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Un'occasione ad arte · bonus mobili per tutto il 2016 e non solo. nato infatti un nuovo tipo di...

Date post: 09-Jul-2020
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Lunedì, 16 Novembre 2015 www.corrierefiorentino.it UOMINI, AZIENDE, TERRITORI IMPRESE TOSCANA Politica Il governo raddoppia il bonus per i mobili E Quarrata festeggia 2 Locomotive Alival al fronte del latte «Accordi stabili con gli allevatori» 5 Territori La geotermia riparte dopo la moratoria E fa appello alle Pmi 7 Un’occasione ad arte Tre anni fa l’idea di un distretto dei beni culturali con la benedizione europea, poi lo stop per la mancanza di commesse e di un’impresa forte a fare da traino Ma restauro, conservazione e nuove tecnologie restano decisive per la nostra regione Le eccellenze qui ci sono già: aspettano una spinta per poter fare il salto Balneari e regole Errori Ue e macigni toscani di Eugenio Tassini D a nove anni i balneari italiani combattono la loro battaglia contro l’Europa e la direttiva Bolkenstein. Solo in Toscana gli stabilimenti sono 944. Hanno naturalmente le loro ragioni: l’apertura dei bandi di gara a concorrenti da tutta Europa rischia di spazzare via le aziende familiari italiane. Gli anni previsti per le concessioni sono pochi per pensare di poter fare investimenti se non si ha alle spalle una solidità economica, e ancora una volta sono i piccoli imprenditori a essere penalizzati. Ma i balneari hanno un torto, che non è però tutto di loro responsabilità. Quello di pensare le spiagge dove sorgono gli stabilimenti come loro «proprietà». Nel resto d’Europa la concessione è «sulla spiaggia». Fondamentalmente la spiaggia è libera, e si permette a una o più aziende di offrire servizi a chi la frequenta. In Italia al contrario la concessione è «della spiaggia», ed anche se in teoria l’accesso dovrebbe essere consentito a chiunque nei fatti sappiamo che non è così. Inoltre le concessioni (la prima in Italia fu a Viareggio, nel 1928) a canoni spesso ridicoli, sono state rinnovate più volte, e la stessa legge del 1942 che regola diritti e doveri e della quale i balneari oggi vogliono impugnare un articolo, negli altri ha consentito loro, una volta ottenuta la concessione, di rimanerci per sempre. Certo nella Bolkenstein ci sono dettagli da cambiare. Ma c’è un macigno da spostare anche dalle nostre parti. © RIPRODUZIONE RISERVATA a pagina 3 Fatucchi Sguardi PARAOCCHI PER TUTTI (SE LA BELLEZZA SPAVENTA) G li ispettori del ministero dovranno verificare se la scuola elementare fio- rentina Matteotti ha davvero deciso di non visitare la mostra «Divina Bellezza» perché le opere esposte avrebbero potuto urtare la «sensibilità delle famiglie non cattoliche». In ogni caso attrezziamoci; urge tappezzare l’intera Firenze di cartelloni e tende oscuranti, regalare paraocchi nonché bende per fasciarsi la testa e non vedere madonne e santi; per non parlare di quelle statue, perdiana, con le pallacce al vento, che potrebbero urtare la sensibilità non solo religiosa ma finanche il buoncostume. Copriamo tutto finché il religiosamente corretto non sarà rispettato, finché ogni sensibilità non sarà rispettata, finché le coscienze non saranno tranquille, senza inutili turbamenti. Intanto però Eugenio Giani ha deciso di dare una risposta reli- giosamente ferma e precisa, venerdì, ap- pendendo nel suo ufficio un crocifisso. È pure arrivata una convocazione dall’ufficio stampa, come si fa per i momenti solenni: «Il presidente del Consiglio regionale, Eu- genio Giani ha deciso di appendere il cro- cifisso nel suo studio in Palazzo Panciati- chi. L’appuntamento nella stanza del Presi- dente è alle 13,15. I giornalisti sono invitati a partecipare». Cin cin con il vin santo. @davidallegranti © RIPRODUZIONE RISERVATA di David Allegranti Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L.46/2004 art. 1, c1 DCB Milano. Non può essere distribuito separatamente dal Corriere della Sera
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Page 1: Un'occasione ad arte · bonus mobili per tutto il 2016 e non solo. nato infatti un nuovo tipo di «bonus mobili» per le giovani coppie che acquistano casa. L'agevolazione riguarda

Lunedì, 16 Novembre 2015 www.corrierefiorentino.it

UOMINI, AZIENDE, TERRITORI

IMPRESETOSCANA

PoliticaIl governo raddoppiail bonus per i mobiliE Quarrata festeggia

2

LocomotiveAlival al fronte del latte«Accordi stabilicon gli allevatori»

5

TerritoriLa geotermia ripartedopo la moratoriaE fa appello alle Pmi

7

Un’occasione ad arteTre anni fa l’idea di un distretto dei beni culturali con la benedizione europea,

poi lo stop per la mancanza di commesse e di un’impresa forte a fare da trainoMa restauro, conservazione e nuove tecnologie restano decisive per la nostra regione

