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Versus #0

Date post: 28-Mar-2016
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Il numero unico di Ottobre 2012...sperando sia il primo di una lunga serie!
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GIORNALE PROMOSSO DALLA LISTA DON’T STOP US NOW 1 quEstIonI spI noZe LA SALERNO-REGGIO CALABRIA COSTA CINQUE VOLTE PIÙ DELLA MISSIONE DI CU- RIOSITY SU MARTE. MA VOLETE METTERE I CRATERI? UN GIORNALE INDIPENDENTE E NOSTRO E’ POSSIBILE B IL CAVALIERE OSCURO IL RITORNO IL CAVALIERE OSCURO IL RITORNO COME ME LO VEDE QUESTO LOOK DA LEADER, SIGNOR NOLAN? SÌ, ANCH’IO MI REPUTO UN GENIO DEL MARKETING, HA RAGIONE. BERLUSCONI DI NUOVO IN POLITICA? SoMMaRIo -Meravigliarsi del Mondo DI J.TRAMONTANO -C’era una volta una scuola che... DI A.MECELLA - I tablet e la didattica DI A.ALBERGO 2-3 ScuOla Il Classico D’Annunzio che vantiamo come uno dei Licei più importanti nel nostro panorama scolastico e culturale, non ha ormai un laborato- rio giornalistico partecipato e produttivo, quest’anno rischia persino di scomparire totalmente. Noi non ci stiamo. Avevamo il sogno di realizzare uno spazio per le idee e le visioni di noi studenti che avesse una fisicità cartacea, non virtuale e abbandonata a se stessa, che accettasse ogni punto di vista particola- re con la convinzione che la migliore partecipazione politica e sociale sia informare e condividere. Abbiamo reso POSSIBILE quello che sembrava impossibile alla Scuola, grazie alla passione e dedizione che spesso ci è inibita: eccolo, un giornale cartaceo per noi studenti, di noi studenti. Sia- mo riusciti a stamparlo grazie alla collaborazione con sponsor ed ora abbiamo finalmente uno spazio materiale, una condivisione visibile di notizie e opinioni, uno strumento per organizzare e integrare il dibattito che troppo spesso manca alle nostre assemblee. Da qui nasce l’idea di dedicare alcune parti del giornale al confronto di due ‘editoriali’ sullo stesso argomento: tutto in nome dell’unicità e del pluralismo. Questo numero unico è una scommessa su noi studenti, sulla reale vo- lontà di far sentire una voce giovane e indipendente, sulla bontà di que- sto sogno. Se realmente volete investire con convinzione energie nella realizzazione e nell’arricchimento di un giornale sulla base di questo pre- sente, grazie alla collaborazione con un giornalista pubblicista sarebbe possibile costituire una testata giornalistica e quindi emanciparsi dalla dimensione di progetto scolastico, essere PIENAMENTE INDIPENDEN- TI da preside e professori. A voi la scelta! peRchè “veRsuS“? Abbiamo scelto “Versus” per questo numero e come possibile nome per la nostra Testata in quanto rappresenta in pieno lo spirito che questo giornale vuole proporsi. Versus è usato nel linguaggio comune per indi- care una contrapposizione e, tradotto letteralmente dal latino con “ver- so” , testimonia la nostra metaforica ricerca di un punto d’incontro tra posizioni diverse: il confronto come premessa di crescita. Fabrizio De Gregorio otTobRe 2012 Via Fonte Romana 19/1 PESCARA www.cartolibreriaragno.it Anche su f -Ho letto per voi...”Intervista con la Storia” DI C.D’ALOISIO -Ho ascoltato per voi...“The 2 nd law“, dei Muse DI S.PROSPERI - Sulla libertà violata DI G.ROSSI VS - Sulla legge violata DI F. DE GREGORIO cuLtuRa 4-5 -L’omosessualità dall’Antica Grecia a oggi DI A.MECELLA -Siria, quale verità? DI S.AGRESTI - Crociata islamica DI A. ALBERGO neL moNdo 6-7 -I dati del Governo Monti DI C.D’ALOISIO -Le rinunce degli italiani DI V.AIELLO VS. -Non sparate sulla Croce Rossa DI UN OTTIMISTA “poLitIca“ itAliAna 8
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GIORNALE PROMOSSO DALLA LISTA DON’T STOP US NOW

1

questioni spinoze LA SALERNO-REGGIO CALABRIA COSTA CINQUE VOLTE PIÙ DELLA MISSIONE DI CU-

RIOSITY SU MARTE. MA VOLETE METTERE I CRATERI?

UN GIORNALE INDIPENDENTE E NOSTRO E’ POSSIBILE

BIL CAVALIERE OSCUROIL RITORNO

IL CAVALIERE OSCUROIL RITORNO

COME ME LO VEDE QUESTO LOOK DA LEADER, SIGNOR

NOLAN?

SÌ, ANCH’IO MI REPUTO UN GENIO

DEL MARKETING, HA RAGIONE.

BERLUSCONI DI NUOVO IN POLITICA?

SoMMARio-Meravigliarsi del Mondo di J.TramonTano-C’era una volta una scuola che... di a.mecella-I tablet e la didattica di a.albergo

2-3Scuola

Il Classico D’Annunzio che vantiamo come uno dei Licei più importanti nel nostro panorama scolastico e culturale, non ha ormai un laborato-rio giornalistico partecipato e produttivo, quest’anno rischia persino di scomparire totalmente.

Noi non ci stiamo. Avevamo il sogno di realizzare uno spazio per le idee e le visioni di noi studenti che avesse una fisicità cartacea, non virtuale e abbandonata a se stessa, che accettasse ogni punto di vista particola-re con la convinzione che la migliore partecipazione politica e sociale sia informare e condividere. Abbiamo reso POSSIBILE quello che sembrava impossibile alla Scuola, grazie alla passione e dedizione che spesso ci è inibita: eccolo, un giornale cartaceo per noi studenti, di noi studenti. Sia-mo riusciti a stamparlo grazie alla collaborazione con sponsor ed ora abbiamo finalmente uno spazio materiale, una condivisione visibile di notizie e opinioni, uno strumento per organizzare e integrare il dibattito che troppo spesso manca alle nostre assemblee. Da qui nasce l’idea di dedicare alcune parti del giornale al confronto di due ‘editoriali’ sullo stesso argomento: tutto in nome dell’unicità e del pluralismo.

