+ All Categories
Home > Documents > vedette per proteggere cio presenta analogie col le …...2013/07/06  · e i titolari di piccola...

vedette per proteggere cio presenta analogie col le …...2013/07/06  · e i titolari di piccola...

Date post: 11-Aug-2020
Category:
Upload: others
View: 0 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
1
Vedette Il clan Marfella non utilizzava vedette per proteggere le zone di smercio Analogie L’organizzazione dello spac- cio presenta analogie col multilevel dei Di Lauro Sostanze Hashish e cocaina, queste le sostanze maggiomente richieste sul mercato flegreo Linguaggio Nessuna precauzione veni- va presa dagli indagati durante le conversazioni La ‘piramide della droga’ dei Marfella I ruoli ricoperti dagli affiliati, due le ‘piazze’: via Monet e via Padula In una intercettazione Vincenzo Pane riferisce: se trovano tracce di sudore sei fregato di Giancarlo Maria Palombi NAPOLI - Una struttura piramidale e ben organizzata. Certo, nulla a che vedere con il famigerato ‘multilevel’ di Paolo Di Lauro, ma nel concreto il sistema di distribuzione di incarichi (e carichi) nell’ambito del nar- cotraffico messo in piedi dal clan Marfella funzionava. Ad analizzare l’apparato illeci- to sono i carabinieri del Nucleo Investigati- vo del comando provinciale di Napoli. Due le strade ‘trasformate’ dagli affiliati in piaz- ze di spaccio in grado di smerciare migliaia di dosi al giorno: via Monet e via Padula. Al vertice della ‘piramide della droga’ ven- gono collocati coloro che in seno all’orga- nizzazione rivestono un ruolo apicale, i ‘capi’ o - per essere più precisi - i boss. Nella stesura delle trecento pagine di prov- vedimento il giudice per le indagini preli- minari Cimma elenca i nomi dei compo- nenti della narcostruttura. Giovanni Roma- no (il ‘rampollo’) e Carlo Tommaselli vengono individuati come gli organizzatori del traffico di sostanze stupefacenti e del- l’intera catena di produzione dello spaccio. I ‘capi’ comprano la droga, i gregari gesti- scono il rifornimento delle piazze, gli affi- liati vendono al dettaglio le dosi. Rispetto al sistema fondato dal clan Di Lauro la dif- ferenza sostanziale in questa ‘nuova Scam- pia’ sta nell’assenza di vedette e pali, le giovani leve utilizza- te per la sorveglianza dei luoghi di smercio. I Marfella preferisco- no ‘blindare’ le postazione in cui avviene la cessione di sostanze stupefacenti. Il gip del tribunale di Napoli ripercorre le indagini svolte dai militari dell’Arma e individua anche i ‘quadri intermedi’. Vincenzo Pane , Massimiliano Schia- no e Alfredo Rosati avrebbero ricoperto il ruolo di addetti al rifornimento dei pusher (incarico che prevedeva anche il pagamento delle ‘settimane’). La vendita al dettaglio sarebbe stata invece affidata a Vitale Luongo, Claudio Piano, Pasquale Crapetti e Giuseppe Zarra. Ciò che ha sorpreso gli 007 della Benemerita è stata però la totale ‘leggerezza’ con cui gli inda- gati parlavano di traffici illeciti al telefono. Benché potessero contare su schede sim per cellulari intestate ad ‘ignoti’, questo strata- gemma certo non li teneva al riparo dalle intercettazioni telefoniche degli investiga- tori. Ed ecco che è possibile, per i carabi- nieri, ascoltare al telefono Alfredo Rosati e Massimiliano Schiano parlare di “fumo” consegnato e di approvvigionamenti da “mezzo chilo”, sostanza consegnata da un non meglio identificato “zio”. Un particola- re: la strada in cui avveniva il rifornimento dei pusher era via Torricelli, la stessa dove tre delle quattro vittime della guerra tra cosche sono state affrontate dai killer. LE FORZE IN CAMPO Oltre cinquanta militari della Bene- merita hanno preso parte all’opera- zione contro i clan Lago e Marfella che si è svolta nella notte tra giovedì e venerdì GLI INQUIRENTI Le indagini sono state coordinate dai magistrati dalla Direzione distret- tuale antimafia di Napoli e successi- vamente seguite dal gip del tribuna- le partenopeo La vicenda risale al 2009, fu necessario l’intervento di Romano Il pizzo Il racket imposto anche al fratello di un poliziotto NAPOLI (gmp) - L’attività estorsiva rappresenta anche per il clan Marfella, alla stre- gua delle altre organizzazioni di stampo