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Valore Conformativo del PRG e Piano Attuativo dei …sit.provincia.ancona.it/sit/Files per WEB...

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Nel giugno del 1997 veniva consegnato all’U.P.I. ed alle quattro Province la ricerca “Definizione di uno schema procedurale tipo per le istruttorie dei PRG”, commissionata al gruppo di ricerca dell’ U.P.I., costituito dagli Arch.tti Cinti, Panariello e la Dott.ssa Gioia per la Provincia di Ancona e dagli Ingg. Brunori, Bonifazi e l’Arch. Barra per la Provincia di Ascoli Pi-ceno. Fra i vari aspetti del lavoro si distingueva per interesse la proposta di valutare i Piani secondo una sequenza ordinata di esami, facendo as-sumere alla sequenza stessa un valore canonico. Quel lavoro radunava altre indicazioni volte alcune a proporre il modo migliore di definire le delimitazioni del Piano e altre, il miglior modo di formulare le norme. A parte l’utilità era - ed è - un testo che, parlando di verifiche, parlava anche di come si dovrebbero fare i Piani; ma non si cimentava con la co-struzione effettiva di un Piano. Per essere “concreti” e per dare un contributo reale alla prefigurazione di uno stile di pianificazione in linea con le conoscenze attuali, è stato oggi proposto il testo delle NTA del “Comune di Modello” presupponendo che le risorse fisiche e gli usi ad esse rapportati potessero essere precisati autonomamente. Intendendo per risorsa - caratterizzata da definizione, identificazione (metodologie di individuazione e descrizione delle caratte-ristiche), perimetrazione - le “zone” urbanistiche; cioè quelle porzioni di territorio per le quali le NTA forniscono contestualmente e contempora-neamente la disciplina dell’aspetto fisico e degli usi. Le NTA del PRG di Modello tentano di ordinare, in 51 pagine e 61 arti-coli, una materia estremamente complessa al fine di semplificare, anche alla luce della Legge 241/90, i rapporti tra Comune e cittadini e tra Co-mune e Provincia. Per fare ciò affronta 7 principali temi: 1 - Valore conformativo del PRG e piano attuativo dei servizi (PAS) 2 - Ambiti definitivi di tutela paesistico ambientale

- Zone Territoriali Omogenee (ZTO) - Zone Urbanistiche 3 - Funzioni territoriali - Destinazioni d’uso - Mutamento d’uso 4 - Territorio urbano - extraurbano: necessità della articolazione, criterio

di dominanza - La disciplina urbanistica dipendente dalla pianificazione regionale e provinciale (cave, discariche, opere pubbliche)

5 - Vincoli non urbanistici 6 - Gli strumenti della gestione del Piano 7 - Le modifiche al Piano

- Piano strutturale, Piano del sindaco.

Valore Conformativo del PRG e Piano Attuativo dei Servizi

Si propone di limitare le previsioni del PRG a quelle indicazioni che “sono al di fuori dello schema ablatorio-espropriativo”. Tali sono “i vincoli che importano una destinazione (anche di contenuto specifico) realizzabile ad iniziativa privata o promiscua pubblico-privata, che non comportino ne-cessariamente espropriazione o interventi ad esclusiva iniziativa pubblica e quindi siano attuabili anche dal soggetto privato e senza necessità di previa ablazione del bene. Ciò può essere il risultato di una scelta di poli-tica programmatoria tutte le volte che gli obiettivi di interesse generale, di dotare il territorio di attrezzature e servizi, siano ritenuti realizzabili (e co-me tali specificamente compresi nelle previsioni pianificatorie) anche at-traverso l’iniziativa economica privata - pur se accompagnati da strumen-ti di convenzionamento. Si fa riferimento, ad esempio, ai parcheggi, im-pianti sportivi, mercati e complessi per la distribuzione commerciale, edi-fici per iniziative di cura e sanitarie o per altre utilizzazioni quali zone arti-

PREMESSAPREMESSAPREMESSAPREMESSA

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gianali o industriali o residenziali; in breve, tutte quelle iniziative suscettibi-li di operare in libero regime di economia di mercato” (punto 5, sentenza Corte Costituzionale del 20.05.99, n. 179). Si propone altresì di procedere alla specifica individuazione delle “aree e dei beni da assoggettare a vincoli preordinati all’espropriazione”, con il Piano Attuativo per i Servizi (PAS), di cui agli artt. 15 e 20 della L.R. 34/92. Comunque sia “restano al di fuori dell’ambito dell’indennizzabilità i vincoli incidenti con carattere di generalità in modo obiettivo su intere categorie di beni - ivi compresi i vincoli ambientali paesistici -, i vincoli derivanti da limiti non ablatori posti normalmente nella pianificazione urbanistica, i vincoli comunque estesi derivanti dalle destinazioni realizzabili anche attraverso l’iniziativa privata in regime di economia di mercato, i vincoli che non superano sotto il profilo quantitativo la normale tollerabilità e i vincoli non eccedenti la durata (periodo di franchigia) ritenuta ragionevolmente sopportabile” (punto 10, sentenza della Corte Costituzionale del 20.05.1999, n. 179). Ciò facendo l’acquisizione delle aree necessarie per l’azione specifica dell’Amministrazione Pubblica sarà inserita nel PAS e sarà sostanzialmen-te rapportata alla capacità di bilancio e alla programmazione annuale e pluriennale del Comune, e sarà pure evitata la ripetizione dei vincoli ablatori rispettando tempi certi per l’acquisizione delle aree necessarie agli interventi.

Ambiti Definitivi di Tutela Paesistico-Ambientale

All’art. 3 delle NTA del Comune di Modello fra gli elaborati strutturali viene indicata la tavola P3x - Ambiti definitivi di tutela. Questa tavola segna il passaggio dalla pianificazione di settore paesisti-co-ambientale del PPAR alla pianificazione urbanistico-territoriale con va-lore paesistico-ambientale del PRG adeguato al PPAR. In primo luogo la tavola conclude il processo valutativo del paesaggio ambiente messo in atto dal PPAR. Senza di essa il processo valutativo re-sta indeterminato e non si è più in grado di cogliere l’articolazione e la distribuzione dei valori paesaggistico-ambientali regionali. In secondo luogo la tavola precede l’azzonamento urbanistico perché è a suo fondamento e condiziona le zone urbanistiche verso usi e morfolo-gie coerenti con i valori paesistico-ambientali individuati sul territorio. In terzo luogo consente di adempiere alla definizione del bilancio quali-quantitativo delle tutele paesistico-ambientali indicate all’art. 27 bis del PPAR.

Zone Territoriali Omogenee

Fra gli elaborati strutturali è inclusa la tavola P4x - Articolazione del terri-torio comunale e zone territoriali omogenee. Le zone territoriali omogenee (ZTO) sono quelle del D.I. 1444/68. La de-limitazione del territorio comunale nelle ZTO del D.I. 1444/68 è quanto mai opportuna e utile come caratterizzazione sintetica dell’insediamento, per la gestione meglio determinata del PRG, per il controllo quantitativo del PRG a fine di bilancio e per il controllo del flusso degli usi all’interno della struttura fisica della città, infine per l’uso dei GIS. Occorre premettere due approssimazioni per giustificare quanto propo-sto. La prima riguarda la necessità di far coincidere l’insieme delle super-fici delle ZTO (A, B, C, D, E, F) con la superficie dell’intero territorio co-munale. La seconda riguarda la precisazione che ciascuna ZTO non contiene parti delle restanti ZTO. Ciò comporta l’inserimento nella zona omogenea F dei sistemi a rete, come le infrastrutture, che intersecano tut-te le altre ZTO. Quindi la zona territoriale omogenea F risulta in alcune

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parti difficilmente rappresentabile, pur restando concettualmente e prati-camente ben distinguibile dalle altre ZTO. Alle ZTO sono associate le previsioni relative: alle categorie di usi previste (prevalenti, complementari), agli standards (previsti dalle leggi vigenti e/o dal PRG), ai parametri urbanistici ed edilizi (precisati con l’individuazione delle zone urbanistiche) e alle modalità di attuazione (previste dalle leggi vigenti e precisate dal PRG).

Le zone urbanistiche

Le zone urbanistiche finiscono con il rappresentare, a tutti gli effetti, nella proposta del PRG del Comune di Modello, le “risorse dell’insediamento”. Le zone urbanistiche (definite, identificate, perimetrate) corrispondono a quelle porzioni di territorio per le quali le NTA forniscono contestualmente e contemporaneamente la disciplina morfologica, d’uso, di intervento e le procedure per l’attuazione.

Funzioni territoriali - Destinazioni d’uso - Mutamento d’uso

È difficile seguire il modificarsi degli usi all’interno della struttura fisica della città e il connesso rapporto con gli standards, con gli usi comple-mentari e con gli usi compatibili. Ed è difficile decidere con equità l’onerosità o meno degli interventi di trasformazione fisica dell’assetto ur-bano. Ma le difficoltà segnalate si riducono drasticamente se “l’insieme degli usi” viene strutturato ripartendolo ed ordinandolo. Le NTA del Comune di Modello propongono a tal fine di far corrisponde-re alle zone territoriali omogenee, non usi specifici ma categorie d’uso. Alle “zone urbanistiche”, usi specifici e funzioni territoriali (prevalenti, complementari, compatibili). Il rapporto tra le categorie d’uso e gli usi specifici è quello che si riscontra per esempio tra la categoria residenza e le sue declinazioni: residenze familiari, residenze collettive, convitti, alberghi, conventi, carceri ecc. La funzione territoriale corrisponde al tipo di uso specifico prevalente in una determinata zona della città (zona alberghiera, zona degli affari, centri sportivi, ecc.). È evidente che l’elencazione ordinata delle categorie e dei corrispondenti usi specifici proposta per il Comune di Modello, pur ragionata, può non essere condivisa universalmente. Ciò è previsto. L’obiettivo della proposta non è tanto l’esatta elencazione esemplificativa della strutturazione dell’insieme degli usi, quanto la proposta del metodo che obbliga ad esplicitare in modo ordinato, evidente, determinato, la relazione tra usi specifici e categorie d’uso in riferimento alla quale è peraltro possibile determinare in modo trasparente e verificabile, l’onerosità o meno delle variazioni d’uso con opere, in conformità a quanto previsto dalla L.R. 14/86. Per avere una variazione d’uso onerosa devono verificarsi tre condizioni: il passaggio da una categoria d’uso ad un’altra (definita mutamento del-la destinazione d’uso); la realizzazione di opere; un diverso standard connesso alla variazione richiesta. All’interno della stessa categoria d’uso il passaggio da un uso specifico ad un altro non comporta la modifica della destinazione d’uso, ma solo mutamento d’uso. L’onerosità in questo ultimo caso può dipendere dall’intervento che si intende attuare e dagli standards ad esso connessi precisati nelle NTA del PRG.

Territorio Urbano - Extraurbano: Necessità della articolazione, crite-

rio di dominanza

Ai fini descrittivi e non normativi il territorio comunale è stato articolato in “territorio urbano” e “territorio extraurbano” ciò in conformità a quanto

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fatto nel PPAR, ma soprattutto al fine di prendere atto che il territorio ex-traurbano non coincide con le aree agricole. Infatti sono usi ed aree non agricole, ma comunque localizzate in ambito extraurbano, una serie no-tevole di tipologie insediative (residenziali, produttive, sportive, tecnologi-che, ecc.) che trovano corretta localizzazione insediativa nel territorio ex-traurbano ma non in aree agricole perché escluse, dalle aree agricole, per definizione dalla L.R. 13/90. Ciò comporta la denominazione appropriata (e diversa dalle classifica-zioni agricole) dei tipi insediativi non agricoli ma localizzati in ambito ex-traurbano. Comporta anche che, in riferimento ai valori paesistico-ambientali individuati nel territorio, i caratteri dei tipi insediativi non agri-coli, localizzati in area extraurbana, vengano conformati ai valori domi-nanti dei territori agricoli circostanti.

La disciplina urbanistica dipendente dalla pianificazione regionale e

provinciale (cave, discariche, opere pubbliche)

La localizzazione di alcuni usi specifici sul territorio è demandata, dalla legge, dai piani di settore, da regolamenti, a Enti diversi dal Comune. Il Comune comunque rimane soggetto attivo nel processo di localizzazio-ne. Casi tipici sono le localizzazioni relative alle opere statali, alle cave, alle discariche, agli impianti di depurazione. Ai fini del PPAR gli interventi elencati sono tutti “opere di rilevante trasfor-mazione del territorio” soggetti a compatibilità ambientale e perché sog-getti alla compatibilità ambientale, esentati dalle norme previste dal PPAR per la strumentazione urbanistica. Rispetto del PPAR a parte, i Comuni possono autonomamente proporre nei loro PRG la localizzazione di strade statali o di impianti di interesse generale o provinciale, con la consapevolezza della improbabile effettiva utilizzazione delle localizzazioni effettuate. Le conoscenze necessarie per sostenere quelle localizzazioni sfuggono in-fatti alla dimensione comunale e poiché c’è stretto nesso tra potere, sa-pere, competenza, chi non ha, né può promuovere il sapere corrispon-dente al proprio potere è un incompetente e come tale è bene che si astenga dal fare ciò di cui non può raggiungere la piena motivazione. Queste considerazioni si adattano perfettamente a problematiche quali cave, discariche, depuratori, opere statali o private di livello nazionale (quali porti, aeroporti, viabilità veicolare e ferroviaria, raffinerie, impianti di produzione di energia, ecc.). È evidente che di fronte a questa situazione la comunità locale non può essere indifferente. Anzi, la comunità locale su quelle questioni è chiama-ta ad esprimersi e si deve esprimere. “È chiamata” cioè è chiamata dopo che il soggetto “giusto” ha costruito le motivazioni delle scelte e deve sottoporre motivazioni e scelte alla valu-tazione della comunità locale. Gli enti territoriali (Stato, Regioni, Province, Comunità Montane, Comuni, Enti Parco) si confrontano, dopo aver ciascuno costruito il proprio sapere in autonomia dall’altro. Al momento del confronto il rapporto è squilibra-to: uno sa, l’altro ignora. Questo schema, sulla base della legislazione vigente, regge il processo di localizzazione delle cave, delle discariche, degli impianti di depurazione il cui dimensionamento e localizzazione travalicano con tutta evidenza la dimensione comunale. La Provincia è preposta dalle leggi regionali a localizzare i bacini estratti-vi, i siti delle discariche e degli impianti di depurazione ed è evidente che le localizzazioni non possono essere definitive se il Comune non le condi-vide. La legge 241/90 ha innovato sostanzialmente (sistematizzando modalità di accordo tra Enti emerse precedentemente) l’assetto amministrativo con l’introduzione dell’istituto dell’Accordo di programma.

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L’Accordo di programma sarà lo strumento principe per raccordare la pianificazione comunale con quella degli altri Enti territoriali: pianificazio-ne territoriale e/o di settore. La pianificazione sovracomunale deve raccordarsi con quella comunale e i Comuni devono esprimere, esplicitare, le condizioni che consentono al-le opere sovracomunali di collocarsi correttamente sul territorio comuna-le: i vantaggi e gli svantaggi vanno identificati, computati, mediati, in una parola, risolti, tenendo conto non solo di convenienze economiche o so-ciali, ma anche di quelle insediative e di tutela del paesaggio-ambiente. L’esigenza di tutela del territorio è compiutamente espressa nelle NTA del Comune di Modello per i problemi connessi alla individuazione dei baci-ni estrattivi (art. 33, D3). Il criterio espresso nell’articolo è facilmente estendibile per analogia agli impianti di discarica e di depurazione.

Vincoli non urbanistici

Una nutrita serie di impianti e di infrastrutture è accompagnata da un ambito (fascia, zona) di rispetto determinata da una distanza, imposta per legge, dall’impianto o infrastruttura da salvaguardare. Le leggi impongono un limite (distanza) oltre il quale l’edificazione è pos-sibile, al di qua del quale l’edificazione è preclusa. Per edificazione si intende la costruzione di un edificio, di un manufatto, di un’opera reale, che si vede, tocca, possiede un volume, un peso. Quindi la costruzione non può essere realizzata nella zona determinata dalla distanza imposta per legge e afferente agli impianti. Inoltre il vinco-lo della non edificazione grava di norma su proprietà diverse da quella su cui l’impianto è edificato. È importante cogliere la modalità con cui il legislatore impone il vincolo: una distanza e non una zona. Con una distanza si determina una zona, un ambito, un’area ma il legislatore indica una distanza e non una zona. I PRG, invece, di norma delimitano aree, superfici, zone in riferimento al-le quali impone usi, parametri, ecc. Il diverso modo di formulare o di for-nire le indicazioni per le trasformazioni fisiche del territorio è alla base dell’art. 50 delle NTA del “Comune di Modello”. Infatti le distanze poste a protezione degli impianti cimiteriali, degli elettrodotti, dei pozzi, ecc., non determinano zone urbanistiche, ma restano semplici distanze di sicu-rezza. In quanto tali sono state tutte accomunate in un elenco denomina-to “Vincoli non urbanistici”, caratteristico per la protezione di impianti, in-frastrutture, opere, ma non generatore di zone urbanistiche.

Gli strumenti della Gestione del Piano

Non sempre e non a tutti è chiaro che il PRG è il riferimento per i pro-grammi e i progetti di trasformazione del territorio e non coincide con es-si. Anzi il PRG è tutt’altra cosa dai programmi e dai progetti di trasforma-zione. Nel linguaggio comune il termine urbanistica include la redazione del PRG e i programmi e i progetti per la sua attuazione. L’uso così dilatato del termine, non rispettando la distinzione fra elementi e termini diversi in una disciplina molto complessa come quella urbanistica, genera confu-sione e incertezza. Strutturare l’insieme della materia urbanistica, cioè ripartirla ed ordinarla, aiuta molto a ridurre la confusione, anzi è l’unico modo per fugare la confusione e introdurre certezze. La validità delle affermazioni che precedono è evidentemente limitata ai soli soggetti che hanno qualche difficoltà a muoversi all’interno dell’urbanistica. Per il Comune di Modello ci si permette di evidenziare e di ricordare che i piani PEEP sono qualificazioni degli azzonamenti residenziali; i PIP qualifi-cazioni degli azzonamenti produttivi; che i Piani di Lottizzazione e i Piani

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Particolareggiati qualificano soltanto il soggetto proponente; che i Pro-grammi Integrati, i Programmi di Recupero Urbano, ecc., nella loro com-plessità sono solo strumenti attuativi e non sostitutivi del PRG. Le individuazioni dei piani e dei programmi citati, ma anche di quelli elencati all’art. 51 delle NTA del Comune di Modello, non costituiscono variazione del PRG. Al contrario, gli azzonamenti del PRG sono a fon-damento delle varie possibili perimetrazioni dei piani attuativi. Perimetra-zioni che variano, includono e/o escludono porzioni di territorio a secon-da delle esigenze di concretezza e di fattibilità dell’intervento di trasforma-zione. È evidente che l’azione di perimetrazione non è e non può essere casuale né fatta con imperizia. Essa pretende, per il buon esito della trasforma-zione fisica dell’assetto della città o del territorio, la consapevolezza delle finalità della trasformazione, dei mezzi per conseguirla, dei tempi e dei fi-nanziamenti necessari per attuarla. Pretende una gestione consapevole, equa, che contemperi tutti gli interessi presenti. Una gestione che faccia “perequazione”. Tutta questa attività, però, non è il “PRG” ma sono azioni di gestione ne-cessarie per l’attuazione del PRG. È in fase di gestione che l’amministrazione comunale decide l’acquisizione delle aree e non può essere che la decisione di acquisire un’area residenziale per destinarla all’edilizia economica e popolare comporti la variazione del PRG. La proprietà, pubblica o privata che sia, non è un “uso”, è un regime. In quanto tale non fa parte del momento formativo del PRG ma di quello della sua gestione. Con il PRG vengono determinati i caratteri conformativi dell’insediamento, i caratteri che le proprietà, pubbliche e private, hanno o dovrebbero assumere. Non il regime della proprietà (pubblico, privato).

Le modifiche al Piano

Il modo di redigere il PRG condiziona fortemente la successiva gestione. Nel rispetto della legge 1150 del 1942 e della L.R. 34/92 sono possibili vari stili di redazione dei PRG. Gli stili estremi sono però soltanto due: l’uno a bassa, bassissima caratte-rizzazione morfologica, l’altro ad altissima definizione morfologica. Tra loro sistemi misti. Le due modalità risolvono problemi diversi e si adatta-no a contesti pure diversi. La bassa caratterizzazione morfologica si adatta a tempi lunghi, a opera-tori diversi e al momento indeterminati. L’alta definizione morfologica si adatta a tempi brevi, operatori presenti, pronti, che possiedono idee si-nergiche con quelle del PRG. Purtroppo le previsioni dei PRG sono formulate normalmente in assenza dei soggetti che saranno poi concretamente attuatori delle trasformazioni previste dal PRG. I soggetti assenti al momento delle decisioni sul PRG sono però portatori di interessi e potenzialità indispensabili per l’attuazione del PRG. Le amministrazioni comunali per accogliere in un tempo successivo que-gli interessi e quelle potenzialità sono spesso obbligate a provvedere alla modifica preliminare dei loro PRG e la modificazione di un PRG compor-ta l’attivazione di una procedura complessa che inizia in Comune e ter-mina in Provincia. Per ridurre, attenuare, limitare l’interferenza procedura-le tra Comune e Provincia è possibile fare riferimento al concetto di “cari-co insediativo” contenuto nell’art. 15 della L.R. 34/92 e determinare un sottoinsieme di varianti al PRG che possono essere concluse a livello co-munale senza il coinvolgimento della Provincia. Il sottoinsieme di tutte le possibili varianti al PRG che possono essere ap-provate a livello comunale è determinato dall’essere solo di carattere morfologico. Cioè sono modificazioni invarianti rispetto al carico insedia-

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tivo e varianti rispetto all’assetto morfologico graficizzato sulle tavole del PRG. L’applicazione del criterio “invariante” comporta la definizione della no-zione di “carico insediativo” e la definizione dei limiti applicativi della no-zione stessa. Definizioni e limiti contenuti all’art. 60 delle NTA del “Co-mune di Modello”.