Questo numero unico è una scommessa su noi studenti, sulla reale vo-lontà di far sentire una voce giovane e indipendente, sulla bontà di que-sto sogno. Se realmente volete investire con convinzione energie nella realizzazione e nell’arricchimento di un giornale sulla base di questo pre-sente, grazie alla collaborazione con un giornalista pubblicista sarebbe possibile costituire una testata giornalistica e quindi emanciparsi dalla dimensione di progetto scolastico, essere PIENAMENTE INDIPENDEN-TI da preside e professori. A voi la scelta!

perchè “versuS“?Abbiamo scelto “Versus” per questo numero e come possibile nome per la nostra Testata in quanto rappresenta in pieno lo spirito che questo giornale vuole proporsi. Versus è usato nel linguaggio comune per indi-care una contrapposizione e, tradotto letteralmente dal latino con “ver-so” , testimonia la nostra metaforica ricerca di un punto d’incontro tra posizioni diverse: il confronto come premessa di crescita.

Fabrizio De Gregorio

ottobre 2012

Via Fonte Romana 19/1PESCARA

www.cartolibreriaragno.it

Anche su f

-Ho letto per voi...”Intervista con la Storia” di c.d’aloisio-Ho ascoltato per voi...“The 2nd law“, dei Muse di s.ProsPeri-Sulla libertà violata di g.rossi vs -Sulla legge violata di F. de gregorio

culturA 4-5

-L’omosessualità dall’Antica Grecia a oggi di a.mecella-Siria, quale verità? di s.agresTi-Crociata islamica di a. albergo

nel mondo 6-7

-I dati del Governo Monti di c.d’aloisio-Le rinunce degli italiani di V.aiello vs. -Non sparate sulla Croce Rossa di un oTTimisTa

“politica“ italiana 8

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MERAVIGLIARSI DEL MONDO

sCUOLA

Si mormora da sempre, quasi a mo’ di scusa, tra i banchi di scuola, che il Classico apra la mente. Non e’ completamente vero. Sicuramente, tra i lunghi studi di filosofia, le traduzioni e gli studi dei classici, e in qualche raro passo della letteratura italiana, si cela un’apertura mentale che per-mette di guardare al mondo in una maniera diversa. Al di la’ della difficile reperibilita’ di tale preziosa materia prima, nascosta tra immensi cumuli di ciarpame lezioso e pseudo-letterario, c’e’ da dire che essa non puo’ esse-re messa a frutto se non in due modi, e che uno solo e’ veramente efficace. Essa costituisce la chiave di lettura delle diverse nozioni che andiamo ad apprendere, in poche parole non e’ la nostra porta per nuovi mondi di comprensione, e’ solo la chiave, e aprire la porta tocca a noi. Tralasciando il fatto che non tutti hanno il coraggio di aprirla, quando succede cio’ si hanno due strade: i libri, e il viaggio. E la differenza e’ tra il sapere le cose e il capirle. Nel corso della mia ancor breve permanenza e della mia preparazione ad essa, ho avuto modo di pensare a cosa il viaggio significhi. L’incontro con culture diverse permette l’applicazione di diversi tipi di mentalita’ al pro-prio spirito, e pian piano arriva a cambiarlo e ad arricchirlo con le memo-rie. Non quelle barbose, come ricordarsi di un evento, di non mettere la mano sul ferro da stiro, o la traduzione di classico latino, bensi’ quelle di

un profumo, di un colore, di un’emozione e, ancor piu’, quelle di un com-portamento, una risposta, un sentimento percepito e condiviso, in defini-tiva quelle di un’altra vita. Un’altra propria vita, la vita di un’altra persona e infine la vita di una comunita’, di un popolo. Tutto assieme. Non c’e’ dubbio, l’uomo ama muoversi, e questo anelito trascende qualsiasi aspi-razione della logica per andare ad annidarsi in qualcosa di primordiale. I libri, tristemente, non possono dare lo stesso effetto, e credo che questo stesso articolo, per quanto ci si provi, non lo dia. E’ pur vero: gli americani fanno le guerre. Be’, andate in America, e sentite cosa ne pensano tutti quanti delle Torri Gemelle. Gli iraniani hanno la bomba: andate in Iran e provate a percepire la paura della gente, meta’ per il regime meta’ per Israele. I francesi sono talmente attaccati alla loro cultura da guardare tut-te le altre con la puzza sotto il naso: noi con la cucina facciamo lo stesso, e noi con la cucina siamo come loro con la cultura; buttateli voi al vento milleduecento anni di storia, o minimo diciotto diverse cucine regionali. Viaggiare e’ un invito alla comprensione, al dialogo, alla vita come uomini e non come individui. Un invito a capire. Saluti dalla Florida.

JACOPO TRAMONTANO

ottobre 2012

questioni spinoze le migliori cattiverie dal blog SPINOZA.IT

OLIMPIADI, ITALIANI ANCORA A MEDAGLIA NEL TIRO. SIAMO SEMPRE I MIGLIORI QUANDO SI TRATTA DI CHIUDERE UN OCCHIO.

LA SPAGNA A UN PASSO DAL FALLIMENTO. SU, CHE QUI C’È GENTE CHE ASPETTA!

PRESENTATO L’IPHONE 5 CON I SUOI FANTASTICI ACCESSORI. LE PERSONE.

