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"UX & Data Viz: La Repubblica Popolare di Bolzano” - Matteo Moretti

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Repubblica Popolare di

Bolzanowww.repubblicapopolaredibolzano.it www.peoplesrepublicofbolzano.com

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visual storytelling +

data journalism

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2 designer 1 giornalista 1 antropolga

1 programmatore

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giornalista scrive la storia

visual storytelling arricchisce la narrazione

media interattivi motivano nella navigazione

interviste qualitative integrano la storia

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perchè molti bolzanini si sentono

invasi dai cinesi ?

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a Bolzano?!

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Dove non esiste nemmeno una

Chinatown!

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aprire una finestra sulla comunità cinese

di Bolzano

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ricercare i dati

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Cinesi a Bolzano 633/105.713

(astat 2014)

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0,6%

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1996 20132010

1917

14

12

1996-2013 Aperture di attività gestite da cittadini cinesi(Camera di Commercio Bolzano 2014)

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Su 441 bar, 51 sono cinesi,

esattamente l’11.5%(Camera di Commercio Bolzano 2014)

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Su 261 ristoranti, solo 32 sono cinesi, l’11.8% del totale.

(Camera di Commercio Bolzano 2014)

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lo 0.6% della popolazione possiede

l’11.5% dei bar e l’11.8% dei ristoranti.

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grandi imprenditori, grandi invasori.

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i media locali

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«Sarà un massacro per i bar, le pizzerie e la

ristorazione in generale di tutta la zona»

(Dado Duzzi, vice presidente Unione Commercianti)

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equivoci chiave

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“I cinesi sono ovunque”.

(lavorano nello spazio pubblico)

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“I cinesi sono chiusi”.

(in parte c’è una riservatezza di origine culturale, in parte lavorano molto più di noi)

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“I cinesi sono ovunque”, again.

(anche se di seconda generazione saranno sempre visti come “cinesi”).

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sfatare l’invasione cinese

a Bolzano.

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www .

repubblica popolare

di bolzano

. it

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0,6%

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#1 Unità informative •••••••••••••••

= narrazione non lineare

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#2 Metafore visive

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Restituisce il contesto del dato ed aiuta nella

memorizzazione

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#3 Longform

= esperienza immersiva

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click = scelta click = selezione

click = girare pagina

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scroll =

esperienza immersiva

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scroll =

attivatore

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#4 Interattività

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Oltre i dati

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Le interviste qualitative mostrano quello che i dati non

sanno raccontare: le storie personali.

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Riportare la complessità del

fenomeno, in maniera

coinvolgente

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storie personali

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video rompighiaccio

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dibattito pubblico

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Macché invasione:i cinesi in cittàsono solo lo 0,6%Uno studio della Lub svela la vera natura dei nuovi bolzaniniSono 633 e gestiscono ben 51 bar e 32 ristoranti

di Davide Pasquali◗ BOLZANO

Quanto influisce, numerica-mente parlando, la comunità ci-nese su quella bolzanina? Poco,molto poco, soltanto lo 0,6%.Sono infatti soltanto 633, su105.713 abitanti, i cittadini cine-si residenti nel capoluogo.

Lo spiega il sito internetwww.repubblicapopolaredibol-zano.it, frutto di un progetto divisual journalism messo in pie-di con il supporto di ricercatoridella Lub, giornalisti, antropo-logi, grafici e fotografi (MatteoMoretti, Fabio Gobbato, SarahTrevisiol, Gianluca Seta, DanielGraziotin, Claudia Corrent, Me-lani de Luca, Sarah Orlandi).

Lo scopo dello studio? Svela-re per così dire la vera naturadei cinesi bolzanini o dei bolza-nini cinesi che dir si voglia. Pri-mo risultato: contrariamente alresto del mondo, a Bolzano nonpossiamo vantare né un’inva-sione cinese, né una Chinato-wn. Anzi, «la comunità cinese ècosì piccola e parcellizzata chenon si riesce a capire perchéspesso si gridi all’invasione».Gli inizi. Tutto inizia intorno al1900, si spiega nel sito, quando iprimi cinesi, originari delloZhejiang, si interessano all’Ita-lia. La regione di provenienza ègrande poco meno del nord Ita-lia. Negli anni successivi si sonointeressati al nostro paese an-che i vicini dello Fujian, anchese tuttora la maggioranza dei ci-nesi arrivati in Italia provienedallo Zhejiang. La maggior par-te dei cinesi italiani provienedunque dalla medesima area,grande quanto Lombardia ePiemonte messi assieme, macon una popolazione pari aquella dell’intera Italia.Oggi.A Bolzano risiedono 633 ci-nesi (sono lo 0,6% della popola-zione, mentre in Italia rappre-sentano l’1,9%). La loro migra-zione è iniziata circa venti annifa, ma solo negli ultimi dieci an-ni si è vista una vera crescita intermini di presenza umana e diattività commerciali aperte.Seconda generazione. Nel 2014 aBolzano sono nati 16 bimbi dagenitori cinesi, che potrannoun giorno scegliere se diventareitaliani o mantenere la cittadi-nanza cinese, dato che la repub-blica popolare cinese non con-sente la doppia cittadinanza.Con l’aumentare dei residenticinesi si è incrementato ancheil numero di cinesi di seconda

