamo 94 Università e più di 320 sedi distaccate; abbiamo 5.500 corsi di laurea (in Europa sono la metà); i ragazzi sono sottoposti ad un carico di lezioni triplo rispetto alla media europea per trovare giustifica-zioni a corsi creati solo per dare nuove cattedre (fonte dati: Ministero della Istruzione, Università e della Ricerca). I dati certamente non sono dalla

nostra, ma probabilmente il malumore e la voglia di vederci chiaro aumenta, soprattutto tra coloro che nella pubblica amministrazione non prestano servizio. Il Ministro Brunetta quando puntò il dito contro i “fannulloni”, lo fece sostan-zialmente allo scopo di creare per la prima volta un precedente, così da far interessare ed avvicinare la gente ad una tematica che li (e ci) tocca davve-ro tutti così tanto da vicino. Le cifre ci sono e sono facilmente reperibili: il nostro compito però non è quello di an-noiarvi tra i numeri, ma quello di carpire le impressioni e raccontare la cronaca. Blocco delle assunzioni nelle Università con il bilancio in rosso (dal blocco sono esclusi gli Enti di Ricerca, che dalle pos-

sibili nuove assunzioni almeno il 60% è riservato ai nuovi ricercatori; nascita di un anagrafe nazionale, aggiornato ogni 12 mesi, indicherà di ogni ordina-rio, associato e ricercatore il numero di pubblicazioni scientifiche; sono alcuni dei provvedimenti che i due Ministri ( Pubblica Amministrazione e Istruzione), hanno adottato e che segneranno ine-vitabilmente un grande cambiamento.Ha scritto l’Economist: “… un sistema corrotto, inefficiente e mal gestito che tuttavia resiste al cambiamento. La necessità di una svolta è urgente: 5 atenei in bancarotta e l’intero sistema sta collassando…”(fonte, The Economi-st 14 Novembre 2008”).Signori….a voi

Il caso Brunetta e Gelmini, tutto ciò a… torto o ragione?

di Vito Soranno Comitato Studenti Fuori Sede

Sicuramente qualcosa è

cambiata. Dal maggio

2008, un po’ tutti ci

siamo interrogati sul

ruolo della Pubblica

Amministrazione,

considerata un po’ la

“palla al piede” del

paese. I suoi 3.650.000

dipendenti pubblici,

costano 192 miliardi

di euro annui, e 300

miliardi di spese generali

(fonte dati: Presidenza

del Consiglio dei Ministri,

Dipartimento della

Funzione Pubblica).

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“Dove sarò domani che ne sarà dei miei sogni infranti dei miei piani” (Domani 21/04/09) di Antonio Di Giosafat

Presidente MIU TERAMO

Da qualche minuto in Tv si è conclusa una trasmissione Televisiva sulla rete ammira-glia durante la quale veniva

assicurato a tutti gli aquilani un tetto per l’inverno a poco più di 5 mesi da quella tragica notte del 6 aprile…. un nido per quanti quella notte hanno perduto o visto svanire affetti, certezze e ricordi…Tra quelle persone, purtroppo, c’erano anche molti familiari e amici di nostri iscritti, persone con le quali, magari, abbiamo parlato anche via msn poco tempo prima della fatale scossa delle 03.32. Non potevamo rimanere con le mani in tasca…non volevamo farlo…ci sentivamo il dovere da abruzzesi, da conterranei, da amici, da studenti di scendere in campo, di mettere un po’ del nostro. Col passare del tempo abbiamo scoperto che sotto le macerie hanno perso la vita anche 4 studenti del nostro Ateneo…dovevamo fare qualco-sa…non potevamo rimanere a guardare passivi lo scorrere di tristi immagini in TV che evidenziavano come la nostra gente stesse soffrendo. Dopo una breve riunione di Consiglio Direttivo, il MIU di Teramo all’unanimità decise di promuovere una serie di iniziative volte ad “alleviare per quanto sia possibile tramite le forze associative” il dolore dei colpiti. La gara di solidarietà che prendeva il via, con non poche dif-

ficoltà logistiche e organizzative, si modellava cammin facendo e da qual-che sparuta idea alla fine si è riuscito a metter su diverse iniziative tra cui:“Condividi il tuo alloggio”: offerta di posti letto e/o alloggio temporaneo agli studenti sfollati; “Aiutaci ad aiutare”: raccolta di viveri e generi di prima necessita organizzata in collaborazione con altre 5 Associazioni di Volontariato (CRI, UNITALSI, Corale Braga, Comitato Festeggiamenti San Flaviano, Associa-zione Nazionale Carabinieri) e con il Pa-trocinio della Nazionale Italiana Cantanti “Un libro per ricostruire”: donazione di volumi e codici per gli studenti colpiti