Piano Strutturale - Piano del Sindaco

Il testo normativo presuppone il riconoscimento delle risorse, la loro de-nominazione convenzionale, la formulazione di una rigorosa rete di con-cetti che in modo ordinato guidi l’operatore attraverso le metodologie, i criteri, gli standards, i parametri edilizi, gli usi, le funzioni, le procedure, le autorizzazioni, fino all’assetto fisico, esteticamente valido delle campagne e delle città. Il cuore del Piano sta nella definizione delle zone territoriali omogenee e delle zone urbanistiche. Le ZTO attuano una macroripartizione del territo-rio comunale utilizzata per riconoscere le parti dell’insediamento e per fis-sare rapporti tra usi principali e usi complementari all’interno di ciascuna delle ZTO individuate. Le zone urbanistiche (ed eventuali ulteriori subarticolazioni) attuano la particolareggiata ripartizione dell’insediamento e costituiscono le vere ri-sorse del Piano. L’aspetto “strutturale” del Piano consiste nel fatto che le valutazioni e gli studi sull’insediamento hanno prodotto relazioni d’ordine e relazioni d’equivalenza producendo rispettivamente ordinamenti e ripartizioni in classi. Sono ripartizioni in classi le ZTO e le zone urbanistiche. Sono ordinamen-ti l’insieme delle decisioni che determinano relazioni specifiche tra le zone urbanistiche al fine di conseguire un determinato obiettivo e la conse-guente trasformazione territoriale. In termini generali si intende con il termine “struttura” l’articolazione in parti dell’insieme insediamento attuata in riferimento ad uno o più criteri di organizzazione. Associate a questa parte fondamentale del Piano sono le indicazioni circa il senso da attribuire ai segni del Piano. Tra questi grande rilievo va dato al riconoscimento che le perimetrazioni dei Piani attuativi, dei programmi, dei comparti, della progettazione uni-taria (planovolumetrica o meno), della attuazione diretta e/o indiretta, del PAS ecc., sono effettuati in riferimento alla ripartizione già presente delle zone urbanistiche. Queste ultime appartengono al livello strutturale del Piano, mentre le pe-rimetrazioni sopraelencate sono ripartizioni successive finalizzate alla ge-stione e alla attuazione del Piano. Grande attenzione va pure posta sulle condizioni che consentono l’adattamento delle previsioni del PRG al tempo, agli operatori, ai pro-prietari attuando la modifica degli aspetti morfologici del Piano, ma non del carico insediativo del Piano (carico insediativo di una parte urbana determinata, definita in termini qualitativi e quantitativi) mediante una procedura di approvazione della variazione contenuta tutta in ambito comunale. Il Piano strutturale, nel senso proposto, non è in riferimento al tempo o alla importanza delle opere, ma alla organizzazione dei segni del Piano e alla definizione dei soggetti competenti a tracciarli: Comuni - Provincia per i segni strutturali; Comune per tutti i segni connessi alla gestione del Piano.

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Note Generali

Al fine di meglio inquadrare e valutare le indicazioni contenute nel pre-sente documento, che consiste in un modello di riferimento per l’organizzazione delle norme di Prg, è opportuno esporre brevemente le seguenti considerazioni. La ricerca non vuole certo proporre un compiuto Prg “tipo”, bensì affron-tare i temi che attengono alla leggibilità e trasparenza, alla computabili-tà, all’efficacia ed alla integrabilità degli strumenti urbanistici generali, sebbene, a conclusione di tale lavoro, c’è la prefigurazione di un “modello di riferimento”. Questo modello, per l’elaborazione dei Prg adeguati al Ppar, si sostanzia in una serie di indicazioni, che non vogliono – o meglio, non possono – incidere sui contenuti del progetto, ma che vogliono esplicitare ed evi-denziare gli elementi fondanti del Prg. In riferimento alle norme tecniche di attuazione, l’interesse si concentra sulla struttura e sui contenuti essenziali delle norme, soprattutto al fine di perseguire quella auspicata distinzione tra gli elementi del Prg che disci-plinano l’uso delle risorse e quelli che, più propriamente, appartengono alla fase di gestione. La distinzione tra questi due aspetti citati, ed una individuazione di norme che valutino “la qualità ed il peso” degli interventi di trasformazione, pos-sono poi consentire di separare, nella procedura di approvazione, ciò che nei Prg è di competenza della Provincia, da ciò che è nelle disponibi-lità delle Amministrazioni comunali. Nel modello proposto la parte “operativa” del Prg è contenuta nel titolo 3 “Programma di attuazione del Prg”, di conseguenza, le disposizioni in es-sa contenuta e le ipotesi progettuali descritte dai corrispondenti elaborati (quelli definiti di gestione e programmatici) hanno un carattere opzionale e, comunque, hanno contenuti e caratteri tali da consentire una loro mo-difica con la procedura prevista dall’art.15, commi 3 e 5, della L.r. n.34/1992. In conclusione, la completezza / incompletezza – nel documento possono essere colte ambedue le situazioni – dell’articolato nasce proprio dalla ri-cerca di un punto di equilibrio, in cui sia chiara la natura esemplificativa del modello, ma siano sviluppati i punti essenziali per il raggiungimento degli obbiettivi stabiliti.

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TITOLO 1 TITOLO 1 TITOLO 1 TITOLO 1 ---- CARATTERI CARATTERI CARATTERI CARATTERI E STRUTTURA GENERAL E STRUTTURA GENERAL E STRUTTURA GENERAL E STRUTTURA GENERALE DEL PRGE DEL PRGE DEL PRGE DEL PRG 12121212 CCCCAPO APO APO APO 1.1 1.1 1.1 1.1 ---- O O O OGGETTOGGETTOGGETTOGGETTO, , , , CONTENUTI ED ELABORACONTENUTI ED ELABORACONTENUTI ED ELABORACONTENUTI ED ELABORATI DEL TI DEL TI DEL TI DEL PPPPRGRGRGRG 12121212

Art. 1 - Oggetto e valore conformativo 12 Art. 2 - Natura degli elaborati costitutivi 12 Art. 3 - Elenco degli elaborati costitutivi 13 Art. 4 - Efficacia del piano e misure di salvaguardia 13 Art. 5 - Esenzioni previste dal PPAR 13 Art. 6 - Documenti allegati 14

CCCCAPO APO APO APO 1.2 1.2 1.2 1.2 ---- RTICOLAZIONE E CLASSRTICOLAZIONE E CLASSRTICOLAZIONE E CLASSRTICOLAZIONE E CLASSIFICAZIONE DEL TERRIIFICAZIONE DEL TERRIIFICAZIONE DEL TERRIIFICAZIONE DEL TERRITORIO COMUNALETORIO COMUNALETORIO COMUNALETORIO COMUNALE 15151515 Art. 7 - Partizione del territorio comunale e individuazione delle zone territoriali omogenee 15 Art. 8 - Zone urbanistiche 15

CCCCAPO APO APO APO 1.3 1.3 1.3 1.3 ---- P P P PARAMETRIARAMETRIARAMETRIARAMETRI, , , , DESTINAZIONI DDESTINAZIONI DDESTINAZIONI DDESTINAZIONI D’’’’USO E CATEGORIE DI IUSO E CATEGORIE DI IUSO E CATEGORIE DI IUSO E CATEGORIE DI INTERVENTONTERVENTONTERVENTONTERVENTO 18181818 Art. 9 - Grandezze ed indici 18 Art. 10 - Destinazioni d’uso e funzioni territoriali 18 Art. 11 - Mutamento di destinazione d’uso e mutamento d’uso 21 Art. 12 - Categorie di intervento 21 Art. 13 - Dotazioni minime di parcheggi 22

TITOLO 2 TITOLO 2 TITOLO 2 TITOLO 2 ---- DISCIPLIN DISCIPLIN DISCIPLIN DISCIPLINA DEL TERRITORIOA DEL TERRITORIOA DEL TERRITORIOA DEL TERRITORIO 24242424 CCCCAPO APO APO APO 2.1 2.1 2.1 2.1 ---- T T T TERRITORIO EXTRAURBANERRITORIO EXTRAURBANERRITORIO EXTRAURBANERRITORIO EXTRAURBANOOOO 24242424

ART. 14 - Territorio agricolo, insediamenti diffusi e infrastrutture 24 CCCCAPO APO APO APO 2.1.1 2.1.1 2.1.1 2.1.1 ---- Z Z Z ZONE AGRICOLE E TUTELONE AGRICOLE E TUTELONE AGRICOLE E TUTELONE AGRICOLE E TUTELA DEGLI ELEMENTI DELA DEGLI ELEMENTI DELA DEGLI ELEMENTI DELA DEGLI ELEMENTI DEL PATRIMONIO GEOLOGIC PATRIMONIO GEOLOGIC PATRIMONIO GEOLOGIC PATRIMONIO GEOLOGICOOOO, , , , GEOMORFOLOGICO GEOMORFOLOGICO GEOMORFOLOGICO GEOMORFOLOGICO E IDROGEOLOGICOE IDROGEOLOGICOE IDROGEOLOGICOE IDROGEOLOGICO, , , , DEL PATRIMONIO BOTANDEL PATRIMONIO BOTANDEL PATRIMONIO BOTANDEL PATRIMONIO BOTANICO ICO ICO ICO –––– VEGETAZIONALE E DEL VEGETAZIONALE E DEL VEGETAZIONALE E DEL VEGETAZIONALE E DEL PATRIMONIO STORICO PATRIMONIO STORICO PATRIMONIO STORICO PATRIMONIO STORICO ---- CULTURALECULTURALECULTURALECULTURALE 25252525

Art. 15 - Zone agricole - E 25 Art. 16 - Indirizzi, direttive e prescrizioni per le zone agricole 26 Art. 17 - Regole per gli interventi sugli edifici di interesse storico, architettonico e documentale 32

CCCCAPO APO APO APO 2.2 2.2 2.2 2.2 ---- I I I INSEDIAMENTI NEL TERRNSEDIAMENTI NEL TERRNSEDIAMENTI NEL TERRNSEDIAMENTI NEL TERRITORIO URBANO E INSEITORIO URBANO E INSEITORIO URBANO E INSEITORIO URBANO E INSEDIAMENTI DIFFUSI NELDIAMENTI DIFFUSI NELDIAMENTI DIFFUSI NELDIAMENTI DIFFUSI NEL TERRITORIO TERRITORIO TERRITORIO TERRITORIO EXTRAURBANOEXTRAURBANOEXTRAURBANOEXTRAURBANO 34343434 CCCCAPO APO APO APO 2.2.1 2.2.1 2.2.1 2.2.1 ---- Z Z Z ZONE PREVALENTEMENTE ONE PREVALENTEMENTE ONE PREVALENTEMENTE ONE PREVALENTEMENTE RESIDENZIALIRESIDENZIALIRESIDENZIALIRESIDENZIALI 34343434

Art. 18 - A - Zone storiche 34 Art. 19 - A1 - Zone dei centri e nuclei originari 34 Art. 20 - A2 - Zone dei tessuti edilizi di interesse storico 35 Art. 21 - A3 - Zone dei nuclei residenziali e dei complessi edilizi di interesse storico del territorio extraurbano 35 Art. 22 - B - Zone dei tessuti recenti 35 Art. 23 - B1 - Zone delle Parti con impianto concluso 36 Art. 24 - B2 - Zone delle Parti con impianto incompleto 37 Art. 25 - B3 - Zone dei nuclei residenziali del territorio extraurbano 38 Art. 26 - C - Zone residenziali di espansione 38 Art. 27 - C1 - Zone dei nuovi insediamenti di ampliamento dei tessuti esistenti 39 Art. 28 - C2 - Zone dei nuovi insediamenti di definizione dei margini edificati 40 Art. 29 - C3 - Zone dei nuovi insediamenti del territorio extraurbano 41

CCCCAPO APO APO APO 2.2.2 2.2.2 2.2.2 2.2.2 ---- Z Z Z ZONE PREVALENTEMENTE ONE PREVALENTEMENTE ONE PREVALENTEMENTE ONE PREVALENTEMENTE PRODUTTIVEPRODUTTIVEPRODUTTIVEPRODUTTIVE 43434343 Art. 30 - D - Zone destinate alle attività produttive 43 Art. 31 - D1 - Zone degli insediamenti produttivi esistenti 43 Art. 32 - D2 - Zone dei nuovi insediamenti produttivi nel territorio urbano 44 Art. 33 - D3 - Zone dei nuovi insediamenti produttivi nel territorio extraurbano 45

CCCCAPO APO APO APO 2.3 2.3 2.3 2.3 ---- Z Z Z ZONE DELLE COMPONENTIONE DELLE COMPONENTIONE DELLE COMPONENTIONE DELLE COMPONENTI SISTEMICHE SISTEMICHE SISTEMICHE SISTEMICHE 48484848 Art. 34 - F1 - Zona delle attrezzature e degli impianti con bacino di utenza esteso all’intero comune e/o a più comuni 48 Art. 35 - F1.1 - Zone delle attrezzature dell’istruzione superiore 48 Art. 36 - F1.2 - Zone delle attrezzature sanitarie ed ospedaliere 49 Art. 37 - F1.3 - Zone attrezzature culturali e ricreative 49 Art. 38 - F1.4 - Zone verdi, giardini e boschi di interesse urbano e territoriale 49 Art. 39 - F1.5 - Zone delle attrezzature civiche 51 Art. 40 - F1.6 - Zone degli impianti sportivi 51 Art. 41 - F1.7 - Zone delle attrezzature cimiteriali 51 Art. 42 - F2 - Zone delle attrezzature con bacino di utenza inferiore rispetto alle zone F1 51 Art. 43 - F2.1 - Zone delle attrezzature prevalentemente edificate 51 Art. 44 - F2.2 - Zone delle attrezzature prevalentemente non edificate 52 Art. 45 - F3 - Zone delle infrastrutture 53 Art. 46 - F3.1 - Zone della viabilità 53 Art. 47 - F3.2 - Zone delle linee e degli impianti ferroviari 53 Art. 48 - F3.3 - Zone degli impianti e delle reti tecnologiche 53

1 Gli articoli in corsivo non sono stati sviluppati.

INDICEINDICEINDICEINDICE1111

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Art. 49 - F3.4 - Zone degli impianti di trattamento delle acque reflue 53 CCCCAPOAPOAPOAPO 2.4 2.4 2.4 2.4 ---- V V V VINCOLI NON URBANISTIINCOLI NON URBANISTIINCOLI NON URBANISTIINCOLI NON URBANISTICICICICI 54545454

Art. 50 - Elenco e localizzazione dei vincoli 54 TITOLO 3 TITOLO 3 TITOLO 3 TITOLO 3 ---- PROGRAMMA PROGRAMMA PROGRAMMA PROGRAMMA DI ATTUAZIONE DEL P DI ATTUAZIONE DEL P DI ATTUAZIONE DEL P DI ATTUAZIONE DEL PRGRGRGRG 55555555 CCCCAPO APO APO APO 3.1 3.1 3.1 3.1 ---- G G G GLI STRUMENTI PER LA LI STRUMENTI PER LA LI STRUMENTI PER LA LI STRUMENTI PER LA GESTIONE DEL GESTIONE DEL GESTIONE DEL GESTIONE DEL PPPPIANOIANOIANOIANO 55555555

Art. 51 - Quadro di riferimento, ambiti, piani, programmi e regolamenti - per l’attuazione degli interventi 55 Art. 52 - Il piano attuativo dei servizi e le proposte per il sistema delle attrezzature 56 Art. 53 - Programmi pluriennali di attuazione 56 Art. 54 - Interventi edilizi diretti e interventi urbanistici preventivi 56 Art. 55 - Aree per attrezzature e servizi negli ambiti di attuazione 57 Art. 56 - Concessioni e autorizzazioni rilasciate 57 Art. 57 - Strumenti urbanistici attuativi vigenti 58 Art. 58 - Edifici esistenti non conformi al Piano 58 Art. 59 - Compatibilità ambientale 58

CCCCAPO APO APO APO 3.2 3.2 3.2 3.2 ---- L L L LE MODIFICHE AL E MODIFICHE AL E MODIFICHE AL E MODIFICHE AL PPPPIANOIANOIANOIANO 60606060 Art. 60 - Modifiche al carico insediativo e alle perimetrazioni di zona 60 Art. 61 - Deroghe 61

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Capo 1.1 - Oggetto, contenuti ed elaborati del Prg

Art. 1 - Oggetto e valore conformativo

1.011.011.011.01 Le presenti Norme tecniche di attuazione - in seguito indicate come Nta - e gli elaborati di cui al successivo art. 3 “Elenco degli elabo-rati costitutivi” costituiscono il Piano regolatore generale - in seguito indi-cato come Piano - del Comune di “Modello”. 1.021.021.021.02 Il Piano è redatto ai sensi della L. n.1150/1942 e successive modifiche ed integrazioni, nonché della L.r. n.34/1992 e successive mo-difiche. 1.031.031.031.03 Il Piano è altresì conforme agli indirizzi, alle direttive ed alle pre-scrizioni del Piano paesistico ambientale regionale - in seguito indicato come Ppar - approvato dal Consiglio regionale con D.a. n.197/1989, del Piano di inquadramento territoriale - in seguito indicato come Pit - approvato dalla Giunta regionale con D.a. n.3096/1998, e del Piano territoriale di coordinamento - in seguito indicato come Ptc - approvato dal Consiglio provinciale con D.a. n.00/0000. 1.041.041.041.04 Il Piano definisce l’assetto e l’uso di tutto il territorio comunale, detta norme per l’attuazione delle previsioni in esso contenute e, al fine di guidare ed indirizzare il processo di trasformazione del territorio, detta prescrizioni e/o esemplificazioni progettuali e procedurali che riguarda-no: - le pre-condizioni necessarie, in relazione al livello di vulnerabilità del

territorio, per l’attuazione delle trasformazioni; - le caratteristiche fisiche, quantitative e qualitative, delle trasformazioni; - le caratteristiche funzionali, gli usi ammessi ed il tipo di fruizione degli

oggetti trasformati; - le modalità e gli atti tecnico - amministrativi abilitanti le trasformazio-

ni;2 - le categorie di intervento. 1.051.051.051.05 Le disposizioni del Piano, comunque, non prefigurano la natura del regime, pubblico o privato, dei suoli e/o degli edifici.3 1.061.061.061.06 Il regime pubblico, dei suoli e/o degli edifici, è individuato e pre-cisato dall’Amministrazione comunale con specifici provvedimenti previsti dalle vigenti leggi, quali: piani e programmi per l’edilizia residenziale pubblica e per gli insediamenti produttivi, piano attuativo per i servizi - in seguito indicato come Pas – di cui all’art.20 della L.r. n.34/1992, singoli progetti di opera pubblica.

Art. 2 - Natura degli elaborati costitutivi

2.012.012.012.01 Il Piano è costituito da elaborati, specificati nel successivo art.4 “Elenco degli elaborati costitutivi”, denominati: elaborati strelaborati strelaborati strelaborati strutturali ed utturali ed utturali ed utturali ed elaborati programmelaborati programmelaborati programmelaborati programmaaaaticiticiticitici.4 2.022.022.022.02 Gli elaborati strutturali di progetto del Piano sono adottati dal Consiglio comunale ed approvati dal Consiglio provinciale.

2 Queste disposizioni, che attengono alla fase di gestione del Prg, sono distinte nelle Nta, da quelle che segnatamente appartengono alla parte “strutturale”. E’ anche possibile evitare l’inclusione nel Prg delle scelte (e delle relative norme) che attengono alla gestione ed alla pro-grammazione degli interventi, demandando tali scelte a successivi atti amministrativi. 3 Con questo comma si evidenzia il valore conformativo del Prg, quale strumento per l’individuazione delle risorse e degli appropriati interventi di trasformazione, distinguendo questa fase fondante da quella delle scelte di opportunità tra intervento pubblico o privato, chiaramente afferente alla successiva gestione dello strumento urbanistico. 4 La distinzione tra parte “strutturale” e parte “operativa” del Prg deve trovare esplicita evidenza nella organizzazione degli elaborati cartografici.

TITOLO 1 TITOLO 1 TITOLO 1 TITOLO 1 ---- CARATTERI E CARATTERI E CARATTERI E CARATTERI E STRUTTURA GENERALE STRUTTURA GENERALE STRUTTURA GENERALE STRUTTURA GENERALE DEL PRGDEL PRGDEL PRGDEL PRG

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2.032.032.032.03 Gli elaborati programmatici, che precisano gli elementi per la gestione del Piano e gli orientamenti e le scelte per la progettazione dei singoli piani attuativi e/o dei piani e dei programmi di settore, rientrando nelle condizioni espresse dall’art.15, commi 3 e 5, della L.r. n.34/1992, sono adottati ed approvati dal Consiglio comunale.

Art. 3 - Elenco degli elaborati costitutivi

3.013.013.013.01 Il Piano è costituito dagli elaborati di seguito elencati.5 Elaborati strutturaliElaborati strutturaliElaborati strutturaliElaborati strutturali Elaborato P1 Relazione Elaborato P2 Norme tecniche di attuazione Tavole P3.x Ambiti definitivi di tutela scale 1:5.000 / 10.000 Tavole P4.x Articolazione del territorio comunale

e zone territoriali omogenee scale 1:5.000 / 10.000

Tavole P5.x Zone del territorio extraurbano scale 1:5.000 / 10.000 Tavole P6.x Zone del territorio urbano scala 1:2.000 Elaborati programmElaborati programmElaborati programmElaborati programmaaaaticiticiticitici Elaborato Pr1 Relazione Tavole Pr2.x Individuazione e perimetrazione di

piani attuativi, programmi, progetti d’opera

scala 1:5.000 scala 1:2.000

Tavole Pr3.x Proposte per il sistema ambientale scale 1:5.000 / 10.000 Tavole Pr4.x Proposte per il sistema della mobilità scale 1:10.000 / 25.000 Tavole Pr5.x Proposte per il sistema dei servizi scale 1:2.000 / 5.000 Tavole Pr6.x Proposte di assetto urbanistico scala 1:2.000 Elaborati ricognitiviElaborati ricognitiviElaborati ricognitiviElaborati ricognitivi Elaborato Ps1 Relazione Tavole Ps2.x Elenco e localizzazione dei vincoli

non urbanistici scala 1:5.000 scala 1:2.000

Art. 4 - Efficacia del piano e misure di salvaguardia

4.014.014.014.01 Le disposizioni del presente Piano sostituiscono la disciplina ur-banistica comunale preesistente e ad esse si applicano le misure di sal-vaguardia previste dalla vigente legge nazionale e regionale.

Art. 5 - Esenzioni previste dal PPAR

5.015.015.015.01 Con l’approvazione del presente Piano viene meno l’applicazione delle prescrizioni di base transitorie previste dal Ppar, non-dimeno, nelle zone soggette a tutela paesistico-ambientale, tranne che nelle aree delimitate ai sensi della L.r. n.52/19746, sono ammissibili le opere di rilevante trasformazione del territorio, con le modalità e le pro-cedure di cui al titolo V e artt.63 bis e 63 ter del Ppar. 5.025.025.025.02 Sono altresì ammesse nelle suddette zone, le opere di migliora-mento fondiario in stretta connessione con l’attività agricola, sulla base di

5 L’elenco, indicando gli elaborati essenziali, ha un valore indicativo. Si ricorda inoltre che gli elaborati di gestione e programmatici, fatta salva la relazione generale, possono anche non es-sere presenti nel Prg portato alla approvazione della Provincia. 6 L.r. n.52/1974 “Provvedimenti per la tutela degli ambienti naturali”.

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un programma di sviluppo aziendale approvato così come previsto dal regolamento CEE n.757/1985.

