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VITA DIOCESANA «Lavorare per il bene comune» dicembre_Layout 1.pdf · L’Arcivescovo imparte la...

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N. 44 • 8 dicembre 2013 • 1,00 Anno LXVII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Arturo Avellino Matilde Azzolini Antonio Boccellino Rosanna Borzillo Oreste D’Amore Mario Di Costanzo Giuseppe Falanga Laura Guerra Fiorina Izzo Elena Marchitielli Lorenzo Montecalvo Pasquale Orlando Pasquale Poli Raffaele Sarnataro Elena Scarici Ludovica Siani Mariangela Tassielli L’Arcivescovo imparte la Cresima ai disabili 6 Maria Cristina di Savoia, la Regina presto Santa 7 Prosegue la formazione socio-politica al II decanato 10 Aperti gli spazi dell’ex Nato di Bagnoli 11 Il presepe napoletano in piazza San Pietro 13 Torre del Greco in festa per il Beato 14 A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10dsds A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10 Il progetto “Angelo custode” per i bimbi del Santobono 3 PRIMO PIANO DIOCESI A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10dsds A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10 La Convocazione dei Gruppi del RnS 2 VITA DIOCESANA A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10dsds A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10 Immacolata Concezione di Maria: il culto al Gesù Vecchio 8 e 9 SPECIALE A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10dsds A ferragosto Messa per i turisti 10 A ferragosto Messa per i turisti 10 In marcia per la Terra dei Fuochi 11 CITTÀ «Lavorare per il bene comune» Gli interventi Crescenzio Card. Sepe a pagina 5 Siamo alla fine di un altro anno, non meno duro e faticoso dei precedenti, e ci pre- pariamo a quello nuovo che, sostenuto dalla celebrazione del Natale, contemplazio- ne del Figlio di Dio incarnato, ci fa guardare avanti con speranza. Il 2013 che sta terminando è stato anch’esso contrassegnato pesantemente dalla du- rezza della crisi economica che, nel nostro Sud, ha prodotto effetti più devastanti, per- ché si è sommata alle debolezze già esistenti. Le speranze che potevano essere riposte in settori come il turismo e l’agricoltura rischiano di essere minate: il primo perché il nostro patrimonio culturale si sgretola – basti pensare alla situazione gravissima di Pompei – e la seconda perché l’inquinamento e lo smaltimento illecito dei rifiuti è una realtà allarmante e – non ho esitazione a dirlo – mortale!
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N. 44 • 8 dicembre 2013 • € 1,00

Anno LXVII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Arturo Avellino • Matilde AzzoliniAntonio Boccellino • Rosanna Borzillo Oreste D’Amore • Mario Di Costanzo Giuseppe Falanga • Laura GuerraFiorina Izzo • Elena Marchitielli

Lorenzo Montecalvo • Pasquale OrlandoPasquale Poli • Raffaele Sarnataro • Elena Scarici

Ludovica Siani • Mariangela Tassielli

L’Arcivescovo imparte la Cresima ai disabili 6

Maria Cristina di Savoia, la Regina presto Santa 7

Prosegue la formazione socio-politica al II decanato 10

Aperti gli spazi dell’ex Nato di Bagnoli 11

Il presepe napoletano in piazza San Pietro 13

Torre del Greco in festa per il Beato 14

A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

10dsds

A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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Il progetto “Angelo custode”per i bimbi

del Santobono

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PRIMO PIANO DIOCESI

A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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La Convocazionedei Gruppidel RnS

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VITA DIOCESANA

A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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Immacolata Concezionedi Maria:

il culto al Gesù Vecchio

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SPECIALE

A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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A ferragostoMessa

per i turisti

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In marcia per

la Terra dei Fuochi

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CITTÀ

«Lavorare per il bene comune»

Gli interventi

Crescenzio Card. Sepe

a pagina 5

Siamo alla fine di un altro anno, non meno duro e faticoso dei precedenti, e ci pre-pariamo a quello nuovo che, sostenuto dalla celebrazione del Natale, contemplazio-ne del Figlio di Dio incarnato, ci fa guardare avanti con speranza.

Il 2013 che sta terminando è stato anch’esso contrassegnato pesantemente dalla du-rezza della crisi economica che, nel nostro Sud, ha prodotto effetti più devastanti, per-ché si è sommata alle debolezze già esistenti. Le speranze che potevano essere ripostein settori come il turismo e l’agricoltura rischiano di essere minate: il primo perchéil nostro patrimonio culturale si sgretola – basti pensare alla situazione gravissimadi Pompei – e la seconda perché l’inquinamento e lo smaltimento illecito dei rifiuti èuna realtà allarmante e – non ho esitazione a dirlo – mortale!

Vita Diocesana Nuova Stagione2 •8 dicembre 2013

Chiesa Cattedrale di Napoli

Norme per la celebrazionedel sacramentodellaCresimaIl sacramento della Cresimao Confermazione si celebra,solo per coloro cheappartengono alla Diocesi diNapoli, due domeniche almese, tranne ad agosto,previa prenotazione.Per la prenotazione occorre:certificato di Battesimo;certificato di avvenutapartecipazione al corso diCresima presso la propriaparrocchia; certificato diidoneità, del padrino o dellamadrina, rilasciato dalparroco della parrocchia diappartenenza.L’Ufficio Cresime per leprenotazioni è aperto tutti igiorni, dal lunedì al sabato,dalle ore 9 alle 12.Questo le date in programmaper tutto l’anno 2014.19 gennaio; 9 febbraio; 23febbraio; 16 marzo; 30marzo; 6 aprile; 27 aprile; 11maggio; 25 maggio; 8 giugno;22 giugno; 15 luglio; 27luglio; 14 settembre; 28settembre; 12 ottobre; 26ottobre; 9 novembre; 23novembre; 14 dicembre; 28dicembre.

* * *

Associazione“Figli in Cielo”Le famiglie della Arcidiocesidi Napoli aderentiall’associazione “Figli inCielo” si incontrano ogniterzo venerdì del mese per lacondivisione e l’elaborazionedel lutto, nella Basilica delBuon Consiglio aCapodimone a partire dalleore 17. Prossimoappuntamento, venerdì 13dicembre. La catechesi e lacelebrazione eucaristicasaranno presiedute da mons.Nicola Longobardo.

Parrocchia Immacolata alla Pigna

MariaDiscepola del Signore

e Madre della ComunitàSabato 7 dicembre –Vigilia dell’ImmacolataOre 18,15: Santo Rosario meditatoOre 19: Santa Messa vespertina della Solennità

dell’Immacolata Ore 23: Santa Messa per la Solennità dell’ImmacolataDalla mezzanotte e fino alle 8 del mattino: Veglia Mariana

con pratica delle 1000 Ave Maria.Domenica 8 dicembre – Solennità dell’Immacolata e secon-

da Domenica di Avvento.Sante Messe alle ore 8.30; 10; 11,30; 12,45;19. Alle ore 11,30: Santa Messa solenne presieduta da S.E. Mons.

Armando Dini, Arcivescovo emerito di Campobasso-Boiano, eAtto di Affidamento alla Madonna delle famiglie

Domenica 15 dicembre, in occasione del terzo mese dell’ini-zio del solenne Anno Mariano parrocchiale la celebrazione del-le ore 11.30 sarà presieduta da S. E. Mons. Lucio Lemmo,Vescovo ausiliare di Napoli.

Nel corso dell’Anno Mariano, tutti i giorni, sarà possibile lu-crare l’indulgenza plenaria secondo le seguenti condizioni: pri-ma di tutto il desiderio di una profonda conversione, confessio-ne, Comunione, recita del Credo, preghiera per le intenzioni delPapa.

15° Convocazione dei Gruppi e delle Comunitàdel Rinnovamento nello Spirito Santo

La conversione è un atto d’amore

Domenica 24 novembre si è celebrata la 15° Convocazione deigruppi e comunità appartenenti al Rinnovamento nello SpiritoSanto della diocesi di Napoli.

Nell’ultima domenica dell’anno liturgico, festività di Cristo Redell’Universo, in duemila si sono ritrovati per una giornata di for-mazione, testimonianza, riflessione ma soprattutto di festa e dipreghiera. Una folla di fedeli accorsi da ogni parte della diocesi par-tenopea ha riempito il Centro Agro Alimentare Napoletano di Vollache anche quest’anno, con grande gioia, ha ospitato anche le dio-cesi di Sessa Aurunca ed Ariano Irpino.

In sintonia con gli orientamenti della Chiesa, il tema scelto è sta-to “Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chiandrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!»” (Isaia 6,8).

Ad inaugurare la giornata è stato il coordinatore diocesano delRinnovamento nello Spirito Santo, Antonio Postiglione, che, amargine dei consueti saluti e il segno di accoglienza, ha dato inizioad un’intima e profonda preghiera carismatica, dove circa duemi-la persone, permeate dall’amore di Dio, hanno elevato a Lui inni dilode. Lo Spirito Santo, dal canto suo, non ha tardato a donare co-raggio agli intervenuti con profezie ed esortazioni, per vivere conrinnovata gioia la propria fede.

Il relatore, Sebastiano Fascetta, membro della CommissioneNazionale Evangelizzazione, nella sua impareggiabile lectio magi-stralis, ha rimarcato, sin da subito, la centralità dello Spirito: «È laforza dello Spirito che ci presenta insieme, nel nome del Signore.Lui è il centro, Lui la meta verso cui camminiamo».

Fede, regalità e gloria di Dio: questi alcuni temi da lui scardina-ti. «È Dio che cerca noi – ha sottolineato più volte. Lui non usa vio-lenza, non ci impone le cose, non crea distanza tra esse, ma bussasemplicemente alla porta del nostro cuore. Difatti – ha proseguito– là dove non c’è libertà, non regna Dio. E la conversione non è al-tro che la conseguenza di quest’atto di amore». E da una autenticaconversione che può nascere una vera evangelizzazione: «Il miglio-re evangelizzatore – ha affermato Fascetta – è colui che fa esperien-za della potenza di Dio, colui che si fa trafiggere dal suo amore e co-nosce la schiavitù. È – chiosa – colui che è stato sradicato dal ma-le».

Segno di conversione del cuore è il perdono, evidenzia Fascetta:«Chi non perdona non sarà mai guarito da Dio. È vero: molto spes-so, da vittime si diventa carnefici; ma, se non si perdona, il male tor-na a colpire. La preghiera e l’intercessione sono la cura». Non a ca-so, di fatto, seguono un ineguagliabile Roveto Ardente ed un’inci-siva preghiera di intercessione comunitaria.

Momento centrale della giornata è stata la CelebrazioneEucaristica, presieduta da S. E. Mons. Antonio Di Donna, Vescovodi Acerra, che nella sua omelia ha esposto l’importanza e il signifi-cato della Festa di Cristo Re e Signore dell’Universo: «È una ricor-renza della Chiesa istituita nel 1925 da Pio XI – ha spiegato mons.Di Donna. Cristo Re dell’Universo vuol dire che il mondo riflettel’immagine divina, il sogno di Dio». Poi, riferendosi alla societàodierna, ha risaltato la decentralizzazione da sé e il primato diGesù: «C’è chi è comandante, Presidente dello Stato, Ministro del-la Giustizia, ma solo Gesù è il Signore. Non c’è potere, razza né bossche abbia più potere di Lui. Gesù è il fine e il senso di tutta la sto-ria». “Ma dov’è il successo di Gesù?”, ha chiesto. Al silenzio dellaplatea, ha risposto: «Dio ha un trono e una corona un po’ inusuali:una croce ed una corona di spine. Vicino a lui non ci sono sentinel-le, ma due terroristi, due delinquenti, di cui, ad uno di questi, an-nuncia persino il Paradiso. Non è esaltato, ma beffeggiato e deriso.Non guarisce se stesso, ma gli altri». “Non è strano?” Continua achiedere il Vescovo all’assemblea. «Ebbene no, perché la regalità diDio risiede proprio in questi gesti d’amore, di donazione». E sugge-risce ai presenti: «Non dimenticate che non c’è il Cristo della Gloriasenza il Cristo della Croce».

La giornata si è poi conclusa con un momento di testimonian-za, la consegna dei mandati ai pastorali presenti, e… come non ri-cordare i più piccoli, circa 150 che hanno vissuto il loro meeting inappositi spazi, dove gli animatori li hanno guidati con giochi, dan-ze, canti e preghiera.

Comitato Diocesano di Servizio del Rns - Napoli

Due novelli parroci frati minori

Si tratta di padre Mario Folliero e di padre GiuseppeSorrentino, che, rispettivamente, mercoledì 27 novembre e do-menica 1à dicembre 2013, hanno ricevuto dal CardinaleArcivescovo il “possesso canonico”.

Padre Mario Folliero è parroco della parrocchia di S. Antoniodi via Nazionale in Torre del Greco, che, eretta nel 1956, neglianni è cresciuta al punto da essere attualmente costituita da cir-ca 15 mila fedeli ed è animata da una fraternità di tre frati sacer-doti e un frate laico. E’ una comunità parrocchiale vivace, cheoltre all’associazionismo di matrice francescana è arricchitadalla presenza del movimento “Scouts”, dell’Azione Cattolica egestisce una mensa per poveri.

Padre Mario ha diciannove anni di ministero sacerdotale. Èstato formatore presso la casa di noviziato di PiedimonteMatese e quella di postulato di Marigliano, per nove anni parro-co della parrocchia francescana di Afragola; sotto il suo manda-to il Santuario Antoniano afragolese è stato dichiarato BasilicaPontificia.

Padre Giuseppe Sorrentino è parroco della parrocchia di S.Pasquale Baylon in Portici, che quest’anno celebra il 40° di ere-zione e conta 2.500 fedeli. Si tratta di una comunità parrocchia-le che insiste sul litorale porticese e sul porto del Granatello, af-fidata ad una fraternità di quattro frati sacerdoti, di cui uno vi-ceparroco e altri due impegnati anche in altri incarichi ecclesia-li. Il lavoro pastorale pregresso ne ha fatto una comunità benstrutturata, con un’ampia partecipazione ai vari settori nella vi-ta parrocchiale: l’Ofs, la Gifra, gli Araldini, la Caritas, ilRinnovamento dello Spirito, il Gruppo Missionario. È molto ve-nerato S. Pasquale Baylon, tanto che la chiesa è di fatto frequen-tata anche da fedeli dei Comuni limitrofi come un piccolo san-tuario.

Padre Giuseppe è un sacerdote di sette intensi anni di mini-stero; è stato assistente provinciale dei giovani francescani(Gifra), nonché parroco di S. Chiara e viceparroco di S. Mariadei Miracoli in Napoli.

In ambedue le celebrazioni il Cardinale Arcivescovo è statoaccolto con grande entusiasmo e affetto da parte dei fedeli; conla sua parola Sua Eminenza ha indicato il percorso pastorale perle due comunità parrocchiali. Le celebrazioni si sono svolte inun clima di gratitudine al Signore per il dono dei due nuovi pa-stori e di gioia, la quale si è prolungata nel momento di festa co-munitaria che è seguito.

Primo Piano DiocesiNuova Stagione 8 dicembre 2013 • 3

Progetto“AngeloCustode” La creazione di un sistema

di tele monitoraggio per i piccolidegenti del Santobono

Il trattamento di bambini affetti da co-ma persistente e da patologie croniche disa-bilitanti rappresenta un problema sanitarioe sociale rilevante, di forte impatto emotivoe che coinvolge tutto il nucleo familiare. Atutt’oggi, nella nostra Regione, i pazientipediatrici con queste gravissime patologiepermangono ricoverati nei reparti diRianimazione anche per mesi, con costi ele-vatissimi, ritardando il percorso di recupe-ro riabilitativo, sottraendo posti di cura in-tensiva a nuovi pazienti ed aumentando ildisagio economico e sociale delle famiglie.