DAL NOSTRO INVIATO NEGLI STATI UNITI

GIORNALE PROMOSSO DALLA LISTA DON’T STOP US NOW

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ottobre 2012

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I TABLET ELA DIDATTICA

La lezione sta iniziando a farsi noiosa, uno stu-dente si accorge che la prof smette di guardarlo e tira fuori lo Smartphone di turno per iniziare a connettersi, andare su Facebook, stabilire re-cord a Temple Run, Fruit Ninja, e una miriade di altri giochi, alternando sapientemente occhia-te allo schermo e altre attente vero l’ignara prof. Ecco uno scenario davvero tipico durante un’ ora di lezione. Ovviamente in tale contesto si può comprendere l’ avversione degli insegnanti verso questi strumenti di comunicazione, ma in molti iniziano a pensare che la tecnologia possa essere integrata alla didattica, e offerta agli studenti in maniera creativa, guidata, e non distruttiva come accade ogni giorno in ‘clandestinità’. Non è fanta-scientifico immaginare Tablet e eReader a sostitu-zione di libri, dizionari, quaderni, penne e matite, come non sono fantascienza ormai le LIM (lava-gna interattiva multimediale).E’ facile comprendere le potenzialità di tali stru-menti: spazio per un numero enorme di audio-vi-deo libri , possibilità di registrare la lezione tenuta da un insegnante, immissione in pochissimo tem-po di materiale, continua possibilità di connessio-ne ad Internet per ampliare la conoscenza su quasi tutto lo scibile umano.Già nel 2011 il Liceo Lussana di Bergamo ha so-stituito i libri di testo e i quaderni con Tablet ed eReader. L’esperimento ha provocato un innal-zamento dei voti degli studenti in ogni materia. Dianora Bardi, insegnante di lettere coordinatrice del progetto sottolinea che i risultati sono dovuti a tre fattori:1. Più motivazione nei ragazzi, poiché sono alle prese con nuovi strumenti che stravolgono la loro routine scolastica e il loro modo di concepire la scuola. In più sviluppano nuove conoscenze con i loro abituali strumenti di comunicazione.2. Un nuovo modo di valutare, basato sempre su interrogazioni e verifiche, ma anche sull’ utilizzo dello strumento, non ché sulle conoscenze cogni-tive e competenze di cittadinanza.3. Il fatto che anche gli alunni hanno da insegnare qualcosa ai loro professori. Infatti in molti sosten-gono che “se la scuola italiana non è pronta per la tecnologia, i suoi studenti sì” e la scuola è gli studenti.Tra i vantaggi ci sarebbe anche il risparmio eco-nomico per le famiglie: 400 euro per il Tablet del figlio al fronte dei 700 euro che normalmente si spendono per i libri nel triennio.In America la pratica dell’ utilizzo del Tablet si sta diffondendo molto velocemente, e in molti casi sono le scuole stesse a fornire agli alunni tali stru-menti. Ovviamente vi è una normativa scolastica da seguire che si può trovare sul sito del “comples-so scolastico Seraphicum”.Tali novità stanno arrivando anche a Pescara: il Liceo Scientifico Galileo Galilei ha infatti rego-lamentato l’utilizzo di Tablet e eReader durante le ore scolastiche, per esclusivi fini didattici. Ov-viamente non vi sono progetti particolari ma gli studenti che li possiedono uno sono autorizzati a portarlo a scuola per farne un uso che favorisca l’ apprendimento.Non è forse ora di aprire al futuro anche il nostro Liceo ?

Antonio Patapem Albergo

ottobre 2012

C’ERA UNA VOLTA UNA SCUOLA CHE...Inizia un altro anno nuovo come tanti altri anni vecchi , in un ripetersi ,circolare come per i greci,di tempo e situazioni. Eppure il cambia-mento è penetrato forzatamente nelle grosse mura e nell’austerità del nostro liceo. Mai, come all’inizio di quest’anno scolastico 2012-2013 i “frutti” di un lento processo di modernizzazio-ne della didattica sono parsi tanto evidenti. La riforma, già messa in atto dal ministro Gelmi-ni e portata avanti dal nuovo governo, condu-ce ad una vera e propria rivoluzione la scuola italiana e quindi anche il Gabriele D’Annunzio. Sebbene alcune delle nostre aule siano dotate già da tre anni di una LIM (lavagna interattiva multimediale) è quest’anno che arriva la vera svolta nell’organizzazione dell’insegnamento. Su ordine del Pubblico Ministero ogni istituto dovrà aderire alla nuova direttiva: uso del regi-stro on-line. “Un registro dei voti, a tutti gli ef-fetti, che permetterà di conoscere in tempo reale l’andamento scolastico di ogni singolo alunno, nel completo rispetto della privacy” descrive la home del sito www.registro-online.it, da cui ciascun genitore tramite una password segreta potrà essere informato sui voti nelle singole materie, sui ritardi e sulle assenze (solo e unica-mente) del proprio figlio. I “lucignoli” dovranno dire addio alle firme false sul libretto per copri-re il filone di primavera, alle bugie sul compito andato male mascherate da sorrisi innocenti. D’altra parte se per i genitori più pigri il registro on-line è sinonimo di velocità e comodità, per i professori significherà un maggior impegno,un ulteriore lavoro, nuove competenze richieste e sforzi non retribuiti. I professori infatti dovran-no periodicamente aggiornare il registro e il loro lavoro sarà più facilmente controllabile, dalle fa-miglie come dalla preside e dal Ministero stes-so. Non sarà più possibile “ragionare sul voto” di un’interrogazione per giorni né nascondere per alcuna ragione le valutazioni agli alunni.

Tra lamentele e approvazioni, tutti i professori si stanno impegnando nell’imparare l’utilizzo del nuovo strumento, anche i più attaccati ai mores maiorum della didattica. Il Liceo Classico, che per definizione è terreno ostile al cambiamento, diventa invece lo scenario di episodi insoliti (e anche molto divertenti, non nascondiamolo): professori di latino e greco alle prese con inter-net e computer che implorano gli alunni di un piccolo aiuto. Non si tratta solo di una rivoluzione dal punto di vista organizzativo, ma il fenomeno dei registri on-line è il sintomo di una società sempre più “digitalizzata”. Come sempre la scuola plasma-ta su modello del mondo esterno, ne costituisce (anche se in miniatura) il riflesso. Proprio per questa ragione il dibattito sui registri on-line si ricollega direttamente al dibattito arcaico sulla tecnologia . E’ giusto che questa influenzi la vita scolastica? I registri on-line non potranno forse costituire una scusante, per genitori disinteressati, a non partecipare al dialogo attivo scuola-famiglia? Non si andrà via via perdendo questo contatto diretto, personale?La storia ci insegna che chi rimane chiuso al cambiamento, lentamente decade. D’altro canto ci mostra talvolta come il progresso corrompa gli antichi e giusti valori di una società. L’equili-brio (metriotès) non è semplice da trovare: far sì che le nuove tecnologie diventino uno strumen-to utile per l’insegnamento e che non distolga-no dall’apprendimento e della crescita, è meno che mai scontato. Il futuro è inarrestabile e un giorno ci troveremo a parlare con i nostri figli di com’era andare a scuola ai nostri tempi. Sicura-mente i nostri racconti, le nostre reminiscenze prenderanno per loro il sapore nostalgico di vecchie favole.