Art. 6 - Documenti allegati

6.016.016.016.01 Le ricerche e gli studi svolti per la elaborazione del Piano sono sintetizzati nei seguenti elaborati, allegati al Piano:7 - Elaborato A1 Relazione di analisi - Tavole B1.x Ambiti provvisori di tutela scale 1:5.000/10.000 - Tavole B2.x Bilancio complessivo della tutela scale 1:5.000/10.000 - Elaborato C1 Relazione geologica - Tavole C2.

x Elaborati geologici e geomorfologici

scale 1:2.000/5.000/10.000

- Elaborato D1 Relazione botanica - Tavole D2.

x Elaborati botanici scale 1:5.000/10.000

- Tavole E1.x Stato di fatto delle infrastrutture scale 1:5.000/10.000 - Tavole E2.x Stato di fatto dell’insediamento scale 1:2.000/5.000

7 Anche questo elenco, come il precedente, ha un valore indicativo.

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Capo 1.2 - rticolazione e classificazione del territorio comunale

Art. 7 - Partizione del territorio comunale e individuazione delle zone

territoriali omogenee

7.017.017.017.01 Ai fini descrittivi il Piano articola il territorio comunale in: ---- Territorio urbanoTerritorio urbanoTerritorio urbanoTerritorio urbano, comprendente i suoli attualmente urbanizzati, i suoli

parzialmente interessati da processi di urbanizzazione che il Piano pre-vede di definire, ed alcuni suoli, attualmente agricoli, nei quali si pre-vede l'espansione dell'insediamento urbano;

---- Territorio extraurbanoTerritorio extraurbanoTerritorio extraurbanoTerritorio extraurbano, comprendente i suoli agricoli e quei suoli inte-ressati da vari processi di trasformazione, che hanno determinano una organizzazione dell'insediamento con esiti diversi da quelli agricoli, ma non con le caratteristiche proprie di quello urbano.8

7.027.027.027.02 Il Piano, ai fini normativi e per gli effetti del D.m. n.1444/1968 e della L.r. n.34/1992, individua le seguenti zone territoriali omogenee:9 ---- ZZZZto A)to A)to A)to A) parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rive-

stono carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale; ---- ZZZZto B)to B)to B)to B) parti del territorio totalmente o parzialmente edificate; ---- ZZZZtttto C)o C)o C)o C) parti del territorio destinate a nuovi insediamenti a prevalente

funzione residenziale; ---- ZZZZto D)to D)to D)to D) parti del territorio destinate a nuovi insediamenti a prevalente

funzione produttiva, industriale e commerciale; ---- Zto E)Zto E)Zto E)Zto E) parti del territorio destinate alla produzione agro-silvo-

pastorale. 7.037.037.037.03 Il Piano articola, altresì, la Zto F) in tre zone denominate: ---- Zto F1)Zto F1)Zto F1)Zto F1) zone destinate ad attrezzature ed impianti con bacino di uten-

za esteso all’intero comune e/o a più comuni; ---- Zto F2)Zto F2)Zto F2)Zto F2) zone con bacino di utenza inferiore rispetto alla zona F1. Ri-

comprendono le aree necessarie per il soddisfacimento degli standard di cui all’art.3 del D.m. n.1444/1968;

---- Zto F3)Zto F3)Zto F3)Zto F3) zone destinate alle infrastrutture. 7.047.047.047.04 L’articolazione del territorio comunale in territorio urbano ed ex-traurbano e la suddivisione in zone territoriali omogenee, è indicata nelle tavole P4.x “Articolazione del territorio comunale e zone territoriali omo-genee”.10

Art. 8 - Zone urbanistiche11

8.018.018.018.01 Ai fini della organizzazione ed applicazione della disciplina urba-nistica e paesistico - ambientale nel territorio comunale, il Piano individua le seguenti zone urbanistiche. 12

8 Con riferimento alla definizione di zone agricole, di cui all’art.1, commi 1 e 2, della L.r. n.13/1990, nel “territorio extraurbano” del Prg sono individuate sia zone agricole (zto E), sia al-tre zone ricadenti nelle restanti zone territoriali omogenee (zto A, B, C, D, E ed F) 9 Alle singole zone territoriali omogenee sono associate le prescrizioni relative: alle categorie di usi ammessi (prevalenti e complementari), agli standard (previsti dalle leggi vigenti e/o dal Prg), ai parametri urbanistici ed edilizi (precisati con l’individuazione delle zone urbanistiche) e alle modalità di attuazione (previste dalle leggi vigenti e precisati dal Prg). 10 L’insieme delle superfici delle zto A, B, C, D, E ed F corrisponde all’intera superficie del territo-rio comunale. Ciascuna zto non contiene parti delle restanti zto, tuttavia, la zto F, contenendo vari elementi (puntuali, areali, lineari, ecc.) che si intersecano con le altre zto, può non risultare cartograficamente rappresentata per intero, costituendo il “negativo” delle restanti zto. 11 In questo modello di norme si fa riferimento alle zone urbanistiche, nondimeno si ricorda la possibilità e l’opportunità di individuare anche sottozone urbanistiche (Cfr. Caratteri e struttura generale del Prg – allegato 4 Glossario vedi: Zone e sottozone urbanistiche). 12 L’elenco delle seguenti zone urbanistiche ha un valore esemplificativo al fine di sviluppare una prima articolazione di “tipi di zone. Esse sono state definite utilizzando alcuni semplici criteri in

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8.028.028.028.02 Zone storiche Zone storiche Zone storiche Zone storiche –––– A) A) A) A) Parti ed elementi dell’insediamento che sono vitali permanenze di un pas-sato da cui deriva valore per gli insediamenti attuali e futuri. Le zone A) si articolano nelle seguenti zone: ---- Zone A1.xZone A1.xZone A1.xZone A1.x Centri e nuclei storici originari; ---- Zone A2.xZone A2.xZone A2.xZone A2.x Tessuti edilizi di interesse storico; ---- Zone A3.xZone A3.xZone A3.xZone A3.x Nuclei residenziali e complessi edilizi di interesse storico del

territorio extraurbano.13 8.038.038.038.03 Le zone urbanistiche A1), A2) e A3) del Piano sono articolazione della zona territoriale omogenea A) di cui al D.m. n.1444/1968. 8.048.048.048.04 Zone dei tessuti recenti Zone dei tessuti recenti Zone dei tessuti recenti Zone dei tessuti recenti –––– B) B) B) B) Parti dell’insediamento, prevalentemente residenziali, di recente realizza-zione. Le zone B) si articolano nelle seguenti zone: ---- Zone B1.xZone B1.xZone B1.xZone B1.x Parti con impianto concluso; ---- Zone B2.xZone B2.xZone B2.xZone B2.x Parti con impianto incompleto; ---- Zone B3.xZone B3.xZone B3.xZone B3.x Nuclei residenziali del territorio extraurbano. 8.058.058.058.05 Le zone urbanistiche B1), B2) e B3) del Piano sono articolazione della zona territoriale omogenea B) di cui al D.m. n.1444/1968. 8.068.068.068.06 Zone residenziali di espansione Zone residenziali di espansione Zone residenziali di espansione Zone residenziali di espansione –––– C) C) C) C) Parti del territorio destinate a nuovi insediamenti prevalentemente resi-denziali. Le zone C) si articolano nelle seguenti zone: ---- Zone C1Zone C1Zone C1Zone C1.x Nuovi insediamenti di ampliamento dei tessuti esistenti;.x Nuovi insediamenti di ampliamento dei tessuti esistenti;.x Nuovi insediamenti di ampliamento dei tessuti esistenti;.x Nuovi insediamenti di ampliamento dei tessuti esistenti; ---- Zone C2.x Nuovi insediamenti di definizione dei margini edificati;Zone C2.x Nuovi insediamenti di definizione dei margini edificati;Zone C2.x Nuovi insediamenti di definizione dei margini edificati;Zone C2.x Nuovi insediamenti di definizione dei margini edificati; ---- Zone C3.x Nuovi insediamenti nel territorio extraurbano.Zone C3.x Nuovi insediamenti nel territorio extraurbano.Zone C3.x Nuovi insediamenti nel territorio extraurbano.Zone C3.x Nuovi insediamenti nel territorio extraurbano. 8.078.078.078.07 Le zone urbanistiche C1), C2) e C3) del Piano sono articolazione della zona territoriale omogenea C) di cui al D.m. n.1444/1968 ed ad esse si applica la norma di cui all’art.21, comma 4, della L.r. n.34/1992. 8.08 8.08 8.08 8.08 Zone destinate alle attività produttive Zone destinate alle attività produttive Zone destinate alle attività produttive Zone destinate alle attività produttive –––– D) D) D) D) Parti dell’insediamento e del territorio destinate alle attività produttive non agricole. Le zone D) si articolano nelle seguenti zone: ---- Zone D1.xZone D1.xZone D1.xZone D1.x Insediamenti produttivi esistenti;14 ---- Zone D2.xZone D2.xZone D2.xZone D2.x Nuovi insediamenti produttivi nel territorio urbano; ---- Zone D3.xZone D3.xZone D3.xZone D3.x Nuovi insediamenti produttivi nel territorio extraurbano. 8.098.098.098.09 Le zone urbanistiche D1) del Piano sono articolazione della zona territoriale omogenea B) di cui al D.m. n.1444/1968, le zone urbanisti-che D2) e D3) sono articolazione della zona territoriale omogenea D) di cui al D.m. n.1444/1968. 8.108.108.108.10 Zone agriZone agriZone agriZone agricole cole cole cole –––– E) E) E) E) Parti del territorio destinate prevalentemente alle attività produttive agro-silvo-pastorali. Le zone E) si articolano nelle seguenti zone: ---- Zone E1.xZone E1.xZone E1.xZone E1.x Aree agricole di rilevante valore paesistico-ambientale; ---- Zone E2.xZone E2.xZone E2.xZone E2.x Aree agricole di interesse paesistico-ambientale; ---- Zone E3.xZone E3.xZone E3.xZone E3.x Aree agricole. 8.118.118.118.11 Le zone urbanistiche E1), E2) e E3) del Piano sono articolazione della zona territoriale omogenea E) di cui al D.m. n.1444/1968. 8.128.128.128.12 Zone delle attrezzature e degli impianti con bacino di utenza Zone delle attrezzature e degli impianti con bacino di utenza Zone delle attrezzature e degli impianti con bacino di utenza Zone delle attrezzature e degli impianti con bacino di utenza esesesesteso all’intero comteso all’intero comteso all’intero comteso all’intero comuuuune e/o a più comuni ne e/o a più comuni ne e/o a più comuni ne e/o a più comuni –––– F1) F1) F1) F1)15151515

funzione delle comuni strutturazioni degli insediamenti. (Cfr. Caratteri e struttura generale del Prg – allegato 3 Zone urbanistiche di riferimento). 13 In sede di organizzazione e numerazione delle zone (e delle eventuali sottozone) può essere utile identificare con una diversa sigla le zone, non agricole, ricadenti nel territorio extraurbano. A esempio, questa zona potrebbe essere identificata quale zona Ae1). 14 E’ chiaro che possono essere distinte le zone produttive inserite negli insediamenti urbani da quelle collocate, sparse o aggregate, nel territorio extraurbano. 15 L’elenco, esemplificativo, fa sostanzialmente riferimento alle attrezzature ed agli impianti enu-merati nel D.m. n.1444/1968. Per queste zone è poi importante distinguere, in sede di Prg, quelle che sono integrate negli insediamenti urbani, da quelle (anche dello stesso tipo) che sono

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Le zone F1)16 sono articolate nelle seguenti zone: ---- Zone F1.1 Zone F1.1 Zone F1.1 Zone F1.1 Attrezzature per l’istruzione superiore; ---- Zone F1.2 Zone F1.2 Zone F1.2 Zone F1.2 Attrezzatura sanitarie ed ospedaliere; ---- Zone F1.3 Zone F1.3 Zone F1.3 Zone F1.3 Attrezzature culturali e ricreative; ---- Zone F1.4 Zone F1.4 Zone F1.4 Zone F1.4 Aree verdi, giardini e boschi di interesse urbano e territo-

riale; ---- Zone F1.5 Zone F1.5 Zone F1.5 Zone F1.5 attrezzature civiche; ---- Zone F1.6 Zone F1.6 Zone F1.6 Zone F1.6 Impianti sportivi; ---- Zone F1.7 Zone F1.7 Zone F1.7 Zone F1.7 Attrezzature cimiteriali; ---- Zone F1.xZone F1.xZone F1.xZone F1.x …………………………… 8.138.138.138.13 Le zone urbanistiche F1.1, F1.2, F1.3, F1.4, F1.5, F1.6, F1.7, F1.x (Fe1.x) del Piano sono articolazione della zona territoriale omoge-nea F) di cui al D.m. n.1444/1968. 8.148.148.148.14 Zone delle attrezzature Zone delle attrezzature Zone delle attrezzature Zone delle attrezzature –––– F2) F2) F2) F2)17171717 Parti dell’insediamento e del territorio con bacino di utenza inferiore ri-spetto alla zona F1. Le zone F2) sono articolate nelle seguenti zone: ---- Zone F2.1Zone F2.1Zone F2.1Zone F2.1 Aree, prevalentemente edificate, per attrezzature

dell’istruzione e di interesse comune; ---- Zone F2.2 Zone F2.2 Zone F2.2 Zone F2.2 Aree, prevalentemente non edificate, per il verde attrezzato

e per i parcheggi; ---- Zone F2.x Zone F2.x Zone F2.x Zone F2.x …………………………….. 8.158.158.158.15 Le zone urbanistiche F2.1, F2.2, F2.x (Fe2.x) del Piano sono arti-colazione della zona territoriale omogenea F) di cui al D.m. n.1444/1968. Esse, qualora interessino attrezzature, impianti ed aree di proprietà pubblica, concorrono al soddisfacimento della dotazione mini-ma di standard di cui all’art.3 del D.m. n.1444/1968. 8.168.168.168.16 Zone per le infrastrutture Zone per le infrastrutture Zone per le infrastrutture Zone per le infrastrutture –––– F3) F3) F3) F3)18181818 Parti dell’insediamento e del territorio destinate alle infrastrutture a rete e puntuali. Le zone F3) sono articolate nelle seguenti zone: ---- Zone F3.1Zone F3.1Zone F3.1Zone F3.1 Viabilità; ---- Zone F3.2Zone F3.2Zone F3.2Zone F3.2 Linee ed impianti ferroviari; ---- Zone F3.3Zone F3.3Zone F3.3Zone F3.3 Impianti e reti tecnologiche; ---- Zone F3.4Zone F3.4Zone F3.4Zone F3.4 Impianti di trattamento delle acque reflue; ---- Zone F3.xZone F3.xZone F3.xZone F3.x ……………………………………………. 8.178.178.178.17 Le zone urbanistiche F3.1, F3.2, F3.3, F3.4, F3.x (Fe3.x) del Pia-no sono articolazione della zona territoriale omogenea F) di cui al D.m. n.1444/1968.

site nel territorio extraurbano. 16 Le attrezzature e gli impianti ubicati nel territorio extraurbano sono contrassegnati dal simbolo “e”: Fe1.x. 17 Le attrezzature e gli impianti ubicati nel territorio extraurbano sono contrassegnati dal simbolo “e”: Fe2.x. 18 Le attrezzature e gli impianti ubicati nel territorio extraurbano sono contrassegnati dal simbolo “e”: Fe3.x.

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Capo 1.3 - Parametri, destinazioni d’uso e categorie di intervento

Art. 9 - Grandezze ed indici

9.019.019.019.01 Il Piano utilizza le grandezze e gli indici edilizi ed urbanistici di se-guito elencati, le cui definizioni sono contenute e precisate nel Rec. Grandezze Grandezze Grandezze Grandezze St - Superficie territoriale Sf - Superficie fondiaria Sc - Superficie coperta Sul - Superficie utile lorda Sua - Superficie utile abitabile V - Volume Vc - Volume complessivo Np - Numero dei piani H - Altezza della fronte dell’edificio H max - Altezza massima dell’edificio De - Distanza tra gli edifici Df - Distanza tra pareti finestrate Dc - Distanza dai confini Ds - Distanza dalle strade Indici Indici Indici Indici Ut - Indice di utilizzazione territoriale Uf - Indice di utilizzazione fondiaria It - Indice di fabbricabilità territoriale If - Indice di fabbricabilità fondiaria Ic - Indice di copertura Ps - Indice di permeabilità dei suoli19 Pi - Indice di piantumazione

Art. 10 - Destinazioni d’uso e funzioni territoriali

10.0110.0110.0110.01 Nel rispetto delle disposizioni del D.m. n.1444/1978 relative agli usi ammessi nelle zone territoriali omogenee, il Piano: - individua la funzione territoriale delle zone urbanistiche, di cui all’art.7

“Zone urbanistiche”; - definisce le categorie di usi degli edifici, delle aree e delle infrastruttu-

re, specificando quelle prevalenti e quelle complementari, che concor-rono a determinare la funzione territoriale;

- esemplifica i principali usi, attività e attrezzature presenti nelle catego-rie di usi.

10.0210.0210.0210.02 Il Piano utilizza le funzioni territoriali, le categorie di usi e gli usi elencati nella seguente tabella.

19 L’indice di permeabilità dei suoli e l’indice di piantumazione non sono presenti nel Ret, compete ai singoli Rec definirli e, eventualmente, integrarli con altri indici di carattere ecologico.

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Zona TerritoriZona TerritoriZona TerritoriZona Territoriaaaalelelele

OmogOmogOmogOmogeeeeneaneaneanea Zone UrbanisticheZone UrbanisticheZone UrbanisticheZone Urbanistiche

categorie di usicategorie di usicategorie di usicategorie di usi usiusiusiusi20202020

Funzioni TerritoriFunzioni TerritoriFunzioni TerritoriFunzioni Territoriaaaalililili

residenziale • residenze. • residenze collettive.

RESIDENZIRESIDENZIRESIDENZIRESIDENZIAAAALELELELE destinazione prevalente (almeno il 51%)

distributiva e terziaria a basso carico urba-nistico di servizio produttiva a basso carico urbanistico

• commercio diffuso e su piccole superfici (< 200 m2 di superfi-cie utile di vendita).

• manutenzione e riparazione di beni.

• alberghi e ristoranti. • attività terziarie diffuse. • servizi diffusi. • attività manifatturiere diffuse e

su piccole superfici (< 200 m2 di superficie utile lorda).

destinazioni complemen-tari e compatibili

distributiva • commercio concentrato e su grandi superfici (> 400 m2 di superficie utile di vendita).

DISTRIBUTDISTRIBUTDISTRIBUTDISTRIBUTIIIIVAVAVAVA destinazione prevalente (almeno il 51%)

terziaria produttiva di servizio residenziale

• attività terziarie. • attività manifatturiere. • servizi diffusi. • residenze connesse alle attività

presenti.

destinazioni complemen-tari e compatibili

terziaria di servizio

• attività terziarie. • alberghi e ristoranti. • servizi concentrati.

TERZIARIATERZIARIATERZIARIATERZIARIA destinazione prevalente (almeno il 51%)

distributiva • commercio.

destinazioni complemen-tari e compatibili

produttiva • attività artigianali ed industriali.

PRODUTTPRODUTTPRODUTTPRODUTTIIIIVAVAVAVA ARTIGIANARTIGIANARTIGIANARTIGIANAAAALE ELE ELE ELE E INDUSTRIINDUSTRIINDUSTRIINDUSTRIAAAALELELELE21212121

destinazione prevalente (almeno il 51%)

20 L’elenco degli usi fa particolare riferimento alla classificazione operata dall’ISTAT. Da annota-re che in esso gli “usi” sono denominati facendo riferimento anche ad attività e attrezzature, quando ciò appare più efficace. E’ poi evidente che si tratta di un elenco esemplificativo, compe-te ai singoli Prg individuare categorie di usi e gli usi adeguati alle specifiche situazioni dell’insediamento. 21 Le funzioni distributiva, terziaria, produttiva artigianale ed industriale, aggregate individuano la funzione produttiva.

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Zona TerritoriZona TerritoriZona TerritoriZona Territoriaaaalelelele OmogOmogOmogOmogeeeeneaneaneanea

Zone UrbanisticheZone UrbanisticheZone UrbanisticheZone Urbanistiche

categorie di usicategorie di usicategorie di usicategorie di usi usiusiusiusi20202020

Funzioni TerritoriFunzioni TerritoriFunzioni TerritoriFunzioni Territoriaaaalililili

terziaria e distributiva di servizio residenziale

• attività terziarie. • commercio. • servizi diffusi. • residenze connesse alle attività

presenti.

destinazioni complemen-tari e compatibili

servizi, pubblici e pri-vati, di interesse col-lettivo

• sedi istituzionali e amministrati-ve.

• istruzione. • sanità. • altri servizi.

DI SERVIZIODI SERVIZIODI SERVIZIODI SERVIZIO destinazione prevalente (almeno il 51%)

reti di trasporto impianti e reti di ener-gia ed acqua

• rete stradale, ferroviaria, porti e idrovie, aeroporti.

• rete elettrica, idrica, fognante, telefonica, gasdotti, impianti di smaltimento.

INFRASTRUINFRASTRUINFRASTRUINFRASTRUT-T-T-T-TURTURTURTURAAAALELELELE

destinazione

produttiva agro-silvo-pastorale

• coltivazioni e zootecnia • silvicoltura. • piscicoltura.

AGRICOLAAGRICOLAAGRICOLAAGRICOLA destinazione

ricettiva produttiva improduttiva

• agriturismo e simili. • attività connesse alle produzio-

ni agricole. • alveo dei corsi d’acqua e loro

letto di espansione, scarpate e ripe, calanchi, aree naturalisti-che.

destinazioni complemen-tari e com-patibili

coltivazione di cave • estrazione dei materiali di cava.• deposito e lavorazione dei

materiali di cava.

ATTIVITA’ATTIVITA’ATTIVITA’ATTIVITA’ ESTRATTESTRATTESTRATTESTRATTIIIIVEVEVEVE

destinazione

10.0310.0310.0310.03 Il Piano, altresì, stabilisce le categorie di usi ammesse nelle singo-le zone territoriali omogenee (ZTO), specificando quelle prevalenti e quelle complementari e determinando quantitativamente i rapporti tra le diverse categorie di usi e tra gli usi della medesima categoria. 10.0410.0410.0410.04 Il Piano, in riferimento alle categorie di usi ammessi nelle singole zone territoriali omogeneee (ZTO), stabilisce i rapporti tra capacità inse-diativa e dotazione minima di aree per il soddisfacimento degli standard di cui all’art.3 del D.m. n.1444/1968.22 10.0510.0510.0510.05 Le superfici per standards sono quantitativamente e complessi-vamente determinate in riferimento alle categorie di usi precisate con la ZTO. Le superfici per standards sono poi ulteriormente precisate (ubicazione, quantità, qualità) con le zone urbanistiche del PRG e/o tramite i Piani at-tuativi e/o con le singole concessioni edilizie.

22 Il Prg garantisce idonei rapporti tra capacità insediativa ed aree, la natura pubblica di dette aree sarà successivamente determinata dal Pas.