L’Aorn Santobono Pausilipon ha attiva-to la Struttura di Cure AnestesiologicheDomiciliari Complesse, che assiste al pro-prio domicilio 50 bimbi, di cui circa la metàaffetti da gravi malattie muscolari e congrave insufficienza respiratoria cronica eche necessitano di ventilazione assistita.L’equipe medica infermieristica dell’AornSantobono Pausilipon assicura in manieradiretta la propria assistenza domiciliare al-la maggior parte di questi bambini, alcunidei quali sono lattanti, tracheostomizzatied in ventilazione continua, appartenenti adiverse Asl della Campania con estensionea diversi territori oltre il Comune di Napoli.Tale condizione permette a bambini cosìduramente colpiti di vivere a casa in unasintesi ottimale di cure complesse e di affet-ti domestici e con l’innegabile vantaggio dirazionalizzare l’uso delle risorse sanitarieregionali secondo i più moderni modelli as-sistenziali internazionali. Alla intensità del-le cure si aggiungono in tal modo il benefi-cio dell’assistenza familiare e, per quantopossibile, nuove chance di socializzazioneper gli ammalati. Per i bimbi domiciliariz-zati, la persistenza della stabilità clinica èassicurata da periodici controlli a casa daparte di personale medico ed infermieristi-co specializzato dell’Ospedale Santobono.L’importanza del Progetto “AngeloCustode” per i piccoli malati e le loro fami-glie è quello di integrare il trattamento do-miciliare con un Sistema di Monitoraggio adistanza, che contribuirà non solo ad au-mentare la sicurezza e l’efficacia dello stes-so, ma anche a prevenire eventuali eventiacuti, consentendo la trasmissione a di-stanza di parametri vitali e strumentalinonché, attraverso idonee webcam monta-te su computer portatili (tablet ad alta riso-luzione), supervisionare alcuni interventiassistenziali effettuati dai familiari apposi-tamente addestrati.

In termini assistenziali il progetto“Angelo Custode” consentirà il monitorag-gio da remoto dei parametri vitali; il colle-gamento telematica (e anche telefonico)con i familiari quando necessario; l’aggior-namento telematico della cartella informa-tizzata ad ogni accesso della equipe.

L’Azienda potrà così completare il pro-getto di assistenza integrata per i piccoli pa-zienti cronici fornendo un percorso diagno-stico terapeutico completo che possa ga-rantire l’assistenza nella fase ospedalieragrazie alla efficace sinergia dei servizi:Centro di Alta Specializzazione inNeuroscienze per la diagnosi, cura e riabili-tazione delle patologie Neuro PsicoMotorie e Sensoriali a supporto dellaStruttura di Risveglio, donato dal CardinaleCrescenzio Sepe ed inaugurato nel mese digiugno 2011. Terapie Intensive Neonatali eRianimazione Pediatrica per i casi acuti.Centro per stati vegetativi per la fase di sta-bilizzazione post area critica. UnitàComplessa di Riabilitazione e RecuperoFunzionale.

Il 22 dicembre all’Auditorium Rai si terrà la serata di beneficenza promossa

dall’Arcivescovo a favore dei bambini ammalati

Porte aperte alla solidarietà

All’asta i doni del Santo Padre e del Presidente della Repubblica

di Elena Scarici

Per l’ottavo anno consecutivo si rinnova l’appuntamento natalizio di solidarietà pro-posto dal Cardinale Sepe a favore dei bambini ammalati. L’evento si terrà domenica 22dicembre alle 17,30 all’Auditorium Rai. La serata prevede la consueta asta di beneficen-za e il concerto di Sal Da Vinci. Battitori d’eccezione, Gigi, Ross e Fatima Trotta di Madein Sud. Presenterà Veronica Maya.

Presteranno il loro volto anche gli attori di “Un posto al sole”. Il ricavato della serata,insieme all’incasso delle puntate di Made in Sud che stanno andando in onda su Raidue,sarà completamente devoluto al progetto di beneficenza. Anche quest’anno dunque sipreannuncia una serata di sicuro successo, tanto più che all’asta ci sono i doni di PapaFrancesco: un poncho indossato da lui e con il suo nome, un quadro in filigrana d’argen-to, una icona, un bassorilievo e un bel vaso.

Non mancheranno i regali di Napolitano: uno specchio da toilette in argento, un va-so artistico ed un servizio di bicchieri. Si tendono anche i regali del presidente delCosiglio, Letta, del sindaco, del governatore Caldoro e del presidente della ProvinciaPentangelo.

Ma tanti altri saranno i doni in vendita, per tutti i gusti e per le diverse tasche, tant’èche il cardinale ha chiesto al direttore della Rai Francesco Pinto un’ulteriore disponibi-lità per vendere nel foyer dell’auditorium gli oggetti che non andranno all’asta.«Domenica 22 staremo aperti dalla mattina - ha assicurato Pinto - speriamo con lo spet-tacolo di donare un sorriso ai bambini più sfortunati».

L’incasso andrà al progetto dell’ospedale Santobono denominato “Angelo Custode”,che prevede un sistema di telemonitoraggio a distanza con il quale i bambini, affetti dagravi patologie croniche e assistiti a domicilio, potranno rimanere in contatto con l’ospe-dale attraverso webcam montate su tablet ad alta risoluzione, il che consentirà alle fami-glie di essere guidate per interventi assistenziali semplici. «Un progetto dal grande valo-re scientifico – ha spiegato il direttore generale dell’azienda, Annamaria Minicucci - maanche sociale, perchè un bambino gravemente ammalato costituisce una disperazioneper le famiglie che spesso si sentono abbandonate e sole».

Sal da Vinci proporrà un estratto dal musical Carosone: «Sono onorato di essere sta-to invitato dal cardinale Sepe per prestare la mia voce in favore dei bambini, 19 anni famio figlio si ammalato di meningite ed è stato proprio grazie ai medici del Santobonoche ora sta bene, non potevo non essere vicino a questa iniziativa».

«Quando si bussa al cuore della gente, si aprono tutte le porte, abbiamo sempre avu-to risultati al di sopra delle aspettative e sono certo che anche quest’anno la serata saràun successo». I biglietti, al costo di 15 euro, potranno essere acquistati presso il nostrosettimanale.

Nuova Stagione4 • 8 dicembre 2013

Vita DiocesanaNuova Stagione 8 dicembre 2013 • 5

L’iniziodi uncamminoProseguono i Dialoghi con laCittà promossi dal CardinaleCrescenzio Sepe. Nella Basilicadi San Giovanni Maggiore iprofessionisti e con essi gliOrdini professionali di Napoli eProvincia hanno incontrato ilCardinale per affrontare in undibattito pubblico il tema“Responsabilità sociale e tuteladel bene comune”. Per ilsecondo, dei quattroappuntamenti dei Dialoghi,sono stati chiamati a raccoltatutti i professionisti , che nelterritorio sono più di centomila,e rappresentano una parteessenziale della società civile,una risorsa che va certamentevalorizzata. In questo incontro iprofessionisti e la Chiesa hannocelebrato un’alleanza per avviareun progetto, da scrivere assieme,nel segno della coscienza etica edella tutela del bene comune.Aderiscono tutti gli ordiniprofessionali fornendo le propriecompetenze specifiche,consapevoli della propriafunzione sociale, per mandareun messaggio forte di fiducia esperanza. Il loro impegno nonpuò che esplicarsi quindi sulpiano dell’etica e dell’apportopositivo alle sorti della città,anche attraverso l’attuazione diopere ed iniziative significativesul territorio. “Dobbiamoalimentare insieme unasperanza. C’è solo da costruire enoi qui ci impegniamo,attraverso il messaggio lanciatodal Cardinale, a lavorare tuttiinsieme in sinergia.” Paroleispirate, dettate dall’emozione edall’entusiasmo quelle diMaurizio de Tilla, Presidente delComitato Unitario delleProfessioni, ma anche paroleconcrete supportate da idee einiziative. L’impegno sociale deiprofessionisti infatti è segnato inalcuni punti essenziali, chemettono in evidenza l’apportosignificativo nelle tematichedella cittadinanza attiva,dell’aiuto ai più deboli ebisognosi, della formazione per igiovani nelle scuole e nelleuniversità, della prevenzione inmateria sanitaria e di sicurezza,nell’adozione di spazi emonumenti. Su questi temi iprofessionisti intendonoalimentare la speranza diriscatto e di miglioramento.All’incontro hanno partecipato ivertici di tutti gli ordini e collegiprofessionali tra cui VincenzoMoretta, presidente dell’Ordinedei dottori commercialisti e degliesperti contabili, FrancescoCaja, Presidente del Consigliodell’Ordine degli avvocati, BrunoZuccarelli, presidente dell’Ordinedei Medici, Antonio Areniello,presidente del Consiglio Notariledei Distretti Riuniti di Napoli,Torre Annunziata e Nola.L’augurio e l’auspicio delCardinale Sepe è di lavorareinsieme per il bene comunetrovando forza e ingegno percontribuire con decisione alcambiamento e al progresso diNapoli. È l’inizio di uncammino.

Ludovica Siani

Il 3 dicembre alla Basilica di San Giovanni Maggiore il secondo “Dialogo con la città”. L’Arcivescovo invita gli ordini professionali a «trovare la forza

e l’ingegno per contribuire con decisione al cambiamento e al progresso di Napoli»

«Lavorare per il bene comune» @ Crescenzio Card. Sepe *

Siamo alla fine di un altro anno, non me-no duro e faticoso dei precedenti, e ci prepa-riamo a quello nuovo che, sostenuto dallacelebrazione del Natale, contemplazionedel Figlio di Dio incarnato, ci fa guardareavanti con speranza.

Il 2013 che sta terminando è stato an-ch’esso contrassegnato pesantemente dalladurezza della crisi economica che, nel no-stro Sud, ha prodotto effetti più devastanti,perché si è sommata alle debolezze già esi-stenti. Le speranze che potevano essere ri-poste in settori come il turismo e l’agricoltu-ra rischiano di essere minate: il primo per-ché il nostro patrimonio culturale si sgreto-la – basti pensare alla situazione gravissimadi Pompei – e la seconda perché l’inquina-mento e lo smaltimento illecito dei rifiuti èuna realtà allarmante e – non ho esitazionea dirlo – mortale!

Su tutto domina la questione più grave,cioè la malavita organizzata, la quale ha in-quinato i nostri territori, soffoca le iniziati-ve imprenditoriali e scoraggia un afflussoturistico, impedendo alle nostre “eccellen-ze”, uniche al mondo, di fungere da risorsadi benessere e sviluppo a cui sarebbero de-stinate.

Possiamo mai rassegnarci a questo statodi cose e affermare sconsolatamente chenon c’è alcun rimedio? Possiamo rifugiarcinell’alibi della crisi e attendere che qualcu-no dall’esterno ci risolva i problemi?Lasciatemelo dire: Napoli non è molto ama-ta, né da chi vive nelle altre città d’Italia, nédai napoletani stessi! Da quelli di fuori per-ché sanno che se Napoli prendesse coscien-za del suo valore diventerebbe fortissima;dai napoletani perché non la conoscono,non se ne curano e non la considerano lacarta vincente per il loro presente e, soprat-tutto, per il loro futuro.

Questo è il motivo per il quale ìndico nel-la mia ultima Lettera pastorale che occorrefare un vero atto d’amore nei confronti del-la città e di tutto il territorio regionale. Unvero atto d’amore che non può esaurirsi nelmagnificare il bel clima, il mare, la caloro-sità del nostro popolo, ma deve tradursi inoperosità.

La crisi che stiamo attraversando – comeda più parti si ammette – non è soltanto dicarattere economico, ma soprattutto socia-le e culturale: coinvolge Nord e Sud e non ri-sparmia nessuno. Perciò c’è bisogno di unosforzo corale, mettendo da parte meschinitàe gretti interessi. Dobbiamo lavorare, in-somma, per il “bene comune”, cioè «l’insie-me di quelle condizioni della vita sociale chepermettono tanto ai gruppi quanto ai singo-li membri di raggiungere la propria perfe-zione più pienamente e più speditamente»,come ci insegna il Concilio Vaticano II nellacostituzione Gaudium et spes al numero 26.

Consentitemi adesso di rivolgervi paroledi speranza, sulla scia di quanto il profetaGeremia, alla fine del capitolo 31, dicevacon enfasi a un popolo sfiduciato: «Ecco,verranno giorni – oracolo del Signore – neiquali la città sarà riedificata per il Signore,dalla torre di Cananèl fino alla portadell’Angolo». Impegniamoci responsabil-mente, allora, a riedificare questa nostracittà, cominciando nel nome del Signoreche viene a visitarci e del quale tra qualchesettimana celebreremo la Natività.

Vi auguro, pertanto, di trovare la forza el’ingegno per contribuire con decisione alcambiamento e al progresso di Napoli e delsuo hinterland, affinché i cittadini ritrovinol’orgoglio dell’appartenenza e si riappropri-no di quella civiltà che esemplare per il mon-do intero!

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

Vita Diocesana Nuova Stagione6 • 8 dicembre 2013

L’altro non èun diverso

@ Crescenzio Card. Sepe *

Con questa prima domenica di Avvento si apre il nuovo Anno li-turgico e la nostra Chiesa di Napoli dedica un ricordo e una preghie-ra particolare ai nostri fratelli e sorelle portatori di handicap, ad al-cuni dei quali conferirò, tra poco, il Sacramento dellaConfermazione.

Desidero innanzitutto ringraziare quanti, da anni, dedicano le lo-ro energie fisiche e spirituali a questi nostri fratelli e sorelle che co-stituiscono la più grande ricchezza della nostra Chiesa perché in es-si si riflette, in modo del tutto speciale, il volto luminoso di Cristo.

In particolare ringrazio la Comunità di Sant’Egidio, il Centro dio-cesano Antonianum, l’Unitalsi, Fede e Luce, per la loro preziosa e in-sostituibile opera caritativa a favore di questi nostri amici disabili:Dio ve ne renda merito! Un augurio speciale all’Unitalsi che celebrai suoi 110 anni di vita, fondata nel 1903 da Giovanbattista Tomassi.

La liturgia di oggi proietta il nostro occhio in avanti e invita a de-starci dal torpore perché la nostra salvezza è vicina (2° lettura). Inrealtà, dobbiamo costatare che spesso anche noi cristiani procedia-mo sulla via della fede e della carità con passo stanco perché i no-stri piedi inciampano facilmente sulle strade della vita quotidiana,arenandoci nell’assecondare solamente le incombenze del momen-to e ciò che cade sotto i nostri sensi.

Ma il Signore ci aiuta a guardare oltre, ad uscire da noi stessi e aguardare agli altri come nostri fratelli e sorelle, soprattutto quandol’altro ha bisogno del nostro aiuto, della nostra assistenza, del nostroaccompagnamento, e della nostra amicizia. Ogni “altro” non è un di-verso da noi perché è parte della nostra famiglia umana, del nostroessere figli di Dio; tutti, nessuno escluso, redenti dalla morte diCristo.