Le eccellenze qui ci sono già: aspettano una spinta per poter fare il salto

Balneari e regole

Errori Uee macignitoscanidi Eugenio Tassini

Da nove anni ibalneari italianicombattono la lorobattaglia control’Europa e la

direttiva Bolkenstein. Solo in Toscana gli stabilimenti sono 944. Hanno naturalmente le loro ragioni: l’apertura dei bandi di gara a concorrenti da tutta Europa rischia di spazzare via le aziende familiari italiane. Gli anni previsti per le concessioni sono pochi per pensare di poter fare investimenti se non si ha alle spalle una solidità economica, e ancora una volta sono i piccoli imprenditori a essere penalizzati. Ma i balneari hanno un torto, che non è però tutto di loro responsabilità. Quello di pensare le spiagge dove sorgono gli stabilimenti come loro «proprietà». Nel resto d’Europa la concessione è «sulla spiaggia». Fondamentalmente la spiaggia è libera, e si permette a una o più aziende di offrire servizi a chi la frequenta. In Italia al contrario la concessione è «della spiaggia», ed anche se in teoria l’accesso dovrebbe essere consentito a chiunque nei fatti sappiamo che non è così. Inoltre le concessioni (la prima in Italia fu a Viareggio, nel 1928) a canoni spesso ridicoli, sono state rinnovate più volte, e la stessa legge del 1942 che regola diritti e doveri e della quale i balneari oggi vogliono impugnare un articolo, negli altri ha consentito loro, una volta ottenuta la concessione, di rimanerci per sempre. Certo nella Bolkenstein ci sono dettagli da cambiare. Ma c’è un macigno da spostare anche dalle nostre parti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA a pagina 3 Fatucchi

Sguardi

PARAOCCHI PER TUTTI(SE LA BELLEZZA SPAVENTA)

G li ispettori del ministero dovrannoverificare se la scuola elementare fio-rentina Matteotti ha davvero deciso di

non visitare la mostra «Divina Bellezza» perché le opere esposte avrebbero potuto urtare la «sensibilità delle famiglie non cattoliche». In ogni caso attrezziamoci; urge tappezzare l’intera Firenze di cartelloni e tende oscuranti, regalare paraocchi nonché bende per fasciarsi la testa e non vedere madonne e santi; per non parlare di quelle statue, perdiana, con le pallacce al vento, che potrebbero urtare la sensibilità non

solo religiosa ma finanche il buoncostume. Copriamo tutto finché il religiosamente corretto non sarà rispettato, finché ogni sensibilità non sarà rispettata, finché le coscienze non saranno tranquille, senza inutili turbamenti. Intanto però Eugenio Giani ha deciso di dare una risposta reli-giosamente ferma e precisa, venerdì, ap-pendendo nel suo ufficio un crocifisso. È pure arrivata una convocazione dall’ufficio stampa, come si fa per i momenti solenni: «Il presidente del Consiglio regionale, Eu-genio Giani ha deciso di appendere il cro-cifisso nel suo studio in Palazzo Panciati-chi. L’appuntamento nella stanza del Presi-dente è alle 13,15. I giornalisti sono invitati a partecipare». Cin cin con il vin santo.

@davidallegranti© RIPRODUZIONE RISERVATA

di David Allegranti

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2 Lunedì 16 Novembre 2015 Corriere Imprese

Piazza Affari

Intek Spa

B & C Speakers S.p.A.B & C Speakers S.p.A.

FrendyEnergyBioDue Spa

El.En. S.p.A.

Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.

Borgosesia

Ergy Capital

CHL S.p.A.

Eukedos

Dada S.p.A.Settimanadal 9 al 13novembre

Banca Etruria

Salvatore Ferragamo S.p.A.

Piaggio & C. S.p.A.

Softec S.p.A.

Snai S.p.A.

Sesa

Rosss S.p.A.

Toscana Aeroporti S.p.A.

SOSPESA

1,4891,5491,578 1,49,7

1,546

SOSPESA

5,716,086,14 5,645,975

SOSPESA

44,1044,87

45,744,8944,65

0,0822

0,0883

0,08740,0849

0,0861

0,03810,03850,0379

0,0370,0384

2,322,2322,206 2,3762,28

1,141,128

1,1431,12

1,13

0,54855880,5886567

577

0,280,28420,287 0,22

0,2801

21,9424,5723,97 23,8824,66

14,6914,86

14,94 14,6614,77

2,3342,4322,436

2,352,408

1,0361,021,031

1,0391,028

1,051,07

1,089 1,0611,077

SOSPESA

1515,05

14,9914,66

14,98

«I l credito all’economiatorna a crescere, la qua-

lità non mostra migliora-menti». «La domanda delle imprese si concentra ancora sul sostegno al capitale cir-colante, ma in taluni casi inizia a riguardare anche iniziative di investimento». Stanno in queste due frasi del rapporto della Banca d’Italia sul primo semestre 2015 le note dolenti di una ripresa che c’è, ma ancora

non è solida. Se è vero che in Toscana i prestiti alle im-prese e alle famiglie sono tornati a crescere, grazie ad una politica monetaria mas-sicciamente espansiva che garantisce condizioni più favorevoli soprattutto per i tassi di interesse, è altrettan-to vero che le sofferenze del comparto produttivo hanno continuato ad aumentare anche nei primi sei mesi dell’anno. Anzi, le nuove sof-

ferenze registrate a giugno erano l’11,3% sul totale degli impieghi contro il 10,5% del dicembre 2014. Un incremen-to che ha portato le soffe-renze a rappresentare il 36,4% dei crediti: dieci punti percentuali in più rispetto alla fine del 2013. Il grosso delle difficoltà arriva ancora dal settore delle costruzioni, e si rinnova la speranza che si sia già raggiunto il punto da cui si può solo risalire.

