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VERBALE DELLA PRIMA ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA: (Urbino, Palazzo Serpieri, 29 luglio 1972, ore...

Date post: 15-Jan-2017
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VERBALE DELLA PRIMA ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA: (Urbino, Palazzo Serpieri, 29 luglio 1972, ore 21.15) Source: Il Flauto dolce, No. 3 (Gennaio - Giugno 1973), pp. 10-12 Published by: Fondazione Italiana Per La Musica Antica (FIMA) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/41700165 . Accessed: 14/06/2014 08:45 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Fondazione Italiana Per La Musica Antica (FIMA) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Il Flauto dolce. http://www.jstor.org This content downloaded from 91.229.229.129 on Sat, 14 Jun 2014 08:45:05 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions
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VERBALE DELLA PRIMA ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA: (Urbino, Palazzo Serpieri, 29luglio 1972, ore 21.15)Source: Il Flauto dolce, No. 3 (Gennaio - Giugno 1973), pp. 10-12Published by: Fondazione Italiana Per La Musica Antica (FIMA)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/41700165 .

Accessed: 14/06/2014 08:45

Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at .http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp

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Fondazione Italiana Per La Musica Antica (FIMA) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve andextend access to Il Flauto dolce.

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VERBALE DELLA PRIMA ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA

(Urbino, Palazzo Serpieri, 29 luglio 1972, ore 21.15)

La seduta è aperta alle ore 21,45 in seconda convocazione. Presidente dell'Assemblea viene eletto Franco Salvatorelli (Ro- ma); segretario Vincenzo De Gregorio (Roma).

ORDINE DEL GIORNO

1. Il corso di flauto dolce 2. Relazione del Tesoriere

Il presidente Giancarlo Rostirolla legge una relazione riassun- tiva delle proposte avanzate dai docenti del IV Corso di riauto dolce e strumenti rinascimentali: E. Köneke, H.W. Köneke, G. Gamba, A. Zimmer Tecardi, M. Pahor, D. Slama Pahor, V. De Gregorio, N. Samale, R. Klarer, H.P. Wagner. Detti insegnanti si sono riuniti preliminarmente per esaminare vari argomenti riguardanti sia l'insegnamento (didattica, metodi, letteratura etc.) sia l'organizzazione generale del Corso estivo. I punti principali presi in esame sono stati: corso di strumenti rina- scimentali, corso di flauto traverso barocco, esami di ammis- sione, saggio finale degli allievi.

Apertasi la discussione sui problemi sollevati, prende la parola Giorgio De Blasi (Bari) che esprime il suo parere a pro-

barda abbastanza simile a quella del flauto dolce) essi presumono già uno buona conoscenza di quest'ultimo strumento. Propone quindi per il prossimo corso estivo, di vagliare caso per caso e ammettere al corso di strumenti rinascimentali esclusivamente coloro che del flauto dolce (o anche di altri strumenti a fiato) conoscono già la tecnica, e limitare in ogni caso il più possibile la frequenza a due corsi contemporaneamente.

La cosa andrebbe a vantaggio sia dell'allievo che avrebbe modo di approfondire meglio lo studio di uno strumento, sia dell'insegnante che non si troverebbe costretto e limitato da ele- menti che non hanno mai preso in mano uno strumento a fiato. Il prof. Wagner a questo proposito intende confermare le os- servazioni di De Blasi: molto spesso gli allievi che frequentano contemporaneamente due corsi arrivano al suo già stanchi e quindi senza la possibilità di beneficiare appieno della lezione. La stessa cosa viene confermata da altri insegnanti.

Giorgio De Blasi ritiene normale che questi corsi debbano rivolgersi a persone che si accostano per la prima volta a una pratica strumentale o addirittura ai primi rudimenti di teoria musicale, ma è necessario tenere presente che una buona parte sono anche musicisti a livello professionale e che come tali han- no esigenze particolari; questa è l'unica occasione per questi

La prima Assemblea Generale Ordinaria della SIFD (Urbino, Palazzo Serpieri, Luglio 1972)

posito della opportunità di frequentare contemporaneamente due corsi, uno di flauto dolce e uno di strumento rinascimentale.

De Blasi ritiene poco proficuo, ai fini di un serio apprendi- mento, impegnarsi in un tempo così breve in due corsi diversi. Gli strumenti rinascimentali sono difficili dal punto di vista del- l'emissione e richiedono l'acquisizione della tecnica della respira- zione diaframmatica. Anche dal punto di vista della diteggiatura e dell'articolazione (nel cromorno, bassanello, cornamusa, bom-

ultimi di apprendere la tecnica di questi strumenti. E' necessario formare classi meno numerose e, di conseguenza, avere a dispo- sizione più insegnanti al fine di assicurare ai partecipanti il massimo profitto.