“L’altro”, il prossimo, è, perciò, la via obbligata che dobbiamopercorrere se vogliamo vivere l’Avvento con fede sincera e autentica,se vogliamo incontrare Gesù che viene per salvarci, in attesa dellasua seconda venuta, quando la sua salvezza si svelerà in pienezza.Nel frattempo, però, dobbiamo svegliarci dal sonno dell’indifferen-za e del disimpegno e indossare le armi della luce, rivestendoci diCristo, come ci esorta S. Paolo nella seconda lettura. Perciò, i nostricomportamenti e la nostra responsabilità devono essere quelli diCristo, che si è fatto tutto a tutti e ci ha inviati come missionari a fa-re quello che lui ha fatto, soprattutto a favore dei più poveri e dimen-ticati dal mondo benestante ed egoista.

Cari fratelli e sorelle, la celebrazione di oggi con e per i nostri fra-telli disagiati vuole essere un segno forte e un invito pressante a tut-ti perché ognuno assuma la propria responsabilità civile e religiosaper non dimenticare quanti, nella nostra comunità, hanno il dirittoad essere assistiti, accolti, aiutati e amati. È un obbligo umano e cri-stiano che è di tutti, al quale non possiamo rimanere indifferenti eche misura il grado di civiltà e di fede cristiana di ognuno.

L’incontro con Cristo sarà vero e fattivo se ci faremo guidare dal-la luce della carità e se ci vestiremo dell’amore di Cristo, l’unico abi-to di riconoscimento per entrare a far parte del Regno del Signore,che è regno di amore, di giustizia e di pace.

Chiediamo a Maria SS.ma, la donna dell’attesa, di diventare nel-l’intimo simili al suo Figlio divino, dando testimonianza credibiledel suo amore, soprattutto verso questi nostri fratelli disabili, i cuivolti rispecchiano in maniera del tutto speciale il volto di Cristo.

Dio benedica tutti, in particolare i cresimandi, le loro famiglie, iloro assistenti e quanti si prodigano con amore puro e sincero, a sal-vaguardare la loro dignità di uomini e donne, di figli di Dio e di fra-telli in Cristo Gesù. ‘A Maronna v’accumpagna

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

Grande ricchezza della Chiesadi Matilde Azzolini

Il nuovo Anno liturgico si è aperto nellaCattedrale di Napoli all’insegna della gioia graziealla presenza di tanti disabili che fanno parte deimovimenti e delle associazioni laicali della dioce-si.

La liturgia di quest’anno si è arricchita della pre-senza di numerose realtà ecclesiali: con laComunità di Sant’ Egidio e la Fondazione IstitutoAntoniano, hanno partecipato per la prima voltal’Unitalsi , Fede e Luce e il Centro volontari dellasofferenza. Ulteriore motivo di gioia è stata anchela ricorrenza dei 110 anni della fondazionedell’Unitalsi e dei 40 anni della nascita dellaComunità di Sant’Egidio a Napoli.

Risale a sette anni fa la decisione del CardinalSepe di dedicare la prima domenica di Avvento al-le persone con disabilità perché fossero poste alcentro della diocesi come «fratelli e sorelle che co-stituiscono la più grande ricchezza della nostraChiesa perché in essi si riflette, in modo del tuttospeciale, il volto luminoso di Cristo», ha ricordatoil card. Sepe nell’omelia.

Dal 2007 ad oggi, l’appuntamento della primadomenica di Avvento ha coinvolto diverse realtà ec-clesiali e non, e oltre 100 persone con disabilitàhanno ricevuto il sacramento della Confermazionee della Prima Comunione. Quest’anno sono statisei i giovani che hanno chiesto di ricevere il donodello Spirito Santo: Giuliana,Savio, Alessandro, Marcello,Emanuele e Daniel, dellaFondazione Istituto Antonianoe della Comunità diSant’Egidio.

Si sono preparati durantel’anno con la catechesi, la par-tecipazione alla Santa liturgia,la preghiera personale e comu-ne, il sacramento della riconci-liazione. Hanno imparato a co-noscere Gesù come Amico e acomunicare a tutti la gioia di es-sere amati gratuitamente.Hanno scoperto che l’amiciziacon Gesù libera dalla solitudinee di questo diventano testimo-ni: «Conoscere Gesù mi ha cam-biato la vita- ha detto Marcelloal termine della celebrazione -Oggi sono felice… lo SpiritoSanto mi dà la forza di aiutaregli altri».

Alessandro ringrazia ilSignore perché «mi ha dato unavita bella e i sentimenti che fan-no crescere la mia mente comeun fiore … io sono intelligentegrazie a Lui cresco nella men-te…».

Accolti nella comunità, lepersone con disabilità non sonooggetto di assistenza ma fratel-li e sorelle. “… Li accogliamocome parte vera, viva, della no-stra Comunità, della Chiesa, delCorpo di Cristo” - ha detto nellasua omelia il Cardinale Sepe.Nel corso della celebrazione siè svolto anche il Rito

dell’Adesione con cui dieci volontari sono diventa-ti nuovi membri effettivi dell’Unitalsi.

Il cardinale, dopo la liturgia ha salutato i cresi-mati nella basilica di Santa Restituta donando loroil Vangelo con la sua dedica, e un’icona di Mariadella tenerezza. Non poteva mancare la foto ricor-do e il suo invito a festeggiare con un rinfresco neilocali della curia.

Quella della prima domenica di Avvento inCattedrale è divenuta una celebrazione importanteper i disabili e per le associazioni e movimenti ec-clesiali di cui fanno parte: un’assemblea gioiosa esolenne che quest’anno ha mostrato tutta la bellez-za di un popolo che “canta e cammina” per inizia-re nella gioia il tempo dell’attesa del Signore Gesù.È cominciato così un nuovo anno nel quale sentia-mo tutta la responsabilità di vivere come ci indicaPapa Francesco nell’Esortazione ApostolicaEvangelii Gaudium: «La gioia del Vangelo riempieil cuore e la vita intera di coloro che si incontranocon Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui so-no liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto in-teriore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo semprenasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione de-sidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarlia una nuova tappa evangelizzatrice marcata daquesta gioia». I nostri amici disabili sono con noi inquesto cammino.

Nella prima domenica di Avvento, il Cardinale Sepe ha conferito il Sacramento della Confermazione ad un gruppo di giovani disabili

Vita DiocesanaNuova Stagione 8 dicembre 2013 • 7

Il 15 dicembre, alle 9a Cappella Cangiani il saluto del Vescovoausiliare monsignorLucio Lemmo

Il Cvsdi NapoliricordaAlberto«Non siamo solo portatori dihandicap desideriamo esseresoprattutto portatori di Cristo»:nelle parole di Alberto Ayala,scomparso venti anni fa, nel 1993,il senso del cammino del Centrovolontari della sofferenza a Napoli.L’Associazione, voluta damonsignor Luigi Novarese, puntaessenzialmente – come recita loStatuto «a vedere il sofferente inunione a Cristo, di cui accoglie nonsolo la salvezza, il senso, lasperanza, la consolazione per lapropria vita, ma anche la chiamataad un impegno apostolico,nell’annuncio del Vangelo aifratelli». Alberto Ayala a Napoli èstato guida, fratello, compagno,amico… e il Cvs il 15 dicembre loricorda, a partire dalle 9, aCappella Cangiani con unagiornata tutta “speciale”: prima ilsaluto del Vescovo Ausiliaremonsignor Lucio Lemmo. Poi, unmomento di gioia: la consacrazionea sorella effettiva di MelinaFenderico, durante la celebrazionepresieduta da don Luigi Garosios.o.d.c. In realtà, i fratelli e lesorelle effettive sono persone iscritteal Cvs che si propongono diqualificare il proprio impegnoapostolico vivendo la spiritualità deiSilenziosi Operai della Crocecollaborando con essi e prestandoun servizio volontario presso lecomunità. Nel giorno dedicato adAlberto, Melina rinnova il suoimpegno al Cvs e fa sua lapreghiera di monsignor Novarese «Ho bisogno di allargare i mieiorizzonti, di comprendere che la vitache non è solamente quella che iovedo.Voglio sentirmi un essere utilealla società, su cui tutti si possonoappoggiare. Voglio identificarmi conte, o Signore, per scoprire sempre dipiù l’ampiezza dei miei orizzonti». Attualmente, nelle diocesi diNapoli e di Pozzuoli gli iscritti alCvs sono circa cento, divisi ingruppi di avanguardia presentisull’intero territorio comunaleoperanti in 4 zone della città. IlCvs promuove: giornate diocesaneaperte a tutti con mattinataspirituale e pomeriggio ricreativo;giornate per capigruppo e fratelliimpegnati; giornate di formazione edi spiritualità; esercizi spirituali econvegni regionali e nazionali;collaborazione con il Seminariocampano e con le parrocchie delladiocesi; convivenza estiva;pellegrinaggi e gite.

Rosanna Borzillo

Il 25 gennaio nella basilica di Santa Chiara, la beatificazione di Maria Cristina di Savoia

Modello di discernimentovocazionale

di Elena Marchitielli*

Comunicato della

ConferenzaEpiscopaleCampana

Vescovi della Regione Campania,durante la riunione dello scorso 2 di-cembre, hanno appreso con sgomento edolore la notizia che domenica 8 dicem-bre prossimo, solennità dell’Im ma -colata Concezione della Vergine Maria,nei locali di un Bar in Torre Annunziata,provincia di Napoli, ci sarà una sedicen-te ordinazione di un presbitero e pasto-re (vescovo) della cosiddetta ChiesaCattolica Apostolica Cristiana Ecu -menica.

Noi Vescovi, chiamati dal Signore adessere Pastori, Padri e custodi del popo-lo di Dio, avvertiamo tutti i fedeli cristia-ni cattolici che la Chiesa CattolicaCristiana Ecumenica non è una veraChiesa e sedicenti sacerdoti e vescovinon sono da ritenersi tali.

Le ordinazioni da loro conferite sonoinvalide e illecite.

I Vescovi sono nominati dal Papa e laconsacrazione episcopale può essereconferita solamente su suo mandato al-meno da tre Vescovi. Non ci risulta,inoltre, che, in questa ingannevole orga-nizzazione ci sia un sacerdote valida-mente ordinato; di conseguenza, nes-sun sacramento è validamente celebra-to e conferito.

Dire di proclamare la stessa fede del-la Chiesa cattolica e attribuirsi ministe-ri non validamente e lecitamente ricevu-ti, è da ritenersi un abuso e una inganne-vole raggiro nei riguardi dei fedeli, so-prattutto più deboli e meno formati.

Pertanto, noi Vostri Pastori, condan-niamo questa organizzazione e invitia-mo tutti i fedeli:– a non dare credito alle loro afferma-zioni;– a non prendere parte alle loro “cele-

brazioni” in quanto sono da ritenersiprive di ogni presupposto religiosocristiano cattolico;

– a non chiedere e ricevere i “sacramen-ti” perché non validi e comunque illeci-ti.

La Vergine Immacolata ci liberi daquesta ingannevole azione e ci ottengadi essere forti nella fede in Cristo Gesùche ci prepariamo, durante questo tem-po di Avvento, ad accogliere nella gioiadel Natale. I vostri Vescovi vi assicuranola loro preghiera e vi benedicano.

Dalla Sede della ConferenzaEpiscopale Campana, in Pompei, 3 di-cembre 2013.

I Vescovi della Regione Ecclesiale Campana

Ufficio Pastorale Terza Età

Concorso presepialeCome ogni anno, l’Ufficio Diocesano Pastorale Terza Età, bandisce il concorso presepia-

le, giunto alla sua XXIX edizione, la cui premiazione avverrà venerdì 24 gennaio 2014. I partecipanti, dovranno presentare foto esplicative del manufatto con descrizione det-

tagliata della provenienza e delle caratteristiche specifiche dell’opera inedita (è gradita an-che la foto di qualche particolare).

Gli elaborati verranno studiati e valutati da una commissione di esperti. Il materiale dovrà pervenire, entro giovedì 2 gennaio presso l’Ufficio Terza Età, in largo

Donnaregina 22. Per ulteriori chiarimenti rivolgersi a: Susy Scotti 081.55.66.244 – 347.770.77.22; Bruno

Picariello 081.55.44.324 – 328.672.13.27; Edoardo Perri 081.549.13.28 – 328.156.98.20:Ufficio Terza Età 081.557.42.47, dalle 9.30 alle 13, il lunedì, mercoledì e giovedì.

La vicenda spirituale della VenerabileMaria Cristina di Savoia, che la Chiesa diNapoli avrà la gioia di venerare dal prossimo25 gennaio, ci suggerisce un’opportuna rifles-sione circa il discernimento della propria vo-cazione cristiana, ossia la scelta dello stato divita vista nell’ottica della fede.

In ogni itinerario spirituale, pur nella suaoriginaria diversità, si staglia un inizio che liaccomuna sotto un denominatore comune: laricerca della volontà di Dio, ossia la conoscen-za del suo progetto di vita su ogni suo figlio. Ineffetti, per ogni credente si tratta di capire do-ve Dio lo ha pensato dall’eternità. Così, quelche con termini tecnici definiamo discerni-mento vocazionale, è un dono dello SpiritoSanto, necessario per orientarsi nella scopertadi tale progetto sulla propria esistenza.Dunque, un punto di partenza comune e obbli-gato, una sorta di attacco sinfonico, da cui sisnodano le infinite varietà cromatiche dellasantità cristiana.

Figlia del re di Sardegna Vittorio EmanueleI e di Maria Teresa d’Astria fin dalla infanziaMaria Cristina era stata educata dai suoi geni-tori alla fede e alla pietà cristiana. Dalla suastoria emerge con chiarezza in che senso edu-cazione, cultura e fede stanno alla base dellasua grande umanità e della sua profonda spiri-tualità. In questa luce la Principessa Sabaudasi presenta alla nostra riflessione come la buo-na terra del Vangelo, su cui di fatto potè nasce-re il desiderio di diventare religiosa ed entrarein un monastero di clausura.

Ma non era questo il progetto di Dio sullasua vita. Per lei la Provvidenza aveva dispostoun altro sentiero, che si andava chiaramenteprofilando nel contesto degli eventi socio-poli-tici del suo tempo, e in primo luogo dalla suaappartenenza ad una famiglia regnante.Elementi che nella valutazione del panoramapolitico, anche per lei avevano il loro peso, masoprattutto le rivelavano nella preghiera e nell’obbedienza dove Dio volesse condurla.

Il re Carlo Alberto (1798-1849), infatti, datempo aveva concertato un matrimonio tra ledue dinastie: Maria Cristina di Savoia e il re diNapoli Ferdinando II di Borbone. Un connu-bio che avrebbe potuto dare un certo equili-brio alla precaria situazione italiana.

Tuttavia non fu facile per Maria Cristina ac-cogliere una proposta che sconvolgeva le sueinclinazioni più intime e contrastava le sueaspirazioni più segrete. Comprensibilmenteebbe momenti di resistenza, stando a quantolei stessa scrive: «Ancora non capisco come ioabbia potuto finire, col mio carattere, per cam-biare parere e dire di sì; la cosa non si spiega al-trimenti che col riconoscervi proprio la vo-lontà di Dio, a cui niente è impossibile».

Dunque, Maria Cristina era certa che Dio lachiamava alla vita religiosa. E tuttavia vinse inlei la docilità, l’umiltà, l’obbedienza al padredell’anima sua, il religioso olivetano padreGiovanni Battista Terzi, che la convinse a leg-

gere in un’ottica di fede e di obbedienza alla vo-lontà di Dio quel matrimonio cui lei avrebbevolentieri rinunciato.