Forse è la volta buona, visto che grazie ai tassi favorevoli le famiglie sono tornate a chiedere mutui, come segna-la anche la lieve ripresa delle compravendite immobiliari. Anche le aziende hanno ri-preso a chiedere credito alla banche, ma solo in pochi per fare investimenti. La ri-presa quindi c’è, ma non è solida. Servirebbe una lunga fase di crescita per risolvere problematiche strutturali,

come la disoccupazione che per i giovani toscani è anco-ra al 18%. Secondo la Banca d’Italia, l’aumento degli occu-pati più che nel Jobs Act va ricercato nella decontribuzio-ne per i nuovi assunti: una misura temporanea, i cui effetti rischiano di svanire se i segnali di miglioramento della congiuntura non ver-ranno trasformati in una inversione decisa e duratura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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IL PUNTO

L’ALLARME DI BANKITALIA SULLA RIPRESA TOSCANAdi Silvia Ognibene

CASACOMPRAVENDITEIMMOBILIARI,PREVISIONI BOOM

I l valore salirà del 13%, il volume delle contrattazioni

del 58% rispetto all’anno pre-cedente. La Fiaip, federazio-ne agenti immobiliari, ha scelto Firenze per la due giorni in cui ha reso note le previsioni per il primo se-mestre 2016 del mercato to-scano. «Il prezzo, sceso mol-to, delle case, il basso tasso dei mutui e l’aumento della fiducia concordano nell’indicarci la fine della crisi» spiega Davide San-tetti, vice presidente fiorentino. Ma a dare forse il «colpo d’ala» per l’immobiliare sa-ranno le detrazioni, «sia il rinnovo del credito di impo-sta sulle ristrutturazioni al 50% che quelle sul risparmio energetico al 65% aiutano» insiste Sansetti. «Il governo ha cambiato verso sulla ca-sa» ha commentato da Fi-renze il presidente nazionale della Fiaip Paolo Righi, in attesa dei dati reali.

M.F.© RIPRODUZIONE RISERVATA

VINOORNELLAIA & C. SPUNTANO I BIANCHIIN CASA DEL ROSSO

D ici Toscana, pensi vino.Dici vino, pensi rosso.

Sbagliato. Perché nella terra delle etichette che hanno conquistato il mondo c’è chi punta sui bianchi. E non si tratta di tentativi marginali, ma di scommesse fatte da produttori e in territori di prima linea. L’ultimo esem-pio è quello di Frescobaldi che, che ha appena lanciato «Ornellaia bianco 2013», il nuovo nato nella tenuta di Bolgheri. Una tiratura limita-ta (circa 4.000 botti-glie, per Sau-vignon blanc al 70% e Vio-gnier al 30%) per il secon-do sbarco dell’azienda nel mondo dei bianchi dopo l‘esperienza di Poggio alle Gazze. Così ecco il bis, oltre le aspettative: «Parlare di Sauvignon con Ornellaia bianco — dice Axel Heinz, l’enologo dell’azienda — è sempre una sfida nuova. Og-gi resto stupefatto davanti alla qualità raggiunta»

Edoardo Lusena© RIPRODUZIONE RISERVATA

LEGGE DI STABILITÀIL BONUS MOBILIRADDOPPIA,QUARRATA SORRIDE

B uone notizie in arrivo daRoma per il distretto del

mobile di Quarrata. Nella legge di stabilità arrivata al Senato c’è la conferma della proroga del bonus mobili per tutto il 2016 e non solo. È nato infatti un nuovo tipo di «bonus mobili» per le giovani coppie che acquistano casa. L’agevolazione riguarda le coppie costituenti nucleo familiare da almeno 3 anni, in cui almeno uno dei due non superi i 35 anni, che acquistano una casa da adibire ad abitazione principale, e il tetto di spesa passerebbe da 8.000 a 16.000 euro. Il bonus per le giovani coppie non sarà legato alla ristrutturazione ma all’acquisto della casa. Negli altri casi si conferma la detrazione Irpef per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, finalizzati all’arredo di un immobile oggetto di ristrutturazione, sconto valido per coloro che hanno effettuato un intervento di ristrutturazione edilizia. Restano invece senza agevolazioni le giovani coppie in affitto: è stato infatti respinto un emendamento proposto dal senatore Pd Roberto Ruta che estendeva il bonus mobili anche a loro. La conferma del bonus era stata chiesta con forza dal distretto del mobile di Quarrata già in estate, anche per compensare il calo sul mercato russo, che ha visto un inizio di ripresa del mercato interno grazie soprattutto a questa misura fiscale che ora potrebbe essere addirittura potenziata. La boccata di ossigeno potrebbe essere decisiva per un distretto in crisi (-6,1% di export nei primi sei mesi del 2015) e che cerca nuovi orizzonti e mercati. Per adesso invece non è stata accolta la richiesta di estendere il bonus anche a chi riqualifica giardini o ne fa di nuovi, richiesta avanzata dal distretto floro-vivaistico di Pistoia, il più grande di Europa.