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Art. 11 - Mutamento di destinazione d’uso e mutamento d’uso

11.0111.0111.0111.01 Costituisce mutamento di destinazione d’usomutamento di destinazione d’usomutamento di destinazione d’usomutamento di destinazione d’uso23232323 il passaggio dall’una all’altra delle categorie di usi, di cui al precedente art.10 “Desti-nazioni d’uso e funzioni territoriali”, di seguito richiamate: ---- destinazioni residenziali; ---- destinazioni distributive; ---- destinazioni terziarie; ---- destinazioni produttive, artigianali e industriali; ---- destinazioni di servizio; ---- destinazioni agricole. 11.0211.0211.0211.02 Non costituisce mutamento di destinazione d’uso, ma unicamen-te mutamento d’usomutamento d’usomutamento d’usomutamento d’uso, una variazione che interviene nell’ambito della me-desima categoria, non comportando il mutamento d’uso incremento nel-la dotazione di standard fissati dal Piano nell’ambito delle ZTO. 11.0311.0311.0311.03 Nelle zone urbanistiche è sempre ammesso il mutamento d’usomutamento d’usomutamento d’usomutamento d’uso, interno alla corrispondente categoria d’uso. Sono, comunque, fatte salve, sia specifiche disposizioni di legge e/o di specifici piani e regolamenti set-toriali, sia specifiche limitazioni previste nelle singole zone urbanistiche. 11.0411.0411.0411.04 Il mutamento di destinazione d’usomutamento di destinazione d’usomutamento di destinazione d’usomutamento di destinazione d’uso a livello di singole unità im-mobiliari e/o di edificio/i è ammesso solo se conforme agli usi e alle ca-tegorie di uso previsti e stabiliti per le singole zone urbanistiche e nelle ZTO. 11.0511.0511.0511.05 Qualora il mutamento di destinazione d’uso comporti variazione degli standard urbanistici, esso è ammesso solo se conforme alle previ-sioni della ZTO e si dimostri il soddisfacimento degli standard previsti dal-le leggi nazionali e regionali e/o dal presente Piano. 11.0611.0611.0611.06 L’onerosità del mutamento di destinazione d’uso con opere è le-gata alle categorie di intervento previste in riferimento a quanto stabilito dalla l.r. 14/86.

Art. 12 - Categorie di intervento

12.0112.0112.0112.01 Il Piano prevede per gli interventi relativi agli edifici, agli impianti, alle infrastrutture ed alle aree le seguenti categorie, le cui definizioni ed i corrispondenti atti tecnico-amministrativi abilitanti sono contenuti e preci-sati nel Rec:24 Mo - Manutenzione ordinaria Ms - Manutenzione straordinaria

23 In sede di Prg si è ritenuto di esplicitare la definizione e le regole di ammissibilità / non am-missibilità del mutamento di destinazione d’uso. Le precisazioni relative al rapporto con le cate-gorie di intervento, alla natura dell’atto abilitativo e all’onerosità possono essere collocate all’interno del Rec. 24 Può essere utile collegare le categorie di intervento agli oggetti dell’intervento.

unità immobiliare

parti condominiali

edificio isolato urb.

Mo - Manutenzione ordinaria • • • Ms - Manutenzione straordinaria • • • Mi - Modifiche interne • • R - Restauro • • • Rc - Risanamento conservativo • • Re - Ristrutturazione edilizia • Dr - Demolizione e ricostruzione • D - Demolizione • Ne - Nuova edificazione • Ru - Ristrutturazione urbanistica •

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Mi - Modifiche interne R - Restauro Rc - Risanamento conservativo Re - Ristrutturazione edilizia Dr - Demolizione e ricostruzione D - Demolizione Ne - Nuova edificazione Ru - Ristrutturazione urbanistica

Art. 13 - Dotazioni minime di parcheggi

13.0113.0113.0113.01 Il Piano, ad integrazione delle vigenti leggi nazionali e regionali in materia di dotazioni di parcheggi, stabilisce le superfici minime da de-stinare a parcheggi, in ragione delle zone territoriali omogenee, delle ca-tegorie di usi e delle categorie di intervento edilizio e urbanistico. 13.0213.0213.0213.02 Il Piano prevede la realizzazione: ---- di parcheggi primari P1),parcheggi primari P1),parcheggi primari P1),parcheggi primari P1), all’interno delle superfici fondiarie,25 neces-

sari a soddisfare le esigenze elementari di mobilità e sosta; ---- di parcheggi secondari P2),parcheggi secondari P2),parcheggi secondari P2),parcheggi secondari P2), in specifiche aree esterne alle superfici

fondiarie, necessari a rendere organico e completo il sistema della mobilità e degli spazi di sosta nel territorio comunale.

13.0313.0313.0313.03 Ad integrazione di quanto già stabilito dall’art.41 sexies della L. n.1150/1942, il Piano stabilisce le dotazioni minime di parcheggi primari P1)26 in riferimento alle singole zone territoriali omogenee, sia in ragione del carico urbanistico27 determinato dalle categorie di usi ammessi, sia in riferimento alle categorie di intervento edilizio. 13.0413.0413.0413.04 Le dotazioni minime di seguito indicate sono espresse in m2 di superficie di parcheggio, comprensiva degli spazi di manovra, ogni 100 m2 di superficie utile lorda complessiva interessata dall’intervento.28 13.0513.0513.0513.05 Per gli interventi ricadenti nella zone territoriali omogenee A) e B), se soggette a piani attuativi, non si applicano le suddette dotazioni mini-

25 Questi parcheggi possono essere realizzati anche su aree che non facciano parte del lotto, purché siano asservite all’edificio con vincolo di destinazione a parcheggio a mezzo di atto tra-scritto. Può, altresì, essere computata anche la superficie utile lorda delle autorimesse. 26 Trattasi di parcheggi privati, qualora lo si ritenga necessario ed opportuno sarà possibile fissa-re, in sede di Prg, di piano attuativo e/o in sede di convenzione, una quota di parcheggi di uso pubblico. 27 Il carico urbanistico può essere definito quale impegno complessivamente indotto sul sistema delle infrastrutture della mobilità da parte delle attività insediate e da insediare, identificabile, quindi, parametricamente dagli standard di parcheggio. 28 I valori sono riportati a titolo esemplificativo Categorie di interveCategorie di interveCategorie di interveCategorie di intervennnntotototo Categorie di usiCategorie di usiCategorie di usiCategorie di usi

Nuova edificazione Demolizione e ricostruzione

Ristrutturazione edilizia*

Residenziale 30 m2 / 100 m2 10 m2 / 100 m2 Distributiva 100 m2 / 100 m2 50 m2 / 100 m2 - a basso carico urbanistico** 50 m2 / 100 m2 25 m2 / 100 m2 Terziaria 100 m2 / 100 m2 50 m2 / 100 m2 - a basso carico urbanistico 50 m2 / 100 m2 25 m2 / 100 m2 Produttiva 40 m2 / 100 m2 20 m2 / 100 m2 - a basso carico urbanistico 20 m2 / 100 m2 10 m2 / 100 m2 Di servizio 80 m2 / 100 m2 40 m2 / 100 m2 - a basso carico urbanistico 40 m2 / 100 m2 20 m2 / 100 m2 * La possibile previsione di standard di parcheggio anche per interventi sul patrimonio edilizio esi-stente, deve essere attentamente valutata dal Prg, congruentemente con gli obbiettivi di assetto ed uso degli insediamenti. ** Compete al Prg definire i carichi urbanistici delle varie categorie di usi e dei singoli usi, utiliz-zando opportune grandezze (superficie utile lorda, superficie di vendita) e facendo riferimento a condizione di diffusione o concentrazione delle attività.

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me, ma quelle previste dagli stessi piani attuativi, fatte salve le quantità minime previste da leggi. 13.0613.0613.0613.06 Per gli interventi relativi agli usi distributivi sono fatte salve le di-sposizioni della L.r. n.00/1999 “Norme ed indirizzi per il settore del commercio”.29 13.0713.0713.0713.07 Sono parcheggi secondari P2):30 ---- i parcheggi, individuati internamente alla classificazione F2.2), preci-

sati nelle tavole P5.x “Zone del territorio extraurbano” e P6.x “Zone del territorio urbano”;

---- i parcheggi previsti negli interventi di trasformazione, in esecuzione dei Piani attuativi31,32

---- altri parcheggi che, comunque, il Piano prevede di realizzare.

29 La legge regionale, recentemente approvata, è in corso di pubblicazione. 30 I parcheggi non rientrano nell’elenco delle opere di urbanizzazione secondaria di cui all’art.44 della L. n.865/1971 e successive modificazioni, ma tale elencazione non è tassativa. Essi rien-trano senza dubbio nel concetto generale di opere necessarie alla vita civile e comunitaria. 31 Lo standard ministeriale di 2,5 m2/abitante equivale a 7,5 m2 / 100 m2 di superficie utile lor-da. 32 Per le zto D il D.m. n.1444/1968 fissa uno standard complessivo pari al 10% della superficie territoriale, è certamente opportuno definire una quota minima di parcheggi che, naturalmente, deve essere rapportata agli indici di utilizzazione previsti dal Prg.

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Capo 2.1 - Territorio extraurbano

ART. 14 - Territorio agricolo, insediamenti diffusi e infrastrutture

14.0114.0114.0114.01 Il Piano, nella tavola P5.x “Zone del territorio extraurbano”, indi-vidua e perimetra: - Il territorio agricoloterritorio agricoloterritorio agricoloterritorio agricolo, comprendente le aree interessate dalle attività

agro-silvo-pastorali. Tali aree sono classificate quali zone urbanistiche E)

- gli insediamenti diffusiinsediamenti diffusiinsediamenti diffusiinsediamenti diffusi, comprendenti le aree già interessate da vari in-terventi di trasformazione e quelle che il Piano intende trasformare, che quindi hanno determinato, o determineranno, la presenza di clas-si d’uso non connesse alle attività agro-silvo-pastorali. Tali aree sono classificate quali zone urbanistiche A), B), C), D), F1) e F2) in ragione delle loro caratteristiche;33

- le infrastruttureinfrastruttureinfrastruttureinfrastrutture, comprendenti le aree interessate dalla viabilità, dalle reti e dagli impianti tecnologici. Tali aree sono classificate quali zone urbanistiche F3).

14.0214.0214.0214.02 La disciplina degli interventi di trasformazione ammessi nel terri-torio agricolo è contenuta negli artt. 15 e 16. 14.0314.0314.0314.03 La disciplina degli interventi di trasformazione ammessi per gli in-sediamenti diffusi, è contenuta negli artt. 21, 25, 29, 33. 14.0414.0414.0414.04 La disciplina degli interventi di trasformazione ammessi per le in-frastrutture, è contenuta negli artt. 34, 42, 45. 14.0514.0514.0514.05 Le previsioni relative agli insediamenti diffusi e alle infrastrutture classificate A, B, C, D, F1, F2, F3 debbono conformarsi agli obiettivi di tutela delle zone agricole E1, E2, E3.

33 Sono le zone urbanistiche che potrebbero essere indicate con la sigla e).Compito del Prg è quello di individuare queste zone e di prefigurare un loro assetto e uso, sia in ragione delle ca-ratteristiche proprie degli oggetti interessati (edifici, nuclei, aree, ecc.), sia in riferimento ad un attento studio del contesto ambientale e paesaggistico. E’ quindi evidente che le scelte relative a queste zone non possono essere in contrasto con gli obbiettivi di tutela (dalla conservazione alla trasformazione compatibile) che il Prg esprime mediante la articolazione della zona agricola.

TITOLO 2 TITOLO 2 TITOLO 2 TITOLO 2 ---- DISCIPLINA DEL DISCIPLINA DEL DISCIPLINA DEL DISCIPLINA DEL TERRITORIOTERRITORIOTERRITORIOTERRITORIO

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Capo 2.1.1 - Zone agricole e tutela degli elementi del patrimonio geologico, geomorfo-logico e idrogeologico, del patrimonio botanico – vegetazionale e del patrimonio stori-co - culturale

Art. 15 - Zone agricole - E

15.0115.0115.0115.01 Il Piano, in ragione delle diverse caratteristiche del territorio ex-traurbano ed al fine di tutelare e valorizzare i beni di carattere paesistico - ambientale presenti, in accordo con gli indirizzi, le direttive e le prescri-zioni del Ppar, articola la zona E) nelle seguenti zone perimetrate nella ta-vola P5.x “Zone del territorio extraurbano”: - Zone E1)Zone E1)Zone E1)Zone E1) 34 Aree agricole di rilevante valore paesistico-ambientale,

in cui il Piano ammette azioni volte esclusivamente alla conservazione ed alla ulteriore qualificazione dell’assetto attuale.

- Zone E2)Zone E2)Zone E2)Zone E2) 35 Aree agricole di interesse paesistico-ambientale, in cui il Piano consente azioni di trasformazione compatibili con l’assetto attuale.

- Zone E3)Zone E3)Zone E3)Zone E3) Aree agricole, in cui il Piano consente azioni di trasfor-mazioni congruenti con le attività agro-silvo-pastorali.

15.0215.0215.0215.02 Nelle suddette zone, ad integrazione e specificazione delle nor-me della legge L.r. n.13/1990, vigono le disposizioni, di cui ai successivi articoli, per ciascuna zona. 15.0315.0315.0315.03 Sono, comunque, fatte salve norme più restrittive relative agli edi-fici rurali, di cui al successivo art. 17 “Regole per gli interventi sugli edifici di interesse storico, architettonico e documentale”. 15.0415.0415.0415.04 Il Piano, altresì, stabilisce indirizzi, direttive e prescrizioni a cui de-vono fare riferimento sia i progetti degli interventi di trasformazione del territorio,36 sia gli strumenti di programmazione e/o pianificazione che ri-cadano e/o che abbiano quale oggetto le zone agricole individuate dal Piano.37 15.05 15.05 15.05 15.05 Zone agricole di rilevante valore paesistico Zone agricole di rilevante valore paesistico Zone agricole di rilevante valore paesistico Zone agricole di rilevante valore paesistico –––– amb amb amb ambientientientientaaaale le le le –––– E1: E1: E1: E1: - Le zone agricole E1) comprendono le aree agricole nelle quali il Pia-

no, in considerazione dell’alto valore dei caratteri paesistico-ambientali e delle condizioni di equilibrio esistenti tra fattori antropici e ambiente naturale, individua azioni volte alla conservazione e alla ul-teriore qualificazione dell’assetto attuale.

- Il Piano, con l’individuazione delle zone agricole E1) si conforma alle direttive ed alle prescrizioni del Ppar, in quanto esse comprendono gli ambiti da assoggettare a tutela integrale e/o a specifiche prescrizioni.

- Nelle zone agricole E1) sono pertanto consentiti esclusivamente gli in-terventi di conservazione, di consolidamento e di ripristino delle condi-zioni paesaggistiche ed ambientali protette.

15.0615.0615.0615.06 Zone agricolZone agricolZone agricolZone agricole di interesse paesistico e di interesse paesistico e di interesse paesistico e di interesse paesistico ---- ambientale ambientale ambientale ambientale –––– E2 E2 E2 E2

34 Le zone E1 ricomprendono le aree interessate dagli ambiti permanenti di tutela del Ppar e le aree interessate da ambiti soggetti a tutela integrale e/o a prescrizioni specifiche di livello equi-parabile, in riferimento anche degli indirizzi connessi ai sottosistemi territoriali e tematici. 35 Le zone E2 ricomprendono le aree interessate dagli ambiti provvisori di tutela del Ppar sogget-te a tutela orientata e/o a prescrizioni specifiche di livello equiparabile, in riferimento anche degli indirizzi connessi ai sottosistemi territoriali e tematici. 36 Si tratta degli interventi enumerati nella circolare regionale n.14/1988. 37 Gli esempi sono molteplici, ricordiamo: piani urbanistici delle comunità montane, piani delle aree protette, piani di bacino, piani zonali agricoli, piani di bonifica agraria, programmi di infra-strutturazione (mobilità, acqua, energia, telecomunicazioni), ecc..

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- Le zone agricole E2) comprendono le aree agricole nelle quali il Pia-no, in considerazione della presenza di elementi di interesse paesisti-co-ambientale, individua azioni volte al mantenimento dell’assetto geomorfologico d’insieme e la conservazione dell’assetto idrogeolo-gico delle aree interessate dalle trasformazioni.

- Il Piano, con l’individuazione delle zone agricole E2) si conforma alle direttive ed alle prescrizioni del Ppar, in quanto esse comprendono gli ambiti da assoggettare a tutela orientata e/o a specifiche prescrizioni.

- Nelle zone agricole E2) sono pertanto consentite le trasformazioni compatibili con l’attuale configurazione paesistico-ambientale, e/o le azioni che determinino il ripristino e l’ulteriore qualificazione dell’immagine e delle specifiche condizioni d’uso del bene storico cul-turale o della risorsa paesistica-ambientale esistenti, le potenzialità e le peculiarità presenti.

15.0715.0715.0715.07 Zone agricole a prevalente uso produttivo Zone agricole a prevalente uso produttivo Zone agricole a prevalente uso produttivo Zone agricole a prevalente uso produttivo –––– E3 E3 E3 E3 - Nelle zone agricole E3) valgono le “Norme edilizie per il territorio

agricolo” di cui alla L.r. n.13/1990, fatte salve disposizioni più restritti-ve contenute nell’art. 16 “Indirizzi, direttive e prescrizioni per le zone agricole”.

- La zona E3 consente la trasformazione dell’assetto paesistico ambien-tale agro-silvo-pastorale. In essa si attua la salvaguardia, la qualifica-zione e la valorizzazione delle visuali panoramiche percepite dai luo-ghi di osservazione puntuali e lineari.

Art. 16 - Indirizzi, direttive e prescrizioni per le zone agricole38383838

E1E1E1E1

E2E2E2E2

E3E3E3E3

16.0116.0116.0116.01 Destinazioni d’usoDestinazioni d’usoDestinazioni d’usoDestinazioni d’uso prevalente:prevalente:prevalente:prevalente: agro-silvo-pastorale. complementcomplementcomplementcomplementaaaari:ri:ri:ri: quelle ammesse dalla L.r. n.13/1990. Fra le destinazioni d’uso complementari non sono ammesse: • gli allevamenti zootecnici di tipo industriale. 39

•40 • •

• • •

• •

16.0216.0216.0216.02 Modalità di interventoModalità di interventoModalità di interventoModalità di intervento - La tutela dei territori di pertinenza dei beni storico-

culturali deve essere assicurata, prioritariamente, mediante la conservazione ed il ripristino ambienta-le delle aree relative, e/o attraverso un accurato controllo dei necessari ed opportuni interventi di tra-sformazione relativi ai territori suddetti.

• • •

- Nelle aree di pertinenza degli edifici devono essere conservate e valorizzate le peculiarità qualificanti (recinzioni, pavimentazioni, vegetazione, ecc.). La vegetazione esistente deve essere conservata ed

• • •

38 Compete al Prg definire specifiche norme in relazione alle caratteristiche ed al valore dei beni presenti nel territorio interessato. 39 Si precisa che le attività estrattive, le discariche, il deposito e lo stoccaggio di rifiuti e di mate-riali non agricoli, non sono destinazioni complementari alle attività agricole e sono vietate nelle zone agricole. La L.r. n.13/1990 già vieta tali attività nelle zone agricole, il richiamo (presente nelle Nta del Ppar) ha quindi il significato di non ammissibilità di varianti che introducano, all’interno delle zone agricole tutelate, altre zone urbanistiche destinate ad accogliere le citate attività. 40 La disposizione normativa (indirizzo, direttiva, prescrizione), posta nella forma negativa o posi-tiva è da riferire sempre unicamente alla zona contrassegnata dal bollino.

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E1E1E1E1

E2E2E2E2

E3E3E3E3

eventuali abbattimenti, consentititi nel rispetto della L.r. n.7/1985 e successive integrazioni e modifica-zioni, devono essere associati, in tutti i casi in cui sia opportuno e possibile, con interventi compensativi di piantumazione. Gli interventi, di sistemazione e/o di nuova realizzazione, delle aree di pertinenza de-vono comunque tendere, agendo sui diversi fattori, a renderle adeguate agli edifici e coerenti con il paesaggio circostante. Essi devono altresì contribui-re alla integrazione dei nuovi edifici nel contesto, particolarmente nei casi in cui sia necessario una opera di mascheramento.

- E’ vietata la demolizione dei manufatti agricoli che

costituiscono bene culturale ai sensi dell’art. 15 punti 3-5 individuati sulla base della cartografia IGM 1912.95, salvo verifica puntuale del bene, del suo attuale carattere extraurbano e della sua persi-stenza.

• • •

- Gli interventi sugli edifici esistenti devono tendere al-la salvaguardia dei valori storico - documentali e/o paesistico - ambientali presenti. Tale salvaguardia si esercita con la realizzazione di interventi che rispetti-no e valorizzino i caratteri tipologici, architettonici e costruttivi degli edifici. Particolare attenzione deve essere posta ai valori determinati dalle relazioni, formali e funzionale, tra i vari elementi (edificio prin-cipale, annessi, sistemazioni esterne e vegetazione circostante). Negli edifici che non presentano parti-colari valori gli interventi devono comunque tende-re, agendo sui diversi fattori, al raggiungimento di una maggiore integrazione con il paesaggio circostante.

• • •

- La qualità dei nuovi interventi deve essere garantita evitando atteggiamenti di mimetismo schematico od elementi di contrasto incontrollato, basandosi piut-tosto sullo studio attento della distribuzione planime-trica ed altimetrica, sulla accurata verifica dei rap-porti visuali e formali, sul controllo delle altezze dei fabbricati, dei profili, delle coperture, dei materiali, dei colori e dei dettagli.

• • •

- Gli edifici di nuova realizzazione devono avere caratteristiche tipologiche, architettoniche e costruttive tali da renderli coerenti con le caratteristiche dell’insediamento in cui sono inseriti e con il paesaggio circostante. Nella progettazione particolare attenzione deve essere posta sia nella collocazione del nuovo edificio, valutando il sito ed il posizionamento dell’edificio, sia nella sistemazione dell’area di pertinenza. I nuovi edifici devono sorgere, preferibilmente, lungo le strade esistenti e in prossimità di altri edifici isolati o di gruppi.

• • •

- Le opere di contenimento e/o di sostegno possono essere realizzate solo nei casi in cui siano stretta-

• • •

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E1E1E1E1

E2E2E2E2

E3E3E3E3

mente necessarie e, comunque, devono essere esclusivamente utilizzati tipi e tecniche che ne garan-tiscano un migliore inserimento nel paesaggio.

16.02.1 Edifici esistenti16.02.1 Edifici esistenti16.02.1 Edifici esistenti16.02.1 Edifici esistenti Sono consentiti gli interventi di: - Manutenzione ordinaria, manutenzione straordina-

ria, modifiche interne, risanamento conservativo - Ristrutturazione edilizia, senza aumento del volume

esistente, salve le norme per gli edifici classificati ai sensi dell’art. 17

- Demolizione e ricostruzione al solo fine di migliorare le condizioni paesistiche ed ambientali dei luoghi senza aumenti di superficie utile lorda e di volume

- Demolizione e ricostruzione salve le norme per gli edifici classificati ai sensi dell’art. 17

- Ampliamenti - L’ampliamento degli edifici di tipo agro - industriale

per la lavorazione, conservazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, e degli edifici ed impianti per allevamenti zootecnici di tipo industriale è ammesso subordinatamente ad una valutazione di compatibilità ambientale. In sede di verifica della compatibilità ambientale, al solo fine di migliorare le condizioni paesistiche ed ambientali dei luoghi, è possibile prefigurare anche eventuali interventi di demolizione e ricostruzione

• • •

• • • • • •

• • • • •

16.02.2 Nuovi edifici16.02.2 Nuovi edifici16.02.2 Nuovi edifici16.02.2 Nuovi edifici Nel rispetto dei seguenti parametri, esternamente alle aree inedificabili, sono consentiti interventi di: - nuova edificazione - nuovi accessori agricoli

• •

H max - Altezza massima dell’edificio colonico H max - Altezza massima degli annessi agricoli De - Distanza tra gli edifici Df - Distanza tra pareti finestrate Dc - Distanza dai confini Ds - Distanza dalle strade Uf - Indice di utilizzazione fondiaria nel rispetto della l.r. 13/90 * Gli indici di fabbricabilità fondiaria, la superficie utile lorda, l’altezza degli edifici e le distanze dai confini, sono quelli esistenti non ulteriormente maggiorabili.