mafioso, l’estrinse- cazione più naturale del vinco- lo associativo e della condizio- ne di assoggettamento che ne deriva. Proprio nel periodo oggetto di indagine veniva registrata nel quartiere di Pia- nura una forte pressione estor- siva sui commercianti e sugli imprenditori locali, spesso costretti a pagare il “pizzo” ad esponenti dei contrapposti sodalizi della zona. Gli investi- gatori dell’Arma delegati alle indagini hanno provveduto infatti a mettere insieme le denunce relative ai diversi epi- sodi connessi a richieste a carattere estorsivo poste in essere nel periodo compreso tra il l0 gennaio 2009 ed il mese di maggio 2011, denunce significative del perdurare del- l’attività criminosa per un significativo lasso temporale e senza soluzione di continuità, nonostante i numerosi arresti di esponenti di spicco del sodalizio Marfella. C’è un epi- sodio particolare che riguarda la richiesta estorsiva fatta ai danni di un cantiere edile. Gli emissari della cosca si presen- tano nell’area interessata dai lavori e intimano ad un geo- metra di “ levare mano per venire a parlare con il masto... si deve parlare dei lavori”. La ricostruzione dell’episodio viene fornita dalla stessa vitti- ma che riferisce anche di un incontro all’interno di una caf- fetteria. Nel provvedimento si sottolinea come un personag- gio in particolare ( Grillo ) venuto a conoscenza che la vittima dell’estorsione era fra- tello di un appartenente alla polizia di Stato si rifiutasse di desistere. “E a noi che ce ne fotte, per mezzo che è fratello di un poliziotto... qua devono pagare tutti quanti”: questa la frase che scatena la reazione dell’aspirante boss Giovanni Romano che dopo aver molla- to un ceffone all’interlocutore lo redarguisce: “Qua ci arre- stano a tutti quanti”. E fu pro- prio l’intervento del ‘rampol- lo’ alias Maccarone a limitare i danni. Scorrendo le pagine che raccolgono gli episodi estorsi- vi posti in essere dagli indagati coinvolti nella retata della scorsa notte sembra che ad essere tra i ‘preferiti’ del clan fossero gli imprenditori edili impegnati in lavori di ristruttu- razione di stabili condominiali e i titolari di piccola imprese per la fornitura di materiali per la pavimentazione NAPOLI (gmp) - C’è un altro aspetto che diviene una caratteristi- ca tipica delle associa- zioni di stampo camorri- stico come i Marfella ed è la disponibilità delle armi. Questo, dal punto di vista penale, configu- ra una circostanza aggravante per il reato associativo. Dal punto di vista criminale, invece, è il termometro con cui si misura l’efferatezza degli affiliati. E’ il col- laboratore di giustizia Bavero a fare un quadro di come le armi fossero sempre nella disponibi- lità dei Marfella , soprattutto nei primi anni duemila quando ancora non era stata siglata la pace con i Lago e si temevano agguati da parte dei gruppi di fuoco del boss Pietro . Portavamo pistole o fucili mitra- gliatori, delle volte por- tavano i kalashnikov e una volta pure una bomba” è così che Bave- ro descrive il clima di tensione. Altrettanto significativa è una con- versazione captata all’interno dell’autovet- tura in uso al “sistema” ed intestata al ras Gio- vanni Romano nel corso della quale Vin- cenzo Pane (alias Biril- lo ) si rivolgeva a due interlocutori rimasti sco- nosciuti asserendo che proprio quel giorno non era in possesso della pistola che aveva conse- gnato ad un amico inca- ricato di “ripulirla” e cioè, come il Birillo stesso aveva modo di spiegare ai suoi interlo- cutori, di cancellare le tracce e le impronte digitali eventualmente presenti sulla canna. Peraltro il tenore della conversazione è talmen- te esplicito anche in ordine dell’utilizzo fatto dell’arma. “ No se la metti qua dentro... non te ne accorgi sai... spari, fai cose... butti la pisto- la, oppure ti cade di dosso... con il sudore dentro... quelli vanno a fare il Dna e sei fottu- to... ”. Le armi vengono utilizzate principalmente per le azioni intimidato- rie e per gli agguati. Le semiautomatiche sono le preferite dai killer men- tre, stando a ciò che emerge dagli atti delle inchieste, sono i revolver a piacere ai ‘capi’. Aspi- ranti boss, capipiazza e rifornitori delle piazze di spaccio quando possono girano