Mauro Bonciani© RIPRODUZIONE RISERVATA

Mila euroil tetto del bonus destinatoalle giovani coppie che comprano casa

16

Dada cresce con i servizi alle Pmi, archiviando in utile iprimi nove mesi del 2015. Il resoconto intermedio eviden-zia una crescita del 5% dei ricavi consolidati (46,7 milioni), e un ritorno all’utile rispetto allo stesso periodo del 2014 (2,3 milioni contro meno 1,4 milioni). Migliora anche la posizione finanziaria netta (meno 28,4 milioni contro me-no 33,6 milioni di fine 2014). «La crescita della base clien-

ti del gruppo a livello internazionale nonostante una cre-scente competizione, e il miglioramento del portafoglio di offerta nei servizi digitali per le Pmi, confermano la bontà del modello di business che stiamo adottando e gettano le basi per poter rafforzare ulteriormente la nostra leadership a livello internazionale nel business Domains and Ho-sting», ha commentato l’Ad di Dada Claudio Corbetta.

PSICOLOGIADIMMI COME GIOCHIE CAPIRÒCOME LAVORI

S erve un gioco per capirele doti lavorative. Labor-

play Srl, spin off dell’Ateneo fiorentino, sviluppa soluzioni per la valutazione delle risor-se umane. In particolare mi-sura le «soft skills», le co-siddette competenze trasver-sali. Le capacità di prendere decisioni, di risolvere i pro-blemi e altre qualità necessa-rie alla maggior parte dei lavori. Insomma la nuova azienda fiorentina aiuta sia chi sceglie personale sia chi si candida. Ancor più inte-ressante è la modalità di valutazione: viene analizzato il comportamento delle per-sone mentre giocano ai vide-ogame. Da «Candy Crash» ai giochi di strategia. Non a caso il progetto è stato svi-luppato da un team affiatato — sin dai tempi del corso dilaurea — di psicologi del lavoro. Elena Gaiffi, 35 anni, è una di loro: «La funzione di Laborplay — spiega — è quella di facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Il nostro algoritmo si basa sulle esperienze di gio-co: da lì si ricavano le com-petenze trasversali».

Giorgio Bernardini© RIPRODUZIONE RISERVATA

ASSISTENZACOOPERAZIONE,DOPPIA MOSSACON UN «CUORE»

G randi cambiamenti nelmondo della cooperazio-

ne sociale a Livorno con l’entrata di Todaro e Comu-nità Impegno nella coopera-tiva Cuore. Un processo di fusione che riguarda tre real-tà storiche sul territorio che occupano una importante fetta di mercato e fornisco-no, complessivamente, servizia domicilio a 770 anziani, ospitano 295 bambini nei propri asili nido e centri infanzia e contano 460 posti letto in Rsa. Con la fusione, la cooperativa Cuore avrà un organico totale di 540 addet-ti e un fatturato complessivo di circa 15 milioni. Grazie a questa fusione, potranno essere implementati numero-si servizi e potenziate alcune attività. Prima fra tutte, l’inaugurazione di un punto prelievo a Piombino a di-cembre. Assunta Astorino, presidente di Cuore: «Colla-borare più strettamente si-gnifica poter guardare più lontano. Oggi le cooperative sociali sono un vero valore aggiunto per i cittadini, gra-zie alle professionalità e al loro approccio tipico».

Jacopo Storni© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli addetti totali della cooperativaCuore dopola doppia fusione

540

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MERCATI

ICONE

Brie

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RICERCA SOCIALE

ROMA

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3Lunedì 16 Novembre 2015Corriere Imprese

PRIMO PIANO

Arte e nuove tecnologie,il distretto che non c’èIn Toscana un’impresa su dieci è legata ai beni culturali, ma solo 140 sono innovativeTre anni fa la spinta dell’Unione Europea, poi la frenata per l’assenza di commesseStoria di un’opportunità ancora tutta da cogliere. E di eccellenze in attesa di crescere

Una impresa su dieci,in Toscana, è legataai beni culturali. Maquelle tecnologichesono un numero ri-

stretto, 140 secondo l’Irpet. Omeglio, lo erano: perché l’uni-

d’Italia. Questa è insomma lastoria di una scommessa an-cora da vincere, di un’oppor-tunità ancora da cogliere. Per-ché tra l’assenza di grandicommesse pubbliche e quelladi imprese di dimensioni rile-vanti che possano trainare, laToscana non è riuscita ancoraa sfruttare un settore in cui ha

restauro, conservazione enuove tecnologie per i beniculturali. Da allora, sono statiuna ventina i progetti europeia cui, grazie alla Regione, glistessi soggetti sono stati mes-si insieme per lanciare tecno-logie innovative, progetti di ri-cerca, prodotti specifici. Ilcontenitore era «Polis», si ètrasformato una settimana fain «Polo tecnologico per lacittà sostenibile», allargato alturismo. Certo ancora non sipuò parlare di un distretto insenso stretto, fisicamente col-legato: ci sono solo due con-centrazioni di imprese, a Fi-renze e Siena. Le altre aziendesono sparse un po’ in tutta laToscana. E sono piccole.