Agnese Mecella

Innovazioni e cambiamenti del 2012: il registro online

iPhone

anche in italia lanciato l’iphone 5: ore e ore di fila per pagarlo al prezzo più

alto d’europa.

anche in italia lanciato l’iphone 5: ore e ore di fila per pagarlo al prezzo più

alto d’europa.

però la tosatura è inclusa nel

prezzo!

sCUOLAGIORNALE PROMOSSO DALLA LISTA DON’T STOP US NOW

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Ho asColtato PeR Voi...MUSe, “tHe 2nd lAW“

A tre anni di distanza da The Resistance, i Muse tornano sulla scena con il loro sesto album, The 2nd Law, in uscita il 2 ottobre. L’attesa degli ul-timi mesi è stata smor-zata dal rilascio di brani come Survival, inno ufficiale delle scorse Olimpiadi, e Madness. Il titolo dell’album, The 2nd Law, ha fin da subi-to incuriosito in quanto fa riferimento al secon-

do principio della termodinamica e all’inevitabile spreco di energia all’interno di un sistema chiuso; nonostante ciò non tutti i pezzi sono “proiettati” verso il mondo esterno, è possibile infatti notare nei testi di quest’album più che nei lavori precedenti un’impronta decisamente personale.Sin dal primo ascolto si avverte l’apparente mancanza di un filo conduttore tra i brani, molto diversi l’uno dall’altro. Il disco si apre con Supremacy, che alterna acuti e riff (suonati già nel primo live, quello di Cologne, con una chitarra a set-te corde) a strofe sì lente, ma caratterizzate da un’atmosfera epica e solenne. Subito dopo abbiamo Madness, brano dal sound pop che diventa comunque apprezzabile nel crescen-do finale. Ma è Panic Station, forse uno dei pezzi più riusci-ti dell’album, a spiazzare con uno stile funky decisamente anni ’80 e la linea di basso che rimanda ad Another One Bites The Dust dei Queen. La già citata Survival, invece, con la sua introduzione al pianoforte, i cori, l’acuto e il solo fi-nale si rivela probabilmente troppo carica, ma adatta al suo scopo di accompagnare gli atleti durante i giochi olimpici. Passando per Follow Me, che contiene un loop di sotto-fondo che si rivela essere il battito cardiaco del figlio del frontman Matthew Bellamy, arriviamo ad Animals, pezzo di denuncia con chiari riferimenti alla crisi economica che sta colpendo il mondo intero. Le urla dei broker della borsa di Wall Street nella parte finale del brano suscitano un sen-so di ansia e inquietudine, placato dalla ballad Explorers. Big Freeze, invece, è orecchiabile ma piuttosto anonima, e fa da collegamento con le successive Save Me e Liquid State. Stavolta la voce è quella del bassista Christopher Wolsten-holme, autore di entrambi i pezzi autobiografici sulla sua lotta contro l’alcolismo. Chiudendo con Unsustainable e il suo dubstep (non elettronico ma fatto con strumenti veri) e con l’ipnotica Isolated System ci si riallaccia all’idea “base” dell’album, accompagnati dalla voce di una fantomatica giornalista che parla appunto dell’entropia.I Muse sono riusciti ancora una volta a dividere in due il loro pubblico. The 2nd Law in conclusione non sarà il loro album migliore, all’altezza dei vecchi tempi di Showbiz e Origin of Symmetry, ma è certamente prova del fatto che la band continua ad avere il coraggio di osare, dando ulteriori svolte alla propria musica.

Sara Prosperi

in AntepriMa!Ho letto PeR Voi...

“inteRVista Con lA Storia“Di oRiana FALlACi

Da chi è fatta la storia? Dal popolo o dai “capi”? E perché solo pochi hanno il potere? Que-sti pochi, questi “capi” sono forse più intelli-genti di noi, più forti, più illuminati, più intra-prendenti?Queste sono le doman-de che guidano il per-corso che Oriana Fallaci compie nella sua “In-tervista con la storia” (o anche “Intervista con il Potere”), un libro che lei stessa definisce nella premessa <<una testimonianza diretta su ventisei personaggi della storia contempo-ranea, un libro che non vuole promettere nulla in più di ciò che pro-mette: vale a dire un documento a cavallo tra il giornalismo alla storia>>. E di certo l’impeccabile strategia giornalistica della scrittrice non manca di tracciare una testimonianza talmente veritiera da risultare spietata: Oriana studia alla perfezione le sue interviste a tavolino, in modo da mettere in crisi la “vittima”, farla sorridere prima e temere poi, affascinarla e mostrarsi a sua volta affascinata, incanalare il discorso in modo da accompa-gnare il pensiero del politico sotto torchio fino a spingerlo nel-la direzione che mai avrebbe voluto intraprendere, colpirlo nei suoi stessi errori e costringerlo a mostrare la sua vera strategia. Passando con un’incredibile disinvoltura da Henry Kissinger a Willy Brandt, da William Colby a Golda Meir e Indira Gan-dhi, da Giulio Andreotti a Giorgio Amendola, Oriana Fallaci inquadra e delinea brillantemente la psicologia di ogni suo per-sonaggio in ciascuna intervista, mettendone in risalto le con-traddizioni, gli ideali, le vittorie e i fallimenti, senza risparmiare una costante critica al “superpotere” a volte più e a volte meno esplicita. Ogni intervista è inoltre preceduta sempre da una de-scrizione del soggetto in questione e un’introduzione al contesto politico e culturale in cui è collocato. “Intervista con la storia”, oltre a offrirci un quadro completo del-la storia politica e sociale degli anni ’70 (preludio della nostra attuale condizione), ci mostra come la nostra storia sia stata co-struita con fatica da uomini, prima che da impeccabili e imper-scrutabili personaggi politici, uomini come noi, uomini che a volte si sono trovati semplicemente al posto giusto al momento giusto con le giuste capacità, uomini che sbagliano e che a volte vengono delusi, che a volte deludono.Credo che questo sia uno di quei libri che aiutano a formare il proprio pensiero sulla storia che stiamo vivendo e che stiamo cominciando a costruire anche noi. Come emerge soprattutto nell’ultima intervista, la più bella e toccante del libro (quella rivolta ad Alessandro Panagulis, uno dei capi della resistenza greca contro la tirannia dei Colonnelli e futuro compagno della scrittrice stessa), “Intervista con la Storia” è una spietata con-danna al potere, un incoraggiamento alla disubbidienza e un invito ad un’incondizionata e instancabile lotta per la libertà.