dal sisma in collaborazione con la Facoltà di Giurisprudenza e

la Casa Editrice Giuf-

frè; “Un pc per te”: raccolta fondi in collaborazione con le altre Associazioni Studentesche dell’Università degli Studi di Teramo. Per il prossimo anno accademico è prevista l’attivazione di una biblioteca interna associativa con la possibilità di prendere in prestito volumi

e codici, con la speranza che

“sogni e pia-ni infranti” diano spazi a

progetti di vita serena e certa.

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Sostegno ai giovani artisti, un progetto che molti non conoscono.

Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani è un orga-nismo che raccoglie ad oggi 44 Amministrazioni locali (Comuni, Province, Regioni) allo scopo di sostenere la creatività giovani-le attraverso iniziative di formazione, promozione e ricerca. Il circuito GAI, presente già dal 1989, si é dato una forma giuridica che gli permette di coordinare con più efficacia i propri program-mi e di raccogliere risorse nuove attraverso la collaborazione di soggetti pubblici e privati.L’Associazione si prefigge di documentare attività, offrire servizi, organizzare opportunità formative e promozionali a favore dei giovani che operano nei campi della creatività, delle arti e dello spettacolo. Questo attraverso iniziative permanenti o tempora-nee che favoriscano la circolazione di informazioni e di eventi, sia a livello nazionale sia internazionale, incentivando il rapporto tra la produzione artistica giovanile e il mercato.Il Circuito Giovani Artisti Italiani ha istituito dal 2001 un sito web con struttura di portale, attualmente tra i più visitati del suo genere, con opportunità, informazioni, risorse per il pubblico dell’arte e dello spettacolo. www.giovaniartisti.it è un luogo di interventi, di dibattito e di scambio di informazioni. L’Associa-zione possiede una banca dati nazionale in continuo aggiorna-mento che contiene oltre 40.000 schede di giovani creativi nelle diverse aree artistiche e svolge inoltre un lavoro editoriale con la pubblicazione dei propri cataloghi che vengono distribuiti in tutta Italia.Il GAI, in convenzione con la Presidenza del Consiglio dei Mini-stri - Dipartimento della Gioventù e la PARC - Direzione Generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee del Ministero per i beni e le attività culturali, realizza iniziative nazionali e internazionali nell’ambito del pro-getto DE.MO.: Movin’Up, programma di sostegno finalizzato a promuovere con un fondo annuale la mobilità dei giovani artisti italiani nel mondo; DAB, concorso organizzato con il Comune di Modena, per la progettazione di oggetti d’arte e di design da de-stinare agli artshop e bookshop museali con il lancio della nuova Linea di Prodotti GAI per i Musei Italiani. Il GAI inoltre, gestisce in collaborazione con l’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani un programma di lavoro biennale a cura della Presiden-za del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Gioventù che sotto il titolo ITALIA CREATIVA affronta a tutto campo temi quali la produzione creativa, il rapporto tra creatività e mercato, la promozione del talento, la conoscenza, la crescita professiona-le, la creazione di infrastrutture. Il programma, fondato su linee prioritarie di azione e settori d’intervento primari, è rivolto a tut-ti gli artisti italiani attraverso un sistema di attività di network promosse sull’intero territorio nazionale da alcune città capofila.

Comune di PerugiaAssessorato alle Politiche CulturaliVia Podiani, 11 - 06121 PERUGIATel 075/5720646 - 015/5728724 - Fax 075/5772831e-mail: [email protected]

In una serata di settembre,io e alcune mie svalvolate amiche, abbiamo deciso di stilare una classifica. la classifica del disagio. e siamo giunte alla conclusione che...tutti soffrono di un qualche disagio.