L’esempio di Maria Cristina è di grande in-segnamento e sempre di grande attualità. Insostanza, a chi è in ricerca della volontà di Dio,la pia principessa, con la sua testimonianza divita, conferma che è di grande aiuto l’aperturadell’anima e del cuore alla mediazione di unpadre spirituale.

È quanto scriveva la nostra Venerabile allasorella Maria Anna il 28 maggio 1831: «ora tiassicuro e ti ripeto che sono tranquillissima…spero che Iddio mi aiuterà sempre e mi faràconoscere la sua santa volontà…. Ora io sonointeramente nelle mani di Dio e per il mio av-venire spero che ci penserà Lui».

Da queste confidenze spirituali, si capisceche Maria Cristina si era arresa alla volontà diDio e non alle pressioni del re Carlo Alberto.

Così, quando il 21 novembre 1832 venne ce-lebrato il matrimonio di Ferdinando II conMaria Cristina, nella bellissima neoregina del-le due Sicilie il discernimento spirituale avevaraggiunto il punto più alto delle sue finalità.

Sorpresa e stupita, la giovane Sovrana rin-graziava nel suo cuore Dio perché anche nellanuova condizione di vita lo incontrava nel suosposo, nel calore della grande Napoli e dellasua gente.

Quel che commuove di questa esperienza,comune, peraltro, a tante altre regine e perso-ne del suo rango, è la manifestazione di gioio-sa sorpresa, con cui annuncia la grande armo-nia, subito stabilita tra loro due, così diversiper indole, cultura e provenienza. MariaCristina nella sua grande sensibilità lo attri-buiva a un dono di Dio. Ne abbiamo confermada quanto lei stessa scriveva “non credevo maiche si potesse essere così felici in questo sta-to…”.

E ancora, così scriveva pochi giorni dopo ilsuo ingresso in Napoli: «… grazie al Signore ionon posso essere più felice, e non avrei mai cre-duto che si potesse esserlo tanto in questomondo…. Insomma si vede che tutto quest’af-fare fu condotto da Dio, giacché le opere uma-ne non possono mai riuscire così, ed io nonposso abbastanza ringraziare Iddio per tutte leinfinite grazie che mi ha fatte e continua sem-pre a farmi…».

E noi, in conclusione, alla vigilia della suabeatificazione, siamo certi, che alla beatitudi-ne della obbedienza a Dio e nel suo affidarsi to-talmente alla sua volontà sta la sua piena rea-lizzazione di donna e di sposa.

In verità, Maria Cristina ha goduto la feli-cità di un amore non imposto, ma accolto nel-la libertà del suo essere e nella fede di chi hacompreso che la vita è dono, è vocazione, ècompito.

Con questi pensieri, in questa vigilia, si faudibile per noi la sua voce-messaggio che nel-l’immenso coro dei beati e dei santi proclama“In sua voluntade è nostra pace”.

*Francescana Alcantarine

Speciale Nuova Stagione8 • 8 dicembre 2013

Con la Bolla Ineffabilis Deus di Pio XI veniva proclamata l’«Immacolata Concezione» della Beata Vergine Maria. Il cammino di fede del popolo di Napoli nel culto mariano al “Gesù Vecchio”

Il dogma e la sua attualitàservizio a cura di Giuseppe Falanga

Il dogma dell’Immacolata Concezione diMaria fu proclamato da papa Pio IX l’8 di-cembre 1854 con queste parole: «Di chia -

riamo, pronunciamo e definiamo che la dottri-na, che ritiene che la beatissima Vergine Maria,nel primo istante della sua concezione, per sin-golare grazia e privilegio di Dio onnipotente ein vista dei meriti di Gesù Cristo (intuitu me-ritorum Christi Iesu), Salvatore del genereumano, sia stata preservata immune (prae-servatam immunem) da ogni macchia di pec-cato originale, è rivelata da Dio e perciò da cre-dersi fermamente e costantemente da tutti i fe-deli».

Così la Bolla Ineffabilis Deus che lo ha affi-dato alla memoria storica. Ma, fin dagli inizidel secolo VIII, la Chiesa bizantina celebravala “Festa della Concezione di Sant’Anna”Madre della Theotokos (“Madre di Dio”) il 9dicembre. Una testimonianza, ancora in usooggi nella liturgia di quell’antica Chiesa, è ilpoema di Andrea da Creta († 740): «Da te, oVergine, montagna non tagliata, fu staccatoCristo, pietra angolare non tagliata da manod’uomo, che ha congiunto la natura divina, perquesto ti magnifichiamo esultanti, o Madre diDio». Altra testimonianza, stavolta monu-mentaria, è il cosiddetto Calendario marmo-reo (IX secolo), che è possibile ammirare og-gi nei locali dell’antica Basilica della Stefania,sottostanti l’attuale Palazzo episcopale diNapoli. In esso, scolpita nella pietra, ritrovia-mo la festa della Conceptio S. Annae MariaeVirginis ancora al 9 di dicembre.

Si tratta della prima e sola testimonian-za di questa festa mariana in tuttol’Occidente fin verso la metà del secolo IX,quando comincia a comparire, ma con ungiorno di anticipo (all’8 dicembre), nei libriliturgici anglosassoni. Dunque, nell’ItaliaMeridio nale soggetta ai Bizantini, abbia-

La visitamensileNel 1871 anche l’Arcidiocesidi Napoli volle realizzare unapia pratica che si svolgeva aRoma: visitare mensilmentele chiese dedicate alla VergineMaria. A Napoli, essendocimolte chiese dedicate allaMadonna, fu necessariostabilire un Calendariomensile della venerazionemariana quotidiana.L’arcivescovo Sisto RiarioSforza benedì l’iniziativa epreparò egli stesso unapreghiera da recitare inoccasione di tale visita.Alla Basilica mariana delGesù Vecchio fu assegnato ilgiorno 11 e ancora oggi,mentre per le altre chiesequesta visita mensile, con ilpassar degli anni, è andatascomparendo, la visitaall’Immacolata di don Placidoè un appuntamento fisso pernumerosissimi pellegrini.Accanto a questa visita siricorda il “sabatoprivilegiato”: una festa percosì dire “mobile” che cade ilprimo sabato dopo il 30dicembre sin dal 1826, annoin cui la Madonnina di DonPlacido fu incoronata dalCapitolo Vaticano edichiarata Protettrice diNapoli.Persino il pontefice Pio IX il 9settembre 1849 si recò alGesù Vecchio per venerarepersonalmente questaimmagine nonché perconoscere don Placido everificarne la santità. Latradizione del “sabatoprivilegiato” continua ancoroggi nonostante sianotrascorsi quasi due secoli;sembra che il tempo si siafermato e, nonostante lachiesa sia stata da semprepriva di campane, tuttiaccorrono numerosi, anzinumerosissimi, oggi comeieri, dall’alba al tramonto. Digenerazione in generazione cisi tramanda questo culto ed èun continuo flusso di fedeliche si recano a venerare laMadonnina e la tomba diDon Placido.I fedeli partecipano allacelebrazione dell’Eucaristia e,dopo aver incontrato Gesù,s’incontrano con la VergineImmacolata per dirle ciò cheun figlio confida alla mammaquando va a visitarla. Sistabilisce con la VergineMadre un intimo colloquionel quale le si manifestano leproprie pene, le proprie ansie,ma anche la gioia di rivederlaancora. E, conl’appuntamento al meseseguente, si lascia il tronodell’Immacolata perriprendere, con rinnovatafiducia, il cammino della vita.

mo, fin dal IX secolo, testimonianza delculto e della festa dell’Immacolata.

Nel 1476 la festa fu inclusa nel Calen darioromano. Sulle piazze d’Italia, predicatori ce-lebri tessevano le lodi della Vergine immaco-lata: tra essi ricordiamo, San Leonardo daPorto Maurizio e San Ber nardino da Siena.Nel 1570 papa Pio V pubblicò il nuovo Ufficioe finalmente, nel 1708, Clemente XI estese lafesta, divenuta d’obbligo, a tutta la cristianità.

Nel 1830 la Vergine apparve a SantaCaterina Labouré, la quale diffuse poi una“medaglia miracolosa” con l’immaginedell’Immacolata. Questa medaglia suscitòun’intensa devozione, e molti vescovi chiese-ro a Roma la definizione di quel dogma cheormai era nel cuore di quasi tutti i cristiani.Così, l’8 dicembre 1854, Pio IX proclamava laMadonna esente dal peccato originale, tuttapura, cioè Immacolata.

Quattro anni dopo, le apparizioni diLourdes (11 febbraio-16 luglio 1858) furonouna prodigiosa conferma del dogma. Infatti,fu la stessa “misteriosa Signora” a rivelare ilsuo nome alla giovane BernadetteSoubirous: «Io sono l’Immacolata Conce -zione».

Come ridire oggi, agli uomini e alle donnecredenti del nostro tempo, i contenuti del

La storia di Don Placido Baccher e della statua di Nicola Ingaldi

«Un prete tutto Madonna»Placido Baccher (Napoli, 5 aprile 1781 -

19 ottobre 1851) fu definito “un prete tuttoMadonna” e tale fu nella sua missione sacer-dotale svolta nel Gesù Vecchio dal 1806 al1851. In questi 45 anni, con la preghiera, lapredicazione, la disponibilità per tutti e sem-pre, volle dire il suo “grazie” alla Madonnache lo aveva liberato dall’orrido carcere, sot-traendolo a una sicura condanna a morte du-rante la rivoluzione napoletana del 1799.

Nel 1802 Placido vestì l’abito talare fre-quentando, come chierico esterno, il collegiodomenicano di San Tommaso d’Aquino.Completati gli studi fu ordinato sacerdote il31 maggio del 1806 e celebrò la prima Messain Santa Lucia al Monte, ai piedi della chiesadell’Immacolata che la Venerabile suorOrsola Benincasa aveva edificato sulla colli-na, quasi a proteggere dall’alto la città, e do-ve la madre lo portava da ragazzo ogni saba-to.

Iniziò il suo apostolato in alcune chiesenapoletane finché non fu nominato rettoredel Santissimo Salvatore, già antica chiesadel Gesù, fondata nel 1557 dai gesuiti, i qua-li furono cacciati nel 1767, per ritornare poia Napoli nel 1821 con casa, collegio e chiesapropria (attuale Gesù Nuovo). Per questo lachiesa del Santissimo Salvatore era detta an-che del “Gesù Vecchio” e così poi è stata mag-giormente conosciuta.

L’edificio, abbandonato da molto tempo,aveva rischiato di diventare un teatro e donPlacido profuse tutte le sue sostanze, adope-randosi per il ripristino e l’apertura del tem-pio. Devotissimo alla Madonna trasformò lasua chiesa in un fervido centro di pietà ma-riana; fu ardente zelatore del Rosario, da luiconsiderato «arma validissima di apostola-to»; promosse il culto eucaristico, esortandoi fedeli alla comunione; fece costruire l’orga-no per rendere più solenni le celebrazioni; ri-portò al loro splendore i marmi, i bronzi, lesuppellettili, arredi sacri e panche.

Malgrado tutto, però, a don Placido la

chiesa sembrava «una reggia senza laRegina». Allora fece preparare, dall’artistanapoletano Nicola Ingaldi, una statuadell’Immacolata, così come l’aveva sogna-ta la notte della sua prigionia in CastelCapuano; l’immagine è piena di significa-ti simbolici e mariani.

La devozione che si instaurò nel GesùVecchio per la “Madonnina di donPlacido” si diffuse per tutta Napoli e vi sirecavano folle di fedeli, in particolare nel-la novena e festa dell’ImmacolataConcezione. Il 30 dicembre 1826 ci fu lasolenne incoronazione della“Madonnina”, concessa dal papa LeoneXII, con la partecipazione di tutti, a co-minciare dai sovrani fino all’ultimo citta-

dino di Napoli.Il Gesù Vecchio, divenuto poi Basilica

Pontificia, fu da allora un centro marianoed eucaristico importantissimo e ancoraai nostri tempi il culto istituito da donPlacido – amabilmente appellato dai de-voti ieri e oggi come o’ zì – è vivo e fervoro-so.

L’umile e penitente prete napoletanomorì dopo breve malattia e, come da suodesiderio, fu tumulato dietro l’altaremaggiore della Basilica, sotto il trono del-la Madonna. La causa per la sua beatifi-cazione fu introdotta il 12 maggio 1909 eil 27 febbraio 1944 si ebbe il decreto sul-l’eroicità delle virtù e il titolo diVenerabile.

SpecialeNuova Stagione 8 dicembre 2013 • 9

Con la Bolla Ineffabilis Deus di Pio XI veniva proclamata l’«Immacolata Concezione» della Beata Vergine Maria. Il cammino di fede del popolo di Napoli nel culto mariano al “Gesù Vecchio”

Il dogma e la sua attualitàservizio a cura di Giuseppe Falanga

dogma dell’Immacolata? Come rendere ra-gione, pur nell’ottica della fede, ai ricercato-ri della Verità, dopo 159 anni dalla sua defi-nizione?

È necessario essere in profonda sintoniacon il capitolo VIII della Costituzione sullaChiesa, la Lumen gentium, e ripetere quelloche ebbe a dire papa Paolo VI nel Discorso dichiusura della 3ª sessione del ConcilioVaticano II: «La conoscenza della vera dottri-na cattolica su Maria costituirà sempre unachiave per l’esatta comprensione del mistero diCristo e della Chiesa». Sì, perché il dogma –questo come gli altri che riguardano Maria –trova la sua verità e il suo fondamento solo inuna visione cristologica ed ecclesiale.

Quando Pio IX proclamò il dogmadell’Immacolata come verità rivelata da Dio,il protestante razionalista Harnack scrisseuna frase spiritosa e incredula: «Ma quando,e perché, e da chi?». Sono espressioni ironi-che perturbanti, ma possono essere motivoanche per i credenti di ricordare la lunga, sof-ferta ricerca teologica di questo privilegiomariano. Difatti, se già i padri della Chiesad’Oriente, nell’esaltare la Madre di Dio, ave-vano avuto espressioni che la ponevano al disopra del peccato originale, in Occidente lateoria dell’“immacolatezza” trovò una forte

Preghieraa MariaSoccorri

la nostra

debolezza,

o Maria.

Tu, Vergine

dell’ascolto

e dell’accoglienza,

aiutaci

a meditare

nel nostro cuore

le parole di Gesù.

Tu, Vergine

del silenzio

e del servizio,

aiutaci

a diventare

testimoni

credibili

del Vangelo

in un mondo

che cambia:

nelle nostre chiese

e nelle nostre

sacrestie,

nelle nostre case

e nelle nostre

scuole,

nei luoghi

della politica

e del lavoro,

per le piazze,

le strade

e i vicoli

della nostra città.

Tu, Tota pulchra.

Tu, Honorificentia

populi nostri.

Tu, Madre di Gesù

Cristo,

nostra unica

salvezza

e speranza.

Amen.

Alleluia!

resistenza, non per avversione alla Madonna– che restava la più sublime delle creature –ma per mantenere salda la dottrina dellaRedenzione, operata soltanto dal sacrificiodi Gesù Cristo.

Per cui lo studio sull’Immacolata divenne“calda materia”, soprattutto nel periodo del-la Scolastica: vi sono stati santi, dottori dellaChiesa, Università Teologiche pro e controquesta verità. Fu il francescano GiovanniDuns Scoto (1265-1308) che riuscì a supera-re questo scoglio dottrinale con una sottilema convincente distinzione: «La Madonna èstata redenta da Gesù con una Redenzione pre-ventiva, prima e fuori del tempo. Ella fu preser-vata dal peccato originale in previsione dei me-riti del suo figlio divino». «Potuit, decuit, ergofecit» («Dio lo poteva fare, conveniva che lofacesse, quindi l’ha fatto!»), così argomentò ilbeato Duns Scoto.