* * * * * * *

6,50

4,50

5,00

10,0

20,0

20,0

0,02

7,50

4,50

10,0

10,0

20,0

20,0

0,03

- edifici di tipo agro-industriale per la lavorazione, conservazione, trasformazione e commercializzazio-ne dei prodotti agricoli

- realizzazione di edifici ed impianti per allevamenti zootecnici di tipo industriale

- silos e serbatoi di altezza massima pari a ml - Gli annessi agricoli e qualsiasi altro edificio non re-

sidenziale non possono comunque superare il vo-lume di m3 1200 e la superficie coperta di m2 400.

7,00

7,00

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E2E2E2E2

E3E3E3E3

- La realizzazione di qualsiasi manufatto dovrà valuta-re la compatibilità della struttura stessa con la vege-tazione circostante, al fine di non alterare l’equilibrio dell’ecosistema e il rapporto della risorsa botanico-vegetazionale con il paesaggio; a tal fine si prescri-ve di lasciare sempre una fascia di rispetto di alme-no 20 metri attorno a ciascun elemento “diffuso” per garantire un mantenimento delle condizioni sta-zionali preesistenti.

• •

16.0316.0316.0316.03 Modalità di attuazioneModalità di attuazioneModalità di attuazioneModalità di attuazione - Diretta - Diretta previa compatibilità ambientale

• •

16.0416.0416.0416.04 Difesa del suoloDifesa del suoloDifesa del suoloDifesa del suolo

- Nelle zone interessate da pericolosità e rischi geo-logici devono essere evitati gli interventi (edificazio-ne, realizzazione di infrastrutture. ecc.) che possano alterare le condizioni di equilibrio esistenti.

• • •

- Nelle zone interessate da pericolosità e rischi geo-logici devono essere, altresì, previsti interventi di si-stemazione, bonifica e consolidamento, regimazio-ne delle acque superficiali e sotterranee volti alla ri-duzione delle pericolosità e dei rischi geologici.

• • •

- Gli interventi, di qualsiasi natura, che possano alte-rare i caratteri geologici, geomorfologici e idrogeo-logici del territorio devono essere evitati. Qualora essi siano necessari per la riduzione delle pericolosi-tà e dei rischi geologici, devono essere adottate le tecniche più appropriate per la conservazione delle caratteristiche ambientali e naturalistiche esistenti.

- Gli interventi, di qualsiasi natura, che possano alte-rare i caratteri geologici, geomorfologici e idrogeo-logici del territorio, devono essere compatibili con l’attuale configurazione paesistico-ambientale del territorio.

- Sono vietati i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale e/o stabilmente il profilo del ter-reno naturale.

• •

- Sono vietati interventi di qualsiasi natura che siano di impedimento al deflusso delle acque.

• • •

- Sono vietati gli scarichi solidi e liquidi all’interno delle zone umide

• • •

- E’ vietata l’edificazione sui versanti con pendenza uguale o superiore al 30%

• • •

16.0516.0516.0516.05 Pratiche agricole e patrimonio botanicoPratiche agricole e patrimonio botanicoPratiche agricole e patrimonio botanicoPratiche agricole e patrimonio botanico----vegetazionale vegetazionale vegetazionale vegetazionale

- Le pratiche agricole devono essere coerenti con l’assetto geologico, geomorfologico ed idrogelogi-

• • •

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co del territorio e con le sue caratteristiche ambien-tali e naturalistiche ed essere accompagnate, qualo-ra esitano condizioni di pericolosità, da opere di di-fesa idraulico-agraria.

- L’assetto colturale ed insediativo attuale (suddivisio-

ne dei campi, presenza di boschi, macchie arboree, aree incolte, alberature isolate e sparse, reticolo dei fossi minori) deve essere conservato.

• •

- Sono consentiti gli interventi di riqualificazione delle formazioni vegetali lineari (siepi e filari poderali e in-terpoderali) mediante rinfoltimenti, reintroduzioni, manutenzioni curative e selettive

• • •

- La realizzazione di verde ornamentale nelle perti-nenze coloniche deve essere regolamentato attra-verso la costituzione di elenchi prescrittivi che impe-discano l’utilizzo di specie esotiche e non partico-larmente consone all’ambiente circostante

• •

- Gli interventi di rinaturalizzazione del paesaggio agrario ottenuti attraverso l’impianto di siepi e fasce boscate o il recupero di essenze arboree ed arbusti-ve già esistenti, debbono attingere a degli elenchi di specie arboree ed arbustive consigliate, elenchi sti-lati con lo scopo di preservare l’integrità floristica ti-pica del territorio. Nelle singole realizzazioni la scel-ta di specie da impiantare, il numero, la consocia-zione e le modalità di piantumazione saranno su-bordinate ad indagini ecologiche e microclimatiche svolte in relazione al sito di impianto.

• • •

- Le superfici delle aree attualmente boscate devono essere conservate, non possono essere ridotte di su-perficie, pertanto ne è vietata la sostituzione con al-tre colture.

• • •

- Le normali pratiche silvicolturali devono essere ri-spondenti a criteri naturalistici, quali: il divieto di ta-glio a raso nei boschi di alto fusto, favorire le specie spontanee nei boschi di alto fusto, promuovere ini-ziative per la conversione ad alto fusto del ceduo trentennale.

• • •

- E’ vietato il dissodamento dei pascoli ed il cambio di coltura.

• •

- E’ vietato il dissodamento dei pascoli ed il cambio di coltura, fatti salvi gli interventi di rimboschimento con criteri naturalistici.

- E’ vietato l’allevamento zootecnico di tipo intensivo.

• •

- Nella fascia contigua di 2,00 m, a partire dal mar-gine delle sponde o dal piede esterno dell’argine dei corsi d’acqua, è vietata qualunque forma di ara-

• • •

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tura e di dissodamento del terreno. - È vietata l’aratura nell’area di insidenza della chio-

ma di alberi (sia isolati che a gruppi, che in filari)

• • •

- E’ vietata l’aratura di profondità superiore a 0,50 m nella fascia contigua di: - 10,00 m, a partire dalle sponde o dal piede

esterno dell’argine dei corsi d’acqua; - 5,00 m, a partire dal margine della vegetazione

riparia esistente e della vegetazione presente ai bordi delle scarpate.

• • •

- E’ vietata la realizzazione di recinzioni, fatte salve quelle temporanee a servizio delle attività agro-silvo-pastorale e quelle delle aree di pertinenza de-gli edifici.

• •

- Le specie floristiche rare, compresi gli ambienti di particolare interesse biologico e naturalistico, non-ché le associazioni vegetali alle quali danno ricetto, devono essere conservati.

• • •

- Nella realizzazione di interventi di mitigazione di si-tuazioni di degrado e/o alterazione del contesto ter-ritoriale mediante l’uso di schermature arboree e/o arbustive, devono essere utilizzate specie autoctone e della specifica fascia bioclimatica.

• • •

- È vietato l’impiego di specie arboree ed arbustive non autoctone nella realizzazione di siepi di recin-zione, giardini, viali alberati.

• •

- E’ vietato l’abbattimento, la distruzione e il danneg-giamento di tutte le specie vegetali, arbustive e di al-to fusto. Sono comunque ammessi gli interventi di ordinaria manutenzione e l’abbattimento della vegetazione infestante, secca e/o malata, e l’abbattimento delle piante di tipo produttivo.

• • •

- Sono vietate le potature drastiche e la capitozzatura dei tronchi, salvo per le specie tradizionalmente al-levate a “testa di salice” (salici, aceri campestri, gel-si).

• • •

- È’ vietato il danneggiamento della rinnovazione di specie autoctone all’interno del perimetro dei bo-schetti residui di latifoglie e nelle formazioni ripariali

• • •

16.0616.0616.0616.06 InfrastruttureInfrastruttureInfrastruttureInfrastrutture

- Deve essere evitata la realizzazione di strade, di im-pianti tecnologici fuori terra (elettrodotti, gasdotti, acquedotti, depuratori, serbatoi, antenne, ripetitori e simili) e/o rilevanti modifiche di quelle esistenti. An-che per gli impianti interrati deve essere valutata la compatibilità con le caratteristiche ambientali e na-

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E1E1E1E1

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turalistiche del territorio. - La realizzazione di strade e di impianti tecnologici

fuori terra, e/o rilevanti modifiche di quelle esistenti è ammessa se compatibile con l’attuale configura-zione paesistico-ambientale del territorio.

- Il sistema delle strade rurali esistenti, con i relativi tracciati, dimensioni, pavimentazioni ed arredi parti-colari, deve essere conservato. Eventuali adegua-menti sono consentiti nei casi in cui si giustifichino ai fini della sicurezza della circolazione.

- Eventuali modifiche al sistema delle strade poderali, interpoderali e dei sentieri esistenti è subordinato ad una valutazione di compatibilità ambientale.

- E’ vietata l’apposizione di cartelli e manufatti pub-blicitari di qualunque natura e scopo, fatta salva la segnaletica stradale e quella turistica di modeste dimensioni, ai sensi della C.m. n.408/1979.

• •

- E’ vietato l’allestimento di impianti, tracciati e per-corsi per attività sportive da esercitarsi con mezzi motorizzati.

• •

- Devono essere attuate la salvaguardia, la qualifica-zione e la valorizzazione delle visuali panoramiche percepite dai luoghi di osservazione puntuali e li-neari

Art. 17 - Regole per gli interventi sugli edifici di interesse storico, ar-

chitettonico e documentale

17.0117.0117.0117.01 Il Piano, in adeguamento alle direttive del Ppar, 41 ed in riferimen-to al censimento dei fabbricati rurali di cui all’art.15 della L.r. n.13/1990,42 individua43 nelle tavole P4.x “Zone del territorio extraurba-no” le seguenti classi di edifici44 che rivestono interesse storico, architetto-nico e documentale:45 IIII edifici, manufatti e case coloniche di particolare valore, storico e ar-

41 Il censimento necessario ed obbligatorio in sede di Prg è quello previsto dall’art.40 delle Nta del Ppar (v. art. 15 punti 3 e 5). 42 Il censimento di cui alla L.r. n.13/1990, pur avendo finalità diverse, ha in comune con quello previsto dal Ppar l’obbiettivo della individuazione, schedatura e tutela degli edifici rurali di valore storico e architettonico. 43 Si ricorda che, per i beni di interesse storico-architettonco, il censimento deve essere accom-pagnato da una schedatura prodotta con il modello proposto nella circolare regionale n.6/1992 o con altra più dettagliata. Per gli altri beni, comunque degni di tutela, il censimento può utilizza-re una scheda semplificata. 44 Dalla lettura del Ppar (art. 40 - art. 15 punti 3 e 5) si deduce che vanno censiti e schedati: gli edifici religiosi, i cimiteri, gli edifici difensivi, gli edifici produttivi, i manufatti infrastrutturali, le ca-se rurali, le ville, i palazzi padronali, i parchi ed i giardini, ecc. 45 L’elenco ha un valore indicativo, compete al Prg definirlo in ragione dei tipi edilizi censiti e del loro valore.

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chitettonico, anche per valenza ambientale del contesto; IIIIIIII edifici, manufatti e case coloniche, 46 che hanno conservato le prin-

cipali caratteristiche tipologiche ed architettoniche; IIIIIIIIIIII edifici, manufatti e case coloniche di interesse documentale e/o

ambientale; IVIVIVIV manufatti agricoli presenti nella tavoletta IGM 1892-95. VVVV edifici con caratteristiche differenti dalle precedenti.

17.0217.0217.0217.02 Il Piano, altresì, stabilisce le finalità degli interventi edilizi e le ca-tegorie di intervento ammesse in relazione agli obbiettivi di tutela del sin-golo bene, come indicato nella seguente tabella.47 ClaClaClaClasssssesesese48484848 Finalità degli interventi ediliziFinalità degli interventi ediliziFinalità degli interventi ediliziFinalità degli interventi edilizi Categorie di interveCategorie di interveCategorie di interveCategorie di intervennnntotototo IIII Gli interventi devono essere volti essen-

zialmente alla conservazione dell’organismo edilizio e al ripristino delle eventuali parti alterate, nonché al miglio-ramento della funzionalità dello stesso in relazione a destinazioni d’uso compatibili con le caratteristiche architettoniche e tipo-logiche.

Manutenzione ordinaria Manutenzione straordinaria Restauro Risanamento conservativo

IIIIIIII Gli interventi devono essere volti alla con-servazione dell’organismo edilizio, in parti-colare delle sue parti originarie, nonché al miglioramento complessivo della qualità architettonica e della funzionalità dello stesso, anche attraverso il ripristino di un organico assetto planovolumetrico ed il riordino delle facciate.

Manutenzione ordinaria Manutenzione straordinaria Risanamento conservativo Ristrutturazione edilizia

III/VIII/VIII/VIII/V Gli interventi devono essere volti ad ottene-re anche una trasformazione dell’organismo edilizio che rappresenti un miglioramento sia statico sia degli stan-dard abitativi, ma che conservi o accresca la sua congruenza con una architettura consona alla zona agricola, sia per tipo sia per elementi costruttivi e finiture.

Manutenzione ordinaria Manutenzione straordinaria Risanamento conservativo Ristrutturazione edilizia Demolizione e ricostruzione

17.0317.0317.0317.03 Per gli edifici della classe I è altresì previsto un ambito di tutela inedificabile con raggio di 50,00 m o la definizione della specifica unità di paesaggio. Sono esclusi gli edifici ricadenti nel territorio urbano e nelle zone non agricole del territorio extraurbano.

46 E’ opportuno identificare e schedare tutti gli edifici, costruiti prima e dopo il periodo 1892-95, che rivestono un accertato interesse storico e architettonico. 47 La schedatura consente di stabilire gli interventi per ciascun edificio, dettagliandoli in funzione della tipologia, delle caratteristiche architettoniche e costruttive. Questo approfondimento può essere fatto anche attraverso l’adozione di uno specifico piano particolareggiato, con il quale possono pure essere articolate e meglio definite le categorie d’intervento. 48 L’inserimento nella classe è relativo all’intero edificio e non alle sue singole parti. Le singole parti dell’edificio potranno essere normate da diversi tipi di categorie di intervento.

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Capo 2.2 - Insediamenti nel territorio urbano e insediamenti diffusi nel territorio extra-urbano Capo 2.2.1 - Zone prevalentemente residenziali

Art. 18 - A - Zone storiche

18.0118.0118.0118.01 Le zone storiche A) si articolano nelle seguenti zone:49 ---- Zone A1.xZone A1.xZone A1.xZone A1.x Centri e nuclei storici originari, di cui all’art.23; ---- Zone A2.xZone A2.xZone A2.xZone A2.x Tessuti edilizi di interesse storico, di cui all’art.24; ---- Zone A3.xZone A3.xZone A3.xZone A3.x Nuclei residenziali e complessi edilizi di interesse storico

del territorio extraurbano, di cui all’art.25. 18.0218.0218.0218.02 Gli interventi di trasformazione ricadenti nelle zone urbanistiche A) devono rispettare le seguenti norme,50505050 fatte salve quelle relative a cia-scuna sottozona:

Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso: prevalentiprevalentiprevalentiprevalenti:::: • residenziale; • distributiva a basso carico urbanistico. complementari:complementari:complementari:complementari: • produttiva a basso carico urbanistico; • terziaria; • di servizio.

Art. 19 - A1 - Zone dei centri e nuclei originari

19.0119.0119.0119.01 Le zone A1.x comprendono le parti più antiche dell’insediamento, di origine medievale, e le successive espansioni, fino alla metà del XIX secolo. 19.0219.0219.0219.02 Gli interventi di trasformazione ricadenti nelle zone A1.x devono rispettare le seguenti norme: Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso: prevalenti:prevalenti:prevalenti:prevalenti: • ……… complementari:complementari:complementari:complementari: • ……… Le destinazioni d’uso complementari devono essere specificate in sede di piano attuativo, distribuite nell’insediamento storico in ragione delle sue proprie caratteristiche urbanistiche ed edilizie. Parametri urbanistici ed edilizi:Parametri urbanistici ed edilizi:Parametri urbanistici ed edilizi:Parametri urbanistici ed edilizi: • in assenza di un piano attuativo non sono ammesse variazioni ai pa-

rametri urbanistici ed edilizi esistenti; Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento: Edifici esistenti:Edifici esistenti:Edifici esistenti:Edifici esistenti: • manutenzione ordinaria (Mo), manutenzione straordinaria (Ms), re-

stauro (R) e risanamento conservativo;

49 Dell’elenco, a titolo esemplificativo, sono state sviluppate le norme relative alle zone A1). 50 Trattasi di norme di carattere generale che richiamano le disposizioni del D.m. n.1444/1968.

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• gli interventi di modifiche interne (Mi), demolizione (D) e ristruttura-zione edilizia (Re) sono ammessi solo se previsti da un piano attuati-vo.

Nuovi edifici:Nuovi edifici:Nuovi edifici:Nuovi edifici: • gli interventi di demolizione e ricostruzione (Dr) e di nuova edificazio-

ne (Ne) sono ammessi solo se previsti da un piano attuativo. Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione: • diretta e/o indiretta. Il centro storico (insieme delle zone A interne

all’insediamento urbano) è soggetto a piano particolareggiato nell’ambito della perimetrazione individuata dal PRG ed effettuata in conformità delle direttive del PPAR.

Standard urbanistici, edilizi ed ecologici:Standard urbanistici, edilizi ed ecologici:Standard urbanistici, edilizi ed ecologici:Standard urbanistici, edilizi ed ecologici: • quelli delle zone A) • indice di permeabilità dei suoli (Ps) = non inferiore a quello esistente. Prescrizioni particolPrescrizioni particolPrescrizioni particolPrescrizioni particolaaaari:ri:ri:ri: In sede di piano attuativo devono essere specificati i tipi edilizi e particolari norme, architettoniche e costruttive, per la realizzazione degli interventi edilizi.

Art. 20 - A2 - Zone dei tessuti edilizi di interesse storico

Art. 21 - A3 - Zone dei nuclei residenziali e dei complessi edilizi di

interesse storico del territorio extraurbano51

Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari: • Le zone urbanistiche contermini a zone agricole E1) o E2), devono

essere accompagnate da uno studio, così come definito dall’art. 59, volto ad inquadrare gli interventi nel contesto di pertinenza, e devo-no, comunque, tendere al raggiungimento di un assetto ambientale ed estetico congruente con gli obiettivi delle zone E1, E2, E3 conter-mini52.

• La ricostruzione del rapporto tra nucleo edilizio e territorio circostante potrà essere realizzata, a seconda della compromissione del rappor-to, tramite fasce-filtro alberate e/o qualificando ulteriormente la de-stinazione agricola e/o migliorando la qualità dell’edificato.

Art. 22 - B - Zone dei tessuti recenti

22.0122.0122.0122.01 Le zone dei tessuti recenti B) si articolano nelle seguenti zone:53 ---- Zone B1.x Zone B1.x Zone B1.x Zone B1.x Parti con impianto concluso, di cui all’art.27; ---- Zone B2.xZone B2.xZone B2.xZone B2.x Parti con impianto incongruente, di cui all’art.28; ---- Zone B3.xZone B3.xZone B3.xZone B3.x Nuclei residenziali del territorio extraurbano, di cui

all’art.29.

51 Si tratta di una delle possibili zone urbanistiche che individuano nel territorio extraurbano delle parti dell’insediamento e/o delle aree con proprie caratteristiche, da classificare quindi nelle cor-rispondenti zto (cfr. art.15, nota n.36) non agricole (zto E). 52 La norma vuole meglio garantire il principio per cui eventuali interventi urbanistici ed edilizi, inseriti nel contesto del territorio agricolo, siano, quanto più possibile, ricondotti al rispetto degli obiettivi di conservazione e/o di trasformabilità compatibile con gli obiettivi di tutela delle zone agricole E1, E2, E3. 53 Dell’elenco, a titolo esemplificativo, sono state sviluppate le norme relative alle zone B1) e B2).

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22.0222.0222.0222.02 Gli interventi di trasformazione ricadenti nelle zone urbanistiche B) devono rispettare le seguenti norme, fatte salve quelle relative a cia-scuna zona: Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso: prevalenti:prevalenti:prevalenti:prevalenti: • residenziale. complementcomplementcomplementcomplementaaaari:ri:ri:ri: • distributiva e terziaria a basso carico urbanistico; • di servizio; • produttiva a basso carico urbanistico. Parametri urbanistici ed edilizi:Parametri urbanistici ed edilizi:Parametri urbanistici ed edilizi:Parametri urbanistici ed edilizi: • distanze minime*:

---- tra gli edifici (De) ---- tra pareti finestrate (Df) ---- dai confini (Dc) ---- dalle strade (Ds) * definire i parametri elencati

Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento: • sono ammesse le categorie di intervento di cui all’art.13 delle Nta. Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione: • diretta. Standard urbanistici D.M. n.1444/1968:Standard urbanistici D.M. n.1444/1968:Standard urbanistici D.M. n.1444/1968:Standard urbanistici D.M. n.1444/1968: • 18 m2/ab

Art. 23 - B1 - Zone delle Parti con impianto concluso

23.0123.0123.0123.01 Le zone B1.x comprendono le parti dell’insediamento con im-pianto concluso e lotti saturi e con densità edilizie medio-alte. 23.0223.0223.0223.02 Gli interventi di trasformazione ricadenti nelle zone B1.x devono rispettare le seguenti norme: Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso: prevalenti:prevalenti:prevalenti:prevalenti: • residenziale; • distributiva e terziaria a basso carico urbanistico. complemcomplemcomplemcomplemententententaaaari:ri:ri:ri: • di servizio. • Le destinazioni distributiva e terziaria a basso carico urbanistico,

computate per ciascuna unità edilizia, non possono superare il 50% della Sul complessiva.54

Parametri urbanistici e edParametri urbanistici e edParametri urbanistici e edParametri urbanistici e ediiiilizi*:lizi*:lizi*:lizi*: • indice di utilizzazione fondiaria (Uf) • altezza massima dell’edificio (H max) • numero dei piani (Np) • distanze minime

- tra gli edifici (De) * definire i parametri elencati

54 La verifica dei rapporti tra varie categorie di usi viene qui proposta a livello di singola unità edilizia, verifica che potrebbe essere utilmente estesa a livello di zona e/o di sottozona, qualora l’Amministrazione comunale disponga di idonee informazioni sul patrimonio edilizio esistente.