con maneggevoli e potenti calibro 38 Spe- cial, particolare che emerge da diverse inter- cettazioni telefoniche. Ma le armi vanno anche occultate e questo ruolo pare sia delegato esclusi- vamente alle donne. Mogli, compagne, cugi- ne e parenti trasformano gli appartamenti in luo- ghi sicuri dopo ‘parcheg- giare’ per qualche giorno rivoltelle e fucili mitra- gliatori prima di affidarli agli esperti armaioli che provvederanno a smon- tare le armi da fuoco per ripulirle da residui di polvere da sparo e tracce organiche. Un tecnica sperimentata e ben col- laudata che - sempre secondo quanto si evince dalle intercettazioni telefoniche - garantireb- be maggiore sicurezza in caso di controlli da parte delle forze dell’ordine. Alcuni sodali non volevano rinunciare alla riscossione Pane, Schiano e Rosati vengono collocati come ‘quadri intermedi’ Il diktat: pistole pulite per cancellare il Dna In primo piano Luigi Cuomo (Sos Impresa) “Importante scacciare la paura dal quartiere” NAPOLI (gmp) - L’associazione antiracket di Pianura e Sos Impresa esprimono ringraziamento alle forze dell’ordine e alla magistratura per l’importante operazione portata a termine nella periferia flegrea”, è con queste parole che Luigi Cuomo (nella foto) - responsabile regionale di Sos Impresa - commenta la retata che ha portato in manette 21 persone decapitando di fatto le cosche Lago e Marfella. Si tratta di una operazio- ne molto importante, soprattutto in un momento come questo che vede nel quartiere una paura diffu- sa. Dobbiamo rilevare - ha spiegato Cuomo - che la presenza delle forze del- l’ordine con quotidiani interventi di prevenzione e repressione dei reati non ultima l’operazione ‘Alto Impatto’, ha contribuito a risollevare le sorti di un quartiere che sembrava essere ripiombato negli anni bui delle guerre di camorra. Certo - ha aggiunto - è necessario che tali attività proseguano affinché si possa porre fine al clima di paura e si possano rimuovere tutte le ragioni di preoccupazione”. Cuomo ha poi rinnovato l’appello rivolto ai cittadini e relati- vo ad una sempre maggiore collaborazione con le forze dell’ordine e con le associazioni impegnate nella lotta per la legalità. Nel mirino i cantiere edili dell’area di Pianura Lo strozzinaggio Prestiti con interessi al 200% nella rivendita di bibite NAPOLI (gmp) - C’era anche l’usura tra i reati presenti nelle voci di bilancio del clan Marfella. Dal 2003 al 2009, a causa delle mie difficoltà economiche ero costretto a chiedere danaro a tale Pasquale Coccia, che è commerciante che ha la propria rivendita di bibite ed altro in via Mon- tagna Spaccata a Pianura”. Inizia così il raccon- to di una delle vittime del sistema di strozzinag- gio ricostruito dai militari dell’Arma e dai magi- strati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Impressionanti i tassi applicati alle vitti- me. Si iniziava con l’8% per il periodo relativo ai primi trenta giorni per poi arrivare al 200% in dodici mesi. Una delle vittima da un prestito di 120mila euro si è vista richiedere - dietro minac- ce - la restituzione di oltre 250mila euro dopo appena un anno. I COMPENSI Agli spacciatori 2mila euro al mese NAPOLI (gmp) - Un particolare interessante per ricostruire l’orga- nizzazione dello spac- cio e i ricavi del clan Marfella è emerso da una intercettazione telefonica. Due giovani parlano di una conse- gna fatta con una scooter (si fa riferimen- to ad un mezzo Honda Sh), poi uno dei due ragazzi si mostra entu- siasta per aver ricevuto dei complimenti riguar- do la velocità con cui ha portato a termine l’incarico e aggiunge Fra poco senza che andiamo e veniamo comincia a darmi anche la settima- na...500 euro”. Il riferi- mento - così come interpretato dagli inve- stigatori - è al cambio di mansione, da corrie- re a spacciatore. Cin- quecento euro alla set- timana è invece la cifra corrispondente al com- penso per il lavoro sulla piazza di spaccio: duemila euro al mese. Gli affari dei sodalizi CRONACHE di NAPOLI 16 Sabato 6 Luglio 2013
Transcript
Page 1: vedette per proteggere cio presenta analogie col le …...2013/07/06  · e i titolari di piccola imprese per la fornitura di materiali per la pavimentazione NAPOLI (gmp) - C ’è