Per quanto concerne invece la durata di questi corsi De Bla- si è del parere che sarebbe meglio se il periodo di frequenza fosse più lungo di dieci giorni. Ricorda però che il fattore eco- nomico già notevolmente gravoso per certe categorie di par-

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tecipanti, come per esempio gli studenti, verrebbe ad essere insostenibile (soprattutto per le spese di soggiorno). Inoltre non tutti possono sacrificare più giorni delle loro ferie o vacanze estive per una attività per quanto bella e appassionante, ma al tempo stesso impegnativa sul piano dello studio.

Roberto Ferraiolo (Bologna) fa alcune osservazioni sul mo- do in cui è stata impostata la classe di flauto traverso barocco. A suo avviso bisognerebbe organizzarla diversamente perché nel corso attuale non tutti gli allievi hanno potuto ricevere lezioni costanti e ben coordinate. E' necessario che il docente distri- buisca equamente l'insegnamento fra i vari allievi. Per quanto concerne la durata dei corsi Ferraiolo è del parere che siano sufficienti dieci giorni.

Il maestro Pahor, docente di flauto traverso rinascimentale e barocco, risponde alle osservazioni mosse da Ferraiolo: se- condo la sua esperienza di insegnamento è difficile poter otte- nere qualche risultato in un periodo di apprendimento così breve se non si ha perlomeno un minimo di preparazione specifica nel flauto traverso moderno (impostazione delle labbra, respi- razione diaframmatica etc.). Solo con queste ultime condizioni è possibile frequentare con profitto un corso del genere. Tale corso dovrebbe quindi essere annunciato come di specializza- zione e non di iniziazione. Il numero dei partecipanti non do- vrebbe superare le sette-otto unità per ciascuna classe.

Il M° Pahor conferma quanto già precedentemente esposto e cioè di limitare al massimo la frequenza a due corsi contem- poraneamente, eccettuati naturalmente casi particolari (ciò vale in modo particolare per la classe di flauto traverso barocco). La limitazione non dovrebbe però riguardare la classe di musica da camera e ovviamente quella di musica d'insieme alle quali ciascun allievo dei vari corsi deve poter accedere.

Secondo Anna Cardosi (Roma) è necessario puntualizzare la differenza di impegno che oggettivamente offrono all'apprendi- mento strumenti come il flauto traverso barocco o rinascimen- tale per il quale la tecnica è completamente diversa dal flauto dolce e invece strumenti come il cromorno, la cornamusa che sono simili al flauto dolce almeno per quanto riguarda la diteg- giatura. Escluderebbe l'abbinamento del flauto traverso con altri strumenti, ma lascerebbe aperta la possibilità (a discrezione del- l'insegnante) di poter abbinare gli altri, senza naturalmente pre- scindere dalla conoscenza base del flauto dolce.

Simonetta Tosi (Roma) riprende l'argomento insegnanti in rapporto al numero degli iscritti. A suo avviso i primi devono essere stabiliti in base ai secondi. Suggerisce a tal fine di in- viare le schede di iscrizione con molto anticipo sull'inizio del corso in modo da poter provvedere in tempo a reperire gli in- segnanti.

Giancarlo Rostirolla risponde all'intervento di Simonetta Tosi: il problema ha sempre assillato la SIFD fin dall'orga- nizzazione dei primi corsi. Si tratta evidentemente di un du- plice problema che riguarda sia la disponibilità economica della SIFD assai precaria (ricorda che durante i primi tre corsi gli insegnanti tennero i corsi completamente a titolo gratuito, con il solo rimborso delle spese vive) sia il reperimento dei docenti. La situazione per questo secondo verso è assai migliorata in Ita- lia: oggi possiamo contare su alcuni di nomi di insegnanti ita- liani preparati che possono garantire la loro presenza ai nostri corsi. La cosa non era possibile alcuni anni fa. La proposta di Simonetta Tosi verrà dunque tenuta nella massima considera- zione.

Wanda Bandarin (Venezia) desidera fare alcune proposte in relazione ai programmi che vengono svolti durante i corsi estivi. Stando alla sua esperienza personale i partecipanti arrivano ai corsi senza avere la minima nozione del programma didattico che verrà svolto. Sarebbe utile comunicare preventivamente i metodi (specificando esattamente le parti di essi che gli allievi devono conoscere per poter accedere ad es. al corso medio o superiore etc.) e la letteratura che verrà impiegata. Ciò permetterà ai partecipanti di prepararsi preventivamente o perlomeno cir- coscrivere determinati problemi. La signora Bandarin quindi pro- pone al comitato organizzativo di inviare preventivamente ai partecipanti l'elenco bibliografico di ciò che verrà adottato nei corsi, specificando inoltre il programma che verrà svolto a se- conda delle varie classi: ad esempio se il metodo per principian- ti sarà quello del Mökemeyer edito da Ricordi, indicare fino a qual punto i partecipanti per esempio del corso medio dovranno esserne a conoscenza.