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• Negli interventi di demolizione e ricostruzione è consentito realizzare

una superficie utile lorda pari a quelle dell’edificio preesistente, fatto salvo il rispetto degli altri parametri.

• E’ consentito, fatti salvi diritti di terzi, realizzare edifici in aderenza lungo i confini.

• E’ consentito derogare alla distanza dalle strade per costituire degli allineamenti con gli edifici esistenti.

Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento: • sono ammesse le categorie di intervento di cui all’art.13 delle Nta. Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione: • diretta. Standard urbanistici, edilStandard urbanistici, edilStandard urbanistici, edilStandard urbanistici, ediliiiizi ed ecologici:zi ed ecologici:zi ed ecologici:zi ed ecologici: • parcheggi previsti dall’art.14 delle Nta; • indice di permeabilità dei suoli (Ps) = 20% della superficie fondiaria

(Sf) scoperta. Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari: • E’ consentito, per le attrezzature pubbliche soggette ad interventi di

ristrutturazione edilizia, realizzare superfici inferiori alla dotazione mi-nima di parcheggi P1).

Art. 24 - B2 - Zone delle Parti con impianto incompleto

24.0124.0124.0124.01 Le zone B2.x comprendono le parti dell’insediamento con im-pianto incongruente e densità medie. 24.0224.0224.0224.02 Gli interventi di trasformazione ricadenti nelle zone B2.x devono rispettare le seguenti norme: Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso: prevalenti:prevalenti:prevalenti:prevalenti: • residenziale. complementcomplementcomplementcomplementaaaari:ri:ri:ri: • distributiva e terziaria a basso carico urbanistico; • di servizio; • produttiva a basso carico urbanistico. • Le destinazioni distributiva e terziaria a basso carico urbanistico,

computate per ciascuna unità edilizia, non possono superare il 40% della Sul complessiva.

• Le destinazioni produttiva a basso carico urbanistico, computate per ciascuna unità edilizia, non possono superare il 20% della Sul com-plessiva.

• In sede di piano attuativo i suddetti rapporti possono essere verificati per la parte interessata dal piano stesso.

Parametri urbanistici e edParametri urbanistici e edParametri urbanistici e edParametri urbanistici e ediiiilizi*:lizi*:lizi*:lizi*: • indice di utilizzazione fondiaria (Uf) • altezza massima (H max) • numero dei piani (Np) * definire i parametri elencati • In sede di piano attuativo è consentito derogare alle distanze minime

dai confini e dalle strade. Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento: Edifici esistenti:Edifici esistenti:Edifici esistenti:Edifici esistenti:

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• sono sempre ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria (Mo), manutenzione straordinaria (Ms), modifiche interne (Mi), risanamento conservativo (Rc), ristrutturazione edilizia (Re) senza aumento delle Sul, demolizione (D);

• gli interventi di ristrutturazione edilizia (Re) con aumento della Sul so-no ammessi solo se previsti da un piano attuativo.

Nuovi edifici:Nuovi edifici:Nuovi edifici:Nuovi edifici: • gli interventi di demolizione e ricostruzione (Dr), nuova edificazione

(Ne) sono ammessi solo se previsti da un piano attuativo. Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione: diretta e/o indiretta. Standard urbanistici, edilStandard urbanistici, edilStandard urbanistici, edilStandard urbanistici, ediliiiizi ed ecologici:zi ed ecologici:zi ed ecologici:zi ed ecologici: • parcheggi previsti dall’art.14 delle Nta; • indice di permeabilità dei suoli (Ps) = minimo 20% della superficie

fondiaria (Sf) scoperta. • In sede di piano attuativo deve essere altresì garantito un indice di

permeabilità dei suoli (Ps) = 10% della superficie territoriale (St) inte-ressata dal piano stesso.

Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari: • I tipi edilizi per gli interventi di nuova edificazione (Ne) devono essere

specificate da un piano attuativo.

Art. 25 - B3 - Zone dei nuclei residenziali del territorio extraurbano55

Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari: • Le zone urbanistiche contermini a zone agricole E1) o E2), devono

essere accompagnate da uno studio, così come definito dall’art. 59, volto ad inquadrare gli interventi nel contesto di pertinenza, e devo-no, comunque, tendere al raggiungimento di un assetto ambientale ed estetico congruente con gli obiettivi delle zone E1, E2, E3 conter-mini56.

• La ricostruzione del rapporto tra nucleo edilizio e territorio circostante potrà essere realizzata, a seconda della compromissione del rappor-to, tramite fasce-filtro alberate e/o qualificando ulteriormente la de-stinazione agricola e/o migliorando la qualità dell’edificato.

Art. 26 - C - Zone residenziali di espansione

26.0126.0126.0126.01 Le zone residenziali di espansione C) si articolano nelle seguenti zone: ---- Zone C1.xZone C1.xZone C1.xZone C1.x Nuovi insediamenti di ampliamento dei tessuti esistenti, di

cui all’art.31; ---- Zone C2.xZone C2.xZone C2.xZone C2.x Nuovi insediamenti di definizione dei margini edificati, di

cui all’art.32; ---- Zone C3.xZone C3.xZone C3.xZone C3.x Nuovi insediamenti del territorio extraurbano, di cui

all’art.33.

55 Si tratta di una delle possibili zone urbanistiche che individuano nel territorio extraurbano delle parti dell’insediamento e/o delle aree con proprie caratteristiche, da classificare quindi nelle cor-rispondenti zto (cfr. art.15, nota n.36) non agricole (zto E). 56 La norma vuole meglio garantire il principio per cui eventuali interventi urbanistici ed edilizi inseriti nel contesto del territorio agricolo siano, quanto più possibile, ricondotti al rispetto degli obiettivi di conservazione e/o di trasformabilità compatibile con gli obiettivi di tutela delle zone agricole E1, E2, E3.

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26.0226.0226.0226.02 Gli interventi di trasformazione ricadenti nelle zone urbanistiche C) devono rispettare le seguenti norme, fatte salve quelle relative a cia-scuna zona: Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso: prevalenti:prevalenti:prevalenti:prevalenti: • residenziale. complementcomplementcomplementcomplementaaaari:ri:ri:ri: • distributiva e terziaria a basso carico urbanistico; • di servizio; • produttiva a basso carico urbanistico. • Le destinazioni d’uso complementari devono essere specificate in se-

de di piano attuativo, nel rispetto delle norme relative a ciascuna sot-tozona.

Parametri urbanistici ed edilizi*:Parametri urbanistici ed edilizi*:Parametri urbanistici ed edilizi*:Parametri urbanistici ed edilizi*: • distanze minime:

- dalle strade statali e provinciali - tra edifici - tra pareti finestrate

* definire i parametri elencati

Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione: • indiretta. Standard urbanistici D.M. n.1444/1968:Standard urbanistici D.M. n.1444/1968:Standard urbanistici D.M. n.1444/1968:Standard urbanistici D.M. n.1444/1968: • 18 m2/ab + 3 m2/ab per verde pubblico di cui alla L.r. 34/1992. Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari: • Ai fini dell’osservanza degli standard urbanistici, da verificarsi in sede

di piano attuativo, si assume che ad ogni abitante insediato o da in-sediare corrispondano 30 m2 di Sul, corrispondente a un volume di 100 m3, previsti dal D.m. n.1444/1968.

• Il piano attuativo deve essere preceduto da una indagine geologica che verifichi il grado di stabilità dell’intero versante, e la eventuale necessità di preventive opere di consolidamento dello stesso.

• In sede di piano attuativo devono essere specificati i tipi edilizi e par-ticolari norme per la realizzazione degli interventi edilizi.

Art. 27 - C1 - Zone dei nuovi insediamenti di ampliamento dei tessu-

ti esistenti

27.0127.0127.0127.01 Le zone C1.x comprendono le aree per la realizzazione di nuovi insediamenti, ad integrazione ed ampliamento di tessuti edilizi esistenti, con densità edilizie medie. 27.0227.0227.0227.02 Gli interventi di trasformazione ricadenti nelle zone C1.x devono rispettare le seguenti norme: Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso: prevalente:prevalente:prevalente:prevalente: • residenziale. complementcomplementcomplementcomplementaaaari:ri:ri:ri: • quelle comuni alle zone C). • Le destinazioni d’uso complementari, da specificare in sede di piano

attuativo, non devono superare complessivamente il 30% della Sul di ciascuna sottozona C1.x.

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Parametri urbanistici e edParametri urbanistici e edParametri urbanistici e edParametri urbanistici e ediiiilizi*:lizi*:lizi*:lizi*: • indice di utilizzazione territoriale (Ut) • altezza massima (H max) • numero dei piani (Np) • distanze minime:

- tra edifici - tra pareti finestrate - dalle strade - dai confini

* definire i parametri elencati • In sede di piano attuativo è consentito derogare alle distanze minime

tra gli edifici, dalle strade e dai confini, per adeguare il nuovo inse-diamento alla struttura dei tessuti edilizi limitrofi.

Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento: • sono ammesse le categorie di intervento di cui all’art.13 delle Nta. Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione: • indiretta. • Negli edifici esistenti, in assenza del piano attuativo, sono sempre

ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria (Mo), manutenzione straordinaria (Ms), modifiche interne (Mi), risanamento conservativo (Rc), ristrutturazione edilizia (Re) che non comportino aumento della superficie utile lorda esistente (Sul).

Standard urbanistici, edilStandard urbanistici, edilStandard urbanistici, edilStandard urbanistici, ediliiiizi ed ecologici:zi ed ecologici:zi ed ecologici:zi ed ecologici: • parcheggi previsti dall’art.14 delle Nta; • indice di permeabilità dei suoli (Ps) = minimo 40% della superficie

territoriale (St); Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari: • In sede di piano attuativo devono essere specificati i tipi edilizi e par-

ticolari norme per la realizzazione degli interventi edilizi. • Il piano attuativo deve essere preceduto da una indagine geologica

che verifichi il grado di stabilità dell’intero versante, e la eventuale necessità di preventive opere di consolidamento dello stesso.

• In sede di piano attuativo devono essere specificati i tipi edilizi e par-ticolari norme per la realizzazione degli interventi edilizi.

Art. 28 - C2 - Zone dei nuovi insediamenti di definizione dei margini

edificati

28.0128.0128.0128.01 Le zone C2.x comprendono le aree per la realizzazione di nuovi insediamenti a definizione dei margini del centro urbano, con densità edilizie medio-basse. 28.0228.0228.0228.02 Gli interventi di trasformazione ricadenti nelle zone C2.x devono rispettare le seguenti norme: Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso: prevalente:prevalente:prevalente:prevalente: • residenziale. complementcomplementcomplementcomplementaaaari:ri:ri:ri: • distributiva e terziaria a basso carico urbanistico; • di servizio.

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• Le destinazioni d’uso complementari, da specificare in sede di piano attuativo, non devono superare complessivamente il 20% della Sul di ciascuna sottozona C2).

Parametri urbanistici e edParametri urbanistici e edParametri urbanistici e edParametri urbanistici e ediiiilizi*:lizi*:lizi*:lizi*: • indice di utilizzazione territoriale (Ut) • altezza massima (H max) • numero dei piani (Np) • distanze minime:

- tra edifici - tra pareti finestrate - dalle strade - dai confini

* definire i parametri elencati • In sede di piano attuativo è consentito derogare alla distanza tra gli

edifici, che comunque non può essere inferiore a 6,00 m, ed alla di-stanza dalle strade interne del nuovo insediamento.

Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento: • sono ammesse le categorie di intervento di cui all’art.13 delle Nta. Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione: • indiretta. • Negli edifici esistenti, in assenza del piano attuativo, sono sempre

ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria (Mo), manutenzione straordinaria (Ms), modifiche interne (Mi), risanamento conservativo (Rc), ristrutturazione edilizia (Re) che non comportino aumento della superficie utile lorda esistente (Sul).

Standard urbanistici, edilizi ed ecolStandard urbanistici, edilizi ed ecolStandard urbanistici, edilizi ed ecolStandard urbanistici, edilizi ed ecoloooogici:gici:gici:gici: • parcheggi previsti dall’art.14 delle Nta; • indice di permeabilità dei suoli (Ps) = 50% della superficie territoriale

(St); • indice di piantumazione (Pi) = 1 pianta d’alto fusto ogni 200 m2 di

superficie territoriale (St). Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari: • Il piano attuativo deve essere preceduto da una indagine geologica

che verifichi il grado di stabilità dell’intero versante, e la eventuale necessità di preventive opere di consolidamento dello stesso.

• In sede di piano attuativo devono essere specificati i tipi edilizi e par-ticolari norme per la realizzazione degli interventi edilizi.

Art. 29 - C3 - Zone dei nuovi insediamenti del territorio extraurba-

no57

29.0129.0129.0129.01 Le zone C3.x comprendono le aree per la realizzazione di nuovi insediamenti, collocati nel territorio extraurbano, con caratteristiche com-patibili con gli obbiettivi di tutela paesaggistica ed ambientale. 29.0229.0229.0229.02 Gli interventi di trasformazione ricadenti nelle zone C3.x devono rispettare le seguenti norme:

57 Si tratta di una delle possibili zone urbanistiche che individuano nel territorio extraurbano delle parti dell’insediamento e/o delle aree con proprie caratteristiche, da classificare nelle corrispon-denti zto (cfr. art. 15 nota 36) non agricole (zto E).

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Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso: prevalente:prevalente:prevalente:prevalente: • residenziale. complementcomplementcomplementcomplementaaaariririri:::: Parametri urbanistici e edParametri urbanistici e edParametri urbanistici e edParametri urbanistici e ediiiilizi*:lizi*:lizi*:lizi*: • indice di utilizzazione territoriale (Ut) • altezza massima (H max) • numero dei piani (Np) • distanze minime:

- edifici e pareti finestrate - strade e confini

* definire i parametri elencati Categorie di inteCategorie di inteCategorie di inteCategorie di intervento:rvento:rvento:rvento: • sono ammesse le categorie di intervento di cui all’art.13 delle Nta. Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione: • indiretta. Standard urbanistici, edilizi ed ecolStandard urbanistici, edilizi ed ecolStandard urbanistici, edilizi ed ecolStandard urbanistici, edilizi ed ecoloooogici:gici:gici:gici: • parcheggi previsti dall’art.14 delle Nta; • indice di permeabilità dei suoli (Ps) = 70% della superficie territoriale

(St); • indice di piantumazione (Pi) = 1 pianta d’alto fusto ogni 100 m2 di

superficie territoriale (St). Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari: • Le zone urbanistiche C3.x contermini a zone agricole E1) o E2), de-

vono essere accompagnati da uno studio, così come definito dall’art.59, volto, ad inquadrare gli interventi nel contesto di perti-nenza, e devono, comunque, tendere al raggiungimento di un asset-to ambientale ed estetico congruente con gli obiettivi di tutela delle zone E1, E2, E3 contermini.58

• La ricostruzione del rapporto tra nucleo edilizio e territorio circostante potrà essere realizzata, a seconda della compromissione del rappor-to, tramite fasce-filtro alberate e/o qualificando ulteriormente la de-stinazione agricola e/o migliorando la qualità dell’edificato.

• Il piano attuativo deve essere preceduto da una indagine geologica che verifichi il grado di stabilità dell’intero versante, e la eventuale necessità di preventive opere di consolidamento dello stesso.

• In sede di piano attuativo devono essere specificati i tipi edilizi e par-ticolari norme per la realizzazione degli interventi edilizi.

58 La norma vuole meglio garantire il principio per cui, eventuali interventi urbanistici ed edilizi inseriti nel contesto del territorio agricolo siano, quanto più possibile, ricondotti al rispetto degli obbiettivi di conservazione e/o di trasformabilità compatibile con gli obiettivi di tutela delle zone agricole E1, E2, E3.

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Capo 2.2.2 - Zone prevalentemente produttive

Art. 30 - D - Zone destinate alle attività produttive

30.0130.0130.0130.01 Le zone destinate alle attività produttive D) si articolano nelle se-guenti zone: Zone D1.xZone D1.xZone D1.xZone D1.x Insediamenti produttivi esistenti; Zone D2.xZone D2.xZone D2.xZone D2.x Nuovi insediamenti produttivi nel territorio urbano; Zone D3.xZone D3.xZone D3.xZone D3.x Nuovi insediamenti produttivi nel territorio extraurbano. 30.0230.0230.0230.02 Gli interventi di trasformazione ricadenti nelle zone urbanistiche D) devono rispettare le seguenti norme, fatte salve quelle relative a cia-scuna zona: Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso: prevalente:prevalente:prevalente:prevalente: • produttiva (distributiva, produttiva artigianale ed industriale). complementcomplementcomplementcomplementaaaari:ri:ri:ri: • terziaria; • di servizio; • residenziale. Parametri urbanistici ed edilizi*:Parametri urbanistici ed edilizi*:Parametri urbanistici ed edilizi*:Parametri urbanistici ed edilizi*: • distanze:

- strade statali e provinciali - edifici - pareti finestrate

* definire i parametri elencati Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione: • diretta e/o indiretta. Standard urbanistici D.m. n.1444/1968:Standard urbanistici D.m. n.1444/1968:Standard urbanistici D.m. n.1444/1968:Standard urbanistici D.m. n.1444/1968: • 10% della superficie territoriale (St). Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:

Art. 31 - D1 - Zone degli insediamenti produttivi esistenti

31.0131.0131.0131.01 Le zone D1.x comprendono gli insediamenti, prevalentemente produttivi, esistenti negli insediamenti urbani. 31.0231.0231.0231.02 Gli interventi di trasformazione ricadenti nelle zone D1.x devono rispettare le seguenti norme: Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso: prevalenti:prevalenti:prevalenti:prevalenti: • produttiva (distributiva, manifatturiera artigianale ed industriale, ter-

ziaria). complementcomplementcomplementcomplementaaaari:ri:ri:ri: • residenziale; • di servizio. • La superficie utile lorda (Sul) destinata alla residenza non può essere

superiore al 30% di quella totale. • Sono ammesse le sole modifiche alle destinazioni d’uso che non

comportino aumento del carico urbanistico, in riferimento alle dota-zioni minime di parcheggi di cui all’art.14. Sono, comunque, fatte salve modifiche alle destinazioni d’uso riguardanti le attrezzature pubbliche.

Parametri urbanistici ed edilizi*:Parametri urbanistici ed edilizi*:Parametri urbanistici ed edilizi*:Parametri urbanistici ed edilizi*:

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• indice di utilizzazione fondiaria • altezza massima degli edifici • distanze minime:

- strada provinciale - altre strade - edifici - pareti finestrate - confini

* definire i parametri elencati Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento: • sono ammesse le categorie di intervento di cui all’art.13 delle Nta. Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione: • diretta. Standard urbanistici, edilStandard urbanistici, edilStandard urbanistici, edilStandard urbanistici, ediliiiizi ed eczi ed eczi ed eczi ed ecologici:ologici:ologici:ologici: • parcheggi previsti dall’art.14 delle Nta. • indice di permeabilità dei suoli (Ps) = 20% della superficie fondiaria

(Sf) scoperta. Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:

Art. 32 - D2 - Zone dei nuovi insediamenti produttivi nel territorio

urbano

32.0132.0132.0132.01 Le zone D2.x comprendono le aree per la realizzazione di nuovi insediamenti produttivi integrati con gli insediamenti esistenti. 32.0232.0232.0232.02 Gli interventi di trasformazione ricadenti nelle zone D2.x devono rispettare le seguenti norme: Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso: prevalente:prevalente:prevalente:prevalente: • produttiva manifatturiera . complementcomplementcomplementcomplementaaaari:ri:ri:ri: • distributiva • Ricettiva – Direzionale • La superficie utile lorda (Sul) destinata alle attività distributive non può

essere superiore al 30% di quella totale. Parametri urbanistici e edParametri urbanistici e edParametri urbanistici e edParametri urbanistici e ediiiilizi*:lizi*:lizi*:lizi*: • indice di utilizzazione territoriale (Ut) • indice di copertura (Ic) • altezza massima (H max) • distanze minime:

- dalle strade (Ds) - tra edifici (De) - tra pareti finestrate (Dp) - dai confini (Dc)

* definire i parametri elencati Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento: • sono ammesse le categorie di intervento di cui all’art.13 delle Nta. Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione: • indiretta. Standard urbanistici, edilizi ed ecolStandard urbanistici, edilizi ed ecolStandard urbanistici, edilizi ed ecolStandard urbanistici, edilizi ed ecoloooogici:gici:gici:gici:

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parcheggi previsti dall’art.14 delle Nta. • indice di permeabilità dei suoli (Ps) = 30% della superficie territoriale

(St); • indice di piantumazione (Pi) = 1 pianta d’alto fusto ogni 400 m2 di

superficie territoriale (St). Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:

Art. 33 - D3 - Zone dei nuovi insediamenti produttivi nel territorio ex-

traurbano59

33.0133.0133.0133.01 Prescrizioni particolari: Prescrizioni particolari: Prescrizioni particolari: Prescrizioni particolari: • Le zone urbanistiche D3 contermini a zone agricole E1) o E2), devo-

no essere accompagnate da uno studio, così come definito dall’art. 59, volto ad inquadrare gli interventi nel contesto di pertinenza, e devono, comunque, tendere al raggiungimento di un assetto am-bientale ed estetico congruente con gli obiettivi delle zone E1, E2, E3 contermini60.

• La ricostruzione del rapporto tra nucleo edilizio (o attività mineraria) e territorio circostante potrà essere realizzata, a seconda della com-promissione del rapporto, tramite fasce-filtro alberate e/o qualifican-do ulteriormente la destinazione agricola e/o migliorando la qualità dell’edificato (o dell’attività mineraria).

• Nell’ambito degli interventi di recupero ambientale delle cave esi-stenti, dismesse o attive, devono essere salvaguardate aree campio-ne delle singolarità geologiche emerse: stratificazioni tipiche, forme strutturali, fossili e simili.

33.0233.0233.0233.02 D3.1 D3.1 D3.1 D3.1 ---- Bacini estrattivi Bacini estrattivi Bacini estrattivi Bacini estrattivi L’inserimento dei “bacini estrattivi” nell’ambito della pianificazione comu-nale (PRG) è attuato tramite Accordo di Programma tra Provincia e Co-mune. I “bacini estrattivi” sono individuati dal PPAE in attuazione del PRAE e della l.r. 71/97. I bacini estrattivi, individuati (in funzione della presenza della risorsa mineraria) dal PPAE, nel rispetto del PRAE e della l.r. 71/97, sono discipli-nati da azzonamenti urbanistici conformi ai seguenti criteri. All’interno del perimetro del “bacino estrattivo” sono identificati/bili più ambiti complementari, da assoggettare a specifiche normative differenziate secondo i seguenti azzonamenti urbanistici riferiti alla situazione esistente e alla situazione futura Abex, Bbex, Dbex, Ebex, Fbex

61. Abex identifica manufatti ed edifici di interesse storico, architettonico,

paesistico-ambientale; Bbex identifica manufatti ed edifici esistenti privi dei caratteri di cui al

punto precedente Dbex identifica i giacimenti estrattivi Ebex identifica le aree agro-silvo-pastorali

59 Si tratta di una delle possibili zone urbanistiche che individuano nel territorio extraurbano delle parti dell’insediamento e/o delle aree con proprie caratteristiche, da classificare quindi nelle cor-rispondenti zto (cfr. art.15, nota n.36) non agricole (zto E). 60 La norma vuole meglio garantire il principio per cui eventuali interventi urbanistici ed edilizi inseriti nel contesto del territorio agricolo siano, quanto più possibile, ricondotti al rispetto degli obiettivi di conservazione e/o di trasformabilità compatibile con gli obiettivi di tutela delle zone agricole E1, E2, E3. 61 I simboli A, B, D, E ed F sono corrispondenti a quelli delle ZTO e alle definizioni del DM 2/4/1968. I simboli “be” evidenziano che l’azzonamento è interno al bacino estrattivo. Il simboli “x” indica l’azzonamento specifico in riferimento alla sua appartenenza ad una classe (o categoria) di elementi.