di Francesca Boschi

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Il DisagioO

rmai un cittadino del mondo che possiamo definire “me-dio”, accede a facebook dalle 40 alle 80 volte al giorno. A

parte caricare e scambiare video, com-mentare foto, narrare ogni più recondito affar proprio...C’è la possibilità di creare un gruppo. Cos’è un gruppo? Prevalentemente, un gruppo su face-book è autoreferenziale...Della serie “vogliamo gino su facebook”, o “se raggiungiamo i 400 membri luchino si iscrive”, o peggio, molto peggio:”quelli che io e te tre metri sopra il cielo”, ”quelli che l’amica del cuore è la miglio-re”, ”quando ti vedo mi sento male”, ”quelli che soffrono di cistite”, ”quelli che hanno amato”, seguito da “quelli che amano” e forse anche da “quelli che ameranno”. Perchè non creare anche “quelli che se l’arcivescovo di costantinopoli si disarcivescoviscontantinopolizzasse, vi disarcivescoviscostantinopolizzereste voi?”? Fatto sta che un gruppo nasce per gli amici, perché dopo pranzo non si sa che fare o per condividere un momento simpatico assieme.

Questo mi è successo da poco. A perugia, si sa che per lanciare una moda basta poco. Basta ‘ntignà. Basta ripetere una cosa cento volte. E c’è una parola che mi ha sempre molto colpito: disagio. Gente che dice e scrive “soffro di disagio”. E allora mi son chiesta: che è il disagio? E se io non so cosa è il disagio...Sono allora disagiata? Ai posteri... In una serata di settembre, io e alcune mie svalvolate amiche, abbiamo deciso di stilare una classifica. La classifica del disagio. E siamo giunte alla conclusio-ne che...Tutti soffrono di un qualche disagio. Diviso in tipologie,ovviamente. Ecco che riporto alcune di queste: a) ascolti Gigi D’Alessio, Marco Carta e Masini?Il tuo è un disagio musicale. B) Ti nutri solo di pollo scondito, bre-saola, insalatina e ananas? Bhè, allora questo è disagio alimentare. C)esci e ti attacchi a montenegro-birra-sambuca-cuba libre? Ok, ammetti di avere un disagio alcolico. D)ti senti solo, non capito, isolato e ab-

bandonato? Il tuo è un disagio leopardia-no. Da queste 4 categorie si ricaveranno in seguito le altre. Arriviamo al punto. Anche io, disagiatamente coinvolta e immersa in rete 24 ore su 24...Ho de-ciso di creare un gruppo. Il mio gruppo disagiato è: quelli che soffrono di disa-gio ma non vogliono più usare questo termine! Categoria: svago - totalmente inutile descrizione: la parola “disagio” impazza. Ma sapevate che esistono dei sinonimi che possono essere utilizzati? Eccoli: crisi, difficoltà, malagevolezza, scomodità, disturbo, fastidio, imbarazzo, bisogno, indigenza, privazioni, rinunce, incomodo, malcontento, malessere, noia, pena, perplessità, spleen, tedio, vergogna, mancanza, costo, oppressio-ne, molestia, seccatura, privazione. Vedi anche: scontentezza, fatica, briga, sco-modo, miseria, necessità, povertà, ri-strettezze, disappunto, insoddisfazione, malumore, scontento, ansia, inquietudi-ne, grattacapo, problema, grana, rogna, sforzo, stento, tribolazione, malinconia, uggia, insofferenza, impaccio, ritegno, ritrosia, soggezione, timidezza, timo-re, allarme, baco, castigo, dispiacere, dolore, martirio, pianto, provvedimento, schifo, tormento, buco, difetto, peccato, salto, sbaglio, torto, vuoto, disordine, fuoco, nodo, ostacolo, pasticcio, pensie-ro, dispetto, inconveniente, peso, stra-zio, scandalo, mattone, sacrificio. Scegli la tua tipologia di disagio e comincia ad utilizzare uno di questi sinonimi! Sei malagevolato,scomodato, oppresso o bisognoso? Un piccolo appunto. Se sei a casa, e sei annoiato...Sei annoiato! Non soffri il disagio. Se esci e incontri un amico che ti chie-de “come stai?” Puoi rispondere “beni-no, sono un pò stanco!” E non “sento il disagio” se arrivi in centro e non c’è nessuno, puoi dire “uffa, sta serata è un po’ moscia!” e non “la gente soffre il disagio!” Per la difesa della lingua italiana. Una parola non può esprimere 7milioni di concetti. E soprattutto...Il disagio si cura come si cura una delusione amorosa: passeggia-tina al parco, aria buona, sana alimen-tazione, un po’ di buona musica, amici giusti e sorriso a volontà. È il mio disagio: essere eternamente ottimista.