VedetteIl clan Marfella non utilizzava

vedette per proteggerele zone di smercio

AnalogieL’organizzazione dello spac-

cio presenta analogie col multilevel dei Di Lauro

SostanzeHashish e cocaina, questele sostanze maggiomente

richieste sul mercato flegreo

LinguaggioNessuna precauzione veni-

va presa dagli indagatidurante le conversazioni

La ‘piramide della droga’ dei MarfellaI ruoli ricoperti dagli affiliati, due le ‘piazze’: via Monet e via Padula

In una intercettazione Vincenzo Pane riferisce: se trovano tracce di sudore sei fregato

di Giancarlo Maria Palombi

NAPOLI - Una struttura piramidale e benorganizzata. Certo, nulla a che vedere con ilfamigerato ‘multilevel’ di Paolo Di Lauro,ma nel concreto il sistema di distribuzionedi incarichi (e carichi) nell’ambito del nar-cotraffico messo in piedi dal clan Marfellafunzionava. Ad analizzare l’apparato illeci-to sono i carabinieri del Nucleo Investigati-vo del comando provinciale di Napoli. Duele strade ‘trasformate’ dagli affiliati in piaz-ze di spaccio in grado di smerciare migliaiadi dosi al giorno: via Monet e via Padula.Al vertice della ‘piramide della droga’ ven-gono collocati coloro che in seno all’orga-nizzazione rivestono un ruolo apicale, i‘capi’ o - per essere più precisi - i boss.Nella stesura delle trecento pagine di prov-vedimento il giudice per le indagini preli-minari Cimma elenca i nomi dei compo-nenti della narcostruttura. Giovanni Roma-no (il ‘rampollo’) e Carlo Tommasellivengono individuati come gli organizzatoridel traffico di sostanze stupefacenti e del-l’intera catena di produzione dello spaccio.I ‘capi’ comprano la droga, i gregari gesti-scono il rifornimento delle piazze, gli affi-liati vendono al dettaglio le dosi. Rispettoal sistema fondato dal clan Di Lauro la dif-

ferenza sostanziale inquesta ‘nuova Scam-pia’ sta nell’assenzadi vedette e pali, legiovani leve utilizza-te per la sorveglianzadei luoghi di smercio.I Marfella preferisco-no ‘blindare’ lepostazione in cuiavviene la cessione disostanze stupefacenti.Il gip del tribunale diNapoli ripercorre leindagini svolte daimilitari dell’Arma eindividua anche i‘quadri intermedi’.Vincenzo Pane,Massimiliano Schia-no e Alfredo Rosatiavrebbero ricoperto ilruolo di addetti alrifornimento deipusher (incarico cheprevedeva anche il

pagamento delle ‘settimane’). La vendita aldettaglio sarebbe stata invece affidata aVitale Luongo, Claudio Piano, PasqualeCrapetti e Giuseppe Zarra. Ciò che hasorpreso gli 007 della Benemerita è stataperò la totale ‘leggerezza’ con cui gli inda-gati parlavano di traffici illeciti al telefono.Benché potessero contare su schede sim percellulari intestate ad ‘ignoti’, questo strata-gemma certo non li teneva al riparo dalleintercettazioni telefoniche degli investiga-tori. Ed ecco che è possibile, per i carabi-nieri, ascoltare al telefono Alfredo Rosati eMassimiliano Schiano parlare di “fumo”consegnato e di approvvigionamenti da“mezzo chilo”, sostanza consegnata da unnon meglio identificato “zio”. Un particola-re: la strada in cui avveniva il rifornimentodei pusher era via Torricelli, la stessa dovetre delle quattro vittime della guerra tracosche sono state affrontate dai killer.

LE FORZE IN CAMPOOltre cinquanta militari della Bene-merita hanno preso parte all’opera-zione contro i clan Lago e Marfellache si è svolta nella notte tra giovedìe venerdì

GLI INQUIRENTILe indagini sono state coordinatedai magistrati dalla Direzione distret-tuale antimafia di Napoli e successi-vamente seguite dal gip del tribuna-le partenopeo

