Date post: | 16-Feb-2019 |
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Valutare la qualità dell’inclusione scolastica
L’Index
Dai Bisogni speciali ai livelli essenziali di
qualità della scuola inclusiva
Clara Rossi Formazione neoassunti 17\18
Grosseto 29\1\2018
“ …L‘unico modo in cui ci sembra di poter definire una scuola come “inclusiva“ è quando essa è impegnata in un percorso di sviluppo guidato da valori inclusivi.”
Tony Booth, Mel Ainscow: Nuovo Index per l‘inclusione. Percorsi di apprendimento e
partecipazione a scuola. Ed.it. A cura di Fabio Davigo, Carocci Faber, Roma 2014
Integrazione vs Inclusione
si è partiti da una scuola che prevedeva diritti specifici per un gruppo ristretto (alunni con disabilità) allargando gli specifici diritti ad un gruppo più allargato (alunni con DSA - BES)
Integrazione vs inclusione Se l’integrazione tende a identificare uno stato, una
condizione, l’inclusione rappresentala capacità di fornire una cornice dentro cui gli alunni — a prescindere da abilità, genere, linguaggio, origine etnica o culturale — possono essere ugualmente valorizzati, trattati con rispetto e forniti di uguali opportunità a scuola.
inclusione è
ciò che avviene quando «ognuno sente di essere apprezzato e che la sua partecipazione è gradita»
Centre for Studies on Inclusive
Linee Guida, l’UNESCO (2009) “La scuola inclusiva è un processo di fortificazione delle
capacità del sistema di istruzione di raggiungere tutti gli studenti. ... Un sistema scolastico ‘incluso’ può essere creato solamente se le scuole comuni diventano più inclusive. In altre parole, se diventano migliori nell’educazione di tutti i bambini della loro comunità” (p. 8).
Oltre i BES
Secondo Booth e Ainscow parlare di alunni
con Bisogni Educativi Speciali rappresenta il primo passo di un processo che conduce all’etichettatura di alcuni alunni, e conseguentemente a un’implicita riduzione delle attese educative nei loro confronti: se il punto di partenza sono i limiti, diviene difficile pensare per potenzialità, e tenere presente che queste possono essere illimitate
Ostacoli e barriere La proposta dell’Index è, in questo senso, molto chiara e
radicale: occorre abbandonare il riferimento ai Bisogni Educativi Speciali (che suggeriscono una visione della disabilità come problema che riguarda il singolo individuo) e sostituirlo con quello di ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione.
Disabile non è l’individuo, ma la situazione che, non tenendo conto della pluralità di soggetti e delle loro caratteristiche specifiche, ne privilegia alcuni a scapito degli altri. La difficoltà è che ciò non avviene in modo apertamente discriminatorio, ma attraverso scelte che assumono un implicito (e rassicurante) criterio di normalità
Il problema non è dentro l’alunno
Il cambiamento di prospettiva così introdotto assume un rilievo particolarmente importante perché evidenzia che la disabilità è soprattutto il prodotto del contesto culturale (o microculturale nel caso della scuola) in cui si opera.
Allo stesso tempo la nozione di ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione consente di ampliare in modo decisivo la riflessione su diversità e inclusione.
Sostegno \sostegni Anche la nozione di sostegno viene in tal modo profondamente
trasformata dall’approccio inclusivo. Tradizionalmente il sostegno si incarna in un docente di supporto che viene assegnato a un alunno di cui viene certificata la disabilità.
Nonostante venga spesso richiamato (dalla stessa normativa nel caso italiano) che l’attività di sostegno deve coinvolgere in modo collegiale tutti i docenti e tutti gli alunni, molto spesso la situazione di fatto vede una sostanziale separazione tra la gestione dell’alunno «speciale» (affidata al docente di sostegno) e quella della classe «normale».
Il risultato è che l’esclusione non è più dalla scuola, ma dentro la scuola.
Sognatori? «In realtà il vero rischio attuale per l’educazione non è essere sognatori, ma piuttosto il cinismo, l’indifferenza, l’incapacità di alzare la testa per cercare la linea dell’orizzonte.»