Chiara D’Aloisio

GIORNALE PROMOSSO DALLA LISTA DON’T STOP US NOWCULtUrA

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IL CASO SALLUSTIMercoledì 26 Settembre 2012. Nel corso del pomeriggio giunge la notizia riguardante la decisione della Corte di Cassazione di con-dannare Alessandro Sallusti, direttore del quotidiano Il Giornale a scontare 14 mesi in carcere per il reato di diffamazione. Il diffa-mato in questione è il giudice tutelare di To-rino Giuseppe Cocilovo.Il giudice è stato screditato tramite un artico-lo riguardante la falsa notizia di una tredicen-ne incinta costretta ad abortire dalla madre e dal giudice. L’articolo in questione è apparso in una delle edizioni del quotidiano Libero nel 2007, quando Sallusti ne era direttore, fir-mato da un tale “Dreyfus” , pseudonimo che richiama l’ufficiale ebreo francese sacrificato

alla ragione di Stato alle fine ottocento. L’ar-ticolo 595 del Codice Penale recita: “Se l’of-fesa [diffamazione] è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubbli-cità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516. Se l’offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudi-ziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate”, sicché Sallusti dovrà e sborsare 5.000€ di risarcimenti e dovrebbe trascorrere 14 mesi in galera (previa la sospensione con-dizionale della pena) per un articolo da lui non scritto: essendone il firmatario persona inesistente, la pena è ricaduta sul direttore

che ne ha autorizzato la stampa. Il 27 settem-bre, il deputato del PDL Renato Farina riven-dica la paternità del nome Dreyfus e dell’ar-ticolo, assumendosi tutta la responsabilità dell’accaduto. Dunque il processo potrebbe subire futuri stravolgimenti.A riguardo Sallusti, vittima di una pena ec-cessiva, non ha ancora espresso alcun giudi-zio, fatto sta che,dopo aver appreso la notizia della condanna, ha presentato le sue dimis-sioni dal ruolo di direttore de Il Giornale, dimissioni fermamente rifiutate da Paolo Berlusconi, fratello del ex primo ministro ed editore di suddetto quotidiano, che ribadisce la sua piena fiducia in Sallusti.

gianmarco rossi

La risposta dell’opinione pubblica è stata piuttosto unitaria. Solidarietà nei confronti del direttore è arrivata dalle prin-cipali agenzie e testate giornalistiche, da molti esponenti politici, dal leader IDV Antonio Di Pietro che dichiara di aver ricevuto frequenti diffamazioni da parte di Sallusti, ma che auspica una giusta punizione che non sia la reclusione (“manovra di stampo fascista”), al ministro della Giustizia Paola Severino che si dice disposta a modificare l’articolo. Sulla stessa strada si pone il presidente Napolitano, che ri-tiene la galera come ultima soluzione.Intanto sui vari social network c’è chi si schiera dalla parte di Sallusti, chi contro; altri invece se la prendono pesante-mente con Farina.Siamo del parere che testimoniare il falso e poi non ret-tificarlo sia cosa iniqua, ma riteniamo, in base all’articolo 21 della Costituzione italiana (“Tutti hanno diritto di ma-nifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. […] ), che la galera sia una pena troppo eccessiva e che, ovviamente, tali decisioni non sono altro che “bavagli” atti a soffocare la li-bertà di espressione e di stampa.

gianmarco rossi

Abbiamo dinanzi una speculazione giornalistica spudorata che trionfa nell’ignoranza dell’opinione pubblica e nella grossolanità di certe posizioni. Sallusti non è vittima di nessun complotto, non è e non sarà un martire della libertà d’espressione. Come ha riportato il mio collega Gianmarco Rossi nell’articolo Il caso Sallusti il codice penale è ben chiaro a riguardo: Sallusti è colpevole di Diffamazione a mezzo stampa. E se l’articolo fosse realmente stato scritto da Fa-rina, in qualità di Direttore sarebbe ugualmente responsabile del reato. Condanna accreditata da tre gradi di giudizio, fino alla Cas-sazione. Non si può pretendere d’affermare che la diffusione di una notizia falsa così svilente sia una libera espressione, senza offendere la dignità di quei giornalisti che adempiono con responsabilità la propria vocazione d’informare, senza denigrare chi fa del proprio esprimersi una forma d’Arte. E’ anche ingiusto non ché stupido de-finire una pena prevista dal codice “manovra di stampo fascista”, così come appellarle contro la Costituzione è quanto mai improprio. Bisognerebbe riflettere, poi, se tanto vigore nell’aprioristica difesa della libertà di stampa, sarebbe stato investito per la difesa di una qualsiasi penna di provincia.Spero che il vero Giornalismo sappia emanciparsi da questi giochi e abbia la fermezza di raccontare la realtà oggettivamente, assumen-dosi il rischio dei propri limiti, fugando strumentalizzazioni come questa.

Fabrizio De Gregorio

SULLA LEGGE VIOLATASULLA LIBERTA’ VIOLATA

GIORNALE PROMOSSO DALLA LISTA DON’T STOP US NOWCULtUrA

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ottobre 2012

CROCIATA ISLAMICATutto è iniziato con la pubblicazione su Youtube del trailer del film “L’ innocenza dei musulmani”. una pellicola inizialmente coperta dal totale mistero. I 14 minuti del trailer sono sufficienti però ad animare le folle islamiche. Il “Profeta” infatti viene deriso, sbeffeggiato, rappre-sentato in momenti che poco si confanno ad un uomo fondante una religione (mentre si destreggia in un rapporto orale, o a fare un di-scorso –anzi, monologo- ad un asino). La reazione dell’ Islam come si poteva prevedere è stata spropositata. Solo nel 21/09/12 negli scontri tra manifestanti e polizia sono morte 30 persone. La tensione ha su-bito raggiunto l’occidente quando dei manifestanti hanno attaccato la sede diplomatica degli Stati Uniti e nello scontro hanno perso la vita quattro persone tra cui un ambasciatore americano. La situazione si fa sempre più pesante quando nel giorno di preghiera islamica decine di migliaia di persone, tra cui anche molte donne, sono scese in piazza sconvolgendo città pakistane come Karachi, Pesahawar, Islamabad. In particolare a Karachi i manifestanti si sono scagliati contro ogni sim-bolo occidentalista distruggendo cinema, negozi, locali. Negli scontri sono morte 20 persone e sono state danneggiate 5 banche, 6 cinema e anche l’ hotel Sheraton. La rabbia dei manifestanti sembra non avere tregua tanto che si estende dal Nord Africa al Sud Est asiatico, arrivan-do perfino a Sidney!Contemporaneamente in America si indaga su questo fantomatico film –di cui per ora è stato pubblicato solo il trailer- e sull’ altrettanto fantomatico regista, un certo Sam Bacile. A smuovere le acque è un uomo di origine egizie di 55 anni, Nakoula Basseley Nakoula. Questi, un cristiano copto,afferma di essere uno dei produttori e assistente alla logistica del film, nonché colui che ha pubblicato il trailer. In effetti la porta di una sua casa a Cerritos, California, compare nel trailer. Ma Nakoula è un personaggio particolare, con un passato oscuro e co-stellato di crimini e denunce. Nel 1997 fu condannato per spaccio di