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Piemonte Industria. Un Secolo di Lavoro in Fotografia18/09/09 > 01/11/09 - Cagliari Raffaela Maria Sateriale. Ras Shamra19/09/09 > 01/11/09 - Castellina Marittima (PI)

Alessandro Bruschetti (1910-1980) 05/09/09 > 01/11/09 - Castiglione del Lago (PG)

Zorzi 1973-2009. Gioielli, Argenti, Disegni28/07/09 > 01/11/09 - Firenze

Sulle orme del Circo01/03/09 > 01/11/09 - Gradara (PU)

Leonardo Cemak. Le Stanze del Bosco 10/10/09 > 01/11/09 - Jesi (AN)

Thomas Lange. Melodia Apocalittica12/09/09 > 01/11/09 - Orvieto (TR)

Alessandro Bruschetti (1910-1980)05/09/09 > 01/11/09 - Perugia

Umberto Salmeri is Back03/10/09 > 01/11/09 - Roma

Nigredo. Mostra Collettiva 15/10/09 > 01/11/09 - Roma

Baci Rubati. Storie d’Amore tra Arte e Letteratura19/06/09 > 02/11/09 - Gradara (PU)

Vittorio Miele. Dipinti e Grafica10/10/09 > 02/11/09 - San Gimignano (SI)

Lorenzo Viani. La Collezione Bargellini26/09/09 > 03/11/09 - Firenze

Elisabetta Gut. Semi e Segni03/10/09 > 03/11/09 - Roma

Germano Serafini. Progetto G-Block 08/10/09 > 03/11/09 - Roma

Faiyaz Jafri, David Barratt. Medicino 03/10/09 > 03/11/09 - Viterbo

Viola Lorenza Savarese - David Fontani23/10/09 > 04/11/09 - Rieti

Andrea Zucchi. I Colonizzatori23/09/09 > 07/11/09 - Roma

Sigfrido Maovaz. Mostra Retrospettiva02/10/09 > 07/11/09 - Roma

Fernando Zucchi. La Sensibilità dell’Orizzonte03/10/09 > 07/11/09 - Roma

René Rijnink. Olii e Disegni 03/10/09 > 08/11/09 - Cagliari

Angelo Aligia. In Attesa del Vento 14/10/09 > 08/11/09 - Roma

Tommaso Ragnisco. Antropolis- Ritratti di Robot 22/10/09 > 08/11/09 - Roma

Ziga Koritnik. Bohinjsko Jezero26/09/09 > 08/11/09 - Villanova Monteleone (SS)

Mauro Staccioli. Luoghi d’Esperienza13/09/09 > 08/11/09 - Volterra (PI)

Marianne Pascal. Entomologie 1930-200901/10/09 > 12/11/09 - Roma

Barbarauccelli. Writers03/10/09 > 13/11/09 - Roma

Guido van der Werve. Minor Pieces21/09/09 > 14/11/09 - Roma

She Said No. Mostra Collettiva30/09/09 > 14/11/09 - Roma

Pierluigi Renzi. Sedendo e Mirando17/10/09 > 15/11/09 - Rieti

Turi Simeti. Mostra Personale30/09/09 > 15/11/09 - Roma

Angelica Romeo. Azioni Contrazioni Rivelazioni29/09/09 > 18/11/09 - Roma

Miwa Yanagi. My Grandmothers 01/10/09 > 20/11/09 - Roma

Zoè Gruni. Metato Metacorpo 10/10/09 > 21/11/09 - Firenze

Roberto Ceccarelli. Fabricae24/10/09 > 21/11/09 - Rieti

Ariel Orozco. Mostra Personale30/09/09 > 21/11/09 - Roma

Gino Morandis. Immagini a Collage02/10/09 > 21/11/09 - Roma

Confini 07. Rassegna di Fotografia Contemporanea12/11/09 > 21/11/09 - Roma

Gabriele Morrione. Voci. Immagini e Parole di Donne07/11/09 > 24/11/09 - Roma

Paolo Masi. Mostra Personale03/10/09 > 28/11/09 - Firenze

Maurizio Savini. Tomorrow01/10/09 > 28/11/09 - Roma

David Tibet. Docetica!16/10/09 > 28/11/09 - Roma

Alberto Ferrero della Marmora e la sua Sardegna 26/06/09 > 29/11/09 - Cagliari

Gogol’ e Roma 30/09/09 > 29/11/09 - Roma

Il Santuario degli Artigiani Etruschi06/09/09 > 30/11/09 - Gaiole in Chianti (SI)