Riprendendo il tema degli strumenti rinascimentali il pro-

fessor Hanns Peter Wagner non ritiene positivo il fatto che colo- ro che frequentano il corso non posseggano lo strumento, per cui l'esercizio di essi venga ad essere limitato alla durata del corso. In altri paesi dove questi corsi avvengono già da diversi anni il possesso dello strumento è obbligatorio. Non è giusto che la SIFD si carichi dell'onere economico e della responsabilità di dover dare in prestito gli strumenti a tutti. H. P. Wagner non è d'accordo sulla istituzione di un esame di ammissione per la classe di strumenti rinascimentali in quanto è sufficiente per lui che si sappia suonare il flauto dolce. Non è d'accordo anche sul fatto di ammettere alla classe di flauto traverso rinascimentale e barocco solo coloro che abbiano conoscenza del flauto traverso moderno. A suo avviso si tratta di strumenti affatto differenti e la cono- scenza di quest'ultimo non aiuta affatto a imparare quelli antichi. Si tratta piuttosto di strumenti difficili da imparare di per se stessi: essendo costruiti sui modelli originali presentano quelle difficoltà esecutive proprie degli strumenti dell'epoca: difficoltà di emissione, difficoltà di intonazione; richiedono grande potenza nella respirazione. Dei buoni risultati possono essere ottenuti sol- tanto con uno studio applicato costantemente e con intento di specializzazione.

Mirko Caffagni (Modena) si ricollega all'intervento di Simo- netta Tosi e ritiene indispensabile di inviare le schede di iscri- zione con vari mesi di anticipo per poi provvedere adeguatamente agli insegnanti e alla composizione delle classi. Non è d'accordo sulla durata di 10 giorni del corso e propone due settimane per dare la possibilità ai partecipanti di unire le vacanze e lo studio. Un corso più lungo potrebbe essere frequentato con maggiore distensione e profitto. Mirko Caffagni desidera fare inoltre pre- sente - a proposito del saggio finale degli allievi che deve aver luogo il giorno successivo - che non bisogna trasformare questo tipo di corsi in accademie con eccessiva pretesa di perfezioni or- ganizzative; occorre eliminare le eccessive divisioni per non per- dere il gusto di riunirsi a far musica d'insieme. Il saggio finale a suo parere dovrebbero farlo soltanto le classi superiori che possono prepararlo agevolmente senza disturbare quello che è il normale svolgimento dei corsi. Appunto per preparare il saggio finale c'è la tendenza di sacrificare le ultime lezioni che dovrebbero essere invece quelle più importanti.

Francesco Gianturco (Pisa) interviene in argomento a quanto esposto da Caffagni e cioè sulla necessità di evitare eccessive preoccupazioni accademiche e organizzative, vedi gli esami di ammissione che vanno a discapito di una atmosfera più distesa c amicale dei corsi. Gianturco è dell'opinione che prima di sta- bilire dei criteri sicuri di scelta didattica e organizzativa bisogne- rebbe stabilire gli scopi di questi corsi, cioè se essi si rivolgono ai professionisti o ai dilettanti.

Roberto Allegro ricollegandosi all'intervento del M° Pahor ritiene controproducente limitare la frequenza alla classe di flauto traverso. Per molti il corso estivo SIFD rappresenta l'unica occa- sione di potersi accostare a questi strumenti; il primo e l'unico approccio con uno strumento mai visto prima e che nei conser- vatori o scuole di musica non si insegna.

Gianni Sardella (Monopoli) ribadisce l'importanza che prin- cipianti venjano ammessi esclusivamente al corso di flauto dolce (e non agli strumenti rinascimentali). Insiste sul fatto che il sag- gio finale non debba interferire con le ore destinate allo studio. Gli insegnanti devono preparare il saggio nelle ore in cui non hanno luogo le normali lezioni programmate nel piano di dieci giorni.

Valerio De Scarpis (Venezia) propone che i gruppi di mu- sica d'insieme vengano organizzati più liberamente, al di là delle suddivisioni dei vari corsi. Questa attività dovrebbe avere asse- gnato un margine più ampio di tempo, perché è la più forma- tiva e la più utile. De Scarpis propone ancora l'istituzione di più gruppi di musica d'insieme che facciano capo a più insegnanti.

Gisella Pasquali Schizzi (Salerno) propone che nel prossimo corso il saggio finale venga eliminato in quanto comporta, a suo avviso, ansie da parte degli allievi e porta via del tempo alle normali lezioni.