pseudoefredina (composto delle anfetamine ); nel 2010 fu accusato di frode fiscale e falsa identità. I nomi che usò per ingannare il fisco sono: Ahmad Handy, P.S. Tobacco e Robert Bacil, che curiosamente ricorda il nome del presunto regista Sam Bacile.Nonostante il caos generato Nakoula sebbene affermi di essere addolo-rato per la morte dell’ ambasciatore americano si dichiara non pentito, anzi volenteroso di pubblicare tutta la pellicola, per lanciare un suo messaggio al mondo che ancora è stato recepito.In ogni caso il primo emendamento della costituzione americana ga-rantisce libertà di espressione e dunque Nakoula non dovrebbe esse-re processato di nuovo, ma questi è stato comunque spaventato dalle minacce islamiche tanto da chiedere la protezione della polizia della California.Infatti niente meno che il ministro pakistano delle ferrovie Ghulam Ahmad Bilour, durante una conferenza stampa a Peshawar, ha mes-so una taglia di 100 mila dollari sulla testa dei responsabili del film blasfemo! Bilour si è rivolto perfino ad al-Qaeda ed ai talebani affin-chè sia fatta giustizia. Egli ha dichiarato di sapere che l’ istigazione all’ omicidio è un crimine, ma che è pronto ad affrontare le conseguenze aggiungendo che non c è modo di istigare la paura nei blasfemi se non con tali metodi. Il governo pakistano il 23/09/12 ha preso le distanze da tale iniziativa.Dunque ci si trova di nuovo di fronte ad uno scontro di due mondi, l’ occidente e l’ islam, che avviene in un momento delicato per l’ Ame-rica in prossimità delle elezioni. La rabbia negli ultimi giorni sembra diminuita, e non resta che sperare che presto il focolaio divampato si spenga.

Antonio Patapem Albergo

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DUE FERMO IMMAGINE DAL FILM “L’INNOCENZA DEI MUSULMANI“

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ottobre 2012

questioni spinoze le migliori cattiverie dal blog SPINOZA.IT

LA SIRIA: “USEREMO ARMI CHIMICHE SE ATTACCATI”. OBAMA: “GRAVE ERRORE”. “OK, ANCHE SE NON ATTACCATI”.

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ottobre 2012

L’OMOSESSUALITA’ DALL’ANTICA GRECIA A OGGINella meravigliosa isola di Lesbo Saffo istruiva all’amore le belle fanciulle del Tiaso. Gli stessi Achille e Patroclo erano forse legati da un rapporto che trascendeva l’amicizia. L’omosessualità, ovvero l’amore per il pro-prio stesso sesso, ha radici tanto antiche da perdersi nel tempo. Eppure, nonostante le raffigurazioni di giovani amanti gay siano presenti già in età arcaica, quella dell’amore uomo-uomo e donna-donna è un dibat-tito più che mai attuale. Proprio in questi giorni è stato condiviso nel web il comunicato stampa che riporta il discorso del presidente france-se François Hollande all’assemblea generale dell’ONU. Viene ribadita la pari dignità dell’omosessualità e si parla in particolare di “depenalizza-zione”. L’amore tra pari sesso non è un crimine bensì la scelta di uno stile di vita differente, di un punto di vista alternativo, forse più completo. Ma quali mutazioni di significato ha assunto il termine “omosessualità” nel suo lungo percorso attraverso la storia? I rapporti greci pederatisti sono veramente paragonabili all’amore di cui parla Hollande? Da Galu-co e Diomede a Saffo, dal “De rerum natura” di Lucrezio al “Narciso e Boccadoro” di Hesse, dai capricci degli dei dell’Olimpo alle più famose coppie gay come Elton John e David Furnish o Freddie Mercury e Jim Hutton. Sono tutti esempi di amori omosessuali ma possiamo vedere come le ragioni e il significato del termine siano andati via via mutando. Nell’antichità i rapporti gay avevano una funzione paideutica (essi infatti si svolgevano tra un uomo adulto e un ragazzo giovane che veniva così iniziato alla sessualità) o erano visti, se vissuti non in senso unicamente carnale, come il modo di amare più puro. Era dunque una omosessualità dettata da una scelta culturale, dalla volontà di elevare il proprio animo oltre il circolo della volgare passione tra uomo e donna. L’omosessualità al giorno d’oggi invece non è mossa il più delle volte da ragioni cultu-rali, né di scelta intellettuale. Quali ne sono i motivi? Si dibatte: le ra-gioni che portano all’omosessualità sono l’innatismo (motivi biologici) o piuttosto ragioni psicologiche? Potremmo portare esempi di studi o ricerche a favore di una o dell’altra tesi. Se diamo come postulato che l’omosessualità dipenda da fattori psicologici molte di quelle che i gay considerano discriminazioni non sarebbero da ritenersi tali. L’adozione ad esempio sarebbe loro giustamente negata, come è negata ad altre per-