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Fbex identifica le infrastrutture ed i servizi necessari per servire l’insieme delle aree e delle attività presenti all’interno del perimetro del baci-no estrattivo.

I progetti di cava riguardano aree interne ai perimetri dei bacini estrattivi ed interne ai perimetri dei giacimenti. Ogni giacimento è ripartito in più aree di cava. Il perimetro dell’insieme delle cave coincide sempre con il perimetro del giacimento, ma il perimetro del giacimento in genere è minore del peri-metro del bacino estrattivo pur potendo coincidere con esso. Normalmente la somma delle aree dei “giacimenti” è inferiore alla su-perficie totale del “bacino estrattivo” perché all’interno di quest’ultimo sono ricomprese, per ragioni di unità geografica, morfologia dei luoghi, aspetti paesaggistici, aree prive di valore minerario, ma dotate di altre caratteristiche da disciplinare con norme ed indirizzi diversi da quelli delle cave, costituendo essi sempre, in rapporto all’attività di cava, elementi di mitigazione paesistico-ambientale. Lo svolgimento dell’attività di cava, la ricomposizione ambientale “in fieri” dei siti di cava, la ricomposizione ambientale finale delle aree di cava so-no definiti in coerenza con i criteri di tutela paesistico-ambientale dei terri-tori circostanti il bacino estrattivo, ricorrendo sempre uno dei seguenti ca-si: Esempio 1:Esempio 1:Esempio 1:Esempio 1: Se il bacino estrattivo è circondato da aree il cui indirizzo urbanistico è quello della zona E1 (art. 15.05 - tutela integrale, conservazione dei ca-ratteri presenti, art. 26 PPAR), allora tale indirizzo si rifletterà su tutti gli elementi presenti all’interno del bacino estrattivo: aree agro-silvo-pastorali, infrastrutture, insediamenti, sulle zone destinate a cava, sulle fa-si di coltivazione della cava e sulla ricomposizione ambientale (recupero) della cava. La cava sarà coltivata per moduli di limitata estensione, immediatamente recuperati all’esaurimento, con caratteri e destinazioni d’uso analoghi all’assetto iniziale (bosco, terreni agricoli, pascoli). Esempio 2:Esempio 2:Esempio 2:Esempio 2: Se il bacino estrattivo è totalmente circondato da aree sottoposte ad una disciplina di trasformazione compatibile zona E2 (art. 15.06 - tutela orientata, art. 26 PPAR) la coltivazione può avere moduli di coltivazione più estesi, la ricomposizione ambientale (recupero) attuata per fasi tem-porali di maggiore durata e l’assetto finale dell’area avere destinazioni d’uso anche diverse, ma compatibili con l’assetto del paesaggio circo-stante (non solo boschi, pascoli o terreni agricoli, ma anche riserve idri-che, attività per il tempo libero ecc.). Esempio 3:Esempio 3:Esempio 3:Esempio 3: Se il bacino estrattivo è totalmente circondato da zone E3 (art. 15.07) non sottoposte agli indirizzi di tutela precedenti (TI - TO, art. 26 PPAR) la coltivazione della cava può al limite prevedere una sola fase attuativa estesa a tutta l’area di cava, la ricomposizione ambientale (recupero) al limite potrà essere attuata solo all’esaurimento della cava e l’uso finale potrà essere diverso da quello originario. Esempio 4:Esempio 4:Esempio 4:Esempio 4: Nel caso di indirizzi di tutela paesistica-ambientale diversi al contorno del bacino estrattivo prevarrà, nei confronti delle discipline del bacino estrat-tivo, l’indirizzo a cui corrisponde un segmento di maggiore lunghezza sul perimetro del bacino estrattivo stesso. 33.0333.0333.0333.03 D3.3 D3.3 D3.3 D3.3 ---- Discariche Discariche Discariche Discariche L’inserimento delle discariche nell’ambito della pianificazione comunale è attuato tramite Accordo di Programma tra Provincia e Comune. Le aree per le discariche sono individuate dal Piano Provinciale dei Rifiuti. La disciplina dell’area destinata a discarica sarà coerente con quella del-le aree agricole circostanti (E1, E2, E3). Nel caso di indirizzi di tutela pae-

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sistico-ambientale diversi al contorno dell’area della discarica, prevarrà l’indirizzo a cui corrisponde un segmento di maggiore lunghezza sul pe-rimetro della discarica.

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Capo 2.3 - Zone delle componenti sistemiche

Art. 34 - F1 - Zona delle attrezzature e degli impianti con bacino di

utenza esteso all’intero comune e/o a più comuni

34.0134.0134.0134.01 Le zone delle attrezzature e degli impianti F1) si articolano nelle seguenti zone:62 - Zone F1.1)Zone F1.1)Zone F1.1)Zone F1.1) Attrezzature dell’istruzione superiore; - Zone F1.2)Zone F1.2)Zone F1.2)Zone F1.2) Attrezzature sanitarie ed ospedaliere; - Zone F1.3)Zone F1.3)Zone F1.3)Zone F1.3) Attrezzature culturali e ricreative; - Zone F1.4) Zone F1.4) Zone F1.4) Zone F1.4) Aree verdi, giardini e boschi di interesse urbano e territo-

riale; - Zone F1.5)Zone F1.5)Zone F1.5)Zone F1.5) Attrezzature civiche; - Zone F1.6)Zone F1.6)Zone F1.6)Zone F1.6) Impianti sportivi; - Zone F1.7)Zone F1.7)Zone F1.7)Zone F1.7) Attrezzature cimiteriali. - Zone F1.xZone F1.xZone F1.xZone F1.x ……………………………. 34.0234.0234.0234.02 Il quadro complessivo del sistema delle attrezzature e degli im-pianti di interesse generale e la proposta di programmazione degli inter-venti sono indicati nelle tavole Pr5.x “Proposte per il sistema dei servizi” e nell’art. 52 “ Il Piano attutivo dei servizi e le proposte per il sistema delle attrezzature”. 34.0334.0334.0334.03 Le zone F1.x, se collocate nel territorio extraurbano devono con-formarsi e rispettare gli obiettivi di tutela delle zone E1, E2, E3 e sono contrassegnate dal simbolo Fe1.x.

Art. 35 - F1.1 - Zone delle attrezzature dell’istruzione superiore

35.0135.0135.0135.01 Le zone F1.1) comprendono le attrezzature dell’istruzione supe-riore esistenti e le aree per la realizzazione di nuove attrezzature. 35.0235.0235.0235.02 Gli interventi di trasformazione ricadenti nelle zone F1.1) devono rispettare le seguenti norme: Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso: prevalente:prevalente:prevalente:prevalente: • attrezzature dell’istruzione superiore. complementare:complementare:complementare:complementare: • residenze collettive. Le destinazioni d’uso complementari non possono eccedere, computate per ciascuna attrezzatura, il 30% della Sul complessiva. Parametri urbanistici ed edilizi*:Parametri urbanistici ed edilizi*:Parametri urbanistici ed edilizi*:Parametri urbanistici ed edilizi*: • indice di utilizzazione fondiaria (Uf) • altezza massima (H max) • distanze minime:

- tra gli edifici (De) - tra pareti finestrate (Df) - dai confini (Dc) - dalle strade (Ds)

* definire i parametri elencati Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento: • sono ammesse le categorie di intervento di cui all’art.13 delle Nta.

62 Dell’elenco, a titolo esemplificativo, sono state sviluppate le norme relative alle zone F1.1). Ricordiamo anche che tali zone possono essere distinte in relazione alla loro collocazione nel territorio urbano o extraurbano.

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Modalità di attuaziModalità di attuaziModalità di attuaziModalità di attuazioooone:ne:ne:ne: • diretta. Standard urbanistici, edilizi ed ecolStandard urbanistici, edilizi ed ecolStandard urbanistici, edilizi ed ecolStandard urbanistici, edilizi ed ecoloooogici:gici:gici:gici: • indice di permeabilità dei suoli (Ps) = 30% della superficie fondiaria

(Sf); • indice di piantumazione (Pi) = 1 pianta d’alto fusto ogni 200 m2 di

superficie fondiaria (Sf). Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari: • Sono comunque fatte salve le norme previste dalle leggi relative

all’edilizia scolastica, con particolare riferimento al D.m. 18 dicem-bre 1975 “Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia ed ur-banistica da osservare nella esecuzione di opere di edilizia scolasti-ca”.

Art. 36 - F1.2 - Zone delle attrezzature sanitarie ed ospedaliere

Art. 37 - F1.3 - Zone attrezzature culturali e ricreative

Art. 38 - F1.4 - Zone verdi, giardini e boschi di interesse urbano e

territoriale

38.0138.0138.0138.01 La tutela e la valorizzazione del patrimonio vegetale presente nel territorio urbano, anche in riferimento alla l.r. 26/98, deve considerare le funzioni ambientali ed estetiche svolte dal verde urbano ed esprimersi at-traverso la salvaguardia del patrimonio già esistente e la cura della quali-tà dei nuovi insediamenti. 38383838.02.02.02.02 Il Piano Regolatore promuove la redazione del Piano Urbano del Verde; strumento indispensabile per la conoscenza del patrimonio vege-tale dei centri urbani e per una sua corretta gestione. Tale Piano definisce funzioni e tipologie del verde urbano, criteri di manutenzione nonché modalità tecniche di intervento sulle aree verdi. Il PUV deve considerare la struttura tecnico-operativa e l’organizzazione della gestione attraverso l’istituzione di un Servizio Parchi e Giardini, interno all’Ufficio Tecnico Comunale. L’esigenza di ricorrere sempre alla manutenzione straordina-ria del verde (potature d’urgenza per rami pericolanti, abbattimenti di in-dividui malati, etc.) provoca un errato impiego dell’investimento finanzia-rio del settore, oltre a non permettere una corretta pianificazione a breve e a lungo termine (progettazione di aree verdi di nuovo impianto e co-pertura finanziaria per il loro mantenimento, recupero di aree verdi ab-bandonate, etc.). Il Piano urbano del Verde dovrà prevedere al suo interno un Capitolato di appalto per le opere a verde e del paesaggio contenente tutte le disposi-zioni amministrative e tecniche da adottare e rispettare durante l’esecuzione dei lavori. Tale Capitolato sarà vincolante per l’Ente appalta-tore e per l’Impresa appaltatrice. 38.0338.0338.0338.03 Indicazione per la classificazione delle zone verdi F1.4.x ed elIndicazione per la classificazione delle zone verdi F1.4.x ed elIndicazione per la classificazione delle zone verdi F1.4.x ed elIndicazione per la classificazione delle zone verdi F1.4.x ed ele-e-e-e-menti normativi che regolamentano in maniera puntuale e dettagliata la menti normativi che regolamentano in maniera puntuale e dettagliata la menti normativi che regolamentano in maniera puntuale e dettagliata la menti normativi che regolamentano in maniera puntuale e dettagliata la tutela del vetutela del vetutela del vetutela del verrrrde urbano:de urbano:de urbano:de urbano: - nei progetti edilizi dovrà essere parte integrante il progetto della

sistemazione degli spazi aperti con l’indicazione delle zone alberate, a prato, a giardino (corredata da indicazione delle specie impiegate), ed i progetti di massima delle recinzioni e di tutte le opere di sistema-zione esterna;

- nel caso in cui l’opera progettata riguardi vaste aree (lottizzazioni, comparti), va stabilito già in fase di progetto di massima quali e quan-

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te siano le aree destinate ad attività all’aperto; inoltre occorre che esse vadano distinte in base al loro uso: attività sportive, aree a verde, pa-vimentazioni per parcheggi o altro. È indispensabile definire quali sia-no le specie arboree ed arbustive che verranno piantumate, tenendo presente che le piante hanno bisogno di un’area di rispetto sia per l’apparato radicale che aereo, che in fase adulta non dovrà interferire con le linee idriche e gli altri impianti tecnologici;

- nel caso in cui tra le opere sia prevista la costruzione di marciapiedi con pavimentazioni rigide o permeabili, questi oltre ad essere confor-mi alla specifica normativa, devono avere altre caratteristiche: aiuole di impianto con superficie di raggio di almeno 1,50 dal fusto per le essenze di prima grandezza, di mt 1.00 per quelle di seconda gran-dezza, e di mt 0,50 per le essenze di terza grandezza e gli arbusti;

- assenza di qualsiasi forma di impermeabilizzazione nella sede d’impianto;

- le aree a parcheggio dovrebbero essere convenientemente piantuma-te con almeno un albero ad alto fusto ogni 25 mq preferendo essenze tipiche del luogo. Sarebbe utile prevedere una pavimentazione forata alla base che assicuri gli scambi idrico-gassosi tra terreno ed atmosfe-ra e nel contempo eviti l’eccessivo costipamento ed anche l’introduzione, nelle zone destinate a parcheggio, di alcune siepi di al-tezza non eccessiva o dei gruppi di arbusti che rendano più gradevoli queste aree, o di altre soluzioni tecniche che garantiscano l’ombreggiamento delle auto parcheggiate e il loro mascheramento;

- la distanza minima della luce netta di qualsiasi scavo dal filo del tron-co non può essere inferiore a m 2,50 per le piante di prima e secon-da grandezza e m 1,50 per le piante di terza grandezza, eventuali de-roghe potranno essere concesse dall’ufficio tecnico del Comune die-tro presentazione di domanda in cui venga motivato l’intervento;

- per le piantumazioni in ambiente urbano sarebbe auspicabile non fornire degli elenchi prescrittivi di specie, evitando di imporre limiti troppo restrittivi al ricco panorama varietale offerto dal settore vivaisti-co; le singole scelte progettuali, invece, devono sempre attuarsi in re-lazione alle peculiarità del sito d’impianto. Al contrario, si può produr-re un elenco di specie sconsigliate in ragione di alcune caratteristiche di rusticità, resistenza alle malattie, ridotta esigenza manutentiva, resi-stenza meccanica agli agenti atmosferici ecc., dalle quali non posso-no prescindere specie utilizzate in ambiente urbano. Si deve comun-que precisare che, in generale, per impostare un corretto impianto in ambiente urbano, si deve innanzi tutto procedere alla scelta delle spe-se e delle cultivar da impiegare, secondo precisi parametri: • Agronomici: natura del terreno e ph, giacitura ed esposizione del

terreno, pendenza, ecc.; • Climatici: temperatura, piovosità, ventosità, ecc.; • Ambientali: ubicazione, inquinamento atmosferico e sonoro, ecc.; • Urbani: vincoli edilizi, stradali, disponibilità di spazio, tipologia di

fruizione, ecc.; • Estetici: caratteristiche ornamentali dei soggetti; • Naturalistici: inserimento paesaggistico, ricovero e nutrimento per

la piccola fauna, ecc. Si raccomanda comunque l’uso di specie latifoglie che con il viraggio di colore delle foglie creano un interessante cromatismo, privilegiando le autoctone.

38.0438.0438.0438.04 Nell’ambito delle zone produttive sarebbe opportuno prevedere la creazione di un filtro di verde con alberature da alto fusto ed essenze arbustive per cercare di ridurre l’impatto sull’ambiente e per garantire quella qualità formale che spesso viene a mancare a tali zone. Si consi-glia inoltre di differenziare la scelta delle specie a seconda

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dell’ubicazione dell’insediamento: se posto in ambiente rurale o vicino a quello urbano, se in prossimità dei corsi d’acqua o in area collinare. Interventi consigliati:Interventi consigliati:Interventi consigliati:Interventi consigliati: - nei progetti edilizi dovrà essere parte integrante il progetto della

sistemazione degli spazi aperti con l’indicazione delle zone alberate, a prato, a giardino (corredata da indicazione delle specie impiegate), ed i progetti di massima delle recinzioni e di tutte le opere di sistema-zione esterna;

- è indispensabile definire quali siano le specie arboree ed arbustive che verranno piantumate, tenendo presente che le piante hanno bisogno di un’area di rispetto sia per l’apparato radicale che aereo, che in fase adulta non dovrà interferire con le linee idriche e gli altri impianti tecnologici;

- assenza di qualsiasi forma di impermeabilizzazione nella sede d’impianto;

- le aree a parcheggio dovrebbero essere convenientemente piantuma-te con almeno un albero ad alto fusto ogni mq 25 preferendo essenze tipiche del luogo. Sarebbe utile prevedere una pavimentazione forata alla base che assicuri gli scambi idrico-gassosi tra terreno ed atmosfe-ra e nel contempo eviti l’eccessivo costipamento ed anche l’introduzione, nelle zone destinate a parcheggio, di alcune siepi di al-tezza non eccessiva o dei gruppi di arbusti che rendano più gradevoli queste aree, o di altre soluzioni tecniche che garantiscano l’ombreggiamento delle auto parcheggiate e il loro mascheramento;

- per le piantumazioni potrebbe valere lo stesso elenco di specie scon-sigliate stilato per gli impianti in ambiente urbano.

Art. 39 - F1.5 - Zone delle attrezzature civiche

Art. 40 - F1.6 - Zone degli impianti sportivi

Art. 41 - F1.7 - Zone delle attrezzature cimiteriali

Art. 42 - F2 - Zone delle attrezzature con bacino di utenza inferiore

rispetto alle zone F1

42.0142.0142.0142.01 Le zone delle attrezzature F2) si articolano nelle seguenti zone: - Zone F2.1)Zone F2.1)Zone F2.1)Zone F2.1) Aree, prevalentemente edificate, per attrezzature

dell’istruzione e di interesse comune; - Zone F2.2)Zone F2.2)Zone F2.2)Zone F2.2) Aree, prevalentemente non edificate, per il verde attrezzato

e per i parcheggi. - Zone F2.xZone F2.xZone F2.xZone F2.x ………………. 42.0242.0242.0242.02 Le zone urbanistiche F2), che interessino attrezzature, impianti ed aree di proprietà pubblica, concorrono al soddisfacimento della dotazio-ne minima degli standard, di cui all’art.3 del D.m. n.1444/1968. 42.0342.0342.0342.03 Il quadro complessivo del sistema delle attrezzature di quartiere e la proposta di programmazione degli interventi sono indicati nelle tavole Pr5.x “Proposte per il sistema dei servizi” e nell’art. 52 “Il Piano attutivo dei servizi e le proposte per il sistema delle attrezzature”. 42.0442.0442.0442.04 Le zone F2.x se collocate nel territorio extraurbano devono con-formarsi e rispettare gli obiettivi di tutela delle zone E1, E2, E3 e sono contrassegnate dal simbolo Fe2.x.

Art. 43 - F2.1 - Zone delle attrezzature prevalentemente edificate

43.0143.0143.0143.01 Le zone F2.1) comprendono le attrezzature esistenti, dell’istruzione e di interesse comune, e le aree per la realizzazione di nuove attrezzature.

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43.0243.0243.0243.02 Gli interventi di trasformazione ricadenti nelle zone F2.1) devono rispettare le seguenti norme relative a ciascuna sottozona. Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso: prevalente:prevalente:prevalente:prevalente: • attrezzature dell’istruzione complementare:complementare:complementare:complementare: • attrezzature di interesse comune Parametri urbanistici e edParametri urbanistici e edParametri urbanistici e edParametri urbanistici e ediiiilizi*:lizi*:lizi*:lizi*: • indice di utilizzazione fondiaria (Uf) • altezza massima (H max) • distanze minime:

- tra gli edifici (De) - tra pareti finestrate (Df) - dai confini (Dc) - dalle strade (Ds)

* definire i parametri elencati Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento: • sono ammesse le categorie di intervento di cui all’art.13 delle Nta. Modalità di attuaziModalità di attuaziModalità di attuaziModalità di attuazioooone:ne:ne:ne: • diretta. SSSStandard urbanistici, edilizi ed ecoltandard urbanistici, edilizi ed ecoltandard urbanistici, edilizi ed ecoltandard urbanistici, edilizi ed ecoloooogici:gici:gici:gici: • indice di permeabilità dei suoli (Ps) = 20% della superficie fondiaria

(Sf); • indice di piantumazione (Pi) = 1 pianta d’alto fusto ogni 200 m2 di

superficie fondiaria (Sf). Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:

Art. 44 - F2.2 - Zone delle attrezzature prevalentemente non edifica-

te

44.0144.0144.0144.01 Le zone F2.2) comprendono il verde attrezzato, per il gioco e lo sport, ed i parcheggi esistenti, e le aree per la realizzazione di nuove at-trezzature. Gli interventi di trasformazione ricadenti nelle zone F2.2) devono rispetta-re le seguenti norme: Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso:Destinazioni d’uso: prevalente:prevalente:prevalente:prevalente: • aree verdi attrezzate per il gioco e lo sport, aree a prato e/o boscate,

giardini; complementare:complementare:complementare:complementare: • parcheggi. Parametri urbanistici e edParametri urbanistici e edParametri urbanistici e edParametri urbanistici e ediiiilizi*:lizi*:lizi*:lizi*: • indice di copertura • altezza massima * definire i parametri elencati Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento:Categorie di intervento: • sono ammesse le categorie di intervento di cui all’art.12 delle Nta.

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• La realizzazione di edifici è ammessa esclusivamente per dotare le aree attrezzate dei servizi necessari per la loro fruizione e/o manuten-zione.

Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione:Modalità di attuazione: • diretta. Standard urbanistici, edilizi ed ecolStandard urbanistici, edilizi ed ecolStandard urbanistici, edilizi ed ecolStandard urbanistici, edilizi ed ecoloooogici:gici:gici:gici: • indice di permeabilità dei suoli (Ps) = 90% della superficie territoriale

(St); • indice di piantumazione (Pi) = 1 pianta d’alto fusto ogni 200 m2 di

superficie territoriale (St). Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:Prescrizioni particolari:

Art. 45 - F3 - Zone delle infrastrutture

45.0145.0145.0145.01 Le zone delle infrastrutture F3) si articolano nelle seguenti zone: - Zone F3.1)Zone F3.1)Zone F3.1)Zone F3.1) Viabilità; - Zone F3.2)Zone F3.2)Zone F3.2)Zone F3.2) Linee ed impianti ferroviari; - Zone F3Zone F3Zone F3Zone F3.3) .3) .3) .3) Impianti e reti tecnologiche; - Zone F3.4)Zone F3.4)Zone F3.4)Zone F3.4) Impianti di trattamento delle acque reflue; - Zone F3.xZone F3.xZone F3.xZone F3.x …………………………… 45.0245.0245.0245.02 Gli interventi di trasformazione ricadenti nella zona F3) devono rispettare le norme relative a ciascuna zona. 45.0345.0345.0345.03 Le zone F3.x se collocate nel territorio extraurbano devono con-formarsi e rispettare gli obiettivi di tutela delle zone E1, E2, E3 e sono contrassegnate dal simbolo Fe3.x.