Diego Iaia. Le BR Hanno Ucciso Alighiero Noschese30/09/09 > 30/11/09 - Roma

Elide Ricca. Mini Dipinti a Olio su Tessuto 10/10/09 > 01/12/09 - Roma

LuccaDigitalPhotoFest14/11/09 > 08/12/09 - Lucca

Stefano Trappolini. CostellAzioni 24/10/09 > 08/12/09 - Pomezia (RM)

Lorenzo Viani. La Collezione Bargellini12/11/09 > 13/12/09 - Viareggio (LU)

Youssef Nabil. Mostra Personale17/10/09 > 15/12/09 - Firenze

Un’ospite misteriosa a Palazzo Barberini25/11/08 > 23/12/09 - Roma

E lucean le stelle... 02/05/09 > 31/12/09 - Lucca

Razza Umana/Italia 04/07/09 > 31/12/09 - Suvereto (LI)

Michele Ciribifera. Sospensione Centrale08/08/09 > 31/12/09 - Trevi (PG)

MèA. Il Nostro Mondo è Adesso08/08/09 > 31/12/09 - Umbria

Gianni Dorigo. Il Pianeta delle Tempeste 22/10/09 > 06/01/10 - Firenze

Eventi arte centro italia ottobre-novembre

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SONO UNA STELLA

Sono una stella del firmamentoche osserva il mondo, disprezza il mondo e si consuma nel proprio ardore.Io sono il mare di notte in tempestail mare urlante che accumula nuovi peccati e agli antichi rende mercede.Sono dal vostro mondo esiliatodi superbia educato, dalla superbia frodato, io sono il re senza corona.Son la passione senza parole senza pie-tre del focolare, senz’arma nella guerra,è la mia stessa forza che mi ammala.

Hermann Hesse

UNIVERSO

Col maremi sono fattouna bara di freschezza

Giuseppe Ungaretti

Uomini e cose. Ugo Pellis. Fotografie 09/10/09 > 07/01/10 - Cagliari

Mario Sironi tra Futurismo e Metafisica03/10/09 > 07/01/10 - Peccioli (PI)

Die Berliner Mauer: 1961-198903/11/09 > 08/01/10 - Roma

Collider. Mostra Collettiva24/10/09 > 09/01/10 - Massa

Gloria Argelès. Ritratti in Rete10/10/09 > 10/01/10 - Anghiari (AR)

Il Potere e la Grazia. I Santi Patroni d’Europa08/10/09 > 10/01/10 - Roma

Federico Barocci (1535-1612). L’Incanto del Colore11/10/09 > 10/01/10 - Siena

Roma. La Pittura di un Impero24/09/09 > 17/01/10 - Roma

Renzogallo. Diario 22/10/09 > 23/01/10 - Roma

La Fotografia degli Anni ’7023/10/09 > 24/01/10 - Nuoro

Caravaggio - Bacon02/10/09 > 24/01/10 - Roma

L’Arma per l’Arte10/09/09 > 30/01/10 - Roma

Galileo: Cose Mai Viste15/11/09 > 31/01/10 - Roma

Betty Woodman. L’Allegra Vitalità delle Porcellane 01/10/09 > 15/02/10 - Firenze

L’Arma per l’Arte21/11/09 > 06/04/10 - Firenze

Leonardo Da Vinci. Il Genio e le Invenzioni07/05/09 > 30/04/10 - Roma

Raluca Ioana Misca. Mostra Personale 12/10/09 > 01/10/10 - Roma

Eventi arte centro italia ottobre-novembre

L’auberge espagnoleTutto comincia da un volo, un volo che catapulta Xavier, protagonista del film ad affrontare la sua vita da solo. Il film prodotto nel 2002 dal regista Cédric Klapisch, racconta la vita di un ragazzo parigino che deci-de di lasciare la sua vita sospesa per un anno, partendo per l’erasmus con meta a Barcellona.Xavier si troverà ad affrontare un cit-tà tutta da esplorare, una Barcellona mai vista, attraverso le immagini di una metropoli non ancora europea, che conserva la sua identità non solo spagnola, ma anche catalogna.Nel film è presente lo sdoppiamento di identità del ragazzo, da una parte lo Xavier parigino, un ragazzo studio-so e deciso ad ottenere il suo posto al Ministero dell’economia francese, dall’altra parte uno Xavier bambino, che da grande voleva fare lo scritto-re, superficiale all’apparenza.Lontano dalla fidanzata e dalla sua famiglia, si trova a dividere l’appar-tamento con altri studenti europei creando così un “Meltin pot “, infatti

auberge espagnole, è un’espres-sione francese che indica un luogo disordinato e caotico.Nota di merito anche alla colonna sonora che spazia tra brani malinco-nici come “no surprise” dei Radio-head a brani d’atmosfera puramente spagnola. Un film tutto da vedere, che ci lascia con una gran voglia di vivere un’esperienza del genere, che rimette in gioco tutte le certezze di un ragazzo quasi laureato, deciso, per la sua vita futura.