La vicenda risale al 2009, fu necessario l’intervento di RomanoIl pizzo

Il racket imposto anche al fratello di un poliziotto

NAPOLI (gmp) - L’attivitàestorsiva rappresenta ancheper il clan Marfella, alla stre-gua delle altre organizzazionidi stampo mafioso, l’estrinse-cazione più naturale del vinco-lo associativo e della condizio-ne di assoggettamento che nederiva. Proprio nel periodooggetto di indagine venivaregistrata nel quartiere di Pia-nura una forte pressione estor-siva sui commercianti e sugliimprenditori locali, spessocostretti a pagare il “pizzo” ad

esponenti dei contrappostisodalizi della zona. Gli investi-gatori dell’Arma delegati alleindagini hanno provvedutoinfatti a mettere insieme ledenunce relative ai diversi epi-sodi connessi a richieste acarattere estorsivo poste inessere nel periodo compresotra il l0 gennaio 2009 ed ilmese di maggio 2011, denuncesignificative del perdurare del-l’attività criminosa per unsignificativo lasso temporale esenza soluzione di continuità,nonostante i numerosi arrestidi esponenti di spicco delsodalizio Marfella. C’è un epi-sodio particolare che riguardala richiesta estorsiva fatta aidanni di un cantiere edile. Gliemissari della cosca si presen-tano nell’area interessata dailavori e intimano ad un geo-

metra di “levare mano pervenire a parlare con il masto...si deve parlare dei lavori”. Laricostruzione dell’episodioviene fornita dalla stessa vitti-ma che riferisce anche di unincontro all’interno di una caf-fetteria. Nel provvedimento sisottolinea come un personag-gio in particolare (Grillo)venuto a conoscenza che lavittima dell’estorsione era fra-tello di un appartenente allapolizia di Stato si rifiutasse didesistere. “E a noi che ce nefotte, per mezzo che è fratellodi un poliziotto... qua devonopagare tutti quanti”: questa lafrase che scatena la reazionedell’aspirante boss GiovanniRomano che dopo aver molla-to un ceffone all’interlocutorelo redarguisce: “Qua ci arre-stano a tutti quanti”. E fu pro-

prio l’intervento del ‘rampol-lo’ alias Maccarone a limitare idanni. Scorrendo le pagine cheraccolgono gli episodi estorsi-vi posti in essere dagli indagaticoinvolti nella retata dellascorsa notte sembra che ad

essere tra i ‘preferiti’ del clanfossero gli imprenditori ediliimpegnati in lavori di ristruttu-razione di stabili condominialie i titolari di piccola impreseper la fornitura di materiali perla pavimentazione

NAPOLI (gmp) - C’èun al tro aspetto chediviene una caratteristi-ca tipica delle associa-zioni di stampo camorri-stico come i Marfella edè la disponibilità dellearmi. Questo, dal puntodi vista penale, configu-ra una circostanzaaggravante per il reatoassociativo. Dal punto divista criminale, invece, èil termometro con cui simisura l’efferatezzadegli affiliati. E’ il col-laboratore di giustiziaBavero a fare un quadrodi come le armi fosserosempre nella disponibi-l i tà dei Marfella ,

soprat tut to nei primianni duemila quandoancora non era statasiglata la pace con iLago e si temevanoagguati da parte deigruppi di fuoco del bossPietro . “Portavamopistole o fucili mitra-gliatori, delle volte por-tavano i kalashnikov euna volta pure unabomba” è così che Bave-ro descrive il clima ditensione. Altret tantosignificativa è una con-versazione captataall’interno dell’autovet-

tura in uso al “sistema”ed intestata al ras Gio-vanni Romano nelcorso della quale Vin-cenzo Pane (alias Biril-lo) si rivolgeva a dueinterlocutori rimasti sco-nosciuti asserendo cheproprio quel giorno nonera in possesso dellapistola che aveva conse-gnato ad un amico inca-ricato di “ripulirla” ecioè, come i l Bir i l lostesso aveva modo dispiegare ai suoi interlo-cutori, di cancellare letracce e le impronte

digitali eventualmentepresenti sul la canna.Peraltro il tenore dellaconversazione è talmen-te esplici to anche inordine dell’utilizzo fattodell’arma. “No se lametti qua dentro... nonte ne accorgi sai... spari,fai cose... butti la pisto-la, oppure t i cade didosso.. . con il sudoredentro... quelli vanno afare il Dna e sei fottu-to...”. Le armi vengonoutilizzate principalmenteper le azioni intimidato-rie e per gli agguati. Le

semiautomatiche sono lepreferite dai killer men-tre, stando a ciò cheemerge dagli atti delleinchieste, sono i revolvera piacere ai ‘capi’. Aspi-ranti boss, capipiazza erifornitori delle piazze dispaccio quando possonogirano con maneggevolie potenti calibro 38 Spe-cial , particolare cheemerge da diverse inter-cettazioni telefoniche.Ma le armi vanno ancheoccultate e questo ruolopare sia delegato esclusi-vamente alle donne.