Delle 140 aziende oggettodella ricerca Irpet, solo po-chissime superavano i 4 mi-lioni di fatturato: DS, TD-Group, Bassilichi, El.En., Tar-getti Sankey (ma per questel’attività specifica nel settoreculturale è secondaria, se nonresiduale) e due grandi gruppiche operano in comunicazio-ne, didattica, allestimenti(Opera Laboratori Fiorentini eCoop Archeologia). Il 73% erasotto i 500 mila euro, l’80%cento sono imprese individua-li o Srl.

Una frammentazione che siregistra anche nell’incubatorenato ad hoc alle Murate per

sviluppare queste aziende. C’èuno spin off della grande TtTecnosistemi, una Spa, dueSrl e tre ditte individuali. C’èchi, come M.e.t.a, si occupa dimostre digitali con gestione«ontologica» dei contenuti,chi di rilievi con droni e foto-grammetria come Ikare, chi sioccupa della sottotitolazionedi eventi (concerti e non solo)come Opera Voice, chi svilup-pa software per l’interazionedegli apparati digitali connuovi sistemi touch.

Tra le Srl c’è Centrica: si oc-cupa di «digital imaging»,trattamento ed utilizzo di im-magini ad altissima qualità.L’ultimo progetto sono le bel-lissime digitalizzazioni e iprodotti interattivi per il nuo-vo museo dell’Opera del Duo-

mo. Prima aveva lavorato, conHitachi, per gli Uffizi. «Il pro-blema di questo distretto, cheavrebbe enormi potenzialità— spiega Marco Cappellini diCentrica — è che manca unadomanda pubblica in Italiache acquisti innovazione. Emanca un’impresa grande chefaccia da traino. Per questocerchiamo di sviluppare, condifficoltà, l’estero». Tramite un progetto di internaziona-lizzazione (Ace Creative) il lo-ro Uffizi Touch Cloud è statoscelto dall’Historischem Mu-seen Hamburg e anche dal re-sponsabile dell’istruzione nel-lo stesso Lander.

Eppure, il tentativo è pro-prio quello di lavorare in To-scana. «Le start up hanno unruolo importante nella crea-zione dei distretti. E per que-sto motivo abbiamo collocatola sede dell’incubatore tecno-logico accanto alla facoltà diarchitettura: per creare rela-zioni formali e informali»spiega Lorenzo Petretto, diret-tore dell’incubatore. Che am-mette: è fondamentale la rela-zione «con le grandi aziende,vere chiavi di svolta». Anche ilruolo del pubblico, che ha giàdelle eccellenze tradizionali(basti pensare all’Opificio), re-sta fondamentale: «Ma la frui-zione tecnologica — insistePetretto — consente di creareun bisogno indotto, “doman-de emergenti” possibili graziea app o software da usare neimusei». Ma se l’appalto delmuseo non c’è? «Il mercato sisviluppa nelle città d’arte, mala gestione è in mano princi-palmente alle soprintendenze,un rapporto a volte difficile».

Se Centrica si è occupatadell’Opera del Duomo, al Duo-mo e al Battistero ci ha pensa-to El.En con la sua Q-switchede un laser al «neodimio».«Puntiamo su prodotti basatisulla conoscenza» spiega Leo-nardo Masotti, presidente diPolis e del comitato scientificodi El.En. Ma qualcosa è cam-biato in questo (ipotetico) di-stretto? «Con grande emozio-ne abbiamo lavorato al Daviddi Donatello e alla Porta delGhiberti, con la volontà di da-re una mano e senso civico,oltre ad un oggettivo ritornodi immagine». Quanto vi han-no pagati? «Diciamo che nonci ripaghiamo gli stipendi dichi ci lavora» ammette Masot-ti. Il distretto che non c’èaspetta di poter sfruttare il«tesoro» di arte e scienza to-scane.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

co studio fatto sul «distrettotecnologico dei beni culturali»è del 2012. E la ricercatricedell’Irpet che l’ha elaborato, Patriza Lattarulo, ammette:«Da allora non c’è stato nes-sun boom, non mi pare ci sia-no molti elementi di novità».Eppure doveva nascere qua ilpiù importante distretto tec-nologico dei beni culturali

tutte le potenzialità per pri-meggiare rispetto agli altri seianaloghi distretti italiani (Ve-neto, Lazio, Puglia, Campania,Sicilia, Calabria).

Nel 2012, l’Unione Europeaindicò la Toscana, per la pre-senza di grandi istituzioni cul-turali e museali, di universitàe ricerca, come il possibile ni-do di un «distretto» legato a

di Marzio Fatucchi

I primi passi del distretto tecnologico dei beni culturali si sono mossi nel 2000: una «rete»tra istituti di ricerca toscani.