Dall’infinito amore di Cristo verso laMadre – pre-redenta e colmata di SpiritoSanto dal primo istante della sua esistenza –è derivato questo singolare privilegio che laChiesa oggi celebra per farci meditare nonsolo sull’ineffabile bellezza dell’anima diMaria, ma anche sulla bellezza di ogni ani-ma santificata dalla grazia redentrice diCristo.

In un mondo che rapidamente cambia, visono alcune cose che non devono mutare. Traqueste c’è sicuramente il legame d’amore fi-liale tra i membri della Chiesa e la Vergine«piena di grazia» (Lc 1,28), che dalla CroceGesù ci ha affidato come Madre (cf. Gv19,27).

In mezzo alle gioie e alle attese, alle tristez-ze e alle angosce della vita, Maria è «segno disicura speranza e di consolazione per il Popolodi Dio in cammino, fino a quando non verrà ilgiorno del Signore» (Lumen gentium 68).

L’amore per la “gran Signora” il sabato privilegiato e l’11 di ogni mese

Una “pietà” da recuperareOggi è quanto mai importante che le nuove ge-

nerazioni sappiano conservare intatto il patrimo-nio di valori che ha reso illustre la storia del no-stro territorio. Parte cospicua di questo nobile pa-trimonio è certamente costituita dalle tradizionireligiose fiorite sul ceppo antico della fede cristia-na. E tra queste, un posto di primo piano occupa-no le manifestazioni della pietà mariana.

In special modo Napoli e l’intera Arcidiocesihanno un particolare legame con l’Immacolata.Basti pensare al settecentesco obelisco in piazzadel Gesù Nuovo, voluto dal gesuita FrancescoPepe ed eretto grazie a una colletta pubblica, do-ve ogni anno il Cardinale Arcivescovo si reca l’8 di-cembre per l’omaggio floreale e il discorso allacittà.

O alla processione che si tiene a Torre delGreco: da 152 anni viene costruito un carro trion-fale, portato a spalle per sciogliere il voto fatto inoccasione dello scampato pericolo dall’eruzionedel 1861. O alle 16 parrocchie che, nel capoluogocome a Cercola, a Marano a Portici, hanno comeloro denominazione questo singolare titolo ma-riano.

C’è un luogo nel cuore del centro storico diNapoli, però, come abbiamo visto in queste pagi-ne, che a tutti gli effetti rappresenta il fulcro delladevozione partenopea all’Immacolata: la Basilicadel Gesù Vecchio. Lì, la “gran Signora” – comeamava chiamarla don Placido Baccher – continuaad attendere, ogni 11 del mese e nel “sabato privi-legiato”, migliaia di pellegrini.

I recenti e qualificati studi sembrano richia-mare specialisti e pastori a occuparsi di più del fe-nomeno della pietà popolare. Forse, aveva ragio-ne Johann Baptist Metz quando scriveva: «Non c’ènulla di cui la teologia ha così urgente bisognoquanto dell’esperienza religiosa contenuta nei sim-boli e nei racconti popolari. Ad essi deve riferirsi senon vuole morire di fame […]. Più che mai la teolo-gia ha bisogno del pane della religione, della misti-ca e dell’esperienza religiosa della gente semplice».

La pietà popolare, dunque, come fenomeno daprendere in considerazione più positiva e da recu-perare.

Vita Diocesana Nuova Stagione10 •8 dicembre 2013

ASecondiglianola festa di Cristo ReSi è svolta a Secondigliano la‘Settimana della fraternità’ inoccasione della festa dellaparrocchia di Cristo Re, situata nelRione Berlingieri, dal 17 al 24novembre.La messa di domenica 17 è statacelebrata dal vescovo ausiliare diNapoli, monsignor Lucio Lemmo,davanti ad una folta presenza difedeli.Nel corso della celebrazione, sonostati invitati sull’altare irappresentanti di 50 nuove piccolecomunità parrocchiali che siinizieranno a formare nei prossimigiorni nelle case.Lemmo coglie l’occasione perlanciare un monito: «La Bibbia nondeve restare impolverata nel suoscaffale ma deve essere usata comemodello per tutti. Il futuro è pieno disperanza e certezza nell’amore diDio. La Parola di Dio deve aiutarvia vivere così come ha aiutato i primicristiani, con lo sguardo dellasperanza. Bisogna avere pazienzafacendo sacrifici e avendo lacapacità di soffrire, non restandofermi a sopportare inermi. Chi credenel Verbo crede in una società piùgiusta». Lunedì 18 novembre è stato giornodi adorazione dalle ore 9 alle 18.30,orario in cui sarà celebrata la santamessa. Martedì, mercoledì e giovedìsono stati dedicati agli incontri dellepiccole comunità. Venerdì 22 è statoil momento della riconciliazione conconfessioni e la preghiera decanaledei giovani. Dopo la processione di sabato alle15.30 per le strade diSecondigliano, accompagnata dallabanda musicale di Santa Cecilia,sabato pomeriggio la Santa Messa èstata celebrata dall’arcivescovo diNapoli, Crescenzio Sepe. Ilcardinale, accolto al suo arrivo daldecano, ha sottolineato il valoredella fede e della famiglia nel corsodella sua omelia.«Bisogna vivere la fede –sottolineal’Arcivescovo – con intensità inquesto anno della Fede. Questaparrocchia viva sta svolgendo uncammino importante per rinsaldarela fede dei cristiani. La famiglia è ilcuore della Chiesa e della società.Una famiglia viva traduce la fedenella quotidianità di ogni giorno.Andate avanti così, perché Dio ècon voi e prega per voi.”Il decano don Franco Minnelli hatracciato un bilancio dellasettimana di festività: «Abbiamomesso al centro della nostraassemblea la Parola di Dio e cisiamo interrogati sulla fede, sulnostro essere cristiani, sulla nostrasocietà attuale e sul vivere dafratelli. Vogliamo essere presenti inquesto territorio non facile e nonrestare chiusi nelle sacrestie».

Raffaele Sarnataro

Il magistero sociale

nei processiformativi del secondoDecanato

di Mario Di Costanzo

Il percorso di formazione sulla Dottrina sociale dellaChiesa, appena conclusosi nel primo Decanato, è iniziatoil 28 novembre nel secondo. Qui è utile sottolineare alcu-ni aspetti. Innanzi tutto, il fatto che il primo incontro,ospitato dalla parrocchia SS. Crocifisso e S. Rita ed im-perniato sulla relazione di don Lello Ponticelli, non a ca-so ha avuto per tema la Lettera Pastorale del CardinaleSepe Canta e Cammina. Il dato è significativo perché con-ferma che l’iniziativa, che avrà seguito anche negli altriDecanati secondo calendari in parte già fissati, si inseri-sce pienamente nel cammino pastorale della Chiesa diNapoli.

Il secondo aspetto è nelle modalità del percorso che èaperto a tutto il decanato ma, nella prima fase, si concen-tra su alcune parrocchie in particolare. Si tratta di quat-tro incontri che si svolgeranno oltre che nella giàcitata SS. Crocifisso e S. Rita (5 dicembre), nelle parroc-chie S. Tarcisio Martire (12 dicembre) e SS. Giovanni ePaolo (19 dicembre). Ne seguiranno altri tre rivolti, sta-volta, al Consiglio pastorale decanale ma, ovviamente,aperti ai responsabili, parrocchiali e di aggregazioni, del-l’intero decanato. In realtà, non si tratta affatto di improv-visazione ma di un preciso indirizzo metodologico già il-lustrato ai Decani e, bisogna dire, anche apprezzato. Il cri-terio è quello della flessibilità. Non si tratta di offrire pac-chetti preconfezionati ma di costruire assieme un percor-so condiviso, avendo presenti multiformità, bisogni e dif-ficoltà che, in una Diocesi come Napoli, sono molto diver-se tra decanato e decanato. Questo potrà richiedere deltempo in più ma dovrebbe in qualche modo garantire il ri-sultato. L’obiettivo: fare in modo che coloro i quali - ai di-versi livelli - rivestono ruoli di responsabilità nella comu-nità cristiana abbiano, per così dire, idee chiare sui prin-cipi cardine della Dottrina sociale della Chiesa. Così, a ti-tolo esemplificativo: bene comune, solidarietà, sussidia-rietà, stato sociale, politica, legalità, ambiente, diritti, do-veri ... Ma non di sola teoria si tratta. Non a caso l’ultimoincontro avrà un tema apparentemente atipico: Il benecomune … visto da Nisida e sarà affidato al direttoredell’Istituto di rieducazione per minori Gianluca Guida.Si vuole fare in modo che il magistero sociale non appaiamera teoria ma può – deve – comportare ricadute forti nel-l’impegno pastorale.

Terzo aspetto. Si potrebbe notare che i temi dei pros-simi tre incontri siano, per così dire, sbilanciati sul ver-sante politico. Politico, s’intende nel senso nobile dellaparola. Nel senso che si deduce dal n. 42 dellaChristifideles laici e che il Compendio di Dottrina socialerilancia. Nel senso che i Pontefici successivi hanno, a lo-ro volta, ampiamente confermato. Qui è interessante ri-prendere alcune parole sia di Papa Benedetto che di PapaFrancesco (che pure sulla locandina sono riportate).Benedetto XVI in occasione della 46a Settimana Socialedel 2010 ci diceva “...rinnovo l’appello perché sorga unanuova generazione di cattolici, persone interiormenterinnovate che si impegnino nell’attività politica senzacomplessi d’inferiorità. Tale presenza, certamente, nons’improvvisa; rimane, piuttosto, l’obiettivo a cui deve ten-dere un cammino di formazione intellettuale e moraleche, partendo dalle grandi verità intorno a Dio, all’uomoe al mondo, offra criteri di giudizio e principi etici per in-terpretare il bene di tutti e di ciascuno. Per la Chiesa inItalia ( … ) si tratta di spendersi nella formazione di co-scienze cristiane mature, cioè aliene dall’egoismo, dallacupidigia dei beni e dalla bramosia di carriera e, invece,coerenti con la fede professata, conoscitrici delle dinami-che culturali e sociali di questo tempo e capaci di assume-re responsabilità pubbliche con competenza professiona-le e spirito di servizio”. A sua volta, Papa Francesco è sta-to più sintetico ma altrettanto esplicito: «Coinvolgersinella politica è un obbligo per un cristiano. Noi cristianinon possiamo giocare da Pilato, lavarci le mani.Dobbiamo immischiarci nella politica, perché la politicaè una delle forme più alte della carità perché cerca il benecomune. I laici cristiani devono lavorare in politica. Leimi dirà: non è facile. Ma non lo è neanche diventare pre-te! La politica è troppo sporcata ma è sporcata perché icristiani non si sono mischiati con lo spirito evangelico».

Lectura Patrum Neapolitana, avviato il nuovociclo di lezioni con le letture di Pelagio

La voce dei Padri per guidare i nostri passi

di Antonio Boccellino

È iniziato, nella serata di sabato 30 novembre all’Aula Magna della Casa del VoltoSanto, il ciclo delle lezioni della “Lectura Patrum Neapolitana”, un’attività culturaledell’Istituto delle Piccole Ancelle di Cristo Re, frutto di un’idea di suor AntoniettaTuccillo, del prof. Antonio Vincenzo Nazzaro e del compianto padre GiacintoRuggiero - che fa della divulgazione delle opere dei Padri della Chiesa la sua ragioned’essere. L’incontro, che ha aperto la trentaquattresima edizione dei prestigiosi semi-nari di teologia, ha visto in cattedra Manlio Simonetti, Professore Emeritonell’Università di Roma “La Sapienza” che, con una lectio magistralis, ha dissertatosulla figura di Pelagio Britannico (360-420 circa): un monaco e teologo bretone che,insieme a Sant’Agostino (354-430), animò, nel V secolo, un dibattito - tra i più diffi-cili della teologia- sul problema del rapporto tra grazia e libertà.

«La dottrina di Pelagio - ha affermato l’accademico- è agli antipodi di quella agosti-niana. Pelagio è convinto che l’esercizio ascetico salva l’uomo e mette l’accento più sul-l’impegno personale che sull’azione della Grazia. Per il Vescovo di Ippona, invece, la gra-zia di Dio non è concessa secondo i nostri meriti, ma è dono di Dio». A seguire, il pro-fessore ha letto alcuni punti significativi dell’opera di Pelagio “Commento all’episto-la ai romani e commento alle epistole ai corinzi”, curato da S. Matteoli ed edito nel2012, da “Città Nuova Editrice”.

Nel corso della lectura di questo importante studio patristico, l’accademico si èsoffermato su alcuni aspetti filologici del volume, tratteggiando la figura di S. Paoloed evidenziando come la dottrina di Pelagio abbia affrontato, oltre alla grazia, tema-tiche fondamentali come il peccato originale e il libero arbitrio.ì Ha fatto da corniceall’evento un folto uditorio, con pubblico attento e qualificato: in sala, tra gli altri,Maria Luisa Orgiani, attuale Madre Generale della Congregazione del Cristo Re, lasegretaria suor Leonia Buono. Il seminario si è concluso con l’annuncio dei prossi-mi appuntamenti. Sabato 11 gennaio 2014: Luigi Longobardo, Prof. di Letteraturacristiana antica nella PFTIM di Napoli, sezione S. Tommaso leggerà Ilario di Poitiers,“Spiegazione dei misteri”, a cura di L. Longobardo (Coll. Testi Patr. 227), Roma CittàNuova, 2013.

Sabato 15 febbraio 2014: S.E. Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico dellaPontificia Università Lateranense leggerà Basilio di Cesarea, “La cura del povero e l’o-nere della ricchezza”, a cura di L.F. Pizzolato (Letture cristiane del primo millennio49), Milano, Paoline 2013;

Sabato 15 marzo 2014: Cesare Marcheselli Casale, prof. di Sacra Scrittura nellaPFTIM di Napoli, Sezione S. Tommaso tratterà il seguente tema: “Come si sono for-mati i Vangeli? Dalla Dei Verbum (1965) alla Interpretazione della Bibbia nella Chiesa(1993), a oggi”

Sabato 12 aprile 2014: Pasquale Giustiniani, Prof. di Filosofia Teoretica nella PF-TIM di Napoli Sez. S. Tommaso presenterà Carmela Biano, “Ultima solitudo. La na-scita del concetto moderno di persona in Duns Scoto”, Milano, Franco Angeli 2012;

Sabato 17 Maggio 2014: Marcello Marin, Prof. ord. di Letteratura cristiana anti-ca nell’Università di Foggia leggerà Minuccio Felice, “Octavius. Atti e Passioni deimartiri africani”, a cura di M. Spinelli (Scr. Cristiani Africa Romana 8), Roma, CittàNuova, 2012. Le lezioni si terranno, a partire dalle ore 17.00, a Napoli presso l’AulaMagna della Casa del Volto Santo, in via Ponti Rossi nr. 54.