generazione.Ma chi sono? A parte i numeri,chi sono i cinesi di Bolzano? I ri-cercatori ne hanno intervistatiotto, un piccolo gruppo chenon può ovviamente rappre-sentare appieno i 633 effettiva-mente residenti. Le interviste vi-deo però, visibili sul web, posso-no dare un’indicazione su chisiano, cosa abbiano vissuto e

cosa pensino. Si è così trovatauna per certi versi inattesa va-rietà di storie, fatte spesso di sa-crifici e dedizione che, inevita-bilmente, scatenano un con-fronto con noi, il nostro approc-cio alla vita e la nostra cultura.Numeri, nudi e crudi. Analizzan-do i numeri nudi e crudi si sco-pre che nel capoluogo le impre-se con titolari cinesi sono solo

126 su quasi 10.000. In maggio-ranza si tratta di bar e ristoranti(il 64% del totale); una piccolaparte sono negozi di abbiglia-mento, parrucchieri, drogherie,alimentari e sale giochi. Ma nonsarebbe corretto parlare sola-mente in termini assoluti diaziende cinesi. Andando infattiad analizzare il dettaglio, si sco-pre un dato interessante: sebbe-

ne sul totale delle imprese leaziende cinesi rappresentinosolo l'1,3%, comparando il set-tore commerciale dei soli bar,scopriamo che il rapporto è dif-ferente. Infatti su 441 bar, 51 so-no gestiti da persone di nazio-nalità cinese, esattamentel'11,5%. Anche sul fronte risto-ranti, i dati rivelano una norma-le attività commerciale, ben di-

versa dunque dall'invasione: su261 ristoranti locali, solo 32 so-no cinesi, ossia l’11,5%. Rispet-to ad altre comunità ben più nu-merose - spiegano i ricercatoridella Lub - i cinesi lavorano co-me imprenditori nell'ambito diattività al dettaglio e ciò implicache siano più visibili ad esem-pio dei bolzanini rumeni o alba-nesi che lavorano magari incantieri o in aziende agricole.Nessuna China Town. Nella map-pa interattiva pubblicata sul si-to web del progetto si mostracome a Bolzano non esista unquartiere cinese, ma le attività,e quindi anche le abitazioni, dicui poco sappiamo, siano distri-buite su tutta la città in manierauniforme e parcellizzata. «Piùche a un’invasione, assistiamoinvece ad un’integrazione sen-za precedenti, forse unica nelpanorama nazionale», come so-stengono i ricercatori. Inoltre,Bolzano ha visto una gradualecrescita di attività registrate anome di cinesi, ma sono sparsein tutta la città, alla pari delleabitazioni occupate dai cinesi,non certo rinchiuse entro quar-tieri circoscritti. «Nemmeno lacomunità sembra essere poi co-sì chiusa su se stessa».Nomi e storie. C’è chi come Mas-simo intende rimanere a Bolza-no, anziché tornare in Cina (co-me prevede la tradizione all’etàdella pensione). Oppure Hon-gling, la quale confida che quiha acquisito autoconsapevolez-za e libertà di pensiero, e chenon è certa di poter vivere allostesso modo in Cina. E poi c’èYanghui che si definisce bolza-nino a tutti gli effetti, preferen-do servire bratwurst in un chio-sco, piuttosto che proseguirel’attività di ristorazione tradizio-nale dei suoi genitori.Le conclusioni. Alla fine di mesidi ricerca si è evidenziato comesiano soprattutto i giovani a gui-dare la comunità cinese versouna per così dire nuova tradi-zione, in cui le generazioni siscontrano e i valori si mischia-no, dando vita a nuove formed’identità. Nascono gelaterie,rosticcerie e parrucchieri, ma alcontempo si formano ricercato-ri e studenti universitari che col-lezionano successi accademici,senza sussidi o aiuti, ma solograzie alla propria forza di vo-lontà. Come racconta Ju Wu, «aconfronto con la prima genera-zione, oggi i giovani di origini ci-nesi sono tutti scolarizzati».

©RIPRODUZIONERISERVATA

I genitori occidentalizzati, i rapporti con la madrepatria, i legami sociali, l’impegno nello studio, la diversità, l’imprenditoria

GENITORI OCCIDENTALIZZATIYanghui Chen viene da Zhejianged è arrivato in Italia all'età di 4anni . «Sono completamentecresciuto - racconta - in unasocietà occidentale e quasi tuttigli amici che ho avuto sonoitaliani. I miei genitori hannoacquisito un modo di giudicareche prende come metro di misuraquello occidentale. Sonocresciuto in modo diverso. Comegenitore non ti puoi comportarecome se avessi un figlio "tipico"cinese. Io una cinese non la vogliosposare. Fisicamente parlandonon mi piacciono, mi attraggonomolto di più le occidentali».