Nel 2011 nasce «Polis», per coinvolgere le aziende. Nel 2012 la raccomandazione dell’Unione europea, nel 2013 nasce l’incubatore alle Murate

Le tappe

Cappellini (Centrica)Il problema di questo sistema è che mancauna domanda pubblicache acquisti innovazioneE un’impresa grandeche faccia da traino

I numeri

Fonte: Dati Irpet

Le aziende sopra i 4 milioni l'annosono solo 7:

DS, TDGroup, Bassilichi, El.En.,Targetti Sankey, Opera Laboratori

Fiorentini, Coop Archeologia

Le aziende - FatturatoRicerca e universitàIn euro all'anno

5% sopra i 4 milioni

15% tra uno e 1 milionie 3.999 mila

35% tra 200 milae 999 mila

45% tra 0 e 199 mila

26centri di ricerca universitarinelle Università di Firenze,Pisa e Siena

2laboratori di ricercapubblici-privati

10istituzioni legati al Mibactlegate a Soprintendenze,Biblioteca NazionaleCentrale di Firenze e Opificiodelle Pietre Dure

25dipartimenti universitaritra Università di Firenze, Siena,Pisa e uno al Sant'Anna

9istituti del CNR tra Pisa,Firenze e Sesto Fiorentino

10enti che hanno esercitatoun partenariatoper progetti europeicon aziende e istituzionipubbliche

Lorenzo Petretto,direttoredell’incubatore

IMPRESEA cura della redazionedel Corriere Fiorentino

Direttore responsabile:Paolo ErminiVicedirettore: Eugenio TassiniCaporedattore centrale:Carlo Nicotra

Editoriale Fiorentina s.r.l.Presidente: Marco BassilichiAmministratore Delegato: Massimo Monzio CompagnoniSede legale: Lungarno delle Grazie 2250122 FirenzeReg. Trib. di Firenze n. 5642del 22/02/2008Responsabile del trattamento dei dati (D.Lgs. 196/2003): Paolo Ermini

COMITATO SCIENTIFICOPaolo Barberisfondatore di Nana Bianca e Dada, consigliere per l’ innovazione della Presidenza del Consiglio

Fabio FilocamoPresidente Harvard Alumni Italia, CEO Dynamo Venture, Member of Board Principia SGR

Fabio PammolliProfessore di Economiae Management IMT Alti Studi Lucca

Alessandro PetrettoProfessore Ordinario di Economia Pubblica Università degli Studidi Firenze

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Supplemento gratuitoal numero odierno del

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4 Lunedì 16 Novembre 2015 Corriere Imprese

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5Lunedì 16 Novembre 2015Corriere Imprese

Frontiere

LOCOMOTIVE

Il gigante Alival al fronte del latte«Accordi stabili con gli allevatori»Fusioni, sinergie, nuovi prodotti Dop: crescono i numeri dell’azienda di Ponte BuggianeseIl presidente e Ad Fici: «Ma servono piani pluriennali: pronti ad aiutare gli investimenti»

fiche e quindi nuove societàda inglobare, l’obiettivo è in-grandire ancora la realtà indu-striale di Alival e in vista diquesto non sono escluse an-che nuove assunzioni in futu-ro: «Le nuove normative delJob Act ci agevolano in questadirezione», dice Fici. Sono cir-

ca 250 le persone che lavora-no oggi negli stabilimenti to-scani di Alival: a Ponte Bug-gianese, provincia di Pistoia,specializzato nella produzio-ne, tra l’altro, del famoso Con-dipizza; lo stabilimento di Porcari, in provincia di Lucca,dove vengono prodotti i for-

Dipendential lavoro negli stabilimenti toscanidel gruppo Alival

250

L’incremento delle venditedi prodottidei diversi marchinel 2015

20%

Milioni di euro di fatturato, un recuperodi redditivitàtra il 30 e il 40 per cento

180

Un momento del ciclo produttivodelle mozzarelleA destra, lo stabilimentodi Ponte Buggianese

maggi freschi a pasta filata co-me la mozzarella e la ricotta;nei caseifici di Pienza e del-l’Amiata — che prima eranosocietà partecipate ora sonoinvece parte integrante di Ali-val — dove si producono i pe-corini toscani.

Per rivolgersi a consumatorisempre più attenti all’originedei prodotti e alla filiera Alivalcerca di rafforzare i suoi rap-porti con gli allevatori toscani,produttori del latte ovino to-scano da cui nascono i famosipecorini di Pienza e dell’Amia-ta: «Servono relazioni semprepiù strutturate con gli alleva-tori ed è per questo che abbia-mo firmato di recente un pro-tocollo con la Coldiretti», l’as-sociazione che a livello nazio-nale negli ultimi giorni hadato il via a quella che vienechiamata «guerra del latte» per protestare contro il crollodei prezzi. «Ci sarà semprepiù bisogno di accordi di me-dio e lungo periodo con gliallevatori — spiega Fici —questi saranno possibili quan-do il prezzo del latte smetteràdi subire le oscillazioni che haora. Siamo disposti a dare uncontributo agli investimentidegli allevatori». L’obiettivosarebbe quello di superare gliaccordi stipulati di anno inanno, per dare una forma piùstabile ai rapporti con gli alle-vatori che riescono a garantireun’alta qualità del latte. Nelprotocollo della Coldiretti in-fatti vengono garantiti criteridi qualità del latte ma ancheun’attività di controllo coordi-nata dall’associazione. «Gli al-levatori da parte loro chiedo-no puntualità nei pagamenti enessuna speculazione sulleoscillazioni del prezzo del lat-te». I prodotti Alival, da sem-pre, finiscono sugli scaffali deisupermercati, secondo il mo-dello di business e l’organizza-zione dell’azienda fatta digrandi volumi è la grande di-stribuzione il canale di vendi-ta privilegiato. Non solo su-permercati italiani però, il 25%dei prodotti va all’estero, per ilmomento in Europa, «mastiamo guardando anche amercati fuori dall’Europa», ri-vela l’ad. Restando nei confinieuropei grandi attese sono in-dirizzate verso la Polonia doveè stata da poco acquisita unasocietà: «Crediamo nel merca-to polacco perché ha grandiprospettive di sviluppo e inte-ressanti tassi di crescita deiconsumi».