CittàNuova Stagione 8 dicembre 2013 • 11

Acli Terra

CongressoprovincialeTra fuochi ed eccellenze le AcliTerra hanno promosso a Nolaun confronto coordinato daCarmine Festa del Corriere delMezzogiorno sul futurodell’agricoltura campana conAntonello Ardituro magistratodella DDA, Aniello Manganiello,sacerdote promotore di Ultimiassociazione che coinvolge tantigiovani nel nolano, VitoAmendolara, Presidentedell’osservatorio regionale sulladieta mediterranea,Massimiliano Manfredi,Deputato ComponenteCommissione Ambiente eCommissione Antimafa,Antonio Russo, commissariodelle Acli di Napoli eResponsabile Nazionale Aclilegalità, immigrazione ecoesione sociale e MicheleZannini, presidente nazionale diAcli Terra.È la profonda crisi dei nostriprodotti, l’altra faccia deldesiderio di verità e giustiziasulle aree avvelenate dalleecomafie. Un dramma che faintravedere nei dati gli indicatoridi un colpo mortale assestato alcomparto agroalimentare dellaregione. Il settore che se la passapeggio è proprio quello agricolo.Da decenni, nelle campagnecampane si sono verificatisversamenti di rifiuti industrialie di rifiuti tossici e nucleari. Inparticolare, nelle zone diSuccivo, Caivano, Acerra eGiugliano si sono verificatiroghi di rifiuti industriali,responsabili di un alto tasso ditumori che hanno colpitosoprattutto giovani donne, alseno e alla tiroide, e bambini.L’inquinamento da diossina deiterreni è estremamentepericoloso perché introducesostanze tossiche nella catenaalimentare degli animali daallevamento e può raggiungereanche l’uomo.A lanciare l’allarme sono stati iproduttori di mozzarella dibufala, che avevano denunciatoun crollo delle vendite.Nell’ortofrutta i conti sono inrosso. È una paura di massa chesi sta allargando dagli ortaggialle mele fino a tutti gli altriprodotti. Un fatto ingiustoconsiderando che in Campaniatante imprese producono nelrispetto di tutte le regole interreno senza alcuninquinamento. Occorre cominciare dalleperiferie: vanno liberate dairifiuti, la spazzaturaabbandonata agli angoli dellestrade diviene oggetto di roghi.Fino a quando i territori nonsaranno salubri e puliti, nonriusciremo a scrollarci di dossol’etichetta ‘Terra dei Fuochi’.Più di tutto conta lapartecipazione. Dopo lemanifestazioni non bisognalasciar cadere l’impegno e le Acliinsieme alle persone di buonavolontà vogliono fare la loroparte.

Pasquale OrlandoPresidente Acli Terra

della Campania

Riapre ai cittadini

l’ex base Nato Le strutture, di proprietà dellaFondazione Banco di Napoli, sono in ottime condizioni: dalla chiesa fino al campo di calcio, dal parcheggio ai campetti da tennis.

Nonostante il freddo, domenica 1 dicembre, lapioggia ed il vento la gente di Bagnoli si è riversa-ta nell’area ex Nato riaperta alla città con una“passeggiata” dal sindaco Luigi De Magistris, do-po essere stata blindata per 60 anni dal filo spina-to a dalle armi spianate dei soldati del ComandoInterforze. E’ il primo passo per preparare un fu-turo diverso in cui il parco di Bagnoli - già attrez-zato con impianti sportivi, teatro, chiesa ed unaserie di palazzine utilizzate per gli uffici militari,tutti perfettamente funzionanti - possa essere uti-lizzato dai cittadini e restituito a quelle funzionisociali per le quali, prima della seconda guerramondiale, era stato costruito. Le linee-guida diquesta nuova vita dell’ex collegio Costanzo Cianosono contenute nel protocollo sottoscritto dalComune di Napoli e dalla Fondazione Banco diNapoli per l’Assistenza all’Infanzia.

«Per sessant’anni qui ci sono stati i militari - haosservato De Magistris - si sono decise le guerre,c’è stato un poligono di tiro. Oggi vi fa ingresso lacittà, Napoli, con le sue complessità e le sue ener-gie positive, e sarà proprio la città, Napoli, a deci-dere cosa fare in questo luogo, e lo deciderà dalbasso. Sicuramente ci sarà cultura, educazione,lavoro, saperi. Oggi si sta scrivendo una bellissimapagina, sono molto emozionato».

De Magistris si è trattenuto a lungo tra la gen-te, ha risposto alle domande dei cittadini ed haprovato a soddisfare la loro curiosità sul destinodell’area. In tantissimi sono arrivati a piedi ed inbicicletta nella ex cittadella militare, nella speran-za che dopo l’apertura simbolica del pesante can-cello in ferro ce ne possa essere molto presto unadefinitiva.

«L’amministrazione - ha detto il sindaco - hapreservato questa area da speculazioni e l’ha resti-tuita alla città, questo è un grandissimo risultato enon è affatto un risultato scontato. Ringrazio, per-ciò, anche la Fondazione Banco di Napoli perl’Assistenza all’Infanzia. Noi abbiamo una idea sulfuturo di questa area, ma vogliamo decidere con icittadini, perciò faremo delle iniziative pubbliche,e la città, soprattutto gli abitanti di Bagnoli, deci-derà cosa fare. È una compensazione importanteper un territorio che ha tanto sofferto in questi an-ni. Qui c’è la possibilità di partire subito: abbiamogià scuole, teatri, centri della conoscenza».«Questo progetto - ha aggiunto De Magistris - sirealizzerà dunque già nei prossimi mesi e sarà alservizio di tutta Napoli. Si tratta di una sfida che inapoletani vinceranno: un sito di 100 mila metriquadri a disposizione della città e che coinvolge,oltre a Bagnoli, anche Agnano, CavalleggeriAosta, la zona flegrea, Pozzuoli, Fuorigrotta,Pianura, Soccavo». «Un’occasione storica perNapoli - ha concluso il sindaco - che non ha maiavuto a disposizione un’area così grande, da poterorganizzare nell’interesse esclusivo della colletti-vità. Questo può essere, poi, un luogo di attrazio-ne per tutti i giovani che vengono a Napoli, uncampus aperto. Da oggi aspettiamo le propostedei cittadini, perchè qui c’è posto per tutti».

«La collaborazione istituzionale che si è in-staurata tra la Fondazione ed il Comune di Napoli- ha osservato il Commissario Regionale dellaFondazione Banco di Napoli per l’Assistenzaall’Infanzia, Lidia Genovese - consentirà una di-versa ed immediata utilizzazione del complesso,con una particolare attenzione al quartiere e so-prattutto ai bambini. L’auspicio è quello di realiz-zare una stabile sinergia istituzionale, che possacoinvolgere altri soggetti e divenire, nello stessotempo, un modello di cooperazione e di buonaamministrazione che consentirà alla Fondazionedi proseguire la sua pluridecennale opera di assi-stenza all’infanzia, nell’interesse dei bambini e delterritorio».

Il decimo decanato manifesta in difesa dell’ambiente. Il Cardinale Sepe guida il corteo

«Per amore del miopopolo non tacerò»

di Arturo Avellino

Un corteo silenzioso ha sfilato, domenica 1 dicembre, per le strade cittadine attra-versando i comuni di Marano, Mugnano, Calvizzano, Villaricca. Migliaia di personesono giunte nei pressi dello stadio comunale “Salvatore Nuvoletta” di Marano perprendere parte alla manifestazione promossa dal decimo decanato. Un grido silenzio-so e composto che ha ribadito il diritto alla vita. Alla testa del corteo il CardinaleCrescenzio Sepe. «Per amore del mio popolo non tacerò - ha detto l’Arcivescovo - laChiesa non può tacere davanti agli scempi perpretrati contro gli uomini e il territorio. Chicommette questi delitti, si macchia di un peccato grave. Pecca nei confronti degli uomi-ni e di Dio».«La gente ha diritto ad essere rispettata nella sua dignità - ha aggiunto Sepe- e a chiedere la liberazione dai malanni che affliggono questa terra». «Siamo stanchi -ha affermato il decano don Gaetano Bianco - di celebrare i funerali dei figli di questaterra». Le chiese del decanato per l’occasione sono rimaste chiuse come nel venerdìsanto. Una fiumana di persone simbolicamente ha illuminato le strade con le cande-le. «Il nostro silenzio sarà più eloquente di ogni parola. La nostra unità sarà più forte diogni difficoltà. Le nostre fiaccole accese saranno luce di speranza per tutti».

Questo è stato il motto degli organizzatori. La Chiesa è presente e vicina al gridodi dolore dei suoi figli. La gente è accorsa numerosa rispondendo all’invito dei parro-ci di Calvizzano, Melito, Marano, Mugnano e Villaricca, che avevano chiesto una pre-sa di coscienza per il diritto alla vita.

La pioggia ed il tempo inclemente non hanno fermato i tanti fedeli. La prima do-menica dell’Avvento per la nascita di Nostro Signore, il Decimo Decanato è stato ce-lebrato festeggiato così nel silenzio di un corteo e nella speranza di una rinascita.«Tutti insieme in cammino illuminati dalla Provvidenza possiamo pensare al cambia-mento» - hanno aggiunto i parroci che hanno distribuito le nuove “Beatitudini” ai pre-senti. «Beato l’uomo che rispetta la natura; beato l’uomo che fa la differenziata; beatol’uomo che non disperde i rifiuti speciali».

«È l’alba di un giorno nuovo»,è il messaggio di speranza lanciato da don Patriciello,parroco di Caivano (Napoli)». Occorre una lotta contro il tempo per salvare il territo-rio e la sua economia. Una soluzione che potrebbe arrivare grazie alla mappatura delterritorio e alla ricognizione dei terreni inquinati. Un’operazione che permetterebbedi circoscrivere e destinare le arie avvelenate ad altri usi.

«La bonifica è possibile ci sono gli strumenti per recuperare il territorio», ha sottoli-neato Raffaele Del Giudice, presidente dell’Asia Meccanismi che, una volta messi inatto, permetterebbero di difendere i tanti prodotti campani di qualità. Un marchio checertifichi la provenienza e sia una sicurezza per il consumatore. «Una battaglia santa- ha aggiunto Del Giudice, - che sta scuotendo le coscienze, ma insieme possiamo re-cuperare il territorio».Parole di speranza per una terra che è stata martoriata dai rifiu-ti sversati indiscriminatamente e smaltiti illegalmente.

Città Nuova Stagione12 •8 dicembre 2013

ConventoSan Domenico Maggiore

Una mostraimpossibileUno sguardo di sintesi, maanche di analisi. L’interaproduzione pittorica diLeonardo, molte opere diRaffaello e di Caravaggio,proposte tutte insieme:praticamente una «mostraimpossibile», e così si intitolainfatti l’esposizione delleriproduzioni digitali adaltissima definizione nelcomplesso monumentale diSan Domenico Maggiore,visibile fino fino al 21 aprile2014.La mostra, sotto l’altopatronato del Presidente dellaRepubblica e promossa dallaRai, dal Comune edall’associazione Pietrasanta, èstata ideata da RenatoParascandolo, per la direzionescientifica di FerdinandoBologna, ed ha “invaso”l’intero primo piano delcomplesso creando unostraordinario effetto dicontaminazione museale.Riproduzioni bellissime dicapolavori celebri in ambientidi grande suggestionemonumentale.C’è «L’ultima cena» diLeonardo, a grandezzanaturale come tutte le opere inesposizione; c’è di Raffaello«La scuola di Atene», sisusseguono i meravigliosidipinti dei due grandissimiartisti e del terzo grandeMaestro, Michelangelo Merisi.Centodiciassette i dipinti eaffreschi riprodotti e messi inesposizione: sessantatrè quellidel Caravaggio, trentasette diRaffaello e diciassette diLeonardo.È la prima volta che «Unamostra impossibile» presentatre autori, invece di uno solo,come è avvenuto per leprecedenti edizioni, ed è unanovità che sicuramentearricchisce l’interesse per larassegna, certo utile per laparte divulgativa e didattica,che consente di avere in unavisione d’insieme una sorta diconfronto, di conoscenza deicapolavori di tre grandimaestri della pittura di tutti itempi. La mostra, peraltro, è ladimostrazione di quanto ecome l’era digitale possaaccompagnare il percorso diconoscenza delle opere d’arte.L’originale, certo, resta unpunto fermo di assolutovalore, ma il quadro riprodottoad alta risoluzione tecnologicaè in ogni caso bello da vedere:del resto, a favore di questotipo di innovazione si sonoespressi studiosi noti per illoro rigore, tra questiFerdinando Bologna, NicolaSpinosa, Claudio Strinati.

Piccole case per piccoli sogniMomento conclusivo del progetto di formazione per volontari

e operatori impegnati per i senza fissa dimora

di Laura Guerra

Dodici persone senza fissa dimora econ storie di forte emarginazione potran-no provare a ricostruire la loro esistenzaandando a vivere in piccoli alloggi protet-ti, realizzati dalla cooperativa LaLocomotiva con il sostegno del Comunedi Napoli.

Questo è uno degli obiettivi centrati da“Chi Cerca Trova” progetto di formazioneche per un anno intero ha coinvolto volon-tari ed operatori di enti ed associazioniimpegnati nei servizi per i senza fissa di-mora.

L’iniziativa si è sviluppata per dodicimesi attraverso 6 seminari di approfondi-mento organizzati per avvicinare il mon-do del volontariato e la comunità locale alfenomeno della grave emarginazione abi-tativa. Si sono formati e confrontati ungruppo di operatori e volontaridell’Associazione Volontariato Uniti,Ventriere, FML, Hermon, La Locomotiva,Fondazione Massimo Leone.

A partire dalla rottura degli stereotipiche caratterizzano e condizionano spes-so, anche in buona fede, il senso comunee l’opinione pubblica. Come ad esempio ilpensare che si finisce per strada per scel-ta e per scelta ci si rimane.

A più voci gli operatori hanno testimo-niato che la strada non è mai una scelta eche molto sta cambiando il tipo di utenza:senza dimora è oggi la donna vittima diviolenza, chi non ha un contratto di loca-zione regolare, chi ha lavori precari e sal-tuari e perde l’alloggio per morosità. Perfar fronte al cambiamento e alle richiestestringenti, soprattutto nelle aree metro-politane europee di fa ricorso al modellodell’Housing First, che consiste nel pro-grammare interventi che tolgono dallastrada, danno l’alloggio senza passare peril centro di accoglienza.

“Con gli incontri che hanno punteggia-to il percorso di “Chi Cerca Trova” spiegaMarco Iazzolina segretario dellaFederazione Italiana Organismi per lePersone senza Dimora (fio.PSD) – abbia-mo provato a creare un linguaggio comu-ne per poter affrontare le fragilità e ad ave-re un luogo in cui si promuovesse una cul-tura per affrontare la grave marginalità daun punto di vista diverso, da esempioquello europeo dell’housing first; per mo-dificare nell’opinione pubblica la cono-scenza del fenomeno dobbiamo primacreare fra noi addetti ai lavori una consa-pevolezza nuova; solo così possiamo agiresulle istituzioni, sui decisori politici e sulmentalità comune”.

«Si è trattato – ha sottolineato DaniloTuccillo, presidente della cooperativa La

Locomotiva - di un’azione di riflessione edi confronto, finanziata dalla FondazioneCon il Sud che ha generato progetti che di-venteranno azioni concrete preziose perattivare il processo di cambiamento chemigliori le relazioni, privilegi la centralitàdella persona, faccia crescere la comu-nità».

Molti i fili di riflessione che si sono in-trecciati che hanno risposto innanzituttoal bisogno dei partecipanti di superare l’o-peratività automatica di ogni giorno e ap-profondire temi, contenuti e pratiche.

A partire dalla convinzione che per ri-spondere ai bisogni materiali occorre in-tervenire sui bisogni immateriale come lasolitudine, l’allontanamento dai familiari,la perdita di punti di riferimento causatedalla perdita del lavoro.