CINESI E MADREPATRIAHonglin Yang vive da 20 anni aBolzano, dove è arrivata perchésuo cugino aveva aperto unristorante in piazza Mazzini. Eral'unico in tutta Bolzano, nel 1990,e lo ha gestito per 5 anni. “Non èfacile fare il titolare, non ho fattonemmeno un giorno di riposo”.Honglin racconta di come ècambiato il suo Paese da quando èpartita. “I miei colleghi in Cinahanno comprato casa, per me nonè più possibile, ora costa cara”,dice. “Se avessi saputo che il mioPaese sarebbe cambiato così,forse non sarei venuta qui e sareirimasta lì”.

FORTI LEGAMI SOCIALIYi Yi Chen ha vent'anni e viene daWenzhou. È venuta in Italia quandoaveva 12 anni, a Verona, poi a 14anni si è trasferita a Bolzano, consua sorella e suo padre. Comespesso avviene, la madre avevapreceduto il resto della famiglia.Lei e la sorella dopo la scuola dannouna mano al bar. Altrimentiavrebbero vergogna a chiederesoldi ai genitori. Yi YI Chen raccontacos’è il “guanxi", uno dei pilastridella cultura cinese, vale a dire ilsistema di relazioni che permette diavere aiuto da parte di chi è giàsocialmente inserito nel luogo incui si intende stabilirsi.

LA RICERCATRICEXiaofeng Wang viene da Pechino,dove ha studiato fino allaspecializzazione triennale postlaurea. Voleva andare negli StatiUniti, ma poi con il marito hadeciso di venire in Italia, anche seprima ha completato i dottoratiin Inghilterra. Ora è unaricercatrice della Lub.“Sono un po' perplessa sull'ideadi insegnare cinese a mio figlio;so che è molto importante che luiconosca la mia lingua, ma è moltodifficile perché il suo ambiente èpiù italiano che cinese. Qui aBolzano lui si sente metà italianoe metà tedesco”.

i volti dei bolzanini cinesi

Due giovani bariste in uno dei tanti locali gestiti in città dai residenti di origine cinese

Ma allora perché la sensazionedi un’invasione cinese si èdiffusa tra la popolazione? Unapossibile risposta, fornita dairicercatori, è che il settoreprevalente in cui opera ilbusiness cinese è la conduzionedi esercizi a stretto contatto conil pubblico. Questo comportache siano molto più visibilirispetto ad altre comunità.Come ribadito da Ju Wu oMouzhi ci sono alcuni fattori chequotidianamente manipolano lanostra percezione dei cinesi.Primo fra tutti il fattoreeconomico: sono arrivati aBolzano per cercare una qualitàdi vita migliore, compiendoenormi sacrifici e aprendoattività proprie grazie ai prestitidi amici e parenti che oradevono estinguere. Ciò portamolti a lavorare sette giorni susette, dodici ore al giorno,limitando non poco lo scambiocon la popolazione locale.Lentamente assistiamo però adun cambiamento della comunitàche è sempre più inserita neltessuto locale, favorendo unaprogressiva estinzione deiluoghi comuni che la dipingonocome chiusa e impenetrabile.«I processi d’integrazione - sispiega sul sito - non sono veloci enemmeno facili, soprattutto sepensiamo al luogo in cuiavvengono, Bolzano, cittàsimbolo dalla doppia identitàculturale, in cui le due comunitàcontinuano a convivere spessoin modo parallelo». Nonostanteciò, «stiamo assistendo ad unarealtà rara in Italia, con unaltissimo potenziale, chepotrebbe aprire la strada anuove forme di convivenza, nonsolo tra cinesi ed italiani».

Perché lavoranosette giorni su settedodici ore al giorno

CHI SONO LE BANANE?Romina Chang è nata a Roma efino ai 18 anni aveva anche unnome cinese, Yuen. “Mi sentivodiversa – dice – ma ho semprevissuto in Italia, ho fatto lescuole italiane e quindi nonavevo mai pensato di non esserecittadina italiana. Solo allesuperiori ho scoperto di esserecittadina cinese”. Rominaracconta come le personecresciute all'estero venganodefinite dai cinesi "banane".“Perché all'esterno siamo comei cinesi (gialli) mentreall'interno come gli occidentali(bianchi)”.

L'IMPRENDITORIA CINESEXun Ju Wu dice di avere un nomedifficile e quindi si fa chiamareMassimo. È nato nella provinciadello Zhejiang. Racconta come lagente letteralmente morisse difame negli anni Sessanta per cuicominciò un forte fenomenomigratorio. Ha aperto il suo primoristorante nel 2000, in un piccolopaese della val di Fiemme. Poi halavorato per dieci anni in unaditta di montaggio di serramenti eporte. “Nessuno aveva mai vistoun cinese lavorare in uncantiere”, racconta. Ora fa dinuovo il ristoratore e gestisce ilbar Carducci.

la repubblica popolare di bolzano

GIOVEDÌ 8 GENNAIO 2015 ALTO ADIGE Bolzano 29

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analisi dell’impatto su facebook

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before

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after

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