sone con disagi comportamentali. Non sarebbe quindi un accanimento nei loro confronti. Disturbo non è sinonimo di inferiorità. Anzi guardan-doci indietro nella storia notiamo come, tutti quegli individui vissuti in condizioni di disagio siano state dotate non solo di un genio maggiore ma anche di una più alta sensibilità, ricettività. Cambierebbe il discorso se si partisse dal presupposto che essere gay dipenda da fattori biologici e quindi non da un disagio. Non si può infatti essere felici negando la pro-pria natura, il proprio modo d’essere. Se l’omosessualità viene vista come un fenomeno psicologico è allora normale associarla ad una condizione di infelicità: l’omosessuale nega la realtà naturale (cioè che l’uomo trova il suo completamento nella donna). Se consideriamo l’omosessualità come un modo d’essere naturale si capisce come per i gay possa essere una sof-ferenza vivere contro la propria natura, cioè quella di trovare completa-mento nel proprio stesso sesso (ce ne parlava già Platone nel Simposio). Ci sembra tanto importante stabilire le ragioni dell’omosessualità perché esse sono imprescindibili dai dibattiti sociali ad essa legati. Ma che si voglia aderire ad una o all’altra teoria c’è però da riconoscere la ragione di Hollande: in entrambi i casi l’omosessualità non sarebbe un crimine, una vergogna. La discriminazione, la persecuzione in ogni campo non sono giustificate. D’altro canto l’omosessualità non è neanche un “orgoglio”, una condizione di superiorità. Se gli omosessuali cercano uguaglianza i gay pride sono il modo peggiore per ottenerla. Il mezzo migliore per renderla palese sarebbe vivere con il proprio parter in tranquillità, di-mostrando giorno per giorno, con il proprio stile di vita che essere gay non è una vergogna e che per essere felici basta essere sempre sé stessi e amare come si può, con i propri mezzi, arricchire l’umanità con i propri pregi. De Andrè che immortalò ogni angolo, ogni piccola realtà presente nel mondo, nel suo puzzle di personaggi non dimenticò l’immagine di Andrea dai riccioli neri, dal profilo francese che “raccoglieva violette ai bordi del pozzo”. L’omosessualità va quindi a completare il quadro della nostra realtà, come una delle tante meraviglie o per chi vuole, come una delle tante miserie.

Agnese Mecella

SIRIA, QUALE VERITA’?Dopo aver visto l’ennesimo servizio televisivo sulla guerra civile siriana, mi chiesi se tutto quello che i media ci offrivano fosse veritiero. Spinto dalla curiosità, andai a ricercare su internet alcuni documenti che desse-ro conferma ai miei dubbi, e mi ritrovai ad avere a che fare con una situa-zione molto differente da quella che giornali e telegiornali avevano de-scritto. Infatti, da quando nella nazione medio-orientale sono scoppiati i primi movimenti, eravamo abituati a sentir parlare di un tiranno, Bashar Al-Assad, personificazione del male assoluto, che opprimeva e reprime-va col pugno di ferro il “popolo”, stanco della dittatura e stimolato dai successi (a parere di molti autorevoli intellettuali e giornalisit parecchio discutibili) della cosiddetta “Primavera araba”. Consultando invece siti non battezzati in nome della Grande Divinità del politicamente corretto, al quale, ahinoi, la gran parte dei media si è votata volontariamente, dove ho trovato validissmi reportage ed articoli, ho compreso come il panora-ma della questione siriana fosse molto più complesso di quello che pote-va apparire. Del fatto che gli statunitensi volessero far “sloggiare” i russi dalla loro unica base mediterranea, ovvero quella di Tartus, e spazzare via uno dei più grandi alleati dell’Iran già si sapeva da tempo. Ma mi ha sorpreso il veder riapparire sullo sfondo, appena dietro gli USA, Francia e Gran Bretagna, che con la guerra di Libia hanno dato inizio ad una fase di espansione nel bacino del Mediterraneo al fine di ottenere il controllo delle principali risorse energetiche, come petrolio e soprattutto gas, di cui la Siria ne è potenzialmente ricchissima, se non la più ricca nel Me-dio-Oriente. Gli interessi di questi due grandi paesi europei conincidono

con quelli dei grandi sceicchi della pensiola araba, intenzionati a togliere di mezzo Assad per favorire la penetrazione delle loro “trivelle” nell’area, e con quelli di un certo Erdogan, che vuole che la sua Turchia diventi la grande potenza del Mediterraneo orientale. Alla luce di ciò si spiega per-chè le grandi emittenti Al-Jazeera e Al-Arabya, rispettivamente del Qatar e dell’Arabia Saudita, conducano da molto tempo a questa parte una dura campagna di diffamazione contro il governo siriano, perchè USA, Fran-cia e Gran Bretagna finanzino ed armino i ribelli della frangia estremista salafita, che terrorizzano la popolazione con le loro rappresaglie, perchè, dall’altra parte della scacchiera, la Cina, che non gradisce che gli ame-ricani tentino di incrinare il suo predominio in quell’area geo-politica, insieme alla Russia voglia evitare una vera e propria invasione armata. Non si sa come la questione procederà nei prossimi mesi, ma una cosa è certa: la popolazione continua a soffrire, schiacciata dalla violenza dei Salafiti e dalle controffensive dell’esercito regolare, falcidiata da bombar-damenti e scontri cittadini. Muoiono i bambini che vanno a giocare, i ragazzi che vanno a scuola, chi va ad aprire la sua attività, muoiono le madri, i padri. Ed inoltre, che ne sarà dei cristiani, sempre trattati con riguardo sotto Assad, e che ora si trovano faccia a faccia con la minaccia integralista. Tutto ciò accade nel silenzio, senza che le penne cosiddette più “prestigiose” sprechino un poco del loro inchiostro per raccontare.

Stefano Agresti

coMe la pensiamo su ii i noStRi editoriali su quelLo che ACCAde nel mondo

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Hollande: essere gay non è un crimine

Page 8: Versus #0

versus numero unico ottobre 2012

direttore e caporedattore: fabrizio de gregorioimpaginazione e grafica: simokku

I DATI DEL GOVERNO MONTIAccettato il mandato di Presidente del Consi-glio il 16 novembre 2011, il 5 dicembre Mario Monti presenta all’appena formato Consiglio dei Ministri la manovra anti-crisi, approvata e presentata poi alla stampa il giorno stesso. La manovra si pone come obiettivo il risana-mento del deficit finanziario del nostro pa-ese.Tra i provvedimenti più discussi, quelli ri-guardanti le pensioni: chi, infatti, aveva dirit-to a pensioni di vecchiaia, dovrà aspettare i 66 anni per cessare la propria attività lavorativa; se invece ci si avvale di un pensionamento per anzianità, che cioè prende in considera-zione gli anni di contributi versati, si dovran-no aspettare i 42 anni e un mese di lavoro per gli uomini e i 41 anni e un mese per le donne. Questo porterà chiaramente ad un minore ri-cambio generazionale all’interno del mondo del lavoro. Altre modifiche legislative appor-tate nell’ambiente lavorativo riguardano lo