Iniziativa del Consiglio Nazionale del Notariato

Rapporti patrimoniali open daydi Ludovica Siani

Una giornata di informazione sul tema dei contratti diconvivenza. L’iniziativa, svoltasi il 30 novembre su tutto il ter-ritorio nazionale, organizzata dal Consiglio Nazionale delNotariato, ha permesso ai cittadini di incontrare i notai e diottenere indicazioni e chiarimenti qualificanti.

Nell’ambito della manifestazione, denominata “Contrattidi convivenza opena day” per tutta la giornata la sede delConsiglio Notarile Distrettuale di Napoli è stata aperta conuna serie di incontri informativi, per rispondere alla richie-sta da parte di un numero sempre crescente di cittadini di tu-telare alcuni diritti, per tutte quelle forme di convivenza nonancora riconosciute dalla legislazione italiana.

I notai hanno offerto quindi consulenza gratuita persona-lizzata sulle problematiche patrimoniali riguardanti i convi-venti e le coppie di fatto. Inoltre sono stati illustrati gli stru-menti giuridici che l’ordinamento mette a disposizione ditutte le persone che convivono non unite in matrimonio.

Secondo gli ultimi dati Istat in Italia vi è una progressivadiffusione delle famiglie di fatto che da circa mezzo milionesono arrivate a quota 972 mila nel biennio 2010-2011. In par-ticolare sono proprio le convivenze “more uxorio” tra partnercelibi e nubili ad aver fatto registrare l’incremento più soste-nuto arrivando ad un numero pari a 578mila nello stesso pe-riodo.

Attraverso i contratti di convivenza predisposti dalNotariato, secondo le norme di legge predisposte dall’ordina-mento vigente, si possono disciplinare contrattualmente di-

versi aspetti patrimoniali relativi alla convivenza delle fami-glie di fatto.

In particolare: l’abitazione, la contribuzione alla vita do-mestica, il mantenimento in caso di bisogno del convivente,il contratto d’affitto, la proprietà dei beni, perfino organiz-zando un regime di comunione o separazione dei beni.

Inoltre si possono prevedere con testamento anche even-tuali clausole a favore del convivente o l’assistenza in caso dimalattia attraverso la designazione dell’amministratore disostegno. È inoltre possibile tutelare a livello contrattuale laparte debole all’interno della famiglia di fatto.

«Si tratta di un argomento di grande importanza sociale –ha dichiarato il presidente del Consiglio Notarile dei DistrettiRiuniti di Napoli, Torre Annunziata e Nola, AntonioAreniello – un’istanza che viene direttamente dai cittadini. IlNotariato con questa iniziativa ha voluto sottolineare la pro-pria vicinanza ai bisogni dei cittadini».

Un’occasione interessante per tutte le coppie che convivo-no per conoscere tutti gli strumenti che hanno a disposizio-ne per tutelare il partner durante e dopo la convivenza. A par-tire dal 2 dicembre questi contratti possono essere stipulatiin tutti gli studi notarili in Italia.

Per saperne di più è possibile contattare il ConsiglioNotarile Distrettuale di Napoli oppure consultare il sito:www.contrattidiconvivenza.it o ancora il Consiglio NotarileDistrettuale di Napoli al numero 081.40.63.23 o sul sito:conotna.notariato.it

CittàNuova Stagione 8 dicembre 2013 • 13

Natale in Piazza San Pietro 2013

“Francesco 1223 – Francesco 2013”: questo il titolo scelto per il presepe del primo Nataledi Papa Bergoglio.

Quest’anno il Natale in Vaticano sarà impreziosito da quel presepe napoletano, apprez-zato e amato in tutto il mondo, che per la prima volta nella sua storia arriva a Piazza SanPietro. Un’opera ideata e realizzata dal maestro Antonio Cantone e dalla bottega Cantone &Costabile, esponenti del presepe del settecento partenopeo, corredata dalla scenografia fir-mata dal professore Antonio di Tuoro e organizzata dal team “PulSeo”, guidato daGuglielmo Pulcini.

Un complesso artistico e architettonico donato dalla bottega al Card. Crescenzio Sepe,Arcivescovo di Napoli, che a sua volta ha deciso di omaggiare Papa Francesco, unitamenteal patrocinio del Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro.

Sedici pastori, vestiti con abiti tipici del settecento napoletano, faranno da cornice allascena che rievoca la nascita del Bambino Gesù, mentre il paesaggio rappresenterà un luo-go tradizionale della “Campania felix”.

I maestri Cantone e Costabile, pur preservando la dinamicità e le espressioni facciali cheda sempre hanno contraddistinto i pastori napoletani, hanno elevato l’altezza di questi ul-timi passando dai trenta centimetri ai due metri. L’elaborazione scenica non tralascerà nem-meno la rappresentazione delle differenze riscontrabili nel percorso della vita: i personag-gi, infatti, se da un lato simbolizzano tutte le classi sociali, dall’altro rimarcheranno anchele fasi della crescita, partendo dal bambino e arrivando fino all’anziano.

Nel dettaglio, i personaggi saranno i seguenti: San Giuseppe con la Vergine Maria e ilBambino Gesù; uno zampognaro con un uomo che suona la ciaramella; i Re Magi; due ru-stici, di cui uno con cappuccio; un nobile orientale; un povero; una donna anziana ed unazingara che si converte dinnanzi al Bambino Gesù; una bambina nobile accompagnata dauna giovane e un bambino rustico. Le statue hanno la testa, le mani e i piedi di terracottapolicroma e gli occhi in cristallo; il corpo è in sezioni di ferro saldate e gomma piuma, rive-stiti con abiti ispirati a quelli tipici del settecento napoletano, in tessuto, trattati e confezio-nati a mano. Saranno arricchiti da accessori tradizionali.

La scenografia avrà una ambientazione rupestre e un ingombro di circa sette metri perdodici con una altezza di circa sei metri. La medesima sarà costituita da arcate di rocce, conun elemento in finti laterizi, e sarà coperta da un gioco in assi di legno. La composizioneavrà una visione prospettica armonica nella sua interezza e sarà altresì osservabile, nellasua completezza, senza alcun ostacolo visivo.

Anche quest’anno il presepe verrà realizzato grazie al sostegno di alcuni benefattori, li-mitando al massimo i costi a carico del Governatorato.

Il 6 dicembre giunge in piazza San Pietro anche il grande albero proveniente dallaBaviera, donato dalla comunità di Waldmunchen. L’abete è alto 25 metri, diametro alla ba-se di 98 cm ed un peso di 7,2 tonnellate. Come consuetudine, le maestranze delGovernatorato dello Stato della Città del Vaticano forniranno tutto il supporto necessarioagli allestimenti, mentre le operazioni di posizionamento, decorazione ed illuminazioneverranno curate da personale stesso dello Stato della Città del Vaticano. Dopo lo smantella-mento, il legno del tronco, come avviene da alcuni anni, verrà utilizzato per realizzare pic-coli oggetti di uso quotidiano e giocattoli.

Governatorato dello Stato della Città del Vaticano - Coordinamento Eventi

Le attività del centro di pastorale giovanile Shekinà

di Oreste D’Amore

Il Centro di Pastorale GiovanileShekinà, attivo sul territorio del VDecanato, ma da sempre al servizio dellaChiesa giovane di Napoli, si appresta ad ini-ziare il nuovo anno pastorale con entusia-smo e un calendario ricco di iniziative.Tanti eventi già realizzati dalla ripresa del-le attività a settembre, un mondo di idee, unlaboratorio della fede in continua evoluzio-ne, pronto a sperimentare nuove formule,nuove tecniche di evangelizzazione e sanaaggregazione per i giovani.

“Un incontro di luce” è la missione dievangelizzazione di strada, che si realizzatre volte all’anno nelle strade della movidanapoletana; poi c’è lo “Shekinà MusicFestival”, un concorso musicale per parlaredei temi della vita attraverso la musica; il“Week-end del Perdono”, un fine settimanadedicato ai temi della pace e della riconci-liazione con se stessi, gli altri e Dio; poi il“Campo di Lavoro e Solidarietà”, che da piùdi venti anni avvicina i ragazzi al mondo delvolontariato; i tornei sportivi, i campi esti-vi, i percorsi educativi, biblici e di forma-zione.

Un continuo dialogo viene promosso conle scuole superiori del territorio collinare diNapoli, le parrocchie, le associazioni e i mo-vimenti. Molta attenzione inoltre viene ri-servata al tema del volontariato e del servi-zio, argomenti da sempre vicini all’interessedei più giovani. Ogni lunedì sera infine, al-l’orario in cui tutte le attività lavorative e distudio terminano, viene proposto un mo-mento di preghiera comunitario.

Il 23 e 24 novembre si è svolto il primogrande evento del nuovo anno sociale, loShekinà Music Festival, che ha visto la par-tecipazione di quindici concorrenti, tragruppi e solisti, e un pubblico davvero nu-meroso. Una festa della musica, un momen-to di incontro e di amicizia, che ha permes-so a tanti ragazzi di esprimersi e parlare ditemi impegnati, raccontando le proprieidee, portando la propria testimonianza. E’stata anche l’occasione per presentare ai gio-vani presenti il nuovo presidio di Libera,l’associazione che si occupa di lotta alle ma-

fie, del quartiere Vomero-Arenella, alla pre-senza del nuovo coordinatore GianmarioSiani.

Lo Shekinà è da sempre “una casa comu-ne dove abitare”, un punto di riferimento peri ragazzi, soprattutto quelli più “lontani”, aiquali proporre percorsi di ricerca di Dio,creando “ponti” tra la strada e la Chiesa. LoShekinà dedica inoltre particolare attenzio-ne alle tecniche di comunicazione e ai nuovilinguaggi utilizzati dai giovani: il centro è at-tivo sui maggiori social network, Facebook,Twitter, Youtube, realizza una newsletter per

il mondo giovanile, ha un sito internet co-stantemente aggiornato.

Nella nuova locandina la novità del codi-ce QR, attraverso il quale è possibile, con ilproprio telefonino, scaricare tutte le notizierelative all’associazione, semplicemente in-quadrandolo con l’obiettivo della fotocame-ra.

Le attività del centro pastorale si rivolgo-no in particolare ai ragazzi dai 14 anni in su.Per saperne di più e iscriversi alla newsletter,è possibile visitare il sito www.shekina.it otelefonare al numero 0815560572.

Provincia Nuova Stagione14 •8 dicembre 2013

Cappella Reale di Portici

Riflessionisulla catechesiAvere una coscienza: infilosofia e in psicologia è laconsapevolezza di sé e dellarealtà, l’attività cosciente inantitesi all’attivitàsubcosciente. La coscienzaimpegna tutti perl’affermazione dei diritti e deidoveri di ciascuno. Ognunodi noi dovrebbe vivere inmodo coscienzioso, cioèdimostrare di avere unacoscienza e piùpropriamente, onestà, zelo,impegno nell’operare. Per uncristiano, poi, questi requisitisi innalzano ancora di più.Essere cristiani significaessere seguaci di Cristo,seguire e mettere in pratica ilsuo insegnamento. Significaamare il prossimo.Per avidità di denaro,abbiamo inquinato la terrasu cui viviamo. Personesenza coscienza, senza ilsanto timore di Dio, hannopermesso che ciò accadesse,aumentando le nostresofferenze. Come sarebbebella la vita se agissimo tutticon coscienza e coerenza conil nostro credo. Nonvedremmo più fratelli indifficoltà, o peggio, morireper fame, perdere il lavoro enon trovare aiuto concreto.Tutti dovremmo guardarebene nel profondo dellenostre anime e riscoprirel’amore. Occorre uscire dalproprio egoismo, dalle nostrechiusure, e amare gli altricome noi stessi, perchésoltanto amando possiamopensare di cambiare lasocietà, il mondo. Al centro,non più il denaro, l’interesse,ma l’amore.

Pasquale Poli

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Un musicalsulla sua vita(f.i.) In occasione del cinquantesimo

Anniversario della Beatificazione diVincenzo Romano (1963-2013), presso ilcine-teatro “Corallo” di Torre del Greconei giorni 21-22 e 23 novembre è andato inscena il musical “Don Vincenzo Romano,Lu Prevete faticatore”. Tutto è nato daun’idea di don Aniello Di Luca, GennaroBorriello e di Vincenzo Nocerino, che hacurato anche le musiche e la sceneggiatu-ra mentre l’adattamento e la regia sonostate opera di Nicola Di Lecce.

Vincenzo Romano incarna la figura delvero sacerdote, di colui il quale –seppur tramille difficoltà – ha eletto come perni del-la sua azione pastorale i principi massimiproclamati nel Vangelo. «Fare bene il be-ne»: questo il suo motto; vivere cioè nell’a-more e nella carità, essere guida e soste-gno per i giovani e i più bisognosi; curare imalati e combattere i “cattivi”; proclama-re a tutti l’opera misericordiosa delSignore.

Le brevi scene dei due atti – tutte intro-dotta dalla voce narrante della «figuraneutra» - ripercorrono la vita di VincenzoRomano, dalla nascita alla morte passan-do attraverso il primo incontro con Gesùnel giorno della Santa Comunione, l’in-gresso al seminario e l’addio alla famiglia,l’elezione ad economo curato nella chiesatorrese di Santa Croce, in seguito all’eru-zione del Vesuvio (15 giugno 1794) e suc-cessivamente di curato della Parrocchia.La musica, gli intermezzi musicali danza-ti e cantati (con la collaborazione dellaCorale Harmonia Nova di Torre delGreco), insieme al sapiente gioco di luci,concorrono a sottolineare e a scandire lefasi salienti del percorso di vita. In partico-lare, il bagliore di luci, il netto contrastotra il bianco ed il rosso, tra il bene ed il ma-le contribuiscono a suggerire il senso dipathos e dolore (ad esempio, in occasionedel terremoto per la suddetta eruzione) odi armonia ed equilibrio, in riferimento al-l’opera di evangelizzazione del Beato sulleorme dell’apostolo Pietro, dal momentoche l’amore fraterno è migliore di tutto e laChiesa deve agire affinché trionfino l’amo-re, la bontà e l’Eucaristia, che è Padre,Figlio e Spirito Santo. Bisogna vivere, per-tanto, di una Fede viva, con Gesù sacra-mentato.

Minimi i cambiamenti di scena, legatial momento “storico” che ivi si rappresen-tava ma col prevalere però della“strada”(con probabile riferimento allusi-vo a Via Piscopia, dove è sita la casa diVincenzo Romano) e simbolo altresì al fat-to che la “via” sia stato il luogo privilegia-to dell’opera del Sacerdote, la cui figuradeve essere oggi rivalutata e fatta conosce-re ai giovani, affinché siano sempre piùpresenti ed attivi nella vita ecclesiale.

Solo tu mi bastiIl cd di Vincenzo Nocerino e Federico Battaglia

Torre del Greco: il Cardinale Sepe

per il BeatoVisita in occasione del 50esimo anniversario

di beatificazione di Vincenzo Romano

di Fiorina Izzo

Venerdì 29 novembre si è conclusa lasettimana di celebrazioni in onore del pri-mo sacerdote-Santo, Vincenzo Romano.Un ricco calendario allestito con minuzio-sa cura e dedizione da don GiosuèLombardo, parroco della BasilicaPontificia di Santa Croce.

Il 17 novembre 1963 il Pontefice PaoloVI nella Basilica Vaticana proclamava laBeatificazione de «lu prevete faticatore»,definendolo « quasi precursore della ca-rità sociale della Chiesa». L’immagine diCristo re dell’Universo, con la corona dispine è rappresentazione di una vita vissu-ta nella pienezza di Dio e del suo amore.Analogamente il Beato, esempio di carità,bontà d’animo e amore vivo per il prossi-mo ed i bisognosi, per gli umili e l’umanitàintera.