Romain Duris XavierJudith Godrèche Anne-SophieAudrey Tautou MartineCécile De France IsabelleKelly Reilly Wendy Cristina Brondo SoledadFederico D’Anna Alessandro Barnaby Metschurat TobiasChristian Pagh LarsKevin Bishop WilliamXavier De Guillebon Jean-MichelWladimir Yordanoff Jean-Charles Perrin Irene Montalà NeusJavier Coromina JuanIddo Goldberg Alistair

il film

le poesie

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Alloggi universitari L’ADiSU mette a disposizione degli studenti fuori sede posti letto in collegi universitari e appartamenti in varie zone della città. Agli alloggi si accede tramite concorso sulla base di requisiti di merito e di reddito stabiliti dal bando. Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito www.adisupg.it .

Alma Laurea Consorzio Interuniversitario che, con il soste-gno del Ministero dell’Istruzione, dell’Uni-versità e della Ricerca, opera con l’intento di mettere in relazione Aziende e Laureati e di essere punto di riferimento dall’interno della realtà universitaria per tutti coloro che affrontano a vario livello le tematiche degli studi universitari, dell’occupazione, della condizione giovanile. Gli studenti degli atenei consorziati in Alma-Laurea hanno l’opportunità di usufruire di numerosi servizi orientati al mondo del lavoro e degli studi post-laurea. Per accedere a questi servizi è necessario, alla fine del proprio percorso di studi, compi-lare il proprio curriculum vitae.

Attività a scelta dello studente Diversi corsi di laurea prevedono un numero variabile di crediti per attività definite come “a scelta dello studente”. A seconda del corso, questi crediti possono essere acquisiti con differenti modalità: partecipando ad esercitazioni e laboratori, frequentando moduli aggiuntivi, tramite corsi di lingua, prendendo parte ad attività aventi carattere di studio o approfondimento quali ad esempio seminari, convegni e stage.

Attività FormativeLe attività formative sono tutte quelle attività che uno studente deve affrontare durante il suo percorso universitario. Ad ogni attività formativa è assegnato un numero di crediti: parte di questi crediti sono fissati a livello nazionale; la parte restante è stabilita dai singoli atenei. Le attività forma-tive stabilite dai decreti sulle classi di laurea e di laurea specialistiche sono suddivise in 6 tipologie:- insegnamenti che garantiscono una prepa-razione di base;

- insegnamenti che caratterizzano la classe all’interno della quale è istituito il singolo corso;

- insegnamenti a carattere interdisciplinare, in modo che la formazione non sia eccessi-vamente settoriale;

- insegnamenti o altre forme di apprendimen-to a scelta dallo studente;

- attività inerenti alla prova finale e alla cono-scenza di una lingua straniera;

- ulteriori conoscenze linguistiche, informati-che e attività svolte durante tirocini e stage in diversi settori professionali.

Borsa di studio Le borse sono benefici economici consistenti nell’assegnazione di una somma in denaro, destinata a coprire spese legate alla condizio-ne di studente. Durante ogni anno accade-mico, l’ADiSU bandisce dei concorsi per il conferimento di un certo numero di borse di studio di un determinato importo, destinate all’incentivazione e alla razionalizzazione della frequenza universitaria di studenti con spe-cifici requisiti di merito e di reddito. I bandi sono scaricabili dal sito www.adisupg.it.C.U.N. (Consiglio Universitario Nazionale) Or-gano elettivo di rappresentanza delle Univer-sità e consultivo del Ministro, nell’ambito del coordinamento del sistema universitario, nel rispetto dell’autonomia degli Atenei.

Crediti formativi Misurano il lavoro che ti è richiesto per su-perare un esame e servono ad indicare che hai raggiunto la conoscenza dell’argomento di un corso.Per convenzione, a un credito corrispondo-no di norma 25 ore di lavoro, compresa la frequenza alle lezioni, lo studio individuale, le esercitazioni, i laboratori. A ogni insegnamen-to corrisponde un certo numero di crediti, definiti in base al grado di difficoltà e di impegno richiesto per quella materia.Consiglio di Amministrazione Il Consiglio degli Studenti, composto da 30 membri, è l’organo rappresentativo della componente studentesca che svolge funzioni propositive, consultive e di controllo.