Statuto del Lavoro, e in particolare l’articolo 18. Infatti, dal 5 aprile di quest’anno, licen-ziare è un po’ più facile, mentre il ricorso al reintegro è più limitato: pur rimanendo nullo il licenziamento discriminatorio (quello cau-sato da divergenze religiose, o di razze, o di diversi orientamenti sessuali), con il licenzia-mento per motivi economici (ossia oggettivi) il reintegro avverrà solo ed esclusivamente nel caso in cui le motivazioni addotte dall’a-zienda siano “manifestamente insussistenti”. Nei casi invece di licenziamenti disciplinari (cioè per giusta causa o giustificato motivo soggettivo), il reintegro avverrà solo se pre-visto dal contratto, neanche più dalla legge.Tra i provvedimenti finanziari, la mano-vra “salva - Italia” prevede anche l’aumento dell’accisa sui carburanti di 0,42 euro al litro (0,51 comprendendo anche il 21% di IVA)*, aumento che avrebbe poi portato ad un picco di 2,013 euro al litro di benzina (registrato

in Toscana e Liguria nell’ultima settimana di agosto) e di 1,850 euro al litro per il diesel (massimo registrato in alcuni distributori del Mezzogiorno). Ma non è da trascurare la nuova tassa sulla casa, l’IMU. Che altro non è che un ritorno alla vecchia ICI: dalla rivalutazione delle pro-prietà catastali fino al 30% si materializzano così 10 – 12 miliardi di euro che andranno in parte al Comune, in parte allo Stato. Un gettito di 13 miliardi sarà invece apportato da un ulteriore aumento dell’IVA (già aumenta-ta dal governo Berlusconi dal 20% al 21 %) al 23%. Queste, le principali direttive del governo tecnico. Sarà il tempo a giudicare quanto questi sacrifici degli italiani, questi momenti di “lacrime e sangue” saranno serviti a salva-re il nostro Stato dalla crisi.

Chiara D’Aloisio

LE RINUNCE DEGLI ITALIANIQuando il 16 novembre 2011 Napolitano affidò il nuovo go-verno al professor Mario Monti, l’Italia dichiarava lo stato di emergenza. Un governo tecnico prendeva in mano una situa-zione disastrosa, gli occhi dei “grandi” del Mondo erano fissi sul nostro Paese, mentre aspettavamo di sapere quali sarebbero state le nostre sorti, quale prezzo la crisi ci avrebbe fatto pa-gare? E il conto è arrivato con la manovra “salva Italia”, con i “sacrifici”, i tagli e le tasse che i Bocconiani imponevano agli Italiani. Un conto salato, purtroppo, soprattutto per quegli ita-liani onesti che da sempre pagano le tasse, quelli che reggono anche i privilegi della casta. Mettendo sulla bilancia ciascun provvedimento preso da que-sto governo, pesano drasticamente le riduzioni di stipendi e pensioni, l’aumento delle tasse e dell’ Irpef regionale e comu-nale, l’arrivo dell’Imu sulla prima casa e per le attività produt-tive, la modifica apportata all’articolo 18 , mentre la benzina, ormai, è salita a due euro al litro. Non si è provveduto ad una ripartizione più equa dei sacrifici.Non è stata fatta, inoltre, una distinzione tra generazioni. I giovani oggi hanno troppo poco: poca istruzione, poca prote-zione dei rischi sociali, poco aiuto per le giovani famiglie, poco sostegno nell’impresa. I dati dimostrano come la generazio-ne Gelmini-Profumo ha risentito dei provvedimenti presi in ambito scolastico: l’aumento del prezzo dei libri scolastici, che come rivelano le ricerche del Codacons, hanno inciso per circa 100 euro a famiglia, nonostante la digitalizzazione dei testi in-trodotta da Profumo; la riduzione del tempo pieno e i 15mila precari scesi in piazza per manifestare contro il concorso na-zionale bandito dal Miur, dietro il quale si nascondono ancora altri tagli. Si è disposti a sacrificare la scuola, dimenticando che essa è la miniera dove vengono forgiati coloro che reggeranno questo Paese. Vengono colpiti, purtroppo, sempre le fasce meno protette: i lavoratori, i precari, gli anziani, i giovani e le famiglie. Sono ancora troppo pochi a pagare, perché sempre gli stessi. Mentre sarebbe più giusto ed equo pagare meno, ma tutti. Sono troppe le rinunce che lo Stato richiede in nome dello spread, ma che pesano parecchio sul futuro della nostra Italia.

Valeria Aiello

Ecco Monti serioso e affilato vestito da infermiera, direi persino gra-ziosa. Lo vedo tutto indaffarato in una schiera di uomini e donne ve-stiti tecnici da crocerossine che s’agitano su e giù per il tendone. Sono nel campo ospedaliero poco distante dal fronte. Serpeggiano voci ter-ribili su quello che succede laggiù e nessuno di noi sa qual è la verità: c’è chi dice che il Nemico usi un’arma chimica nuova, la chiamano ‘Spread’ , altri parlano di una nuova artiglieria scelta, i ‘broker’. Ma non possiamo avere paura, è il momento di stringere i denti e di farci medicare. Mario mi si avvicina e mi obbliga una delle tante medicine, fiducioso la inghiotto tutto d’un fiato: porca miseria quant’è amara! Questa IMU è un insulto al palato! Non so chi sia il medico (un certo Europa credo) che ha ordinato a Mario d’impormi una simile atrocità, ma ho fiducia: non posso non averne. Mi sveglio: era un sogno. Accendo la televisione: inizia l’incubo. Uo-mini e donne ridicolmente vestiti da onorevoli iniziano a parlare senza dire, a pronunciare o una polemica fatta di demagogia, o promesse lanciate al futuro perché non capaci di mantenerle al presente. Io sono un Ottimista integralista e come tale mi rifugio in un’ ottun-dente ingenuità che vuole provocarvi, infastidirvi: perché spariamo su una Croce Rossa che commette errori e non su chi ci ha portato in guerra?

un ottimista

NON SPARATE SULLA CROCE ROSSA

ottobre 2012

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