Index italian
Integrazione vs Inclusione Scuola inclusiva:
vede l‘eterogeneità del gruppo classe come la nuova normalità; ogni alunno porta proprie peculiarità, competenze, bisogni e la scuola risponde con una didattica appropriata per incrementare la partecipazione e l‘apprendimento di tutti gli alunni individualizzando e personalizzando gli interventi per tutti gli alunni.
Sposta l‘attenzione dal soggetto al contesto.
Quelle: Ursus Wehrli, Die Kunst, aufzuräumen, 2011
Scuola inclusiva
Quelle: Ursus Wehrli, Die Kunst, aufzuräumen, 2011
Necessario cambiamento di prospettiva
da una visione centrata sui problemi
da una visione centrata suil‘individuo
da una visione centrata sui deficit
ad una visione centrata sulle soluzioni
ad una visione centrata sul contesto, sulle situazioni di apprendimento
ad una visione centrata sulle risorse
Quali sistemi di valutazione hanno supportato e supportano lo sviluppo di processi inclusivi
Uno fra i diversi importanti contributi internazionali alla promozione dell’approccio inclusivo a scuola e alla tematica dei BES è stato fornito dall’Index for inclusion. E’ indicato dal MIUR (2013) come strumento da utilizzare per l’autovalutazione dell’inclusività della scuola e oggi rappresenta un punto di riferimento importante per la diffusione di strumenti e procedure utili alla progettazione inclusiva.
(circolare n.8 del 6 marzo 2013) La circolare sui Bisogni Educativi Speciali
identifica nell’Index per l’Inclusione uno degli strumenti per la rilevazione, il monitoraggio e la valutazione del grado di inclusività delle scuole di ogni ordine e grado, soprattutto col fine di “accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi
Index è il frutto di una ricerca triennale
condotta dal Centre for Studies on Inclusive Education, condotta in particolare dal direttore Mark Vaughan e da Mel Ainscow. La ricerca coinvolse insegnanti, famiglie ed addetti ai lavori della Gran Bretagna, in una sperimentazione in diverse scuole pilota dell'Inghilterra. Nel 2000 venne pubblicata la prima edizione. Nel 2004 e nel 2006 sono state curate edizioni calibrate per scuole dell'infanzia e asili nido. Sulla base dei feedback nel suo utilizzo su larga scala, l'Index è stato rivisto e aggiornato fino alla terza edizione del 2011.
La pubblica amministrazione britannica inviò una copia della prima edizione dell'Index in ogni istituto della Gran Bretagna. Al 2008 risale la prima edizione italiana. Nel 2014, il volume era stato tradotto in 37 lingue. Con il sostegno dell'UNESCO, sono state sviluppate versioni dedicate a paesi in via di sviluppo
Cos’è L’Index per l’inclusione è uno strumento che raccoglie
materiali e metodologie che consentono ad alunni, insegnanti, genitori e dirigenti di valutare l’inclusione nella propria comunità scolastica al fine di progettare azioni che la rendano sempre più inclusiva.
Prima edizione: 2001 Autori: Tony Booth e Mel Ainscow, UK tradotto in più di 37 lingue Traduzione italiana: 2009 2006 edizione per le scuole per l’infanzia Nel 2011 è uscita la terza edizione, fortemente rivista da Tony Booth Traduzione italiana: ottobre 2014
È una raccolta strutturata di indicatori di qualità dell‘inclusività della scuola
È uno strumento per definire il grado di inclusività di una scuola
per analizzare i propri punti di forza, ma anche i punti di miglioramento e di sviluppo
per monitorare e valutare
La cultura di base
Una cultura inclusiva partendo da un atteggiamento di valorizzazione del prossimo
Collegato a valori universali e condivisi
E questo atteggiamento, questi valori in primo luogo si devono vivere, non insegnare
Sostegno\sostegni
NON come sostegno al singolo alunno in termini di personale aggiuntivo
Nuovo Index per l’inclusione (Booth, Davigo 2014
MA tutte la attività che aumentano la capacità di una scuola di rispondere alla diversità di bambini e ragazzi così da valorizzarli in modo uguale
Parole – chiave • Creare una comunità sicura, accogliente,
cooperativa e stimolante