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T rentacinque anni di moz-zarelle, ricotte, scamorzee pecorini toscani, di nic-

chia, a marchio Alival. Daazienda quasi esclusivamentefamiliare, nata dall’iniziativadei Fanucchi, di strada Alivalne ha fatta parecchia, acquisi-zione dopo acquisizione, finoa entrare a far parte, in modoufficiale nel febbraio di que-st’anno, del gruppo Nuova Ca-stelli Spa (oltre 500 milioni difatturato e 1.100 dipendenti),una grande famiglia di azien-de specializzata in formaggitipici, da Nord a Sud e ritorno,rigorosamente dop, dal par-migiano reggiano, al gorgon-zola, dal taleggio alla mozza-rella campana. Le origini to-scane dell’azienda restano im-p r e s s e n e l n o m e c h e èl’unione di Alimentaria e Val-dinievole, dall’area in cui hasede la società, a Ponte Bug-gianese. Luigi Fici, presidentee amministratore delegato,ora guida tutto il gruppo Nuo-va Castelli: «Dopo la serie dipassaggi societari, di fusionidelle partecipate, dopo il lan-cio di nuovi prodotti e la crea-zione di sinergie, la riorganiz-zazione industriale sta ora ini-ziando a dare i suoi frutti».

Nel bilancio 2015 quei fruttisi traducono in numeri signi-ficativi: Fici parla di un incre-mento delle vendite del 20%,di un recupero di redditivitàche oscilla tra il 30 e il 40%, intermini di fatturato si parla di180 milioni di euro. «L’incre-mento delle vendite si devesoprattutto alla commercializ-zazione dei formaggi duri delgruppo Nuova Castelli. Abbia-mo lavorato sull’innovazionedei prodotti e un buon succes-so è arrivato dai formaggi zerolattosio, ma abbiamo intenzio-ne di accrescere ancora la no-stra gamma di prodotti acqui-sendo nuove dop, oltre che la-vorare ancora sull’innovazionedel packaging», dice il presi-dente. Nuovi prodotti significaanche nuove tecnologie speci-

di Lisa Baracchi

Pendolari in auto(ma condivisa)

C ar pooling. Cioè condivisione della

macchina con gli «ospiti». Negli Usa lo hanno fatto a Washington, già 8 anni fa. La Città metropolitana lo farà partire, nel territorio fiorentino, dal prossimo anno. Una app consentirà di proporre «passaggi» o di chiederli, incrociando così le offerte e le richieste. Una sorta di «BlaBlacar» per pendolari che nascerà grazie a fondi europei e al know how di Imaginary Srl, società milanese. (M.F.)

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6 Lunedì 16 Novembre 2015 Corriere Imprese

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7Lunedì 16 Novembre 2015Corriere Imprese

DISTRETTI E TERRITORI

Far nascere in Toscanaun distretto nuovo, chesi sviluppi attorno allageotermia nell’anno incui è stato toccato un

nuovo record storico nellaproduzione di energia rinno-vabile con 5,5 miliardi di ki-lowattora, pari a 2.500 milionidi Co2 e 1,3 tonnellate equiva-lenti di petrolio risparmiate. Èuno degli obiettivi a cui pun-tano istituzioni e operatoriimpegnati nella produzione dienergia elettrica da fonti geo-termiche. La moratoria volutadalla Regione nel febbraioscorso (e impugnata dal Go-verno perché in contrasto conla normativa nazionale) è sca-duta in agosto e stanno peressere rese note le linee guidamesse a punto durante questa«pausa di riflessione», stabili-ta essenzialmente per cercaredi conciliare le opportunitàeconomiche di un settorestrategico con le esigenze diprotezione ambientale.

La geotermia ha il suo cuo-re in Toscana, a cui dà il 26%del fabbisogno elettrico e rap-presenta l’80% dell’energia rin-novabile prodotta, ed è al 99%in mano a Enel Green Power,leader nelle centrali (34) adalta entalpia (la quantità dienergia scambiabile), che de-tiene il know how della geo-termia e lo esporta in tutto ilmondo. Larderello è il più an-tico complesso geotermico delmondo — già nel 1904 si capìche era possibile produrreenergia elettrica a partire dalvapore che saliva dalla terra —e la Toscana è l’unico territo-rio in Europa a possedere lerisorse naturali per la produ-zione di energia elettrica dafonti rinnovabili proprie. Unpotenziale concentrato in 16Comuni sparsi tra Pisa, Sienae Grosseto che potrebbe offri-re opportunità di sviluppo eoccupazione, ma ad un inevi-tabile costo ambientale.