Da quel giorno sono trascorsi cinquan-ta lunghi anni, non sempre felici per la co-munità ma vissuti costantemente con fi-des e devozione nei confronti del Beato.Alla presenza di molteplici autorità locali,comunali e religiose, la Basilica, gremitadi fedeli, ha accolto l’Arcivescovo diNapoli, il cardinale Crescenzio Sepe, perla Concelebrazione Eucaristica col pre-

sbiterio di Torre del Greco e del tredicesi-mo Decanato (Torre del greco, TorreAnnunziata, Boscotrecase, Trecase).Nell’omelia, Sepe ha delineato la figura diVincenzo Romano ed ha ripreso il discor-so di Paolo VI. In una società sempre piùmultietnica ma pervasa da un “degrado”morale e sociale, si avverte l’esigenza ditornare ai valori delle origini e modellarela propria vita sull’esempio di chi ha agitoper il bene comune.

Pertanto, bisogna riscoprire “figure”esemplari come Vincenzo Romano, con-vertirsi al “Vangelo della carità”, al fine diravvisare il dolore che alberga nel cuoredei nostri fratelli.

La Beatificazione è stata e deve conti-nuare ad essere un vanto per la città delCorallo, in quanto rappresentazione «diuna spiritualità e di un costume, che pos-siamo ben dire regionali» e il concetto di“Santità” – asserisce il Cardinale – non èaleatorio ma è un qualcosa di concreto,perché la santità aleggia in qualsiasi am-biente ed il Beato continua a vivere neicuori della gente e a dialogare costante-mente col suo popolo, affinché sulle sueorme – faccia “bene” il bene».

(f.i.) Giovedì 28 novembre, con inizio alle 19.30 dopo laMessa presieduta dal Vescovo ausiliare monsignor LucioLemmo, presso la Basilica torrese di Santa Croce è statopresentato il cd “Solo tu mi basti”. Si tratta di una raccolta dicanti per la Celebrazione Eucaristica, ideata da VincenzoNocerino, organista e musicista nonché direttore del coro“Harmonia Nova” con sede in piazza Palomba a Torre del Greco.

In collaborazione con don Federico Battaglia, don Aniello DiLuca, Luigi Annunziata, Ciro D’Aniello e Marco Sibilio si èproceduti ad una cernita di canti in onore del Beato, legate adarmonie semplici ma intrise di note dolci che diano il «sapore»delle doti umane caratteristiche del Beato.

È nato così un vero e proprio Kyriale, raccolta – in questocaso su cd – di musiche e canti per ciascuna parte dell’Ordinario:Kyrie, Gloria, Sanctus e Agnus Dei e dando vita ad una “Messa

del Beato”. Il cd, al costo pari di 5 euro, è in distribuzione pressola sovra citata Basilica Pontificia e nelle Parrocchie torresi diSanta Maria del Popolo, Santa Maria del Carmine, SS.Annunziata e SS. Crocifisso.

All’interno del cd, anche l’inno del Beato scritto cinquant’annifa e musicato per l’occasione da don Aniello De Luca: nelle trestrofe con ritornello si esalta il Signore per avere innalzato aglionori degli altari il figlio Vincenzo che, dall’alto dei cieli,protegge la sua terra e i suoi fratelli dallo “sterminator” Vesuvioe dai “perigli” del mare.

Fine dell’iniziativa è avvicinare i giovani alla fede e ai valoridi Vincenzo Romano, il figlio più illustre della città – secondo ladefinizione di Giovanni Paolo II – e sul piano strettamentesociale, raccogliere fondi per sostenere le iniziative della Caritasdel XIII decanato.

San Gregorio III Papa – 10 dicembre

Nativo della Siria, Gregorio, figlio di Giovanni, giunse a Roma da giovane. Dopo la morte diGregorio II fu eletto Papa nel 731. L’opera di Gregorio III si rivolse agli stessi problemi dei qualiaveva dovuto occuparsi il suo predecessore: la lotta contro l’iconoclastia, la conversione dellaGermania, la difesa del patrimonio di San Pietro. Nel novembre 731 il sinodo convocato dal Papaper rispondere all’Editto emanato da Leone III confermò il culto delle sacre immagini.

L’evangelizzazione della Germania al tempo di Gregorio III ricevette una forma più organiz-zata. Nel 732 Gregorio inviò a Bonifacio il pallio, facendolo così Arcivescovo regionale e affidan-dogli il compito di erigere nuove diocesi. Gregorio III fu stimato da tutti per le sue virtù e per lagrande scienza. Dopo quasi undici anni di pontificato pieno di attività e ricco di avvenimenti,Gregorio III morì nel 741.

Santa Lucia Vergine e martire – 13 dicembre

La vergine e martire Lucia è una delle figure più care alla devozione cristiana. Come ricordail Messale Romano è una delle sette donne menzionate nel Canone Romano. Vissuta a Siracusa,sarebbe morta martire sotto la persecuzione di Diocleziano.

Gli atti del suo martirio raccontano di torture atroci inflittele dal prefetto Pascasio, che nonvoleva piegarsi ai segni straordinari che attraverso di lei Dio stava mostrando. Proprio nelle ca-tacombe di Siracusa, le più estese al mondo dopo quelle di Roma, è stata ritrovata un’epigrafemarmorea del quarto secolo che è la testimonianza più antica del culto di Lucia. Una devozionediffusasi molto rapidamente: già nel 384 Sant’Orso le dedicava una chiesa a Ravenna e PapaOnorio I un’altra a Roma.

Sant’Agnello di Napoli Abate – 14 dicembre

All’inizio del decimo secolo Pietro, suddiacono della Chiesa napoletana che era stato libera-to da una grave infermità per intercessione di Agnello, compose un “libellus miraculorum”, incui, oltre alla sua, racconta altre ventidue guarigioni miracolose operate dal Santo. Da questo te-sto, che è la più antica fonte che ci parli di Agnello, apprendiamo che Gaudioso Settiminio Celio,vescovo di Abitina in Africa, avendo dovuto insieme con altri presuli abbandonare la sua sede in-vasa dai Vandali, riparò a Napoli e vi fondò un monastero, probabilmente basiliano, che poi pre-se il suo nome. Di questo monastero, nel sesto secolo, divenne abate Agnello, che morì nel 596.

San Giovanni della Croce Sacerdote e dottore della Chiesa – 14 dicembreNato nel 1540, a Fontiveros, in Spagna, a Medina, nel 1563, vestì l’abito dei Carmelitani. Ordinatosacerdote nel 1567 dopo gli studi di filosofia e teologia fatti a Salamanca, lo stesso anno si incon-trò con Santa Teresa di Gesù, la quale da poco aveva ottenuto dal priore generale Rossi il permes-so per la fondazione di due conventi di Carmelitani, perchè fossero di aiuto alle monache da leiistituite. Il 28 novembre 1568 Giovanni fece parte del primo nucleo di riformati a Duruelo, cam-biando il nome di Giovanni di San Mattia in quello di Giovanni della Croce. Vari furono gli inca-richi entro la riforma. Dal 1572 al 1577 fu anche confessore-governatore del monasterodell’Incarnazione di Avila. Morì a 49 anni tra il 13 e il 14 dicembre 1591 a Ubeda.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 8 dicembre 2013 • 15

Preparala casaIl Signore Dio, nel giardino dellacreazione, chiama Adam –l’essere umano tratto dalla terra.Chiama… e colui in cui loSpirito di vita era stato soffiatoda Dio, ascolta la voce, teme e sinasconde. La creatura, segnatadal peccato ha paura del suocreatore.Il Signore Dio, fuori dal giardinodi Eden, nella terra di limite e dimorte, di lavoro e di peccato,chiama la creatura fragile e inbalia di se stessa. La chiamaperché la ama. La chiama perchéla vuole casa della sua presenza,mani della sua bontà, cuore dellasua passione, bocca della suaparola, braccia della suatenerezza, grembo della sua vita. Il Signore Dio chiama Maria: èl’amata, la traboccante di amore,di grazia, di vita. Lei ascolta e lavoce turba, scuote, smuove, nonlascia indifferenti. Maria,creatura aperta alla voce di Dio situffa nel suo creatore, offre la suavita come casa, chiede di capire,ma non di vedere.Il Signore Dio chiama, continuaa farlo in ogni tempo, in ogniluogo, in ogni uomo e donna, inogni coscienza, in te, oggi. E lasua Parola si fa per ognunoproposta di pienezza.

L’atteggiamento della settimanaLa fede rende possibilel’impossibile. Ma come passaredalla paura alla fiducia? Maria suggerisce un unicoatteggiamento: preparare la casa,la nostra vita, l’interiorità.Sfoltirla del superfluo, rimuoverei residui di rancore, togliere leincrostazione di disperazione,eliminare la polvere dellasuperficialità.Il dono è pronto per tutti: ma inchi troverà spazio?

La preghiera della settimanaEccomi, Signore!Vorrei che la tua Paroladiventasse vera anche in me, come in Maria. Eccomi! Consapevole di tutti ilimiti e del mio peccato. Dovrei fuggire? Nascondermi?Ascolto la tua voce, ma non voglio avere paura. Ti penso onnipotente, so che losei: onnipotente nell’amore, onnipotente nel perdono, nel continuare a credere in noi, nonostante tutto.Eccomi, Signore! Questa è la mia vita e la miastoria: nulla di straordinario eppure tu la ami e la scegli, ne haifiducia.Realizza, in me e attraverso dime, la tua Parola, rendi il tuo amore toccabilenelle mie scelte. Amen

Mariangela Tassielli, fsp

Chi lo desidera può scaricarela preghiera in un formato con-divisibile nel web su www.canta-lavita.com o sulla pagina face-book di suor Mariangela–pao-line.

8 dicembre: Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

La bellezza di MariaGen 3, 9-15. 20; Sal 97; Rm 15, 4-9; Lc 1, 26-38

SANTI, BEATI E TESTIMONIRECENSIONI

Novità per i più piccoli

In occasione del prossimo Natale,Paoline pubblica quattro interessantinovità editoriali per i più piccoli. Primanovità: “Il calendario d’Avvento da co-struire. Fare, giocare, pregare ilNatale” (pagine 24 - euro 4,50). Si trat-ta di un libretto per bambini dai 4 ai 7anni che ne vale due perché, seguendole istruzioni e tagliando lungo i tratteg-gi indicati, si ottengono un librettoorizzontale, ricco di attività manuali,curiosità, una ricetta di cucina e lavo-retti per decorare la tavola di Natale, ealtre pagine per creare un libro a fisar-monica a forma di stella, con le pre-ghiere che accompagneranno il bambi-no fino al 25 dicembre.

Seconda novità: “Un fantastico pre-sepe” (euro 19,90), un libro interattivoper comporre un fantastico presepe tri-dimensionale. È corredato di un libri-cino colorato di una decina di pagineche descrive la nascita di Gesù.Raccolte in un pannello centrale ven-gono fornite varie figurine (pastori,personaggi del presepe, animali) checontribuiscono ad arricchire la scena ea completare il racconto.

Quindi, altre due corpose novità:

“Raccontami una storia” (pagine 520 –

euro 10,00), una raccolta di fiabe clas-

siche e di altri racconti per bambini dai

tre ai sei anni, narrati in forma sinteti-

ca e accattivante e arricchiti da ottime

illustrazioni che incastonano il testo in

una festa di colori e di immagini. Infine: “Raccontami la Bibbia” (pa-

gine 520 – euro 10,00), racconti dellaBibbia (Antico e Nuovo Testamento),per bambini dai quattro agli otto anni,con illustrazioni semplici ma moltopiacevoli.

Una pubblicità televisiva, mostrandouna donna avvenente, dice: “per esserebella fuori, devi essere bella dentro; e peressere bella dentro devi bere acqua…”.L’acqua può avere la capacità di purifica-re l’apparato digerente, non certo quelladi rendere una donna bella ed immacola-ta. L’acqua purifica le scorie del corpo,non quelle dell’anima!

Oggi la Chiesa proclama Maria imma-gine e somiglianza perfetta di Dio Trinità,che è la Bellezza increata. Maria, esenteda ogni macchia di peccato, anche di quel-lo originale, è la piena manifestazione del-la Bellezza della Trinità.

Quando lo scultore consegnò aBernadette la statua della Madonna scol-pita secondo le indicazioni di lei, pensan-do di aver realizzato un capolavoro di bel-lezza, la Santa fece una smorfia, facendocapire che quel volto dava solo una palli-da idea della bellezza della Vergine.

Per farsi accettare e stimare in società,bisogna essere belli a qualunque costo!Oggi, infatti, si spendono somme ingentiper essere esteticamente belli.Soprattutto nei paesi più ricchi c’è il cultodella bellezza fisica: donne e uomini sisottopongono a dolorosi interventi di chi-

rurgia plastica per inseguire il miraggiodella bellezza e, tutti o quasi, usano ognitipo di cosmetico per mascherare difettiveri o presunti. Il culto della bellezza è uninganno che il diavolo ha ficcato nellamente di questa generazione opulenta.Una generazione che ha dimenticato Dio,sorgente della vera bellezza.

Per essere belli fuori bisogna, invece eanzitutto, essere belli dentro. Solo l’uomoche vive in intima comunione con Dio ètempio della bellezza di Dio. La Grazia delSignore che è in lui si manifesta anche at-traverso il suo corpo, rendendolo lumino-so.

Sul Monte Tabor Gesù manifestò labellezza di Dio Trinità, tanto che i disce-poli esclamarono: «È bello per noi starequi!». La Santità di Dio è la vera bellezzaper l’uomo. «I tuoi occhi sono pieni di lu-ce», si dice di soliti a chi vive nella graziadel Signore. È vero, l’uomo che vive dellaParola di Dio diventa tempio della santitàdi Dio.

La bellezza che l’uomo di Dio emana èinsopportabile per quelli che hanno occhipieni solo di visioni terrene. Secondo i ca-noni umani Madre Teresa di Calcutta nonera fisicamente bella, ma tutto il suo esse-

re emanava una tale bellezza divina chechi la guardava non poteva fare a meno diesclamare: «Com’è bella». Altrettanto cer-to è che il peccato deturpa il volto dell’uo-mo. Gli occhi del peccatore sono spenti eprivi di amore, quelli del santo rifulgonodell’amore divino.

L’uomo che vive nel vizio, anche seusasse tutti i cosmetici di questo mondo,non migliorerebbe la maschera del suovolto.

Il volto dei bambini è sempre bello, ri-vela la loro innocenza. Ecco perché ilVangelo ci esorta a diventare bambini sevogliamo riacquistare la bellezza perdutadopo il Battesimo.

Il messaggio che Maria rivolge a noitutti è questo: «Figli miei, siate irreprensi-bili e senza macchia davanti a Dio. La bel-lezza fisica si dissolverà col tempo; solo laGrazia del Figlio mio è per l’eternità!».

La Vergine ci aiuti ad andare incontroa suo Figlio in santità e purezza di spirito,perché, come lei, anche di noi si dica sem-pre: «Eccomi, sono la serva del Signore, av-venga di me quello che hai detto». Solol’obbedienza alla Parola di Dio ci rendeforti e belli!

Lorenzo Montecalvo sdv

Nuova Stagione16 • 8 dicembre 2013

NuovaStagione NuovaS

tagioneAnno LXVII • Numero 44 • 8 dicembre 2013

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