• Valorizzazione di ciascuno
• Valori inclusivi condivisi e trasmessi a tutti:
docenti, alunni, ATA, membri del Consiglio
di istituto, famiglie
Concetti chiave I concetti di inclusione ed esclusione vengono
esplorati lungo tre dimensioni interconnesse che riguardano il miglioramento della scuola:
- creare culture inclusive
- produrre politiche inclusive
- sviluppare pratiche inclusive
Ciascuna dimensione è suddivisa in due sezioni per focalizzare ulteriormente l’attenzione su ciò che occorre fare per accrescere l’apprendimento e la partecipazione
Contenuti
CREARE CULTURE INCLUSIVE
Costruire comunità
Affermare valori inclusivi
PRODURRE POLITICHE INCLUSIVE
Sviluppare la scuola per tutti
Organizzare sostegno alle diversità
SVILUPPARE PRATICHE INCLUSIVE
Coordinare l‘apprendimento
Mobilitare le risorse
Dimensione A
Sezione A.1 Costruire comunità Sezione A.2 Affermare valore inclusivi
Questa dimensione crea una comunità sicura, accogliente, cooperativa e stimolante in cui la valorizzazione di ciascuno diventa il punto di partenza per ottimizzare i valori di tutti, diffondendo valori inclusivi condivisi e trasmessi a tutto il corpo insegnante, agli alunni, ai membri del Consiglio di Istituto, al Dirigente, alle famiglie. I principi e i valori, nelle culture inclusive della scuola, orientano le decisioni sulle politiche educative e gestionali e sulle pratiche quotidiane della classe, in modo che lo sviluppo della scuola divenga un processo continuo.
Creare culture inclusive
Dimensione B
PRODURRE POLITICHE INCLUSIVE Sezione B.1 Sviluppare la scuola per tutti Sezione B.2 Organizzare il sostegno alla
diversità Questa dimensione assicura che i valori
inclusivi permeino tutta la progettazione scolastica. Le politiche inclusive incoraggiano la partecipazione degli alunni e del gruppo insegnante fin dal primo ingresso nella scuola, forniscono aiuto a tutti gli alunni della comunità locale e riducono le spinte all’esclusione. Ogni decisone indica chiare strategie per il cambiamento. Viene considerato sostegno ogni attività in grado di accrescere la capacità della scuola nel rispondere alla diversità degli alunni e tutte le forme di sostegno vengono sviluppate secondo principi inclusivi e in modo coordinato all’interno di un quadro unitario.
Dimensione C
SVILUPPARE PRATICHE INCLUSIVE Sezione C.1 Coordinare l’apprendimento Sezione C.2 Mobilitare risorse
Questa dimensione promuove pratiche scolastiche che riflettono le culture e le pratiche inclusive. Le attività formative vengono progettate in modo da rispondere alla diversità degli alunni e gli alunni sono incoraggiati a essere attivamente coinvolti in ogni aspetto della loro educazione, valorizzando le loro conoscenze ed esperienze fuori della scuola. Il personale individua nella collaborazione con i colleghi, gli alunni, le famiglie e la comunità locale, le risorse materiali e umane per il sostegno all’apprendimento e alla partecipazione.
Fase 1
Condividere la scelta di intraprendere un percorso con l’Index
•Costituzione di un gruppo di lavoro (IndexTeam): è il gruppo di coordinamento,composto da 6 persone eterogenee, non solo coloro che ricoprono funzioni di coordinamento. (+amico critico)
Fase 2 : L’analisi della scuola
Compilazione ed analisi dei questionari di autovalutazione proposti da Boothe Ainscow, differenziati per insegnanti, alunni e genitori:
Adattamento
Compilazione
Analisi
Fase 3 Produrre un progetto inclusivo
Progettare priorità e strategie di cambiamento, tenendo conto dell’autovalutazione
Messa in pratica e documentazione delle strategie.
Valutazione finale del processo di lavoro svolto
«L’inclusione è un processo, non una meta finale. Per quanto complesso possa inizialmente sembrare, il lungo viaggio verso la scuola inclusiva incomincia sempre con un primo singolo passo. Fare questo passo, per quanto piccolo sia, significa avere già intrapreso il cammino che ci porta verso un contesto educativo dove l’inclusione è presente». Introduzione all’Index italian (Fabio Dovigo)