Curricula Il curriculum rappresenta l’insieme delle attività formative, universitarie ed extrau-niversitarie, che caratterizzano un corso di studio. Uno stesso corso di studio, che sia di laurea o di laurea specialistica, può prevede-re diversi curricula, ovvero differenti percorsi formativi che caratterizzano il corso in base alle figure professionali che intende formare. Per i corsi che prevedono più curricula, la scelta dello studente riguarderà in particolare le attività caratterizzanti, affini ed integrative che saranno diversificate a seconda del per-corso formativo. Il curriculum di un corso di laurea o di laurea specialistica viene indicato nel regolamento didattico del corso di studio. Al momento della conclusione degli studi, l’università rilascia come supplemento al diploma un certificato che riporta le principali indicazioni relative al curriculum seguito dallo studente per conseguire il titolo.

Debiti Formativi I debiti formativi esprimono lacune nei requi-siti, ossia nelle conoscenze minime indispen-sabili per l’accesso a un corso di laurea o di laurea specialistica. Lo studente di un qual-siasi corso di laurea di I livello che presenta debiti formativi, può comunque iscriversi al corso. Dovrà però recuperare i debiti durante G

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il primo anno attraverso attività formative integrative organizzate dall’ateneo anche in collaborazione con le scuole superiori. Anche nel passaggio da un corso di laurea a un corso di laurea specialistica che presen-ti un curriculum diverso possono essere riscontrati debiti formativi: questi verranno recuperati secondo modalità stabilite dall’ate-neo.

Diritto allo studio É un diritto garantito dall’articolo 34 della Costituzione italiana, volto a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale e consentire ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, di raggiungere i gradi più alti degli studi. I servizi che agevolano la vita universitaria comprendono borse di studio per merito e reddito, esonero dal pagamento delle tasse, possibilità di lavoro part-time (150 ore), alloggi, corsi di formazione e di introduzione al mondo del lavoro.

Dottorato di Ricerca (DR)Dopo aver conseguito una laurea specialisti-ca puoi decidere di partecipare a un Dottora-to di ricerca, per continuare a studiare e per intraprendere un’attività di ricerca all’interno dell’Università. Il Dottorato è anche il primo passo per avvicinarsi alla carriera universi-taria.

Dipartimento I Dipartimenti sono strutture didattico-organizzative che raggruppano discipline affini, anche di Facoltà diverse, con il fine di coordinare la ricerca scientifica. I Dipartimenti promuovono e coordinano l’attività di ricerca e concorrono alle attività didattiche. Presso i Dipartimenti hanno sede gli uffici dove i docenti ricevono gli studenti, le biblio-teche di settore e i laboratori.

Equipollenza Termine utilizzato per indicare che un atto straniero ha lo stesso valore del corrispon-dente atto italiano (per esempio: un diploma, una laurea, l’iscrizione a un albo professiona-le rilasciati da uno Stato estero).

Esonero tasse Gli studenti in possesso di determinati requi-siti di merito o di reddito possono chiedere l’esonero parziale o totale dalle tasse. Sul sito di ateneo sono elencate le diverse tipolo-gie di esonero e le modalità di partecipazione al bando di concorso.

ErasmusIl progetto Erasmus ti permette di trascor-rere un periodo di studio in una Università europea. Durante questo periodo all’estero, potrai sostenere regolarmente gli esami, che ti verranno riconosciuti anche in Italia.

Manifesto degli Studi È il documento predisposto annualmente dalle Facoltà che rappresenta l’attuazione del regolamento didattico di un corso di studio per ogni anno accademico. Nel Manifesto degli Studi vengono indicati i requisiti di accesso; il piano degli studi uffi-ciale con l’elenco degli insegnamenti attivati per quell’anno accademico e il corrispettivo in crediti; le indicazioni di eventuali propedeu-ticità; le norme relative alle iscrizioni e alle frequenze; i periodi di inizio e di svolgimento delle attività; i termini entro i quali presen-tare le eventuali proposte di piani di studio individuali. I manifesti dei corsi di laurea sono visionabili dal sito di Ateneo, consultando i corsi di laurea triennali e magistrali.