Anche le rinnovabili, infatti,hanno un impatto sull’am-biente, ragion per cui ad ognirichiesta di permessi per nuo-

ve ricerche di esplorazione se-gue la nascita di un comitatoche si oppone. Durante questasettimana verrà avviato il con-fronto sulle direttive messe apunto dai tecnici della Regio-ne ed entro la fine dell’anno lagiunta approverà le linee gui-da: potenziare e saturare i luo-ghi tradizionali della geoter-mia ed estendere la produzio-ne di energia elettrica da fontigeotermiche ad altre zone, an-che valutando le possibilitàofferte dalla media entalpia,meno impattante perché usafluidi a temperature più basse(non oltre i 180 gradi).

Con le nuove regole, leaziende che vorranno avviarele attività di ricerca dovrannochiarire alla Regione anche lericadute socioeconomichedell’investimento, compreso ilnumero degli occupati. Ognimegawatt prodotto corrispon-de mediamente a un posto dilavoro ed esiste già una filieradi aziende dell’indotto che vaperò potenziata e qualificata

per arrivare a creare un di-stretto vero e proprio. Conclu-sa la moratoria, il percorso divalutazione delle richieste diperforazione è ripartito: adoggi i permessi di ricerca atti-vi sono 24 e delle tre richiestedi perforazioni per indaginipiù approfondite, una è stataaccolta dalla Regione e duesono in fase di Via. Bocciatainvece una richiesta di perfo-razione in Val d’Orcia.

Mentre la burocrazia fa ilsuo corso, proseguono i con-tatti per dare vita al nuovo di-stretto della geotermia: ci so-no stati già alcuni incontri frasindaci, aziende locali interes-sate, rappresentanti della Re-gione e Enel Green Power. Se-condo i dati diffusi dall’azien-da, il coinvolgimento dell’im-prenditoria e dell’artigianatolocale è passato dall’11% del2010 al 21% del 2015 sul totaledelle commesse geotermicheEnel Green Power, attestando-si sui 25,5 milioni di euro neiprimi 10 mesi dell’anno. «Un

risultato importante che tutta-via può conoscere ancora si-gnificativi sviluppi — dicel’azienda — In ambito geoter-mico ci sono oltre 260 garel’anno per un totale di circa150 milioni di euro. Tra i set-tori che possono avere ricadu-te locali vi sono coibentazioni,sostegni per vapordotti, ripa-razioni dei reattori, manuten-zione di edifici, global service,revisioni di impianti di perfo-razione, riporti su piani turbi-na e fornitura palette. La cre-scita dell’indotto locale è lega-ta alla capacità del tessuto im-prenditoriale di far nascereaziende specializzate nel set-tore dell’elettromeccanica, cuiEnel Green Power potrà trasfe-rire know how e lavori sem-pre più specialistici per creareun vero e proprio distretto ge-otermico».

Enel Green Power è dispo-sta ad offrire formazione tec-nica e nel campo della sicu-rezza agli operatori locali, ol-tre che a proseguire nelloscouting di imprese che pos-sano investire localmente insiti produttivi, assumendopersonale del territorio, inmodo da incrementare sem-pre di più modalità di acquisi-zione e approvvigionamentofinalizzate a massimizzare laformula del «chilometro ze-ro». Lo sviluppo della geoter-mia potrebbe quindi attivareuna filiera tecnologicamente

evoluta in grado di crearenuovi posti di lavoro qualifica-ti in Toscana. Ma il potenzialedell’energia da fonti rinnova-bili non è solo questo. Pensia-mo a come potrebbero andarele cose se ci fossero centraligeotermiche vicine a tutte legrandi industrie energivoredella costa: si potrebbe affron-tare così anche la complessaquestione della riduzione delcosto dell’energia.

Silvia Ognibene© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un’immagine storicadella centraledi Larderello,i lavori sonocominciatigià nel 1904

Pigiama deluxe,anche in strada

È arrivata l’ora del pigiama,anche per scendere in

strada. Le prossime collezioni p/e sdoganerannoil nightwear fancedolo entrare a pieno diritto nel

guardarobada manager.No cotone eflanella però:la tendenzaè più

preziosa e privilegia pijama pants come quelli La Perla in morbida seta, con fascia smoking e camicia di chiffon coordinate. (L.A.)Boutique La Perla,via Strozzi, 1.500 euro

Style

Miliardidi kilowattoraprodottidalla geotermia toscana nel 2015: un record

5,5

Il fabbisogno elettrico toscano soddisfatto attraversola geotermia

26%

La quotadi mercatoin manoa Enel Green Powercon 34 centrali

99%

La geotermia riprende energiaE mette alla prova le imprese localiDopo la moratoria, la Regione è tornata a valutare espansioni e anche nuove perforazioniEnel Green Power chiama all’appello le Pmi: «Collaboriamo, noi ci mettiamo la conoscenza»

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