Mogli, compagne, cugi-ne e parenti trasformanogli appartamenti in luo-ghi sicuri dopo ‘parcheg-giare’ per qualche giornorivoltelle e fucili mitra-gliatori prima di affidarliagli esperti armaioli cheprovvederanno a smon-tare le armi da fuoco perripulirle da residui dipolvere da sparo e tracceorganiche. Un tecnicasperimentata e ben col-laudata che - sempresecondo quanto si evincedalle intercettazionitelefoniche - garantireb-be maggiore sicurezza incaso di controlli da partedelle forze dell’ordine.

Alcuni sodalinon volevanorinunciarealla riscossione

Pane, Schianoe Rosati vengonocollocati come‘quadri intermedi’

Il diktat: pistole pulite per cancellare il Dna

In primo piano

Luigi Cuomo (Sos Impresa)

“Importante scacciarela paura dal quartiere”NAPOLI (gmp) - “L’associazione antiracket diPianura e Sos Impresa esprimono ringraziamentoalle forze dell’ordine e alla magistratura perl’importante operazione portata a termine nellaperiferia flegrea”, è con queste parole che LuigiCuomo (nella foto) - responsabile regionale diSos Impresa - commenta la retata che ha portatoin manette 21 persone decapitando di fatto lecosche Lago e Marfella.“Si tratta di una operazio-ne molto importante,soprattutto in un momentocome questo che vede nelquartiere una paura diffu-sa. Dobbiamo rilevare - haspiegato Cuomo - che lapresenza delle forze del-l’ordine con quotidianiinterventi di prevenzione erepressione dei reati nonultima l’operazione ‘AltoImpatto’, ha contribuito arisollevare le sorti di unquartiere che sembravaessere ripiombato negli anni bui delle guerre dicamorra. Certo - ha aggiunto - è necessario chetali attività proseguano affinché si possa porrefine al clima di paura e si possano rimuoveretutte le ragioni di preoccupazione”. Cuomo hapoi rinnovato l’appello rivolto ai cittadini e relati-vo ad una sempre maggiore collaborazione con leforze dell’ordine e con le associazioni impegnatenella lotta per la legalità.

Nel mirino i cantiere edili dell’area di Pianura

Lo strozzinaggio

Prestiti con interessi al 200%nella rivendita di bibite

NAPOLI (gmp) - C’era anche l’usura tra i reatipresenti nelle voci di bilancio del clan Marfella.“Dal 2003 al 2009, a causa delle mie difficoltàeconomiche ero costretto a chiedere danaro atale Pasquale Coccia, che è commerciante che hala propria rivendita di bibite ed altro in via Mon-tagna Spaccata a Pianura”. Inizia così il raccon-to di una delle vittime del sistema di strozzinag-gio ricostruito dai militari dell’Arma e dai magi-strati della Direzione distrettuale antimafia diNapoli. Impressionanti i tassi applicati alle vitti-me. Si iniziava con l’8% per il periodo relativo aiprimi trenta giorni per poi arrivare al 200% indodici mesi. Una delle vittima da un prestito di120mila euro si è vista richiedere - dietro minac-ce - la restituzione di oltre 250mila euro dopoappena un anno.

I COMPENSI

Agli spacciatori2mila euro al meseNAPOLI (gmp) - Unparticolare interessanteper ricostruire l’orga-nizzazione dello spac-cio e i ricavi del clanMarfella è emerso dauna intercettazionetelefonica. Due giovaniparlano di una conse-gna fatta con unascooter (si fa riferimen-to ad un mezzo HondaSh), poi uno dei dueragazzi si mostra entu-siasta per aver ricevutodei complimenti riguar-do la velocità con cuiha portato a terminel’incarico e aggiunge“Fra poco senza cheandiamo e veniamocomincia a darmianche la settima-na...500 euro”. Il riferi-mento - così comeinterpretato dagli inve-stigatori - è al cambiodi mansione, da corrie-re a spacciatore. Cin-quecento euro alla set-timana è invece la cifracorrispondente al com-penso per il lavorosulla piazza di spaccio:duemila euro al mese.

Gli affari

dei sodalizi

CRONACHE di NAPOLI16 Sabato 6 Luglio 2013

Recommended