Libretto È il documento che ti accompagnerà durante l’Università: infatti sul libretto sono riportati il numero di matricola (vedi), l’anno di iscrizio-ne, l’elenco degli esami che devi sostenere, gli esami già superati e il voto ottenuto.

Media ponderata La media ponderata in trentesimi si calcola sommando tra loro i coefficienti dei singoli esami - ottenuti moltiplicando il voto con-seguito nell’esame per il numero di crediti assegnati all’insegnamento - e dividendo la somma così ottenuta per il numero di crediti complessivi previsti dal corso di laurea (con esclusione dei crediti delle prove di idoneità e dell’elaborato finale). La media ponderata in centodecimi - che serve per il calcolo del voto di partenza all’esame di laurea - si ottiene moltiplicando la media ponderata in trentesimi per 11 e dividendo il risultato per 3.

Mora Ritardo nel compimento di un obbligo. La mora che più frequentemente sentiamo è quella relativa al ritardo per il pagamento di una delle rate della tassa di iscrizione, ritardo che comporta un addizionale in denaro in base al ritardo accumulato. Quindi tenete bene a mente le date.

Nucleo di Valutazione dell’Ateneo Il Nucleo di valutazione, composto da 9 membri, ha il compito di verificare, anche mediante analisi comparative dei costi e dei rendimenti, sulla base dei provvedimenti legislativi, regolamentari, ministeriali e ret-torali che a detto nucleo facciano espresso riferimento, il corretto utilizzo delle risorse pubbliche e la produttività della ricerca e della didattica, nonché di valutare la gestione amministrativa e gli interventi di sostegno al diritto allo studio.

Rinuncia agli studi È la procedura tramite la quale lo studente rinuncia alla carriera universitaria sostenuta

sino a quel punto, compilando un apposito modulo disponibile nel sito www.unipg.it, Sezione Modulistica. In questo caso, se lo studente deve ancora provvedere al pagamento delle rate universi-tarie è esonerato nel dover versare le relative more. Tuttavia, se lo studente effettua la rinuncia tutti gli esami sostenuti saranno cancellati.

Statuto L’Università, nell’ambito della sua autonomia didattica, scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile, elabora lo Statuto ed i Regola-menti. Lo Statuto regola l’organizzazione interna dell’Università e stabilisce le regole generali che devono presiedere la sua attività.

Stage – Tirocinio Periodo di pratica professionale che lo studente laureando/laureato svolge presso Aziende o Enti esterni all’Università. Tale periodo può essere obbligatorio ai fini del corso (cd. tirocini curriculari) o facolta-tivo, cioè richiesto dallo studente/laureato. In questo secondo caso, ciascun corso di laurea può determinare un riconoscimento in termini di crediti formativi.

Semestre L’anno accademico può essere suddiviso in due semestri, ovvero due periodi distinti dell’anno in cui frequentare le lezioni: infatti ci sono insegnamenti che si svolgono nel primo semestre (in genere da ottobre a gen-naio, con esami finali a febbraio-marzo) e altri insegnamenti che cominciano nel secondo semestre (da marzo a maggio, con esami finali a giugno-luglio).

Sessione È il periodo in cui è possibile sostenere gli esami o la prova finale. In genere le sessioni cominciano quando finiscono le lezioni.

Senato Accademico Composto di 33 membri, è l’organo collegia-le di governo dell’Ateneo ed esercita funzioni di indirizzo, programmazione. Esercita inoltre le funzioni di organizzazione, coordinamento e controllo dell’attività di ricerca e di didattica.

Tesi di laurea Dissertazione scritta su un argomento atti-nente ad una delle discipline studiate nel cor-so universitario, concordata con un docente e discussa durante l’esame di laurea.

Tutorato Attività svolta dai docenti, finalizzata ad orien-tare, ad assistere gli studenti lungo tutto il corso degli studi e a renderli partecipi del proprio processo formativo.

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Berlino9 Novembre 19899 Novembre 2009“Duemila anni fa l'orgoglio più grande era poter dire

‘civis Romanus sum’. Oggi, nel mondo libero, l'orgogliopiù grande è dire ‘Ich bin ein Berliner’.

Tutti gli uomini liberi, dovunque essi vivano,sono cittadini di Berlino,e quindi, come uomo libero,

sono orgoglioso delle parole ‘Ich bin ein Berliner’!”

John F. Kennedy, Berlino Ovest, 26 giugno 1963

Per non dimenticare.


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