Art. 46 - F3.1 - Zone della viabilità

46.0146.0146.0146.01 Le zone F3.1) comprendono le aree attualmente destinate alla viabilità carrabile e/o pedonale, quelle destinate al loro ampliamento e quelle per la realizzazione di nuovi tracciati. 46.0246.0246.0246.02 I perimetri di rispetto stradale, individuate nelle tavole P4.x “Zone del territorio extraurbano”, stabiliscono un vincolo di inedificabilità, così come previsto dal vigente Codice della strada. 46.0346.0346.0346.03 I tracciati e le sezioni delle strade e dei percorsi pedonali e/o ci-clabili, indicati nelle tavole di azzonamento, hanno carattere prescrittivo. Con l’approvazione dei progetti di massima e/o esecutivi, possono co-munque essere introdotti gli aggiustamenti e le modifiche necessari, in ragione delle oggettivo stato dei luoghi. 46.0446.0446.0446.04 Il quadro complessivo del sistema della viabilità e la proposta di programmazione degli interventi sono indicati nelle tavole Pr4x “Proposte per il sistema della mobilità”.

Art. 47 - F3.2 - Zone delle linee e degli impianti ferroviari

Art. 48 - F3.3 - Zone degli impianti e delle reti tecnologiche

Art. 49 - F3.4 - Zone degli impianti di trattamento delle acque reflue

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Capo 2.4 - Vincoli non urbanistici

Art. 50 - Elenco e localizzazione dei vincoli

50.0150.0150.0150.01 Il Piano, nelle tavole Ps2.x “Elenco e localizzazione dei vincoli non urbanistici” perimetra le aree soggette a vincoli di inedificabilità e/o di altra natura previsti dalle vigenti leggi nazionali e regionali, relativi a:63 perimetro di rispetto delle strade (D.i. n.1404/1968, L. n.729/1961, D.p.r. n.495/1992); • perimetro di rispetto cimiteriale (R.d. n.1265/1934 e T.u. leggi sani-

tarie); • perimetro di rispetto degli elettrodotti (D.p.c.m. del 23/04/1992); • perimetro di rispetto metanodotti (D.m. del 24/11/1984); • perimetro di rispetto delle risorse idriche (D.p.r. n.236/1988); • perimetro di rispetto degli allevamenti industriali (art.9 della L.r.

n.1371990); • perimetro di rispetto degli ambiti fluviali (prescrizioni di base perma-

nenti del PPAR e/o delimitazioni del Piano). 50.0250.0250.0250.02 Il Piano, altresì, stabilisce i seguenti perimetri all’interno dei quali, fatte salve le norme relative alle zone e sottozone in cui ricadono, non sono ammessi interventi di nuova edificazione (Ne): • perimetri di rispetto degli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti; • perimetri di rispetto degli impianti di depurazione.

63 L’elenco non è esaustivo.

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Capo 3.1 - Gli strumenti per la gestione del Piano

Art. 51 - Quadro di riferimento, ambiti, piani, programmi e regola-

menti - per l’attuazione degli interventi

51.0151.0151.0151.01 Il Piano costituisce il riferimento per i programmi e i progetti di trasformazione dell’insediamento relativi: - all’assetto complessivo dell’insediamento; - ad azioni e progetti atti al raggiungimento degli obiettivi di conserva-

zione e/o riqualificazione delle caratteristiche ecologiche ed ambientali del territorio.

- ad azioni e progetti atti al raggiungimento degli obiettivi di razionaliz-zazione e di accrescimento dell’efficienza complessiva della mobilità;

- configurazione complessiva delle attrezzature e dei servizi di interesse generale, sia pubblici sia privati.

51.0251.0251.0251.02 La trasformazione fisica dell’insediamento avviene, in attuazione delle indicazioni del Piano, tramite Piani, Programmi, Perimetrazioni e Progetti d’opera: PianiPianiPianiPiani - PEEP - PIP - PP - PdL - PdR; - Piano attuativo dei servizi; ProgrammiProgrammiProgrammiProgrammi - Programmi integrati, programmi di recupero urbano; - Programma pluriennale di attuazione (artt. 46-47 l.r. 34/92); PerimetrazioniPerimetrazioniPerimetrazioniPerimetrazioni - Perimetrazioni relative alla previsione di progettazione unitaria; - Perimetrazioni relative alla attuazione diretta e/o indiretta; - Perimetrazioni relative alla definizione dei comparti. 51.051.051.051.03333 La gestione del Piano avviene anche attraverso altri Piani, Pro-grammi, Regolamenti e Perimetrazioni: PianiPianiPianiPiani - Piano del traffico (art.36 del D.L.vo n.285/1992); - Piano del verde urbano; - Piano dell’arredo urbano; - Piano del colore; - Piano di sviluppo del commercio (D. L.vo n.114/1998);64 - Piano di risanamento acustico (art.7 L. n.447/1995); - Piano energetico comunale (art.5 L. n.10/1991); ProgrammiProgrammiProgrammiProgrammi - Programma della rete ciclabile e pedonale (art.2 della L.

n.208/1991); - Programma dei parcheggi (art.3 della L. n.122/1989); RegolamentiRegolamentiRegolamentiRegolamenti - Regolamento di polizia rurale; - Regolamento degli oneri di urbanizzazione; - Regolamento edilizio. 51.0451.0451.0451.04 Il Piano, nelle tavole Pr2.x “Indicazione degli ambiti di attuazio-ne” perimetra zone urbanistiche e/o ambiti nei quali, in ragione della ne-cessità di coordinare gli interventi di trasformazione previsti, è comunque prescritta l’attuazione indiretta (coordinata e/o unitaria). 51.0551.0551.0551.05 Il Piano indica i piani che devono essere approvati, perimetra gli ambiti di tali piani o fissa i criteri e le regole per la loro successiva peri-metrazione e specifica, in alcuni casi, le modalità e gli atti tecnico - am-ministrativi abilitanti le trasformazioni. 65

64 Come già ricordato, è in corso di pubblicazione la legge regionale in materia. 65 Si fa riferimento ai piani attuativi. Le perimetrazioni relative a programmi integrati, programmi di recupero urbano e simili, sono sempre da individuare successivamente all’approvazione del

TITOLO 3 TITOLO 3 TITOLO 3 TITOLO 3 ---- PROGRAMMA DI PROGRAMMA DI PROGRAMMA DI PROGRAMMA DI ATTUAZIONE DEL PRGATTUAZIONE DEL PRGATTUAZIONE DEL PRGATTUAZIONE DEL PRG

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51.0651.0651.0651.06 La delimitazione dei piani, dei programmi, i perimetri degli ambiti di attuazione urbanistici elencati al comma 51.02 sono modificabili con l’approvazione di una variante al Piano con la procedura di cui all’art. 30 e in riferimento all’art. 15, commi 3 e 5, della L.r. n.34/1992.

Art. 52 - Il piano attuativo dei servizi e le proposte per il sistema del-

le attrezzature

52.0152.0152.0152.01 Il Piano attuativo dei servizi (PAS), in riferimento alla tav. Pr5.x “Proposte per il sistema dei servizi”, individua le aree necessarie per la realizzazione dei programmi pubblici in ordine a servizi e infrastrutture. 52.0252.0252.0252.02 Il PAS specifica, altresì, gli edifici e le aree già pubbliche e quelle, edifici ed aree, da acquisire al pubblico patrimonio, al fine di garantire il soddisfacimento degli standard di cui al D.m. n.1444/1968 e/o di riqua-lificare e potenziare il sistema delle attrezzature e dei servizi pubblici.66 52.0352.0352.0352.03 Subordinatamente alla approvazione del Pas, il Comune procede alla acquisizione di aree ed edifici al patrimonio pubblico per l’attuazione delle previsioni del Piano tramite esproprio o accordo bonario.

Art. 53 - Programmi pluriennali di attuazione67

53.0153.0153.0153.01 E' facoltà della Amministrazione comunale programmare e coor-dinare le trasformazioni previste dal Piano mediante la predisposizione di Programmi pluriennali di attuazione – in seguito indicati come Ppa – di cui alla L. n.10/1977 e sue modificazioni ed integrazioni. 53.0253.0253.0253.02 Il Piano pluriennale di attuazione è approvato dal Consiglio Co-munale con la procedura prevista dall’art. 46 della l.r. n. 34/92.

Art. 54 - Interventi edilizi diretti e interventi urbanistici preventivi

54.0154.0154.0154.01 L'attuazione delle trasformazioni previste dal Piano può avvenire con interventi edilizi diretti - in seguito denominata attuazione diretta - o tramite la preventiva approvazione di piani urbanistici attuativi - in seguito denominata attuazione indiretta. 54.0254.0254.0254.02 L’attuazione diretta è subordinata al rilascio di uno degli specifici strumenti, previsti dalle vigenti leggi, quali: - Concessione edilizia, di cui alla L. n.10/1977 e successive modifiche

e integrazioni; - Autorizzazione, di cui alla L. n.10/1977 e successive modifiche e

integrazioni; - Asseveramento, di cui all’art. 26 della L. n.47/1985; - Denuncia di inizio attività, di cui alla L. n.135/1997. 54.0354.0354.0354.03 In alcuni casi, specificati negli elaborati di progetto e/o nelle pre-senti Nta, è previsto che il progetto edilizio sia preceduto dalla predispo-sizione di un progetto preliminare.68 54.0454.0454.0454.04 Le caratteristiche dei suddetti strumenti, nonché le procedure per le relative approvazioni, sono contenute nel Regolamento edilizio comu-nale - in seguito indicato come Rec.

Prg. 66 Con l’elaborato “Proposte per il sistema dei servizi” l’Amministrazione comunale può esplicita-re, già in sede di Prg, un programma per la realizzazione di opere pubbliche che troverà poi at-tuazione con il Pas e/o con altri atti amministrativi. 67 Ricordiamo che a seguito di vari interventi legislativi i programmi pluriennali di attuazione ri-sultano ad oggi sospesi. 68 In questa stesura delle Nta non si utilizza tale strumento, ma si è voluto annotarlo. Sarà neces-sario, in tal caso, definire i contenuti del progetto preliminare in sede di Rec. Questo tipo di pro-getto può essere, in alcuni casi, accompagnato anche da una specifica convenzione.

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54.0554.0554.0554.05 Il Piano, altresì, individua le zone e/o ambiti nei quali, in ragione della necessità di indirizzare gli interventi di trasformazione previsti, è co-munque prescritta l’attuazione indiretta. 54.0654.0654.0654.06 L’attuazione indiretta subordina gli interventi diretti alla approva-zione di un piano urbanistico attuativo, fra quelli previsti dalle leggi na-zionali e regionali, di seguito elencati: - Piani particolareggiati esecutivi (Ppe), di iniziativa pubblica, di cui alla

L. n.1150/1942 e sue modificazioni; - Piani di lottizzazione (Lc), di iniziativa privata o d'ufficio, di cui alla L.

n.1150/1942 e sue modificazioni; - Piani per l'edilizia economica e popolare (Peep), di iniziativa pubblica,

di cui alla L. n.167/1962 e sue modificazioni; - Piani per insediamenti produttivi (Pip), di iniziativa pubblica, di cui alla

L. n.865/1971 e sue modificazioni; - Programmi costruttivi (Pc), di iniziativa pubblica, di cui all'articolo 51

della L. n.865/1971 e sue modificazioni; - Piani di recupero (Pdr), di iniziativa privata o d'ufficio, di cui alla L.

n.457/1978. 54.0754.0754.0754.07 Le caratteristiche dei suddetti piani, nonché le procedure per le relative approvazioni, sono quelle previste dalle vigenti leggi nazionali e regionali.

Art. 55 - Aree per attrezzature e servizi negli ambiti di attuazione

55.0155.0155.0155.01 Il Piano nella tavola Pr6.x “Proposte di assetto urbanistico”, in ri-ferimento alle tavole P5.x e P6.x, individua le zone delle componenti si-stemiche F (F1, F2, F3) di interesse. 55.0255.0255.0255.02 All’interno delle zone F (F1, F2, F3) sono da individuare in base al PAS (art. 1.06 e art. 52): - la quota corrispondente al soddisfacimento delle quantità di aree de-

stinate alla viabilità e agli standard urbanistici, previsti per ogni singola zona in riferimento al DM 1444/68;

- la quota necessaria, caso per caso, al raggiungimento di obbiettivi generali o specifici nella organizzazione dell'insediamento e determi-nati dal Piano.

55.0355.0355.0355.03 Relativamente alla prima quota, l’acquisizione, non onerosa, al patrimonio pubblico delle aree e la realizzazione delle opere avverrà se-condo le disposizioni di legge e con le modalità fissate nell’apposito re-golamento comunale. 55.0455.0455.0455.04 L’acquisizione al demanio pubblico delle aree appartenenti alla seconda quota avverrà, a titolo oneroso, tramite la prassi dell’esproprio o dell’acquisizione bonaria. 55.0555.0555.0555.05 La parte delle aree destinate alla viabilità e agli standards, non localizzata dal Piano, è definita in sede di Piano attuativo.

Art. 56 - Concessioni e autorizzazioni rilasciate

56.0156.0156.0156.01 Le concessioni e le autorizzazioni edilizie rilasciate in data ante-cedente l’adozione del Piano rimangono valide fino alle scadenze indica-te nei singoli atti. 56.0256.0256.0256.02 Decorsi i termini di cui sopra, non è possibile richiedere nuove concessioni o autorizzazioni nel rispetto della precedente normativa se la stessa risulta in contrasto con il presente Piano. 56.0356.0356.0356.03 Le concessioni in contrasto con le previsioni del Piano decadono all’approvazione del Piano stesso, salvo che i relativi lavori siano stati ini-ziati al momento dell’entrata in vigore del Piano e vengano completati entro il termine di 3 anni dalla data di rilascio della concessione edilizia.

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Art. 57 - Strumenti urbanistici attuativi vigenti

57.0157.0157.0157.01 Nei lotti liberi alla data di adozione del presente Piano, compresi all’interno di piani urbanistici attuativi approvati, ancorché scaduti e non soggetti a modifiche dal presente Piano, sono ammessi gli interventi con-formi alle disposizioni dei corrispondenti piani. 57.0257.0257.0257.02 I piani urbanistici attuativi, alla scadenza delle relative convenzio-ni, devono essere variati al fine di uniformarsi alle previsioni del presente Piano. 57.0357.0357.0357.03 Di seguito si trascrive l’elenco dei Piani attuativi, pubblici e privati attualmente vigenti con la precisazione del periodo di validità ed il termi-ne oltre il quale le previsioni del Piano prevalgono e sostituiscono quelle dei singoli Piani.

Art. 58 - Edifici esistenti non conformi al Piano

58.0158.0158.0158.01 Negli edifici esistenti non conformi al Piano sono consentiti i soli interventi di manutenzione ordinaria (Mo), manutenzione straordinaria (Ms) e modifiche interne (Mi).

Art. 59 - Compatibilità ambientale

59.0159.0159.0159.01 Il Piano, in conformità agli indirizzi ed alle direttive del Ppar, stabi-lisce69 che, in ragione dei valori ambientali presenti, gli interventi di tra-sformazione ricadenti in alcune zone urbanistiche sono ammissibili su-bordinatamente ad una dichiarazione di compatibilità ambientale. 59.0259.0259.0259.02 Le disposizioni del Piano in materia, di cui ai successivi commi, sono integrative rispetto a quelle contenute nelle Nta del Ppar, precisate dalla circolare regionale n.14/1988 “Chiarimenti in merito al titolo V delle Nta del Ppar concernente la disciplina degli interventi di rilevante trasformazione del territorio”.70 59.0359.0359.0359.03 Il Piano stabilisce che gli interventi di trasformazione la cui am-missibilità è subordinata ad una dichiarazione di compatibilità ambienta-le, in forza delle vigenti leggi o in ragione di specifiche disposizioni delle presenti Nta, devono essere giustificati da studi volti ad inquadrarli nel contesto di pertinenza. 59.0459.0459.0459.04 L’individuazione del contesto di pertinenza deve essere effettuata in base ad una descrizione ed una valutazione dei caratteri paesistico-ambientali del bene considerato e del suo contesto territoriale, da docu-mentarsi, sotto l’aspetto quantitativo e qualitativo, in base ai caratteri: - geologici, geomorfologici e idrogeologici; - botanico-vegetazionali; - ecologici; - storici, architettonici e documentali. 59.0559.0559.0559.05 La perimetrazione del contesto di pertinenza deve motivarsi sulla sua aderenza agli elementi che costituiscono la morfologia del luogo, sia naturali (crinali, versanti, corsi d’acqua, vegetazione, ecc.), sia antropici (insediamenti, emergenze architettoniche, rete viaria, fattori culturali, fat-tori visuali, ecc.).

69 E’, infatti, compito del Prg stabilire, in riferimento ai valori di “sensibilità” ambientale indivi-duati nel territorio comunale, le regole per l’ammissibilità degli interventi di trasformazione. 70 Ricordiamo che gli interventi di rilevante trasformazione del territorio sono disciplinati dal titolo V delle Nta del Ppar. La Giunta regionale, con la circolare n.14/1988 ha individuato i criteri ge-nerali per l’individuazione degli interventi di rilevante trasformazione ed un elenco esemplificati-vo. Nella stessa circolare si definiscono le procedure di approvazione – per gli interventi di rile-vante trasformazione la compatibilità ambientale è deliberata dalla Giunta regionale, per quelli di limitata trasformazione la dichiarazione di compatibilità spetta all’ente competente all’approvazione del progetto – ed i parametri tecnici per la progettazione degli interventi.

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59.0659.0659.0659.06 Nei progetti degli interventi di trasformazione e nei relativi studi di compatibilità devono essere tenuti in particolare considerazione: - i caratteri degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti, la loro mor-

fologia ed appartenenza a contesti di tipo urbano o extraurbano, la sedimentazione storica, gli elementi caratterizzanti o di degrado;

- la struttura del sistema vegetazionale e colturale; - i caratteri visuali, mediante la definizione della specifica unità di pae-

saggio riferita al bene considerato e al bacino spaziale di percezione del bene stesso;

- l’esplicitazione dei caratteri della tutela prevista per il contesto territo-riale considerato.

59.0759.0759.0759.07 I progetti degli interventi di trasformazione devono garantire sia un adeguato assetto ambientale ed estetico, sia le migliori condizioni per la fruizione dei beni interessati. 59.0859.0859.0859.08 Gli elaborati, costitutivi dei suddetti progetti e gli studi di compa-tibilità, devono essere adeguati alla descrizione delle caratteristiche sia degli interventi di trasformazione, sia del contesto di pertinenza, e devo-no, altresì, permettere, anche mediante l’uso di appropriate tecniche di rappresentazione, la verifica e la valutazione delle nuove condizioni di equilibrio, ambientali, estetiche e funzionali, proposte.

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Capo 3.2 - Le modifiche al Piano

Art. 60 - Modifiche al carico insediativo e alle perimetrazioni di zona

60.0160.0160.0160.01 Le modifiche al presente Piano sono ammesse con le precisazioni normative di cui ai seguenti commi. 60.0260.0260.0260.02 L’Amministrazione comunale, al fine di modificare le previsioni planovolumetriche e/o morfologiche del Piano, può sempre procedere alla delimitazione di una parte del territorio comunale per determinarne il carico insediativocarico insediativocarico insediativocarico insediativo. 60.0360.0360.0360.03 Il carico insediativo di una parte del territorio comunale, con rife-rimento alle previsioni delle zone e sottozone urbanistiche, degli ambiti e/o dei comprensori, è determinato in ragione: - degli indici fondiari, nei casi in cui l’attuazione può avvenire con inter-

venti edilizi diretti; - degli indici territoriali, nei casi in cui l’attuazione deve avvenire tramite

la preventiva approvazione di piani urbanistici attuativi; - agli usi, prevalenti e complementari, individuati nei termini quantitativi

e qualitativi. 60.0460.0460.0460.04 Determinato il carico insediativo della parte di territorio comuna-le, a carico insediativo invariato e nel rispetto delle disposizioni delle Nta, è ammesso procedere alla modifica delle previsioni planovolumetriche e/o morfologiche del Piano con l’approvazione di una variante al Piano, con la procedura di cui all’art. 30 e in riferimento all’art. 15, commi 3 e 5, della L.r. n.34/1992. 60.0560.0560.0560.05 La modifica, sia in aumento sia in diminuzione, del carico inse-diativo comporta l’approvazione di una variante al Piano, con la proce-dura di cui agli artt. 26 e 27 della L.r. n.34/1992. 60.0660.0660.0660.06 I perimetri delle zone (sottozone urbanistiche, degli ambiti e/o dei comprensori) sono modificabili con l’approvazione di una variante al Piano, con la procedura di cui all’art. 30 e in riferimento all’art. 15, commi 3 e 5, della L.r. n.34/1992, subordinatamente: - ad una delibera di Consiglio comunale di determinazione del carico

insediativo della parte del territorio comunale oggetto di intervento; - alla dimostrazione della non modificazione del carico insediativo; - alla attuazione degli interventi di trasformazione tramite la preventiva

approvazione di piani urbanistici attuativi. 60.0760.0760.0760.07 In assenza della procedura e delle condizioni di cui al comma precedente, i perimetri delle zone urbanistiche (sottozone, aree) sono modificabili solo con l’approvazione di una variante al Piano, con la pro-cedura di cui agli artt.26 e 27 della L.r. n.34/1992. 60.0860.0860.0860.08 I perimetri delle ZTO, gli ambiti definitivi e i livelli di tutela paesi-stico-ambientale sono modificabili solo con la procedura di cui agli artt. 26 e 27 l.r. 34/92. 60.0960.0960.0960.09 Le perimetrazioni e/o indicazioni planovolumetriche, segnata-mente indicate nella tavola Pr5.x “Zone del territorio extraurbano” e Pr6.x “Zone del territorio urbano”, sono modificabili solo con l’approvazione di una variante al Piano, con la procedura di cui agli artt.26 e 27 della L.r. n.34/1992.71 60.1060.1060.1060.10 L’Amministrazione comunale è, comunque, tenuta a comunicare alla Amministrazione provinciale le varianti approvate con la procedura di cui all’art.15, commi 3 e 5, della L.r. n.34/1992.

71 Con tale disposizione si può dare “forza” ad alcune scelte morfologiche e di assetto che l’Amministrazione comunale dovesse ritenere strategiche per la configurazione dell’insediamento.

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Art. 61 - Deroghe

61.0161.0161.0161.01 Sono consentite deroghe alle prescrizioni delle presenti Nta nei limiti e secondo le modalità previste dalla l.r. n. 34/92 art. 68.


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