Sempre a proposito del saggio finale Armando Carideo (Roma) rileva che alcuni allievi sono stati trascurati dall'insegnante solo per il fatto di non partecipare al saggio o anche per non avere nell'ambito di esso parti impegnative. L'insegnante ha dovuto infatti passare maggior tempo con il gruppo a provare anziché curare le lezioni di tecnica e interpretazione. Carideo propone che ciò sia evitato per il futuro: è necessario che le lezioni di teoria e di tecnica e di musica da camera continuino regolarmente fino all'ultimo giorno del corso e con la stessa intensità.

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Dina Vezzoso (Roma) ritiene che il saggio si può preparare senza danneggiare il regolare svolgimento delle lezioni. Si trat- terà a sua volta di stabilire preventivamente degli orari ade- guati con i docenti.

Gianluigi Gamba (Milano) è del parere che al saggio posso- no essere presentati quei brani che formano oggetto di studio della musica d'insieme durante il normale svolgimento delle le- zioni. Non è necessario preparare un programma a parte appo- sitamente per il saggio.

Giancarlo Rostirolla (Roma) è del parere che si debba sen- z'altro chiedere la conoscenza del flauto dolce a quanti deside- rino iscriversi a una classe di strumenti rinascimentali. A suo avviso le difficoltà sorte in seno al corso di flauto traverso rina- scimentale e barocco si sono verificate soprattutto per il fatto che il M° Pahor aveva troppi allievi e si è trovato nella impos- sibilità di accontetarli tutti come avrebbe voluto. L'organizzazio- ne del corso - per mancanza di esperienza, in quanto era la prima volta che tale corso veniva tenuto - non è stata in grado di prevedere l'afflusso di iscritti a tale corso e all'ultimo mo- mento ovvero a chiusura delle iscrizioni non è stato possibile reperire un altro insegnante che potesse affiancarsi al M° Pahor. Sarà necessario per il futuro limitare il numero dei partecipanti a questa specialità a non più di cinque elementi per insegnante.

Per quanto concerne il carattere di questi corsi estivi della SIFD Rostirolla sottolinea che lo scopo della SIFD è quello di diffondere in Italia il flauto dolce soprattutto come strumento di educazione musicale adatto a sviluppare una pratica strumen- tale in senso corale, senza naturalmente trascurare gli aspetti solisti e virtuosistici che però rimangono in secondo piano ri- spetto all'intento principale. Con questo è necessario che i corsi abbiano al massimo un carattere di serietà ma anche quello di una serena distensione, evitando al massimo troppi schematismi e troppi sofismi. E' sottinteso che nel giro di dieci giorni non è possibile svolgere programmi di conservatorio, ma si può dare una buona impostazione di base e una conoscenza panoramica dello strumento e della relativa letteratura, aprendo per un certo verso quegli orizzonti e quegli orientamenti che solo in una collettività del genere possono trovare positivo riscontro.

Franco Salvatorelli è del parere che si possa stabilire a priori un numero fisso di iscritti, ma non si può sapere a priori quali corsi questi sceglieranno, per cui c'è sempre un certo mar-

gine di alcatorietà nel problema relativo al rapporto numerico partecipanti insegnanti. E' ovvio che detti corsi debbano essere aperti a tutti sia dilettanti sia professionisti.

Al termine del dibattito vengono messe ai voti e approvate le seguenti mozioni: - i principianti di flauto dolce parteciperanno solo ad un corso;

(tre voti contrari) - verranno svolti esami di ammissione per il corso superiore di

flauto dolce e per il corso di musica da camera; (30 voti favorevoli e 13 contrari)

- i corsi avranno la durata di dieci giorni; (approvato all'unanimità)

- ci sarà un saggio finale aperto al pubblico. Le prove per il saggio verranno effettuate in un orario ben determinato fin dall'inizio del corso, in modo che questo non comporti svan- taggio per lo studio regolare che si svolgerà allo stesso ritmo per tutta la durata del corso;

(approvato all'unanimità) - le lezioni pomeridiane avranno inizio regolarmente alle ore 16;

(27 favorevoli e 19 contrari) - Urbino sarà la sede del prossimo corso;

(approvato all'unanimità) - verranno inviati preventivamente ai partecipanti i programmi

didattici dettagliati che verranno svolti.

2) La Tesoriera Dina Vezzoso ha letto il bilancio sociale per gli anni 1970 e 1971, commentandolo esaurientemente:

1970 entrate 239.704 ustite 189.543 saldo 50.161 entrate 1.792.960 uscite 1.760.350 saldo 32.610

Il bilancio è approvato all'unanimità. La seduta si è chiusa alle ore 24. Erano presenti 80 Soci.

25 soci si sono fatti rappresentare tramite delega.

Frontespizio del metodo per flauto dolce di HUMPHREY SALTER; The Genteel Companion; Being exact directions for the recoder [...] - London, Richard Hunt and Humphrey Salter, 1683 (Londra, British Museum )

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